Tutti vorrebbero andare con i bambini, per questo ci sono leggi che lo impediscono (Daniele Luttazzi -o chi per lui, 2008)
Abbiamo già parlato dello scandalo di Bibbiano, quindi preferisco per ora non tornare sull'argomento.
QUINDI, parliamo del vero forerunner: il FORTETO. Altro manifesto dell'ideologia perversa alla base di questi crimini. queste voci sono da wikipedia, prese quasi senza modifiche ma con un breve commento ai vari capitoli di questi articoli, che sono scritti bene e senza particolari omissioni.
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Forteto
https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Forteto
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/cooperativa-forteto-commissariata-1978-abusi-e-1619969.html
Il Forteto
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Forteto è una cooperativa agricola attiva nel comune di Vicchio, provincia di Firenze; nacque nel 1977 come un'associazione fondata da Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi e altri con l'obiettivo di essere una comunità produttiva e alternativa alla famiglia tradizionale ispirata agli insegnamenti di don Milani e alle teorie di Gian Paolo Meucci. Nel 1978 i fondatori vennero indagati per atti di libidine violenti e maltrattamenti nei confronti degli adolescenti disabili che il tribunale dei minori aveva inviato presso la comunità e poi definitivamente condannati nel 1985; nel 2011 vennero accusati nuovamente di maltrattamenti verso minori ospiti della comunità e Fiesoli venne definitivamente condannato nel 2017 a oltre 15 anni per abusi su minori e maltrattamenti.[1][2][3][4][5][6][7][8] Lo scandalo che ne seguì portò anche all'istituzione di commissioni di inchiesta parlamentari e regionali[9][10][11] e, nel 2018, al commissariamento della cooperativa[12][13].
Commento: quindi questi due farabutti si sono ispirati alle idee di un sant'uomo come Milani per piegare le loro vittime ad abusi mentali e sessuali, mentre il tribunale dei minori li riforniva di carne fresca. E questo malgrado che i guai iniziarono già 1 anno dopo l'inizio della 'comunità'.
La prima comunità del Forteto
Agli inizi del 1977 venne fondata una comunità composta da 33 membri che si insedia a Farneto, un centro vicino a Calenzano (Firenze). L’iniziativa è di due uomini che vantano titoli di studio in psicologia in realtà mai posseduti: Rodolfo Fiesoli, detto il Profeta e a capo della struttura, e Luigi Goffredi, l’ideologo del progetto.[14] La base ideologica di una comunità che comincia ad assumere i contorni di una setta prende forma attorno ai locali di una parrocchia del pratese. In questa sede cominciano a infarcire il pensiero cattolico di Don Milani con ideologie marxiste, a un'idea di comunità cattolico socialista, che vuole separarsi dal resto del mondo considerato corrotto e corruttore, a proporre un nuovo modello di convivenza e una nuova forma di famiglia non legata da vincoli di sangue che anzi, sembrano apparire nocivi alla crescita dell'individuo. La scelta di far parte della comunità aiuterà l'individuo a spogliarsi di quella che in comunità viene chiamata "materialità"; in questa struttura l'eterosessualità è vista come un errore e l'omosessualità invece come un atto di "amore puro", perché non legato ad un atto creativo che invece è un "peccato".
L'ispirazione da cui arriva la comunità non era solo quello di offrire opportunità di lavoro, bensì anche quello di impegnarsi in un percorso di crescita comunitario, di vita sociale collettiva e di accoglienza di minori con handicap fisici e mentali, con un passato di disagio familiare o abusati sessualmente. Il 4 ottobre 1977 il centro si sposta a Barberino di Mugello e prende il nome di Forteto. Poi si trasferisce nella sede definitiva di Vicchio, dopo l’acquisizione di una fattoria di 500 ettari dove diventa una cooperativa agricola affiliata alla Legacoop e alla Confcooperative e un centro d'affido di minori in difficoltà. Il Forteto è il frutto di una "sperimentazione sociale"[15], nata alla fine degli anni settanta nella tempesta della contestazione ideologica all'autorità, della liberazione sessuale e delle prime teorie gender fondate sui postulati della neutralità uomo-donna.[16] Pur non essendo una struttura d’accoglienza, al Forteto vengono inviati in affidamento disabili fisici e psichici, minori con problemi d’inserimento; il modello educativo appare, ai tanti esperti, funzionale e valido. Arrivano presto le prime denunce da parte di genitori picchiati dai figli su ordine di Fiesoli e di ex seguaci riusciti a fuggire dai violenti condizionamenti psicologici e sessuali. Fiesoli imponeva l’omosessualità come mezzo per la purificazione, e il rifiuto della famiglia d’origine come strumento di liberazione individuale.
Commento: capito? il modello educativo appare ai 'tanti esperti', funzionale e valido. Benché Fiesoli ordinava ai figli di picchiare i genitori (reato), e l'omosessualità come purificazione, il che ha fatto sì che il Forteto non abbia minimamente contribuito all'esplosione demografica nei 40 anni della sua disgraziata esistenza!
La comunità propone una forma di educazione alternativa dei minori tramite gli affidi a due soggetti, uomo-donna, il cui accostamento avviene "a tavolino" e definita "Famiglia funzionale", una nozione coniata dal Forteto, che vi impernia la propria filosofia legata all'educazione dei minori e agli affidi, si sviluppa in opposizione al concetto corrente di famiglia. È composta da due persone – un uomo e una donna – spesso accomunate solo da conoscenza superficiale e in ogni caso non legate da vincoli affettivi, ritenuti nocivi. La conoscenza reciproca è superficiale e svincolata dalla sfera dell’affettività, ritenuta nociva. Si cresceranno ragazzi senza il «fardello della materialità sessuale». Fiesoli e Goffredi si presentano come pionieri. L'iniziativa del "Profeta" raccoglie consensi negli ambienti politici e intellettuali di Firenze. Il Tribunale dei minori comincerà presto ad affidare bambini provenienti da situazioni difficili (genitori tossicodipendenti o assenti). E nel tempo intellettuali e psichiatri loderanno quel miscuglio di Freud e Don Milani.[16]
A un ragazza entrata in comunità nel 1977 viene detto che non doveva avere figli naturali, perché questo rappresenta un atto egoistico. Marika, una sopravvissuta, intervistata raccontò che le veniva detto che, per superare gli abusi che aveva subito da piccola, doveva riviverli e che, dal momento che aveva accumulato troppa rabbia per gli uomini, doveva vivere dei rapporti omosessuali con le donne; la donna coinvolta nei rapporti sessuali era la madre affidataria.
Nessun lavoro della letteratura medica e psicologica internazionale accreditata ha mai concepito come metodologia nei percorsi riabilitativi di bambini affidati ‘famiglia funzionale’, il ‘chiarimento in gruppo’, la ‘separazione omosessuale’. Sono concettualmente prive di riscontri scientifici ed è sorprendente come nessun professionista che si è approcciato al Forteto lo abbia notato. Si ricorda che Il Forteto era frequentato da neuropsichiatri, primari di psichiatria, docenti universitari, assistenti sociali, giudici togati ed onorari ma, come rilevato negli atti della Commissione di inchiesta regionale, gli incontri erano concordati, e in quelle circostanze al Forteto si predisponeva l’ambiente adatto a tali incontri.[17]
Commento: COMPLIMENTISSIMI per la schifezza assoluta di cui hanno dato prova tutti questi 'esperti', che ovviamente non hanno notato niente in tutti quegli anni. Ah, la scienza e la giustizia unite nel Forteto!
Tra il 1980 e il 2010 vengono pubblicati circa una quindicina di libri sul Forteto in cui si teorizza il modello Forteto e il concetto di “famiglia funzionale” su cui si basa la filosofia di accoglienza e inserimento, libri che hanno visto la partecipazione di filosofi e storici con la pubblicazione da parte della casa editrice Il Mulino, come La strada stretta: storia del Forteto del 2003, mentre nel 2009 il testo "l libro dimenticato dalla scuola" di Fiesoli e Goffredi viene presentato ancora a Palazzo Vecchio. L’ultima opera di Fiesoli, “Fili e nodi”, del 2010, vanta pure una prefazione firmata da Antonio Di Pietro che, entra in parlamento nel 1997 candidandosi proprio nel collegio 3 della circoscrizione Toscana, cioè nel Mugello.
Nel 1985 Rodolfo Fiesoli viene condannato per atti di libidine violenta e corruzione di minorenne. Successivamente, soprattutto grazie alla difesa di Fiesoli da parte di Gian Paolo Meucci, Ernesto Balducci e altri, la condanna non ebbe effetti pratici[18] e Il Forteto diventerà un importante interlocutore della Regione Toscana. In seguito alla denuncia di numerose persone, Fiesoli viene nuovamente arrestato (20 dicembre 2011). Nell'ottobre 2013 inizia il processo su un caso divenuto nazionale[19]. Il 17 giugno 2015 è stato condannato a 17 anni e mezzo di reclusione per maltrattamenti e abusi sessuali[20], pena ridotta nel luglio 2016 dai giudici di secondo grado a 15 anni e 10 mesi.[21]
Commento: Tu quoque, Tonino. Come cazzo si fa a scrivere la prefazione di un libro che elogia la teoria fortetana dell'esistenza? Firenze, la grande Firenze, che per 40 anni con tutti i suoi 'geni', non si è accorta di NULLA, a parte qualche giudice che ha voluto vederci chiaro, mentre altri continuavano a spedire disgraziati nel Forteto???
Controversie
I fondatori Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi vennero arrestati nel 1978 e definitivamente condannati nel 1985. Nonostante ciò, il tribunale dei minori, guidato allora da Giampaolo Meucci, continuò ad affidargli bambini disabili o con altre problematiche e, nei successivi trent'anni, vennero inviati al Forneto circa cinquanta minori e la comunità riuscì a crearsi una immagine di centro di accoglienza di eccellenza educativa ottenendo per questo importanti finanziamenti pubblici e riuscendo inoltre a divenire una importante realtà economica e produttiva nel campo agricolo, grazie anche al lavoro delle persone che venivano inviate nella comunità dal tribunale. Nonostante le condanne, il Tribunale dei minori e la politica locale continuarono ad avere fiducia in Fiesoli e nel suo operato e ripresero gli affidamenti di minori oltre alle visite di politici e di personaggi istituzionali alla comunità a testimoniarne l'apprezzamento.[22] La richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta ha sempre trovato l'opposizione del PD con il quale Fiesoli aveva instaurato un rete di relazioni testimoniata anche dal lungo elenco di politici che visitavano spesso la comunità.[1][3][22][4][23]
La Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2000 ha condanna l'Italia per l'affidamento di due minori al Forteto, strappati alle cure della madre.[11][24][13] Bruno Vespa si occupò della vicenda in una puntata di Porta a Porta nel 2001, dopo la condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo. «È di grande conforto vedere forze politiche, con posizioni e interessi diversi, unite su un fatto così grave – ha sottolineato Vespa – Ma è abbastanza straordinario che solo nel 2011 si sia deciso di intervenire. Siamo in presenza di due persone condannate in via definitiva per violenze sui minori nella stessa struttura cui lo Stato affidava i bambini». In quella puntata dichiarerà di aver subito pressioni mai subite in tanti anni di trasmissione. Ribadirà il 17 giugno 2016 nella seconda commissione di inchiesta costituita dalla Regione Toscana «ho confermato alla commissione di avere subito pressioni, di natura prevalentemente politica, ma non solo»; «Non ci fu ‘una’ telefonata, ma una serie di telefonate, di avvertimenti – ha precisato Vespa – perché non si pronunciasse nemmeno il nome del Forteto. In tanti anni di lavoro non ho mai ricevuto così tante pressioni. Solo ora però ho capito davvero la ‘forza’ del Forteto e sono molto contento di aver fatto quella trasmissione. Anzi, in autunno credo che ci occuperemo di nuovo di questo caso».
Accuse di molestie del 2011
Nel 2011 Fiesoli venne nuovamente arrestato per violenza sessuale su minori e maltrattamenti, di quest'ultimi vennero accusati anche 22 membri della comunità. Nelle sentenze si parla di “un'esperienza drammatica, per molti aspetti criminale”, di “un martellante e sistematico lavaggio del cervello” e che per oltre venti anni al Forteto non sono nati bambini perché i rapporti fra uomo e donna erano ritenuti impuri, mentre venivano promossi quelli omosessuali e la comunità era divenuta, sempre secondo la sentenza, il “territorio di caccia di Rodolfo Fiesoli” che ebbe rapporti sessuali con quasi tutti gli uomini della comunità e con molti adolescenti. I bambini accolti in comunità venivano sottoposti a lavaggio del cervello al fine di creare falsi ricordi di abusi nelle famiglia per spingerli ad accusare i genitori naturali.[1][3][25][11][4][6]
Sfruttamento lavoro minorile
Durante le inchieste delle commissioni regionali e durante i dibattimenti processuali, emerse che era pratica comune fare lavorare i minori impiegandoli nelle varie attività della cooperativa che comprendono campi coltivati, frutteti, stalle e un caseificio.[26] Patrizio Mecacci, ex segretario metropolitano del Pd, di fronte alla relazione degli ispettori del ministero dello sviluppo economico che chiedevano il commissariamento, si è opposto: «No a campagne denigratorie verso le istituzioni». Anche se tantissimi testimoni hanno raccontato che il lavoro al Forteto fosse fondato sullo "sfruttamento minorile". «Lavoravamo tutto il giorno, si andava nel caseificio la notte e la mattina a scuola, e poi di nuovo nelle stalle al pomeriggio. Io queste falangi me le sono mozzate a otto anni, vede» ha mostrato le mani in aula un uomo pochi giorni fa. Del resto «ci veniva detto di votare Rifondazione o Pd» ha riferito ai giudici un testimone.[27]
Commento: CAPITO? Bambini costretti la mattina a scuola, il pomeriggio nelle stalle e la notte nel caseificio. Bambini di 8 anni mutilati sul lavoro. E poi da maggiorenni, che diamine: votate RIFONDAZIONE oppure PD (alla faccia della supposta 'diversità' tra le varie sinistre).
Truffa dei corsi di formazione
La Guardia di Finanza effettuò un blitz per sequestrare i computer nella sede e venne aperto un fascicolo per truffa sospettando che i corsi di formazione ideati e promossi dalla Fondazione e finanziati dalla Regione dal 2002 al 2008 non vennero in realtà mai svolti.[27]
Commissione di inchiesta parlamentare
Nel 2015 venne proposta in Parlamento l'istituzione di una commissione di inchiesta sui fatti accaduti per oltre 30 anni nella comunità ma solo ma solo nel 2017, a seguito delle sentenze di condanna per abusi e maltrattamenti si riuscì a superare l'opposizione del Pd, all'epoca partito di maggioranza relativa e principale sostegno del governo in carica. Si riuscì ad approvare al Senato della Repubblica la legge di istituzione della commissione d'inchiesta il 31 maggio 2017.[10][9] Dopo un lungo iter la commissione venne istituita a partire da gennaio 2019.[13]
Commissioni d'inchiesta del consiglio regionale della Toscana
Il consiglio regionale toscano ha istituito due commissioni di inchiesta per capire quali e quanti fossero i rapporti della comunità con la politica; la prima ha operato dal 2012 al 2013 per verificare le numerose storie di abusi mentre la seconda dal 2015 al 2016 per capire quali connessioni politiche abbiano consentito uno scandalo come quello del Forteto.[23]
A seguito dell'inchiesta del 2011 generata dalle accuse di decine di persone accolte al Forteto nel 2013 la Procura di Firenze chiede e ottiene il rinvio a giudizio per 23 componenti del Forteto, Fiesoli compreso e il processo inizierà a ottobre 2013. A seguito di questo il Consiglio regionale della Toscana istituì una commissione d'inchiesta presiedente da Stefano Mugnai di Forza Italia sui motivi degli abusi sui minori perpetrati nella comunità nel corso degli anni.[11][4] Nella relazione finale la commissione chiede come sia stato possibile, nonostante le condanne definitive per abusi e maltrattamenti inferte ai due fondatori nel 1985, che l'associazione abbia potuto continuare a ricevere minori in affidamento oltre ai finanziamenti dalla Regione.[7]
Una seconda commissione regionale d'indagine, presieduta da Paolo Bambagione, ha svolto il suo lavoro nel 2016.[11] Nel giugno 2016 la commissione propose "di riconsiderare la possibilità di istituire una commissione di inchiesta parlamentare su quanto avvenuto nella comunità", oltre a rivolgere "un invito al Parlamento e al governo a rivalutare l'ipotesi di commissariare la cooperativa agricola de il Forteto", collegata alla comunità.[9][3][24][29]
Commissariamento
Dopo la condanna di primo grado, nel luglio 2015 il governo Renzi e il Pd, partito di maggioranza relativa in Parlamento respinsero una richiesta di commissariamento del Forteto.[7] Successivamente, con il nuovo governo Conte, il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha commissariato la cooperativa il 20 dicembre 2018 .[12][13]
Associazione "Il Forteto"
Il sindaco di Dicomano, Stefano Passiatore, ha chiesto al prefetto di Firenze lo scioglimento dell'associazione "Il Forteto" la quale "esisterebbe ancora" e avrebbe svolto un "ruolo criminoso" nella drammatiche vicende che hanno coinvolto la comunità.[6]
Festa dell'Unità
L'edizione toscana del 2017 della Festa de l'Unità, festa di partito per la raccolta fondi del PD, ospitò uno stand del Forteto. La cosa suscitò polemiche a seguito della condanna del fondatore, Rodolfo Fiesoli (nello stesso anno, NdA), a 15 anni e 10 mesi per abusi sessuali. Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale, contestò la decisione in quanto arrivata dopo le sentenze della magistratura, le relazioni delle commissioni d'inchiesta regionali e l'approvazione anche da parte della Camera di una commissione d'inchiesta parlamentare sulla vicenda: «Si tratta di un fatto che, qualora qualcuno avesse ancora dei dubbi, mette il sigillo ufficiale sul legame che esiste tutt'oggi fra il partito al governo dell'Italia, della Toscana e di Firenze e il luogo teatro degli abusi e i maltrattamenti provati e riprovati nelle sentenze della magistratura» ricordando come «ancora oggi al Forteto vive e lavora, anche con ruoli importanti, la maggior parte dei condannati: cade così la storiella ipocrita della discontinuità con il passato dell'attuale governance della cooperativa» e pertanto «aver scelto di ospitare lo stand è un fatto vergognoso, l'ennesimo schiaffo, quello definitivo, alle centinaia di vittime che hanno avuto la vita rovinata da quell'esperienza»" e, infine, chiedendosi «quanto il Forteto ha pagato al Pd per quello stand e se ai loro dirigenti sembri sufficiente per svendere ancora una volta la dignità delle vittime».[30][31][32]
Il nome
Forteto indica, in Toscana, un tipo di macchia semialberata, dove l'azione dell'uomo è meno intensa che altrove, con turni di taglio o incendio meno frequenti e pascolamento più blando; l'altezza degli arbusti può quindi raggiungere i 6 m[33].
Pubblicazioni e riconoscimenti
Nel 1999 esce il primo libro sul Forteto stampato dalle prestigiose edizioni del Mulino: "Forme di cultura e salute psichica. Universo simbolico e regole di relazione nel mondo del Forteto", di Giuseppe Ferroni.
Il 19 maggio 2002 ha luogo la prima marcia di Barbiana. Rodolfo Fiesoli sarà per anni, fino all'ultimo arresto, consigliere del Centro Documentazione don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana.
Nel 2003 esce il secondo testo del Mulino: "La Strada stretta. Storia del Forteto", di Nicola Casanova, presentazione di Franco Cardini.
Il 18 settembre 2003 i missionari comboniani di Alex Zanotelli con la Carovana della Pace fanno tappa a Barbiana. Pranzo al Forteto dove, dicono testuale, "più famiglie alla luce del Vangelo vivono controcorrente attraverso il lavoro di diverse cooperative e la comunione dei beni".
Nel dicembre del 2003 su "Diario", mensile diretto da Enrico Deaglio, esce un profilo encomiastico di Luigi Goffredi, presidente della Fondazione Il Forteto.
Nel novembre-dicembre del 2007 a Borgo San Lorenzo, convegno nazionale per il 40.mo di "Lettera a una Professoressa" di don Milani. Tra i relatori Rodolfo Fiesoli: "Il Forteto".
Nel 2008 ancora un libro del Mulino: "La contraddizione virtuosa. Il problema educativo, don Milani e il Forteto", di Nicola Casanova e Giuseppe Fornari.
Il 4 febbraio 2010 al senato, organizzata dal gruppo PD, presentazione del libro di Rodolfo Fiesoli "Una scuola per l'integrazione".
Nel giugno del 2011 per le edizioni Falco di Cosenza esce il libro di Rodolfo Fiesoli "Fili e nodi". La prefazione è di Antonio Di Pietro, a quel tempo candidato alle politiche proprio nel collegio del Mugello.
DISGUSTOSO, NON E' VERO? MA non è che l'assaggio. Ecco la voce che parla più in dettaglio dello scandalo del Forteto...
Scandalo Forteto
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Lo Scandalo Forteto è relativo a casi di molestie sessuali e pedofilia accaduti all'interno del Forteto, una comunità fondata da Rodolfo Fiesoli[1] e Luigi Goffredi nel 1977.[2] Secondo quanto emerso dalle vicende giudiziarie e da tre commissioni di inchiesta regionale e nazionale, all'interno della struttura si commisero abusi psicologici e sessuali nei confronti di minori e disabili che erano stati dati in affidamento dal Tribunale dei minori alla comunità. La comunità è operante nel comune di Vicchio, nella provincia di Firenze, e nel 2018 la cooperativa che ne gestiva le attività produttive è stata commissariata dal governo italiano.[3][4]
Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi
«Sono gli anni delle comuni, degli ideali e dell'utopia. Io ci andai per accompagnarci una fidanzatina, rimasi affascinato da quest'uomo carismatico che sembrava aver realizzato i nostri sogni di comunitarismo, solidarietà, di cattolicesmo sociale e democratico. Rodolfo era affascinante, citava il Vangelo tutte le sere, riusciva a rubarti l'anima, ci ha convinti di vivere un'esperienza unica, invece eravamo tenuti schiavi[5]»
(Sergio Pietracito, presidente del Comitato Vittime del Forteto)
Nel 1977 Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi fondarono una comunità composta da 33 membri presso Farneto e, poco dopo, il 4 ottobre si spostano a Barberino di Mugello prendendo il definitivo nome di Forteto; successivamente la sede si trasferì definitivamente a Vicchio, dopo l’acquisizione di una fattoria di 500 ettari, divenendo una cooperativa agricola.[6] Concetto cardine della comunità è «la famiglia funzionale».[7] I minori accolti nella comunità erano «solo nominalmente affidati dal tribunale dei minori a una coppia che è tale solo sulla carta»; nel caso in cui arrivino fratelli, «vengono subito divisi e i loro rapporti disapprovati». Si usava la tecnica della messinscena: «Quando venivano gli assistenti sociali bisognava fare finta che tutto fosse perfetto, si andava negli appartamenti dove c'erano le foto di noi insieme con la coppia affidataria, tutti felici», racconta uno dei testimoni.
Primi processi
A seguito di una denuncia, il 29 novembre 1978 Fiesoli e Goffredi vennero arrestati perché accusati di abusi sessuali e atti osceni; finite le esigenze cautelari, vennero poi scarcerati il 1º giugno 1979.[6] Dopo sei mesi dall'arresto, e con il processo in corso, Giampaolo Meucci, presidente del tribunale dei minori, continuò ad affidare minori alla comunità in quanto non credeva alle accuse, convinto invece fosse un complotto ordito per motivi politici; Goffredi, l'ideologo del gruppo, riuscirà persino ad avere due bimbi in adozione dopo la propria condanna. Dopo la scarcerazione Fiesoli tornò nella comunità e nello stesso giorno Meucci affidò alla comunità un bambino down;[8] un altro magistrato, Piero Tony, ricorda che «Nel 1984 Meucci mi disse che niente poteva impedirgli di pensare al Forteto come a una comunità accogliente e idonea».[9]
Nel frattempo si arriva al processo con una dozzina di capi d'imputazione che vanno dagli atti di libidine violenta, ai maltrattamenti, alla violenza privata, alla corruzione di minorenne, all'usurpazione di titolo (Fiesoli e Goffredi all'inizio millantarono di essere medici o psicologi), agli atti osceni in luogo pubblico. Nel primo grado di giudizio venne emessa il 6 ottobre 1981 una sentenza di condanna per Fiesoli a tre anni di reclusione, per Goffredi a un anno e nove mesi; a una parte civile verrà riconosciuto un risarcimento di 2 milioni. Il 19 maggio 1982 la sentenza di appello assolse gli imputati per insufficienza di prove per gran per parte dei capi d’imputazione, mentre dichiarò che il fatto non sussisteva per l'accusa di sottrazione di un minore. In appello venne ribaltata la sentenza ma poi la Corte di Cassazione, il 15 febbraio 1984, annullò «per difetto di motivazione» l'assoluzione della corte di Appello. La nuova sentenza di secondo grado verrà emessa a gennaio 1985, condannando a due anni di carcere Fiesoli per atti di libidine violenta, corruzione di minorenne e maltrattamenti[6] e a dieci mesi Goffredi per le accuse di sottrazione consensuale di minorenne e corruzione di minorenne mentre l'usurpazione di titolo venne amnistiato.[10][11][12] La sentenza verrà confermata l'8 maggio 1985 dalla Cassazione.[6][7] Fiesoli fu invece assolto dall'accusa di atti osceni in luogo pubblico per le sue esibizioni di genitali, ma non perché non li avesse commessi, confermò la Cassazione, ma perché era avvenuto in un luogo privato, il Forteto appunto.[8]
Nonostante la sentenza definitiva di condanna, il tribunale dei minorenni, allora ancora guidato da Meucci, affidò un bambino con la sindrome di Down alla comunità; lo stesso giudice istruttore scrisse che «Poiché gli imputati adducono a loro difesa l’affidamento di minori o di psicolabili da parte del Tribunale per i minori e di vari Consorzi sociosanitari, questo giudice istruttore non può non rilevare, così come del resto hanno fatto i periti psichiatrici, la leggerezza con cui sono stati effettuati tali affidamenti, senza adeguata informativa e successivi controlli».[8] Nonostante le condanne, continuò l'affidamento di bambini da parte del Tribunale dei minori di Firenze e, in 30 anni, saranno almeno 86 i minori affidati all'associazione.[6]
La condanna della corte europea
A seguito di una denuncia di una madre cui era stato impedito di vedere i due figli in affidamento al Forteto, il 13 luglio 2000 la Corte europea dei diritti dell'uomo condannò lo Stato italiano a pagare un risarcimento.[6][7] Nel 1998, la Corte aveva ricevuto la richiesta di due ricorsi (39221/98 et 41963/98 - riuniti) contro l’Italia, e in particolare contro l'operato del Tribunale dei minori di Firenze. La prima ricorrente era una cittadina belga e italiana, la seconda una cittadina italiana residente a Bruxelles e madre della prima ricorrente[13]. Il Tribunale per i minorenni di Firenze aveva imposto l'interruzione di ogni relazione della madre con i figli che vennero collocati presso Il Forteto. La Corte giudicò come una violazione dei diritti della madre l'aver ostacolato il mantenimento dei rapporti tra i bambini inseriti nel Forteto, la madre e la nonna. Il 13 luglio del 2000, la Corte condannò quindi l’Italia a una multa di 200 milioni di lire per danni morali in quanto nella comunità i minori avrebbero dovuto ritrovare serenità ed essere reinseriti in famiglia mentre invece la madre non riusciva più a vederli e in tre anni aveva potuto ottenere solo due brevi incontri. Nell'istanza presentata alla Corte la donna ipotizzò il plagio verso i suoi figli oltre a denunciare pratiche violente e maltrattamenti fisici e psicologici che sarebbero avvenuti all'interno della comunità. La Corte sanzionò il comportamento delle autorità italiane, stabilendo che non si può impedire sine die a una madre di vedere i propri figli. Nonostante questo non cambiò molto e negli anni la donna presentò più volte denunce, l'ultima nel 2011 dal Belgio, dove si era trasferita. Nonostante l’ulteriore pronunciamento di condanna e nonostante l’esplicito richiamo all'obbligo delle autorità a eseguire le sentenze, gli incontri con i figli continuarono a essere ostacolati. Contestualmente anche il figlio maggiore, nel frattempo diventato maggiorenne e uscito dalla comunità, querelò a gennaio 2011 la comunità e da questa testimonianza partì un'indagine su Fiesoli che venne arrestato il 20 dicembre 2011.
Secondo processo
Oltre a Fiesoli l'accusa riguardò anche Goffredi insieme ad altri 22 membri della comunità, indagati a vario titolo per maltrattamenti.[6] A seguito di questo, gli affidamenti di minori al Forteto si interromperanno nel 2012. La denuncia venne presentata anche da altri ragazzi che vivevano nella comunità. Il primo a denunciarlo è il figlio della donna protagonista della sentenza della Corte europea. Il giovane parlò di un clima di terrore, di abusi e di plagio. Raccontò anche di essere stato costretto a scrivere un libro contro la madre e a recidere i rapporti con la donna. Del suo caso si era occupata anche la televisione belga, ma la comunità aveva sempre respinto le accuse.
Nel febbraio 2014 Edoardo Martinelli, ex allievo di don Milani, sindacalista e soprattutto tra i fondatori del Forteto, depose al processo. Martinelli fuggì dal Forteto già nel 1978, ai tempi della prima inchiesta. In un momento di crisi familiare era andato a vivere nella comunità. Dopo pochi giorni, nottetempo, Fiesoli penetrò nella sua camera proponendogli avances sessuali che vennero rifiutate da Martinelli e che spinsero ad andarsene dalla comunità. Martinelli raccontò anche che:
«Lo scontro con Rodolfo fu sulla sua idea di comunità rigida e sulla terapia selvaggia basata sulle confessioni pubbliche. Attuarono quella terapia selvaggia con una mia amica, disperata perché da bambina suo padre aveva abusato di lei. Cercarono di applicarla anche a me. Rodolfo mi guardava negli occhi, mi voleva far dire che ero un abusato, addirittura che anche Don Milani era un abusante, era come se mi volesse ipnotizzare. Erano pressioni disumane. Tutto un gruppo faceva coercizione. Siccome credo di non aver mai perso del tutto la lucidità, dissi a Rodolfo [Fiesoli]: “Si va io e te da Don Bensi, il mio confessore” (…) Non si fa a tempo a entrare che Rodolfo gli fa il suo sorriso e gli mette la mano sui genitali (era un suo vezzo). Don Bensi gli sferrò uno sganassone e lo cacciò a calci nel sedere. Poi mi disse: “Questo è pazzo, è uno psicotico attivo”. Quel giorno capii che ero finito in un bordello[14]»
(Edoardo Martinelli)
COMMENTO: qui il disgusto travalica qualsiasi parola. Il tribunale dei minori di Firenze, per chissà quale ragione, ha continuato ad affidare minori a questi MOSTRI, ha persino continuato ad ostacolare il ricongiungimento di un minore alla madre e nonna, malgrado la sentenza di condanna della Corte Europea, e poi assistiamo alla pratica di condizionare mentalmente le persone fino al punto di calunniare Don Milani (il faro iniziale della comunità), e farsi prendere a calci nel culo da Don Bensi, che con assoluta schiettezza lo qualificò in modo tale che i vari Di Pietro, Padre Zanotelli, giudice Meucci, politici e dottori, non si erano riusciti nemmeno ad avvicinare. Ci voleva tanto a dirla con Don Bensi: QUESTO E' UN PAZZO, E' UNO PSICOTICO ATTIVO? E a trattare Fiesoli come fece Bensi? NO, assolutamente. MA nessuno l'ha fatto per oltre 30 anni, malgrado che i giudici dei tribunali ORDINARI l'avessero condannato ripetutamente!
La sentenza di primo grado venne emessa il 17 giugno 2015 con la condanna di Fiesoli a 17 anni e sei mesi di reclusione, Goffredi a otto anni, Daniela Tardani a 7 anni e altre condanne meno pesanti per altri 14 coimputati con pene minori.[6] Vennero riconosciuti anche cospicui risarcimenti, cui era tenuto in solido anche la stessa cooperativa. Con la nuova inchiesta emerse il profilo di una “setta” governata da “regole maltrattanti, crudeli e incomprensibili”. Nella sentenza si parla di “un'esperienza drammatica, per molti aspetti criminale”, di “un martellante e sistematico lavaggio del cervello”. Per venti anni al Forteto non sono nati bambini perché i rapporti fra uomo e donna erano ritenuti impuri, mentre venivano promossi quelli omosessuali.[15][16] Il Forteto – hanno scritto i giudici – era il “territorio di caccia di Rodolfo Fiesoli”, che ha avuto rapporti sessuali con quasi tutti gli uomini della comunità e con molti adolescenti, sostenendo che in tal modo gli “liberava la materialità”. Con le tecniche messe in pratica nella comunità, i minori erano costretti a rievocare pubblicamente gli abusi a cui erano stati sottoposti prima di essere affidati al Forteto e a volte a inventarseli insieme ad accusa ai propri genitori che venivano sistematicamente denigrati diversamente dalle finalità dell'affido, un istituto temporaneo, il quale dovrebbe aiutare a ricomporre il rapporto familiare.[16]
La Corte di Cassazione ha confermato 2 dicembre 2017 in buona parte la sentenza della corte di appello di Firenze che il 15 luglio 2016 aveva condannato a 15 anni e 10 mesi per abusi su minori e maltrattamenti Fiesoli ma l'ha annullata con rinvio limitatamente a uno degli episodi di violenza sessuale contestati all'imputato e a una donna della comunità, per cui venne richiesto un processo di appello. Per alcuni degli altri nove imputati, condannati in appello per maltrattamenti a pene comprese fra 6 anni e 1 anno e 8 mesi, è intervenuta la prescrizione, che fra l'altro ha annullato interamente la condanna a 6 anni dell'ideologo e braccio destro di Fiesoli, Luigi Goffredi ma vengono confermati i risarcimenti alle parti civili. Sabato 23 dicembre 2017 Fiesoli venne arrestato e condotto in carcere.[16][2][17][18][19][20]
A febbraio 2017, la procura di Firenze, a seguito delle dichiarazioni di un testimone durante il processo contro Fiesoli e suoi collaboratori per maltrattamenti e violenze sessuali sui minori affidati dal tribunale alla comunità, aprì poi un'inchiesta per subornazione di testimone; a seguito di minacce, riferì il testimone, che arrivò quando era undicenne al Forteto, diede falsa testimonianza circa il periodo che trascorse nella comunità.[21]
Terzo processo
In un altro processo, cosiddetto Forteto bis un ragazzo era stato collocato al Forteto dai servizi sociali all'età di 11 anni; ne fuggì quando ne aveva 15. Il 14 aprile 2014 raccontò il periodo nella comunità, segnati da costrizioni reiterate a compiere atti sessuali da parte di Fiesoli. La cooperativa Il Forteto si è costituita parte civile contro Fiesoli.
Commissioni di inchiesta
Prima commissione regionale
«Portavi la colazione a Rodolfo (Fiesoli ndr) e... mani nelle mutande, baci sul collo anche davanti alla mia madre affidataria. Cioè, mi ci portava lei: "Ma lasciati andare! Rodolfo lo fa con tutti, è normale, ti leva questa materialità"»
(M. C., affidata al Forteto a 8 anni nel 1983, dalla Relazione della Commissione Regionale)
Il 1º giugno 2012 (34 ANNI DOPO IL PRIMO ARRESTO NdA) la regione Toscana crea una commissione d'inchiesta sul Forteto con presidente Stefano Mugnai del PDL e con vicepresidente Paolo Bambagioni del PD.[22] La commissione di inchiesta riguarda "L’attività di affidamento dei minori a comunità e centri alla luce della vicenda Il Forteto, finalizzata a conoscere la congruità della stessa rispetto agli obiettivi perseguiti dalla legislazione regionale in materia di tutela dei minori".
Stefano Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia, presidente della commissione, alla fine del 2011, qualche giorno dopo l’arresto di Fiesoli, venne chiamato da Bambagioni nella stanza di Carraresi, rivelando che Monaci avesse fatto pressioni affinché l'inchiesta non "venisse approfondita troppo".[23] La commissione ha ascoltato il presidente del Consiglio regionale in carica fino alle ultime elezioni, Alberto Monaci. A lui i commissari hanno chiesto se la Commissione istituita in Regione tra il 2012 e il 2013 aveva potuto lavorare in serenità o meno. Monaci risponde che, anche in assenza di pressioni, vi era una maggioranza all'interno dei gruppi consiliari che mirava a coprire lo scandalo.[24]
L'8 gennaio 2013 una commissione d’inchiesta istituita dalla Regione Toscana e presieduta da Stefano Mugnai approva una dura relazione sull'associazione definita come «Una setta al cui interno gli abusi sessuali, psicologici e affettivi sui minori rappresentavano la consuetudine» e trasmette gli atti alla Procura di Firenze.[6]
Il 15 gennaio 2013 mentre si attendono gli sviluppi giudiziari, la commissione regionale d'inchiesta pubblica la sua relazione sul Forteto, approvata all'unanimità. Il suo testo integrale è nel sito della Regione Toscana.[25] Nella relazione della commissione di inchiesta regionale si legge:
«È Fiesoli che detta le regole. Al Forteto «uomini e donne vivono divisi: dormono, mangiano, lavorano separati anche se sposati». «La famiglia era una gabbia oppressiva, bisognava isolarsi dall'egoismo del mondo» raccontano le vittime. L'eterosessualità è «osteggiata», l'omosessualità incentivata. «Le donne - racconta Giuseppe - erano maiale e puttane, anche la Madonna era "puttana", perché non voleva far crescere Gesù». «Si doveva tutti cercare di maturare attraverso il confronto» ricorda Donatella, e il "confronto", nel lessico rovesciato del profeta, «era il sesso omosessuale». I ragazzi che mostrano desiderio per l'altro sesso sono «finocchi», le ragazze «lesbiche». Chi veniva scoperto era umiliato di fronte a tutti, sottoposto ai «chiarimenti». «Ti mettevano su una sedia, la sera, e ti facevano un processo. Dovevi confessare di essere preda di ossessioni sessuali anche se non era vero, o di aver subito violenza dalla famiglia di origine anche se non era mai successo». Chi si ribella o si oppone subisce le «punizioni». «Tirate di capelli, botte con il mattarello, zoccolate». Oppure «si veniva richiusi nella cella frigorifera».»
(Relazione Commissione Regionale della Toscana)
Seconda commissione regionale
«Al Forteto l’omosessualità era non solo permessa ma addirittura incentivata, un percorso obbligato verso quella che Fiesoli definiva “liberazione dalla materialità” (…) l’amore riconosciuto e accettato, l’amore vero, alto e nobile era solo quello con lo stesso sesso (…) Il bene e l’amore vero erano quelli di tipo omosessuale, perché lì non c’è materia.[25]»
(Relazione della Commissione regionale d’inchiesta)
Il 23 giugno 2016 una seconda commissione regionale d’inchiesta, istituita nel 2015 per indagare sulle responsabilità istituzionali e presieduta da Paolo Bambagioni,[26] dopo un anno di lavoro approva una nuova relazione, anche questa poi trasmessa alla Procura di Firenze, che si concentra sulle responsabilità politiche e istituzionali della vicenda condannando l'usanza di organizzare cene elettorali e iniziative culturali al Forteto creando così facendo un'aura di rispettabilità e riconoscendo autorevolezza all'associazione nonostante le condanne definitive e le continue denunce di maltrattamenti, oltre alla condanna della corte di Strasburgo del 2000; ci si chiede inoltre nella relazione anche come sia stato possibile, nonostante le condanne definitive già subite dai due fondatori nel 1985, sempre per abusi e maltrattamenti, come sia stato possibile continuare a ottenere minori in affidamento e finanziamenti dalla Regione.[6]
La nuova commissione regionale d’inchiesta si proponeva invece di verificare come tutto ciò sia potuto accadere dal momento che il Forteto:
-non era una comunità educativa: al suo interno non vi era personale qualificato, non c’era alcuna équipe educativa, tanto meno un programma generale di attività o un regolamento interno;
-non era una casa famiglia: oltre a non essere riconosciuta come tale, la comunità Il Forteto era fortemente e dichiaratamente avversa alla famiglia tradizionale;
-non rispettava la legge sull'affidamento dei minori: li allontanava sistematicamente dalla famiglia d’origine pregiudicando il rientro in essa previsto dal dettato normativo, aveva voce in capitolo sulla scelta degli affidatari ‘abbinati’ in una famiglia funzionale scegliendo persone prive di vincoli affettivi e talvolta anche solo relazionali, non era soggetto a verifiche semestrali stringenti come previsto dalla legge.
La commissione d'inchiesta bis del Consiglio regionale della Toscana sul Forteto ha approvato all'unanimità la relazione finale con "un invito al Parlamento e al Governo a rivalutare l'ipotesi di commissariare la cooperativa agricola" e "di riconsiderare la possibilità di istituire una commissione di inchiesta parlamentare su quanto avvenuto nella comunità". La relazione invita anche il "ministero della Giustizia a inviare ispettori al tribunale dei Minori fiorentino" e "la Regione Toscana a togliere il patrocinio alla Fondazione omonima", oltre a chiedere alla grande distribuzione di "valutare l’opportunità di commercializzare prodotti a marchio Forteto". Inoltre, la commissione ha individuato alcuni responsabili fra i dipendenti pubblici ed ha inviato agli enti preposti una richiesta di valutare provvedimenti disciplinari che potranno anche portare al licenziamento degli stessi.[27] Nelle conclusioni della relazione si parla delle responsabilità del tribunale per i minorenni e di una generale superficialità della politica e del mondo dell'economia, del lavoro e dell'informazione su un caso molto grave.[27]
Tra operatori della sanità, operatori sociali e tribunale dei minori c’è un rimpallo di responsabilità che fa scrivere nero su bianco ai commissari: «Par di capire da quanto acquisito durante le audizioni, supponeva che qualcun altro avesse controllato». Non sfugge che - scrive ancora la commissione -, mentre il Tribunale per i Minorenni ci ha riferito di individuare le famiglie ove collocare i minori fidandosi in tutto e per tutto delle valutazioni stilate dai servizi sociali, questi ultimi ribaltano completamente gli equilibri e le responsabilità. Così gli allarmi non scattavano, fino ai 23 avvisi di garanzia per maltrattamenti e altri reati. Tra cui l’abuso sessuale del 2011.[28]
Augusta Gaiarin, ex maestra di Dicomano, ha raccontato di essersi resa conto di un rapporto difficile fra alcuni bambini e i loro genitori affidatari. «Si sentivano controllati, spiati». Provò a parlarne con il sindaco, chiese un colloquio, ma «nella stanza trovai Fiesoli». Ne nacque un dissidio, si vide ritirare tutti gli alunni dalla scuola.[5]
Commissione d'inchiesta parlamentare
Nell'estate 2015, una mozione del deputato Deborah Bergamini chiese un’inchiesta parlamentare e il commissariamento dell’azienda per il presunto intreccio con la comunità. Il PD, partito di maggioranza che sosteneva l'allora governo Renzi, interviene e riesce a bloccare la mozione.[29] Il disegno di legge presentato il 9 ottobre 2015 propose l'istituzione di una commissione di inchiesta voluta dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Laura Bottici, la quale avrebbe dovuto essere dotata di specifici poteri ispettivi e “accertare i fatti e le ragioni per cui le pubbliche amministrazioni e le autorità giudiziarie interessate, comprese quelle investite di poteri di vigilanza, abbiano proseguito ad accreditare come interlocutore istituzionale la comunità Il Forteto, anche a seguito di provvedimenti giudiziari riguardanti abusi sessuali e maltrattamenti riferiti a condotte all'interno della comunità”.
Il comitato Vittime del Forteto
Il 27 dicembre 2011 si costituisce il comitato Vittime del Forteto, con presidente Sergio Pietracito, una delle vittime degli abusi.
«Il Forteto è stato una setta. Ci diceva che noi eravamo i puri di Dio, che dovevamo donarci a lui per liberarci dalla materia, che il mondo fuori era merda e quindi non dovevamo raccontare a nessuno ciò che accadeva dentro, perché nessuno avrebbe potuto capire. (...) Avevamo tutti paura. Io scappai nel '90, prima in Francia, poi in Olanda. Sono tornato dopo anni, a fatica inizio a ricostruire i rapporti con i miei genitori. La scintilla è scattata quando ad essere abusata non è stata più la vecchia generazione, e i padri affidatari hanno cominciato ad ascoltare nei racconti dei figli adottivi le stesse violenze subite da loro».»
(Sergio Pietracito)
«Ero stata abusata dal mio genitore naturale - racconta Marika - sono arrivata lì a 8 anni, nel 1983, dopo qualche anno il mio padre affidatario comincia a dirmi che per superare il trauma serviva che io lo rivivessi. Si abbassò i pantaloni e mi costrinse a fare sesso orale. "Hai visto, mi disse, non è nulla di che.."».
Note
^ Franco Gr, e, Caso Forteto, la sentenza d'Appello: "Lavaggio del cervello", su ilGiornale.it. URL consultato il 7 gennaio 2019.
Firenze, confermate quasi tutte le condanne per il Forteto, su Repubblica.it, 22 dicembre 2017. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Forteto, Natale con il commissario: il governo azzera la coop, su FirenzeToday. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Eva Nuti, La cooperativa "Il Forteto" commissariata, nominato Jacopo Marzetti, garante per i diritti dell'infanzia del Lazio, su ilGiornale.it. URL consultato l'8 gennaio 2019.
Mario Neri, La legge del Forteto: «Ci violentavano, eravamo schiavi», in Il Tirreno, 9 marzo 2014.
Monica Serra, Ecco il malaffare del Pd: "Al Forteto regole crudeli ed esperienza criminale", su ilGiornale.it. URL consultato l'8 gennaio 2019.
Il Forteto non esiste: gli orrori di un storia che nessuno racconta - Affaritaliani.it, su www.affaritaliani.it. URL consultato il 9 gennaio 2019.
GIGI PAOLI, FIRENZE Forteto, ecco le carte choc della condanna di Fiesoli: «Abusi fin dagli anni ’70», La Nazione. URL consultato il 20 ottobre 2013.
^ Stefano Filippi, Quei giudici "amici" al tribunale dei minori, su ilGiornale.it. URL consultato il 19 aprile 2019.
^ Testo tratto dalla sentenza: «incutere ad individui dalla personalità – o per età o per altra causa – immatura il timore della riprovazione del “gruppo” costituito dalla comunità guidata dal Fiesoli e dal Goffredi, e dopo aver scardinato, ricorrendo a forme di convincimento ossessive, aggressive, emarginanti ed umilianti, ogni preesistente valore e le figure parentali, in modo da renderli del tutto dipendenti da loro, costretto ad accertare e a praticare il regime di vita da loro imposto nella cooperativa e caratterizzato da promiscuità assoluta tra persone dello stesso sesso; pratica dell’omosessualità; messa a disposizione della cooperativa di ogni risorsa personale; autocritica per colpe mai commesse e per fatti mai compiuti; attribuzioni a terzi di colpe mai commesse; divieto di rapporti eterosessuali anche fra marito e moglie; divieto di contatti con le famiglie di origine e ostilità nei confronti delle stesse da manifestarsi anche con violenza fisica»
^ In un verbale della procura di Firenze datato 6 dicembre 1978 e agli atti di processo, Gabriele Chelazzi e Carlo Casini interrogano una coppia di Prato che parla dell’esperienza al Forteto. Fiesoli è stato arrestato pochi giorni prima, il 30 novembre: «All'inizio - dicono i due - ci parve un'esperienza positiva, ma piano piano ci siamo accorti che viceversa il gruppo era estremamente chiuso, ripiegato su stesso e che al suo interno avvenivano stranezze anche gravi». Quali, chiedono i due inquirenti. Un esempio: «A una festa c’era un ragazzo spastico che stava in carrozzella, il Profeta disse che avrebbe fatto come Gesù quando faceva i miracoli. Lo prese, lo alzò dalla carrozzella e lui cadde. Allora gli ordinò: ‘Alzati, cammina! Te lo ordino io’. Due lo alzarono e fece dei metri a saltelloni come sapeva fare. Quindi cadde ancora di botto a terra. Il Fiesoli disse allora che ‘il miracolo era avvenuto’». «Fiesoli aveva una particolare fissazione di carattere sessuale». E si legge: «È successo due o tre volte che nel corso delle riunioni egli si sia tirato giù i pantaloni e le mutande, prendendosi in mano il membro e mostrandolo, secondo lui doveva essere un gesto disinibitorio». È solo l’inizio di un racconto choc fatto di divieti ad avere rapporti sessuali fra coniugi, di richieste di rapporti omosessuali, di riunioni collettive per guardarsi reciprocamente i genitali, di parolacce, di insulti, di inviti a picchiare i propri genitori.
^ Stefano Filippi, Da Fassino a Pisapia, quei vip "affezionati", su ilGiornale.it. URL consultato il 9 gennaio 2019.
^ sentenza 13 luglio 2000 | Diritti Uomo, su www.dirittiuomo.it. URL consultato il 19 aprile 2019.
^ Isidoro, La Maledizione di Don Milani, in Radio Spada, 2 maggio 2017.
^ Marco Gasperetti, Firenze, abusi su minori nella comunità del Forteto: “Profeta” condannato, su Corriere della Sera, 23 dicembre 2017. URL consultato il 9 gennaio 2019.
Scandalo Forteto, arrestato il fondatore della Comunità: abusi e maltrattamenti, su Repubblica.it, 23 dicembre 2017. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Forteto, l'appello riduce le pene a Fiesoli e soci, ma confermato il teorema accusatorio, su Repubblica.it, 15 luglio 2016. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Abusi e violenze: gli orrori di Forteto, su Adnkronos. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Stefano Filippi, Forteto, il mostro va in cella. A Fiesoli 15 anni e 10 mesi, su ilGiornale.it. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Forteto: arrestato Fiesoli, su FirenzeToday. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Caso Forteto, la procura di Firenze apre una nuova inchiesta, su Corriere della Sera, 2 luglio 2017. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Violenze a Forteto, sentenza definitiva per il "Profeta" Fiesoli: va in carcere. Mai partita la commissione d'inchiesta, su Il Fatto Quotidiano, 23 dicembre 2017. URL consultato il 7 gennaio 2019.
^ Stefano Brogioni, "Mi dissero: chi tocca il caso Forteto muore", La Nazione. URL consultato il 19 giugno 2015.
^ Forteto, le verità di Monaci e Di Pietro, su www.toscanamedianews.it, 17 febbraio 2016. URL consultato il 19 aprile 2019.
Commissione regionale di inchiesta, Commissione d’Inchiesta (PDF), in Consiglio Regione Toscana, 28 luglio 2015.
^ La Nazione, Commissione d'inchiesta bis sul Forteto, c'è l'ok di tutto il consiglio regionale, su La Nazione, 1436282790148. URL consultato l'8 gennaio 2019.
Sito Ufficiale del Consiglio regionale della Toscana, regione toscana, regione, toscana, su consiglio.regione.toscana.it. URL consultato l'8 gennaio 2019.
^ Luca Rinaldi, Abusi e maltrattamenti, ecco la comunità modello del “profeta” toscano, Linkiesta. URL consultato il 20 giugno 2015.
^ Chi tocca il Forteto muore. E Renzi chiude gli occhi, su www.lanuovabq.it. URL consultato il 14 settembre 2018.
Bibliografia
Stefano Borselli, Il Forteto: destino e catastrofe del cattocomunismo, Settecolori, 2014, EAN: 9788896986240
Commissione di Inchiesta del Consiglio regionale Toscana, Commissione d’Inchiesta - Individuazione e analisi delle responsabilità politiche e istituzionali relativamente alla vicenda Il Forteto, 2016.
Francesco Pini e Duccio Tronci, Setta di Stato - Il caso Forteto, AB Edizioni, 2015.
Commissione di Inchiesta del Consiglio regionale Toscana, Commissione d'inchiesta sull'affidamento dei minori , Consiglio regionale Toscana
Commissione di Inchiesta del Consiglio regionale Toscana, Individuazione e analisi delle responsabilità politiche e istituzionali , Consiglio regionale Toscana
Dal Giornale:
Ven, 21/12/2018 - 13:50
E' Jacopo Marzetti il commissario della cooperativa Il Forteto. Marzetti è il garante per i diritti dell'infanzia del Lazio e il suo nome è stato sorteggiato tra una rosa di cinque dal Mise.
La notizia del commissariamento della cooperativa di Vicchio, nel Mugello in Toscana, era arrivata ieri sera con un tweet del ministro della giustizia Bonafade: “Il Forteto è stato finalmente commissariato. Stasera la decisione del Mise sulla cooperativa le cui vicende hanno scritto una triste pagina della nostra storia. Il Governo ha fatto in pieno il suo dovere, quello che i precedenti governi non hanno avuto il coraggio di fare".
Un passo atteso da anni, almeno dal 2013 come spiega Sergio Pietracito, presidente dell’Associazione Vittime del Forteto, che con evidente commozione precisa: “E’ una grande soddisfazione che aspettavamo dal 2013 con i rinvii a giudizio di Rodolfo Fiesoli e altre 22 persone e dopo la chiusura della prima commissione regionale d’inchiesta, a seguito della quale arrivò l’ispezione ministeriale, sei mesi di lavoro in cui furono ravvisati gli estremi per il commissariamento, che però non arrivò mai”. “Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità del Forteto, - ci spiega Giovanni Marchese, avvocato che assiste alcune delle vittime e legale dell’Associazione Vittime del Forteto – è stato condannato lo scorso ottobre a quattordici anni e dieci mesi di carcere per abusi e violenze sessuali, ma è libero in attesa di una sentenza definitiva”.
La scorsa estate fu scovato dal giornalista Matteo Calì in vacanza a Baragazza vicino a Castiglione dei Pepoli, sull'appennino tosco-emiliano, mentre usciva da messa. Fiesoli fu già arrestato nel 1978, poi nel 1985 fu condannato per atti di libidine violenta, in pratica masturbava minorati psichici di fronte a un minore di 13 anni. Nell’estate del 2014, al posto dell’atteso commissariamento, ci si limitò solamente a far approvare un nuovo statuto alla cooperativa. Qualcuno fa notare che in quel periodo ci fu un cambio al vertice del Governo. Della prima commissione regionale d’inchiesta Stefano Mugnai, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera fu il presidente: “La storia del Forteto dura da 40 anni. La politica ha saputo raccontare prima della magistratura: nel gennaio 2013, contro la volontà della maggioranza di sinistra e con il biasimo del presidente del Consiglio Regionale della Toscana, che ci redarguì per esserci occupati troppo del Forteto, presentammo la relazione della prima commissione d’inchiesta sul Forteto era evidente come la realtà economica della cooperativa fosse controllata dalla comunità/setta. Lo facemmo per giustizia e per garantire un futuro ad una realtà aziendale che rappresenta una ricchezza per il territorio, a condizione però che sia definitivamente staccata dal controllo della setta guidata dal “Profeta” Rodolfo Fiesoli, l’orco del Forteto”. E poi aggiunge: “Non dovrà essere un commissariamento finalizzato alla liquidazione dell’azienda, ma al suo rilancio”. (NdA: perché no? Sarebbe l'unico modo per estirparli definitivamente). .....
...continua Pietracito - ci fu concessa la miseria di 120 euro o poco più, ma dal 1977 a quella data (2000) eravamo sotto totale sfruttamento, otto o dieci in una camera e se qualcuno si feriva non si andava all’ospedale perché era il Fiesoli a mettere i punti”. “Finalmente il Forteto è tolto dalle mani dei fedelissimi di Fiesoli -commenta Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia....
....Anche Donzelli ha una lunga storia di lotte e anni non facili, ostacoli, silenzi, muri impenetrabili e querele, come quella recente a Paolo Bambagioni, presidente della seconda commissione regionale d’inchiesta, che ora dovrà difendersi nonostante che il giudice l’avesse archiviata, perché il Forteto si è opposto a quella archiviazione. “Non sono preoccupato - dice Bambagioni- ma spero non cerchino di intimorire”. (NdA come è successo ad altri).......
Tutto questo per anni, senza che le istituzioni si siano mai accorte di niente. Si fa fatica a crederci. Su questo, anche, indagherà la Commissione parlamentare d’inchiesta, che dovrebbe essere approvata in Aula a inizio gennaio e iniziare i lavori a breve. Uno strumento forte, con poteri ispettivi pari a quelli di un organismo giudiziario, per far luce su eventuali responsabilità politiche. Questo sarà un buon Natale per tutte le vittime del Forteto. Il primo vero Natale, dopo tanti anni di indicibili sofferenze.
(PS purtroppo il governo e forse la legislatura sono andati a picco grazie al Capitone Salvini).
INSOMMA; nello scandalo del Forteto, che tra l'altro continua, visto che questi criminali sono a piede libero, c'erano già TUTTI gli ingradienti ritrovati nel caso Bibbiano, sia pure in modalità 'setta' e non 'ordine sparso'. Ergo: condizionamento mentale dei bambini; accettazione dell'omosessualità come normale; allontanamento dalla famiglia; false accuse; copertura mediatica sfuggente a dire il minimo; copertura dagli intellettuali; copertura dai politici del PD e sinistre varie; copertura dei magistrati del tribunale minorile, tanto che tutte le commissioni si sono stupite di come sia stato possibile continuare ad addossare al Forteto l'etichetta di ente titolato per la gestione dei minori, minori abusati, sfruttati per il lavoro anche da piccoli, rovinati psicologicamente finché campano e con le sentenze persino della Corte Europea non applicate con tanto di multe (ovviamente NON pagate né dai giudici né dal Forteto, né dagli intellettuali, né da Di Pietro e Zanotelli).
Tutto questo, in un modo o in un altro, riappare a Bibbiano: condizionamento mentale, omosessualità, manipolazione e plagio bambini, false accuse, copertura politica, media assenti; conflitti d'interessi dei giudici onorari; magistratura minorile che si 'affida' ciecamente a quel che scrivono gli assistenti sociali. E così via, insomma. Ci sarebbe da fare una scheda di comparazione e la storia è la stessa o quasi, anche se non altro non risulta che Foti abbia abusato dei bambini messi in sua custodia, almeno NON a livello sessuale. Ma fa molta differenza?
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ADESSO andiamo a vedere qualche cosa di più sulla questione di Epstein.
Sì, qui si parla di pedofilia 'su ampia scala'. E' una novità? No, ma quel che è successo lo è sicuramente.
LO STRANO (IGNOTO IN ITAGLIA) CASO DI EPSTEIN
La storia, in due parole: Jeffrey Epstein è un insegnante di matematica (non laureato) che, dopo aver lavorato per due anni in una scuola privata, entra di punto in bianco nel mondo della finanza e si ritrova in poco tempo a gestire un patrimonio miliardario. A un certo punto si compra un’isola caraibica dove imbastisce una vera e propria “tratta delle bianche”, organizzando incontri a luci rosse tra ragazzine minorenni e pezzi grossi della politica, della finanza, della nobiltà e dello spettacolo. Nel 2005 viene scoperto e nel 2007 patteggia per una condanna ridicola (circa un anno in prigione letteralmente “a mezza giornata”) grazie a un accordo con Alexander Acosta (una sorta di boiardo repubblicano), all’epoca procuratore e oggi ministro del lavoro sotto Trump, il quale si è appena dimesso proprio in concomitanza con il nuovo arresto di Epstein e il clamore mediatico che ne è scaturito.
Nella sua principesca magione di New York (quaranta stanze distribuite su sette piani), l’FBI ha trovato oltre a materiale pedopornografico (e altra robaccia inquietante, come il manichino di una donna appeso a un lampadario e un ritratto dello stesso padrone di casa in una prigione di massima sicurezza), una sterminata collezione di video degli incontri di cui sopra, evidentemente ripresi e conservati a scopo ricattatorio. È stata confermata anche l’esistenza del famigerato rolodex, il “libretto nero” dei contatti del miliardario sul quale la stampa sta pesantemente speculando in questi giorni, aggiungendo una caterva di nuovi nomi a quelli già noti (Bill Clinton, Tony Blair, Donald Trump, il principe Andrea, Harvey Weinstein, Woody Allen, Alan Dershowitz eccetera). A quanto pare Epstein conosceva davvero mezzo mondo, se sulla sua isola è riuscito a portare persino una sfilza di accademici, tra i quali Stephen Hawking e Steven Pinker: quest’ultimo ha voluto giustificarsi ricordando, non a torto, l’enorme influenza che il magnate, grazie alle sue generose elargizioni, aveva ottenuto anche in ambito universitario.
https://totalitarismo.altervista.org/lo-scandalo-epstein-e-la-madre-di-tutti-i-complotti/
L’isola dei pedofili, oppure l’isola delle orge. Questa la fama di Little St.James, un angolo di Paradiso nel cuore dei Caraibi trasformato da Jeffrey Epstein in quella che i residenti dell’arcipelago delle Virgin Islands hanno da tempo ribattezzato Isle of Sin, isola del peccato. Da quando 20 anni fa il finanziere americano l’acquistò per farne il rifugio più remoto delle sue perversioni, lontano dai riflettori di Manhattan o di Palm Beach.
.....Intanto a New York è scattata la prima causa civile contro il patrimonio di Epstein, valutato in almeno 550 milioni di dollari. A presentarla Jennifer Araoz, 32 anni, che accusa di essere stata adescata quando aveva 14 anni davanti a un liceo di Manhattan e abusata in casa Epstein da quando ne aveva 15, con tanto di stupro nel 2002. La donna - che ha raccontato la sua storia sul New York Times - punta il dito anche su Ghislaine Maxwell, la sodale di Epstein tuttora ricercata, e tre membri dello staff che accusa di complicità: tre donne che nelle carte vengono chiamate Jane Doe 1, 2 e 3, e che svolgevano rispettivamente il ruolo di reclutatrice delle minorenni, di segretaria e di domestica. “Anche loro hanno reso possibile che tutto ciò accadesse”, afferma il legale della Araoz, che andava nella lussuosa mansion nell’Upper East Side di Manhattan una o due volte a settimana per una o due ore pagata 300 dollari a volta per fare quei famigerati massaggi che quasi sempre degeneravano in prestazioni sessuali.
Va avanti anche l’indagine su come sia stato possibile che Epstein si sia tolto la vita in una prigione federale. Dalle ultime indiscrezioni emerge come i due agenti penitenziari sospesi si siano addormentati durante il loro turno di vigilanza omettendo di controllare la cella del finanziere per ben tre ore la notte prima del suicidio. E falsificando il rapporto per coprire la loro grave mancanza. Trasferita temporaneamente anche la direttrice del carcere in attesa dell’esito delle inchieste condotte dall’Fbi e dal Dipartimento di giustizia.
https://www.huffingtonpost.it/entry/nella-villa-dove-epstein-sequestrava-le-ragazze-una-vittima-ho-provato-a-scappare-a-nuoto_it_5d53ae6ae4b05fa9df06be06?__twitter_impression=true
Caso Epstein: i contatti italiani della lista del famoso pedofilo:
https://www.youtube.com/watch?v=3OhOgwZizpM
Il compagno di cella di Jeffrey Epstein è stato trasferito il giorno prima del presunto “suicidio” del miliardario pedofilo, il che significa che non c’era alcun testimone
Che incredibile coincidenza! “Epstein avrebbe dovuto avere un compagno di cella”, riferisce Fox News, “ma la persona che doveva condividere la cella con Epstein è stata trasferita venerdì, un giorno prima della morte del 66enne.”
“Non è stato chiarito il motivo per cui sia stato trasferito né perché nessun altro sia stato mandato nella cella con Epstein.”
È stato anche rivelato che le guardie carcerarie che lavorano nella prigione non hanno controllato Epstein per “ore” prima del suo suicidio, nonostante fossero tenute a farlo ogni mezz’ora. Alcuni hanno affermato che l’eccesso di impegni a cui sono sottoposte le guardie sarebbe la causa della mancata sorveglianza di Epstein, ma negli ultimi ventun anni solo un altro detenuto era riuscito a suicidarsi.
Epstein è stato rimosso dalla sorveglianza anti-suicido alla fine di luglio, nonostante avesse tentato di togliersi la vita una settimana prima. Secondo alcuni rapporti, Epstein aveva avvertito le guardie e altri prigionieri che qualcuno stava cercando di ucciderlo.
Una fonte interna alla prigione ha anche affermato che Epstein sembrava di buon umore prima del suo presunto suicidio: “Non c’era alcun segnale che volesse ammazzarsi”, ha detto la fonte, “Da quello che ho potuto osservare, stava finalmente iniziando ad adattarsi alla prigione.
https://totalitarismo.altervista.org/il-compagno-di-cella-di-epstein-e-stato-trasferito-un-giorno-prima-del-suo-suicidio/
Le due guardie carcerarie che avrebbero dovuto vigilare su Jeffrey Epstein la notte prima del suicidio si sono addormentate lasciando la cella del finanziere senza controlli per almeno tre ore. Gli agenti avrebbero poi falsificato il rapporto per nascondere il loro errore. Lo riporta il New York Times citando fonti investigative dopo che due agenti della prigione federale di Manhattan sono stati rimossi e messi in aspettativa.
"Sapesse quanto materiale scottante ho su molti potenti...". A parlare, esattamente un anno fa, era Jeffrey Epstein, in un lungo colloquio con James Stewart del New York Times. Travolto dalle accuse di abusi su minori e di sfruttamento della prostituzione minorile, non nascondeva di avere informazioni imbarazzanti e compromettenti sulle inclinazioni sessuali e sull'uso di droghe da parte di personalità della politica, dello spettacolo, della moda, della finanza. Insomma di tutto quel mondo che - tra New York, Hollywood, Palm Beach, passando per Parigi e le Isole Vergini - ruotava attorno ai mega party e ai festini che il finanziere suicida organizzava nelle sue lussuose dimore.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2019/08/14/epstein-guardie-che-vigilavano-si-sono-addormentate_a03a8940-7ba3-4f19-b2c9-55af0b962250.html
DEL RESTO, a chi interesserebbe allungare l'elenco di chi ha avuto a che fare con i Clinton e poi puff, è morto? Ecco l'elenco. Ci sono anche 12 (dodici!) guardie del corpo, ma nessun dettaglio sulla loro morte. https://comedonchisciotte.org/lelenco-completo-delle-persone-collegate-ai-clinton-morte-in-circostanze-misteriose-o-suicidatesi-prima-di-testimoniare/?fbclid=IwAR3wJFPJDr6lOZ-3tkFIeq6e8wvbri1XRnKfsbq2rzmMjzJDdVjR6K0cPhU
BILL CLINTON? Beh, pare proprio che ci sia in mezzo anche il porcellone del Kansas. 27 viaggi per l'isoletta di Epstein, a fare cosa? Forse compare anche lui nei mille mila filmati che Epstein ha fatto (con scopo ricattatorio?)?
Del resto, basta vedere i primi nomi della lista (in ordine alfabetico):
1- James McDougal – Il socio dei Clinton condannato per il caso Whitewater era morto per un apparente attacco cardiaco mentre si trovava in isolamento. Era un testimone chiave nelle indagini di Ken Starr.2 – Mary Mahoney – Una ex stagista della Casa Bianca, era stata assassinata nel luglio 1997 in una caffetteria Starbucks a Georgetown. L’omicidio era avvenuto subito prima che rendesse di pubblico dominio il fatto di avere subito molestie sessuali alla Casa Bianca.
3 – Vince Foster – Ex consigliere della Casa Bianca e collega di Hillary Clinton presso lo studio legale Rose di Little Rock. Era morto per una ferita da arma da fuoco alla testa, risolta come suicidio.
4 – Ron Brown – Segretario al Commercio ed ex Presidente del DNC [Comitato Nazionale Democratico]. La causa ufficiale della morte era stata impatto da incidente aereo. Un patologo che aveva partecipato alle indagini aveva riferito che c’era un buco nella parte superiore del cranio di Brown molto simile ad un ferita da arma da fuoco. Al momento della sua morte, Brown era sotto indagine e non aveva fatto segreto della sua volontà di concludere un accordo con gli inquirenti. Erano morti anche tutti gli altri passeggeri dell’aereo. Pochi giorni dopo, il controllore del traffico aereo si era suicidato.
5 – C. Victor Raiser, II – Raiser, uno dei principali responsabili dell’organizzazione per la raccolta fondi dei Clinton, era morto nella caduta di un aereo privato, nel luglio 1992.
METTE i brividi solo vedere quanti siano stati vittime per incidente aereo. Strano, strano, strano, no?