Hiroshima era necessaria?
6-8-2018
Ogni tanto mi tocca di uscire dalla solita narrazione dei 'dati utili per wargamers'. E' il solito imperativo morale, anzi la 'legge morale dentro di me' (Kant) che me lo chiede. Scusate.
Ieri c'era l'anniversario, il 73o, di Hiroshima. Ovviamente, nessuno in Italia se ne è accorto.
Il destino, che è beffardo in maniera inarrivabile, ci ha invece regalato uno spettacolo che sembra quasi un promemoria; e proprio a Bologna, tra l'altro, reduce dalle celebrazioni del famoso attentato. Voglio dire, non capita tutti i giorni di vedere una specie di 'fungo atomico' levarsi sopra una nostra città. E pensare, che quello di 73 anni fa era circa 1.000 volte più potente. Nemmeno tanto di più, a pensarci bene.
MA ADESSO pensiamo ad analizzare quel che è successo in Giappone, e quel che ha rappresentato Hiroshima. E sopratutto, Nagasaki, che per certi versi è ancora più significativa e indicativa di quel che pensassero davvero i leader alleati all'epoca.
Giustificazionisti: uccidendo salviamo vite innocenti
1) la prima giustificazione che è sempre stata portata avanti, come mero calcolo ragionierisitico sull'uso delle armi nucleari, è che così facendo, si sarebbero salvate/risparmiate vite. Sia proprie (almeno 250.000), sia del nemico, sia delle popolazioni assoggettate, che subivano terribili sofferenze anche verso la fine della guerra, sia in Cina che in Indocina (dove era in atto una carestia voluta, a quanto pare, dagli stessi giapponesi) che in altre parti disgraziatamente cadute in mano ai soldati dell'Imperatore. Di fatto, i Giapponesi dimostrarono che in quanto a ferocia, essi erano anche peggio dei vituperati occidentali. Inoltre, c'era da conquistare il Giappone, che era a sua volta in piena mobilitazione, tanto che vi fu un ufficiale che si spinse a dire che 'non c'erano civili in Giappone'. Questo modo di narrare le cose, in termini assoluti, è VERO, in un certo senso... ma solo in un certo senso.
Infatti, in realtà, esistono parecchi 'problemini' con questa versione dei fatti.
Anzitutto: perché sarebbero state salvate tante persone in quella guerra? In realtà, la guerra, era di fatto FINITA. Ok? La fine della guerra fu la caduta della sfortunatissima Okinawa, che ironicamente, non fu mai davvero 'giapponese' (la resistenza al dominio di Satsuma, che proibiva l'uso di armi agli abitanti di Okinawa, portò alfine allo sviluppo di arti marziali locali da cui è nato il karate, che significa mano 'vuota'). Eppure fu difesa in maniera mortale dai soldati giapponesi, coinvolgendo largamente anche la popolazione locale, che spesso, terrorizzata dai racconti che venivano fatti, si buttava dalle scogliere, verso la fine della guerra, per sfuggire ai soldati americani. In quella lunga battaglia morirono forse 100.000 soldati giapponesi, e circa 12.000 americani.
I giapponesi, in quell'occasione, usarono nella maniera più ampia possibile l'arma dei Kamikaze, in particolare con le missioni d'attacco di massa note come Kikosui, in cui fino a 200 aerei suicidi più altri di scorta e da attacco normale, venivano usati per attaccare le forze americane al largo dell'isola. Malgrado la crudeltà della battaglia, alla fine gli americani vinsero e i giapponesi si trovarono talmente a malpartito, che dovettero razionare il carburante anche in madrepatria: tra giugno e luglio 1945, oramai, nemmeno riuscivano più a contrastare i B-29 in azione in pieno giorno, e quando arrivarono i bombardieri americani con le 'atomiche', nemmeno i caccia si levarono in volo per fermarli: essendo velivoli singoli o in piccolo numero, non si pensava che fossero nient'altro che ricognitori meteorologici, non valeva la pena cercare di abbatterli, e questo anche considerando che avrebbero potuto facilmente tirarsi dietro uno stormo di bombardieri appena inoltravano il rapporto!
La Marina giapponese? Anche quella non esisteva più. Proprio ad Okinawa vi fu l'ultimo atto: la missione suicida della Yamato, affondata prima ancora che raggiungesse Okinawa per unirsi alle difese locali contro gli americani. Un piano folle, per il quale c'era giusto il carburante sufficiente per l'andata. E la Yamato nemmeno quella riuscì a fare, distrutta assieme a metà delle navi di scorta. Oltre 3.600 marinai morti per nulla, mentre un fungo 'atomico' si levava dall'enorme scafo della nave giapponese al momento dell'affondamento, quasi un sinistro presagio.
Ma fosse stato solo quello che si 'vedeva'.
Sott'acqua le cose erano anche peggiori.
Anzitutto, i mostri sottomarini americani sciamavano senza pietà in tutto l'arcipelago e la marina giapponese, nata sopratutto per combattere altre marine, non riuscì a fare nulla per fermarli. In tutta la guerra, i sommergibili americani affondarono oltre 1.100 navi giapponesi per un totale di oltre 4.000.000 di tonnellate. E questo, malgrado il fatto che inizialmente avevano siluri del tutto difettosi e tendenti a non esplodere o funzionare correttamente! Alla faccia del bicarbonato!
In verità, i sommergibili americani erano stati testimoni e attori determinanti già nella vera sconfitta giapponese. Che era quella delle Marianne, 1944. Due anni prima c'era stata la grande battaglia di Midway, ma stavolta era qualcosa di ancora più grandioso. Allora, gli americani, difendendo un'isoletta a metà strada tra le Hawaii e il Giappone (Midway, per l'appunto...), infestata di pennuti più che di nemici (e attualmente a rischio per il riscaldamento globale), sconfissero l'armata giapponese e affondarono le quattro portaerei principali al prezzo di una solo delle loro tre. La conoscenza della posizione nemica e l'ignoranza nemica della posizione delle forze americane fu determinante per il successo contro un nemico chiaramente superiore, che fu sconfitto in maniera drammatica, ma non ancora decisiva, se non nell'arrestare la fase offensiva dell'azione giapponese.
Due anni dopo andava in scena il contrario, dove gli americani minacciavano le Marianne tenute dai giapponesi. Anche stavolta le forze in campo erano squilibrate a favore dell'attaccante, ma i difensori rimasero pure ciechi e sordi e non poterono mai attaccare efficacemente un nemico fortissimo. Gli americani misero in campo circa 15 portaerei e 900 velivoli di prima qualità, i giapponesi ne avevano circa altrettanti ma ripartiti tra le portaerei e le basi di terra.
I caccia Zero, che sembravano inarrestabili 2 anni prima, adesso erano fiammiferi volanti nei mirini americani: gli Hellcat non erano i vecchi Wildcat e la differenza si vedeva. E i giapponesi non erano più i migliori piloti in circolazione, come all'inizio della guerra. Come se non bastasse, mentre le portaerei giapponesi si muovevano per contrastare gli americani dopo i primi attacchi, i sommergibili non solo le localizzarono, ma ne silurarono due, entrambe esplose in fiamme per una serie di eventi drammatici e sfortunati. Erano la Tahio, la più moderna e potente (ironicamente dotata, per una volta almeno, di quel ponte corazzato che sarebbe stato fondamentale per le navi di Midway, ma che fece solo da zavorra per l'affondamento tramite siluri...), e la leggendaria Shokaku. Il resto della battaglia fu il cosidetto Tiro al tacchino delle Marianne, con circa 400 aerei giapponesi abbattuti nelle ondate che si susseguirono per colpire le navi americane. Benché fossero immensamente più forti che nel 1942, i giapponesi erano inferiori agli americani e per come le cose si misero, lo furono ancora di più in pratica.
Quanto drammatica fu la cosa, lo si vide nella Battaglia di Leyte nell'ottobre successivo: la più grande della Storia, eppure una battaglia in cui le portaerei giapponesi superstiti, tra cui la gemella della Shokaku (la Zuikaku) vennero usate solo come esca, mentre i giapponesi cercono coraggiosamente, ma senza successo, di combattere all'arma bianca le navi da sbarco americane. Quasi ci riuscirono, ma alla fine dovettero ritirarsi con perdite pesantissime. A quel punto apparvero i kamikaze, l'ultima risorsa di un popolo fieramente disperato.
Il Giappone, per il suo sviluppo industriale aveva bisogno delle materie prime che rapinava al resto dei suoi vicini, nella sua zona d'influenza vitale; ma le navi da trasporto erano quasi tutte sott'acqua. Non bastando i sommergibili, ci pensarono anche gli aerei: quelli navali erano pericolosi, ma i peggiori furono i B-29, che buttarono circa 12.000 mine vicine ai porti giapponesi. Il loro uso intenso, senza che i giapponesi potessero opporsi, causò la perdita di circa 85 navi per un altro milione di tonnellate. A quel punto era finita: come e quando, era solo questione di tempo, e nemmeno molto.
Non c'era semplicemente alcuna ragione per pensare che i giapponesi avrebbero potuto opporre una resistenza altrettanto massiccia di quella vista su Okinawa!
Per cui i piani faraonici per lo sbarco sul territori metropolitano del Giappone sarebbero stati semplicemente superflui. I giapponesi infatti, erano già vinti da mesi al momento dello sgancio delle atomiche!
Per giunta i giapponesi avevano cercato a più riprese tentativi di pace con gli alleati, in particolare usando come buon ufficio quello di Mosca, all'epoca neutrale con il Giappone. Il fatto che i 'falchi' non volevano ancora saperne di arrendersi e tentarono addirittura di rapire l'Imperatore per impedirlo, non cambiava quel che oramai era diventato insostenibile, proprio e primariamente per ragioni militari.
Quindi, in definitiva, una nazione senza più materie prime, senza più carburante, senza più una marina, senza più sufficiente cibo. Come si sarebbe potuta reggere senza capitolare prima o poi?
Non si sarebbe potuta reggere. Punto. Bisognava far lavorare la diplomazia, e l'unica vera determinante posta dai giapponesi era di riuscire a mantenere almeno l'Imperatore al potere. Ma era così terribile come condizione?
Non fu solo: già nel 1946, l'United States Strategic Bombing Survey in Japan, concluse che:
'C'é poco senso nel cercare di attribuire precisamente la resa incondizionata del Giappone ad alcuna delle numerose cause che congiuntamente furono responsabili del suo disastro. Il tempo tra l'impotenza militare e l'accettazione politica di tale impotenza avrebbe potuto essere più breve... ma sembra chiaro che anche senza le atomiche, la supremazia aerea sul Giappone avrebbe causato abbastanza pressione per portare alla resa incondizionata evitando la necessità dell'invasione.'
N.Cousins scrisse che McArthur, il 'Giulio Cesare del Pacifico', non fu nemmeno consultato sull'uso di armi nucleari e non ne vedeva alcuna giustificazione militare per usarle, visto che secondo lui, 'la guerra poteva essere finita settimane prima, se gli USA avessero accettato, come in effetti accettarono, il mantenimento dell'Imperatore..' (NB: a testimonianza di come le cose cambino, McArthur venne 'silurato' in Corea, molto probabilmente perché in quel caso avocava l'uso delle atomiche contro i comunisti: ma occorre dire, si trattava di una lotta veramente cruenta e incerta, tutt'altro rispetto al Giappone del 1945).
Altre dichiarazioni in merito?
The Japanese had, in fact, already sued for peace. The atomic bomb played no decisive part, from a purely military point of view, in the defeat of Japan.
—Fleet Admiral Chester W. Nimitz, Commander in Chief of the U.S. Pacific Fleet
The use of [the atomic bombs] at Hiroshima and Nagasaki was of no material assistance in our war against Japan. The Japanese were already defeated and ready to surrender because of the effective sea blockade and the successful bombing with conventional weapons ... The lethal possibilities of atomic warfare in the future are frightening. My own feeling was that in being the first to use it, we had adopted an ethical standard common to the barbarians of the Dark Ages. I was not taught to make war in that fashion, and wars cannot be won by destroying women and children.
—Fleet Admiral William D. Leahy, Chief of Staff al President Truman, 1950
The atomic bomb had nothing to do with the end of the war at all.
—Major General Curtis LeMay, XXI Bomber Command, settembre 1945
The first atomic bomb was an unnecessary experiment ... It was a mistake to ever drop it ... [the scientists] had this toy and they wanted to try it out, so they dropped it
—Fleet Admiral William Halsey Jr.
A1) ma poi siamo seri: che senso potrà mai avere dire 'ho ucciso qualcuno ma ho evitato di uccidere di più'? Così tutti gli ASSASSINI del mondo si potrebbero giustificare! 'Ho ucciso la suocera, ma se aspettavo l'anno dopo mi toccava uccidere lei e il cognato'. Questa sarebbe una giustificazione, in qualsiasi tribunale? No, ovviamente. Non si può preventivare altri crimini per giustificare quello che hai appena fatto tu (per certo)
A2) c'é un altro discorso: l'URSS entrò in guerra con il Giappone. Quando? L'8 AGOSTO 1945. Appena due giorni dopo Hiroshima, e appena 1 giorno prima di Nagasaki. Ora, l'entrata in guerra dell'URSS significava che l'esercito giapponese in Manciuria sarebbe stato spazzato via. A parte che era tagliato comunque fuori dalla difesa della madrepatria, a quel punto avrebbe cessato di esistere e questo significava perdere rapidamente l'unica forza militare rilevante rimasta ai giapponesi. E sopratutto, perdere ogni possibilità puramente DIPLOMATICA per evitare il disastro, passando per i buoni uffici di Mosca onde negoziare, come voleva l'Imperatore, una resa 'condizionata'.
Strano, vero, che gli americani in genere ignorino questa tempistica 'sovietica'? O è perché c'é qualcos'altro da dire, che però è innominabile?
Un obiettivo militare?
B) Altra spiegazione risibile. Hiroshima era un OBIETTIVO MILITARE. Ora, giova ricordare come entrambe le città fossero in parte almeno, obiettivi militari, questo sì. C'era il Comando della 2a Armata, c'era un fitto tessuto industriale, c'era un sacco di piccole aziende impegnate con produzioni belliche, oramai fatte da bambini e donne visto che non c'era di meglio.
Ma il punto è: cosa si voleva colpire esattamente? Il comando della seconda armata? l'anonima 5a divisione di fanteria? Gli scali navali oramai vuoti? Le scolaresche che fabbricavano gli ingegnosi ma inefficaci palloni Fu-Go (che sono le prime 'armi intercontinentali' mai realizzate, a pensarci bene...)?
Ma siamo seri!
I giapponesi non avevano più capacità militari di sorta. Basti vedere come le perdite di B-29, che raggiunsero quasi 100 aerei nel maggio del 1945, erano talmente calate che a ferragosto del '45 su oltre mille aerei(!!!) mandati in azione, le perdite furono 0 (zero), almeno per causa nemica.
In quanto obiettivo militare, poi Hiroshima era 'difeso', questo consente di dire che non fosse criminale attaccarla, non era una 'città aperta'. E' talmente vero, che aveva ben 6 (sei!) batterie di cannoni di medio calibro, Nagasaki appena quattro. Indecente, altro che storie. Taranto, quando venne attaccata da '4 biplani' inglesi nel novembre del '40, era difesa da oltre 100 cannoni antiaerei senza considerare quelli delle navi (e nonostante questo, ben poco gliene giovò). I caccia non si videro (non avevano il carburante per colpire i 'ricognitori'), e i cannoni erano troppo piccoli per colpire i B-29 ad alta quota. Di fatto era una città indifesa, altro che 'obiettivo militare'.
Vendetta, tremenda vendetta
C) abbiamo già visto che la questione dell'abbreviare la guerra e salvare vite era una cazzata, e pure il discorso dell'obiettivo 'militare'. Adesso c'é la spiegazione C, che è ancora peggio. Per VENDICARE PEARL HARBOR. Perché molto americani pensarono, e pensano ancora adesso, che è così. Pure mio nonno, che pure non era americano, la pensava così.
E perché non bombardare il Messico in nome di Alamo, già che ci siamo?
Anzitutto, P.H. non fu una mattanza indiscriminata: al contrario, i giapponesi mirarono molto bene per eliminare quel che gli interessava: navi e aerei americani. Non erano interessati agli obiettivi civili, anche se lo fossero stati non avrebbero potuto perché carenti di potenza di fuoco, inoltre molti abitanti delle Hawaii sono in realtà di origine giapponese (spie incluse).
Hiroshima, nonché Nagasaki, furono invece delle stragi indiscriminate. L'atomica non distinse nulla: uccise tutto e tutti, generali, prigionieri di guerra (ad Hiroshima) e bambini. Questo è l'esatto contrario dell'attacco a P.H. e poco vale dire che questo fu 'proditorio', perché fatto senza dichiarazione di guerra. Persino Billy Mitchell, inascoltato profeta del potere aereo, preventivò un attacco giapponese alle Hawaii di domenica mattina, molti anni prima che accadesse davvero. E Roosvelt stava rifornendo di carri armati e aerei, armi e cibo, tutti gli alleati, inclusi i sovietici, che combattevano i tedeschi. Niente male come nazione 'neutrale', no? Basti dire che i caccia francesi che ottennero più vittorie furono gli H-75 della Curtiss, ed eravamo nel 1940, in Francia!
Roosvelt era talmente ansioso di far entrare in guerra direttamente gli USA che mandava addirittura le navi americane a scortare i convogli in partenza dall'America, come se fosse una parte belligerante. E lo era davvero.
Nell'ottobre del 1941, i due caccia Kearny e James vennero silurati dai sommergibili tedeschi mentre proteggevano il convoglio SC48. Già l'aprile precedente un cacciatorpediniere americano eseguì un lancio di bombe di profondità contro un sommergibile (tedesco, presumibilmente). Cose del genere non si spiegano se non con la volontà di combattere avendo già scelto il proprio campo, decisione non ovvia se si considera che E. Ford supportava Hitler e decise di donare i guadagni di tutte le Ford vendute in Germania al partito nazista tedesco.
Quindi è ridicolo parlare di vendetta per Pearl Harbour. Se bisognava farla, Midway fu già sufficiente, distruggendo 4 delle 6 portaerei coinvolte. Le ultime due vennero affondate nel 1944 (le due Shokaku). A quel punto cos'altro si voleva?
Loro erano peggio di noi
D) perché i Giapponesi erano crudeli. Verissimo, le atrocità condotte dall'esercito giapponese sono oltre ogni immaginazione, tanto che il governatore di Singapore li paragonava a Ghenzig Khan. Persino la relativamente pacifica (sigh) incursione di Doolittle con i B-25 sul Giappone (aprile 1942) fu fatta scontare ai poveri cinesi, che avevano il torto di vivere nelle zone dove atterrarono gli aerei americani dopo l'incursione. Il numero dei morti fu inenarrabile, c'é chi dice che i giapponesi arrivassero ad uccidere qualcosa come 250.000 civili cinesi, spargendo anche epidemie come la peste.
Però, questo è un BUON MOTIVO per fare a pezzi una città piena di persone, in massima parte CIVILI?
Adesso analizziamo quel che non si può dire.
Uno dei più indicibili crimini della Storia è quello con armi nucleari (N.Chomsky)
A) gli americani erano apertamente razzisti. All'epoca era vero: l'apartheid degli Stati del Sud era ben noto nei confronti dei negri, e gli asiatici non erano considerati molto meglio. Prenderle sode da quei soldatini gialli che volavano con aerei di bamboo, fu uno shock per gli americani non meno che essere attaccati in maniera 'proditoria', dopo che la propaganda USA scaricò sui giapponesi tutta la colpa dell'attacco (a parte i due capri espiatori, Kimmel e Shorts). E questo aumentò l'odio. Spesso i giapponesi si arrendevano, solo per essere trucidati dagli americani in ogni caso. Un nemico morto è meno noioso di un prigioniero. E alle volte decapitavano i morti giapponesi e spedivano a casa le ossa trasformate in tagliacarte e soprammobili. Orrido, eh?
B) una cosa che gli americani non perdonavano e non capivano era che il nemico si ostinasse a resistere alla loro potenza di fuoco. Passi per i tedeschi e i loro carri Tigre, passi per gli italiani che resistevano in Africa agli inesperti americani, ma che i giapponesi potessero fermare le forze americane e infliggere loro gravissime perdite con armi così ridicole e superate, era troppo. Pensate solo che gli americani nel giugno 1944, erano talmente forti da avere dato origine, CONTEMPORANEAMENTE, al più grande sbarco della Storia (Normandia) e alla battaglia aeronavale più grande della Storia (con tanto di sbarco), quella delle Marianne. Eppure, dovettero sputare sangue e ancora sangue, su Iwo Jima e Okinawa.
Per giunta ai giapponesi non sembrava importare di sopravvivere o meno alla sconfitta. A Iwo Jima, su oltre 20.000 difensori, solo l'1% sopravvisse.
E a tutto questo si aggiunsero gli aerei kamikaze, nemici mortali, volati da un nemico che per primo ignorava la sua stessa salvezza. Se non importava ai giapponesi della propria vita, perché dovevano interessarsene gli americani?
Queste azioni le vedemmo anche in Europa. Che senso ha avuto, per esempio, il bombardamento di Montecassino? Nessuno! Ma gli americani si convinsero che quel monastero era la causa della loro tragedia: fortissimi, equipaggiatissimi, ma fermati dai tedeschi lungo quella linea per mesi. Alla fine si inventarono che il monastero aveva 'posti di osservazione' tedeschi e lo distrussero spietatamente (sennò a che serve avere una flotta di bombardieri se non puoi usarla?), salvo far occupare le macerie dai tedeschi stessi, ora senza alcuna limitazione sul suo uso.
Alle volte queste azioni hanno anche un'utilità pratica, sia pure condotta con cinismo aperto. Il bombardamento di Roma, del 19 luglio, mise fuori gioco il regime fascista appena 6 giorni dopo. Gli americani avevano davvero bisogno di devastare Roma per colpire la stazione centrale? Se si voleva bloccare il traffico su merci, non si sarebbe mai dovuto attaccare Roma stessa, bastava colpire le stazioni periferiche per ottenere lo stesso risultato! Ma in tal caso, Mussolini non sarebbe caduto. E' stato giusto bombardare Roma, in tal caso? Probabilmente sì, ma resta pur sempre un attacco diretto ad un obiettivo civile con un numero spropositato di vittime civili. E non solo. Mio nonno, in quel bombardamento (o in un altro della 'serie'...) rimase almeno 3 giorni sotto le macerie. Era un ragazzo di 20 anni ancora da compiere. Non è stato mai più lo stesso dopo d'allora.
C) i crimini di guerra sono un fatto morale ancora prima che legislativo. La convenzione di Hague non diceva nulla sui bombardamenti aerei delle città, ma proibiva quelli indiscriminati con le artiglierie. Perché mai un bombardamento aereo doveva essere un fatto accettabile? Quale è la differenza? Forse solo che quando venne firmata quella convenzione, nel 1899, i bombardamenti aerei non esistevano ancora? O forse che nel 1922-23, quando venne rinnovata, la minaccia aerea era ancora così risibile, che il colonnello Mitchell di lì a poco venne trattato da eretico perché osò dimostrare che le bombe affondano le navi? Ma cosa sarebbe successo con questa convenzione, se già all'epoca avessero visto la distruzione di Dresda? Eppure, i bombardamenti aerei non sono stati scomunicati nemmeno nel secondo dopoguerra: forse perché ai vincitori fanno molto comodo, avendo ottenuto la supremazia aerea sul mondo?
Lo stesso Roosvelt, all'inizio della guerra, implorò tutti i belligeranti di evitare di bombardare gli obiettivi civili più importanti: le città, per timore di stragi come Guernica e simili. Appelli ignorati, ma tutto si poteva allora immaginare, fuorché che gli stessi americani iniziassero a fare questo e in grandissima scala. Ma mentre in Europa cercarono di contenersi, in Giappone eseguirono lo stesso orrido stile di distruzione dei britannici sulla Germania.
D) un bombardamento è un atto TERRORISTICO. Qualsiasi attacco portato volontariamente contro un obiettivo civile lo è, o dovrebbe esserlo. Quale giustificazione 'militare' vi fu nella distruzione di Dresda, il giorno di San Valentino nonché Martedì Grasso, del 1945? Nessuna. Però lo fecero (con minime perdite) quelli della RAF, aiutati per l'occasione anche dall'USAAF. I britannici iniziarono la guerra facendo attacchi solo a navi militari in mare, per non causare pericolo ai civili e loro proprietà. Conclusero poco e subirono gravi perdite, e nel capo di due anni erano arrivati a bruciare le città tedesche con metodica precisione, sempre più efficacemente e inesorabilmente, malgrado le gravissime perdite (ancora oggi si discute se il Bomber Command vinse davvero la sua guerra).
Nel documentario The Fog of War, l'ex Segretario della Difesa McNamara disse dei commenti del gen LeMay sull'ordine di usare armi nucleari:
"If we'd lost the war, we'd all have been prosecuted as war criminals." And I think he's right. He, and I'd say I, were behaving as war criminals. LeMay recognized that what he was doing would be thought immoral if his side had lost. But what makes it immoral if you lose and not immoral if you win?
Tradotto: se noi avessimo perso la guerra, saremmo stati tutti perseguiti come criminali di guerra. E io penso che fosse nel giusto. Lui, e anche io, stavamo comportandoci come criminali di guerra. LeMay riconobbe che quel che stava facendo sarebbe stato immorale SE la sua parte avesse perso. Ma cosa rende questo agire immorale, se tu PERDI... e NON IMMORALE, se tu vinci?
Curtis LeMay, secondo un libro di Carroll del 2006, disse che 'gli ufficiali nazisti erano seduti nei loro uffici, scrivendo memorie e calcoli su come uccidere le persone in maniera efficiente, giusto come me. La maggiore differenza era che loro erano mandati in cella o impiccati come criminali di guerra, mentre io andavo libero. Può sembrare oltraggioso equalizzare gli ufficiali alleati con gli autori della Shoa, ma l'obbligo di mantenere uno standard morale in guerra è universale, anche se la violazione nazista di quello standard era unica nella sua barbarie''.
Chiaro? Cosa ti rende immorale se PERDI, e non immorale se vinci?
Invece, gli americani non hanno mai fatto i conti con questa realtà. Anzi, l'equipaggio dell'Enola Gay ha fatto un tour nazionale per fare un simpaticissimo uso commerciale della loro azione 'eroica', vendendo copie autografate dell'ordine di bombardamento, fotografie, video e quant'altro.
ORA, tutto questo potrebbe anche starci, c'est la guerre. Persino Fuchida, l'ideatore di P.Harbour, disse a LeMay che solo le atomiche potevano convincere i fanatici militari giapponesi ad arrendersi, ma è anche vero che ebbero pure la pretesa di giudicare i nemici vinti. A Norimberga Goering si stupiva di dover essere giudicato, pensava che i britannici lo considerassero un eroe di guerra. Non lo era, ma almeno si doveva chiedere di giudicare anche Harris, LeMay e tutti gli altri. Perché no? Perché era un processo fatto dai vincitori ai vinti. Lì, o si metteva su un tribunale per giudicare TUTTI i belligeranti, con nazioni assolutamente neutrali, oppure non si faceva nulla.
Qualcosa si doveva certo fare di fronte ai crimini nazisti e giapponesi, ma tacere vergognosamente di fronte a quelli alleati è moralmente assurdo.
E non solo: nel settembre del 1945, un coraggioso giornalista australiano andò a Hiroshima e in quello che fu definito 'lo scoop del secolo' descrisse la distruzione della città e la morte dei sopravvissuti per un misterioso morbo. Bene, malgrado questo, le radiazioni vennero sottaciute per anni! Il generale che diresse il programma nucleare americano, di fronte al Congresso, disse che le radiazioni uccidevano subito ed erano un 'modo molto piacevole di morire' (sic) essendo relativamente indolori. Pazzesco, no?
L'anno dopo, nell'atollo di Bikini, i due test nucleari contro le navi vennero fatti senza dire nulla ai marinai americani, sui rischi delle radiazioni. I giganti d'acciaio spesso resistettero alle radiazioni; non così i marinai, che vennero contaminati e nessuno sa quanti ne sono morti per quella causa. Come militari, dovettero giurare silenzio per i successivi 50 anni... e questo benché già l'anno prima, ovvero nel 1995 Bill Clinton chiese scusa a nome del Congresso per come quei marinai erano stati trattati e ingannati. E poi ci si stupisce se per esempio, nessuno ha voglia di parlare di cosa abbia fatto la portaerei Saratoga nel 1980 (Ustica...)... e te credo.
E) il ruolo politico della 'atomica'. Serviva costruire un nuovo ordine mondiale e gli USA l'hanno fatto: hanno fatto capire a Stalin che loro avevano l'arma assoluta e che funzionava. Ulteriori avanzate ad Ovest da parte dei carri armati dell'Armata Rossa, non sarebbero stati tollerati da Washington. E Stalin ebbe bisogno di un lustro per pareggiare quest'arma, e solo alla fine degli anni '60 l'URSS raggiunse la cosidetta 'parità nucleare' con gli USA.
Ma allora, perché usare anche la seconda arma nucleare?
Il Giappone non poteva sopravvivere anche alla dichiarazione di guerra dell'URSS dell'8 agosto. Avere usato il 9 la seconda atomica, è stato criminale all'ennesima potenza. Evidentemente gli americani a quel punto volevano far capire che comandavano loro; evidentemente non volevano che i sovietici allungassero le mani sull'arcipelago; evidentemente, volevano sperimentare cosa potesse fare una bomba al PLUTONIO come la Little Boy, su di una città (pur avendo già visto l'effetto a Trinity, ma era solo un deserto, no?). Ma cosa importava ai capoccia americani, se nemmeno l'anno dopo ammisero che le radiazioni fossero pericolose per le persone, sacrificando i loro marinai in test condotti in tempo di pace? Ma come lo chiamiamo questo? Giustizia? Vendetta? O crimine di guerra?
E per giunta, gli americani furono anche fortunati: la prima missione di bombardamento andò tutto bene, la seconda fu un disastro sfiorato per poco, visto che la bomba rischiò di scoppiare a bordo dello stesso bombardiere. Purtroppo, riuscirono comunque a sganciarla, malgrado tutte le traversie subite.
Infine, ultimo discorso: come qualcuno ricorderà, nel film Lo Squalo c'é un superstite dell'USS Indianapolis, affondato da un sottomarino con l'equipaggio lasciato ai pescicani (molto criminalmente, infatti, questa nave non aveva nessuna scorta con sé). Questo episodio è vero: l'USS Indianapolis fu affondato da un sommergibile giapponese, appena appena dopo avere consegnato le due 'bombe'. Cosa sarebbe successo se fosse stato affondato nel viaggio d'andata? Ma poi, proprio quella nave fu l'ultima grande unità persa in guerra, tra le centinaia che scorrazzavano nel Pacifico? Anche più impressionante, è che, a quanto pare, il comandante del sommergibile giapponese aveva la famiglia ad Hiroshima. Quel che significa la beffa del destino!
****************************
DA quel che abbiamo visto, è chiaro che l'uso dell'atomica, a detta anche di molti alti ufficiali americani, non fosse altro che una decisione politica, e non certo militare. Era il timbro che certificava la vittoria totale degli Stati Uniti e la loro supremazia su tutti gli altri, inclusa l'URSS. Infatti, che effetto avrebbe mai avuto svelare solo l'esperimento di Trinity, quando per dimostrare cosa poteva fare l'atomo spezzato, si poteva usare intere città come bersaglio? Ma ripetole conclusioni:
1-era una decisione POLITICA, non certo militare
2-era un palese crimine di guerra, come riconosciuto dagli stessi americani
3-era bellicamente inutile intervenire all'epoca con tale arma, con il Giappone sconfitto
4-una nazione può essere piegata dalla guerra aerea e dall'assedio, ma per questo non è necessario usare le armi nucleari.
5-i crimini fatti dagli americani sulla popolazione giapponese erano già tali, che le nuove 'atomiche' vennero viste solo come una bomba più bomba delle altre.
6-gli americani si guardarono bene dall'avvisare i giapponesi di questa nuova minaccia, vanificando in parte il suo deterrente, finché non l'usarono su Hiroshima, né diedero alcun tempo di riflessione ai giapponesi; l'entrata in guerra dell'URSS di fatto non solo sconsigliò l'uso della seconda bomba, ma lo accelerò per evitare che non fosse più possibile impiegarla successivamente.
7- gli americani hanno mentito spudoratamente sugli effetti delle armi nucleari, specie quelli radioattivi.
8- gli americani devono ancora fare i conti sulla realtà dell'agire criminalmente con gli effetti del potere aereo. Forse perché dopo il 1945, non hanno mai dovuto subirlo loro, il potere aereo (a parte che nel caso Liberty, ma questa è un'altra storia...). Le migliaia di bombe scaricate senza freno in A-stan e Irak, e persino in Siria (contro i soldati di Assad!) ne sono la prova chiara e indelebile.
10- politici, mass media e intellettuali devono ancora ammettere appieno l'orrore nucleare. A questo proposito, vi faccio una domanda: E' stato MAI FATTO, dalle parti di HOLLYWOOD, un film su Hiroshima? No? E perché no?
Insomma, a chi la raccontiamo con la storiella dell'Atomica 'per salvare vite e accorciare la guerra'?
Ma al popolino americano, ovviamente! Quello che nel 1945 approvava le atomiche all'85% contro il 10% in opposizione a quell'orrendo bombardamento.
Nel 1990, la Gallup mostrò un tasso di approvazione sceso al 53% contro 41% contro (curioso, forse per i rischi concreti di subire lo stesso 'trattamento', c'era più condanna all'epoca che adesso). Nel 2005, passata la paura della Guerra fredda, le percentuali erano del 57% contro 38%. Ma che succederebbe se poi, vi fosse la necessità ADESSO, di fare un'altra azione simile? Bella domanda. Nel 2017 un'indagine del genere vide il 67% di approvazione di fronte ad un attacco nucleare che uccida 100.000 civili iraniani, se questo fosse in alternativa ad un'invasione all'Iran che uccida 20.000 soldati americani. Dall'altro canto, appena 7 anni prima, il 64% degli americani approvava la decisione di Obama di non usare armi nucleari contro nazioni che ne fossero prive.
Persino nel 2015, 70 anni esatti dopo la fine della guerra, il 56% degli americani supporta la decisione di usare le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, mentre il 34% è contro. In altre parole, oltre la metà, contro poco più di un terzo. Ma non è solo questo il motovo d'interesse: il 70% degli americani da 65 anni in su, dice che i bombardamenti sono giustificati. Invece, tra i ragazzi di 18-29 anni, solo il 47% è daccordo, addirittura una minoranza. E come inclinazioni politiche? Eh, ovvio, no? Il 74% di chi vota repubblicano supporta i bombardamenti, mentre solo il 52% dei democratici fa lo stesso pensiero.
In altre parole: oltre 1 americano su 2 supporta i bombardamenti, mentre 1 su 3 gli si oppone; tra i 'vecchi', 7 su 10 supportano, tra i giovani oltre 1 su 2 si oppone. Tra i repubblicani, 3 su 4 approvano, tra i democratici 1 su 2.
Si tenga presente che in caso di scelta tra bombardare una città iraniana e perdere la vita di 10.000 marines, la maggior parte degli americani, posta di fronte a questa scelta (bombardare o invadere, sempre la stessa MENZOGNA), è daccordo con la soluzione A, anzi la soluzione H.
E Nagasaki era necessaria?
9-8-2018
Quando ho cercato di fare l'articolo su Hiroshima mi sono imbattuto nell'onnisciente Wikipedia inglese, e piuttosto che fare un articolo striminzito, ho fatto una cosa 'allungata' rispetto allo sforzo previsto. Adesso posto la bozza che ho fatto a suo tempo. La voce:
https://en.wikipedia.org/wiki/Atomic_bombings_of_Hiroshima_and_Nagasaki
Era infatti accompagnata da un'altra voce, ancora più interessante:
https://en.wikipedia.org/wiki/Debate_over_the_atomic_bombings_of_Hiroshima_and_Nagasaki
Mi è piaciuta così tanto, che ho deciso di riprodurla e riadattarla, salvo poi cambiare idea per Hiroshima. Ma non per Nagasaki.
Queste due città, come le bibliche Sodoma e Gomorra, hanno condiviso lo stesso tragico destino: distrutte da una tempesta di fuoco. Proviamo a vedere come mai.
A favore
1) l'uso delle armi nucleari ha permesso di salvare, paradossalmente, più vite umane di quante ne ha spente. Una di queste era Wiston Churchill, già sospettato di essere dietro la strage di Dresda:
There are voices which assert that the bomb should never have been used at all. I cannot associate myself with such ideas. ... I am surprised that very worthy people—but people who in most cases had no intention of proceeding to the Japanese front themselves—should adopt the position that rather than throw this bomb, we should have sacrificed a million American and a quarter of a million British lives.
--Winston Churchill ,British House of Commons, Agosto 1945
Ovviamente lui non era solo. C'erano anche, ed erano tanti, quelli che supportavano quest'idea in America, dove per la prospettava invasione del Giappone si temeva un enorme numero di perdite umane, come ben avevano dimostrato i difensori giapponesi durante il 'salto delle isole', specialmente a Iwo Jima e Okinawa. Si ragionava che, se persino terre così piccole costarono così tanto, cosa sarebbe successo quando si fosse dovuto attaccare il territorio nazionale giapponese? Si stimava la perdita tra 250.000 e 1.000.000 di combattenti, come ancora nel caldo luglio del 1945 disse un alto consigliere del governo (R.Bard, dell'Interim Commitee on atomic matters). Peraltro Bard era negativo sull'uso della Bomba prima di avvisare i giapponesi della nuova arma.
Altre stime elaborate in quel periodo parlavano di decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di feriti, ma anche dell'inadeguatezza delle difese del Giappone, ora che esso era sottoposto ad un bombardamento spietato da parte dei B-29 e dal blocco navale. Ovviamente era previsto anche un gran numero di morti giapponesi, tra 200.000 e 3 milioni e persino 'dieci milioni' di morti.
Queste cifre possono sembrare fin troppo elevate, ma la campagna di Iwo Jima fu veramente feroce, tanto che di appena 22.060 soldati giapponesi, solo 216 vennero catturati (e non fucilati subito dopo, vedi Lettere da Iwo Jima per referenza...). Gli americani ebbero oltre 26.000 perdite, di cui 6.800 morti. Ad Okinawa gli americani ebbero 62.000 perdite di cui 12.000 morti e dispersi in ben 82 giorni di battaglia. Visto che il potenziale industriale americano era così grande, non si fecero mancare nemmeno le medaglie: quasi 500.000 Purple Heart vennero fabbricate proprio per questa futura evenienza, e ancora nel 2003 120.000 di queste dovevano essere assegnate a qualche 'eroe'.
Inoltre c'era il discorso dell'occupazione (brutale) giapponese della Cina, proprio la terra da dove è irradiata tutta la cultura dell'Estremo Oriente, Giappone incluso. Questo non impedì alla Cina di sopportare perdite mensili di popolazione spaventose, tra 100 e 200 mila persone, senza considerare anche le altre terre come l'Indocina, dove la carestia provocò qualche milione di morti ed era causata dagli stessi giapponesi. E poi c'erano le atrocità contro i prigionieri di guerra, civili, lavoratori forzati o militari.
Il Primo ministro di Singapore, per esempio, comparava l'umanità dei Giapponesi a quella delle orde mongole di Genghis Khan, tanto per dire.
2) Poi c'era la 'generalizzazione' del conflitto (un giapponese buono è un giapponese morto). Con la popolazione civile, anche vecchi, donne e bambini, mobilizzati per una guerra totale per produrre armi e combattere contro l'invasore. Oltre il 90% della produzione giapponese era fatta in piccole industrie nemmeno segnalate come tali. Come contrastarle, senza 'sparare nel mucchio'? Ecco perché il gen. Curtis LeMay iniziò a far bruciare sistematicamente le città giapponesi, come nell'orrenda notte del 9-10 marzo 1945, quando Tokyo ebbe circa 80.000 morti, paragonabile solo alla strage di Dresda di circa un mese prima.
'' We were going after military targets. No point in slaughtering civilians for the mere sake of slaughter. Of course there is a pretty thin veneer in Japan, but the veneer was there. It was their system of dispersal of industry. All you had to do was visit one of those targets after we'd roasted it, and see the ruins of a multitude of houses, with a drill press sticking up through the wreckage of every home. The entire population got into the act and worked to make those airplanes or munitions of war ... men, women, children. We knew we were going to kill a lot of women and kids when we burned [a] town. Had to be done.'' (Gen LeMay).
Un altro alto ufficiale americano disse al riguardo che:
''The entire population of Japan is a proper military target ... There are no civilians in Japan. We are making war and making it in the all-out fashion which saves American lives, shortens the agony which war is and seeks to bring about an enduring peace. We intend to seek out and destroy the enemy wherever he or she is, in the greatest possible numbers, in the shortest possible time.''
3) Poi c'é il discorso dell'importanza strategica dei bersagli: Hiroshima era il QG della Seconda Armata generale e della 5a divisione, con circa 40.000 soldati, aveva industrie e cantieri e c'erano anche difese aeree ('ben' 5 batterie di cannoni da 70-80 mm), il che la qualificava come città 'difesa'. Anche Nagasaki era piena di industrie ed era difesa da 4 batterie di cannoni a.a.
Per questo, ragionano i supporters del bombardamento, i target erano validi: tra le vittime di Hiroshima c'erano 20.000 soldati giapponesi, e pure 20.000 lavoratori schiavi koreani. Nagasaki non era tanto da meno: oltre 20.000 operai, 2.000 'koreani' e 150 militari.
In questo senso, persino il ministro della Difesa Giapponese, F. Kyuma, disse, nel 2007, che lo sgancio delle atomiche sul Giappone fu inevitabile per porre finalmente termine alla guerra. Un pensiero simile lo espresse anche l'imperatore Hiroito nel 1975, nella sua prima conferenza stampa a Tokyo.
4) Persino il leggendario Fuchida, il pianificatore di P.Harbour, incontrò Tibbets e gli disse, nel 1959, che aveva fatto la cosa giusta: il fanatismo dei giapponesi non lasciava scelte, e per l'Imperatore sarebbero stati capaci di combattere anche con le pietre.
Questo è dovuto anche al fatto che secondo il Bushido, che era l'eredità dei samurai nella società giapponese moderna, nessuno doveva mai arrendersi o essere catturato, era 'disonorevole' e per la stessa ragione maltrattavano i loro prigionieri di guerra. Fu un crescendo di fanatismo che venne aumentato dalla Grande Depressione del 1929, che in generale aiutò i nazionalismi in giro per il mondo a diventare ancora più fieri e sprezzanti, e chi, anche in Giappone, cercava di porre un freno al potere crescente alla casta dei militari, faceva spesso una brutta fine.
Questo, secondo le intercettazioni carpite dalle comunicazioni giapponesi, avrebbe portato ad una battaglia finale, come del resto avrebbe fantasticato di fare un certo Saddam nel 1991, e che anche in questo caso, si basava sul convincimento che il morale occidentale era fragile e poco propenso a subire perdite. In questo modo, anche gli invasori americani, come i koreani spazzati via nelle battaglie dei secoli andati, sarebbero stati costretti a cedere e a negoziare accordi più ragionevoli e vantaggiosi per i giapponesi.
Nel mentre, la diplomazia latitava, forse anche perché c'era la barriera della lingua, dell'Oceano pacifico, e del fatto che solo il Consiglio supremo di Guerra giapponese, (esercito, marina e civili) poteva dichiarare la pace. E non potevano raggiungere tale accordo se non in maniera unanime. Ad ogni modo, nell'agosto del '45 il più era fatto: circa metà del Consiglio era per la resa con la sola condizione della salvezza dell'imperatore, e chi voleva la pace ma solo se il Giappone fosse stato risparmiato dall'occupazione, dal disarmo e non avesse subito processi esterni per crimini contro l'umanità.
Ma le atomiche erano lì, pronte per l'uso: il 26 luglio, Truman e gli altri alleati (a parte l'allora neutrale URSS) da Potsdam dichiarò che il Giappone doveva arrendersi o sarebbe stato prontamente distrutto.
Ma il Giappone non voleva saperne di arrendersi senza condizioni.
Né gli americani avevano considerato, ai più alti livelli, alcuna remora nell'uso di queste armi. Non c'era uno di loro che non volesse porre rapidamente fine alla guerra, e lo fecero davvero, assieme peraltro alla dichiarazione di guerra dell'URSS e al movimento, sempre crescente, delle 'colombe' nel Consiglio di guerra, tanto che H. Sakomizu, capo della segreteria del Consiglio, disse che alla fine le 'atomiche' avevano dato un'oppurtunità d'oro per finire la guerra. Una benedizione del cielo.
E alla fine, nel giorno di Ferragosto 1945, Hirohito riuscì finalmente a parlare, sopravvissuto ad almeno 3 tentativi di golpe fatti dai militari più ardimentosi, e addirittura, negli ultimi giorni alcuni aerei giapponesi kamikaze vennero portati in azione dagli ufficiali più fanatici, per sabotare ogni processo di pace.
Eh già... allora è tutto a posto. I giapponesi erano tutti nemici, non c'erano civili tra di loro, erano peggio di Gengis Khan, erano fanatici e non volevano saperne di arrendersi. Quindi via con le 'atomiche'. Giusto? Beh, non proprio così lampante...
Contro, assolutamente
1) Anzitutto, le balle di regime sulle perdite: uno degli argomenti più usati è stata la nota teoria del risparmio di vite umane data dall'uso della 'Bomba'. Ma sono balle, e adesso spiegherò come mai.
A Potsdam, conferenza del 17 luglio-2 agosto 1945, Truman parlò con i suoi alti ufficiali, tra cui Eaker e Forrestal, dell'attacco di Kyushu, che avrebbe stimato per l'inizio di novembre, delle operazioni con la perdita di 31.000 soldati inclusi feriti e morti, non peggio di quel che accadde a Luzon, mentre non fu detto di attaccare Honshu, la più grande delle isole giapponesi.
Invece, nel dopoguerra, Stimson (segretario di Stato di guerra) parlò di 1.000.000 di morti e feriti americani previsti nell'invasione giapponese, ma questo lo disse solo nel febbraio 1947 su di una rivista.... mentre Churchill, non contento di quanto già detto nel 1945 sul 'milione di soldati americani morti', parlò nelle sue memorie di come le armi nucleari avessero salvato la vita di milioni di soldati americani, ma era il 1953; e Truman, nel 1955, parlava di mezzo milione di soldati americani 'evitati' grazie alle atomiche. Si tratta infatti di valutazioni incredibilmente elevate, difficili da spiegare.
Per inquadrare il discorso nel suo complesso, visti i 292.000 morti americani su tutti i fronti, l'invasione finale del Giappone avrebbe superato tutte le altre perdite del 70%. Come dice Ghergo (SM. 8/07): 'da allora queste cifre che sottraggono e aggiungono morti a colpi di milioni e che trasformano i feriti in uccisi e viceversa sono diventata la più importante giustificazione morale per il ricorso alle due bombe'.
Gli scienziati che lavoravano negli USA non erano meno perplessi. Nel 1944 Bohr tentò di convincere Roosvelt e Churchill a non usare l'arma, il 2% soltanto di quelli che lavoravano al P.Manhattan erano favorevoli e l'83% voleva invece che si desse una dimostrazione ai giapponesi per far loro capire che era inutile resistere, prima di usare l'arma a tutti gli effetti.
2) ma quale efficacia? Non fu solo: già nel 1946, l'United States Strategic Bombing Survey in Japan, concluse che:
'C'é poco senso nel cercare di attribuire precisamente la resa incondizionata del Giappone ad alcuna delle numerose cause che congiuntamente furono responsabili del suo disastro. Il tempo tra l'impotenza militare e l'accettazione politica di tale impotenza avrebbe potuto essere più breve... ma sembra chiaro che anche senza le atomiche, la supremazia aerea sul Giappone avrebbe causato abbastanza pressione per portare alla resa incondizionata evitando la necessità dell'invasione.'
E poi, testualmente:
''Based on a detailed investigation of all the facts, and supported by the testimony of the surviving Japanese leaders involved, it is the Survey's opinion that certainly prior to 31 December 1945, and in all probability prior to 1 November 1945, Japan would have surrendered even if the atomic bombs had not been dropped, even if Russia had not entered the war, and even if no invasion had been planned or contemplated.''
Ovviamente questo comportava bombardamenti incendiari e convenzionali continui, ma del resto non fu quello che accadde ancora dopo le Atomiche, quando tutto il Giappone venne attaccato dai B-29 che senza alcuna perdita, devastarono tutto quel che gli capitò nel mirino? Sissignori: 1.014 B-29 in quello stesso giorno di Ferragosto, in cui l'Imperatore annunciò la pace finalmente raggiunta e ancora non accettata da tutti i militari giapponesi. Come avrebbero potuto i 'bambini militarizzati' fare qualcosa di fronte a questo problema?
3) alternative per la pace? Sicuro!
McArthur ricevette già il 20 gennaio 1945 proposte giapponesi per la resa pressoché incondizionata, stando ad un articolo apparso nell'agosto del '45 su alcuni giornali americani, e mai smentito dal governo americano.
Già nell'agosto del '42 contattarono l'ambasciatore inglese (internato a Tokyo) per informarlo che avrebbero potuto arrivare alla pace se Londra fosse stata disponibile. Non ebbero risposta.
McArthur e Nimiz il 26 luglio 1944 dissero a Roosvelt che il Giappone si sarebbe arreso senza doverlo invadere, e l'ammiraglio King, il capo di tutta l'USN, disse che il blocco navale sarebbe stato un argomento sufficiente, così LeMay che non credeva alla necessità di usare le 'atomiche'. Eisenhower disse ancora nel luglio 1945 che non credeva nella necessità di usare le armi nucleari contro i giapponesi, dato che non sarebbe stato necessario invaderli perché quel che volevano erano solo alcune concessioni di facciata e poco più che simboliche (il mantenimento dell'imperatore).
N.Cousins scrisse che McArthur, il Giulio Cesare del Pacifico, non fu nemmeno consultato sull'uso di armi nucleari e non ne vedeva alcuna giustificazione militare per usarle, visto che secondo lui, 'la guerra poteva essere finita settimane prima, se gli USA avessero accettato, come in effetti accettarono, il mantenimento dell'Imperatore..
Eisenhower, nel suo libro The White House Years raccontò testualmente che:
Nel 1945 il Segretario di Guerra Stimson, visistando il mio QG in Germania, mi informò che il nostro governo stava preparando a sganciare una bomba atomica sul Giappone. Io ero uno di quelli che sentirono esservi un numero di ragioni cogenti per discutere la saggezza di un simile atto. Durante la sua elencazione dei fatti rilevanti, io sentivo un sentimento di depressione e così dissi a lui i miei pesanti dubbi, primo perché io pensavo che il Giappone era già sconfitto e che sganciare la Bomba era completamente NON NECESSARIO, e secondo, perché io pensavo che la nostra nazione avrebbe dovuto evitare di scioccare l'opinione pubblica mondiale per l'uso di un'arma il cui uso era, io pensavo, non più necessario come misura per salvare vite americane.
Non era il solo a pensarla così: sull'efficacia della Bomba, altri ebbero a ridire:
The Japanese had, in fact, already sued for peace. The atomic bomb played no decisive part, from a purely military point of view, in the defeat of Japan.
--Fleet Admiral Chester W. Nimitz, Commander in Chief of the U.S. Pacific Fleet
The use of [the atomic bombs] at Hiroshima and Nagasaki was of no material assistance in our war against Japan. The Japanese were already defeated and ready to surrender because of the effective sea blockade and the successful bombing with conventional weapons ... The lethal possibilities of atomic warfare in the future are frightening. My own feeling was that in being the first to use it, we had adopted an ethical standard common to the barbarians of the Dark Ages. I was not taught to make war in that fashion, and wars cannot be won by destroying women and children.
--Fleet Admiral William D. Leahy, Chief of Staff to President Truman, 1950
The War would have been over in two weeks without the Russians entering and without the atomic bomb. The atomic bomb had nothing to do with the end of the War at all
--Major General Curtis LeMay, XXI Bomber Command, September 1945
The first atomic bomb was an unnecessary experiment ... It was a mistake to ever drop it ... [the scientists] had this toy and they wanted to try it out, so they dropped it
--Fleet Admiral William Halsey Jr.
Nell'aprile del '45 il Giappone era già noto, ai servizi di intelligence americani, per avere iniziato, per mano dello stesso imperatore,a terminare la guerra, e il nuovo governo Suzuki (del 7 aprile 1945) non fece altro che aumentare questa attitudine. Richieste fatte tramite i diplomatici del Portogallo e della Svezia vennero tuttavia rifiutate dagli americani.
Altri considerano ulteriori fattori: chi dice che il blocco dei sottomarini era sufficiente, e chi ricorda come l'entrata dei Sovietici in guerra, un pò a sorpresa (non avendo fatto parte della Dichiarazione di Potsdam) l'8 agosto, proprio coloro su cui i Giapponesi facevano affidamento per mediare la pace, con un tentativo fatto ancora il giorno 25 luglio 1945 in cui era detto da parte di Tokyo che:
''Sua Maestà l'imperatore, consapevole che la guerra presente ogni giorno porta altro male e sacrificio sulla gente di tutte le parti belligeranti, desidera dal suo cuore che essa possa essere presto terminata. Ma finché l'Inghilterra e gli Stati Uniti insistono sulla resa incondizionata, l'Impero Giapponese non ha altre alternative che combattere con tutta la sua forza per l'onore e l'esistenza della Patria''.
Gli americani continuarono risoluti, temendo di non essere 'compresi' dalla propria opinione pubblica, con la politica della 'resa incondizionata' che ovviamente rendeva solo più ansiosi i giapponesi di combattere fino alla fine. Del resto nemmeno si capiva cosa fosse la resa incondizionata nei termini americani. I giapponesi lo chiesero esplicitamente il 10 agosto 1945, ma nella risposta non c'era scritto da nessuna parte che questo comportasse la destituzione dell'imperatore. In pratica tutti erano preoccupati della propria opinione pubblica: Roosvelt pensava che bisognava attaccare i giapponesi senza dare luogo a tregua perché questo altrimenti avrebbe fatto arrabbiare la propria opinione pubblica, mentre i giapponesi temevano che il popolo si sarebbe sentito troppo umiliato per la destituzione dell'Imperatore, e che forse sarebbe addirittura finito sulla forca come criminale, cosa richiesta particolarmente dagil australiani. Avere chiarito, ma solo il 10 agosto, che non c'era questo automatismo, fu tardivo rispetto alla possibilità di salvare la vita a centinaia di migliaia di giapponesi.
l'Assistente Secretario della Difesa Bard era già convinto che i bombardamenti e i blocchi navali in corso erano sufficienti per convincere il Giappone ad arrendersi. Oramai erano settimane che il nemico stava cedendo e cercando di uscire dalla guerra salvando un minimo la faccia, ecco l'idea di dirgli chiaramente che c'era la Bomba in arrivo, e Stalin con i suoi dall'altra parte. Per questo chiese a Truman di non usare quelle armi senza dirlo prima ai giapponesi, dando loro una possibilità di scegliere. Come sappiamo non accadde, così come non venne considerata l'idea di non invadere l'intero Giappone.
Ma il 1 giugno 1945 J Byrnes, consigliere di Truman, raccomandò di non ascoltare i giapponesi sulle loro richieste e l'intangibilità dell'Imperatore, ma si usasse il prima possibile 'la Bomba'. Ora la domanda è: PERCHE? (vedi al punto 5)
4) ma quale umanità? Truman non giustificò MAI l'uso delle atomiche per 'salvare vite', del resto l'opinione pubblica americana vedeva bene quest'azione che pose fine alla guerra.
Truman di per sé era un razzista e un ipocrita. Arrivò ad un certo punto a dire che Hiroshima era la vendetta per P.Harbour, mentre quand'era giovane disse apertamente di odiare i cinesi e i giapponesi.
5) cosa c'era rimasto da bombardare? E poi c'erano i 'bersagli'. Dopo Nagasaki, la distruzione delle città era quasi completa e ne restavano ancora solo quattro, come dice lo storico W.Wilson e i Giapponesi non erano interessati alle 'atomiche' essendo queste solo in parte più devastanti dei B-29 'normali'. Ma la dichiarazione di guerra sovietica avrebbe comportato presto la distruzione dell'esercito della Manciuria e quindi dell'ultima forza militare ancora disponibile per l'Imperatore. Ovviamente, attribuire alla miracolosa 'atomica' la resa giapponese, piuttosto che alla dichiarazione di guerra russa, salvò la faccia per il Giappone e rafforzò la posizione americana nel mondo.
In origine le città giapponesi non erano sottoposte al firebombing, che gli americani disprezzavano in Europa, dove invece era praticato con ottusità dal Bomber Command di Arthur Harris. Lo stesso Speer fu d'accordo nel dire che la volontà omicida di Harris fu la sua migliore alleata, visto che le industrie tedesche erano spesso risparmiate da questi bombardamenti. La produzione bellica tedesca non venne scalfita se non per qualche % di produzione, nel 1944 si arrivava anche a 2.500 aerei al mese. Eppure, persino dopo la distruzione di Dresda i bombardamenti incendiari continuarono, senza più alcuna ragione militare, nemmeno alla lontana. Solo pura macelleria/rosticceria! Tanto che i bombardamenti incendiari inglesi continuarono fino ad aprile 1945, quando oramai i militari americani e russi avevano fatto fronte comune e la Germania era piena di civili terrorizzati in fuga disperata dall'Armata Rossa e dalle bombe.
In Giappone la strage cominciò dal febbraio 1945, più o meno ai tempi di Dresda. Inizialmente le città giapponesi autorizzate erano solo 6, poi diventarono 70, inclusi piccoli centri con meno di 50.000 abitanti. Alcune vennero distrutte al 99%! Tokyo ebbe oltre 50 kmq di territorio bruciato con oltre 100.000 vittime di questo orribile destino, bruciati vivi dalla tempesta di fuoco scatenata dagli americani. A pensare che questo è successo solo 73 anni fa, è pazzesco: una simile brutalità, non ha niente da invidiare alle atrocità naziste. Ma almeno i nazisti non facevano la figura dei sinceri democratici e difensori della libertà.
E questo con il rateo di perdite dei B-29 che nel 1945 non superò mai il 2%, e che a luglio era sceso a non più dello 0,3% per missione. Nulla era oramai sostenibile sulla 'necessità' di continuare questa strage, ma c'erano evidentemente altre ragioni per proseguire i bombardamenti. E non solo con armi convenzionali...
6) è un crimine di guerra! Poi ci sono quelli che rimarcano il fatto stesso che si tratta di un crimine di guerra. Già, non li hanno fatti solo i 'cattivi' dell'Asse. E si non pensa ai vinti, a parte qualche autore come G.Pansa.
Dei militari abbiamo già detto sopra, adesso vediamo gli scienziati.
Oppenheimer, il papà della Bomba, scrisse nel 1947 che:
''Nowhere is this troubled sense of responsibility more acute, and surely nowhere has it been more prolix, than among those who participated in the development of atomic energy for military purposes. ... In some sort of crude sense which no vulgarity, no humor, no over-statement can quite extinguish, the physicists have known sin; and this is a knowledge which they cannot lose.“
Albert Einstein fu subito critico con l'uso delle armi nucleari, e un altro scienziato coinvolto nel Progetto Manhattan, Szilard, scrisse:
''Lasciatemi dire solo questo al riguardo del problema morale: supponiamo che la Germania abbia sviluppato due bombe prima che noi ne avessimo. E supponiamo che la Germania abbia sganciato una bomba su Rochester e una su Buffalo, e poi le abbia finite e abbia perso la Guerra. Può qualcuno dubitare che noi avremmo quindi definito questi bombardamenti atomici come un 'crimine di guerra' e che avremmo giudicato i tedeschi responsabili a Norimberga e li avessimo quindi impiccati?'
Altri sette scienziati che lavorarono sull'Atomica scrissero contro il suo uso:
'Se gli USA saranno i primi ad usare questa nuova arma di distruzione indiscriminata sull'umanità, sacrificheranno il supporto pubblico nel mondo e precipiteranno la corsa per gli armamenti e pregiudicheranno la possibilità di raggiungere un accordo internazionale sul controllo futuro di quest'arma.
Un giurista indiano R. Pal, parte del Tribunale dei Crimini di Guerra di Tokyo, disse:
'''la politica di uccisioni indiscriminate per accorciare la guerra era considerata un crimine... se ogni distruzione indiscriminata di vite e proprietà è ancora un crimine in guerra, allora nella Guerra del Pacifico, questa decisione di usare la Bomba è l'unica simile a quella dei nazisti durante la II guerra mondiale''
Una nota di protesta da parte del governo giapponeese, il 15 agoso 1945, ribadiva un simile concetto, definendo crimine di guerra questo tipo di arma. Il governo americano nascose tale nota di protesta per i successivi 25 anni.
Nel 1963, la Corte distrettuale di Tokyo ammise che "the attacks upon Hiroshima and Nagasaki caused such severe and indiscriminate suffering that they did violate the most basic legal principles governing the conduct of war."
Infatti, già allora esisteva una Convenzione, quella di Hague (Aja) del 1907, e rinnovata nel 1922-23, che tuttavia non menzionava (all'epoca!) i bombardamenti aerei ma solo quelli d'artiglieria. Un pò poco come appiglio per giusticare la distruzione aerea di intere città!
Nel documentario The Fog of War, l'ex Segretario della Difesa McNamara disse dei commenti del gen LeMay sull'ordine di usare armi nucleari:
"If we'd lost the war, we'd all have been prosecuted as war criminals." And I think he's right. He, and I'd say I, were behaving as war criminals. LeMay recognized that what he was doing would be thought immoral if his side had lost. But what makes it immoral if you lose and not immoral if you win?
Curtis LeMay, secondo un libro di Carroll del 2006, disse al riguardo che 'gli ufficiali nazisti erano seduti nei loro uffici, scrivendo memorie e calcoli su come uccidere le persone in maniera efficiente, giusto come me. La maggiore differenza era che loro erano mandati in cella o impiccati come criminali di guerra, mentre io andavo libero. Può sembrare oltraggioso equalizzare gli ufficiali alleati con gli autori della Shoa, ma l'obbligo di mantenere uno standard morale in guerra è universale, anche se la violazione nazista di quello standard era unica nella sua barbarie''.
Chiaro? Cosa ti rende immorale se PERDI, e non immorale se vinci?
Invece, gli americani non hanno mai fatto i conti con questa realtà. Anzi, l'equipaggio dell'Enola Gay ha fatto un tour nazionale per fare un simpaticissimo uso commerciale della loro azione 'eroica', vendendo copie autografate dell'ordine di bombardamento, fotografie, video e quant'altro.
Del resto, mica la subiscono loro, la supremazia aerea...
E poi ci sono dei confini oltre cui non bisogna andare: P.Kuznick, direttore dell'istutito di studi nucleari all'American University, scrisse del presidente Truman: ''lui sapeva che stava iniziando il proecesso di annientamento della specie. Il bombardamento del Giappone non era un semplice crimine di guerra: era un crimine contro l'umanità.
Altri, come il sindaco di Hiroshima, puntualizzarono il fatto che anche i discendenti dei superstiti della Bomba sarebbero stati sottoposti all'effetto delle radiazioni, pur non essendo minimamente colpevoli di alcun crimine essi stessi, ma certamente vittime di guerra.
Lo storico B. Cumings ha scritto in merito: 'il bombardamento di Nagasaki era gratuito nel migliore dei casi, e genocida nel peggiore'.
R.J. Rummel introdusse il concetto di democidio, ovvero un qualcosa che va al di là della classica definizione di 'genocidio' (lo sterminio di un intero popolo), con la strage fatta piuttosto su di una popolazione civile durante la guerra, tale da andare oltre ogni necessità pratica, e certamente Hiroshima e Nagasaki erano crimini di guerra. Era lo stesso storico che scrisse al governo di Tokyo, per la stessa ragione (bombardamenti su città inermi) nel 1938.
Nel 1967, Noam Chomsky descrisse i bombardamenti atomici come 'tra i più indicibili crimini della Storia', accusando chiaramente anche la popolazione americana per la sua complicità nella loro esecuzione e la generale approvazione per la legittimità di questi atti.
40 anni dopo, un gruppo di intellettuali di Hiroshima ha formato un gruppo di giuristi per l'uso di armi nucleari, stabilendo che i bombardamenti erano illegali alla luce dei principi e regole della legge umanitaria internazionale, applicabile ad ogni conflitto, per l'uso della distruzione indiscriminata su obiettivi civili e militari.
Ma erano davvero crimini di guerra? Nel senso più stretto, difficile a dirsi, almeno nella forma, certo non nella sostanza. La Convenzione di Hague nel 1899 e 1907 proibiva l'uso di attaccare popolazioni civili e bombardare città indifese con l'artiglieria, ma non di colpire obiettivi militari specifici all'interno di esse. Negli anni successivi venne smentita dalle azioni belliche nella Grande Guerra, ma nemmeno nel 1922-23 venne esplicitamente proibito il bombardamento aereo di città.
Non è un argomento semplice: può il bombardamento d'artiglieria essere considerato come uno aereo? E le città, in che modo sono 'indifese'? C'é chi dice che Hiroshima era un bersaglio militare, mentre Nagasaki lo era molto meno, e chi dice che Hiroshima stessa non era un bersaglio legittimo dato che le sue fabbriche erano per lo più fuori città, però dentro c'era il GQ della Seconda Armata e 40.000 soldati. Inoltre erano protette da alcune batterie di cannoni antiaerei. Ma questo era davvero importante?
Difficile anche dire se le convenzioni proibissero le armi atomiche: proibivano per esempio, armi velenose o armi destinate a causare ferite più gravi del normale, per esempio con proiettili ad espansione. Ma non proibivano le granate d'artiglieria, che sono ben peggiori. Inoltre la radioattività non è intesa come arma 'principale' per la distruzione delle persone, per cui la Corte di Giustizia Internazionale nel 1996 ha respinto un'istanza che accusava le armi nucleari di essere 'velenose' visto che l'uso di esse è dovuto alla loro capacità distruttiva meccanica, piuttosto che a colpire la popolazione.
Quanto alla possibilità di bombardare i civili con attacchi aerei, almeno di tipo indiscriminato, la Convenzione dell'Aja del 1907 già scrisse che erano proibiti i bombardamenti 'con i palloni o altri mezzi analgohi'. Questo è quello che si legge sui documenti originali (non so come si raccordi con quanto sopra, tratto da wikipedia, ma...)
https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19070033/201510230000/0.515.104.pdf
Le Potenze contraenti consentono, per un periodo che spira colla fine della terza
Conferenza per la Pace, alla proibizione di lanciar proiettili ed esplodenti dall’alto
dei palloni o con altri nuovi mezzi analoghi.
La presente Dichiarazione non è d’obbligo se non per le Potenze contraenti, in caso
di guerra tra due o più fra dì loro.
Cesserà d’essere obbligatoria tosto che, in una guerra tra Potenze contraenti, una
Potenza non contraente s’aggiunga a uno dei belligeranti.
La presente Dichiarazione sarà ratificata nel più breve termine possibile.
Le ratificazioni si depositeranno all’Aja.
Del deposito delle ratificazioni si farà processo verbale, di cui una copia, certificata
conforme, sarà inviata per via diplomatica a tutte le Potenze contraenti.
Le Potenze non firmatarie potranno accedere alla presente Dichiarazione. Dovranno
a tale scopo far nota la loro accessione alle Potenze contraenti per mezzo d’una
notificazione in iscritto, diretta al Governo dei Paesi Bassi e comunicata da questo a
tutte le altre Potenze contraenti.
Sia Gran Bretagna che USA ratificarono la convenzione, entrambi il 27 settembre 1909.
Mentre il 30 settembre 1938 la Società delle Nazioni votò all'unanimità una risoluzione che condannava i bombardamenti terroristici e nel 1939 lo stesso Rooslvelt aveva implorato che non si colpissero le città e altri obiettivi civili. Inascoltato.
8) bombardamenti terroristici. La violenza di questi bombardamenti, però, ha anche un altro nome: terrorismo di stato. Lo studioso Michael Walzer ha detto in merito che si trattava di un atto di terrorismo di guerra: lo sforzo di uccidere civili in gran numero per far cessare le ostilità. E Hiroshima è proprio il caso classico di questo.
No? Come no. L'interpretazione classica del concetto è basato sul colpire la popolazione civile, gli innocenti per ottenere un obiettivo politico. E il Target Committee, a Los Alamos, nel maggio del '45 suggerì di colpire Kyoto o Hiroshima per avere un effetto 'psicologico' onde aumentare l'importanza della nuova arma. Bisognava creare terrore a fini politici nel Giappone, e anche oltre i suoi confini. E questo, secondo Walzer, era ancora più grave se si considera che alla fine della guera non c'era più bisogno di colpire in maniera determinata obiettivi civili, per motivi di 'necessità'.
Ma quali necessità?
Quelle di intimorire l'imperatore? O quelle di intimorire Stalin, come sospetta l'autore S.Poole. Perché è chiaro che, come ricorda lo storico A. Werth, c'era da preparare il dopoguerra e per mettere le cose in chiaro, nulla di meglio che far capire chi 'poteva' distruggere il nemico nella maniera più totale possibile.
Anche la Chiesa cattolica prese posizione: nell'agosto del 1945 l'Osservatore Romano si dispiaque che gli inventori dell'atomica non l'avessero distrutta, per il beneficio dell'Umanità. Un reverendo di una città americana proibì l'uso dell'abbazia locale per la festa del Ringraziamento quell'anno per protestare contro il massacro indiscriminato di Hiroshima e il Consiglio Federale delle chiese ameriaane, già nel 1946, scrisse:
As American Christians, we are deeply penitent for the irresponsible use already made of the atomic bomb. We are agreed that, whatever be one's judgment of the war in principle, the surprise bombings of Hiroshima and Nagasaki are morally indefensible.
Ma tutto questo è sensato, nella luce della logica criminale già iniziata all'epoca? Ebbene, secondo lo storico americano G. Kolko non esattamente:
''During November 1944 American B-29s began their first incendiary bomb raids on Tokyo, and on 9 March 1945, wave upon wave dropped masses of small incendiaries containing an early version of napalm on the city's population—for they directed this assault against civilians. Soon small fires spread, connected, grew into a vast firestorm that sucked the oxygen out of the lower atmosphere. The bomb raid was a 'success' for the Americans; they killed 125,000 Japanese in one attack. The Allies bombed Hamburg and Dresden in the same manner, and Nagoya, Osaka, Kobe, and Tokyo again on May 24. The basic moral decision that the Americans had to make during the war was whether or not they would violate international law by indiscriminately attacking and destroying civilians, and they resolved that dilemma within the context of conventional weapons. Neither fanfare nor hesitation accompanied their choice, and in fact the atomic bomb used against Hiroshima was less lethal than massive fire bombing. The war had so brutalized the American leaders that burning vast numbers of civilians no longer posed a real predicament by the spring of 1945. Given the anticipated power of the atomic bomb, which was far less than that of fire bombing, no one expected small quantities of it to end the war. Only its technique was novel—nothing more. By June 1945 the mass destruction of civilians via strategic bombing did impress Stimson as something of a moral problem, but the thought no sooner arose than he forgot it, and in no appreciable manner did it shape American use of conventional or atomic bombs. "I did not want to have the United States get the reputation of outdoing Hitler in atrocities", he noted telling the President on June 6. There was another difficulty posed by mass conventional bombing, and that was its very success, a success that made the two modes of human destruction qualitatively identical in fact and in the minds of the American military. "I was a little fearful", Stimson told Truman, "that before we could get ready the Air Force might have Japan so thoroughly bombed out that the new weapon would not have a fair background to show its strength." To this the President "laughed and said he understood."
Non solo, ma il Giappone, malgrado gli studi di qualche autore posbellico, era ben lungi dal poter realizzare un'arma nucleare del genere, e quindi non c'era alcuna fretta di poter raggiungere questo tipo di impiego.
Poi c'era Nagasaki. Appena 3 giorni dopo Hiroshima, che ancora era ignota ai giapponesi. Ricordava l'autore Maddox:
Some historians have argued that while the first bomb might have been required to achieve Japanese surrender, dropping the second constituted a needless barbarism. However, the record shows otherwise. American officials believed more than one bomb would be necessary because they assumed Japanese hard-liners would minimize the first explosion or attempt to explain it away as some sort of natural catastrophe, which is precisely what they did. In the three days between the bombings, the Japanese minister of war, for instance, refused even to admit that the Hiroshima bomb was atomic. A few hours after Nagasaki, he told the cabinet that "the Americans appeared to have one hundred atomic bombs ... they could drop three per day. The next target might well be Tokyo."[71]
Il giorno prima di Nagasaki, l'Imperatore già aveva contattato il ministro degli Esteri Togo per esprimere il suo desiderio di finire prontamente le ostilità, con una tale e potente arma usata contro il Giappone, e non si doveva lasciar sfuggire la possibilità di usare questa ragione per porre fine alla guerra.
8) tanto non sono umani. Poi c'é il discorso della disumanizzazione del nemico: i giapponesi non erano certo gli unici che maltrattavano i loro prigionieri e sottoposti. Gli americani, ben presto, li ripagarono con la stessa moneta. Decapitazioni e utilizzo di parti anatomiche dei giapponesi uccisi, come ossa per farne tagliacarte, non erano rari.
In un servizio giornalistico su Life, una bella ragazza mostrava sul tavolo il teschio di un soldato giapponese, speditole dal suo fidanzato che stava al fronte.
Di fatto, il razzismo rampante negli USA già esistente contro gli africani e in parte contro gli asiatici, trasse molta nuova forza da questo stato di cose. Le notizie sulle stragi compiute dai giapponesi e la durezza dei loro campi di prigionia non miglioravano certo le relazioni di cordiale inimicizia tra i due contendenti, e tanto meno miglioravano il trattamento dei civili.
Il presidente Truman, il giorno dopo Nagasaki, disse che "The only language they seem to understand is the one we have been using to bombard them. When you have to deal with a beast you have to treat him like a beast. It is most regrettable but nevertheless true"
9) Mamma li russi! Quando i Sovietici, che per tutto il conflitto si tennero fuori dalla guerra al Giappone, pur avendolo già combattuto e sconfitto nell'estate del 1939, decisero per la guerra, fu chiaro che non c'era alcun 'amico' fuori dai confini giapponesi. Così lo storico Hasegawa dice che:
On the basis of available evidence, however, it is clear that the two atomic bombs ... alone were not decisive in inducing Japan to surrender. Despite their destructive power, the atomic bombs were not sufficient to change the direction of Japanese diplomacy. The Soviet invasion was. Without the Soviet entry in the war, the Japanese would have continued to fight until numerous atomic bombs, a successful allied invasion of the home islands, or continued aerial bombardments, combined with a naval blockade, rendered them incapable of doing so.
Eppure, la dichiarazione di guerra sovietica è passata largamente inosservata in questo senso.
Secondo un altro libro di Campbell Graig e F. Logevall:
Truman's disinclination to delay the second bombing brings the Soviet factor back into consideration. What the destruction of Nagasaki accomplished was Japan's immediate surrender, and for Truman this swift capitulation was crucial in order to preempt a Soviet military move into Asia. ... In short, the first bomb was dropped as soon as it was ready, and for the reason the administration expressed: to hasten the end of the Pacific War. But in the case of the second bomb, timing was everything. In an important sense, the destruction of Nagasaki—not the bombing itself but Truman's refusal to delay it—was America's first act of the Cold War.
Strano, vero? Eppure è realistico.
A Yalta, Stalin aveva avanzato la decisione che l'URSS sarebbe entrata in guerra con il Giappone 3 mesi dopo la fine delle ostilità in Europa. E infatti, la guerra in Europa finì l'8 maggio... e l'URSS dichiarò guerra al Giappone l'8 agosto. Preciso preciso. Ma cosa avevano da preoccuparsi, allora, gli americani? Beh, è semplice. Loro avevano concesso basicamente all'URSS di creare cuscinetti attorno alla loro madrepatria per difendersi dalle invasioni dall'esterno. In Europa, questo porterà alla nascita del Patto di Varsavia e della Cortina di Ferro, ma in Estremo Oriente la situazione era diversa. Infatti la Cina non era solo in guerra contro l'occupante giapponese, ma anche al suo interno, tra i nazionalisti (appoggiati dagli USA) e i comunisti di Mao. L'arrivo dell'Armata Rossa avrebbe potuto sconfiggere rapidamente il Giappone e saldare le sue forze con quelle dei comunisti cinesi. A quel punto, un asse URSS-Cina avrebbe cambiato drammaticamente l'equilibrio dei poteri in Asia. Avrebbero potuto, gli americani, dopo avere combattuto quasi 4 anni contro i giapponesi, lasciarsi sfuggire il bottino di una guerra così duramente combattutoa? No, naturalmente. Ed è per QUESTA RAGIONE, che l'entrata in guerra -come da programma- di Mosca, anziché sollevarli dalla necessità di distruggere altre città giapponesi, diede ai leadere americani la volontà di usare ogni sorta di arma pur di far capitolare in fretta il Giappone, e rendere così meno influente possibile l'arrivo dei sovietici. Ecco perché davvero morirono 300.000 civili giapponesi! Solo per questa lurida ragione, perché altre non ce n'erano! EQUILIBRI POLITICI (tagliamo fuori l'URSS e dimostriamo che abbiamo l'Arma Assoluta funzionante, e non soltanto in un poligono, ma nel mondo reale). Ma in tal caso, che cazzo di giustificazioni si possono dare sull'uso di queste WMD contro le città giapponesi? Nessun'altra oltre che questa. Ed è un buon motivo? Forse per gli americani! Per il resto della popolazione umana, non lo è di sicuro!
Diciamolo chiaramente: l'entrata in guerra dei sovietici non tranquillizzò gli americani, ma li affrettò verso lo sterminio di un'altra città giapponese. Ecco come andò davvero: 6 agosto: Hiroshima; 8 agosto, entrata in guerra URSS; 9 agosto: Nagasaki. Non è assurdo, da un punto di vista meramente bellico?
American intelligence had broken the Japanese codes, knew the Japanese government was trying to negotiate surrender through Moscow, and had long advised that the expected early August Russian declaration of war, along with assurances that Japan’s Emperor would be allowed to stay as a powerless figurehead, would bring surrender long before the first step in a November US invasion, three months later, could begin.
https://www.thenation.com/article/why-the-us-really-bombed-hiroshima/
Once the bomb was proven to work on July 15, 1945, events took on a furious urgency. There was simply no time to work through negotiations with the Japanese. Every day of delay meant more land given up to Russia and, therefore, a greater likelihood of communist victory in the Chinese civil war. All of Asia might go communist. It would be a strategic catastrophe for the U.S. to have won the War against the fascists only to hand it to its other arch enemy, the communists. The U.S. needed to end the War not in months, or even weeks, but in days.
The story of military necessity, quickly and clumsily pasted together after the War's end, simply does not hold up against the overwhelming military realities of the time. On the other hand, the use of the bomb to contain Russian expansion and to make the Russians, in Truman's revealing phrase, "more manageable," comports completely with all known facts and especially with U.S. motivations and interests.
https://www.commondreams.org/views06/0806-25.htm
*************************************************************************************
Ovviamente, negli USA l'idea dei bombardamenti e della loro efficacia è vista in maniera assai diversa che nel resto del mondo. In genere, fino alla fine degli anni '60, era considerata la condizione decisiva per vincere contro il Giappone, una posizione chiamata alle volte 'ortodossia patriottica'.
E l'opinione pubblica sui bombardamenti atomici
Persino nel 2015, 70 anni esatti dopo la fine della guerra, il 56% degli americani supporta la decisione di usare le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, mentre il 34% è contro. In altre parole, oltre la metà, contro poco più di un terzo. Ma non è solo questo il motovo d'interesse: il 70% degli americani da 65 anni in su, dice che i bombardamenti sono giustificati. Invece, tra i ragazzi di 18-29 anni, solo il 47% è daccordo, addirittura una minoranza. E come inclinazioni politiche? Eh, ovvio, no? Il 74% di chi vota repubblicano supporta i bombardamenti, mentre solo il 52% dei democratici fa lo stesso pensiero.
In altre parole: oltre 1 americano su 2 supporta i bombardamenti, mentre 1 su 3 gli si oppone; tra i 'vecchi', 7 su 10 supportano, tra i giovani oltre 1 su 2 si oppone. Tra i repubblicani, 3 su 4 approvano, tra i democratici 1 su 2.
Se pensate che questo sia male (specie con Trump alla Casa Bianca), beh, non resta che usare la macchina del tempo. Un sondaggio del 1945 della Gallup mostra un tasso di approvazione dell'85% contro il 10% di disapprovazone. Nel 1990, la Gallup mostrò un tasso di approvazione sceso al 53% contro 41% contro (curioso, forse per i rischi concreti di subire lo stesso 'trattamento', c'era più condanna all'epoca che adesso). Nel 2005, passata la paura della Guerra fredda, le percentuali erano del 57% contro 38%. Ma che succederebbe se poi, vi fosse la necessità ADESSO, di fare un'altra azione simile? Bella domanda. Nel 2017 un'indagine del genere vide il 67% di approvazione di fronte ad un attacco nucleare che uccida 100.000 civili iraniani, se questo fosse in alternativa ad un'invasione all'Iran che uccida 20.000 soldati americani. Dall'altro canto, appena 7 anni prima, il 64% degli americani approvava la decisione di Obama di non usare armi nucleari contro nazioni che ne fossero prive.
Le vite degli altri, sì.
Ma NON SOLO QUESTO.
L'altro giorno, un testa di cazzo (scusate il francesismo) sul sito di warship.com, ha avuto la faccia di festeggiare, con apposita discussione, il mesto anniversario di Hiroshima.
Happy Hiroshima Day - NavWeaps Discussion Boards
Così l'ha descritta:
''73 years ago today, Colonel Paul Tibbetts and the crew of the Enola Gay performed a sad, but very necessary act that hastened the final act of the Second World War. ''
E il bello è, che praticamente nessuno l'ha contrastato nell'elogio di queste barbare stragi di civili, arrivando a ripetere anche la demenziale affermazione del 'milione di morti' amerikani salvati dall'uso della bomba, e ovviamente questa ha salvato anche tanti civili giapponesi. Dunque siamo alla teorizzazione dell'uso di armi di distruzione di massa, però in maniera 'umanitaria' e persino filantropica.
Come ho detto sopra, sono CAZZATE. Punto e stop (aggiunta 16-8-18).
I dominatori dei Cieli e del diritto internazionale
Questi crimini di guerra 'dall'aria' sono continuati in maniera alle volte trasversale e subdola. Gli americani stessi lo sperimentarono con l'assurdo attacco alla USS Liberty (Vedi USS Liberty Incident) dove gli israeliani poterono impumenente e sfacciatamente bombardare e silurare una loro nave, del tutto indifesa e in maniera del tutto immotivata. Ma c'é di peggio: quest'andazzo non è mai cessato. Il 14 febbraio 1991, un bunker pieno di civili irakeni fu distrutto da bombe perforanti americane tirate da F-117, uccidendo centinaia di disgraziatissimi innocenti irakeni. L'avessero fatto gli irakeni, immaginatevi che fanfara: lo hanno fatto gli americani, allora nessun problema: un ufficiale dell'USAF si vantò pure che era nell'anniversario della distruzione di Dresda, figurarsi. E anche più di recente, l'osceno, ripeto OSCENO, caso dell'attacco all'ospedale di MSF di Kunduz ndel 2015, è stato visto come 'incidente'. Vorrei tanto sapere che tipo di incidente fa sì che un ospedale ben noto venga bombardarto per mezz'ora perché mio cuggino ha detto che dentro ci sono i talebani. Pazzesco e criminale!
Ecco come è presentato su wikipedia:
'' On 3 October 2015, a United States Air Force AC-130U gunship attacked the Kunduz Trauma Centre operated by Médecins Sans Frontières (MSF), or Doctors Without Borders in the city of Kunduz, in the province of the same name in northern Afghanistan. It has been reported that at least 42 people were killed and over 30 were injured.
Médecins Sans Frontières condemned the incident, saying all warring parties had been notified of the hospital's location ahead of time, and that the airstrike was deliberate, a breach of international humanitarian law and MSF is working on the presumption of a war crime.
The United States military initially said the airstrike was carried out to defend U.S. forces on the ground. Later, the United States commander in Afghanistan, General John F. Campbell, said the airstrike was requested by Afghan forces who had come under Taliban fire. Campbell said the attack was "a mistake", and "We would never intentionally target a protected medical facility."[10][11] Campbell said the airstrike was a US decision, made in the US chain of command. In the 15-6 report generated by US Central Command following the strike the military investigators cited General Campbell's own lack of direction and failure in providing proper tactical guidance as contributing factors to the Coalition's command and control breakdown leading up to the strike.[12] Cockpit recordings showed that the AC-130 crew questioned the strike's legality.
On 7 October 2015, President Barack Obama issued an apology and announced the United States would be making condolence payments to the families of those killed in the airstrike.[14][15] Three investigations of the incident were conducted by NATO, a joint United States-Afghan group, and the United States Department of Defense. The Department of Defense released its findings on 29 April 2016. MSF has called for an international and independent probe, saying the armed forces who carried out the airstrike cannot conduct an impartial investigation of their own actions. ''
Eppure, vi risulta che la Corte dell'Aja abbia spiccato un mandato di cattura per gli autori? Macché, si sono 'scusati' e tutto va bene madama la marchesa.
MSF aveva informato tutti i partecipanti alla battaglia di Kunduz che il suo ospedale era lì presente eppure il suo ospedale venne bersagliato per 30 minuti dal fuoco dell'AC-130, che tra l'altro, era sicuramente l'aereo meglio adatto per verificare su COSA si stesse sparando.
Gli stessi report di stampa parlavano di come i talebani fossero almeno a mezzo miglio di distanza dall'ospedale. Lo stesso equipaggio dell'AC-130 discusse se fosse legale attaccare l'edificio, e il comandante NATO JF Campbell dissse che l'attacco era stato deciso dagli americani, e non dai loro 'alleati' afgani, ammettendo che fosse un 'errore' perché loro, i bravi ragasssi, non attaccherebbero mai intenzionalmente un ospedale. Obama ha chiesto scusa a MSF.
MSF disse il 4 ottobre che il governo afgano giustificava l'attacco all'ospedale sulla base del fatto che c'erano 'combattenti talebani' dentro l'edificio. Questo significa che di fatto si ammette di avere fatto un CRIMINE DI GUERRA, perché è un edificio sanitario pienamente funzionante. Per la legge della proporzionalità usata anche in guerra, è vietato distruggere ospedali anche se dentro vi si annidano nemici, almeno non prima di avere mandato un avvertimento per evacuare l'edificio stesso. C'erano 105 pazienti, tra cui 20 erano talebani, ma feriti e in quanto tali, 'non combattenti'. Il PM del Tribunale dei crimini internazionali, C.Bassiouni, ha detto che:
"even if it were proven that the Kunduz hospital had lost that right of protection due to infiltration by Taliban, the U.S. military personnel responsible for the attack would have to prove it was a military necessity to strike that hospital" ma anche che: "the U.S. is unlikely to turn any of their service members over to an outside body for prosecution even after facing its own military legal system."
I danni all'ospedale furono così gravi che inizialmente si parlò di 30 morti, ma poi si raggiunse ad almeno 42, tanto gravi erano le distruzioni (211 colpi sparati, e pensare che non stiamo parlando di bombe ma solo di 'proiettili'). Quest'edificio, l'unico ospedale di Kunduz, trattò nel 2014 oltre 22.000 pazienti, specialmente per traumi.
MSF ha chiesto un'indagine internazionale per il crimine, supportata anche da The Lancet. E come sta finendo, per adesso? con le solite puttanate americane. Campbell ha detto che l'equipaggio aveva omesso di consultare le coordinate dell'edificio, che aveva malfunzionamenti elettronici a bordo, che non aveva potuto 'leggere le email', che c'era stato un errore di navigazione e ovviamente, che MSF non aveva esposto nessun simbolo per descrivere la sua esistenza come struttura sanitaria. MSF tentò disperatamente di parlare con l'aviazione americana durante l'attacco, ma ovviamente l'elettronica danneggiata non permise di comunicare l'errore finché l'attacco non fu concluso. Ovviamente il report finale dell'USAF dice che è stato un 'errore' e quindi 'non è un crimine di guerra' (e la 'gross negligence' cosa sarebbe?), 16 militari americani hanno subito sanzioni disciplinari, ma nessuno è stato incriminato, il governo americano ha pagato 170 rimborsi per i danni subiti, di cui 'ben' 3.000 dollari per ferito, e 'addirittura' (commento mio), 6.000 dollari per morto, oltre a 5,7 mln di dollari per ricostruire l'ospedale.
Nel mentre, i mass-merdia occidentali TACEVANO di brutto, infatti, Glenn Greenwald dell' The Intercept accusò addirittura la CNNE e il NYT di avere volontariamente oscurato gli autori dell'attacco all'ospedale nelle prime 36 ore dopo l'evento. Per chi volesse sapere come funziona l'informazione, vedesi alla voce Udo Ulfkotte...
Capito?
Conclusione(?)
Per vaghezza di normativa giuridica o per mera forza non è facile da dire, ma è chiaro che bombardare una città distruggendola è qualcosa che si può definire, nient'altro che 'democidio' e quindi crimine di guerra o contro l'umanità e che già la convenzione dell'Aja del 1907 parlava di bombardamenti aerei indiscriminati.
I tedeschi, nella spietata distruzione prima del Ghetto di Varsavia (1943) poi dell'intera Varsavia (la 'Parigi dell'Est') nel 1944, si comportarono in maniera simile, solo che usarono i 'vecchi sistemi' che i 'bravi ragazzi' yankee non avrebbero certo tollerato (non davanti alla stampa, almeno), tanto c'é la tecnologia che lo fa per te: vuoi mettere l'asetticità di uccidere da 9.000 metri 20.000 bambini, con il doverlo fare passandoli alla baionetta uno ad uno?
Forse è stato giusto il bombardamento, mettendo i Giapponesi di fronte ad un'arma che non potevano combattere in nessun modo. Ma il punto è che di fatto, la pace era possibile alle stesse condizioni anche mesi prima!
Del resto, la citazione di LeMay dice tutto: bastava che finisse in un altro modo, e impiccati sarebbero stati i 'moralissimi' leader di Washington, Mosca e Londra.
Ecco perché, di gente che ha tutto questo potere, fidarsi forse è bene, ma NON fidars è meglioi, specialmente del sistema che gli permette di passarla liscia (vi ricordate i generaloni dell'USAF ai tempi dell'11/9? Bene, sono stati PROMOSSI, chiaro?) anche di fronte alle manchevolezze più sfrontate.
Sempre che vogliamo chiamarle come tali, naturalmente. Purtroppo la Storia è fatta così: ne ammazzi uno sei un assassino, ne ammazzi un milione e sei un eroe, il che è esattamente attagliato alla figura di Bruto e di Giulio Cesare, naturalmente; questi fu/é onorato e glorificato quasi come un dio, mentre Bruto sta in fondo all'Inferno, reo di avere ucciso un tiranno e sopratutto, di avere perso la guerra di successione.
(modificato 17-8-18 ore 1.33 AM).