23-3-19
L'importanza della potenza di fuoco per giudicare gli incrociatori è stata ben esposta nel confronto tra Brooklyn e Abruzzi.
Adesso vediamo l'analisi con un nuovo contendente. Questo è rappresentato dalla classe Town inglese, che è stata messa in cantiere dal 1934 e in serviziodall 5 marzo 1937.
Realizzata in ben tre lotti, prima 5, poi 3 successivi, e infine gli ultimi 2 del lotto finale. Questi lotti erano i Southampton, Gloucester ed Edinbourgh.
Dati (secondo navypedia):
Comparazione generale:
Southampton Gloucester Edinbourgh
-Anno servizio 1a unità: 1937 1938 1939
-Dislocamento normale: 9.100 t _____________9.400 t___________________10.550 t
-Dislocamento max: 11.350 t_____________11.650 t___________________13.175 t
-Peso corazza: ?
-Carburante: 1925-2070 t _________1950-2100_________________2.250 t
-Lunghezza: 170-180,3 m_________170-180 m__________________176-187
-Larghezza: 18,8 m_____________19 m_______________________19,3
-Pescaggio: 6,2-6,55____________6.27-6,55___________________6,48-7,06
-Potenza: 75.0000 hp(4)________82.500_____________________80.000 (4)
-Velocità normale: 32 kt_______________32,3 kt_____________________32,5
-Autonomia: 12.100 NM (a 12 kt)___12.100(12)__________________12.200(12)
-Cat/Aerei: 3 aerei______________3_________________________3
-Equipaggio: 748_________________748_______________________850
-Armi principali: 12x152 mm__________12x152_____________________12x152
-Armi secondarie: 8x102 mm___________8x102______________________12x102
-Armi a.a.: varie________________varie_______________________varie
-Siluri: 6x533 mm___________6x533_______________________6x533
Southampton Gloucester Edinbourgh
-Cintura: 114 mm______________114_______________114
-Cintura sup: no__________________no________________no
-Ponte principale: 32-51 mm____________32-51_____________51-76
-Torrione lati: ?
-Torretta ant: 25 mm_______________101_______________101
-Torretta lati: 25 mm________________51________________51
-Torretta retro: 25 mm_______________51________________51
-Torretta sup: 25 mm_______________51_________________51
-Barbetta: ?___________________51-25______________51-25 (101-51)
-Paratie trasvers: 64 mm_______________64_________________64 mm
-Paratie interne: ?____________________64________________no
-Peso corazza: ?____________________?__________________?
Comparazione generale
Brooklyn Abruzzi Edinbourgh
-Anno servizio 1a unità: 30-9-37____________1-12-37___________1939
-Dislocamento normale: 9.923 t_____________9.591 t __________10.550
-Dislocamento max: 12.403 t_____________11.760 t __________13.175
-Peso corazza: 1.826 t______________2.165 t ____________?
-Carburante: 2.013 t_____________1.676 t __________2.250 t
-Lunghezza: 183-185 m___________172-187 m ________176-187
-Larghezza: 18,8 m______________18,9 m ___________19,3
-Pescaggio: 6,93 m_____________ 6,1 m ____________6,5-7
-Potenza: 100.000 shp (4A)_______100.000 shp (2A) ___80.000(4)
-Velocità normale: 32,5 kt _____________33 kt*______________32,5 kt
-Autonomia: 10.000 NM a 15 kt_______4.125 NM a 12,7 kt _12.200 (12)
-Cat/Aerei: 2-4 _______________ 2-4 ________________3
-Equipaggio: 868 _______________640-692 ___________850
-Armi principali: 15x152_____________15x152 ____________12x152
-Armi secondarie: 8x127______________8x100 ____________12x102
-Armi a.a.: 8x12,7_____________8x37+8x13 _________varie
-Siluri: No________________ 6x533 ____________6x533
Brooklyn Abruzzi Edinbourgh
-Cintura: 127 mm____________30+100 mm ________114 mm
-Cintura sup: NdA______________20 mm
-Ponte principale: 51 mm____________40 mm ______________38-76 mm
-Torrione lati: 127 mm____________140 mm max _________101?
-Torretta ant: 165 mm____________135 mm max_________102 mm
-Torretta lati: 32 mm____________ ? mm _____________51
-Torretta retro: 32 mm____________ ? mm ______________51
-Torretta sup: 51 mm ____________? mm _____________51
-Barbetta: 152 mm____________100 mm max ________101 max
-Paratie trasvers: 127-51 mm____________30-100 mm __________64 mm
-Paratie interne: 93 mm____________NdA ________________?
-Peso corazza: 1.798 tons* ___________2.131 _______________?
-IZ vs 152 mm: 8-21 km _____________3-18 km_____________10-21 km (NB: si può ipotizzare con angoli d'impatto di 0-10° orizzontali)
*se è correttamente stimato, tons significa 1,016 MT quindi 1.826 e 2.165 t. Per il Brooklyn si parla del 15% del dislocamento, evidentemente però di quello a pieno carico
Se la capacità di perforazione (ipotizzando che la corazzatura è paragonabile a quella straniera): 58 mm a 20 km; 65 mm a 18 km (+7); 74 mm a 16 km (+9); 86 mm a 14 km (+12), forse 100 mm a 12 km (+14), 116 mm a 10 km (+16), 134 mm a 8 km (+18), 154 mm a 6 km (+20), 176 mm a 4 km (+22), 200 mm a 2 km (+24), 226 mm a 0 m (+26), anche se in realtà la progressione, specie sotto i 6 km, è facile che aumenti di più, perché la velocità viene perduta in larga misura nei primi 8-10 secondi (l'attrito è al quadrato della velocità, dopotutto) per poi ridurre la perdita in maniera sempre più graduale. Probabilmente a 0 metri arrivava anche a 250-300 mm!
Per i cannoni inglesi la penetrazione è sicuramente minore (76 mm a circa 12 km), ma comunque considerevole a distanze più ridotte, per cui è probabile che arrivasse a circa 150 mm+ a 4-5 km di distanza, se è così probabilmente era sufficiente per perforare il fianco degli Zara e se è vero che gli Abruzzi erano protetti quanto gli Zara sui fianchi, allora anche loro erano vulnerabili a tali distanze. Però mettiamo che fosse 'meno vero' e allora avremmo forse 3 km di raggio utile? In ogni caso, talmente poco che di fatto, a meno di non ipotizzare una battaglia a bruciapelo notturna oppure per dare il 'colpo di grazia', sarebbe di fatto impossibile penetrare la cintura degli Abruzzi, certo alle distanze di combattimento normali. Anche torrione e torri, ma non la centrale unificata di controllo del tiro, che era provvista di soli 30 mm, sufficienti solo contro le schegge e i proiettili di calibro molto piccolo o di tipo solamente HE. Certo, in tutti questi casi abbiamo a che fare con navi capaci di colpire duro, ma anche di reggere bene il tiro delle navi nemiche analoghe.
Corazza nel dettaglio (2o lotto, ovvero i Gloucester): 114 mm cintura principale per la protezione delle macchine, centro combattimento e munizioni a.a. (deposito centrale), estesa fino al ponte di coperta sul locale caldaie e motori anteriori, e fino al ponte principale sulla sala macchine posteriore, centro combattimento e munizioni. Paratie da 64 mm chiudevano la cintura mentre i depositi erano esterni ad essa, spessi fino a 114 mm laterali e 51 mm superiori. Il ponte era dalla barbetta A al timone, era spesso in genere 32 mm (1,25 in), per esempio sul timone era 32 mm con lati angolati di 38 mm (1,5 in), mentre arrivava a 51 mm (2 in) sui depositi (presumibilmente è lo stesso spessore che c'é nei box munizioni. Il Gloucester aveva anche 51 mm sopra la sala macchine. LE torri avevano 4 in anteriori (102 mm) e 51 mm su tutto il resto della superficie (2 in).
Questi incrociatori furono tra i primi ad avere i radar: l'HMS Sheffield per esempio, ebbe un primo set da avvistamento aereo nel 1938.
I Southampton erano destinati, proprio come i Brooklyn, a contrastare gli incrociatori giapponesi tipo Mogami. Erano stati pensati come un'evoluzione dei tipi precedenti, in particolare dall'ultimo incrociatore Phaeton, ma con torri triple e migliore corazza protettiva aumentata, perché questi incrociatori erano nati come navi di squadra e quindi, destinati a confrontarsi con altre navi da guerra come fase 'normale' di quel che doveva essere la loro attività.
La cintura corazzata era alta in parte della sua estensione, ma non era estesa fino a tutta la cittadella corazzata, che come tale, in realtà non esisteva. DA un lato esisteva la corazza laterale che non era molto estesa, non fino alle torri d'artiglieria. Ma da un lato la cintura era limitata, dall'altro il suo ponte corazzato, per quanto non era tanto spesso, ma dall'altro era continuo fino al timone. E i depositi munizioni? La solita disposizione dei box corazzati. 114 mm (4,5 in) laterali, 64 mm (2,5) traverse anteriori, 51 mm (2 in) tetto, presumo anche 25 mm (1 in) inferiore. Probabilmente anteriormente erano 64 mm, mentre la cintura corazzata era chiusa da paratie anch'esse da 64 mm.
Danni bellici
Queste navi vennero usate spesso in battaglie o erano sottoposte ad attacchi in cui esse erano i protagonisti involontari. Così il Southampton fu affondato da almeno 2 bombe (da 500 kg probabilmente), incendiato e messo fuori uso l'11 gennaio 1941.
Colpiti i locali sia degli ufficiali che dei sottufficiali da un attacco aereo a sorpresa, la nav prese fuoco e non riuscì a sopravvivere a lungo.
Il Glasgow fu uno dei primi incrociatori ad essere silurati dagli 'efficaci' aerosiluranti italiani (che solo nel 1941 ebbero davvero fortuna, ma la leggenda continua a tutt'oggi), accaddde il 3-12-40, apparentemente da due siluri (però gli SM.79 normalmente ne portavano soltanto: fu solo Buscaglia a colpirlo oppure anche qualcun altro?), restando in riparazione fino all'ottobre dell'anno successivo.
Anche il Newcastle venne danneggiato da un siluro, stavolta il 15 giugno 1942, riparato solo nel marzo 1943.
Nemmeno il Birmingham scampò ai siluri, così che subì danni il 28-11-43 e rimase KO fino al gennaio 1945.
L'unico che non affondò o che non venne silurato fu lo Sheffield, che tuttavia venne danneggiato da una mina il 4 marzo 1942, con riparazioni che durarono 4 mesi. Questa lista potrebbe dare l'idea che fosse lungo e difficile riparare le navi inglesi. Probabile, ma è più verosimile che semplicemente non vi fossero le risorse per rimetterle rapidamente in sesto, né gli equipaggi sufficienti. La Gran Bretagna non era l'America, dove tutto diventava possibile.
I successivi tipo Gloucester, erano leggermente migliorati rispetto ai primi, in particolare la corazzatura delle torri era finalmente in grado di sostenere il tiro delle artiglierie di medio calibro, cosa che era prima il principale punto debole dei Town come incrociatori capaci di combattere contro altre navi similari.
Del secondo lotto, il Gloucester venne affondato il 22-5-41 da 7 bombe tedesche vicino Creta, il Manchester venne danneggiato da un siluro di un SM.79 il 23-7-41, riparato entro aprile 1942. Ma fu nuovamente danneggiato da due siluri italiani (di motosiluranti) il 13-8-42 durante l'Operazione Pedestal e affondato poi dagli stessi inglesi perché danneggiato in maniera eccessiva per essere salvato in un teatro di guerra, con un angolo di circa 40+° raggiunti a seguito del siluramento.
Il Liverpool fu anch'esso danneggiato duramente. Il 11-10-40 (ancora una volta) dagli SM.79, fu il secondo incrociatore 'aerosilurato'. Fu anche un altro degli incrociatori ad essere nuovamente danneggiati, dopo che venne rimesso in servizio soltanto nel marzo 1942, venne ancora silurato il 14-6-42 e rimase in riparazione un anno, ma non rientrò in squadra fino all'agosto 1945, restando peraltro abbastanza a lungo in servizio nel dopoguerra. Sette anni, sempre nel Mediterraneo, ma stavolta senza aerosiluranti in giro. Benché operasse attivamente solo per poco più di un anno durante l'intero conflitto, ebbe quattro decorazioni di guerra.
Quanto all'ultimo lotto, esso era nato addirittura per avere 4 torri quadrinate, ma poi ebbe le trinate che risultavano sicuramente più affidabili. Le torri antiaerei aumentarono da 4 a 6, anche se il tiro era maggiormente inficiato dalla lontananza di alcune di esse dagli elevatori delle munizioni (ma anche così, sempre meglio di... niente). Le perdite e i danni non mancarono nemmeno in quest'ultimo, piccolo gruppo di due (DUE) incrociatori, ma stranamente non nel Mediterraneo: l'Edinburgh era in Artico quando il 30-4-42 venne danneggiato da un paio di siluri di un u-boote (U456) rimandendo gravemente danneggiato. Esso aveva una robusta e sana costituzione, diciamo così, per cui non volle affondare. Ma anch'esso subì un altro siluramento, solo che stavolta era fu due giorni dopo, mentre era rimorchiato, il 2-5-42, seguito da un quarto siluro dell'HMS Foresight, un caccia di scorta all'incrociatore.
Il Belfast venne colpito da una mina magnetica già il 21-11-39, quando era ancora nuovo di pacca, e restò poi in riparazione fino addirittura all'ottobre 1942. Nondimeno esso è ancora esistente e non sul fondo del mare, ma come nave museo a Londra.
Quanto all'efficacia complessiva delle classi...
I Brooklyn, in nove esemplari soltanto, riuscivano a contenere ben 135 cannoni contro i cento esatti dei 12 Condottieri. E' ben vero che non avevano alcun lanciasiluri, ma non penso che questo sia stato un vero problema data la potenza delle artiglierie, anche se indubbiamente avrebbero potuto fare comodo.
I 10 Town erano capaci di portare 120 cannoni principali e ben 88 secondari, più 60 lanciasiluri. Anche se si può discutere se il cannone da 152 inglese fosse all'altezza di quelli degli Abruzzi, era sicuramente al livello di quelli delle altre navi della classe. Così è del tutto improbabile che i 100 pezzi italiani fossero al livello dei 120 inglesi, al massimo potevano essere sui 105-110 equivalenti, sempre che i cannoni più vecchi, specialmente i 32 sistemati sui primi 4 condottieri, non fossero peggiori e allora avrebbero potuto rendere facilmente superfluo il vantaggio dei 20 degli Abruzzi, facendo la solita media del pollo.
Complessivi risultati:
-Condottieri: 100 cannoni (20 Abruzzi, 80 altri); 76 cannoni sec (16 Abruzzi, 60 altri); 56 TLS (24 Abruzz-Aosta, 32 gli altri); 28 aerei max (4-8 Abruzzi, 20 altri)
-Brooklyn: 135 cannoni principali; 72 cannoni sec; 0 TLS; 36 aerei
-Town: 120 cannoni principali; 88 cannoni sec (24 Edinburgh); 60 TLS; 30(?) aerei
Le navi italiane si facevano notare per la presenza di siluri, che le unità americane non avevano, e per l'insolita presenza anche di cariche di profondità, ma si trattava solo di 12 armi e presenti solo nelle ultime 6 navi, con effetti del tutto secondari sulle loro capacità. Le mine, invece, erano molto interessanti, ma naturalmente non era questa la missione primaria di questi incrociatori, sennò avrebbero fatto delle navi specializzate come il Pluton francese, per esempio. Nello scontro diretto tra navi, a meno di non ipotizzare di far finire l'avversario sul campo minato posato appositamente, non avrebbe avuto molta utilità, anche se potenzialmente era pur sempre una notevole risorsa. Ovviamente, era molto sconsigliato iniziare a combattere con le mine ancora a bordo!
Capacità dei 'Town'
Navi robuste, toste, ben costruite, sempre nella mischia quando necessario. Subirono quattro perdite su dieci navi costruite, ma nessuna in scontri diretti con le flotte nemiche, anche se alcune vennero silurate da aerei, motosiluranti o navi. Il loro teatro operativo più costoso fu il Mediterraneo, dove vi furono i 3/4 delle perdite, ma anche i mari del Nord furono altrettanto importanti.
Ottima tenuta di mare, bordo libero notevole, così come l'estensione delle sovrastrutture, che di certo non somigliavano alla 'torretta' dei Condottieri. La loro carriera bellica fu certamente importante e i britannici, pur non facendo navi eccezionali e probabilmente non comparabili a quelle giapponesi, non ebbero ragione di rimpiangere i soldi spesi per costruirli.
Per quel che ci riguarda, bisogna dire che la loro protezione non era eccezionale, ma la loro potenza di fuoco era molto buona e precisa. I cannoni da 152 mm, dodici esemplari, erano abbastanza per surclassare i Condottieri meno recenti. Contro i dieci degli Abruzzi è difficile dire, ma i 12 pezzi britannici sparavano 5-6 salve/min da 600 kg l'una, e in un minuto potevano arrivare pertanto a 3.000-3.600 kg di munizioni, laddove gli Abruzzi ottenevano solo 2.500 kg, quindi i britannici erano avvantaggiati di un 20-33%.
La blindatura dei primi Town era troppo debole sulle torri, perché un colpo diretto poteva metterli fuori uso facilmente. Anche la blindatura del ponte, almeno nella zona centrale, lasciava a desiderare, 32 mm sono proprio pochi per proteggersi efficacemente dal 152 mm a media distanza. Ma almeno in teoria, abbastanza per reggere i colpi da 152 degli Abruzzi fino a circa 18+ km, ovvero più o meno a distanze normali di combattimento. I depositi erano protetti fino ad oltre 21 km, anche senza considerare il resto della nave, ovviamente, che era sopra i depositi stessi.
Quanto alle torri, esse diventarono più efficaci nelle due sottoclassi successive. Lo spessore, circa 100 mm al massimo, non garantiva moltissimo, ma era comunque abbastanza. Gli Abruzzi, per perforarlo, avrebbero dovuto scendere a circa 10-12 km di distanza, ovvero su raggi molto ridotti per una battaglia 'teorica'. Chiaramente, i 152 mm inglesi erano più in difficoltà contro le torri italiane (fino a 135 mm) di quanto non fossero i pezzi italiani contro le torri inglesi: probabilmente il tiro diretto era grossomodo con zone vulnerabili rispettivamente di 5 vs 10/12 km. Però anche così è sufficiente per proteggere le torri inglesi che da medio raggio sarebbero state presumibilmente invulnerabili al tiro delle navi italiane. Se si considera la distanza di tiro ottimale tra 15 e 20 km, non c'é dubbio che a quella distanza godessero di una IZ (immunity zone) completa, sia verticale che orizzontale, anche se la qualità delle corazze inglesi non era eccezionale (almeno con spessori medio-bassi). Del resto, considerando la difficoltà di colpire un bersaglio ad angolo perpendicolare, con 10-20° di sfalsamento orizzontale pressoché sicuri, anche questo eventuale problema era piuttosto facile da risolvere, ecco perché parlo di una IZ grossomodo calcolabile in 10-12 km (10 a, diciamo, 20°, 12 km a 0-10° circa). Niente da scialare, ma quanto basta per impedire ad un colpo da 152 italiano di mettere subito KO la torre inglese colpita. Anche le barbette non erano eccezionali, ma comunque sia abbastanza robuste da sperare di reggere, se non da 12 km, almeno da 16-18 km. Nel caso dei due Edinbourgh, con 100 mm laterali, erano abbastanza buone per reggere almeno tanto quanto le torrette.
Gli Edinbourgh poi avevano una corazza del ponte significativamente superiore: 51 mm era il valore standard, persino sopra il timone (ma sempre con 38 mm laterali), ma sopra i depositi arrivava a ben 76 mm. In pratica, il ponte corazzato era così pressoché immune fin oltre 20 km al tiro degli Abruzzi. Questi ultimi probabilmente rischiavano di più rispetto agli Edinbourgh, infatti i loro ponti corazzati erano sottoli e le munizioni inglesi, ancorché pressoché inefficaci contro la cintura e le torri (la vulnerabilità era probabilmente ridotta a circa 2-3 km, idem per il torrione con 140 mm di spessore laterale), erano piuttosto buone per perforare corazze dei ponti nemici. Il Bolzano si trovò KO il timone con la sua corazza da 30 mm perforata a grande raggio; resistette invece il ponte principale da 50 mm, ma chi può dire cosa sarebbe successo a quello da 40 mm degli Abruzzi?
Nell'insieme penso che i Southampton, per via delle torri troppo vulnerabili, avrebbero anche potuto superare in battaglia gli altri Condottieri italiani, ma avrebbero rischiato molto contro gli Abruzzi, per cui li valuto per certi versi inferiori in uno scontro diretto. I Gloucester, con le corazze delle torri finalmente dimensionate per reggere il tiro dei 152 mm anche da medio raggio, erano probabilmente almeno pari, mentre gli Edinbourgh erano sensibilmente superiori grazie ad un miglior progetto d'insieme, tra cui anche due torri extra per le armi secondarie, che non guastavano tutto sommato.
Anche la struttura dello scafo era stata migliorata: gli Edinbourgh, infatti, meno penalizzati dei predecessori dai limiti di peso, ebbero una cintura da 114 mm continua dalla prima all'ultima torre. Magari non era ancora buona quanto il complesso 30+100 mm degli Abruzzi, ma quel che conta è che poteva reggere il tiro dei cannoni da 152 mm anche a breve raggio. Quelli inglesi, e quelli italiani meno recenti (con carica ridotta tipica della II GM) probabilmente erano fermabili anche a 8 km. I pezzi degli Abruzzi, invece, erano probabilmente fermabili a 10 km con angolo 0, e a 7 km (indovino) con angolo 30°. Buono, non strabiliante ma buono a sufficienza. In sostanza, considerato tutto gli Edinburgh avevano una IZ sugli Abruzzi di circa 8-20 km, mentre gli Abruzzi erano capaci di una IZ di forse 3-18 km. Ma la maggiore potenza di fuoco degli Edinburgh era tale da renderli probabilmente vincenti contro gli Abruzzi in una battaglia diretta.
In caso di confronto, chiaramente, quali campioni delle varie nazioni in causa, sono quindi da preferire i due Edinbourgh, così come da parte italiana i due Abruzzi e da parte americana i due St.Louis. Questi erano tutti ottimi incrociatori e singolarmente, in tutti i casi realizzati in soli due esemplari malgrado provenissero da una classe numerosa.
In termini strategici, i Town inglesi erano senz'altro superiori. Leggermente più lenti e meno potenti, ma capaci di ottima tenuta al mare. Anche gli Abruzzi avevano notevole bordo libero, ma la loro autonomia pare essere notevolmente minore rispetto a quella dei Town, Edinburgh inclusi, naturalmente.
Sulla simulazione della battaglia non mi azzardo, ma osservo che con 10 Town, gli inglesi avrebbero potuto largamente superare i 12 Condottieri italiani in potenza di fuoco, autonomia, tenuta di mare e corazzatura. Presa come classe, sarebbe stata superiore agli equivalenti italiani, così come lo erano i nove Brooklyn, anche se forse in misura meno spettacolare (ma, anche se con 15 cannoni in meno, potevano sempre schierare ben 60 tubi lanciasiluri).
E i francesi? Beh, considerando che i veri incrociatori leggeri 'da battaglia' erano i soli, piccoli e non numerosissimi La Galissonniére, non stavano poi tanto bene. Il resto era costituito da tre incrociatori di vecchio tipo, due posamine e uno da addestramento. Erano dodici in tutto, ma certamente NON all'altezza dei Condottieri italiani, né come potenza d'insieme delle classi, né come capacità dei singoli, anche se i L.G. erano molto validi per la loro categoria di peso (8.000 ton) e presi nell'insieme, come classe, avrebbero sicuramente venduto cara la pelle anche se avessero dovuto essere sconfitti. Nell'insieme, sarebbero stati un avversario superiore per la prima mezza dozzina dei Condottieri italiani, e un nemico almeno pari per la seconda mezza dozzina (Montecuccoli/Savoia/Abruzzi), un pò meglio delle prime 4, un pò peggio delle ultime 2 unità (54 cannoni vs 52 e 24 tls vs 28). Avessero messo adeguate protezioni anche per i D.Truin, sarebbe stato un match interessante, ma così non era e quindi in questo caso, la superiorità va senz'altro alle navi della Regia Marina.
I figliocci terribili
Durante la guerra i britannici misero fuori anche gli incrociatori tipo Fiji o Crown Colony. Questi erano mini-incrociatori da 8.000 t circa di dislocamento, e che potevano essere considerati dei Town 'tascabili'. Sebbene più angusti e meno potenti, erano senz'altro notevoli. Avevano infatti tutti e 12 i cannoni dei loro fratelli maggiori, mentre la corazzatura era assai buona: fin dall'inizio ebbero una cintura continua, ma spessa solo 3,5 pollici ovvero 89 mm (sui depositi, solo 83 mm sulle macchine). Meno degli Edinbourgh, ma abbastanza per reggere a medio raggio al tiro delle navi armate con il 152 mm, diciamo su raggi di 12-14 km circa. Le torri erano meno blindate dei Town delle ultime versioni, ma meglio di quelli della prima: 51 mm (2 in) anteriore e sul tetto, 25 mm (1 inch) per il resto. Appena appena sufficiente per reggere il tiro delle artiglierie da 152 mm da 20 km circa, mentre il tetto era buono fino a quella distanza e oltre. Nell'insieme non ci avrei scommesso troppo che fossero capaci di reggere il tiro dei 152 italiani, ma con un pò di angolazione (e di fortuna) avrebbero dato filo da torcere. La potenza del motore era inferiore rispetto ai Town, e nonostante questo, oltre alla potenza e alla velocità, anche l'autonomia era nettamente inferiore, sulle 10.000 NM a 12 nodi. Però erano navi ancora sufficientemente dotate, anche se un pò pesanti superiormente (e te credo, 12 cannoni da 152 su di uno scafo da 8.000 tonnellate, più corto di 10 metri rispetto ai Town, e concepito per ossequiare il Trattato di Londra, oramai ignorato da quasi tutti gli altri tranne i britannici).
Nel servizio di guerra si fecero valere, combatterono dappertutto e subirono soltanto due perdite su 10 navi costruite. Anche loro ebbero danni notevoli: l'Uganda, per esempio, si beccò una Fritz-X il 13-9-43 (riparato novembre 1944); il Kenya venne danneggiato da un siluro dell'smg Alagi il 12-8-42 e riparato entro 1-43; il Nigeria venne pure danneggiato dal siluro dell'Axum, sempre lo stesso giorno, e continuò la missione nonostante la silurata (a prua); il Trinitad si silurò da solo durante una battaglia in cui devastò un grosso caccia tedesco e ne danneggiò almeno un altro, e verrà poi bombardato e affondato da aerei tedeschi durante il viaggio di rientro nella rotta artica che stava percorrendo. Il Newfoundland venne danneggiato dall'Ascianghi il 23-7-43 e riparato entro 11-44, fu l'ultimo dei tanti incrociatori inglesi silurati da smg o aerei italiani (una vera e propria... mania!). Il Fiji, invece, affondò assieme al Gloucester il 22-5-41, a causa di almeno 3 bombe e un near miss da parte della LW.
Nell'insieme erano vascelli validi, ma non così buoni quanto i Town, tanto che nel dopoguerra vennero presto ritirati data l'impossibilità pratica di aggiornarli in maniera sostanziale. Nonostante questo, qualcuno arrivò ai tardi anni '60.
Non so se sarebbero stati superiori agli Abruzzi, probabilmente no, ma sarebbero stati almeno nominalmente superiori rispetto agli altri Condottieri, che avrebbero avuto come unico vero vantaggio, quello di uno o due nodi di velocità in più. Al limite, anche quello di arrivare nottetempo davanti al loro porto e minargli l'uscita dello stesso, ma in genere duranta la guerra erano i britannici in mare e gli italiani in porto, per cui non ci faccio molto affidamento e comunque sia, gli incrociatori britannici potevano operare da distanze troppo grandi per essere 'sorpresi' dagli incrociatori italiani.
Caratteristiche tipiche di un Fiji:
-8.530/10.450+ t
-164/169,3 m x 18,9 m x 6,04+ m
-72.500 hp (4A), 31,5 kt, 1.613 ton, 10.100 NM a 12 kt
-Cintura 83-89 mm; paratie 51-38 mm; torrette 51-25 mm; barbette max 25 mm; ponte 51-32 mm.
-Armamento: 12 cannoni da 152 mm, 8 da 101 mm, 2x4-40 mm, 2x4-12,7 mm, 2x3 TLS 533 mm, 2 aerei e 1 catapulta.
In realtà, nemmeno questi sono la fine della questione: essa si è dipanata fino agli
Swiftsure, ai Superb e infine al Tiger. Sono versioni migliorate dei Fiji, ingrandite e con maggiore stabilità e armi e sensori antiaerei. Ma per quel che ci riguarda qui, non sono particolarmente importanti.
Ma gli Abruzzi potevano davvero combattere contro un incrociatore pesante?
Chiaramente, se gli Abruzzi avevano oltre 2.000 t di acciaio, questo non era dovuto solo alla necessità di difendersi dagli incrociatori leggeri nemici. Ma questo disegno sarebbe stato sufficientemente resiliente contro l'azione dei grossi calibri delle navi di categoria superiore? Apparentemente è quel che pensavano gli ammiragli che vollero questi ultimi Abruzzi in tale versione, ma uno studio più approfondito non mi consente di convalidare questa loro speranza.
La resistenza della cintura ai 203 mm degli Abruzzi era da un lato esuberante per lo scontro con altre navi analoghe, mentre il ponte non era robusto a sufficienza nemmeno per garantire l'immunità ai pezzi da 152 mm. Forse un disegno più bilanciato (come i tipi anglo-americani) sarebbe stato ben più utile, anche perché è francamente un pò aleatorio, con appena 10 pezzi da 152, pensare di combattere contro un incrociatore armato di 8 da 203 (come minimo). Finché erano navi poco protette e vulnerabili ai 152 mm, ci poteva anche stare; ma nella seconda metà anni '30 era chiaro che queste navi stavano venendo aggiornate oppure sostituite e integrate da incrociatori ben più robusti, contro cui il 152 diventava molto meno interessante, a maggior ragione se ne potevi schierare soltanto pochi di più e con una cadenza di tiro appena superiore a quella dei 203 mm. Su una battaglia tra Zara e Abruzzi, io punterei sugli Zara.
Probabilmente sarei altrettanto fortunato se puntassi anche sui Trento, e specialmente sul figlioccio Bolzano, a mio avviso tutti vincenti contro gli Abruzzi, mentre non garantisco che avrebbero potuto battere (i Trento e il Bolzano) i Town o i Brooklyn (specialmente i Brooklyn!). A loro volta, gli Abruzzi avrebbero potuto probabilmente sconfiggere i Dunquesne, e forse forse, i primi Suffren. Mentre da parte francese, i La Galissonniére avrebbero potuto far vedere i sorci verdi ai Trento/Bolzano.
Tanto per chiarire il concetto: colpi al minuto, peso complessivo/minuto Tipica cadenza di tiro nelle esercitazioni:
-Trento: 24(?) 3.000 kg (?) 2-3 RPM
-Abruzzi: 50 2.500 kg 2-3 RPM
-Brooklyn: 150 9.000 kg (max teorico!) 8-9 RPM
-Belfast: 72 3.600 kg. 5-6 RPM
Pare evidente che la scommessa fatta da americani, inglesi (e inizialmente, dai giapponesi con i Mogami), nel caso italiano non era molto pagante e affidarsi alla sola corazzatura come elemento di compensazione non mi pare una grande idea: i Trento avranno avuto solo 70 mm di cintura, ma avevano 50 mm di ponte e una IZ probabilmente di 16-20+ km. Gli Abruzzi avrebbero potuto garantire cosa? 40 mm di ponte non erano tanti, e la IZ sarà stata paragonabile. Bisogna tenere presente che i 152 italiani penetravano sugli 86 mm a 14 km /0°, ma i 203 erano capaci di penetrare 109 mm a 18 km/0°.
A 16 km, il confronto era di 74 mm contro 150 (!!!) mm dei 203 italiani. Gli effetti perforanti erano pertanto circa doppi. L'effetto esplosivo non era da meno: non solo a 16 km una granata da 203 mm perforava ben 150 mm di corazza omogena (o 137 mm di KC), ma la carica esplosiva che portava con sé era di ben 3,16 kg contro 0,84. In altre parole, il 203 mm perforava il DOPPIO e al contempo, portava dietro tale spessore di acciaio una carica dirompente pesante ben QUATTRO VOLTE quella da 152.
Cadenza di tiro degli incrociatori italiani
La cadenza ufficiale dei pezzi da 152 italiani era, a seconda dei tipi, di 4-8 RPM, paragonabile a quella delle navi estere, ma era davvero così nella realtà? Gli Abruzzi erano accreditati di 5 RPM, per esempio, con i loro super-cannoni più moderni degli altri. Ma adesso vediamo cosa erano davvero capaci di fare, fonti Storia MIlitare e monografia incrociatori Zara (SM n.199 apr.2010 e monografia n.12, ad essere tignosi).
______________________________1938_________1939_________________1940
-203/50 (Trento) N/A __________1,86_________________1,45 a 20-21 km; 1a carica.
N/A___________3,7__________________2,75 NB a 3,3-3,5 km; 3a carica N(notturna)
-203/53 (Bolzano e Zara) N/A___________1,5__________________1,2 a 18-20 km; 1a carica
______________3,5__________________N/A con la 3a carica
-152/53 OTO/Ansaldo: ______________1,4-1,5_______________1,8 a 16-17 km
-152/55: ______________1,5__________________1,9 a 17,6 km
Precisione:
1939: 203/50: 340x276 a 20 km; 1940, 175x265 m a 21,3 km. Altri dati: 279x421 (16 km, 1938), 214x289 (19 km, 1939, 12%); 311x410 m (14 km, 2,8%, 1940)
1939: 203/53: 195x89 a 20 km; 1940, 210x ? m a 20 km Altri dati: 239x345 (16 km, 1938), 197x262 (18 km, 1939, 1,3%), 263x375 (20 km, 1940, 3,6%)
1939: 152/53: 194x253 a 16 km; (OTO); 1940?
168x226 a 17 km (Ansaldo) 1940, 149x214 a 16,2 km (7,8%)
1939: 152/55: 278x405 a 16 km; (2,1%) 1940, 303x462 a 17,6 km (5,6%)
Per quel che riguarda la cadenza di tiro massima dei 203 mm, sembra che essi avessero potuto esprimere valori vicini a 4 RPM soltanto tirando a 3-4 km con la IIIa carica notturna, non proprio un capolavoro. Persino tirando a 7 km con la IIIa carica normale erano ancora attorno ai 2 RPM scarsi.
La cadenza di tiro dei 152 mm non era proprio un capolavoro a sua volta, anzi appariva davvero scarsa, e i 100 mm erano decisamente un pò troppo lenti come armi a.a. (le armi inglesi tiravano anche 10-15 RPM, anche se ovviamente tali ritmi di fuoco non potevano essere mantenuti per lunghi periodi di tempo).
Non che il discorso fosse tanto meglio per i cannoni a.a. da 100 mm: a 3 km circa ottenevano 6 RPM scarsi; a distanze maggiori attorno a 5 RPM; tiro antinave a circa 7 km (non proprio il massimo per queste armi): circa 4+ RPM.
Quanto alle navi americane, ricordo che l'USS Savannah tirò 138 colpi da 152 mm in appena un minuto.
Le navi inglesi con il 152 mm potevano tirare fino a 5-6 RPM, quelle con il 203 3-4 RPM tipici.
Le navi americane arrivavano fino a 8-10 RPM; gli incrociatori con il 203 mm avevano fino a 3-4 RPM, ma vi furono episodi in cui si arrivò anche a 6 RPM.
Di sicuro le navi italiane non erano le migliori sul campo come cadenza di tiro, anche se erano micidiali come balistica. Quanto al tempo di volo, i 203 inglesi impiegavano 38 sec per i 18 km, 35 con quelli americani, 48 circa per i 152 inglesi (a 22+ km: 71 sec per i 152 inglesi e 55 sec per i 203 mm).
In generale, mi pare evidente che le navi italiane non erano eccezionali e se i 152 mm potevano tirare soltanto un paio di colpi al minuto su distanze medie, allora è evidente che NON potevano in nessun modo competere con i 203 mm. Con 10 cannoni gli Abruzzi potevano tirare sui 20 RPM scarsi, mentre gli Zara potevano sfiorare i 15 RPM, tirando però quasi 2.000 kg di munizioni, mentre con quei ritmi gli Abruzzi non avrebbero raggiunto nemmeno 1.000 kg. Se avessero tirato 6 RPM potevano competere, ma con 2 proprio no! E tanto meno, con questo ritmo di tiro avrebbero mai potuto competere con i Brooklyn, che con il 50% di cannoni extra potevano erogare, a quel punto, anche 6 volte tanto di volume di fuoco e oltre sette volte il peso di bordata al minuto (7.000+ vs 1.000!).
Anche se la precisione e la distruttività del colpo sono fondamentali, è chiaro che non è così che si potrebbe arrivare più facilmente il successo agli Abruzzi piuttosto che ai concorrenti o agli incrociatori pesanti nemici.
Infine, molte armi alleate, anche se con poco successo, potevano essere usate come cannoni antiaerei. Non era granché come risultato pratico, ma interessante se si considera che così facendo potevano aumentare il volume di fuoco antiaereo altrimenti demandato solo ai pezzi di medio e piccolo calibro. L'alzo massimo dei 203 inglesi arrivava fino a 70°, appena 5 in meno dei cannoni da 90 italiani, tanto per dirne una. Anche i pezzi da 152 italiani potevano essere usati per tiro a.a. di sbarramento, ma l'alzo di 45° non aiutava contro la minaccia più difficile (ma forse non la più pericolosa), ovvero i bombardieri ad alta quota, o ad alto angolo d'attacco.
Qualche discorso sugli aerei...
Giova anche ricordare che i ricognitori usati dalle navi italiane erano in genere i Ro.43, appena capaci di difendersi da se pur avendo una velocità maggiore di quella di altri biplani da ricognizione; però essi erano armati in genere soltanto con due mitragliatrici leggere, essenzialmente per la propria difesa. Gli idrovolanti usati da altre marine erano armati in maniera molto più potente e non di rado potevano usare bombe, cariche di profondità, cannoni e persino siluri (almeno in teoria). E' un fatto che idrovolanti provenienti dalle navi alleate e giapponesi alle volte bombardarono, o addirittura diedero caccia, a bersagli a terra o in aria nemici, addirittura vi furono casi in cui usarono le cariche di profondità come bombe vere e proprie, anche se la nave di per sé non era capace di lanciarle direttamente. Questa capacità, a causa dei limiti del Ro.43, non ebbe luogo invece sulle navi italiane, dato che questi, pur essendo veloci, erano piuttosto fragili, poco armati e mai con bombe di alcuna sorta, mentre diversi aerei stranieri avevano fino a 250 kg+ di capacità e se erano adattamenti di altri modelli, anche carichi prossimi ai 1.000 kg.
Un esempio fu il Savannah, i cui idrovolanti eseguirono bombardamenti con cariche di profondità settate all'impatto contro veicoli della Francia di Vichy durante un'azione in Marocco. Peraltro il Ro.43 poteva essere un avversario temibile per questi aerei, perché velivoli come i SOC andavano a poco più di 260 kmh mentre il Ro.43 arrivava a 300, per cui era in grado di intercettarli avendo un peso minore e un motore più potente. Peraltro aveva solo 1 arma da 7,7 anteriore e una difensiva dello stesso calibro, come il SOC, e quindi è difficile che avesse modo di abbatterlo davvero. Peraltro avrebbe potuto infastidirlo. Se poi 2 Ro.43 fossero stati sufficienti per fermare 4 SOC è ancora più difficile da dire, direi di no. Il derivato da caccia monoposto Ro.44, con maggiore velocità e due armi entrambe in caccia, sarebbe stato meglio, ma non venne imbarcato sulle navi italiane ma relegato ad un limitato servizio a terra. In ogni caso, i ricognitori sarebbero stati usati da entrambe le parti come correttori di tiro più che come velivoli da combattimento e ci sono poche o nessuna istanza in cui essi sarebbero usati come mezzi bellici direttamente coinvolti, anche se in questo senso forse i migliori sono gli Ar.196, che però non fanno parte di questa competizione. Per le navi inglesi, aerei come i Seafox o i Walrus, da 200 km/h, erano davvero troppo lenti e in genere disarmati in ogni caso. I Ro.43, dal canto loro, erano talmente alleggeriti che pur derivando dal robusto Ro.37 terrestre, erano assai poco adatti in ogni caso, al ruolo del caccia intercettore, anche se forse accadde molto limitatamente un loro impiego in tal senso. Però il confronto con dei 'veri' bombardieri era difficile e sopratutto i limiti pratici di questi velivoli erano tali che difficilmente questo accadde, e sicuramente non si ha notizia né di loro vittorie né di duelli aerei veri e propri tra ricognitori idrovolanti basati su incrociatori/corazzate da entrambe le parti in causa lanciati in aria durante le battaglie. Spesso, al contrario, capitava che venissero lanciati in mare appena danneggiati se a bordo, o addirittura prima delle battaglie per il timore che venissero colpiti e incendiati a bordo. Ad ogni modo, questo tipo di macchine rende poco probabile l'azione sia offensiva che difensiva da parte loro. Peraltro, la tentazione eventualmente di lanciare 4 SOC, specie se l'oppositore avesse solo 2 Ro.43 in aria, non sarebbe del tutto da negare, se poi essi avessero armi da bombardamento. Se poi gli americani avessero già all'epoca usato i nuovi Kingfisher sarebbe stato tutto un vantaggio per loro, anche se solo marginalmente più veloci degli altri. Il fatto che gli italiani avrebbero comunque avuto un aereo che per quanto poco armato, sarebbe stato abbastanza veloce per intercettarli è nominalmente positivo, ma in pratica ben poco potevano fare come si è visto. Infine, i britannici ebbero il miglior uso dei ricognitori imbarcati quando in Norvegia, seconda battaglia di Narvik, un singolo Swordfish lanciato quel giorno diresse il tiro delle navi, scoprì quelle nemiche, e prima ancora, affondò un sommergibile di grossa stazza sorpreso in superficie e infine diede il colpo di grazia contro un cacciatorpediniere. Davvero niente male e da quel ricognitore dipese tutto l'esito della battaglia.
In ogni caso, dubito che si potrebbe rendere valido qualche tipo di uso bellicamente diretto di questi idrovolanti. Peraltro, come ricognitori antisommergibili, seppur più lenti, aerei come i SOC sono più efficaci di quanto non possano essere i Ro.43, che tra l'altro, erano talmente pessimi quanto a resistenza, che in genere una volta lanciati dalle navi raggiungevano gli idroscali costieri piuttosto che tornare alla nave stessa. Insomma, non un granché. Forse gli unici idroricognitori imbarcati validi erano quelli giapponesi, capaci di volare fino a quasi 400 kmh e di portare anche 250 kg di bombe (a seconda del modello), tanto che non di rado vennero davvero usati come macchine d'attacco o da caccia. Questi, però, erano disponibili solo per i giapponesi, mentre il Seahawk, veloce e armato più o meno come un Macchi 200, divenne una realtà soltanto verso la fine della guerra e quindi non ci interessa pur essendo stato un velivolo molto apprezzato dagli americani per le sue elevate prestazioni.
Nell'insieme, l'unica ragione per parlare bellicamente dei SOC non è tanto il confronto diretto con il reparto aereo delle navi nemiche (a meno che il nemico non sia un incrociatore italiano, ma per esempio, un incrociatore inglese o francese, i cui idrovolanti erano meno veloci di quelli americani e avrebbero invogliato all'uso maggiormente offensivo di SOC e Kingfisher), ma per segnalare come se alcuni incrociatori italiani avevano cariche di profondità (un numero eminentemente simbolico, tanto per 'spaventare' eventuali sommergibili nemici), è anche vero che quelli americani (e forse anche qualcuno inglese) potevano usare anch'essi cariche di profondità, ma non direttamente, ma con l'impiego dei loro stessi aeroplani imbarcati, armati anche di bombe piccole o medie. Non risorse determinanti, ma abbastanza per eseguire certi tipi di missione che non potevano essere svolte dai Ro.43. Quanto alla 'caccia', c'é almeno una istanza in cui un veloce SM.79 si trovò impedito nella sua azione, durante la battaglia di Mezzo giugno, da un idrovolante Swordfish posto a difesa di una nave e questo, malgrado la velocità fosse a stento la metà dell'SM e l'armamento scadente, per cui il velivolo in questione era senz'altro un avversario improbabile, ma nondimeno, deciso a non far passare il nemico.
In Rete ci sono vari dibattiti sugli incrociatori inglesi e non: world of ships, forse anche warthunder, ma sicuramente navweapons forum. Però c'é anche il Quora:
https://www.quora.com/What-was-the-best-cruiser-in-WW2