Un esempio di come i missili possano essere 'game changer' è quello che segue.
Un episodio della grande ondata d'attacco, in una delle infinite variazioni possibili. Il primo giorno, la prima ondata d'assalto, naturalmente, ovvero quella più pericolosa per entrambi i contendenti.
Una forza d'attacco italica sta avvicinandosi alla base britonna. E' la solita forza d'assalto standard: 12 G.91R con in mezzo 12 MB.339A.
A quel punto si sono avvicinati abbastanza alla base, e hanno evitato tutte le minacce possibili fino ad allora incontrate.
Arrivano giusto in tempo due Hawk da caccia, vettorati in tempo per raggiungere la formazione italica. La incrociano a circa 53 km e poi iniziano con una rapida virata verso di loro.
Prima cosa: lasciano sfilare tutti gli aerei italici, non si sa mai, l'unica cosa che devono evitare è di farsi fregare dall'arrivo di qualche altro caccia non visto.
Condizione iniziale: Hawk a 1.500 metri, velocità sugli 850 km/h; G.91R, circa 50-60 metri, volo a circa 700 km/h. Gli Hawk sono alle spalle dei G.91. Distanza: probabilmente sui 2,5 km.
I due Hawk a quel punto iniziano a scendere di quota, dato che non c'é abbastanza tempo e sono in inferiorità numerica, attaccano tutti e due in formazione aperta; da 1.500 metri AGL fino a forse circa 300 o meno. Accelerano a circa 900 km/h. Poi iniziano ad attaccare i G.91. Questi si accorgono della presenza degli Hawk e ben consapevoli del fatto che una volta che li vedi, tipicamente sei già entro la gittata dei loro missili, nonché del fatto che qeusti ultimi hanno una Pk del 70%, hanno impiegato ben poco per manovrare alla massima velocità e fare l'unica cosa sensata possibile: virare strettissimi verso l'avversario cercando di rompere il contatto con i missili, e al contempo portare entro la gittata dei loro cannoni gli Hawk: se riescono a ingaggiarli frontalmente potrebbero annullare il vantaggio dei missili ed avendo maggiore potenza di fuoco degli Hawk, potrebbero abbatterli. Potrebbero. Una manovra buona per porsi subito in puntamento è l'Immelmann, ma questo significa volare stagliandosi contro il cielo, un bersaglio facile per i missili Sidewinder. Idem per la virata ascendente. Così meglio virare di circa 180° rasoterra, ma riescono a portarsi in azione soltanto dopo circa 10 secondi dall'inizio della manovra.
Sono pronti e capaci di combattere, anche se non sanno ancora quanti siano gli Hawk. Riusciranno a colpirli? Ma quando completano i 180° (circa) di manovra, ecco che gli Hawk... non ci sono più. Si sono accorti di non essere arrivati di sorpresa, e sapendo che sono in svantaggio di 3:1 non sono rimasti a lungo a prenderle. Con la velocità accumulata, possono salire rapidamente da dove sono venuti, ma... non anche nella direzione da cui sono venuti. Tirano dritto. E quando i G.91 completano la manovra, gli Hawk sono circa sopra di loro... almeno 1.000 metri più in alto. Ma c'é di più.
La condizione iniziale vedeva un margine di velocità a favore degli Hawk di circa 150 km/h. Dopo questi circa 10 secondi, i G.91 hanno perso parte della loro velocità, scendendo sui 600 km/h. Nel mentre gli Hawk sono riusciti a risalire in quota e hanno ancora sugli 800 km/h dalla loro, più un capitale importantissimo di almeno 1.000 metri di quota sugli avversari. Dal punto di vista dei G.91, hanno 200 km/h in meno sugli Hawk, per giunta sono sotto di almeno 1.000 metri, e non è finita: sono in rotta opposta di circa 180°! Ciascuno di questi tre fattori è sufficiente per metterli in grossa crisi, figurarsi tutti e tre! Come se non bastasse, i Macchi sono stati avvisati da qualcuno dei Gina e adesso stanno scappando accelerando il più possibile, allontanandosi alla massima velocità possibile senza avere ancora sganciato alcun carico esterno (2 serbatoi e 2 bombe).
A quel punto gli Hawk sono arrivati nuovamente in quota, più o meno in verticale sulla linea italica. A quel punto i Gina riprendono a virare come matti per arrivare nuovamente a vista degli Hawk. Però questo comporta ancora almeno una dozzina di secondi. Nel mentre gli Hawk sono andati ancora più avanti, e sopratutto hanno ricominciato a planare. Il piano è riuscito: l'attacco si è trasformato in una finta, e adesso hanno disunito i guardiaspalle dal branco di bombardieri. E non c'é verso di riprenderli. Sanno che quasi certamente i Gina non hanno missili con loro e anche se fosse, sono di un tipo vecchiotto e con una gittata ridotta, per cui hanno pochissime possibilità di essere beccati, basta che non riducono la velocità.
A quel punto i Macchi sono a circa 2.000 metri avanti agli Hawk, ma questi sono in avvicinamento rapido: stanno riscendendo e stavolta fanno sul serio. Prima che si facciano sotto i Gina della retroguardia e prima che tornino indietro quelli dell'avanguardia. Prima arrivano su di una coppia, la più arretrata, dei Macchi 339, che vengono avvistati con una certa facilità, essendo proprio in avanti rispetto ai Gina. Subito gli Hawk gli calano addosso, anche stavolta tutti e due insieme, senza guardiaspalle, alla boia di un giuda. Lanciano un Sidewinder, ma il missile manca il bersaglio: entrambi i Macchi hanno iniziato a virare strettissimi dopo essersi accorti dell'arrivo degli Hawk. Questi cercano di stare dietro ai Macchi ma solo per poche decine di gradi: dopo riprendono la rotta, perché sanno benissimo che hanno già scombinato la formazione e questo è già un successo: a pochi km dall'aeroporto (l'intercettazione è iniziata attorno ai 50 km dalla base) non avranno il tempo fisico per riprendere contatto con i loro compagni più in avanti, lanciati adesso a tutta velocità. Già, i compagni. Ma dove sono? Eccoli là, si vedono per qualche istante. Il Sole basso sui loro tettucci produce riflessi chiari. Gli Hawk, ripresa la rotta e leggermente, la quota, riescono a scendere nuovamente da circa 300 a 100 metri, ritornando sotto anche a questi. Sono a circa 1 km di distanza e i Macchi, stavolta, non sembrano averli visti, anche se ci si potrebbe aspettare il contrario, visto che i loro compagni li hanno evitati (the fog of war?). E così gli Hawk lanciano un missile contro uno di loro, che colpito, capitombola a terra con un'enorme esplosione. L'altro scappa e uno degli Hawk gli lancia un missile, ma anche in questo caso, la virata all'ultimo secondo (aveva probabilmente intuito 'il problema' dopo la perdita del compare) riesce ad evitare il missile. Non c'é molto tempo, però: gli Hawk risalgono in quota per evitare l'attacco da parte di altri aerei. Continuano la corsa, si guardano attorno e scovano la seconda coppia della seconda formazione di quattro aerei. L'attaccano subito dopo, riscendendo a poche decine di metri e lanciando l'ultimo missile contro uno di loro. Il missile esplode e abbatte il Macchi, che pure stava viaggiando a 15-30 metri a circa 720 km/h, dopo avere chiuso la distanza iniziale di 1,1 km. L'altro Macchi è inseguito dal secondo Hawk, che aveva lanciato già entrambi i missili, e che gli spara da circa 800 metri con il cannone Aden. Però non riesce a colpirlo. Poco importa: dopo averlo costretto alla difensiva, l'Hawk lo vede virare strettissimo e mollare i serbatoi, seguiti anche dalle bombe, non è chiaro se esplodono o meno (i serbatoi esterni sono oramai vuoti, ma qualche quantità di cherosene è ancora presente).
A quel punto arrivano visite: davanti a loro, i piloti degli Hawk intravedono due Gina particolarmente arrabbiati: ma non arrivano da dietro, ma davanti: sono due dei 6 della pattuglia 'anti-flak' che ricevuti gli allarmi via radio, sono tornati indietro per proteggere i Macchi.
A quel punto gli Hawk non perdono tempo: con sei Gina alle spalle che gli danno la caccia a tutto motore, e altri due davanti, senza più missili (ma questo gli italici non possono saperlo per certo), risalgono subito in quota a tutto motore. Sanno che i loro avversari non possono inseguirli in alto, perché verrebbero facilmente abbattuti dai missili SAM o da altri caccia, e questo dà un grande vantaggio essendo di fatto limitati ad un movimento 'bidimensionale' mentre gli Hawk sono tridimensionali. E infatti, dopo avere fatto un minimo di manovre, oramai alleggeriti dal carico di missili e carburante, sono ancora capaci di risalire in quota e scappare. Hanno almeno 740 km/h con cui gestire la situazione. I Gina arrivano da davanti e dunque incrociano gli Hawk prima ancora di vederli, ma non prima che gli Hawk li abbiano visti perché volano più in alto. Molto scaltramente, gli Hawk riescono a farcela (non è chiaro se abbiano uno o due uomini nell'abitacolo, nel qual caso le comunicazioni e l'avvistamento sarebbero migliori; a dire il vero, anche per i Macchi non c'é una certezza in merito, ed è probabile che almeno i capo-sezione abbiano due elementi a bordo).
Tempo circa 30 secondi, e gli Hawk risalgono ad almeno 1.500 metri, dove possono stare abbastanza sereni. E così tornano in quota e seguono la formazione d'attacco italiana, cercando di dare informazioni alla difesa aerea, che li vede nei propri radar, e radunando altri caccia per l'intercettazione del resto della formazione.
Pur non avendo apparentemente fatto nulla di eccezionale, sono riusciti ad affrontare, in due, ben 14 aerei italiani su di un totale della formazione, di 24. Non solo, ma ne hanno abbattuti due (usando i 4 AIM-9 disponibili). Peggio che mai, dei 12 Macchi 339, ne hanno intercettati ben 6, uno dopo l'altro, abbattendone due e costringendo a manovrare in maniera evasiva gli altri 4. Come se non bastasse, anche una delle tre coppie della pattuglia anti-flak è tornata indietro abbandonando la propria posizione avanzata. Quando incrocia gli Hawk, questi salgono semplicemente in quota a tutto gas, lasciando rapidamente indietro i Fiat che sono svantaggiati dal fatto che, pur avendo una velocità simile, devono a quel punto fare circa 150-180° di virata, cosa possibile in circa 10 secondi, che comportano una separazione dagli Hawk di almeno 2 km e forse anche più (i 740 km/h iniziali sono oltre 200 m/sec, anche se vanno persi durante la salita rapida).
Ecco come e perché i missili AIM-9 Sidewinder di ultima generazione si sono dimostrati un 'game changer'. Se gli Hawk non li avessero avuti, certo sarebbero stati più veloci e agili, ma non di molto e sopratutto, non sarebbero stati migliori dei Gina. Una volta avvistati ad oltre 2 km di distanza, due Gina si sarebbero potuti benissimo distaccare contro di loro e li avrebbero potuti tenere a bada o direttamente, abbatterli avendo una potenza di fuoco maggiore. Invece, con i missili, hanno dovuto correre subito ai ripari: non avendo alcuna contromisura d'inganno, non avendo alcun missile con cui replicare nemmeno la minaccia, si sono trovati, in altre parole, come se in un campo di battaglia ci fosse una parte armata solo con le pistole e l'altra con i fucili. E si sà quel che diceva (peraltro ironicamente) Eastwood su questo tipo di confronti...
Un esempio di come i missili possano essere 'game changer' è quello che segue.
Un episodio della grande ondata d'attacco, in una delle infinite variazioni possibili.
Una forza d'attacco italica sta avvicinandosi alla base britonna. E' la solita forza d'assalto standard: 12 G.91R con in mezzo 12 MB.339A.
A quel punto si sono avvicinati abbastanza alla base, e hanno evitato tutte le minacce possibili fino ad allora incontrate.
Arrivano giusto in tempo due Hawk da caccia, vettorati in tempo per raggiungere la formazione italica. La incrociano a circa 53 km e poi iniziano con una rapida virata verso di loro.
Prima cosa: lasciano sfilare tutti gli aerei italici, non si sa mai, l'unica cosa che devono evitare è di farsi fregare dall'arrivo di qualche altro caccia non visto.
Condizione iniziale: Hawk a 1.500 metri, velocità sugli 850 km/h; G.91R, circa 50-60 metri, volo a circa 700 km/h. Gli Hawk sono alle spalle dei G.91. Distanza: probabilmente sui 2,5 km.
I due Hawk a quel punto iniziano a scendere di quota, dato che non c'é abbastanza tempo e sono in inferiorità numerica, attaccano tutti e due in formazione aperta; da 1.500 metri AGL fino a forse circa 300 o meno. Accelerano a circa 900 km/h. Poi iniziano ad attaccare i G.91. Questi si accorgono della presenza degli Hawk e ben consapevoli del fatto che una volta che li vedi, tipicamente sei già entro la gittata dei loro missili, nonché del fatto che qeusti ultimi hanno una Pk del 70%, hanno impiegato ben poco per manovrare alla massima velocità e fare l'unica cosa sensata possibile: virare strettissimi verso l'avversario cercando di rompere il contatto con i missili, e al contempo portare entro la gittata dei loro cannoni gli Hawk: se riescono a ingaggiarli frontalmente potrebbero annullare il vantaggio dei missili ed avendo maggiore potenza di fuoco degli Hawk, potrebbero abbatterli. Potrebbero. Una manovra buona per porsi subito in puntamento è l'Immelmann, ma questo significa volare stagliandosi contro il cielo, un bersaglio facile per i missili Sidewinder. Idem per la virata ascendente. Così meglio virare di circa 180° rasoterra, ma riescono a portarsi in azione soltanto dopo circa 10 secondi dall'inizio della manovra.
Sono pronti e capaci di combattere, anche se non sanno ancora quanti siano gli Hawk. Riusciranno a colpirli? Ma quando completano i 180° (circa) di manovra, ecco che gli Hawk... non ci sono più. Si sono accorti di non essere arrivati di sorpresa, e sapendo che sono in svantaggio di 3:1 non sono rimasti a lungo a prenderle. Con la velocità accumulata, possono salire rapidamente da dove sono venuti, ma... non anche nella direzione da cui sono venuti. Tirano dritto. E quando i G.91 completano la manovra, gli Hawk sono circa sopra di loro... almeno 1.000 metri più in alto. Ma c'é di più.
La condizione iniziale vedeva un margine di velocità a favore degli Hawk di circa 150 km/h. Dopo questi circa 10 secondi, i G.91 hanno perso parte della loro velocità, scendendo sui 600 km/h. Nel mentre gli Hawk sono riusciti a risalire in quota e hanno ancora sugli 800 km/h dalla loro, più un capitale importantissimo di almeno 1.000 metri di quota sugli avversari. Dal punto di vista dei G.91, hanno 200 km/h in meno sugli Hawk, per giunta sono sotto di almeno 1.000 metri, e non è finita: sono in rotta opposta di circa 180°! Ciascuno di questi tre fattori è sufficiente per metterli in grossa crisi, figurarsi tutti e tre! Come se non bastasse, i Macchi sono stati avvisati da qualcuno dei Gina e adesso stanno scappando accelerando il più possibile, allontanandosi alla massima velocità possibile senza avere ancora sganciato alcun carico esterno (2 serbatoi e 2 bombe).
A quel punto gli Hawk sono arrivati nuovamente in quota, più o meno in verticale sulla linea italica. A quel punto i Gina riprendono a virare come matti per arrivare nuovamente a vista degli Hawk. Però questo comporta ancora almeno una dozzina di secondi. Nel mentre gli Hawk sono andati ancora più avanti, e sopratutto hanno ricominciato a planare. Il piano è riuscito: l'attacco si è trasformato in una finta, e adesso hanno disunito i guardiaspalle dal branco di bombardieri. E non c'é verso di riprenderli. Sanno che quasi certamente i Gina non hanno missili con loro e anche se fosse, sono di un tipo vecchiotto e con una gittata ridotta, per cui hanno pochissime possibilità di essere beccati, basta che non riducono la velocità.
A quel punto i Macchi sono a circa 2.000 metri avanti agli Hawk, ma questi sono in avvicinamento rapido: stanno riscendendo e stavolta fanno sul serio. Prima che si facciano sotto i Gina della retroguardia e prima che tornino indietro quelli dell'avanguardia. Prima arrivano su di una coppia, la più arretrata, dei Macchi 339, che vengono avvistati con una certa facilità, essendo proprio in avanti rispetto ai Gina. Subito gli Hawk gli calano addosso, anche stavolta tutti e due insieme, senza guardiaspalle, alla boia di un giuda. Lanciano un Sidewinder, ma il missile manca il bersaglio: entrambi i Macchi hanno iniziato a virare strettissimi dopo essersi accorti dell'arrivo degli Hawk. Questi cercano di stare dietro ai Macchi ma solo per poche decine di gradi: dopo riprendono la rotta, perché sanno benissimo che hanno già scombinato la formazione e questo è già un successo: a pochi km dall'aeroporto (l'intercettazione è iniziata attorno ai 50 km dalla base) non avranno il tempo fisico per riprendere contatto con i loro compagni più in avanti, lanciati adesso a tutta velocità. Già, i compagni. Ma dove sono? Eccoli là, si vedono per qualche istante. Il Sole basso sui loro tettucci produce riflessi chiari. Gli Hawk, ripresa la rotta e leggermente, la quota, riescono a scendere nuovamente da circa 300 a 100 metri, ritornando sotto anche a questi. Sono a circa 1 km di distanza e i Macchi, stavolta, non sembrano averli visti, anche se ci si potrebbe aspettare il contrario, visto che i loro compagni li hanno evitati (the fog of war?). E così gli Hawk lanciano un missile contro uno di loro, che colpito, capitombola a terra con un'enorme esplosione. L'altro scappa e uno degli Hawk gli lancia un missile, ma anche in questo caso, la virata all'ultimo secondo (aveva probabilmente intuito 'il problema' dopo la perdita del compare) riesce ad evitare il missile. Non c'é molto tempo, però: gli Hawk risalgono in quota per evitare l'attacco da parte di altri aerei. Continuano la corsa, si guardano attorno e scovano la seconda coppia della seconda formazione di quattro aerei. L'attaccano subito dopo, riscendendo a poche decine di metri e lanciando l'ultimo missile contro uno di loro. Il missile esplode e abbatte il Macchi, che pure stava viaggiando a 15-30 metri a circa 720 km/h, dopo avere chiuso la distanza iniziale di 1,1 km. L'altro Macchi è inseguito dal secondo Hawk, che aveva lanciato già entrambi i missili, e che gli spara da circa 800 metri con il cannone Aden. Però non riesce a colpirlo. Poco importa: dopo averlo costretto alla difensiva, l'Hawk lo vede virare strettissimo e mollare i serbatoi, seguiti anche dalle bombe, non è chiaro se esplodono o meno (i serbatoi esterni sono oramai vuoti, ma qualche quantità di cherosene è ancora presente).
A quel punto arrivano visite: davanti a loro, i piloti degli Hawk intravedono due Gina particolarmente arrabbiati: ma non arrivano da dietro, ma davanti: sono due dei 6 della pattuglia 'anti-flak' che ricevuti gli allarmi via radio, sono tornati indietro per proteggere i Macchi.
A quel punto gli Hawk non perdono tempo: con sei Gina alle spalle che gli danno la caccia a tutto motore, e altri due davanti, senza più missili (ma questo gli italici non possono saperlo per certo), risalgono subito in quota a tutto motore. Sanno che i loro avversari non possono inseguirli in alto, perché verrebbero facilmente abbattuti dai missili SAM o da altri caccia, e questo dà un grande vantaggio essendo di fatto limitati ad un movimento 'bidimensionale' mentre gli Hawk sono tridimensionali. E infatti, dopo avere fatto un minimo di manovre, oramai alleggeriti dal carico di missili e carburante, sono ancora capaci di risalire in quota e scappare. Hanno almeno 740 km/h con cui gestire la situazione. I Gina arrivano da davanti e dunque incrociano gli Hawk prima ancora di vederli, ma non prima che gli Hawk li abbiano visti perché volano più in alto. Molto scaltramente, gli Hawk riescono a farcela (non è chiaro se abbiano uno o due uomini nell'abitacolo, nel qual caso le comunicazioni e l'avvistamento sarebbero migliori; a dire il vero, anche per i Macchi non c'é una certezza in merito, ed è probabile che almeno i capo-sezione abbiano due elementi a bordo).
Tempo circa 30 secondi, e gli Hawk risalgono ad almeno 1.500 metri, dove possono stare abbastanza sereni. E così tornano in quota e seguono la formazione d'attacco italiana, cercando di dare informazioni alla difesa aerea, che li vede nei propri radar, e radunando altri caccia per l'intercettazione del resto della formazione.
Pur non avendo apparentemente fatto nulla di eccezionale, sono riusciti ad affrontare, in due, ben 14 aerei italiani su di un totale della formazione, di 24. Non solo, ma ne hanno abbattuti due (usando i 4 AIM-9 disponibili). Peggio che mai, dei 12 Macchi 339, ne hanno intercettati ben 6, uno dopo l'altro, abbattendone due e costringendo a manovrare in maniera evasiva gli altri 4. Come se non bastasse, anche una delle tre coppie della pattuglia anti-flak è tornata indietro abbandonando la propria posizione avanzata. Quando incrocia gli Hawk, questi salgono semplicemente in quota a tutto gas, lasciando rapidamente indietro i Fiat che sono svantaggiati dal fatto che, pur avendo una velocità simile, devono a quel punto fare circa 150-180° di virata, cosa possibile in circa 10 secondi, che comportano una separazione dagli Hawk di almeno 2 km e forse anche più (i 740 km/h iniziali sono oltre 200 m/sec, anche se vanno persi durante la salita rapida).
Ecco come e perché i missili AIM-9 Sidewinder di ultima generazione si sono dimostrati un 'game changer'. Se gli Hawk non li avessero avuti, certo sarebbero stati più veloci e agili, ma non di molto e sopratutto, non sarebbero stati migliori dei Gina. Una volta avvistati ad oltre 2 km di distanza, due Gina si sarebbero potuti benissimo distaccare contro di loro e li avrebbero potuti tenere a bada o direttamente, abbatterli avendo una potenza di fuoco maggiore. Invece, con i missili, hanno dovuto correre subito ai ripari: non avendo alcuna contromisura d'inganno, non avendo alcun missile con cui replicare nemmeno la minaccia, si sono trovati, in altre parole, come se in un campo di battaglia ci fosse una parte armata solo con le pistole e l'altra con i fucili. E si sà quel che diceva (peraltro ironicamente) Eastwood su questo tipo di confronti...
Un episodio della grande ondata d'attacco, in una delle infinite variazioni possibili. Il primo giorno, la prima ondata d'assalto, naturalmente, ovvero quella più pericolosa per entrambi i contendenti.
Una forza d'attacco italica sta avvicinandosi alla base britonna. E' la solita forza d'assalto standard: 12 G.91R con in mezzo 12 MB.339A.
A quel punto si sono avvicinati abbastanza alla base, e hanno evitato tutte le minacce possibili fino ad allora incontrate.
Arrivano giusto in tempo due Hawk da caccia, vettorati in tempo per raggiungere la formazione italica. La incrociano a circa 53 km e poi iniziano con una rapida virata verso di loro.
Prima cosa: lasciano sfilare tutti gli aerei italici, non si sa mai, l'unica cosa che devono evitare è di farsi fregare dall'arrivo di qualche altro caccia non visto.
Condizione iniziale: Hawk a 1.500 metri, velocità sugli 850 km/h; G.91R, circa 50-60 metri, volo a circa 700 km/h. Gli Hawk sono alle spalle dei G.91. Distanza: probabilmente sui 2,5 km.
I due Hawk a quel punto iniziano a scendere di quota, dato che non c'é abbastanza tempo e sono in inferiorità numerica, attaccano tutti e due in formazione aperta; da 1.500 metri AGL fino a forse circa 300 o meno. Accelerano a circa 900 km/h. Poi iniziano ad attaccare i G.91. Questi si accorgono della presenza degli Hawk e ben consapevoli del fatto che una volta che li vedi, tipicamente sei già entro la gittata dei loro missili, nonché del fatto che qeusti ultimi hanno una Pk del 70%, hanno impiegato ben poco per manovrare alla massima velocità e fare l'unica cosa sensata possibile: virare strettissimi verso l'avversario cercando di rompere il contatto con i missili, e al contempo portare entro la gittata dei loro cannoni gli Hawk: se riescono a ingaggiarli frontalmente potrebbero annullare il vantaggio dei missili ed avendo maggiore potenza di fuoco degli Hawk, potrebbero abbatterli. Potrebbero. Una manovra buona per porsi subito in puntamento è l'Immelmann, ma questo significa volare stagliandosi contro il cielo, un bersaglio facile per i missili Sidewinder. Idem per la virata ascendente. Così meglio virare di circa 180° rasoterra, ma riescono a portarsi in azione soltanto dopo circa 10 secondi dall'inizio della manovra.
Sono pronti e capaci di combattere, anche se non sanno ancora quanti siano gli Hawk. Riusciranno a colpirli? Ma quando completano i 180° (circa) di manovra, ecco che gli Hawk... non ci sono più. Si sono accorti di non essere arrivati di sorpresa, e sapendo che sono in svantaggio di 3:1 non sono rimasti a lungo a prenderle. Con la velocità accumulata, possono salire rapidamente da dove sono venuti, ma... non anche nella direzione da cui sono venuti. Tirano dritto. E quando i G.91 completano la manovra, gli Hawk sono circa sopra di loro... almeno 1.000 metri più in alto. Ma c'é di più.
La condizione iniziale vedeva un margine di velocità a favore degli Hawk di circa 150 km/h. Dopo questi circa 10 secondi, i G.91 hanno perso parte della loro velocità, scendendo sui 600 km/h. Nel mentre gli Hawk sono riusciti a risalire in quota e hanno ancora sugli 800 km/h dalla loro, più un capitale importantissimo di almeno 1.000 metri di quota sugli avversari. Dal punto di vista dei G.91, hanno 200 km/h in meno sugli Hawk, per giunta sono sotto di almeno 1.000 metri, e non è finita: sono in rotta opposta di circa 180°! Ciascuno di questi tre fattori è sufficiente per metterli in grossa crisi, figurarsi tutti e tre! Come se non bastasse, i Macchi sono stati avvisati da qualcuno dei Gina e adesso stanno scappando accelerando il più possibile, allontanandosi alla massima velocità possibile senza avere ancora sganciato alcun carico esterno (2 serbatoi e 2 bombe).
A quel punto gli Hawk sono arrivati nuovamente in quota, più o meno in verticale sulla linea italica. A quel punto i Gina riprendono a virare come matti per arrivare nuovamente a vista degli Hawk. Però questo comporta ancora almeno una dozzina di secondi. Nel mentre gli Hawk sono andati ancora più avanti, e sopratutto hanno ricominciato a planare. Il piano è riuscito: l'attacco si è trasformato in una finta, e adesso hanno disunito i guardiaspalle dal branco di bombardieri. E non c'é verso di riprenderli. Sanno che quasi certamente i Gina non hanno missili con loro e anche se fosse, sono di un tipo vecchiotto e con una gittata ridotta, per cui hanno pochissime possibilità di essere beccati, basta che non riducono la velocità.
A quel punto i Macchi sono a circa 2.000 metri avanti agli Hawk, ma questi sono in avvicinamento rapido: stanno riscendendo e stavolta fanno sul serio. Prima che si facciano sotto i Gina della retroguardia e prima che tornino indietro quelli dell'avanguardia. Prima arrivano su di una coppia, la più arretrata, dei Macchi 339, che vengono avvistati con una certa facilità, essendo proprio in avanti rispetto ai Gina. Subito gli Hawk gli calano addosso, anche stavolta tutti e due insieme, senza guardiaspalle, alla boia di un giuda. Lanciano un Sidewinder, ma il missile manca il bersaglio: entrambi i Macchi hanno iniziato a virare strettissimi dopo essersi accorti dell'arrivo degli Hawk. Questi cercano di stare dietro ai Macchi ma solo per poche decine di gradi: dopo riprendono la rotta, perché sanno benissimo che hanno già scombinato la formazione e questo è già un successo: a pochi km dall'aeroporto (l'intercettazione è iniziata attorno ai 50 km dalla base) non avranno il tempo fisico per riprendere contatto con i loro compagni più in avanti, lanciati adesso a tutta velocità. Già, i compagni. Ma dove sono? Eccoli là, si vedono per qualche istante. Il Sole basso sui loro tettucci produce riflessi chiari. Gli Hawk, ripresa la rotta e leggermente, la quota, riescono a scendere nuovamente da circa 300 a 100 metri, ritornando sotto anche a questi. Sono a circa 1 km di distanza e i Macchi, stavolta, non sembrano averli visti, anche se ci si potrebbe aspettare il contrario, visto che i loro compagni li hanno evitati (the fog of war?). E così gli Hawk lanciano un missile contro uno di loro, che colpito, capitombola a terra con un'enorme esplosione. L'altro scappa e uno degli Hawk gli lancia un missile, ma anche in questo caso, la virata all'ultimo secondo (aveva probabilmente intuito 'il problema' dopo la perdita del compare) riesce ad evitare il missile. Non c'é molto tempo, però: gli Hawk risalgono in quota per evitare l'attacco da parte di altri aerei. Continuano la corsa, si guardano attorno e scovano la seconda coppia della seconda formazione di quattro aerei. L'attaccano subito dopo, riscendendo a poche decine di metri e lanciando l'ultimo missile contro uno di loro. Il missile esplode e abbatte il Macchi, che pure stava viaggiando a 15-30 metri a circa 720 km/h, dopo avere chiuso la distanza iniziale di 1,1 km. L'altro Macchi è inseguito dal secondo Hawk, che aveva lanciato già entrambi i missili, e che gli spara da circa 800 metri con il cannone Aden. Però non riesce a colpirlo. Poco importa: dopo averlo costretto alla difensiva, l'Hawk lo vede virare strettissimo e mollare i serbatoi, seguiti anche dalle bombe, non è chiaro se esplodono o meno (i serbatoi esterni sono oramai vuoti, ma qualche quantità di cherosene è ancora presente).
A quel punto arrivano visite: davanti a loro, i piloti degli Hawk intravedono due Gina particolarmente arrabbiati: ma non arrivano da dietro, ma davanti: sono due dei 6 della pattuglia 'anti-flak' che ricevuti gli allarmi via radio, sono tornati indietro per proteggere i Macchi.
A quel punto gli Hawk non perdono tempo: con sei Gina alle spalle che gli danno la caccia a tutto motore, e altri due davanti, senza più missili (ma questo gli italici non possono saperlo per certo), risalgono subito in quota a tutto motore. Sanno che i loro avversari non possono inseguirli in alto, perché verrebbero facilmente abbattuti dai missili SAM o da altri caccia, e questo dà un grande vantaggio essendo di fatto limitati ad un movimento 'bidimensionale' mentre gli Hawk sono tridimensionali. E infatti, dopo avere fatto un minimo di manovre, oramai alleggeriti dal carico di missili e carburante, sono ancora capaci di risalire in quota e scappare. Hanno almeno 740 km/h con cui gestire la situazione. I Gina arrivano da davanti e dunque incrociano gli Hawk prima ancora di vederli, ma non prima che gli Hawk li abbiano visti perché volano più in alto. Molto scaltramente, gli Hawk riescono a farcela (non è chiaro se abbiano uno o due uomini nell'abitacolo, nel qual caso le comunicazioni e l'avvistamento sarebbero migliori; a dire il vero, anche per i Macchi non c'é una certezza in merito, ed è probabile che almeno i capo-sezione abbiano due elementi a bordo).
Tempo circa 30 secondi, e gli Hawk risalgono ad almeno 1.500 metri, dove possono stare abbastanza sereni. E così tornano in quota e seguono la formazione d'attacco italiana, cercando di dare informazioni alla difesa aerea, che li vede nei propri radar, e radunando altri caccia per l'intercettazione del resto della formazione.
Pur non avendo apparentemente fatto nulla di eccezionale, sono riusciti ad affrontare, in due, ben 14 aerei italiani su di un totale della formazione, di 24. Non solo, ma ne hanno abbattuti due (usando i 4 AIM-9 disponibili). Peggio che mai, dei 12 Macchi 339, ne hanno intercettati ben 6, uno dopo l'altro, abbattendone due e costringendo a manovrare in maniera evasiva gli altri 4. Come se non bastasse, anche una delle tre coppie della pattuglia anti-flak è tornata indietro abbandonando la propria posizione avanzata. Quando incrocia gli Hawk, questi salgono semplicemente in quota a tutto gas, lasciando rapidamente indietro i Fiat che sono svantaggiati dal fatto che, pur avendo una velocità simile, devono a quel punto fare circa 150-180° di virata, cosa possibile in circa 10 secondi, che comportano una separazione dagli Hawk di almeno 2 km e forse anche più (i 740 km/h iniziali sono oltre 200 m/sec, anche se vanno persi durante la salita rapida).
Ecco come e perché i missili AIM-9 Sidewinder di ultima generazione si sono dimostrati un 'game changer'. Se gli Hawk non li avessero avuti, certo sarebbero stati più veloci e agili, ma non di molto e sopratutto, non sarebbero stati migliori dei Gina. Una volta avvistati ad oltre 2 km di distanza, due Gina si sarebbero potuti benissimo distaccare contro di loro e li avrebbero potuti tenere a bada o direttamente, abbatterli avendo una potenza di fuoco maggiore. Invece, con i missili, hanno dovuto correre subito ai ripari: non avendo alcuna contromisura d'inganno, non avendo alcun missile con cui replicare nemmeno la minaccia, si sono trovati, in altre parole, come se in un campo di battaglia ci fosse una parte armata solo con le pistole e l'altra con i fucili. E si sà quel che diceva (peraltro ironicamente) Eastwood su questo tipo di confronti...
Un esempio di come i missili possano essere 'game changer' è quello che segue.
Un episodio della grande ondata d'attacco, in una delle infinite variazioni possibili.
Una forza d'attacco italica sta avvicinandosi alla base britonna. E' la solita forza d'assalto standard: 12 G.91R con in mezzo 12 MB.339A.
A quel punto si sono avvicinati abbastanza alla base, e hanno evitato tutte le minacce possibili fino ad allora incontrate.
Arrivano giusto in tempo due Hawk da caccia, vettorati in tempo per raggiungere la formazione italica. La incrociano a circa 53 km e poi iniziano con una rapida virata verso di loro.
Prima cosa: lasciano sfilare tutti gli aerei italici, non si sa mai, l'unica cosa che devono evitare è di farsi fregare dall'arrivo di qualche altro caccia non visto.
Condizione iniziale: Hawk a 1.500 metri, velocità sugli 850 km/h; G.91R, circa 50-60 metri, volo a circa 700 km/h. Gli Hawk sono alle spalle dei G.91. Distanza: probabilmente sui 2,5 km.
I due Hawk a quel punto iniziano a scendere di quota, dato che non c'é abbastanza tempo e sono in inferiorità numerica, attaccano tutti e due in formazione aperta; da 1.500 metri AGL fino a forse circa 300 o meno. Accelerano a circa 900 km/h. Poi iniziano ad attaccare i G.91. Questi si accorgono della presenza degli Hawk e ben consapevoli del fatto che una volta che li vedi, tipicamente sei già entro la gittata dei loro missili, nonché del fatto che qeusti ultimi hanno una Pk del 70%, hanno impiegato ben poco per manovrare alla massima velocità e fare l'unica cosa sensata possibile: virare strettissimi verso l'avversario cercando di rompere il contatto con i missili, e al contempo portare entro la gittata dei loro cannoni gli Hawk: se riescono a ingaggiarli frontalmente potrebbero annullare il vantaggio dei missili ed avendo maggiore potenza di fuoco degli Hawk, potrebbero abbatterli. Potrebbero. Una manovra buona per porsi subito in puntamento è l'Immelmann, ma questo significa volare stagliandosi contro il cielo, un bersaglio facile per i missili Sidewinder. Idem per la virata ascendente. Così meglio virare di circa 180° rasoterra, ma riescono a portarsi in azione soltanto dopo circa 10 secondi dall'inizio della manovra.
Sono pronti e capaci di combattere, anche se non sanno ancora quanti siano gli Hawk. Riusciranno a colpirli? Ma quando completano i 180° (circa) di manovra, ecco che gli Hawk... non ci sono più. Si sono accorti di non essere arrivati di sorpresa, e sapendo che sono in svantaggio di 3:1 non sono rimasti a lungo a prenderle. Con la velocità accumulata, possono salire rapidamente da dove sono venuti, ma... non anche nella direzione da cui sono venuti. Tirano dritto. E quando i G.91 completano la manovra, gli Hawk sono circa sopra di loro... almeno 1.000 metri più in alto. Ma c'é di più.
La condizione iniziale vedeva un margine di velocità a favore degli Hawk di circa 150 km/h. Dopo questi circa 10 secondi, i G.91 hanno perso parte della loro velocità, scendendo sui 600 km/h. Nel mentre gli Hawk sono riusciti a risalire in quota e hanno ancora sugli 800 km/h dalla loro, più un capitale importantissimo di almeno 1.000 metri di quota sugli avversari. Dal punto di vista dei G.91, hanno 200 km/h in meno sugli Hawk, per giunta sono sotto di almeno 1.000 metri, e non è finita: sono in rotta opposta di circa 180°! Ciascuno di questi tre fattori è sufficiente per metterli in grossa crisi, figurarsi tutti e tre! Come se non bastasse, i Macchi sono stati avvisati da qualcuno dei Gina e adesso stanno scappando accelerando il più possibile, allontanandosi alla massima velocità possibile senza avere ancora sganciato alcun carico esterno (2 serbatoi e 2 bombe).
A quel punto gli Hawk sono arrivati nuovamente in quota, più o meno in verticale sulla linea italica. A quel punto i Gina riprendono a virare come matti per arrivare nuovamente a vista degli Hawk. Però questo comporta ancora almeno una dozzina di secondi. Nel mentre gli Hawk sono andati ancora più avanti, e sopratutto hanno ricominciato a planare. Il piano è riuscito: l'attacco si è trasformato in una finta, e adesso hanno disunito i guardiaspalle dal branco di bombardieri. E non c'é verso di riprenderli. Sanno che quasi certamente i Gina non hanno missili con loro e anche se fosse, sono di un tipo vecchiotto e con una gittata ridotta, per cui hanno pochissime possibilità di essere beccati, basta che non riducono la velocità.
A quel punto i Macchi sono a circa 2.000 metri avanti agli Hawk, ma questi sono in avvicinamento rapido: stanno riscendendo e stavolta fanno sul serio. Prima che si facciano sotto i Gina della retroguardia e prima che tornino indietro quelli dell'avanguardia. Prima arrivano su di una coppia, la più arretrata, dei Macchi 339, che vengono avvistati con una certa facilità, essendo proprio in avanti rispetto ai Gina. Subito gli Hawk gli calano addosso, anche stavolta tutti e due insieme, senza guardiaspalle, alla boia di un giuda. Lanciano un Sidewinder, ma il missile manca il bersaglio: entrambi i Macchi hanno iniziato a virare strettissimi dopo essersi accorti dell'arrivo degli Hawk. Questi cercano di stare dietro ai Macchi ma solo per poche decine di gradi: dopo riprendono la rotta, perché sanno benissimo che hanno già scombinato la formazione e questo è già un successo: a pochi km dall'aeroporto (l'intercettazione è iniziata attorno ai 50 km dalla base) non avranno il tempo fisico per riprendere contatto con i loro compagni più in avanti, lanciati adesso a tutta velocità. Già, i compagni. Ma dove sono? Eccoli là, si vedono per qualche istante. Il Sole basso sui loro tettucci produce riflessi chiari. Gli Hawk, ripresa la rotta e leggermente, la quota, riescono a scendere nuovamente da circa 300 a 100 metri, ritornando sotto anche a questi. Sono a circa 1 km di distanza e i Macchi, stavolta, non sembrano averli visti, anche se ci si potrebbe aspettare il contrario, visto che i loro compagni li hanno evitati (the fog of war?). E così gli Hawk lanciano un missile contro uno di loro, che colpito, capitombola a terra con un'enorme esplosione. L'altro scappa e uno degli Hawk gli lancia un missile, ma anche in questo caso, la virata all'ultimo secondo (aveva probabilmente intuito 'il problema' dopo la perdita del compare) riesce ad evitare il missile. Non c'é molto tempo, però: gli Hawk risalgono in quota per evitare l'attacco da parte di altri aerei. Continuano la corsa, si guardano attorno e scovano la seconda coppia della seconda formazione di quattro aerei. L'attaccano subito dopo, riscendendo a poche decine di metri e lanciando l'ultimo missile contro uno di loro. Il missile esplode e abbatte il Macchi, che pure stava viaggiando a 15-30 metri a circa 720 km/h, dopo avere chiuso la distanza iniziale di 1,1 km. L'altro Macchi è inseguito dal secondo Hawk, che aveva lanciato già entrambi i missili, e che gli spara da circa 800 metri con il cannone Aden. Però non riesce a colpirlo. Poco importa: dopo averlo costretto alla difensiva, l'Hawk lo vede virare strettissimo e mollare i serbatoi, seguiti anche dalle bombe, non è chiaro se esplodono o meno (i serbatoi esterni sono oramai vuoti, ma qualche quantità di cherosene è ancora presente).
A quel punto arrivano visite: davanti a loro, i piloti degli Hawk intravedono due Gina particolarmente arrabbiati: ma non arrivano da dietro, ma davanti: sono due dei 6 della pattuglia 'anti-flak' che ricevuti gli allarmi via radio, sono tornati indietro per proteggere i Macchi.
A quel punto gli Hawk non perdono tempo: con sei Gina alle spalle che gli danno la caccia a tutto motore, e altri due davanti, senza più missili (ma questo gli italici non possono saperlo per certo), risalgono subito in quota a tutto motore. Sanno che i loro avversari non possono inseguirli in alto, perché verrebbero facilmente abbattuti dai missili SAM o da altri caccia, e questo dà un grande vantaggio essendo di fatto limitati ad un movimento 'bidimensionale' mentre gli Hawk sono tridimensionali. E infatti, dopo avere fatto un minimo di manovre, oramai alleggeriti dal carico di missili e carburante, sono ancora capaci di risalire in quota e scappare. Hanno almeno 740 km/h con cui gestire la situazione. I Gina arrivano da davanti e dunque incrociano gli Hawk prima ancora di vederli, ma non prima che gli Hawk li abbiano visti perché volano più in alto. Molto scaltramente, gli Hawk riescono a farcela (non è chiaro se abbiano uno o due uomini nell'abitacolo, nel qual caso le comunicazioni e l'avvistamento sarebbero migliori; a dire il vero, anche per i Macchi non c'é una certezza in merito, ed è probabile che almeno i capo-sezione abbiano due elementi a bordo).
Tempo circa 30 secondi, e gli Hawk risalgono ad almeno 1.500 metri, dove possono stare abbastanza sereni. E così tornano in quota e seguono la formazione d'attacco italiana, cercando di dare informazioni alla difesa aerea, che li vede nei propri radar, e radunando altri caccia per l'intercettazione del resto della formazione.
Pur non avendo apparentemente fatto nulla di eccezionale, sono riusciti ad affrontare, in due, ben 14 aerei italiani su di un totale della formazione, di 24. Non solo, ma ne hanno abbattuti due (usando i 4 AIM-9 disponibili). Peggio che mai, dei 12 Macchi 339, ne hanno intercettati ben 6, uno dopo l'altro, abbattendone due e costringendo a manovrare in maniera evasiva gli altri 4. Come se non bastasse, anche una delle tre coppie della pattuglia anti-flak è tornata indietro abbandonando la propria posizione avanzata. Quando incrocia gli Hawk, questi salgono semplicemente in quota a tutto gas, lasciando rapidamente indietro i Fiat che sono svantaggiati dal fatto che, pur avendo una velocità simile, devono a quel punto fare circa 150-180° di virata, cosa possibile in circa 10 secondi, che comportano una separazione dagli Hawk di almeno 2 km e forse anche più (i 740 km/h iniziali sono oltre 200 m/sec, anche se vanno persi durante la salita rapida).
Ecco come e perché i missili AIM-9 Sidewinder di ultima generazione si sono dimostrati un 'game changer'. Se gli Hawk non li avessero avuti, certo sarebbero stati più veloci e agili, ma non di molto e sopratutto, non sarebbero stati migliori dei Gina. Una volta avvistati ad oltre 2 km di distanza, due Gina si sarebbero potuti benissimo distaccare contro di loro e li avrebbero potuti tenere a bada o direttamente, abbatterli avendo una potenza di fuoco maggiore. Invece, con i missili, hanno dovuto correre subito ai ripari: non avendo alcuna contromisura d'inganno, non avendo alcun missile con cui replicare nemmeno la minaccia, si sono trovati, in altre parole, come se in un campo di battaglia ci fosse una parte armata solo con le pistole e l'altra con i fucili. E si sà quel che diceva (peraltro ironicamente) Eastwood su questo tipo di confronti...