9-1-19
Ok, ok, adesso scendiamo davvero nel demenziale. Ho pensato, per farla breve: dopo gli Helldiver, le Marianne, Okinawa, l'USN, i kamikaze... cos'altro possiamo usare per mettere alla prova le nostre gagliardissime navi?
Swordfish? Giusto, sì, perché no?
E altro? mmmh.... aspetta, che qui bisogna tornare ancora indietro nel tempo, sennò non ci si divertire abbastanza.
L'altro giorno ho rivisto in TV un documentario sui caccia della I GM. Ecco, potremmo arrivare fino a lì.
Poi scopro che i Sopwith Camel hanno non solo una buona velocità e eccellente agilità, ma anche un armamento extra: 4 bombe da 9 kg (20 libbre) come optional. La velocità era di quasi 190 km/h.
Adesso siamo pronti, abbiamo abbastanza dati per mettere ancora una volta la contraerea delle navi italiane.
Camel: molto agile, fatto per lo più in legno e tela verniciata, piccolissimo, armato quel che basta, velocità dell'ordine dei 180 km/h.
Adesso vediamo come se la cava contro il De la Penne.
Il Camel contro il De la Penne, in mare aperto, buone condimeteo. Vai.
Come farà il Camel ad evitare che il De la Penne possa distruggerlo prima di raggiungerlo? In teoria non può, e non solo: è un problema immenso per questi aerei anche soltanto avvistare questa nave prima di essere abbattuti.
Ma ipotizziamo che per qualche oscura ragione, il Camel sappia dove trovare il cacciatorpediniere italiano.
Potrà avvicinarsi? Poco probabile.
Ma ho sentito anche un'altra storia.
L'ultimo dei 28 cacciatorpediniere americani perduti per colpa dei kamikaze, è stato attaccato da un singolo aereo giapponese. Malgrado l'enorme potenza di fuoco di tutte le navi americane, esso è passato attraverso la difesa della nave e l'ha colpita. Cosa c'é di strano? Era forse un Judy, un Peggy, uno Zero? Macché. Era un addestratore che a stento faceva 200 km/h e portava un carico risibile, qualcosa come una o due bombe da 50 kg. Però era agile, piccolo e sopratutto, aveva una caratteristica interessante: la sua struttura, di legno e tela verniciata (chiaramente non metallizzata!) era molto ostico da percepire per le spolette di prossimità americane (e anche, probabilmente, per quelle ad impatto). Il risultato fu che i cannoni della nave, pur sparando proiettili da 127 mm con spolette VT, non riuscirono a fermarlo! La traccia radar era troppo piccola, le spolette si armavano difficilmente quando gli passavano vicine, era minuscolo e agile, quindi poco propenso ad essere colpito direttamente, il legno è un materiale dielettrico, il che significa che lascia passare le onde radar ma anche che le attenua un pò, a maggior ragione quando c'é anche da fare il percorso inverso (dalle parti metalliche all'esterno dell'aereo, con la minuscola eco radar generata). Capito? Il piccoletto andò a sbattere contro la nave americana, che non ebbe affatto la fortuna dell'USS Laffey (sopravvissuto a più kamikaze, ma questa è un'altra storia) e le sue bombette attivarono le bombe di profondità del caccia americano, che esplosero e distrussero la nave.
Incredibile, no? Beh, alle volte è successo anche questo. Così come è bastato un barchino esplosivo per devastare il cacciatorpediniere AEGIS USS Cole, nel 2000 (chi se lo ricorda più?). L'astuzia, dai tempi di Eva e di Ulisse, è sempre l'arma più pericolosa.
Cosa può fare il Camel, ad ogni modo? Certamente non può distruggere il De la Penne, ha troppa poca potenza di fuoco. A parte semmai... se riesce a far detonare i missili antinave al centro dell'unità navale. Non è detto che le testate belliche esplodano se non sono armate, ma non è detto nemmeno il contrario: incendi devastanti come quello dell'USS Forrestal potrebbero confermare questo punto.
Per un aereo che vola al massimo a 6.100 metri, però, è molto difficile fare qualsiasi altra cosa che non boom! se si azzarda a volare in quota. Non è nemmeno al di sopra della quota massima pratica dei missili Aspide, specie se con bombe a bordo, figurarsi degli SM-1. Quindi un attacco in quota sembrerebbe escluso.
Quindi, il Camel dovrebbe attaccare a bassa quota. Ma quanto bassa?
Beh, un aereo così piccolo può volare effettivamente molto basso. Ma non mai tanto, da evitare la contraerea della nave, quindi a mio avviso sarebbe abbattuto senza tanti complimenti e via, da distanze di tutta sicurezza. Almeno così dovrebbe andare.
Adesso facciamo la prova con lo stormo di Camel. Ne abbiamo a disposizione centinaia, quindi non c'é problema. La prova di rottura inizia e si sa come finisce, ma con quanti Camel necessari?
Beh, anzitutto li facciamo volare a quote basse, 15 metri, e a velocità di 180 km/h. Tenete presente che il De la Penne è capace di viaggiare a circa 60 km/h, per cui se necessario, potrebbe benissimo volgere le terga agli inseguitori e privarli di 1/3 della loro velocità di closing. Così come potrebbe aumentarla di 1/3 se si avvicinasse dando loro la prua.
Ma siccome lo supponiamo 'neutrale' ipotizziamo una velocità di avvicinamento di 180 km/h effettivi, poi mettiamola come si vuole, vento a favore incluso (perché no? 60 km/h si possono fare eccome, anche a bassa quota). Così tanto per semplificare.
Il De la Penne avvista i banditi. Sono distanti, ma il problema è ingaggiarli. Volano talmente bassi che sono più bassi dei radar guidamissili! Il problema di vedere un bersaglio del genere non è banale: è così basso da confondersi con il clutter, e se davvero c'é forte vento, allora ci sarà pure il mare agitato, che non aiuta certo a discriminare la traccia radar degli aerei dallo sfondo (mare mosso, onde veloci, spruzzi ecc) anche con un sistema MTI per il rilevamento di bersagli mobili. Anche il sistema Doppler è di aiuto limitato, l'elica infatti è di legno (ma il motore, sia pure parzialmente nascosto dalla cappottatura, è rotativo!) e l'aereo così lento.
Ma, una volta individuati, iniziano le azioni di fuoco. Il De la Penne lancia i suoi missili, ma a che distanze? Francamente non saprei, ma se tanto mi dà tanto, a quote così basse, l'ingaggio di un qualsiasi bersaglio è fortemente ristretto in termini di gittata utile. Secondo me, 15 metri equivalgono a 15 km di raggio effettivo dei missili SM-1. E probabilmente, a circa 12 km per gli Aspide (come lo so? Tiro ad indovinare, semplice).
Gli SM-1 vengono lanciati e distruggono i loro primi bersagli. Bisogna tenere presente che non è facile capire quanto siano vulnerabili i suddetti bersagli, perché in teoria, la quota minima dei missili SM-1 è di 45 metri, dovuta più che altro alla spoletta (la quale peraltro è stata cambiata e perfezionata); dall'altro lato, gli Aspide si sa che hanno una quota minima più bassa, indicata almeno in origine a soli 15 metri, abbastanza da poter ingaggiare anche missili antinave. Riusciranno ad abbattere i Camel? Forse, ma con questi parametri l'SM è oltre il suo margine d'impiego, mentre l'Aspide è appena al limite estremo delle sue capacità effettive. Le probabilità di abbattimento sono elevate, ma quanto elevate se lo usi al limite effettivo delle sue capacità?
Quindi preferisco parlare di lanci, ma non necessariamente di abbattimenti. Difficile da stimare, in effetti. Potrebbe essere il 50% come l'80%, forse meno, quasi sicuramente non più.
Quanto ai missili, essi sono molto più veloci dei piccoli Camel. Hanno una velocità media che dovrebbe essere di almeno 500, e possibilmente fino a 600, metri al secondo. La differenza effettiva, considerando anche la traiettoria semi-balistica del missile (almeno all'inizio del lancio), dovrebbe essere di 10:1. 500 m/sec contro 50.
Quindi abbiamo una differenza di percorso di 10:1 e facciamo che sia così per tutti i missili. Il che significa, lanciando da 15 km, che il primo impatto potrebbe essere sui 13,7 km.
Probabilmente il secondo lancio sarà attorno ai 13 km. In tutto, abbiamo circa 12 salve di missili, praticamente una per ciascun km guadagnato dai Camel, il che significa una salva a segno ogni 20 secondi di media. Non c'é da stupirsi, anzi: i Camel, se arrivano a circa 3 km, sotto la gittata minima degli SM, avranno corso per un totale di 4 minuti, ovvero 12 km di percorso. Ma 4 minuti in tutti i casi non sono molti: l'SM-1, con lanciatore Mk 13, ha una cadenza di 5 o al massimo, 6 RPM. Questo significa che se davvero saranno 12 salve binate, con missili a 10-12 secondi l'uno dall'altro, allora avranno sparato al massimo della cadenza di tiro per tutto il tempo, il che è poco credibile perché i lanci alla distanza massima richiedono almeno 20 secondi di tempo (a 600 m/sec; con 500, allora saranno 24 secondi). Troppo per permettere poi di lanciare ancora in maniera efficace, con missili sui 10-12 secondi l'uno dall'altro. E' improbabile, in altre parole.
Evidentemente, i lanci oltre i 5 km dovranno durare oltre 10 secondi, considerando anche che c'é da accelerare il missile da velocità 0 a mach 2+, il che si può fare, ma dopo diversi secondi, il che riduce la velocità media del missile. Se tra i 6 e i 12 km di distanza i missili arrivano a segno con velocità medie di 500 m/sec, per esempio, dovranno essere distanze tra 12 e 24 secondi, ovvero una media di 18 secondi per lancio. Molto, direi. Quindi, anche considerando lanci continui, non è possibile sostenere così tanti lanci missilistici, sempre che il lanciamissili sia capace di lanciarli tutti in così poco tempo! Probabilmente, le salve saranno diradate a circa 18+2 (?) secondi per valutare i risultati e lanciare eventualmente contro altri bersagli. Questo significa effettivamente, però, dare all'aereo attaccante circa 1 km di percorso utile. Strano? In effetti. La ragione è che le salve non sono singole, ma doppie, quindi richiedono almeno 10 secondi per essere lanciate. Questo significa che il lancio avviene a 15 km, con il primo missile, a 14,5 km con il secondo, e gli impatti sono a 13,7 km (con velocità effettiva di 10:1) e a 13,2 km. Poi parte il secondo set di lanci, poniamo subito dopo. Ma già non è più la stessa cosa. Con il tempo, il lancio di queste doppie salve riduce la distanza di tiro in maniera progressiva. Se ipotizziamo che il primo missile vada o meno a segno, e la nave lanci un ulteriore missile più o meno quando viene incrociato (10-12 secondi) il secondo missile, allora abbiamo una striscia continua di lanci. Forse il terzo missile viene lanciato addirittura prima dell'impatto del secondo (sul secondo target), visto che 10-12 secondi sono sufficienti e forse eccessivi. Se così non è, allora abbiamo un calcolo facilitato. Lancio a 13,2 km, secondo missile a 12,7 km. Impatto/incrocio a 12 km e a 11,5 km. Poi lancio ancora, a 11,5 e 11 km. Impatto/incrocio a 10,5 e 10 km. E siamo già a soli 10 km dopo il 3o lancio e impatto.
Ad ogni modo, poniamo che il lancio sia comunque adeguato per fare 12 salve doppie. Sono 24 missili.
Gli Aspide seguono dopo. Sono 8 missili soltanto, lanciati a coppie a qualche secondo l'uno dall'altro, forse appena 3, ma contro bersagli differenti, come del resto gli SM-1.
In tutto sono lanciati missili a 12 km di distanza, a 10 km circa, a 9 km, a 7 km circa. A questo punto, dopo circa 90 secondi di fuoco, tutti e 8 gli Aspide sono stati lanciati sui bersagli.
Gli Aspide possono colpire, ma devono essere ricaricati. Il sistema Albatross ne può ricaricare fino a 4 contemporaneamente. Non conoscon il tempo in cui vengono ricaricati, ma è lecito pensare che in 1-2 minuti sia possibile ricaricare tutti i missili ottupli.
A quel punto, però, i bersagli sono già scesi a distanza utile per il tiro dei cannoni. Questi sono più efficaci a breve raggio ma i missili non possono essere lanciati contemporaneamente ai cannoni, i sistemi di tiro possono usarli entrambi ma in due modalità diverse e non ho notizia che possano usare entrambe le modalità in contemporanea. Anche se fosse così, però, potrebbero comunque ingaggiare un singolo bersaglio.
Adesso il De la Penne continua il lancio dei missili SM, ma usa per il resto i cannoni anziché gli Aspide. Tanto è uguale: il totale dei sistemi impegnati è di un cannone da 127 e uno da 76 a prua, e uno da 76 a poppa. La capacità di ingaggio a quel punto è di ben 5 target contemporaneamente, ma il tempo d'ingaggio è comunque lungo.
La gittata dei pezzi da 76 è sfruttata iniziando da 6 km. Finalmente i cannoni SR avranno la possibilità di ingaggiare '4 bersagli attaccanti in contemporanea'. Anche di più di 4.
Aprono il tiro e come nella famosa simulazione, da 6 km potevano scendere a 5,5 km prima dei primi impatti, è abbastanza realistico pensare che si potesse arrivare a 5,5 km con un margine medio di velocità di 11:1 sui Camel, con differenza di 550 a 50 m/sec. Anche se è probabile, a mio avviso, che la velocità media è più verosimilmente sui 500 m/sec per i primi 10 secondi, il che significa sui 5 km di distanza, quindi in realtà andremmo a meno di 5.500 metri (nemmeno con i Camel... è possibile arrivare alla pubblicità della Oto-Melara...).
I cannoni da 76 sparano almeno contro una mezza dozzina di bersagli, e forse addirittura 8. Questo significa, tirando raffiche da 10 colpi, finire quasi tutte, o tutte, le munizioni disponibili. Naturalmente è necessario sparare raffiche da 10 colpi, ma questo significa, alle distanze maggiori, che i primi proiettili arriveranno a segno circa 5 secondi dopo avere sparato l'ultimo colpo. Quindi bisogna tirare, aspettare, e vedere; altrimenti devi sparare raffiche prolungate con il consumo di almeno due volte tanto di munizioni, consumendole tutte in pochi ingaggi. Le armi ad alta cadenza di tiro sono prodigiose nel consumare una montagna di munizioni in poco tempo. E' sempre stato così.
Il cannone da 127 fa anch'esso fuoco e distrugge un bersaglio dietro l'altro.
Quanti? Non saprei. Probabilmente tra 6 e 8 per ciascuna arma delle 3 impegnate dal De la Penne. Il tempo disponibile è poco: circa 2 minuti tra l'apertura del tiro e l'arrivo dei bersagli sotto la distanza minima di ingaggio (sui 500 metri).
In tutto, quindi, i Camel attaccano la nave dopo avere subito perdite terribili. Fino a 24 abbattuti dagli SM-1; fino a 8 abbattuti dagli Aspide; fino a 18-24 per i cannoni. In tutto fanno 50-56 bersagli. Considerando le bombe di piccole dimensioni, c'é poco da fare: i Camel dovranno attaccare in tanti, almeno 100 direi. Se sono kamikaze, diciamo che 80 sono sufficienti, le piccole bombe da 9 kg Cooper non sono all'altezza dell'aereo di per sé, molto più temibile. Basti pensare ai danni che fece quel pazzo di Luigi Fasulo al Pirellone (2002, l'anno dopo le Torri Gemelle), uccidendo due incolpevoli donne trovate a quel piano. E Fasulo aveva un aereo non dissimile dal Camel.
La potenza di fuoco dei Camel non è molto elevata, ma se portano 4 bombe da 9 kg anziché 2, è meglio. Il peso è risibile, aggiungere 18 o 36 kg è più o meno la differenza che passare da un pilota come Guynemer a uno come Goering. Ma 4 bombe sono un carico già differente.
Ma le bombe di per sé, incidono sulle prestazioni del Camel? Mah, a meno di 200 km/h, considerando che la resistenza è pari al quadrato della distanza, è abbastanza indifferente volare con 0, 2 o 4 bombe, almeno finché si resta a bassa quota. Quindi sia il peso (max 36 kg contro circa 600 dell'aereo al massimo), sia il drag sono alquanto indifferenti. Tuttavia io metto 2 bombe da 9 kg per rendere possibile la velocità di 180 km/h. In verità, sarebbe meglio andare più lenti ma con più armi, se il problema non è solo quello di arrivare sulla nave ma anche di distruggerla.
Quindi, direi che 100 aerei convenzionali, o 80 kamikaze, o 80 aerei con 4 bombe, sarebbero probabilmente quanto necessita per attaccare la nave e metterla fuori uso. Ma per distruggerla, in alternativa all'attacco kamikaze, è colpire i missili e le armi antiaerei della nave, cercando di distruggerla per esplosione secondaria, come mirare ai missili antinave a centro della nave stessa, che potrebbe essere così distrutta dalle sue stesse armi. Altrimenti sarebbe molto difficile attaccare la nave e affondarla, a meno di non colpirla con le bombe a volo radente, sul livello del galleggiamento e causare così delle falle. Tutto possibile.
E la Maestrale? Bah, in questo caso è diverso. La fregata lancia 8 Aspide da 12 km. Poi, però, non solo ricarica, ma lancia missili ancora una volta. Questo perché il radar RTN-30X non ha da guidare il tiro di altre armi, gli basta di guidare gli Aspide. Il 127 mm è guidato dal sistema optronico, e poi i due Dardo sono guidati dagli RTN-20X. Solo uno di questi funziona in contemporanea.
A questo punto, tiriamo le somme: la Maestrale abbatte o quanto meno, ingaggia, 16 bersagli con gli Aspide, 6 (almeno) con il 127 mm, e probabilmente altri 6 con il Dardo (e il cannone da 20 mm manuale per appoggio di tiro, anche se difficilmente potrà distruggere più di un bersaglio).
Complessivamente è possibile che la Maestrale abbatta fino a 16+6+6 = 28 bersagli.
Quindi ricapitoliamo:
SM-1 Aspide 127 76 o 40-20 mm
De la Penne: 24 8 6-8 12-16 = 50-56 kill
Maestrale: 0 16 6? 6? = 28
Ne consegue che il De la Penne ha il doppio di capacità antiaerei del Maestrale.
MA il totale degli aerei abbattuti sarà davvero così elevato? Mah, mica vero.
Certo bisogna fare diverse precisazioni sulle capacità dei velivoli e delle difese contraerei.
Anzitutto. Il missile non colpisce nel 100% dei casi. Persino il 97% sbandierato per l'Aspide (il punteggio più alto di precisione dei missili, almeno così dicono), significa che con 8 missili lanciati il successo sarà pieno solo nell'80% dei casi. Figurarsi con 16 lanci. Ma non solo: basta che si riduca il margine della precisione per ottenere un minore risultato. Il 90% di probabilità di colpo a segno è ancora molto elevato: ebbene, la probabilità combinata di fare 8 centri su 8 è di meno del 50%.
Quanto agli SM-1, vale lo stesso discorso, ma bisogna dire che sono missili meno adatti per il lancio contro bersagli a bassissima quota, quindi è facile che non riescano a colpire un bersaglio così minuscolo.
Poi c'é il discorso dell'affidabilità delle spolette. Abbiamo già detto del cacciatorpediniere americano distrutto da un aereo così invisibile da non essere trovato dalle spolette VT. Ma non è solo allora che le cose non funzionavano.
Sapevate che il cannone Dardo, ad un certo punto degli anni '80, divenne protagonista di un vero e proprio shock? Era successo che le sue munizioni, dotate delle famose spolette VT che nella II GM non erano possibili su proiettili di questo calibro, vennero trovate difettose. Più precisamente, furono quelle prodotte su licenza in Italia. Infatti, dopo 5 anni di tempo dalla produzione, si scoprì che la spoletta made in Italì funzionava ancora soltanto nel 25% dei casi! Come dire che il Dardo aveva una cadenza di tiro di 150 anziché 600 colpi al minuto. Dal momento che nel lotto di spolette originali svedesi non si vide tale riduzione, allora comprarono un altro lotto dalla Bofors mentre miglioravano la durata della spoletta prodotta su licenza. Questo problema non era stato immediato, ma ricordo che nel 1976 la possibilità che il Dardo abbattesse un missile ad oltre 900 metri, era soltanto del 30% stando ai risultati sperimentati dalla Marina. A quale distanza sarebbe stato possibile ottenere lo stesso tipo di risultato con il 75% delle spolette inattive? O anche, quale possibilità c'era oltre i 900 metri se le spolette fossero così malfunzionanti? Per fortuna della MMI, questo difetto non fu verificato in guerra, malgrado fossimo negli anni '80 e iniziarono missioni pericolose come in Libano e nel Golfo, dove fischiavano missili. Le munizioni con spoletta VT erano costose, non so quante ne abbiano comprate, ma non penso che fossero una quantità immensa e rinnovate di continuo. Le prime erano attorno al 1977, e lo scandalo scoppiò 10 anni dopo. Difficile dire quale fosse l'età media delle munizioni imbarcate, ma 5 anni è forse il minimo sindacale. Questa storia non l'ho invetata io, ma Massimo Annati su RiD di qualche anno fa.
Quindi alle volte la situazione non è così ovvia e scontata, però queste cose non si sanno davvero, per ovvie ragioni di riservatezza, se non forse anni più tardi. Militari e industria dicono quel che gli fa comodo, come sempre, ed è logico che sia così.
Poi abbiamo i caccia di per sé.
Io ho ipotizzato un volo veloce e a bassa quota, 50 metri al secondo (180 km/h) a 15 metri di quota sono piuttosto buoni e realistici. La bassissima quota è molto utile per ridurre la possibilità di essere abbattuti e prima ancora, localizzati. il Camel aveva una apertura alare di poco più di 8 metri e una lunghezza di circa 5,7, alto meno di 3 metri. Un microbo.
Ma un aereo del genere può volare ancora più basso? Sicuro. Appurato che sia utile per sopravvivere, benché sul mare, a differenza che sulla terraferma, non ci siano appigli tattici (che rendono un velivolo a 15 metri e anche a 60, quasi invulnerabile), si può andare ancora più in basso? Sicuramente.
Purtroppo per l'attaccante, non si può trovare un ostacolo tattico in mare aperto, per cui puoi volare anche sopra la cresta dell'onda e sarai comunque visibile, a meno che davvero non ci siano delle onde enormi (che tra l'altro, affliggono non poco l'efficienza di una nave e dei suoi sistemi d'arma).
Però volare più in basso rende quasi certa l'attivazione prematura delle spolette dei missili e dei proiettili. Se si vuole una maggiore affidabilità, allora la spoletta dovrà avere un ridotto raggio d'attivazione, magari 5-6 metri anziché 10, specie se non sono di ultima generazione (per il DART viene pubblicizzato contemporaneamente un raggio di attivazione di 10 metri, più o meno come nelle munizioni SR normali, e al contempo, un'efficacia fino ad appena 2 metri sul mare; come questo sia possibile non saprei, ma in ogni caso questi sviluppi non rientrano nel wargame e comportano una generazione ulteriore di spolette 'intelligenti' non disponibili nel 1995).
Il mare è infatti una soluzione ionica, il che significa che è riflettente al radar, come se fosse una parte metallica. Quindi una spoletta finisce per esplodere facilmente se si avvicina troppo, infatti nei filmati dei tiri del cannone SR contro bersagli radenti, spesso si vedono le munizioni scoppiare sia a cavallo del target, che assai prima o dopo, segno che non scoppiavano perché incontravano il target.
Così: potrebbero gli aerei volare ben sotto i 50 piedi? Sì, certo. Un Camel era così lento, agile e piccolo.
Un profilo di volo può essere regolato ben più in basso. Magari all'inizio no, per vedere la nave bisogna essere un pò più alti. Ma comunque sia, non c'é problema. Subito si gettano a volo radente e volano lì per tutto il tempo. Se restano a quota maggiore, sui 15 o anche 30 metri, possono manovrare per evitare il bersaglio. E se volano bassi a quel punto non possono manovrare, ma possono restare così bassi da rendere difficile ai missili colpirli. E' difficile dire quale delle due cose funzioni, in ogni caso non sono efficaci al 100%, e non garantiscono granché. Ma sono comunque buoni propositi per rendere difficile la vita ai missili nemici.
Volando radenti, anche senza fare niente, si può scendere da 15 metri a 12. E poi ancora più in basso, a 9 metri (30 ft), e poi ancora più in basso, a soli 6 metri, e infine, follia, ad appena 3 metri (10 ft). Volare a quote di 3-6 metri è micidiale, ma è buono a sufficienza per rendere praticamente impossibile ai missili di funzionare in maniera efficace. E' semplicemente troppo basso per permettere al missile di colpire con la spoletta VT senza detonare anticipatamente. Nel contempo rendeva impossibile al target manovrare al meglio.
Il lancio dei missili ottiene una Pk inferiore rispetto al valore normale, sempre che gli SM-1 possano davvero funzionare, specie contro un bersaglio come il Camel, che anche visto da sopra, ha un'eco radar molto ridotta.
Dopo di che, quando la distanza scende sotto i 7 km, i cannoni antiaerei diventano il maggiore problema. Per superarlo almeno in parte, ecco che si rendono necessarie le manovre evasive. Se si combatte volando tra 6 e 30 metri è possibile evitare i proiettili nemici o ridurre l'effetto delle spolette VT, che sarebbero magari letali entro i 5-6 metri, ma se si sposta il volo a 8-10 metri, allora o i proiettili funzioneranno in maniera poco efficace, oppure le spolette VT non funzioneranno per niente. Ecco perché è meglio per il Camel di volare in maniera acrobatica. Per non disperdere la propria limitata energia l'aereo dovrebbe evitare le manovre orizzontali ma salire e scendere verticalmente, perdendo velocità aumentando la quota e viceversa, in questo modo sarà possibile ridurre la perdita di energia cinetica e variare velocità, posizione e quota di continuo, rendendo impossibile una precisa mira da parte dei cannoni. In questo modo si potrebbe raggiungere la distanza di circa 3 km prima di essere presi sotto un tiro quasi inesorabile. A quel punto è difficile scampare, ma intanto i Camel hanno ridotto le distanze.
Rifacciamo il calcolo: prima gli SM-1 hanno un Pk del 75% e gli Aspide dell'80%, con i Camel non manovranti e in volo a 15 metri.
Con i Camel in volo acrobatico a circa 15 metri, oppure volanti a quote di circa 6 metri, sono sufficienti per dimezzare tali probabilità di abbattimento. Circa il 40% per gli SM-1 e gli Aspide. Sempre che sia possibile che funzionino a tali quote, s'intende.
Inoltre la manovra evasiva a distanze ravvicinate rende possibile evitare almeno il 50% delle raffiche di cannone tra i 3 e i 6 km.
Questo fatto è notevole: alla fine, si potrebbe calcolare così: numero di ingaggi d'artiglieria: entro i 3 km = ad oltre 3 km (fino a 6-7 km)
target normale; target normale entro 3 km; target manovrante-radente oltre i 3 km; sotto i 3 km;
Cannone da 127 o 76: 24 raffiche 80% 90% 50% 80%
Missili SM-1: 24 missili 75% 0% 33% 0%
Aspide: 8 missili 80% 90% 40% 50%
De la Penne contro bersagli standard: artiglieria in media sull'85% = 21 kill circa. Missili SM-1 = 18 kill Missili Aspide = 6 kill. Totale: 45 kill effettivi.
De la Penne contro bersagli difficili: artiglieria in media sul 65% = 15 kill circa. Missili SM-1 = 10 kill. Missili Aspide = 4 kill. Totale: 29 kill effettivi.
Naturalmente, questo di preciso non lo sapremo mai. Però sappiamo che una quota bassa giova all'attaccante. Parecchio, se mettesse addirittura totalmente fuori gioco un'intera categoria di missili. IN verità, persino con il bersaglio standard i missili SM-1 sarebbero teoricamente messi totalmente fuori gioco, e questo da solo toglie circa metà degli abbattimenti. Inoltre, volando a 6-10 metri o anche meno (3-6 metri) si potrebbe addirittura eliminare gli Aspide, il che complessivamente significa abbattere l'efficacia dei missili e della difesa della nave, rendendo ridotto anche il tiro delle artiglierie. Per quanto ne sappiamo, potrebbero esservi tra 5 e 50 abbattimenti a seconda delle modalità di funzionamento.
Per le Maestrale il discorso è del tutto simile: probabilmente avremmo un totale di 5 kill per i cannoni da 127, 5 per i 40 mm, 9 con gli Aspide = 19 kill per la Maestrale.
Ma, ripeto, è troppo difficile fare valutazioni del tutto realistiche. Solo i militari lo sanno davvero e a dire il vero, nemmeno loro lo sanno visto che questi scenari sono del tutto irrealistici. Per fortuna.
E con gli Swordfish, quindi?
Non è difficile da dire. Gli Swordfish sono appena più veloci, sono molto più grandi, meno agili ma comunque molto in termini assoluti e con un rapporto potenza:peso molto buono ,forse migliore di quello del Camel.
Ricordo che il Camel venne provato, negli anni '30, contro lo Spitfire e riuscì a batterlo, non è una balla, ma dà l'idea di come la lentezza non sia per forza negativa. Del resto, se così non fosse, gli elicotteri non esisterebbero sui campi di battaglia.
L'unica cosa che posso dire degli Swordifish è che hanno molto più munizionamento. Anche se frontalmente hanno solo un'arma e un'altra difensiva (che serve a ben poco...), il fatto che possano portare circa 700 kg di armi tra cui un siluro è tutto un altro mondo. Questo significa che basta un singolo aereo, potenzialmente, per distruggere la nave.
Quindi nessuno Swordfish potrà avvicinarsi a distanza di lancio. O almeno, non dovrà essere così se la nave De la Penne vorrà sopravvivere.
Dopo avere buttato giù circa 50 Swordfish in avvicinamento, almeno altri 10 lanciano i loro siluri e 3 di questi colpiscono la nave italiana, a distanza assai elevata da un siluro all'altro. Almeno 10 compartimenti stagni vengono allagati e la nave affonda pochi minuti dopo.
Ecco in sintesi cosa sarebbe successo in questa battaglia tra aerei primitivi e navi da guerra moderne.
Le lance primitive sono ancora efficaci anche quando l'avversario ha i fucili. Basta riuscire ad avvicinarsi.
Adua docet.
Ok, ok, adesso scendiamo davvero nel demenziale. Ho pensato, per farla breve: dopo gli Helldiver, le Marianne, Okinawa, l'USN, i kamikaze... cos'altro possiamo usare per mettere alla prova le nostre gagliardissime navi?
Swordfish? Giusto, sì, perché no?
E altro? mmmh.... aspetta, che qui bisogna tornare ancora indietro nel tempo, sennò non ci si divertire abbastanza.
L'altro giorno ho rivisto in TV un documentario sui caccia della I GM. Ecco, potremmo arrivare fino a lì.
Poi scopro che i Sopwith Camel hanno non solo una buona velocità e eccellente agilità, ma anche un armamento extra: 4 bombe da 9 kg (20 libbre) come optional. La velocità era di quasi 190 km/h.
Adesso siamo pronti, abbiamo abbastanza dati per mettere ancora una volta la contraerea delle navi italiane.
Camel: molto agile, fatto per lo più in legno e tela verniciata, piccolissimo, armato quel che basta, velocità dell'ordine dei 180 km/h.
Adesso vediamo come se la cava contro il De la Penne.
Il Camel contro il De la Penne, in mare aperto, buone condimeteo. Vai.
Come farà il Camel ad evitare che il De la Penne possa distruggerlo prima di raggiungerlo? In teoria non può, e non solo: è un problema immenso per questi aerei anche soltanto avvistare questa nave prima di essere abbattuti.
Ma ipotizziamo che per qualche oscura ragione, il Camel sappia dove trovare il cacciatorpediniere italiano.
Potrà avvicinarsi? Poco probabile.
Ma ho sentito anche un'altra storia.
L'ultimo dei 28 cacciatorpediniere americani perduti per colpa dei kamikaze, è stato attaccato da un singolo aereo giapponese. Malgrado l'enorme potenza di fuoco di tutte le navi americane, esso è passato attraverso la difesa della nave e l'ha colpita. Cosa c'é di strano? Era forse un Judy, un Peggy, uno Zero? Macché. Era un addestratore che a stento faceva 200 km/h e portava un carico risibile, qualcosa come una o due bombe da 50 kg. Però era agile, piccolo e sopratutto, aveva una caratteristica interessante: la sua struttura, di legno e tela verniciata (chiaramente non metallizzata!) era molto ostico da percepire per le spolette di prossimità americane (e anche, probabilmente, per quelle ad impatto). Il risultato fu che i cannoni della nave, pur sparando proiettili da 127 mm con spolette VT, non riuscirono a fermarlo! La traccia radar era troppo piccola, le spolette si armavano difficilmente quando gli passavano vicine, era minuscolo e agile, quindi poco propenso ad essere colpito direttamente, il legno è un materiale dielettrico, il che significa che lascia passare le onde radar ma anche che le attenua un pò, a maggior ragione quando c'é anche da fare il percorso inverso (dalle parti metalliche all'esterno dell'aereo, con la minuscola eco radar generata). Capito? Il piccoletto andò a sbattere contro la nave americana, che non ebbe affatto la fortuna dell'USS Laffey (sopravvissuto a più kamikaze, ma questa è un'altra storia) e le sue bombette attivarono le bombe di profondità del caccia americano, che esplosero e distrussero la nave.
Incredibile, no? Beh, alle volte è successo anche questo. Così come è bastato un barchino esplosivo per devastare il cacciatorpediniere AEGIS USS Cole, nel 2000 (chi se lo ricorda più?). L'astuzia, dai tempi di Eva e di Ulisse, è sempre l'arma più pericolosa.
Cosa può fare il Camel, ad ogni modo? Certamente non può distruggere il De la Penne, ha troppa poca potenza di fuoco. A parte semmai... se riesce a far detonare i missili antinave al centro dell'unità navale. Non è detto che le testate belliche esplodano se non sono armate, ma non è detto nemmeno il contrario: incendi devastanti come quello dell'USS Forrestal potrebbero confermare questo punto.
Per un aereo che vola al massimo a 6.100 metri, però, è molto difficile fare qualsiasi altra cosa che non boom! se si azzarda a volare in quota. Non è nemmeno al di sopra della quota massima pratica dei missili Aspide, specie se con bombe a bordo, figurarsi degli SM-1. Quindi un attacco in quota sembrerebbe escluso.
Quindi, il Camel dovrebbe attaccare a bassa quota. Ma quanto bassa?
Beh, un aereo così piccolo può volare effettivamente molto basso. Ma non mai tanto, da evitare la contraerea della nave, quindi a mio avviso sarebbe abbattuto senza tanti complimenti e via, da distanze di tutta sicurezza. Almeno così dovrebbe andare.
Adesso facciamo la prova con lo stormo di Camel. Ne abbiamo a disposizione centinaia, quindi non c'é problema. La prova di rottura inizia e si sa come finisce, ma con quanti Camel necessari?
Beh, anzitutto li facciamo volare a quote basse, 15 metri, e a velocità di 180 km/h. Tenete presente che il De la Penne è capace di viaggiare a circa 60 km/h, per cui se necessario, potrebbe benissimo volgere le terga agli inseguitori e privarli di 1/3 della loro velocità di closing. Così come potrebbe aumentarla di 1/3 se si avvicinasse dando loro la prua.
Ma siccome lo supponiamo 'neutrale' ipotizziamo una velocità di avvicinamento di 180 km/h effettivi, poi mettiamola come si vuole, vento a favore incluso (perché no? 60 km/h si possono fare eccome, anche a bassa quota). Così tanto per semplificare.
Il De la Penne avvista i banditi. Sono distanti, ma il problema è ingaggiarli. Volano talmente bassi che sono più bassi dei radar guidamissili! Il problema di vedere un bersaglio del genere non è banale: è così basso da confondersi con il clutter, e se davvero c'é forte vento, allora ci sarà pure il mare agitato, che non aiuta certo a discriminare la traccia radar degli aerei dallo sfondo (mare mosso, onde veloci, spruzzi ecc) anche con un sistema MTI per il rilevamento di bersagli mobili. Anche il sistema Doppler è di aiuto limitato, l'elica infatti è di legno (ma il motore, sia pure parzialmente nascosto dalla cappottatura, è rotativo!) e l'aereo così lento.
Ma, una volta individuati, iniziano le azioni di fuoco. Il De la Penne lancia i suoi missili, ma a che distanze? Francamente non saprei, ma se tanto mi dà tanto, a quote così basse, l'ingaggio di un qualsiasi bersaglio è fortemente ristretto in termini di gittata utile. Secondo me, 15 metri equivalgono a 15 km di raggio effettivo dei missili SM-1. E probabilmente, a circa 12 km per gli Aspide (come lo so? Tiro ad indovinare, semplice).
Gli SM-1 vengono lanciati e distruggono i loro primi bersagli. Bisogna tenere presente che non è facile capire quanto siano vulnerabili i suddetti bersagli, perché in teoria, la quota minima dei missili SM-1 è di 45 metri, dovuta più che altro alla spoletta (la quale peraltro è stata cambiata e perfezionata); dall'altro lato, gli Aspide si sa che hanno una quota minima più bassa, indicata almeno in origine a soli 15 metri, abbastanza da poter ingaggiare anche missili antinave. Riusciranno ad abbattere i Camel? Forse, ma con questi parametri l'SM è oltre il suo margine d'impiego, mentre l'Aspide è appena al limite estremo delle sue capacità effettive. Le probabilità di abbattimento sono elevate, ma quanto elevate se lo usi al limite effettivo delle sue capacità?
Quindi preferisco parlare di lanci, ma non necessariamente di abbattimenti. Difficile da stimare, in effetti. Potrebbe essere il 50% come l'80%, forse meno, quasi sicuramente non più.
Quanto ai missili, essi sono molto più veloci dei piccoli Camel. Hanno una velocità media che dovrebbe essere di almeno 500, e possibilmente fino a 600, metri al secondo. La differenza effettiva, considerando anche la traiettoria semi-balistica del missile (almeno all'inizio del lancio), dovrebbe essere di 10:1. 500 m/sec contro 50.
Quindi abbiamo una differenza di percorso di 10:1 e facciamo che sia così per tutti i missili. Il che significa, lanciando da 15 km, che il primo impatto potrebbe essere sui 13,7 km.
Probabilmente il secondo lancio sarà attorno ai 13 km. In tutto, abbiamo circa 12 salve di missili, praticamente una per ciascun km guadagnato dai Camel, il che significa una salva a segno ogni 20 secondi di media. Non c'é da stupirsi, anzi: i Camel, se arrivano a circa 3 km, sotto la gittata minima degli SM, avranno corso per un totale di 4 minuti, ovvero 12 km di percorso. Ma 4 minuti in tutti i casi non sono molti: l'SM-1, con lanciatore Mk 13, ha una cadenza di 5 o al massimo, 6 RPM. Questo significa che se davvero saranno 12 salve binate, con missili a 10-12 secondi l'uno dall'altro, allora avranno sparato al massimo della cadenza di tiro per tutto il tempo, il che è poco credibile perché i lanci alla distanza massima richiedono almeno 20 secondi di tempo (a 600 m/sec; con 500, allora saranno 24 secondi). Troppo per permettere poi di lanciare ancora in maniera efficace, con missili sui 10-12 secondi l'uno dall'altro. E' improbabile, in altre parole.
Evidentemente, i lanci oltre i 5 km dovranno durare oltre 10 secondi, considerando anche che c'é da accelerare il missile da velocità 0 a mach 2+, il che si può fare, ma dopo diversi secondi, il che riduce la velocità media del missile. Se tra i 6 e i 12 km di distanza i missili arrivano a segno con velocità medie di 500 m/sec, per esempio, dovranno essere distanze tra 12 e 24 secondi, ovvero una media di 18 secondi per lancio. Molto, direi. Quindi, anche considerando lanci continui, non è possibile sostenere così tanti lanci missilistici, sempre che il lanciamissili sia capace di lanciarli tutti in così poco tempo! Probabilmente, le salve saranno diradate a circa 18+2 (?) secondi per valutare i risultati e lanciare eventualmente contro altri bersagli. Questo significa effettivamente, però, dare all'aereo attaccante circa 1 km di percorso utile. Strano? In effetti. La ragione è che le salve non sono singole, ma doppie, quindi richiedono almeno 10 secondi per essere lanciate. Questo significa che il lancio avviene a 15 km, con il primo missile, a 14,5 km con il secondo, e gli impatti sono a 13,7 km (con velocità effettiva di 10:1) e a 13,2 km. Poi parte il secondo set di lanci, poniamo subito dopo. Ma già non è più la stessa cosa. Con il tempo, il lancio di queste doppie salve riduce la distanza di tiro in maniera progressiva. Se ipotizziamo che il primo missile vada o meno a segno, e la nave lanci un ulteriore missile più o meno quando viene incrociato (10-12 secondi) il secondo missile, allora abbiamo una striscia continua di lanci. Forse il terzo missile viene lanciato addirittura prima dell'impatto del secondo (sul secondo target), visto che 10-12 secondi sono sufficienti e forse eccessivi. Se così non è, allora abbiamo un calcolo facilitato. Lancio a 13,2 km, secondo missile a 12,7 km. Impatto/incrocio a 12 km e a 11,5 km. Poi lancio ancora, a 11,5 e 11 km. Impatto/incrocio a 10,5 e 10 km. E siamo già a soli 10 km dopo il 3o lancio e impatto.
Ad ogni modo, poniamo che il lancio sia comunque adeguato per fare 12 salve doppie. Sono 24 missili.
Gli Aspide seguono dopo. Sono 8 missili soltanto, lanciati a coppie a qualche secondo l'uno dall'altro, forse appena 3, ma contro bersagli differenti, come del resto gli SM-1.
In tutto sono lanciati missili a 12 km di distanza, a 10 km circa, a 9 km, a 7 km circa. A questo punto, dopo circa 90 secondi di fuoco, tutti e 8 gli Aspide sono stati lanciati sui bersagli.
Gli Aspide possono colpire, ma devono essere ricaricati. Il sistema Albatross ne può ricaricare fino a 4 contemporaneamente. Non conoscon il tempo in cui vengono ricaricati, ma è lecito pensare che in 1-2 minuti sia possibile ricaricare tutti i missili ottupli.
A quel punto, però, i bersagli sono già scesi a distanza utile per il tiro dei cannoni. Questi sono più efficaci a breve raggio ma i missili non possono essere lanciati contemporaneamente ai cannoni, i sistemi di tiro possono usarli entrambi ma in due modalità diverse e non ho notizia che possano usare entrambe le modalità in contemporanea. Anche se fosse così, però, potrebbero comunque ingaggiare un singolo bersaglio.
Adesso il De la Penne continua il lancio dei missili SM, ma usa per il resto i cannoni anziché gli Aspide. Tanto è uguale: il totale dei sistemi impegnati è di un cannone da 127 e uno da 76 a prua, e uno da 76 a poppa. La capacità di ingaggio a quel punto è di ben 5 target contemporaneamente, ma il tempo d'ingaggio è comunque lungo.
La gittata dei pezzi da 76 è sfruttata iniziando da 6 km. Finalmente i cannoni SR avranno la possibilità di ingaggiare '4 bersagli attaccanti in contemporanea'. Anche di più di 4.
Aprono il tiro e come nella famosa simulazione, da 6 km potevano scendere a 5,5 km prima dei primi impatti, è abbastanza realistico pensare che si potesse arrivare a 5,5 km con un margine medio di velocità di 11:1 sui Camel, con differenza di 550 a 50 m/sec. Anche se è probabile, a mio avviso, che la velocità media è più verosimilmente sui 500 m/sec per i primi 10 secondi, il che significa sui 5 km di distanza, quindi in realtà andremmo a meno di 5.500 metri (nemmeno con i Camel... è possibile arrivare alla pubblicità della Oto-Melara...).
I cannoni da 76 sparano almeno contro una mezza dozzina di bersagli, e forse addirittura 8. Questo significa, tirando raffiche da 10 colpi, finire quasi tutte, o tutte, le munizioni disponibili. Naturalmente è necessario sparare raffiche da 10 colpi, ma questo significa, alle distanze maggiori, che i primi proiettili arriveranno a segno circa 5 secondi dopo avere sparato l'ultimo colpo. Quindi bisogna tirare, aspettare, e vedere; altrimenti devi sparare raffiche prolungate con il consumo di almeno due volte tanto di munizioni, consumendole tutte in pochi ingaggi. Le armi ad alta cadenza di tiro sono prodigiose nel consumare una montagna di munizioni in poco tempo. E' sempre stato così.
Il cannone da 127 fa anch'esso fuoco e distrugge un bersaglio dietro l'altro.
Quanti? Non saprei. Probabilmente tra 6 e 8 per ciascuna arma delle 3 impegnate dal De la Penne. Il tempo disponibile è poco: circa 2 minuti tra l'apertura del tiro e l'arrivo dei bersagli sotto la distanza minima di ingaggio (sui 500 metri).
In tutto, quindi, i Camel attaccano la nave dopo avere subito perdite terribili. Fino a 24 abbattuti dagli SM-1; fino a 8 abbattuti dagli Aspide; fino a 18-24 per i cannoni. In tutto fanno 50-56 bersagli. Considerando le bombe di piccole dimensioni, c'é poco da fare: i Camel dovranno attaccare in tanti, almeno 100 direi. Se sono kamikaze, diciamo che 80 sono sufficienti, le piccole bombe da 9 kg Cooper non sono all'altezza dell'aereo di per sé, molto più temibile. Basti pensare ai danni che fece quel pazzo di Luigi Fasulo al Pirellone (2002, l'anno dopo le Torri Gemelle), uccidendo due incolpevoli donne trovate a quel piano. E Fasulo aveva un aereo non dissimile dal Camel.
La potenza di fuoco dei Camel non è molto elevata, ma se portano 4 bombe da 9 kg anziché 2, è meglio. Il peso è risibile, aggiungere 18 o 36 kg è più o meno la differenza che passare da un pilota come Guynemer a uno come Goering. Ma 4 bombe sono un carico già differente.
Ma le bombe di per sé, incidono sulle prestazioni del Camel? Mah, a meno di 200 km/h, considerando che la resistenza è pari al quadrato della distanza, è abbastanza indifferente volare con 0, 2 o 4 bombe, almeno finché si resta a bassa quota. Quindi sia il peso (max 36 kg contro circa 600 dell'aereo al massimo), sia il drag sono alquanto indifferenti. Tuttavia io metto 2 bombe da 9 kg per rendere possibile la velocità di 180 km/h. In verità, sarebbe meglio andare più lenti ma con più armi, se il problema non è solo quello di arrivare sulla nave ma anche di distruggerla.
Quindi, direi che 100 aerei convenzionali, o 80 kamikaze, o 80 aerei con 4 bombe, sarebbero probabilmente quanto necessita per attaccare la nave e metterla fuori uso. Ma per distruggerla, in alternativa all'attacco kamikaze, è colpire i missili e le armi antiaerei della nave, cercando di distruggerla per esplosione secondaria, come mirare ai missili antinave a centro della nave stessa, che potrebbe essere così distrutta dalle sue stesse armi. Altrimenti sarebbe molto difficile attaccare la nave e affondarla, a meno di non colpirla con le bombe a volo radente, sul livello del galleggiamento e causare così delle falle. Tutto possibile.
E la Maestrale? Bah, in questo caso è diverso. La fregata lancia 8 Aspide da 12 km. Poi, però, non solo ricarica, ma lancia missili ancora una volta. Questo perché il radar RTN-30X non ha da guidare il tiro di altre armi, gli basta di guidare gli Aspide. Il 127 mm è guidato dal sistema optronico, e poi i due Dardo sono guidati dagli RTN-20X. Solo uno di questi funziona in contemporanea.
A questo punto, tiriamo le somme: la Maestrale abbatte o quanto meno, ingaggia, 16 bersagli con gli Aspide, 6 (almeno) con il 127 mm, e probabilmente altri 6 con il Dardo (e il cannone da 20 mm manuale per appoggio di tiro, anche se difficilmente potrà distruggere più di un bersaglio).
Complessivamente è possibile che la Maestrale abbatta fino a 16+6+6 = 28 bersagli.
Quindi ricapitoliamo:
SM-1 Aspide 127 76 o 40-20 mm
De la Penne: 24 8 6-8 12-16 = 50-56 kill
Maestrale: 0 16 6? 6? = 28
Ne consegue che il De la Penne ha il doppio di capacità antiaerei del Maestrale.
MA il totale degli aerei abbattuti sarà davvero così elevato? Mah, mica vero.
Certo bisogna fare diverse precisazioni sulle capacità dei velivoli e delle difese contraerei.
Anzitutto. Il missile non colpisce nel 100% dei casi. Persino il 97% sbandierato per l'Aspide (il punteggio più alto di precisione dei missili, almeno così dicono), significa che con 8 missili lanciati il successo sarà pieno solo nell'80% dei casi. Figurarsi con 16 lanci. Ma non solo: basta che si riduca il margine della precisione per ottenere un minore risultato. Il 90% di probabilità di colpo a segno è ancora molto elevato: ebbene, la probabilità combinata di fare 8 centri su 8 è di meno del 50%.
Quanto agli SM-1, vale lo stesso discorso, ma bisogna dire che sono missili meno adatti per il lancio contro bersagli a bassissima quota, quindi è facile che non riescano a colpire un bersaglio così minuscolo.
Poi c'é il discorso dell'affidabilità delle spolette. Abbiamo già detto del cacciatorpediniere americano distrutto da un aereo così invisibile da non essere trovato dalle spolette VT. Ma non è solo allora che le cose non funzionavano.
Sapevate che il cannone Dardo, ad un certo punto degli anni '80, divenne protagonista di un vero e proprio shock? Era successo che le sue munizioni, dotate delle famose spolette VT che nella II GM non erano possibili su proiettili di questo calibro, vennero trovate difettose. Più precisamente, furono quelle prodotte su licenza in Italia. Infatti, dopo 5 anni di tempo dalla produzione, si scoprì che la spoletta made in Italì funzionava ancora soltanto nel 25% dei casi! Come dire che il Dardo aveva una cadenza di tiro di 150 anziché 600 colpi al minuto. Dal momento che nel lotto di spolette originali svedesi non si vide tale riduzione, allora comprarono un altro lotto dalla Bofors mentre miglioravano la durata della spoletta prodotta su licenza. Questo problema non era stato immediato, ma ricordo che nel 1976 la possibilità che il Dardo abbattesse un missile ad oltre 900 metri, era soltanto del 30% stando ai risultati sperimentati dalla Marina. A quale distanza sarebbe stato possibile ottenere lo stesso tipo di risultato con il 75% delle spolette inattive? O anche, quale possibilità c'era oltre i 900 metri se le spolette fossero così malfunzionanti? Per fortuna della MMI, questo difetto non fu verificato in guerra, malgrado fossimo negli anni '80 e iniziarono missioni pericolose come in Libano e nel Golfo, dove fischiavano missili. Le munizioni con spoletta VT erano costose, non so quante ne abbiano comprate, ma non penso che fossero una quantità immensa e rinnovate di continuo. Le prime erano attorno al 1977, e lo scandalo scoppiò 10 anni dopo. Difficile dire quale fosse l'età media delle munizioni imbarcate, ma 5 anni è forse il minimo sindacale. Questa storia non l'ho invetata io, ma Massimo Annati su RiD di qualche anno fa.
Quindi alle volte la situazione non è così ovvia e scontata, però queste cose non si sanno davvero, per ovvie ragioni di riservatezza, se non forse anni più tardi. Militari e industria dicono quel che gli fa comodo, come sempre, ed è logico che sia così.
Poi abbiamo i caccia di per sé.
Io ho ipotizzato un volo veloce e a bassa quota, 50 metri al secondo (180 km/h) a 15 metri di quota sono piuttosto buoni e realistici. La bassissima quota è molto utile per ridurre la possibilità di essere abbattuti e prima ancora, localizzati. il Camel aveva una apertura alare di poco più di 8 metri e una lunghezza di circa 5,7, alto meno di 3 metri. Un microbo.
Ma un aereo del genere può volare ancora più basso? Sicuro. Appurato che sia utile per sopravvivere, benché sul mare, a differenza che sulla terraferma, non ci siano appigli tattici (che rendono un velivolo a 15 metri e anche a 60, quasi invulnerabile), si può andare ancora più in basso? Sicuramente.
Purtroppo per l'attaccante, non si può trovare un ostacolo tattico in mare aperto, per cui puoi volare anche sopra la cresta dell'onda e sarai comunque visibile, a meno che davvero non ci siano delle onde enormi (che tra l'altro, affliggono non poco l'efficienza di una nave e dei suoi sistemi d'arma).
Però volare più in basso rende quasi certa l'attivazione prematura delle spolette dei missili e dei proiettili. Se si vuole una maggiore affidabilità, allora la spoletta dovrà avere un ridotto raggio d'attivazione, magari 5-6 metri anziché 10, specie se non sono di ultima generazione (per il DART viene pubblicizzato contemporaneamente un raggio di attivazione di 10 metri, più o meno come nelle munizioni SR normali, e al contempo, un'efficacia fino ad appena 2 metri sul mare; come questo sia possibile non saprei, ma in ogni caso questi sviluppi non rientrano nel wargame e comportano una generazione ulteriore di spolette 'intelligenti' non disponibili nel 1995).
Il mare è infatti una soluzione ionica, il che significa che è riflettente al radar, come se fosse una parte metallica. Quindi una spoletta finisce per esplodere facilmente se si avvicina troppo, infatti nei filmati dei tiri del cannone SR contro bersagli radenti, spesso si vedono le munizioni scoppiare sia a cavallo del target, che assai prima o dopo, segno che non scoppiavano perché incontravano il target.
Così: potrebbero gli aerei volare ben sotto i 50 piedi? Sì, certo. Un Camel era così lento, agile e piccolo.
Un profilo di volo può essere regolato ben più in basso. Magari all'inizio no, per vedere la nave bisogna essere un pò più alti. Ma comunque sia, non c'é problema. Subito si gettano a volo radente e volano lì per tutto il tempo. Se restano a quota maggiore, sui 15 o anche 30 metri, possono manovrare per evitare il bersaglio. E se volano bassi a quel punto non possono manovrare, ma possono restare così bassi da rendere difficile ai missili colpirli. E' difficile dire quale delle due cose funzioni, in ogni caso non sono efficaci al 100%, e non garantiscono granché. Ma sono comunque buoni propositi per rendere difficile la vita ai missili nemici.
Volando radenti, anche senza fare niente, si può scendere da 15 metri a 12. E poi ancora più in basso, a 9 metri (30 ft), e poi ancora più in basso, a soli 6 metri, e infine, follia, ad appena 3 metri (10 ft). Volare a quote di 3-6 metri è micidiale, ma è buono a sufficienza per rendere praticamente impossibile ai missili di funzionare in maniera efficace. E' semplicemente troppo basso per permettere al missile di colpire con la spoletta VT senza detonare anticipatamente. Nel contempo rendeva impossibile al target manovrare al meglio.
Il lancio dei missili ottiene una Pk inferiore rispetto al valore normale, sempre che gli SM-1 possano davvero funzionare, specie contro un bersaglio come il Camel, che anche visto da sopra, ha un'eco radar molto ridotta.
Dopo di che, quando la distanza scende sotto i 7 km, i cannoni antiaerei diventano il maggiore problema. Per superarlo almeno in parte, ecco che si rendono necessarie le manovre evasive. Se si combatte volando tra 6 e 30 metri è possibile evitare i proiettili nemici o ridurre l'effetto delle spolette VT, che sarebbero magari letali entro i 5-6 metri, ma se si sposta il volo a 8-10 metri, allora o i proiettili funzioneranno in maniera poco efficace, oppure le spolette VT non funzioneranno per niente. Ecco perché è meglio per il Camel di volare in maniera acrobatica. Per non disperdere la propria limitata energia l'aereo dovrebbe evitare le manovre orizzontali ma salire e scendere verticalmente, perdendo velocità aumentando la quota e viceversa, in questo modo sarà possibile ridurre la perdita di energia cinetica e variare velocità, posizione e quota di continuo, rendendo impossibile una precisa mira da parte dei cannoni. In questo modo si potrebbe raggiungere la distanza di circa 3 km prima di essere presi sotto un tiro quasi inesorabile. A quel punto è difficile scampare, ma intanto i Camel hanno ridotto le distanze.
Rifacciamo il calcolo: prima gli SM-1 hanno un Pk del 75% e gli Aspide dell'80%, con i Camel non manovranti e in volo a 15 metri.
Con i Camel in volo acrobatico a circa 15 metri, oppure volanti a quote di circa 6 metri, sono sufficienti per dimezzare tali probabilità di abbattimento. Circa il 40% per gli SM-1 e gli Aspide. Sempre che sia possibile che funzionino a tali quote, s'intende.
Inoltre la manovra evasiva a distanze ravvicinate rende possibile evitare almeno il 50% delle raffiche di cannone tra i 3 e i 6 km.
Questo fatto è notevole: alla fine, si potrebbe calcolare così: numero di ingaggi d'artiglieria: entro i 3 km = ad oltre 3 km (fino a 6-7 km)
target normale; target normale entro 3 km; target manovrante-radente oltre i 3 km; sotto i 3 km;
Cannone da 127 o 76: 24 raffiche 80% 90% 50% 80%
Missili SM-1: 24 missili 75% 0% 33% 0%
Aspide: 8 missili 80% 90% 40% 50%
De la Penne contro bersagli standard: artiglieria in media sull'85% = 21 kill circa. Missili SM-1 = 18 kill Missili Aspide = 6 kill. Totale: 45 kill effettivi.
De la Penne contro bersagli difficili: artiglieria in media sul 65% = 15 kill circa. Missili SM-1 = 10 kill. Missili Aspide = 4 kill. Totale: 29 kill effettivi.
Naturalmente, questo di preciso non lo sapremo mai. Però sappiamo che una quota bassa giova all'attaccante. Parecchio, se mettesse addirittura totalmente fuori gioco un'intera categoria di missili. IN verità, persino con il bersaglio standard i missili SM-1 sarebbero teoricamente messi totalmente fuori gioco, e questo da solo toglie circa metà degli abbattimenti. Inoltre, volando a 6-10 metri o anche meno (3-6 metri) si potrebbe addirittura eliminare gli Aspide, il che complessivamente significa abbattere l'efficacia dei missili e della difesa della nave, rendendo ridotto anche il tiro delle artiglierie. Per quanto ne sappiamo, potrebbero esservi tra 5 e 50 abbattimenti a seconda delle modalità di funzionamento.
Per le Maestrale il discorso è del tutto simile: probabilmente avremmo un totale di 5 kill per i cannoni da 127, 5 per i 40 mm, 9 con gli Aspide = 19 kill per la Maestrale.
Ma, ripeto, è troppo difficile fare valutazioni del tutto realistiche. Solo i militari lo sanno davvero e a dire il vero, nemmeno loro lo sanno visto che questi scenari sono del tutto irrealistici. Per fortuna.
E con gli Swordfish, quindi?
Non è difficile da dire. Gli Swordfish sono appena più veloci, sono molto più grandi, meno agili ma comunque molto in termini assoluti e con un rapporto potenza:peso molto buono ,forse migliore di quello del Camel.
Ricordo che il Camel venne provato, negli anni '30, contro lo Spitfire e riuscì a batterlo, non è una balla, ma dà l'idea di come la lentezza non sia per forza negativa. Del resto, se così non fosse, gli elicotteri non esisterebbero sui campi di battaglia.
L'unica cosa che posso dire degli Swordifish è che hanno molto più munizionamento. Anche se frontalmente hanno solo un'arma e un'altra difensiva (che serve a ben poco...), il fatto che possano portare circa 700 kg di armi tra cui un siluro è tutto un altro mondo. Questo significa che basta un singolo aereo, potenzialmente, per distruggere la nave.
Quindi nessuno Swordfish potrà avvicinarsi a distanza di lancio. O almeno, non dovrà essere così se la nave De la Penne vorrà sopravvivere.
Dopo avere buttato giù circa 50 Swordfish in avvicinamento, almeno altri 10 lanciano i loro siluri e 3 di questi colpiscono la nave italiana, a distanza assai elevata da un siluro all'altro. Almeno 10 compartimenti stagni vengono allagati e la nave affonda pochi minuti dopo.
Ecco in sintesi cosa sarebbe successo in questa battaglia tra aerei primitivi e navi da guerra moderne.
Le lance primitive sono ancora efficaci anche quando l'avversario ha i fucili. Basta riuscire ad avvicinarsi.
Adua docet.