Ogni tanto mi tocca di uscire dalla solita narrazione dei 'dati utili per wargamers'. E' il solito imperativo morale, anzi la 'legge morale dentro di me' (Kant) che me lo chiede. Scusate.
Ieri c'era l'anniversario, il 73o, di Hiroshima. Ovviamente, nessuno in Italia se ne è accorto.
Il destino, che è beffardo in maniera inarrivabile, ci ha invece regalato uno spettacolo che sembra quasi un promemoria; e proprio a Bologna, tra l'altro, reduce dalle celebrazioni del famoso attentato. Voglio dire, non capita tutti i giorni di vedere una specie di 'fungo atomico' levarsi sopra una nostra città. E pensare, che quello di 73 anni fa era circa 1.000 volte più potente. Nemmeno tanto di più, a pensarci bene.
MA ADESSO pensiamo ad analizzare quel che è successo in Giappone, e quel che ha rappresentato Hiroshima. E sopratutto, Nagasaki, che per certi versi è ancora più significativa e indicativa di quel che pensassero davvero i leader alleati all'epoca.
Giustificazionisti: uccidendo salviamo vite innocenti
1) la prima giustificazione che è sempre stata portata avanti, come mero calcolo ragionierisitico sull'uso delle armi nucleari, è che così facendo, si sarebbero salvate/risparmiate vite. Sia proprie (almeno 250.000), sia del nemico, sia delle popolazioni assoggettate, che subivano terribili sofferenze anche verso la fine della guerra, sia in Cina che in Indocina (dove era in atto una carestia voluta, a quanto pare, dagli stessi giapponesi) che in altre parti disgraziatamente cadute in mano ai soldati dell'Imperatore. Di fatto, i Giapponesi dimostrarono che in quanto a ferocia, essi erano anche peggio dei vituperati occidentali. Inoltre, c'era da conquistare il Giappone, che era a sua volta in piena mobilitazione, tanto che vi fu un ufficiale che si spinse a dire che 'non c'erano civili in Giappone'. Questo modo di narrare le cose, in termini assoluti, è VERO, in un certo senso... ma solo in un certo senso.
Infatti, in realtà, esistono parecchi 'problemini' con questa versione dei fatti.
Anzitutto: perché sarebbero state salvate tante persone in quella guerra? In realtà, la guerra, era di fatto FINITA. Ok? La fine della guerra fu la caduta della sfortunatissima Okinawa, che ironicamente, non fu mai davvero 'giapponese' (la resistenza al dominio di Satsuma, che proibiva l'uso di armi agli abitanti di Okinawa, portò alfine allo sviluppo di arti marziali locali da cui è nato il karate, che significa mano 'vuota'). Eppure fu difesa in maniera mortale dai soldati giapponesi, coinvolgendo largamente anche la popolazione locale, che spesso, terrorizzata dai racconti che venivano fatti, si buttava dalle scogliere, verso la fine della guerra, per sfuggire ai soldati americani. In quella lunga battaglia morirono forse 100.000 soldati giapponesi, e circa 12.000 americani.
I giapponesi, in quell'occasione, usarono nella maniera più ampia possibile l'arma dei Kamikaze, in particolare con le missioni d'attacco di massa note come Kikosui, in cui fino a 200 aerei suicidi più altri di scorta e da attacco normale, venivano usati per attaccare le forze americane al largo dell'isola. Malgrado la crudeltà della battaglia, alla fine gli americani vinsero e i giapponesi si trovarono talmente a malpartito, che dovettero razionare il carburante anche in madrepatria: tra giugno e luglio 1945, oramai, nemmeno riuscivano più a contrastare i B-29 in azione in pieno giorno, e quando arrivarono i bombardieri americani con le 'atomiche', nemmeno i caccia si levarono in volo per fermarli: essendo velivoli singoli o in piccolo numero, non si pensava che fossero nient'altro che ricognitori meteorologici, non valeva la pena cercare di abbatterli, e questo anche considerando che avrebbero potuto facilmente tirarsi dietro uno stormo di bombardieri appena inoltravano il rapporto!
La Marina giapponese? Anche quella non esisteva più. Proprio ad Okinawa vi fu l'ultimo atto: la missione suicida della Yamato, affondata prima ancora che raggiungesse Okinawa per unirsi alle difese locali contro gli americani. Un piano folle, per il quale c'era giusto il carburante sufficiente per l'andata. E la Yamato nemmeno quella riuscì a fare, distrutta assieme a metà delle navi di scorta. Oltre 3.600 marinai morti per nulla, mentre un fungo 'atomico' si levava dall'enorme scafo della nave giapponese al momento dell'affondamento, quasi un sinistro presagio.
Ma fosse stato solo quello che si 'vedeva'.
Sott'acqua le cose erano anche peggiori.
Anzitutto, i mostri sottomarini americani sciamavano senza pietà in tutto l'arcipelago e la marina giapponese, nata sopratutto per combattere altre marine, non riuscì a fare nulla per fermarli. In tutta la guerra, i sommergibili americani affondarono oltre 1.100 navi giapponesi per un totale di oltre 4.000.000 di tonnellate. E questo, malgrado il fatto che inizialmente avevano siluri del tutto difettosi e tendenti a non esplodere o funzionare correttamente! Alla faccia del bicarbonato!
In verità, i sommergibili americani erano stati testimoni e attori determinanti già nella vera sconfitta giapponese. Che era quella delle Marianne, 1944. Due anni prima c'era stata la grande battaglia di Midway, ma stavolta era qualcosa di ancora più grandioso. Allora, gli americani, difendendo un'isoletta a metà strada tra le Hawaii e il Giappone (Midway, per l'appunto...), infestata di pennuti più che di nemici (e attualmente a rischio per il riscaldamento globale), sconfissero l'armata giapponese e affondarono le quattro portaerei principali al prezzo di una solo delle loro tre. La conoscenza della posizione nemica e l'ignoranza nemica della posizione delle forze americane fu determinante per il successo contro un nemico chiaramente superiore, che fu sconfitto in maniera drammatica, ma non ancora decisiva, se non nell'arrestare la fase offensiva dell'azione giapponese.
Due anni dopo andava in scena il contrario, dove gli americani minacciavano le Marianne tenute dai giapponesi. Anche stavolta le forze in campo erano squilibrate a favore dell'attaccante, ma i difensori rimasero pure ciechi e sordi e non poterono mai attaccare efficacemente un nemico fortissimo. Gli americani misero in campo circa 15 portaerei e 900 velivoli di prima qualità, i giapponesi ne avevano circa altrettanti ma ripartiti tra le portaerei e le basi di terra.
I caccia Zero, che sembravano inarrestabili 2 anni prima, adesso erano fiammiferi volanti nei mirini americani: gli Hellcat non erano i vecchi Wildcat e la differenza si vedeva. E i giapponesi non erano più i migliori piloti in circolazione, come all'inizio della guerra. Come se non bastasse, mentre le portaerei giapponesi si muovevano per contrastare gli americani dopo i primi attacchi, i sommergibili non solo le localizzarono, ma ne silurarono due, entrambe esplose in fiamme per una serie di eventi drammatici e sfortunati. Erano la Tahio, la più moderna e potente (ironicamente dotata, per una volta almeno, di quel ponte corazzato che sarebbe stato fondamentale per le navi di Midway, ma che fece solo da zavorra per l'affondamento tramite siluri...), e la leggendaria Shokaku. Il resto della battaglia fu il cosidetto Tiro al tacchino delle Marianne, con circa 400 aerei giapponesi abbattuti nelle ondate che si susseguirono per colpire le navi americane. Benché fossero immensamente più forti che nel 1942, i giapponesi erano inferiori agli americani e per come le cose si misero, lo furono ancora di più in pratica.
Quanto drammatica fu la cosa, lo si vide nella Battaglia di Leyte nell'ottobre successivo: la più grande della Storia, eppure una battaglia in cui le portaerei giapponesi superstiti, tra cui la gemella della Shokaku (la Zuikaku) vennero usate solo come esca, mentre i giapponesi cercono coraggiosamente, ma senza successo, di combattere all'arma bianca le navi da sbarco americane. Quasi ci riuscirono, ma alla fine dovettero ritirarsi con perdite pesantissime. A quel punto apparvero i kamikaze, l'ultima risorsa di un popolo fieramente disperato.
Il Giappone, per il suo sviluppo industriale aveva bisogno delle materie prime che rapinava al resto dei suoi vicini, nella sua zona d'influenza vitale; ma le navi da trasporto erano quasi tutte sott'acqua. Non bastando i sommergibili, ci pensarono anche gli aerei: quelli navali erano pericolosi, ma i peggiori furono i B-29, che buttarono circa 12.000 mine vicine ai porti giapponesi. Il loro uso intenso, senza che i giapponesi potessero opporsi, causò la perdita di circa 85 navi per un altro milione di tonnellate. A quel punto era finita: come e quando, era solo questione di tempo, e nemmeno molto.
Non c'era semplicemente alcuna ragione per pensare che i giapponesi avrebbero potuto opporre una resistenza altrettanto massiccia di quella vista su Okinawa!
Per cui i piani faraonici per lo sbarco sul territori metropolitano del Giappone sarebbero stati semplicemente superflui. I giapponesi infatti, erano già vinti da mesi al momento dello sgancio delle atomiche!
Per giunta i giapponesi avevano cercato a più riprese tentativi di pace con gli alleati, in particolare usando come buon ufficio quello di Mosca, all'epoca neutrale con il Giappone. Il fatto che i 'falchi' non volevano ancora saperne di arrendersi e tentarono addirittura di rapire l'Imperatore per impedirlo, non cambiava quel che oramai era diventato insostenibile, proprio e primariamente per ragioni militari.
Quindi, in definitiva, una nazione senza più materie prime, senza più carburante, senza più una marina, senza più sufficiente cibo. Come si sarebbe potuta reggere senza capitolare prima o poi?
Non si sarebbe potuta reggere. Punto. Bisognava far lavorare la diplomazia, e l'unica vera determinante posta dai giapponesi era di riuscire a mantenere almeno l'Imperatore al potere. Ma era così terribile come condizione?
Non fu solo: già nel 1946, l'United States Strategic Bombing Survey in Japan, concluse che:
'C'é poco senso nel cercare di attribuire precisamente la resa incondizionata del Giappone ad alcuna delle numerose cause che congiuntamente furono responsabili del suo disastro. Il tempo tra l'impotenza militare e l'accettazione politica di tale impotenza avrebbe potuto essere più breve... ma sembra chiaro che anche senza le atomiche, la supremazia aerea sul Giappone avrebbe causato abbastanza pressione per portare alla resa incondizionata evitando la necessità dell'invasione.'
N.Cousins scrisse che McArthur, il 'Giulio Cesare del Pacifico', non fu nemmeno consultato sull'uso di armi nucleari e non ne vedeva alcuna giustificazione militare per usarle, visto che secondo lui, 'la guerra poteva essere finita settimane prima, se gli USA avessero accettato, come in effetti accettarono, il mantenimento dell'Imperatore..' (NB: a testimonianza di come le cose cambino, McArthur venne 'silurato' in Corea, molto probabilmente perché in quel caso avocava l'uso delle atomiche contro i comunisti: ma occorre dire, si trattava di una lotta veramente cruenta e incerta, tutt'altro rispetto al Giappone del 1945).
Altre dichiarazioni in merito?
The Japanese had, in fact, already sued for peace. The atomic bomb played no decisive part, from a purely military point of view, in the defeat of Japan.
—Fleet Admiral Chester W. Nimitz, Commander in Chief of the U.S. Pacific Fleet
The use of [the atomic bombs] at Hiroshima and Nagasaki was of no material assistance in our war against Japan. The Japanese were already defeated and ready to surrender because of the effective sea blockade and the successful bombing with conventional weapons ... The lethal possibilities of atomic warfare in the future are frightening. My own feeling was that in being the first to use it, we had adopted an ethical standard common to the barbarians of the Dark Ages. I was not taught to make war in that fashion, and wars cannot be won by destroying women and children.
—Fleet Admiral William D. Leahy, Chief of Staff al President Truman, 1950
The atomic bomb had nothing to do with the end of the war at all.
—Major General Curtis LeMay, XXI Bomber Command, settembre 1945
The first atomic bomb was an unnecessary experiment ... It was a mistake to ever drop it ... [the scientists] had this toy and they wanted to try it out, so they dropped it
—Fleet Admiral William Halsey Jr.
A1) ma poi siamo seri: che senso potrà mai avere dire 'ho ucciso qualcuno ma ho evitato di uccidere di più'? Così tutti gli ASSASSINI del mondo si potrebbero giustificare! 'Ho ucciso la suocera, ma se aspettavo l'anno dopo mi toccava uccidere lei e il cognato'. Questa sarebbe una giustificazione, in qualsiasi tribunale? No, ovviamente. Non si può preventivare altri crimini per giustificare quello che hai appena fatto tu (per certo)
A2) c'é un altro discorso: l'URSS entrò in guerra con il Giappone. Quando? L'8 AGOSTO 1945. Appena due giorni dopo Hiroshima, e appena 1 giorno prima di Nagasaki. Ora, l'entrata in guerra dell'URSS significava che l'esercito giapponese in Manciuria sarebbe stato spazzato via. A parte che era tagliato comunque fuori dalla difesa della madrepatria, a quel punto avrebbe cessato di esistere e questo significava perdere rapidamente l'unica forza militare rilevante rimasta ai giapponesi. E sopratutto, perdere ogni possibilità puramente DIPLOMATICA per evitare il disastro, passando per i buoni uffici di Mosca onde negoziare, come voleva l'Imperatore, una resa 'condizionata'.
Strano, vero, che gli americani in genere ignorino questa tempistica 'sovietica'? O è perché c'é qualcos'altro da dire, che però è innominabile?
Un obiettivo militare?
B) Altra spiegazione risibile. Hiroshima era un OBIETTIVO MILITARE. Ora, giova ricordare come entrambe le città fossero in parte almeno, obiettivi militari, questo sì. C'era il Comando della 2a Armata, c'era un fitto tessuto industriale, c'era un sacco di piccole aziende impegnate con produzioni belliche, oramai fatte da bambini e donne visto che non c'era di meglio.
Ma il punto è: cosa si voleva colpire esattamente? Il comando della seconda armata? l'anonima 5a divisione di fanteria? Gli scali navali oramai vuoti? Le scolaresche che fabbricavano gli ingegnosi ma inefficaci palloni Fu-Go (che sono le prime 'armi intercontinentali' mai realizzate, a pensarci bene...)?
Ma siamo seri!
I giapponesi non avevano più capacità militari di sorta. Basti vedere come le perdite di B-29, che raggiunsero quasi 100 aerei nel maggio del 1945, erano talmente calate che a ferragosto del '45 su oltre mille aerei(!!!) mandati in azione, le perdite furono 0 (zero), almeno per causa nemica.
In quanto obiettivo militare, poi Hiroshima era 'difeso', questo consente di dire che non fosse criminale attaccarla, non era una 'città aperta'. E' talmente vero, che aveva ben 6 (sei!) batterie di cannoni di medio calibro, Nagasaki appena quattro. Indecente, altro che storie. Taranto, quando venne attaccata da '4 biplani' inglesi nel novembre del '40, era difesa da oltre 100 cannoni antiaerei senza considerare quelli delle navi (e nonostante questo, ben poco gliene giovò). I caccia non si videro (non avevano il carburante per colpire i 'ricognitori'), e i cannoni erano troppo piccoli per colpire i B-29 ad alta quota. Di fatto era una città indifesa, altro che 'obiettivo militare'.
Vendetta, tremenda vendetta
C) abbiamo già visto che la questione dell'abbreviare la guerra e salvare vite era una cazzata, e pure il discorso dell'obiettivo 'militare'. Adesso c'é la spiegazione C, che è ancora peggio. Per VENDICARE PEARL HARBOR. Perché molto americani pensarono, e pensano ancora adesso, che è così. Pure mio nonno, che pure non era americano, la pensava così.
E perché non bombardare il Messico in nome di Alamo, già che ci siamo?
Anzitutto, P.H. non fu una mattanza indiscriminata: al contrario, i giapponesi mirarono molto bene per eliminare quel che gli interessava: navi e aerei americani. Non erano interessati agli obiettivi civili, anche se lo fossero stati non avrebbero potuto perché carenti di potenza di fuoco, inoltre molti abitanti delle Hawaii sono in realtà di origine giapponese (spie incluse).
Hiroshima, nonché Nagasaki, furono invece delle stragi indiscriminate. L'atomica non distinse nulla: uccise tutto e tutti, generali, prigionieri di guerra (ad Hiroshima) e bambini. Questo è l'esatto contrario dell'attacco a P.H. e poco vale dire che questo fu 'proditorio', perché fatto senza dichiarazione di guerra. Persino Billy Mitchell, inascoltato profeta del potere aereo, preventivò un attacco giapponese alle Hawaii di domenica mattina, molti anni prima che accadesse davvero. E Roosvelt stava rifornendo di carri armati e aerei, armi e cibo, tutti gli alleati, inclusi i sovietici, che combattevano i tedeschi. Niente male come nazione 'neutrale', no? Basti dire che i caccia francesi che ottennero più vittorie furono gli H-75 della Curtiss, ed eravamo nel 1940, in Francia!
Roosvelt era talmente ansioso di far entrare in guerra direttamente gli USA che mandava addirittura le navi americane a scortare i convogli in partenza dall'America, come se fosse una parte belligerante. E lo era davvero.
Nell'ottobre del 1941, i due caccia Kearny e James vennero silurati dai sommergibili tedeschi mentre proteggevano il convoglio SC48. Già l'aprile precedente un cacciatorpediniere americano eseguì un lancio di bombe di profondità contro un sommergibile (tedesco, presumibilmente). Cose del genere non si spiegano se non con la volontà di combattere avendo già scelto il proprio campo, decisione non ovvia se si considera che E. Ford supportava Hitler e decise di donare i guadagni di tutte le Ford vendute in Germania al partito nazista tedesco.
Quindi è ridicolo parlare di vendetta per Pearl Harbour. Se bisognava farla, Midway fu già sufficiente, distruggendo 4 delle 6 portaerei coinvolte. Le ultime due vennero affondate nel 1944 (le due Shokaku). A quel punto cos'altro si voleva?
Loro erano peggio di noi
D) perché i Giapponesi erano crudeli. Verissimo, le atrocità condotte dall'esercito giapponese sono oltre ogni immaginazione, tanto che il governatore di Singapore li paragonava a Ghenzig Khan. Persino la relativamente pacifica (sigh) incursione di Doolittle con i B-25 sul Giappone (aprile 1942) fu fatta scontare ai poveri cinesi, che avevano il torto di vivere nelle zone dove atterrarono gli aerei americani dopo l'incursione. Il numero dei morti fu inenarrabile, c'é chi dice che i giapponesi arrivassero ad uccidere qualcosa come 250.000 civili cinesi, spargendo anche epidemie come la peste.
Però, questo è un BUON MOTIVO per fare a pezzi una città piena di persone, in massima parte CIVILI?
Adesso analizziamo quel che non si può dire.
Uno dei più indicibili crimini della Storia è quello con armi nucleari (N.Chomsky)
A) gli americani erano apertamente razzisti. All'epoca era vero: l'apartheid degli Stati del Sud era ben noto nei confronti dei negri, e gli asiatici non erano considerati molto meglio. Prenderle sode da quei soldatini gialli che volavano con aerei di bamboo, fu uno shock per gli americani non meno che essere attaccati in maniera 'proditoria', dopo che la propaganda USA scaricò sui giapponesi tutta la colpa dell'attacco (a parte i due capri espiatori, Kimmel e Shorts). E questo aumentò l'odio. Spesso i giapponesi si arrendevano, solo per essere trucidati dagli americani in ogni caso. Un nemico morto è meno noioso di un prigioniero. E alle volte decapitavano i morti giapponesi e spedivano a casa le ossa trasformate in tagliacarte e soprammobili. Orrido, eh?
B) una cosa che gli americani non perdonavano e non capivano era che il nemico si ostinasse a resistere alla loro potenza di fuoco. Passi per i tedeschi e i loro carri Tigre, passi per gli italiani che resistevano in Africa agli inesperti americani, ma che i giapponesi potessero fermare le forze americane e infliggere loro gravissime perdite con armi così ridicole e superate, era troppo. Pensate solo che gli americani nel giugno 1944, erano talmente forti da avere dato origine, CONTEMPORANEAMENTE, al più grande sbarco della Storia (Normandia) e alla battaglia aeronavale più grande della Storia (con tanto di sbarco), quella delle Marianne. Eppure, dovettero sputare sangue e ancora sangue, su Iwo Jima e Okinawa.
Per giunta ai giapponesi non sembrava importare di sopravvivere o meno alla sconfitta. A Iwo Jima, su oltre 20.000 difensori, solo l'1% sopravvisse.
E a tutto questo si aggiunsero gli aerei kamikaze, nemici mortali, volati da un nemico che per primo ignorava la sua stessa salvezza. Se non importava ai giapponesi della propria vita, perché dovevano interessarsene gli americani?
Queste azioni le vedemmo anche in Europa. Che senso ha avuto, per esempio, il bombardamento di Montecassino? Nessuno! Ma gli americani si convinsero che quel monastero era la causa della loro tragedia: fortissimi, equipaggiatissimi, ma fermati dai tedeschi lungo quella linea per mesi. Alla fine si inventarono che il monastero aveva 'posti di osservazione' tedeschi e lo distrussero spietatamente (sennò a che serve avere una flotta di bombardieri se non puoi usarla?), salvo far occupare le macerie dai tedeschi stessi, ora senza alcuna limitazione sul suo uso.
Alle volte queste azioni hanno anche un'utilità pratica, sia pure condotta con cinismo aperto. Il bombardamento di Roma, del 19 luglio, mise fuori gioco il regime fascista appena 6 giorni dopo. Gli americani avevano davvero bisogno di devastare Roma per colpire la stazione centrale? Se si voleva bloccare il traffico su merci, non si sarebbe mai dovuto attaccare Roma stessa, bastava colpire le stazioni periferiche per ottenere lo stesso risultato! Ma in tal caso, Mussolini non sarebbe caduto. E' stato giusto bombardare Roma, in tal caso? Probabilmente sì, ma resta pur sempre un attacco diretto ad un obiettivo civile con un numero spropositato di vittime civili. E non solo. Mio nonno, in quel bombardamento (o in un altro della 'serie'...) rimase almeno 3 giorni sotto le macerie. Era un ragazzo di 20 anni ancora da compiere. Non è stato mai più lo stesso dopo d'allora.
C) i crimini di guerra sono un fatto morale ancora prima che legislativo. La convenzione di Hague non diceva nulla sui bombardamenti aerei delle città, ma proibiva quelli indiscriminati con le artiglierie. Perché mai un bombardamento aereo doveva essere un fatto accettabile? Quale è la differenza? Forse solo che quando venne firmata quella convenzione, nel 1899, i bombardamenti aerei non esistevano ancora? O forse che nel 1922-23, quando venne rinnovata, la minaccia aerea era ancora così risibile, che il colonnello Mitchell di lì a poco venne trattato da eretico perché osò dimostrare che le bombe affondano le navi? Ma cosa sarebbe successo con questa convenzione, se già all'epoca avessero visto la distruzione di Dresda? Eppure, i bombardamenti aerei non sono stati scomunicati nemmeno nel secondo dopoguerra: forse perché ai vincitori fanno molto comodo, avendo ottenuto la supremazia aerea sul mondo?
Lo stesso Roosvelt, all'inizio della guerra, implorò tutti i belligeranti di evitare di bombardare gli obiettivi civili più importanti: le città, per timore di stragi come Guernica e simili. Appelli ignorati, ma tutto si poteva allora immaginare, fuorché che gli stessi americani iniziassero a fare questo e in grandissima scala. Ma mentre in Europa cercarono di contenersi, in Giappone eseguirono lo stesso orrido stile di distruzione dei britannici sulla Germania.
D) un bombardamento è un atto TERRORISTICO. Qualsiasi attacco portato volontariamente contro un obiettivo civile lo è, o dovrebbe esserlo. Quale giustificazione 'militare' vi fu nella distruzione di Dresda, il giorno di San Valentino nonché Martedì Grasso, del 1945? Nessuna. Però lo fecero (con minime perdite) quelli della RAF, aiutati per l'occasione anche dall'USAAF. I britannici iniziarono la guerra facendo attacchi solo a navi militari in mare, per non causare pericolo ai civili e loro proprietà. Conclusero poco e subirono gravi perdite, e nel capo di due anni erano arrivati a bruciare le città tedesche con metodica precisione, sempre più efficacemente e inesorabilmente, malgrado le gravissime perdite (ancora oggi si discute se il Bomber Command vinse davvero la sua guerra).
Nel documentario The Fog of War, l'ex Segretario della Difesa McNamara disse dei commenti del gen LeMay sull'ordine di usare armi nucleari:
"If we'd lost the war, we'd all have been prosecuted as war criminals." And I think he's right. He, and I'd say I, were behaving as war criminals. LeMay recognized that what he was doing would be thought immoral if his side had lost. But what makes it immoral if you lose and not immoral if you win?
Tradotto: se noi avessimo perso la guerra, saremmo stati tutti perseguiti come criminali di guerra. E io penso che fosse nel giusto. Lui, e anche io, stavamo comportandoci come criminali di guerra. LeMay riconobbe che quel che stava facendo sarebbe stato immorale SE la sua parte avesse perso. Ma cosa rende questo agire immorale, se tu PERDI... e NON IMMORALE, se tu vinci?
Curtis LeMay, secondo un libro di Carroll del 2006, disse che 'gli ufficiali nazisti erano seduti nei loro uffici, scrivendo memorie e calcoli su come uccidere le persone in maniera efficiente, giusto come me. La maggiore differenza era che loro erano mandati in cella o impiccati come criminali di guerra, mentre io andavo libero. Può sembrare oltraggioso equalizzare gli ufficiali alleati con gli autori della Shoa, ma l'obbligo di mantenere uno standard morale in guerra è universale, anche se la violazione nazista di quello standard era unica nella sua barbarie''.
Chiaro? Cosa ti rende immorale se PERDI, e non immorale se vinci?
Invece, gli americani non hanno mai fatto i conti con questa realtà. Anzi, l'equipaggio dell'Enola Gay ha fatto un tour nazionale per fare un simpaticissimo uso commerciale della loro azione 'eroica', vendendo copie autografate dell'ordine di bombardamento, fotografie, video e quant'altro.
ORA, tutto questo potrebbe anche starci, c'est la guerre. Persino Fuchida, l'ideatore di P.Harbour, disse a LeMay che solo le atomiche potevano convincere i fanatici militari giapponesi ad arrendersi, ma è anche vero che ebbero pure la pretesa di giudicare i nemici vinti. A Norimberga Goering si stupiva di dover essere giudicato, pensava che i britannici lo considerassero un eroe di guerra. Non lo era, ma almeno si doveva chiedere di giudicare anche Harris, LeMay e tutti gli altri. Perché no? Perché era un processo fatto dai vincitori ai vinti. Lì, o si metteva su un tribunale per giudicare TUTTI i belligeranti, con nazioni assolutamente neutrali, oppure non si faceva nulla.
Qualcosa si doveva certo fare di fronte ai crimini nazisti e giapponesi, ma tacere vergognosamente di fronte a quelli alleati è moralmente assurdo.
E non solo: nel settembre del 1945, un coraggioso giornalista australiano andò a Hiroshima e in quello che fu definito 'lo scoop del secolo' descrisse la distruzione della città e la morte dei sopravvissuti per un misterioso morbo. Bene, malgrado questo, le radiazioni vennero sottaciute per anni! Il generale che diresse il programma nucleare americano, di fronte al Congresso, disse che le radiazioni uccidevano subito ed erano un 'modo molto piacevole di morire' (sic) essendo relativamente indolori. Pazzesco, no?
L'anno dopo, nell'atollo di Bikini, i due test nucleari contro le navi vennero fatti senza dire nulla ai marinai americani, sui rischi delle radiazioni. I giganti d'acciaio spesso resistettero alle radiazioni; non così i marinai, che vennero contaminati e nessuno sa quanti ne sono morti per quella causa. Come militari, dovettero giurare silenzio per i successivi 50 anni... e questo benché già l'anno prima, ovvero nel 1995 Bill Clinton chiese scusa a nome del Congresso per come quei marinai erano stati trattati e ingannati. E poi ci si stupisce se per esempio, nessuno ha voglia di parlare di cosa abbia fatto la portaerei Saratoga nel 1980 (Ustica...)... e te credo.
E) il ruolo politico della 'atomica'. Serviva costruire un nuovo ordine mondiale e gli USA l'hanno fatto: hanno fatto capire a Stalin che loro avevano l'arma assoluta e che funzionava. Ulteriori avanzate ad Ovest da parte dei carri armati dell'Armata Rossa, non sarebbero stati tollerati da Washington. E Stalin ebbe bisogno di un lustro per pareggiare quest'arma, e solo alla fine degli anni '60 l'URSS raggiunse la cosidetta 'parità nucleare' con gli USA.
Ma allora, perché usare anche la seconda arma nucleare?
Il Giappone non poteva sopravvivere anche alla dichiarazione di guerra dell'URSS dell'8 agosto. Avere usato il 9 la seconda atomica, è stato criminale all'ennesima potenza. Evidentemente gli americani a quel punto volevano far capire che comandavano loro; evidentemente non volevano che i sovietici allungassero le mani sull'arcipelago; evidentemente, volevano sperimentare cosa potesse fare una bomba al PLUTONIO come la Little Boy, su di una città (pur avendo già visto l'effetto a Trinity, ma era solo un deserto, no?). Ma cosa importava ai capoccia americani, se nemmeno l'anno dopo ammisero che le radiazioni fossero pericolose per le persone, sacrificando i loro marinai in test condotti in tempo di pace? Ma come lo chiamiamo questo? Giustizia? Vendetta? O crimine di guerra?
E per giunta, gli americani furono anche fortunati: la prima missione di bombardamento andò tutto bene, la seconda fu un disastro sfiorato per poco, visto che la bomba rischiò di scoppiare a bordo dello stesso bombardiere. Purtroppo, riuscirono comunque a sganciarla, malgrado tutte le traversie subite.
Infine, ultimo discorso: come qualcuno ricorderà, nel film Lo Squalo c'é un superstite dell'USS Indianapolis, affondato da un sottomarino con l'equipaggio lasciato ai pescicani (molto criminalmente, infatti, questa nave non aveva nessuna scorta con sé). Questo episodio è vero: l'USS Indianapolis fu affondato da un sommergibile giapponese, appena appena dopo avere consegnato le due 'bombe'. Cosa sarebbe successo se fosse stato affondato nel viaggio d'andata? Ma poi, proprio quella nave fu l'ultima grande unità persa in guerra, tra le centinaia che scorrazzavano nel Pacifico? Anche più impressionante, è che, a quanto pare, il comandante del sommergibile giapponese aveva la famiglia ad Hiroshima. Quel che significa la beffa del destino!
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DA quel che abbiamo visto, è chiaro che l'uso dell'atomica, a detta anche di molti alti ufficiali americani, non fosse altro che una decisione politica, e non certo militare. Era il timbro che certificava la vittoria totale degli Stati Uniti e la loro supremazia su tutti gli altri, inclusa l'URSS. Infatti, che effetto avrebbe mai avuto svelare solo l'esperimento di Trinity, quando per dimostrare cosa poteva fare l'atomo spezzato, si poteva usare intere città come bersaglio? Ma ripetole conclusioni:
1-era una decisione POLITICA, non certo militare
2-era un palese crimine di guerra, come riconosciuto dagli stessi americani
3-era bellicamente inutile intervenire all'epoca con tale arma, con il Giappone sconfitto
4-una nazione può essere piegata dalla guerra aerea e dall'assedio, ma per questo non è necessario usare le armi nucleari.
5-i crimini fatti dagli americani sulla popolazione giapponese erano già tali, che le nuove 'atomiche' vennero viste solo come una bomba più bomba delle altre.
6-gli americani si guardarono bene dall'avvisare i giapponesi di questa nuova minaccia, vanificando in parte il suo deterrente, finché non l'usarono su Hiroshima, né diedero alcun tempo di riflessione ai giapponesi; l'entrata in guerra dell'URSS di fatto non solo sconsigliò l'uso della seconda bomba, ma lo accelerò per evitare che non fosse più possibile impiegarla successivamente.
7- gli americani hanno mentito spudoratamente sugli effetti delle armi nucleari, specie quelli radioattivi.
8- gli americani devono ancora fare i conti sulla realtà dell'agire criminalmente con gli effetti del potere aereo. Forse perché dopo il 1945, non hanno mai dovuto subirlo loro, il potere aereo (a parte che nel caso Liberty, ma questa è un'altra storia...). Le migliaia di bombe scaricate senza freno in A-stan e Irak, e persino in Siria (contro i soldati di Assad!) ne sono la prova chiara e indelebile.
10- politici, mass media e intellettuali devono ancora ammettere appieno l'orrore nucleare. A questo proposito, vi faccio una domanda: E' stato MAI FATTO, dalle parti di HOLLYWOOD, un film su Hiroshima? No? E perché no?
Insomma, a chi la raccontiamo con la storiella dell'Atomica 'per salvare vite e accorciare la guerra'?
Ma al popolino americano, ovviamente! Quello che nel 1945 approvava le atomiche all'85% contro il 10% in opposizione a quell'orrendo bombardamento.
Nel 1990, la Gallup mostrò un tasso di approvazione sceso al 53% contro 41% contro (curioso, forse per i rischi concreti di subire lo stesso 'trattamento', c'era più condanna all'epoca che adesso). Nel 2005, passata la paura della Guerra fredda, le percentuali erano del 57% contro 38%. Ma che succederebbe se poi, vi fosse la necessità ADESSO, di fare un'altra azione simile? Bella domanda. Nel 2017 un'indagine del genere vide il 67% di approvazione di fronte ad un attacco nucleare che uccida 100.000 civili iraniani, se questo fosse in alternativa ad un'invasione all'Iran che uccida 20.000 soldati americani. Dall'altro canto, appena 7 anni prima, il 64% degli americani approvava la decisione di Obama di non usare armi nucleari contro nazioni che ne fossero prive.
Persino nel 2015, 70 anni esatti dopo la fine della guerra, il 56% degli americani supporta la decisione di usare le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, mentre il 34% è contro. In altre parole, oltre la metà, contro poco più di un terzo. Ma non è solo questo il motovo d'interesse: il 70% degli americani da 65 anni in su, dice che i bombardamenti sono giustificati. Invece, tra i ragazzi di 18-29 anni, solo il 47% è daccordo, addirittura una minoranza. E come inclinazioni politiche? Eh, ovvio, no? Il 74% di chi vota repubblicano supporta i bombardamenti, mentre solo il 52% dei democratici fa lo stesso pensiero.
In altre parole: oltre 1 americano su 2 supporta i bombardamenti, mentre 1 su 3 gli si oppone; tra i 'vecchi', 7 su 10 supportano, tra i giovani oltre 1 su 2 si oppone. Tra i repubblicani, 3 su 4 approvano, tra i democratici 1 su 2.
Si tenga presente che in caso di scelta tra bombardare una città iraniana e perdere la vita di 10.000 marines, la maggior parte degli americani, posta di fronte a questa scelta (bombardare o invadere, sempre la stessa MENZOGNA), è daccordo con la soluzione A, anzi la soluzione H.
Ieri c'era l'anniversario, il 73o, di Hiroshima. Ovviamente, nessuno in Italia se ne è accorto.
Il destino, che è beffardo in maniera inarrivabile, ci ha invece regalato uno spettacolo che sembra quasi un promemoria; e proprio a Bologna, tra l'altro, reduce dalle celebrazioni del famoso attentato. Voglio dire, non capita tutti i giorni di vedere una specie di 'fungo atomico' levarsi sopra una nostra città. E pensare, che quello di 73 anni fa era circa 1.000 volte più potente. Nemmeno tanto di più, a pensarci bene.
MA ADESSO pensiamo ad analizzare quel che è successo in Giappone, e quel che ha rappresentato Hiroshima. E sopratutto, Nagasaki, che per certi versi è ancora più significativa e indicativa di quel che pensassero davvero i leader alleati all'epoca.
Giustificazionisti: uccidendo salviamo vite innocenti
1) la prima giustificazione che è sempre stata portata avanti, come mero calcolo ragionierisitico sull'uso delle armi nucleari, è che così facendo, si sarebbero salvate/risparmiate vite. Sia proprie (almeno 250.000), sia del nemico, sia delle popolazioni assoggettate, che subivano terribili sofferenze anche verso la fine della guerra, sia in Cina che in Indocina (dove era in atto una carestia voluta, a quanto pare, dagli stessi giapponesi) che in altre parti disgraziatamente cadute in mano ai soldati dell'Imperatore. Di fatto, i Giapponesi dimostrarono che in quanto a ferocia, essi erano anche peggio dei vituperati occidentali. Inoltre, c'era da conquistare il Giappone, che era a sua volta in piena mobilitazione, tanto che vi fu un ufficiale che si spinse a dire che 'non c'erano civili in Giappone'. Questo modo di narrare le cose, in termini assoluti, è VERO, in un certo senso... ma solo in un certo senso.
Infatti, in realtà, esistono parecchi 'problemini' con questa versione dei fatti.
Anzitutto: perché sarebbero state salvate tante persone in quella guerra? In realtà, la guerra, era di fatto FINITA. Ok? La fine della guerra fu la caduta della sfortunatissima Okinawa, che ironicamente, non fu mai davvero 'giapponese' (la resistenza al dominio di Satsuma, che proibiva l'uso di armi agli abitanti di Okinawa, portò alfine allo sviluppo di arti marziali locali da cui è nato il karate, che significa mano 'vuota'). Eppure fu difesa in maniera mortale dai soldati giapponesi, coinvolgendo largamente anche la popolazione locale, che spesso, terrorizzata dai racconti che venivano fatti, si buttava dalle scogliere, verso la fine della guerra, per sfuggire ai soldati americani. In quella lunga battaglia morirono forse 100.000 soldati giapponesi, e circa 12.000 americani.
I giapponesi, in quell'occasione, usarono nella maniera più ampia possibile l'arma dei Kamikaze, in particolare con le missioni d'attacco di massa note come Kikosui, in cui fino a 200 aerei suicidi più altri di scorta e da attacco normale, venivano usati per attaccare le forze americane al largo dell'isola. Malgrado la crudeltà della battaglia, alla fine gli americani vinsero e i giapponesi si trovarono talmente a malpartito, che dovettero razionare il carburante anche in madrepatria: tra giugno e luglio 1945, oramai, nemmeno riuscivano più a contrastare i B-29 in azione in pieno giorno, e quando arrivarono i bombardieri americani con le 'atomiche', nemmeno i caccia si levarono in volo per fermarli: essendo velivoli singoli o in piccolo numero, non si pensava che fossero nient'altro che ricognitori meteorologici, non valeva la pena cercare di abbatterli, e questo anche considerando che avrebbero potuto facilmente tirarsi dietro uno stormo di bombardieri appena inoltravano il rapporto!
La Marina giapponese? Anche quella non esisteva più. Proprio ad Okinawa vi fu l'ultimo atto: la missione suicida della Yamato, affondata prima ancora che raggiungesse Okinawa per unirsi alle difese locali contro gli americani. Un piano folle, per il quale c'era giusto il carburante sufficiente per l'andata. E la Yamato nemmeno quella riuscì a fare, distrutta assieme a metà delle navi di scorta. Oltre 3.600 marinai morti per nulla, mentre un fungo 'atomico' si levava dall'enorme scafo della nave giapponese al momento dell'affondamento, quasi un sinistro presagio.
Ma fosse stato solo quello che si 'vedeva'.
Sott'acqua le cose erano anche peggiori.
Anzitutto, i mostri sottomarini americani sciamavano senza pietà in tutto l'arcipelago e la marina giapponese, nata sopratutto per combattere altre marine, non riuscì a fare nulla per fermarli. In tutta la guerra, i sommergibili americani affondarono oltre 1.100 navi giapponesi per un totale di oltre 4.000.000 di tonnellate. E questo, malgrado il fatto che inizialmente avevano siluri del tutto difettosi e tendenti a non esplodere o funzionare correttamente! Alla faccia del bicarbonato!
In verità, i sommergibili americani erano stati testimoni e attori determinanti già nella vera sconfitta giapponese. Che era quella delle Marianne, 1944. Due anni prima c'era stata la grande battaglia di Midway, ma stavolta era qualcosa di ancora più grandioso. Allora, gli americani, difendendo un'isoletta a metà strada tra le Hawaii e il Giappone (Midway, per l'appunto...), infestata di pennuti più che di nemici (e attualmente a rischio per il riscaldamento globale), sconfissero l'armata giapponese e affondarono le quattro portaerei principali al prezzo di una solo delle loro tre. La conoscenza della posizione nemica e l'ignoranza nemica della posizione delle forze americane fu determinante per il successo contro un nemico chiaramente superiore, che fu sconfitto in maniera drammatica, ma non ancora decisiva, se non nell'arrestare la fase offensiva dell'azione giapponese.
Due anni dopo andava in scena il contrario, dove gli americani minacciavano le Marianne tenute dai giapponesi. Anche stavolta le forze in campo erano squilibrate a favore dell'attaccante, ma i difensori rimasero pure ciechi e sordi e non poterono mai attaccare efficacemente un nemico fortissimo. Gli americani misero in campo circa 15 portaerei e 900 velivoli di prima qualità, i giapponesi ne avevano circa altrettanti ma ripartiti tra le portaerei e le basi di terra.
I caccia Zero, che sembravano inarrestabili 2 anni prima, adesso erano fiammiferi volanti nei mirini americani: gli Hellcat non erano i vecchi Wildcat e la differenza si vedeva. E i giapponesi non erano più i migliori piloti in circolazione, come all'inizio della guerra. Come se non bastasse, mentre le portaerei giapponesi si muovevano per contrastare gli americani dopo i primi attacchi, i sommergibili non solo le localizzarono, ma ne silurarono due, entrambe esplose in fiamme per una serie di eventi drammatici e sfortunati. Erano la Tahio, la più moderna e potente (ironicamente dotata, per una volta almeno, di quel ponte corazzato che sarebbe stato fondamentale per le navi di Midway, ma che fece solo da zavorra per l'affondamento tramite siluri...), e la leggendaria Shokaku. Il resto della battaglia fu il cosidetto Tiro al tacchino delle Marianne, con circa 400 aerei giapponesi abbattuti nelle ondate che si susseguirono per colpire le navi americane. Benché fossero immensamente più forti che nel 1942, i giapponesi erano inferiori agli americani e per come le cose si misero, lo furono ancora di più in pratica.
Quanto drammatica fu la cosa, lo si vide nella Battaglia di Leyte nell'ottobre successivo: la più grande della Storia, eppure una battaglia in cui le portaerei giapponesi superstiti, tra cui la gemella della Shokaku (la Zuikaku) vennero usate solo come esca, mentre i giapponesi cercono coraggiosamente, ma senza successo, di combattere all'arma bianca le navi da sbarco americane. Quasi ci riuscirono, ma alla fine dovettero ritirarsi con perdite pesantissime. A quel punto apparvero i kamikaze, l'ultima risorsa di un popolo fieramente disperato.
Il Giappone, per il suo sviluppo industriale aveva bisogno delle materie prime che rapinava al resto dei suoi vicini, nella sua zona d'influenza vitale; ma le navi da trasporto erano quasi tutte sott'acqua. Non bastando i sommergibili, ci pensarono anche gli aerei: quelli navali erano pericolosi, ma i peggiori furono i B-29, che buttarono circa 12.000 mine vicine ai porti giapponesi. Il loro uso intenso, senza che i giapponesi potessero opporsi, causò la perdita di circa 85 navi per un altro milione di tonnellate. A quel punto era finita: come e quando, era solo questione di tempo, e nemmeno molto.
Non c'era semplicemente alcuna ragione per pensare che i giapponesi avrebbero potuto opporre una resistenza altrettanto massiccia di quella vista su Okinawa!
Per cui i piani faraonici per lo sbarco sul territori metropolitano del Giappone sarebbero stati semplicemente superflui. I giapponesi infatti, erano già vinti da mesi al momento dello sgancio delle atomiche!
Per giunta i giapponesi avevano cercato a più riprese tentativi di pace con gli alleati, in particolare usando come buon ufficio quello di Mosca, all'epoca neutrale con il Giappone. Il fatto che i 'falchi' non volevano ancora saperne di arrendersi e tentarono addirittura di rapire l'Imperatore per impedirlo, non cambiava quel che oramai era diventato insostenibile, proprio e primariamente per ragioni militari.
Quindi, in definitiva, una nazione senza più materie prime, senza più carburante, senza più una marina, senza più sufficiente cibo. Come si sarebbe potuta reggere senza capitolare prima o poi?
Non si sarebbe potuta reggere. Punto. Bisognava far lavorare la diplomazia, e l'unica vera determinante posta dai giapponesi era di riuscire a mantenere almeno l'Imperatore al potere. Ma era così terribile come condizione?
Non fu solo: già nel 1946, l'United States Strategic Bombing Survey in Japan, concluse che:
'C'é poco senso nel cercare di attribuire precisamente la resa incondizionata del Giappone ad alcuna delle numerose cause che congiuntamente furono responsabili del suo disastro. Il tempo tra l'impotenza militare e l'accettazione politica di tale impotenza avrebbe potuto essere più breve... ma sembra chiaro che anche senza le atomiche, la supremazia aerea sul Giappone avrebbe causato abbastanza pressione per portare alla resa incondizionata evitando la necessità dell'invasione.'
N.Cousins scrisse che McArthur, il 'Giulio Cesare del Pacifico', non fu nemmeno consultato sull'uso di armi nucleari e non ne vedeva alcuna giustificazione militare per usarle, visto che secondo lui, 'la guerra poteva essere finita settimane prima, se gli USA avessero accettato, come in effetti accettarono, il mantenimento dell'Imperatore..' (NB: a testimonianza di come le cose cambino, McArthur venne 'silurato' in Corea, molto probabilmente perché in quel caso avocava l'uso delle atomiche contro i comunisti: ma occorre dire, si trattava di una lotta veramente cruenta e incerta, tutt'altro rispetto al Giappone del 1945).
Altre dichiarazioni in merito?
The Japanese had, in fact, already sued for peace. The atomic bomb played no decisive part, from a purely military point of view, in the defeat of Japan.
—Fleet Admiral Chester W. Nimitz, Commander in Chief of the U.S. Pacific Fleet
The use of [the atomic bombs] at Hiroshima and Nagasaki was of no material assistance in our war against Japan. The Japanese were already defeated and ready to surrender because of the effective sea blockade and the successful bombing with conventional weapons ... The lethal possibilities of atomic warfare in the future are frightening. My own feeling was that in being the first to use it, we had adopted an ethical standard common to the barbarians of the Dark Ages. I was not taught to make war in that fashion, and wars cannot be won by destroying women and children.
—Fleet Admiral William D. Leahy, Chief of Staff al President Truman, 1950
The atomic bomb had nothing to do with the end of the war at all.
—Major General Curtis LeMay, XXI Bomber Command, settembre 1945
The first atomic bomb was an unnecessary experiment ... It was a mistake to ever drop it ... [the scientists] had this toy and they wanted to try it out, so they dropped it
—Fleet Admiral William Halsey Jr.
A1) ma poi siamo seri: che senso potrà mai avere dire 'ho ucciso qualcuno ma ho evitato di uccidere di più'? Così tutti gli ASSASSINI del mondo si potrebbero giustificare! 'Ho ucciso la suocera, ma se aspettavo l'anno dopo mi toccava uccidere lei e il cognato'. Questa sarebbe una giustificazione, in qualsiasi tribunale? No, ovviamente. Non si può preventivare altri crimini per giustificare quello che hai appena fatto tu (per certo)
A2) c'é un altro discorso: l'URSS entrò in guerra con il Giappone. Quando? L'8 AGOSTO 1945. Appena due giorni dopo Hiroshima, e appena 1 giorno prima di Nagasaki. Ora, l'entrata in guerra dell'URSS significava che l'esercito giapponese in Manciuria sarebbe stato spazzato via. A parte che era tagliato comunque fuori dalla difesa della madrepatria, a quel punto avrebbe cessato di esistere e questo significava perdere rapidamente l'unica forza militare rilevante rimasta ai giapponesi. E sopratutto, perdere ogni possibilità puramente DIPLOMATICA per evitare il disastro, passando per i buoni uffici di Mosca onde negoziare, come voleva l'Imperatore, una resa 'condizionata'.
Strano, vero, che gli americani in genere ignorino questa tempistica 'sovietica'? O è perché c'é qualcos'altro da dire, che però è innominabile?
Un obiettivo militare?
B) Altra spiegazione risibile. Hiroshima era un OBIETTIVO MILITARE. Ora, giova ricordare come entrambe le città fossero in parte almeno, obiettivi militari, questo sì. C'era il Comando della 2a Armata, c'era un fitto tessuto industriale, c'era un sacco di piccole aziende impegnate con produzioni belliche, oramai fatte da bambini e donne visto che non c'era di meglio.
Ma il punto è: cosa si voleva colpire esattamente? Il comando della seconda armata? l'anonima 5a divisione di fanteria? Gli scali navali oramai vuoti? Le scolaresche che fabbricavano gli ingegnosi ma inefficaci palloni Fu-Go (che sono le prime 'armi intercontinentali' mai realizzate, a pensarci bene...)?
Ma siamo seri!
I giapponesi non avevano più capacità militari di sorta. Basti vedere come le perdite di B-29, che raggiunsero quasi 100 aerei nel maggio del 1945, erano talmente calate che a ferragosto del '45 su oltre mille aerei(!!!) mandati in azione, le perdite furono 0 (zero), almeno per causa nemica.
In quanto obiettivo militare, poi Hiroshima era 'difeso', questo consente di dire che non fosse criminale attaccarla, non era una 'città aperta'. E' talmente vero, che aveva ben 6 (sei!) batterie di cannoni di medio calibro, Nagasaki appena quattro. Indecente, altro che storie. Taranto, quando venne attaccata da '4 biplani' inglesi nel novembre del '40, era difesa da oltre 100 cannoni antiaerei senza considerare quelli delle navi (e nonostante questo, ben poco gliene giovò). I caccia non si videro (non avevano il carburante per colpire i 'ricognitori'), e i cannoni erano troppo piccoli per colpire i B-29 ad alta quota. Di fatto era una città indifesa, altro che 'obiettivo militare'.
Vendetta, tremenda vendetta
C) abbiamo già visto che la questione dell'abbreviare la guerra e salvare vite era una cazzata, e pure il discorso dell'obiettivo 'militare'. Adesso c'é la spiegazione C, che è ancora peggio. Per VENDICARE PEARL HARBOR. Perché molto americani pensarono, e pensano ancora adesso, che è così. Pure mio nonno, che pure non era americano, la pensava così.
E perché non bombardare il Messico in nome di Alamo, già che ci siamo?
Anzitutto, P.H. non fu una mattanza indiscriminata: al contrario, i giapponesi mirarono molto bene per eliminare quel che gli interessava: navi e aerei americani. Non erano interessati agli obiettivi civili, anche se lo fossero stati non avrebbero potuto perché carenti di potenza di fuoco, inoltre molti abitanti delle Hawaii sono in realtà di origine giapponese (spie incluse).
Hiroshima, nonché Nagasaki, furono invece delle stragi indiscriminate. L'atomica non distinse nulla: uccise tutto e tutti, generali, prigionieri di guerra (ad Hiroshima) e bambini. Questo è l'esatto contrario dell'attacco a P.H. e poco vale dire che questo fu 'proditorio', perché fatto senza dichiarazione di guerra. Persino Billy Mitchell, inascoltato profeta del potere aereo, preventivò un attacco giapponese alle Hawaii di domenica mattina, molti anni prima che accadesse davvero. E Roosvelt stava rifornendo di carri armati e aerei, armi e cibo, tutti gli alleati, inclusi i sovietici, che combattevano i tedeschi. Niente male come nazione 'neutrale', no? Basti dire che i caccia francesi che ottennero più vittorie furono gli H-75 della Curtiss, ed eravamo nel 1940, in Francia!
Roosvelt era talmente ansioso di far entrare in guerra direttamente gli USA che mandava addirittura le navi americane a scortare i convogli in partenza dall'America, come se fosse una parte belligerante. E lo era davvero.
Nell'ottobre del 1941, i due caccia Kearny e James vennero silurati dai sommergibili tedeschi mentre proteggevano il convoglio SC48. Già l'aprile precedente un cacciatorpediniere americano eseguì un lancio di bombe di profondità contro un sommergibile (tedesco, presumibilmente). Cose del genere non si spiegano se non con la volontà di combattere avendo già scelto il proprio campo, decisione non ovvia se si considera che E. Ford supportava Hitler e decise di donare i guadagni di tutte le Ford vendute in Germania al partito nazista tedesco.
Quindi è ridicolo parlare di vendetta per Pearl Harbour. Se bisognava farla, Midway fu già sufficiente, distruggendo 4 delle 6 portaerei coinvolte. Le ultime due vennero affondate nel 1944 (le due Shokaku). A quel punto cos'altro si voleva?
Loro erano peggio di noi
D) perché i Giapponesi erano crudeli. Verissimo, le atrocità condotte dall'esercito giapponese sono oltre ogni immaginazione, tanto che il governatore di Singapore li paragonava a Ghenzig Khan. Persino la relativamente pacifica (sigh) incursione di Doolittle con i B-25 sul Giappone (aprile 1942) fu fatta scontare ai poveri cinesi, che avevano il torto di vivere nelle zone dove atterrarono gli aerei americani dopo l'incursione. Il numero dei morti fu inenarrabile, c'é chi dice che i giapponesi arrivassero ad uccidere qualcosa come 250.000 civili cinesi, spargendo anche epidemie come la peste.
Però, questo è un BUON MOTIVO per fare a pezzi una città piena di persone, in massima parte CIVILI?
Adesso analizziamo quel che non si può dire.
Uno dei più indicibili crimini della Storia è quello con armi nucleari (N.Chomsky)
A) gli americani erano apertamente razzisti. All'epoca era vero: l'apartheid degli Stati del Sud era ben noto nei confronti dei negri, e gli asiatici non erano considerati molto meglio. Prenderle sode da quei soldatini gialli che volavano con aerei di bamboo, fu uno shock per gli americani non meno che essere attaccati in maniera 'proditoria', dopo che la propaganda USA scaricò sui giapponesi tutta la colpa dell'attacco (a parte i due capri espiatori, Kimmel e Shorts). E questo aumentò l'odio. Spesso i giapponesi si arrendevano, solo per essere trucidati dagli americani in ogni caso. Un nemico morto è meno noioso di un prigioniero. E alle volte decapitavano i morti giapponesi e spedivano a casa le ossa trasformate in tagliacarte e soprammobili. Orrido, eh?
B) una cosa che gli americani non perdonavano e non capivano era che il nemico si ostinasse a resistere alla loro potenza di fuoco. Passi per i tedeschi e i loro carri Tigre, passi per gli italiani che resistevano in Africa agli inesperti americani, ma che i giapponesi potessero fermare le forze americane e infliggere loro gravissime perdite con armi così ridicole e superate, era troppo. Pensate solo che gli americani nel giugno 1944, erano talmente forti da avere dato origine, CONTEMPORANEAMENTE, al più grande sbarco della Storia (Normandia) e alla battaglia aeronavale più grande della Storia (con tanto di sbarco), quella delle Marianne. Eppure, dovettero sputare sangue e ancora sangue, su Iwo Jima e Okinawa.
Per giunta ai giapponesi non sembrava importare di sopravvivere o meno alla sconfitta. A Iwo Jima, su oltre 20.000 difensori, solo l'1% sopravvisse.
E a tutto questo si aggiunsero gli aerei kamikaze, nemici mortali, volati da un nemico che per primo ignorava la sua stessa salvezza. Se non importava ai giapponesi della propria vita, perché dovevano interessarsene gli americani?
Queste azioni le vedemmo anche in Europa. Che senso ha avuto, per esempio, il bombardamento di Montecassino? Nessuno! Ma gli americani si convinsero che quel monastero era la causa della loro tragedia: fortissimi, equipaggiatissimi, ma fermati dai tedeschi lungo quella linea per mesi. Alla fine si inventarono che il monastero aveva 'posti di osservazione' tedeschi e lo distrussero spietatamente (sennò a che serve avere una flotta di bombardieri se non puoi usarla?), salvo far occupare le macerie dai tedeschi stessi, ora senza alcuna limitazione sul suo uso.
Alle volte queste azioni hanno anche un'utilità pratica, sia pure condotta con cinismo aperto. Il bombardamento di Roma, del 19 luglio, mise fuori gioco il regime fascista appena 6 giorni dopo. Gli americani avevano davvero bisogno di devastare Roma per colpire la stazione centrale? Se si voleva bloccare il traffico su merci, non si sarebbe mai dovuto attaccare Roma stessa, bastava colpire le stazioni periferiche per ottenere lo stesso risultato! Ma in tal caso, Mussolini non sarebbe caduto. E' stato giusto bombardare Roma, in tal caso? Probabilmente sì, ma resta pur sempre un attacco diretto ad un obiettivo civile con un numero spropositato di vittime civili. E non solo. Mio nonno, in quel bombardamento (o in un altro della 'serie'...) rimase almeno 3 giorni sotto le macerie. Era un ragazzo di 20 anni ancora da compiere. Non è stato mai più lo stesso dopo d'allora.
C) i crimini di guerra sono un fatto morale ancora prima che legislativo. La convenzione di Hague non diceva nulla sui bombardamenti aerei delle città, ma proibiva quelli indiscriminati con le artiglierie. Perché mai un bombardamento aereo doveva essere un fatto accettabile? Quale è la differenza? Forse solo che quando venne firmata quella convenzione, nel 1899, i bombardamenti aerei non esistevano ancora? O forse che nel 1922-23, quando venne rinnovata, la minaccia aerea era ancora così risibile, che il colonnello Mitchell di lì a poco venne trattato da eretico perché osò dimostrare che le bombe affondano le navi? Ma cosa sarebbe successo con questa convenzione, se già all'epoca avessero visto la distruzione di Dresda? Eppure, i bombardamenti aerei non sono stati scomunicati nemmeno nel secondo dopoguerra: forse perché ai vincitori fanno molto comodo, avendo ottenuto la supremazia aerea sul mondo?
Lo stesso Roosvelt, all'inizio della guerra, implorò tutti i belligeranti di evitare di bombardare gli obiettivi civili più importanti: le città, per timore di stragi come Guernica e simili. Appelli ignorati, ma tutto si poteva allora immaginare, fuorché che gli stessi americani iniziassero a fare questo e in grandissima scala. Ma mentre in Europa cercarono di contenersi, in Giappone eseguirono lo stesso orrido stile di distruzione dei britannici sulla Germania.
D) un bombardamento è un atto TERRORISTICO. Qualsiasi attacco portato volontariamente contro un obiettivo civile lo è, o dovrebbe esserlo. Quale giustificazione 'militare' vi fu nella distruzione di Dresda, il giorno di San Valentino nonché Martedì Grasso, del 1945? Nessuna. Però lo fecero (con minime perdite) quelli della RAF, aiutati per l'occasione anche dall'USAAF. I britannici iniziarono la guerra facendo attacchi solo a navi militari in mare, per non causare pericolo ai civili e loro proprietà. Conclusero poco e subirono gravi perdite, e nel capo di due anni erano arrivati a bruciare le città tedesche con metodica precisione, sempre più efficacemente e inesorabilmente, malgrado le gravissime perdite (ancora oggi si discute se il Bomber Command vinse davvero la sua guerra).
Nel documentario The Fog of War, l'ex Segretario della Difesa McNamara disse dei commenti del gen LeMay sull'ordine di usare armi nucleari:
"If we'd lost the war, we'd all have been prosecuted as war criminals." And I think he's right. He, and I'd say I, were behaving as war criminals. LeMay recognized that what he was doing would be thought immoral if his side had lost. But what makes it immoral if you lose and not immoral if you win?
Tradotto: se noi avessimo perso la guerra, saremmo stati tutti perseguiti come criminali di guerra. E io penso che fosse nel giusto. Lui, e anche io, stavamo comportandoci come criminali di guerra. LeMay riconobbe che quel che stava facendo sarebbe stato immorale SE la sua parte avesse perso. Ma cosa rende questo agire immorale, se tu PERDI... e NON IMMORALE, se tu vinci?
Curtis LeMay, secondo un libro di Carroll del 2006, disse che 'gli ufficiali nazisti erano seduti nei loro uffici, scrivendo memorie e calcoli su come uccidere le persone in maniera efficiente, giusto come me. La maggiore differenza era che loro erano mandati in cella o impiccati come criminali di guerra, mentre io andavo libero. Può sembrare oltraggioso equalizzare gli ufficiali alleati con gli autori della Shoa, ma l'obbligo di mantenere uno standard morale in guerra è universale, anche se la violazione nazista di quello standard era unica nella sua barbarie''.
Chiaro? Cosa ti rende immorale se PERDI, e non immorale se vinci?
Invece, gli americani non hanno mai fatto i conti con questa realtà. Anzi, l'equipaggio dell'Enola Gay ha fatto un tour nazionale per fare un simpaticissimo uso commerciale della loro azione 'eroica', vendendo copie autografate dell'ordine di bombardamento, fotografie, video e quant'altro.
ORA, tutto questo potrebbe anche starci, c'est la guerre. Persino Fuchida, l'ideatore di P.Harbour, disse a LeMay che solo le atomiche potevano convincere i fanatici militari giapponesi ad arrendersi, ma è anche vero che ebbero pure la pretesa di giudicare i nemici vinti. A Norimberga Goering si stupiva di dover essere giudicato, pensava che i britannici lo considerassero un eroe di guerra. Non lo era, ma almeno si doveva chiedere di giudicare anche Harris, LeMay e tutti gli altri. Perché no? Perché era un processo fatto dai vincitori ai vinti. Lì, o si metteva su un tribunale per giudicare TUTTI i belligeranti, con nazioni assolutamente neutrali, oppure non si faceva nulla.
Qualcosa si doveva certo fare di fronte ai crimini nazisti e giapponesi, ma tacere vergognosamente di fronte a quelli alleati è moralmente assurdo.
E non solo: nel settembre del 1945, un coraggioso giornalista australiano andò a Hiroshima e in quello che fu definito 'lo scoop del secolo' descrisse la distruzione della città e la morte dei sopravvissuti per un misterioso morbo. Bene, malgrado questo, le radiazioni vennero sottaciute per anni! Il generale che diresse il programma nucleare americano, di fronte al Congresso, disse che le radiazioni uccidevano subito ed erano un 'modo molto piacevole di morire' (sic) essendo relativamente indolori. Pazzesco, no?
L'anno dopo, nell'atollo di Bikini, i due test nucleari contro le navi vennero fatti senza dire nulla ai marinai americani, sui rischi delle radiazioni. I giganti d'acciaio spesso resistettero alle radiazioni; non così i marinai, che vennero contaminati e nessuno sa quanti ne sono morti per quella causa. Come militari, dovettero giurare silenzio per i successivi 50 anni... e questo benché già l'anno prima, ovvero nel 1995 Bill Clinton chiese scusa a nome del Congresso per come quei marinai erano stati trattati e ingannati. E poi ci si stupisce se per esempio, nessuno ha voglia di parlare di cosa abbia fatto la portaerei Saratoga nel 1980 (Ustica...)... e te credo.
E) il ruolo politico della 'atomica'. Serviva costruire un nuovo ordine mondiale e gli USA l'hanno fatto: hanno fatto capire a Stalin che loro avevano l'arma assoluta e che funzionava. Ulteriori avanzate ad Ovest da parte dei carri armati dell'Armata Rossa, non sarebbero stati tollerati da Washington. E Stalin ebbe bisogno di un lustro per pareggiare quest'arma, e solo alla fine degli anni '60 l'URSS raggiunse la cosidetta 'parità nucleare' con gli USA.
Ma allora, perché usare anche la seconda arma nucleare?
Il Giappone non poteva sopravvivere anche alla dichiarazione di guerra dell'URSS dell'8 agosto. Avere usato il 9 la seconda atomica, è stato criminale all'ennesima potenza. Evidentemente gli americani a quel punto volevano far capire che comandavano loro; evidentemente non volevano che i sovietici allungassero le mani sull'arcipelago; evidentemente, volevano sperimentare cosa potesse fare una bomba al PLUTONIO come la Little Boy, su di una città (pur avendo già visto l'effetto a Trinity, ma era solo un deserto, no?). Ma cosa importava ai capoccia americani, se nemmeno l'anno dopo ammisero che le radiazioni fossero pericolose per le persone, sacrificando i loro marinai in test condotti in tempo di pace? Ma come lo chiamiamo questo? Giustizia? Vendetta? O crimine di guerra?
E per giunta, gli americani furono anche fortunati: la prima missione di bombardamento andò tutto bene, la seconda fu un disastro sfiorato per poco, visto che la bomba rischiò di scoppiare a bordo dello stesso bombardiere. Purtroppo, riuscirono comunque a sganciarla, malgrado tutte le traversie subite.
Infine, ultimo discorso: come qualcuno ricorderà, nel film Lo Squalo c'é un superstite dell'USS Indianapolis, affondato da un sottomarino con l'equipaggio lasciato ai pescicani (molto criminalmente, infatti, questa nave non aveva nessuna scorta con sé). Questo episodio è vero: l'USS Indianapolis fu affondato da un sommergibile giapponese, appena appena dopo avere consegnato le due 'bombe'. Cosa sarebbe successo se fosse stato affondato nel viaggio d'andata? Ma poi, proprio quella nave fu l'ultima grande unità persa in guerra, tra le centinaia che scorrazzavano nel Pacifico? Anche più impressionante, è che, a quanto pare, il comandante del sommergibile giapponese aveva la famiglia ad Hiroshima. Quel che significa la beffa del destino!
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DA quel che abbiamo visto, è chiaro che l'uso dell'atomica, a detta anche di molti alti ufficiali americani, non fosse altro che una decisione politica, e non certo militare. Era il timbro che certificava la vittoria totale degli Stati Uniti e la loro supremazia su tutti gli altri, inclusa l'URSS. Infatti, che effetto avrebbe mai avuto svelare solo l'esperimento di Trinity, quando per dimostrare cosa poteva fare l'atomo spezzato, si poteva usare intere città come bersaglio? Ma ripetole conclusioni:
1-era una decisione POLITICA, non certo militare
2-era un palese crimine di guerra, come riconosciuto dagli stessi americani
3-era bellicamente inutile intervenire all'epoca con tale arma, con il Giappone sconfitto
4-una nazione può essere piegata dalla guerra aerea e dall'assedio, ma per questo non è necessario usare le armi nucleari.
5-i crimini fatti dagli americani sulla popolazione giapponese erano già tali, che le nuove 'atomiche' vennero viste solo come una bomba più bomba delle altre.
6-gli americani si guardarono bene dall'avvisare i giapponesi di questa nuova minaccia, vanificando in parte il suo deterrente, finché non l'usarono su Hiroshima, né diedero alcun tempo di riflessione ai giapponesi; l'entrata in guerra dell'URSS di fatto non solo sconsigliò l'uso della seconda bomba, ma lo accelerò per evitare che non fosse più possibile impiegarla successivamente.
7- gli americani hanno mentito spudoratamente sugli effetti delle armi nucleari, specie quelli radioattivi.
8- gli americani devono ancora fare i conti sulla realtà dell'agire criminalmente con gli effetti del potere aereo. Forse perché dopo il 1945, non hanno mai dovuto subirlo loro, il potere aereo (a parte che nel caso Liberty, ma questa è un'altra storia...). Le migliaia di bombe scaricate senza freno in A-stan e Irak, e persino in Siria (contro i soldati di Assad!) ne sono la prova chiara e indelebile.
10- politici, mass media e intellettuali devono ancora ammettere appieno l'orrore nucleare. A questo proposito, vi faccio una domanda: E' stato MAI FATTO, dalle parti di HOLLYWOOD, un film su Hiroshima? No? E perché no?
Insomma, a chi la raccontiamo con la storiella dell'Atomica 'per salvare vite e accorciare la guerra'?
Ma al popolino americano, ovviamente! Quello che nel 1945 approvava le atomiche all'85% contro il 10% in opposizione a quell'orrendo bombardamento.
Nel 1990, la Gallup mostrò un tasso di approvazione sceso al 53% contro 41% contro (curioso, forse per i rischi concreti di subire lo stesso 'trattamento', c'era più condanna all'epoca che adesso). Nel 2005, passata la paura della Guerra fredda, le percentuali erano del 57% contro 38%. Ma che succederebbe se poi, vi fosse la necessità ADESSO, di fare un'altra azione simile? Bella domanda. Nel 2017 un'indagine del genere vide il 67% di approvazione di fronte ad un attacco nucleare che uccida 100.000 civili iraniani, se questo fosse in alternativa ad un'invasione all'Iran che uccida 20.000 soldati americani. Dall'altro canto, appena 7 anni prima, il 64% degli americani approvava la decisione di Obama di non usare armi nucleari contro nazioni che ne fossero prive.
Persino nel 2015, 70 anni esatti dopo la fine della guerra, il 56% degli americani supporta la decisione di usare le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, mentre il 34% è contro. In altre parole, oltre la metà, contro poco più di un terzo. Ma non è solo questo il motovo d'interesse: il 70% degli americani da 65 anni in su, dice che i bombardamenti sono giustificati. Invece, tra i ragazzi di 18-29 anni, solo il 47% è daccordo, addirittura una minoranza. E come inclinazioni politiche? Eh, ovvio, no? Il 74% di chi vota repubblicano supporta i bombardamenti, mentre solo il 52% dei democratici fa lo stesso pensiero.
In altre parole: oltre 1 americano su 2 supporta i bombardamenti, mentre 1 su 3 gli si oppone; tra i 'vecchi', 7 su 10 supportano, tra i giovani oltre 1 su 2 si oppone. Tra i repubblicani, 3 su 4 approvano, tra i democratici 1 su 2.
Si tenga presente che in caso di scelta tra bombardare una città iraniana e perdere la vita di 10.000 marines, la maggior parte degli americani, posta di fronte a questa scelta (bombardare o invadere, sempre la stessa MENZOGNA), è daccordo con la soluzione A, anzi la soluzione H.