20-12-18 (16-12-19)
Questo post è tratto dagli appunti fatti a suo tempo per il wargame, onde studiare la disposizione delle artiglierie e dei radar delle navi, in maniera da notare il numero di linee di mira (e di bersagli ingaggiabili) per ciascuna nave in ogni angolazione, e stimare quanto potessero colpire duramente le ondate d'attacco aereo contro di loro.
Notare bene che qui non c'era ancora il concetto della limitazione dei radar di tiro in base alla limitazione di visione ad alto angolo (sopra i 45°) dei radar di scoperta, questo significa che o i bersagli andavano ad angolazioni non molto elevate, oppure il datalink funziona talmente bene da consentire non solo la scoperta, ma la mira delle armi grazie ai dati passati dalle altre navi della formazione. Sempre che, ovviamente, vi sia una formazione.
Campi di tiro delle varie navi italiane.
Per quel che riguarda il Vittorio Veneto:
trattandosi dell'ammiraglia italiana per oltre 15 anni di servizio, non poteva che essere potentissimamente armata. Per quanto assurdo possa sembrare, essa non cambiò mai i suoi 8 cannoni da 76 MMI con altrettanti Compatto, cosa che molto probabilmente avrebbe consentito di eliminare la necessità di aggiungere ben 3 Dardo, ottenendo la mostruosa cifra di ben 14 cannoni da 40 e 76, in 11 torrette e con ben 6 FCS, a cui si aggiungevano naturalmente le 2 dei missili SM-1ER/Terrier (sistema Mk 20 Aster). La difesa del Veneto è quindi molto tosta (anche se manca il radar SPS-774 normalmente associato al sistema Dardo), con un totale di ben 8 bersagli ingaggiabili contermporaneamente su 360° e addirittura non meno di 12 radar. Ma non tutto è oro quel che luccica: gli SM-1ER hanno una portata minima che è praticamente pari a quella massima dei cannoni e superiore a quella dei cannoncini; la cadenza di tiro è di soli 4 missili al minuto; i cannoni MMI sono piuttosto lenti e inaffidabili; i cannoni Dardo sono buoni, ma basteranno? Sicuramente, se i pezzi da 76 fossero stati sufficientemente considerati (come attualmente fanno con i Super Rapido) non avrebbero avuto affatto bisogno di aggiungere le torri Dardo.
i radar RTN-10X NON sono disposti 2 davanti e 2 dietro, ma: 1 davanti, 1 dietro, 2 laterali, disposizione quindi non quadrata ma romboidale. I radar RTN-20X, invece, sono uno a prua davanti all'RTN-10 e uno a poppa dietro all'RTN-10.
Quindi: attacco diretto da prua: 2 LINEE DI TIRO: presumo che sia possibile sparare con 1 RTN-20X, e complessivamente, 1 RTN-10X SE ESATTAMENTE FRONTALE (entro diciamo, 10° sx/dx), oppure, con un minimo di angolazione (oltre 10° sull'asse longitudinale, mia stima personale, comunque pochi gradi, ma presenti) fino a 3 RTN-10X, il tutto comunque con 1 Dardo e 4 MMI.
Attacco laterale-anteriore: fino a 5 LINEE DI TIRO: a mano a mano che ci si sposta si potrebbe arrivare anche a 6 pezzi MMI più tre radar RTN-10 e i due Dardo più 1 RTN-20, quindi ben 8 armi e 6 linee di mira. Più i due radar SPG per i missili SM-1, che peraltro sono inefficaci sotto i 5,5 km (almeno così è detto), per cui in pratica non possono essere usati assieme ai cannoni.
Oltre i 10°(?) laterali abbiamo infatti 2 RTN-10X utilizzabili, con un totale di circa 4 cannoni, probabilmente quando l'MMI di lato a poppavia è entrato in gico non lo è più quello d'estremità anteriore opposta, e quando entrambi quelli di poppavia sono in gico, non lo sono quelli della coppia di prua del lato opposto. Questo, naturalmente, a circa 30° di distanza angolare, con 4 cannoni e 2 Dardo, più almeno 2 RTN-10X (un terzo potrebbe forse, ma di poco penso non possa davvero, c'é il fumaiolo troppo vicino).
Attacco laterale: 3 radar almeno (o forse 4??) RTN-10X e i 2 RTN-20X, con 4 MMI e 2 DARDO.
Attacco posteriore: 2 o 3 LINEE DI TIRO: sicuramente 1, possibilmente 3 radar RTN-10X essendo la sovrastruttura posteriore molto più snella. Di fatto, è meglio per questa nave la difesa posteriore, ma certo non è così semplice manovrare per ottenere questo risultato, con la plancia dall'altra parte! In questo caso, spararebbero 2 Dardo e 2 MMI, almeno contro avversari che arrivino direttamente a bassa quota e diritti lungo l'asse della nave o al massimo di pochi gradi di distanza. A circa 10°, invece, è probabile che sia possibile sparargli con forse fino a 3, forse 4 cannoni, e con 2 o 3 RTN-10X e 2 RTN-20X collegati a 2 Dardo.
Questo per gli attacchi a bassa quota.
Per gli attacchi in quota, è diverso.
Frontalmente: presumo solo 2 LINEE DI TIRO: RTN-10X e Dardo, con 1 torre Dardo e 4 MMI. Difficile infatti che i cannoni e i radar di mezza nave e di poppa siano capaci di intervenire contro l'attacco: la sovrastruttura prodiera, con quei due fumaioli che si biforcano alla sommità dell'albero mack, non aiuta affatto il controllo del tiro, specie se il target è in manovra, o la nave sta manovrando. Quelli di poppa non riescono a sparare nel settore anteriore, specialmente non in alto.
Latero/frontalmente: 3 LINEE DI TIRO, forse la manovra più probabile per la nave: direi che in tal caso sarebbe possibile tirare, contro bersagli ad alto angolo, con almeno 2 RTN (se l'angolo è relativamente modesto, sennò anche con tre) e con almeno 1 RTN-20X (stesso discorso). I cannoni? almeno 1 Dardo e almeno 4 MMI, 3 anteriore, 1 laterale e forse 1 poppiero.
Garibaldi: boh, diciamo che si potrebbe mettere così:
Attacco diretto di prua, 3 o 4 LINEE DI MIRA: 2 RTN-30 e 1 o 2 RTN-20X, con Albatross e 1-2 Dardo.
Attacco diretto da poppa: 2 LINEE DI MIRA: 1 RTN-30X e 1 RTN-20X, con Albatross e 1 Dardo.
Laterale: 4 LINEE DI MIRA: 2 Albatross e 2 Dardo, 2 RTN-30X e 2 RTN-20X.
Dall'alto:
Attacco diretto da prua: 3-4 LINEE DI MIRA: 2 RTN-30X e 1-2 RTN-20X, con Albatross e 1-2 Dardo.
Attacco diretto da poppa: 2-3 LINEE DI MIRA: 1 RTN-30X e 1 RTN-20X, con Albatross e 1 Dardo.
A mio avviso infatti, quando l'attacco viene da prua è pressoché impossibile che il cannone da 40 poppiero possa tirare sui bersagli provenienti da prua, non fosse altro che si troverebbe a sparare praticamente addosso al radar di tiro è che è immediatamente di dietro.
Notazione (tra le tante possibili): secondo i test fatti nel 1976 dalla MMI, il Dardo da 40 mm ha il 30% di probabilità di abbattere un missile antinave SUBSONICO a più di 900 metri (perché 900, forse prima non c'é l'attivazione delle spolette di prossimità?). Beh, sempre meglio di niente. Significa che almeno il 70% dei missili avrebbero raggiunto la nave abbastanza da vicino da danneggiarla almeno con le schegge scoppiando o frantumandosi. Però.
Quanto ai radar di controllo dei Dardo, va detto che sopra di essi c'é una rete metallica a lato del ponte di volo, non so che effetti abbia ma non certo belli se un radar vole guardare in alto direttamente, persino i cannoni da 40 mm sono leggermente inguaiati alla sua vicinanza, visto che teoricamente potrebbero risultare problemi anche con il brandeggio di queste armi.
AK-726: non è raffreddato durante le azioni, ma è raffreddato tra le raffiche di tiro, ci vuole 2-3 minuti per raffreddare le canne pompando acqua di mare dentro di esse.
Used a monobloc barrel with spring receiver. The barrels were in a common cradle and the automatic mechanism operated from recoil forces. This gun is not water-cooled during the firing, but during breaks between firing sea water was pumped through the barrels. It usually took between two and three minutes to cool the guns. The turret has an unusually deep cleft, so that the guns can be mounted aft of the center of the trunnion so as to be able to achieve high elevations.
AK-176: raffreddato con canna uguale a quella del pezzo da 76 AK-726, ma con manicotto idraulico.
This mount has selectable rates of fire of 30, 60 and 120-130 rounds per minute. The highest speed could be achieved by firing a burst of 75 rounds, but afterwards the gun had to cool off for 25 to 30 minutes. This weapon is considered effective against missiles and during trials it consistently shot down Falanga ATGMs (AT-2 Swatter) simulating Harpoon ASMs. On average it took 25 rounds per missile.
Uses a monobloc barrel with a casing and a vertical sliding breech block. Automatics are recoil operated. The barrel is sea-water cooled, which is pumped between the casing and barrel at 11.5 fps (3.5 mps).
Nel caso dei cannoni da 76 italiani è lo stesso: l'MMI ha una canna raffreddata ad acqua solo tra le azioni di fuoco (e anche per questo non è molto veloce né affidabile), mentre il Compatto e SR sono raffreddati ad acqua tramite manicotto.
Quanto ai tempi di ricarica, si dice che il cannone da 57 mm con 120 colpi, ricarichi in appena 2 minuti, però bisogna dire che i proiettili sono da circa 2,4 kg e la munizione poco più di 6 kg, la metà di quelle da 76 mm. Inoltre, si dice che bastino 3 uomini anziché 7 per ricaricare o scaricare la giostrina delle munizioni, stando all'USN che è rimasta molto contenta del cannone da 57 rispetto all'Mk 75 ovvero il Compatto da 76 mm.
In definitiva:
-Garibaldi: ottima disposizione armi e sensori grazie alla loro sorprendente compattezza (basti vedere le dimensioni minuscole dei radar RTN-20 e 30, mentre le armi di per sé sono piuttosto grosse e pesanti, essendo così potenti), è capace di difendersi bene da tutte le quote e distanze ma solo per la difesa ravvicinata essendo entro il raggio di 15-20 km per gli Aspide il valore massimo, così come la quota non supera quelle medie d'ingaggio (5-6 km). Ogni grado dei 360° sono visibili almeno 2 armi, spesso 3 e fino a 4 (laterali).
-Veneto: anche qui armi numerosissime per la difesa ravvicinata, più l'SM-1ER a lunga gittata. La nave è difesa su ogni lato e ogni distanza e quota utile. Per avvicinarla, è necessario correre quindi dei grossi rischi. Per la difesa ravvicinata, una volta approssimatisi, gli aerei devono affrontare una difesa che ha anch'essa 3 Dardo (però con 2 RTN-20 anziché 3, e con posizioni invertite tra prua e poppa); però non c'é il radar bidimensionale SPS-774 a coordinarli. Inoltre, al posto dei due l.m. Aspide (con 3 D.T. RTN-30X), ci sono 8 cannoni da 76 MMI, 4 coppie con 4 RTN-10X di tiro. Alla fine, abbiamo una difesa ravvicinata probabilmente inferiore a quella del Garibaldi, ma comunque numerosa, con 11 torrette e 14 armi può ingaggiare gli attaccanti con almeno 2 linee di mira frontali, 2 di spalle, fino a 5 laterali. Alle quote maggiori è meno efficace, comunque sia, e probabilmente inferiore a quella del Garibaldi.
-De la Penne: armato di brutto da tutti i lati, l'SM-1MR è appena cieco nel settore anteriore, ma per quel che riguarda le armi a corto raggio, a parte lo stesso SM-1 (con portata minima di meno di 3 km, è ancora un'arma a corto raggio, volendo), c'é una coppia di SR, 1 Compatto 127 e un Aspide frontale, un SR poppiero, 2 SR, Aspide e Compatto laterali. Le centarli di tiro sono 2 a prua, 2 a poppa (dove superano il numero di armi leggere disponibili!), lateralmente sono 2 FCS, 3 cannoni e un Aspide più l'SM-1. Nell'insieme è conveniente attaccarli a poppa, sempre che sia possibile avvicinarsi abbastanza.
-Audace: l'armamento è addirittura di 1 cannone superiore al D.l.P, ma le FCS sono 1 in meno. Il problema maggiore non è l'armamento laterale, con 2 FCS, 3 cannoni, Aspide e SM-1, ma a prua diretta c'é modo di tirare solo con 1 FCS, 1 Aspide e 1 Compatto 127. A poppa diretta invece non c'é difesa, gli SR o i Compatto non sono sufficienti quanto ad angolo di tiro, mentre ironicamente ci sono le due FCS che possono (almeno con 1 di esse) guardare sui 360°.
L'Audace ha percorso oltre 600.000 NM, l'Ardito oltre 500.000, il tutto in circa 50.000 ore di moto a circa 12 kt di media (meno del Montecuccoli, che su oltre 70.000 NM tenne circa 3.000 ore di moto, evidentemente andava molto di fretta!) in oltre 30 anni di servizio, vale a dire circa 18.000 l'anno, in circa 1.500 ore di moto. L'apparato motore, altamente automatizzato, era l'ultima evoluzione dei sistemi a vapore, ed era molto 'tirato' nelle prestazioni, specie le caldaie; malgrado che l'Ardito ha percorso meno miglia, si ricorda che esso aveva molta più affidabilità di quello dell'Audace.
Autonomia: circa 4.000 NM a 25 kt, circa 4.800 km a 20 kt (o sono 4.800 NM???)
-Maestrale: forti lateralmente con 2 FCS, 1 Compatto 127, 1 Aspide, 1 Dardo, anche frontalmente con 1 Aspide e 1 Compatto 127, ma nulle posteriormente, visto il ridotto/nullo campo di tiro dei Dardo, messi in sottoscala più o meno come i 76 mm degli Audace.
-Lupo: un pò meglio, pur essendo meno recenti, frontalmente solo 1 Compatto 127 più 1 FCS, laterale 1 Compatto 127, Aspide e Dardo più 3 FCS, posteriormente 2 Dardo, 1 Aspide/Sea Sparrow NATO, più ben 3 FCS. Frontalmente molto meno forti delle Maestrale, ma lateralmente uguali e posteriormente molto superiori.
ATTENZIONE: da qui in poi segue una lunga lista di simulazioni Helldiver contro navi italiane (sì, lo so, che palle), tratta dalle precedenti battaglie già descritte prima, ma approfondite al meglio possibile. Se non vi interessa, non vi perdete niente di serio, anche perché sono parzialmente superate dalle nuove elaborazioni. Piuttosto, meglio vedere Matrix Reload (Neo vs Smith)
4-9-18:
Azione contro l'incrociatore Veneto da parte della 1a ondata d'attacco Helldiver.
Gli aerei iniziano l'azione d'attacco appena dopo il lancio dei missili SM-1ER a cortissima distanza, l'ultimo possibile in pratica, e non necessariamente contro di loro, visto che sono così tanti da sembrare delle cavallette! Allora vanno in picchiata 12 di questi velivoli. Sono a circa 7.000 metri di quota, e considerando che scendono a 70° circa, arriveranno presto al punto di lancio, ergo a circa 7 km di distanza dall'inizio picchiata. Sono circa 40 secondi a 600 km/h. Quaranta interminabili secondi, cioé.
Inizialmente il Veneto apre il fuoco mentre manovra in cerchio cercando di rendere difficile la punteria degli aerei nemici. Questi scendono giù come falchi, sono suddivisi tatticamente per la migliore efficacia. In sostanza, si tratta di 3 sezioni ciascuna con 4 aerei. Questi a loro volta sono in volo a formazione aperta, leggermente distanziati l'uno dall'altro sia lungitudinalmente che lateralmente, tipo 100-200 metri. Le 3 formazioni d'attacco sono a loro volta distanziate tra di loro di circa 400-500 metri, lateralmente parlando, e circa 800-1.000 metri in lunghezza, che sono circa 5 secondi di volo a circa 150-180 metri/sec. Non è chiarissimo se questa distanza sia tra il primo e l'ultimo aereo oppure tra ciascuna delle due formazioni, ma è probabile che il passaggio di tutti gli aerei si possa fare in 10 secondi circa.
Cosa fa il Veneto? Manovra per non essere colpito, con una virata ad alta velocità verso dritta, ovvero in direzione opposta a quella degli attaccanti (potrebbe anche essere verso di essi, ma pazienza). Nel mentre ricarica il lanciamissili SM-1ER, ma ci vuole ancora del tempo e quel che è peggio, la gittata minima è stimata in circa 7.000 yds, ovvero sui 6.400 metri (4 miglia terrestri o 3,5 nautiche). Non è poco, in una battaglia di ingaggio del genere. E' chiaro, che per quando ricaricherà tutti i velivoli saranno ben dentro il raggio d'azione minimo, quindi di fatto i missili potranno essere lanciati, ma soltanto per 'spaventare'. Oltretutto, non è facile dirlo, ma è verosimile che questi missiloni da 8 metri di lunghezza siano pressoché impossibili da lanciare ad alto angolo, probabilmente, date le foto disponibili, l'alzo effettivo di lancio è attorno ai 45, max 50 gradi, quindi certamente non i 60-70 da cui proviene l'attacco.
In pratica, dopo una manciata di secondi dall'inizio della picchiata gli aerei sono già dentro il raggio di tiro minimo della nave, conoscendo la velocità, conoscendo l'angolo, conoscendo la quota iniziale è facile calcolare la distanza iniziale e il tempo di closing. Peraltro, la nave in circa 40 secondi farà circa 600-700 metri di percorso a 30 nodi e passa, per cui la picchiata sarà dovutamente anticipata come punto d'impatto ed è per questo che la nave manovra rapida per girare in cerchio, così da rovinare la mira evitando che gli aerei prevedano troppo facilmente il punto futuro in cui essa si troverà.
Ma cosa fa il Veneto per difendersi attivamente? Con ben 11 torrette e 14 cannoni, e ben 6 radar di tiro, più i due per il lanciamissili SAM naturalmente, è un vulcano pronto ad eruttare. Ma dove arriveranno i suoi lapilli?
Sebbene gli attaccanti potrebbero in teoria evitare di essere ingaggiati se scendono giù da 90° di angolo, è difficile, con un obiettivo in movimento, mantenere tale angolo, ovviamente varia per via dello spostamento del target, a meno di non iniziare solo negli ultimi km di caduta, e sopratutto, con una velocità molto ampia.
L'Helldiver era certamente veloce, il Dauntless era capace di andare in picchiata d'attacco a 440-550 km/h circa, ma in realtà, senza freni e probabilmente anche senza bomba, poteva scendere a quasi 800 km/h. Non è noto a che angolazione attaccasse l'Helldiver, che inizialmente ha avuto molti problemi al punto che il Dauntless è stato rimpiazzato molto lentamente e forse nemmeno mai totalmente. Però il Dauntless andava a 70°, mentre lo Stuka, peraltro meno armato e più lento, nonché con minore tangenza, andava fino a 90°.
In ogni caso, scendere da alta quota ha più di un vantaggio se si va a forti angolazioni. La cosa forse migliore, per un attacco pressoché suicida, è quella di arrivare senza aerofreni e sparare a raffica fin da circa 3.000 metri, facendosi 'largo' nelle difese della nave prima di colpirla, proprio negli ultimi km che sono quelli dove è più facile essere a propria volta colpiti dal tiro nemico. Naturalmente, in questo caso l'attacco non è suicida, ma convenzionale, tuttavia è previsto che se l'aereo sia danneggiato in maniera irreparabile, potrà ancora volare verso la direzione del target semplicemente continuando a scendere e puntando possibilmente proprio verso la nave, visto che tanto sarebbe spacciato, una picchiata ad alta velocità e alto angolo, nonché a bassa quota, non lascia scampo per eventuali disimpegni o ammaraggi. Inoltre questi aerei non sono realmente 'umani', ma dei droidi veri e propri, non hanno paura di morire e non hanno nulla e nessuno da salvare. In termini moderni potremmo chiamarli 'droni'.
La velocità d'attacco è tale, che difficilmente sarà possibile anche sparare con le mitragliere (2 da 20 usualmente, ma i primi Helldiver avevano 4 armi da 12,7, se non altro più affidabili, e i Dauntless soltanto due) e al contempo, mirare per sganciare la bomba (ammesso che sia davvero soltanto una). Un'alternativa micidiale sarebbero i razzi, specie gli HVAR da 127 mm, fino a 8 lanciabili dalle rampe alari. Però non sono disponibili, forse per non inficiare la quota massima 'sopra-l'Aspide' degli aerei, ma in ogni caso, sarebbero molto più utili che dannosi. E si potrebbero lanciare in un'unica salva da distanze elevate che non metterebbero in discussione il tiro anche con la bomba, perché si avrebbe tutto il tempo di farlo.
Naturalmente, la migliore azione d'attacco, la più difficile da contrastare e la più distruttiva, sarebbe l'attacco diretto, prima lanciare i razzi (se ci sono), poi tirare con i cannoni, da circa 3.000 metri (eventualmente anche da più lontano con i razzi) e scendere senza aerofreni impattando con la nave a circa 800 km/h, quasi in verticale. Una cosa del genere sarebbe disastrosa persino senza bomba, figurarsi con la stessa. Ma come detto, la cosa sembra troppo 'unfair' e allora attacco convenzionale, e senza razzi oltretutto (mentre sulle mitragliere è difficile dire quale sia la miglior scelta: io sarei per le 12,7 mm, ma i primi aerei Helldiver erano anche sottopotenziati e forse non potevano salire così tanto in quota; del resto, i Dauntless non avevano altre opzioni, se si sceglie di usare questi ultimi).
Ma adesso vediamo cosa sta succedendo ai nostri Helldiver.
La prima formazione, inquadrata dai radar di tiro come è giusto, viene ingaggiata dalle armi di bordo. Ma quali armi? Data l'estrema elevazione, è verosimile che degli 8 vecchi MMI disponibili, solo alcuni siano capaci di controbattere la minaccia. Infatti questa non arriva verticale (in tal caso, in effetti, non ci sarebbero state possibilità), ma comunque abbastanza inclinata da far sì che le stesse sovrastrutture della nave facciano 'ombra' ai cannoni, con il risultato che soltanto 3 dei 4 cannoni di prua (la nave sta virando verso dritta, ma anche verso gli attaccanti) sono capaci di contrastarli, guidati dall'apposito RTN-10X sopra la plancia. Gli altri cannoni da 76 dovrebbero essere i pezzi di mezzanave e poppa, entrambi a sinistra, mentre ho fortissimi dubbi che gli ultimi due cannoni possano occuparsene, specie quello poppiero di dritta, forse è possibile con quello di mezzanave sempre a dritta, ma è facile che non sia in pratica utilizzato in questo contesto.
Quanto ai radar, va detto che a guidare questo gruppo di cannoni c'é il radar RTN-10X di mezzanave di sinistra. Difficile dire se anche quello di dritta sarebbe utilizzabile (secondo me no), mentre quello a poppa, sopratutto per via della biforcazione del fumaiolo sopra di esso, a mio avviso non ha la possibilità di guardare gli attaccanti. Nessun problema, invece per i due RTN-20X dei Dardo, a prua sopratutto, ma anche quello di poppa, sistemato più in basso, ma più distanziato dall'RTN-10X, inoltre le torrette Dardo di prua e almeno quella di sinistra a poppavia, ma quasi certamente (qui la metto certa) di dritta, sarebbero in grado di tirare. Dunque, se tutto va bene: 5 MMI da 76 e 3 Dardo, con 2 RTN-10X e 2 RTN-20X.
Adesso, ecco la prima ondata di Helldiver. In pratica, ciascuno viene ingaggiato dal tiro di una linea di mira radar: due Helldiver vengono messi sotto il fuoco degli MMI e due dei Dardo.
Ora vediamo cosa succede più in dettaglio. Uno degli aerei ingaggiati dai cannoni da 76 mm è preso sotto tiro dai tre cannoni attivi di prua. Apertura del fuoco a circa 6.000 metri di distanza, con il target in avvicinamento a circa 600 km/h e 70°. In questo contesto i cannoni tirano raffiche di colpi piuttosto che tiro continuo, ovvero 60 RPM come valore massimo, ma solo per 10 colpi per volta, seguiti da 1-2 secondi di pausa per raffreddare il cannone (che non è raffreddato ad acqua durante il tiro, ma solo negli intervalli quando viene irrorato di acqua da dentro). Questa è forse la modalità più efficace per utilizzare queste vecchie armi piuttosto inaffidabili.
Le prime granate volano via dalla bocca da fuoco e vanno a cercare il target, ma ci vuole tempo: con il bersaglio che arriva ad almeno 150-160 m/sec, e i proiettili costretti a salire in quota per raggiungerlo, la velocità media sarà tale che presumibilmente i primi incroci avvengono a circa 4.500 metri, con un rapporto di 3:1 in velocità per il proiettile. Sembra poco, no? In effetti, considerando una differenza iniziale di circa 6:1, non è poi un granché come valore medio, ma è quello che ci si può aspettare visto che i proiettili rallentano in fretta dovendo salire fino a circa 4.000 metri di quota, per cui mi sembra una media ragionevole anche se probabilmente a quel punto i proiettili sono appena supersonici (400 m/sec???). I cannoni americani da 127/51, per dire, a 4,5 km ci arrivavano in oltre 6 secondi a circa 800 m/sec, certo di più, ma parliamo di armi da 23 kg tirate a velocità ancora maggiori dei 76/62 italiani, e per giunta, su target di superficie, non su bersagli aerei in quota, dove ovviamente è più faticoso arrivare, anche se l'atmosfera progressivamente è più rarefatta e riduce l'attrito e quindi la perdita di velocità.
In ogni caso, l'impatto a circa 4.500 metri è già una differenza notevole, significa ridurre il raggio di tiro utile di 1/4 (anche se la differenza di velocità fosse non di 3:1 ma di 4:1, i primi impatti sarebbero a 4.800 metri, appena 300 metri o 2 secondi più lontano).
A quel punto, il target non sta però con le mani in mano: dopo un paio di secondi, quando le granate hanno cominciato ad esplodere attorno ad esso danneggiandolo leggermente, scende di quota più rabbiosamente, aumentando l'angolo fino a 75-80° in un paio di secondi, quasi verticalmente e fuori controllo pratico. Però si riprende subito dopo delfinando e riportandosi sui 65-70°. Questo break è sufficiente, perché in questo modo le granate tirate negli ultimi 6 secondi falliscono, visto che questa manovra non era prevedibile quando sono partite. In sostanza, l'Helldiver è sceso quando si è avvicinato a circa 4.200 metri di distanza, arrivando in circa 2 secondi alla nuova inclinazione a circa 3.900, e scendendo di quota di alcune decine di metri, questo mentre il Veneto ha continuato a sparargli pensando che fosse ancora nella direzione e angolazione originale, solo a quel punto riequilibra la situazione tirando sulla nuova elevazione, ma dopo un paio di secondi l'Helldiver ritorna su con il muso ritornando a circa 65-70° in origine, forse 65° ovvero un pò meno che all'inizio, salvo poi ritornare nuovamente ad un angolo leggermente più accentuato.
Il tutto comporta: 2 secondi per la reazione e il danno iniziale da schegge, poi un paio di secondi di picchiata, un paio di secondi di mantenimento, e un paio di secondi di risalita, per poi tornare dopo un altro paio di secondi all'angolazione più o meno iniziale, quindi da 70 a 80 a 65 a 70° circa. Sono un totale approssimato di 10 secondi, come la durata della raffica. E soltanto qualche proiettile inizialmente, e forse anche alla fine, quando le distanze si sono ridotte e qualche munizione con spoletta di prossimità si è attivata, ha danneggiato l'Helldiver, ma non in maniera tale da distruggerlo, anche se probabilmente da 50 a 100 schegge sono entrate nella sua struttura e hanno danneggiato serbatoi, motore e comandi, ma non in maniera tale da distruggere l'aereo, di per sé molto robuto e con molti 'spazi vuoti' interni.
Ora, il problema è che è riuscito a fare altri 10 secondi così, finendo a quel punto ad appena 3.000 metri dalla nave, dove i proiettili arrivano forse in circa 4,5 secondi(a circa 700 m/sec di media). E' bastato un semplice serpeggiamento per evitare il tiro di almeno 3 cannoni MMI! Dopo circa 3 secondi la nave ricomincia a sparare e tira da circa 2.500 metri di distanza, e stavolta per il riottoso Helldiver è finita: eppure, manca solo 1 km alla fine della corsa, perché se sgancia da circa 1.500 metri è fatta. Ma non ce la fa: nei circa 6 secondi di tempo necessari, viene sottoposto al tiro di circa 18 colpi, due o tre dei quali devastano l'aereo, lo incendiano e infine gli rompono una semiala, che assieme alla coda (e al pilota) è la vera problematica su come controllare l'aereo anche se danneggiato a morte.
Cade quindi avvitandosi e prendendo fuoco, dopo che quest'ultimo colpo l'ha beccato a circa 1.800 metri di distanza. Non molto, davvero, forse l'aereo aveva anche cominciato a sparare alla nave prima di essere beccato. In tutto, i cannoni continuano comunque a fare fuoco e a tirare praticamente tutti i 10 colpi programmati verso il bersaglio, anche per assicurarsi che non esca dalla picchiata definitiva.
Mentre questo accade, con il tiro complessivo di circa 60 colpi da 76 mm, altri cannoni tirano contro un altro Helldiver. Sono soltanto due armi, ma l'Helldiver bersaglio non fa manovre evasive, viene colpito con precisione quasi subito e precipita, anche qui con circa 10 colpi tirati per cannone.
A quel punto c'é solo da affrontare gli ultimi due Helldiver. Questi sono sotto tiro da parte dei Dardo da 40 mm, che sparano con le centrali di tiro RTN-20X. Le due torri di poppa hanno cominciato il tiro da circa 4.000 metri e subito tartassano l'aereo di colpi, con i primi incroci a circa 3.200 metri circa (4:1). A 20 colpi al secondo, i proiettili cominciano ad esplodere tutt'attorno a questo Helldiver e lo bersagliano a sufficienza per metterlo in crisi, si muove dalla rotta iniziale ma prende fuoco e alla fine esplode a circa 1.600 metri dalla nave, dopo circa 10 secondi di tiro pressoché continuo. I Dardo hanno tirato complessivamente sui 180 colpi da 40 mm. Lontani dall'esaurire le munizioni di pronto impiego sì, ma certo il surriscaldamento non è un problema secondario usando delle armi che sparano a 2,5 volte la cadenza del vecchio Bofors della II guerra mondiale, pur avendone ancora la massa.
Nel mentre i cannoni di poppa hanno cominciato a tirare contro l'ultimo aereo, ingaggiato anche dal cannone da 40 di prua. Inquadrato dal tiro di questi cannoni, l'Helldiver esegue alcune manovre evasive per evitare di essere sottoposto ad un'azione troppo pesante, con il Dardo che gli spara da circa 4.000 metri e i cannoni MMI che tirano da circa 3.000 metri, appena liberatisi del primo attaccante. L'aereo si muove prima in leggera picchiata extra, come il primo Helldiver, poi mentre le granate lo seguono scoppiando qua e là, manovra con una virata leggermente a sinistra di 20-30°, non tanto per scappare, quanto per evitare di essere colpito troppo presto e portare un pò a distanza l'attenzione da parte della contraerea. Dopo questa manovra evasiva, portata da circa 2.500 metri, si riallinea per l'attacco mentre dalla nave impazza il tiro, con i due MMI di poppa che sparano 10 colpi a testa, più i cannoni Dardo di prua, mentre quelli poppieri sono appena usciti dall'ingaggio del primo aereo e non partecipano a quest'azione. L'Helldiver si riallinea, ma viene abbattuto subito dopo quando la distanza è scesa a circa 1.300 metri, mentre era già in fiamme per i colpi via via subiti. Si è avvicinato per colpire la nave, ma è stato fulminato prima di farlo. I cannoni prodieri del Dardo hanno tirato complessivamente circa 100 colpi da 40 mm.
Quindi i 4 aerei sono stati abbattuti a circa 1.800, 3.000, 1.600 e 1.300 metri di distanza.
Questo sembrerebbe un fallimento, ma dietro arrivano gli Helldiver della 2a sezione, che non sono a più di 1.000 metri di distanza, sembra tanto ma sono solo 6 secondi!
Questi ulteriori Helldiver vengono inquadrati dal tiro dei cannoni proprio adesso, che sono a circa 2.500 metri di distanza dalla nave. Lanciare i missili SM-1ER non è più possibile, probabilmente finirebbero per confondere i sistemi di tiro della nave piuttosto che aiutarla, di sicuro non si armerebbero e comunque è facile che non verrebbero lanciati con l'angolo sufficiente per bersagliare la nave stessa. A quel punto vengono affrontati da brevissima distanza. I cannoni MMI in media hanno tirato sui 20 colpi l'uno, cercando di abbattere gli Helldiver della 1a ondata e adesso sono già piuttosto a rischio di surriscaldamento, tanto è stata rapida la cadenza con cui hanno sparato.
I Dardo hanno iniziato il fuoco da circa 2.500 metri contro un target da prua, e circa 2.200 metri con i cannoni di poppa. I cannoni da 76 sono stati riposizionati, ma per un errore di quelli che 'capitano' il gruppo di prua spara contro lo stesso target già ingaggiato dal Dardo. Da così breve distanza è facile dire quel che succede: i primi colpi arrivano a circa 2.000 metri, la traiettoria di tiro molto tesa fa sì che l'aereo venga abbattuto in pochi secondi di tiro concentrato.
Nel mentre i cannoni di poppa sparano contro un altro aereo Helldiver, come si è visto da brevissima distanza: 2.200 metri sono poco più della metà dei 4.000 teorici, quindi parte molto male. Il target viene peraltro presto colpito e incendiato già attorno ai 1.600 metri, appena prima di sganciare. Effettivamente, sgancia anche la bomba circa 1.200 metri distante dalla nave, ma il tiro contro quest'aereo, che seppure in fiamme continua ad avvicinarsi, è tale da farlo esplodere in aria a circa 900 metri di quota, non prima che la bomba cada comunque vicino alla nave, esplodendo a meno di 100 metri, ma senza fare danni apprezzabili; alcuni rottami arrivano fino sul ponte della nave stessa.
L'ultimo aereo ingaggiato, invece, viene attaccato dalla coppia di cannoni da 76 mm MMI di poppa, ma uno di questi, dopo 5-6 colpi, si inceppa. Forse proprio i pochi colpi che tira sono sufficienti per far esplodere l'aereo in fiamme, di lì a qualche secondo addirittura esplode la bomba a bordo distruggendolo totalmente. Però intanto questo cannone MMI è stato fermato da un guasto meccanico.
Il problema è che nel mentre arriva indisturbato l'ultimo Helldiver, che lancia la bomba da 1,5 km e poi si disimpegna, finendo abbattuto dal tiro del Dardo mentre sta recuperando quota a meno di 600 metri di distanza.
La nave viene mancata di circa 60 metri da questa bomba, non molto davvero, se fosse andata a segno avrebbe causato ben più di uno 'scossone'.
Ma oramai è tardi per recriminare perché... stanno arrivando gli Helldiver della 3a sezione. Oramai sono veramente a bruciapelo: si potrebbe dire che ogni sezione è ingaggiata a metà della distanza di quella precedente, per cui, considerando che l'ingaggio con le bombe è circa 1,5-0,7 km a seconda delle velocità e angoli di picchiata... resta ben poco. Praticamente un duello da pistoleri, per cui o abbatti l'avversario quando è appena a tiro, oppure gli dai possibilità di bombardarti.
I 4 Helldiver iniziano l'attacco, probabilmente almeno 2 sparano anche da almeno 2.500-3.000 m di distanza, quando ancora nemmeno sono ingaggiati. Arrivano a circa 1.800 metri di distanza prima di vedere qualche reazione contraerei puntata verso di loro: infatti, il Dardo di prua sta in quel momento abbattendo l'ultimo Helldiver della sezione di prima, più i Dardo di poppa che sparano alla volta dell'Helldiver che poi scoppia ad appena 900 metri dalla nave. Il cannone MMI di poppa è rotto, l'altro ha appena ingaggiato l'Helldiver ed è il primo a tirare, a quasi 2.000 metri, contro gli incursori. I tre cannoni di prua seguono subito dopo, attaccando un altro Helldiver ma a soli 1.800 metri. Il fatto è che quest'ultimo, nonostante le prime granate siano subito precise, riesce a sganciare la sua bomba prima di essere disintegrato da una scarica di colpi da 76 mm, probabilmente circa 10 per cannone, ma uno dei 3 MMI prodieri si inceppa dopo il 3o colpo, che è probabilmente oltre il 30o che tira in poche decine di secondi.
Il problema è che gli ultimi due Helldiver sono lì e si avvicinano grandemente: i due gruppi Dardo vengono riposizionati rapidamente per ingaggiarli, ma non prima che questi ultimi riescano a sganciare le bombe da circa 1.200-1.500 metri. Lo sgancio, anche se da distanza notevole (la bomba ci mette circa 8 secondi, se non 10, per percorrerla), riesce nondimeno a centrare la nave con una delle due bombe, proprio mentre i Dardo fanno il loro letale lavoro di tiro ravvicinato abbattendo il velivolo attaccante con il tiro dei due Dardo poppieri. L'ultimo Helldiver viene invece inseguito dal tiro di quello di prua, mentre si disimpegna anch'esso oltre la verticale della nave, venendo preso sotto tiro anche dai due cannoni di poppavia a dritta, che non avevano mai sparato finora (mentre il cannone N.2 a dritta non ha tirato nessun proiettile, a quanto se ne sa). Ma non c'é tempo per abbatterlo, perché arriva la bomba e colpisce duramente il Veneto, già preso dallo scossone di uno degli ordigni esploso a meno di 30 metri di distanza, e poi questo che lo centra dietro la sovrastruttura, mettendo fuori uso tra le altre cose proprio i due radar di tiro di mezzanave e i cannoni N.3 di entrambi i lati! Centro pieno, con tanto di riduzione della velocità da 30 nodi e passa, a qualcosa di meno, destinata probabilmente a non più di 21 nodi, se ci fosse stato il tempo per il rallentamento.
Il tiro della nave è stato efficace; contro la 1a ondata i Dardo hanno tirato sui 280 colpi, contro la 2a ne hanno tirati circa 250, contro la 3a altri 150 circa, totalizzandone quasi 700, non pochi (ma è difficile dire quanti ne siano a disposizione: solo quelli per pienare i depositi di pronto impiego sono più di 2.000!) mentre i cannoni da 76 mm hanno sparato circa 90 colpi nella 1a ondata, circa 50 nella 2a e infine altri 50 nella 3a, totalizzando circa 190 colpi, che non sono pochissimi, visto che ammontano a circa 2.100 kg di munizioni complessive.
Peggio che mai, a quel punto la 'botta' è stata tale da mettere largamente KO le difese della nave, con la perdita di 11 Helldiver perché l'ultimo, probabilmente danneggiato, è andato via almeno per adesso. Con due dei 4 RTN-10X fuori uso è già brutta, ma il peggio è che ci sono anche 4 MMI fuori uso, due per inceppamenti (rimediabili, ma entro qualche minuto di lavoro, tempo che purtroppo non c'era) e due per danni causati dalle bombe (forse più difficili da rimediare). Benché i due sistemi Dardo con 3 torri erano ancora intatti, restavano quindi soltanto 4 cannoni da 76 e due radar per il tiro per affrontare le nuove ondate. Non è ancora finita, ma il Veneto è menomato il giusto, e altri 12 Helldiver potranno metterlo fuori uso.
Tra l'altro il botto delle bombe, sia diretta che di prossimità, e forse anche il mitragliamento, ha causato danni al sistema SM-1MR tanto che non sarà possibile lanciare sul momento la coppia di missili che pure è oramai pronta al tiro sulla rampa di lancio, probabilmente causa danni da concussione al radar 3D dell'albero a prua.
Ecco perché il Veneto, nell'ondata successiva, viene sopraffatto, malgrado si difenda con almeno 2 MMI e 2 o 3 Dardo, e centrato da almeno 4 bombe e forse anche un aereo (non è chiaro se con bomba o meno), tanto da essere considerato perduto dopo di allora. L'Helldiver superstite viene abbattuto, pare, da altre navi, mentre cerca il disimpegno o forse di ritornare in azione, in tal caso è probabile che sia stato lo stesso incrociatore ad abbatterlo, ma su questo non c'é certezza.
5-9-18
Caso Garibaldi: dunque, qui abbiamo sempre 3 Dardo, però 2 sono avanti e uno dietro, al contrario del Veneto. Inoltre ciascuna torre ha (manco a dirlo...) il suo radar personale. Oltre al suddetto personal trainer, c'é anche un gruppo di 3 RTN-30X di cui 2 sopra la plancia e uno dietro la sovrastruttura, con due lanciamissili Aspide. E' un avversario temibile, anche se non sembra, più temibile di quanto non sia il dannato Veneto. In sostanza, ha due batterie di Aspide al posto della linea di cannoni da 76 MMI, ma ha solo 3 linee di mira anziché 4.
Dunque, il primo gruppo di aerei si avvicina alla nave cercando di attaccarla, e lei gli dà prua, le tattiche sono sempre le stesse. Allora, il lancio dei missili arriva da quando questi scendono sotto quota 6.000 metri, con una coppia di Aspide tirati ciascuno contro un singolo bersaglio perché, per l'appunto, il Garibaldi ha un armamento superiore nella zona prodiera, con due RTN-30X e due RTN-20X. Non è mica un Invincible, dopotutto... ma per un attacco aereo, i missili antinave e i siluri di fatto non servono a niente.
Armato come molte navi americane, che hanno il Phalanx e il Sea Sparrow ma per il resto gli somigliano, ovviamente senza anche gli inutili missili e siluri (almeno per una nave portaeromobili sono alquanot inutili...), il Garibaldi contrasta il nemico e attacca la prima sezione di Helldiver. Lancia due Aspide appena questi scendono sotto quota 6.000 metri, sono circa 7 km di distanza in linea retta. I missili accelerano rapidamente quasi a mach 2 e salgono, poi ricominciano a perdere energia, ma in tutto, colpiscono gli aerei a circa 5.000 metri di distanza, probabilmente abbattendoli entrambi. Il rateo di velocità in tal caso è di 2,5:1, ovvero sui 1.500 km/h, plausibile se si considera una velocità di punta di circa 2.000 km/h, anche se forse un pò ottimistico.
Dopo il primo ingaggio, che ha portato anche gli altri due aerei ad allontanarsi per evitare i missili in arrivo (con la contraerea è sufficiente un ondeggiamento, ma con i missili è meglio una virata secca, specie se hai ancora parecchia quota), il Garibaldi inquadra con i missili gli altri aerei in arrivo. Gli Aspide sono utilizzabili senza troppi problemi, per una ragione specifica. In effetti, il Garibaldi ha un radar tridimensionale e così non è legato soltanto a quello a medio raggio RAN-10S. Il 3D ha una copertura in elevazione sufficiente e dovrebbe provvedere informazioni ai lanciatori Albatross. Quel che invece non è facile che possa fare, è dare informazioni ai Dardo. Ora, il radar 2D ha una portata minima di circa 7,5 km contro bersagli in volo a circa 6 km, per cui è fuori discussione, troppo alti in quota per essere tracciati, il RAN 10S arriva a circa 6 km di portata minima (alzo di 45° evidentemente), il radar 3D è l'unica opzione, sempre che riesca a seguire bersagli in alto a circa 70°! Non è facile ma è possibile, così partono gli altri due missili, stavolta a circa 4,5 km (il tempo di confermare la distruzione dei due target, visto che uno è stato abbattuto nettamente, e l'altro sta andando giù dopo l'esplosione della spoletta di prossimità, ma non è andato totalmente disintegrato, bisogna tenere presente che questi velivoli, anche se ridotti a relitti, sono quasi sulla verticale della nave e quindi tendono ad essere visti come una minaccia anche se sono in realtà spacciati, del resto è possibile che pure in fiamme possano ancora dirigersi in maniera volontaria contro la nave stessa e sarebbe sbagliato non distruggerli totalmente prima di passare ad altri).
I missili vengono lanciati ancora verso gli aerei, penso che non sia possibile questo lancio da parte del sistema poppiero, anche se non lo escludo al 100%, specie in avvicinamento con la nave in manovra. Il problema è anche fino a che livello i missili possano essere lanciati come elevazione, temo che 70° siano tanti, ma ci sono valutazioni contrastanti: c'é chi dice che l'Albatros ha ben 80° di alzo e altre fonti che dicono, nello stesso articolo, che si limiti a 65°, in ogni caso siamo al limite della fattibilità.
A quel punto arriva il secondo lancio di missili, con due armi tirate da prua, che attaccano i due Helldiver che sopraggiungono, ma quali, i primi due della seconda sezione oppure gli ultimi due della prima? Boh. Dipende dalla situazione tattica. Facciamo gli ultimi due di questa sezione, che sarebbe molto favorevole agli attaccanti, naturalmente. O sennò la nave apre il fuoco contro i primi due della seconda sezione, mentre gli ultimi due vengono presi di mira dai Dardo da circa 4 km di distanza. Gli Helldiver ritornano all'attacco manovrando al contempo per evitare il tiro delle armi, mentre i missili saettano verso il cielo ancora una volta, da circa 4.500 metri. L'impatto contro la formazione nemica è a circa 3.300 metri, circa 3:1 come differenziale di velocità.
Poi la nave parte ancora con altri 2 missili contro gli ultimi 4 aerei, ma uno di questi non colpisce il bersaglio. Nel mentre, la distanza è scesa e da 2.800 metri circa dal momento del lancio, scende a circa 2.100 metri, quando arriva il 3o incrocio dei missili, stavolta sulla 3a sezione di fuoco. E' una confusione indescrivibile, alla fine sono stati lanciati circa 6 missili contro 6 target e distrutti 5. Ma gli altri 7? La formazione si è aperta, tanto ha il tempo anche di 'richiudersi', per l'attacco. Non è facile, però, ma i Dardo che fanno? Ecco, un grosso problema: essendo collegati al radar RAN-10S non riescono a seguire l'azione essendo ad alzi troppo elevati, sebbene il radar 3D sopperisca almeno in parte a questo, non è automatizzato al punto in cui lo è con il RAN-10S, probabilmente il 3D serve sopratutto per gli Aspide.
Il prosieguo di questa missione è difficile da stabilire. Il Garibaldi probabilmente per l'ultima parte è sprotetto dal tiro dei Dardo, che si ritrovano senza rilevamenti radar precisi per il tiro, senza il RAN-10S utilizzabile e con i radar principali, anche il 3D, probabilmente non più efficienti a causa delle distanze troppo ridotte. Non è facile dire come potrebbe svilupparsi tale azione. Il radar 3D ha solo 5 RPM e quindi pper le ridotte distanze non va molto bene, visto che il target si sposta di quasi 1 km ogni volta...
Se ci riesce, il Garibaldi tira un'altra salva di almeno 2 o anche 3 missili, inoltre attiva i Dardo, ma senza la designazione dei radar è difficilissimo avere successo con questi sistemi. In definitiva, potrebbe farcela come anche no, ma non gli dò più del 50%, a difendersi da questi arrembanti avversari.
Quanto ai De la Penne: attivazione quasi sicuramente di 3 soli RTN-30X. Se fossero 4, si potrebbe fare così: 1 radar RTN-30 poppiero per gli Aspide, 1 RTN-30 per il Compatto e 1 per i due SR a prua, più l'ultimo RTN-30 per l'SR di poppa.
Però, se sono solo 3, allora saranno dolori: probabilmente un RTN-30 a prua per l'Aspide, 1 RTN-30 a prua per i 3 cannoni (i tre ... tenori..), e l'ultimo RTN-30 per l'SR di poppa.
Riuscirebbe a distruggere gli Helldiver? Probabile, però a qualcosa deve rinunciare: ha 'solo' 4 linee di mira contro 5 armi disponibili, peraltro è possibile anche tirare i missili SM-1MR che hanno un raggio minimo di circa 3 km, quindi anche in picchiata potrebbe farcela, causando una strage di Helldiver, sempre che ovviamente, possa davvero farcela ad attivare questi sistemi contemporaneamente. Inoltre esiste il problema del tracciamento ad alte angolazioni, per cui la nave si troverebbe a cambiare target su di un bersaglio assolutamente in movimento, troppo per essere seguito facilmente, senza il RAN-10S che è fuori gioco per l'alzo eccessivo. Questo potrebbe far sì che i sistemi Dardo RTN non abbiano nessun modo di tracciare con precisione gli attaccanti dopo la 1a ondata respinta in qualche modo, e questo darebbe agli Helldiver un vantaggio notevole perché, dopo i primi 4-5 aerei ingaggiati e abbattuti, gli altri 7-8 potrebbero ancora muoversi senza problemi verso la nave, e se gli SR non li agganciano non c'é molto da fare se non aprire l'ombrello...
Con gli Audace è un discorso simile, ma le linee di mira RTN sono soltanto 3, di cui 1 a prua, malgrado gli SR siano addirittura 4. Probabile che quindi non sia possibile sparare più di una raffica di colpi contro 3 target, probabilmente l'RTN di prua usarebbe l'Aspide, mentre i due di mezzanave, se sono utilizzabili entrambi naturalmente, userebbero ciascuno una coppia di SR. Riuscirebbe nell'impresa? Avendo una linea di mira in meno e con qualche problema probabile di campo di tiro per uno degli RTN, è più difficile che con i De la Penne, malgrado siano leggermente più veloci e più piccoli. Ps: quasi certamente i due RTN-30 di mezzanave non sarebbero attivabili in simultanea contro questo tipo di attacchi. Non c'é molta possibilità che sia attuabile questo campo di tiro, per cui è verosimile che la nave possa tirare con 2 soli RTN-30 e i due SPG per i missili SM-1, però resta confermata la difficoltà poi a tracciare gli altri bersagli con i radar di tiro una volta ingaggiati i primi target della serie.
Con le Maestrale è diverso ancora: esse hanno soltanto il RAN 10S/SPS-774 per la localizzazione dei target, e scendendo in picchiata gli Helldiver gli annullano altre possibilità; questo significa che i primi 3 potranno anche essere inquadrati dal Compatto con l'optronica, dall'Albatross/Aspide con l'RTN-30 e da uno dei Dardo con uno degli RTN-20X, ma resta il problema di tracciare gli altri aerei, che evidentemente sarebbero difficili da localizzare senza un radar di scoperta, dato che quelli di tiro, e presumibilmente le ottiche associate, sono piuttosto difficili da usare per 'vedere' i target.
Infine, le Lupo: hanno 4 linee di mira come la Maestrale, ma a differenza loro, sono tutti sistemi radar. In teoria, potrebbero tirare con tutte e 4 ma è verosimile che anche in questo caso siano costrette a tirare con 3 soltanto, missile, cannone e mitragliera Dardo. Se danno la zona poppiera al target escludono quasi certamente il cannone, che ha un angolo cieco di circa 30° verso poppa. Non è molto, ma è qualcosa, e se si manovra troppo può essere che poi è uno dei Dardo che non può sparare. Ad ogni modo, anche loro hanno il problema della designazione bersagli, se non c'é è inutile discutere.
La differenza con gli Artigliere è che questi ultimi hanno 2 RTN-30 anziché un RTN-10 e 1 Sea Sparrow Mk 29 o come si chiama, così possono tirare inizialmente due missili Aspide, ma è la stessa storia ugualmente, dopo come li designano i target che scendono in picchiata? Ovviamente non possono, visto che il radar RAN-10S non glielo consente. L'unica è che li aiutino i radar delle altre navi della formazione, in caso vi sia una formazione, ma penso che sia molto difficile riuscire ad ottenere tali dati per puntare addirittura le armi di bordo, sopratutto è difficile quando tutte o quasi le navi della formazione sono sotto attacco reciproco. Sarebbe indubbiamente notevole che nonostante questo tutte avrebbero una tale copertura da designare i target per i bersagli, sopratutto è un fatto di integrazione dei sistemi automatici di autodifesa con i dati trovati dal datalink, ma la vedo difficile anche se magari teoricamente fattibile. L'AEGIS potrebbe per esempio in teoria usare i sistemi d'arma delle altre navi per eseguire lanci diretti contro i vari bersagli, ma è comunque un fatto difficile e sopratutto, richiede un AEGIS, che difficilmente è possibile per una fregata emulare.
Quanto alla copertura verticale: il RAN-10S con ogni evidenza ha un'elevazione massima di 45°; l'SPS-768 a lungo raggio ha un'elevazione che probabilmente non arriva nemmeno a 40°, forse più probabilmente è 36° o appena 35°, resta il fatto che il rapporto lunghezza:altezza anziché 1:1 (45°) sembra dell'ordine del 1-1,1:1 ad alta quota, anche se onestamente, a bassa quota mi dà qualcosa come (a 6 km) circa 9 km di portata minima, ma le cifre sono ridotte e non è facile riuscire a capirci qualcosa anche cercando la frazione di millimetro. Infine, il radar SPS-52C ha un'antenna montata a 25° (anziché 15 come le altre versioni precedenti), ma nemmeno questo sembra essere sufficiente; tanto che il successivo SPS-52E ha un'elevazione ritenuta sufficiente per tracciare missili balistici fin oltre 300 km di altezza, eppure essa è comunque di appena 69°, e quasi sicuramente è migliore di quella dell'SPS-52C.
Questo significa che nessuno dei radar delle navi italiane avrebbe una copertura in elevazione sufficiente per contrastare un attacco aereo o missilistico proveniente da 70° o più gradi. Probabilmente già sopra 60° vi sarebbero forti difficoltà. Infine, la possibilità di usare il datalink per avvistare i target e passare le informazioni ai singoli vascelli della formazione è OK, ma se questo serva poi anche a guardare abbastanza precisamente da agganciare il singolo bersaglio e dire alle centrali di tiro dove guardare per trovare l'intruso, questa è un'altra questione. Specie con tutte le navi impegnate a tracciare una forza immane di aerei che di fatto rende saturi gli schermi radar, cosa potenzialmente pericolosissima. Certamente i RAN-10S non possono tracciare centinaia se non un migliaio di bersagli, non ne avrebbero nemmeno ragione del resto, anche se la cifra non è nota, ma probabilmente almeno di circa 100 segnali radar si tratterebbe. Ma molti di meno di quelli dell'attacco massiccio da 1.000 aerei oppure delle ondate progressive con raddoppio. Insomma, anche senza eventuali chaff dispiegati, sarebbe una dannata situazione per qualsiasi marina, inclusi i singoli gruppi di portaerei americani.
Un esempio di attacco ad una Maestrale è questo. La nave viene attaccata da un quartetto di Helldiver, quello iniziale, e con il tiro delle armi disponibili, tre in tutto in pratica, abbatte uno dopo l'altro questi velivoli (o almeno 3 di essi, ma probabilmente 4, magari con un doppio successo con gli Aspide). Dall'altro canto, però, arrivano i secondi quattro della situazione, che vengono accolti con qualche difficoltà essendo la nave impossibilitata a sparargli contro finché non li aggancia, l'unica eccezione è il cannoniere di almeno uno dei due impianti Oerlikon di vecchia scuola azionati a mano, ma non esattamente un modello di efficienza dal punto di vista delle navi moderne, e considerando tutto, arma efficace solo dal punto di vista psicologico, specie contro aerei che attaccano al limite del raggio d'azione effettivo della stessa arma, arrivndo in picchiata. A quel punto vengono sotto i 4 aerei della seconda ondata, e anche qui i sistemi di difesa della nave riescono ad ingaggiarli abbastanza, essenzialmente con il sistema Albatros e con il cannone Compatto. Essi abbattono i loro target, mentre gli altri due momentaneamente si allontanano. A quel punto è in arrivo il terzo e ultimo quartetto, ma questo non viene detectato in tempo e il risultato è che arrivano sulla nave senza che questa riesca ad opporsi ad essi. Il risultato netto è che lanciano le loro 4 bombe, ottenendo questi risultati: 1- una bomba scoppia a circa 90 metri dalla nave, nessun danno apprezzabile 2- un'altra bomba scoppia a circa 30 metri, causa qualche danno da concussione 3- una bomba esplode a circa 6 metri dalla murata, causa allagamenti in due compartimenti e avarie interne dei sistemi elettrici ed elettronici per la concussione 4- un'altra bomba esplode dentro la nave, passando le sovrastrutture ed esplodendo mentre perfora il ponte inferiore della nave, causando un vasto incendio nella zona centrale e mettendo fuori uso le turbine, oltre a squarciare lo scafo lateralmente sia con una falla di 3x1 metri, sia con molte schegge che causano vari buchi di alcuni centimetri quadri ciascuno. Anche se la falla non sembra grande, in realtà non è nemmeno piccola perché da lì possono entrare anche 2 metri cubi di acqua al secondo, a 1 metro al secondo di velocità media. E al contempo, viene persa l'integrità stagna del compartimento e dei due adiacenti, a causa dell'esplosione. Un forte incendio si sviluppa, mentre la sovrastruttura è mezza demolita e il ponte di coperta è aperto come un cratere. La nave non è in imminente rischio di affondamento, ma dopo appena un minuto ha incassato circa 100 tonnellate d'acqua che non sono proprio poche per una nave da tremila tonnellate.
Il radar principale è fuori uso e la fregata è impossibilitata a manovrare al meglio, mentre uno solo dei radar principali di tiro è ancora operativo. A quel punto, potrebbe ancora sopravvivere, ma non è ancora finita. I due Helldiver della seconda ondata, ancora in aria dopo essersi disimpegnati, sono decisi a dare il colpo di grazia alla fregata e possono farlo. La nave ha perdite d'acqua in ben cinque compartimenti della quindicina che la costituiscono, non rischia per ora di affondare ma potrebbe presto. Poi arrivano questi due Helldiver che cercano di centrarla. Non avendo praticamente alcuna opposizione a parte un cannone da 20 mm, si avvicinano e sganciano da circa 700 metri di distanza, mentre i loro compagni eseguono un'azione di mitragliamento lungo tutto lo scafo della nave, anche loro presumibilmente con armi da 20 mm, tanto da eliminare probabilmente i due mitraglieri da 20 mm, anche se altrettanto probabilmente uno di loro è ancora in giro e spara ai due aggressori. Forse per questo che non hanno vita totalmente facile. Uno di loro sgancia la bomba e questa scoppia sempre ad una decina di metri di profondità, ma a circa 15 metri dallo scafo della nave, provocando ulteriori entrate d'acqua in un compartimento. L'altro è più fortunato e centra la nave verso poppavia, con la bomba che esplode vicino alla murata destra, e a lato dell'hangar. L'esplosione squarcia lo scafo anche qui, aprendo una via d'acqua di circa 4x3 metri, nonchè incendiando l'hangar con gli elicotteri.
I sei Helldiver superstiti restano in zona mentre la nave agonizza. Si posizionano contro di essa e la mitragliano con tutte le munizioni che hanno per convincerla a 'togliere il disturbo', prendendo di mira anche i lanciamissili e le torrette d'armamento. In effetti, almeno un OTOMAT esplode per via della loro azione di mitragliamento, causando ulteriori gravi danni alla nave, sebbene scoppi sul ponte di coperta e non dentro. Almeno altri due OTOMAT prendono fuoco, ma non esplodono. Anche il sistema Albatross viene mitragliato e uno dei missili Aspide esplode davvero, causando un altro danno perché almeno un secondo ordigno scoppia per 'simpatia' il che distrugge il lanciamissili ma causa anche danni dappertutto sul ponte di coperta di prua. Fallisce invece il tentativo di incendiare la giostrina munizioni sotto le torrette, specie quella da 127 mm. La nave, però, a quel punto è spacciata. E' immobilizzata, senza potenza, e con entrate d'acqua nei compartimenti n.4, 5, 8, 9, 10, 11, 12. Circa 2 ore dopo si capovolge e affonda.
6-9-18:
La potenza degli attacchi aerei potrebbe essere anche cumulativa. Quando il Mimbelli viene attaccato dalla prima ondata (NB: panorama '1.000 aerei tutti insieme, già discusso prima), esso abbatte circa 11 degli aerei nemici, distruggendoli uno dopo l'altro presumibilmente grazie all'aiuto delle piattaforme esterne e/o del radar tridimensionale di bordo. Il risultato è stato positivo per via del tiro micidiale delle armi da 76 mm, che hanno eliminato un gran numero di avversari, i due a prua hanno distrutto 2 aerei a testa, un altro per il cannone di poppa, 3 per il sistema Aspide, 1 per il 127 mm e altri 2 da parte dei missili SM-1MR. Un volume di fuoco micidiale, che parlava al meglio possibile delle capacità di tiro del cacciatorpediniere. Ma uno degli Helldiver era sopravvissuto e riuscì ad evitare il tiro dei 76 mm e di un missile Aspide.
Il problema è che non era il solo: dei circa 216 aerei scesi in picchiata dalla 'nuvola' sopra la flotta, almeno 80 sopravvissero. E non erano lì per tornare con le mani in mano: la loro missione era a senso unico, basicamente, e finché avessero avuto munizioni avrebbero attaccato le navi. Così il Mimbelli, mentre si preparava ad altri inevitabilmente ineluttabili attacchi da parte dell'immenso stormo che aveva sopra di sé, si ritova ad avere compagnia. Sono 4 Helldiver che arrivano da prua, a destra, dopo che sono scesi per attaccare una fregata classe Maestrale. Si trovano a circa 4 km di distanza quando vengono identificati con precisione, e subito ingaggiati dai due Dardo di prua, armati con i cannoni da 76 e da 127 mm. Il fuoco di queste armi si rivela micidiale: entro 3 km le granate stanno già esplodendo, dopo l'ingaggio da circa 3,5 km, contro due degli Helldiver, e pochi secondi dopo entrambi vengono abbattuti dal tiro concentrato di tre cannoni, visti probabilmente come migliori per la difesa ravvicinata rispetto al sistema Aspide. Pochi secondi dopo vengono ingaggiati anche gli altri due Helldiver, che peraltro sono arrivati a circa 2 km quando vengono inquadrati. Abbastanza vicini da comiciare a sparare contro la stessa nave, ma senza molto successo, perché poi i cannoni riescono ad abbattere anche loro. Ma anche così, non è stato gratis esercitare quest'azione di fuoco così micidiale: i cannoni da 76 mm hanno tirato uno ben 22 colpi, di cui 12 per il primo ingaggio e 10 per il secondo, l'altro ne ha tirati altri 18, in genere erano raffiche di 8-12 colpi per volta, tanto per economizzare le munizioni, ma in ogni caso con una distanza così ridotta non c'é molto tempo da aspettare prima che il tiro vada a segno, se va a segno. Il cannone da 127 mm spara a sua volta altri 8 colpi in tutto. Sono parecchie munizioni sparate proprio in un momento in cui l'artiglieria avrebbe bisogno di un pò di riposo anche per raffreddare le canne, e per far ricaricare le giostrine munizioni, visto che dal cielo stanno per arrivare altri visitatori, e che per abbattere gli Helldiver i cannoni SR hanno tirato circa la metà delle munizioni disponibili, ovvero sui 35-40 proiettili, che non sono certo pochi rispetto ai circa 80 disponibili pronti al tiro. Per cui questo logoramento è stato comunque costruttivo per il nemico, naturalmente, tanto che a quel punto i cannoni SR, almeno senza ricarica, avevano soltanto 40 colpi disponibili per le artiglierie di prua. i velivoli nemici erano riusciti anche ad impostare qualche manovra evasiva almeno una volta che sono stati inquadrati dalle granate, per cui non è detto che siano stati davvero dei facili bersagli fin dalle massime distanze, visto che la posizione poteva cambiare e non potendo prevedere esattamente dove, non era possibile assicurare la distruzione dei target con troppa facilità. Ecco perché dovettero sparare più colpi per abbatterli, del resto nemmeno tanti se ci si pensa bene: meno di 50 per 4 aerei fanno un Pk di circa l'8%, degno di diversi missili SAM e spesso persino maggiore!
La potenza di queste artiglierie, che tra l'altro erano surriscaldate malgrado il raffreddamento ad acqua, non sarebbe stata utilizzata, a quel punto, pienamente contro la successiva ondata d'attacco. Come se non bastasse, mentre i radar segnalavano (da parte del trimensionale e/o di quelli delle altre navi) l'arrivo della seconda ondata d'attacco, peraltro visibile anche ad occhio nudo, a quel punto arrivò anche un altro attacco aereo, stavolta da poppa: era un trio di Helldiver sopravvissuto delle altre formazioni d'attacco, mentre in alto c'era ancora l'Helldiver che inizialmente ha evitato il tiro delle artiglierie e dei missili, costretto ad una manovra evasiva dovuta all'avvicinarsi alla formazione di un missile SAM Aspide o SM-1, probabilmente non diretto contro di lui, tanto che è sopravvissuto, ma essendo appartenente ad una formazione intera, si è dovuto disimpegnare assieme agli altri aerei, consapevole, se così si può dire, che è meglio far sprecare qualche colpo in più al nemico piuttosto che farsi abbattere subito. Con le artiglierie non era necessario eseguire grandi azioni di evasione, per cui in genere l'attacco veniva portato a termine oppure si riusciva ad uscire dalla formazione per evitare di essere annientati troppo facilmente, quando il cannone nemico aveva inquadrato troppo bene il bersaglio e le granate di prossimità esplodevano ma senza riuscire ancora a distruggerlo in maniera netta. Generalmente, però, si preferiva il serpeggiare in alto e basso, raramente di lato, per poter evitare i colpi in arrivo fino a quando si riducevano le distanze. Con i SAM, invece, una volta che si avvicinano, è necessaria un'azione evasiva, un pò come un nugolo di zanzare, con una forte virata in direzione diverse, e la possibilità di confondere seriamente il missile in arrivo. Il risultato è piuttosto confuso, ma comunque interessante e imprevedibile.
Il terzetto di Helldiver in arrivo da bassa quota, invece, è proveniente da un'altra formazione d'attacco. A quel punto, mentre stava scendendo la formazione d'attacco N.2, il Mimbelli aveva appena finito di sparare ai 4 aerei in avvicinamento da prua. C'é un Helldiver in arrivo in avvicinamento da alta quota per colpire la nave ancora con la bomba a bordo, mentre un altro terzetto ancora stava avvicinandosi verso poppa, ma stavolta a bassa quota. L'attacco è portato quindi da tre direzioni diverse, ma come se non bastasse, sullo schermo ci sono centinaia di altri bersagli e per giunta stanno andando giù altre decine di aerei con diverse formazioni contro altre navi. Altre formazioni d'attacco provenienti dalla quota più alta si facevano più vicine, non era facile da capire chi attaccasse chi, anche se la distanza tra le navi è di diversi km, probabilmente addirittura sui 5 km per la fascia esterna di fregate, mentre i due incrociatori sono forse più vicini, forse 3 km, dai cacciatorpediniere. Del resto con le armi antiaerei così potenti come quelle che hanno, è molto pericoloso stare troppo vicine tra le navi, perché un conto è prendersi una raffica di Phalanx da 1 km di distanza, armi da 20 mm anche se con nucleo perforante ad uranio impoverito... un conto è prendersi una raffica di cannonate da 76 o addirittura 127 mm, che possono mandare a picco la nave bersaglio involontario, e anche le raffiche da 40 mm binati sono pericolose per le sovrastrutture e persino per lo scafo, quindi non vanno corsi troppi rischi. Però così facendo si rende più labile la consistenza delle formazioni, costrigendo le navi a stare più distanti le une dalle altre.
Ad ogni modo, il Mimbelli lancia un missile SM-1 contro un Helldiver in volo a bassa quota, mentre gli altri, troppo vicini, sono ingaggiati con il tiro da 76 mm; nell'arco di pochi secondi, mentre sono tra 2.500 e 1.300 metri circa, abbatte entrambi gli Helldiver, benché almeno uno abbia cominciato a sparare sulla nave, anche se non necessariamente a colpirla. Poi viene puntato a tempo di record anche contro l'Helldiver che attacca dall'alta quota, abbattendo anche questo prima che possa avventarsi distruggendo la nave con la sua bomba, riesce piuttosto a centrare l'aereo che tuttavia sgancia la bomba mentre è in fiamme, prima di distruggersi totalmente a circa 1.600 metri di quota, anche se manca il bersaglio di almeno 200 metri. Intanto, però, il cannone SR ha eliminato altri tre bersagli, ma non ha potuto ricaricare le munizioni della giostrina che sono state quasi tutte consumate, visto che parliamo a quel punto, di ben 4 target abbattuti. Questo mentre la formazione in attacco è già andata in picchiata a 600 km/h e punta sulla nave. Però a quel punto, questa di fatto ha soltanto le direzioni di tiro di prua disponibili, visto che una di quelle di poppa sta tracciando l'Helldiver, mentre l'altra non è in condizione, almeno inizialmente, di vedere gli aerei in avvicinamento perché ostruita dal radar 3D dell'albero poppiero e dalle altre alberature.
Questa sfortunata congiuntura 'astrale' è senz'altro disdicevole, perché poi il Mimbelli viene attaccato dai 12 Helldiver che contrasta in pratica soltanto per via delle due DT prodiere, una collegata a tutti i cannoni disponibili, i 2 da 76 e quello da 127, l'altra con l'Aspide. Il lancio di questi missili è eseguito in pochi secondi, ma non possono fermare l'attacco concentrato degli Helldiver. Il Mimbelli riesce malamente ad ingaggiare questi target con le armi poppiere anche perché essi, pur stando sempre in forte picchiata, hanno eseguito la stessa con un pò di anticipo, per prevedere la posizione della nave, quindi in realtà sono un pò meno inclinati di quel che eseguono in picchiata, visto che cercano di presentarsi dove la nave sarà mentre manovra a circa 30 nodi.
Il caos regna sovrano in questa circostanza e sebbene entrambi gli Helldiver vengano abbattuti, quelli poppieri, quelli prodieri vengono affrontati con difficoltà. Il sistema di tiro ne prende in serie almeno 4 mentre scendono giù in picchiata, ma poi finisce per esserne sopraffatto: benché il cannone da 127 abbia ancora le munizioni disponibili, il cannone da 76 mm è molto più vorace e a quel punto, dopo avere eseguito una mezza dozzina buona di ingaggi, anche la pur vasta dotazione di proiettili pronti al tiro si esaurisce, lasciando al solo Aspide e al 127 mm l'incombenza di rispondere al fuoco. Però è oramai troppo tardi: il 127 mm è troppo lento per eseguire ingaggi numerosi, dopotutto spara un colpo ogni secondo e mezzo, circa un quarto di km per gli aerei attaccanti, mentre l'Aspide ha una gittata minima e oramai gli attaccanti stanno arrivando entro quel valore.
A quel punto entra in azione il cannone da 76 di poppa, ma è troppo tardi, mentre tira circa 10 colpi contro uno degli Helldiver distruggendolo, questo riesce nonostante tutto a sganciare la bomba, che esplode a meno di 50 metri dalla nave causando un notevole sconquasso. Gli altri 7 aerei disponibili non si fanno pregare, e attaccano la nave mentre questa gli spara contro con un Aspide e un pezzo da 127 mm. Nonostante questo, oramai le distanze sono troppo ridotte: l'ultimo quartetto attacca senza problemi reali, e l'unico aereo abbattuto in quel frangente è quello centrato dall'SR di poppa. Gli altri 3, invece, centrano la nave con grande precisione: uno con una bomba in pieno sulla sovrastruttura poppiera dietro la plancia, mettendo KO tutti i sistemi della stessa, radar e radio. Un'altra bomba cade vicinissima, a circa 15 metri dallo scafo a sinistra, investendolo con una colonna d'acqua alta almeno 60 metri, poi arriva una terza bomba, che centra la nave a lato della sovrastruttura poppiera, squassandola in buona misura e mettendo fuori uso anche il gruppo di radar poppieri, mentre una delle bombe è caduta a circa 20 metri e anche questa ha fatto qualche danno, non è chiaro se era quella dell'aereo distrutto all'ultimo momento o addirittura, questo abbia fatto forse centro. In questo modo, la nave è momentaneamente fuori uso anche se per ora non rischia di affondare. Poi però, arriva il resto della formazione, perché c'é almeno un paio di ulteriori velivoli che sono sopravvissuti al tiro antiaereo iniziale. Questi attaccano la nave e si dimostrano anch'essi estremamente precisi. Uno centra la zona a centro nave, l'altro non è chiaro se abbia fatto lo stesso, ma è probabile che abbia centrato addirittura la sovrastruttura poppiera, causando una tremenda conflagrazione di munizioni, siluri, missili ed elicotteri. Con 4 bombe da 1.000 lb non era molto probabile che il Mimbelli, specie senza assistenza, potesse sopravvivere, per giunta è stato mitragliato selvaggiamente dagli aerei rimasti: almeno 20 Helldiver l'hanno crivellato di colpi da 20 mm mettendone a segno almeno 500, falciando l'equipaggio, facendo esplodere o danneggiare le armi esterne, colpendo anche lo scafo sulla linea di galleggiamento pur di 'aiutarlo' ad affondare (parte delle munizioni è semi-perforante). Alla fine non è stato possibile salvare la nave, l'esplosione di armi al suo interno è stato un colpo di grazia per una situazione già fuori controllo.
Il Mimbelli s'é certo battuto con valore, ma date le caratteristiche dell'unità, non è una cosa che debba stupire. La nave è stata capace di respingere la prima ondata, abbattendo 11 Helldiver su 12 sul momento, poi ha respinto un attacco portato da 4 Helldiver mitragliatori, abbattendoli in sequenza con i Super Rapido. Poi ha contrastato un attacco proveniente da ben 3 direzioni diverse, con un Helldiver proveniente da bassa quota, uno, il superstite dei precedenti, da alta quota, abbattendoli entrambi, e portando le vittorie ravvicinate a ben 17, e poi contrastando gli altri Helldiver che scendevano da alta quota, portando le vittorie a non meno di 6, e quindi a 23 kill complessivi!!! Non male davvero, ma alla fine è stato messo fuori uso dal lancio di così tante armi.
Da notare che questo, benché sembri un fatto così complesso, è un evento bellico che è durato non più di tre minuti. Dall'inizio della prima picchiata, allo sgancio dell'ultima bomba, quindi, ben 4 ondate d'attacco di cui 2 a piena potenza, con un totale coinvolto di ben 29 aerei, uno ogni 6 secondi in media! Ecco perché la nave alla fine è stata 'saturata'. Oltretutto, non pare che i cannoni da 76 siano ricaricabili durante le azioni di tiro, a differenza del 127 mm. E ovviamente anche in quest'ultimo caso, non alla velocità a cui riesce a sparare quando tira alla massima cadenza di fuoco.
In definitiva, dei 12 aerei della seconda ondata, le prime due sezioni hanno perso metà effettivi a causa del tiro dei missili e cannoni, in egual misura, mentre andavano ancora in picchiata netta, poi altri due aerei sono stati eliminati, sempre in egual misura, dal tiro dei missili e cannone da 127 mm mentre ritornavano all'attacco dopo avere manovrato un pò durante la discesa, e infine del quartetto finale uno è stato abbattuto dall'SR di poppa, che aveva appena abbattuto l'Helldiver della formazione precente che ancora era ostinatamente in aria. Questo cannone è stato autore di almeno 3 abbattimenti, non male anche se avesse usato tutte le circa 80 munizioni disponibili, ma in realtà non aveva affatto finito di sparare quel che aveva disponibile.
I due cannoni di prua, invece, avevano avuto un'attività molto più intensa. Infatti avevano non meno di 2 aerei a testa già durante l'azione iniziale, pur tirando entrambi contro lo stesso bersaglio, visto che un altro era assegnato al cannone da 127 mm. Dopo avere eliminato questi 4 aerei, non contenti, hanno abbattuto almeno 3 aerei in volo radente/manovrante, più probabilmente collaborato ad abbattere anche un altro aereo. In tutto, in ogni caso, hanno sparato ad almeno 8 aerei, 4 a testa, di cui almeno 7 abbattuti di loro pugno tra tutti e due, più probabilmente la collaborazione per un altro. A questo punto, però, non c'é stato modo di ricaricarli prima che iniziassero un'altra tremenda azione di fuoco, ma con le munizioni cadute a livelli minimi, forse sul 25% a testa, quindi sui 20 colpi. Il tiro è stato comunque preciso e letale come al solito, perché assieme al cannone da 127 mm, riunito sotto la direzione di un unico sistema Dardo, hanno abbattuto in sequenza altri due aerei. Poi, a quel punto, hanno finito le munizioni, come era piuttosto inevitabile, o si sono surriscaldati o hanno avuto problemi meccanici di funzionamento dopo tutte queste raffiche. In ogni caso, tirare sui 160 colpi per abbattere un totale di almeno 7 aerei, più la collaborazione all'abbattimento di altri 3, mi pare decisamente un'ottima prestazione, e non era certo colpa loro se il nemico era così numeroso. L'artiglieria da 127 mm ha invece abbattuto prima un Helldiver, poi ha contribuito ad abbatterne un altro, (e forse anche uno di quelli abbattuti dagli altri sistemi nell'azione precedente), e infine ha sparato contro l'ultima formazione, contribuendo ad abbatterne altri due, e alla fine, ha combattuto in solitaria abbattendone un altro, chiudendo così come aveva iniziato. Notare che in questo caso non aveva affatto finito le munizioni, anche perché ricaricabile durante il tiro. In questo caso, non ha tirato più di circa 40 colpi dei 66 disponibili in origine, e questo malgrado l'elevata cadenza di tiro disponibile, per essere un cannone da 127 mm. Però, tirare un colpo ogni 1,5 secondi significava ogni 250 metri percorsi dal target e questo non è così positivo essendo dei bombardieri in rapida picchiata sulla nave, cambiando quota e forse anche velocità con notevole rapidità, e quasi certamente, anche un pò almeno, direzione, non fosse altro che per ridirezionarsi per seguire la nave italiana, che a 30 nodi fa circa 15 metri al secondo, quindi in appena 10 secondi sono ben 150 metri di cambiamento ovvero circa la lunghezza della nave, per cui è inevitabile cambiare almeno involontariamente anche la direzione per seguire meglio la nave, anche perché questa non si muove in rotta diritta, ma curva per quanto possibile onde far fallire gli attacchi nemici.
In tutto, dunque, i 4 cannoni sono stati capaci di tirare giù non meno di 3+7 = 10 bersagli solo considerando i cannoni da 76 mm in maniera più o meno esclusiva; più altri 3 in collaborazione e 2 in eclusiva da parte del 127 mm, totale di ben 15 target. Infine, i missili: gli SM-1MR hanno probabilmente abbattuto 3 target, che considerando erano tutti a pochi km di distanza, è un buon risultato per un'arma con un raggio minimo di circa 3 km, almeno teoricamente. Infine, i missili Aspide, beniamini della stampa di settore almeno quanto i cannoni OTO-Melara (del resto la pubblicità la pagano loro...), hanno abbattuto la loro brava parte di attaccanti, prima 3 della 1a ondata, poi altri 3 della 2a. Probabilmente il lanciatore da 8 colpi è stato vuotato totalmente, di sicuro ha lanciato almeno 6 missili, ma è probabile che almeno per i tiri ravvicinati, tanto per non rischiare, abbia aggiunto un secondo missile in caso il primo non funzionasse, visto che anche gli Aspide qualche volta mancano il bersaglio, persino nella pubblicità. Anche se ovviamente, sono i missili più precisi del mondo, eh, non sia mai che qualcuno li batta su qualcosa.
Non bisogna dimenticare che nel mondo reale spesso le sorprese non mancano, e non sempre sono positive. Nel 1987 circa, per esempio, ci si rese conto, raccontava Massimo Annati su RiD, che delle spolette italiane da 40 mm, prodotte dalla famosa Borletti, il 75% smetteva di funzionare entro i 5 anni dalla produzione, mentre il lotto svedese Bofors originale non aveva tale decadimento. Questo significa che, salvo impatti diretti, possibili ma non molto probabili, specie su oggetti piccoli come i missili, larghi 30 cm ma in movimento a 300 metri al secondo, la cadenza di tiro nominale di 600 colpi al minuto si riduceva, in pratica, a 150 (!!!), meno male che nel Golfo Persico la marina italiana non è stata mai oggetto di lanci di missili nemici, altrimenti chissà che sorprese sarebbero venute fuori! Questo è un esempio dei tanti, ma bisogna dire che nelle prove della MMI sul Dardo del 1976, venne stimata la possibilità di abbattere un missile subsonico oltre i 900 metri, ma soltanto nel 30% dei casi. Cosa sarebbe successo di quel missile entro i 900 metri, e se in 3 secondi i 30 colpi tirati extra sarebbero stati o meno capaci di abbatterlo, è difficile da dire realmente, per cui posto che la gittata per un sistema CIWS è comunque notevole, la probabilità è invero bassa e non rende molta giustizia all'enorme raggio d'azione di questi CIWS, 4.000 metri contro 1.500 del Phalanx. Malgrado questo braccio 'lungo', i missili sarebbero stati capaci, nel 70% dei casi, di passare e andare oltre, quindi nonostante il peso e il costo del sistema, al dunque la sua superiore gittata, almeno contro i missili, non sarebbe stata molto d'aiuto, anche se contro un aereo magari che esegue attacchi da una certa distanza per non farsi beccare, con razzi o siluri o bombe, è molto utile. Ma contro un missile? Boh. Certo che poi, migliorando presumibilmente l'arma, specie se assegnata al sistema Dardo-E, che peraltro accade solo con il Garibaldi, visto che gli altri hanno il sistema con l'RTN-20X oppure il Dardo-E con l'RTN-30X ma abbinato ai cannoni da 76 e ai missili Aspide, è un'altra cosa.
Sopratutto, chissà come sarebbero andate le prove se avessero usato il munizionamento 'depotenziato' dalle spolette Borletti: penso che in tal caso, la Pk oltre i '900 metri' sarebbe scesa se non a zero, a non più del 10% a far tanto, di fatto invalidando la possibile superiorità in gittata utile.
Fields of fire, fields of sight.20/12/2018
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Questo post è tratto dagli appunti fatti a suo tempo per il wargame, onde studiare la disposizione delle artiglierie e dei radar delle navi, in maniera da notare il numero di linee di mira (e di bersagli ingaggiabili) per ciascuna nave in ogni angolazione, e stimare quanto potessero colpire duramente le ondate d'attacco aereo contro di loro.
Notare bene che qui non c'era ancora il concetto della limitazione dei radar di tiro in base alla limitazione di visione ad alto angolo (sopra i 45°) dei radar di scoperta, questo significa che o i bersagli andavano ad angolazioni non molto elevate, oppure il datalink funziona talmente bene da consentire non solo la scoperta, ma la mira delle armi grazie ai dati passati dalle altre navi della formazione. Sempre che, ovviamente, vi sia una formazione.
Campi di tiro delle varie navi italiane.
Per quel che riguarda il Vittorio Veneto:
trattandosi dell'ammiraglia italiana per oltre 15 anni di servizio, non poteva che essere potentissimamente armata. Per quanto assurdo possa sembrare, essa non cambiò mai i suoi 8 cannoni da 76 MMI con altrettanti Compatto, cosa che molto probabilmente avrebbe consentito di eliminare la necessità di aggiungere ben 3 Dardo, ottenendo la mostruosa cifra di ben 14 cannoni da 40 e 76, in 11 torrette e con ben 6 FCS, a cui si aggiungevano naturalmente le 2 dei missili SM-1ER/Terrier (sistema Mk 20 Aster). La difesa del Veneto è quindi molto tosta (anche se manca il radar SPS-774 normalmente associato al sistema Dardo), con un totale di ben 8 bersagli ingaggiabili contermporaneamente su 360° e addirittura non meno di 12 radar. Ma non tutto è oro quel che luccica: gli SM-1ER hanno una portata minima che è praticamente pari a quella massima dei cannoni e superiore a quella dei cannoncini; la cadenza di tiro è di soli 4 missili al minuto; i cannoni MMI sono piuttosto lenti e inaffidabili; i cannoni Dardo sono buoni, ma basteranno? Sicuramente, se i pezzi da 76 fossero stati sufficientemente considerati (come attualmente fanno con i Super Rapido) non avrebbero avuto affatto bisogno di aggiungere le torri Dardo.
i radar RTN-10X NON sono disposti 2 davanti e 2 dietro, ma: 1 davanti, 1 dietro, 2 laterali, disposizione quindi non quadrata ma romboidale. I radar RTN-20X, invece, sono uno a prua davanti all'RTN-10 e uno a poppa dietro all'RTN-10.
Quindi: attacco diretto da prua: 2 LINEE DI TIRO: presumo che sia possibile sparare con 1 RTN-20X, e complessivamente, 1 RTN-10X SE ESATTAMENTE FRONTALE (entro diciamo, 10° sx/dx), oppure, con un minimo di angolazione (oltre 10° sull'asse longitudinale, mia stima personale, comunque pochi gradi, ma presenti) fino a 3 RTN-10X, il tutto comunque con 1 Dardo e 4 MMI.
Attacco laterale-anteriore: fino a 5 LINEE DI TIRO: a mano a mano che ci si sposta si potrebbe arrivare anche a 6 pezzi MMI più tre radar RTN-10 e i due Dardo più 1 RTN-20, quindi ben 8 armi e 6 linee di mira. Più i due radar SPG per i missili SM-1, che peraltro sono inefficaci sotto i 5,5 km (almeno così è detto), per cui in pratica non possono essere usati assieme ai cannoni.
Oltre i 10°(?) laterali abbiamo infatti 2 RTN-10X utilizzabili, con un totale di circa 4 cannoni, probabilmente quando l'MMI di lato a poppavia è entrato in gico non lo è più quello d'estremità anteriore opposta, e quando entrambi quelli di poppavia sono in gico, non lo sono quelli della coppia di prua del lato opposto. Questo, naturalmente, a circa 30° di distanza angolare, con 4 cannoni e 2 Dardo, più almeno 2 RTN-10X (un terzo potrebbe forse, ma di poco penso non possa davvero, c'é il fumaiolo troppo vicino).
Attacco laterale: 3 radar almeno (o forse 4??) RTN-10X e i 2 RTN-20X, con 4 MMI e 2 DARDO.
Attacco posteriore: 2 o 3 LINEE DI TIRO: sicuramente 1, possibilmente 3 radar RTN-10X essendo la sovrastruttura posteriore molto più snella. Di fatto, è meglio per questa nave la difesa posteriore, ma certo non è così semplice manovrare per ottenere questo risultato, con la plancia dall'altra parte! In questo caso, spararebbero 2 Dardo e 2 MMI, almeno contro avversari che arrivino direttamente a bassa quota e diritti lungo l'asse della nave o al massimo di pochi gradi di distanza. A circa 10°, invece, è probabile che sia possibile sparargli con forse fino a 3, forse 4 cannoni, e con 2 o 3 RTN-10X e 2 RTN-20X collegati a 2 Dardo.
Questo per gli attacchi a bassa quota.
Per gli attacchi in quota, è diverso.
Frontalmente: presumo solo 2 LINEE DI TIRO: RTN-10X e Dardo, con 1 torre Dardo e 4 MMI. Difficile infatti che i cannoni e i radar di mezza nave e di poppa siano capaci di intervenire contro l'attacco: la sovrastruttura prodiera, con quei due fumaioli che si biforcano alla sommità dell'albero mack, non aiuta affatto il controllo del tiro, specie se il target è in manovra, o la nave sta manovrando. Quelli di poppa non riescono a sparare nel settore anteriore, specialmente non in alto.
Latero/frontalmente: 3 LINEE DI TIRO, forse la manovra più probabile per la nave: direi che in tal caso sarebbe possibile tirare, contro bersagli ad alto angolo, con almeno 2 RTN (se l'angolo è relativamente modesto, sennò anche con tre) e con almeno 1 RTN-20X (stesso discorso). I cannoni? almeno 1 Dardo e almeno 4 MMI, 3 anteriore, 1 laterale e forse 1 poppiero.
Garibaldi: boh, diciamo che si potrebbe mettere così:
Attacco diretto di prua, 3 o 4 LINEE DI MIRA: 2 RTN-30 e 1 o 2 RTN-20X, con Albatross e 1-2 Dardo.
Attacco diretto da poppa: 2 LINEE DI MIRA: 1 RTN-30X e 1 RTN-20X, con Albatross e 1 Dardo.
Laterale: 4 LINEE DI MIRA: 2 Albatross e 2 Dardo, 2 RTN-30X e 2 RTN-20X.
Dall'alto:
Attacco diretto da prua: 3-4 LINEE DI MIRA: 2 RTN-30X e 1-2 RTN-20X, con Albatross e 1-2 Dardo.
Attacco diretto da poppa: 2-3 LINEE DI MIRA: 1 RTN-30X e 1 RTN-20X, con Albatross e 1 Dardo.
A mio avviso infatti, quando l'attacco viene da prua è pressoché impossibile che il cannone da 40 poppiero possa tirare sui bersagli provenienti da prua, non fosse altro che si troverebbe a sparare praticamente addosso al radar di tiro è che è immediatamente di dietro.
Notazione (tra le tante possibili): secondo i test fatti nel 1976 dalla MMI, il Dardo da 40 mm ha il 30% di probabilità di abbattere un missile antinave SUBSONICO a più di 900 metri (perché 900, forse prima non c'é l'attivazione delle spolette di prossimità?). Beh, sempre meglio di niente. Significa che almeno il 70% dei missili avrebbero raggiunto la nave abbastanza da vicino da danneggiarla almeno con le schegge scoppiando o frantumandosi. Però.
Quanto ai radar di controllo dei Dardo, va detto che sopra di essi c'é una rete metallica a lato del ponte di volo, non so che effetti abbia ma non certo belli se un radar vole guardare in alto direttamente, persino i cannoni da 40 mm sono leggermente inguaiati alla sua vicinanza, visto che teoricamente potrebbero risultare problemi anche con il brandeggio di queste armi.
AK-726: non è raffreddato durante le azioni, ma è raffreddato tra le raffiche di tiro, ci vuole 2-3 minuti per raffreddare le canne pompando acqua di mare dentro di esse.
Used a monobloc barrel with spring receiver. The barrels were in a common cradle and the automatic mechanism operated from recoil forces. This gun is not water-cooled during the firing, but during breaks between firing sea water was pumped through the barrels. It usually took between two and three minutes to cool the guns. The turret has an unusually deep cleft, so that the guns can be mounted aft of the center of the trunnion so as to be able to achieve high elevations.
AK-176: raffreddato con canna uguale a quella del pezzo da 76 AK-726, ma con manicotto idraulico.
This mount has selectable rates of fire of 30, 60 and 120-130 rounds per minute. The highest speed could be achieved by firing a burst of 75 rounds, but afterwards the gun had to cool off for 25 to 30 minutes. This weapon is considered effective against missiles and during trials it consistently shot down Falanga ATGMs (AT-2 Swatter) simulating Harpoon ASMs. On average it took 25 rounds per missile.
Uses a monobloc barrel with a casing and a vertical sliding breech block. Automatics are recoil operated. The barrel is sea-water cooled, which is pumped between the casing and barrel at 11.5 fps (3.5 mps).
Nel caso dei cannoni da 76 italiani è lo stesso: l'MMI ha una canna raffreddata ad acqua solo tra le azioni di fuoco (e anche per questo non è molto veloce né affidabile), mentre il Compatto e SR sono raffreddati ad acqua tramite manicotto.
Quanto ai tempi di ricarica, si dice che il cannone da 57 mm con 120 colpi, ricarichi in appena 2 minuti, però bisogna dire che i proiettili sono da circa 2,4 kg e la munizione poco più di 6 kg, la metà di quelle da 76 mm. Inoltre, si dice che bastino 3 uomini anziché 7 per ricaricare o scaricare la giostrina delle munizioni, stando all'USN che è rimasta molto contenta del cannone da 57 rispetto all'Mk 75 ovvero il Compatto da 76 mm.
In definitiva:
-Garibaldi: ottima disposizione armi e sensori grazie alla loro sorprendente compattezza (basti vedere le dimensioni minuscole dei radar RTN-20 e 30, mentre le armi di per sé sono piuttosto grosse e pesanti, essendo così potenti), è capace di difendersi bene da tutte le quote e distanze ma solo per la difesa ravvicinata essendo entro il raggio di 15-20 km per gli Aspide il valore massimo, così come la quota non supera quelle medie d'ingaggio (5-6 km). Ogni grado dei 360° sono visibili almeno 2 armi, spesso 3 e fino a 4 (laterali).
-Veneto: anche qui armi numerosissime per la difesa ravvicinata, più l'SM-1ER a lunga gittata. La nave è difesa su ogni lato e ogni distanza e quota utile. Per avvicinarla, è necessario correre quindi dei grossi rischi. Per la difesa ravvicinata, una volta approssimatisi, gli aerei devono affrontare una difesa che ha anch'essa 3 Dardo (però con 2 RTN-20 anziché 3, e con posizioni invertite tra prua e poppa); però non c'é il radar bidimensionale SPS-774 a coordinarli. Inoltre, al posto dei due l.m. Aspide (con 3 D.T. RTN-30X), ci sono 8 cannoni da 76 MMI, 4 coppie con 4 RTN-10X di tiro. Alla fine, abbiamo una difesa ravvicinata probabilmente inferiore a quella del Garibaldi, ma comunque numerosa, con 11 torrette e 14 armi può ingaggiare gli attaccanti con almeno 2 linee di mira frontali, 2 di spalle, fino a 5 laterali. Alle quote maggiori è meno efficace, comunque sia, e probabilmente inferiore a quella del Garibaldi.
-De la Penne: armato di brutto da tutti i lati, l'SM-1MR è appena cieco nel settore anteriore, ma per quel che riguarda le armi a corto raggio, a parte lo stesso SM-1 (con portata minima di meno di 3 km, è ancora un'arma a corto raggio, volendo), c'é una coppia di SR, 1 Compatto 127 e un Aspide frontale, un SR poppiero, 2 SR, Aspide e Compatto laterali. Le centarli di tiro sono 2 a prua, 2 a poppa (dove superano il numero di armi leggere disponibili!), lateralmente sono 2 FCS, 3 cannoni e un Aspide più l'SM-1. Nell'insieme è conveniente attaccarli a poppa, sempre che sia possibile avvicinarsi abbastanza.
-Audace: l'armamento è addirittura di 1 cannone superiore al D.l.P, ma le FCS sono 1 in meno. Il problema maggiore non è l'armamento laterale, con 2 FCS, 3 cannoni, Aspide e SM-1, ma a prua diretta c'é modo di tirare solo con 1 FCS, 1 Aspide e 1 Compatto 127. A poppa diretta invece non c'é difesa, gli SR o i Compatto non sono sufficienti quanto ad angolo di tiro, mentre ironicamente ci sono le due FCS che possono (almeno con 1 di esse) guardare sui 360°.
L'Audace ha percorso oltre 600.000 NM, l'Ardito oltre 500.000, il tutto in circa 50.000 ore di moto a circa 12 kt di media (meno del Montecuccoli, che su oltre 70.000 NM tenne circa 3.000 ore di moto, evidentemente andava molto di fretta!) in oltre 30 anni di servizio, vale a dire circa 18.000 l'anno, in circa 1.500 ore di moto. L'apparato motore, altamente automatizzato, era l'ultima evoluzione dei sistemi a vapore, ed era molto 'tirato' nelle prestazioni, specie le caldaie; malgrado che l'Ardito ha percorso meno miglia, si ricorda che esso aveva molta più affidabilità di quello dell'Audace.
Autonomia: circa 4.000 NM a 25 kt, circa 4.800 km a 20 kt (o sono 4.800 NM???)
-Maestrale: forti lateralmente con 2 FCS, 1 Compatto 127, 1 Aspide, 1 Dardo, anche frontalmente con 1 Aspide e 1 Compatto 127, ma nulle posteriormente, visto il ridotto/nullo campo di tiro dei Dardo, messi in sottoscala più o meno come i 76 mm degli Audace.
-Lupo: un pò meglio, pur essendo meno recenti, frontalmente solo 1 Compatto 127 più 1 FCS, laterale 1 Compatto 127, Aspide e Dardo più 3 FCS, posteriormente 2 Dardo, 1 Aspide/Sea Sparrow NATO, più ben 3 FCS. Frontalmente molto meno forti delle Maestrale, ma lateralmente uguali e posteriormente molto superiori.
ATTENZIONE: da qui in poi segue una lunga lista di simulazioni Helldiver contro navi italiane (sì, lo so, che palle), tratta dalle precedenti battaglie già descritte prima, ma approfondite al meglio possibile. Se non vi interessa, non vi perdete niente di serio, anche perché sono parzialmente superate dalle nuove elaborazioni.
4-9-18:
Azione contro l'incrociatore Veneto da parte della 1a ondata d'attacco Helldiver.
Gli aerei iniziano l'azione d'attacco appena dopo il lancio dei missili SM-1ER a cortissima distanza, l'ultimo possibile in pratica, e non necessariamente contro di loro, visto che sono così tanti da sembrare delle cavallette! Allora vanno in picchiata 12 di questi velivoli. Sono a circa 7.000 metri di quota, e considerando che scendono a 70° circa, arriveranno presto al punto di lancio, ergo a circa 7 km di distanza dall'inizio picchiata. Sono circa 40 secondi a 600 km/h. Quaranta interminabili secondi, cioé.
Inizialmente il Veneto apre il fuoco mentre manovra in cerchio cercando di rendere difficile la punteria degli aerei nemici. Questi scendono giù come falchi, sono suddivisi tatticamente per la migliore efficacia. In sostanza, si tratta di 3 sezioni ciascuna con 4 aerei. Questi a loro volta sono in volo a formazione aperta, leggermente distanziati l'uno dall'altro sia lungitudinalmente che lateralmente, tipo 100-200 metri. Le 3 formazioni d'attacco sono a loro volta distanziate tra di loro di circa 400-500 metri, lateralmente parlando, e circa 800-1.000 metri in lunghezza, che sono circa 5 secondi di volo a circa 150-180 metri/sec. Non è chiarissimo se questa distanza sia tra il primo e l'ultimo aereo oppure tra ciascuna delle due formazioni, ma è probabile che il passaggio di tutti gli aerei si possa fare in 10 secondi circa.
Cosa fa il Veneto? Manovra per non essere colpito, con una virata ad alta velocità verso dritta, ovvero in direzione opposta a quella degli attaccanti (potrebbe anche essere verso di essi, ma pazienza). Nel mentre ricarica il lanciamissili SM-1ER, ma ci vuole ancora del tempo e quel che è peggio, la gittata minima è stimata in circa 7.000 yds, ovvero sui 6.400 metri (4 miglia terrestri o 3,5 nautiche). Non è poco, in una battaglia di ingaggio del genere. E' chiaro, che per quando ricaricherà tutti i velivoli saranno ben dentro il raggio d'azione minimo, quindi di fatto i missili potranno essere lanciati, ma soltanto per 'spaventare'. Oltretutto, non è facile dirlo, ma è verosimile che questi missiloni da 8 metri di lunghezza siano pressoché impossibili da lanciare ad alto angolo, probabilmente, date le foto disponibili, l'alzo effettivo di lancio è attorno ai 45, max 50 gradi, quindi certamente non i 60-70 da cui proviene l'attacco.
In pratica, dopo una manciata di secondi dall'inizio della picchiata gli aerei sono già dentro il raggio di tiro minimo della nave, conoscendo la velocità, conoscendo l'angolo, conoscendo la quota iniziale è facile calcolare la distanza iniziale e il tempo di closing. Peraltro, la nave in circa 40 secondi farà circa 600-700 metri di percorso a 30 nodi e passa, per cui la picchiata sarà dovutamente anticipata come punto d'impatto ed è per questo che la nave manovra rapida per girare in cerchio, così da rovinare la mira evitando che gli aerei prevedano troppo facilmente il punto futuro in cui essa si troverà.
Ma cosa fa il Veneto per difendersi attivamente? Con ben 11 torrette e 14 cannoni, e ben 6 radar di tiro, più i due per il lanciamissili SAM naturalmente, è un vulcano pronto ad eruttare. Ma dove arriveranno i suoi lapilli?
Sebbene gli attaccanti potrebbero in teoria evitare di essere ingaggiati se scendono giù da 90° di angolo, è difficile, con un obiettivo in movimento, mantenere tale angolo, ovviamente varia per via dello spostamento del target, a meno di non iniziare solo negli ultimi km di caduta, e sopratutto, con una velocità molto ampia.
L'Helldiver era certamente veloce, il Dauntless era capace di andare in picchiata d'attacco a 440-550 km/h circa, ma in realtà, senza freni e probabilmente anche senza bomba, poteva scendere a quasi 800 km/h. Non è noto a che angolazione attaccasse l'Helldiver, che inizialmente ha avuto molti problemi al punto che il Dauntless è stato rimpiazzato molto lentamente e forse nemmeno mai totalmente. Però il Dauntless andava a 70°, mentre lo Stuka, peraltro meno armato e più lento, nonché con minore tangenza, andava fino a 90°.
In ogni caso, scendere da alta quota ha più di un vantaggio se si va a forti angolazioni. La cosa forse migliore, per un attacco pressoché suicida, è quella di arrivare senza aerofreni e sparare a raffica fin da circa 3.000 metri, facendosi 'largo' nelle difese della nave prima di colpirla, proprio negli ultimi km che sono quelli dove è più facile essere a propria volta colpiti dal tiro nemico. Naturalmente, in questo caso l'attacco non è suicida, ma convenzionale, tuttavia è previsto che se l'aereo sia danneggiato in maniera irreparabile, potrà ancora volare verso la direzione del target semplicemente continuando a scendere e puntando possibilmente proprio verso la nave, visto che tanto sarebbe spacciato, una picchiata ad alta velocità e alto angolo, nonché a bassa quota, non lascia scampo per eventuali disimpegni o ammaraggi. Inoltre questi aerei non sono realmente 'umani', ma dei droidi veri e propri, non hanno paura di morire e non hanno nulla e nessuno da salvare. In termini moderni potremmo chiamarli 'droni'.
La velocità d'attacco è tale, che difficilmente sarà possibile anche sparare con le mitragliere (2 da 20 usualmente, ma i primi Helldiver avevano 4 armi da 12,7, se non altro più affidabili, e i Dauntless soltanto due) e al contempo, mirare per sganciare la bomba (ammesso che sia davvero soltanto una). Un'alternativa micidiale sarebbero i razzi, specie gli HVAR da 127 mm, fino a 8 lanciabili dalle rampe alari. Però non sono disponibili, forse per non inficiare la quota massima 'sopra-l'Aspide' degli aerei, ma in ogni caso, sarebbero molto più utili che dannosi. E si potrebbero lanciare in un'unica salva da distanze elevate che non metterebbero in discussione il tiro anche con la bomba, perché si avrebbe tutto il tempo di farlo.
Naturalmente, la migliore azione d'attacco, la più difficile da contrastare e la più distruttiva, sarebbe l'attacco diretto, prima lanciare i razzi (se ci sono), poi tirare con i cannoni, da circa 3.000 metri (eventualmente anche da più lontano con i razzi) e scendere senza aerofreni impattando con la nave a circa 800 km/h, quasi in verticale. Una cosa del genere sarebbe disastrosa persino senza bomba, figurarsi con la stessa. Ma come detto, la cosa sembra troppo 'unfair' e allora attacco convenzionale, e senza razzi oltretutto (mentre sulle mitragliere è difficile dire quale sia la miglior scelta: io sarei per le 12,7 mm, ma i primi aerei Helldiver erano anche sottopotenziati e forse non potevano salire così tanto in quota; del resto, i Dauntless non avevano altre opzioni, se si sceglie di usare questi ultimi).
Ma adesso vediamo cosa sta succedendo ai nostri Helldiver.
La prima formazione, inquadrata dai radar di tiro come è giusto, viene ingaggiata dalle armi di bordo. Ma quali armi? Data l'estrema elevazione, è verosimile che degli 8 vecchi MMI disponibili, solo alcuni siano capaci di controbattere la minaccia. Infatti questa non arriva verticale (in tal caso, in effetti, non ci sarebbero state possibilità), ma comunque abbastanza inclinata da far sì che le stesse sovrastrutture della nave facciano 'ombra' ai cannoni, con il risultato che soltanto 3 dei 4 cannoni di prua (la nave sta virando verso dritta, ma anche verso gli attaccanti) sono capaci di contrastarli, guidati dall'apposito RTN-10X sopra la plancia. Gli altri cannoni da 76 dovrebbero essere i pezzi di mezzanave e poppa, entrambi a sinistra, mentre ho fortissimi dubbi che gli ultimi due cannoni possano occuparsene, specie quello poppiero di dritta, forse è possibile con quello di mezzanave sempre a dritta, ma è facile che non sia in pratica utilizzato in questo contesto.
Quanto ai radar, va detto che a guidare questo gruppo di cannoni c'é il radar RTN-10X di mezzanave di sinistra. Difficile dire se anche quello di dritta sarebbe utilizzabile (secondo me no), mentre quello a poppa, sopratutto per via della biforcazione del fumaiolo sopra di esso, a mio avviso non ha la possibilità di guardare gli attaccanti. Nessun problema, invece per i due RTN-20X dei Dardo, a prua sopratutto, ma anche quello di poppa, sistemato più in basso, ma più distanziato dall'RTN-10X, inoltre le torrette Dardo di prua e almeno quella di sinistra a poppavia, ma quasi certamente (qui la metto certa) di dritta, sarebbero in grado di tirare. Dunque, se tutto va bene: 5 MMI da 76 e 3 Dardo, con 2 RTN-10X e 2 RTN-20X.
Adesso, ecco la prima ondata di Helldiver. In pratica, ciascuno viene ingaggiato dal tiro di una linea di mira radar: due Helldiver vengono messi sotto il fuoco degli MMI e due dei Dardo.
Ora vediamo cosa succede più in dettaglio. Uno degli aerei ingaggiati dai cannoni da 76 mm è preso sotto tiro dai tre cannoni attivi di prua. Apertura del fuoco a circa 6.000 metri di distanza, con il target in avvicinamento a circa 600 km/h e 70°. In questo contesto i cannoni tirano raffiche di colpi piuttosto che tiro continuo, ovvero 60 RPM come valore massimo, ma solo per 10 colpi per volta, seguiti da 1-2 secondi di pausa per raffreddare il cannone (che non è raffreddato ad acqua durante il tiro, ma solo negli intervalli quando viene irrorato di acqua da dentro). Questa è forse la modalità più efficace per utilizzare queste vecchie armi piuttosto inaffidabili.
Le prime granate volano via dalla bocca da fuoco e vanno a cercare il target, ma ci vuole tempo: con il bersaglio che arriva ad almeno 150-160 m/sec, e i proiettili costretti a salire in quota per raggiungerlo, la velocità media sarà tale che presumibilmente i primi incroci avvengono a circa 4.500 metri, con un rapporto di 3:1 in velocità per il proiettile. Sembra poco, no? In effetti, considerando una differenza iniziale di circa 6:1, non è poi un granché come valore medio, ma è quello che ci si può aspettare visto che i proiettili rallentano in fretta dovendo salire fino a circa 4.000 metri di quota, per cui mi sembra una media ragionevole anche se probabilmente a quel punto i proiettili sono appena supersonici (400 m/sec???). I cannoni americani da 127/51, per dire, a 4,5 km ci arrivavano in oltre 6 secondi a circa 800 m/sec, certo di più, ma parliamo di armi da 23 kg tirate a velocità ancora maggiori dei 76/62 italiani, e per giunta, su target di superficie, non su bersagli aerei in quota, dove ovviamente è più faticoso arrivare, anche se l'atmosfera progressivamente è più rarefatta e riduce l'attrito e quindi la perdita di velocità.
In ogni caso, l'impatto a circa 4.500 metri è già una differenza notevole, significa ridurre il raggio di tiro utile di 1/4 (anche se la differenza di velocità fosse non di 3:1 ma di 4:1, i primi impatti sarebbero a 4.800 metri, appena 300 metri o 2 secondi più lontano).
A quel punto, il target non sta però con le mani in mano: dopo un paio di secondi, quando le granate hanno cominciato ad esplodere attorno ad esso danneggiandolo leggermente, scende di quota più rabbiosamente, aumentando l'angolo fino a 75-80° in un paio di secondi, quasi verticalmente e fuori controllo pratico. Però si riprende subito dopo delfinando e riportandosi sui 65-70°. Questo break è sufficiente, perché in questo modo le granate tirate negli ultimi 6 secondi falliscono, visto che questa manovra non era prevedibile quando sono partite. In sostanza, l'Helldiver è sceso quando si è avvicinato a circa 4.200 metri di distanza, arrivando in circa 2 secondi alla nuova inclinazione a circa 3.900, e scendendo di quota di alcune decine di metri, questo mentre il Veneto ha continuato a sparargli pensando che fosse ancora nella direzione e angolazione originale, solo a quel punto riequilibra la situazione tirando sulla nuova elevazione, ma dopo un paio di secondi l'Helldiver ritorna su con il muso ritornando a circa 65-70° in origine, forse 65° ovvero un pò meno che all'inizio, salvo poi ritornare nuovamente ad un angolo leggermente più accentuato.
Il tutto comporta: 2 secondi per la reazione e il danno iniziale da schegge, poi un paio di secondi di picchiata, un paio di secondi di mantenimento, e un paio di secondi di risalita, per poi tornare dopo un altro paio di secondi all'angolazione più o meno iniziale, quindi da 70 a 80 a 65 a 70° circa. Sono un totale approssimato di 10 secondi, come la durata della raffica. E soltanto qualche proiettile inizialmente, e forse anche alla fine, quando le distanze si sono ridotte e qualche munizione con spoletta di prossimità si è attivata, ha danneggiato l'Helldiver, ma non in maniera tale da distruggerlo, anche se probabilmente da 50 a 100 schegge sono entrate nella sua struttura e hanno danneggiato serbatoi, motore e comandi, ma non in maniera tale da distruggere l'aereo, di per sé molto robuto e con molti 'spazi vuoti' interni.
Ora, il problema è che è riuscito a fare altri 10 secondi così, finendo a quel punto ad appena 3.000 metri dalla nave, dove i proiettili arrivano forse in circa 4,5 secondi(a circa 700 m/sec di media). E' bastato un semplice serpeggiamento per evitare il tiro di almeno 3 cannoni MMI! Dopo circa 3 secondi la nave ricomincia a sparare e tira da circa 2.500 metri di distanza, e stavolta per il riottoso Helldiver è finita: eppure, manca solo 1 km alla fine della corsa, perché se sgancia da circa 1.500 metri è fatta. Ma non ce la fa: nei circa 6 secondi di tempo necessari, viene sottoposto al tiro di circa 18 colpi, due o tre dei quali devastano l'aereo, lo incendiano e infine gli rompono una semiala, che assieme alla coda (e al pilota) è la vera problematica su come controllare l'aereo anche se danneggiato a morte.
Cade quindi avvitandosi e prendendo fuoco, dopo che quest'ultimo colpo l'ha beccato a circa 1.800 metri di distanza. Non molto, davvero, forse l'aereo aveva anche cominciato a sparare alla nave prima di essere beccato. In tutto, i cannoni continuano comunque a fare fuoco e a tirare praticamente tutti i 10 colpi programmati verso il bersaglio, anche per assicurarsi che non esca dalla picchiata definitiva.
Mentre questo accade, con il tiro complessivo di circa 60 colpi da 76 mm, altri cannoni tirano contro un altro Helldiver. Sono soltanto due armi, ma l'Helldiver bersaglio non fa manovre evasive, viene colpito con precisione quasi subito e precipita, anche qui con circa 10 colpi tirati per cannone.
A quel punto c'é solo da affrontare gli ultimi due Helldiver. Questi sono sotto tiro da parte dei Dardo da 40 mm, che sparano con le centrali di tiro RTN-20X. Le due torri di poppa hanno cominciato il tiro da circa 4.000 metri e subito tartassano l'aereo di colpi, con i primi incroci a circa 3.200 metri circa (4:1). A 20 colpi al secondo, i proiettili cominciano ad esplodere tutt'attorno a questo Helldiver e lo bersagliano a sufficienza per metterlo in crisi, si muove dalla rotta iniziale ma prende fuoco e alla fine esplode a circa 1.600 metri dalla nave, dopo circa 10 secondi di tiro pressoché continuo. I Dardo hanno tirato complessivamente sui 180 colpi da 40 mm. Lontani dall'esaurire le munizioni di pronto impiego sì, ma certo il surriscaldamento non è un problema secondario usando delle armi che sparano a 2,5 volte la cadenza del vecchio Bofors della II guerra mondiale, pur avendone ancora la massa.
Nel mentre i cannoni di poppa hanno cominciato a tirare contro l'ultimo aereo, ingaggiato anche dal cannone da 40 di prua. Inquadrato dal tiro di questi cannoni, l'Helldiver esegue alcune manovre evasive per evitare di essere sottoposto ad un'azione troppo pesante, con il Dardo che gli spara da circa 4.000 metri e i cannoni MMI che tirano da circa 3.000 metri, appena liberatisi del primo attaccante. L'aereo si muove prima in leggera picchiata extra, come il primo Helldiver, poi mentre le granate lo seguono scoppiando qua e là, manovra con una virata leggermente a sinistra di 20-30°, non tanto per scappare, quanto per evitare di essere colpito troppo presto e portare un pò a distanza l'attenzione da parte della contraerea. Dopo questa manovra evasiva, portata da circa 2.500 metri, si riallinea per l'attacco mentre dalla nave impazza il tiro, con i due MMI di poppa che sparano 10 colpi a testa, più i cannoni Dardo di prua, mentre quelli poppieri sono appena usciti dall'ingaggio del primo aereo e non partecipano a quest'azione. L'Helldiver si riallinea, ma viene abbattuto subito dopo quando la distanza è scesa a circa 1.300 metri, mentre era già in fiamme per i colpi via via subiti. Si è avvicinato per colpire la nave, ma è stato fulminato prima di farlo. I cannoni prodieri del Dardo hanno tirato complessivamente circa 100 colpi da 40 mm.
Quindi i 4 aerei sono stati abbattuti a circa 1.800, 3.000, 1.600 e 1.300 metri di distanza.
Questo sembrerebbe un fallimento, ma dietro arrivano gli Helldiver della 2a sezione, che non sono a più di 1.000 metri di distanza, sembra tanto ma sono solo 6 secondi!
Questi ulteriori Helldiver vengono inquadrati dal tiro dei cannoni proprio adesso, che sono a circa 2.500 metri di distanza dalla nave. Lanciare i missili SM-1ER non è più possibile, probabilmente finirebbero per confondere i sistemi di tiro della nave piuttosto che aiutarla, di sicuro non si armerebbero e comunque è facile che non verrebbero lanciati con l'angolo sufficiente per bersagliare la nave stessa. A quel punto vengono affrontati da brevissima distanza. I cannoni MMI in media hanno tirato sui 20 colpi l'uno, cercando di abbattere gli Helldiver della 1a ondata e adesso sono già piuttosto a rischio di surriscaldamento, tanto è stata rapida la cadenza con cui hanno sparato.
I Dardo hanno iniziato il fuoco da circa 2.500 metri contro un target da prua, e circa 2.200 metri con i cannoni di poppa. I cannoni da 76 sono stati riposizionati, ma per un errore di quelli che 'capitano' il gruppo di prua spara contro lo stesso target già ingaggiato dal Dardo. Da così breve distanza è facile dire quel che succede: i primi colpi arrivano a circa 2.000 metri, la traiettoria di tiro molto tesa fa sì che l'aereo venga abbattuto in pochi secondi di tiro concentrato.
Nel mentre i cannoni di poppa sparano contro un altro aereo Helldiver, come si è visto da brevissima distanza: 2.200 metri sono poco più della metà dei 4.000 teorici, quindi parte molto male. Il target viene peraltro presto colpito e incendiato già attorno ai 1.600 metri, appena prima di sganciare. Effettivamente, sgancia anche la bomba circa 1.200 metri distante dalla nave, ma il tiro contro quest'aereo, che seppure in fiamme continua ad avvicinarsi, è tale da farlo esplodere in aria a circa 900 metri di quota, non prima che la bomba cada comunque vicino alla nave, esplodendo a meno di 100 metri, ma senza fare danni apprezzabili; alcuni rottami arrivano fino sul ponte della nave stessa.
L'ultimo aereo ingaggiato, invece, viene attaccato dalla coppia di cannoni da 76 mm MMI di poppa, ma uno di questi, dopo 5-6 colpi, si inceppa. Forse proprio i pochi colpi che tira sono sufficienti per far esplodere l'aereo in fiamme, di lì a qualche secondo addirittura esplode la bomba a bordo distruggendolo totalmente. Però intanto questo cannone MMI è stato fermato da un guasto meccanico.
Il problema è che nel mentre arriva indisturbato l'ultimo Helldiver, che lancia la bomba da 1,5 km e poi si disimpegna, finendo abbattuto dal tiro del Dardo mentre sta recuperando quota a meno di 600 metri di distanza.
La nave viene mancata di circa 60 metri da questa bomba, non molto davvero, se fosse andata a segno avrebbe causato ben più di uno 'scossone'.
Ma oramai è tardi per recriminare perché... stanno arrivando gli Helldiver della 3a sezione. Oramai sono veramente a bruciapelo: si potrebbe dire che ogni sezione è ingaggiata a metà della distanza di quella precedente, per cui, considerando che l'ingaggio con le bombe è circa 1,5-0,7 km a seconda delle velocità e angoli di picchiata... resta ben poco. Praticamente un duello da pistoleri, per cui o abbatti l'avversario quando è appena a tiro, oppure gli dai possibilità di bombardarti.
I 4 Helldiver iniziano l'attacco, probabilmente almeno 2 sparano anche da almeno 2.500-3.000 m di distanza, quando ancora nemmeno sono ingaggiati. Arrivano a circa 1.800 metri di distanza prima di vedere qualche reazione contraerei puntata verso di loro: infatti, il Dardo di prua sta in quel momento abbattendo l'ultimo Helldiver della sezione di prima, più i Dardo di poppa che sparano alla volta dell'Helldiver che poi scoppia ad appena 900 metri dalla nave. Il cannone MMI di poppa è rotto, l'altro ha appena ingaggiato l'Helldiver ed è il primo a tirare, a quasi 2.000 metri, contro gli incursori. I tre cannoni di prua seguono subito dopo, attaccando un altro Helldiver ma a soli 1.800 metri. Il fatto è che quest'ultimo, nonostante le prime granate siano subito precise, riesce a sganciare la sua bomba prima di essere disintegrato da una scarica di colpi da 76 mm, probabilmente circa 10 per cannone, ma uno dei 3 MMI prodieri si inceppa dopo il 3o colpo, che è probabilmente oltre il 30o che tira in poche decine di secondi.
Il problema è che gli ultimi due Helldiver sono lì e si avvicinano grandemente: i due gruppi Dardo vengono riposizionati rapidamente per ingaggiarli, ma non prima che questi ultimi riescano a sganciare le bombe da circa 1.200-1.500 metri. Lo sgancio, anche se da distanza notevole (la bomba ci mette circa 8 secondi, se non 10, per percorrerla), riesce nondimeno a centrare la nave con una delle due bombe, proprio mentre i Dardo fanno il loro letale lavoro di tiro ravvicinato abbattendo il velivolo attaccante con il tiro dei due Dardo poppieri. L'ultimo Helldiver viene invece inseguito dal tiro di quello di prua, mentre si disimpegna anch'esso oltre la verticale della nave, venendo preso sotto tiro anche dai due cannoni di poppavia a dritta, che non avevano mai sparato finora (mentre il cannone N.2 a dritta non ha tirato nessun proiettile, a quanto se ne sa). Ma non c'é tempo per abbatterlo, perché arriva la bomba e colpisce duramente il Veneto, già preso dallo scossone di uno degli ordigni esploso a meno di 30 metri di distanza, e poi questo che lo centra dietro la sovrastruttura, mettendo fuori uso tra le altre cose proprio i due radar di tiro di mezzanave e i cannoni N.3 di entrambi i lati! Centro pieno, con tanto di riduzione della velocità da 30 nodi e passa, a qualcosa di meno, destinata probabilmente a non più di 21 nodi, se ci fosse stato il tempo per il rallentamento.
Il tiro della nave è stato efficace; contro la 1a ondata i Dardo hanno tirato sui 280 colpi, contro la 2a ne hanno tirati circa 250, contro la 3a altri 150 circa, totalizzandone quasi 700, non pochi (ma è difficile dire quanti ne siano a disposizione: solo quelli per pienare i depositi di pronto impiego sono più di 2.000!) mentre i cannoni da 76 mm hanno sparato circa 90 colpi nella 1a ondata, circa 50 nella 2a e infine altri 50 nella 3a, totalizzando circa 190 colpi, che non sono pochissimi, visto che ammontano a circa 2.100 kg di munizioni complessive.
Peggio che mai, a quel punto la 'botta' è stata tale da mettere largamente KO le difese della nave, con la perdita di 11 Helldiver perché l'ultimo, probabilmente danneggiato, è andato via almeno per adesso. Con due dei 4 RTN-10X fuori uso è già brutta, ma il peggio è che ci sono anche 4 MMI fuori uso, due per inceppamenti (rimediabili, ma entro qualche minuto di lavoro, tempo che purtroppo non c'era) e due per danni causati dalle bombe (forse più difficili da rimediare). Benché i due sistemi Dardo con 3 torri erano ancora intatti, restavano quindi soltanto 4 cannoni da 76 e due radar per il tiro per affrontare le nuove ondate. Non è ancora finita, ma il Veneto è menomato il giusto, e altri 12 Helldiver potranno metterlo fuori uso.
Tra l'altro il botto delle bombe, sia diretta che di prossimità, e forse anche il mitragliamento, ha causato danni al sistema SM-1MR tanto che non sarà possibile lanciare sul momento la coppia di missili che pure è oramai pronta al tiro sulla rampa di lancio, probabilmente causa danni da concussione al radar 3D dell'albero a prua.
Ecco perché il Veneto, nell'ondata successiva, viene sopraffatto, malgrado si difenda con almeno 2 MMI e 2 o 3 Dardo, e centrato da almeno 4 bombe e forse anche un aereo (non è chiaro se con bomba o meno), tanto da essere considerato perduto dopo di allora. L'Helldiver superstite viene abbattuto, pare, da altre navi, mentre cerca il disimpegno o forse di ritornare in azione, in tal caso è probabile che sia stato lo stesso incrociatore ad abbatterlo, ma su questo non c'é certezza.
5-9-18
Caso Garibaldi: dunque, qui abbiamo sempre 3 Dardo, però 2 sono avanti e uno dietro, al contrario del Veneto. Inoltre ciascuna torre ha (manco a dirlo...) il suo radar personale. Oltre al suddetto personal trainer, c'é anche un gruppo di 3 RTN-30X di cui 2 sopra la plancia e uno dietro la sovrastruttura, con due lanciamissili Aspide. E' un avversario temibile, anche se non sembra, più temibile di quanto non sia il dannato Veneto. In sostanza, ha due batterie di Aspide al posto della linea di cannoni da 76 MMI, ma ha solo 3 linee di mira anziché 4.
Dunque, il primo gruppo di aerei si avvicina alla nave cercando di attaccarla, e lei gli dà prua, le tattiche sono sempre le stesse. Allora, il lancio dei missili arriva da quando questi scendono sotto quota 6.000 metri, con una coppia di Aspide tirati ciascuno contro un singolo bersaglio perché, per l'appunto, il Garibaldi ha un armamento superiore nella zona prodiera, con due RTN-30X e due RTN-20X. Non è mica un Invincible, dopotutto... ma per un attacco aereo, i missili antinave e i siluri di fatto non servono a niente.
Armato come molte navi americane, che hanno il Phalanx e il Sea Sparrow ma per il resto gli somigliano, ovviamente senza anche gli inutili missili e siluri (almeno per una nave portaeromobili sono alquanot inutili...), il Garibaldi contrasta il nemico e attacca la prima sezione di Helldiver. Lancia due Aspide appena questi scendono sotto quota 6.000 metri, sono circa 7 km di distanza in linea retta. I missili accelerano rapidamente quasi a mach 2 e salgono, poi ricominciano a perdere energia, ma in tutto, colpiscono gli aerei a circa 5.000 metri di distanza, probabilmente abbattendoli entrambi. Il rateo di velocità in tal caso è di 2,5:1, ovvero sui 1.500 km/h, plausibile se si considera una velocità di punta di circa 2.000 km/h, anche se forse un pò ottimistico.
Dopo il primo ingaggio, che ha portato anche gli altri due aerei ad allontanarsi per evitare i missili in arrivo (con la contraerea è sufficiente un ondeggiamento, ma con i missili è meglio una virata secca, specie se hai ancora parecchia quota), il Garibaldi inquadra con i missili gli altri aerei in arrivo. Gli Aspide sono utilizzabili senza troppi problemi, per una ragione specifica. In effetti, il Garibaldi ha un radar tridimensionale e così non è legato soltanto a quello a medio raggio RAN-10S. Il 3D ha una copertura in elevazione sufficiente e dovrebbe provvedere informazioni ai lanciatori Albatross. Quel che invece non è facile che possa fare, è dare informazioni ai Dardo. Ora, il radar 2D ha una portata minima di circa 7,5 km contro bersagli in volo a circa 6 km, per cui è fuori discussione, troppo alti in quota per essere tracciati, il RAN 10S arriva a circa 6 km di portata minima (alzo di 45° evidentemente), il radar 3D è l'unica opzione, sempre che riesca a seguire bersagli in alto a circa 70°! Non è facile ma è possibile, così partono gli altri due missili, stavolta a circa 4,5 km (il tempo di confermare la distruzione dei due target, visto che uno è stato abbattuto nettamente, e l'altro sta andando giù dopo l'esplosione della spoletta di prossimità, ma non è andato totalmente disintegrato, bisogna tenere presente che questi velivoli, anche se ridotti a relitti, sono quasi sulla verticale della nave e quindi tendono ad essere visti come una minaccia anche se sono in realtà spacciati, del resto è possibile che pure in fiamme possano ancora dirigersi in maniera volontaria contro la nave stessa e sarebbe sbagliato non distruggerli totalmente prima di passare ad altri).
I missili vengono lanciati ancora verso gli aerei, penso che non sia possibile questo lancio da parte del sistema poppiero, anche se non lo escludo al 100%, specie in avvicinamento con la nave in manovra. Il problema è anche fino a che livello i missili possano essere lanciati come elevazione, temo che 70° siano tanti, ma ci sono valutazioni contrastanti: c'é chi dice che l'Albatros ha ben 80° di alzo e altre fonti che dicono, nello stesso articolo, che si limiti a 65°, in ogni caso siamo al limite della fattibilità.
A quel punto arriva il secondo lancio di missili, con due armi tirate da prua, che attaccano i due Helldiver che sopraggiungono, ma quali, i primi due della seconda sezione oppure gli ultimi due della prima? Boh. Dipende dalla situazione tattica. Facciamo gli ultimi due di questa sezione, che sarebbe molto favorevole agli attaccanti, naturalmente. O sennò la nave apre il fuoco contro i primi due della seconda sezione, mentre gli ultimi due vengono presi di mira dai Dardo da circa 4 km di distanza. Gli Helldiver ritornano all'attacco manovrando al contempo per evitare il tiro delle armi, mentre i missili saettano verso il cielo ancora una volta, da circa 4.500 metri. L'impatto contro la formazione nemica è a circa 3.300 metri, circa 3:1 come differenziale di velocità.
Poi la nave parte ancora con altri 2 missili contro gli ultimi 4 aerei, ma uno di questi non colpisce il bersaglio. Nel mentre, la distanza è scesa e da 2.800 metri circa dal momento del lancio, scende a circa 2.100 metri, quando arriva il 3o incrocio dei missili, stavolta sulla 3a sezione di fuoco. E' una confusione indescrivibile, alla fine sono stati lanciati circa 6 missili contro 6 target e distrutti 5. Ma gli altri 7? La formazione si è aperta, tanto ha il tempo anche di 'richiudersi', per l'attacco. Non è facile, però, ma i Dardo che fanno? Ecco, un grosso problema: essendo collegati al radar RAN-10S non riescono a seguire l'azione essendo ad alzi troppo elevati, sebbene il radar 3D sopperisca almeno in parte a questo, non è automatizzato al punto in cui lo è con il RAN-10S, probabilmente il 3D serve sopratutto per gli Aspide.
Il prosieguo di questa missione è difficile da stabilire. Il Garibaldi probabilmente per l'ultima parte è sprotetto dal tiro dei Dardo, che si ritrovano senza rilevamenti radar precisi per il tiro, senza il RAN-10S utilizzabile e con i radar principali, anche il 3D, probabilmente non più efficienti a causa delle distanze troppo ridotte. Non è facile dire come potrebbe svilupparsi tale azione. Il radar 3D ha solo 5 RPM e quindi pper le ridotte distanze non va molto bene, visto che il target si sposta di quasi 1 km ogni volta...
Se ci riesce, il Garibaldi tira un'altra salva di almeno 2 o anche 3 missili, inoltre attiva i Dardo, ma senza la designazione dei radar è difficilissimo avere successo con questi sistemi. In definitiva, potrebbe farcela come anche no, ma non gli dò più del 50%, a difendersi da questi arrembanti avversari.
Quanto ai De la Penne: attivazione quasi sicuramente di 3 soli RTN-30X. Se fossero 4, si potrebbe fare così: 1 radar RTN-30 poppiero per gli Aspide, 1 RTN-30 per il Compatto e 1 per i due SR a prua, più l'ultimo RTN-30 per l'SR di poppa.
Però, se sono solo 3, allora saranno dolori: probabilmente un RTN-30 a prua per l'Aspide, 1 RTN-30 a prua per i 3 cannoni (i tre ... tenori..), e l'ultimo RTN-30 per l'SR di poppa.
Riuscirebbe a distruggere gli Helldiver? Probabile, però a qualcosa deve rinunciare: ha 'solo' 4 linee di mira contro 5 armi disponibili, peraltro è possibile anche tirare i missili SM-1MR che hanno un raggio minimo di circa 3 km, quindi anche in picchiata potrebbe farcela, causando una strage di Helldiver, sempre che ovviamente, possa davvero farcela ad attivare questi sistemi contemporaneamente. Inoltre esiste il problema del tracciamento ad alte angolazioni, per cui la nave si troverebbe a cambiare target su di un bersaglio assolutamente in movimento, troppo per essere seguito facilmente, senza il RAN-10S che è fuori gioco per l'alzo eccessivo. Questo potrebbe far sì che i sistemi Dardo RTN non abbiano nessun modo di tracciare con precisione gli attaccanti dopo la 1a ondata respinta in qualche modo, e questo darebbe agli Helldiver un vantaggio notevole perché, dopo i primi 4-5 aerei ingaggiati e abbattuti, gli altri 7-8 potrebbero ancora muoversi senza problemi verso la nave, e se gli SR non li agganciano non c'é molto da fare se non aprire l'ombrello...
Con gli Audace è un discorso simile, ma le linee di mira RTN sono soltanto 3, di cui 1 a prua, malgrado gli SR siano addirittura 4. Probabile che quindi non sia possibile sparare più di una raffica di colpi contro 3 target, probabilmente l'RTN di prua usarebbe l'Aspide, mentre i due di mezzanave, se sono utilizzabili entrambi naturalmente, userebbero ciascuno una coppia di SR. Riuscirebbe nell'impresa? Avendo una linea di mira in meno e con qualche problema probabile di campo di tiro per uno degli RTN, è più difficile che con i De la Penne, malgrado siano leggermente più veloci e più piccoli. Ps: quasi certamente i due RTN-30 di mezzanave non sarebbero attivabili in simultanea contro questo tipo di attacchi. Non c'é molta possibilità che sia attuabile questo campo di tiro, per cui è verosimile che la nave possa tirare con 2 soli RTN-30 e i due SPG per i missili SM-1, però resta confermata la difficoltà poi a tracciare gli altri bersagli con i radar di tiro una volta ingaggiati i primi target della serie.
Con le Maestrale è diverso ancora: esse hanno soltanto il RAN 10S/SPS-774 per la localizzazione dei target, e scendendo in picchiata gli Helldiver gli annullano altre possibilità; questo significa che i primi 3 potranno anche essere inquadrati dal Compatto con l'optronica, dall'Albatross/Aspide con l'RTN-30 e da uno dei Dardo con uno degli RTN-20X, ma resta il problema di tracciare gli altri aerei, che evidentemente sarebbero difficili da localizzare senza un radar di scoperta, dato che quelli di tiro, e presumibilmente le ottiche associate, sono piuttosto difficili da usare per 'vedere' i target.
Infine, le Lupo: hanno 4 linee di mira come la Maestrale, ma a differenza loro, sono tutti sistemi radar. In teoria, potrebbero tirare con tutte e 4 ma è verosimile che anche in questo caso siano costrette a tirare con 3 soltanto, missile, cannone e mitragliera Dardo. Se danno la zona poppiera al target escludono quasi certamente il cannone, che ha un angolo cieco di circa 30° verso poppa. Non è molto, ma è qualcosa, e se si manovra troppo può essere che poi è uno dei Dardo che non può sparare. Ad ogni modo, anche loro hanno il problema della designazione bersagli, se non c'é è inutile discutere.
La differenza con gli Artigliere è che questi ultimi hanno 2 RTN-30 anziché un RTN-10 e 1 Sea Sparrow Mk 29 o come si chiama, così possono tirare inizialmente due missili Aspide, ma è la stessa storia ugualmente, dopo come li designano i target che scendono in picchiata? Ovviamente non possono, visto che il radar RAN-10S non glielo consente. L'unica è che li aiutino i radar delle altre navi della formazione, in caso vi sia una formazione, ma penso che sia molto difficile riuscire ad ottenere tali dati per puntare addirittura le armi di bordo, sopratutto è difficile quando tutte o quasi le navi della formazione sono sotto attacco reciproco. Sarebbe indubbiamente notevole che nonostante questo tutte avrebbero una tale copertura da designare i target per i bersagli, sopratutto è un fatto di integrazione dei sistemi automatici di autodifesa con i dati trovati dal datalink, ma la vedo difficile anche se magari teoricamente fattibile. L'AEGIS potrebbe per esempio in teoria usare i sistemi d'arma delle altre navi per eseguire lanci diretti contro i vari bersagli, ma è comunque un fatto difficile e sopratutto, richiede un AEGIS, che difficilmente è possibile per una fregata emulare.
Quanto alla copertura verticale: il RAN-10S con ogni evidenza ha un'elevazione massima di 45°; l'SPS-768 a lungo raggio ha un'elevazione che probabilmente non arriva nemmeno a 40°, forse più probabilmente è 36° o appena 35°, resta il fatto che il rapporto lunghezza:altezza anziché 1:1 (45°) sembra dell'ordine del 1-1,1:1 ad alta quota, anche se onestamente, a bassa quota mi dà qualcosa come (a 6 km) circa 9 km di portata minima, ma le cifre sono ridotte e non è facile riuscire a capirci qualcosa anche cercando la frazione di millimetro. Infine, il radar SPS-52C ha un'antenna montata a 25° (anziché 15 come le altre versioni precedenti), ma nemmeno questo sembra essere sufficiente; tanto che il successivo SPS-52E ha un'elevazione ritenuta sufficiente per tracciare missili balistici fin oltre 300 km di altezza, eppure essa è comunque di appena 69°, e quasi sicuramente è migliore di quella dell'SPS-52C.
Questo significa che nessuno dei radar delle navi italiane avrebbe una copertura in elevazione sufficiente per contrastare un attacco aereo o missilistico proveniente da 70° o più gradi. Probabilmente già sopra 60° vi sarebbero forti difficoltà. Infine, la possibilità di usare il datalink per avvistare i target e passare le informazioni ai singoli vascelli della formazione è OK, ma se questo serva poi anche a guardare abbastanza precisamente da agganciare il singolo bersaglio e dire alle centrali di tiro dove guardare per trovare l'intruso, questa è un'altra questione. Specie con tutte le navi impegnate a tracciare una forza immane di aerei che di fatto rende saturi gli schermi radar, cosa potenzialmente pericolosissima. Certamente i RAN-10S non possono tracciare centinaia se non un migliaio di bersagli, non ne avrebbero nemmeno ragione del resto, anche se la cifra non è nota, ma probabilmente almeno di circa 100 segnali radar si tratterebbe. Ma molti di meno di quelli dell'attacco massiccio da 1.000 aerei oppure delle ondate progressive con raddoppio. Insomma, anche senza eventuali chaff dispiegati, sarebbe una dannata situazione per qualsiasi marina, inclusi i singoli gruppi di portaerei americani.
Un esempio di attacco ad una Maestrale è questo. La nave viene attaccata da un quartetto di Helldiver, quello iniziale, e con il tiro delle armi disponibili, tre in tutto in pratica, abbatte uno dopo l'altro questi velivoli (o almeno 3 di essi, ma probabilmente 4, magari con un doppio successo con gli Aspide). Dall'altro canto, però, arrivano i secondi quattro della situazione, che vengono accolti con qualche difficoltà essendo la nave impossibilitata a sparargli contro finché non li aggancia, l'unica eccezione è il cannoniere di almeno uno dei due impianti Oerlikon di vecchia scuola azionati a mano, ma non esattamente un modello di efficienza dal punto di vista delle navi moderne, e considerando tutto, arma efficace solo dal punto di vista psicologico, specie contro aerei che attaccano al limite del raggio d'azione effettivo della stessa arma, arrivndo in picchiata. A quel punto vengono sotto i 4 aerei della seconda ondata, e anche qui i sistemi di difesa della nave riescono ad ingaggiarli abbastanza, essenzialmente con il sistema Albatros e con il cannone Compatto. Essi abbattono i loro target, mentre gli altri due momentaneamente si allontanano. A quel punto è in arrivo il terzo e ultimo quartetto, ma questo non viene detectato in tempo e il risultato è che arrivano sulla nave senza che questa riesca ad opporsi ad essi. Il risultato netto è che lanciano le loro 4 bombe, ottenendo questi risultati: 1- una bomba scoppia a circa 90 metri dalla nave, nessun danno apprezzabile 2- un'altra bomba scoppia a circa 30 metri, causa qualche danno da concussione 3- una bomba esplode a circa 6 metri dalla murata, causa allagamenti in due compartimenti e avarie interne dei sistemi elettrici ed elettronici per la concussione 4- un'altra bomba esplode dentro la nave, passando le sovrastrutture ed esplodendo mentre perfora il ponte inferiore della nave, causando un vasto incendio nella zona centrale e mettendo fuori uso le turbine, oltre a squarciare lo scafo lateralmente sia con una falla di 3x1 metri, sia con molte schegge che causano vari buchi di alcuni centimetri quadri ciascuno. Anche se la falla non sembra grande, in realtà non è nemmeno piccola perché da lì possono entrare anche 2 metri cubi di acqua al secondo, a 1 metro al secondo di velocità media. E al contempo, viene persa l'integrità stagna del compartimento e dei due adiacenti, a causa dell'esplosione. Un forte incendio si sviluppa, mentre la sovrastruttura è mezza demolita e il ponte di coperta è aperto come un cratere. La nave non è in imminente rischio di affondamento, ma dopo appena un minuto ha incassato circa 100 tonnellate d'acqua che non sono proprio poche per una nave da tremila tonnellate.
Il radar principale è fuori uso e la fregata è impossibilitata a manovrare al meglio, mentre uno solo dei radar principali di tiro è ancora operativo. A quel punto, potrebbe ancora sopravvivere, ma non è ancora finita. I due Helldiver della seconda ondata, ancora in aria dopo essersi disimpegnati, sono decisi a dare il colpo di grazia alla fregata e possono farlo. La nave ha perdite d'acqua in ben cinque compartimenti della quindicina che la costituiscono, non rischia per ora di affondare ma potrebbe presto. Poi arrivano questi due Helldiver che cercano di centrarla. Non avendo praticamente alcuna opposizione a parte un cannone da 20 mm, si avvicinano e sganciano da circa 700 metri di distanza, mentre i loro compagni eseguono un'azione di mitragliamento lungo tutto lo scafo della nave, anche loro presumibilmente con armi da 20 mm, tanto da eliminare probabilmente i due mitraglieri da 20 mm, anche se altrettanto probabilmente uno di loro è ancora in giro e spara ai due aggressori. Forse per questo che non hanno vita totalmente facile. Uno di loro sgancia la bomba e questa scoppia sempre ad una decina di metri di profondità, ma a circa 15 metri dallo scafo della nave, provocando ulteriori entrate d'acqua in un compartimento. L'altro è più fortunato e centra la nave verso poppavia, con la bomba che esplode vicino alla murata destra, e a lato dell'hangar. L'esplosione squarcia lo scafo anche qui, aprendo una via d'acqua di circa 4x3 metri, nonchè incendiando l'hangar con gli elicotteri.
I sei Helldiver superstiti restano in zona mentre la nave agonizza. Si posizionano contro di essa e la mitragliano con tutte le munizioni che hanno per convincerla a 'togliere il disturbo', prendendo di mira anche i lanciamissili e le torrette d'armamento. In effetti, almeno un OTOMAT esplode per via della loro azione di mitragliamento, causando ulteriori gravi danni alla nave, sebbene scoppi sul ponte di coperta e non dentro. Almeno altri due OTOMAT prendono fuoco, ma non esplodono. Anche il sistema Albatross viene mitragliato e uno dei missili Aspide esplode davvero, causando un altro danno perché almeno un secondo ordigno scoppia per 'simpatia' il che distrugge il lanciamissili ma causa anche danni dappertutto sul ponte di coperta di prua. Fallisce invece il tentativo di incendiare la giostrina munizioni sotto le torrette, specie quella da 127 mm. La nave, però, a quel punto è spacciata. E' immobilizzata, senza potenza, e con entrate d'acqua nei compartimenti n.4, 5, 8, 9, 10, 11, 12. Circa 2 ore dopo si capovolge e affonda.
6-9-18:
La potenza degli attacchi aerei potrebbe essere anche cumulativa. Quando il Mimbelli viene attaccato dalla prima ondata (NB: panorama '1.000 aerei tutti insieme, già discusso prima), esso abbatte circa 11 degli aerei nemici, distruggendoli uno dopo l'altro presumibilmente grazie all'aiuto delle piattaforme esterne e/o del radar tridimensionale di bordo. Il risultato è stato positivo per via del tiro micidiale delle armi da 76 mm, che hanno eliminato un gran numero di avversari, i due a prua hanno distrutto 2 aerei a testa, un altro per il cannone di poppa, 3 per il sistema Aspide, 1 per il 127 mm e altri 2 da parte dei missili SM-1MR. Un volume di fuoco micidiale, che parlava al meglio possibile delle capacità di tiro del cacciatorpediniere. Ma uno degli Helldiver era sopravvissuto e riuscì ad evitare il tiro dei 76 mm e di un missile Aspide.
Il problema è che non era il solo: dei circa 216 aerei scesi in picchiata dalla 'nuvola' sopra la flotta, almeno 80 sopravvissero. E non erano lì per tornare con le mani in mano: la loro missione era a senso unico, basicamente, e finché avessero avuto munizioni avrebbero attaccato le navi. Così il Mimbelli, mentre si preparava ad altri inevitabilmente ineluttabili attacchi da parte dell'immenso stormo che aveva sopra di sé, si ritova ad avere compagnia. Sono 4 Helldiver che arrivano da prua, a destra, dopo che sono scesi per attaccare una fregata classe Maestrale. Si trovano a circa 4 km di distanza quando vengono identificati con precisione, e subito ingaggiati dai due Dardo di prua, armati con i cannoni da 76 e da 127 mm. Il fuoco di queste armi si rivela micidiale: entro 3 km le granate stanno già esplodendo, dopo l'ingaggio da circa 3,5 km, contro due degli Helldiver, e pochi secondi dopo entrambi vengono abbattuti dal tiro concentrato di tre cannoni, visti probabilmente come migliori per la difesa ravvicinata rispetto al sistema Aspide. Pochi secondi dopo vengono ingaggiati anche gli altri due Helldiver, che peraltro sono arrivati a circa 2 km quando vengono inquadrati. Abbastanza vicini da comiciare a sparare contro la stessa nave, ma senza molto successo, perché poi i cannoni riescono ad abbattere anche loro. Ma anche così, non è stato gratis esercitare quest'azione di fuoco così micidiale: i cannoni da 76 mm hanno tirato uno ben 22 colpi, di cui 12 per il primo ingaggio e 10 per il secondo, l'altro ne ha tirati altri 18, in genere erano raffiche di 8-12 colpi per volta, tanto per economizzare le munizioni, ma in ogni caso con una distanza così ridotta non c'é molto tempo da aspettare prima che il tiro vada a segno, se va a segno. Il cannone da 127 mm spara a sua volta altri 8 colpi in tutto. Sono parecchie munizioni sparate proprio in un momento in cui l'artiglieria avrebbe bisogno di un pò di riposo anche per raffreddare le canne, e per far ricaricare le giostrine munizioni, visto che dal cielo stanno per arrivare altri visitatori, e che per abbattere gli Helldiver i cannoni SR hanno tirato circa la metà delle munizioni disponibili, ovvero sui 35-40 proiettili, che non sono certo pochi rispetto ai circa 80 disponibili pronti al tiro. Per cui questo logoramento è stato comunque costruttivo per il nemico, naturalmente, tanto che a quel punto i cannoni SR, almeno senza ricarica, avevano soltanto 40 colpi disponibili per le artiglierie di prua. i velivoli nemici erano riusciti anche ad impostare qualche manovra evasiva almeno una volta che sono stati inquadrati dalle granate, per cui non è detto che siano stati davvero dei facili bersagli fin dalle massime distanze, visto che la posizione poteva cambiare e non potendo prevedere esattamente dove, non era possibile assicurare la distruzione dei target con troppa facilità. Ecco perché dovettero sparare più colpi per abbatterli, del resto nemmeno tanti se ci si pensa bene: meno di 50 per 4 aerei fanno un Pk di circa l'8%, degno di diversi missili SAM e spesso persino maggiore!
La potenza di queste artiglierie, che tra l'altro erano surriscaldate malgrado il raffreddamento ad acqua, non sarebbe stata utilizzata, a quel punto, pienamente contro la successiva ondata d'attacco. Come se non bastasse, mentre i radar segnalavano (da parte del trimensionale e/o di quelli delle altre navi) l'arrivo della seconda ondata d'attacco, peraltro visibile anche ad occhio nudo, a quel punto arrivò anche un altro attacco aereo, stavolta da poppa: era un trio di Helldiver sopravvissuto delle altre formazioni d'attacco, mentre in alto c'era ancora l'Helldiver che inizialmente ha evitato il tiro delle artiglierie e dei missili, costretto ad una manovra evasiva dovuta all'avvicinarsi alla formazione di un missile SAM Aspide o SM-1, probabilmente non diretto contro di lui, tanto che è sopravvissuto, ma essendo appartenente ad una formazione intera, si è dovuto disimpegnare assieme agli altri aerei, consapevole, se così si può dire, che è meglio far sprecare qualche colpo in più al nemico piuttosto che farsi abbattere subito. Con le artiglierie non era necessario eseguire grandi azioni di evasione, per cui in genere l'attacco veniva portato a termine oppure si riusciva ad uscire dalla formazione per evitare di essere annientati troppo facilmente, quando il cannone nemico aveva inquadrato troppo bene il bersaglio e le granate di prossimità esplodevano ma senza riuscire ancora a distruggerlo in maniera netta. Generalmente, però, si preferiva il serpeggiare in alto e basso, raramente di lato, per poter evitare i colpi in arrivo fino a quando si riducevano le distanze. Con i SAM, invece, una volta che si avvicinano, è necessaria un'azione evasiva, un pò come un nugolo di zanzare, con una forte virata in direzione diverse, e la possibilità di confondere seriamente il missile in arrivo. Il risultato è piuttosto confuso, ma comunque interessante e imprevedibile.
Il terzetto di Helldiver in arrivo da bassa quota, invece, è proveniente da un'altra formazione d'attacco. A quel punto, mentre stava scendendo la formazione d'attacco N.2, il Mimbelli aveva appena finito di sparare ai 4 aerei in avvicinamento da prua. C'é un Helldiver in arrivo in avvicinamento da alta quota per colpire la nave ancora con la bomba a bordo, mentre un altro terzetto ancora stava avvicinandosi verso poppa, ma stavolta a bassa quota. L'attacco è portato quindi da tre direzioni diverse, ma come se non bastasse, sullo schermo ci sono centinaia di altri bersagli e per giunta stanno andando giù altre decine di aerei con diverse formazioni contro altre navi. Altre formazioni d'attacco provenienti dalla quota più alta si facevano più vicine, non era facile da capire chi attaccasse chi, anche se la distanza tra le navi è di diversi km, probabilmente addirittura sui 5 km per la fascia esterna di fregate, mentre i due incrociatori sono forse più vicini, forse 3 km, dai cacciatorpediniere. Del resto con le armi antiaerei così potenti come quelle che hanno, è molto pericoloso stare troppo vicine tra le navi, perché un conto è prendersi una raffica di Phalanx da 1 km di distanza, armi da 20 mm anche se con nucleo perforante ad uranio impoverito... un conto è prendersi una raffica di cannonate da 76 o addirittura 127 mm, che possono mandare a picco la nave bersaglio involontario, e anche le raffiche da 40 mm binati sono pericolose per le sovrastrutture e persino per lo scafo, quindi non vanno corsi troppi rischi. Però così facendo si rende più labile la consistenza delle formazioni, costrigendo le navi a stare più distanti le une dalle altre.
Ad ogni modo, il Mimbelli lancia un missile SM-1 contro un Helldiver in volo a bassa quota, mentre gli altri, troppo vicini, sono ingaggiati con il tiro da 76 mm; nell'arco di pochi secondi, mentre sono tra 2.500 e 1.300 metri circa, abbatte entrambi gli Helldiver, benché almeno uno abbia cominciato a sparare sulla nave, anche se non necessariamente a colpirla. Poi viene puntato a tempo di record anche contro l'Helldiver che attacca dall'alta quota, abbattendo anche questo prima che possa avventarsi distruggendo la nave con la sua bomba, riesce piuttosto a centrare l'aereo che tuttavia sgancia la bomba mentre è in fiamme, prima di distruggersi totalmente a circa 1.600 metri di quota, anche se manca il bersaglio di almeno 200 metri. Intanto, però, il cannone SR ha eliminato altri tre bersagli, ma non ha potuto ricaricare le munizioni della giostrina che sono state quasi tutte consumate, visto che parliamo a quel punto, di ben 4 target abbattuti. Questo mentre la formazione in attacco è già andata in picchiata a 600 km/h e punta sulla nave. Però a quel punto, questa di fatto ha soltanto le direzioni di tiro di prua disponibili, visto che una di quelle di poppa sta tracciando l'Helldiver, mentre l'altra non è in condizione, almeno inizialmente, di vedere gli aerei in avvicinamento perché ostruita dal radar 3D dell'albero poppiero e dalle altre alberature.
Questa sfortunata congiuntura 'astrale' è senz'altro disdicevole, perché poi il Mimbelli viene attaccato dai 12 Helldiver che contrasta in pratica soltanto per via delle due DT prodiere, una collegata a tutti i cannoni disponibili, i 2 da 76 e quello da 127, l'altra con l'Aspide. Il lancio di questi missili è eseguito in pochi secondi, ma non possono fermare l'attacco concentrato degli Helldiver. Il Mimbelli riesce malamente ad ingaggiare questi target con le armi poppiere anche perché essi, pur stando sempre in forte picchiata, hanno eseguito la stessa con un pò di anticipo, per prevedere la posizione della nave, quindi in realtà sono un pò meno inclinati di quel che eseguono in picchiata, visto che cercano di presentarsi dove la nave sarà mentre manovra a circa 30 nodi.
Il caos regna sovrano in questa circostanza e sebbene entrambi gli Helldiver vengano abbattuti, quelli poppieri, quelli prodieri vengono affrontati con difficoltà. Il sistema di tiro ne prende in serie almeno 4 mentre scendono giù in picchiata, ma poi finisce per esserne sopraffatto: benché il cannone da 127 abbia ancora le munizioni disponibili, il cannone da 76 mm è molto più vorace e a quel punto, dopo avere eseguito una mezza dozzina buona di ingaggi, anche la pur vasta dotazione di proiettili pronti al tiro si esaurisce, lasciando al solo Aspide e al 127 mm l'incombenza di rispondere al fuoco. Però è oramai troppo tardi: il 127 mm è troppo lento per eseguire ingaggi numerosi, dopotutto spara un colpo ogni secondo e mezzo, circa un quarto di km per gli aerei attaccanti, mentre l'Aspide ha una gittata minima e oramai gli attaccanti stanno arrivando entro quel valore.
A quel punto entra in azione il cannone da 76 di poppa, ma è troppo tardi, mentre tira circa 10 colpi contro uno degli Helldiver distruggendolo, questo riesce nonostante tutto a sganciare la bomba, che esplode a meno di 50 metri dalla nave causando un notevole sconquasso. Gli altri 7 aerei disponibili non si fanno pregare, e attaccano la nave mentre questa gli spara contro con un Aspide e un pezzo da 127 mm. Nonostante questo, oramai le distanze sono troppo ridotte: l'ultimo quartetto attacca senza problemi reali, e l'unico aereo abbattuto in quel frangente è quello centrato dall'SR di poppa. Gli altri 3, invece, centrano la nave con grande precisione: uno con una bomba in pieno sulla sovrastruttura poppiera dietro la plancia, mettendo KO tutti i sistemi della stessa, radar e radio. Un'altra bomba cade vicinissima, a circa 15 metri dallo scafo a sinistra, investendolo con una colonna d'acqua alta almeno 60 metri, poi arriva una terza bomba, che centra la nave a lato della sovrastruttura poppiera, squassandola in buona misura e mettendo fuori uso anche il gruppo di radar poppieri, mentre una delle bombe è caduta a circa 20 metri e anche questa ha fatto qualche danno, non è chiaro se era quella dell'aereo distrutto all'ultimo momento o addirittura, questo abbia fatto forse centro. In questo modo, la nave è momentaneamente fuori uso anche se per ora non rischia di affondare. Poi però, arriva il resto della formazione, perché c'é almeno un paio di ulteriori velivoli che sono sopravvissuti al tiro antiaereo iniziale. Questi attaccano la nave e si dimostrano anch'essi estremamente precisi. Uno centra la zona a centro nave, l'altro non è chiaro se abbia fatto lo stesso, ma è probabile che abbia centrato addirittura la sovrastruttura poppiera, causando una tremenda conflagrazione di munizioni, siluri, missili ed elicotteri. Con 4 bombe da 1.000 lb non era molto probabile che il Mimbelli, specie senza assistenza, potesse sopravvivere, per giunta è stato mitragliato selvaggiamente dagli aerei rimasti: almeno 20 Helldiver l'hanno crivellato di colpi da 20 mm mettendone a segno almeno 500, falciando l'equipaggio, facendo esplodere o danneggiare le armi esterne, colpendo anche lo scafo sulla linea di galleggiamento pur di 'aiutarlo' ad affondare (parte delle munizioni è semi-perforante). Alla fine non è stato possibile salvare la nave, l'esplosione di armi al suo interno è stato un colpo di grazia per una situazione già fuori controllo.
Il Mimbelli s'é certo battuto con valore, ma date le caratteristiche dell'unità, non è una cosa che debba stupire. La nave è stata capace di respingere la prima ondata, abbattendo 11 Helldiver su 12 sul momento, poi ha respinto un attacco portato da 4 Helldiver mitragliatori, abbattendoli in sequenza con i Super Rapido. Poi ha contrastato un attacco proveniente da ben 3 direzioni diverse, con un Helldiver proveniente da bassa quota, uno, il superstite dei precedenti, da alta quota, abbattendoli entrambi, e portando le vittorie ravvicinate a ben 17, e poi contrastando gli altri Helldiver che scendevano da alta quota, portando le vittorie a non meno di 6, e quindi a 23 kill complessivi!!! Non male davvero, ma alla fine è stato messo fuori uso dal lancio di così tante armi.
Da notare che questo, benché sembri un fatto così complesso, è un evento bellico che è durato non più di tre minuti. Dall'inizio della prima picchiata, allo sgancio dell'ultima bomba, quindi, ben 4 ondate d'attacco di cui 2 a piena potenza, con un totale coinvolto di ben 29 aerei, uno ogni 6 secondi in media! Ecco perché la nave alla fine è stata 'saturata'. Oltretutto, non pare che i cannoni da 76 siano ricaricabili durante le azioni di tiro, a differenza del 127 mm. E ovviamente anche in quest'ultimo caso, non alla velocità a cui riesce a sparare quando tira alla massima cadenza di fuoco.
In definitiva, dei 12 aerei della seconda ondata, le prime due sezioni hanno perso metà effettivi a causa del tiro dei missili e cannoni, in egual misura, mentre andavano ancora in picchiata netta, poi altri due aerei sono stati eliminati, sempre in egual misura, dal tiro dei missili e cannone da 127 mm mentre ritornavano all'attacco dopo avere manovrato un pò durante la discesa, e infine del quartetto finale uno è stato abbattuto dall'SR di poppa, che aveva appena abbattuto l'Helldiver della formazione precente che ancora era ostinatamente in aria. Questo cannone è stato autore di almeno 3 abbattimenti, non male anche se avesse usato tutte le circa 80 munizioni disponibili, ma in realtà non aveva affatto finito di sparare quel che aveva disponibile.
I due cannoni di prua, invece, avevano avuto un'attività molto più intensa. Infatti avevano non meno di 2 aerei a testa già durante l'azione iniziale, pur tirando entrambi contro lo stesso bersaglio, visto che un altro era assegnato al cannone da 127 mm. Dopo avere eliminato questi 4 aerei, non contenti, hanno abbattuto almeno 3 aerei in volo radente/manovrante, più probabilmente collaborato ad abbattere anche un altro aereo. In tutto, in ogni caso, hanno sparato ad almeno 8 aerei, 4 a testa, di cui almeno 7 abbattuti di loro pugno tra tutti e due, più probabilmente la collaborazione per un altro. A questo punto, però, non c'é stato modo di ricaricarli prima che iniziassero un'altra tremenda azione di fuoco, ma con le munizioni cadute a livelli minimi, forse sul 25% a testa, quindi sui 20 colpi. Il tiro è stato comunque preciso e letale come al solito, perché assieme al cannone da 127 mm, riunito sotto la direzione di un unico sistema Dardo, hanno abbattuto in sequenza altri due aerei. Poi, a quel punto, hanno finito le munizioni, come era piuttosto inevitabile, o si sono surriscaldati o hanno avuto problemi meccanici di funzionamento dopo tutte queste raffiche. In ogni caso, tirare sui 160 colpi per abbattere un totale di almeno 7 aerei, più la collaborazione all'abbattimento di altri 3, mi pare decisamente un'ottima prestazione, e non era certo colpa loro se il nemico era così numeroso. L'artiglieria da 127 mm ha invece abbattuto prima un Helldiver, poi ha contribuito ad abbatterne un altro, (e forse anche uno di quelli abbattuti dagli altri sistemi nell'azione precedente), e infine ha sparato contro l'ultima formazione, contribuendo ad abbatterne altri due, e alla fine, ha combattuto in solitaria abbattendone un altro, chiudendo così come aveva iniziato. Notare che in questo caso non aveva affatto finito le munizioni, anche perché ricaricabile durante il tiro. In questo caso, non ha tirato più di circa 40 colpi dei 66 disponibili in origine, e questo malgrado l'elevata cadenza di tiro disponibile, per essere un cannone da 127 mm. Però, tirare un colpo ogni 1,5 secondi significava ogni 250 metri percorsi dal target e questo non è così positivo essendo dei bombardieri in rapida picchiata sulla nave, cambiando quota e forse anche velocità con notevole rapidità, e quasi certamente, anche un pò almeno, direzione, non fosse altro che per ridirezionarsi per seguire la nave italiana, che a 30 nodi fa circa 15 metri al secondo, quindi in appena 10 secondi sono ben 150 metri di cambiamento ovvero circa la lunghezza della nave, per cui è inevitabile cambiare almeno involontariamente anche la direzione per seguire meglio la nave, anche perché questa non si muove in rotta diritta, ma curva per quanto possibile onde far fallire gli attacchi nemici.
In tutto, dunque, i 4 cannoni sono stati capaci di tirare giù non meno di 3+7 = 10 bersagli solo considerando i cannoni da 76 mm in maniera più o meno esclusiva; più altri 3 in collaborazione e 2 in eclusiva da parte del 127 mm, totale di ben 15 target. Infine, i missili: gli SM-1MR hanno probabilmente abbattuto 3 target, che considerando erano tutti a pochi km di distanza, è un buon risultato per un'arma con un raggio minimo di circa 3 km, almeno teoricamente. Infine, i missili Aspide, beniamini della stampa di settore almeno quanto i cannoni OTO-Melara (del resto la pubblicità la pagano loro...), hanno abbattuto la loro brava parte di attaccanti, prima 3 della 1a ondata, poi altri 3 della 2a. Probabilmente il lanciatore da 8 colpi è stato vuotato totalmente, di sicuro ha lanciato almeno 6 missili, ma è probabile che almeno per i tiri ravvicinati, tanto per non rischiare, abbia aggiunto un secondo missile in caso il primo non funzionasse, visto che anche gli Aspide qualche volta mancano il bersaglio, persino nella pubblicità. Anche se ovviamente, sono i missili più precisi del mondo, eh, non sia mai che qualcuno li batta su qualcosa.
Non bisogna dimenticare che nel mondo reale spesso le sorprese non mancano, e non sempre sono positive. Nel 1987 circa, per esempio, ci si rese conto, raccontava Massimo Annati su RiD, che delle spolette italiane da 40 mm, prodotte dalla famosa Borletti, il 75% smetteva di funzionare entro i 5 anni dalla produzione, mentre il lotto svedese Bofors originale non aveva tale decadimento. Questo significa che, salvo impatti diretti, possibili ma non molto probabili, specie su oggetti piccoli come i missili, larghi 30 cm ma in movimento a 300 metri al secondo, la cadenza di tiro nominale di 600 colpi al minuto si riduceva, in pratica, a 150 (!!!), meno male che nel Golfo Persico la marina italiana non è stata mai oggetto di lanci di missili nemici, altrimenti chissà che sorprese sarebbero venute fuori! Questo è un esempio dei tanti, ma bisogna dire che nelle prove della MMI sul Dardo del 1976, venne stimata la possibilità di abbattere un missile subsonico oltre i 900 metri, ma soltanto nel 30% dei casi. Cosa sarebbe successo di quel missile entro i 900 metri, e se in 3 secondi i 30 colpi tirati extra sarebbero stati o meno capaci di abbatterlo, è difficile da dire realmente, per cui posto che la gittata per un sistema CIWS è comunque notevole, la probabilità è invero bassa e non rende molta giustizia all'enorme raggio d'azione di questi CIWS, 4.000 metri contro 1.500 del Phalanx. Malgrado questo braccio 'lungo', i missili sarebbero stati capaci, nel 70% dei casi, di passare e andare oltre, quindi nonostante il peso e il costo del sistema, al dunque la sua superiore gittata, almeno contro i missili, non sarebbe stata molto d'aiuto, anche se contro un aereo magari che esegue attacchi da una certa distanza per non farsi beccare, con razzi o siluri o bombe, è molto utile. Ma contro un missile? Boh. Certo che poi, migliorando presumibilmente l'arma, specie se assegnata al sistema Dardo-E, che peraltro accade solo con il Garibaldi, visto che gli altri hanno il sistema con l'RTN-20X oppure il Dardo-E con l'RTN-30X ma abbinato ai cannoni da 76 e ai missili Aspide, è un'altra cosa.
Sopratutto, chissà come sarebbero andate le prove se avessero usato il munizionamento 'depotenziato' dalle spolette Borletti: penso che in tal caso, la Pk oltre i '900 metri' sarebbe scesa se non a zero, a non più del 10% a far tanto, di fatto invalidando la possibile superiorità in gittata utile.
Il Mimbelli, dunque, prima di essere eliminato, ha distrutto ben 26 aerei, di cui 12 con i cannoni da 76 mm, 2 con il 127 mm, 3 in collaborazione totalizzando 15 kill con i cannoni, più 3 con gli SM-1MR e 6 con gli Aspide. Questo totale non comprende, notare bene, i velivoli abbattuti con gli SM-1MR quando questi si avvicinavano alla formazione navale. E' verosimile il lancio di almeno 12 missili con circa 10 kill, portando il tutto quindi a circa 34 aerei abbattuti, cosa che ha comportato tra l'altro il lancio di circa un terzo, e forse più, dei missili SM-1 della nave stessa, ovvero 40 ordigni in tutto.
1a ondata: 11 kill = 3 Aspide, 2 SM-1, 5 SR (4 prua e 1 poppa), 1 Compatto
4 Helldiver: 4 = 3 SR (prua), 1 misto SR-Compatto.
3+1 Helldiver: 4 = 1 SM-1, 3 SR (poppa).
2a ondata: almeno 7 kill = 3 Aspide, 1 Compatto, 1 SR (poppa), 2 misti SR (prua)-Compatto.
Cannoni SR: prua, totale ben 7+3 misti; poppa, 5 poppa. Probabilmente il minor spreco di munizioni del pezzo di poppa (ha colpito in media più bersagli, almeno come azione singolare, eppure aveva ancora munizioni prima dell'arrivo delle bombe) è spiegabile con il fatto che aveva meno a che fare con aerei in picchiata e più con aerei in volo radente, per cui ha avuto meno bisogno di sparargli all'impazzata per decidere di averli eliminati rispetto ad aerei che comunque volano al di sopra della nave. Inoltre, essendo isolato, ha dovuto sparare meno rispetto alla somma dei due cannoni di prua, specie nelle opzioni di tiro continuo semplicemente, non ci sarebbe stato il tempo per eguagliarli come volume di fuoco erogato, anche se il target fosse stato distrutto un pò prima (ma il tempo di volo dei primi proiettili è lo stesso, quindi almeno fino a quel punto si deve sparare). Del resto, alla fine sono sempre e solo 5 target per cannone come media.
La 2a ondata è stata fatta così: dei primi 4 aerei, lancio Aspide 1 kill, fuoco artiglieria 2 kill (1 superstite per il momento in fuga)
2o quartetto: lancio aspide 1 kill, tiro 127 mm 1 kill (2 superstiti)
3o quartetto: tiro SR 1 kill (3 superstiti, ma comunque sia tutti quanti hanno potuto eseguire il lancio della bomba).
A quel punto viene sotto anche il totale degli aerei rimasti, oltre agli ultimi 4 che fanno 2 centri anche se uno stava venendo distrutto dal tiro del 76 mm (praticamente disintegrato appena mezzo secondo dopo avere sganciato la bomba!!), arrivano gli ultimi 3 aerei ancora in giro, e questi a quanto pare fanno 2 centri ulteriori, mandando in rovina totale il Mimbelli, ridotto all'essere... imbelle. Senza M.
E il De la Penne? Riesce incredibilmente a sopravvivere anche a questa ondata d'attacco, difendendosi con indubbia forza e fortuna, riuscendo ad abbattere ben 23 aerei, col 24o che allontanatosi dall'attacco va a cercare un'altra nave. Non solo, ma come per il gemello, l'attacco a bassa quota da parte degli Helldiver è respinto abbattendo una formazione di altri 3 aerei con il tiro degli SR, e poi altri due abbattuti con il tiro del pezzo da 127 mentre si avvicinavano frontalmente.
Però, nemmeno il De la Penne era destinato a navigare molto più lontano. Infatti, viene centrato dalla 3a ondata d'attacco, ora che è rimasto l'unico cacciatorpediniere della marina ancora efficiente bellicamente. Infatti, a complicare le cose si sono messi ben tre fattori. Uno, è il massiccio logoramento delle scorte di munizioni di pronto impiego della nave, specie i Super Rapido, che oltretutto sono anche oramai surriscaldati e a rischio di guasto.
Poi arrivano gli aerei a bassa quota. Sono tantissimi. Se c'erano circa ottanta velivoli dopo la 1a ondata, che sono riusciti poi ad attaccare le 18 navi italiane, o meglio essenzialmente le 11 rimaste ancora intatte dopo i primi attacchi, e già così hanno messo in crisi la difesa del Mimbelli, nonché presumibilmente quella dell'ultima unità tipo Audace, forse proprio il capoclasse, dall'altra parte c'é da dire che il secondo round ha visto altri 132 aerei scendere giù come una pioggia verso le navi italiane ancora non bombardate.
Questi velivoli hanno numericamente una minore consistenza numerica del primo attacco, ma devono anche attaccare meno bersagli. La loro forza complessiva è molto elevata rispetto alle navi che devono assalire. Dopo l'attacco è probabile che circa 60 aerei sopravvivano all'abbattimento, e a questi si uniscono forse alcuni superstiti non ancora distrutti della 1a ondata che sono rimasti a razzolare a bassa quota per attaccare le navi mitragliandole. Adesso è la stessa cosa, e il De la Penne viene sottoposto ad attacchi multipli visto che è l'ultimo cacciatorpediniere e in generale, l'ultima grande nave ancora indenne visto che già la 1a ondata ha visto danneggiato seriamente il Veneto, e la 2a ha ottenuto di mettere fuori uso quest'ultimo incrociatore nonché danneggiare seriamente lo stesso Garibaldi.
La forza d'attacco si è quindi vettorata sul De la Penne e il Garibaldi, visto che era chiaro, come il Veneto fosse stato centrato troppo duramente per essere ancora un bersaglio valido o prioritario. Dopo la 2a ondata, del resto, di tutte le 18 navi, erano rimaste a 'prova' di bomba soltanto 3 unità, il De la Penne e due fregate fortunosamente scampate allo scempio.
A quel punto, almeno 14 aerei si avvicinano in 3 formazioni diverse da altrettante direzioni contro il De la Penne, inficiando le sue possibilità di sopravvivere e di ricaricare le armi, tanto che non ha potuto ricominciare il processo di ricarica né dei cannoni da 76 né dell'Albatross Aspide. Soltanto il 127 poteva sparare ancora con sicurezza di non esaurire a breve le munizioni, ma era troppo poco! Il De la Penne aveva fino ad allora abbattuto almeno 33 aerei nemici, e a quel punto viene attaccato da altri 14! L'azionamento rapido dei sistemi della nave hanno per adesso scongiurato il peggio, ma fa parte della strategia del nemico logorare le difese anche più resilienti.
Il De la Penne era, a quel punto, provvisto di munizioni scarse: solo un Aspide restava dopo avere respinto ben due ondate d'attacco, e non c'era modo di ricaricarlo durante l'azione di tiro visto che servivano tutte le armi in linea, altrimenti non sarebbe stato possibile respingere gli attacchi: 4 Aspide erano stati tirati contro la 1a ondata, e almeno 3 contro la 2a.
Poi è arrivato il successivo attacco da parte di 14 aerei, come fare? Di fatto, con tutto quel che c'era: i cannoni SR hanno abbattuto altri 4 bersagli, il 127 due, l'ultimo Aspide è stato lanciato ma a vuoto, forse perché sotto la gittata minima, anche un SM-1MR ha abbattuto un bersaglio e un altro ha mancato. In tutto, malgrado queste difese così coriacee, è stato possibile abbattere la metà degli attaccanti, ma gli altri hanno mitragliato il De la Penne, e se è per questo, probabilmente almeno 2-3 di quelli abbattuti lo hanno fatto. Le cannonate da 20 mm hanno devastato il livello delle sovrastrutture del cacciatorpediniere, mirate sopratutto ai radar e ai cannoni e lanciamissili vari, per neutralizzare le difese della nave.
L'attacco ha avuto successo, oltretutto uno degli aerei, danneggiato, è andato ad esplodere in mare a pochi metri dalla nave, colpendola con dei rottami. Uno dei Dardo di prua è stato messo fuori uso, così come il lanciamissili Aspide. E' già qualcosa, insomma. A questo va aggiunto il danneggiamento del radar tridimensionale della nave, che ha pregiudicato largamente l'uso dei missili SM-1 nel momento dell'ultimo, fatale confronto.
Ma non è tutto. A quel punto, la 3a ondata d'attacco si getta sul De la Penne, che è praticamente inerme: i cannoni SR hanno finito le munizioni e non c'é verso di riattivarli in tempo, per quando gli aerei a bassa quota hanno finito di passare, gli attaccanti sono già a non più di 5.000 metri e scendono come dei dannati. I cannoni SR hanno consumato tutte le munizioni ancora disponibili, già poche, per tenere a bada quest'ultima azione, quando arrivano i bombardieri Helldiver.
L'ultima arma capace di fermarli è il cannone da 127 mm, ma è troppo poco per così tanti avversari! Inoltre, c'é un altro problema. Il sistema datalink che ha aiutato il De la Penne a ricevere informazioni sulla minaccia aerea da alta quota negli ingaggi precedenti, non funziona più. O è stato colpito dai circa 200 colpi da 20 mm che sono esplosi sulla nave, o addirittura, il rarefarsi delle navi ancora integre, rimaste in pratica pochissime e con sistemi tutt'altro che concepiti per tali attacchi di saturazione, impedisce di fatto la copertura reciproca per questi attacchi. Il risultato è che il cannone da 127 mm deve cercarsi da solo con la DT Dardo di prua, il bersaglio, e ne inquadra uno a circa 3 km, iniziando a sparargli contro. Pam, pam, pam, ma soltanto quando è a circa 1.800 metri lo si vede incendiarsi e poi disintegrarsi. Gli altri 3 della 1a ondata, non gradiscono e scaricano le loro bombe, centrando la nave, ma solo con una di esse, forse perché disturbati dal fuoco della nave o dalle sue manovre; ma al contempo, arrivano già gli aerei della seconda sezione, che sganciano per quando quelli della 1a finiscono la richiamata; stavolta le bombe a segno sono 3, e alla fine ne arrivano altre da parte dell'ultimo quartetto, ovvero altre 2 a segno esplose sulla nave, più vari near miss. In tutto, sono almeno 5 e forse 6 le bombe da 1.000 libbre che centrano in pieno la nave esponendola ad un danno irrimediabile, troppo grave anche per un massiccio incrociatore della II guerra mondiale, figurarsi per una nave ben più piccola di tipo moderno e pressoché sprotetta. Le fiamme avvampano il caccia da prua a poppa, esplodono i siluri dell'hangar, e altri danni ancora che finiscono per rendere la nave un relitto in fiamme e in affondamento, visto che oltre alle bombe a segno almeno 3 vicine hanno aperto vie d'acqua per quanto prossime erano, sullo scafo. Dopo circa mezz'ora la nave, non più attaccata, affonda dopo un'esplosione nei depositi munizioni da 127 mm o da 76 mm.
Da notare che essa riuscì ad abbattere con gli SR numerosi target: 3 a bassa quota dopo la 1a ondata, altri 4 con gli aerei a bassa quota dopo la 2a ondata, il tutto fa 7 abbattimenti con circa 240 colpi disponibili, che sarebbe già molto, ma in realtà anche i 23 aerei abbattuti dalle armi a.a. mentre scendevano in picchiata sono caduti spesso sotto il tiro dei cannoni da 76 mm, probabilmente parliamo di circa 8 target sicuramente abbattuti, totalizzando non meno di 15 abbattimenti dovuti solo agli SR, circa 1 ogni 16 colpi disponibili!!! Non male davvero per un cannone, o no? Ha fatto anche meglio del Mimbelli che ha tirato giù 'solo' 9 aerei più 3 in collaborazione, ovvero 20 colpi per ciascun aereo beccato in qualche misura. Evidentemente la situazione è stata un pò diversa, o forse il De la Penne è stato più fortunato nelle modalità d'attacco, chissà.
In tutto il De la Penne ha abbattuto in questa selvaggia battaglia ravvicinata ben 36 aerei, più circa 10 abbattuti nel tiro a lungo raggio dei missili SM-1. Peraltro non è stato possibile con questo riuscire ad impedire alle ondate progressivamente mandate in azione, di affondare anche questa nave.
7-9:
La fine degli Audace è un altro discorso ancora. Essi hanno una struttura difensiva peculiare: simili come armamento ai De la Penne, anzi hanno un cannone in più, per contro hanno un sonar, il VDS, in meno, e sopratutto, hanno un radar in meno. Per giunta, i loro radar sono sistemati in maniera tale che è quasi impossibile per tutti e tre aprire il fuoco contro lo stesso target, perché i due di poppa/centro nave sono troppo sotto l'albero radar con il 3D e quindi hanno campi di tiro notevolmente ostruiti. Inoltre, nonostante abbiano una potenza di fuoco teoricamente maggiore, i loro 4 cannoni, contro un singolo target, sono capaci di sparare con angoli di tiro peggiori. In altre parole, a seconda dell'angolo da cui proviene l'attaccante, esso sarà contrastabile con due armi, con una, o con nessuna. Esatto, nessuna. Sia per l'attacco ad estrema prua, sia per quello ad estrema poppa, ore 6 e ore 12 non coperte per nulla. Mentre i De la Penne, a seconda di dove sia la minaccia possono contrastarla sempre con uno o con due cannoni. Non è affatto la stessa cosa.
Contro attacchi in quota tutto questo potrebbe non essere vero, ma il fatto è che quasi inevitabilmente l'attacco in questione verrebbe da una direzione diversa dalla linea di mezzeria della nave, e quindi non sarebbe simmetrica, a maggior ragione se si considera che la nave non starebbe certo in linea retta, ma manovrerebbe probabilmente con giri stretti ad alta velocità. Però, questo significa che uno dei sistemi DT sarebbe pressoché sicuramente offuscato dalle sovrastrutture. Se la nave in particolare volesse contrastare gli attaccanti con una manovra in cui dà loro la prua, per essere quanto più rapida e precisa possibile nella reazione, e aiutare anche visivamente a vedere la minaccia dalla plancia, allora uno dei DT di poppa sarà sicuramente fuori gioco, se non addirittura tutti e due! Anche i missili SM-1 saranno molto probabilmente fuori gioco nella zona anteriore della difesa aerea. Se l'attacco è laterale, quasi certamente toccherà ad una delle DT laterali, e dopo avere fatto una parte della manovra a cerchio, toccherà all'altra DT essere oscurata, cosa che indubbiamente complica la vita dell'unità navale.
Ovviamente, poi, le prestazioni dei sistemi di comando e controllo non sempre sono all'altezza della situazione. Tanto per capirci, l'USS Vincennes buttò giù un Airbus iraniano 'per sbaglio'. Dopo essere penetrato nelle acque territoriali iraniane, dopo avere visto quest'aereo in volo a media quota in traiettoria ASCENDENTE, dopo avere rilevato il suo IFF mod.3 che è civile e non militare. La scusa è che gli hanno provato a parlare per circa 10 volte prima di abbatterlo. Anche se la wikipedia inglese è fortemente faziosa, non sono riusciti a negare l'assoluta negatività di questo comandante dell'incrociatore, fortemente criticato per la sua aggressività senza senso anche da parte dei suoi colleghi presenti nel Golfo e testimoni della tragedia, solo che loro, con le loro navi meno potenti e moderne, erano comunque riusciti a capire che si trattava di un aereo civile, a bordo del quale vennero uccise 290 persone tra cui anche un italiano.
Sempre wikipedia è riuscita anche a ricordare che secondo molti commentatori, è stato profondamente fazioso raccontare la vicenda dell'MH-17 come un crimine russo con tale enfasi, quando al contempo per la distruzione dell'A.300 e dei suoi occupanti è stato usato l'errore 'innocente', anzi addirittura la scusa della provocazione iraniana, a causa di una presunta battaglia di mitragliatrici tra un elicottero e delle motovedette iraniane. Caso interessante, il numero di vittime civili è stato superato solo dallo stesso MH-17, e di poco. Però in quel caso, certamente più oscuro e combattuto visto che parliamo di una guerra in atto vera e propria e non di una situazione di 'tensione', l'accaduto è stato usato come mazza contro Putin e la Russia, mentre con il Flight 655 è stato considerato normale amministrazione, un aereo iraniano in meno, insomma. Una cosa che non concordo è sul fatto che i russi abbiano tenuto un comportamento anche peggiore con il KAL-007. Per quanto abbattuto da breve raggio, è stato intercettato di notte e sopra uno dei territori russi più sensibili per via dei poligoni nucleari che ha, per cui i russi si sentivano minacciati direttamente da un presunto aereo spia nemico, date le molte violazioni dell'aviazione americana sui confini sovietici la cosa era tutt'altro che assurda. Mentre qui abbiamo gli americani che entrano illegalmente dentro le acque territoriali iraniane e abbattono un aereo da trasporto che non c'entrava assolutamente nulla e che seguiva una ben nota rotta commerciale, mentre il KAL-007 era 500 km fuori rotta. Come dire, immaginiamo che i russi entrino dentro il golfo della California e poi abbattano un Boeing civile americano. Non mi pare proprio la stessa cosa di quel che è successo con lo 007 (che nome, poi, per un sospetto aereo-spia!).
Detto questo. Come si è affondata la coppia di Audace. Il primo è stato attaccato direttamente con 12 Helldiver, nel corso della prima ondata, probabilmente era l'Ardito. La sua esistenza è stata subito messa in dubbio da quest'attacco. Ha portato la prua verso questi attaccanti ma non è stato facile affrontarli. Con la DT laterale ha usato i due SR di sinistra, mentre la DT di prua è stata molto peggio messa: con 6 armi per 3 DT anziché 5 per 4, è evidente che c'erano dei problemi di coordinamento. In particolare, non pare che i radar RTN-30X possano contemporaneamente usare sia la guida missili che il tiro contro aerei tramite artiglieria, ma anche se potessero, avrebbero la necessità di sparare contro un unico target. Ora, con entrambi i tipi di armi disponibili a prua, ma una sola DT, quale scegliere?
Nel caso dei De la Penne, è facile, tutto sommato: se è possibile puntare tutte le DT: la N.1 con il 127 mm, la N.2 con i due SR, la N.3 (a poppa) con l'Albatross, la N.4 con l'altro SR. Se invece sono solo 3, allora è probabile che: la N.1 con il 127 e gli SR, la N.2 con l'Albatross, la N.3 con l'SR di poppa.
Nel caso degli Audace, però, esistono problemi maggiori, perché a prua c'é solo una DT e le armi sono sì soltanto due, ma di tipo diverso. Quale usare, dunque?
Diciamo che la prima è la scelta migliore: il missile Albatross/Aspide. Al limite si potrebbe usare anche il 127 mm, ma a meno che quest'ultimo non sia provvisto di un'altra centrale optronica come nel caso delle Maestrale, però non si vede nelle foto, allora non c'é verso di usarlo contro un altro target, o quello stesso con l'Albatross o nulla. Quindi direi di usare l'Albatross, più potente, eventualmente riservando il 127 mm per l'azione di difesa ravvicinata, sotto i 1.500 metri circa.
Al contempo, si posiziona in maniera tale da usare anche i due sistemi SM-1 di poppa, così da poter inquadrare comunque 4 target per volta.
Ma c'é poco tempo, ecco quale è il problema. I due SM-1MR lanciati scombinano il primo quartetto mentre il tiro degli Albatross e degli SR scombina il secondo. Però poi la distanza scende sotto i 3 km e non è più possibile lanciare per tempo una seconda salva di SM-1MR. I due SR ingaggiano uno dopo l'altro gli attaccanti e abbattono 3 di essi, ma un altro sfugge, solo per essere abbattuto da un Aspide prima ancora di almeno uno degli altri tre. A quel punto la distanza è ridotta e il gioco non funziona più. La successiva salva di Aspide vede due missili diretti contro uno degli Helldiver sopravvissuti della prima ondata, abbattendo anche quello. Ne resta un altro, ma sopratutto ne arrivano altri 4 in picchiata senza quasi alcun contrasto. I velivoli vengono attaccati da un altro Aspide, ma forse per la distanza troppo ridotta, stavolta fallisce il lancio, mentre gli Helldiver sganciano le bombe e, imperturbabili, lanciano le bombe in sequenza, mettendone a segno due. Un'altra viene messa a segno dall'altro Helldiver sopravvissuto, causando devastazioni totali sul caccia italiano, incendiato da prua a poppa e con diverse esplosioni a bordo.
L'altro caccia, invece, riesce a neutralizzare anche la terza ondata tirando con tutto quel che ha a disposizione, ed evitando due bombe degli ultimi Helldiver disponibili, in una serie di lanci e di contrasti all'azione nemica che sono a dire il minimo al 'limite', incassando solo qualche concussione e scheggia, mentre uno dopo l'altro, abbatte tutti i suoi aggressori, metà di questi con i cannoni SR, altri 3 con l'Aspide, 2 con gli SM-1MR, e uno con il 127 mm tirando da brevissima distanza alcuni proiettili.
Questo è tutto molto bello e giusto, ma poi arriva anche un altro tipo di minaccia. Rilevati a bassissima quota, almeno 6 Helldiver sono in arrivo proprio sull'Audace. Probabilmente avevano in mente di attaccare il Garibaldi o il Veneto, ma siccome per arrivare a loro in mezzo devono passare vicinissimi all'Audace, attaccano prima questo. Infatti, o si avvicinano molto e al contempo non attaccano la nave, quindi doppio danno, perché questa potrà distruggerli impunemente uno dietro l'altro, oppure allungano, ma così facendo corrono solo meno rischi, ma ne corrono ancora, e per giunta ci mettono più tempo lasciandosi così abbattere non meno facilmente. Quindi, tanto vale attaccare la nave più vicina, e poi eventualmente sorvolandola, attaccare anche un altro bersaglio con i superstiti.
E così è. Questi 6 aerei arrivano a circa 360-400 km/h (un km ogni 9-10 secondi) verso la nave italiana, che reagisce sparando con le armi disponibili. Il guaio è che essa viene avvicinata quasi frontalmente dagli incursori, il che limita la possibilità di tirare con gli SR e addirittura annulla la possibilità di tirare con gli SM-1, che per quando sono nella posizione giusta per sparare, sono già sotto la gittata massima. Così la nave viene assalita da questi bestioni, che sono anche molti, ma soltanto per circa 30 secondi può opporsi ad essi, infatti, mentre tutti erano concentrati nel contrasto dell'attacco da sopra, la nave è stata avvicinata a soli 3 km da questi velivoli, che entro i 2.000 metri possono persino aprire il tiro con i cannoni da 20 mm. Il risultato è che essa spara subito con un Aspide e poi con il cannone da 127 mm, nonché di lì a pochi secondi, con i 2 SR di lato. Ma non basta ancora: benché i tre target designati vengono distrutti, gli altri aprono il fuoco da circa 1.600 metri con i loro 6 cannoni da 20 mm, mirando sopratutto alla plancia della nave. Questa riesce a sparare ancora a segno con gli SR abbattendo un altro target, ma quest'ultimo ha la pelle dura, infatti prima sale in quota colpito a morte, poi scende verso la nave, mentre al contempo una raffica da 20 mm centra la sovrastruttura di plancia. Dopo essere salito a circa 300 metri, il velivolo ripiomba giù verso la nave senza alcuna variazione di rotta, ed è oramai a meno di 600 metri, per cui è praticamente al limite dei 500 metri di gittata minima citati per i Super Rapido. Esplode contro la fiancata destra della nave stessa, penetrando il fasciame con il motore in fiamme e causando danni considerevoli, mentre rottami di ogni sorta volano sopra le sovrastrutture stesse.
Il team di plancia del Vincennes era soggetto, dicevano, a 'stress da combattimento', pur non combattendo affatto. Dunque, che tipo di stress avrebbe il team dell'Audace? Molto di più, ovvio. Quindi gli errori e le distrazioni sono inevitabili, come il non essersi 'accorti' che si trattava di un aereo civile con l'IFF Mode 2 acceso, che invece era rilevato dalla stessa nave in maniera automatica.
La situazione è stata devastante per l'Audace, malgrado abbatta ben 4 dei suoi avversari, portando le vittorie 'ravvicinate' a ben 16. Questo non è però tutto, perché due degli Helldiver lo superano mitragliandolo di continuo e i cannoni da 20 mm, specie a distanze ravvicinate fino a 200-300 metri, fanno male. In particolare, hanno eliminato il lanciamissili Aspide, a causa di alcuni colpi in pieno. Peggio che mai, l'aereo caduto a metà nave ha coperto di rottami la zona centrale della coperta e sovrastrutture, incastrando con un grosso rottame anche il radar di tiro RTN-30 di diritta e mettendo fuori uso per concussione un SR, probabilmente quello prodiero.
Questa è una doppia iattura, ma peggio che mai, gli altri 12 Helldiver in picchiata stanno già arrivando.. da destra! E' proprio iella, non c'é niente da fare. L'impatto dell'Helldiver sulla nave ha causato un momentano black-out del complesso sistema SM-1MR, forse al radar 3D a causa della concussione. Capita, e in pochi minuti sarebbe stato risolto, però non abbiamo pochi minuti. Così la nave è costretta a sparare, in quest'ultimo fatale momento della sua attività, solo con il cannone da 127 mm di prua, che tuttavia vende cara la pelle abbattendo due degli attaccanti con circa 15 colpi sparati tra 4.000 e 1.000 metri, malgrado che abbia potuto concentrarsi sul contrasto di questi Helldiver in pratica solo dopo alcuni fondamentali secondi di tempo. La nave, del resto, aveva preso da 80 a 100 colpi da 20 mm, più l'impatto diretto dell'Helldiver sulla fiancata appena sotto il ponte di coperta.
Con questa modalità di difesa degradata, senza Aspide, senza SM-1MR, quindi senza missili, senza uno dei radar RTN-30X e i cannoni ad esso asserviti condannati all'inutilità, non c'era molto che si potesse fare. Abbattuti due degli aerei, gli altri dieci prendono di mira la nave e la centrano con ben 5 bombe in pieno, distruggendola in una catena di esplosioni e incendi da prua a poppa.
Gli ultimi due Helldiver attaccano il Garibaldi, ma vengono abbattuti da uno dei Dardo prodieri. Però contribuiscono a 'distrarre' le difese dall'attacco successivo, assieme a ben altri sette Helldiver che hanno portato l'attacco a bassa quota sulla nave ammiraglia italiana, e di cui almeno 5 sono stati abbattuti prontamente, 3 dai Dardo, e 2 dagli Aspide.
Però la situazione è drammatica per l'ammiraglia. Ha tirato ben 6 Aspide dal lanciamissili di prua durante la prima azione di fuoco, abbattendo almeno 5 aerei, più un altro ingaggiato dal lanciamissili di poppa con altri due missili. Ha ingaggiato i restanti 6 aerei con i due Dardo di prua, abbattendo 4 degli incursori, incluso uno che aveva appena sganciato la bomba, andata di poco fuori misura, forse sui 30 metri. Un altro Helldiver ha sganciato la bomba mancando la nave, mentre un altro ancora è stato probabilmente abbattuto da un SM-1 lanciato forse proprio dall'Ardito, che si è privato almeno inizialmente della sua capacità missilistica a medio raggio per proteggere la nave con almeno un missile lanciato. L'ultimo Helldiver è riuscito ad attaccare poi il Veneto, finendo abbattuto dopo averlo mitragliato da una certa distanza. Uno degli Helldiver diretti sul Garibaldi si è schiantato in mare a meno di 30 metri dalla nave, facendo qualche danno con l'esplosione seguente.
A quel punto la situazione dei missili era critica: il lanciatore di prua ne aveva lanciati 6 su 8, quello di poppa, specularmente, solo 2 su 8. Il sistema di ricarica automatico poteva ovviamente rimediare in poco tempo (secondi? Minuti?) al problema, però non c'era modo di dismettere l'azione perché entrambi i lanciamissili erano ancora attivi nel contrasto del nemico. Appena appena si stava decidendo di riarmare il lanciamissili di prua, ed ecco che arrivano da bassa quota diversi Helldiver, e quindi nemmeno per 30 secondi si sarebbe potuto tollerare l'assenza dei lanciamissili, proprio ora che erano così importanti e che uno dei caccia della difesa ravvicinata era stato colpito, così come il Veneto del resto.
A quel punto, i missili Aspide sono stati lanciati ancora, tirando gli ultimi due verso la formazione di prua di almeno 5 aerei, ma poi c'erano altri 2 aerei che arrivavano da centro nave passando sopra l'Ardito, e altri 2 che arrivavano da poppavia. Era impossibile, con questi nemici, per quanto lenti, a non più di 3-4 km, lasciare perdere la situazione, affidandosi solo alle navi di scorta, di cui almeno 2 colpite nel cerchio più ridotto. Questo è un problema enorme, in effetti, anche perché dalla nave non si sapeva se gli aerei nemici avessero ancora bombe a bordo o se volessero schiantarsi contro la nave come kamikaze, specie dopo avere visto un simile gesto fatto contro l'Impavido. Quindi gli 8 missili Aspide rimasti sono stati prontamente utilizzati tirando contro ogni avversario in avvicinamento, quelli di prua però erano soltanto due e una volta lanciati, c'erano almeno altri 3 aerei in avvicinamento. Per giunta, i 6 missili poppieri erano collegati in quel momento solo alla singola direzione di tiro di poppa, che era incapace di tracciare tutte le minacce in avvicinamento. Così ha lanciato 2 missili contro un target e uno contro un altro in breve tempo, poi ha sparato con il Dardo poppiero e uno di prua contro gli altri aerei. Nonostante questo, uno degli Helldiver è sopravvissuto alla grandine di fuoco, mitragliando la plancia del Garibaldi e sorvolandolo pur senza scoppiarvi contro. Degli altri 8, 4 abbattuti dagli Aspide, e 4 dai Dardo, ma due di questi ultimi hanno potuto anch'essi sparare entro i 500-1.500 metri sulla nave italiana.
Nell'insieme il Garibaldi si è difeso bene, abbattendo almeno 10 aerei della 1a ondata e poi 8 di quest'ultima di 'mitragliatori'.
Il problema è che a quel punto, si è trovato incluso nei mirini della 2a ondata di bombardieri, senza praticamente più armi per contrastarli! Mentre si ricaricava freneticamente l'Aspide, questi erano già scesi a meno di 5.000 metri e si avvicinavno a circa 600 km/h, entro una manciata di secondi e sarebbe finita. Forse non avrebbe fatto in tempo nemmeno a ricaricare senza questo intermezzo, ma sicuramente il Garibaldi così non poté proprio riuscirci. Rimanevano, di 16 armi, soltanto 3 Aspide pronti al fuoco: un pò pochini, in effetti. Peggio, la DT di poppa è stata usata tardivamente anche stavolta, lanciando due missili contro un target a circa 2.000 metri di distanza appena, mentre per via della manovra, il Dardo di prua a sinistra non aveva più campo di tiro, e quello di poppa aveva appena iniziato l'azione di fuoco. I 4 Aspide di prua stavano proprio venendo caricati quando i primi aerei arrivarono. Prima giunsero a 'pezzi', perché uno degli Helldiver, spennato da un Dardo, si schiantò sul ponte di volo della nave esplodendo con violenza estrema. Altri 2 aerei erano stati abbattuti dai Dardo di prua, uno fu preso sotto tiro da quello poppiero ma non venne abbattuto, non prima almeno di avere sganciato la bomba a segno, era quello che si schiantò sul ponte, già colpito anche dal tiro di un Dardo di prua, mentre un altro era stato abbattuto dagli Aspide tirati da poppa.
Come se non bastasse, a quel punto giunse la 2a ondata. Se le difese del Garibaldi avevano ancora qualche speranza di fermare l'attacco della 1a ondata, ben poco potevano contro la 2a. Di questi 4 aerei, due centrarono in pieno la nave con le bombe tirate in pieno centro e due scoppiarono a breve distanza causando altri danni. Notare che un Dardo aveva iniziato a sparare contro uno degli aerei e finì per abbatterlo malgrado i colpi a segno, che peraltro subito dopo misero totalmente fuori uso anche lo stesso Dardo, probabilmente quello di poppa, più lontano dallo scoppio iniziale. Poi arrivarono gli aerei della 3a ondata e centrarono la nave con altre 3 bombe. Essendo le navi di scorta molto ridotte di numero dopo la 1a ondata, ed essendo le superstiti ingaggite pressochè contemporaneamente, non c'é da stupirsi che non vi furono aiuti per il Garibaldi, che a quel punto è stato centrato da 6 bombe e un aereo (vettore di una delle bombe già conteggiate), più vario mitragliamento, schegge e danni da near miss. Per una nave da 10.000 tonnellate e 180 metri dovrebbe essere sufficiente (una bomba da 1.000 lb ogni 30 metri!), incendiando la nave da prua a poppa e mettendola totalmente fuori uso.
Quanto alle Maestrale, una per esempio è stata colpita così: i 12 Helldiver l'hanno attaccata con i soliti quartetti, e lei si è difesa tirando con 3 armi -127, Aspide e un Dardo, abbattendo uno dopo l'altro ben 6 aerei, di cui metà da parte degli Aspide, 1 dal Dardo e 2 dal Compatto. Però non è bastato, nemmeno il tiro di almeno una delle due mitragliere da 20 mm: l'ultima ondata, come già altre volte accaduto, si avvicina indisturbata e centra la nave con ben due bombe in pieno a mezza nave, più due near miss, inoltre un aereo colpito, probabilmente proprio quello del Dardo, si schianta sulla nave con la sua bomba, approfittando anche del fatto che sotto i 1.000 metri è uscito dal campo di tiro del Dardo di dritta per passare a quello di babordo, che però non ha fatto in tempo a centrarlo prima del peggio! Ecco perché la nave è andata distrutta. Una delle bombe ha fatto detonare i depositi siluri a metà nave, causando altri danni che hanno distrutto la fregata. Gli altri 6 aerei hanno continuato ad attaccare le navi italiane: si sono infatti diretti tutti quanti verso una nave che già conosciamo: l'Audace, con i risultati che poi si sono visti: 4 abbattuti ma comunque danneggiano anche questa nave, e poi gli ultimi due attaccano indomiti l'ammiraglia Garibaldi, anche se non è sicuro che l'abbiano danneggiata, sicuramente l'hanno distratta a sufficienza causando la perdita della nave per il successivo attacco degli Helldiver.
8-9-18:
Oggi molta ricerca sul discorso dei cannoni realmente installati sulle navi italiane. RiD dava come installati i cannoni SR anche sulle corvette classe Minerva, ma questo era negli anni '80, quando forse pensavano di campare un pò più alla larga. Di fatto, la stessa RiD nella mappa delle navi italiane, e la guida delle navi edita dalla Marina militare attorno al 1995, dava presente il Compatto e non c'é ragione reale per pensare il contrario, malgrado la presenza di una DT Dardo-E. Ma il problema è casomai il discorso degli Audace: secondo la guida della Marina hanno mantenuto sempre i 4 Compatto. Secondo il sito dell'Ardito invece hanno cambiato i Compatto con gli SR, anche wikipedia dice così però fa confusione, una volta dice Compatto e l'altra SR. Peggio ancora, c'é da dire che esistono anche verità del mezzo. Una pagina web, di military today, afferma infatti che durante il refitting, l'Impavido ha avuto un solo SR e ha tenuto 3 Compatto, mentre il set completo di 4 SR è andato solo all'Audace. Quindi tutto sommato avevo ragione io a dire che l'Ardito è più debole dell'Audace. Se avessi potuto dimostrare che queste navi erano prive di SR sarebbe stato il meglio, ma se ha ragione la Marina (nel sito non sono riuscito a trovare nessuna scheda, peccato) è un altro discorso, mentre anche la versione 'intermedia' darebbe comunque un armamento ridotto per l'Ardito mentre solo l'Audace avrebbe l'armamento full optional. Questo è molto interessante e potrebbe essere vero, mettendo d'accordo un pò tutti nel senso che nessuno è nel giusto a dire dell'apparizione degli SR, o del mantenimento dei Compatto a bordo. Diciamo che sarebbe vero il discorso degli SR solo per i 5/8. Del resto ho letto che una delle Perry avrebbe abbattuto un missile durante gli scontri con gli iraniani nel 1988, cosa ufficialmente negata per non aumentare ulteriormente la tensione, da parte dell'amministrazione Reagan, del resto è abbastanza logico che dopo avere perso diverse navi, la marina iraniana non trovasse di meglio che tirare missili Silkworm contro le navi americane, ma senza che questi colpissero, deviati dai chaff oppure abbattuti, wikipedia dice con il cannone da 76 in un caso, che sarebbe notevole ma solleva qualche altro dubbio: come mai non con l'arma antiaerei principale, ovvero il missile SM-1? La versione iraniana di quel missile pare che fosse l'HY-4, che è un grosso ordigno ma vola probabilmente a non più di 70 metri di quota, quindi è un'arma a volo radente a tutti gli effetti.
Quindi, ricapitolando: le corvette Minerva, Dardo o non Dardo, non hanno l'SR; per i cacciatorpediniere non è possibile capire al meglio la loro situazione, ma vi sono 3 ipotesi: tutto Compatto, tutto SR, o 5/8 SR e 3/8 Compatto, quasi una via di mezzo.
Ah, il radar di tiro strano visto su di una nave della serie, l'Ardito, è effettivamente un radar, ma non un SPG per i missili Standard, ma niente di meno che un radar usato per mantenere i collegamenti via satellite durante una crociera a lungo raggio negli anni '70. La ragione di questa scelta, spiega wikipedia, è che questo radar, soprannominato Sarchiapone, aveva un'elevata precisione e quindi poteva percepire i messaggi via satellite come una parabola satellitare, insomma. Per questo smontarono l'attrezzatura che c'era prima lì (normalmente, almeno in seguito, è un radar RAN-10S, ma probabilmente all'inizio non c'era, almeno le vecchie foto non lo mostrano con questa disposizione) e ci misero quest'attrezzo curioso, che in effetti non sembrava proprio un radar di scoperta aerea o di superficie, nemmeno di vecchio tipo.
Un'altra cosa che va detta: per tutta la durata o quasi della Guerra fredda, la MM rimase senza navi realmente efficienti nella categoria cacciatorpediniere; i due Ardito erano abbastanza moderni quando arrivarono, ma negli anni '80 erano obsoleti e non aggiornati, a differenza degli incrociatori e poi, dei due caccia Audace. Questi ultimi, però, sono stati aggiornati sopratutto per la fine degli anni '80, nel 1988-89 circa, quando oramai la guerra Fredda era bell'e finita (a seconda di quando lo si vuole definire questo periodo, tra il 1989 e il 1991).
Essi mancavano originariamente addirittura di una vera COC (centrale di combattiment). Quanto ai De la Penne, non erano ancora stati completati e lo sarebbero stati solo nel 1993-94, decisamente tardi per l'epoca nella quale erano stati previsti, come del resto i Burke e i Cassard (a proposito, questi ultimi sono rimasti senza VDS anche se inizialmente si pensava di mettercelo).