22-4-19 (in realtà 3.43 del 23-4-19)
Altri dati per il database della Regia Aeronautica. Un piccolo 'pasticcino' come dicono a Striscia (ma imbottito di TNT, mica tanto digeribile...).
Fronte Manica:
- 13° Stormo BT con 11 e 43° gruppo (40 BR.20)
- 43° Stormo BT con 98 e 99° gruppo (40 BR.20)
- 56° Stormo CT con CR.42 e G.50 e 172a Sq RST su Z.1007bis.
27 settembre: 77 bombardieri italiani decollano da Piacenza e Cameri: va perduto un BR.20 atterrato fuori campo vicino all'aeroporto di Evere (13° St), uno del 43° invece si schianta al suolo vicni Wassemberg (3 KIA), 2 altri si scassano all'atterraggio e altri con danni minori. Alla fine, di 77 aerei (3 non erano partiti per via di problemi tecnici), solo 60 arrivano negli aeroporti belgi e degli altri 17, almeno 4 vanno perduti precipitando (in 1 caso) oppure scassati a terra in atterraggi d'emergenza vari. Un vero disastro.
24 ottobre: 16 BR.20 di entrambi gli stormi decollano per attaccare obiettivi nella zona di Harwich. Un aereo del 43° stormo(cap Pagani) cade al decollo (tutto l'equipaggio KIA; trattavasi, notare bene, di un BR.20 standard e non un M, essendo MM.21928, era il penultimo dei BR.20 prodotti nel modello base). Solo 13 degli aerei eseguono la missione, ma al ritorno 2 di essi, perdutisi nella notte, vengono abbandonati dagli equipaggi, causa maltempo, e anche questi sono del 43° stormo. Totale perdite: 3 BR.20/M.
29 ottobre: incursione diurna su Ramsgate, 15 aerei BR.20 del 43° stormo decollano scortati da CR.42 e G.50. Diversi aerei danneggiati dal tiro a.a. mentre stranamente la caccia nemica non riesce ad intercettarli. Al rientro, dopo circa 2 ore di missione, un aereo si trova i motori bloccati e si scassa al suolo, ferendo l'equipaggio e finendo fuori uso.
11 novembre: 10 BR.20 del 43° St, si dirigono con scorta di CR.42, mentre 5 Z.1007 e 24 G.50 fanno una missione diversiva. Prima ancora dovevano entrare in azione aerei tedeschi che avrebbero impegnate le difese inglesi, ma questi non si sono fatti vivi a causa del maltempo. Così i caccia della RAF decolleranno proprio per questi 'scocciatori', i quali procedono ugualmente, a circa 5.000-5.500 metri, forse per vendicare l'affronto fatto alla flotta italiana a Taranto (e che affronto!).
Dei 10 BR.20, volanti verso Harwich in due formazioni di 5 l'una, si sa che sono stati scortati da 40 CR.42. Hanno 3 bombe da 250 kg l'uno. In realtà i Z.1007 sono passati su Harwich una prima volta a 5.000 m, poi ritornano in zona ma vedono la caccia e si allontanano, mentre i 24 G.50 non vengono incontrati causa maltempo e piuttosto scortano anche loro, inizialmente, i BR.20, volando complessivamente circa un'ora (atterrano alle 14.35 circa), mentre i BR.20 arrivano sul target attorno alle 14.40. A causa dello scontro con gli Hurricane e qualche Spitfire (uno sicuramente del No.41 Sqn, incontrato mentre era in scorta ad un convoglio), erano gli aerei dei No.46, 245 e 257 sqn. 3 bombardieri italiani vengono abbattuti (2) o costretti ad atterraggi d'emergenza (1), e poi scoppia la battaglia con circa 14 CR.42, di cui 1 viene abbattuto, 1 costretto ad atterraggio d'emergenza, un altro disperso e atterrato in UK. L'aereo abbattuto è di Panichi (83a sq, MM 6978), l'aereo atterrato è di Lazzari (85a sq, MM.6976), mentre Salvatori eseguì a quanto pare un atterraggio d'emergenza dopo essersi perduto (95a sq, 18° Gr, MM.5701; attualmente lo si trova al RAF Museum di Hendon).
In tutto, le due squadriglie, ampiamente distanziate, erano la 242a e la 243a. La 242a ebbe 1 aereo abbattuto (MM.22267, equipaggio KIA) sul mare, e 1 danneggiato; mentre tutti i 5 della successiva 243a vennero duramente colpiti, i due esterni abbattuti (22620, in maere, equipaggio KIA; e 22621, atterrato in emergenza, 2 morti e 3 feriti), e tutti gli altri danneggiati. Uno atterrò senza carrello, un altro dopo 3 ore e mezza di volo di ritorno giunse ad Hingene con tutti a bordo feriti (il 2o pilota morirà un paio d'anni dopo a causa delle ferite subite) più o meno gravemente (dopo essere riuscito a sganciare sul porto nemico, incassando anche colpi dalla flak inglese, subendo gravi danni in contraccambio).
Dei CR.42 ben 19 vengono costretti ad atterrare fuori campo al ritorno, di cui 8 si danneggiano e due vanno perduti: MM.5662 e MM.5676. Altri 4 BR.20 vengono danneggiati gravemente e alla fine, di 10 aerei, solo 3 restano indenni.
Gli italiani rivendicano 9 kill dai caccia e 1 con i bombardieri, e altri 4 caccia probabilmente abbattuti, ma in realtà non vanno oltre che a danni per qualcuno dei caccia nemici.
I britannici, dal canto loro, rivendicano 7 BR.20 e 1 probabile, più 4 CR.42, e 3 probabili. In effetti, come si è visto sopra, risultano distrutti 3 bombardieri e 4 colpiti (di cui sicuramente almeno 2 gravemente), più 2 CR abbattuti e altri (tra cui quello di Gorrini) danneggiati. Il BR.20 crashato a Woodbridge divenne parte della propaganda inglese e il CR.42 95-13 (MM.5701) andrà poi al museo di Hendon. Bel risultato, sì.
Totale perdite: apparentemente non meno di otto aerei (5 caccia e 3 bombardieri). % perdite per i bombardieri 30%, danneggiati-abbattuti = 70%.
20 novembre: 11 BR.20 del 13° Stormo vanno a bombardare Ipswich di notte, e uno di essi non rientra (MM. 22257, ten. Paoli, MIA).
23 novembre: altra missione offensiva diurna da parte stavolta di soli 29 CR.42, attorno alle 13. La battaglia con gli Spitfire del No.603 Sqn comporta l'abbattimento di due aerei (Mazza e Grillo), la RA rivendica 5 kill e 2 probabili.
29 novembre: 9 aerei del 13° St attaccano ancora lo stesso obiettivo di 9 giorni prima e di notte, e un aereo si schianta al suolo (ten. Rebuscini, KIA) al ritorno.
15 dicembre: dopo qualche altra missione, i BR.20 tornano in azione con 6 aerei del 43° St, e un aereo, al ritorno, senza poter scoprire dove poter atterrare con la radio fuori uso, viene abbandonato dall'equipaggio.
L'ultima missione dei bombardieri sarà il 2 gennaio 1941 con appena 2 velivoli del 43° St, poi l'offensiva britannica in Africa imporrà il rientro, stavolta senza perdite per i BR.20, ma con la perdita di uno degli Z.1007bis da ricognizione: l'MM 22144 (3a serie, monoderiva).
Il totale delle missioni del CAI è pari a 25 diurne e 77 notturne per i bombardieri, più 113 diurne per i caccia. Totale ore volate 137-315 e 113(?) Le bombe: 9.450 kg diurne, 44.870 kg notturne = 54.320 kg. Le missioni di caccia varie, fino al termine del 1940, erano state 934 di cui 220 offensive, 444 di sorveglianza, 234 scorta, 36 decollo su allarme. Le ore: 1.470, circa 1,5 h per missione. Fino all'aprile 1941 arrivarono altre 662 missioni con 853 ore. La ricognizione strategica fece 5 missioni diurne con 20 h di durata. In tutto ebbero 15 caduti e dispersi sui bombardieri e 5 sui caccia, escludendo però gli aerei perduti per cause non direttamente di combattimento, dove andarono distrutti 3 bombardieri e 5 caccia.
Le perdite dei velivoli italiani furono molto più pesanti, in effetti: almeno 14 BR.20, più uno Z.1007, più almeno 7 CR.42 e 5 G.50, totale almeno 27 velivoli di tutti i tipi, anche se solo 8 di essi per cause belliche dirette. Certo, che con zero vittorie e poco più di 50 tonnellate di bombe sull'obiettivo, questi circa 200 aerei mandati in azione non sono stati certamente un buon investimento, tanto che Churchill disse sarcasticamente, dopo la sofferta incursione degli aerei dell'11 novembre, all'indomani dello sfascio delle corazzate a Taranto (10-11 novembre), che quegli aerei gli italiani avrebbero fatto molto meglio a tenerli a difesa della flotta italiana. Di sicuro, il 10-11 novembre andarono in frantumi due speranze malposte: che la flotta italiana potesse impedire a quella inglese di spadroneggiare in Mediterraneo, e che l'aviazione italiana potesse spaventare seriamente la perdida Albione portandole la guerra in casa. Di fatto, gli incursori ebbero molte più perdite dei difensori e la missione non fu affatto pagante, tanto meno in termini politici: la Battaglia d'Inghilterra era già finita e la figuraccia rimediata dalla potente R.A. già nella fase di spiegamento operativo fu davvero un brutto biglietto da visita per la più ammirata delle armi fasciste.
Altri dati per il database della Regia Aeronautica. Un piccolo 'pasticcino' come dicono a Striscia (ma imbottito di TNT, mica tanto digeribile...).
Fronte Manica:
- 13° Stormo BT con 11 e 43° gruppo (40 BR.20)
- 43° Stormo BT con 98 e 99° gruppo (40 BR.20)
- 56° Stormo CT con CR.42 e G.50 e 172a Sq RST su Z.1007bis.
27 settembre: 77 bombardieri italiani decollano da Piacenza e Cameri: va perduto un BR.20 atterrato fuori campo vicino all'aeroporto di Evere (13° St), uno del 43° invece si schianta al suolo vicni Wassemberg (3 KIA), 2 altri si scassano all'atterraggio e altri con danni minori. Alla fine, di 77 aerei (3 non erano partiti per via di problemi tecnici), solo 60 arrivano negli aeroporti belgi e degli altri 17, almeno 4 vanno perduti precipitando (in 1 caso) oppure scassati a terra in atterraggi d'emergenza vari. Un vero disastro.
24 ottobre: 16 BR.20 di entrambi gli stormi decollano per attaccare obiettivi nella zona di Harwich. Un aereo del 43° stormo(cap Pagani) cade al decollo (tutto l'equipaggio KIA; trattavasi, notare bene, di un BR.20 standard e non un M, essendo MM.21928, era il penultimo dei BR.20 prodotti nel modello base). Solo 13 degli aerei eseguono la missione, ma al ritorno 2 di essi, perdutisi nella notte, vengono abbandonati dagli equipaggi, causa maltempo, e anche questi sono del 43° stormo. Totale perdite: 3 BR.20/M.
29 ottobre: incursione diurna su Ramsgate, 15 aerei BR.20 del 43° stormo decollano scortati da CR.42 e G.50. Diversi aerei danneggiati dal tiro a.a. mentre stranamente la caccia nemica non riesce ad intercettarli. Al rientro, dopo circa 2 ore di missione, un aereo si trova i motori bloccati e si scassa al suolo, ferendo l'equipaggio e finendo fuori uso.
11 novembre: 10 BR.20 del 43° St, si dirigono con scorta di CR.42, mentre 5 Z.1007 e 24 G.50 fanno una missione diversiva. Prima ancora dovevano entrare in azione aerei tedeschi che avrebbero impegnate le difese inglesi, ma questi non si sono fatti vivi a causa del maltempo. Così i caccia della RAF decolleranno proprio per questi 'scocciatori', i quali procedono ugualmente, a circa 5.000-5.500 metri, forse per vendicare l'affronto fatto alla flotta italiana a Taranto (e che affronto!).
Dei 10 BR.20, volanti verso Harwich in due formazioni di 5 l'una, si sa che sono stati scortati da 40 CR.42. Hanno 3 bombe da 250 kg l'uno. In realtà i Z.1007 sono passati su Harwich una prima volta a 5.000 m, poi ritornano in zona ma vedono la caccia e si allontanano, mentre i 24 G.50 non vengono incontrati causa maltempo e piuttosto scortano anche loro, inizialmente, i BR.20, volando complessivamente circa un'ora (atterrano alle 14.35 circa), mentre i BR.20 arrivano sul target attorno alle 14.40. A causa dello scontro con gli Hurricane e qualche Spitfire (uno sicuramente del No.41 Sqn, incontrato mentre era in scorta ad un convoglio), erano gli aerei dei No.46, 245 e 257 sqn. 3 bombardieri italiani vengono abbattuti (2) o costretti ad atterraggi d'emergenza (1), e poi scoppia la battaglia con circa 14 CR.42, di cui 1 viene abbattuto, 1 costretto ad atterraggio d'emergenza, un altro disperso e atterrato in UK. L'aereo abbattuto è di Panichi (83a sq, MM 6978), l'aereo atterrato è di Lazzari (85a sq, MM.6976), mentre Salvatori eseguì a quanto pare un atterraggio d'emergenza dopo essersi perduto (95a sq, 18° Gr, MM.5701; attualmente lo si trova al RAF Museum di Hendon).
In tutto, le due squadriglie, ampiamente distanziate, erano la 242a e la 243a. La 242a ebbe 1 aereo abbattuto (MM.22267, equipaggio KIA) sul mare, e 1 danneggiato; mentre tutti i 5 della successiva 243a vennero duramente colpiti, i due esterni abbattuti (22620, in maere, equipaggio KIA; e 22621, atterrato in emergenza, 2 morti e 3 feriti), e tutti gli altri danneggiati. Uno atterrò senza carrello, un altro dopo 3 ore e mezza di volo di ritorno giunse ad Hingene con tutti a bordo feriti (il 2o pilota morirà un paio d'anni dopo a causa delle ferite subite) più o meno gravemente (dopo essere riuscito a sganciare sul porto nemico, incassando anche colpi dalla flak inglese, subendo gravi danni in contraccambio).
Dei CR.42 ben 19 vengono costretti ad atterrare fuori campo al ritorno, di cui 8 si danneggiano e due vanno perduti: MM.5662 e MM.5676. Altri 4 BR.20 vengono danneggiati gravemente e alla fine, di 10 aerei, solo 3 restano indenni.
Gli italiani rivendicano 9 kill dai caccia e 1 con i bombardieri, e altri 4 caccia probabilmente abbattuti, ma in realtà non vanno oltre che a danni per qualcuno dei caccia nemici.
I britannici, dal canto loro, rivendicano 7 BR.20 e 1 probabile, più 4 CR.42, e 3 probabili. In effetti, come si è visto sopra, risultano distrutti 3 bombardieri e 4 colpiti (di cui sicuramente almeno 2 gravemente), più 2 CR abbattuti e altri (tra cui quello di Gorrini) danneggiati. Il BR.20 crashato a Woodbridge divenne parte della propaganda inglese e il CR.42 95-13 (MM.5701) andrà poi al museo di Hendon. Bel risultato, sì.
Totale perdite: apparentemente non meno di otto aerei (5 caccia e 3 bombardieri). % perdite per i bombardieri 30%, danneggiati-abbattuti = 70%.
20 novembre: 11 BR.20 del 13° Stormo vanno a bombardare Ipswich di notte, e uno di essi non rientra (MM. 22257, ten. Paoli, MIA).
23 novembre: altra missione offensiva diurna da parte stavolta di soli 29 CR.42, attorno alle 13. La battaglia con gli Spitfire del No.603 Sqn comporta l'abbattimento di due aerei (Mazza e Grillo), la RA rivendica 5 kill e 2 probabili.
29 novembre: 9 aerei del 13° St attaccano ancora lo stesso obiettivo di 9 giorni prima e di notte, e un aereo si schianta al suolo (ten. Rebuscini, KIA) al ritorno.
15 dicembre: dopo qualche altra missione, i BR.20 tornano in azione con 6 aerei del 43° St, e un aereo, al ritorno, senza poter scoprire dove poter atterrare con la radio fuori uso, viene abbandonato dall'equipaggio.
L'ultima missione dei bombardieri sarà il 2 gennaio 1941 con appena 2 velivoli del 43° St, poi l'offensiva britannica in Africa imporrà il rientro, stavolta senza perdite per i BR.20, ma con la perdita di uno degli Z.1007bis da ricognizione: l'MM 22144 (3a serie, monoderiva).
Il totale delle missioni del CAI è pari a 25 diurne e 77 notturne per i bombardieri, più 113 diurne per i caccia. Totale ore volate 137-315 e 113(?) Le bombe: 9.450 kg diurne, 44.870 kg notturne = 54.320 kg. Le missioni di caccia varie, fino al termine del 1940, erano state 934 di cui 220 offensive, 444 di sorveglianza, 234 scorta, 36 decollo su allarme. Le ore: 1.470, circa 1,5 h per missione. Fino all'aprile 1941 arrivarono altre 662 missioni con 853 ore. La ricognizione strategica fece 5 missioni diurne con 20 h di durata. In tutto ebbero 15 caduti e dispersi sui bombardieri e 5 sui caccia, escludendo però gli aerei perduti per cause non direttamente di combattimento, dove andarono distrutti 3 bombardieri e 5 caccia.
Le perdite dei velivoli italiani furono molto più pesanti, in effetti: almeno 14 BR.20, più uno Z.1007, più almeno 7 CR.42 e 5 G.50, totale almeno 27 velivoli di tutti i tipi, anche se solo 8 di essi per cause belliche dirette. Certo, che con zero vittorie e poco più di 50 tonnellate di bombe sull'obiettivo, questi circa 200 aerei mandati in azione non sono stati certamente un buon investimento, tanto che Churchill disse sarcasticamente, dopo la sofferta incursione degli aerei dell'11 novembre, all'indomani dello sfascio delle corazzate a Taranto (10-11 novembre), che quegli aerei gli italiani avrebbero fatto molto meglio a tenerli a difesa della flotta italiana. Di sicuro, il 10-11 novembre andarono in frantumi due speranze malposte: che la flotta italiana potesse impedire a quella inglese di spadroneggiare in Mediterraneo, e che l'aviazione italiana potesse spaventare seriamente la perdida Albione portandole la guerra in casa. Di fatto, gli incursori ebbero molte più perdite dei difensori e la missione non fu affatto pagante, tanto meno in termini politici: la Battaglia d'Inghilterra era già finita e la figuraccia rimediata dalla potente R.A. già nella fase di spiegamento operativo fu davvero un brutto biglietto da visita per la più ammirata delle armi fasciste.