5-1-19 (14-12-19)
Adesso provo a fare una più dettagliata modalità di ricostruzione della battaglia virtuale tra flotta italiana e kamikaze giapponesi.
Avvertenza, è un post molto lungo e palloso, l'ho pubblicato non per auspicare la distruzione della marina italiana (di 23 anni fa) ma solo perché l'ho scritto per elaborare un minimo di idee su come un'azione del genere sarebbe andata in uno scenario in stile film Contdown-dimensione zero. Per cui, chi non fosse interessato a leggerlo, cioé chiunque abbia un minimo di buon senso, può benissimo farne a meno. La vita è fatta di tante cose migliori di questa. Oltretutto sono 48.000 caratteri, #sticazzi.
E comunque ricordatevi di come le apparenze ingannano.
Settimio Severo, nonostante il nome era buono.
Massimino il Trace, nonostante il nome era alto 2 metri e mezzo.
Scelgo lo scenario più difficile, il 1995, modalità flotta 'unica'. Questo è di gran lunga il tipo di prova più difficile, sia per la qualità delle navi, che per la quantità in cui erano state concentrate, tutte in un'unica flotta.
Rispetto allo scenario 1985, l'unico altro comparabile, il totale della potenzialità aerea è maggiore, anche se forse non di molto.
Pro: + 2 caccia De la Penne
+ incrociatore Garibaldi
+ 2 fregate Maestrale
+ modernizzazione dei 2 Audace
Meno: - 2 incrociatori Doria
- 2 caccia Impavido
- 2 fregate Alpino (passate a ruoli di supporto o sperimentali e non incluse nella flotta)
In sostanza, da 3 incrociatori, 4 caccia, 10 fregate missilistiche e 2 ASW (totale: 19) si è scesi a 18 (2 incrociatori missilistici, 4 caccia, 12 fregate missilististiche), mentre i sistemi di difesa aerea sono calati da 7 a 5. In compenso, sono arrivati 5 (cinque) caccia AV-8 Harrier, mentre il numero dei lanciamissili con gli Aspide è stato aumentato da 10 a ben 19, per giunta i modelli Albatross sono passati da 6 a 15; inoltre sono arrivati i cannoni Super Rapido e le centrali di tiro RTN-30X Dardo E sono passate da 8 a ben 25. Il totale dei SAM è aumentato da 520 (280 MR/ER), a 656 (200 MR/ER) più i caccia intercettori. Gli SM-1MR sono diventati lo 'standard' per davvero, mentre prima, per quanto se ne sa, erano 50% SM-1 e 50% Tartar (per giunta sulle navi più moderne). Quindi direi che la flotta del 1995 era almeno marginalmente migliore per la difesa aerea di quella del 1985, anche se gli Harrier erano ancora una presenza molto abbozzata.
Una dotazione completa di Harrier, ovvero diciamo 8 aerei (più almeno 4 Sea King) avrebbe permesso al Garibaldi, anche schierandone soltanto 6, di portare in aria, anche ad armamento ridotto, ben 24 AAM di cui 12 a media gittata, ma in teoria tutti gli aerei con il massimo armamento erano capaci di 48 AAM di cui 32 a media gittata. Questo avrebbe forse fatto la differenza, ma di sicuro non l'avrebbe fatta nell'aprile 1995, quando gli Harrier erano solo 5 e con i soli Sidewinder più cannoni da 25 mm.
La missione: Kikosui N.1, 6 aprile 1945 (1995). 100 Zero di scorta, 40 Ki-84, più 200 kamikaze, più circa 40 siluranti.
La formazione giapponese è essenziale che faccia, comunque sia, due cose: 1) volare in cieli quanto più possibile tersi e con poche nuvole, che contro avversari dotati di radar è soltanto uno svantaggio. 2) che si radunino e si organizzino al meglio possibile, per colpire con la massima concentranzione nell'arco di minuti e non certo di ore. Altrimenti tutto sarà compromesso, anche se comunque non inutile, perché gli SM-1 non sono una quantità illimitata e nemmeno gli Aspide lo sono.
A quel punto arrivano i primi caccia giapponesi: 100 A6M5 in 4 formazioni di 25 (come mai proprio 25 e non un numero pari, non saprei..), più 40 Ki-84. Dal momento che la minaccia contraerei era molto maggiore di quella degli intercettori, questi velivoli sono concepiti per scortare i kamikaze fin sull'obiettivo, impegnando anche la difesa contraerei delle navi, per poter aiutare i più lenti kamikaze a farsi sotto senza essere fatti a pezzi prima dai missili di difesa d'area. E' un lavoro dannatamente rischioso, ma anche dannatamente importante.
La difesa aerea italiana manda per prima cosa i caccia Harrier in azione. Essi sono relativamente vicini alla flotta, a circa 90 km, benché possano pattugliare anche ben più lontano di così. Ma non possono farlo realmente bene, perché la difesa aerea a bassa quota è pur sempre necessaria e gli incursori possono passare facilmente, quindi o si distaccano navi lontane dalla flotta come picchetto radar (ma non è questo il caso) oppure si tengono i caccia più vicini, perché è inutile mandarli a 180 km se poi i kamikaze possono passare comodamente nel corridoio, a bassa quota, tra loro e le navi, un corridoio largo probabilmente 100 km.
La battaglia ha inizio e i pochi Harrier, due monoposto e due biposto, in coppia mista (i monoposto hanno prestazioni un pò diverse, ma hanno anche il radar), ingaggiano i caccia Zero di una formazione. La prima azione vede gli Harrier avvicinarsi da forte distanza ad una formazione di Zero. Non è sicurissimo che tutte e due le coppie abbiano attaccato la stessa formazione, ma l'andamento della battaglia è questo. Ingaggiano i caccia nemici più avanzati nello schieramento nemico e gli piombano alle spalle, lanciando da qualche km un Sidewinder per ciascun aereo. Il risultato sono 3 abbattimenti, mentre un missile in qualche modo manca il bersaglio, forse perché questo ha fatto in tempo a virare, o perché il calore di un altro abbattimento ha distratto il Sidewinder (cosa particolarmente probabile se tutti gli attacchi fossero su di un solo gruppo di aerei). E' finita così? No, ovvio. Gli Harrier, a quel punto, tornano indietro e attaccano ancora i caccia nemici, stavolta con un'azione frontale, loro malgrado, perché oramai li hanno visti e li contrastano dandogli la prua. Lanciano altri due AIM-9L e con uno di essi abbattono uno Zero, mentre l'altro viene in qualche misura evitato (4/6 ovvero il 67% di successo). Almeno due Harrier aprono il fuoco con i cannoni da 25 mm tirando in genere raffiche da 50 colpi (sui 300 disponibili), mentre pure gli Zero gli sparano addosso. Uno Zero viene abbattuto.
A quel punto, gli Harrier hanno già abbattuto 5 aerei nemici, ma tornano ancora all'attacco. Hanno ancora 2 Sidewinder e probabilmente, 1.100 su 1.200 colpi da 25 mm. E' molto per ritirarsi subito, ma stanno correndo rischi enormi ad avvicinarsi in quel modo, ad una 'nube' di circa 20 Zero ben decisi a battersi.
Una coppia di Harrier attacca briga contro alcuni di loro. Di questi aerei, solo uno ha un AIM-9 e lo lancia, abbattendo il target. L'altro, invece, colpisce un ulteriore Zero con il tiro del 25 mm, ma a sua volte viene danneggiato da due Zero, che lo tartassano con circa 20 colpi di mitragliera, molti dei quali da 20 mm. L'Harrier è costretto a ritirarsi e a ruota deve seguire l'altro, visto che da solo, e senza più missili, non può continuare.
L'altra coppia attacca un'ulteriore formazione di Zero e uno degli Harrier, quello ancora con un Sidewinder, lo lancia e fa centro anche con questo (6/8 = 75%), circa la percentuale delle Falklands (18-20 su 27 lanci). L'altro Harrier, senza munizioni, spara con la mitragliera contro uno Zero, ma questo gli butta una virata in faccia talmente stretta da far fallire la raffica da 30-50 colpi tirati. Però l'Harrier si espone a sua volta: uno Zero gli si piazza dietro, sotto, da circa 200 metri, e gli spara una raffica con tutto quel che ha. L'Harrier viene centrato da circa 15 colpi, e un serbatoio interno prende fuoco. L'Harrier si allontana di qualche chilometro, poi il pilota si lancia e l'aereo esplode!
Questa perdita è la campana per la ritirata degli Harrier: rimasti in due più uno danneggiato, senza missili e con poche munizioni, sono troppo preziosi per consumarli tutti in questo massacro: si è passati dal 3-0 della prima ondata di sorpresa, al 2-0 della seconda, al 2-1 della terza, e adesso circa 15 Zero contro due Harrier senza missili sarebbero una minaccia molto grave. La piccola forza di Harrier ha perduto il 20% del totale o il 25% considerando gli aerei efficienti, ma considerando tutti i velivoli danneggiati o distrutti sono il 40 o il 50% del totale, non vale la pena farli restare e dopo avere comunque ottenuto 9 vittorie in 4 (6 con gli AAM e 3 con i cannoni) spariscono alla vista, tornando in fretta al Garibaldi per rifornirsi e riarmarsi.
A quel punto, i caccia si ricompattano e riprendono la marcia verso la flotta. La presenza di questa è probabilmente data dagli intercettatori radar che qualche aereo giapponese ha a bordo, capace eventualmente di rilevare i segnali radar delle navi. Ad ogni modo, essi arrivano in zona, forse grazie alla segnalazione di un sommergibile o di un isolato ricognitore, e attaccano la flotta.
Da parte italiana c'é il più caloroso benvenuto, ovviamente. Inizia il Veneto con il lancio di una coppia di SM-1ER, da circa 60 km di distanza, una volta che si era arrivati alla conclusione che la flotta sarebbe stata sicuramente scoperta dall'armata aerea in avvicinamento, di cui i caccia in avanscoperta erano anche gli occhi. Forse le due lunghe scie bianche dei booster nemmeno saranno state viste, forse sì, ad ogni modo, da questo raggio enormemente elevato vengono lanciati a segno due attacchi, con gli SM-1ER che colpiscono due cacci abbattendoli.
A quel punto, però, la distanza è scesa a circa 52 km, dopo circa un minuto e mezzo di volo probabilmente, e la visione delle successive scie non è una sorpresa per nessuno, capendo da dove arrivava il lancio iniziale. Il tiro dei missili è ripetuto così, mentre i caccia giapponesi iniziano a correre alla massima velocità. Come previsto, in arrivo a circa 8.000 metri, cominciano a scendere leggermente. La rotta non è casuale: sottovento, con oltre 50 km/h alle spalle (e meno male che non c'é un jet-stream disponibile, sennò altro che 50 km/h...) arrivano velocissimi sulle navi italiane, ad una media effettiva, misurata al suolo anzi, sul mare, di circa 600 km/h, ergo circa 10 km al minuto. Con questa rapidità sarebbero presto giunti in zona di tiro, seguiti da circa cento kamikaze veloci, essenzialmene Zero, Judy e qualche Frances e Peggy. Nel mentre, altri cento circa tra Oscar, Nell, Val e altri tipi, scendono dalle loro quote di volo normali, circa 5.000-6.000 metri e anche oltre, iniziando una rapida discesa verso la superficie. Dopo circa 3 minuti, in effetti, giungono a poco sopra il livello delle onde, scendendo ad alta velocità e al contempo tenendo il passo con i kamikaze e i caccia più veloci, rimasti in quota. La velocità che tengono è sui 400-500 km/h misurata a terra, poi si mettono a volare tra 6 e 30 metri di quota, a circa 300-400 km/h.
La corsa contro il tempo vale per entrambi i contendenti, sia gli attaccanti che i difensori.
La successiva azione comporta il lancio dei missili SM-1. Il tiro è micidiale anche da parte dei caccia: partono con 2 salve di ritardo rispetto all'incrociatore, mentre la 2a salva è arrivata a segno attorno ai 42 km, i caccia aprono il tiro attorno ai 40 km circa, e dopo circa 1 minuto scarso arrivano a segno attorno ai 30 km, così più o meno come i missili SM-1ER. Sono un totale devastante di ben 10 missili, di cui 8 vanno a segno. Ma i caccia nemici non tardano a capire meglio come affrontarli. Il lancio successivo, va a segno attorno ai 22 km circa dal punto di lancio (ma gli incrociatori sono all'interno della linea dei caccia), e il risultato è diverso, circa 10 missili vengono lanciati ancora una volta, ma soltanto 6 vanno a segno, 1-2 funzionano male e 2 vengono evitati. E' sempre una prospettiva terrificante, ma i piloti vanno avanti. Il quarto lancio unificato è ottenuto in teoria a circa 20 km di distanza, e i missili colpiscono a circa 14 km di distanza, ma nonostante siano in piena efficienza energetica, la loro presenza è ora ben nota ai cacciatori nemici, tanto che iniziano anche a manovrare per evitarli, riuscendoci in 6 casi.
La battaglia adesso è nel vivo.
La flotta italiana, su cui gli Harrier sono da poco atterrati, è disposta così: al centro Garibaldi e Veneto, nel cerchio interno i 4 caccia, e nel cerchio esterno le 12 fregate. La distanza tra le navi è di circa 5 km per le fregate, circa 5 km interni sono i cacciatorpediniere e a circa 3 km più all'interno ancora vi sono i due incrociatori, che navigano vicini a circa 2 km l'uno dall'altro. Il cerchio esterno è insomma di circa 60+ km di circonferenza, ovvero sui 10 km di raggio, i due incrociatori sono a circa 1,5 km dal centro di questo cerchio, i caccia sono a circa 5 km, e le fregate a 10 km. Un ordigno termonucleare da 10 MT potrebbe distruggere tutte queste navi, ma non è il caso dei giapponesi, ovviamente.
Questo significa, però, che le navi più indietro sono costrette a tirare missili da distanze maggiori.
Ad un certo punto, se questa distanza è mantenuta (nell'ipotesi che altri attacchi potrebbero essere condotti da ulteriori direzioni, per esempio), avremmo: i primi aerei arrivano a 14 km dall'incrociatore Veneto, il che significa che sono a circa 9 km dai cacciatorpediniere anteriori e 19 km da quelli posteriori. Come si vede è un calcolo molto difficile e dipende molto da come vengono disposte le navi durante l'attacco. Di fatto è impossibile dare davvero una risposta alla domanda di base, ovvero quale è la distanza degli aerei dalle singole navi della difesa aerea. Del resto, se queste fossero troppo vicine, rischierebbero tutte quante di perdere la visione dei velivoli in volo ad alta quota (fino a 10.000 metri), per cui non possono nemmeno stare tutte ammucchiate come un gregge. E anche più logicamente, non possono schierarsi tutte su di un lato perché l'attacco potrebbe portarsi anche da direzioni diverse, con i velivoli nemici sbucati da bassa quota.
La potenza di fuoco, ad ogni modo, è molto elevata e continua a riversarsi sui caccia giapponesi. A quel punto, però, ci sono anche le fregate che hanno i missili Aspide o anche Sea Sparrow. Però questi missili sono poco efficaci alle alte quote di volo. Il loro impiego dovrebbe essere limitato a 5.000, massimo 6.000 metri, ovvero più in basso di dove volano i caccia, anche se questi stanno leggermente scendendo di quota. Di sicuro minimizzano il rischio dovuto ai missili e anche le probabilità che vengano abbattuti da questi una volta lanciati. Le fregate del cerchio esterno, così, preferiscono tenerli buoni per quando saranno davvero utili.
Quando i caccia scendono in picchiata, per esempio.
Arrivati a circa 14 km dal Veneto e a 10-15 km dai caccia, i velivoli si buttano in picchiata verso le navi italiane del cerchio esterno. Lo scopo è di impegnarle e danneggiarle per rendere possibile poi l'attacco dei bombardieri provenienti dalle ondate successive.
Certo che è più facile a dirsi che a farsi, bisogna ammetterlo. Le due Maestrale di testa (che chiameremo M.1 e M.2, scusate la mancanza di fantasia, numerate in senso orario) sono quelle più attaccate, dalla massa di caccia arrivati fino là. Non è semplice dire come vada.
I missili lanciati, fino ad allora, da parte delle navi da difesa aerea, sono stati un totale di almeno 6 lanci, fatti a 60, 50, 40, 30, 22, 15 km, totalizzando circa 2+2+6+10+10+10 = 30 missili almeno, che corrispondono a circa 20 kill effettivi, più la decina data dagli Harrier. Ma i caccia sono circa 140. A quel punto, circa 100 velivoli sono ancora in aria e si gettano, per quel che possono, contro le navi viste a portata utile. Circa 20 caccia attaccano ciascuna delle due fregate di testa, sono Zero, e si gettano con un coraggio da martiri verso la terribile minaccia dei caccia nemici, così come ancora più stoici dovranno essere i kamikaze, quelli sì destinati a schiantarsi sul nemico. Terribile, davvero, quando sai che se hai successo hai il 100% di probabilità di morire, ovvero la certezza!
I caccia si gettano sulle navi, dicevo. Sono circa 20 per ciascuna, non è chiaro se Zero o anche Hayate. In ogni caso, le due Maestrale non ci pensano due volte: appena vedono questi velivoli scendere, cosa possibile solo perché hanno i datalink, altrimenti il loro radar non permetterebbe di vederli, li attaccano con i missili Aspide, il cannone da 127 e quelli da 40. Tre linee di mira buone (la 4a è fuori campo visivo) e gli 'indiani' cominciano a cadere giù. Ciascuna fregata riesce a distruggerne una mezza dozzina, di cui 2-3 con il lancio di missili Aspide, presumibilmente due lanci singoli e uno doppio. La potenza di fuoco dei cannoni e cannoncini è anche notevole, ben maggiore delle armi più leggere di altre navi da guerra.
Ma non solo: queste fregate non sono certo da sole: dietro hanno il supporto della flotta, anche se è lontana. Ci sono due fregate Maestrale (M.3 e M.12) a circa 5 km da queste navi che sparano a loro volta due salve di Aspide (presumo un missile l'una) e anche alcune da 127 mm, al raggio massimo pratico di tiro.
Nel mentre i due De la Penne aprono il fuoco da circa 5 km indietro, anche loro con gli Aspide, tirandone anche loro un paio di salve, ma da due missili l'una. Inoltre, già che ci sono, lanciano anche due SM-1 a testa, così come fanno anche il Veneto (ma contro la formazione più in alto) e i due caccia Audace sistemati più indietro nella formazione (anche loro contro la formazione più in alto). Le altre navi sono un pò troppo lontane e per ora lasciano perdere, tanto vedono bene che ci sono molti aerei in arrivo e devono pensare anche a se stesse.
Le salve dei missili comprendono quindi un'enormità di armi: 4 SM-1, 12 Aspide e vari colpi da 127, più gli 8 (?) Aspide e fuoco d'artiglieria tirati dalle fregate sotto attacco. Chiaramente, un volume di fuoco del genere è terribile per un numero di caccia che pure è molto elevato, ben 40 esemplari circa. Ma hanno di fronte ben 24 missili SAM e il fuoco delle armi d'artiglieria, inclusi alcuni vecchi cannoncini da 20 mm presenti in un paio d'esemplari sulle fregate Maestrale. Un tale volume di fuoco è devastante, non c'é alcun dubbio, e i cacciatori nemici non sono preparati ad affrontarlo. Come potrebbero? In pratica, solo una delle due navi viene fortunosamente raggiunta da due Zero che la mitragliano danneggiandola molto leggermente. Gli altri vengono sterminati: in tutto, il paio di dozzine di SAM tirati (in circa 20 salve) abbatte circa 16 aerei, più altri 5 almeno tirati giù dai cannoni, in pratica metà dei velivoli, e quel che è peggio, costringendo quasi tutti gli altri a fare manovre evasive per evitare il lancio di così tanti missili contro di loro. Alle volte, più missili sono stati lanciati contro un solo bersaglio, anche da parte di più navi. Normalmente non dovrebbe succedere per via dei datalink che potenziano la difesa e la consapevolezza tattica delle navi, ma in una situazione di saturazione del genere non è certo assurdo che accada qualche caso del genere, anzi ci si può aspettare che succeda.
Dei circa 20 aerei attaccanti una delle due Maestrale (M2), uno viene abbattuto da un primo Aspide della fregata, un altro è distrutto dal successivo, un altro ancora viene abbattuto pressoché in contemporanea da uno degli Aspide lanciati dal De la Penne e da uno dei due lanciati dalla stessa Maestrale attaccata, un altro ancora viene eliminato da un missile del De la Penne che peraltro fallisce un altro tiro e l'ultimo invece, riesce a beccarlo, per cui alla fine con 4 Aspide ha ottenuto 2 vittorie e 1/2. Lancia anche due SM-1 ed abbatte uno degli aerei, mentre l'altro riesce ad evitarlo all'ultimo momento, pur restando danneggiato dalle schegge dello scoppio, ma non tanto da impedirgli di continuare a volare e combattere, tanto che poi viene abbattuto da un Dardo della Maestrale, l'unico entrato in azione perché gli attaccanti arrivano in picchiata tutti dalla stessa direzione, a circa 40-60° di inclinazione. Tutto questo accade in poco più di 30 secondi, nel mentre due altri missili di una Maestrale di destra arrivano a segno distruggendo altrettanti Zero. Il tiro del cannone da 127 distrugge inesorabile altri due Zero, il Dardo aggiunge un altro caccia e così arriviamo ad un totale davvero impressionante.
Ben 2 SM-1 e almeno 12 Aspide lanciati che insieme fanno qualcosa come 8 aerei (1 SM e 7 Aspide), e 3 dai cannoni, per cui non deve stupire che il risultato sia pressoché nullo contro la nave.
Anche l'altra Maestrale viene difesa in maniera del tutto simile, ma stavolta una piccola combriccola di 4 aerei riesce ad avvicinarsi e spara con le armi di bordo; il Dardo ne abbatte uno, ma due degli altri riescono a mitragliare la sovrastruttura anteriore e centrale della fregata, causando qualche danno, peraltro irrilevante. Uno di questi velivoli viene poi abbattuto dal tiro del Dardo di destra, che fino ad allora non era stato ingaggiato, mentre si ritira. Circa 40 colpi a segno, nemmeno male, ma irrilevanti. O no?
La serie di attacchi continua, però, minacciosa anche per le altre navi. Ci sono rimasti circa 60 caccia in quota e stanno venendo giù anche per ingaggiare le unità rimaste in giro. Circa una mezza dozzina attaccano una delle fregate Maestrale a destra, la M.3 (destra anteriore), che aveva già sparato due Aspide e qualche colpo di cannone contro gli aerei in movimento. La nave ripete l'azione, stavolta contro dei velivoli che cercano di attaccarla direttamente. Le munizioni non sono un problema, ovviamente, tutti i sistemi oltre ad essere molto potenti e molto precisi, sono anche molto ben dotati di munizioni di pronto impiego. Spara due Aspide, con il 127 e il 40 mm laterale, abbatte 5 aerei su 6 attaccanti, uno dei quali finito anche da un Aspide della fregata N.4 che segue. Questi poveracci di caccia sono praticamente annientati e l'ultimo superstite fugge via.
La potenza di fuoco delle navi si scatena anche contro gli altri velivoli della formazione, i missili a medio raggio distruggono altri 4 aerei grazie ad una salva di 6 lanciati contro di essi da parte del Veneto e dei due Audace posteriori.
Poi circa 12 aerei attaccano un'altra fregata, la M.12 (anteriore sx), la quale si difende più o meno come la compare, distruggendo una mezza dozzina di velivoli, aiutata oltretutto anche dai cannoni del Mimbelli e dalla fregata N.11 (un'altra Maestrale), che tira un Aspide a segno. Alla fine, anche qui, solo un aereo arriva a sparare una raffica sulla nave, mancandola, ma il prezzo è l'abbattimento di 7 aerei. Però, un mitragliamento danneggia momentaneamente il lanciamissili Aspide!
La terribile potenza di fuoco delle navi italiane, però, deve anche fare i conti con una quarantina di caccia che sono rimasti in zona, e attaccano a quel punto i due caccia di testa, tra Ki-84 e Zero. Essi attaccano i due De la Penne, ma anche stavolta senza molto successo: i caccia li respingono con gravi perdite, distruggendo 2 aerei a testa con gli Aspide, e poi tirando con i missili SM-1 (altri 2 missili per nave, 3 kill complessivi), e infine il fuoco dei cannoni SR e Compatto, totalizzando circa 4 kill a testa con queste artiglierie, più il supporto dei due incrociatori che aprono il tiro con i cannoni da 76 (Veneto) e con i missili Aspide (2 lanciati dal Garibaldi), complessivamente abbattono altri 3 aerei (2+1). Una fregata Maestrale, la N.4, spara a sua volta due Aspide abbattendo due aerei. Nell'insieme, questa valanga di fuoco così preciso distrugge i poveri caccia giapponesi, che subiscono complessivamente ben 20 aerei su circa 40. I superstiti scappano via a gambe levate, sono armi troppo terribili.
In tutto, i caccia di scorta hanno subito, di 140 che erano: circa 10 perdite causa Harrier, circa 25 dai SAM navali d'area (esclusi quelli tirati per la propria autodifesa diretta), più altre perdite che sono circa 20 contro le due fregate M.1 e M.2, altri 5 contro la M.3, altri 7 contro la M.11, altri 20 contro i due caccia De la Penne. Totale approssimato: circa 87, il che significa quasi i 2/3 del totale.
Non è davvero poco, anzi.
Però, la loro terribile sorte è meglio di quel che aspetta i kamikaze. E sopratutto, il loro sacrificio non è stato vano. Infatti, dietro di loro arrivano a ruota anche i loro protetti.
I circa 100 kamikaze 'veloci' arrivano verso le navi e provano ad attaccarle. Sono così tanti che in teoria potrebbero affondarle o metterle fuori uso tutte, se soltanto fosse possibile raggiungerle.
Il primo gruppo è di circa 18 aerei, e attacca la fregata M2, che già ha respinto l'attacco precedente dei caccia di scorta. A quel punto, il lancio degli Aspide riprende, del resto ha avuto il tempo di ricaricare le armi a bordo. Il tiro a segno è terribile, come l'altra volta, ma questi non hanno paura e scappano via. Attaccano fino in fondo, come è nella loro terribile natura. La loro picchiata a circa 50-60° e almeno 600 km/h è molto difficile da seguire e certo non ci riesce il radar della nave, non fosse per il collegamento con le altre unità, non potrebbe proprio vederli. Invece riesce a tracciarli e ad attaccarli, ingaggiandone 3 con gli Aspide, totalizzando almeno 4 o 5 lanci. Ma non demordono, nemmeno di fronte al lancio di altri missili da parte delle navi di supporto, in questo caso la fregata M.3 e il De la Penne, che tirano 2 Aspide ciascuno (per il De la Penne questo significa arrivare già ad almeno 8 e possibilmente, 10 Aspide lanciati dei 24 disponibili). Uno degli Aspide fallisce l'ingaggio, un altro colpisce un aereo già ingaggiato dal tiro del 127 della fregata, il risultato è che alla fine resta solo il Dardo che può fare la differenza, abbattendo uno dei kamikaze e incendiandone un altro. Quest'ultimo, però, riesce comunque ad andare avanti e manca di appena 20 metri la nave, esplodendo e danneggiandola leggermente. Quel tanto che basta per l'attacco degli altri aerei. Questi centrano la fregata 3 volte, sulle sovrastrutture e sul ponte a prua. La nave viene distrutta dagli incendi ed esplosioni dovuti alla penetrazione delle bombe da 250 kg dentro lo scafo prima della detonazione.
In tutto ha abbattuto da se almeno 4 kamikaze, altri 2 vengono abbattuti dalle altre navi di supporto, e infine 3 si schiantano direttamente sulla nave. E gli altri? Non è chiaro, ma è verosimile che a parte quello caduto vicino, altri due abbiano mancato la nave. Nell'insieme 6 aerei abbattuti, 3 mancano, 3 centrano = 12 su circa 18 aerei. Gli ultimi rinunciano, sapendo bene che non è necessario sacrificarsi se la nave ha già preso 2-3 colpi in pieno, e richiamano dalla picchiata, volando poi a volo radente in cerca di altri nemici per la loro macabra missione in difesa dell'Imperatore.
Nel mentre, l'altra nave (M.1) viene attaccata da ulteriori 12 kamikaze, anche loro ben decisi a non mollare. Sono probabilmente tutti Zero. La M2 non ci sta ad azzerarsi a sua volta e tira un pò di missili Aspide, lanciandone delle coppie ogni volta. Riesce a totalizzare ben 6 lanci ma con soli 3 ingaggi. Il cannone da 127 abbatte un altro aereo, precedendo stavolta un Aspide lanciato dalla fregata M.12, che ne lancia anche un altro distruggendo lo Zero. Il cannone da 127 distrugge un ulteriore Zero e il Dardo ne fa esplodere un altro, poi però si mette a sparare anche al motore che il radar tiene ancora per qualche secondo sotto tiro, prima di essere disinserito.
In tutto, questi kamikaze abbattuti sono 7, a cui si aggiunge anche un altro abbattuto da un Aspide lanciato dal Mimbelli, che spara anche con il 127 mm ma senza successo. Nell'insieme sono ben 8 aerei su 12, a cui si aggiunge anche il lancio di un SM-1 che abbatte un altro target ancora. Ne restano soltanto 3, e il primo cade in mare a circa 60 metri dalla nave. Sembrerebbe quasi fatta, ma gli ultimi due non demordono: uno centra la nave distruggendo la sovrastruttura centrale e l'apparato motore, per giunta esplode anche uno dei Dardo, pressoché ancora pieno di munizioni. La nave è costretta a ridurre la velocità drasticamente, mentre un altro aereo cade sulla prua facendo qualche danno da concussione esplodendo da meno di 30 metri.
Nel mentre, che ne è stato della mezza dozzina di kamikaze 'risparmiati' dall'attacco della M.1? sono andati alla ricerca di altri bersagli, in particolare del De la Penne. Questo ha un problema al sistema di lancio Mk 13, a causa dei tiri ripetuti di missili negli ultimi minuti ha avuto un'avaria e non può lanciarli per il momento, ne ha lanciati probabilmente 12-15, quasi il 40% del totale (39-40).
La nave è in grave pericolo in quel momento, ma niente paura: ha pur sempre i suoi sistemi d'arma ravvicinati, con i quali ingaggia uno dopo l'altro gli Zero, che si avvicinano a oltre 400 km/h a bassa quota. In poco tempo ne abbatte 4, un altro è distrutto dalla fregata M.3 con il 127 mm (un Aspide viene lanciato anche, ma contro uno degli aerei già in abbattimento da parte del De la Penne, 2 con gli SR e 2 con gli Aspide). L'ultimo fugge via, senza tanti compromessi. Però l'azione di questi coraggiosi aviatori ha ridotto la capacità di difesa della flotta, contribuendo probabilmente a impedire un intervento a favore della M.2. Nel mentre ha sicuramente indebolito il De la Penne, che non può ricaricare il lanciamissili oramai quasi vuoto, dopo avere lanciato probabilmente sui 12 Aspide. Proprio quando arrivano altri kamikaze.
E a quel punto ci sono ancora circa 70 velivoli che stanno arrivando in quota, il Veneto, il Mimbelli (con un lanciamissili) e i due Audace si occupano di sfoltirne la massa lanciando i loro soliti, micidiali SM-1, con i quali abbattono altri 5 aerei dei 7 ingaggiati. Ma uno di questi velivoli abbattuti, in realtà, è solo danneggiato irreparabilmente e in fiamme, però è ancora pilotabile e il pilota lo porta davvero verso il nemico. Circa 20 aerei arrivano verso il De la Penne, che a quel punto ha quasi finito gli Aspide pronti al tiro, avendoli lanciati per proteggere la fregata M.2 dagli attacchi precedenti. In tutto in quel momento ne ha non più di 3 disponibili e non può ricarircarli perché gli servono, eccome se gli servono. I kamikaze riescono ad andare avanti e si gettano in picchiata sul De la Penne: sono circa 15 aerei, una via di mezzo rispetto alle due formazioni contro le fregate anteriori. La nave si difende con tutto quel che può mobilitare, ma certo che è in una condizione critica: senza l'SM operativo, lancia gli ultimi 3 Aspide in due salve 1+2 abbattendo due Zero, ma a quel punto non ha più missili disponibili e viene travolto dal successivo attacco, malgrado che con gli SR distrugga altri 3 aerei e con il Compatto un altro ancora. Da parte del Veneto viene aperto il fuoco con 4 cannoni da 76, mentre la fregata M.3 lancia una coppia di Aspide (ma contro lo stesso target) e spara con il cannone da 127. Nell'insieme, tutti questi sforzi non hanno abbastanza successo. Dei circa 9 aerei rimasti in lizza, 1 viene abbattuto dal Veneto e 2 dalla M.3, ci si mette anche la M.4 più indietro ma sbaglia clamorosamente, infatti distrugge un aereo che in realtà era già puntato dai cannoni SR del caccia, così che esso viene ingaggiato contemporaneamente da più sistemi d'arma e per giunta, i pezzi dell'aereo finiscono per confondere il radar di tiro del caccia, tanto che a quel punto non riesce più a trovare un altro bersaglio in volo con i cannoni ancora in punteria sbagliata.
La fine della folle picchiata comporta che i 5 aerei rimasti bersaglino il caccia e inevibilmente, lo colpiscano anche. Uno di essi si schianta sulla plancia della nave, e l'altro sulla sovrastruttura poppiera. La nave ha una forte esplosione secondaria a poppa (deposito SM più elicotteri) e si ferma inevitabilmente. Degli altri, 2 falliscono e uno rinuncia e sgancia la bomba, fuggendo via, peraltro fallendo l'impatto anche se il pilota al ritorno giurerà di avere fatto centro.
Nel mentre, il Mimbelli è a sua volta ingaggiato da una forte pattuglia di kamikaze. Questa formazione è terribilmente agguerrita, e comprende anche il velivolo visto sopra, in fiamme ma ancora operativo. Un misto di Zero e Judy, più forse qualche bimotore. Sono in tutto ancora 16 aerei, malgrado la 'scrematura' dei missili delle navi.
Attaccano il Mimbelli che si oppone fortemente con tutto quel che ha a bordo. Per sua fortuna, l'SM funziona ancora bene, e lancia altri due potenti missili contro gli attaccanti, abbattendoli entrambi. Non manca anche di lanciare una catasta di Aspide: 6 in 4 lanci complessivi, tutti quelli disponibili nel momento. Un lancio fallisce. Gli altri hanno successo. Nell'insieme la raffica di questi missili riduce rapidamente l'ammontare degli attaccanti, poi ci si mette anche il tiro dei cannoni e il lancio di 4 Aspide da parte delle fregate M.10 e M.11, più 2 del Garibaldi, che però non ha fortuna, visto che uno colpisce un aereo già inquadrato da un altro Aspide e l'altro non funziona bene. In tutto, circa 60 secondi di fuoco. Dei 16 aerei nipponici, restano 9 relitti in fiamme abbattuti dai missili. Altri 4 vengono distrutti dal tiro dei cannoni. In sostanza, ben poco resta della formazione attaccante, presa da tutti i lati da almeno 4 navi, inclusa quella che attaccano, e gli ultimi 3 aerei finiscono per rinunciare per via delle manovre fatte per evitare l'attacco dei missili nemici. L'aereo giapponese in fiamme ha avuto comunque la sua utilità: è stato fatto segno di una ventina di proiettili da 76 e un missile Aspide con il quale lo hanno abbattuto definitivamente, ma aumentando i già stellari consumi di missili navali. Sempre meglio di niente, sì. Non tanto meglio, comunque sia.
Circa 12 aerei hanno attaccato con discreto successo la fregata M.1 e 18 con pieno successo la M.2, 15 con successo il De la Penne, altri 16 senza successo il Mimbelli. La linea ha retto ma è incrinata di brutto. Di fatto, i giapponesi hanno già avuto successo, nell'indebolire la linea operativa delle navi italiane. Hanno abbattuto un Harrier, hanno eliminato due fregate, e pure un cacciatorpediniere missilistico, fatto consumare una quantità industriale di missili e quelli a medio e lungo raggio non sono rimpiazzabili in mare aperto.
Quindi, in tutto abbiamo fatto una serie di azioni che hanno raggiunto l'anello interno della formazione italiana. E il contesto è anche importante, se si considera che mancano ancora circa 50 aerei kamikaze ad alta quota, praticamente il 2o tempo. E dove andaranno a parare questi kamikaze? Ma contro gli incrociatori, chiaramente!
Il Veneto viene attaccato da circa 20 aerei, altri 24 contro il Garibaldi. Qui si nota l'infernale potenza dell'impiego dei caccia di scorta: nel loro porsi da copertura per i kamikaze, sono riusciti a distogliere l'attenzione della difesa a medio raggio nemica, che del resto non poteva ignorarli, altrimenti avrebbero mitragliato le navi mentre queste ancora ingaggiavano i kamikaze.
Quindi in tutto abbiamo una serie di attacchi tutto sommato di successo, i primi 4 hanno avuto 3 successi. Ora tocca agli altri. Uno squadrone di kamikaze arriva verso il Veneto, il quale fa giusto in tempo a sparare l'ennesima salva di SM-1, oramai saranno più di 20 missili. I bombardieri kamikaze sono lì a circa 7 km e 6.000 metri, pronti al tuffo finale. Dal canto loro, le fregate laterali e i due caccia posteriori aprono il tiro con tutto quel che hanno, e pure le 4 Lupo posteriori iniziano a manovrare per sparare con gli Aspide. In tutto vi sono ancora ben 10 fregate e 3 caccia missilistici in giro. Gli effetti si vedono, perché non c'é modo di lasciare stare gli attaccanti diretti contro le navi più importanti. Il Veneto tira fuori un'infernale copertura di cannoni da 76 e da 40 mm, sparando ad almeno 4 bersagli contemporaneamente con 5 pezzi da 76 e una torre binata da 40, forse anche due ad un certo punto. Nel mentre, un paio di fregate laterali, la M3 e M4, aprono il tiro con gli Aspide e il cannone da 127, ma presto anche l'altra fregata laterale, la L5, apre il tiro. In tutto lanciano un paio di missili l'una più il tiro dei cannoni almeno delle prime due. Anche i due Audace si mobilitano lanciando altri due missili a testa, più un paio di SM-1 per ciascuno. Due Lupo da poppa lanciano un Aspide o Sea Sparrow l'una.
Questo concentrato di difesa aerea è spaventoso, missili che fischiano da tutte le parti, ciascuno ad alta probabilità di successo. Distruggono una serie di aerei e spaventano a morte gli altri. In tutto sono stati lanciati. 2 SM-1ER, 4 SM-1MR, 12 Aspide, più il tiro dei cannoni. La potenza di questa azione antiaerea è terribile: gli SM distruggono 4 bersagli, gli Aspide altri 10, ne restano soltanto 4, che vengono distrutti dal tiro dell'artiglieria del Veneto, 1 o 2 cadono a distanza ravvicinata dalla nave, ma non fanno danni apprezzabilmente gravi.
Però... nel mentre ci sono anche 24 aerei diretti verso il Garibaldi, appena più indietro. Questi non sono stati trattati con la dovuta attenzione, infatti vengono presi di mira solo dal Mimbelli, dal Garibaldi e da 3 fregate laterali, 2 Maestrale e 1 Lupo, più un'altra Lupo posteriore (L9). Il Garibaldi ha 3 Dardo come il Veneto, ma ha due lanciamissili Albatross anziché 8 cannoni da 76. Alle brevi distanze questo può non essere del tutto positivo come raffronto.
La potenzialità di fuoco viene accresciuta, ma non di molto, dal Mimbelli che deve ancora ricaricare i missili Aspide, così lancia solo un paio di SM-1, che dovrebbero essere stati lanciati in oltre 12 esemplari. Incredibilmente, gli attaccanti nemmeno se ne accorgono, presi dalla 'portaerei'. Qui sta l'inghippo dell'azione. Il Garibaldi è l'ammiraglia, ma non viene protetta così efficacemente dopo quest'azione di logoramento. E adesso, che scendono ad oltre 600 km/h a quasi 60° di inclinazione da circa 6.000 m, 24 kamikaze saranno fermabili? No, presumibilmente. Anche se due vengono distrutti dal tiro degli SM-1 del Mimbelli, mentre i due Audace concentrano il tiro sul Veneto e soltanto alla fine realizzano appieno il rischio che corre l'ammiraglia. Uno degli Audace lancia un SM-1, ma poi ha un guasto a bordo e non può eseguire al momento un altro lancio. L'altro interviene, invece, lanciando un missile. Le fregate contrastano dai lati questi attaccanti e li sfasciano un pò, tirando con i cannoni e i missili, come sempre, un paio di Aspide non fa male a nessuno, anche moltiplicato per 4. Dal Garibaldi, invece, sparano con tutte le DT Aspide, tirando con ciascuna una coppia di missili, un uragano di fuoco pur di fermare gli attaccanti, a cui si aggiunge ad un certo punto anche una coppia di 76 del Veneto e una da 76 SR dell'Ardito, più un paio di Aspide dall'Audace. Più due Dardo del Garibaldi, che diamine!
Con questa potentissima azione di fuoco antiaereo, la nave italiana dovrebbe essere a posto, ma come sempre in questi casi, non è proprio così. I missili SM abbattono due avversari inizialmente (da parte del Mimbelli), altri 2 poi, ma ne restano sui 20 esemplari, e sono in picchiata a poche decine di secondi dall'impatto sul Garibaldi. A quel punto arrivano i missili Aspide: il Garibaldi lancia 6 missili e fa 3 centri, altri 4 missili vengono lanciati poi ma con sole due direzioni tiro per via delle manovre della nave, mentre i Dardo sparano con due DT. In tutto, è facile che abbattano tutti e 4 i target che sono stati selezionati anche per quest'ingaggio a distanze ridotte.
Mentre accade questo, le fregate lanciano anche loro dei missili: come abbiamo visto, in tutto dovrebbero essere altri 10 missili in volo. I target abbattuti dal Garibaldi sono 7, poi ci sono gli altri che arrivano a segno: 2 dal Mimbelli, 2 dai caccia Audace, mentre gli Aspide vanno spiegati, infatti dei 10 lanciati, 3 vanno a colpire bersagli ingaggiati da altre armi, così quelli effettivi sono solo 7 e di questi oltretutto, 2 non colpiscono il bersaglio. A questo punto i missili finiscono per assottigliare, ma non per eliminare la minaccia, malgrado ben 20 Aspide e 4 SM siano stati lanciati, teoricamente sufficienti per stendere tutti gli attaccanti. Invece, sono solo 7+11. E gli ultimi 6 aerei? Beh, ecco... è un'altra storia. Il tiro dei cannoni del Veneto ne danneggia uno, ma non lo distrugge totalmente, mentre uno viene effettivamente distrutto dal tiro dell'Impavido, sempre con i 76, mentre un altro viene distrutto da una fregata Maestrale e uno da una Lupo, entrambi i casi con il 127, i 40 mm sono un pò troppo lontani per avere utilità e molto probabilmente non aprono nemmeno il fuoco.
Ne restano, in questo guazzabuglio, ancora 3. Incredibilmente 'salvi'. E di questi, due finiscono sul ponte del Garibaldi e uno scappa via a causa delle manovre evasive contro i missili. I due aerei che vanno a segno sono uno Zero con bomba da 250 kg e un Judy con bomba da 500 o addirittura 800 kg. Il botto che fa quest'ultimo è fondamentale: centra l'hangar e causa una catastrofe come è logico immaginare.
E così, i circa 100 kamikaze d'alta quota hanno eliminato un bel pò di navi: 12 contro la M1, 18 contro la M2, 15 contro l'Audace, 16 contro il Mimbelli, 20 contro il Veneto, 24 contro il Garibaldi.
Di questi 6 attacchi, 4 hanno successo, eliminando 2 fregate, 1 caccia e 1 incrociatore.
Questa azione, da sola, sarebbe sufficiente per definire la sconfitta della marina italiana. Ma ovviamente, non è così semplice. Infatti, devono ancora arrivare i circa cento kamikaze da bassa quota.
Questi si insinuanno in una flotta già fiaccata dall'attacco di 100 kamikaze e 140 caccia, sono davvero un numero immenso. Le formazioni sono circa 12 aerei in volo a quote tra 6 e 30 metri circa, alle volte di più, alle volte persino di meno. Sono 8 formazioni e dirigono verso la flotta, verso il centro della stessa, ovviamente, per finire il lavoro che hanno iniziato gli altri compagni.
La flotta ha perso anteriormente le due fregate M1 e M2, anche se quest'ultima non è totalmente perduta, ha ancora una certa capacità di movimento e bellica. Ma i kamikaze non demordono, una formazione l'attacca e la fa a pezzi, distruggendola totalmente con 3 impatti diretti. La fregata ha ancora un Dardo funzionante e abbatte due incursori, altri due falliscono il colpo, in tutto però restano ancora 5 aerei che continuano la loro corsa, andando avanti dopo avere distrutto la nave.
Nel mentre, questi lenti velivoli vengono localizzati dai radar delle navi e attaccati dai missili contraerei, oramai un classico. Ma davanti agli incrociatori c'é solo il Mimbelli oramai, visto che il De la Penne sta perdendo velocità ed è gravemente danneggiato. A quel punto gli incrociatori vengono bersagliati pesantemente da due formazioni di questi lenti attaccabrighe, mentre un'altra attacca una fregata Maestrale, la M12. Questa apre il fuoco contro i kamikaze e colpo dopo colpo, abbatte 3 aerei con gli Aspide, 3 con il 127 e 2 con il Dardo. Riesce a distruggere quasi tutti gli attaccanti, ma questo non impedisce a due di essi di colpire la nave e metterla KO centrandola alla plancia e alla fiancata destra.
Altri aerei attaccano la M11, ma questa è supportata meglio dalle altre navi, in particolare la M10, che abbatte 2 aerei con gli Aspide e questo, in aggiunta ai 10 distrutti dalla M11, riesce ad eliminare all'ultimo momento la minaccia nemica, distruggendo l'intera formazione, segno che essa non è sufficientemente grossa o veloce per passare queste difese.
Ma le altre attaccano ugualmente. Una di esse assale il Mimbelli, ma anche questa viene distrutta dal tiro del caccia in collaborazione con le infaticabili fregate M3 e M4, che mettono a segno un colpo a testa con gli Aspide. Il Mimbelli abbatte 4 aerei con gli Aspide, poi altri 5 con gli SR e Compatto, e un velivolo manca di pochissimo la nave dopo una breve picchiata.
L'unico vero problema è che oramai il Mimbelli ha praticamente finito i missili Aspide. E non può fare molto per aiutare gli incrociatori, perché adesso arrivano gli ultimi assalti. Uno squadrone si dirige contro l'allora invitto Veneto, e un altro contro il danneggiato Garibaldi. La potenza di fuoco antiaerea li stende quasi tutti, ad ogni modo. Il Veneto, però, malgrado l'aiuto da parte della M4, non è capace di impedire ad un kamikaze di schiantarsi contro la base del fumaiolo poppiero, causando un sacco di danni e un incendio violento. Gli altri 11 vengono in qualche modo neutralizzati, o con il tiro dei pezzi da 76 che ne abbatte 4, mentre quelli del Mimbelli ne distruggono un altro, e i Dardo, che sparano abbattendo altri 3 aerei. La M4 salva la situazione eliminando due aerei con i missili Aspide, prima di finire le munizioni pronte al tiro. Il Garibaldi, invece, è in condizioni molto più critiche. Essendo fuori uso in quel momento, viene attaccato da una formazione e malgrado il tiro delle due fregate di destra M10 e M11, più quello dell'Audace, tutti con un paio di Aspide e il cannone da 127, la nave viene attaccata da 12 aerei e di questi, almeno 4 vanno a segno. Anche se sono piccoli, bastano e avanzano per metterlo totalmente fuori uso. Gli altri aerei hanno mancato l'obiettivo in un paio di casi, si sono schianati in mare in altri due, non è chiaro perché, e sono stati abbattuti negli altri 4, da parte di 3 Aspide e il tiro delle artiglierie.
A quel punto è la volta del Mimbelli stesso, perchè un altro squadrone di circa 12 aerei assale il caccia, aiutati anche dai 5 rimasti in giro dall'attacco della M.2. Attaccato contemporaneamente da 17 aerei e da due direzioni, ha in quel momento circa la metà delle munizioni per i suoi SR e per giunta non ha nemmeno un Aspide pronto in quel momento. Fa in tempo a ricaricarne 4 e apre il fuoco con un paio di SM-1, oltre che il sempre valido Compatto da 127. L'effetto complessivo è buono, ma le fregate di supporto anteriore hanno oramai finito i missili pronti e usano solo le artiglierie, a parte la M11 che però è dedita alla protezione di quel che resta del Garibaldi. I missili lanciati distruggono complessivamente 4 aerei, altri 4 vengono distrutti dal tiro selvaggio degli SR e Compatto, ma alla fine la nave cede: viene centrata da 4 kamikaze in pieno e due near miss.
L'impresa viene finita dall'ultimo gruppo di circa 10-12 kamikaze, che cercano di attaccare il Garibaldi, ma vengono respinti dal tiro dei due Audace (3 e 2 missili Aspide più cannoni da 127) e dal tiro delle due fregate M10 e M11 (anche loro un paio di Aspide e i cannoni). Alla fine, subiscono talmente tanto che vengono pressoché distrutti prima di fare danni ulteriori, comunque uno cambia rotta e già che c'é, riesce ad avvicinarsi al De la Penne e lo bombarda con il carico da 250 kg che ha sotto la fusoliera, senza però schiantarsi. Tanto la nave è già fuori uso, ci mancava anche questa, un colpo in pieno a metà nave, sotto la sovrastruttura prodiera.
Non finisce qui, naturalmente. Poi arrivano i siluranti B6N. La loro efficacia non è sminuita dal calare delle prede. Si gettano all'attacco di quel che trovano. Due di essi cercano la fregata M2, che è stata già devastata, e la distruggono con un siluro a segno.
Altri 5 attaccano il Mimbelli e lo centrano con 2 siluri, mentre il De la Penne viene silurato da un altro aereo, rimasto distaccato dagli altri.
Le azioni veramente importanti, però, le devono fare contro le navi maggiori, il Veneto e il Garibaldi. Quest'ultimo è danneggiato già gravemente, e viene finito da un paio di siluri a segno.
Il Veneto è anch'esso preso sotto mira in quest'azione. Benché distrugga due siluranti, viene centrato da altri due siluri e distrutto dall'incendio alla sala macchine, sfuggito dal controllo qualche ora dopo.
Le difese a.a. sono ancora potenti, ma riescono a fare relativamente poco. I due Audace lanciano un paio di SM-1 e un paio di Aspide ciascuno, più tiro cannoni. Complessivamente ottengono sui 4 kill, ma non basta nemmeno questo. Le fregate M3, M4, M10 e M11 si avvicinano alle navi ammiraglie e lanciano altri 7 Aspide più tiro dei cannoni da 127 e 40, ma non serve nemmeno questo, nonostante che abbattano altri 11 siluranti. Alla fine passano lo stesso con gli effetti visti sopra.
Tirando le somme
Nell'insieme l'attacco è stato micidiale. Colpiti: i due incrociatori, i due De la Penne, le fregate M.1, M.2 ed M12.
Benché la flotta è ancora per lo più a galla, non c'é modo di salvare la situazione, tutti e due gli incrociatori Ko significa la fine dell'attività di squadra, e la perdita dei due De la Penne è particolarmente grave. 7 navi su 18 sono poco più di un terzo, ma sono quelle che contano di più.
Così la flotta è sconfitta, malgrado l'estrema durezza della battaglia. Ai giapponesi è costata circa 90 caccia, quasi 200 kamikaze, circa 15 siluranti. Soltanto circa 50 caccia e 25 siluranti tornano indietro, più qualche kamikaze superstite in qualche modo.
La battaglia è vinta, e l'invasione di Okinawa è insostenibile, visto che a quel punto non c'é modo di proteggere ancora le navi. Un altro attacco del genere sarebbe sufficiente per disintegrare tutta la flotta da sbarco. E per giunta, le due sole navi con capacità di difesa d'area, delle cinque originali, sono state considerevolmente indebolite dal consumo di missili SM, tanto da restare complessivamente con poco più di 40 armi, ovvero il 20% di quelle disponibili prima dell'attacco. Troppo poche per fare differenza e ancora di più per eliminare un'altra incursione così devastante.
La Kikosui N.2 era appena più piccola della N.1, quindi in proporzione sarebbe stata semplicemente sufficiente per eliminare il resto della flotta.
Per giunta, già il giorno dopo arriva la Yamato con la sua scorta, più almeno 80 kamikaze. Quindi game over, non c'é dubbio.
Nell'insieme: la scorta di 140 caccia ha neutralizzato le CAP di Harrier e poi ha di fatto neutralizzato anche la difesa missilistica a lunga gittata. Poi la prima ondata di circa 100 kamikaze d'alta quota ha colpito: Garibaldi, De la Penne, fregate M1 e M2.
La 2a ondata ha colpito anche il Veneto, il Mimbelli e la M12, oltre a tartassare nuovamente M2, Garibaldi e De la Penne.
La 3a ondata siluranti ha invece colpito il Veneto, Garibaldi, De la Penne, M2, tutte navi già colpite ma a quel punto proprio finite.
Ricostruzione approssimata delle azioni della giornata:
CACCIA NEMICI KAMIKAZE N.1 KAMIKAZE N.2 SILURANTI
Veneto: SM: 12 2 SM 2 SM 2 SM 2SM
Garibaldi: 14 A
Dl Penne: SM. 8 4 A. 2 SM 3 A. 2 SM 2 A. 2 A 3 A
Mimb: SM. 8 4 A. 2 SM 4 A 2 SM 2 A. 1 SM 2 SM 2 SM 6 A 2 SM 4A 2SM 4A 2SM 4A
Auda: SM. 8 2 SM 2 SM 2 SM 2 A 1 SM 2 A 2A 3A 2SM 2A
Ardito: SM.8 2 SM 2 SM 2 SM 2 A 1 SM 2A 2A
M.1: 4 A. 6 A.
M.2: 4 A. 4 A. 1 A
M.3: 2 A. 2 A 2 A. 2 A 2 A 2A
M.4: 1 A 2 A 2 A 2A
L.5 2 A
L.6 1 A
L.7 1 A
L.8 2 A
M.9 2 A
M.10 2 A 2A 2A 2A
M.11 1 A 2 A 5A 2A 2A
M.12 2 A. 4 A 1 A 4A
Totale lanci, approssimato:
Veneto: 20 SM-1ER (50%)
Garibaldi: 14 Aspide (circa il 30%)
D l Penne: 12? SM-1 (30%) e 11 Aspide (45%)
Mimbelli: 23 SM-1 (60%) e 24 Aspide (100%)
Audace: 17 SM-1 (45%) e 11 Aspide (45%)
Ardito: 15 SM-1 (40%) e 7 Aspide (30%)
M.1: 4 A (16%)
M.2: 9 A (40%)
M.3: 12 A (50%)
M.4: 7 A (30%)
L5: 2 A (8%)
L6 2 A (8%)
L7: 1 A (4%)
L8 1 A (4%)
M.9: 2 A (8%)
M.10: 2 A (8%)
M.11 9 A (40%)
M.12: 11 A (45%)
Questi sono i lanci confermati e confermabili, il record è del Mimbelli con 47 lanci su 64 missili disponibili (quasi il 75%), seguito dai 28 dell'Audace (quasi il 50%) e dai 23 del De la Penne (40% scarsi) e infine dall'Ardito con 22 (circa il 30%).
In tutto i missili lanciati sono stati: almeno 87 SM-1 (circa il 43% della disponibilità), a cui aggiungere fino a 65 distrutti sulle navi (87 più 65 = circa 152 su 200, ergo oltre il 75% disponibile, con non più di 48 SM-1 rimasti sulle ultime due navi: forse 23 e 25 rispettivamente).
Più i missili Aspide: 129 missili, pari ad una grossa percentuale dei 432, a cui aggiungere presumibilmente, oltre al 30% di questi missili, anche 48 eliminati a bordo delle fregate, 13 dai caccia, 34 dagli incrociatori, totale ben 129+95 = 224 Aspide (il 52%), la gran parte delle quali sono perdite delle più valide navi, non solo il Garibaldi e i due De la Penne, ma anche le 8 Maestrale, che hanno subito 3 perdite, e le 5 superstiti hanno soltanto 88 missili.
La ragione per cui le Lupo hanno subito zero perdite e hanno lanciato, apparentemente, soltanto 6 missili, è che forse erano rimaste indietro a protezione delle due navi da rifornimento, notoriamente incapaci di viaggiare a velocità paragonabili a quelle della flotta, tanto che nemmeno arrivano a 20 nodi. Forse per questo sono state lasciate indietro e non hanno partecipato alla battaglia in maniera significativa.
Adesso provo a fare una più dettagliata modalità di ricostruzione della battaglia virtuale tra flotta italiana e kamikaze giapponesi.
Avvertenza, è un post molto lungo e palloso, l'ho pubblicato non per auspicare la distruzione della marina italiana (di 23 anni fa) ma solo perché l'ho scritto per elaborare un minimo di idee su come un'azione del genere sarebbe andata in uno scenario in stile film Contdown-dimensione zero. Per cui, chi non fosse interessato a leggerlo, cioé chiunque abbia un minimo di buon senso, può benissimo farne a meno. La vita è fatta di tante cose migliori di questa. Oltretutto sono 48.000 caratteri, #sticazzi.
E comunque ricordatevi di come le apparenze ingannano.
Settimio Severo, nonostante il nome era buono.
Massimino il Trace, nonostante il nome era alto 2 metri e mezzo.
Scelgo lo scenario più difficile, il 1995, modalità flotta 'unica'. Questo è di gran lunga il tipo di prova più difficile, sia per la qualità delle navi, che per la quantità in cui erano state concentrate, tutte in un'unica flotta.
Rispetto allo scenario 1985, l'unico altro comparabile, il totale della potenzialità aerea è maggiore, anche se forse non di molto.
Pro: + 2 caccia De la Penne
+ incrociatore Garibaldi
+ 2 fregate Maestrale
+ modernizzazione dei 2 Audace
Meno: - 2 incrociatori Doria
- 2 caccia Impavido
- 2 fregate Alpino (passate a ruoli di supporto o sperimentali e non incluse nella flotta)
In sostanza, da 3 incrociatori, 4 caccia, 10 fregate missilistiche e 2 ASW (totale: 19) si è scesi a 18 (2 incrociatori missilistici, 4 caccia, 12 fregate missilististiche), mentre i sistemi di difesa aerea sono calati da 7 a 5. In compenso, sono arrivati 5 (cinque) caccia AV-8 Harrier, mentre il numero dei lanciamissili con gli Aspide è stato aumentato da 10 a ben 19, per giunta i modelli Albatross sono passati da 6 a 15; inoltre sono arrivati i cannoni Super Rapido e le centrali di tiro RTN-30X Dardo E sono passate da 8 a ben 25. Il totale dei SAM è aumentato da 520 (280 MR/ER), a 656 (200 MR/ER) più i caccia intercettori. Gli SM-1MR sono diventati lo 'standard' per davvero, mentre prima, per quanto se ne sa, erano 50% SM-1 e 50% Tartar (per giunta sulle navi più moderne). Quindi direi che la flotta del 1995 era almeno marginalmente migliore per la difesa aerea di quella del 1985, anche se gli Harrier erano ancora una presenza molto abbozzata.
Una dotazione completa di Harrier, ovvero diciamo 8 aerei (più almeno 4 Sea King) avrebbe permesso al Garibaldi, anche schierandone soltanto 6, di portare in aria, anche ad armamento ridotto, ben 24 AAM di cui 12 a media gittata, ma in teoria tutti gli aerei con il massimo armamento erano capaci di 48 AAM di cui 32 a media gittata. Questo avrebbe forse fatto la differenza, ma di sicuro non l'avrebbe fatta nell'aprile 1995, quando gli Harrier erano solo 5 e con i soli Sidewinder più cannoni da 25 mm.
La missione: Kikosui N.1, 6 aprile 1945 (1995). 100 Zero di scorta, 40 Ki-84, più 200 kamikaze, più circa 40 siluranti.
La formazione giapponese è essenziale che faccia, comunque sia, due cose: 1) volare in cieli quanto più possibile tersi e con poche nuvole, che contro avversari dotati di radar è soltanto uno svantaggio. 2) che si radunino e si organizzino al meglio possibile, per colpire con la massima concentranzione nell'arco di minuti e non certo di ore. Altrimenti tutto sarà compromesso, anche se comunque non inutile, perché gli SM-1 non sono una quantità illimitata e nemmeno gli Aspide lo sono.
A quel punto arrivano i primi caccia giapponesi: 100 A6M5 in 4 formazioni di 25 (come mai proprio 25 e non un numero pari, non saprei..), più 40 Ki-84. Dal momento che la minaccia contraerei era molto maggiore di quella degli intercettori, questi velivoli sono concepiti per scortare i kamikaze fin sull'obiettivo, impegnando anche la difesa contraerei delle navi, per poter aiutare i più lenti kamikaze a farsi sotto senza essere fatti a pezzi prima dai missili di difesa d'area. E' un lavoro dannatamente rischioso, ma anche dannatamente importante.
La difesa aerea italiana manda per prima cosa i caccia Harrier in azione. Essi sono relativamente vicini alla flotta, a circa 90 km, benché possano pattugliare anche ben più lontano di così. Ma non possono farlo realmente bene, perché la difesa aerea a bassa quota è pur sempre necessaria e gli incursori possono passare facilmente, quindi o si distaccano navi lontane dalla flotta come picchetto radar (ma non è questo il caso) oppure si tengono i caccia più vicini, perché è inutile mandarli a 180 km se poi i kamikaze possono passare comodamente nel corridoio, a bassa quota, tra loro e le navi, un corridoio largo probabilmente 100 km.
La battaglia ha inizio e i pochi Harrier, due monoposto e due biposto, in coppia mista (i monoposto hanno prestazioni un pò diverse, ma hanno anche il radar), ingaggiano i caccia Zero di una formazione. La prima azione vede gli Harrier avvicinarsi da forte distanza ad una formazione di Zero. Non è sicurissimo che tutte e due le coppie abbiano attaccato la stessa formazione, ma l'andamento della battaglia è questo. Ingaggiano i caccia nemici più avanzati nello schieramento nemico e gli piombano alle spalle, lanciando da qualche km un Sidewinder per ciascun aereo. Il risultato sono 3 abbattimenti, mentre un missile in qualche modo manca il bersaglio, forse perché questo ha fatto in tempo a virare, o perché il calore di un altro abbattimento ha distratto il Sidewinder (cosa particolarmente probabile se tutti gli attacchi fossero su di un solo gruppo di aerei). E' finita così? No, ovvio. Gli Harrier, a quel punto, tornano indietro e attaccano ancora i caccia nemici, stavolta con un'azione frontale, loro malgrado, perché oramai li hanno visti e li contrastano dandogli la prua. Lanciano altri due AIM-9L e con uno di essi abbattono uno Zero, mentre l'altro viene in qualche misura evitato (4/6 ovvero il 67% di successo). Almeno due Harrier aprono il fuoco con i cannoni da 25 mm tirando in genere raffiche da 50 colpi (sui 300 disponibili), mentre pure gli Zero gli sparano addosso. Uno Zero viene abbattuto.
A quel punto, gli Harrier hanno già abbattuto 5 aerei nemici, ma tornano ancora all'attacco. Hanno ancora 2 Sidewinder e probabilmente, 1.100 su 1.200 colpi da 25 mm. E' molto per ritirarsi subito, ma stanno correndo rischi enormi ad avvicinarsi in quel modo, ad una 'nube' di circa 20 Zero ben decisi a battersi.
Una coppia di Harrier attacca briga contro alcuni di loro. Di questi aerei, solo uno ha un AIM-9 e lo lancia, abbattendo il target. L'altro, invece, colpisce un ulteriore Zero con il tiro del 25 mm, ma a sua volte viene danneggiato da due Zero, che lo tartassano con circa 20 colpi di mitragliera, molti dei quali da 20 mm. L'Harrier è costretto a ritirarsi e a ruota deve seguire l'altro, visto che da solo, e senza più missili, non può continuare.
L'altra coppia attacca un'ulteriore formazione di Zero e uno degli Harrier, quello ancora con un Sidewinder, lo lancia e fa centro anche con questo (6/8 = 75%), circa la percentuale delle Falklands (18-20 su 27 lanci). L'altro Harrier, senza munizioni, spara con la mitragliera contro uno Zero, ma questo gli butta una virata in faccia talmente stretta da far fallire la raffica da 30-50 colpi tirati. Però l'Harrier si espone a sua volta: uno Zero gli si piazza dietro, sotto, da circa 200 metri, e gli spara una raffica con tutto quel che ha. L'Harrier viene centrato da circa 15 colpi, e un serbatoio interno prende fuoco. L'Harrier si allontana di qualche chilometro, poi il pilota si lancia e l'aereo esplode!
Questa perdita è la campana per la ritirata degli Harrier: rimasti in due più uno danneggiato, senza missili e con poche munizioni, sono troppo preziosi per consumarli tutti in questo massacro: si è passati dal 3-0 della prima ondata di sorpresa, al 2-0 della seconda, al 2-1 della terza, e adesso circa 15 Zero contro due Harrier senza missili sarebbero una minaccia molto grave. La piccola forza di Harrier ha perduto il 20% del totale o il 25% considerando gli aerei efficienti, ma considerando tutti i velivoli danneggiati o distrutti sono il 40 o il 50% del totale, non vale la pena farli restare e dopo avere comunque ottenuto 9 vittorie in 4 (6 con gli AAM e 3 con i cannoni) spariscono alla vista, tornando in fretta al Garibaldi per rifornirsi e riarmarsi.
A quel punto, i caccia si ricompattano e riprendono la marcia verso la flotta. La presenza di questa è probabilmente data dagli intercettatori radar che qualche aereo giapponese ha a bordo, capace eventualmente di rilevare i segnali radar delle navi. Ad ogni modo, essi arrivano in zona, forse grazie alla segnalazione di un sommergibile o di un isolato ricognitore, e attaccano la flotta.
Da parte italiana c'é il più caloroso benvenuto, ovviamente. Inizia il Veneto con il lancio di una coppia di SM-1ER, da circa 60 km di distanza, una volta che si era arrivati alla conclusione che la flotta sarebbe stata sicuramente scoperta dall'armata aerea in avvicinamento, di cui i caccia in avanscoperta erano anche gli occhi. Forse le due lunghe scie bianche dei booster nemmeno saranno state viste, forse sì, ad ogni modo, da questo raggio enormemente elevato vengono lanciati a segno due attacchi, con gli SM-1ER che colpiscono due cacci abbattendoli.
A quel punto, però, la distanza è scesa a circa 52 km, dopo circa un minuto e mezzo di volo probabilmente, e la visione delle successive scie non è una sorpresa per nessuno, capendo da dove arrivava il lancio iniziale. Il tiro dei missili è ripetuto così, mentre i caccia giapponesi iniziano a correre alla massima velocità. Come previsto, in arrivo a circa 8.000 metri, cominciano a scendere leggermente. La rotta non è casuale: sottovento, con oltre 50 km/h alle spalle (e meno male che non c'é un jet-stream disponibile, sennò altro che 50 km/h...) arrivano velocissimi sulle navi italiane, ad una media effettiva, misurata al suolo anzi, sul mare, di circa 600 km/h, ergo circa 10 km al minuto. Con questa rapidità sarebbero presto giunti in zona di tiro, seguiti da circa cento kamikaze veloci, essenzialmene Zero, Judy e qualche Frances e Peggy. Nel mentre, altri cento circa tra Oscar, Nell, Val e altri tipi, scendono dalle loro quote di volo normali, circa 5.000-6.000 metri e anche oltre, iniziando una rapida discesa verso la superficie. Dopo circa 3 minuti, in effetti, giungono a poco sopra il livello delle onde, scendendo ad alta velocità e al contempo tenendo il passo con i kamikaze e i caccia più veloci, rimasti in quota. La velocità che tengono è sui 400-500 km/h misurata a terra, poi si mettono a volare tra 6 e 30 metri di quota, a circa 300-400 km/h.
La corsa contro il tempo vale per entrambi i contendenti, sia gli attaccanti che i difensori.
La successiva azione comporta il lancio dei missili SM-1. Il tiro è micidiale anche da parte dei caccia: partono con 2 salve di ritardo rispetto all'incrociatore, mentre la 2a salva è arrivata a segno attorno ai 42 km, i caccia aprono il tiro attorno ai 40 km circa, e dopo circa 1 minuto scarso arrivano a segno attorno ai 30 km, così più o meno come i missili SM-1ER. Sono un totale devastante di ben 10 missili, di cui 8 vanno a segno. Ma i caccia nemici non tardano a capire meglio come affrontarli. Il lancio successivo, va a segno attorno ai 22 km circa dal punto di lancio (ma gli incrociatori sono all'interno della linea dei caccia), e il risultato è diverso, circa 10 missili vengono lanciati ancora una volta, ma soltanto 6 vanno a segno, 1-2 funzionano male e 2 vengono evitati. E' sempre una prospettiva terrificante, ma i piloti vanno avanti. Il quarto lancio unificato è ottenuto in teoria a circa 20 km di distanza, e i missili colpiscono a circa 14 km di distanza, ma nonostante siano in piena efficienza energetica, la loro presenza è ora ben nota ai cacciatori nemici, tanto che iniziano anche a manovrare per evitarli, riuscendoci in 6 casi.
La battaglia adesso è nel vivo.
La flotta italiana, su cui gli Harrier sono da poco atterrati, è disposta così: al centro Garibaldi e Veneto, nel cerchio interno i 4 caccia, e nel cerchio esterno le 12 fregate. La distanza tra le navi è di circa 5 km per le fregate, circa 5 km interni sono i cacciatorpediniere e a circa 3 km più all'interno ancora vi sono i due incrociatori, che navigano vicini a circa 2 km l'uno dall'altro. Il cerchio esterno è insomma di circa 60+ km di circonferenza, ovvero sui 10 km di raggio, i due incrociatori sono a circa 1,5 km dal centro di questo cerchio, i caccia sono a circa 5 km, e le fregate a 10 km. Un ordigno termonucleare da 10 MT potrebbe distruggere tutte queste navi, ma non è il caso dei giapponesi, ovviamente.
Questo significa, però, che le navi più indietro sono costrette a tirare missili da distanze maggiori.
Ad un certo punto, se questa distanza è mantenuta (nell'ipotesi che altri attacchi potrebbero essere condotti da ulteriori direzioni, per esempio), avremmo: i primi aerei arrivano a 14 km dall'incrociatore Veneto, il che significa che sono a circa 9 km dai cacciatorpediniere anteriori e 19 km da quelli posteriori. Come si vede è un calcolo molto difficile e dipende molto da come vengono disposte le navi durante l'attacco. Di fatto è impossibile dare davvero una risposta alla domanda di base, ovvero quale è la distanza degli aerei dalle singole navi della difesa aerea. Del resto, se queste fossero troppo vicine, rischierebbero tutte quante di perdere la visione dei velivoli in volo ad alta quota (fino a 10.000 metri), per cui non possono nemmeno stare tutte ammucchiate come un gregge. E anche più logicamente, non possono schierarsi tutte su di un lato perché l'attacco potrebbe portarsi anche da direzioni diverse, con i velivoli nemici sbucati da bassa quota.
La potenza di fuoco, ad ogni modo, è molto elevata e continua a riversarsi sui caccia giapponesi. A quel punto, però, ci sono anche le fregate che hanno i missili Aspide o anche Sea Sparrow. Però questi missili sono poco efficaci alle alte quote di volo. Il loro impiego dovrebbe essere limitato a 5.000, massimo 6.000 metri, ovvero più in basso di dove volano i caccia, anche se questi stanno leggermente scendendo di quota. Di sicuro minimizzano il rischio dovuto ai missili e anche le probabilità che vengano abbattuti da questi una volta lanciati. Le fregate del cerchio esterno, così, preferiscono tenerli buoni per quando saranno davvero utili.
Quando i caccia scendono in picchiata, per esempio.
Arrivati a circa 14 km dal Veneto e a 10-15 km dai caccia, i velivoli si buttano in picchiata verso le navi italiane del cerchio esterno. Lo scopo è di impegnarle e danneggiarle per rendere possibile poi l'attacco dei bombardieri provenienti dalle ondate successive.
Certo che è più facile a dirsi che a farsi, bisogna ammetterlo. Le due Maestrale di testa (che chiameremo M.1 e M.2, scusate la mancanza di fantasia, numerate in senso orario) sono quelle più attaccate, dalla massa di caccia arrivati fino là. Non è semplice dire come vada.
I missili lanciati, fino ad allora, da parte delle navi da difesa aerea, sono stati un totale di almeno 6 lanci, fatti a 60, 50, 40, 30, 22, 15 km, totalizzando circa 2+2+6+10+10+10 = 30 missili almeno, che corrispondono a circa 20 kill effettivi, più la decina data dagli Harrier. Ma i caccia sono circa 140. A quel punto, circa 100 velivoli sono ancora in aria e si gettano, per quel che possono, contro le navi viste a portata utile. Circa 20 caccia attaccano ciascuna delle due fregate di testa, sono Zero, e si gettano con un coraggio da martiri verso la terribile minaccia dei caccia nemici, così come ancora più stoici dovranno essere i kamikaze, quelli sì destinati a schiantarsi sul nemico. Terribile, davvero, quando sai che se hai successo hai il 100% di probabilità di morire, ovvero la certezza!
I caccia si gettano sulle navi, dicevo. Sono circa 20 per ciascuna, non è chiaro se Zero o anche Hayate. In ogni caso, le due Maestrale non ci pensano due volte: appena vedono questi velivoli scendere, cosa possibile solo perché hanno i datalink, altrimenti il loro radar non permetterebbe di vederli, li attaccano con i missili Aspide, il cannone da 127 e quelli da 40. Tre linee di mira buone (la 4a è fuori campo visivo) e gli 'indiani' cominciano a cadere giù. Ciascuna fregata riesce a distruggerne una mezza dozzina, di cui 2-3 con il lancio di missili Aspide, presumibilmente due lanci singoli e uno doppio. La potenza di fuoco dei cannoni e cannoncini è anche notevole, ben maggiore delle armi più leggere di altre navi da guerra.
Ma non solo: queste fregate non sono certo da sole: dietro hanno il supporto della flotta, anche se è lontana. Ci sono due fregate Maestrale (M.3 e M.12) a circa 5 km da queste navi che sparano a loro volta due salve di Aspide (presumo un missile l'una) e anche alcune da 127 mm, al raggio massimo pratico di tiro.
Nel mentre i due De la Penne aprono il fuoco da circa 5 km indietro, anche loro con gli Aspide, tirandone anche loro un paio di salve, ma da due missili l'una. Inoltre, già che ci sono, lanciano anche due SM-1 a testa, così come fanno anche il Veneto (ma contro la formazione più in alto) e i due caccia Audace sistemati più indietro nella formazione (anche loro contro la formazione più in alto). Le altre navi sono un pò troppo lontane e per ora lasciano perdere, tanto vedono bene che ci sono molti aerei in arrivo e devono pensare anche a se stesse.
Le salve dei missili comprendono quindi un'enormità di armi: 4 SM-1, 12 Aspide e vari colpi da 127, più gli 8 (?) Aspide e fuoco d'artiglieria tirati dalle fregate sotto attacco. Chiaramente, un volume di fuoco del genere è terribile per un numero di caccia che pure è molto elevato, ben 40 esemplari circa. Ma hanno di fronte ben 24 missili SAM e il fuoco delle armi d'artiglieria, inclusi alcuni vecchi cannoncini da 20 mm presenti in un paio d'esemplari sulle fregate Maestrale. Un tale volume di fuoco è devastante, non c'é alcun dubbio, e i cacciatori nemici non sono preparati ad affrontarlo. Come potrebbero? In pratica, solo una delle due navi viene fortunosamente raggiunta da due Zero che la mitragliano danneggiandola molto leggermente. Gli altri vengono sterminati: in tutto, il paio di dozzine di SAM tirati (in circa 20 salve) abbatte circa 16 aerei, più altri 5 almeno tirati giù dai cannoni, in pratica metà dei velivoli, e quel che è peggio, costringendo quasi tutti gli altri a fare manovre evasive per evitare il lancio di così tanti missili contro di loro. Alle volte, più missili sono stati lanciati contro un solo bersaglio, anche da parte di più navi. Normalmente non dovrebbe succedere per via dei datalink che potenziano la difesa e la consapevolezza tattica delle navi, ma in una situazione di saturazione del genere non è certo assurdo che accada qualche caso del genere, anzi ci si può aspettare che succeda.
Dei circa 20 aerei attaccanti una delle due Maestrale (M2), uno viene abbattuto da un primo Aspide della fregata, un altro è distrutto dal successivo, un altro ancora viene abbattuto pressoché in contemporanea da uno degli Aspide lanciati dal De la Penne e da uno dei due lanciati dalla stessa Maestrale attaccata, un altro ancora viene eliminato da un missile del De la Penne che peraltro fallisce un altro tiro e l'ultimo invece, riesce a beccarlo, per cui alla fine con 4 Aspide ha ottenuto 2 vittorie e 1/2. Lancia anche due SM-1 ed abbatte uno degli aerei, mentre l'altro riesce ad evitarlo all'ultimo momento, pur restando danneggiato dalle schegge dello scoppio, ma non tanto da impedirgli di continuare a volare e combattere, tanto che poi viene abbattuto da un Dardo della Maestrale, l'unico entrato in azione perché gli attaccanti arrivano in picchiata tutti dalla stessa direzione, a circa 40-60° di inclinazione. Tutto questo accade in poco più di 30 secondi, nel mentre due altri missili di una Maestrale di destra arrivano a segno distruggendo altrettanti Zero. Il tiro del cannone da 127 distrugge inesorabile altri due Zero, il Dardo aggiunge un altro caccia e così arriviamo ad un totale davvero impressionante.
Ben 2 SM-1 e almeno 12 Aspide lanciati che insieme fanno qualcosa come 8 aerei (1 SM e 7 Aspide), e 3 dai cannoni, per cui non deve stupire che il risultato sia pressoché nullo contro la nave.
Anche l'altra Maestrale viene difesa in maniera del tutto simile, ma stavolta una piccola combriccola di 4 aerei riesce ad avvicinarsi e spara con le armi di bordo; il Dardo ne abbatte uno, ma due degli altri riescono a mitragliare la sovrastruttura anteriore e centrale della fregata, causando qualche danno, peraltro irrilevante. Uno di questi velivoli viene poi abbattuto dal tiro del Dardo di destra, che fino ad allora non era stato ingaggiato, mentre si ritira. Circa 40 colpi a segno, nemmeno male, ma irrilevanti. O no?
La serie di attacchi continua, però, minacciosa anche per le altre navi. Ci sono rimasti circa 60 caccia in quota e stanno venendo giù anche per ingaggiare le unità rimaste in giro. Circa una mezza dozzina attaccano una delle fregate Maestrale a destra, la M.3 (destra anteriore), che aveva già sparato due Aspide e qualche colpo di cannone contro gli aerei in movimento. La nave ripete l'azione, stavolta contro dei velivoli che cercano di attaccarla direttamente. Le munizioni non sono un problema, ovviamente, tutti i sistemi oltre ad essere molto potenti e molto precisi, sono anche molto ben dotati di munizioni di pronto impiego. Spara due Aspide, con il 127 e il 40 mm laterale, abbatte 5 aerei su 6 attaccanti, uno dei quali finito anche da un Aspide della fregata N.4 che segue. Questi poveracci di caccia sono praticamente annientati e l'ultimo superstite fugge via.
La potenza di fuoco delle navi si scatena anche contro gli altri velivoli della formazione, i missili a medio raggio distruggono altri 4 aerei grazie ad una salva di 6 lanciati contro di essi da parte del Veneto e dei due Audace posteriori.
Poi circa 12 aerei attaccano un'altra fregata, la M.12 (anteriore sx), la quale si difende più o meno come la compare, distruggendo una mezza dozzina di velivoli, aiutata oltretutto anche dai cannoni del Mimbelli e dalla fregata N.11 (un'altra Maestrale), che tira un Aspide a segno. Alla fine, anche qui, solo un aereo arriva a sparare una raffica sulla nave, mancandola, ma il prezzo è l'abbattimento di 7 aerei. Però, un mitragliamento danneggia momentaneamente il lanciamissili Aspide!
La terribile potenza di fuoco delle navi italiane, però, deve anche fare i conti con una quarantina di caccia che sono rimasti in zona, e attaccano a quel punto i due caccia di testa, tra Ki-84 e Zero. Essi attaccano i due De la Penne, ma anche stavolta senza molto successo: i caccia li respingono con gravi perdite, distruggendo 2 aerei a testa con gli Aspide, e poi tirando con i missili SM-1 (altri 2 missili per nave, 3 kill complessivi), e infine il fuoco dei cannoni SR e Compatto, totalizzando circa 4 kill a testa con queste artiglierie, più il supporto dei due incrociatori che aprono il tiro con i cannoni da 76 (Veneto) e con i missili Aspide (2 lanciati dal Garibaldi), complessivamente abbattono altri 3 aerei (2+1). Una fregata Maestrale, la N.4, spara a sua volta due Aspide abbattendo due aerei. Nell'insieme, questa valanga di fuoco così preciso distrugge i poveri caccia giapponesi, che subiscono complessivamente ben 20 aerei su circa 40. I superstiti scappano via a gambe levate, sono armi troppo terribili.
In tutto, i caccia di scorta hanno subito, di 140 che erano: circa 10 perdite causa Harrier, circa 25 dai SAM navali d'area (esclusi quelli tirati per la propria autodifesa diretta), più altre perdite che sono circa 20 contro le due fregate M.1 e M.2, altri 5 contro la M.3, altri 7 contro la M.11, altri 20 contro i due caccia De la Penne. Totale approssimato: circa 87, il che significa quasi i 2/3 del totale.
Non è davvero poco, anzi.
Però, la loro terribile sorte è meglio di quel che aspetta i kamikaze. E sopratutto, il loro sacrificio non è stato vano. Infatti, dietro di loro arrivano a ruota anche i loro protetti.
I circa 100 kamikaze 'veloci' arrivano verso le navi e provano ad attaccarle. Sono così tanti che in teoria potrebbero affondarle o metterle fuori uso tutte, se soltanto fosse possibile raggiungerle.
Il primo gruppo è di circa 18 aerei, e attacca la fregata M2, che già ha respinto l'attacco precedente dei caccia di scorta. A quel punto, il lancio degli Aspide riprende, del resto ha avuto il tempo di ricaricare le armi a bordo. Il tiro a segno è terribile, come l'altra volta, ma questi non hanno paura e scappano via. Attaccano fino in fondo, come è nella loro terribile natura. La loro picchiata a circa 50-60° e almeno 600 km/h è molto difficile da seguire e certo non ci riesce il radar della nave, non fosse per il collegamento con le altre unità, non potrebbe proprio vederli. Invece riesce a tracciarli e ad attaccarli, ingaggiandone 3 con gli Aspide, totalizzando almeno 4 o 5 lanci. Ma non demordono, nemmeno di fronte al lancio di altri missili da parte delle navi di supporto, in questo caso la fregata M.3 e il De la Penne, che tirano 2 Aspide ciascuno (per il De la Penne questo significa arrivare già ad almeno 8 e possibilmente, 10 Aspide lanciati dei 24 disponibili). Uno degli Aspide fallisce l'ingaggio, un altro colpisce un aereo già ingaggiato dal tiro del 127 della fregata, il risultato è che alla fine resta solo il Dardo che può fare la differenza, abbattendo uno dei kamikaze e incendiandone un altro. Quest'ultimo, però, riesce comunque ad andare avanti e manca di appena 20 metri la nave, esplodendo e danneggiandola leggermente. Quel tanto che basta per l'attacco degli altri aerei. Questi centrano la fregata 3 volte, sulle sovrastrutture e sul ponte a prua. La nave viene distrutta dagli incendi ed esplosioni dovuti alla penetrazione delle bombe da 250 kg dentro lo scafo prima della detonazione.
In tutto ha abbattuto da se almeno 4 kamikaze, altri 2 vengono abbattuti dalle altre navi di supporto, e infine 3 si schiantano direttamente sulla nave. E gli altri? Non è chiaro, ma è verosimile che a parte quello caduto vicino, altri due abbiano mancato la nave. Nell'insieme 6 aerei abbattuti, 3 mancano, 3 centrano = 12 su circa 18 aerei. Gli ultimi rinunciano, sapendo bene che non è necessario sacrificarsi se la nave ha già preso 2-3 colpi in pieno, e richiamano dalla picchiata, volando poi a volo radente in cerca di altri nemici per la loro macabra missione in difesa dell'Imperatore.
Nel mentre, l'altra nave (M.1) viene attaccata da ulteriori 12 kamikaze, anche loro ben decisi a non mollare. Sono probabilmente tutti Zero. La M2 non ci sta ad azzerarsi a sua volta e tira un pò di missili Aspide, lanciandone delle coppie ogni volta. Riesce a totalizzare ben 6 lanci ma con soli 3 ingaggi. Il cannone da 127 abbatte un altro aereo, precedendo stavolta un Aspide lanciato dalla fregata M.12, che ne lancia anche un altro distruggendo lo Zero. Il cannone da 127 distrugge un ulteriore Zero e il Dardo ne fa esplodere un altro, poi però si mette a sparare anche al motore che il radar tiene ancora per qualche secondo sotto tiro, prima di essere disinserito.
In tutto, questi kamikaze abbattuti sono 7, a cui si aggiunge anche un altro abbattuto da un Aspide lanciato dal Mimbelli, che spara anche con il 127 mm ma senza successo. Nell'insieme sono ben 8 aerei su 12, a cui si aggiunge anche il lancio di un SM-1 che abbatte un altro target ancora. Ne restano soltanto 3, e il primo cade in mare a circa 60 metri dalla nave. Sembrerebbe quasi fatta, ma gli ultimi due non demordono: uno centra la nave distruggendo la sovrastruttura centrale e l'apparato motore, per giunta esplode anche uno dei Dardo, pressoché ancora pieno di munizioni. La nave è costretta a ridurre la velocità drasticamente, mentre un altro aereo cade sulla prua facendo qualche danno da concussione esplodendo da meno di 30 metri.
Nel mentre, che ne è stato della mezza dozzina di kamikaze 'risparmiati' dall'attacco della M.1? sono andati alla ricerca di altri bersagli, in particolare del De la Penne. Questo ha un problema al sistema di lancio Mk 13, a causa dei tiri ripetuti di missili negli ultimi minuti ha avuto un'avaria e non può lanciarli per il momento, ne ha lanciati probabilmente 12-15, quasi il 40% del totale (39-40).
La nave è in grave pericolo in quel momento, ma niente paura: ha pur sempre i suoi sistemi d'arma ravvicinati, con i quali ingaggia uno dopo l'altro gli Zero, che si avvicinano a oltre 400 km/h a bassa quota. In poco tempo ne abbatte 4, un altro è distrutto dalla fregata M.3 con il 127 mm (un Aspide viene lanciato anche, ma contro uno degli aerei già in abbattimento da parte del De la Penne, 2 con gli SR e 2 con gli Aspide). L'ultimo fugge via, senza tanti compromessi. Però l'azione di questi coraggiosi aviatori ha ridotto la capacità di difesa della flotta, contribuendo probabilmente a impedire un intervento a favore della M.2. Nel mentre ha sicuramente indebolito il De la Penne, che non può ricaricare il lanciamissili oramai quasi vuoto, dopo avere lanciato probabilmente sui 12 Aspide. Proprio quando arrivano altri kamikaze.
E a quel punto ci sono ancora circa 70 velivoli che stanno arrivando in quota, il Veneto, il Mimbelli (con un lanciamissili) e i due Audace si occupano di sfoltirne la massa lanciando i loro soliti, micidiali SM-1, con i quali abbattono altri 5 aerei dei 7 ingaggiati. Ma uno di questi velivoli abbattuti, in realtà, è solo danneggiato irreparabilmente e in fiamme, però è ancora pilotabile e il pilota lo porta davvero verso il nemico. Circa 20 aerei arrivano verso il De la Penne, che a quel punto ha quasi finito gli Aspide pronti al tiro, avendoli lanciati per proteggere la fregata M.2 dagli attacchi precedenti. In tutto in quel momento ne ha non più di 3 disponibili e non può ricarircarli perché gli servono, eccome se gli servono. I kamikaze riescono ad andare avanti e si gettano in picchiata sul De la Penne: sono circa 15 aerei, una via di mezzo rispetto alle due formazioni contro le fregate anteriori. La nave si difende con tutto quel che può mobilitare, ma certo che è in una condizione critica: senza l'SM operativo, lancia gli ultimi 3 Aspide in due salve 1+2 abbattendo due Zero, ma a quel punto non ha più missili disponibili e viene travolto dal successivo attacco, malgrado che con gli SR distrugga altri 3 aerei e con il Compatto un altro ancora. Da parte del Veneto viene aperto il fuoco con 4 cannoni da 76, mentre la fregata M.3 lancia una coppia di Aspide (ma contro lo stesso target) e spara con il cannone da 127. Nell'insieme, tutti questi sforzi non hanno abbastanza successo. Dei circa 9 aerei rimasti in lizza, 1 viene abbattuto dal Veneto e 2 dalla M.3, ci si mette anche la M.4 più indietro ma sbaglia clamorosamente, infatti distrugge un aereo che in realtà era già puntato dai cannoni SR del caccia, così che esso viene ingaggiato contemporaneamente da più sistemi d'arma e per giunta, i pezzi dell'aereo finiscono per confondere il radar di tiro del caccia, tanto che a quel punto non riesce più a trovare un altro bersaglio in volo con i cannoni ancora in punteria sbagliata.
La fine della folle picchiata comporta che i 5 aerei rimasti bersaglino il caccia e inevibilmente, lo colpiscano anche. Uno di essi si schianta sulla plancia della nave, e l'altro sulla sovrastruttura poppiera. La nave ha una forte esplosione secondaria a poppa (deposito SM più elicotteri) e si ferma inevitabilmente. Degli altri, 2 falliscono e uno rinuncia e sgancia la bomba, fuggendo via, peraltro fallendo l'impatto anche se il pilota al ritorno giurerà di avere fatto centro.
Nel mentre, il Mimbelli è a sua volta ingaggiato da una forte pattuglia di kamikaze. Questa formazione è terribilmente agguerrita, e comprende anche il velivolo visto sopra, in fiamme ma ancora operativo. Un misto di Zero e Judy, più forse qualche bimotore. Sono in tutto ancora 16 aerei, malgrado la 'scrematura' dei missili delle navi.
Attaccano il Mimbelli che si oppone fortemente con tutto quel che ha a bordo. Per sua fortuna, l'SM funziona ancora bene, e lancia altri due potenti missili contro gli attaccanti, abbattendoli entrambi. Non manca anche di lanciare una catasta di Aspide: 6 in 4 lanci complessivi, tutti quelli disponibili nel momento. Un lancio fallisce. Gli altri hanno successo. Nell'insieme la raffica di questi missili riduce rapidamente l'ammontare degli attaccanti, poi ci si mette anche il tiro dei cannoni e il lancio di 4 Aspide da parte delle fregate M.10 e M.11, più 2 del Garibaldi, che però non ha fortuna, visto che uno colpisce un aereo già inquadrato da un altro Aspide e l'altro non funziona bene. In tutto, circa 60 secondi di fuoco. Dei 16 aerei nipponici, restano 9 relitti in fiamme abbattuti dai missili. Altri 4 vengono distrutti dal tiro dei cannoni. In sostanza, ben poco resta della formazione attaccante, presa da tutti i lati da almeno 4 navi, inclusa quella che attaccano, e gli ultimi 3 aerei finiscono per rinunciare per via delle manovre fatte per evitare l'attacco dei missili nemici. L'aereo giapponese in fiamme ha avuto comunque la sua utilità: è stato fatto segno di una ventina di proiettili da 76 e un missile Aspide con il quale lo hanno abbattuto definitivamente, ma aumentando i già stellari consumi di missili navali. Sempre meglio di niente, sì. Non tanto meglio, comunque sia.
Circa 12 aerei hanno attaccato con discreto successo la fregata M.1 e 18 con pieno successo la M.2, 15 con successo il De la Penne, altri 16 senza successo il Mimbelli. La linea ha retto ma è incrinata di brutto. Di fatto, i giapponesi hanno già avuto successo, nell'indebolire la linea operativa delle navi italiane. Hanno abbattuto un Harrier, hanno eliminato due fregate, e pure un cacciatorpediniere missilistico, fatto consumare una quantità industriale di missili e quelli a medio e lungo raggio non sono rimpiazzabili in mare aperto.
Quindi, in tutto abbiamo fatto una serie di azioni che hanno raggiunto l'anello interno della formazione italiana. E il contesto è anche importante, se si considera che mancano ancora circa 50 aerei kamikaze ad alta quota, praticamente il 2o tempo. E dove andaranno a parare questi kamikaze? Ma contro gli incrociatori, chiaramente!
Il Veneto viene attaccato da circa 20 aerei, altri 24 contro il Garibaldi. Qui si nota l'infernale potenza dell'impiego dei caccia di scorta: nel loro porsi da copertura per i kamikaze, sono riusciti a distogliere l'attenzione della difesa a medio raggio nemica, che del resto non poteva ignorarli, altrimenti avrebbero mitragliato le navi mentre queste ancora ingaggiavano i kamikaze.
Quindi in tutto abbiamo una serie di attacchi tutto sommato di successo, i primi 4 hanno avuto 3 successi. Ora tocca agli altri. Uno squadrone di kamikaze arriva verso il Veneto, il quale fa giusto in tempo a sparare l'ennesima salva di SM-1, oramai saranno più di 20 missili. I bombardieri kamikaze sono lì a circa 7 km e 6.000 metri, pronti al tuffo finale. Dal canto loro, le fregate laterali e i due caccia posteriori aprono il tiro con tutto quel che hanno, e pure le 4 Lupo posteriori iniziano a manovrare per sparare con gli Aspide. In tutto vi sono ancora ben 10 fregate e 3 caccia missilistici in giro. Gli effetti si vedono, perché non c'é modo di lasciare stare gli attaccanti diretti contro le navi più importanti. Il Veneto tira fuori un'infernale copertura di cannoni da 76 e da 40 mm, sparando ad almeno 4 bersagli contemporaneamente con 5 pezzi da 76 e una torre binata da 40, forse anche due ad un certo punto. Nel mentre, un paio di fregate laterali, la M3 e M4, aprono il tiro con gli Aspide e il cannone da 127, ma presto anche l'altra fregata laterale, la L5, apre il tiro. In tutto lanciano un paio di missili l'una più il tiro dei cannoni almeno delle prime due. Anche i due Audace si mobilitano lanciando altri due missili a testa, più un paio di SM-1 per ciascuno. Due Lupo da poppa lanciano un Aspide o Sea Sparrow l'una.
Questo concentrato di difesa aerea è spaventoso, missili che fischiano da tutte le parti, ciascuno ad alta probabilità di successo. Distruggono una serie di aerei e spaventano a morte gli altri. In tutto sono stati lanciati. 2 SM-1ER, 4 SM-1MR, 12 Aspide, più il tiro dei cannoni. La potenza di questa azione antiaerea è terribile: gli SM distruggono 4 bersagli, gli Aspide altri 10, ne restano soltanto 4, che vengono distrutti dal tiro dell'artiglieria del Veneto, 1 o 2 cadono a distanza ravvicinata dalla nave, ma non fanno danni apprezzabilmente gravi.
Però... nel mentre ci sono anche 24 aerei diretti verso il Garibaldi, appena più indietro. Questi non sono stati trattati con la dovuta attenzione, infatti vengono presi di mira solo dal Mimbelli, dal Garibaldi e da 3 fregate laterali, 2 Maestrale e 1 Lupo, più un'altra Lupo posteriore (L9). Il Garibaldi ha 3 Dardo come il Veneto, ma ha due lanciamissili Albatross anziché 8 cannoni da 76. Alle brevi distanze questo può non essere del tutto positivo come raffronto.
La potenzialità di fuoco viene accresciuta, ma non di molto, dal Mimbelli che deve ancora ricaricare i missili Aspide, così lancia solo un paio di SM-1, che dovrebbero essere stati lanciati in oltre 12 esemplari. Incredibilmente, gli attaccanti nemmeno se ne accorgono, presi dalla 'portaerei'. Qui sta l'inghippo dell'azione. Il Garibaldi è l'ammiraglia, ma non viene protetta così efficacemente dopo quest'azione di logoramento. E adesso, che scendono ad oltre 600 km/h a quasi 60° di inclinazione da circa 6.000 m, 24 kamikaze saranno fermabili? No, presumibilmente. Anche se due vengono distrutti dal tiro degli SM-1 del Mimbelli, mentre i due Audace concentrano il tiro sul Veneto e soltanto alla fine realizzano appieno il rischio che corre l'ammiraglia. Uno degli Audace lancia un SM-1, ma poi ha un guasto a bordo e non può eseguire al momento un altro lancio. L'altro interviene, invece, lanciando un missile. Le fregate contrastano dai lati questi attaccanti e li sfasciano un pò, tirando con i cannoni e i missili, come sempre, un paio di Aspide non fa male a nessuno, anche moltiplicato per 4. Dal Garibaldi, invece, sparano con tutte le DT Aspide, tirando con ciascuna una coppia di missili, un uragano di fuoco pur di fermare gli attaccanti, a cui si aggiunge ad un certo punto anche una coppia di 76 del Veneto e una da 76 SR dell'Ardito, più un paio di Aspide dall'Audace. Più due Dardo del Garibaldi, che diamine!
Con questa potentissima azione di fuoco antiaereo, la nave italiana dovrebbe essere a posto, ma come sempre in questi casi, non è proprio così. I missili SM abbattono due avversari inizialmente (da parte del Mimbelli), altri 2 poi, ma ne restano sui 20 esemplari, e sono in picchiata a poche decine di secondi dall'impatto sul Garibaldi. A quel punto arrivano i missili Aspide: il Garibaldi lancia 6 missili e fa 3 centri, altri 4 missili vengono lanciati poi ma con sole due direzioni tiro per via delle manovre della nave, mentre i Dardo sparano con due DT. In tutto, è facile che abbattano tutti e 4 i target che sono stati selezionati anche per quest'ingaggio a distanze ridotte.
Mentre accade questo, le fregate lanciano anche loro dei missili: come abbiamo visto, in tutto dovrebbero essere altri 10 missili in volo. I target abbattuti dal Garibaldi sono 7, poi ci sono gli altri che arrivano a segno: 2 dal Mimbelli, 2 dai caccia Audace, mentre gli Aspide vanno spiegati, infatti dei 10 lanciati, 3 vanno a colpire bersagli ingaggiati da altre armi, così quelli effettivi sono solo 7 e di questi oltretutto, 2 non colpiscono il bersaglio. A questo punto i missili finiscono per assottigliare, ma non per eliminare la minaccia, malgrado ben 20 Aspide e 4 SM siano stati lanciati, teoricamente sufficienti per stendere tutti gli attaccanti. Invece, sono solo 7+11. E gli ultimi 6 aerei? Beh, ecco... è un'altra storia. Il tiro dei cannoni del Veneto ne danneggia uno, ma non lo distrugge totalmente, mentre uno viene effettivamente distrutto dal tiro dell'Impavido, sempre con i 76, mentre un altro viene distrutto da una fregata Maestrale e uno da una Lupo, entrambi i casi con il 127, i 40 mm sono un pò troppo lontani per avere utilità e molto probabilmente non aprono nemmeno il fuoco.
Ne restano, in questo guazzabuglio, ancora 3. Incredibilmente 'salvi'. E di questi, due finiscono sul ponte del Garibaldi e uno scappa via a causa delle manovre evasive contro i missili. I due aerei che vanno a segno sono uno Zero con bomba da 250 kg e un Judy con bomba da 500 o addirittura 800 kg. Il botto che fa quest'ultimo è fondamentale: centra l'hangar e causa una catastrofe come è logico immaginare.
E così, i circa 100 kamikaze d'alta quota hanno eliminato un bel pò di navi: 12 contro la M1, 18 contro la M2, 15 contro l'Audace, 16 contro il Mimbelli, 20 contro il Veneto, 24 contro il Garibaldi.
Di questi 6 attacchi, 4 hanno successo, eliminando 2 fregate, 1 caccia e 1 incrociatore.
Questa azione, da sola, sarebbe sufficiente per definire la sconfitta della marina italiana. Ma ovviamente, non è così semplice. Infatti, devono ancora arrivare i circa cento kamikaze da bassa quota.
Questi si insinuanno in una flotta già fiaccata dall'attacco di 100 kamikaze e 140 caccia, sono davvero un numero immenso. Le formazioni sono circa 12 aerei in volo a quote tra 6 e 30 metri circa, alle volte di più, alle volte persino di meno. Sono 8 formazioni e dirigono verso la flotta, verso il centro della stessa, ovviamente, per finire il lavoro che hanno iniziato gli altri compagni.
La flotta ha perso anteriormente le due fregate M1 e M2, anche se quest'ultima non è totalmente perduta, ha ancora una certa capacità di movimento e bellica. Ma i kamikaze non demordono, una formazione l'attacca e la fa a pezzi, distruggendola totalmente con 3 impatti diretti. La fregata ha ancora un Dardo funzionante e abbatte due incursori, altri due falliscono il colpo, in tutto però restano ancora 5 aerei che continuano la loro corsa, andando avanti dopo avere distrutto la nave.
Nel mentre, questi lenti velivoli vengono localizzati dai radar delle navi e attaccati dai missili contraerei, oramai un classico. Ma davanti agli incrociatori c'é solo il Mimbelli oramai, visto che il De la Penne sta perdendo velocità ed è gravemente danneggiato. A quel punto gli incrociatori vengono bersagliati pesantemente da due formazioni di questi lenti attaccabrighe, mentre un'altra attacca una fregata Maestrale, la M12. Questa apre il fuoco contro i kamikaze e colpo dopo colpo, abbatte 3 aerei con gli Aspide, 3 con il 127 e 2 con il Dardo. Riesce a distruggere quasi tutti gli attaccanti, ma questo non impedisce a due di essi di colpire la nave e metterla KO centrandola alla plancia e alla fiancata destra.
Altri aerei attaccano la M11, ma questa è supportata meglio dalle altre navi, in particolare la M10, che abbatte 2 aerei con gli Aspide e questo, in aggiunta ai 10 distrutti dalla M11, riesce ad eliminare all'ultimo momento la minaccia nemica, distruggendo l'intera formazione, segno che essa non è sufficientemente grossa o veloce per passare queste difese.
Ma le altre attaccano ugualmente. Una di esse assale il Mimbelli, ma anche questa viene distrutta dal tiro del caccia in collaborazione con le infaticabili fregate M3 e M4, che mettono a segno un colpo a testa con gli Aspide. Il Mimbelli abbatte 4 aerei con gli Aspide, poi altri 5 con gli SR e Compatto, e un velivolo manca di pochissimo la nave dopo una breve picchiata.
L'unico vero problema è che oramai il Mimbelli ha praticamente finito i missili Aspide. E non può fare molto per aiutare gli incrociatori, perché adesso arrivano gli ultimi assalti. Uno squadrone si dirige contro l'allora invitto Veneto, e un altro contro il danneggiato Garibaldi. La potenza di fuoco antiaerea li stende quasi tutti, ad ogni modo. Il Veneto, però, malgrado l'aiuto da parte della M4, non è capace di impedire ad un kamikaze di schiantarsi contro la base del fumaiolo poppiero, causando un sacco di danni e un incendio violento. Gli altri 11 vengono in qualche modo neutralizzati, o con il tiro dei pezzi da 76 che ne abbatte 4, mentre quelli del Mimbelli ne distruggono un altro, e i Dardo, che sparano abbattendo altri 3 aerei. La M4 salva la situazione eliminando due aerei con i missili Aspide, prima di finire le munizioni pronte al tiro. Il Garibaldi, invece, è in condizioni molto più critiche. Essendo fuori uso in quel momento, viene attaccato da una formazione e malgrado il tiro delle due fregate di destra M10 e M11, più quello dell'Audace, tutti con un paio di Aspide e il cannone da 127, la nave viene attaccata da 12 aerei e di questi, almeno 4 vanno a segno. Anche se sono piccoli, bastano e avanzano per metterlo totalmente fuori uso. Gli altri aerei hanno mancato l'obiettivo in un paio di casi, si sono schianati in mare in altri due, non è chiaro perché, e sono stati abbattuti negli altri 4, da parte di 3 Aspide e il tiro delle artiglierie.
A quel punto è la volta del Mimbelli stesso, perchè un altro squadrone di circa 12 aerei assale il caccia, aiutati anche dai 5 rimasti in giro dall'attacco della M.2. Attaccato contemporaneamente da 17 aerei e da due direzioni, ha in quel momento circa la metà delle munizioni per i suoi SR e per giunta non ha nemmeno un Aspide pronto in quel momento. Fa in tempo a ricaricarne 4 e apre il fuoco con un paio di SM-1, oltre che il sempre valido Compatto da 127. L'effetto complessivo è buono, ma le fregate di supporto anteriore hanno oramai finito i missili pronti e usano solo le artiglierie, a parte la M11 che però è dedita alla protezione di quel che resta del Garibaldi. I missili lanciati distruggono complessivamente 4 aerei, altri 4 vengono distrutti dal tiro selvaggio degli SR e Compatto, ma alla fine la nave cede: viene centrata da 4 kamikaze in pieno e due near miss.
L'impresa viene finita dall'ultimo gruppo di circa 10-12 kamikaze, che cercano di attaccare il Garibaldi, ma vengono respinti dal tiro dei due Audace (3 e 2 missili Aspide più cannoni da 127) e dal tiro delle due fregate M10 e M11 (anche loro un paio di Aspide e i cannoni). Alla fine, subiscono talmente tanto che vengono pressoché distrutti prima di fare danni ulteriori, comunque uno cambia rotta e già che c'é, riesce ad avvicinarsi al De la Penne e lo bombarda con il carico da 250 kg che ha sotto la fusoliera, senza però schiantarsi. Tanto la nave è già fuori uso, ci mancava anche questa, un colpo in pieno a metà nave, sotto la sovrastruttura prodiera.
Non finisce qui, naturalmente. Poi arrivano i siluranti B6N. La loro efficacia non è sminuita dal calare delle prede. Si gettano all'attacco di quel che trovano. Due di essi cercano la fregata M2, che è stata già devastata, e la distruggono con un siluro a segno.
Altri 5 attaccano il Mimbelli e lo centrano con 2 siluri, mentre il De la Penne viene silurato da un altro aereo, rimasto distaccato dagli altri.
Le azioni veramente importanti, però, le devono fare contro le navi maggiori, il Veneto e il Garibaldi. Quest'ultimo è danneggiato già gravemente, e viene finito da un paio di siluri a segno.
Il Veneto è anch'esso preso sotto mira in quest'azione. Benché distrugga due siluranti, viene centrato da altri due siluri e distrutto dall'incendio alla sala macchine, sfuggito dal controllo qualche ora dopo.
Le difese a.a. sono ancora potenti, ma riescono a fare relativamente poco. I due Audace lanciano un paio di SM-1 e un paio di Aspide ciascuno, più tiro cannoni. Complessivamente ottengono sui 4 kill, ma non basta nemmeno questo. Le fregate M3, M4, M10 e M11 si avvicinano alle navi ammiraglie e lanciano altri 7 Aspide più tiro dei cannoni da 127 e 40, ma non serve nemmeno questo, nonostante che abbattano altri 11 siluranti. Alla fine passano lo stesso con gli effetti visti sopra.
Tirando le somme
Nell'insieme l'attacco è stato micidiale. Colpiti: i due incrociatori, i due De la Penne, le fregate M.1, M.2 ed M12.
Benché la flotta è ancora per lo più a galla, non c'é modo di salvare la situazione, tutti e due gli incrociatori Ko significa la fine dell'attività di squadra, e la perdita dei due De la Penne è particolarmente grave. 7 navi su 18 sono poco più di un terzo, ma sono quelle che contano di più.
Così la flotta è sconfitta, malgrado l'estrema durezza della battaglia. Ai giapponesi è costata circa 90 caccia, quasi 200 kamikaze, circa 15 siluranti. Soltanto circa 50 caccia e 25 siluranti tornano indietro, più qualche kamikaze superstite in qualche modo.
La battaglia è vinta, e l'invasione di Okinawa è insostenibile, visto che a quel punto non c'é modo di proteggere ancora le navi. Un altro attacco del genere sarebbe sufficiente per disintegrare tutta la flotta da sbarco. E per giunta, le due sole navi con capacità di difesa d'area, delle cinque originali, sono state considerevolmente indebolite dal consumo di missili SM, tanto da restare complessivamente con poco più di 40 armi, ovvero il 20% di quelle disponibili prima dell'attacco. Troppo poche per fare differenza e ancora di più per eliminare un'altra incursione così devastante.
La Kikosui N.2 era appena più piccola della N.1, quindi in proporzione sarebbe stata semplicemente sufficiente per eliminare il resto della flotta.
Per giunta, già il giorno dopo arriva la Yamato con la sua scorta, più almeno 80 kamikaze. Quindi game over, non c'é dubbio.
Nell'insieme: la scorta di 140 caccia ha neutralizzato le CAP di Harrier e poi ha di fatto neutralizzato anche la difesa missilistica a lunga gittata. Poi la prima ondata di circa 100 kamikaze d'alta quota ha colpito: Garibaldi, De la Penne, fregate M1 e M2.
La 2a ondata ha colpito anche il Veneto, il Mimbelli e la M12, oltre a tartassare nuovamente M2, Garibaldi e De la Penne.
La 3a ondata siluranti ha invece colpito il Veneto, Garibaldi, De la Penne, M2, tutte navi già colpite ma a quel punto proprio finite.
Ricostruzione approssimata delle azioni della giornata:
CACCIA NEMICI KAMIKAZE N.1 KAMIKAZE N.2 SILURANTI
Veneto: SM: 12 2 SM 2 SM 2 SM 2SM
Garibaldi: 14 A
Dl Penne: SM. 8 4 A. 2 SM 3 A. 2 SM 2 A. 2 A 3 A
Mimb: SM. 8 4 A. 2 SM 4 A 2 SM 2 A. 1 SM 2 SM 2 SM 6 A 2 SM 4A 2SM 4A 2SM 4A
Auda: SM. 8 2 SM 2 SM 2 SM 2 A 1 SM 2 A 2A 3A 2SM 2A
Ardito: SM.8 2 SM 2 SM 2 SM 2 A 1 SM 2A 2A
M.1: 4 A. 6 A.
M.2: 4 A. 4 A. 1 A
M.3: 2 A. 2 A 2 A. 2 A 2 A 2A
M.4: 1 A 2 A 2 A 2A
L.5 2 A
L.6 1 A
L.7 1 A
L.8 2 A
M.9 2 A
M.10 2 A 2A 2A 2A
M.11 1 A 2 A 5A 2A 2A
M.12 2 A. 4 A 1 A 4A
Totale lanci, approssimato:
Veneto: 20 SM-1ER (50%)
Garibaldi: 14 Aspide (circa il 30%)
D l Penne: 12? SM-1 (30%) e 11 Aspide (45%)
Mimbelli: 23 SM-1 (60%) e 24 Aspide (100%)
Audace: 17 SM-1 (45%) e 11 Aspide (45%)
Ardito: 15 SM-1 (40%) e 7 Aspide (30%)
M.1: 4 A (16%)
M.2: 9 A (40%)
M.3: 12 A (50%)
M.4: 7 A (30%)
L5: 2 A (8%)
L6 2 A (8%)
L7: 1 A (4%)
L8 1 A (4%)
M.9: 2 A (8%)
M.10: 2 A (8%)
M.11 9 A (40%)
M.12: 11 A (45%)
Questi sono i lanci confermati e confermabili, il record è del Mimbelli con 47 lanci su 64 missili disponibili (quasi il 75%), seguito dai 28 dell'Audace (quasi il 50%) e dai 23 del De la Penne (40% scarsi) e infine dall'Ardito con 22 (circa il 30%).
In tutto i missili lanciati sono stati: almeno 87 SM-1 (circa il 43% della disponibilità), a cui aggiungere fino a 65 distrutti sulle navi (87 più 65 = circa 152 su 200, ergo oltre il 75% disponibile, con non più di 48 SM-1 rimasti sulle ultime due navi: forse 23 e 25 rispettivamente).
Più i missili Aspide: 129 missili, pari ad una grossa percentuale dei 432, a cui aggiungere presumibilmente, oltre al 30% di questi missili, anche 48 eliminati a bordo delle fregate, 13 dai caccia, 34 dagli incrociatori, totale ben 129+95 = 224 Aspide (il 52%), la gran parte delle quali sono perdite delle più valide navi, non solo il Garibaldi e i due De la Penne, ma anche le 8 Maestrale, che hanno subito 3 perdite, e le 5 superstiti hanno soltanto 88 missili.
La ragione per cui le Lupo hanno subito zero perdite e hanno lanciato, apparentemente, soltanto 6 missili, è che forse erano rimaste indietro a protezione delle due navi da rifornimento, notoriamente incapaci di viaggiare a velocità paragonabili a quelle della flotta, tanto che nemmeno arrivano a 20 nodi. Forse per questo sono state lasciate indietro e non hanno partecipato alla battaglia in maniera significativa.