16-10-18
Anche se non sono così entusiasta delle scelte tecniche della nostra marina, non per questo non ne ammiro i risultati. Ecco perché i miei wargames navali sono tipicamente con navi italiane come protagoniste, nel bene e nel male. Anzi, sono le navi che mi diverto di più ad affondare, così complicate e piene di risorse come sono, è sempre una sfida notevole. Pensate solo al De la Penne: con 4 cannoni, 3 batterie lanciamissili, 2 lanciasiluri, 2 elicotteri, 11 radar, 2 sonar, 1 sistema ECM, 2 lanciarazzi ECM, ecc ecc, tutta roba di altissima qualità (con quel che costava, in effetti, non si poteva certo lesinare sui modelli).
Ma per sperimentare le capacità di queste navi, in questo wargame, anzi in questa famiglia di wargame, userò un avversario che viene da un'era geologica oramai sparita dalla storia aeronautica. Userò delle bestie preistoriche di potenza enorme, ma vulnerabili e lenti per l'era moderna. Ma dalla loro avranno anche una qualità che è, da sola, sufficiente per sconfiggere qualsiasi nemico. Purché usata bene, naturalmente.
Il De la Penne ha una grande potenza di fuoco. Ricapitoliamo anzitutto le sue capacità, in special modo antiaeree:
-1 cannone da 127/54 mm OTO-Melara Compatto. Entrato in servizio nei tardi anni '60, curiosamente con i 4 cacciatorpediniere Iroquois canadesi, è diventato parte della MMI dal 1972 in poi con gli Audace. La sua cadenza di tiro è di 40 RPM (originariamente erano indicati 45, non so quando e perché sono stati ridotti, forse erano i 'setting' iniziali, poi ridotti per salvaguardarne l'affidabilità?), gittata circa 23 km, ma quella a.a. efficace sui 7 km. Proiettili con munizioni HE da 32 kg possono causare gravi problemi a qualsiasi aereo o missile riescano a intercettare. Ben 66 colpi presenti sulle 3 giostrine di tiro, sufficienti per oltre un minuto e mezzo di tiro continuo, sempre che l'arma, raffreddata ad acqua, non si surriscaldi prima. NB: nei filmati delle navi italiane come l'Impavido, il rateo di tiro è dell'ordine dei 36-38 RPM. O questa è una cadenza da 'tempo di pace', oppure è davvero così che sparano. In ogni caso NON a 45 RPM.
Quanto alla cadenza di tiro, i filmati in rete sono concordi: almeno nel caso delle navi rimodernate tipo Audace (da cui derivano anche i cannoni installati sui De la Penne alla costruzione), il ritmo di fuoco è un colpo ogni 1,6-1,7 secondi. Per esempio, tirare 7 colpi in 11,5 secondi. Un esempio è questo: http://www.naveardito.it/Video%C2%AD_On_Line/Video/Ardito%20Colpi%20di%20cannone%20127%2054.mp4
Fate molta attenzione: il cannone sembra tirare circa 5 colpi in 5 secondi, ma in realtà no, il video inizia dal primo colpo già caricato e sparato, per cui questo aumenta la cadenza di tiro apparente, cosa particolarmente rimarchevole se le raffiche sono di pochi colpi. Infatti, con questo criterio, potresti sparare 2 colpi in un secondo circa, anche se tiri 60 RPM. E questo non significa che spari a 120 RPM, notare la lieve differenza! Nel video, per esempio, il tiro del 2o colpo è seguito dal fuoco di altri due proiettili entro circa 3 secondi (tra il secondo 1 e 4), ergo circa 1,5+ secondi. In pratica, cronometrandolo attentamente, sarebbero sui 4,6 secondi per gli ultimi 3 colpi, ergo più di 1,5 secondi per colpo. Questo significa più del 1,5 secondo/colpo necessario per i 40 RPM, a maggior ragione per i 45 RPM (1,33 sec). Nel video si vedono ad un certo punto, 8 colpi di cui gli ultimi 7 sono tirati in circa 11,5 sec, circa 36-37 colpi al minuto: addirittura di meno dei 40 ufficiali, il che è paragonabile all'altro video (del resto, la nave è la stessa).
(22) Nave Ardito 1988 2006 - YouTube
L'unica esperienza con armi del genere in combattimento è quella delle Falklands, dove i pezzi da 114 mm inglesi ebbero un discreto successo, ma nulla di determinante per il successo o meno della difesa aerea. La cosa è particolarmente importante, se si considera che il resto della contraerea inglese era costituita da cannoncini da 20 mm e missili Seacat sulla maggior parte delle navi, ed erano armi obsolete, rendendo così più importante il cannone da 114 mm, l'unica arma davvero moderna di navi come le Type 21, pur non essendo particolarmente studiato per la lotta a.a.
-3 cannoni da 76/62 Super Rapido. 120 RPM, gittata a.a. circa 6 km, proiettili da 6,3 kg, 80 colpi pronti. Sono i potenti pezzi multi-uso della OTO-Melara, praticamente lo standard mondiale della categoria artiglierie di medio calibro. E' difficile capire come mai sia accaduto: i francesi potevano permettersi di ridurre le dimensioni dei loro pezzi da 100, così gli inglesi con i 76 mm, o gli svedesi con il 120 mm. Ma di fatto, dopo i tentativi falliti con i pezzi da 76 anglo-americani negli anni '50 (troppo complessi e pesanti), tutti costoro hanno lasciato perdere, mentre gli italiani continuavano lo sviluppo dei loro pezzi da 76/62, piuttosto inaffidabili e senza successo iniziale di vendite, ma quando, dopo circa 15 anni di sviluppo, venne fuori il Compatto da 76, le cose cambiarono. All'epoca era considerato troppo piccolo per le navi di media grandezza, ma la sua nascita coincide con quella delle unità veloci missilistiche, per le quali esse diventarono presto la scelta obbligata. Non c'erano altri pezzi, quelli da 100+ mm erano troppo pesanti, quelli da 57 o meno erano un pò troppo leggeri e somiglianti a delle mitragliere contraerei piuttosto che cannoni veri e propri. Così l'arma è stata migliorata progressivamente e negli anni '80 appare l'SR, più preciso, con una cadenza di tiro maggiore di 1/3 circa, munizioni migliori, sistema di tiro superiore, è un'arma micidiale, che ultimamente è stata trasformata addirittura con proiettili a gittata incrementata, nonché con munizioni guidate, idea questa, che in realtà esiste da ben prima del Davide/DART attuale: la OTO e la BAe avevano iniziato gli studi negli anni '80, ma ci sono voluti circa 30 anni prima di arrivare a qualcosa di operativo! In questo caso, noi abbiamo un'ambientazione anni '90, circa metà del decennio, quindi non abbiamo questi problemi 'futuristici'. Ufficialmente è stato dichiarato che possa distruggere 4 missili antinave in avvicinamento da 6 km, ma come diavolo possa essere che i primi impatti sarebbero ottenuti a 5.500 metri, è tutt'altro chiaro, infatti i missili antinave non volano tipicamente alla velocità del triplano Fokker del Barone Rosso! NB: notare che, a differenza del Compatto da 127, in questo caso i filmati di YT dimostrano che in effetti una raffica di 10 colpi può essere tirata sui 5 secondi, in sostanza sono confermati i 120 RPM.
- missili Aspide/Albatros. 8 pronti al lancio (probabilmente opzionali, visto che non è affatto certo che siano davvero celle perennemente occupate, non dimentichiamoci che persino i missili antinave sono spesso largamente assenti dalle loro rampe), e magazzino da 16 missili sottostante. 15-20 km di gittata, quota operativa ufficiale tra 15 e 5-6.000 metri. La sua efficacia è potenziata sia dal lanciatore a 8 colpi disponibili per il tiro, che da un caricatore rapido Riva-Calzoni, che può caricare fino a 4 missili contemporaneamente, in poco tempo. Quanto, è un fattore cruciale per capire se queste armi siano davvero utilizzabili contro attacchi di saturazione, ma purtroppo il dato non è noto. Peraltro è chiaro che ci vorranno almeno alcune decine di secondi per eseguire la prima carica, essendo aggeggi tutt'altro che semplici da maneggiare, i missili pesano 220 kg e sono lunghi 3,7 metri l'uno. Sia i missili che il lanciatore sono, concettualmente, spudorate copie non dichiarate degli originali Sea Sparrow, ma per qualche ragione non si dice mai nulla di questo, tanto meno nella stampa nazionale. Con questo non è che anche le tecnologie di dettaglio usate siano uguali: in realtà sono di generazione successiva e il miglioramento è stato molto esaustivo in tutti i campi, ma sempre sistemi d'arma direttamente ricavati dai tipi americani sono (basti pensare che la Selenia ha prodotto 1.000 Sparrow appena prima di iniziare con gli Aspide, notizia largamente sottaciuta dalla stampa nazionale). L'unica cosa, a parte l'FCS Dardo-E (dalle Maestrale in poi), realmente non presente all'inizio, è stato proprio il caricatore per i missili dal magazzino.
I missili sono di un'efficacia proverbiale, tanto che viene dichiarata una Pk del 97%, maggiore di quella di qualsiasi altro missile. O così dicono gli uffici di PR del produttore. D'altra parte, non è mai stato usato in combattimento, e quasi sempre, i missili sono notevolmente al di sotto delle loro qualifiche. Il babbo (mai dichiarato, ma evidente) dell'Aspide, lo Sparrow, dava il 60-70% di probabilità di abbattimento nei test di tiro, ma in Vietnam è stato solo dell'8%. In seguito è migliorato, ma non mai quanto si valutavano i missili in origine. Nemmeno gli AMRAAM hanno dato Pk così elevati in combattimento, per cui piano con gli entusiasmi.
4- missili Standard RIM-66B o E, ergo SM-1MR in breve. Prodotti dalla General Dynamics, sono bestioni da oltre 600 kg e circa 15 piedi di lunghezza. Bisogna dire che sono armi notevolmente evolutesi nel corso del tempo. Gittata 46 km, quota circa 20 km, testata HE-frag pesante oltre 50 kg, Velocità circa 2,5 Mach. Caricatore Mk 13 singolo, cadenza di tiro sui 5-6 colpi al minuto, con 40 missili nella giostrina di tiro. Guida SARH.
46 o 67? (sui missili SM-1MR)
Molto è stato detto delle prestazioni di questi diffusissimi missili. La loro efficacia non è da meno. Ma quali erano le loro VERE prestazioni? Beh, qui bisogna almeno cominciare a specificare meglio la questione. Infatti, il loro valore di gittata massima era definito, al riguardo, come pari a 46 km (25 NM), ma il modello B era capace di andare più lontano, grazie ad una struttura allungata e più pesante, che implicava un motore sostainer in aggiunta a quello principale di accelerazione. Il valore della gittata massima, incredibilmente, è aumentato di ben il 45%, e come se non bastasse, anche la tangenza pratica è aumentata del 25%. Così, secondo le vecchie definizioni, la prima versione aveva una gittata di 46 km e una tangenza di 15 km (25 NM e 50 kft). La seconda versione, invece, aveva ben 67 km e 19.000 m (36 NM e 63.000 ft). Sembra giusto, così dovremo avere una capacità di ingaggio, a media quota, ben maggiore di 50 km di raggio utile. Oppure no?
In realtà, le più recenti fonti, come il sito US designation.net e il navweapons.com sono di differente avviso: la gittata di 46 km, infatti, è quella del RIM-66B, e non del modello A originale! Strano, vero? Il fatto è che sia tra 32 e 46, che tra 46 e 67 km, ci sono il 45% di gittata massima in più. Perciò, quali sono i veri miglioramenti? Entrambi sembrano validi, ma visto che apparentemente le fonti più recenti parlano di 46 km per il RIM-66B, e questo significa molto. Significa ridurre tantissimo le salve disponibili per contrastare gli aerei nemici in avvicinamento a media quota. Questo è un fattore fondamentale, come si vedrà poi.
La cadenza di tiro: secondo i vari video disponibili in rete, è facile vedere una cadenza di tiro, nel caso delle salve missilistiche o della preparazione dell'arma sulla rampa, si arriva a 10-12 secondi. Questo significa che la cadenza di tiro di 6 RPM è grossomodo rispettata, ma con un pò di 'fortuna', è possibile che il lancio sia solo di un missile ogni 12 secondi, ergo 5 al minuto. Quanto durerebbe tale prestazione? Chi lo sa. Al massimo, in genere lanciano salve di 2 missili a breve distanza, praticamente mai lanci continuativi per qualche minuto a fila:
(22) [MISSILE SM1] Tir d'entraînement - YouTube
(22) French Navy Frigate Jean Bart Firing SM 1 Medium Range SAM In The Mediterranean Sea - YouTube
Le versioni sono in realtà suddivise in 'block': il RIM-66 è suddiviso in diverse versioni, dopo i primi lotti costruttivi arriva il RIM-66B con le prestazioni migliorate, come visto sopra. Quanto tempo dura il funzionamento del motore? Non è chiaro, ma stando ai filmati dei lanci, abbiamo circa 8 secondi (per l'Ardito), ma vi sono anche lanci differenti, circa 5-10 secondi, per cui potrebbero essere versioni diverse da quelle della MMI. In ogni caso, però, si vede chiaramente, oltre al pennacchio di fumo lungo chilometri iniziale, anche un bagliore posteriore che è il motore di sostentamento, anche se fa poca scia, per cui quanto sia davvero lunga la fase di combustione dell'arma è difficile dire. Di sicuro il similare HAWK dell'esercito ha una doppia azione del motore, massa simile, e un tempo di combustione totale di circa 20 secondi.
NB: per il missile Tartar abbiamo il dato di circa 6.000 kg/s per i primi 4 secondi, poi un sostainer di 22-27 secondi (a seconda delle fonti, forse 27 secondi sono quelle del consumo totale?) da circa 900 kg/s. La velocità massima era circa 1,8 M. Notare che questo è lo stesso motore dei primi SM-1MR (RIM-66A), probabilmente il tipo B ha un impulsore da 8 secondi (e i circa 5 secondi? Probabile che siano missili più vecchi tipo RIM-66A), arrivando verso mach 2,5 e tenendo poi la velocità (non saprei comunque per quanto, certo è che anch'essi hanno un sustainer).
Da notare che tutti i missili, e sopratutto quelli americani, prodotti ex novo o aggiornati, cambiano spesso e volentieri al loro interno, specie compattando l'elettronica interna e aumentando testata e motore. Nel caso dell'SM-1, l'evoluzione è impressionante. L'arma è stata sviluppata dal Tartar, ma all'inizio le prestazioni non erano diverse, solo 32 km per entrambe in termini di gittata. Il modello B è arrivato a 46 km, mentre l'SM-2MR, che è stato a sua volta sviluppato in numerose e molto perfezionate versioni, ha avuto come principale novità un nuovo sistema di navigazione capace di ottimizzare la gittata dell'arma sprecando nella navigazione, meno energia possibile. Questo rende possibile aumentare la gittata oltre che la possibilità di ingaggiare bersagli multipli.
Per le navi AEGIS è possibile controllare più missili aggiornandoli continuativamente finché non si avvicinano e si attiva la guida SARH; per le navi non AEGIS, significa lanciare le armi con la rotta per la navigazione già inserita. In tutti i casi si realizza un'arma migliore, ma proprio per questo, è assurdo che la gittata sia così poco migliore rispetto al RIM-66B, ovvero solo 74 km anziché 67 km. Questo significa solo il 10% in più, mentre si sa che la differenza tra l'SM-1MR mod B e l'SM-2MR (delle prime versioni!) è del 60%!!! Questa differenza è quella che passa, nemmeno a farlo apposta, tra 46 e 74 km. Il che mi pare evidentemente sufficiente per dire che si tratta della conferma di come questi missili siano effettivamente dotati di 3 gittate, 32 km RIM-66A, 46 km RIM-66B, 74 km RIM-66C (SM-2). Tra l'altro, in seguito gli SM-2 si evolveranno ancora, e in maniera impressionante, con i successivi blocks raddoppieranno addirittura la gittata utile, grazie anche ad un nuovo motore.
Nel mezzo tra SM-1 e SM-2, c'é anche un altro missile, però: il RIM-66E, un ultimo modello apparso nei primi anni '80 dell'SM-1, il quale aveva diverse innovazioni per questo tipo di arma, tanto da renderla non molto meno efficace dell'SM-2. Ovvero: la testata bellica più potente Mk 115, come l'SM-2, pesante ben 113 kg anziché circa 60; e un'altra innovazione importantissima, anche il seeker è quello dell'SM-2, ovvero un tipo mono-pulse, anziché a scansione, il che rende l'arma molto meno facile da ingannare con le ECM. Tuttavia, non c'é traccia di gittate incrementate (a rigor di logica, la testata aumentando il peso di circa il 10% rispetto al missile 'normale', dovrebbe ridurre effettivamente le sue prestazioni).
Ricapitolando: RIM-66A Block 1, in servizio dal 1967, ha lo stesso motore Mk 27 a doppia spinta del Tartar ultima produzione, testata Mk 51 da 62 kg e seeker a scansione conica. In seguito ha avuto vari lotti che hanno comportato migliori ECCM e un raggio d'azione minimo più ridotto oltre che minori tempi di acquisizione di bersagli di superficie (tutti i vari SAM navali americani della famiglia hanno capacità antinave!), migliorati fino al 1968.
Poi il RIM-66B Block V aveva un raggio d'azione maggiore del 45% e una tangenza del 25%, arrivando a 46 km e a 24 km rispettivamente (anziché 32/19 km), più lungo di 25 cm con motore Mk 56 a doppia azione.
Infine il RIM-66E (Block VI) è apparso dopo l'SM-2 (1978) e ha comportato il seeker monopulse dell'SM-2, spoletta di prossimità di nuovo modello, e nelle ultime di ben 8 sottoversioni, anche la testata Mk 115 dell'SM-2, pesante ben 113 kg. La letalità di queste armi è stata quindi molto migliorata anche rispetto all'SM-1B.
Dal 1978 apparve, come detto sopra, l'SM-2 con nuovo autopilota Mk 2 e INS per portarlo nella zona vicina a dove sarebbe stato aiutato dal radar, questo comportava un percorso meno dispendioso, il target aveva molto meno tempo per reagire, era possibile ingaggiare bersagli multipli in rapida sequenza, maggiore gittata utile grazie alla guida su comando da parte dell'AEGIS, più come si è visto, guida monopulse e nuova testata bellica. Le navi non AEGIS usano invece il lancio con setting iniziale del percorso, ma senza la possibilità di aggiornare l'arma durante il volo tramite comando radio. I tipi successivi sono apparsi da circa il 1983 in poi con gittata pratica e capacità di ingaggio aumentate contro i bersagli più difficili e altre migliorie minori.
Si era detto che la MMI avesse anche l'SM-2, ma stando all'articolo apparso anni fa su RiD, e ai commerci censiti dal SIPRI, non pare che in realtà, essa abbia avuto questi missili, nemmeno per i De la Penne ammodernati. Eppure sono armi esportate ampiamente anche per marine relativamente minori e con navi armate di sistema Mk 13, come quelli dei caccia italiani. Dell'Mk 13 diciamo che è un sistema affidabile e provato lungamente in mare, ma come reagirebbe se dovesse tirare 12 missili in qualche minuto? Funzionerebbe tutto OK? Vi sono molte parti in movimento e la cosa è difficile da credere. Il suo cugino binato, l'Mk 22, presenta invece la particolarità che è la rampa che ruota sopra il deposito di armi anziché essere questo che fa la giostrina sotto la rampa.
Certo che gli SM-1 originari sono piuttosto vecchi, ma del resto, sono senz'altro almeno un minimo validi sennò non li avrebbero usati nelle navi come i De la Penne, a tutt'oggi con essi apparentemente equipaggiati. Non sono disponibili le miracolose percentuali di pk, ma è facile pensare che sia, nei test, sopra l'80-90%.
Tuttavia, queste armi sono vecchiotte e possono giocare brutti scherzi. Di recente, due missili SM-2, del modello successivo, sono esplosi al lancio (il solo motore-razzo, non la testata, non ancora armata, ma comunque un bel botto), danneggiando una nave americana e una tedesca, e questo con lanciatori verticali Mk 41, figurarsi. Ma può sempre succedere che missili del genere riservino sorprese, per esempio questo lancio con il secondo ordigno che perde un'aletta e cade vicino alla stessa nave che lo ha lanciato. (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Altra questione ancora: la gittata minima. Sebbene essa non sia che 1,8 km per il vecchio Tartar, per l'SM-1 è indicata in 1,5 NM ovvero 2,7 km, che non è una bazzecola. Per l'SM-1ER si arriva a ben 6,5 km. Il similare britannico Sea Dart ha una portata minima di 3 km, il vecchio Sea Slug di ben 9 km (su un massimo di 32 km circa). Per cui anche questa non è una questione secondaria, come vedremo poi.
Dal sito Designation.net abbiamo questo, che aiuta a calcolare il raggio di tiro effettivo:
In 1995, Hughes (now Raytheon) proposed to convert obsolete RIM-2 Terrier missiles, of which more than 2000 were in storage, to supersonic low-altitude target (SLAT) configuration as a replacement of and/or successor to the MQM-8 Vandal. At 10 m altitude, range would have been 40 km (22 nm) with the MK 30 motor, or 64 km (35 nm) with the new MK 104 dual-thrust motor. As a ballistic missile target, maximum altitude and range could be 85 km (280000 ft) and 275 km (150 nm), respectively (168 km/550 km with MK 104 motor). The designation YRQM-67A was reserved for protoype conversions, but the Terrier conversion plan was eventually dropped. However, Raytheon has converted many surplus SM-2ER rounds (mostly RIM-67C) to TMT (Terrier Missile Target) configuration to serve as ballistic missile targets. Although I don't have firm evidence, these targets are probably designated RQM-67A.
Quanto all'Aspide, e al suo famoso sistema di ricarica parte dell'apparato Albatross, direi che è più o meno come mi aspettavo; la sua tempistica di ricarica è veloce, ma solo per infilare il missile (o più di uno, pare fino a 4, ma sarà così nel mondo 'reale'?) nel lanciatore ci vogliono quasi 10 secondi, per non dire di tutta la procedura d'estrazione della rastrelliera. Al confronto, è rapidissimo il dispiegamento dei missili SM-1 dal magazzino alla rampa, pur essendo oltre il doppio più pesanti. In termini di prestazioni, all'inizio degli anni '2000 si diceva che la portata fosse maggiore, fino quasi a 25 km, il che significa un aumento di circa il 25-30%, più una migliore capacità di ingaggio alle medie quote (quanto 'medie'? La parte 'più bassa' di queste, che vorrà dire cosa... 6.000 m? 8.000 m? Boh). Però qui siamo a circa metà anni '90 e siccome non ci sono dati al riguardo delle ultime sotto-versioni dell'Aspide (è importante che qui non si parla di Aspide 2000, che è una generazione successiva, anche se non così modificato come quel mini-SM-2 che è diventato l'ESSM), mi attengo (sorry) ai missili Aspide di 'vecchia' generazione. Magari si tratta semplicemente di lotti di produzione più anziana (1985-1990), del resto sono missili che costano un bel pò e non è che si rottamino gli imponenti stock accumulati durante la Guerra fredda in un batter d'occhio, no? Né è facie pensare che siano stati radicalmente aggiornati, per esempio con la sostituzione dell'intero motore con un'unità più potente. In ogni caso, ripeto, non ho argomenti per sostanziare tali migliorie e siccome la MMI è stata la prima e più prolifica utilizzatrice di queste armi, è chiaro che ne abbia accumulate tra gli anni '70 e '80 una tale quantità, che in tempi di 'vacche magre' (anni '90) non abbia esitato ad utilizzarli, magari anche per le navi più moderne, come in questo caso.
COME SI VEDE, ci sono un sacco di variabili da considerare. Non sappiamo, per esempio, quanti erano i proiettili per i cannoni da 76, visto che questi ultmi erano esclusivamente visti come armi antiaerei-antimissile, forse non erano molti, mentre erano maggiormente multiruolo i cannoni da 127/54, però con munizioni anche di tipo non antiaereo. Considerando quanto costosi fossero i proiettili antimissile di ultima generazione arrivati con l'SR, dubito che ne abbiano stivati molti, anche perché reputati così efficaci, grazie anche al loro raggio di tiro di prossimità fino a 10 metri dal target.
I radar e il cono di silenzio
Poi, ovviamente, ci sono i radar. Voi penserete che è facile calcolare la capacità di un radar: portata, potenza, frequenza, numero di rivoluzioni al minuto. Ma quasi mai vi dicono anche un altro fattore fondamentale: l'elevazione. Senza di essa, un radar di scoperta aerea non vale niente! L'elevazione dei vari radar imbarcati, però, non era confortante. A parte quelli di inseguimento, capaci di alzi notevolmente maggiori, quelli da scoperta non erano così eccezionali. L'SPS-774 (RAN-12S) è quello collegato al sistema Dardo, ma esso ha un'elevazione dell'ordine dei 45°. La stessa anche per il radar di scoperta 2D a lungo raggio, mentre l'SPS-52C, che è installato sugli Audace migliorati e sui De la Penne, aumenta l'angolazione dalla verticale da 15 a 25°, ma nonostante questo, risulta che abbia soltanto 45° di elevazione! Questo discorso è verificabile anche per via che nell'USN, questi radar sono stati soppiantati dall'SPS-48, che è provvisto di un alzo di ben 65°, nel modello E addirittura 69°
La cosa è anche più notevvole se si pensa che persino un radar modernissimo come il RAN-40L italiano, ha un'elevazione tra 20 e 50°, quest'ultima solo per la funzione 'antimissile balistico'.
Questa è una panoramica di alcuni radar italiani di ultima generazione:
RAN-40L: portata minima 180 m, massima 400 km; sorveglianza: 6 o 12 RPM. Elevazione: 0-20° sorveglianza, 0-30° antimissile balistico, 0-50° antimissile (antinave).
Portata massima e caratteristiche del RAN-30X nei vari modi di funzionamento: NB: 25° di angolo d'elevazione (e 1,2° di apertura orizzontale).
Mode 1 (15rpm) >100km air/surface surveillance
Mode 2 (30rpm) >40km navigation and heli control
Mode 3 (3rpm) >200km over-the-horizon surface
Mode 4 (30rpm) >25km anti-missile
RAT-31SL:
Frequency Band L
Instrumental range 400 Km
Elevation coverage -2° to 20° ABT
(30.5 Km height ABT ceiling)
ARGOS-73:
Antenna
• Type: Reflector feed
• Polarization: Horizontal, Circular (L/R)
• Scan rate: 10/12/15 r.p.m.
• IFF Antenna: Integrated
Transmitter
• Type: Solid State
• Frequency: S-band
• Peak power: 10 KW
• PRF: Fixed or stagger
• Modes: Fixed frequency, pulse-topulse
agility, burst-to-burst
agility
Coverage
• Range: 0.5 to 60 nm
. Elevazione: fino a 10.000 m.
(dal sito radartutorial.eu)
AN/SPS-52
Evoluzione del modello SPS-39. Il tipo più recente, dei primi anni '80, è il modello C. Nuova elettronica ma stessa antenna del -B, antenna inclinata di 25° anziché 15°; raggio in modalità 'high angles' di 180 NM e alzo di 45°; modalità long range, secondaria rispetto all'altra, ha ben 300 NM di portata, ma solo 13° di elevazione. La modalità di fuoco ravvicinato high data rate è da 110 NM e 45° e ne esistono anche altre, come la MTI che ha 70 NM/38°. Attualmente è presente sulle unità tipo WASP e TARAWA. Giri? Ufficialmente sono 5 al minuto, ma scommetto che sono soltanto quelli in modalità di sorveglianza a lungo raggio, mentre in condizioni di scoperta a breve distanza sono circa 10-15, come è normale in radar di questa categoria.
AN/SPS-48 (a titolo di paragone, non fa parte del wargame)
Questo è l'aggiornamento dell'altro e ha praticamente tutto nuovo, è sempre un 3D a lungo raggio con antenna phased array, con verie modalità di funzionamento e la possibilità di elevare di molto l'osservazione grazie a ben 9 fasci anziché 1, con 45° visti contemporaneamente, ma la capacità di elevare il campo d'osservazione fino a 65°. I modelli sono due: l'SPS-48C e l'SPS-48E, quest'ultimo ha il doppio della potenza e un'elevazione massima di 69° (65°, probabilmente, per il modello C). E' presente sulle portarerei classe NIMITZ e le grandi portaelicotteri anfibie e navi comando americane.
Soltanto i radar più moderni e multiruolo, per la guida dei missili, sono migliori di così. l'ARABEL arriva a 70°, mentre l'EMPAR, dove la MMI per una volta ha visto un'esigenza di coperture elevate, arriva addirittura a 90°. Ma questa non è una cosa che ci interessa qui.
Questa situazione è problematica, ovviamente, se si pensa che con 45° di angolo, un aereo in volo ad una tot quota entrerà nel 'cono di silenzio', ad una distanza paragonabile dalla nave. Se vola a 30 metri, no problem; ma se vola a 6 km, allora sì problem, e non pochi. Ed è qui che si gioca la credibilità delle azioni nemiche, delle loro tattiche e delle loro scelte operative. Anche questa è una cosa che vedremo in seguito.
Robustezza della nave: non mi è noto il numero di compartimenti stagni. Però le Lupo e le Maestrale hanno 14 compartimenti. Gli Audace addirittura 16. Questo però non è un fatto straordinario e non è scontato nemmeno che sia così. Il Garibaldi, per esempio, pare che abbia solo 13 compartimenti stagni malgrado sia più grande. Mentre i cacciatorpediniere Cassard francesi, hanno ben 16 compartimenti stagni, considerando che sono simili come dimensioni e dislocamento più agli Audace che ai De la Penne, è evidente che questo tipo di strutture sia uno standard, e le altre navi della categoria sono presumibilmente dello stesso livello: un compartimento stagno ogni qualcosa meno di 10 metri di lunghezza. Le sovrastrutture dei De la Penne, come per le Lupo, sono peraltro in acciaio su quasi tutti i punti (esclusi, ironicamente, proprio quelli 'caldi', i fumaioli, in alluminio!), mentre le Maestrale hanno sovrastrutture più grosse e in alluminio, così come i Cassard e probabilmente, gli Audace. Le aree di controllo danni sono pure importanti e le navi italiane sono molto popolate, anche per aumentare la manodopera (tanto c'era la leva...) per la sicurezza a bordo.
Il nemico oltre la collina
Dall'altra parte del ring, abbiamo niente di meno che gli aerei dell'USN della II Guerra mondiale. Sono loro gli antagonisti.
SBC Helldiver: presente nelle ultime versioni. E' lui il 're' della situazione. Non molto maneggevole e affidabile, è pur sempre dotato di un potente armamento di 2 cannoni da 20 o 4 da 12,7 (se sono delle versioni meno recenti), e circa 1.000 kg di armi, tra cui anche 6 HVAR. E' robusto e ha una buona autonomia, peraltro è un pò troppo grosso. Ma rispetto al Dauntless, ha almeno un pregio fondamentale: è molto più veloce, capace di circa 475 km/h, tangenza massima sugli 8.000 metri, autonomia circa 2.000 km.. Sono circa 100 in meno del corrispettivo giapponese Judy, ma comunque sono quasi 100 in più del Dauntless.
SBD Dauntless: è il classico bombardiere americano della categoria, il migliore per efficienza bellica e carriera, ma soppiantato progressivamente proprio dall'Helldiver. Con circa 1.200 hp, ha una velocità di circa 400 km/h a 5.000 m, tangenza di circa 7.000+ metri (in pratica è possibile mandare intere formazioni in volo a 6.100 metri con bombe fino a 1.000 lb, e probabilmente si può anche fare di meglio, almeno senza il pieno di carburante a bordo). Molto agile e affidabile, è meno armato e veloce dell'SBC, in altre parole, anche alla massima velocità, fa solo 6,6 km/min, anziché 7,5+ del rivale e successore. E' più piccolo e leggero, ma questo conta relativamente poco, casomai è interessante perché ha una maneggevolezza invidiabile, in stile caccia. Se necessario scende in picchiata a 550 km/h in modalità 'bombardiere (aerofreni aperti e fino a 70' di angolo di picchiata)', ma può arrivare a circa 800 km/h se buttato alla massima velocità di scampo! Come l'altro, è dotato di una coppia di mitragliatrici leggere dorsali per la difesa.
F6F Hellcat: cacciabombardiere, qui presente nelle versioni più recenti, i tipi F6F-5 cacciabombardieri, con coda rinforzata per essere un cacciabombardiere affidabile, motore sovrapotenziato da circa 2.000 hp. Circa 600 km/h a media quota e oltre 10.000 m di tangenza. Hanno la possibilità di portare 6x12,7 mm interne con ampio munizionamento, più fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno (solo F6F-5), talvolta 2 cannoni da 20 al posto di altrettante mitragliere. Può portare in alternativa portare fino a 6 razzi HVAR sotto le ali.
TBF Avenger: classico silurante americano, arrivato contemporaneamente all'estensione del predecessore Devastator (devastato a Midway). Circa 440 km/h, capace di portare 1 siluro o circa 1.000 kg di carico bellico. 2 armi da 12,7 mm o 2 da 20 mm, due mitragliere da 12,7 e 7,6 mm difensive, alle volte anche razzi.
Corsair F4U-1/4: cacciabombardiere multiruolo, velocità massima circa 680-710 km/h, a seconda dei modelli. 6x12,7 o (in pochi casi) 4x20 mm (armi più potenti ma con meno munizioni e sopratutto, minore affidabilità). Portano fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno, sotto le ali o talvolta sotto la fusoliera, tra cui due bombe da 1.000 lb oppure 8 razzi HVAR da 5 pollici e circa 60 kg complessivi di peso (unitario).
Tra le armi ci sono le onnipresenti Browning nelle versioni aeronautiche: con circa 850 m/sec, appena meno del normale, canna più corta ma il 50% extra di cadenza di tiro (fino a 800 rpm), affidabili, però senza proiettili esplosivi però con proiettili perforanti-incendiari. Ma sempre meglio dei cannoni M2/M3, copie malfattte degli Hispanici europei, meno affidabili purtroppo, così che l'USN faticò molto a liberarsi delle 12,7 mentre l'USAAF se le tenne fin quando nei primi anni '50, passò ai cannoni da 20 mm M39 e poi Vulcan, ma non in tutti gli aerei. Per quanto non molto efficienti, la loro affidabilità le rese molto popolari per gli aviatori americani. I cannoni M2/M3 potevano sparare a circa 600+ RPM.
Bombe: sono le armi fondamentali per distruggere una nave non corazzata. Una HE da 1.000 lb è la scelta migliore, circa 500+ di TNT, oltre 3 volte quello della bomba AP di pari peso, e potente anche come arma di prossimità con la stessa spoletta VT. Un'arma potente per impatto diretto, per esplosione di prossimità aerea, per esplosione in mare entro 15-30 metri almeno. Dunque non una risorsa banale.
Siluri: gli americani hanno quelli da 559 mm, molto larghi e tozzi, buoni per il lancio con i vani interni degli Avenger, non molto veloci, ma dal modello Mk 10 in poi, sicuramente disponibile nel 1944-45, con testata da circa 270 kg di esplosivo ad alto potenziale. Sono potentissimi, circa come un siluro pesante per navi e sottomarini.
Una parola la meritano i razzi HVAR. Di fatto, essi rappresentano una notevole risorsa, anche dal punto di vista psicologico: consentono ad un cacciabombardiere di presentarsi di fronte ad una nave, non armato di armi da 12,7 contro cannoni da 127 mm, ma a parità di 'calibro'! Incredibile, ma vero. Potenzialmente si tratta di un vero 'game changer' che rende possibile agli aerei una maggiore capacità distruttiva con sgancio prima del sorvolo del bersaglio, proprio quando si entra in quelle ridotte distanze tali da impedire all'aereo di scappare dalla fuoria della contraerea convenzionale. Ovvero sui 2-3 km, che corrispondono anche alla gittata minima di molti tipi di missili SAM. Finché questa distanza è coperta solo da armi automatiche, non è molto confortevole, anche con attacchi in picchiata; con le bombe bisogna avvicinarsi molto di più; ma con i razzi è tutta un'altra cosa...
Questi sono i predecessori dei successivi ZUNI che hanno una maggiore capacità per gli aerei moderni data tra l'altro anche dalle alette ripiegabili per farli entrare nei tubi di lancio. Ma i razzi HVAR sono molto simili come prestazioni: supersonici, con una gittata nominale di circa 5 km (ma quella effettiva è molto minore, visto che la precisione non è eccezionale).
A suo tempo i loro predecessori erano stati gli FFAR da 3,5 pollici, armi sopratutto usate dagli Avenger e altri velivoli, per compiti antisommergibile. Inizialmente erano razzi privi di testata HE, supersonici e capaci di bucare gli scafi degli U-Boote. Poi si pensò di usarli con testate esplosive, e arrivarono gli FFAR da 5 pollici, ma ancora con il corpo da 3,5! Il risultato fu piuttosto deludente. Entrambi i razzi vennero introdotti nel 1943.
Ma erano lenti e poco precisi, con una ridotta gittata utile. Così, entro metà 1944, vennero progettati e costruiti dei motori-razzo molto più potenti (anche esse da 5 in), con prestazioni nettamente supersoniche, prossime a mach 1,2 al termine della combustione. La balistite americana, con un impulso specifico di circa 200 sec, era di circa il 10% superiore ai propellenti di altre nazioni, così il risultato fu un razzo di elevate prestazioni.
Con un proiettile da 127 mm come testata bellica, tipo HE o SAP, ovviamente in questo caso HE, hanno una potenza di fuoco paragonabile alla salva di un cacciatorpediniere e indubbiamente, qualcosa con cui sostenere il proprio morale. La carica HE interna non è molto alta (sui 3 kg), ma è pur sempre quella tipica di una granata di questo calibro. La precisione sarebbe buona, ma bisogna considerare l'abilità effettiva dei piloti nel suo uso. La sua utilità comunque è stata evidente. La produzione, fino a metà anni '50, è stata enorme: si parla, solo per il periodo 1944-45, di oltre un milione di esemplari. Cenni sulla loro attività operativa:
1) i primi HVAR sono stati di sicuro impiegati già a metà 1944, come successori dei troppo lenti FFAR del 1943 sempre paricalibro (almeno come testata); risulta che nella campagna delle Marianne, gli americani con gli F6F-5 Hellcat ne abbiano tirati 5.000 in poche settimane, a partire dal giugno 1944. Questo dimostra sia che gli HVAR erano all'epoca in servizio, sia che lo erano gli F-6F-5 e che questi avevano anche i razzi in distribuzione già allora, anche se non è provato che li usarono contro le navi da guerra giapponesi. Risultarono comunque un tale successo, che prima di essere sostituiti dagli ZUNI (praticamente l'evoluzione con testate differenti e alette ripiegabili per lancio da tubi), ne realizzarono fino a metà degli anni '50, circa 1 milione di esemplari.
2) gli F6F-5 erano i primi veri cacciabombardieri Hellcat, infatti, a differenza dei precedenti Wildcat, gli Hellcat del modello iniziale, il tipo -3, erano poco adatti perché malgrado la loro generale robustezza, avevano piani di coda un pò deboli per la richiamata ad alta velocità. I -5 risolsero il problema in maniera marcata e diventarono mezzi offensivi di elevate capacità.
3) i razzi Tiny Tim erano stati impiegati mettendo praticamente un razzo alle bombe da 500 lb, ma solo pochi esemplari per Okinawa e dintorni, ebbero peraltro un pò di successo in Corea.
4) le spolette VT erano state usate già con successo entro la fine della guerra. Ma come le usavano con le granate da 127 mm dei cannoni, le potevano usare anche con i razzi che di fatto erano sempre granate da 127 con un razzo dietro. In effetti, questi razzi dimostrarono di essere, contro bersagli all'aperto, 5,2 volte più efficaci dei normali con spoletta ad esplosione a terra, esplodendo a circa 20 metri di quota. La cosa si dimostrò talmente buona, che fino ad un terzo non solo dei razzi, ma anche delle bombe, tirati negli ultimi mesi di guerra era con spoletta VT.
5) quanto agli aerei Corsair: non solo ci sono disegni di F4U-4 di ultima generazione in servizio con la Essex nell'aprile del 1945, con tanto di 8 razzi HVAR sotto le ali, ma vi sono anche foto del tardo 1944 di Corsair sulle portaerei americane armati con gli HVAR. Questo significa che per Okinawa e per il contrasto alla Yamato erano disponibili sicuramente anche i Corsair e i razzi HVAR.
6) esistono alcuni elementi di prova in cui i velivoli americani attaccarono anche con razzi le navi giapponesi quel fatale 7 aprile 1945.
Lotta ad armi impari
Anzitutto le premesse: tempo buono e giorno, ergo buone condizioni di visibilità, con poche nuvole (max 3/10). Mare aperto, senza comunicazioni ed interferenze da parte di qualcun altro fuori dalla zona di battaglia. Non è facile per un nemico arretrato tracciare il movimento di una nave da guerra che abbatte o affonda praticamente chiunque si avvicini a meno di 40 km in aria e a meno di 180 km in superficie. Ma anche così, non è detto che la localizzazione non avvenga e se avviene, a quel punto parte il wargame. Un grosso SE, immagino. Ma è un gioco e va bene così.
Ah, ovviamente: il nemico è noto, almeno nei principi generali. Altrimenti la cosa non sarebbe nemmeno pensabile, troppo grande è l'effetto sorpresa dei missili contro gli aerei convenzionali del periodo bellico. Il fuoco preciso della flak è concepibile, in fondo un SR è solo un cannone più preciso della controparte bellica; ma un missile è tutt'altro nemico e fa paura e tanta, ai piloti che lo affrontano, come ricordava anche Randy Cunningham (che in effetti, finì abbattuto da un SA-2 dopo l'ultimo, famoso combattimento che tenne in VN). L'intelligence alleata, così potente ed efficiente, aveva però avuto notizie della nuova 'super-nave' nemica, forse grazie alla decifrazione dei sistemi di trasmissione nemici, cosa che in effetti accadde durante la guerra ai danni della marina giapponese (e non solo). Per cui hanno studiato le tecniche e le tattiche migliori per permettere ai propri piloti di farcela, e li hanno istruiti e preparati un minimo almeno, per ottenere l'effetto voluto.
Lancio dei missili SM-1: sono lanciati con modalità shoot-look-shoot, quindi prima tirano un missile, poi guardano il risultato, poi sparano ancora se hanno mancato. Così il lancio è più lento, ma... se non fosse così, vedresti i missili attaccare un unico bersaglio, e quando in giro ce ne sono molti, o si spara missili come se non ci fosse un domani... oppure al contrario, si mira cercando lucidamente di non sprecare colpi. Conoscendo il rateo di colpi a segno prevedibile, con la maggior parte dei missili che abbatteranno i bersagli, non si capisce perché lanciare più armi contro un singolo target. Ovviamente questo è importante solo contro obiettivi molto lontani, così da avere tempo di lanciare più armi contro un singolo bersaglio, dato che il tempo di volo arriva sui 60 secondi. Però bisogna dire che questa problematica è molto meno sentita dopo che il raggio si riduce a distanze medio-brevi, quando comunque non ci sarebbe molto modo di lanciare più missili contro un singolo target, perché comunque vi sono due linee di mira e due missili sono lanciabili ogni 20 secondi, pari a circa 12-15 km di distanza percorsa dai missili. Quindi per il raddoppio, bisognerebbe lanciare da 20-30 km di distanza.
Raggio di tiro: a media quota, ritengo che 40 km siano una buona valutazione. Potrebbero essere di più, tipo 46 km per esempio, ma penso che nel rapporto drag-quota, è tale per cui la massima gittata utile è raggiunta a quote di 10.000-15.000 metri circa, sopra il missile fatica troppo a salire, e sotto c'é troppo drag indotto dall'atmosfera. Sarebbe interessante sapere che tipo di pilotaggio è possibile con questo missile, se per esempio è capace di salire in quota e poi ritornare giù, arrivando sul target in picchiata. Non lo so, onestamente, ma è una capacità che ha l'SM-2.
Ricarica: circa 10-12 secondi per l'SM-1. Dubito che il funzionamento sia molto favorito dallo sforzo dato dal lancio di missili sostenuto in diversi minuti, per cui è facile che con tante complicate parti meccaniche in movimento, si possa subire guasti più o meno seri, anche eliminabili ma con una certa perdita di tempo, da pochi secondi ad alcuni minuti, ma troppi durante una battaglia aeronavale.
Aspide e cannoni: distanze di tiro entro i 20 km circa per il missile, ma se gli aerei volano oltre la quota di tangenza pratica (5-6.000 metri), è di fatto impossibile usarli e allora saranno utilizzati soltanto per gli ingaggi più lunghi durante l'attacco in picchiata finale, entro i 10 km quindi. Uno dei canali di tiro, almeno sui De la Penne e le Maestrale, potrà essere dedicato a queste temibili armi anche per il tiro a corto raggio. Le fregate Maestrale e Lupo hanno un sistema dedicato di tiro per il cannone, ma nel primo caso è elettro-ottico, presumibilmente con una certa capacità antiaerea anche contro bersagli in quota (ma non è facile dire in maniera precisa quali siano le sue qualità). Tenete presente, che, a differenza di altre marine, quella italiana non è stata di manica stretta con le direzioni di tiro, e quando le armi a.a. sono state superiori rispetto a queste, è stato solo perché la MMI ha esagerato con il numero di armi a bordo (es Audace e De la Penne, rispettivamente con 6 e 5 armi, ma con 3 e 4 DT disponibili; le fregate hanno tutte 4 armi e 4 DT). I missili vengono lanciati singolarmente, ma è possibile che essi vengano anche lanciati in raffiche di due, a breve raggio almeno, tanto non c'é più nulla da perdere, specie entro i 3 km (sempre che le DT siano passate al tiro con i cannoni, che per quanto ne so, è incompatibile da farsi simultaneamente con il lancio missili). I cannoni sono sparati entro i 6-7 km di distanza, con raffiche di 5-6 colpi per il 127, 8-10 colpi per i 76 mm (probabilmente 6-8 colpi l'uno se operano assieme contro uno stesso target). La probabilità di colpire e abbattere il target è alta, probabilmente sia le raffiche di cannone che i missili arrivano all'80%.
Attacco degli aerei. Direi che la migliore azione dei volenterosi è a media quota. Perché? Tanto, i velivoli carichi sono costretti a volare non tanto più in alto di seimila metri. Si potrebbe attaccare a volo radente, ma dubito che le armi moderne siano particolarmente vulnerabili a questa tattica, volare a bassa quota va bene finché sei nella condizione di combattere passando sotto la cortina dei radar e sopratutto, sotto la quota minima pratica dei missili antiaerei. Ma se questo trucco non funziona, allora sarà una strage, costretti a volare a velocità ridotte e senza modo di variare in fretta le quote, quindi praticamente è come se fossero bersagli bi-dimensionali, capaci di volare in direzione e velocità, ma non in quota. Non so se è possibile fare questo tipo di attacchi. Ma se non lo è, gli attaccanti sono perduti. Mentre un volo a media-alta quota è vantaggioso perché è possibile scendere giù in picchiata dall'alto a velocità molto elevata, variando in fretta la quota e sopratutto, evitando i missili Aspide. La loro quota non è sufficiente, essa è ufficialmente definita in 15-5.000 o massimo, 6.000 metri. Sono Aspide di 1a generazione, massimo metà anni '90, per cui non è considerato un livello di prestazioni migliore, ammesso che i tipi più moderni siano migliori realmente. L'Aspide sale di velocità e a termine combustione ha raggiunto mach 2 circa, ma la combustione dura appena 3,5 secondi e il percorso è circa 1 km. La conseguenza è che poi il missile deve salire di ben 5 km e rotti, subendo anche un forte attrito aerodinamico, che comporta una riduzione rapida della velocità: generalmente è -25% in 5-10 secondi di volo, se l'Aspide arriva a 6.000 m in circa 15 secondi, ha perso praticamente la metà della velocità massima, il che significa perdere una grande capacità di manovra, non importa quanto l'Aspide sia omaggiato dalle bruchu... dagli articoli della stampa italiana. Anche per esso valgono le stesse leggi della fisica che condizionano il predecessore Sparrow. E un aereo della II GM è senz'altro poco prestante in termini di velocità pura, ma ha una marcata maneggevolezza che gli permette di stringere virate inarrivabili per i caccia moderni. Basti pensare che, nel confronto tra Lightning e Spitfire, quest'ultimo riusciva a chiudere la virata dentro quella del jet e arrivare seriamente a distanza di tiro utile. E questo con uno dei jet supersonici più maneggevoli.
Quindi non c'é nulla di banale nel caso dei velivoli bellici contro missili moderni. Sarà difficile sopravvivere, sì, ma non è impossibile. Quanto alle ECM, l'unica cosa che gli aerei americani potrebbero fare è usare i chaff, che sono sempre validi, come dimostrato da britannici e anche argentini alle Falklands, quando anche con mezzi triviali riuscirono a ingannare spesso i radar moderni, anche del calibro degli Skyguard. Gli americani conoscevano il chaff (il nome è loro), così come i tedeschi (duppel), inglesi (window), e persino i giapponesi, che furono i primi ad usarlo (ghimanshi, o 'carta che inganna'). Difficile che un velivolo monoposto possa averlo mai portato in guerra, ma per i pluriposto come gli Helldiver il problema non dovrebbe porsi, se si vuole si può usare a mio avviso, anche se non ne sono particolarmente entusiasta, preferendo un più affidabile studio dinamico che gli effetti 'speciali' imprevedibili dei chaff contro i radar moderni.
Quanto al riconoscimento della minaccia, questo può essere un problema. L'unica cosa che aiuta, è seguire la scia. Del missile in arrivo. Non potrà passare inosservato, e se è ad alta quota è possibile lasciare una scia di vapore anche a motore spento, e sopra i 5.000 metri questa è una seria possibilità. In questo caso facciamo che in effetti, data anche la forte umidità di un ambiente caldo, ma non troppo, si formino le scie. La loro produzione, per effetto adiabatico (la pressione cala dopo il passaggio dell'oggetto in volo ad alta velocità, condensando l'acqua presente come umidità atmosferica), è maggiormente facilitata tra 0 e 10°C e in atmosfera umida. Direi che nella zona grossomodo tropicale, è facile ottenere, a media quota, entrambi i fattori, per cui è certo plausibile che la scia si veda. Nel caso dei motori di sostentamento è più arduo dire, ma è probabile che siano comunque visibili, almeno entro certi limiti. Inoltre, i missili di per sé sono piuttosto grossi e anche arrivando ad alta velocità, è verosimile che la loro sagoma venga vista stagliata contro il cielo blu, o anche sopra il mare (pure esso blu), per non dire dei riflessi metallici che possono generare. Se c'é la scia, comunque sia, è meglio, perché aiuta il pilota a compiere la manovra di scampo calcolando meglio i tempi, la distanza e la velocità del missile. Il fatto di vedere partire i missili con la loro inconfondibile scia, aiuta indubitabilmente a capire quando (di lì a pochissimo) arriveranno in zona. Ecco un esempio di scie di condensazione in un ambiente tipico: il tiro al tacchino delle Marianne (giugno 1944): https://en.wikipedia.org/wiki/File:Fighter_plane_contrails_in_the_sky.jpg
Sfidare i missili è una brutta cosa quando sei a media quota e senza ECM, ma è l'unico modo che c'é, quello e il numero duro e puro di attaccanti, tanto per saturare le difese nemiche. Ma quando si avvicinano i potenti missili nemici, che cosa si può fare per ridurre la loro minaccia? Trattarli per quel che sono, dei piccoli aerei kamikaze, veloci ma pur sempre con limiti in manovra che si devono sfruttare.
Le manovre difensive degli aerei devono essere molto secche e molto rapide, idealmente dovranno affrontare il missile come un torero contro un toro, con manovre laterali di 60-80° in pochi secondi, e MAI in salita, al limite picchiata+richiamo finale; non sono richieste virate di 360° e comunque sia, sarebbero sia troppo lente (a che servono, con i missili avvistati giusto negli ultimi secondi?), sia troppo dannose per l'efficienza della formazione, costretta a perdere coesione e a rallentare, esponendosi ad altri e letali lanci di missili. Invece gli aerei dovranno correre verso la nave come se non ci fosse un domani, perché non c'é altro modo per impedirle di continuare il lancio di missili SM-1, che arrivare prima che li abbia esauriti! 40 km sono tanti, ma non tantissimi, a 600 km/h si fanno in 4 minuti mentre la maggior parte dei sistemi di superpotenza ne garantisce almeno 5, inoltre se si ha la cura di salire di quota (diciamo a 8.000 m) per poi discendere progressivamente fino a circa 6.000 metri, nei 3-4 minuti successivi, il risultato sarà continuare ad avvicinarsi con una forte velocità extra.
E ricordatevi che un missile supersonico, per intercettare un bersaglio subsonico, deve manovrare in maniera molto più dura di esso, se è già a corto di energia, tirare 8-9 G triplica la velocità di stallo e al contempo, consuma rapidamente l'energia disponibile. Uno stallo ad alta velocità, a quel punto, diventa molto facile e molto rapido, dopo appena pochi secondi. Guai se il missile manovrasse duramente a poco più di mach 1, per esempio, significherebbe stallare quasi subito.
Inoltre, sarà sempre necessario attaccare con il vento in poppa, anche 50 km/h sono tanti considerando tutte le prestazioni, averli pro o contro fa la differenza. Ricordatevi che un Hurricane Mk I, nel 1938, volò in un percorso misurato alla media di oltre 650 km/h. La cosa è incredibile, perché corrisponde alla velocità massima dello Spitfire, e non dell'Mk I ma dell'Mk VIII/IX del 1942. Ma si spiega perché l'Hurricane aveva un forte vento in poppa, che ha comportato presumibilmente almeno 97 km/h extra (che a me sembrano pochi comunque, come minimo sono stati circa 150). Questo fatto, da solo, ha reso possibile volare a circa 11 km al minuto, anziché 8,5, il che significa che in caso di avvicinamento alla nave, sarebbe possibile fare i 40 km in 1) 4 minuti (a 600 km/h) a vento zero; 3,5 minuti con vento in poppa; 4,5 minuti con vento in prua. La nave può sparare fino a 6 missili al minuto.
Volando sottovento, gli aerei saranno più veloci nell'avvicinarsi, mentre il raggio di tiro utile delle armi sarà inferiore. Quindi conviene eccome se conviene.
Sommando questo fattore del vento eventuale a favore (ma in quota ce n'é sempre, per cui bisogna considerare le correnti prevalenti in zona per capire da che parte avvicinarsi meglio), più la discesa progressiva in avvicinamento (che è certo più difficile da programmare, perché devi vedere la nave, o almeno avere un'idea di quale distanza vi sia da percorrere), si possono trovare facilmente 100-150 km/h extra, un lusso notevole per qualsiasi aereo arcaico che sfidi la tecnologia delle navi moderne.
Se sembra assurdo, ricordatevi che gli He 177, durante l'ultima offensiva sull'Inghilterra, salivano alla massima quota e poi scendevano progressivamente verso gli obiettivi, perdendo migliaia di metri ma avvicinandosi a velocità medie di circa 640 km/h, impossibili se non avessero avuto il vantaggio della quota. E questo pur non essendo, malgrado la notevole aerodinamica (quadrimotori bi-elica), capaci di salire molto in alto, e nonostante il fatto che i venti dominanti erano generalmente contrari alla loro direzione di volo. In questo modo, gli He 177 riuscirono a raggiungere il territorio inglese e se la cavarono subendo relativamente poche perdite. Per cui, una volta che si accetta il rischio, salire in quota conviene sempre.
E una volta arrivati sul bersaglio? Giù in picchiata, ma subito. In pratica, da media quota, è possibile cominciare la picchiata al limite del tiro dei cannoni e da sopra la quota di tangenza nominale dei missili Aspide. Scendendo giù a grande velocità, variando la quota e anche, per quanto possibile, la rotta, un aereo della II GM diventa quasi un 'jet', specie se è un cacciabombardiere. Aerei come l'Hellcat e il Corsair sono meno veloci dei velivoli moderni, vero; ma il vantaggio per un jet subsonico è generalmente tra un +1/3 e 1/2, 800-900 km/h. Non molto, mentre al contempo il caccia della II GM è più maneggevole dei jet e vira in uno spazio minore. Inoltre ha una struttura molto robusta ed essenziale, a differenza di aerei come l'AMX, è corazzato e dentro è 'vuoto', non ha la duplicazione degli impianti perché quelli principali sono così pochi e rudimentali che difficilmente smetteranno di funzionare per qualche scheggia. Voglio dire, è inutile duplicare i comandi quando hai l'aereo pieno di carburante e di elettronica, con ogni scheggia capace potenzialmente di causare danni seri al velivolo in ogni punto dove colpisca.
Mentre nel caso di queste macchine, basta che volano, che non si spacchino in aria, che il pilota non venga ucciso, il carburante non esploda e il motore funzioni. Tutto molto essenziale, nessuna necessità di duplicare un impianto idraulico di volo, perché non ci sono servocomandi (nel bene e nel male). Inoltre il pilota è protetto da circa 100 kg di corazzatura.
Certo che l'assenza di servocomandi si sente nelle manovre ad alta velocità. Un jet è molto più portato a volare E manovrare a velocità elevate. Un aereo ad elica può andare forte, specie se in picchiata, ma il suo margine migliore di manovra è di 200-400 km/h, anche se nel caso degli aerei americani si può fare discreti risultati anche a velocità più alte. Ma un jet ha il suo punto di forza tra i 400 e gli 800, per cui è tutt'altra bestia.
Naturalmente, le ali grandi aiutano la manovrabilità, ma sono anche un ostacolo ad un rollio molto forte. Nel caso degli aerei della II GM, il campione è il FW 190, capace di circa 160°/sec a 400 km/h, ma comunque capace di arrivare sui 100°/sec anche a circa 600 km/h. Solo ad alte velocità il Mustang poteva batterlo, ma si dice che anche il Corsair era capace di competere con esso. L'Hellcat, invece, era piuttosto inerte. A circa 250 km/h stava sui 50-60°/sec, più o meno come lo Zero; ma a 600 km/h era capace di confermare grossomodo la prestazione, mentre lo Zero dimezzava. E' superfluo ricordare che il rollio è fondamentale per un aereo, in combattimento, perché permette di iniziare manovre evasive in maniera sollecita. Consideriamo il fatto che quasi tutte le manovre, a parte il looping, iniziano con un rollio, anche la virata orizzontale. Per questo, per schivare un missile, e sopratutto, uscire dal raggio d'azione anche della spoletta e delle schegge, è necessario che l'aereo sia capace di rollare molto rapidamente, per cambiare direzione schivando il missile. Gli aerei americani non sono rollatori eccezionali, ma una volta lanciati ad alta velocità, mantengono più o meno quel che fanno alle velocità più basse e quindi restano assai temibili. Oltre i 600 km/h, per esempio, un P-40, per quanto mediocre, era capace di rollare meglio di un Fw 190 e di qualsiasi altro caccia dell'USAAF, con un 360° in meno di 4 secondi, contro quasi 6 per un P-47 e più di 8 per un P-38. Alle basse velocità, invece, era il FW che dominava con 4,8 sec, battuto solo dallo Spitfire con 4 sec, mentre il P-47 e 51 sopra i 10, il P-38 ben 15 secondi. Ma parliamo di 100 mph, quando gli aerei erano appena in grado di manovrare. A 300 mph, invece, il FW ci metteva 2,7 sec, seguito con circa 3 da Spitfire V e P-40 (nel primo caso, con ali tronche anziché quelle standard). Il P-51 era capace di quasi 95°/sec, lo Spitfire normale di 105, quello con ala mozza ben 150, ma questi erano i valori massimi.
Tuttavia, sopra i 600 km/h il FW 190 e i caccia americani si portavano ancora bene, con valori di 60-90°/sec. L'Hellcat, per esempio, perdeva contro lo Zero 52-55 a 255 km/h, ma a 610 poteva fare ben 63° mentre il rivale giapponese solo 29. Gli aerei inglesi non erano molto meglio, il Typhoon era come la macchina giapponese malgrado la sua velocità, e lo Spitfire normale superava di poco i 40°/sec. A quanto pare, ali molto caricate erano meglio indicate per il rollio veloce. Il Corsair è considerato simile al FW-190. Naturalmente, i bombardieri hanno una maggiore inerzia e sono in notevole difficoltà, ma essendo macchine buone per l'aerosiluramento o il bombardamento in picchiata non possono certo essere 'barconi' in termini di agilità, altrimenti non sarebbero utilizzabili per questi scopi, tutt'altro che banali (come la lunga lista di fallimenti in questi due settori testimonia).
Nell'insieme, è chiaro che gli aerei 'preistorici' della II GM sarebbero fatti a pezzi dalle navi moderne, e questo riguarda anche il nostro formidabile De la Penne (che tra l'altro, con l'ultimo aggiornamento ha perso una delle 4 DT e ha sostituito entrambi i radar principali con uno soltanto, portandosi così da 11 a 'solo' 9 radar). Ma ricordatevi, che persino una caverna è fatta da gocce d'acqua che scavano indefesse. Con il tempo e la pazienza, non è detto che la superiorità di una parte sia confermata dalla sconfitta dell'altra.
Voglio dire, anche ad Adua, Iswandala, Little Big Horn e Dogali il nemico aveva per lo più lance e frecce, mentre i 'bianchi' avevano moderni fucili a ripetizione come arma standard. Però non gli bastò, e non certo per una ragione qualitativa. 100 anni fa ancora si facevano cariche alla baionetta (e si sono fatte anche dopo) e anche mandare soldati all'attacco di trincee fortificate armate di mitragliatrici non era una bella prospettiva. Nella II GM gli americani diventarono progressivamente dei dominatori seriali, ma lo spirito del sacrificio e l'accettazione del rischio erano ancora presenti, altrimenti da Okinawa se ne sarebbero andati via a gambe levate. E la memoria del sacrificio dei Devastator a Midway era ancora viva (su circa 40 aerei ne tornarono una mezza dozzina). Dunque la questione non è così assurda come sembra, nemmeno in condizioni di tale differenza tecnologica. E' tutta una questione di organizzazione e di disciplina, la loro presenza o assenza possono causare un risultato che può essere tutto o il contrario di tutto. Come si vedrà anche dagli esempi successivi.
Così come sarà per lo sfruttamento dei punti deboli reciproci, specialmente quello strano fenomeno che permette di vedere con il radar a 300 km, ma non a 3 km di distanza, se il nemico è in volo ad alta quota. Ma tutto questo è un qualcosa che verrà poi detto nelle simulazioni proposte.
Ricapitolando: quota circa 7.000 m (per stare sopra la tangenza pratica dell'Aspide); velocità più elevata possibile; planata leggera per aumentare la velocità effettiva; volo rigorosamente tendente a seguire la direzione del vento per aumentare la velocità rispetto al suolo e costringere il nemico a tirare controvento; arrivo con il Sole possibilmente alle spalle, così da ridurre l'efficacia dei sistemi elettro-ottici di puntamento ausiliario (come le camere termiche).
Tattica di volo: gli aerei devono considerare che c'é la possibilità di essere teoricamente ingaggiati anche in maniera multipla da un singolo radar, così devono fare del loro meglio per attaccare in formazione e stare abbastanza 'larghi' per non essere presi, o non esserlo in maniera facile, dal fascio direttore dei radar SPG e Dardo. Per fare questo, occorre che le formazioni siano a livello di squadrone, con gli aerei distanti tra di loro, sul piano trasversale, almeno mezzo miglio (800 metri), così da rendere molto difficile l'aggancio di più di uno di essi da parte del radar di tiro. Non mi è facile in ogni caso capire come potrebbe una nave lanciare diversi SM-1 contro più di una formazione, anche perché richiederebbe molto tempo (30-40 secondi per una salva di 4 missili), e cosa succederebbe se poi la formazione, vedendo arrivare il missile, si allargasse, diventando difficile da tracciare per i radar SPG, che a quel punto dovrebbero puntare sicuramente solo su di un aereo per volta. Penso che quindi distanze di almeno 500-800 metri tra un aereo e l'altro, con gli squadroni che seguono a 30-60 secondi di distanza almeno (4-10 km), sarebbe ottimale per conservare la compattezza della formazione e al contempo, non essere un facile bersaglio di gruppo. Infine, abbiamo l'avvicinamento e più gli aerei si avvicinano e meglio è, così che possono anche ridurre la distanza fisica pur restando analoghi come distanza angolare. In altre parole, 1.000 metri a 40 km, e 500 metri a 20 km, o 250 metri a 10 km, sono la stessa cosa. Certo, non è facile coordinarsi quando hai una squadriglia dispersa su di un fronte di 10 km, ma di giorno e ad alta quota, con cielo pressochè sereno, non è nemmeno impossibile. Sicuramente, però, è necessario, almeno finché non si dimezza la distanza di tiro iniziale e a quel punto, si potrà sicuramente arrivare a distanze ridotte tra i singoli aerei, tanto è uguale. Insomma, non è un calcolo veniale, tutt'altro.
Probabilità di distruzione
Se dovessi dare retta ai dati degli uffici stampa delle ditte produttrici dovrei mettere ogni volta 'oltre il 90%' fino al 97% degli Aspide. SE, dovessi dare retta, per l'appunto, a questo tipo di dati. Ma siccome poi, nel mondo reale, può succedere di tirare probabilmente circa 200 tra Rapier e Blowpipe e ottenere solo 3 vittorie certe, è chiaro che non lo farò, con buona pace dell'Aspide.
Come visto sopra, non è che i missili 'moderni', solo in quanto tali, siano infallibili. Alle volte lo sono, o quasi: i missili SS-N-2 Styx, è usuale che vengano considerati paccottiglia grazie sopratutto alla propaganda di guerra israeliana, perché nel 1973 non fecero centri a fronte di qualche decina di lanci eseguiti. Ma proprio Israele diede involontaria dimostrazione di quanto fossero letali, almeno in condizioni ideali, con 3 missili su 4 a segno sull'EILAT. Era l'ottobre del 1967 (e NON la guerra dei Sei Giorni come spesso si sente dire). Dall'altra parte, abbiamo un'altra guerra, quella indo-pakistana del 1971, in cui i missili vennero lanciati in ben 12 esemplari, e di questi, ben 11 andarono a segno, inclusi alcuni contro obiettivi costieri. Pensare che missili così vecchi possano fare circa il 90% di centri è impressionante, ma accadde. Salvo poi andare a 0 nella guerra di due anni dopo. Non solo la tecnica, ma anche la tattica aiuta ad affrontare le minacce. I tanto vantati SA-6, per esempio, avrebbero, nella stessa guerra del Kippur che ridicolizzò gli Styx (mentre con gli AS-6 Kelt ci fu meno da ridere, visto che pur fallendo gli obiettivi navali, uno di essi distrusse una centrale radar israeliana), ottenuto sì, una meritata fama (le 'tre dita della Morte') per le loro prestazioni e indifferenza alle vecchie tecniche ECM. Però, dicono alcuni studi, per ogni aereo israeliano abbattuto, vennero tirati qualcosa come 88 (ottantotto) missili, più o meno come i vecchi SA-2 durante la guerra del VN, in particolare quella degli '11 giorni' 1972-73. Quindi non c'é molto da dire: le cose possono andare in un modo o in maniera del tutto diversa, a seconda delle esercitazioni e del nemico, anche non tecnicamente sofisticatissimo, come ben dimostra la SAAF e la sua quasi invulnerabilità alle più sofisticate difese aeree sovietiche e cubane negli anni '80. Anche volando con aerei obsoleti come gli Impala, Buccaneer e per certi versi, Mirage III/F.1.
No, i risultati reali contano molto di più. E devono essere interpretati bene. Non dimentichiamoci che nel 1991, i famosi Patriot si dimostrarono l'arma 'anti-Scud' per eccellenza, ma alla fine i risulati si dimostrarono molto diversi da come veniva pomposamente riportato. Già il fatto stesso che persino allora i missili Patriot vennero riconosciuti come gli autori dell'abbattimento di 45 Scud, ma con ben 140 missili, sono pur sempre quasi 4 per missile abbattuto. E poi sono arrivati studi post-bellici che hanno ridotto anche a meno di 10 i risultati effettivi contro questi preistorici missili balistici irakeni. Non so se questi numeri derivino più dal desiderio di lasciare il prodotto sul mercato, oppure per finanziare, visto che il Patriot era già ben affermato, i successivi upgrade con diverse innovazioni (molto costose, ovviamente). Però è un fatto che i Patriot non abbiano fato esattamente un risultato alla 'one shot, one kil', nemmeno nelle conferenze stampa (all'epoca molto nutrite, non è come negli ultimi 20 anni, quando fatto tutto e non dicono nulla! C'era Swarzkopf in persona a dirci cosa succedeva).
Poi ci sono le Falklands, e anche lì, le decine di missili navali lanciati (per non dire di quelli terrestri, ancora più scadenti come risultati) hanno comportato solo 11 abbattimenti sicuri. I missili Sea Dart hanno ottenuto il meglio, ma mentre quelli lanciati ad alta quota hanno effettivamente colpito il bersaglio nella maggioranza dei casi, quelli tirati a bassa quota hanno fatto quasi sempre cilecca, in pratica passiamo da un Pk del 70 a uno del 10% circa. E questi sono i 'meno peggio' del mazzo.
Quindi io diffido delle affermazioni pubblicitarie e pure di quelle delle forze armate ,che non dimentichiamo, sono coinvolte spesso nello sviluppo delle stesse armi e devono giustificare le enormi risorse spese per la loro acquisizione. Nel caso degli Aspide, i 12 sistemi Spada sono costati, pare, oltre 2000 mld di lire (il costo unitario di questi sistemi, pur essendo di due categorie inferiori, è circa la metà di quello di una batteria Patriot!), mentre i sistemi Skyguard-Aspide hanno comportato oltre 900 mld. Non sono cifre da poco. Anche se i clienti internazionali testimoniano la loro stima per gli Aspide, sono pur sempre soggetti allo stesso discorso di cui sopra. E senza collaudo bellico su ampia scala, ogni prestazione effettiva sarà sempre un indovinello soggettivamente interpretabile. Per quel che riguarda i sistemi d'arma americani, non si può dire certo che essi manchino di 'collaudi' bellici, ma quelli navali non sono stati coinvolti in molte operazioni a fuoco 'vero'. E l'unico abbattimento di guerra dell'intera carriera degli Standard americani, risulta la 'molto gloriosa' distruzione del povero Airbus iraniano del 1988. Un vero crimine di guerra, con una nave che ha abbattuto un aereo di linea volante in una rotta nota, e per giunta, dopo essere entrata in acque territoriali iraniane (era un periodo di guerra quasi continua tra l'Iran e gli allora alleati di Saddam, anche in faccia al danneggiamento della fregata Stark e al gasamento dei curdi e pure degli iraniani, di cui non parla nessuno). Che i missili Made in USA siano molto affidabili e letali nessuno lo nega, del resto, ma è anche vero che queste armi non sempre funzionino bene e alle volte possono riservare sorprese. E più un sistema è complesso, e più rischia di fare delle grosse sorprese (in negativo). Il fatto che non sempre i missili lanciati esplodano sulla nave, come è successo di recente in un paio di occasioni, non significa che non ci siano dei clamorosi 'miss', come questo (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Proiettili di cannone: secondo le statistiche americane, un proiettile da 127 mm aveva circa il 4% di probabilità di abbattere un aereo a 4,6 km. Presumo che i pezzi da 127/54 moderni siano più efficaci, mentre i proiettili da 76 sono probabilmente simili, essendo più moderni ma pesanti solo 1/4. La differenza la fa ovviamente l'FCS ma comunque sia, non si può certo pretendere che una granata, specie se tirata a lungo raggio, sia efficace quanto un missile. E anche in tempi recenti, i proiettili di cannone non sono stati sempre così convincenti: alle Falklands, per esempio, l'HMS Ardent tirò ben 190 colpi contro le formazioni argentine, con ZERO risultati. E parliamo di proiettili moderni, con spoletta di prossimità, peso 21 kg, frammentazione in oltre 3.000 schegge, e con direzione di tiro modernissima, niente di meno che con l'RTN-10X italiano, lo stesso delle Lupo e degli Audace (prima dell'ammodernamento). Non mi aspetto molto sulle capacità di tiro delle navi con questi cannoni, tranne che a distanze medio-brevi. Bastano pochi ondeggiamenti per uscire facilmente dalla soluzione di tiro, dellfinando un pò per evitare di perdere troppa energia (anziché le virate laterali), stare fuori dai 10 metri di raggio utile delle spolette non è difficile fino a pochi km dalla nave.
Secondo un documento di studio americano fatto con cannoni da 90-120 mm nel periodo bellico, per esempio, la gittata utile era stimata essere basicamente quella equivalente a circa 10 secondi di volo, dopo di che le incertezze balistiche diventano troppe anche per spolette VT. Questo significa 5-6 chilometri di raggio utile.
Dall'altra parte, i bombardieri in picchiata sono molto precisi e gli equipaggi, se non presi dal panico di fronte ad armi così letali, può essere che si diano da fare bene, visto che non saranno disturbati dal tiro delle armi nemiche. Infatti, è come paragonare un cobra ad un istrice . Il cobra, ovvero l'armamento a.a. moderno delle navi, è a maggiore gittata utile, ma può solo inquadrare un target alla volta, dovendo lungamente impegnarsi nella guida dei missili per abbattere l'avversario. Un istrice, però, può difendersi da tutti i lati e tutti gli attaccanti contemporaneamente. E' tale e quale alle difese a.a. della II GM, un fuoco di sbarramento poco efficace e preciso, ma che poteva ingaggiare un numero indefinibile di target aerei, non 4-6, ma tutti quelli che entrassero nello spazio aereo 'bombardato' dalle granate di innumerevoli armi. E alle volte funzionava: un incrociatore americano abbatté circa 40 kamikaze verso la fine della guerra, in poco più di un'ora. Una prestazione probabilmente impossibile per la maggior parte delle navi militari moderne. A Guadalcanal, la corazzata South Dakota abbatté in una sola battaglia ben 26 aerei giapponesi (o così è stato attribuito, anzi inizialmente, erano addirittura 32), pari a circa 1/4 del totale delle perdite nipponiche, e questo pur avendo un armamento inferiore a quello della fine della guerra, quando le armi da 28 erano state sostituite da quelle da 40 mm. Sarebbe interessante sapere quanti colpi vennero sparati, ma in ogni caso è chiaro, che il tiro a.a. anche 'vecchia scuola' non è poi così inoffensivo anche in termini di Pk, oltre che di disturbo pratico. Così come non è tanto efficace il tiro missilistico, visto che la maggior parte delle navi inglesi alle Falklands avevano missili a bordo, ma la loro difesa era inferiore rispetto ad un vecchio cacciatorpediniere GEARING del periodo bellico.
Ma come calcolare il rateo di kill per proiettile? Certo che i cannoni e le DT dell'epoca sono primitive rispetto a quelle moderne, ma non bisogna dimenticare che esse rappresentano la maggiore fonte di dati statistici disponibile in merito.
La meccanica è sempre la stessa: se il cannone inizia a tirare a 6 km di distanza, con il target che oltretutto è a circa 5 km di quota, il proiettile deve salire svendendo molta della sua energia cinetica (K) per costruire quella potenziale (U) nella salita nel campo gravitazionale, anche se trova atmosfera meno densa che riduce il drag. Quindi rallenterà piuttosto marcatamente. Difficile dire i tempi di volo in tal caso, ma non mi stupirei se fossero solo marginalmente migliori di quelli delle armi paricalibro della II GM. Queste, in circa 10 secondi di volo, ovvero il massimo raggio effettivo oltre cui è difficile mettere a segno qualche proiettile con sufficiente precisione, su bersagli aerei, ottenevano circa 4,5 km per i pezzi da 76, e circa 5 km per quelli da 127 (che pure, inizialmente, avevano una minore velocità, ma la dissipavano meno in fretta dei leggeri colpi da 3 pollici). Con un margine del genere, considerando l'elevata quota raggiunta dai proiettili e il prevedile, sensibile rallentamento anche in relazione alla distanza percorsa, a quel punto è facile che iniziando da 6 km di distanza, dopo 10 secondi si arrivi sui 4,5 km, che combacia con la distanza percorsa dai bombardieri in picchiata, ovvero circa 150 metri al secondo (540 km/h, e forse anche 600). Per cui, o si inizia il tiro da distanze maggiori di quella ottimale, oppure i proiettili arriveranno comunque con una distanza sensibilmente inferiore rispetto a quella della massima gittata. Anche se fosse un pò diverso, mi aspetto che al massimo i primi incroci vi siano a circa 4,8 km, il che porterebbe il rateo di velocità aereo: missile da 3:1 a ben 4:1, ovvero da 450 a ben 600 m/sec (media), cosa non facile né per i leggeri colpi SR da 76 mm (nonostante la velocità di oltre 900 m/sec, ma ricordiamo che l'attrito è al quadrato della velocità, per cui un oggetto molto leggero e molto veloce perderà più rapidamente energia...), né per i pesanti pezzi da 127 mm, efficienti come drag/massa, ma anche se perdono poca velocità, partono comunque da poco più di 800 m/sec. Aggiungiamo a questo punto che l'aereo nemico, anche se inquadrato, non sarà comunque confermabile come totalmente distrutto se non circa 5 secondi dopo, e arriviamo a circa 4 km. Oppure 5, nel caso del cannone da 127 (gittata a.a. 7 km effettivi). E' una cosa sensata, visto che corrisponde alla tipica raffica antiaerea da 5-10 colpi totali. La prima granata manca leggermente l'aereo, la seconda lo investe con la spoletta VT, idem la 3a, la 4a non funziona, la 5a gli strappa un'ala... dai un altro paio di secondi per confermare quel che vedi e che il bombardiere, pur continuando a scendere quasi in verticale, non è più una minaccia, ed ecco che stiamo già a 4 km di distanza. A quel punto, tutto si giocherà nei 20 secondi successivi, ovvero il tempo tra 4 e 1 km, quando il bombardiere sgancerà la bomba. E' un tempo dannatamente ridotto per trovare un piccolo bersaglio che viene giù quasi verticale e che probabilmente dopo appena 5-6 secondi comincia anche a sparare verso la nave, aumentando le sue possibilità di 'passare' le sue difese. Ma il vero problema è quello di tracciare il bersaglio, così che se anche distruggi un primo target, poi devi trovare l'altro con la sola azione della FCS, che è come guardare il cielo dal buco della serratura! Per questo, è già tanto se viene abbattuto un secondo target, il che comporta la necessità non solo di cercarlo e trovarlo, ma anche di sparargli e attendere poniamo, altri 5 secondi perché le granate arrivino a segno e altri 3 perché esse lo distruggano; fatto questo, poniamo con un tempo di ricerca di 5 sec, di fuoco di 5 sec e di conferma di altri 3, restano appena 7 secondi per cercare, trovare ed abbattere l'eventuale terzo target! E così il De la Penne non riesce a sfruttare completamente le sue potenzialità.
Analizzando le statistiche, per esempio, della Battaglia di Santa Cruz, si scopre che la South Dakota tirò complessivamente una cifra immane di colpi di tutti i calibri eccetto quelli principali, nel tentativo di fermare gli aerei giapponesi. Sappiamo che le spolette di prossimità, malgrado fonti autorevoli dicano il contrario, non vennero usate allora e per la prima volta (a meno che non fosse qualche lotto sperimentale, ma la cosa pare dubbia); ma oltretutto, la percentuale della loro efficacia complessiva fu notata con diligenza dal comandante Gatch e le sorprese non mancarono...
Complessivamente la corazzata sparò: 890 colpi da 127 mm, ben 4.000 da 40, 3.000 da 28 e addirittura 52.000 (!!) da 20 mm. Secondo il calcolo del comandante, la contraerea della corazzata ebbe un'efficacia così ripartita:
-cannoni da 127: 5% (!!!)
-da 40 e 28 mm: 30%
-da 20 mm, addirittura il 65%!!!
Questo ci dice che la battaglia fu veramente a distanze di tiro all'arma bianca, altrimenti i 20 mm non sarebbero mai stati così efficaci, essendo utili entro circa 1 miglio dalla nave. E che, anche con 26 kill attribuiti alla difesa della nave nel suo insieme, gli 890 colpi da 127 causarono soltanto 1-2 abbattimenti.
Finita qui? No, abbiamo anche altri dati.
http://www.navweaps.com/index_tech/tech-075.php
Secondo J. Campbell, per esempio, nel periodo ottobre 1944-gennaio 1945, i pezzi da 127 con spoletta normale hanno abbattuto:
-19 aerei con una media di 1.162 colpi per kill. Con spoletta VT, invece, hanno ottenuto 24,5 kill con appena 310 colpi per kill.
-I pezzi da 76 hanno ottenuto 6,5 kill = 1 ogni 710 colpi tirati
-quelli da 40 addirittura 114 ergo 1 ogni 2.272
-le armi da 28 abbatterono 1 aereo con 2.231
-i cannoni da 20 altri 62,5 ovvero 1 ogni 8.972
-le Browning da 12,7 solo 3, con addirittura 1 ogni 28.069 colpi tirati(!!!)
Bisogna stare attenti a queste cifre perché comunque sono su numeri piccoli, statisticamente piuttosto deboli per trarne delle conclusioni precise, MA la tendenza è ben chiara.
Bisogna tenere presente che i kamikaze arrivano fino all'impatto con la nave, mettendo in crisi la punteria 'tradizionale' più di quella con le spolette 'intelligenti' tipo VT, che si regolano 'da sole'. E somigliano molto ai missili antinave in qusto senso. Ma di nuovo, persino con spoletta VT, i pezzi da 127 hanno soltanto ottenuto un kill ogni 310 colpi.
Lo stesso discorso contro aerei non kamikaze ha comportato
-33,5 kill per i pezzi da 127 (960 colpi per kill)
-20 con le VT da 127 mm (624)
-4 per i pezzi da 76 (convenzionali, 752 cp)
-46 per i Bofors (3.361)
-0 per i 4.764 colpi da 28 mm
-50,5 per i 20 mm (7.152 cp/aereo)
-3 per le Browning (15.139).
Altri dati sulle spolette VT e normali, danno differenti risultati, ma molto simili a quelli sopra detti:
20 mm 40 mm 5"/38 MT1 5"/38 VT
Kamikaze 24 27,200 6,000 1,000 200
Non-Kamikaze 41 30,100 4,500 1,000 550
Nello studio fatto dopo la guerra si notava anche che i giapponesi persero da 3 a 10 aerei 'normali' in più, per ogni singola nave colpita, di quanto non facessero con gli aerei kamikaze. Questi ultimi ebbero complessivamente circa il 19% di successi (aerei che colpiscono la nave bersaglio). Quindi, benché terribilmente cinica, la tattica kamikaze funzionava.
ORA, naturalmente, non è che questa 'media del pollo' sia sempre e comunque giusta e giustificabile. Non voglio certo dire che un De la Penne deve stare a sparare mezz'ora di fila per tirare giù un paio di bombardieri nemici, assolutamente. Però aiuta a capire meglio come, persino quando il nemico si avvicina molto per l'attacco finale, sia difficile abbatterlo facilmente. Naturalmente vi sono anche delle eccezioni, è successo che dopo 2-3 salve con i proiettili VT sia stato abbattuto, alle volte, un aereo kamikaze, in un caso è successo addirittura a quella specie di missile antinave pilotato che era l'Okha.
Per questo, è difficile dire davvero come stiano le cose, ma di sicuro non è automatico che solo perché un bersaglio è ingaggiato da munizioni con spoletta VT, non è detto che venga anche abbattuto e se sì, con spreco di munizioni insospettabilmente alto. La Legge di Murphy, in poche parole, è più forte della tecnica.
Quanto all'altra parte del cielo, quella degli aerei, vorrei far notare che gli aerei della II GM saranno stati pure primordiali, ma GUAI a lasciarli avvicinare! Per la stessa ragione per cui un arco o una clava sono pericolosi anche per l'uomo 'moderno'.
Dei Dauntless attaccanti la flotta giapponese durante la battaglia di Midway c'é ampia letteratura, dico solo che distrussero 3 delle 4 portaerei giapponesi nell'arco di minuti, pur essendo solo 3 squadroni con circa 40 aerei in tutto.
Ecco come si potevano comportare: ''At 15:25, Musashi was attacked by 37 aircraft from Intrepid, the fleet carrier Franklin and Cabot. These aircraft scored hits with 13 bombs and 11 torpedoes during this attack, for the loss of three Avengers and three Helldivers.'' (da wikipedia)
Capito? Nonostante la perdita di 6 aerei su 37, che oggi sarebbe catastrofica (circa il 15%), questi velivoli, che certamente affrontarono il tiro di centinaia di armi a.a., riuscirono a piazzare ben 24 colpi tra bombe e siluri, praticamente i 2/3 delle armi disponibili!
Nel caso dei bombardieri giapponesi, nel periodo 1941-42, i bombardieri D3A Val riuscivano a piazzare fino all'80% dei colpi a segno. Anche bombe non molto potenti erano quindi devastanti quanto ad efficacia complessiva. La portaerei HMS HERMES, per esempio, venne centrata da almeno 40 bombe (oltre 10 tonnellate) ed essendo una nave assai piccola (la prima portaerei britannica costruita come tale), affondò rapidamente e senza speranza di salvezza. I due incrociatori HMS Cownwall e Dorsetshire non ebbero migliore fortuna, sempre vittime dei Val e non dei più logici Kate aerosiluranti e certo, meglio armati offensivamente.
Un'altra cosa non considerata fino ad adesso è il fatto che gli Helldiver hanno la possibilità almeno teorica di portare più bombe. Dentro il vano di fusoliera possono portare una bomba perforante da 726 kg, ma in alternativa 1 da 454 perforante o HE, e 2 da 45, o 113 o 227 kg (però del tipo AP: è opinabile, contro target non corazzati, usare una 500 lb AP piuttosto che una 250 lb HE, che contiene più esplosivo e sopratutto, rende l'aereo più leggero). Un grappolo di bombe, come 1 da 454 e 2 da 113, o anche e meglio, 1 da 454 e 2 da 227 kg, sarebbe anche peggio e l'unica ragione per cui non è stato fatto è che si pensava di aumentare la tangenza dell'aereo alleggerendolo. Ma visto, che comunque continua a volare a 5.000 metri e a velocità ridotte, tanto vale aumentare il totale delle bombe, altrimenti volerebbe a quote tali da sfuggire probabilmente anche al tiro degli Aspide finché non scende giù in picchiata, quando forse è troppo tardi. Infine, esistono sia le armi di bordo, sia fino a 8 razzi da 114 mm subalari, anche se ovviamente non sempre portati, ma potenzialmente micidiali fino a 1.000-2.000 metri durante le picchiate quasi in verticale la balistica sarebbe parecchio migliorata nel loro uso.
Ps: se qualcuno non se ne fosse accorto... la velocità, armamento e quota degli attaccanti è tale, da simulare di fatto anche gli SBD Dauntless, il leggerndari vincitori di Midway.
In alternativa, specialmente se parliamo di Helldiver 'robotici' o quanto meno, 'automatici'.
Un Helldiver delle ultime versioni (tali sono questi che attaccano) era capace non solo di portare una bomba da 1.000 lb HE, ma anche di portarne altre due da 250 lb HE sempre dentro la fusoliera, mentre sotto le ali potevano essere portati vari carichi come, per esempio, 8 razzi. Inoltre, dentro le ali c'erano 4 Browning da 12,7 oppure 2 cannoni da 20 mm. Un volume di fuoco difficile da gestire (data la differenze balistica delle armi usate), ma potenzialmente micidiale. Usare non una, ma due o addirittura tre di queste armi sarebbe micidiale, e lo sarebbe sopratutto entro i 3.000 metri, quando i cannoni da terra sono maggiormente efficaci.
Usare bombe multiple è altrettanto nefasto: una 'forcella perfetta' vedrebbe per esempio la bomba da 1.000 lb in pieno, ma anche le due più piccole che cadono entro i 15-20 metri su entrambi i lati dello scafo. Anche se non potessero danneggiarlo in maniera fondamentale, l'effetto combinato di queste esplosioni sarebbe devastante e probabilmente la concussione sufficiente per mettere in tilt praticamente tutte le difese della nave.
Già, ma quanti sono stati gli Helldiver prodotti: oltre 7.000 esemplari. Per cui ahi voglia a sparare contro con tutto quel che ha, il povero De la Penne è destinato a fare una brutta fine! L'unica speranza, nell'attacco uno-dietro l'altro- è di arrivare alla notte... ma gli Helldiver possono anche usare un radar e sopratutto, bengala. Caso mai, il vero motivo di speranza è che, se le nave sopravvive per diciamo, 24 ore, potrebbe salvarsi approdando a qualche porto, sempre che sia possibile.
Ma che resistenza hanno le navi moderne ai danni? Questa è una bella domanda. Le unità come le moderne fregate e cacciatorpediniere hanno facilmente tra 14 e 16 compartimenti stagni. In genere, a sentire i costruttori, sono capaci di reggere abbastanza bene 2 compartimenti stagni contigui allagati. Possono sopravvivere anche a 3 compartimenti contigui allagati a centro nave oppure 4 alle estremità. Ma se fosse così facile, non sarebbe in pratica possibile per un siluro affondare una nave, a meno di non affondarla con uno scoppio sotto la chiglia con rottura della stessa.
La realtà può essere migliore, ma anche peggiore. Nella casistica della storia navale ne abbiamo di esempi. Abbiamo il caso di un cacciatorpediniere americano colpito da ben 6 Kamikaze, varie bombe e persino un caccia Corsair caduto mentre inseguiva uno dei velivoli giapponesi, dopo essere impattato sull'albero dello stesso cacciatorpediniere. Eppure quella nave è sopravvissuta, il comandante si rifiutò di abbandonarla finché un cannone a bordo potesse ancora sparare! E quella nave è stata rimessa in sesto, è rimasta in servizio nel dopoguerra diventando l'ultima della sua classe a lasciarlo, nell'USN. Ed è ancora presente, visto che ne hanno fatto un museo galleggiante. Robe da pazzi. Al contempo abbiamo casi di navi affondate per molto meno, per esempio incrociatori giapponesi che sono stati distrutti dalle esplosioni dei loro siluri, alle volte addirittura senza colpi in pieno a segno oppure con pochissime granate. Il Mikuma venne affondato con 5 bombe, il gemello Mogami, nella stessa situazione, sopravvisse a 6 impatti, perché lanciò i siluri in mare piuttosto che 'risparmiarli' tenendoli a bordo durante l'attacco, quando sarebbero stati del tutto inutili e anzi, molto dannosi.
Di recente, poi, c'é la notizia che una delle 5 moderne fregate norvegesi classe Nansen ha avuto un gravissimo incidente navale. E' andata a 'sbattere' contro una petroliera e a 'strusciato' il fianco. Come è finita? Come nel caso della molto più grande Costa Concordia del 2012, o se vogliamo, del Titanic. La nave è affondata quasi interamente, in acque poco profonde. Difficile dire quale livello di sicurezza queste navi abbiano, ma parliamo di costruzioni norvegesi, non certo le più scarse quanto a robustezza e sistemi di sicurezza, con il mare che devono affrontare, per giunta quanto a costo, si tratta di navi dotate di radar SPY-1F, la versione leggera dell'AEGIS. In effetti questo è l'unico pezzo della nave nettamente sopra le onde. Certo che se si spendono tanti soldi per un radar del genere non si sarà lesinato per progettare bene il resto, voglio sperare, o no? Beh, malgrado sia una nave di ultima generazione, da 6.000 tonnellate, è bastato questo danno allo scafo, coinvolgente diversi compartimenti, per impedirle di galleggiare e financo di raggiungere qualche posto tra i fiordi abbastanza superficialmente coperto dal mare, da potersi lì incagliare. Caso più unico che raro, per carità, ma pur sempre indicativo di come anche le più moderne ed apparentemente efficienti navi del XXI secolo, giganti civili come la Concordia o pesi medi militari come la nave norvegese (per il divertimento dei commentatori russi, visto che l'esercitazione Trident Juncture era destinata sopratutto ad 'impressionarli' con il deterrente NATO ai loro confini...), obbediscano sempre alla solita regola già enunciata durante la perdita del Titanic: 'E' fatta di ferro. E il ferro affonda'.
NATO drills fallout: Norwegian frigate almost underwater after oil tanker collision (PHOTOS) — RT World News
Per cui, visto e considerato tutto quanto:
-Pk missili SM-1 e Aspide: li considero circa eguali (con gli SM-1 più potenti e subdoli, e gli Aspide più agili): circa il 75% (3 su 4), si può discutere se sia sul totale dei missili lanciati oppure degli ingaggi (non è la stessa cosa, alle volte sono ingaggi con più di un missile, ma attenzione anche al rischio che volando vicini, un singolo missile possa distruggere più di un aereo, evento in verità raro, ma che richiede oppurtune tattiche di volo per non renderlo facile come tirare ai tordi!)
-Pk cannoni: probabilmente circa il 5-10%, per avere probabilità elevate di distruzione sopra una distanza che non sia minima (1 km?) si dovrà tirare raffiche di almeno 5-6 colpi da 127 o 8-10 da 76 mm. Può essere di meno, ma se nei filmati sparano 10 colpi da 76 e 5-6 da 127 non è certo un caso, a mio modesto avviso... nella guerra aerea difficilmente c'é la modalità one-shot-one-kill. E certo non con l'artiglieria e a distanze medio-alte.
-Pk razzi aria-terra: probabilmente circa il 10% da 1,5 km
-Pk bombe: probabilmente il 30-50% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk siluri: probabilmente il 20-30% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk mitragliere: probabilmente il 20% a 1 km, il 10% a 1,5 km, circa il 5% a 2 km, probabilmente solo l'1% a 3 km.
Navi messe KO con:
-Fregate: 1 siluro o 2 bombe da 1.000 lb o 20 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
Navi affondate con:
-Fregate: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 3 siluri o 4 bombe da 1.000 lb o 50 HVAR
E i colpi tipo 'near miss'? Direi che una bomba da 1.000 lb HE, esplodente circa 1/20 sec dopo impatto con il mare, se scoppia entro i 15 metri, raggiunge un'efficacia pari al 50% di un colpo in pieno.
(editato 2-11-18) (editato 17-19-11-18)
Anche se non sono così entusiasta delle scelte tecniche della nostra marina, non per questo non ne ammiro i risultati. Ecco perché i miei wargames navali sono tipicamente con navi italiane come protagoniste, nel bene e nel male. Anzi, sono le navi che mi diverto di più ad affondare, così complicate e piene di risorse come sono, è sempre una sfida notevole. Pensate solo al De la Penne: con 4 cannoni, 3 batterie lanciamissili, 2 lanciasiluri, 2 elicotteri, 11 radar, 2 sonar, 1 sistema ECM, 2 lanciarazzi ECM, ecc ecc, tutta roba di altissima qualità (con quel che costava, in effetti, non si poteva certo lesinare sui modelli).
Ma per sperimentare le capacità di queste navi, in questo wargame, anzi in questa famiglia di wargame, userò un avversario che viene da un'era geologica oramai sparita dalla storia aeronautica. Userò delle bestie preistoriche di potenza enorme, ma vulnerabili e lenti per l'era moderna. Ma dalla loro avranno anche una qualità che è, da sola, sufficiente per sconfiggere qualsiasi nemico. Purché usata bene, naturalmente.
Il De la Penne ha una grande potenza di fuoco. Ricapitoliamo anzitutto le sue capacità, in special modo antiaeree:
-1 cannone da 127/54 mm OTO-Melara Compatto. Entrato in servizio nei tardi anni '60, curiosamente con i 4 cacciatorpediniere Iroquois canadesi, è diventato parte della MMI dal 1972 in poi con gli Audace. La sua cadenza di tiro è di 40 RPM (originariamente erano indicati 45, non so quando e perché sono stati ridotti, forse erano i 'setting' iniziali, poi ridotti per salvaguardarne l'affidabilità?), gittata circa 23 km, ma quella a.a. efficace sui 7 km. Proiettili con munizioni HE da 32 kg possono causare gravi problemi a qualsiasi aereo o missile riescano a intercettare. Ben 66 colpi presenti sulle 3 giostrine di tiro, sufficienti per oltre un minuto e mezzo di tiro continuo, sempre che l'arma, raffreddata ad acqua, non si surriscaldi prima. NB: nei filmati delle navi italiane come l'Impavido, il rateo di tiro è dell'ordine dei 36-38 RPM. O questa è una cadenza da 'tempo di pace', oppure è davvero così che sparano. In ogni caso NON a 45 RPM.
Quanto alla cadenza di tiro, i filmati in rete sono concordi: almeno nel caso delle navi rimodernate tipo Audace (da cui derivano anche i cannoni installati sui De la Penne alla costruzione), il ritmo di fuoco è un colpo ogni 1,6-1,7 secondi. Per esempio, tirare 7 colpi in 11,5 secondi. Un esempio è questo: http://www.naveardito.it/Video%C2%AD_On_Line/Video/Ardito%20Colpi%20di%20cannone%20127%2054.mp4
Fate molta attenzione: il cannone sembra tirare circa 5 colpi in 5 secondi, ma in realtà no, il video inizia dal primo colpo già caricato e sparato, per cui questo aumenta la cadenza di tiro apparente, cosa particolarmente rimarchevole se le raffiche sono di pochi colpi. Infatti, con questo criterio, potresti sparare 2 colpi in un secondo circa, anche se tiri 60 RPM. E questo non significa che spari a 120 RPM, notare la lieve differenza! Nel video, per esempio, il tiro del 2o colpo è seguito dal fuoco di altri due proiettili entro circa 3 secondi (tra il secondo 1 e 4), ergo circa 1,5+ secondi. In pratica, cronometrandolo attentamente, sarebbero sui 4,6 secondi per gli ultimi 3 colpi, ergo più di 1,5 secondi per colpo. Questo significa più del 1,5 secondo/colpo necessario per i 40 RPM, a maggior ragione per i 45 RPM (1,33 sec). Nel video si vedono ad un certo punto, 8 colpi di cui gli ultimi 7 sono tirati in circa 11,5 sec, circa 36-37 colpi al minuto: addirittura di meno dei 40 ufficiali, il che è paragonabile all'altro video (del resto, la nave è la stessa).
(22) Nave Ardito 1988 2006 - YouTube
L'unica esperienza con armi del genere in combattimento è quella delle Falklands, dove i pezzi da 114 mm inglesi ebbero un discreto successo, ma nulla di determinante per il successo o meno della difesa aerea. La cosa è particolarmente importante, se si considera che il resto della contraerea inglese era costituita da cannoncini da 20 mm e missili Seacat sulla maggior parte delle navi, ed erano armi obsolete, rendendo così più importante il cannone da 114 mm, l'unica arma davvero moderna di navi come le Type 21, pur non essendo particolarmente studiato per la lotta a.a.
-3 cannoni da 76/62 Super Rapido. 120 RPM, gittata a.a. circa 6 km, proiettili da 6,3 kg, 80 colpi pronti. Sono i potenti pezzi multi-uso della OTO-Melara, praticamente lo standard mondiale della categoria artiglierie di medio calibro. E' difficile capire come mai sia accaduto: i francesi potevano permettersi di ridurre le dimensioni dei loro pezzi da 100, così gli inglesi con i 76 mm, o gli svedesi con il 120 mm. Ma di fatto, dopo i tentativi falliti con i pezzi da 76 anglo-americani negli anni '50 (troppo complessi e pesanti), tutti costoro hanno lasciato perdere, mentre gli italiani continuavano lo sviluppo dei loro pezzi da 76/62, piuttosto inaffidabili e senza successo iniziale di vendite, ma quando, dopo circa 15 anni di sviluppo, venne fuori il Compatto da 76, le cose cambiarono. All'epoca era considerato troppo piccolo per le navi di media grandezza, ma la sua nascita coincide con quella delle unità veloci missilistiche, per le quali esse diventarono presto la scelta obbligata. Non c'erano altri pezzi, quelli da 100+ mm erano troppo pesanti, quelli da 57 o meno erano un pò troppo leggeri e somiglianti a delle mitragliere contraerei piuttosto che cannoni veri e propri. Così l'arma è stata migliorata progressivamente e negli anni '80 appare l'SR, più preciso, con una cadenza di tiro maggiore di 1/3 circa, munizioni migliori, sistema di tiro superiore, è un'arma micidiale, che ultimamente è stata trasformata addirittura con proiettili a gittata incrementata, nonché con munizioni guidate, idea questa, che in realtà esiste da ben prima del Davide/DART attuale: la OTO e la BAe avevano iniziato gli studi negli anni '80, ma ci sono voluti circa 30 anni prima di arrivare a qualcosa di operativo! In questo caso, noi abbiamo un'ambientazione anni '90, circa metà del decennio, quindi non abbiamo questi problemi 'futuristici'. Ufficialmente è stato dichiarato che possa distruggere 4 missili antinave in avvicinamento da 6 km, ma come diavolo possa essere che i primi impatti sarebbero ottenuti a 5.500 metri, è tutt'altro chiaro, infatti i missili antinave non volano tipicamente alla velocità del triplano Fokker del Barone Rosso! NB: notare che, a differenza del Compatto da 127, in questo caso i filmati di YT dimostrano che in effetti una raffica di 10 colpi può essere tirata sui 5 secondi, in sostanza sono confermati i 120 RPM.
- missili Aspide/Albatros. 8 pronti al lancio (probabilmente opzionali, visto che non è affatto certo che siano davvero celle perennemente occupate, non dimentichiamoci che persino i missili antinave sono spesso largamente assenti dalle loro rampe), e magazzino da 16 missili sottostante. 15-20 km di gittata, quota operativa ufficiale tra 15 e 5-6.000 metri. La sua efficacia è potenziata sia dal lanciatore a 8 colpi disponibili per il tiro, che da un caricatore rapido Riva-Calzoni, che può caricare fino a 4 missili contemporaneamente, in poco tempo. Quanto, è un fattore cruciale per capire se queste armi siano davvero utilizzabili contro attacchi di saturazione, ma purtroppo il dato non è noto. Peraltro è chiaro che ci vorranno almeno alcune decine di secondi per eseguire la prima carica, essendo aggeggi tutt'altro che semplici da maneggiare, i missili pesano 220 kg e sono lunghi 3,7 metri l'uno. Sia i missili che il lanciatore sono, concettualmente, spudorate copie non dichiarate degli originali Sea Sparrow, ma per qualche ragione non si dice mai nulla di questo, tanto meno nella stampa nazionale. Con questo non è che anche le tecnologie di dettaglio usate siano uguali: in realtà sono di generazione successiva e il miglioramento è stato molto esaustivo in tutti i campi, ma sempre sistemi d'arma direttamente ricavati dai tipi americani sono (basti pensare che la Selenia ha prodotto 1.000 Sparrow appena prima di iniziare con gli Aspide, notizia largamente sottaciuta dalla stampa nazionale). L'unica cosa, a parte l'FCS Dardo-E (dalle Maestrale in poi), realmente non presente all'inizio, è stato proprio il caricatore per i missili dal magazzino.
I missili sono di un'efficacia proverbiale, tanto che viene dichiarata una Pk del 97%, maggiore di quella di qualsiasi altro missile. O così dicono gli uffici di PR del produttore. D'altra parte, non è mai stato usato in combattimento, e quasi sempre, i missili sono notevolmente al di sotto delle loro qualifiche. Il babbo (mai dichiarato, ma evidente) dell'Aspide, lo Sparrow, dava il 60-70% di probabilità di abbattimento nei test di tiro, ma in Vietnam è stato solo dell'8%. In seguito è migliorato, ma non mai quanto si valutavano i missili in origine. Nemmeno gli AMRAAM hanno dato Pk così elevati in combattimento, per cui piano con gli entusiasmi.
4- missili Standard RIM-66B o E, ergo SM-1MR in breve. Prodotti dalla General Dynamics, sono bestioni da oltre 600 kg e circa 15 piedi di lunghezza. Bisogna dire che sono armi notevolmente evolutesi nel corso del tempo. Gittata 46 km, quota circa 20 km, testata HE-frag pesante oltre 50 kg, Velocità circa 2,5 Mach. Caricatore Mk 13 singolo, cadenza di tiro sui 5-6 colpi al minuto, con 40 missili nella giostrina di tiro. Guida SARH.
46 o 67? (sui missili SM-1MR)
Molto è stato detto delle prestazioni di questi diffusissimi missili. La loro efficacia non è da meno. Ma quali erano le loro VERE prestazioni? Beh, qui bisogna almeno cominciare a specificare meglio la questione. Infatti, il loro valore di gittata massima era definito, al riguardo, come pari a 46 km (25 NM), ma il modello B era capace di andare più lontano, grazie ad una struttura allungata e più pesante, che implicava un motore sostainer in aggiunta a quello principale di accelerazione. Il valore della gittata massima, incredibilmente, è aumentato di ben il 45%, e come se non bastasse, anche la tangenza pratica è aumentata del 25%. Così, secondo le vecchie definizioni, la prima versione aveva una gittata di 46 km e una tangenza di 15 km (25 NM e 50 kft). La seconda versione, invece, aveva ben 67 km e 19.000 m (36 NM e 63.000 ft). Sembra giusto, così dovremo avere una capacità di ingaggio, a media quota, ben maggiore di 50 km di raggio utile. Oppure no?
In realtà, le più recenti fonti, come il sito US designation.net e il navweapons.com sono di differente avviso: la gittata di 46 km, infatti, è quella del RIM-66B, e non del modello A originale! Strano, vero? Il fatto è che sia tra 32 e 46, che tra 46 e 67 km, ci sono il 45% di gittata massima in più. Perciò, quali sono i veri miglioramenti? Entrambi sembrano validi, ma visto che apparentemente le fonti più recenti parlano di 46 km per il RIM-66B, e questo significa molto. Significa ridurre tantissimo le salve disponibili per contrastare gli aerei nemici in avvicinamento a media quota. Questo è un fattore fondamentale, come si vedrà poi.
La cadenza di tiro: secondo i vari video disponibili in rete, è facile vedere una cadenza di tiro, nel caso delle salve missilistiche o della preparazione dell'arma sulla rampa, si arriva a 10-12 secondi. Questo significa che la cadenza di tiro di 6 RPM è grossomodo rispettata, ma con un pò di 'fortuna', è possibile che il lancio sia solo di un missile ogni 12 secondi, ergo 5 al minuto. Quanto durerebbe tale prestazione? Chi lo sa. Al massimo, in genere lanciano salve di 2 missili a breve distanza, praticamente mai lanci continuativi per qualche minuto a fila:
(22) [MISSILE SM1] Tir d'entraînement - YouTube
(22) French Navy Frigate Jean Bart Firing SM 1 Medium Range SAM In The Mediterranean Sea - YouTube
Le versioni sono in realtà suddivise in 'block': il RIM-66 è suddiviso in diverse versioni, dopo i primi lotti costruttivi arriva il RIM-66B con le prestazioni migliorate, come visto sopra. Quanto tempo dura il funzionamento del motore? Non è chiaro, ma stando ai filmati dei lanci, abbiamo circa 8 secondi (per l'Ardito), ma vi sono anche lanci differenti, circa 5-10 secondi, per cui potrebbero essere versioni diverse da quelle della MMI. In ogni caso, però, si vede chiaramente, oltre al pennacchio di fumo lungo chilometri iniziale, anche un bagliore posteriore che è il motore di sostentamento, anche se fa poca scia, per cui quanto sia davvero lunga la fase di combustione dell'arma è difficile dire. Di sicuro il similare HAWK dell'esercito ha una doppia azione del motore, massa simile, e un tempo di combustione totale di circa 20 secondi.
NB: per il missile Tartar abbiamo il dato di circa 6.000 kg/s per i primi 4 secondi, poi un sostainer di 22-27 secondi (a seconda delle fonti, forse 27 secondi sono quelle del consumo totale?) da circa 900 kg/s. La velocità massima era circa 1,8 M. Notare che questo è lo stesso motore dei primi SM-1MR (RIM-66A), probabilmente il tipo B ha un impulsore da 8 secondi (e i circa 5 secondi? Probabile che siano missili più vecchi tipo RIM-66A), arrivando verso mach 2,5 e tenendo poi la velocità (non saprei comunque per quanto, certo è che anch'essi hanno un sustainer).
Da notare che tutti i missili, e sopratutto quelli americani, prodotti ex novo o aggiornati, cambiano spesso e volentieri al loro interno, specie compattando l'elettronica interna e aumentando testata e motore. Nel caso dell'SM-1, l'evoluzione è impressionante. L'arma è stata sviluppata dal Tartar, ma all'inizio le prestazioni non erano diverse, solo 32 km per entrambe in termini di gittata. Il modello B è arrivato a 46 km, mentre l'SM-2MR, che è stato a sua volta sviluppato in numerose e molto perfezionate versioni, ha avuto come principale novità un nuovo sistema di navigazione capace di ottimizzare la gittata dell'arma sprecando nella navigazione, meno energia possibile. Questo rende possibile aumentare la gittata oltre che la possibilità di ingaggiare bersagli multipli.
Per le navi AEGIS è possibile controllare più missili aggiornandoli continuativamente finché non si avvicinano e si attiva la guida SARH; per le navi non AEGIS, significa lanciare le armi con la rotta per la navigazione già inserita. In tutti i casi si realizza un'arma migliore, ma proprio per questo, è assurdo che la gittata sia così poco migliore rispetto al RIM-66B, ovvero solo 74 km anziché 67 km. Questo significa solo il 10% in più, mentre si sa che la differenza tra l'SM-1MR mod B e l'SM-2MR (delle prime versioni!) è del 60%!!! Questa differenza è quella che passa, nemmeno a farlo apposta, tra 46 e 74 km. Il che mi pare evidentemente sufficiente per dire che si tratta della conferma di come questi missili siano effettivamente dotati di 3 gittate, 32 km RIM-66A, 46 km RIM-66B, 74 km RIM-66C (SM-2). Tra l'altro, in seguito gli SM-2 si evolveranno ancora, e in maniera impressionante, con i successivi blocks raddoppieranno addirittura la gittata utile, grazie anche ad un nuovo motore.
Nel mezzo tra SM-1 e SM-2, c'é anche un altro missile, però: il RIM-66E, un ultimo modello apparso nei primi anni '80 dell'SM-1, il quale aveva diverse innovazioni per questo tipo di arma, tanto da renderla non molto meno efficace dell'SM-2. Ovvero: la testata bellica più potente Mk 115, come l'SM-2, pesante ben 113 kg anziché circa 60; e un'altra innovazione importantissima, anche il seeker è quello dell'SM-2, ovvero un tipo mono-pulse, anziché a scansione, il che rende l'arma molto meno facile da ingannare con le ECM. Tuttavia, non c'é traccia di gittate incrementate (a rigor di logica, la testata aumentando il peso di circa il 10% rispetto al missile 'normale', dovrebbe ridurre effettivamente le sue prestazioni).
Ricapitolando: RIM-66A Block 1, in servizio dal 1967, ha lo stesso motore Mk 27 a doppia spinta del Tartar ultima produzione, testata Mk 51 da 62 kg e seeker a scansione conica. In seguito ha avuto vari lotti che hanno comportato migliori ECCM e un raggio d'azione minimo più ridotto oltre che minori tempi di acquisizione di bersagli di superficie (tutti i vari SAM navali americani della famiglia hanno capacità antinave!), migliorati fino al 1968.
Poi il RIM-66B Block V aveva un raggio d'azione maggiore del 45% e una tangenza del 25%, arrivando a 46 km e a 24 km rispettivamente (anziché 32/19 km), più lungo di 25 cm con motore Mk 56 a doppia azione.
Infine il RIM-66E (Block VI) è apparso dopo l'SM-2 (1978) e ha comportato il seeker monopulse dell'SM-2, spoletta di prossimità di nuovo modello, e nelle ultime di ben 8 sottoversioni, anche la testata Mk 115 dell'SM-2, pesante ben 113 kg. La letalità di queste armi è stata quindi molto migliorata anche rispetto all'SM-1B.
Dal 1978 apparve, come detto sopra, l'SM-2 con nuovo autopilota Mk 2 e INS per portarlo nella zona vicina a dove sarebbe stato aiutato dal radar, questo comportava un percorso meno dispendioso, il target aveva molto meno tempo per reagire, era possibile ingaggiare bersagli multipli in rapida sequenza, maggiore gittata utile grazie alla guida su comando da parte dell'AEGIS, più come si è visto, guida monopulse e nuova testata bellica. Le navi non AEGIS usano invece il lancio con setting iniziale del percorso, ma senza la possibilità di aggiornare l'arma durante il volo tramite comando radio. I tipi successivi sono apparsi da circa il 1983 in poi con gittata pratica e capacità di ingaggio aumentate contro i bersagli più difficili e altre migliorie minori.
Si era detto che la MMI avesse anche l'SM-2, ma stando all'articolo apparso anni fa su RiD, e ai commerci censiti dal SIPRI, non pare che in realtà, essa abbia avuto questi missili, nemmeno per i De la Penne ammodernati. Eppure sono armi esportate ampiamente anche per marine relativamente minori e con navi armate di sistema Mk 13, come quelli dei caccia italiani. Dell'Mk 13 diciamo che è un sistema affidabile e provato lungamente in mare, ma come reagirebbe se dovesse tirare 12 missili in qualche minuto? Funzionerebbe tutto OK? Vi sono molte parti in movimento e la cosa è difficile da credere. Il suo cugino binato, l'Mk 22, presenta invece la particolarità che è la rampa che ruota sopra il deposito di armi anziché essere questo che fa la giostrina sotto la rampa.
Certo che gli SM-1 originari sono piuttosto vecchi, ma del resto, sono senz'altro almeno un minimo validi sennò non li avrebbero usati nelle navi come i De la Penne, a tutt'oggi con essi apparentemente equipaggiati. Non sono disponibili le miracolose percentuali di pk, ma è facile pensare che sia, nei test, sopra l'80-90%.
Tuttavia, queste armi sono vecchiotte e possono giocare brutti scherzi. Di recente, due missili SM-2, del modello successivo, sono esplosi al lancio (il solo motore-razzo, non la testata, non ancora armata, ma comunque un bel botto), danneggiando una nave americana e una tedesca, e questo con lanciatori verticali Mk 41, figurarsi. Ma può sempre succedere che missili del genere riservino sorprese, per esempio questo lancio con il secondo ordigno che perde un'aletta e cade vicino alla stessa nave che lo ha lanciato. (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Altra questione ancora: la gittata minima. Sebbene essa non sia che 1,8 km per il vecchio Tartar, per l'SM-1 è indicata in 1,5 NM ovvero 2,7 km, che non è una bazzecola. Per l'SM-1ER si arriva a ben 6,5 km. Il similare britannico Sea Dart ha una portata minima di 3 km, il vecchio Sea Slug di ben 9 km (su un massimo di 32 km circa). Per cui anche questa non è una questione secondaria, come vedremo poi.
Dal sito Designation.net abbiamo questo, che aiuta a calcolare il raggio di tiro effettivo:
In 1995, Hughes (now Raytheon) proposed to convert obsolete RIM-2 Terrier missiles, of which more than 2000 were in storage, to supersonic low-altitude target (SLAT) configuration as a replacement of and/or successor to the MQM-8 Vandal. At 10 m altitude, range would have been 40 km (22 nm) with the MK 30 motor, or 64 km (35 nm) with the new MK 104 dual-thrust motor. As a ballistic missile target, maximum altitude and range could be 85 km (280000 ft) and 275 km (150 nm), respectively (168 km/550 km with MK 104 motor). The designation YRQM-67A was reserved for protoype conversions, but the Terrier conversion plan was eventually dropped. However, Raytheon has converted many surplus SM-2ER rounds (mostly RIM-67C) to TMT (Terrier Missile Target) configuration to serve as ballistic missile targets. Although I don't have firm evidence, these targets are probably designated RQM-67A.
Quanto all'Aspide, e al suo famoso sistema di ricarica parte dell'apparato Albatross, direi che è più o meno come mi aspettavo; la sua tempistica di ricarica è veloce, ma solo per infilare il missile (o più di uno, pare fino a 4, ma sarà così nel mondo 'reale'?) nel lanciatore ci vogliono quasi 10 secondi, per non dire di tutta la procedura d'estrazione della rastrelliera. Al confronto, è rapidissimo il dispiegamento dei missili SM-1 dal magazzino alla rampa, pur essendo oltre il doppio più pesanti. In termini di prestazioni, all'inizio degli anni '2000 si diceva che la portata fosse maggiore, fino quasi a 25 km, il che significa un aumento di circa il 25-30%, più una migliore capacità di ingaggio alle medie quote (quanto 'medie'? La parte 'più bassa' di queste, che vorrà dire cosa... 6.000 m? 8.000 m? Boh). Però qui siamo a circa metà anni '90 e siccome non ci sono dati al riguardo delle ultime sotto-versioni dell'Aspide (è importante che qui non si parla di Aspide 2000, che è una generazione successiva, anche se non così modificato come quel mini-SM-2 che è diventato l'ESSM), mi attengo (sorry) ai missili Aspide di 'vecchia' generazione. Magari si tratta semplicemente di lotti di produzione più anziana (1985-1990), del resto sono missili che costano un bel pò e non è che si rottamino gli imponenti stock accumulati durante la Guerra fredda in un batter d'occhio, no? Né è facie pensare che siano stati radicalmente aggiornati, per esempio con la sostituzione dell'intero motore con un'unità più potente. In ogni caso, ripeto, non ho argomenti per sostanziare tali migliorie e siccome la MMI è stata la prima e più prolifica utilizzatrice di queste armi, è chiaro che ne abbia accumulate tra gli anni '70 e '80 una tale quantità, che in tempi di 'vacche magre' (anni '90) non abbia esitato ad utilizzarli, magari anche per le navi più moderne, come in questo caso.
COME SI VEDE, ci sono un sacco di variabili da considerare. Non sappiamo, per esempio, quanti erano i proiettili per i cannoni da 76, visto che questi ultmi erano esclusivamente visti come armi antiaerei-antimissile, forse non erano molti, mentre erano maggiormente multiruolo i cannoni da 127/54, però con munizioni anche di tipo non antiaereo. Considerando quanto costosi fossero i proiettili antimissile di ultima generazione arrivati con l'SR, dubito che ne abbiano stivati molti, anche perché reputati così efficaci, grazie anche al loro raggio di tiro di prossimità fino a 10 metri dal target.
I radar e il cono di silenzio
Poi, ovviamente, ci sono i radar. Voi penserete che è facile calcolare la capacità di un radar: portata, potenza, frequenza, numero di rivoluzioni al minuto. Ma quasi mai vi dicono anche un altro fattore fondamentale: l'elevazione. Senza di essa, un radar di scoperta aerea non vale niente! L'elevazione dei vari radar imbarcati, però, non era confortante. A parte quelli di inseguimento, capaci di alzi notevolmente maggiori, quelli da scoperta non erano così eccezionali. L'SPS-774 (RAN-12S) è quello collegato al sistema Dardo, ma esso ha un'elevazione dell'ordine dei 45°. La stessa anche per il radar di scoperta 2D a lungo raggio, mentre l'SPS-52C, che è installato sugli Audace migliorati e sui De la Penne, aumenta l'angolazione dalla verticale da 15 a 25°, ma nonostante questo, risulta che abbia soltanto 45° di elevazione! Questo discorso è verificabile anche per via che nell'USN, questi radar sono stati soppiantati dall'SPS-48, che è provvisto di un alzo di ben 65°, nel modello E addirittura 69°
La cosa è anche più notevvole se si pensa che persino un radar modernissimo come il RAN-40L italiano, ha un'elevazione tra 20 e 50°, quest'ultima solo per la funzione 'antimissile balistico'.
Questa è una panoramica di alcuni radar italiani di ultima generazione:
RAN-40L: portata minima 180 m, massima 400 km; sorveglianza: 6 o 12 RPM. Elevazione: 0-20° sorveglianza, 0-30° antimissile balistico, 0-50° antimissile (antinave).
Portata massima e caratteristiche del RAN-30X nei vari modi di funzionamento: NB: 25° di angolo d'elevazione (e 1,2° di apertura orizzontale).
Mode 1 (15rpm) >100km air/surface surveillance
Mode 2 (30rpm) >40km navigation and heli control
Mode 3 (3rpm) >200km over-the-horizon surface
Mode 4 (30rpm) >25km anti-missile
RAT-31SL:
Frequency Band L
Instrumental range 400 Km
Elevation coverage -2° to 20° ABT
(30.5 Km height ABT ceiling)
ARGOS-73:
Antenna
• Type: Reflector feed
• Polarization: Horizontal, Circular (L/R)
• Scan rate: 10/12/15 r.p.m.
• IFF Antenna: Integrated
Transmitter
• Type: Solid State
• Frequency: S-band
• Peak power: 10 KW
• PRF: Fixed or stagger
• Modes: Fixed frequency, pulse-topulse
agility, burst-to-burst
agility
Coverage
• Range: 0.5 to 60 nm
. Elevazione: fino a 10.000 m.
(dal sito radartutorial.eu)
AN/SPS-52
Evoluzione del modello SPS-39. Il tipo più recente, dei primi anni '80, è il modello C. Nuova elettronica ma stessa antenna del -B, antenna inclinata di 25° anziché 15°; raggio in modalità 'high angles' di 180 NM e alzo di 45°; modalità long range, secondaria rispetto all'altra, ha ben 300 NM di portata, ma solo 13° di elevazione. La modalità di fuoco ravvicinato high data rate è da 110 NM e 45° e ne esistono anche altre, come la MTI che ha 70 NM/38°. Attualmente è presente sulle unità tipo WASP e TARAWA. Giri? Ufficialmente sono 5 al minuto, ma scommetto che sono soltanto quelli in modalità di sorveglianza a lungo raggio, mentre in condizioni di scoperta a breve distanza sono circa 10-15, come è normale in radar di questa categoria.
AN/SPS-48 (a titolo di paragone, non fa parte del wargame)
Questo è l'aggiornamento dell'altro e ha praticamente tutto nuovo, è sempre un 3D a lungo raggio con antenna phased array, con verie modalità di funzionamento e la possibilità di elevare di molto l'osservazione grazie a ben 9 fasci anziché 1, con 45° visti contemporaneamente, ma la capacità di elevare il campo d'osservazione fino a 65°. I modelli sono due: l'SPS-48C e l'SPS-48E, quest'ultimo ha il doppio della potenza e un'elevazione massima di 69° (65°, probabilmente, per il modello C). E' presente sulle portarerei classe NIMITZ e le grandi portaelicotteri anfibie e navi comando americane.
Soltanto i radar più moderni e multiruolo, per la guida dei missili, sono migliori di così. l'ARABEL arriva a 70°, mentre l'EMPAR, dove la MMI per una volta ha visto un'esigenza di coperture elevate, arriva addirittura a 90°. Ma questa non è una cosa che ci interessa qui.
Questa situazione è problematica, ovviamente, se si pensa che con 45° di angolo, un aereo in volo ad una tot quota entrerà nel 'cono di silenzio', ad una distanza paragonabile dalla nave. Se vola a 30 metri, no problem; ma se vola a 6 km, allora sì problem, e non pochi. Ed è qui che si gioca la credibilità delle azioni nemiche, delle loro tattiche e delle loro scelte operative. Anche questa è una cosa che vedremo in seguito.
Robustezza della nave: non mi è noto il numero di compartimenti stagni. Però le Lupo e le Maestrale hanno 14 compartimenti. Gli Audace addirittura 16. Questo però non è un fatto straordinario e non è scontato nemmeno che sia così. Il Garibaldi, per esempio, pare che abbia solo 13 compartimenti stagni malgrado sia più grande. Mentre i cacciatorpediniere Cassard francesi, hanno ben 16 compartimenti stagni, considerando che sono simili come dimensioni e dislocamento più agli Audace che ai De la Penne, è evidente che questo tipo di strutture sia uno standard, e le altre navi della categoria sono presumibilmente dello stesso livello: un compartimento stagno ogni qualcosa meno di 10 metri di lunghezza. Le sovrastrutture dei De la Penne, come per le Lupo, sono peraltro in acciaio su quasi tutti i punti (esclusi, ironicamente, proprio quelli 'caldi', i fumaioli, in alluminio!), mentre le Maestrale hanno sovrastrutture più grosse e in alluminio, così come i Cassard e probabilmente, gli Audace. Le aree di controllo danni sono pure importanti e le navi italiane sono molto popolate, anche per aumentare la manodopera (tanto c'era la leva...) per la sicurezza a bordo.
Il nemico oltre la collina
Dall'altra parte del ring, abbiamo niente di meno che gli aerei dell'USN della II Guerra mondiale. Sono loro gli antagonisti.
SBC Helldiver: presente nelle ultime versioni. E' lui il 're' della situazione. Non molto maneggevole e affidabile, è pur sempre dotato di un potente armamento di 2 cannoni da 20 o 4 da 12,7 (se sono delle versioni meno recenti), e circa 1.000 kg di armi, tra cui anche 6 HVAR. E' robusto e ha una buona autonomia, peraltro è un pò troppo grosso. Ma rispetto al Dauntless, ha almeno un pregio fondamentale: è molto più veloce, capace di circa 475 km/h, tangenza massima sugli 8.000 metri, autonomia circa 2.000 km.. Sono circa 100 in meno del corrispettivo giapponese Judy, ma comunque sono quasi 100 in più del Dauntless.
SBD Dauntless: è il classico bombardiere americano della categoria, il migliore per efficienza bellica e carriera, ma soppiantato progressivamente proprio dall'Helldiver. Con circa 1.200 hp, ha una velocità di circa 400 km/h a 5.000 m, tangenza di circa 7.000+ metri (in pratica è possibile mandare intere formazioni in volo a 6.100 metri con bombe fino a 1.000 lb, e probabilmente si può anche fare di meglio, almeno senza il pieno di carburante a bordo). Molto agile e affidabile, è meno armato e veloce dell'SBC, in altre parole, anche alla massima velocità, fa solo 6,6 km/min, anziché 7,5+ del rivale e successore. E' più piccolo e leggero, ma questo conta relativamente poco, casomai è interessante perché ha una maneggevolezza invidiabile, in stile caccia. Se necessario scende in picchiata a 550 km/h in modalità 'bombardiere (aerofreni aperti e fino a 70' di angolo di picchiata)', ma può arrivare a circa 800 km/h se buttato alla massima velocità di scampo! Come l'altro, è dotato di una coppia di mitragliatrici leggere dorsali per la difesa.
F6F Hellcat: cacciabombardiere, qui presente nelle versioni più recenti, i tipi F6F-5 cacciabombardieri, con coda rinforzata per essere un cacciabombardiere affidabile, motore sovrapotenziato da circa 2.000 hp. Circa 600 km/h a media quota e oltre 10.000 m di tangenza. Hanno la possibilità di portare 6x12,7 mm interne con ampio munizionamento, più fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno (solo F6F-5), talvolta 2 cannoni da 20 al posto di altrettante mitragliere. Può portare in alternativa portare fino a 6 razzi HVAR sotto le ali.
TBF Avenger: classico silurante americano, arrivato contemporaneamente all'estensione del predecessore Devastator (devastato a Midway). Circa 440 km/h, capace di portare 1 siluro o circa 1.000 kg di carico bellico. 2 armi da 12,7 mm o 2 da 20 mm, due mitragliere da 12,7 e 7,6 mm difensive, alle volte anche razzi.
Corsair F4U-1/4: cacciabombardiere multiruolo, velocità massima circa 680-710 km/h, a seconda dei modelli. 6x12,7 o (in pochi casi) 4x20 mm (armi più potenti ma con meno munizioni e sopratutto, minore affidabilità). Portano fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno, sotto le ali o talvolta sotto la fusoliera, tra cui due bombe da 1.000 lb oppure 8 razzi HVAR da 5 pollici e circa 60 kg complessivi di peso (unitario).
Tra le armi ci sono le onnipresenti Browning nelle versioni aeronautiche: con circa 850 m/sec, appena meno del normale, canna più corta ma il 50% extra di cadenza di tiro (fino a 800 rpm), affidabili, però senza proiettili esplosivi però con proiettili perforanti-incendiari. Ma sempre meglio dei cannoni M2/M3, copie malfattte degli Hispanici europei, meno affidabili purtroppo, così che l'USN faticò molto a liberarsi delle 12,7 mentre l'USAAF se le tenne fin quando nei primi anni '50, passò ai cannoni da 20 mm M39 e poi Vulcan, ma non in tutti gli aerei. Per quanto non molto efficienti, la loro affidabilità le rese molto popolari per gli aviatori americani. I cannoni M2/M3 potevano sparare a circa 600+ RPM.
Bombe: sono le armi fondamentali per distruggere una nave non corazzata. Una HE da 1.000 lb è la scelta migliore, circa 500+ di TNT, oltre 3 volte quello della bomba AP di pari peso, e potente anche come arma di prossimità con la stessa spoletta VT. Un'arma potente per impatto diretto, per esplosione di prossimità aerea, per esplosione in mare entro 15-30 metri almeno. Dunque non una risorsa banale.
Siluri: gli americani hanno quelli da 559 mm, molto larghi e tozzi, buoni per il lancio con i vani interni degli Avenger, non molto veloci, ma dal modello Mk 10 in poi, sicuramente disponibile nel 1944-45, con testata da circa 270 kg di esplosivo ad alto potenziale. Sono potentissimi, circa come un siluro pesante per navi e sottomarini.
Una parola la meritano i razzi HVAR. Di fatto, essi rappresentano una notevole risorsa, anche dal punto di vista psicologico: consentono ad un cacciabombardiere di presentarsi di fronte ad una nave, non armato di armi da 12,7 contro cannoni da 127 mm, ma a parità di 'calibro'! Incredibile, ma vero. Potenzialmente si tratta di un vero 'game changer' che rende possibile agli aerei una maggiore capacità distruttiva con sgancio prima del sorvolo del bersaglio, proprio quando si entra in quelle ridotte distanze tali da impedire all'aereo di scappare dalla fuoria della contraerea convenzionale. Ovvero sui 2-3 km, che corrispondono anche alla gittata minima di molti tipi di missili SAM. Finché questa distanza è coperta solo da armi automatiche, non è molto confortevole, anche con attacchi in picchiata; con le bombe bisogna avvicinarsi molto di più; ma con i razzi è tutta un'altra cosa...
Questi sono i predecessori dei successivi ZUNI che hanno una maggiore capacità per gli aerei moderni data tra l'altro anche dalle alette ripiegabili per farli entrare nei tubi di lancio. Ma i razzi HVAR sono molto simili come prestazioni: supersonici, con una gittata nominale di circa 5 km (ma quella effettiva è molto minore, visto che la precisione non è eccezionale).
A suo tempo i loro predecessori erano stati gli FFAR da 3,5 pollici, armi sopratutto usate dagli Avenger e altri velivoli, per compiti antisommergibile. Inizialmente erano razzi privi di testata HE, supersonici e capaci di bucare gli scafi degli U-Boote. Poi si pensò di usarli con testate esplosive, e arrivarono gli FFAR da 5 pollici, ma ancora con il corpo da 3,5! Il risultato fu piuttosto deludente. Entrambi i razzi vennero introdotti nel 1943.
Ma erano lenti e poco precisi, con una ridotta gittata utile. Così, entro metà 1944, vennero progettati e costruiti dei motori-razzo molto più potenti (anche esse da 5 in), con prestazioni nettamente supersoniche, prossime a mach 1,2 al termine della combustione. La balistite americana, con un impulso specifico di circa 200 sec, era di circa il 10% superiore ai propellenti di altre nazioni, così il risultato fu un razzo di elevate prestazioni.
Con un proiettile da 127 mm come testata bellica, tipo HE o SAP, ovviamente in questo caso HE, hanno una potenza di fuoco paragonabile alla salva di un cacciatorpediniere e indubbiamente, qualcosa con cui sostenere il proprio morale. La carica HE interna non è molto alta (sui 3 kg), ma è pur sempre quella tipica di una granata di questo calibro. La precisione sarebbe buona, ma bisogna considerare l'abilità effettiva dei piloti nel suo uso. La sua utilità comunque è stata evidente. La produzione, fino a metà anni '50, è stata enorme: si parla, solo per il periodo 1944-45, di oltre un milione di esemplari. Cenni sulla loro attività operativa:
1) i primi HVAR sono stati di sicuro impiegati già a metà 1944, come successori dei troppo lenti FFAR del 1943 sempre paricalibro (almeno come testata); risulta che nella campagna delle Marianne, gli americani con gli F6F-5 Hellcat ne abbiano tirati 5.000 in poche settimane, a partire dal giugno 1944. Questo dimostra sia che gli HVAR erano all'epoca in servizio, sia che lo erano gli F-6F-5 e che questi avevano anche i razzi in distribuzione già allora, anche se non è provato che li usarono contro le navi da guerra giapponesi. Risultarono comunque un tale successo, che prima di essere sostituiti dagli ZUNI (praticamente l'evoluzione con testate differenti e alette ripiegabili per lancio da tubi), ne realizzarono fino a metà degli anni '50, circa 1 milione di esemplari.
2) gli F6F-5 erano i primi veri cacciabombardieri Hellcat, infatti, a differenza dei precedenti Wildcat, gli Hellcat del modello iniziale, il tipo -3, erano poco adatti perché malgrado la loro generale robustezza, avevano piani di coda un pò deboli per la richiamata ad alta velocità. I -5 risolsero il problema in maniera marcata e diventarono mezzi offensivi di elevate capacità.
3) i razzi Tiny Tim erano stati impiegati mettendo praticamente un razzo alle bombe da 500 lb, ma solo pochi esemplari per Okinawa e dintorni, ebbero peraltro un pò di successo in Corea.
4) le spolette VT erano state usate già con successo entro la fine della guerra. Ma come le usavano con le granate da 127 mm dei cannoni, le potevano usare anche con i razzi che di fatto erano sempre granate da 127 con un razzo dietro. In effetti, questi razzi dimostrarono di essere, contro bersagli all'aperto, 5,2 volte più efficaci dei normali con spoletta ad esplosione a terra, esplodendo a circa 20 metri di quota. La cosa si dimostrò talmente buona, che fino ad un terzo non solo dei razzi, ma anche delle bombe, tirati negli ultimi mesi di guerra era con spoletta VT.
5) quanto agli aerei Corsair: non solo ci sono disegni di F4U-4 di ultima generazione in servizio con la Essex nell'aprile del 1945, con tanto di 8 razzi HVAR sotto le ali, ma vi sono anche foto del tardo 1944 di Corsair sulle portaerei americane armati con gli HVAR. Questo significa che per Okinawa e per il contrasto alla Yamato erano disponibili sicuramente anche i Corsair e i razzi HVAR.
6) esistono alcuni elementi di prova in cui i velivoli americani attaccarono anche con razzi le navi giapponesi quel fatale 7 aprile 1945.
Lotta ad armi impari
Anzitutto le premesse: tempo buono e giorno, ergo buone condizioni di visibilità, con poche nuvole (max 3/10). Mare aperto, senza comunicazioni ed interferenze da parte di qualcun altro fuori dalla zona di battaglia. Non è facile per un nemico arretrato tracciare il movimento di una nave da guerra che abbatte o affonda praticamente chiunque si avvicini a meno di 40 km in aria e a meno di 180 km in superficie. Ma anche così, non è detto che la localizzazione non avvenga e se avviene, a quel punto parte il wargame. Un grosso SE, immagino. Ma è un gioco e va bene così.
Ah, ovviamente: il nemico è noto, almeno nei principi generali. Altrimenti la cosa non sarebbe nemmeno pensabile, troppo grande è l'effetto sorpresa dei missili contro gli aerei convenzionali del periodo bellico. Il fuoco preciso della flak è concepibile, in fondo un SR è solo un cannone più preciso della controparte bellica; ma un missile è tutt'altro nemico e fa paura e tanta, ai piloti che lo affrontano, come ricordava anche Randy Cunningham (che in effetti, finì abbattuto da un SA-2 dopo l'ultimo, famoso combattimento che tenne in VN). L'intelligence alleata, così potente ed efficiente, aveva però avuto notizie della nuova 'super-nave' nemica, forse grazie alla decifrazione dei sistemi di trasmissione nemici, cosa che in effetti accadde durante la guerra ai danni della marina giapponese (e non solo). Per cui hanno studiato le tecniche e le tattiche migliori per permettere ai propri piloti di farcela, e li hanno istruiti e preparati un minimo almeno, per ottenere l'effetto voluto.
Lancio dei missili SM-1: sono lanciati con modalità shoot-look-shoot, quindi prima tirano un missile, poi guardano il risultato, poi sparano ancora se hanno mancato. Così il lancio è più lento, ma... se non fosse così, vedresti i missili attaccare un unico bersaglio, e quando in giro ce ne sono molti, o si spara missili come se non ci fosse un domani... oppure al contrario, si mira cercando lucidamente di non sprecare colpi. Conoscendo il rateo di colpi a segno prevedibile, con la maggior parte dei missili che abbatteranno i bersagli, non si capisce perché lanciare più armi contro un singolo target. Ovviamente questo è importante solo contro obiettivi molto lontani, così da avere tempo di lanciare più armi contro un singolo bersaglio, dato che il tempo di volo arriva sui 60 secondi. Però bisogna dire che questa problematica è molto meno sentita dopo che il raggio si riduce a distanze medio-brevi, quando comunque non ci sarebbe molto modo di lanciare più missili contro un singolo target, perché comunque vi sono due linee di mira e due missili sono lanciabili ogni 20 secondi, pari a circa 12-15 km di distanza percorsa dai missili. Quindi per il raddoppio, bisognerebbe lanciare da 20-30 km di distanza.
Raggio di tiro: a media quota, ritengo che 40 km siano una buona valutazione. Potrebbero essere di più, tipo 46 km per esempio, ma penso che nel rapporto drag-quota, è tale per cui la massima gittata utile è raggiunta a quote di 10.000-15.000 metri circa, sopra il missile fatica troppo a salire, e sotto c'é troppo drag indotto dall'atmosfera. Sarebbe interessante sapere che tipo di pilotaggio è possibile con questo missile, se per esempio è capace di salire in quota e poi ritornare giù, arrivando sul target in picchiata. Non lo so, onestamente, ma è una capacità che ha l'SM-2.
Ricarica: circa 10-12 secondi per l'SM-1. Dubito che il funzionamento sia molto favorito dallo sforzo dato dal lancio di missili sostenuto in diversi minuti, per cui è facile che con tante complicate parti meccaniche in movimento, si possa subire guasti più o meno seri, anche eliminabili ma con una certa perdita di tempo, da pochi secondi ad alcuni minuti, ma troppi durante una battaglia aeronavale.
Aspide e cannoni: distanze di tiro entro i 20 km circa per il missile, ma se gli aerei volano oltre la quota di tangenza pratica (5-6.000 metri), è di fatto impossibile usarli e allora saranno utilizzati soltanto per gli ingaggi più lunghi durante l'attacco in picchiata finale, entro i 10 km quindi. Uno dei canali di tiro, almeno sui De la Penne e le Maestrale, potrà essere dedicato a queste temibili armi anche per il tiro a corto raggio. Le fregate Maestrale e Lupo hanno un sistema dedicato di tiro per il cannone, ma nel primo caso è elettro-ottico, presumibilmente con una certa capacità antiaerea anche contro bersagli in quota (ma non è facile dire in maniera precisa quali siano le sue qualità). Tenete presente, che, a differenza di altre marine, quella italiana non è stata di manica stretta con le direzioni di tiro, e quando le armi a.a. sono state superiori rispetto a queste, è stato solo perché la MMI ha esagerato con il numero di armi a bordo (es Audace e De la Penne, rispettivamente con 6 e 5 armi, ma con 3 e 4 DT disponibili; le fregate hanno tutte 4 armi e 4 DT). I missili vengono lanciati singolarmente, ma è possibile che essi vengano anche lanciati in raffiche di due, a breve raggio almeno, tanto non c'é più nulla da perdere, specie entro i 3 km (sempre che le DT siano passate al tiro con i cannoni, che per quanto ne so, è incompatibile da farsi simultaneamente con il lancio missili). I cannoni sono sparati entro i 6-7 km di distanza, con raffiche di 5-6 colpi per il 127, 8-10 colpi per i 76 mm (probabilmente 6-8 colpi l'uno se operano assieme contro uno stesso target). La probabilità di colpire e abbattere il target è alta, probabilmente sia le raffiche di cannone che i missili arrivano all'80%.
Attacco degli aerei. Direi che la migliore azione dei volenterosi è a media quota. Perché? Tanto, i velivoli carichi sono costretti a volare non tanto più in alto di seimila metri. Si potrebbe attaccare a volo radente, ma dubito che le armi moderne siano particolarmente vulnerabili a questa tattica, volare a bassa quota va bene finché sei nella condizione di combattere passando sotto la cortina dei radar e sopratutto, sotto la quota minima pratica dei missili antiaerei. Ma se questo trucco non funziona, allora sarà una strage, costretti a volare a velocità ridotte e senza modo di variare in fretta le quote, quindi praticamente è come se fossero bersagli bi-dimensionali, capaci di volare in direzione e velocità, ma non in quota. Non so se è possibile fare questo tipo di attacchi. Ma se non lo è, gli attaccanti sono perduti. Mentre un volo a media-alta quota è vantaggioso perché è possibile scendere giù in picchiata dall'alto a velocità molto elevata, variando in fretta la quota e sopratutto, evitando i missili Aspide. La loro quota non è sufficiente, essa è ufficialmente definita in 15-5.000 o massimo, 6.000 metri. Sono Aspide di 1a generazione, massimo metà anni '90, per cui non è considerato un livello di prestazioni migliore, ammesso che i tipi più moderni siano migliori realmente. L'Aspide sale di velocità e a termine combustione ha raggiunto mach 2 circa, ma la combustione dura appena 3,5 secondi e il percorso è circa 1 km. La conseguenza è che poi il missile deve salire di ben 5 km e rotti, subendo anche un forte attrito aerodinamico, che comporta una riduzione rapida della velocità: generalmente è -25% in 5-10 secondi di volo, se l'Aspide arriva a 6.000 m in circa 15 secondi, ha perso praticamente la metà della velocità massima, il che significa perdere una grande capacità di manovra, non importa quanto l'Aspide sia omaggiato dalle bruchu... dagli articoli della stampa italiana. Anche per esso valgono le stesse leggi della fisica che condizionano il predecessore Sparrow. E un aereo della II GM è senz'altro poco prestante in termini di velocità pura, ma ha una marcata maneggevolezza che gli permette di stringere virate inarrivabili per i caccia moderni. Basti pensare che, nel confronto tra Lightning e Spitfire, quest'ultimo riusciva a chiudere la virata dentro quella del jet e arrivare seriamente a distanza di tiro utile. E questo con uno dei jet supersonici più maneggevoli.
Quindi non c'é nulla di banale nel caso dei velivoli bellici contro missili moderni. Sarà difficile sopravvivere, sì, ma non è impossibile. Quanto alle ECM, l'unica cosa che gli aerei americani potrebbero fare è usare i chaff, che sono sempre validi, come dimostrato da britannici e anche argentini alle Falklands, quando anche con mezzi triviali riuscirono a ingannare spesso i radar moderni, anche del calibro degli Skyguard. Gli americani conoscevano il chaff (il nome è loro), così come i tedeschi (duppel), inglesi (window), e persino i giapponesi, che furono i primi ad usarlo (ghimanshi, o 'carta che inganna'). Difficile che un velivolo monoposto possa averlo mai portato in guerra, ma per i pluriposto come gli Helldiver il problema non dovrebbe porsi, se si vuole si può usare a mio avviso, anche se non ne sono particolarmente entusiasta, preferendo un più affidabile studio dinamico che gli effetti 'speciali' imprevedibili dei chaff contro i radar moderni.
Quanto al riconoscimento della minaccia, questo può essere un problema. L'unica cosa che aiuta, è seguire la scia. Del missile in arrivo. Non potrà passare inosservato, e se è ad alta quota è possibile lasciare una scia di vapore anche a motore spento, e sopra i 5.000 metri questa è una seria possibilità. In questo caso facciamo che in effetti, data anche la forte umidità di un ambiente caldo, ma non troppo, si formino le scie. La loro produzione, per effetto adiabatico (la pressione cala dopo il passaggio dell'oggetto in volo ad alta velocità, condensando l'acqua presente come umidità atmosferica), è maggiormente facilitata tra 0 e 10°C e in atmosfera umida. Direi che nella zona grossomodo tropicale, è facile ottenere, a media quota, entrambi i fattori, per cui è certo plausibile che la scia si veda. Nel caso dei motori di sostentamento è più arduo dire, ma è probabile che siano comunque visibili, almeno entro certi limiti. Inoltre, i missili di per sé sono piuttosto grossi e anche arrivando ad alta velocità, è verosimile che la loro sagoma venga vista stagliata contro il cielo blu, o anche sopra il mare (pure esso blu), per non dire dei riflessi metallici che possono generare. Se c'é la scia, comunque sia, è meglio, perché aiuta il pilota a compiere la manovra di scampo calcolando meglio i tempi, la distanza e la velocità del missile. Il fatto di vedere partire i missili con la loro inconfondibile scia, aiuta indubitabilmente a capire quando (di lì a pochissimo) arriveranno in zona. Ecco un esempio di scie di condensazione in un ambiente tipico: il tiro al tacchino delle Marianne (giugno 1944): https://en.wikipedia.org/wiki/File:Fighter_plane_contrails_in_the_sky.jpg
Sfidare i missili è una brutta cosa quando sei a media quota e senza ECM, ma è l'unico modo che c'é, quello e il numero duro e puro di attaccanti, tanto per saturare le difese nemiche. Ma quando si avvicinano i potenti missili nemici, che cosa si può fare per ridurre la loro minaccia? Trattarli per quel che sono, dei piccoli aerei kamikaze, veloci ma pur sempre con limiti in manovra che si devono sfruttare.
Le manovre difensive degli aerei devono essere molto secche e molto rapide, idealmente dovranno affrontare il missile come un torero contro un toro, con manovre laterali di 60-80° in pochi secondi, e MAI in salita, al limite picchiata+richiamo finale; non sono richieste virate di 360° e comunque sia, sarebbero sia troppo lente (a che servono, con i missili avvistati giusto negli ultimi secondi?), sia troppo dannose per l'efficienza della formazione, costretta a perdere coesione e a rallentare, esponendosi ad altri e letali lanci di missili. Invece gli aerei dovranno correre verso la nave come se non ci fosse un domani, perché non c'é altro modo per impedirle di continuare il lancio di missili SM-1, che arrivare prima che li abbia esauriti! 40 km sono tanti, ma non tantissimi, a 600 km/h si fanno in 4 minuti mentre la maggior parte dei sistemi di superpotenza ne garantisce almeno 5, inoltre se si ha la cura di salire di quota (diciamo a 8.000 m) per poi discendere progressivamente fino a circa 6.000 metri, nei 3-4 minuti successivi, il risultato sarà continuare ad avvicinarsi con una forte velocità extra.
E ricordatevi che un missile supersonico, per intercettare un bersaglio subsonico, deve manovrare in maniera molto più dura di esso, se è già a corto di energia, tirare 8-9 G triplica la velocità di stallo e al contempo, consuma rapidamente l'energia disponibile. Uno stallo ad alta velocità, a quel punto, diventa molto facile e molto rapido, dopo appena pochi secondi. Guai se il missile manovrasse duramente a poco più di mach 1, per esempio, significherebbe stallare quasi subito.
Inoltre, sarà sempre necessario attaccare con il vento in poppa, anche 50 km/h sono tanti considerando tutte le prestazioni, averli pro o contro fa la differenza. Ricordatevi che un Hurricane Mk I, nel 1938, volò in un percorso misurato alla media di oltre 650 km/h. La cosa è incredibile, perché corrisponde alla velocità massima dello Spitfire, e non dell'Mk I ma dell'Mk VIII/IX del 1942. Ma si spiega perché l'Hurricane aveva un forte vento in poppa, che ha comportato presumibilmente almeno 97 km/h extra (che a me sembrano pochi comunque, come minimo sono stati circa 150). Questo fatto, da solo, ha reso possibile volare a circa 11 km al minuto, anziché 8,5, il che significa che in caso di avvicinamento alla nave, sarebbe possibile fare i 40 km in 1) 4 minuti (a 600 km/h) a vento zero; 3,5 minuti con vento in poppa; 4,5 minuti con vento in prua. La nave può sparare fino a 6 missili al minuto.
Volando sottovento, gli aerei saranno più veloci nell'avvicinarsi, mentre il raggio di tiro utile delle armi sarà inferiore. Quindi conviene eccome se conviene.
Sommando questo fattore del vento eventuale a favore (ma in quota ce n'é sempre, per cui bisogna considerare le correnti prevalenti in zona per capire da che parte avvicinarsi meglio), più la discesa progressiva in avvicinamento (che è certo più difficile da programmare, perché devi vedere la nave, o almeno avere un'idea di quale distanza vi sia da percorrere), si possono trovare facilmente 100-150 km/h extra, un lusso notevole per qualsiasi aereo arcaico che sfidi la tecnologia delle navi moderne.
Se sembra assurdo, ricordatevi che gli He 177, durante l'ultima offensiva sull'Inghilterra, salivano alla massima quota e poi scendevano progressivamente verso gli obiettivi, perdendo migliaia di metri ma avvicinandosi a velocità medie di circa 640 km/h, impossibili se non avessero avuto il vantaggio della quota. E questo pur non essendo, malgrado la notevole aerodinamica (quadrimotori bi-elica), capaci di salire molto in alto, e nonostante il fatto che i venti dominanti erano generalmente contrari alla loro direzione di volo. In questo modo, gli He 177 riuscirono a raggiungere il territorio inglese e se la cavarono subendo relativamente poche perdite. Per cui, una volta che si accetta il rischio, salire in quota conviene sempre.
E una volta arrivati sul bersaglio? Giù in picchiata, ma subito. In pratica, da media quota, è possibile cominciare la picchiata al limite del tiro dei cannoni e da sopra la quota di tangenza nominale dei missili Aspide. Scendendo giù a grande velocità, variando la quota e anche, per quanto possibile, la rotta, un aereo della II GM diventa quasi un 'jet', specie se è un cacciabombardiere. Aerei come l'Hellcat e il Corsair sono meno veloci dei velivoli moderni, vero; ma il vantaggio per un jet subsonico è generalmente tra un +1/3 e 1/2, 800-900 km/h. Non molto, mentre al contempo il caccia della II GM è più maneggevole dei jet e vira in uno spazio minore. Inoltre ha una struttura molto robusta ed essenziale, a differenza di aerei come l'AMX, è corazzato e dentro è 'vuoto', non ha la duplicazione degli impianti perché quelli principali sono così pochi e rudimentali che difficilmente smetteranno di funzionare per qualche scheggia. Voglio dire, è inutile duplicare i comandi quando hai l'aereo pieno di carburante e di elettronica, con ogni scheggia capace potenzialmente di causare danni seri al velivolo in ogni punto dove colpisca.
Mentre nel caso di queste macchine, basta che volano, che non si spacchino in aria, che il pilota non venga ucciso, il carburante non esploda e il motore funzioni. Tutto molto essenziale, nessuna necessità di duplicare un impianto idraulico di volo, perché non ci sono servocomandi (nel bene e nel male). Inoltre il pilota è protetto da circa 100 kg di corazzatura.
Certo che l'assenza di servocomandi si sente nelle manovre ad alta velocità. Un jet è molto più portato a volare E manovrare a velocità elevate. Un aereo ad elica può andare forte, specie se in picchiata, ma il suo margine migliore di manovra è di 200-400 km/h, anche se nel caso degli aerei americani si può fare discreti risultati anche a velocità più alte. Ma un jet ha il suo punto di forza tra i 400 e gli 800, per cui è tutt'altra bestia.
Naturalmente, le ali grandi aiutano la manovrabilità, ma sono anche un ostacolo ad un rollio molto forte. Nel caso degli aerei della II GM, il campione è il FW 190, capace di circa 160°/sec a 400 km/h, ma comunque capace di arrivare sui 100°/sec anche a circa 600 km/h. Solo ad alte velocità il Mustang poteva batterlo, ma si dice che anche il Corsair era capace di competere con esso. L'Hellcat, invece, era piuttosto inerte. A circa 250 km/h stava sui 50-60°/sec, più o meno come lo Zero; ma a 600 km/h era capace di confermare grossomodo la prestazione, mentre lo Zero dimezzava. E' superfluo ricordare che il rollio è fondamentale per un aereo, in combattimento, perché permette di iniziare manovre evasive in maniera sollecita. Consideriamo il fatto che quasi tutte le manovre, a parte il looping, iniziano con un rollio, anche la virata orizzontale. Per questo, per schivare un missile, e sopratutto, uscire dal raggio d'azione anche della spoletta e delle schegge, è necessario che l'aereo sia capace di rollare molto rapidamente, per cambiare direzione schivando il missile. Gli aerei americani non sono rollatori eccezionali, ma una volta lanciati ad alta velocità, mantengono più o meno quel che fanno alle velocità più basse e quindi restano assai temibili. Oltre i 600 km/h, per esempio, un P-40, per quanto mediocre, era capace di rollare meglio di un Fw 190 e di qualsiasi altro caccia dell'USAAF, con un 360° in meno di 4 secondi, contro quasi 6 per un P-47 e più di 8 per un P-38. Alle basse velocità, invece, era il FW che dominava con 4,8 sec, battuto solo dallo Spitfire con 4 sec, mentre il P-47 e 51 sopra i 10, il P-38 ben 15 secondi. Ma parliamo di 100 mph, quando gli aerei erano appena in grado di manovrare. A 300 mph, invece, il FW ci metteva 2,7 sec, seguito con circa 3 da Spitfire V e P-40 (nel primo caso, con ali tronche anziché quelle standard). Il P-51 era capace di quasi 95°/sec, lo Spitfire normale di 105, quello con ala mozza ben 150, ma questi erano i valori massimi.
Tuttavia, sopra i 600 km/h il FW 190 e i caccia americani si portavano ancora bene, con valori di 60-90°/sec. L'Hellcat, per esempio, perdeva contro lo Zero 52-55 a 255 km/h, ma a 610 poteva fare ben 63° mentre il rivale giapponese solo 29. Gli aerei inglesi non erano molto meglio, il Typhoon era come la macchina giapponese malgrado la sua velocità, e lo Spitfire normale superava di poco i 40°/sec. A quanto pare, ali molto caricate erano meglio indicate per il rollio veloce. Il Corsair è considerato simile al FW-190. Naturalmente, i bombardieri hanno una maggiore inerzia e sono in notevole difficoltà, ma essendo macchine buone per l'aerosiluramento o il bombardamento in picchiata non possono certo essere 'barconi' in termini di agilità, altrimenti non sarebbero utilizzabili per questi scopi, tutt'altro che banali (come la lunga lista di fallimenti in questi due settori testimonia).
Nell'insieme, è chiaro che gli aerei 'preistorici' della II GM sarebbero fatti a pezzi dalle navi moderne, e questo riguarda anche il nostro formidabile De la Penne (che tra l'altro, con l'ultimo aggiornamento ha perso una delle 4 DT e ha sostituito entrambi i radar principali con uno soltanto, portandosi così da 11 a 'solo' 9 radar). Ma ricordatevi, che persino una caverna è fatta da gocce d'acqua che scavano indefesse. Con il tempo e la pazienza, non è detto che la superiorità di una parte sia confermata dalla sconfitta dell'altra.
Voglio dire, anche ad Adua, Iswandala, Little Big Horn e Dogali il nemico aveva per lo più lance e frecce, mentre i 'bianchi' avevano moderni fucili a ripetizione come arma standard. Però non gli bastò, e non certo per una ragione qualitativa. 100 anni fa ancora si facevano cariche alla baionetta (e si sono fatte anche dopo) e anche mandare soldati all'attacco di trincee fortificate armate di mitragliatrici non era una bella prospettiva. Nella II GM gli americani diventarono progressivamente dei dominatori seriali, ma lo spirito del sacrificio e l'accettazione del rischio erano ancora presenti, altrimenti da Okinawa se ne sarebbero andati via a gambe levate. E la memoria del sacrificio dei Devastator a Midway era ancora viva (su circa 40 aerei ne tornarono una mezza dozzina). Dunque la questione non è così assurda come sembra, nemmeno in condizioni di tale differenza tecnologica. E' tutta una questione di organizzazione e di disciplina, la loro presenza o assenza possono causare un risultato che può essere tutto o il contrario di tutto. Come si vedrà anche dagli esempi successivi.
Così come sarà per lo sfruttamento dei punti deboli reciproci, specialmente quello strano fenomeno che permette di vedere con il radar a 300 km, ma non a 3 km di distanza, se il nemico è in volo ad alta quota. Ma tutto questo è un qualcosa che verrà poi detto nelle simulazioni proposte.
Ricapitolando: quota circa 7.000 m (per stare sopra la tangenza pratica dell'Aspide); velocità più elevata possibile; planata leggera per aumentare la velocità effettiva; volo rigorosamente tendente a seguire la direzione del vento per aumentare la velocità rispetto al suolo e costringere il nemico a tirare controvento; arrivo con il Sole possibilmente alle spalle, così da ridurre l'efficacia dei sistemi elettro-ottici di puntamento ausiliario (come le camere termiche).
Tattica di volo: gli aerei devono considerare che c'é la possibilità di essere teoricamente ingaggiati anche in maniera multipla da un singolo radar, così devono fare del loro meglio per attaccare in formazione e stare abbastanza 'larghi' per non essere presi, o non esserlo in maniera facile, dal fascio direttore dei radar SPG e Dardo. Per fare questo, occorre che le formazioni siano a livello di squadrone, con gli aerei distanti tra di loro, sul piano trasversale, almeno mezzo miglio (800 metri), così da rendere molto difficile l'aggancio di più di uno di essi da parte del radar di tiro. Non mi è facile in ogni caso capire come potrebbe una nave lanciare diversi SM-1 contro più di una formazione, anche perché richiederebbe molto tempo (30-40 secondi per una salva di 4 missili), e cosa succederebbe se poi la formazione, vedendo arrivare il missile, si allargasse, diventando difficile da tracciare per i radar SPG, che a quel punto dovrebbero puntare sicuramente solo su di un aereo per volta. Penso che quindi distanze di almeno 500-800 metri tra un aereo e l'altro, con gli squadroni che seguono a 30-60 secondi di distanza almeno (4-10 km), sarebbe ottimale per conservare la compattezza della formazione e al contempo, non essere un facile bersaglio di gruppo. Infine, abbiamo l'avvicinamento e più gli aerei si avvicinano e meglio è, così che possono anche ridurre la distanza fisica pur restando analoghi come distanza angolare. In altre parole, 1.000 metri a 40 km, e 500 metri a 20 km, o 250 metri a 10 km, sono la stessa cosa. Certo, non è facile coordinarsi quando hai una squadriglia dispersa su di un fronte di 10 km, ma di giorno e ad alta quota, con cielo pressochè sereno, non è nemmeno impossibile. Sicuramente, però, è necessario, almeno finché non si dimezza la distanza di tiro iniziale e a quel punto, si potrà sicuramente arrivare a distanze ridotte tra i singoli aerei, tanto è uguale. Insomma, non è un calcolo veniale, tutt'altro.
Probabilità di distruzione
Se dovessi dare retta ai dati degli uffici stampa delle ditte produttrici dovrei mettere ogni volta 'oltre il 90%' fino al 97% degli Aspide. SE, dovessi dare retta, per l'appunto, a questo tipo di dati. Ma siccome poi, nel mondo reale, può succedere di tirare probabilmente circa 200 tra Rapier e Blowpipe e ottenere solo 3 vittorie certe, è chiaro che non lo farò, con buona pace dell'Aspide.
Come visto sopra, non è che i missili 'moderni', solo in quanto tali, siano infallibili. Alle volte lo sono, o quasi: i missili SS-N-2 Styx, è usuale che vengano considerati paccottiglia grazie sopratutto alla propaganda di guerra israeliana, perché nel 1973 non fecero centri a fronte di qualche decina di lanci eseguiti. Ma proprio Israele diede involontaria dimostrazione di quanto fossero letali, almeno in condizioni ideali, con 3 missili su 4 a segno sull'EILAT. Era l'ottobre del 1967 (e NON la guerra dei Sei Giorni come spesso si sente dire). Dall'altra parte, abbiamo un'altra guerra, quella indo-pakistana del 1971, in cui i missili vennero lanciati in ben 12 esemplari, e di questi, ben 11 andarono a segno, inclusi alcuni contro obiettivi costieri. Pensare che missili così vecchi possano fare circa il 90% di centri è impressionante, ma accadde. Salvo poi andare a 0 nella guerra di due anni dopo. Non solo la tecnica, ma anche la tattica aiuta ad affrontare le minacce. I tanto vantati SA-6, per esempio, avrebbero, nella stessa guerra del Kippur che ridicolizzò gli Styx (mentre con gli AS-6 Kelt ci fu meno da ridere, visto che pur fallendo gli obiettivi navali, uno di essi distrusse una centrale radar israeliana), ottenuto sì, una meritata fama (le 'tre dita della Morte') per le loro prestazioni e indifferenza alle vecchie tecniche ECM. Però, dicono alcuni studi, per ogni aereo israeliano abbattuto, vennero tirati qualcosa come 88 (ottantotto) missili, più o meno come i vecchi SA-2 durante la guerra del VN, in particolare quella degli '11 giorni' 1972-73. Quindi non c'é molto da dire: le cose possono andare in un modo o in maniera del tutto diversa, a seconda delle esercitazioni e del nemico, anche non tecnicamente sofisticatissimo, come ben dimostra la SAAF e la sua quasi invulnerabilità alle più sofisticate difese aeree sovietiche e cubane negli anni '80. Anche volando con aerei obsoleti come gli Impala, Buccaneer e per certi versi, Mirage III/F.1.
No, i risultati reali contano molto di più. E devono essere interpretati bene. Non dimentichiamoci che nel 1991, i famosi Patriot si dimostrarono l'arma 'anti-Scud' per eccellenza, ma alla fine i risulati si dimostrarono molto diversi da come veniva pomposamente riportato. Già il fatto stesso che persino allora i missili Patriot vennero riconosciuti come gli autori dell'abbattimento di 45 Scud, ma con ben 140 missili, sono pur sempre quasi 4 per missile abbattuto. E poi sono arrivati studi post-bellici che hanno ridotto anche a meno di 10 i risultati effettivi contro questi preistorici missili balistici irakeni. Non so se questi numeri derivino più dal desiderio di lasciare il prodotto sul mercato, oppure per finanziare, visto che il Patriot era già ben affermato, i successivi upgrade con diverse innovazioni (molto costose, ovviamente). Però è un fatto che i Patriot non abbiano fato esattamente un risultato alla 'one shot, one kil', nemmeno nelle conferenze stampa (all'epoca molto nutrite, non è come negli ultimi 20 anni, quando fatto tutto e non dicono nulla! C'era Swarzkopf in persona a dirci cosa succedeva).
Poi ci sono le Falklands, e anche lì, le decine di missili navali lanciati (per non dire di quelli terrestri, ancora più scadenti come risultati) hanno comportato solo 11 abbattimenti sicuri. I missili Sea Dart hanno ottenuto il meglio, ma mentre quelli lanciati ad alta quota hanno effettivamente colpito il bersaglio nella maggioranza dei casi, quelli tirati a bassa quota hanno fatto quasi sempre cilecca, in pratica passiamo da un Pk del 70 a uno del 10% circa. E questi sono i 'meno peggio' del mazzo.
Quindi io diffido delle affermazioni pubblicitarie e pure di quelle delle forze armate ,che non dimentichiamo, sono coinvolte spesso nello sviluppo delle stesse armi e devono giustificare le enormi risorse spese per la loro acquisizione. Nel caso degli Aspide, i 12 sistemi Spada sono costati, pare, oltre 2000 mld di lire (il costo unitario di questi sistemi, pur essendo di due categorie inferiori, è circa la metà di quello di una batteria Patriot!), mentre i sistemi Skyguard-Aspide hanno comportato oltre 900 mld. Non sono cifre da poco. Anche se i clienti internazionali testimoniano la loro stima per gli Aspide, sono pur sempre soggetti allo stesso discorso di cui sopra. E senza collaudo bellico su ampia scala, ogni prestazione effettiva sarà sempre un indovinello soggettivamente interpretabile. Per quel che riguarda i sistemi d'arma americani, non si può dire certo che essi manchino di 'collaudi' bellici, ma quelli navali non sono stati coinvolti in molte operazioni a fuoco 'vero'. E l'unico abbattimento di guerra dell'intera carriera degli Standard americani, risulta la 'molto gloriosa' distruzione del povero Airbus iraniano del 1988. Un vero crimine di guerra, con una nave che ha abbattuto un aereo di linea volante in una rotta nota, e per giunta, dopo essere entrata in acque territoriali iraniane (era un periodo di guerra quasi continua tra l'Iran e gli allora alleati di Saddam, anche in faccia al danneggiamento della fregata Stark e al gasamento dei curdi e pure degli iraniani, di cui non parla nessuno). Che i missili Made in USA siano molto affidabili e letali nessuno lo nega, del resto, ma è anche vero che queste armi non sempre funzionino bene e alle volte possono riservare sorprese. E più un sistema è complesso, e più rischia di fare delle grosse sorprese (in negativo). Il fatto che non sempre i missili lanciati esplodano sulla nave, come è successo di recente in un paio di occasioni, non significa che non ci siano dei clamorosi 'miss', come questo (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Proiettili di cannone: secondo le statistiche americane, un proiettile da 127 mm aveva circa il 4% di probabilità di abbattere un aereo a 4,6 km. Presumo che i pezzi da 127/54 moderni siano più efficaci, mentre i proiettili da 76 sono probabilmente simili, essendo più moderni ma pesanti solo 1/4. La differenza la fa ovviamente l'FCS ma comunque sia, non si può certo pretendere che una granata, specie se tirata a lungo raggio, sia efficace quanto un missile. E anche in tempi recenti, i proiettili di cannone non sono stati sempre così convincenti: alle Falklands, per esempio, l'HMS Ardent tirò ben 190 colpi contro le formazioni argentine, con ZERO risultati. E parliamo di proiettili moderni, con spoletta di prossimità, peso 21 kg, frammentazione in oltre 3.000 schegge, e con direzione di tiro modernissima, niente di meno che con l'RTN-10X italiano, lo stesso delle Lupo e degli Audace (prima dell'ammodernamento). Non mi aspetto molto sulle capacità di tiro delle navi con questi cannoni, tranne che a distanze medio-brevi. Bastano pochi ondeggiamenti per uscire facilmente dalla soluzione di tiro, dellfinando un pò per evitare di perdere troppa energia (anziché le virate laterali), stare fuori dai 10 metri di raggio utile delle spolette non è difficile fino a pochi km dalla nave.
Secondo un documento di studio americano fatto con cannoni da 90-120 mm nel periodo bellico, per esempio, la gittata utile era stimata essere basicamente quella equivalente a circa 10 secondi di volo, dopo di che le incertezze balistiche diventano troppe anche per spolette VT. Questo significa 5-6 chilometri di raggio utile.
Dall'altra parte, i bombardieri in picchiata sono molto precisi e gli equipaggi, se non presi dal panico di fronte ad armi così letali, può essere che si diano da fare bene, visto che non saranno disturbati dal tiro delle armi nemiche. Infatti, è come paragonare un cobra ad un istrice . Il cobra, ovvero l'armamento a.a. moderno delle navi, è a maggiore gittata utile, ma può solo inquadrare un target alla volta, dovendo lungamente impegnarsi nella guida dei missili per abbattere l'avversario. Un istrice, però, può difendersi da tutti i lati e tutti gli attaccanti contemporaneamente. E' tale e quale alle difese a.a. della II GM, un fuoco di sbarramento poco efficace e preciso, ma che poteva ingaggiare un numero indefinibile di target aerei, non 4-6, ma tutti quelli che entrassero nello spazio aereo 'bombardato' dalle granate di innumerevoli armi. E alle volte funzionava: un incrociatore americano abbatté circa 40 kamikaze verso la fine della guerra, in poco più di un'ora. Una prestazione probabilmente impossibile per la maggior parte delle navi militari moderne. A Guadalcanal, la corazzata South Dakota abbatté in una sola battaglia ben 26 aerei giapponesi (o così è stato attribuito, anzi inizialmente, erano addirittura 32), pari a circa 1/4 del totale delle perdite nipponiche, e questo pur avendo un armamento inferiore a quello della fine della guerra, quando le armi da 28 erano state sostituite da quelle da 40 mm. Sarebbe interessante sapere quanti colpi vennero sparati, ma in ogni caso è chiaro, che il tiro a.a. anche 'vecchia scuola' non è poi così inoffensivo anche in termini di Pk, oltre che di disturbo pratico. Così come non è tanto efficace il tiro missilistico, visto che la maggior parte delle navi inglesi alle Falklands avevano missili a bordo, ma la loro difesa era inferiore rispetto ad un vecchio cacciatorpediniere GEARING del periodo bellico.
Ma come calcolare il rateo di kill per proiettile? Certo che i cannoni e le DT dell'epoca sono primitive rispetto a quelle moderne, ma non bisogna dimenticare che esse rappresentano la maggiore fonte di dati statistici disponibile in merito.
La meccanica è sempre la stessa: se il cannone inizia a tirare a 6 km di distanza, con il target che oltretutto è a circa 5 km di quota, il proiettile deve salire svendendo molta della sua energia cinetica (K) per costruire quella potenziale (U) nella salita nel campo gravitazionale, anche se trova atmosfera meno densa che riduce il drag. Quindi rallenterà piuttosto marcatamente. Difficile dire i tempi di volo in tal caso, ma non mi stupirei se fossero solo marginalmente migliori di quelli delle armi paricalibro della II GM. Queste, in circa 10 secondi di volo, ovvero il massimo raggio effettivo oltre cui è difficile mettere a segno qualche proiettile con sufficiente precisione, su bersagli aerei, ottenevano circa 4,5 km per i pezzi da 76, e circa 5 km per quelli da 127 (che pure, inizialmente, avevano una minore velocità, ma la dissipavano meno in fretta dei leggeri colpi da 3 pollici). Con un margine del genere, considerando l'elevata quota raggiunta dai proiettili e il prevedile, sensibile rallentamento anche in relazione alla distanza percorsa, a quel punto è facile che iniziando da 6 km di distanza, dopo 10 secondi si arrivi sui 4,5 km, che combacia con la distanza percorsa dai bombardieri in picchiata, ovvero circa 150 metri al secondo (540 km/h, e forse anche 600). Per cui, o si inizia il tiro da distanze maggiori di quella ottimale, oppure i proiettili arriveranno comunque con una distanza sensibilmente inferiore rispetto a quella della massima gittata. Anche se fosse un pò diverso, mi aspetto che al massimo i primi incroci vi siano a circa 4,8 km, il che porterebbe il rateo di velocità aereo: missile da 3:1 a ben 4:1, ovvero da 450 a ben 600 m/sec (media), cosa non facile né per i leggeri colpi SR da 76 mm (nonostante la velocità di oltre 900 m/sec, ma ricordiamo che l'attrito è al quadrato della velocità, per cui un oggetto molto leggero e molto veloce perderà più rapidamente energia...), né per i pesanti pezzi da 127 mm, efficienti come drag/massa, ma anche se perdono poca velocità, partono comunque da poco più di 800 m/sec. Aggiungiamo a questo punto che l'aereo nemico, anche se inquadrato, non sarà comunque confermabile come totalmente distrutto se non circa 5 secondi dopo, e arriviamo a circa 4 km. Oppure 5, nel caso del cannone da 127 (gittata a.a. 7 km effettivi). E' una cosa sensata, visto che corrisponde alla tipica raffica antiaerea da 5-10 colpi totali. La prima granata manca leggermente l'aereo, la seconda lo investe con la spoletta VT, idem la 3a, la 4a non funziona, la 5a gli strappa un'ala... dai un altro paio di secondi per confermare quel che vedi e che il bombardiere, pur continuando a scendere quasi in verticale, non è più una minaccia, ed ecco che stiamo già a 4 km di distanza. A quel punto, tutto si giocherà nei 20 secondi successivi, ovvero il tempo tra 4 e 1 km, quando il bombardiere sgancerà la bomba. E' un tempo dannatamente ridotto per trovare un piccolo bersaglio che viene giù quasi verticale e che probabilmente dopo appena 5-6 secondi comincia anche a sparare verso la nave, aumentando le sue possibilità di 'passare' le sue difese. Ma il vero problema è quello di tracciare il bersaglio, così che se anche distruggi un primo target, poi devi trovare l'altro con la sola azione della FCS, che è come guardare il cielo dal buco della serratura! Per questo, è già tanto se viene abbattuto un secondo target, il che comporta la necessità non solo di cercarlo e trovarlo, ma anche di sparargli e attendere poniamo, altri 5 secondi perché le granate arrivino a segno e altri 3 perché esse lo distruggano; fatto questo, poniamo con un tempo di ricerca di 5 sec, di fuoco di 5 sec e di conferma di altri 3, restano appena 7 secondi per cercare, trovare ed abbattere l'eventuale terzo target! E così il De la Penne non riesce a sfruttare completamente le sue potenzialità.
Analizzando le statistiche, per esempio, della Battaglia di Santa Cruz, si scopre che la South Dakota tirò complessivamente una cifra immane di colpi di tutti i calibri eccetto quelli principali, nel tentativo di fermare gli aerei giapponesi. Sappiamo che le spolette di prossimità, malgrado fonti autorevoli dicano il contrario, non vennero usate allora e per la prima volta (a meno che non fosse qualche lotto sperimentale, ma la cosa pare dubbia); ma oltretutto, la percentuale della loro efficacia complessiva fu notata con diligenza dal comandante Gatch e le sorprese non mancarono...
Complessivamente la corazzata sparò: 890 colpi da 127 mm, ben 4.000 da 40, 3.000 da 28 e addirittura 52.000 (!!) da 20 mm. Secondo il calcolo del comandante, la contraerea della corazzata ebbe un'efficacia così ripartita:
-cannoni da 127: 5% (!!!)
-da 40 e 28 mm: 30%
-da 20 mm, addirittura il 65%!!!
Questo ci dice che la battaglia fu veramente a distanze di tiro all'arma bianca, altrimenti i 20 mm non sarebbero mai stati così efficaci, essendo utili entro circa 1 miglio dalla nave. E che, anche con 26 kill attribuiti alla difesa della nave nel suo insieme, gli 890 colpi da 127 causarono soltanto 1-2 abbattimenti.
Finita qui? No, abbiamo anche altri dati.
http://www.navweaps.com/index_tech/tech-075.php
Secondo J. Campbell, per esempio, nel periodo ottobre 1944-gennaio 1945, i pezzi da 127 con spoletta normale hanno abbattuto:
-19 aerei con una media di 1.162 colpi per kill. Con spoletta VT, invece, hanno ottenuto 24,5 kill con appena 310 colpi per kill.
-I pezzi da 76 hanno ottenuto 6,5 kill = 1 ogni 710 colpi tirati
-quelli da 40 addirittura 114 ergo 1 ogni 2.272
-le armi da 28 abbatterono 1 aereo con 2.231
-i cannoni da 20 altri 62,5 ovvero 1 ogni 8.972
-le Browning da 12,7 solo 3, con addirittura 1 ogni 28.069 colpi tirati(!!!)
Bisogna stare attenti a queste cifre perché comunque sono su numeri piccoli, statisticamente piuttosto deboli per trarne delle conclusioni precise, MA la tendenza è ben chiara.
Bisogna tenere presente che i kamikaze arrivano fino all'impatto con la nave, mettendo in crisi la punteria 'tradizionale' più di quella con le spolette 'intelligenti' tipo VT, che si regolano 'da sole'. E somigliano molto ai missili antinave in qusto senso. Ma di nuovo, persino con spoletta VT, i pezzi da 127 hanno soltanto ottenuto un kill ogni 310 colpi.
Lo stesso discorso contro aerei non kamikaze ha comportato
-33,5 kill per i pezzi da 127 (960 colpi per kill)
-20 con le VT da 127 mm (624)
-4 per i pezzi da 76 (convenzionali, 752 cp)
-46 per i Bofors (3.361)
-0 per i 4.764 colpi da 28 mm
-50,5 per i 20 mm (7.152 cp/aereo)
-3 per le Browning (15.139).
Altri dati sulle spolette VT e normali, danno differenti risultati, ma molto simili a quelli sopra detti:
20 mm 40 mm 5"/38 MT1 5"/38 VT
Kamikaze 24 27,200 6,000 1,000 200
Non-Kamikaze 41 30,100 4,500 1,000 550
Nello studio fatto dopo la guerra si notava anche che i giapponesi persero da 3 a 10 aerei 'normali' in più, per ogni singola nave colpita, di quanto non facessero con gli aerei kamikaze. Questi ultimi ebbero complessivamente circa il 19% di successi (aerei che colpiscono la nave bersaglio). Quindi, benché terribilmente cinica, la tattica kamikaze funzionava.
ORA, naturalmente, non è che questa 'media del pollo' sia sempre e comunque giusta e giustificabile. Non voglio certo dire che un De la Penne deve stare a sparare mezz'ora di fila per tirare giù un paio di bombardieri nemici, assolutamente. Però aiuta a capire meglio come, persino quando il nemico si avvicina molto per l'attacco finale, sia difficile abbatterlo facilmente. Naturalmente vi sono anche delle eccezioni, è successo che dopo 2-3 salve con i proiettili VT sia stato abbattuto, alle volte, un aereo kamikaze, in un caso è successo addirittura a quella specie di missile antinave pilotato che era l'Okha.
Per questo, è difficile dire davvero come stiano le cose, ma di sicuro non è automatico che solo perché un bersaglio è ingaggiato da munizioni con spoletta VT, non è detto che venga anche abbattuto e se sì, con spreco di munizioni insospettabilmente alto. La Legge di Murphy, in poche parole, è più forte della tecnica.
Quanto all'altra parte del cielo, quella degli aerei, vorrei far notare che gli aerei della II GM saranno stati pure primordiali, ma GUAI a lasciarli avvicinare! Per la stessa ragione per cui un arco o una clava sono pericolosi anche per l'uomo 'moderno'.
Dei Dauntless attaccanti la flotta giapponese durante la battaglia di Midway c'é ampia letteratura, dico solo che distrussero 3 delle 4 portaerei giapponesi nell'arco di minuti, pur essendo solo 3 squadroni con circa 40 aerei in tutto.
Ecco come si potevano comportare: ''At 15:25, Musashi was attacked by 37 aircraft from Intrepid, the fleet carrier Franklin and Cabot. These aircraft scored hits with 13 bombs and 11 torpedoes during this attack, for the loss of three Avengers and three Helldivers.'' (da wikipedia)
Capito? Nonostante la perdita di 6 aerei su 37, che oggi sarebbe catastrofica (circa il 15%), questi velivoli, che certamente affrontarono il tiro di centinaia di armi a.a., riuscirono a piazzare ben 24 colpi tra bombe e siluri, praticamente i 2/3 delle armi disponibili!
Nel caso dei bombardieri giapponesi, nel periodo 1941-42, i bombardieri D3A Val riuscivano a piazzare fino all'80% dei colpi a segno. Anche bombe non molto potenti erano quindi devastanti quanto ad efficacia complessiva. La portaerei HMS HERMES, per esempio, venne centrata da almeno 40 bombe (oltre 10 tonnellate) ed essendo una nave assai piccola (la prima portaerei britannica costruita come tale), affondò rapidamente e senza speranza di salvezza. I due incrociatori HMS Cownwall e Dorsetshire non ebbero migliore fortuna, sempre vittime dei Val e non dei più logici Kate aerosiluranti e certo, meglio armati offensivamente.
Un'altra cosa non considerata fino ad adesso è il fatto che gli Helldiver hanno la possibilità almeno teorica di portare più bombe. Dentro il vano di fusoliera possono portare una bomba perforante da 726 kg, ma in alternativa 1 da 454 perforante o HE, e 2 da 45, o 113 o 227 kg (però del tipo AP: è opinabile, contro target non corazzati, usare una 500 lb AP piuttosto che una 250 lb HE, che contiene più esplosivo e sopratutto, rende l'aereo più leggero). Un grappolo di bombe, come 1 da 454 e 2 da 113, o anche e meglio, 1 da 454 e 2 da 227 kg, sarebbe anche peggio e l'unica ragione per cui non è stato fatto è che si pensava di aumentare la tangenza dell'aereo alleggerendolo. Ma visto, che comunque continua a volare a 5.000 metri e a velocità ridotte, tanto vale aumentare il totale delle bombe, altrimenti volerebbe a quote tali da sfuggire probabilmente anche al tiro degli Aspide finché non scende giù in picchiata, quando forse è troppo tardi. Infine, esistono sia le armi di bordo, sia fino a 8 razzi da 114 mm subalari, anche se ovviamente non sempre portati, ma potenzialmente micidiali fino a 1.000-2.000 metri durante le picchiate quasi in verticale la balistica sarebbe parecchio migliorata nel loro uso.
Ps: se qualcuno non se ne fosse accorto... la velocità, armamento e quota degli attaccanti è tale, da simulare di fatto anche gli SBD Dauntless, il leggerndari vincitori di Midway.
In alternativa, specialmente se parliamo di Helldiver 'robotici' o quanto meno, 'automatici'.
Un Helldiver delle ultime versioni (tali sono questi che attaccano) era capace non solo di portare una bomba da 1.000 lb HE, ma anche di portarne altre due da 250 lb HE sempre dentro la fusoliera, mentre sotto le ali potevano essere portati vari carichi come, per esempio, 8 razzi. Inoltre, dentro le ali c'erano 4 Browning da 12,7 oppure 2 cannoni da 20 mm. Un volume di fuoco difficile da gestire (data la differenze balistica delle armi usate), ma potenzialmente micidiale. Usare non una, ma due o addirittura tre di queste armi sarebbe micidiale, e lo sarebbe sopratutto entro i 3.000 metri, quando i cannoni da terra sono maggiormente efficaci.
Usare bombe multiple è altrettanto nefasto: una 'forcella perfetta' vedrebbe per esempio la bomba da 1.000 lb in pieno, ma anche le due più piccole che cadono entro i 15-20 metri su entrambi i lati dello scafo. Anche se non potessero danneggiarlo in maniera fondamentale, l'effetto combinato di queste esplosioni sarebbe devastante e probabilmente la concussione sufficiente per mettere in tilt praticamente tutte le difese della nave.
Già, ma quanti sono stati gli Helldiver prodotti: oltre 7.000 esemplari. Per cui ahi voglia a sparare contro con tutto quel che ha, il povero De la Penne è destinato a fare una brutta fine! L'unica speranza, nell'attacco uno-dietro l'altro- è di arrivare alla notte... ma gli Helldiver possono anche usare un radar e sopratutto, bengala. Caso mai, il vero motivo di speranza è che, se le nave sopravvive per diciamo, 24 ore, potrebbe salvarsi approdando a qualche porto, sempre che sia possibile.
Ma che resistenza hanno le navi moderne ai danni? Questa è una bella domanda. Le unità come le moderne fregate e cacciatorpediniere hanno facilmente tra 14 e 16 compartimenti stagni. In genere, a sentire i costruttori, sono capaci di reggere abbastanza bene 2 compartimenti stagni contigui allagati. Possono sopravvivere anche a 3 compartimenti contigui allagati a centro nave oppure 4 alle estremità. Ma se fosse così facile, non sarebbe in pratica possibile per un siluro affondare una nave, a meno di non affondarla con uno scoppio sotto la chiglia con rottura della stessa.
La realtà può essere migliore, ma anche peggiore. Nella casistica della storia navale ne abbiamo di esempi. Abbiamo il caso di un cacciatorpediniere americano colpito da ben 6 Kamikaze, varie bombe e persino un caccia Corsair caduto mentre inseguiva uno dei velivoli giapponesi, dopo essere impattato sull'albero dello stesso cacciatorpediniere. Eppure quella nave è sopravvissuta, il comandante si rifiutò di abbandonarla finché un cannone a bordo potesse ancora sparare! E quella nave è stata rimessa in sesto, è rimasta in servizio nel dopoguerra diventando l'ultima della sua classe a lasciarlo, nell'USN. Ed è ancora presente, visto che ne hanno fatto un museo galleggiante. Robe da pazzi. Al contempo abbiamo casi di navi affondate per molto meno, per esempio incrociatori giapponesi che sono stati distrutti dalle esplosioni dei loro siluri, alle volte addirittura senza colpi in pieno a segno oppure con pochissime granate. Il Mikuma venne affondato con 5 bombe, il gemello Mogami, nella stessa situazione, sopravvisse a 6 impatti, perché lanciò i siluri in mare piuttosto che 'risparmiarli' tenendoli a bordo durante l'attacco, quando sarebbero stati del tutto inutili e anzi, molto dannosi.
Di recente, poi, c'é la notizia che una delle 5 moderne fregate norvegesi classe Nansen ha avuto un gravissimo incidente navale. E' andata a 'sbattere' contro una petroliera e a 'strusciato' il fianco. Come è finita? Come nel caso della molto più grande Costa Concordia del 2012, o se vogliamo, del Titanic. La nave è affondata quasi interamente, in acque poco profonde. Difficile dire quale livello di sicurezza queste navi abbiano, ma parliamo di costruzioni norvegesi, non certo le più scarse quanto a robustezza e sistemi di sicurezza, con il mare che devono affrontare, per giunta quanto a costo, si tratta di navi dotate di radar SPY-1F, la versione leggera dell'AEGIS. In effetti questo è l'unico pezzo della nave nettamente sopra le onde. Certo che se si spendono tanti soldi per un radar del genere non si sarà lesinato per progettare bene il resto, voglio sperare, o no? Beh, malgrado sia una nave di ultima generazione, da 6.000 tonnellate, è bastato questo danno allo scafo, coinvolgente diversi compartimenti, per impedirle di galleggiare e financo di raggiungere qualche posto tra i fiordi abbastanza superficialmente coperto dal mare, da potersi lì incagliare. Caso più unico che raro, per carità, ma pur sempre indicativo di come anche le più moderne ed apparentemente efficienti navi del XXI secolo, giganti civili come la Concordia o pesi medi militari come la nave norvegese (per il divertimento dei commentatori russi, visto che l'esercitazione Trident Juncture era destinata sopratutto ad 'impressionarli' con il deterrente NATO ai loro confini...), obbediscano sempre alla solita regola già enunciata durante la perdita del Titanic: 'E' fatta di ferro. E il ferro affonda'.
NATO drills fallout: Norwegian frigate almost underwater after oil tanker collision (PHOTOS) — RT World News
Per cui, visto e considerato tutto quanto:
-Pk missili SM-1 e Aspide: li considero circa eguali (con gli SM-1 più potenti e subdoli, e gli Aspide più agili): circa il 75% (3 su 4), si può discutere se sia sul totale dei missili lanciati oppure degli ingaggi (non è la stessa cosa, alle volte sono ingaggi con più di un missile, ma attenzione anche al rischio che volando vicini, un singolo missile possa distruggere più di un aereo, evento in verità raro, ma che richiede oppurtune tattiche di volo per non renderlo facile come tirare ai tordi!)
-Pk cannoni: probabilmente circa il 5-10%, per avere probabilità elevate di distruzione sopra una distanza che non sia minima (1 km?) si dovrà tirare raffiche di almeno 5-6 colpi da 127 o 8-10 da 76 mm. Può essere di meno, ma se nei filmati sparano 10 colpi da 76 e 5-6 da 127 non è certo un caso, a mio modesto avviso... nella guerra aerea difficilmente c'é la modalità one-shot-one-kill. E certo non con l'artiglieria e a distanze medio-alte.
-Pk razzi aria-terra: probabilmente circa il 10% da 1,5 km
-Pk bombe: probabilmente il 30-50% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk siluri: probabilmente il 20-30% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk mitragliere: probabilmente il 20% a 1 km, il 10% a 1,5 km, circa il 5% a 2 km, probabilmente solo l'1% a 3 km.
Navi messe KO con:
-Fregate: 1 siluro o 2 bombe da 1.000 lb o 20 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
Navi affondate con:
-Fregate: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 3 siluri o 4 bombe da 1.000 lb o 50 HVAR
E i colpi tipo 'near miss'? Direi che una bomba da 1.000 lb HE, esplodente circa 1/20 sec dopo impatto con il mare, se scoppia entro i 15 metri, raggiunge un'efficacia pari al 50% di un colpo in pieno.
(editato 2-11-18) (editato 17-19-11-18)