31-12-18 (14-12-19)
A questo punto, ci si potrebbe chiedere: ma se dall'altra parte non ci fossero gli americani, ma i giapponesi? Ovvero, cambiando i ruoli, la flotta italiana potrebbe essere portata a far la parte degli americani, sempre in zona Okinawa?
Consideriamo la modalità in questione, e quindi una possibilità concreta che la flotta comparata sia quella degli 'anniversari'. In altre parole, di dieci anni in dieci anni dopo la campagna di quella primavera di fine guerra.
Così avremmo queste versioni:
-1955
-1965
-1975
-1985
-1995
Più no, perché della marina italiana del XXI secolo, oramai troppo lontana nel tempo, poco me ne cale in primo luogo e poi sono navi sempre più difficili da valutare (per esempio, il cannone da 76 con munizioni DART come si pone?), inoltre prosieguono da allora radiazioni a ritmo serrato, così come immissioni di nuovo naviglio in servizio. Non è facile nemmeno dire quante navi Maestrale siano in servizio in un dato momento (diciamo 2015) rispetto alle FREMM che le sostituiscono e che la confusione sia a tutti i livelli si può apprezzare dal fatto che le 10 FREMM sono state ordinate giustificando la necessità di sostituire non solo le 8 Maestrale, ma anche le 4 Lupo in realtà già radiate dal servizio (e vendute al Perù) da molti anni!
Per cui no, facciamo la flotta italiana classica del XX secolo e buona notte. I tipi di nave sono penso, già ben noti, già spiegati nei dettagli spesso e volentieri, per cui rimando alla pagina di navypedia sulle navi italiane http://navypedia.org/ships/italy/it_index.htm
Premessa: numero di SAM disponibili:
1) Veneto: 40 (+20 ASROC, sempre che davvero usati); 2) Doria: 40 Terrier/SM-1ER
2) Audace, Impavido: 40 Tartar-SM-1MR; Audace mod, De la Penne: 40 SM-1MR+24 Aspide(possibile anche il Sea Sparrow)
3) Garibaldi: 48 Aspide (possibile anche il Sea Sparrow)
4) Maestrale, Lupo, artigliere: 24 Aspide (possibile anche il Sea Sparrow)
5) Minerva: 8 Aspide (possibile anche il Sea Sparrow), non è affatto chiaro se vi sono missili di ricarica (ma qui vengono esclusi, apparentemente)
Adesso, analizziamo i vari livelli della flotta a seconda delle annate citate sopra:
-1955. Questa flotta italiana era fatta per lo più di ferri vecchi residui del periodo bellico o ante-bellici. Non c'era molto di nuovo, anzi precisamente, non c'era niente di nuovo. Alcuni vecchi incrociatori, due navi da battaglia in rottamazione, vari cacciatorpediniere, insomma era un museo più che una flotta. Tra le navi più importanti ancora in servizio: due vecchie corazzate Duilio (radiate già l'anno dopo), due incrociatori Montecuccoli, due Abruzzi, due super-caccia/incrociatori leggeri Regolo. Non molto, in effetti.
Totale navi principali: 6-8+ (4 incrociatori, 2 corazzate in radiazione, 2 super-caccia + 2 navi ex americane).
-1965: Questa flotta è già profondamente rinnovata. Infatti, sebbene due corazzate e un incrociatore (l'Abruzzi) siano stati ritirati dal servizio, d'altro canto sono entrati in servizio diversi nuovi bastimenti. I due caccia Impetuoso (gli ultimi con le artiglierie), i due caccia Impavido (armati con i Tartar, prima volta per la MMI), i due incrociatori porta-elicotteri Doria (naturalmente con elicotteri preistorici), armati con il sistema Terrier (naturalmente non con i missili più moderni o modernizzati). Infine il Garibaldi era stato armato anch'esso di missili Terrier. Così avevamo addirittura cinque navi armate con SAM, tutti a medio o lungo raggio. Tuttavia, queste unità non erano perfezionate come quelle moderne. Un problema erano gli elicotteri, all'epoca certamente più primitivi di quelli del decennio successivo. Un altro era la mancanza del sistema SADOC in tutte le navi tranne i due Doria, per cui le modalità di combattimento moderne con datalink e integrazione sensori erano ancora di là da venire. Quindi avevamo, come navi principali: 2 Doria, 1 Garibaldi, 2 Impavido, 2 Impetuoso, più una serie di navi più piccole o vecchie tra cui 2 caccia Regolo/San Giorgio. Era sufficiente? Certo che no, anche se sarebbe stato interessante sapere quanto sarebbero state capaci di difendersi dagli attacchi aerei. Il cannone da 76 mm era stato già stabilito, all'epoca, come l'arma minima per difendere la flotta da attacchi aerei, questo fin dal 1958; del resto gli americani l'avevano detto quasi 15 anni prima. E così i pezzi MMI cominciarono ad apparire visto che l'SMP3 aveva fallito sostanzialmente, sulle navi di ultima generazione a cominciare dal Garibaldi rimodernato.
+2 incrociatori p.e.
+1 incrociatore l.m.
+2 caccia l.m.
+2 caccia
+8 fregate ASW (secondarie)
-2 corazzate
-2 incrociatori
Totale navi principali: 7+. (2 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m, 2 caccia l.m. 2 caccia, 2 caccia ex americani)
Totale l.m. SAM: 3 a lungo raggio e 2 a medio raggio = 5
-1975: Qui il gioco si fa duro, effettivamente. Abbiamo una flotta che aggiunge a quanto sopra l'incrociatore Veneto e due caccia Audace, più due fregate Alpino. A questo punto le piattaforme SAM per le lunghe distanze sono molte di più: 8, di cui 4 a lungo raggio (Terrier) e 4 a medio raggio (Tartar). Peraltro, tra quelle della prima categoria c'era anche il Garibaldi, che in realtà fu sì radiato nel 1976, ma era in disarmo fin dal 1971. Cioé, per esserci 'c'era', ma non era operativo e tanto meno aveva equipaggio.
In tutto, a questo punto, avremmo visto: 3 incrociatori portaelicotteri (Veneto, Doria e Duilio), 1 incrociatore (Garibaldi, in disarmo), 4 caccia lanciamissili (Audace e Impavido), 2 caccia convenzionali (Impetuoso), 2 fregate ASW (Alpino), più navi di vecchio tipo varie e assortite tra cui il San Giorgio.
Insomma: + 1 incrociatore p.e., 2 caccia l.m., 2 fregate ASW.
Totale navi principali: 11-14: 3 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m. in disarmo, 4 caccia l.m., 2 caccia, 2 fregate ASW, 2 caccia ex americani.
Totale l.m. SAM: 3-4 a lungo raggio, 4 a medio raggio = 7-8
-1985: l'evoluzione della specie subisce un drammatico cambiamento. Sono introdotte in servizio ben dodici fregate missilistiche, potenti e veloci. Il meglio disponibile grazie alle nuove tecnologie e all'armamento miniaturizzato, con cannoni antimissile, sistemi di guerra elettronica, cannoni automatici, missili antinave, elicotteri multiruolo e multisensore, nuovi missili antiaerei. Abbiamo +4 fregate Lupo e 8 fregate Maestrale. In realtà, le ultime 2 di questa classe non erano ancora entrate in servizio. All'inizio del mese di aprile, a dire il vero, nemmeno la portaerei (?) Garibaldi era stata immessa in servizio, per cui fu una bella sfiga per la MMI.
+4 fregate Lupo
+6 fregate Maestrale
-incr.Garibaldi
-2 caccia Impetuoso
Totale navi principali: 3 incrociatori p.e. 4 caccia l.m. 10 fregate l.m. 2 fregate ASW = 19
Totale l.m. SAM: 3 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 10 a corto raggio = 17
-1995: Adesso abbiamo praticamente il pieno. Le ultime 2 fregate Maestrale, i due caccia De la Penne, il Garibaldi, 8 Minerva, pure 4 pattugliatori Cassiopea. Inoltre il Garibaldi ha gli AV-8 Harrier (diciamo 8 imbarcati effettivamente). Dall'altro canto abbiamo: radiati i due incrociatori Doria, radiati i due caccia Impavido con riduzione delle piattaforme a.a. da 7 a 5 (più il Garibaldi!), e ridotte ad attività di seconda linea le due Alpino.
+1 incrociatore p.a. Garibaldi
+2 caccia l.m. De la Penne
+2 fregate l.m. Maestrale
+2 pattugliatori di squadra Artigliere
+8 corvette Minerva
-2 incrociatori p.e. Doria
-2 caccia l.m. Impavido
-2 fregate Alpino (operatività ridotta ma ancora teoricamente presenti)
Totale navi principali: 2 incrociatori p.e. 4 caccia l.m., 14 fregate l.m. 8 corvette l.m. (ma non sono unità di squadra) = 20-28
Totale l.m. SAM: 1 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 20+8 a corto raggio = 25-33.
Dall'altro lato abbiamo le formazioni kamikaze giapponesi. Anche se spesso si è portati a vederli come fenomeni 'unici' e sparsi, disperati, in realtà i kamikaze sono stati spesso utilizzati in maniera massiccia e coordinata. Proprio ad Okinawa sono apparse le formazioni d'attacco conosciute come kikosui. Queste sono state concepite per bucare le difese americane e lo hanno fatto con modalità formidabili: la kikosui N.1, la più grande e potente, portò in azione qualcosa come 200 aerei kamikaze. E non solo: c'erano anche numerosi caccia di scorta, circa 140, più vari aerosiluranti. In tutto si trattava di quasi 400 aerei.
Un numero elevatissimo, che chiaramente era pensato a saturare qualsiasi difesa. E così è stato.
La flotta italiana poteva far fronte ad un tale sfoggio di forza e determinazione? Non saprei. Di sicuro, però, dopo una 'sberla' di questo tipo (e le successive Kikosui furono soltanto di poco meno imponenti), sarebbe stato difficile restare ancora operativi.
La flotta italiana, impegnata nell'invasione di Okinawa (ok, ok, con appena 2 navi da sbarco tipo Grado oppure 3 navi da sbarco classe S.Giorgio/S.Giusto è un pò difficile, lo ammetto, ma facciamo finta di niente), sarebbe stata costretta a dividere le sue forze.
Chiaramente, la flotta logistica e da sbarco sarebbe stata protetta dalla marina 'di seconda linea', ovvero corvette e pattugliatori, anche unità MCM di vario tipo (ce ne sono state molte, ma solo nel 1985 apparvero le prime 4 di nuova generazione, in ogni caso tutt'altro che ben armate contro attacchi aerei, e nel 1995 erano arrivate a 10 unità, ma il numero totale delle unità MCM era calato drasticamente al contempo) e forse gli aliscafi Sparviero (6-7 unità tra il 1985 e il 1995) che peraltro sono tutt'altro che concepiti per questo tipo di azioni oceaniche.
Nel 1985, le 19 navi d'altura avrebbero dovuto dividersi per forza tra una e l'altra formazione. I tre incrociatori erano necessariamente in navigazione oceanica, assieme ad almeno 2 caccia e 4-6 fregate. Il resto della flotta è a protezione della zona da sbarco. Le unità logistiche non lo so, forse con la flotta principale.
La Kikosui N.1 fu il primo di questi massacri 'in difesa della Patria'. Ebbe luogo il 6 aprile 1945, appena il giorno prima del sacrificio (inutile ed evitabile) della Yamato. C'erano circa 200 kamikaze della Marina e anche dell'esercito. La scorta in avanti era data da 4 formazioni di 25 Zero l'una. Seguivano anche 40 Ki-84 Frank. Infine i kamikaze, e dietro di essi, due stormi di siluranti B6N.
Come avrebbe potuto la MMI maneggiare una tale mole di assalitori, tali da mettere in difficoltà persino un gruppo di portaerei americane degli anni '80-'90?
Bella domanda.
Nel 1955 non avrebbe potuto farlo, questo è sicuro.
Nel 1965 era solo marginalmente migliore, nonostante la presenza di ben 5 navi missilistiche; ma ci sarebbero volute 5 unità AEGIS, non certo 5 vecchie unità Terrier (la MMI fu l'unica ad avere questi missili a lungo raggio) e Tartar. Per il resto c'era poco da dire e da fare. In tutto, circa 10 navi di prima linea. Non sarebbero MAI state sufficienti!
Nel 1975 la situazione era diversa, del resto solo allora fu possibile organizzare gli sbarchi veri e propri. C'erano più navi da guerra moderne, ma non tante di più. Le forze missilistiche erano 7 o otto navi, e per il resto giusto artiglierie a.a. I missili di per sé sarebbero stati sufficienti, ma i giapponesi sarebbero stati ben contenti di non lasciargli lanciare tutto quel che avevano nei magazzini, ovviamente!
Nel 1985 l'introduzione delle fregate missilistiche e l'ammodernamento di qualche altra nave, è stato sicuramente un grande vantaggio per la MMI. Almeno si sarebbe evitata la perdita totale della marina.
La Kikosui N.2 venne lanciata la settimana dopo, il 12 aprile: 75 Zero in 3 formazioni di 25, 15 Ki-84 e 34 N1K, in scorta a 185 kamikaze (60 dell'esercito), e circa 40 P1Y Ginga siluranti.
Nel mezzo c'erano stati altri attacchi: già il 7 aprile almeno 80 kamikaze attaccarono le navi americane in supporto alla missione della Yamato. Senza molto successo, peraltro.
Queste azioni ebbero molto effetto: già una quindicina di navi vennero distrutte o danneggiate nella prima azione, e 7 nella seconda grande Kikosui.
Il vero problema era la scarsa efficacia dell'aviazione giapponese, per come era ridotta all'epoca: quasi tutti gli aerei usati, non erano altro che vecchi arnesi di tutti i generi, aerei famosi all'inizio della guerra come gli Zero di prima generazione e i D3A e B5N; oppure piccoli aerei da osservazione e addestramento, che non sono mai stati importanti né molto prestanti in termini assoluti. Parliamo di aerei che fanno tra 300 e 500 km/h per la maggior parte. Come se non bastasse, i giapponesi usati per queste azioni non erano certo i migliori piloti, a parte qualche eccezione. Per lo più 'volontari' inesperti, ragazzini, piloti appena capaci di tenere un aereo in aria in formazione. Ma del resto, anche i terroristi 'ufficiali' dell'11/9 erano scarsi, anzi, inferiori rispetto ai giapponesi, eppure hanno fatto quel che hanno fatto (sempre che... si pensi davvero che le cose andarono come ce le raccontano, eh).
Quindi era davvero una brutta situazione. Perché un conto è mandare in azione degli Hellcat o Corsair cacciabombardieri, oppure gli omologhi Hayate giapponesi, mandati in azione da piloti ben addestrati e disciplinati, un conto è mandare avanti un branco di disperati sia pure con una morale ed etica apparentemente granitici. Ma non sempre il loro morale era così alto: specialmente quelli dell'esercito, non vedevano la ragione di sacrificare la loro vita in azioni suicide, e molti anche nella marina giapponese avrebbero voluto fare in maniera diversa, a cominciare dal decano dei kamikaze, Yukio Seki, che colpì una portaerei a Leyte.
La situazione non è per nulla chiara, dunque. Una cosa però mi pare ovvia: formazioni del genere sarebbero molto vulnerabili al tiro dei missili SAM e quindi, la possibilità che possano passare da una picchiata ad alta quota è piuttosto remota se c'é una difesa missilistica potente in giro.
Nello scenario 1955 non ci sarebbe problema, certo. Già nel 1965, però, con ben 3 incrociatori e 2 cacciatorpediniere, sarebbe stata difficile per l'aviazione giapponese passare da alta quota.
Nel 1975 la situazione era ancora peggiorata per gli attaccanti, con 7-8 navi disponibili e ben 280 missili (senza contare il Garibaldi). Non è una cosa da poco.
L'unica problematica è che questi missili devono essere lanciati, sennò non servono a niente. Per impedire alle navi di lanciarli, però, bisogna volare molto bassi o molto veloci, o anche entrambe le cose. Volare veloci di fatto non è possibile, volare bassi non è facile perché coordinarsi in un volo così, con aerei mediocri persino per l'epoca, non è certo semplice, inoltre per evitare i missili si entra nel raggio di tiro dei cannoni a corto raggio.
Nel 1985 i cannoni da 40 Dardo e i missili Aspide sarebbero riusciti ad abbattere molti più aerei in arrivo a qualsiasi quota si presentassero, per cui l'unica modalità è quella di saturare le difese con troppi attaccanti, se necessario concentrandosi contro una singola nave per volta.
Nel 1995 non c'é molta differenza, a parte nell'ulteriore diffusione dei missili Aspide, nel calo degli Standard e nell'arrivo di un pugno di Harrier. Non molto, ma pur sempre un miglioramento.
Del resto, prima dell'arrivo delle navi tipo Grado non ci sarebbe stato nemmeno modo di tentare un attacco anfibio.
Tutto a posto, dunque? No, ovvio.
Abbiamo 200 kamikaze e almeno 40 aerosiluranti, più 140 caccia di scorta!
L'attacco deve essere quanto più concentrato possibile, ovviamente, e quanto più veloce. Molti di questi aerei giapponesi non sono molto veloci, però possono andare in picchiata a una discreta velocità anche se comunque non esaltante. Del resto le tattiche giapponesi erano queste: o picchiata da alta quota, oppure radenti alla superficie con salita fino a 1.500 metri e picchiata finale, che è un buon tipo di alternativa d'attacco, come nel caso dei missili Harpoon e Otomat francesi. Ma non è possibile farlo rapidamente con un aereo così lento e sottopotenziato. Con un aereo a reazione è un'altra cosa, può salire in 30 secondi a 3.000 metri come se niente fosse, facendo impazzire i radar di scoperta a lungo raggio. Con un numero di giri di 10-15 al minuto, a 900 km/h danno tra 1.000 e 1.500 metri di distanza prima che l'aereo venga ancora pennellato, e se questo varia in fretta di quota, sarà dannatamente difficile rilevarlo con un radar di tiro, dato che quest'ultimo ha una scarsa visuale per cui necessita di una designazione molto precisa. Ma con un aereo ad elica, pure scadente, bisognerebbe come minimo che potesse scendere giù in picchiata per riuscire ad ottenere questo tipo di risultato, altrimenti non avrà una variazione di velocità sufficiente.
A parte questo, che tattiche sceglierebbero i giapponesi? Beh, nel 1955 da alta quota sarebbe più credibile. Nel 1965 potrebbe non essere più la scelta migliore. Ma nel 1985 le difficoltà anche a bassa quota aumenterebbero parecchio e così nel 1995. In altre parole, dal 1985 in poi non ci sono facili opzioni.
Sarà difficile in ogni caso e non sappiamo quanto i SAM siano davvero efficaci contro bersagli a volo radente. Per questo faccio l'opzione delle alte quote almeno fino da metà anni '80 in poi. Se non altro è più facile da calcolare. Di sicuro bisognerebbe portare la quota ad almeno 6.000 metri per non fare da bersaglio agli Aspide e alla contraerea pesante prima dell'inizio dell'attacco finale.
Poi c'é da considerare che i caccia di scorta dovevano fare qualcosa in contemporanea. La loro azione potrebbe essere soltanto positiva per il risultato dell'operazione. La quale avrebbe poco contrasto da parte dei caccia intercettori: solo nel 1995 e con non più di 8 aerei, armati presumibilmente con soli 2 AAM; a quanto pare, infatti, gli AIM-120 vennero consegnati (in appena 33 esemplari, almeno all'inizio), solo dal 1996. Con una situazione del genere non è possibile fermare i caccia giapponesi. Anche 8 AV-8 potrebbero al massimo fermare uno dei 4 gruppi da 25 Zero: e gli altri?
Gli altri potrebbero fare come quel coraggioso pilota di CR.42 che nel 1941 attirò l'attenzione della difesa aerea inglese fino a che non l'abbatterono a cannonate. Ma era solo.
Questi sono cento.
I caccia normali sono veloci, maneggevoli e spesso condotti da piloti esperti. Per cui hanno molte più possibilità di evitare i missili scagliatigli contro.
Quanto alle contromisure, ci sono buone notizie: i giapponesi un pò ne capivano. Usarono spesso i giman-shi, ovvero i chaff. Primitivi, ma potrebbero funzionare un pò. Alle Falklands funzionarono, per esempio, anche se potevano sembrare inefficaci contro i sistemi antiaerei moderni.
Nel 1965 l'attacco dei kamikaze sarebbe avvenuto direttamente contro la flotta (ehy, ma se non c'erano le navi anfibie come lo facevano lo sbarco ad Okinawa? Echissenefrega, non è mica questo il problema vero di questo wargame), così come nel 1955.
I caccia sarebbero andati veloci verso l'obiettivo, seguendo la 'scia' dei SAM lanciati contro di loro. Poi avrebbero piegato e cercato di impegnare i missili stessi, evitandoli con manovre strettissime. Ci sarebbero riusciti? Non lo so. Di sicuro non sarebbe stato facile. Ma non tutto è perduto. La loro velocità poteva fare la differenza così come il loro numero. Arrivo: sottovento, che diamine, e in leggera picchiata. E' inevitabile che sia così. Il loro duello, quindi, non sarebbe contro i caccia, ma contro gli intercettori teleguidati.
La difesa avrebbe così da affrontare circa a 600 km/h numerose minacce. Questi caccia sarebbero così la chiave del successo dell'azione.
I missili Terrier hanno circa 70 km di gittata, ma non è detto che siano particolarmente efficaci nel beccare aerei piccoli e manovranti. Tutto sta a vederli in tempo. Ad alta quota la cosa è possibile se i missili lasciano dietro di sé una scia di condensazione, cosa probabile.
Difficile dire in tal caso quanto sarebbero stati evitabili. In VN un pesante F-105 evitò 9 SA-2 su 10 lanciatigli contro e andò perduto solo per via delle schegge e della perdita di carburante, malgrado fosse arrivato vicino ad un tanker per rifornirsi. L'F-4 era più agile: Randy Cunningham e il gregario, durante una missione in cui abbatterono un MiG-21, affermarono di essere stati fatti segno di 18 SA-2 tirati da più posizioni. Peraltro, nella loro missione finale, Randy venne colpito dal 3o missile SA-2 tiratogli contro e anche allora riuscì ad allontanarsi, ma dovette lanciarsi in mare perché aveva finito il liquido idraulico dei sistemi, dissanguato dai buchi inflitti.
Con un minimo di possibilità, potrei dire che Terrier, Tartar, SM-1 hanno forse una Pk del 50% su caccia giapponesi. Chissà se è troppo alta o troppo bassa? Boh. Gli Aspide sono più adatti al tiro contro bersagli agili, ma non è detto che siano più efficaci, anche per via della testata più piccola. Forse un 60%?
Queste percentuali sarebbero già oro colato. Potrebbero anche fare una differenza abissale.
Se una formazione di 25 aerei di questo tipo si muovesse verso il bersaglio a 600 km/h potrebbe percorrere una notevole distanza prima di essere intercettata, e sopratutto farebbe consumare un gran numero di missili. E nel mentre, viene fuori anche la formazione d'attacco.
L'attacco contro un incrociatore singolo è più o meno così: la distanza da circa 60 km richiede ben 6 minuti di volo, persino avvicinandosi a 600 km/h. Questo è possibile perché gli aerei scendono in picchiata lieve da circa 8.000 metri, fino a 5-6.000 m, a circa 500-600 o più metri al minuto, e per giunta arrivano sottovento e se il vento è forte, allora arriviamo a valori molto elevati.
L'incrociatore lancia un massimo di 4 missili al minuto, così al massimo arriva a 24 missili totali. Ma non è così semplice come sembra. La prima salva viene tirata a circa 60 km, potrebbero essere una manciata in più ma non penso che sia davvero così, perché le gittate utili contro bersagli manovranti non sono poi così spettacolari come viene pubblicizzato, a meno di non sorprenderli, ma non so se sia possibile, specie in condizioni di buona visibilità (un must, ovviamente, per gli attaccanti). Il lancio dei missili in coppia è rapido; però per lanciare queste armi a segno ci vuole molto tempo da queste distanze: probabilmente almeno un minuto, quindi 1o impatto o incrocio, a 47 km. Mi pare giusto. A parte questo, abbiamo un lancio successivo da lì che arriva a circa 36 km a segno. Poi un altro lancio che termina a circa 28 km. Poi un 4o che arriva sui 22. Il 5o a circa 17. Il 6o a circa 13 km. 7o a circa 10 km. 8o a circa 7 km. Poi, sotto i 5,5 km, la gittata dei missili minima dovrebbe impedire ulteriori lanci. Quindi in tutto sarebbero lanciati sui 16-20 missili in tutto, anche se in realtà è probabile che sia una questione sovrastimata. Notare che il lancio viene fatto con un 1 km di ritardo, perché ogni volta c'é un minimo di verifica se il target è stato distrutto o meno (non è mica così facile), per cui immagino che circa 5 secondi siano effettivamente necessari tra una conferma o meno o il lancio di un altro missile contro lo stesso target.
60-47 km
46-36
35-28
27-22
21-17
16-13
12-10
9-7
Velocità media *orizzontale* del missile Terrier/SM-1ER: circa 2.100 km/h oltre i 30 km, 2.400 km/h sotto. La velocità massima è indicata in circa La velocità media di avvicinamento è di circa 600 km/h, quindi il rateo è di 3,5:1 prima e 4:1 poi.
Il lancio delle telearmi è comunque simile a quello alla massima cadenza di tiro possibile, che comporterebbe 24 missili in tutto. Qui sono 16-20, quindi almeno i 2/3 della massima cadenza di tiro.
Se contro i caccia nemici arriva al 50% come Pk, allora questo significa 8-10 bersagli abbattuti in quei 6 fatidici minuti.
Questo, però, significa un totale di circa 40 bersagli abbattuti da 4-5 navi. Non sono poi così tanti, se si considera l'ammontare della forza d'attacco, naturalmente.
Con i missili Tartar, da 32 km e Mach 1,8, non c'é molto da dire: usandoli da 32 km, lancio da massima gittata, v.media sui 1.500 km/h sopra 20 km, 1.800 km/h sotto. La gittata influenza la velocità media, ovviamente. Alla massima distanza il missile vola per inerzia e rallenta progressivamente, inoltre è probabile che faccia una traiettoria parabolica e questo riduce la sua velocità media. Inoltre, sotto una certa gittata, la componente orizzontale della traiettoria diventa sempre più importante: da 6 km di distanza, contro un target a 6 km di quota, la gittata effettiva è 8,4 km con angolo di 45°, inoltre il missile deve aumentare la velocità partendo da zero a mach 3, il che significa ridurre la velocità media già solo per questo, a circa 1,5 mach (ipotizzando accelerazione costante); e se si considera anche l'angolo, la velocità di movimento orizzontale arriverebbe a circa mach 1, il che significherebbe metterci circa 20 secondi!!!! Strano, no? Eppure è quel che le leggi della fisica e della geometria suggeriscono. E questo significa che nel contempo un target a 600 km/h farebbe circa 3,2 km; addirittura, persino un target a 360 km/h farebbe 2 km. Sono cose da tenere in considerazione, per cui non prendete per oro colato quel che è detto qui. Del resto che il missile Sea Sparrow faccia alla massima gittata una media di mach 1 quando arriva come massimo a mach 2, e l'ESSM faccia mach 2 e mach 4, non è un segreto. I missili Standard e T non hanno problemi eccessivi perché hanno anche un sustainer, ma questo non funziona più di tanto: un Tartar, con circa 24 secondi più 4 di accelerazione in teoria, dovrebbe arrivare a: 0-1,8 mach, accelerazione massima 500 m/sec, media 500:2x 4 = 1 km circa. Poi 500 m/sec per circa 24 secondi = 12 km, totale sui 13 km. Poi inerzia, se la gittata massima è 32 km significa 19 km senza alcuna spinta. Anche ipotizzando una spinta analoga per arrivare a mach 2,5 con motore più potente (SM-1MR RIM-66B), avremmo una media di circa 700 m/sec; booster sui 4-8 secondi, significa circa 2 km di percorso, più sui 25 secondi, stiamo sui 20 km; e gli altri 26 km come li fa? Evidentemente con un percorso inerziale, quindi sicuramente riducendo la velocità massima.
Quanto al Terrier, il modello modificato per servizio come target, avrebbe avuto solo 40 km a 10 metri di quota. Ecco designation.systems:
At 10 m altitude, range would have been 40 km (22 nm) with the MK 30 motor, or 64 km (35 nm) with the new MK 104 dual-thrust motor. As a ballistic missile target, maximum altitude and range could be 85 km (280000 ft) and 275 km (150 nm), respectively (168 km/550 km with MK 104 motor).
Quindi, potremmo fare il lancio dei missili Tartar vs target a 600 km/h:
32-23 km
22-16 km
15-11 km
10-6 km
5-3,5 km
3-2 km
In tutto sarebbero sui 6 lanci; la cosa è complicata dal fatto che le rampe di lancio sono singole, questo significa che hanno una differenza di tempo notevole, almeno 10 o 12 secondi, fino a 2 km da un missile all'altro. Per cui probabilmente quanto sopra rappresenta più una distanza media di lancio. Da notare come in queste simulazioni i missili vengono sempre lanciati quando i target sono dentro il raggio massimo, non quando sono ancora fuori. Al dunque non so se questo possa avere una differenza pratica, almeno in teoria si potrebbe lanciare da oltre la gittata massima se il target si avvicina, del resto non bisogna nemmeno dimenticare che questo potrebbe tornare negativo dato il fatto che se il target si allontana, a quel punto il missile sarà sicuramente fuori tiro.
Missili SM-1MR: v.media oltre 20 km circa 2.100 km/h; sotto 20 km circa 2.400 km/h. Troppo? Poco? Boh.
40-31 km
30-23
22-17
16-13
12-9
8-5
4-2
Missili totali: 7 salve (???), totale sui 14 missili. Sarà così? Non lo so, ma almeno gli somiglia.
La potenza di fuoco, naturalmente, è più ampia contro bersagli più lenti (360 km/h). Meglio va se questi si avvicinano a 450 km/h. Sono 0,6 e 0,75 volte il totale di 600 km/h. E non solo questo, ma: con 360 km/h il tempo è 1,66 volte, con 450 km/h è 1,33 volte.
In tutto dovremmo avere:
Terrier/SM-1ER:
Velocità aerei bersaglio----------------v. missile media > 20 km----- < 20 km -------- rateo v.aereo-missile > o < i 20 km di raggio
360 --------450 --------600 km/h (580 m/sec-- 670 m/sec 6,8:1; 5,65:1; 4,47:1 ------- 7,7:1; 6,36:1; 5:1 )
60-51----- 60-49 -----60-47 km
50-43 -----48-39 -----46-36
42-35 -----38-31 -----35-27
34-29 -----30-25 -----26-20
28-24 -----24-20 -----19-15
23-20 -----19-16 -----14-11
19-17 -----15-13 -----10-8
16-14 -----12-10 -----7-5
13-11----- 9-7,5
10-8,5 -----7-6
8-7
6-5 (?)
12 salve---10 salve--- 8 salve
Tartar:
360 --------450 --------600 km/h (450 m/sec -- 500 m/sec: 5,5:1; 4,6:1; 3,7:1 --- 6:1; 5:1; 3,9:1 )
32-26 ----- 32-25 ----- 32-23 km
25-20 ----- 24-19 ----- 22-17
19-16 ----- 18-14 ----- 16-12
15-12,5 ---14-11 ----- 11-8
12-10 ----- 10- 8 ----- 7-5
9-7 --------- 7-6 -------4-3
7-6 --------- 5-4
5-4 ---------3-2
3-2
9 salve--- 8 salve--- 6 salve
SM-1MR:
360 ---------450---------600 km/h (580 m/sec --- 670 m/sec: 6,8:1; 5,65:1; 4,47:1 --- 7,7:1; 6,36:1; 5:1 )
40-34 -----40-33 -----40-31 km
33-28 -----32-26 -----30-23
27-23 -----25-21 -----22-17
22-19 -----20-17 -----16-13
18-16 -----16-13 -----12-10
15-13 -----13-11 -----9-7
12-10 -----10-8 -----6-5
9-7,5 -----7-6 -----4-3
7-6 -----5-4
5-4
10 salve--- 9 salve--- 8 salve
Notare come i numeri non combaciano totalmente con quanto calcolato sopra, ma del resto sono solo approssimazioni.
Detto questo, il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge, come al solito.
In sostanza: contro un aereo a 360 km/h è possibile lanciare: 12 salve con i Terrier/SM-1ER; 10 salve con gli SM-1MR; 9 salve con i Tartar. Certamente questo non è tutto il potenziale missilistico della nave. L'aereo a 360 km/h potrebbe essere un velivolo mooolto lento, come un D3A. Peraltro, senza vantaggio del vento alle spalle (e nemmeno contro), forse annullato dal movimento della nave (max sui 50-60 km/h a correre alla massima velocità fuggendo dalla flotta aerea). E nemmeno senza la velocità in più della picchiata. Ecco perché mi convince fino ad un certo punto.
450 km/h: è possibile lanciargli 10 salve di Terrier/SM-1, oppure 9 di SM-1, oppure 8 di Tartar. Questo aereo potrebbe essere qualsiasi tipo, come un D3A con il vento alle spalle e/o in lieve picchiata. Sfruttare un massimo di 20 missili Terrier o 18 SM-1 o 16 Tartar, significa fare tra il 50, il 45 e il 40% dell'arsenale missilistico della nave. E' molto, ma non è moltissimo.
600 km/h: un aereo sicuramente veloce oppure con un vento in poppa mooolto forte e/o in lieve picchiata (500-1.000 m/min). Potrebbe essere uno Zero da caccia oppure cacciabombardiere, o un Judy, o un Peggy o altri tipi comunque sia, veloci. Contro di esso sarebbe possibile lanciare 8 salve con gli SM-1 o Terrier, oppure 6 salve con i Tartar. Come mai gli SM-1ER e MR comportano lo stesso numero di salve? Non è molto credibile, ma in definitiva si spiega con il fatto che la minore gittata minima dell'SM-1 (2,7 vs 5,5 km ufficiali) consente un'ulteriore salva. Quanto alla 1a, nel caso degli SM-1MR finisce a 31 km, nel caso degli SM-1ER/Terrier finisce a 47 km. Non è banale come le cose si evolvono in questo confronto: la differenza iniziale è di ben 20 km di gittata, però in pratica, alla 5a salva si arriva a lanciare da 19 km contro 13 (+6) e a tirare a segno da 15 km contro 10 (+5).
Se si vede tutta l'evoluzione si nota come nella prima salva la differenza iniziale/impatto è +20/+16; nella 2a è +16/+13; nella 3a è +13/+10; nella 4a è +10/+7 km, fino ad arrivare alla 5a con +6/+5. Strano, sì. Alla fine, avviene l'eguagliamento con un lancio da 4 km anziché fermarsi a 7 km. Penso che in questa ricostruzione un ruolo importante lo giochino i tempi morti tra una salva e l'altra: 1 km praticamente fisso, significa un pò per volta equalizzare le gittate. Ad ogni modo, penso che malgrado questo gli SM-1ER abbiano almeno una salva di vantaggio sugli SM-1MR, per cui darei d'ufficio 9 salve al Terrier/SM-1ER.
Ipotesi di lavoro con questi numeri e capacità
Tutto nasce dalla Kikosui N.1 del 6 aprile, 5 giorni dopo lo sbarco ad Okinawa.
200 kamikaze, 100 Zero e 40 Hayate di scorta, 40 (?) aerosiluranti B6N, quasi 400 aerei in tutto.
La battaglia deve essere per forza concentrata, almeno negli scenari più recenti. Voglio dire, questa massa di aerei, decollati da Kiushu, cercherà per forza di concentrare la sua massa di aerei d'attacco e dei caccia di scorta.
Scenario 1: 1955. 2 corazzate (forse già non più operative), 3 incrociatori leggeri, alcuni (7?) cacciatorpediniere.
Con un pugno di navi operative e nessun SAM all'epoca disponibile, non c'era molto da aggiungere. Di fatto erano disponibili sulla carta, le corazzate Doria e Duilio (probabilmente oramai già in riserva), gli incrociatori leggeri Abruzzi, Garibaldi, Montecuccoli, 2 caccia Soldati, 1 Maestrale, 2 ex-USN, più i due conduttori San Giorgio e San Marco. Totale, circa 12 navi, un drammatico crollo rispetto al 1940, quando i soli cacciatorpediniere erano circa 60 e gli incrociatori 19.
Cosa potevano mai fare gli incrociatori superstiti, i due supercaccia, e vari cacciatorpediniere? Affondare, direi. Le due corazzate, ammesso che fossero ancora utilizzabili (radiate l'anno dopo), non avrebbero avuto vita facile. Avessero incontrato una tale flotta, direi che almeno il 50% dei kamikaze sarebbe riuscito a passare la contraerea e a centrare le navi, quindi 100 kamikaze contro 10 navi o qualcosa del genere. Per quelle più 'dure' c'erano poi una quarantina di siluranti. Un paio di siluri a segno avrebbero a quel punto sistemato qualsiasi superstite, anche le due Doria, che come si vide a Taranto, non erano poi così efficaci nel sopravvivere ai siluri. Immaginarsi una Doria, anzi il Doria, che viene prima centrato da 10 kamikaze (o bombe: a che serve sacrificarsi per un nemico così scarso?) e poi silurato almeno 2 volte. In mare aperto, questo sarebbe sufficiente per affondarlo, specie considerando anche i near miss. Senza alcuna scorta aerea in aria, sarebbe stato facile per gli aerei giapponesi prendere le misure, la mira e attaccare volando ad appena 10 km di distanza dalle navi. Niente caccia, niente SAM, niente proprio.
Scenario 2: 1965
Totale navi principali: 7+. (2 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m, 2 caccia l.m. 2 caccia, 2 caccia ex americani)
Qui la situazione è diversa, perché esistono diverse navi con missili SAM e medio e lungo raggio, addirittura 2+3 = 5 unità, con oltre 200 missili disponibili. Questo è un grosso problema, ma quanto grosso? Nel 1965 i missili SAM sarebbero stati efficaci contro bersagli a bassissima quota? Mmmmh, forse i Tartar, ma per 2-3 salve al massimo. Stranamente, la loro quota minima era data a 15 metri mentre quella dei Terrier a 152. Questo discorso della quota minima è comunque sia superato, leggendo meglio: infatti, il problema è nel sistema di guida. Per quel che riguarda lo scenario 1965, abbiamo così 2 notizie, una buona e una cattiva, a seconda di come le si guarda. Da un lato, la quota operativa del Terrier potrebbe essere molto minore di quella prevista: i primi Terrier addirittura erano sui 1.520 metri (e 18 km di raggio), perché essenzialmente, avevano una guida su fascio radar. Questa fu presumibilmente perfezionata e il modello D era arrivato sia a raddoppiare la gittata a 20 NM o 37 km, sia a ridurre a 1/10 la quota minima, a 152 metri. Però poi, nel modello E è stata introdotta la guida semi-attiva che ha migliorato molto la guida a bassa quota; considerando che il Tartar aveva questo sistema e ingaggiava bersagli a 15 metri, e che l'SM-1ER era previsto per 45 metri, è facile che anche il Terrier versione E e F aveva simili miglioramenti, e la quota minima era limitata solo forse, dalla spoletta a maggior raggio d'azione. Quindi il modello E è stato sia migliore del previsto come capacità di ingaggio a bassa quota (di quanto non si sa, ma presumibilmente sotto i 100 metri di sicuro, forse sui 50); e con un minor raggio d'azione, solo 37 km, quindi inferiore a quello dell'SM-1MR RIM-66B/E. Quanto ai Terrier avanzati, dopo i 200 consegnati per i primi tre incrociatori ne arrivarono altri 60 per il Veneto. Non c'é traccia di ASROC, ad ogni modo, ma è chiaro che non tutto l'armamento scambiato lo trovi nel database del SIPRI, onestamente non so se i 20 ASROC disponibili fossero o meno imbarcati sulla nave, o se erano sostituiti da SAM, o semplicemente lasciati vuoti. Boh.
Comunque, i primi 200 erano RIM-2E, e solo gli ultimi 60 erano RIM-2F, chiaramente solo per il Veneto visto che non bastavano per le altre due navi.
I cannoni da 76 sarebbero stati dei temibili ostacoli, ma anche qui, un'attacco di saturazione avrebbe fatto comunque poca fatica a passare delle difese così ridotte.
Ipotizzando che queste navi fossero tutte insieme, dunque, avremmo i 3 incrociatori al centro, due caccia lanciamissili e 4 caccia artigliereschi ai loro lati. Non sono molti, no. Ma quel che basta, presumo, per fare una discreta resistenza.
Ipotizzando una serie di ingaggi come visto sopra, sarebbe stata dura avvicinarsi, ma le perdite non spaventavano più di tanto i giapponesi, beninteso loro avrebbero dovuto sapere in anticipo che razza di minacce affrontavano, cosa plausibile, visto che un minimo di intelligence ce l'avranno avuta (incontri precedenti, intercettazioni messaggi ecc ecc).
Per le navi del 1965, per esempio, direi che si potrebbe fare così:
Arrivano 100 Zero e 40 Hayate e si dirigono a tutta forza verso le navi italiane. All'epoca queste avevano solo i RIM-2E Terrier con gittata di circa 37 km massimo (che però a media quota potrebbero essere tra 30 e 32), e i Tartar (gittata sui 32 km, forse sui 30 a quote più basse).
I caccia giapponesi arrivano sugli 8.000 m, vento di spalle, iniziano l'attacco e scendono lievemente di quota per forzare ancora di più la velocità.
Le navi italiane lanciano probabilmente una serie di salve di missili, che per i Terrier sono forse sui 10 esemplari: a 30+ km (incrocio con fattore 3:1 = 25 km); a 24 km (=18 km); a 17 km (fattore 4:1 = 14 km); a 13 km ( = 10 km); a 9 km (= 7 km). Resta in opzione un ulteriore lancio, il 6o, ma non è facile anche perché in realtà i lanci sono soltanto uno ogni 30 secondi (sia pure binato), per cui 30+ km OK, 24 km OK, 17 km OK; ma poi dopo 30 sec i target sono a 12 km (altro lancio); dopo altri 30 secondi sono a 7 km (altro lancio) e dopo altri 30 secondi sarebbero a 2 km!!!
Quindi i lanci sarebbero a 30+ km; a 24 km; a 17 km; a 12 km; a 7 km = salve N.5 = 10 lanci.
I Tartar non sarebbero molto diversi, penso, solo che hanno rampe singole da 6 RPM anziché 4. Se fanno effettivamente 5 RPM come tiro sostenuto, allora un aereo a 600 km/h potrà fare 2 km.
Quindi i lanci sarebbero sui 30 km; poi 21-20 km ( a 2,5:1); poi 16-15 km (a 3:1); poi 10-9 km; poi 7-6 km; poi 4-3 km; poi dubito che vi sia tempo per un altro lancio = 6 salve (doppie).
Quindi i lanci sarebbero sui 10 per ciascun Terrier = 30 lanci; e 7 per ciascun Tartar = 14 lanci = circa 45 lanci. Il rateo di colpi a segno, con questi missili, contro caccia manovranti, sarà stato al massimo del 50% a mio avviso, specie per i tiri più distanti dove i missili arrivano con il minimo di energia. In tutto distruggerebbero sui 20-24 caccia nemici.
La marmaglia per il resto si precipiterebbe sulle navi. Quali? I tre incrociatori (incluso il Garibaldi); i due caccia missilistici (Impavido); secondariamente, anche i due caccia conduttori S.Giorgio e i due caccia Impetuoso, totale circa 9 navi (escludendo altre vecchie unità, ma all'epoca poco operative, della II GM, come i 2 caccia americani di vecchio tipo. Ma questi ultimi non li includo nella flotta principale, erano già obsoleti e non ricostruiti in maniera apprezzabile. Quindi: 3 incrociatori l.m./p.e. 2 caccia l.m, 2 caccia conduttori (uno dei quali, il San Giorgio, appena trasformato in nave scuola ma ancora armato discretamente), e 2 caccia. Totale: 9 navi circa di cui 5 missilistiche.
I circa 120 caccia si buttano contro le 9 navi e le mitragliano selvaggiamente, prendendo tutta l'attenzione della flotta nemica. Poi arrivano i 100 kamikaze che attaccano da alta quota.
Ogni nave italiana riesce ad abbatterne tra 0 e 6 target, a seconda di quanto sono impegnate dai caccia nemici e di quanto sono state danneggiate dai mitragliamenti.
La potenza degli attaccanti comunque è considerevole: 4 a testa sui tre incrociatori, dopo tutto sono una dozzina per ciascuno; un numero simile anche per i caccia. La distruzione è talmente elevata che i 100 kamikaze arrivanti a bassa quota si limitano per lo più a sganciare bombe visto che non vale la pena sacrificarsi per navi già duramente colpite, anche se una ventina vengono abbattuti oppure riescono a fare l'attacco kamikaze. In ogni caso, poi arrivano i 40 aerosiluranti.
Il Doria affonda dopo essere stato centrato da 4 kamikaze, 4 bombe e 2 siluri. Il Duilio e il Garibaldi vengono devastati entrambi, il primo da 4 kamikaze, il secondo da 6, però vengono anche colpiti entrambi da bombe, 3 a testa. Il Duilio viene anche centrato da un siluro, il Garibaldi invece si vede sotto tiro dai siluranti in maniera particolarmente massiccia, tanto che viene colpito due volte. Alla fine si decide di abbandonare queste navi, e di ritirarsi con quel che resta. Quel che resta è uno dei due caccia Impetuoso, pure colpito da un kamikaze ma che è miracolosamente riuscito a non farsi attaccare dalle ondate successive (solo una mezza dozzina lo hanno assalito e gli altri sono stati abbattuti o evitari e uno dei San Giorgio, centrato da un siluro e da 3 kamikaze, ma ancora capace di navigare, mentre il suo compare è stato distrutto da 2 kamikaze che gli hanno fatto detonare un deposito di munizioni e poi finito da 2 bombe da 250 kg da parte dei kamikaze volanti a bassa quota.
Praticamente è una flotta annientata pressoché totalmente, 7 navi affondate e 2 gravemente danneggiate sulle 9 principali.
Flotta sconfitta. Andiamo avanti.
Dura, ma fattibile. Come il Negus ad Adua.
Scenario 3: 1975. Totale navi principali: 11-14: 3 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m. in disarmo, 4 caccia l.m., 2 caccia, 2 fregate ASW, 2 caccia ex americani.
Seriamente, il Garibaldi non dovrebbe essere conteggiato essendo comunque in disarmo e in ignote ma certo non brillanti condizioni di operatività, oltre a non avere più un equipaggio. Quindi restano 3 incrociatori p.e./l.m. 4 caccia l.m. 2 fregate ASW e 2 vecchi caccia ammerrigani. Sono 11 navi.
Non è molto diverso che da prima. Le navi missilistiche a lungo raggio sono sempre tre, ma stavolta c'é il Veneto al posto del Garibaldi, e ha i RIM-2F a gittata maggiorata. La flotta si è arricchita comunque sia, dei due Audace, con i missili SM-1ER. Dei due Impavido, peraltro, non ci sono sufficienti informazioni: il capoclasse fu modernizzato nel 1974-75 con gli SM-1MR, ma il secondo li ebbe solo nel 1976-77. Quindi nel migliore dei casi c'era un caccia non modernizzato, sennò ce n'era uno non modernizzato e uno ai lavori, quindi indisponibile.
Detto questo, la potenza di fuoco è senz'altro migliore, ma quanto migliore? In pratica, la difesa del Veneto non è migliore di quella del Garibaldi: un Terrier (all'epoca non c'erano ancora gli SM-1ER) sia pure con missili di maggiore gittata, 8 cannoni MMI da 76 mm, scelti dal 1958 in poi come difesa ravvicinata minima per le navi italiane, e nient'altro, contro 4 cannoni da 135 mm automatici (120 c.min complessivi) e per l'appunto, sempre 8 cannoni MMI. Inoltre il Veneto non era corazzato.
Alla fine, abbiamo un potente armamento antiaereo, ma i kamikaze andranno comunque oltre, più o meno come visto sopra. Dovranno solo faticare un pò di più contro i due Audace e verranno ingaggiati con qualche salva missilistica in più a lungo raggio, da parte del Veneto. Gli Audace? Sarebbero certo migliori, avendo 2 cannoni da 127 di maggiore cadenza di tiro, e così per i 4 da 76. Però le linee di mira sono sempre 3 e per loro non sarà facile comunque fare qualche risultato significativamente migliore. Magari, anziché 3-4 aerei abbattuti in picchiata, ne distruggeranno 6. Ma questo è davvero significativo? Ricordo che essi non avevano ancora il SADOC o quanto meno, una vera COC, e questo significa che non potevano incrociare appieno i loro sensori né operare in efficaci reti di difesa tramite datalink (almeno così ho inteso). Non è un problema da poco per una nave per la difesa aerea.
Azione tipica contro gli Audace (ancora con i Tartar): Prima lancia i suoi missili con circa 6 salve di coppia e abbatte 7 caccia nemici. Gli ultimi 2 fanno parte di una ventina che si è gettata proprio contro di esso, identificandolo giustamente come una minaccia molto seria. Ne spiattella altri 4 con i 2 cannoni da 127 di prua e 2 di lato da 76, ma non riesce ad impedire ad una decina di questi caccia di mitragliarlo, tanto che uno dei radar di tiro non funziona più, così come altre attrezzature, dopo l'azione di questi aerei. Il radar è quello critico, l'RTN-10X che controlla i cannoni di prua. Grosso guaio, a causa di almeno 300 colpi messi a segno da una decina di caccia giapponesi, spesso calibro 20 mm esplosivi.
Poi arrivano i cacciabombardieri kamikaze: sono una decina e attaccano la nave direttamente. Questa non s'é nemmeno riavuta dall'azione dei caccia nemici, che subisce un ulteriore attacco da parte dei kamikaze. Questi, scesi senza problemi grazie all'impegno dato dai caccia di scorta contro i SAM delle navi, si appressano all'Audace che mette fuori gioco 4 aerei con i cannoni da 76 mm, ma il problema è che se ne stanno avvicinando circa 10. Una mezza dozzina passa, e di questi 3 centrano la nave e uno fa un near miss.
ORA, il problema è cosa centrare in un Audace senza fargli fare il botto: prua nave: 2 riservette e un deposito munizioni da 127 mm; sovrastruttura anteriore: niente, ma è la plancia di comando più metà radar; centro nave: 4 riservette da 76, deposito (?) da 76, caldaie ad altissima pressione; sovrastruttura poppiera: anteriormente, i radar rimanenti; posteriormente: hangar con 2 elicotteri riforniti e presumibilmente armati, deposito missili Mk 13 per Tartar/SM-1, siluri e altre armi leggere sotto di esso per elicotteri e nave; ponte poppiero di volo: a parte il ponte di per sé, i siluri pesanti da 533 mm dovrebbero essere lì sotto (assieme alla macchina timone...).
Dove piazzare 100-200 kg di TNT senza fare danni 'molto seri'? Se lo sono chiesto quando hanno progettato queste navi? O l'importante era non essere mai colpiti?
Adesso, due colpi in pieno centrano, con gli Zero, la plancia e la parte centrale della nave. Radar quasi tutti KO, incendio centrale, riservette almeno 2 cannoni da 76 esplose. Un terzo kamikaze , probabilmente un Judy con bomba da 500 o 800 kg, colpisce la zona poppiera della sovrastruttura posteriore: esplodono i missili rimasti, siluri leggeri, cariche di profondità eventualmente ancora portate per gli elicotteri così come missili aria-terra, e infine i siluri pesanti.
Nave praticamente distrutta!
Se la cosa non è ancora sufficiente, arriva a fare la pulizia finale un B6N che colpisce l'Audace con un siluro a centro nave. La nave, già devastata internamente e in fiamme, imbarca una quantità di acqua enorme, e in pochi minuti si inclina e rischia di affondare, con l'apparato motore del tutto fuori uso. La poppa è saltata per aria al contempo per i siluri pesanti.
Il relitto della nave, ancora a galla stentatamente e in fiamme, viene abbandonato dai superstiti circa 10 minuti dopo, essendo manifestamente impossibile salvarlo, sopratutto in condizioni come quelle che si sono verificate, per non parlare della devastazione che ha subito tra la plancia e la zona poppiera. Praticamente solo la prua è ancora indenne!
Finita qui? No, il conteggio finale dice che l'Audace ha ottenuto complessivamente 11 abbattimenti di caccia e 4 di kamikaze, mentre altri 8 si sono dovuti sacrificare per colpirlo (3 a segno effettivo). Totalmente si è portato dietro conseguentemente, circa 23 aerei nemici. Tanti, ma loro se lo possono permettere.
Infatti, oltre 2.500 aerei kamikaze vennero inviati in azione e la gran parte di essi proprio ai tempi di Okinawa. Avrebbero potuto affondare ben più della flotta italiana. Da non sottovalutare l'effetto che ha
E il Veneto, la new entry? Questa nave si è subito trovata suo malgrado, nel mezzo della mischia. Ha trovato una formazione dietro l'altra disposta a farla fuori. Ha aperto però il fuoco con le sue armi antiaeree con il lancio di circa 60 km, lanciando una prima salva che va a segno a circa 45 km, la seconda arriva a segno circa a 35 km, la 3a a 27 km, la 4a a 21 km, la 5a a 16 km, la 6a a 11 km, la 7a a circa 7 km, l'8a a circa 5 km. Sono tanti missili del tipo più recente: RIM-2F (Terrier ultima generazione). Abbattono circa 8 caccia nemici.
Poi però altri 10 si gettano contro di esso, cercando di attaccarlo e di impegnarlo. In realtà ci riescono già, perché gli hanno fatto da scudo a protezione della massa di kamikaze in arrivo.
Il risultato è che i missili Terrier non hanno potuto fare molto contro di essi, mentre si sono impegnati al massimo contro i caccia in arrivo, del resto indistinguibili e comunque pericolosi. Questi si sono avvicinati al punto da centrare la nave italiana con le raffiche di almeno 3 di essi, ma il tiro di almeno 4-5 cannoni degli 8 da 76 mm, con 3 FCS, ha abbattuto a sua volta diversi attaccanti, probabilmente 6 in tutto, con dozzine di proiettili tirati.
Poi arrivano le brutte notizie per davvero. I kamikaze giungono sul cielo della nave ed è troppo tardi anche per inquadrarli con i Terrier.
Il tiro dei cannoni impegna anche questi velivoli ma ne abbatte soltanto 4, però uno di essi si schianta contro la nave ugualmente, anche se è in fiamme! Inoltre, altri 2 centrano l'incrociatore e uno fa un near miss importante. Altri falliscono o scappano, non è chiaro.
Il Veneto subisce incendi drastici alla sovrastruttura posteriore e all'hangar, nonché altri danni sparsi. Quasi tutti i kamikaze erano Judy o comunque aerei pesanti e veloci, ben armati e per questo mandati a colpire il bersaglio più grosso.
Danneggiato gravemente e in fiamme, finisce poi sotto la mira anche dei kamikaze che stanno arrivando da bassa quota. Ce ne sono circa 12, e non può quasi difendersi, utilizzando soltanto 2 cannoni da 76 mm e non è nemmeno chiaro se con fuoco locale o meno. Ad ogni modo, abbattono sicuramente due dei kamikaze e altri 2 vengono distrutti dal tiro di una nave vicina, forse una Alpino. Però gli altri 8 proseguono e centrano quasi tutti la nave: sicuramente 6 la centrano, due sulle sovrastrutture, uno sul ponte e due sui fianchi. Questi kamikaze sono leggeri e portano 250 kg di bombe, ma nondimeno l'effetto comulativo che causano è enorme.
Le navi moderne, va notato, sono molto vulnerabili a questo tipo di danni. Anzitutto oltre alle bombe c'é il carburante e questo significa che l'effetto è esplosivo-incendiario. Poi le navi sono piene di elettronica, e di materiali spesso tutt'altro che ignifughi rispetto a quelle della II GM. Inoltre le sovrastrutture sono spesso in alluminio, non resistente alle fiamme e addirittura infiammabile esso stesso (è il caso delle Maestrale, ma non delle Lupo che comunque avevano spessori in acciaio di tipo 'automobilistico', quindi davvero esigui come resistenza meccanica e balistica).
E le navi moderne, senza sistemi elettronici ed elettrici efficienti, sono praticamente imbelli a tutti i livelli.
Danneggiato e in fiamme, essendo la nave ammiraglia, il Veneto si attira le 'simpatie' anche di altri incursori. Un paio di kamikaze di un'altra formazione sganciano le bombe senza schiantarsi, e uno di essi la centra con l'ordigno da 250 kg, che penetra nell'ultimo locale caldaie ancora efficiente esplodendo.
Poi arrivano, contro la nave immobilizzata, i siluranti: i B6N centrano la nave con 2 siluri sul fianco destro. Oramai anche per la nave ammiraglia è andata: presa in pieno da così tanti attaccanti, è costretta all'abbandono da parte dell'equipaggio. In tutto ha abbattuto 8 caccia con i missili e 6 con i cannoni, poi altri 4 kamikaze e infine altri 2, totalizzando ben 20 kill. Più ben 24 kamikaze a vario titolo implicati nell'azione contro di essa, se si considera tutto solo gli attacchi diretti hanno visto circa 35 aerei coinvolti, praticamente il 10% del totale senza considerare gli aerei abbattuti dal tiro dei missili SAM a più lungo raggio. Però ci sta, è l'ammiraglia e di navi effettivamente utilizzabili ce ne sono poche.
Dal canto suo, questa descrizione è meno valida dopo il 1984, quando il Veneto ha anche modi di poter sparare con almeno 2 dei Dardo e con gli SM-1ER. Però anche così, difficilmente potrebbe fermare tutti gli attaccanti e anche se inizialmente soltanto un kamikaze andasse a segno in picchiata, e altri 2 orizzontali, sarebbero già grossi danni, che probabilmente consentirebbero anche ai siluranti di mettere a segno almeno 1 o 2 siluri. Per cui i danni non sarebbero così diversi, ma certo la difesa sarebbe un pò meglio.
Scenario 4: 1985. Totale navi principali: 3 incrociatori p.e. 4 caccia l.m. 10 fregate l.m. 2 fregate ASW = 19
Totale l.m. SAM: 3 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 10 a corto raggio = 17
Qui la situazione è complicata dall'arrivo in squadra di ben 10 fregate missilistiche tipo Lupo e Maestrale, dall'ammodernamento dei due Impavido e di quello del Veneto. Ma basterà? Nemmeno così è agevole pensarlo.
La flotta, quando vista come 'monolitica', avrebbe una potenza enorme. Potrebbe per la prima volta schierare una vera serie di unità di difesa e ai giapponesi va anche bene che le ultime due Maestrale e il Garibaldi (quello nuovo) non erano ancora stati consegnati (le due Maestrale addirittura per un mese appena) alla marina italiana. Gli Audace non erano stati ancora ammodernati con SR, Albatros e COC. Gli Impavido erano vecchiotti (circa 20 anni, circa 10 dall'ultimo upgrade e circa 6 dalla messa fuori servizio), i De la Penne ancora lontanissimi.
Bon, a questo punto vediamo come poteva andare. Schieriamo le navi in maniera del tutto convenzionale: i tre incrociatori al centro, i 4 caccia a lato a circa 3 km di distanza dal centro (?), e le 10 fregate, con le Lupo a chiudere, come cerchio esterno, circa 10 km oltre.
Questa formazione, elicotteri a parte, non ha copertura aerea e quindi è vulnerabile ai caccia nemici. Questi arrivano in 140, sono tantissimi, tanto da saturare con la loro sola presenza gli schermi radar delle fregate (almeno così immagino), e sono seguiti dai 200 kamikaze. Di questi, circa 100, quelli con le migliori prestazioni, volano in quota veloci (sui 500 km/h considerando anche vento e/o leggera picchiata), mentre gli altri attaccano a volo radente a pochi metri di quota. I siluranti seguono, sempre radenti.
Lanci di missili: SM-1ER da parte dei tre incrociatori (sebbene sia abbastanza incerto se i Doria avessero gli SM-1MR, ER o i Terrier, diciamo SM-1ER con la modernizzazione fine anni '70-inizio anni '80) da circa 60 km; seguono i lanci di SM-1MR da parte dei 4 caccia da circa 40 km. Questi lanci sono complessivamente micidiali, i più micidiali della storia della MMI, ma è anche vero che non ci sono caccia di protezione sulla flotta.
Circa una mezza dozzina di aerei viene abbattuta da ciascuna nave in media. Avvicinandosi, anche le navi italiane tipo fregata aprono il tiro con Aspide e/o Sea Sparrow, ma data la quota ancora elevata, sui 5-6 km, non ottengono molto, diciamo un'altra decina di aerei abbattuti. Poi gli altri scendono in picchiata per mitragliare le navi, specie le fregate d'avanguardia, subendo altre perdite da cannoni e missili.
A quel punto arrivano i circa 100 kamikaze, suddivisi più o meno in formazioni di 12, quindi 8, attaccano altrettante navi. 2-3 kamikaze vanno così a segno su ciascuna di esse, malgrado che diversi vengano abbattuti. Già questo è sufficiente per sconfiggere la flotta, che si troverebbe 8 navi su 19 fuori uso in una sola azione. Queste sarebbero presumibilmente: le 4 fregate in avanti, due caccia (Audace?), in avanti, e due degli incrociatori, forse i due Doria, che sono meno armati del Veneto.
La vittoria è già sicura, perché la flotta è fatalmente indebolita da una perdita così catastrofica e dovrebbe ritirarsi, visto che il nemico non ha certo finito 'le munizioni'. A quel punto, arrivano comunque circa 100 kamikaze in volo radente che si schiantano contro le navi sia danneggiate, che ancora operative. Chiaramente sono bersagli facili a breve raggio, ma vengono in numeri enormi! Così centrano ripetutamente anche il Veneto, bersaglio principale, gli ultimi due caccia e almeno altre 3 fregate.
Alla fine, soltanto 5 fregate restano indenni da simile azione distruttiva, e la flotta deve ritirarsi di sicuro. L'invasione è senza più copertura e quindi non può che fallire.
Azione tipica contro una Maestrale: attaccata da una dozzina di kamikaze veloci, apre il tiro contro di essi abbattendone due con gli Aspide, 1 con il cannone e due con i Dardo (al massimo, anziché 6 potrebbero essere 8, ma proprio al limite del possibile...). Però 2 o 3 kamikaze tipo Zero la beccano ugualmente in pieno. Velocità d'impatto: tra 540 e 720 km/h (150-200 m/sec), angolo tra 40 e 60°, tipicamente 600-650 km/h e 50-55°. Uno distrugge l'hangar, un altro la sovrastruttura anteriore e l'ultimo si schianta contro il fianco anteriore (se ne sopravvivono solo 4 è plausibile che solo due andranno a segno, eventualmente l'optional è quello della plancia). Quest'ultimo colpo si dimostra molto serio: infatti la bomba esplode dentro la nave e raggiunge il deposito missili Aspide, causando una serie di detonazioni e incendiando la nave da prua a poppa. L'eventuale impatto contro l'hangar poppiero potrebbe a sua volta, con l'ordigno HE da 250 kg che arriva fino al ponte principale, distruggere il deposito siluri leggeri (sotto l'hangar) e da lì propagarsi a quello delle armi pesanti sotto il ponte di volo, che se esplodono distruggeranno tutta la zona poppiera dell'unità. Al contempo, se è la plancia ad essere colpita, a quel punto la bomba arriva sotto il ponte di coperta ed esplodendo, distrugge sia la COC che fa detonare uno dei due Dardo, quello più vicino, che ha ancora tutta (se è quello del lato opposto) o quasi (se è quello del lato che spara agli incursori) la sua poderosa dotazione di proiettili, ben 736 da 40 mm, ovvero circa 2.000+ kg di munizioni!!! E praticamente tutte sotto il ponte (di castello).
Un'altra Maestrale non è stata invece attaccata dai kamikaze 'alti e veloci' ma viene affrontata da quelli 'bassi e lenti'. Sono aerei tipo Ki-51 e simili. Si avvicinano in massa, volando sui 6-10 metri a circa 360 km/h a far tanto (probabilmente avvantaggiati dal vento a favore e/o dall'avvicinamento della Maestrale, che non può volgere la poppa al nemico altrimenti non può ingaggiarlo).
La velocità di avvicinamento sembra poca, ma loro sono in tanti! La Maestrale inizia a sparargli contro con gli Aspide da circa 10 km di distanza. La serie di Aspide viene lanciata con il radar RTN-30X e ottiene una serie di centri. Prima un lancio N1 da 10 km arriva a segno attorno a 8 km di distanza; poi parte un secondo missile (N2) a 7,5 km di distanza dal target, che dopo circa 15 secondi raggiunge il target a 6,2 km. A quel punto parte un terzo missile (N3) a circa 5,5 km per poi attaccare un bersaglio a circa 4,5 km: però stavolta fallisce esplodendo anticipatamente contro quest'aereo in volo radente al mare. Il sistema lancia un altro missile (N4) da circa 3,2 km ma non contro lo stesso bersaglio, che nel frattempo ha virato un pò all'infuori, ma contro un altro che si è avvicinato a sua volta. Questo missile colpisce il bersaglio a circa 2,5 km. Un ultimo lancio (N5) avviene contro un altro bersaglio che si trova a circa 2 km di distanza. Dato che oramai siamo agli sgoccioli, ne vengono lanciati due, tanto poco può fare come differenza oramai, infatti i 750 metri di raggio minimo sono molto nominali. L'ultimo target viene centrato attorno ai 1.500 metri, ma poi non c'é più modo di eseguire un altro lancio utile. Probabilmente un'altra coppia di Aspide era stata tirata anche per il 3o abbattimento a 2,5 km. L'ultimo Aspide eventualmente presente ancora è forse lanciato in un estremo tentativo ma è sotto i 1.000 metri e il missile serve solo a spaventare un pò l'avversario (e magari mandarne qualcuno fuori bersaglio), perché non fa in tempo nemmeno ad attivarsi. Secondo un'altra teoria, invece, il missile in questione è stato lanciato da oltre i 10 km di raggio ma esplode anticipatamente prima di raggiungere un bersaglio a quote molto basse, sui 11-12 km di distanza.
Nel mentre, le altre armi iniziano a sparare, iniziando con il Compatto da 127 mm. Utilizzando solo il sistema optronico, spara comunque con precisione da circa 7.000 m. Ma non è così semplice come sembra. Dopo circa 20 secondi, un proiettile distrugge un aereo a circa 5 km di distanza, è il 7o sparato in tutto, ma siccome la nave sta sparando comunque in maniera continuativa contro quel target finché non viene distrutto, continua il tiro finché non lo vede distrutto (come è logico), il che significa che tira altri 5 colpi prima di smettere contro questo target oramai fantasma. A quel punto continua a sparare contro un altro target a circa 4,8 km di distanza, mentre gli ultimi proiettili sono ancora in volo verso il primo di essi. Ma il primo colpo manca di poco il bersaglio (arrivato a circa 4 km) e questo si allarma a sufficienza da luogo ad una cabrata con virata a destra, evitando una serie di tre colpi molto a segno. Poi il bersaglio viene ulteriormente inquadrato ma avendo capito di essere sotto tiro, esegue una manvora evasiva da manuale, per poi piombare ancora verso la nave, dopo che almeno 10 colpi sono andati a vuoto dopo i primi 6 già sparati contro l'aereo, che semplicemente è tanto abile da impedire, da circa 4 km, di essere inquadrato persino con le spolette VT, del resto tra una cannonata e l'altra può fare fino a 150 metri e cambiare rotta, quota e direzione, pare addirittura che abbia fatto un looping con virata incorporata da 180. A quel punto la nave cambia bersaglio: la mandria sta arrivando a passo spedito, e avere fatto perdere tempo alla punteria è già un successo, per giunta sono stati già sparati circa 28 colpi, dei 66 pronti (ma rifornibili in azione, anche se certo non alla cadenza di tiro tipica dell'ingaggio aereo!). Questo mentre il cannone comincia anche a riscaldarsi seriamente. La sequenza d'ingaggio continua contro un altro aereo in avvicinamento, che viene stracciato da una serie di colpi a segno sparati a partire da 2 km (perché 16 colpi x 1,5 = 24 sec = sui 2.400 metri di distanza percorsi dagli altri aerei, più circa 4 secondi di cambio bersaglio?)
A quel punto il cannone ricomincia il tiro contro uno dei tanti bersagli, abbattendolo peraltro con pochi colpi, data la distanza oramai molto breve. Ne bastano 4 per la precisione, ma intanto la distanza è scesa già a circa 1.500 metri scarsi e il cannone ha tirato altri 4 colpi alla volta dell'aereo. L'ultimo target viene abbattuto mentre è a circa 900 metri, mentre sta salendo per poi rollare giù e abbattersi sulla nave, con 3 proiettili. Il cannone spara ancora un paio di colpi contro un altro aereo, ma non riesce a tracciarlo bene per via del movimento angolare che ha raggiunto e fallisce così l'ultima chance. In tutto ha tirato 12 colpi contro il 1o target, ben 16 contro il 2o senza successo, altri 8 contro il secondo bersaglio abbattuto, infine altri 3 contro il terzo e un paio contro il quarto (senza successo). Circa 41 colpi, nemmeno tutti quelli disponibili all'inizio, in un tempo che non è stato superiore ai 100 secondi (circa 1 minuto e mezzo quindi circa 25-28 colpi al minuto).
L'ultimo sistema ad entrare in azione è il Dardo di sinistra, che apre il tiro da circa 4.000 metri contro uno degli aerei. Lo colpisce ripetutamente, poi questo sale un pò di quota ma lo segue inesorabile, alla fine lo abbatte in fiamme a 2.000 metri. Poi apre il tiro contro un altro bersaglio e gli spara da circa 1.800 metri e continua finché questo non sale anch'esso di quota per eseguire un attacco finale, ma viene centrato dai proiettili e alla fine abbattuto in fiamme a circa 1.000 metri di distanza. Poi ingaggia un ulteriore velivolo e riesce a centrarlo spezzandogli un'ala, tanto da colpirlo a 500 metri e farlo precipitare a 300.
Quindi, in tutto:
-10 km: inizio tiro con l'Aspide.
-8 km: 1o abbattimento con Aspide (1)
-7 km: inizio tiro con il 127
-6,2 km: 2o abbattimento con l'Aspide (2)
-5 km: 1o abbattimento con il 127 (3)
-4,5 km: ingaggio fallito con l'Aspide
-4 km: inizio tiro con il 40 mm.
-2,5 km: 3o abbattimento con l'Aspide (4)
-2 km: 1o abbattimento con il Dardo (5)
-1,5 km: 2o abbattimento con il 127 (6)
-1,5 km: 4o abbattimento con l'Aspide (7)
-1 km: 2o abbattimento con il Dardo (8)
-0,9 km: 3o abbattimento con il 127 (9)
-0,3 km: 3o abbattimento con il Dardo (10)
Un diavolo di fregata, non c'é che dire. E con le Lupo sarebbe più o meno lo stesso.
In tutto vengono abbattuti sui 10 aerei nemici, che sono davvero tanti, specialmente entro i 4 km, quando ne vengono distrutti 7 tra 2.500 e 500 metri.
A quel punto la fregata è sopraffatta dal numero: ci sono almeno 18 attaccanti, e 8 di essi sono oramai a ridosso della Maestrale: viene centrata da 4 di essi sulle sovrastrutture e sullo scafo, finendo fuori uso. Ma quanta fatica.
Basicamente ci sono 200 kamikaze e con questo numero, ripartiti a metà, è possibile mettere KO una fregata per ciascuna di 8 formazioni da alta qutoa, e una per ciascuna di 5 formazioni da bassa quota, totale circa 12-13 navi, senza considerare ovviamente gli effetti del mitragliamento da parte dei caccia nemici che potrebbe significativamente indebolire la difesa di una fregata, per esempio mettendo KO un lanciamissili, o una torretta, o un radar di tiro, specie l'RTN-30X che comanda i missili Aspide delle Maestrale.
Audace e De la Penne sarebbero anche più duri da rodere, un paio di abbattimenti extra con i cannoni SR sono preventivabili, anche escludendo totalmente l'uso dei missili SM-1. Non c'é dubbio che l'unico modo esistente è saturarne le difese, e del resto il numero degli attaccanti ben si presta a questa modalità di combattimento.
Scenario 5: 1995.
Totale navi principali: 2 incrociatori p.e. 4 caccia l.m., 14 fregate l.m. 8 corvette l.m. (ma non sono unità di squadra) = 20-28
Totale l.m. SAM: 1 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 20+8 a corto raggio = 25-33.
Mentre la flotta d'appoggio è impegnata con gli sbarchi, la flotta principale naviga per i fatti suoi al largo.
Vengono sotto i velivoli giapponesi come visto sopra. I loro bersagli sono soltanto 18 (soltanto...): il Garibaldi, il Veneto, i 4 caccia tra Audace e De la Penne, più 4 Lupo e 8 Maestrale, sempre schierati in cerchi concentrici. La novità, oltre al Garibaldi (però al posto di due Doria), ai due De la Penne e le ultime due Maestrale, è data dalla modernizzazione dei due Audace, ma sopratutto dalla presenza degli Harrier.
Ma gli Harrier sono pochissimi: erano stati consegnati tutti entro la fine del 1997, ma di questi 18 esemplari, solo i due biposto (1991) e poi tre monoposto (1994) erano disponibili nella primavera del 1995. I rimanenti 13 aerei, assemblati in Italia, giunsero soltanto dal novembre 1995 in poi. Quindi, anche se normalmente il Garibaldi porta 6 o 8 Harrier, assieme ad un simile numero di elicotteri, in realtà qui avrebbe dovuto accontentarsi di non più di cinque (una mano basta...), di cui oltretutto due senza radar.
Come se non bastasse, ancora non c'erano gli AMRAAM! Quindi solo 2 AIM-9 e cannone, non molto.
Stando in azione da una settimana circa, questi velivoli non sarebbero stati tutti disponibili: direi che 4 sarebbero più ragionevoli, nel migliore dei casi, per affrontare il nemico. Per capire la differenza con quel che potrebbe essere in teoria, mettiamo la disponibilità normale ad 8 aerei AV-8 monoposto. Di questi potrebbero essere disponibili sei esemplari, oppure tutti e otto. Inoltre, potrebbero avere 2 AMRAAM oppure 4.
1) 6 AV-8: 2x6 AIM-9 più 2x6 AIM-120 = 24 AAM di cui 12 AMRAAM
2) 8 AV-8: 2x8 AIM-9 più 2x8 AIM-120 = 32 AAM di cui 16 AMRAAM
3) 6 AV-8: 2x6 AIM-9 più 4x6 AIM-120 = 36 AAM di cui 24 AMRAAM
4) 8 AV-8: 2x8 AIM-9 più 4x8 AIM-120 = 48 AAM di cui 32 AMRAAM
Ma la verità è questa:
5) 4 AV-8: 2x4 AIM-9 = 8 AAM (zero AMRAAM)
Nei primi casi, specialmente i N.3 e 4, i lanci di missili a media gittata sarebbero molto spiacevoli per i caccia nemici, del tutto indifesi e impreparati a questo tipo di battaglie aeree BVR. Ma qui abbiamo soltanto 2 AIM-9, il cui raggio d'azione effettivo è in verità, sui 2-3 km (come dimostrato alle Falklands contro aerei tra l'altro, molto più veloci e 'caldi'). Questo porta gli Harrier ad avvicinarsi molto di più, e ad usare il cannone da 25 con 300 colpi in maniera più estensiva. Ma essi sono aerei molto lenti rispetto ad un 'vero' caccia e anche rispetto agli Harrier di 1a generazione. La loro velocità di combattimento è simile a quella massima dei caccia che duellano con loro. Questo significa che possono fuggire ed attaccare a velocità molto maggiori (in stile Me 262), ma una volta in battaglia, pur potendo duellare in maniera molto serrata, riducono la loro velocità e anche se questa resta superiore rispetto a quella dei caccia ad elica in duello manovrato (i velivoli a reazione, tra l'altro, perdono meno facilmente energia e velocità in manovra, anche se questo contribuisce a farli restare molto 'larghi' rispetto ad un aereo ad elica nelle virate strette), il problema è che sono pochi, e mentre virano contro un velivolo che si muove più lentamente di loro, altri possono unirsi alla lotta e trovarsi a quei 500-600 km/h a cui sta andando anche l'Harrier, semplicemente perché non ancora coinvolti nella battaglia manovrata, per cui tutte le loro risorse energetiche sono utlizzabili per la ricerca della massima velocità lineare (e quindi, minimo attrito). In altre parole, sarebbero davvero in grossi guai a dover ingaggiare una formazione di caccia nemici serrando le distanze e attaccando, come inevitabile, con il cannone. In alternativa, i loro missili sarebbero semplicemente troppo pochi per fare una differenza tra la loro presenza e la loro assenza... Di fatto, ciò comporta che la copertura aerea della flotta è quasi assente e trascurabile. Non è una differenza da poco.
I 4 Harrier fanno quel che possono, ma possono al più ingaggiare una delle 4 formazioni di Zero da 25 aerei l'una, infliggendo alcune perdite (tra 4 e 10) e stando attenti a non subirne, perché i loro oppositori sono più lenti, ma non di moltissimo, almeno nel duello manovrato, e sono molti di più. Per giunta sono molto agili.
In pratica, gli aerei da caccia giapponesi si avvicinano ancora in ben oltre 100 esemplari e non c'é una gran differenza con le perdite subite dai due Doria in precedenza, per giunta i SAM sono un pericolo più insidioso per un pilota, di un dogfight con un altro caccia: Cunningham diceva che aveva una paura terribile dei SAM che gli lanciavano contro, non era certo così contro gli altri caccia.
La modalità di attacco continua più o meno come visto sopra: in tutto vengono lanciati dal Veneto sui 16 missili, i 4 caccia contribuiscono con circa 16 armi grazie alla minore gittata minima e alla maggiore cadenza di tiro, in tutto sono sulle 80 SAM lanciati, con circa 40 kill. A quel punto, i caccia nemici scendono giù e attaccano le navi, almeno quelle più esterne e in avanti (fregate Maestrale). Poi però arrivano i 100 kamikaze più veloci. Attaccano le navi, 8 per la precisione, e anche stavolta fanno centro. Eliminano le 4 fregate Maestrale anteriori, che già di per sé è un grande risultato, oltre il 20% della flotta principale distrutto o messo KO in pochi minuti, per non parlare del lancio di circa metà dei SAM disponibili per il lungo raggio (tra l'altro, è normale che i SAM siano solo 39, perché c'é bisogno di un missile inerte per le prove di funzionamento del sistema, non è molto ma è pur sempre un -2,5%).
Detto questo, abbiamo l'attacco anche delle navi più interne. Il Garibaldi stesso viene attaccato, ma abbatte gli aerei nemici grazie anche al tiro concentrato di molte altre navi lì vicine; i due caccia anteriori, i due De la Penne, vengono a loro volta attaccati, così come il Veneto. Il tiro micidiale delle loro armi riesce a far fallire quasi tutti gli attacchi, ma qualche danno arriva ugualmente.
Un De la Penne viene danneggiato seriamente da un kamikaze, con tutti i radar di tiro posteriori distrutti o KO. Il Garibaldi viene danneggiato a sua volta, dai rottami di kamikaze caduti direttamente sul ponte di volo, che distruggono un elicottero e ne danneggiano un altro. Inoltre, qualche velivolo cade vicino e causa danni seri da near miss. Però non pare niente di grave.
A questo punto, con 4 navi KO e una che necessita indubbiamente di essere ritirata per riparazioni, su 18 navi ne restano solo 13. Però poi arrivano i circa 100 kamikaze a volo radente, e questi distruggono altre navi, puntando proprio agli incrociatori. Entrambi vengono colpiti, così come i due De la Penne e una fregata che cercavano di proteggerli: anche il fuoco intenso dei loro cannoni da 76 e 127 e il lancio dei missili e il tiro dei cannoncini da 20 e 40 mm non basta. Alla fine 2 kamikaze centrano il Garibaldi al fianco e alla sovrastruttura, altri 2 il De la Penne danneggiato, uno quello intatto, e altri 2 la Maestrale, oltre che 1 per il Veneto. Altre 5 navi colpite, di cui 4 ex novo.
Questo comporta già la sicura sconfitta della forza navale, con 9 navi su 18 colpite tra cui le due più importanti.
Poi arrivano anche circa 40 siluranti e colpiscono ancora e duramente la flotta, mettendo a segno circa 10 siluri su navi messe fuori uso o danneggiate, ma in nessun caso hanno successo contro unità ancora intatte. Però piazzano due siluri a segno sul Garibaldi e 1 sul Veneto, 3 sulle fregate già danneggiate, e 4 sui due cacciatorpediniere (2 a testa, probabilmente).
A questo punto abbiamo la sconfitta della flotta sicura, con i due incrociatori, due dei 4 caccia e 5 fregate su 12 centrate. 11 navi su 18, quanto basta per far ritirare la flotta.
Oltretutto la situazione è tragica: all'indomani c'é da fermare la Yamato e la sua scorta, più almeno 80 o 114 kamikaze in aggiunta. E le navi con capacità di difesa d'area sono cadute da 5 a 2, inoltre il Garibaldi non è più operativo e così presumibilmente anche i suoi pochi Harrier. Notare che non compaiono le due rifornitrici in questo scenario, forse sono con la flotta da sbarco o forse sono ignorate, ma se ci sono è facile che anch'esse vengano attaccate e hanno ben pochi modi per salvarsi.
In modalità differenziata, abbiamo la flotta suddivisa in 3 parti e non in 2: quindi le 3 navi da sbarco, scortate da 2 fregate e dalle 8 corvette, più unità cacciamine e di pattugliamento vario, nella zona degli sbarchi e lungo la costa.
La flotta principale è suddivisa, in questo caso, in due gruppi di nove navi: 1 incrociatore, 2 caccia, 6 fregate presumibilmente di tipi omogenei, per esempio 2 Lupo e 4 Maestrale per ciascun gruppo, mentre i caccia sono probabilmente di classe totalmente omogenea, 2 Audace forse con il Veneto e i due De la Penne con il Garibaldi.
In questo scenario tutta la flotta kamikaze si raduna e attacca un unico gruppo navale, diciamo quello del Veneto, ma vengono intercettati comunque dagli Harrier.
Però una volta eliminato questo ostacolo, hanno ancora una grossa forza d'attacco disponibile. La flotta nemica può usare soltanto 3 unità di difesa d'area e non 5, il che significa fare circa la metà dei danni a distanza.
Arrivati sulle navi nemiche, i caccia (quasi 100) le attaccano in picchiata mitragliandole, poi arrivano circa 100 kamikaze che non hanno molta difficoltà a centrare diciamo 7 navi su 9, mancando solo il Veneto, ma colpendo i due caccia e 5 delle 6 fregate.
A quel punto, arriva la seconda ondata dei kamikaze, a volo radente, e centra la flotta rimanente, distruggendo il Veneto con una mezza dozzina di colpi utili e finendo altre navi.
Poi arrivano i siluranti e fanno da 'spazzini' su quel che resta.
Alla fine, metà flotta d'altura è stata spazzata via e questa da sola è una vittoria determinante per quella giornata. Con la successiva incursione di questo tipo potrebbe essere sufficientemente certa la distruzione anche dell'altra metà della flotta.
Notare che se i kamikaze avessero attaccato l'altro gruppo d'altura, avrebbero ottenuto di più e faticato di meno: lì infatti ci sono solo 2 navi con difesa d'area, i caccia Harrier in ogni caso li hanno affrontati e il Garibaldi è un target ben più importante del Veneto avendo la forza aerea principale operativa a bordo.
In ogni caso, appare evidente che le azioni kamikaze sarebbero troppo pesanti per essere sostenute a lungo, al massimo con la successiva Kikosui sarebbero stati spazzati via. Inoltre gli SM-1 non sono ricaricabili in mare, per cui anche con missili di riserva disponibili, non sarebbe stato possibile rifornire le navi superstiti e se ogni volta lanciano la metà dei loro missili, stanno fresche.
A suo tempo avevo persino ipotizzato la vittoria della Kikosui N.1 contro la flotta americana d'impiego tipicamente schierata con una task force di portaerei: una portaerei, due incrociatori e 4 tra caccia e fregate (in teoria dovrebbero essere 4 incrociatori e 10 caccia), usando tattiche di volo particolari, flare (anch'essi utili, in tutti i casi, una pistola very può allungare la vita), specie se di tipo migliorati per simulare un aereo, chaff, decoy trainati ecc ecc. Tutto sommato avrebbe anche potuto funzionare. Un pò come in INDIPENDENCE DAY, anche un nemico superiore può avere dei punti deboli.
Per quel che riguarda le modalità di attacco. Direi che si potrebbe immaginare questo:
-fregata Maestrale: con attacco da alta quota in picchiata, cacciabombardieri/strikers di prestazioni elevate (600+ km/h), direi che si potrebbero ipotizzare: 2 aerei abbattuti dai missili Aspide (probabilmente su 3 tentativi e/o 3 missili lanciati complessivamente); 2 abbattuti dal tiro del 127 mm; 2 dal Dardo. Questo beninteso che sia possibile rilevare e agganciare dei target provenienti da angoli superiori ai 45° con facilità, specialmente se non vi sono dei canali datalink che aiutino a localizzarli mentre scendono dentro il cono di silenzio dei radar di bordo; possibilmente, anche controsole, così è molto più difficile anche osservarli direttamente o con sistemi optronici. Altrimenti è probabile che ne vengano colpiti solo 3-4.
Quindi, ci vorrebbero probabilmente 12 aerei. Se 6 di questi sopravvivono (c'é anche, potenzialmente, il tiro incrociato di altre navi), allora sarà quasi certa la vittoria per loro: di questi aerei, se va bene il 50% centreranno la nave e la metà dei rimanenti (1-2 su 3 o forse 4) riusciranno ad esplodere da distanze non eccessive, causando dei dannosi near-miss.
In caso di attacco in picchiata, da circa 6 km di distanza, gli Aspide potrebbero, su aerei a 600+ km/h di picchiata: accelerare a circa 1 km in circa 3 secondi; poi continuare per inerzia per i 3 km successivi, a una v.media di circa 500 m/sec, ragionevole se si considera che devono anche salire di quota, forse almeno 2 km. In tutto, un percorso di 4 km in circa 10 secondi. Nel mentre un aereo in volo a circa 200 m/sec si muoverebbe di circa 2 km, per cui davvero si potrebbe arrivare a un lancio con impatto sui 4 km, specie se l'aereo 'prescelto' non ci sta a farsi distruggere al volo, ma comincia a manovrare e porta fuori rotta il missile nemico allungando il tempo d'ingaggio. Il secondo ingaggio potrebbe avvenire circa 5 secondi dopo, a 3 km; a quel punto il missile accelera e colpisce il target a circa 2 km probabilmente, ovvero 3,5 secondi per lancio e accelerazione e poi circa 2 per il km successivo. A quel punto, però, non ci sarebbe più il tempo materiale per un altro lancio, visto che la gittata minima è di 750 metri ma in pratica è forse il doppio di quel valore se si vuole il missile pienamente operativo. Quindi direi che in effetti, due lanci utili sono possibili, ma tre è molto difficile. Inoltre c'é il problemino-ino-ino di trovare anche il target, che astutamente, sta sopra i 45° di angolo, uscendo dallo schermo radar della nave. In teoria con i datalink è possibile ovviare a questi settori ciechi, ma chi ce l'assicura che sarà davvero così, in una situazione reale, con decine di target in volo ravvicinato?
Con il cannone (impianto elettro-ottico) è probabilmente possibile abbattere un altro paio di aerei, magari a 4 e 1,5 km; mentre con il Dardo è possibile forse riuscirci a circa 2 e 1 km.
Nell'insieme, 12 aerei, con 2 centri e 2 near miss, sono molto più che sufficienti per disabilitare una Maestrale.
SE però arrivano aerei 'lenti', allora sarà possibile ingaggiarli di più e meglio. Difficile anzitutto dire la distanza iniziale d'ingaggio: contro bersagli non certo stealth, ma comunque volanti a quote veramente molto basse, penso che gittate di 15 km siano un pò troppo ottimistiche, anche perché bisogna che il missile voli a lungo per inerzia, in una condizione atmosferica che comporta la riduzione del 25% della velocità ogni 5 secondi di volo. Si fa presto a passare da mach 2 a mach 1! Se è così, in 10 secondi avremmo circa 1,5 (400 m/sec circa) mach come media, e questo comporta circa 4-5 km oltre al km iniziale in accelerazione: sembra decisamente poco! La gittata è di 15 km dopotutto, anche a bassa quota. Probabilmente è una legge che vale per i missili a mach 2 e rotti, poi l'attrito -che è proporzionale al quadrato della velocità- tende a ridursi.
Ipotizzo, anche se non è detto che sia giusto, che il lancio a bassa quota (bersagli sotto i 30 metri) sia svolto da 10 km (in avvicinamento, chiaramente). Se così è, in circa 20 secondi il missile sarà a 8 km (se 3 sec = 1 km, poi 7 km:17 sec = media 410 m/sec), quindi intercetta il 1o target a circa 8 km. Alcuni secondi dopo, parte la 2a salva, colpendo il secondo target ad una distanza dell'ordine dei 6 km. Poi parte un terzo missile, che, considerando quei 2-3 secondi di cambio target, impiegherà un pò di tempo e centrerà il target a circa 4 km. L'ultimo lancio sarà probabilmente a circa 3 km con intercettazione sui 2 km. Poi dubito che ci sarà altro tempo per fare altre intercettazioni.
Quindi, direi che degli 8 missili potenzialmente utilizzabili, a meno di non usare salve multiple, vi sarà modo di fare forse tra 4 e 6 salve di lancio, e ovviamente non sarà possibile abbattere sempre il bersaglio: anche al 90% delle probabilità di abbattimento, 6 lanci sempre positivi sono possibili solo nel 53% dei casi. E qui probabilmente non abbiamo il 90%, ma forse l'80. Anche se sono aerei di capacità limitate, la loro maneggevolezza potrebbe giocare brutti tiri, sia volando davvero a pochi metri di quota, 5-6, provocando probabilmente una detonazione anticipata del missile, sia restando in quota più alta, ma manovrando all'ultimo come un torero contro un toro in attacco.
Le manovre evasive torneranno molto utili anche per cercare di evitare le granate antiaerei, ma è chiaro che sotto i 2-3 km esse hanno semplicemente poco tempo per essere attuate.
Nell'insieme io direi che un totale di 8-10 target abbattuti sarebbe plausibile. Questo ci dice che 12 aerei sarebbero appena appena sufficienti per dare buone possibilità di farcela alla nave di evitare anche un singolo colpo a segno. Forse il 50%?
Attualizziamo la questione, ovviamente presupponendo da entrambe le parti il meglio possibile dell'efficienza. Se la Maestrale avesse appena lanciato diciamo, molti Aspide contro un altro gruppo di aerei, molto probabilmente non avrebbe il tempo di ricaricarli prima di questa ondata e questo sarebbe drammatico: si pensi se gli Aspide fossero soltanto 4 disponibili = 6 aerei abbattuti anziché 8, per esempio.
Così: con 12 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 50%
Con 15 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 75%
Con 18 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 90%
Con 20 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 99%
Si vede subito che la combinazione più conveniente è quella di 15 aerei, almeno con questa cifra. Con 180 aerei (che è un multiplo di TUTTE queste combinazioni), avremmo infatti: caso 1: 15x 0,50 = 7,5 navi centrate. Caso 2: 15x0,75= 10 navi centrate. Caso 3: 10x0,9= 9 navi centrate. Caso 4: 9:0,99= 9 navi centrate.
Questa modalità di funzionamento degli attacchi ci dice una cosa: c'é una curva di efficacia, oltre la quale tutto diventa un overkill e uno spreco conseguente. Questa curva arriva al vertice con 15 aerei, dopo di che la quasi certezza di mettere KO la nave con una massa di aerei è pagata troppo caramente per essere del tutto accettabile.
E in caso di danni? Quelli peggiori sono causati dai kamikaze in picchiata, ovviamente. Peraltro loro hanno soltanto un'occasione per l'attacco, dopo di ché si schiantano in mare, sperabilmente non molto distanti così da causare comunque danni alla nave (sperabilmente... per i kamikaze). Quelli minori sono per i kamikaze che attaccano da bassa quota, ma se non vanno in picchiata o non a grande angolo, potrebbero sempre riprendere la rotta, correggersi e ributtarsi in attacco dopo avere mancato la nave in una prima azione.
Le navi moderne non sono ferro e carne. Sono ferro e silicio. L'elettronica è fondamentale, senza la quale non è che puoi guidare i missili o anche i cannoni, magari a mano. Non funziona così. Quindi una nave moderna, a differenza di quelle classiche, ha una struttura intrinsecamente fragile e delicata, non può sopportare nemmeno 1-2 colpi che rischia di dover quanto meno abbandonare il combattimento per riparazioni che nel migliore dei casi richiederanno settimane o mesi. Il tempo per far fallire un'operazione, chiaramente.
Infine, la tipica azione contro una Maestrale, illustra bene questo discorso. E' la nave più importante della flotta del 1985 e del 1995, anche se non la più potente.
La nave viene attaccata da 12 Kamikaze in picchiata. Si tratta di relativamente veloci Zero con bomba da 250 kg. Ne abbatte 2 per ciascuno dei sistemi che riesce ad utilizzare (ignorando il cannone da 20 mm manuale, che è di utilità molto limitata e forse nemmeno ha l'alzo sufficiente), tutti tranne il Dardo del lato opposto (gli attacchi, infatti, sono sempre su di un lato solo proprio per impedire alla nave di sfruttare la sua capacità di difesa sui 360° usando TUTTE le armi che ha).
Dei 6 kamikaze rimasti, 2 mancano la nave totalmente o rinunciano all'attacco (boh), due scoppiano vicinissimi al punto da causare con i near miss, dei danni seri allo scafo e infiltrazioni d'acqua più schegge e onde d'urto malefiche. E 2 centrano la nave. Sono stati capaci, almeno qualcuno, di colpire anche la nave con mitragliamenti delle armi di bordo prima dell'impatto, per propiziare l'attacco di successo. Alla fine, ne arrivano ancora due a centro, come detto sopra. Uno colpisce la nave sulla sovrastruttura anteriore. Esplode lì e la bomba seguita dentro e poi scoppia sottocoperta, distruggendo la COC e il tutto causa enormi incendi prodieri. L'altra colpisce la sovrastruttura poppiera, anche qui con forte angolo verticale. L'aereo esplode e la bomba penetra per inerzia fino sotto coperta, poi esplode, e questa sua detonazione causa un incendio e peggio, lo scoppio per simpatia del deposito siluri leggeri sistemato sotto l'hangar, il che ovviamente finisce per distruggere anche i due elicotteri riforniti e molto probabilmente almeno in parte armati (siluri ASW?). L'incendio della nave sulle due estremità causa una serie di danni terribili rendendo difficili le operazioni di spegnimento. Bisogna tenere presente che lo scopo di queste azioni è mettere KO la nave, non necessariamente accanirsi così tanto da affondarla per forza. E ciascuno di questi due colpi è sufficiente per costringere la nave a rientrare per stare almeno 6 mesi ai lavori. Ma così facendo c'é il rischio che non rientri per niente.
Un'opzione è che le fiamme arrivino fino al deposito siluri pesanti di poppa, causando a quel punto una tale detonazione da distruggere la parte poppiera della nave, e a quel punto, ridurla ad un relitto da affondare. E-o può accadere che quando arrivano poi i siluranti, uno di essi si degna di darle il colpo di grazia, centrandola nella zona centrale, tanto oramai è inerme, aprendo una falla su due compartimenti ma che poi spande acqua anche in almeno 2 altri compartimenti, per via dei danni causati in precedenza. A quel punto, la possibilità di salvare la nave è minima e anche se fosse, l'unica cosa che si otterebbe sarebbe di salvare vite, ma la nave di per sé sarebbe distrutta o comunque inservibile.
Questo discorso è palesemente vero anche in altre classi navali. Una Maestrale, con la possibilità di tirare diciamo 1 cannone da 127, 1 Aspide e 1 Dardo, tutte armi di prim'ordine, è un osso molto duro. Ma può essere un buon esempio delle altre unità. Un Audace migliorato, per esempio, di diverso ha solo il fatto di avere due cannoni SR da 76 al posto dei due da 40 mm. Però le linee di mira sono sempre tre, per cui poco può migliorare di quel che è stato fatto dalla Maestrale. Magari abbatte 1-2 aerei in più, ma è già tanto visto che il problema della designazione dei target ad alto angolo riguarda sicuramente anche queste navi.
I De la Penne possono sparare anch'essi con 3 linee di mira per volta anche se potrebbero disporre persino di tutti e tre i loro cannoni SR. Ma il numero di bersagli ingaggiabili sarebbe sempre lo stesso. Naturalmente, anch'essi, come gli Audace, possono usare anche i missili SAM, ma non è detto che abbiano il campo di tiro adatto se danno la prua all'attaccante, che è probabile che facciano. In altre parole, non giurerei sulla loro capacità di difesa ravvicinata (degli SM-1) sulle brevi distanze, specialmente su target ad alto angolo.
Infine, le Lupo hanno addirittura 4 linee di mira, ma anche loro non potranno usarne solo più di 3.
Gli incrociatori: il Veneto potrebbe, nel modello non modernizzato, usare non più di 3 linee di mira (più i SAM, ma inefficaci a breve distanza). Con la modernizzazione, magari, potrebbe usarne 4, massimo 5. Certo che sarebbe un bersaglio più difficile da avvicinare, ma sarebbe anche un bersaglio più grosso da colpire (anche se più difficile da mettere KO).
Il Garibaldi, con 3 linee di mira missilistiche e 3 artiglieresche, potrebbe essere un brutto cliente, ma anch'esso è praticamente impossibile che possa usare tutte queste linee in contemporanea. Su attacco di 50-60° è possibile che usi al massimo 3 linee Albatros e 1-2 Dardo. Un paio di kamikaze potrebbero ancora passare e colpire la nave. Contro le unità più grandi probabilmente verrebbero usati aerei più armati, come i D4Y Judy.
Con 200 aerei circa, di cui 100 di buone prestazioni e 100 di scarse prestazioni, direi che 8 formazioni in picchiata da alta quota potrebbero essere adeguate, così come 5 in volo da bassa quota, o anche 6 (18 per formazione?).
Queste formazioni avrebbero a mio avviso, tutte quante una probabilità di distruggere/danneggiare seriamente (mission kill) una nave, stimabile a circa l'80%. Se così è, una volta superata la difesa dei missili SAM, avremmo circa 14x0,8 = 11 target eliminati. Questo sarebbe disastroso per qualsiasi contesto, anche per la 'grande flotta riunita' di 18 navi del 1995.
Inoltre va considera l'efficacia dei caccia di scorta che attaccano la flotta. Oltre ad impegnare le navi con lanci di missili ripetuti contro di loro, avrebbero anche la possibilità di mitragliare queste unità. Il loro armamento non sarebbe certo scarso. Gli Zero A6M5, per esempio, non solo avevano cannoni da 20 mm con ben 125 colpi anziché 60 iniziali, ma anche con velocità iniziale e alle volte, cadenza di tiro aumentate. Inoltre, le due armi leggere erano spesso potenziate sostituendone una con una da 13 mm pesante, oppure addirittura aggiungendo 2 armi da 13 extra. Gli Shiden avevano 4 cannoni da 20 mm e alle volte due da 7,7, mentre gli Hayate in genere avevano 20 cannoni da 20 e due da 12,7.
Visto che roba? Se un Hayate o uno Zero avesse crivellato uno dei radar di tiro di una Maestrale, diciamo quello dell'Albatross, sarebbero stati dolori, perché in un momento da 6 i target abbattibili sarebbero stati 4 aerei, oppure in volo basso, da 8 a 4 target.
Complessivamente dovrebbe andare dunque così:
hig diving low flying
Maestrale: 6------------------ 8
Lupo: 6------------------ 8
Audace: 9------------------10 (incl. 1 SM-1)
D.Penne: 9------------------ 10 (incl. 1 SM-1)
Veneto: 9------------------ 10 (incl. 1 SM-1)
Garibaldi: 10 -----------------10
Appare evidente che sia necessario dover aumentare il numero degli strikers per avere una qualche possibilità di colpire seriamente le navi maggiori; 15 potrebbero essere meglio per i caccia, e 18 per gli incrociatori (per le basse quote).
Si potrebbe ipotizzare che il numero di aerei richiesti, teoricamente, potrebbe essere:
-Maestrale: 12 --------------15
-Lupo 12-------------- 15
-Audace 15 -------------- 18
-D.Penne: 15 -------------- 18
Veneto: 15-------------- 18
Garibaldi: 15-------------- 18
Questi dati si riferiscono chiaramente ai navigli più moderni o modernizzati, quindi scenari 1985-1995.
Per Audace e Veneto non modernizzati il numero di target abbattuti vicini sarà forse inferiore di circa 2 unità.
Il numero di target ingaggiabili dalle navi più vecchie è molto minore:
-nel caso degli Impavido o delle Alpino, per esempio, il totale dovrebbe essere circa la metà di quello registrato dai caccia Audace mod e dalle Maestrale/Lupo/Artigliere. Quindi 4-6 target dalle quote più alte, circa 6-8 a bassa quota.
E se andasse diversamente da così?
IN ALTERNATIVA, ipotizziamo anche che la flotta, in una visione alternativa, sia in grado di respingere gli attacchi degli aerei nemici senza perdite apprezzabili (assurdo o meno che sia).
uesto punto, però significa che dovrebbe usare al massimo le sue armi. Ora, con 200 SAM a media e lunga gittata, bisognerebbe che gran parte o tutti venissero usati (o al limite, neutralizzati con la messa KO della nave che li porta). Diciamo che 100 vengono usati contro i caccia di scorta (del resto non c'é modo di sapere che siano caccia e non cacciabombardieri), ottenendo una Pk del 60%. Altri 100 vengono usati per eliminare i cacciabombardieri d'attacco. La Pk ascende all'80% contro bersagli in quota, o scende al 50% contro quelli a bassa quota. Ammettendo che i primi siano più numerosi, ma non i soli, avremmo probabilmente 60 missili che fanno 48 kill, e poi altri 40 contro bersagli a bassa quota, ottenendo 20 kill.
Totale: 200 SAM SM-1MR/ER sarebbero stati autori di 60+48+20 = 128 kill. Ma la forza nemica attaccante è di circa 380! Anche se una ventina fossero eliminati dai caccia AV-8, sarebbero sempre tantissimi. Il resto dei kamikaze sarebbe da abbattere con cannoni e missili. Le munizioni non sono un problema, ma gli Aspide non sono infiniti. Potrebbero anche non bastare, per esempio, a lungo. Se i kamikaze distrutti sono 68, ne restano sui 130, e per distruggerne la metà ci vorranno circa 80 Aspide, che sono già un bel pò: oltre 3 navi resterebbero senza, con un LM per una.
E questo solo per la kikosui N.1 e senza considerare i siluranti nonché i caccia di scorta, contro cui sicuramente i missili Aspide sarebbero lanciati in quantità.
In tutto, respingere quest'attacco comporterebbe una tremenda perdita di missili: i 200 SAM SM-1 sarebbero praticamente spariti, mentre per quel che riguarda gli Aspide è facile ne siano stati lanciati circa 100 esemplari, il 100% dei primi e quasi il 25% dei secondi.
I missili Aspide/Sparrow sono rifornibili, ma gli SM-1 non lo sono in mare, per quel che ne so. Quindi non è una cosa da poco.
Anche se la flotta avesse saputo sopravvivere, poi avrebbe dovuto affrontare la Kikosui N.2, altri 400 aerei circa tra cui 185 kamikaze, circa 40 siluranti e 130 caccia.
La potenza di fuoco delle navi italiane non sarebbe più sufficiente. Non si potrebbe riuscire a fermare questo tipo di incursioni solo con le armi a corto raggio, non c'é niente da fare, e men che mai con un pugno di Harrier. Una volta che la formazione attaccasse il cuore della forza nemica, potrebbe mettere KO entrambi gli incrociatori e quindi costringere la flotta al ritiro.
Se anche insistesse, poi vi sarebbe la Kikosui N.3 che manderebbe altri 140 kamikaze e questi potrebbero sconfiggere definitivamente la flotta nemica, oramai senza nemmeno copertura aerea. E' chiaro, che l'invasione sarebbe stata già dichiarata fallita senza questa ultima catastrofe.
A questo punto, ci si potrebbe chiedere: ma se dall'altra parte non ci fossero gli americani, ma i giapponesi? Ovvero, cambiando i ruoli, la flotta italiana potrebbe essere portata a far la parte degli americani, sempre in zona Okinawa?
Consideriamo la modalità in questione, e quindi una possibilità concreta che la flotta comparata sia quella degli 'anniversari'. In altre parole, di dieci anni in dieci anni dopo la campagna di quella primavera di fine guerra.
Così avremmo queste versioni:
-1955
-1965
-1975
-1985
-1995
Più no, perché della marina italiana del XXI secolo, oramai troppo lontana nel tempo, poco me ne cale in primo luogo e poi sono navi sempre più difficili da valutare (per esempio, il cannone da 76 con munizioni DART come si pone?), inoltre prosieguono da allora radiazioni a ritmo serrato, così come immissioni di nuovo naviglio in servizio. Non è facile nemmeno dire quante navi Maestrale siano in servizio in un dato momento (diciamo 2015) rispetto alle FREMM che le sostituiscono e che la confusione sia a tutti i livelli si può apprezzare dal fatto che le 10 FREMM sono state ordinate giustificando la necessità di sostituire non solo le 8 Maestrale, ma anche le 4 Lupo in realtà già radiate dal servizio (e vendute al Perù) da molti anni!
Per cui no, facciamo la flotta italiana classica del XX secolo e buona notte. I tipi di nave sono penso, già ben noti, già spiegati nei dettagli spesso e volentieri, per cui rimando alla pagina di navypedia sulle navi italiane http://navypedia.org/ships/italy/it_index.htm
Premessa: numero di SAM disponibili:
1) Veneto: 40 (+20 ASROC, sempre che davvero usati); 2) Doria: 40 Terrier/SM-1ER
2) Audace, Impavido: 40 Tartar-SM-1MR; Audace mod, De la Penne: 40 SM-1MR+24 Aspide(possibile anche il Sea Sparrow)
3) Garibaldi: 48 Aspide (possibile anche il Sea Sparrow)
4) Maestrale, Lupo, artigliere: 24 Aspide (possibile anche il Sea Sparrow)
5) Minerva: 8 Aspide (possibile anche il Sea Sparrow), non è affatto chiaro se vi sono missili di ricarica (ma qui vengono esclusi, apparentemente)
Adesso, analizziamo i vari livelli della flotta a seconda delle annate citate sopra:
-1955. Questa flotta italiana era fatta per lo più di ferri vecchi residui del periodo bellico o ante-bellici. Non c'era molto di nuovo, anzi precisamente, non c'era niente di nuovo. Alcuni vecchi incrociatori, due navi da battaglia in rottamazione, vari cacciatorpediniere, insomma era un museo più che una flotta. Tra le navi più importanti ancora in servizio: due vecchie corazzate Duilio (radiate già l'anno dopo), due incrociatori Montecuccoli, due Abruzzi, due super-caccia/incrociatori leggeri Regolo. Non molto, in effetti.
Totale navi principali: 6-8+ (4 incrociatori, 2 corazzate in radiazione, 2 super-caccia + 2 navi ex americane).
-1965: Questa flotta è già profondamente rinnovata. Infatti, sebbene due corazzate e un incrociatore (l'Abruzzi) siano stati ritirati dal servizio, d'altro canto sono entrati in servizio diversi nuovi bastimenti. I due caccia Impetuoso (gli ultimi con le artiglierie), i due caccia Impavido (armati con i Tartar, prima volta per la MMI), i due incrociatori porta-elicotteri Doria (naturalmente con elicotteri preistorici), armati con il sistema Terrier (naturalmente non con i missili più moderni o modernizzati). Infine il Garibaldi era stato armato anch'esso di missili Terrier. Così avevamo addirittura cinque navi armate con SAM, tutti a medio o lungo raggio. Tuttavia, queste unità non erano perfezionate come quelle moderne. Un problema erano gli elicotteri, all'epoca certamente più primitivi di quelli del decennio successivo. Un altro era la mancanza del sistema SADOC in tutte le navi tranne i due Doria, per cui le modalità di combattimento moderne con datalink e integrazione sensori erano ancora di là da venire. Quindi avevamo, come navi principali: 2 Doria, 1 Garibaldi, 2 Impavido, 2 Impetuoso, più una serie di navi più piccole o vecchie tra cui 2 caccia Regolo/San Giorgio. Era sufficiente? Certo che no, anche se sarebbe stato interessante sapere quanto sarebbero state capaci di difendersi dagli attacchi aerei. Il cannone da 76 mm era stato già stabilito, all'epoca, come l'arma minima per difendere la flotta da attacchi aerei, questo fin dal 1958; del resto gli americani l'avevano detto quasi 15 anni prima. E così i pezzi MMI cominciarono ad apparire visto che l'SMP3 aveva fallito sostanzialmente, sulle navi di ultima generazione a cominciare dal Garibaldi rimodernato.
+2 incrociatori p.e.
+1 incrociatore l.m.
+2 caccia l.m.
+2 caccia
+8 fregate ASW (secondarie)
-2 corazzate
-2 incrociatori
Totale navi principali: 7+. (2 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m, 2 caccia l.m. 2 caccia, 2 caccia ex americani)
Totale l.m. SAM: 3 a lungo raggio e 2 a medio raggio = 5
-1975: Qui il gioco si fa duro, effettivamente. Abbiamo una flotta che aggiunge a quanto sopra l'incrociatore Veneto e due caccia Audace, più due fregate Alpino. A questo punto le piattaforme SAM per le lunghe distanze sono molte di più: 8, di cui 4 a lungo raggio (Terrier) e 4 a medio raggio (Tartar). Peraltro, tra quelle della prima categoria c'era anche il Garibaldi, che in realtà fu sì radiato nel 1976, ma era in disarmo fin dal 1971. Cioé, per esserci 'c'era', ma non era operativo e tanto meno aveva equipaggio.
In tutto, a questo punto, avremmo visto: 3 incrociatori portaelicotteri (Veneto, Doria e Duilio), 1 incrociatore (Garibaldi, in disarmo), 4 caccia lanciamissili (Audace e Impavido), 2 caccia convenzionali (Impetuoso), 2 fregate ASW (Alpino), più navi di vecchio tipo varie e assortite tra cui il San Giorgio.
Insomma: + 1 incrociatore p.e., 2 caccia l.m., 2 fregate ASW.
Totale navi principali: 11-14: 3 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m. in disarmo, 4 caccia l.m., 2 caccia, 2 fregate ASW, 2 caccia ex americani.
Totale l.m. SAM: 3-4 a lungo raggio, 4 a medio raggio = 7-8
-1985: l'evoluzione della specie subisce un drammatico cambiamento. Sono introdotte in servizio ben dodici fregate missilistiche, potenti e veloci. Il meglio disponibile grazie alle nuove tecnologie e all'armamento miniaturizzato, con cannoni antimissile, sistemi di guerra elettronica, cannoni automatici, missili antinave, elicotteri multiruolo e multisensore, nuovi missili antiaerei. Abbiamo +4 fregate Lupo e 8 fregate Maestrale. In realtà, le ultime 2 di questa classe non erano ancora entrate in servizio. All'inizio del mese di aprile, a dire il vero, nemmeno la portaerei (?) Garibaldi era stata immessa in servizio, per cui fu una bella sfiga per la MMI.
+4 fregate Lupo
+6 fregate Maestrale
-incr.Garibaldi
-2 caccia Impetuoso
Totale navi principali: 3 incrociatori p.e. 4 caccia l.m. 10 fregate l.m. 2 fregate ASW = 19
Totale l.m. SAM: 3 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 10 a corto raggio = 17
-1995: Adesso abbiamo praticamente il pieno. Le ultime 2 fregate Maestrale, i due caccia De la Penne, il Garibaldi, 8 Minerva, pure 4 pattugliatori Cassiopea. Inoltre il Garibaldi ha gli AV-8 Harrier (diciamo 8 imbarcati effettivamente). Dall'altro canto abbiamo: radiati i due incrociatori Doria, radiati i due caccia Impavido con riduzione delle piattaforme a.a. da 7 a 5 (più il Garibaldi!), e ridotte ad attività di seconda linea le due Alpino.
+1 incrociatore p.a. Garibaldi
+2 caccia l.m. De la Penne
+2 fregate l.m. Maestrale
+2 pattugliatori di squadra Artigliere
+8 corvette Minerva
-2 incrociatori p.e. Doria
-2 caccia l.m. Impavido
-2 fregate Alpino (operatività ridotta ma ancora teoricamente presenti)
Totale navi principali: 2 incrociatori p.e. 4 caccia l.m., 14 fregate l.m. 8 corvette l.m. (ma non sono unità di squadra) = 20-28
Totale l.m. SAM: 1 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 20+8 a corto raggio = 25-33.
Dall'altro lato abbiamo le formazioni kamikaze giapponesi. Anche se spesso si è portati a vederli come fenomeni 'unici' e sparsi, disperati, in realtà i kamikaze sono stati spesso utilizzati in maniera massiccia e coordinata. Proprio ad Okinawa sono apparse le formazioni d'attacco conosciute come kikosui. Queste sono state concepite per bucare le difese americane e lo hanno fatto con modalità formidabili: la kikosui N.1, la più grande e potente, portò in azione qualcosa come 200 aerei kamikaze. E non solo: c'erano anche numerosi caccia di scorta, circa 140, più vari aerosiluranti. In tutto si trattava di quasi 400 aerei.
Un numero elevatissimo, che chiaramente era pensato a saturare qualsiasi difesa. E così è stato.
La flotta italiana poteva far fronte ad un tale sfoggio di forza e determinazione? Non saprei. Di sicuro, però, dopo una 'sberla' di questo tipo (e le successive Kikosui furono soltanto di poco meno imponenti), sarebbe stato difficile restare ancora operativi.
La flotta italiana, impegnata nell'invasione di Okinawa (ok, ok, con appena 2 navi da sbarco tipo Grado oppure 3 navi da sbarco classe S.Giorgio/S.Giusto è un pò difficile, lo ammetto, ma facciamo finta di niente), sarebbe stata costretta a dividere le sue forze.
Chiaramente, la flotta logistica e da sbarco sarebbe stata protetta dalla marina 'di seconda linea', ovvero corvette e pattugliatori, anche unità MCM di vario tipo (ce ne sono state molte, ma solo nel 1985 apparvero le prime 4 di nuova generazione, in ogni caso tutt'altro che ben armate contro attacchi aerei, e nel 1995 erano arrivate a 10 unità, ma il numero totale delle unità MCM era calato drasticamente al contempo) e forse gli aliscafi Sparviero (6-7 unità tra il 1985 e il 1995) che peraltro sono tutt'altro che concepiti per questo tipo di azioni oceaniche.
Nel 1985, le 19 navi d'altura avrebbero dovuto dividersi per forza tra una e l'altra formazione. I tre incrociatori erano necessariamente in navigazione oceanica, assieme ad almeno 2 caccia e 4-6 fregate. Il resto della flotta è a protezione della zona da sbarco. Le unità logistiche non lo so, forse con la flotta principale.
La Kikosui N.1 fu il primo di questi massacri 'in difesa della Patria'. Ebbe luogo il 6 aprile 1945, appena il giorno prima del sacrificio (inutile ed evitabile) della Yamato. C'erano circa 200 kamikaze della Marina e anche dell'esercito. La scorta in avanti era data da 4 formazioni di 25 Zero l'una. Seguivano anche 40 Ki-84 Frank. Infine i kamikaze, e dietro di essi, due stormi di siluranti B6N.
Come avrebbe potuto la MMI maneggiare una tale mole di assalitori, tali da mettere in difficoltà persino un gruppo di portaerei americane degli anni '80-'90?
Bella domanda.
Nel 1955 non avrebbe potuto farlo, questo è sicuro.
Nel 1965 era solo marginalmente migliore, nonostante la presenza di ben 5 navi missilistiche; ma ci sarebbero volute 5 unità AEGIS, non certo 5 vecchie unità Terrier (la MMI fu l'unica ad avere questi missili a lungo raggio) e Tartar. Per il resto c'era poco da dire e da fare. In tutto, circa 10 navi di prima linea. Non sarebbero MAI state sufficienti!
Nel 1975 la situazione era diversa, del resto solo allora fu possibile organizzare gli sbarchi veri e propri. C'erano più navi da guerra moderne, ma non tante di più. Le forze missilistiche erano 7 o otto navi, e per il resto giusto artiglierie a.a. I missili di per sé sarebbero stati sufficienti, ma i giapponesi sarebbero stati ben contenti di non lasciargli lanciare tutto quel che avevano nei magazzini, ovviamente!
Nel 1985 l'introduzione delle fregate missilistiche e l'ammodernamento di qualche altra nave, è stato sicuramente un grande vantaggio per la MMI. Almeno si sarebbe evitata la perdita totale della marina.
La Kikosui N.2 venne lanciata la settimana dopo, il 12 aprile: 75 Zero in 3 formazioni di 25, 15 Ki-84 e 34 N1K, in scorta a 185 kamikaze (60 dell'esercito), e circa 40 P1Y Ginga siluranti.
Nel mezzo c'erano stati altri attacchi: già il 7 aprile almeno 80 kamikaze attaccarono le navi americane in supporto alla missione della Yamato. Senza molto successo, peraltro.
Queste azioni ebbero molto effetto: già una quindicina di navi vennero distrutte o danneggiate nella prima azione, e 7 nella seconda grande Kikosui.
Il vero problema era la scarsa efficacia dell'aviazione giapponese, per come era ridotta all'epoca: quasi tutti gli aerei usati, non erano altro che vecchi arnesi di tutti i generi, aerei famosi all'inizio della guerra come gli Zero di prima generazione e i D3A e B5N; oppure piccoli aerei da osservazione e addestramento, che non sono mai stati importanti né molto prestanti in termini assoluti. Parliamo di aerei che fanno tra 300 e 500 km/h per la maggior parte. Come se non bastasse, i giapponesi usati per queste azioni non erano certo i migliori piloti, a parte qualche eccezione. Per lo più 'volontari' inesperti, ragazzini, piloti appena capaci di tenere un aereo in aria in formazione. Ma del resto, anche i terroristi 'ufficiali' dell'11/9 erano scarsi, anzi, inferiori rispetto ai giapponesi, eppure hanno fatto quel che hanno fatto (sempre che... si pensi davvero che le cose andarono come ce le raccontano, eh).
Quindi era davvero una brutta situazione. Perché un conto è mandare in azione degli Hellcat o Corsair cacciabombardieri, oppure gli omologhi Hayate giapponesi, mandati in azione da piloti ben addestrati e disciplinati, un conto è mandare avanti un branco di disperati sia pure con una morale ed etica apparentemente granitici. Ma non sempre il loro morale era così alto: specialmente quelli dell'esercito, non vedevano la ragione di sacrificare la loro vita in azioni suicide, e molti anche nella marina giapponese avrebbero voluto fare in maniera diversa, a cominciare dal decano dei kamikaze, Yukio Seki, che colpì una portaerei a Leyte.
La situazione non è per nulla chiara, dunque. Una cosa però mi pare ovvia: formazioni del genere sarebbero molto vulnerabili al tiro dei missili SAM e quindi, la possibilità che possano passare da una picchiata ad alta quota è piuttosto remota se c'é una difesa missilistica potente in giro.
Nello scenario 1955 non ci sarebbe problema, certo. Già nel 1965, però, con ben 3 incrociatori e 2 cacciatorpediniere, sarebbe stata difficile per l'aviazione giapponese passare da alta quota.
Nel 1975 la situazione era ancora peggiorata per gli attaccanti, con 7-8 navi disponibili e ben 280 missili (senza contare il Garibaldi). Non è una cosa da poco.
L'unica problematica è che questi missili devono essere lanciati, sennò non servono a niente. Per impedire alle navi di lanciarli, però, bisogna volare molto bassi o molto veloci, o anche entrambe le cose. Volare veloci di fatto non è possibile, volare bassi non è facile perché coordinarsi in un volo così, con aerei mediocri persino per l'epoca, non è certo semplice, inoltre per evitare i missili si entra nel raggio di tiro dei cannoni a corto raggio.
Nel 1985 i cannoni da 40 Dardo e i missili Aspide sarebbero riusciti ad abbattere molti più aerei in arrivo a qualsiasi quota si presentassero, per cui l'unica modalità è quella di saturare le difese con troppi attaccanti, se necessario concentrandosi contro una singola nave per volta.
Nel 1995 non c'é molta differenza, a parte nell'ulteriore diffusione dei missili Aspide, nel calo degli Standard e nell'arrivo di un pugno di Harrier. Non molto, ma pur sempre un miglioramento.
Del resto, prima dell'arrivo delle navi tipo Grado non ci sarebbe stato nemmeno modo di tentare un attacco anfibio.
Tutto a posto, dunque? No, ovvio.
Abbiamo 200 kamikaze e almeno 40 aerosiluranti, più 140 caccia di scorta!
L'attacco deve essere quanto più concentrato possibile, ovviamente, e quanto più veloce. Molti di questi aerei giapponesi non sono molto veloci, però possono andare in picchiata a una discreta velocità anche se comunque non esaltante. Del resto le tattiche giapponesi erano queste: o picchiata da alta quota, oppure radenti alla superficie con salita fino a 1.500 metri e picchiata finale, che è un buon tipo di alternativa d'attacco, come nel caso dei missili Harpoon e Otomat francesi. Ma non è possibile farlo rapidamente con un aereo così lento e sottopotenziato. Con un aereo a reazione è un'altra cosa, può salire in 30 secondi a 3.000 metri come se niente fosse, facendo impazzire i radar di scoperta a lungo raggio. Con un numero di giri di 10-15 al minuto, a 900 km/h danno tra 1.000 e 1.500 metri di distanza prima che l'aereo venga ancora pennellato, e se questo varia in fretta di quota, sarà dannatamente difficile rilevarlo con un radar di tiro, dato che quest'ultimo ha una scarsa visuale per cui necessita di una designazione molto precisa. Ma con un aereo ad elica, pure scadente, bisognerebbe come minimo che potesse scendere giù in picchiata per riuscire ad ottenere questo tipo di risultato, altrimenti non avrà una variazione di velocità sufficiente.
A parte questo, che tattiche sceglierebbero i giapponesi? Beh, nel 1955 da alta quota sarebbe più credibile. Nel 1965 potrebbe non essere più la scelta migliore. Ma nel 1985 le difficoltà anche a bassa quota aumenterebbero parecchio e così nel 1995. In altre parole, dal 1985 in poi non ci sono facili opzioni.
Sarà difficile in ogni caso e non sappiamo quanto i SAM siano davvero efficaci contro bersagli a volo radente. Per questo faccio l'opzione delle alte quote almeno fino da metà anni '80 in poi. Se non altro è più facile da calcolare. Di sicuro bisognerebbe portare la quota ad almeno 6.000 metri per non fare da bersaglio agli Aspide e alla contraerea pesante prima dell'inizio dell'attacco finale.
Poi c'é da considerare che i caccia di scorta dovevano fare qualcosa in contemporanea. La loro azione potrebbe essere soltanto positiva per il risultato dell'operazione. La quale avrebbe poco contrasto da parte dei caccia intercettori: solo nel 1995 e con non più di 8 aerei, armati presumibilmente con soli 2 AAM; a quanto pare, infatti, gli AIM-120 vennero consegnati (in appena 33 esemplari, almeno all'inizio), solo dal 1996. Con una situazione del genere non è possibile fermare i caccia giapponesi. Anche 8 AV-8 potrebbero al massimo fermare uno dei 4 gruppi da 25 Zero: e gli altri?
Gli altri potrebbero fare come quel coraggioso pilota di CR.42 che nel 1941 attirò l'attenzione della difesa aerea inglese fino a che non l'abbatterono a cannonate. Ma era solo.
Questi sono cento.
I caccia normali sono veloci, maneggevoli e spesso condotti da piloti esperti. Per cui hanno molte più possibilità di evitare i missili scagliatigli contro.
Quanto alle contromisure, ci sono buone notizie: i giapponesi un pò ne capivano. Usarono spesso i giman-shi, ovvero i chaff. Primitivi, ma potrebbero funzionare un pò. Alle Falklands funzionarono, per esempio, anche se potevano sembrare inefficaci contro i sistemi antiaerei moderni.
Nel 1965 l'attacco dei kamikaze sarebbe avvenuto direttamente contro la flotta (ehy, ma se non c'erano le navi anfibie come lo facevano lo sbarco ad Okinawa? Echissenefrega, non è mica questo il problema vero di questo wargame), così come nel 1955.
I caccia sarebbero andati veloci verso l'obiettivo, seguendo la 'scia' dei SAM lanciati contro di loro. Poi avrebbero piegato e cercato di impegnare i missili stessi, evitandoli con manovre strettissime. Ci sarebbero riusciti? Non lo so. Di sicuro non sarebbe stato facile. Ma non tutto è perduto. La loro velocità poteva fare la differenza così come il loro numero. Arrivo: sottovento, che diamine, e in leggera picchiata. E' inevitabile che sia così. Il loro duello, quindi, non sarebbe contro i caccia, ma contro gli intercettori teleguidati.
La difesa avrebbe così da affrontare circa a 600 km/h numerose minacce. Questi caccia sarebbero così la chiave del successo dell'azione.
I missili Terrier hanno circa 70 km di gittata, ma non è detto che siano particolarmente efficaci nel beccare aerei piccoli e manovranti. Tutto sta a vederli in tempo. Ad alta quota la cosa è possibile se i missili lasciano dietro di sé una scia di condensazione, cosa probabile.
Difficile dire in tal caso quanto sarebbero stati evitabili. In VN un pesante F-105 evitò 9 SA-2 su 10 lanciatigli contro e andò perduto solo per via delle schegge e della perdita di carburante, malgrado fosse arrivato vicino ad un tanker per rifornirsi. L'F-4 era più agile: Randy Cunningham e il gregario, durante una missione in cui abbatterono un MiG-21, affermarono di essere stati fatti segno di 18 SA-2 tirati da più posizioni. Peraltro, nella loro missione finale, Randy venne colpito dal 3o missile SA-2 tiratogli contro e anche allora riuscì ad allontanarsi, ma dovette lanciarsi in mare perché aveva finito il liquido idraulico dei sistemi, dissanguato dai buchi inflitti.
Con un minimo di possibilità, potrei dire che Terrier, Tartar, SM-1 hanno forse una Pk del 50% su caccia giapponesi. Chissà se è troppo alta o troppo bassa? Boh. Gli Aspide sono più adatti al tiro contro bersagli agili, ma non è detto che siano più efficaci, anche per via della testata più piccola. Forse un 60%?
Queste percentuali sarebbero già oro colato. Potrebbero anche fare una differenza abissale.
Se una formazione di 25 aerei di questo tipo si muovesse verso il bersaglio a 600 km/h potrebbe percorrere una notevole distanza prima di essere intercettata, e sopratutto farebbe consumare un gran numero di missili. E nel mentre, viene fuori anche la formazione d'attacco.
L'attacco contro un incrociatore singolo è più o meno così: la distanza da circa 60 km richiede ben 6 minuti di volo, persino avvicinandosi a 600 km/h. Questo è possibile perché gli aerei scendono in picchiata lieve da circa 8.000 metri, fino a 5-6.000 m, a circa 500-600 o più metri al minuto, e per giunta arrivano sottovento e se il vento è forte, allora arriviamo a valori molto elevati.
L'incrociatore lancia un massimo di 4 missili al minuto, così al massimo arriva a 24 missili totali. Ma non è così semplice come sembra. La prima salva viene tirata a circa 60 km, potrebbero essere una manciata in più ma non penso che sia davvero così, perché le gittate utili contro bersagli manovranti non sono poi così spettacolari come viene pubblicizzato, a meno di non sorprenderli, ma non so se sia possibile, specie in condizioni di buona visibilità (un must, ovviamente, per gli attaccanti). Il lancio dei missili in coppia è rapido; però per lanciare queste armi a segno ci vuole molto tempo da queste distanze: probabilmente almeno un minuto, quindi 1o impatto o incrocio, a 47 km. Mi pare giusto. A parte questo, abbiamo un lancio successivo da lì che arriva a circa 36 km a segno. Poi un altro lancio che termina a circa 28 km. Poi un 4o che arriva sui 22. Il 5o a circa 17. Il 6o a circa 13 km. 7o a circa 10 km. 8o a circa 7 km. Poi, sotto i 5,5 km, la gittata dei missili minima dovrebbe impedire ulteriori lanci. Quindi in tutto sarebbero lanciati sui 16-20 missili in tutto, anche se in realtà è probabile che sia una questione sovrastimata. Notare che il lancio viene fatto con un 1 km di ritardo, perché ogni volta c'é un minimo di verifica se il target è stato distrutto o meno (non è mica così facile), per cui immagino che circa 5 secondi siano effettivamente necessari tra una conferma o meno o il lancio di un altro missile contro lo stesso target.
60-47 km
46-36
35-28
27-22
21-17
16-13
12-10
9-7
Velocità media *orizzontale* del missile Terrier/SM-1ER: circa 2.100 km/h oltre i 30 km, 2.400 km/h sotto. La velocità massima è indicata in circa La velocità media di avvicinamento è di circa 600 km/h, quindi il rateo è di 3,5:1 prima e 4:1 poi.
Il lancio delle telearmi è comunque simile a quello alla massima cadenza di tiro possibile, che comporterebbe 24 missili in tutto. Qui sono 16-20, quindi almeno i 2/3 della massima cadenza di tiro.
Se contro i caccia nemici arriva al 50% come Pk, allora questo significa 8-10 bersagli abbattuti in quei 6 fatidici minuti.
Questo, però, significa un totale di circa 40 bersagli abbattuti da 4-5 navi. Non sono poi così tanti, se si considera l'ammontare della forza d'attacco, naturalmente.
Con i missili Tartar, da 32 km e Mach 1,8, non c'é molto da dire: usandoli da 32 km, lancio da massima gittata, v.media sui 1.500 km/h sopra 20 km, 1.800 km/h sotto. La gittata influenza la velocità media, ovviamente. Alla massima distanza il missile vola per inerzia e rallenta progressivamente, inoltre è probabile che faccia una traiettoria parabolica e questo riduce la sua velocità media. Inoltre, sotto una certa gittata, la componente orizzontale della traiettoria diventa sempre più importante: da 6 km di distanza, contro un target a 6 km di quota, la gittata effettiva è 8,4 km con angolo di 45°, inoltre il missile deve aumentare la velocità partendo da zero a mach 3, il che significa ridurre la velocità media già solo per questo, a circa 1,5 mach (ipotizzando accelerazione costante); e se si considera anche l'angolo, la velocità di movimento orizzontale arriverebbe a circa mach 1, il che significherebbe metterci circa 20 secondi!!!! Strano, no? Eppure è quel che le leggi della fisica e della geometria suggeriscono. E questo significa che nel contempo un target a 600 km/h farebbe circa 3,2 km; addirittura, persino un target a 360 km/h farebbe 2 km. Sono cose da tenere in considerazione, per cui non prendete per oro colato quel che è detto qui. Del resto che il missile Sea Sparrow faccia alla massima gittata una media di mach 1 quando arriva come massimo a mach 2, e l'ESSM faccia mach 2 e mach 4, non è un segreto. I missili Standard e T non hanno problemi eccessivi perché hanno anche un sustainer, ma questo non funziona più di tanto: un Tartar, con circa 24 secondi più 4 di accelerazione in teoria, dovrebbe arrivare a: 0-1,8 mach, accelerazione massima 500 m/sec, media 500:2x 4 = 1 km circa. Poi 500 m/sec per circa 24 secondi = 12 km, totale sui 13 km. Poi inerzia, se la gittata massima è 32 km significa 19 km senza alcuna spinta. Anche ipotizzando una spinta analoga per arrivare a mach 2,5 con motore più potente (SM-1MR RIM-66B), avremmo una media di circa 700 m/sec; booster sui 4-8 secondi, significa circa 2 km di percorso, più sui 25 secondi, stiamo sui 20 km; e gli altri 26 km come li fa? Evidentemente con un percorso inerziale, quindi sicuramente riducendo la velocità massima.
Quanto al Terrier, il modello modificato per servizio come target, avrebbe avuto solo 40 km a 10 metri di quota. Ecco designation.systems:
At 10 m altitude, range would have been 40 km (22 nm) with the MK 30 motor, or 64 km (35 nm) with the new MK 104 dual-thrust motor. As a ballistic missile target, maximum altitude and range could be 85 km (280000 ft) and 275 km (150 nm), respectively (168 km/550 km with MK 104 motor).
Quindi, potremmo fare il lancio dei missili Tartar vs target a 600 km/h:
32-23 km
22-16 km
15-11 km
10-6 km
5-3,5 km
3-2 km
In tutto sarebbero sui 6 lanci; la cosa è complicata dal fatto che le rampe di lancio sono singole, questo significa che hanno una differenza di tempo notevole, almeno 10 o 12 secondi, fino a 2 km da un missile all'altro. Per cui probabilmente quanto sopra rappresenta più una distanza media di lancio. Da notare come in queste simulazioni i missili vengono sempre lanciati quando i target sono dentro il raggio massimo, non quando sono ancora fuori. Al dunque non so se questo possa avere una differenza pratica, almeno in teoria si potrebbe lanciare da oltre la gittata massima se il target si avvicina, del resto non bisogna nemmeno dimenticare che questo potrebbe tornare negativo dato il fatto che se il target si allontana, a quel punto il missile sarà sicuramente fuori tiro.
Missili SM-1MR: v.media oltre 20 km circa 2.100 km/h; sotto 20 km circa 2.400 km/h. Troppo? Poco? Boh.
40-31 km
30-23
22-17
16-13
12-9
8-5
4-2
Missili totali: 7 salve (???), totale sui 14 missili. Sarà così? Non lo so, ma almeno gli somiglia.
La potenza di fuoco, naturalmente, è più ampia contro bersagli più lenti (360 km/h). Meglio va se questi si avvicinano a 450 km/h. Sono 0,6 e 0,75 volte il totale di 600 km/h. E non solo questo, ma: con 360 km/h il tempo è 1,66 volte, con 450 km/h è 1,33 volte.
In tutto dovremmo avere:
Terrier/SM-1ER:
Velocità aerei bersaglio----------------v. missile media > 20 km----- < 20 km -------- rateo v.aereo-missile > o < i 20 km di raggio
360 --------450 --------600 km/h (580 m/sec-- 670 m/sec 6,8:1; 5,65:1; 4,47:1 ------- 7,7:1; 6,36:1; 5:1 )
60-51----- 60-49 -----60-47 km
50-43 -----48-39 -----46-36
42-35 -----38-31 -----35-27
34-29 -----30-25 -----26-20
28-24 -----24-20 -----19-15
23-20 -----19-16 -----14-11
19-17 -----15-13 -----10-8
16-14 -----12-10 -----7-5
13-11----- 9-7,5
10-8,5 -----7-6
8-7
6-5 (?)
12 salve---10 salve--- 8 salve
Tartar:
360 --------450 --------600 km/h (450 m/sec -- 500 m/sec: 5,5:1; 4,6:1; 3,7:1 --- 6:1; 5:1; 3,9:1 )
32-26 ----- 32-25 ----- 32-23 km
25-20 ----- 24-19 ----- 22-17
19-16 ----- 18-14 ----- 16-12
15-12,5 ---14-11 ----- 11-8
12-10 ----- 10- 8 ----- 7-5
9-7 --------- 7-6 -------4-3
7-6 --------- 5-4
5-4 ---------3-2
3-2
9 salve--- 8 salve--- 6 salve
SM-1MR:
360 ---------450---------600 km/h (580 m/sec --- 670 m/sec: 6,8:1; 5,65:1; 4,47:1 --- 7,7:1; 6,36:1; 5:1 )
40-34 -----40-33 -----40-31 km
33-28 -----32-26 -----30-23
27-23 -----25-21 -----22-17
22-19 -----20-17 -----16-13
18-16 -----16-13 -----12-10
15-13 -----13-11 -----9-7
12-10 -----10-8 -----6-5
9-7,5 -----7-6 -----4-3
7-6 -----5-4
5-4
10 salve--- 9 salve--- 8 salve
Notare come i numeri non combaciano totalmente con quanto calcolato sopra, ma del resto sono solo approssimazioni.
Detto questo, il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge, come al solito.
In sostanza: contro un aereo a 360 km/h è possibile lanciare: 12 salve con i Terrier/SM-1ER; 10 salve con gli SM-1MR; 9 salve con i Tartar. Certamente questo non è tutto il potenziale missilistico della nave. L'aereo a 360 km/h potrebbe essere un velivolo mooolto lento, come un D3A. Peraltro, senza vantaggio del vento alle spalle (e nemmeno contro), forse annullato dal movimento della nave (max sui 50-60 km/h a correre alla massima velocità fuggendo dalla flotta aerea). E nemmeno senza la velocità in più della picchiata. Ecco perché mi convince fino ad un certo punto.
450 km/h: è possibile lanciargli 10 salve di Terrier/SM-1, oppure 9 di SM-1, oppure 8 di Tartar. Questo aereo potrebbe essere qualsiasi tipo, come un D3A con il vento alle spalle e/o in lieve picchiata. Sfruttare un massimo di 20 missili Terrier o 18 SM-1 o 16 Tartar, significa fare tra il 50, il 45 e il 40% dell'arsenale missilistico della nave. E' molto, ma non è moltissimo.
600 km/h: un aereo sicuramente veloce oppure con un vento in poppa mooolto forte e/o in lieve picchiata (500-1.000 m/min). Potrebbe essere uno Zero da caccia oppure cacciabombardiere, o un Judy, o un Peggy o altri tipi comunque sia, veloci. Contro di esso sarebbe possibile lanciare 8 salve con gli SM-1 o Terrier, oppure 6 salve con i Tartar. Come mai gli SM-1ER e MR comportano lo stesso numero di salve? Non è molto credibile, ma in definitiva si spiega con il fatto che la minore gittata minima dell'SM-1 (2,7 vs 5,5 km ufficiali) consente un'ulteriore salva. Quanto alla 1a, nel caso degli SM-1MR finisce a 31 km, nel caso degli SM-1ER/Terrier finisce a 47 km. Non è banale come le cose si evolvono in questo confronto: la differenza iniziale è di ben 20 km di gittata, però in pratica, alla 5a salva si arriva a lanciare da 19 km contro 13 (+6) e a tirare a segno da 15 km contro 10 (+5).
Se si vede tutta l'evoluzione si nota come nella prima salva la differenza iniziale/impatto è +20/+16; nella 2a è +16/+13; nella 3a è +13/+10; nella 4a è +10/+7 km, fino ad arrivare alla 5a con +6/+5. Strano, sì. Alla fine, avviene l'eguagliamento con un lancio da 4 km anziché fermarsi a 7 km. Penso che in questa ricostruzione un ruolo importante lo giochino i tempi morti tra una salva e l'altra: 1 km praticamente fisso, significa un pò per volta equalizzare le gittate. Ad ogni modo, penso che malgrado questo gli SM-1ER abbiano almeno una salva di vantaggio sugli SM-1MR, per cui darei d'ufficio 9 salve al Terrier/SM-1ER.
Ipotesi di lavoro con questi numeri e capacità
Tutto nasce dalla Kikosui N.1 del 6 aprile, 5 giorni dopo lo sbarco ad Okinawa.
200 kamikaze, 100 Zero e 40 Hayate di scorta, 40 (?) aerosiluranti B6N, quasi 400 aerei in tutto.
La battaglia deve essere per forza concentrata, almeno negli scenari più recenti. Voglio dire, questa massa di aerei, decollati da Kiushu, cercherà per forza di concentrare la sua massa di aerei d'attacco e dei caccia di scorta.
Scenario 1: 1955. 2 corazzate (forse già non più operative), 3 incrociatori leggeri, alcuni (7?) cacciatorpediniere.
Con un pugno di navi operative e nessun SAM all'epoca disponibile, non c'era molto da aggiungere. Di fatto erano disponibili sulla carta, le corazzate Doria e Duilio (probabilmente oramai già in riserva), gli incrociatori leggeri Abruzzi, Garibaldi, Montecuccoli, 2 caccia Soldati, 1 Maestrale, 2 ex-USN, più i due conduttori San Giorgio e San Marco. Totale, circa 12 navi, un drammatico crollo rispetto al 1940, quando i soli cacciatorpediniere erano circa 60 e gli incrociatori 19.
Cosa potevano mai fare gli incrociatori superstiti, i due supercaccia, e vari cacciatorpediniere? Affondare, direi. Le due corazzate, ammesso che fossero ancora utilizzabili (radiate l'anno dopo), non avrebbero avuto vita facile. Avessero incontrato una tale flotta, direi che almeno il 50% dei kamikaze sarebbe riuscito a passare la contraerea e a centrare le navi, quindi 100 kamikaze contro 10 navi o qualcosa del genere. Per quelle più 'dure' c'erano poi una quarantina di siluranti. Un paio di siluri a segno avrebbero a quel punto sistemato qualsiasi superstite, anche le due Doria, che come si vide a Taranto, non erano poi così efficaci nel sopravvivere ai siluri. Immaginarsi una Doria, anzi il Doria, che viene prima centrato da 10 kamikaze (o bombe: a che serve sacrificarsi per un nemico così scarso?) e poi silurato almeno 2 volte. In mare aperto, questo sarebbe sufficiente per affondarlo, specie considerando anche i near miss. Senza alcuna scorta aerea in aria, sarebbe stato facile per gli aerei giapponesi prendere le misure, la mira e attaccare volando ad appena 10 km di distanza dalle navi. Niente caccia, niente SAM, niente proprio.
Scenario 2: 1965
Totale navi principali: 7+. (2 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m, 2 caccia l.m. 2 caccia, 2 caccia ex americani)
Qui la situazione è diversa, perché esistono diverse navi con missili SAM e medio e lungo raggio, addirittura 2+3 = 5 unità, con oltre 200 missili disponibili. Questo è un grosso problema, ma quanto grosso? Nel 1965 i missili SAM sarebbero stati efficaci contro bersagli a bassissima quota? Mmmmh, forse i Tartar, ma per 2-3 salve al massimo. Stranamente, la loro quota minima era data a 15 metri mentre quella dei Terrier a 152. Questo discorso della quota minima è comunque sia superato, leggendo meglio: infatti, il problema è nel sistema di guida. Per quel che riguarda lo scenario 1965, abbiamo così 2 notizie, una buona e una cattiva, a seconda di come le si guarda. Da un lato, la quota operativa del Terrier potrebbe essere molto minore di quella prevista: i primi Terrier addirittura erano sui 1.520 metri (e 18 km di raggio), perché essenzialmente, avevano una guida su fascio radar. Questa fu presumibilmente perfezionata e il modello D era arrivato sia a raddoppiare la gittata a 20 NM o 37 km, sia a ridurre a 1/10 la quota minima, a 152 metri. Però poi, nel modello E è stata introdotta la guida semi-attiva che ha migliorato molto la guida a bassa quota; considerando che il Tartar aveva questo sistema e ingaggiava bersagli a 15 metri, e che l'SM-1ER era previsto per 45 metri, è facile che anche il Terrier versione E e F aveva simili miglioramenti, e la quota minima era limitata solo forse, dalla spoletta a maggior raggio d'azione. Quindi il modello E è stato sia migliore del previsto come capacità di ingaggio a bassa quota (di quanto non si sa, ma presumibilmente sotto i 100 metri di sicuro, forse sui 50); e con un minor raggio d'azione, solo 37 km, quindi inferiore a quello dell'SM-1MR RIM-66B/E. Quanto ai Terrier avanzati, dopo i 200 consegnati per i primi tre incrociatori ne arrivarono altri 60 per il Veneto. Non c'é traccia di ASROC, ad ogni modo, ma è chiaro che non tutto l'armamento scambiato lo trovi nel database del SIPRI, onestamente non so se i 20 ASROC disponibili fossero o meno imbarcati sulla nave, o se erano sostituiti da SAM, o semplicemente lasciati vuoti. Boh.
Comunque, i primi 200 erano RIM-2E, e solo gli ultimi 60 erano RIM-2F, chiaramente solo per il Veneto visto che non bastavano per le altre due navi.
I cannoni da 76 sarebbero stati dei temibili ostacoli, ma anche qui, un'attacco di saturazione avrebbe fatto comunque poca fatica a passare delle difese così ridotte.
Ipotizzando che queste navi fossero tutte insieme, dunque, avremmo i 3 incrociatori al centro, due caccia lanciamissili e 4 caccia artigliereschi ai loro lati. Non sono molti, no. Ma quel che basta, presumo, per fare una discreta resistenza.
Ipotizzando una serie di ingaggi come visto sopra, sarebbe stata dura avvicinarsi, ma le perdite non spaventavano più di tanto i giapponesi, beninteso loro avrebbero dovuto sapere in anticipo che razza di minacce affrontavano, cosa plausibile, visto che un minimo di intelligence ce l'avranno avuta (incontri precedenti, intercettazioni messaggi ecc ecc).
Per le navi del 1965, per esempio, direi che si potrebbe fare così:
Arrivano 100 Zero e 40 Hayate e si dirigono a tutta forza verso le navi italiane. All'epoca queste avevano solo i RIM-2E Terrier con gittata di circa 37 km massimo (che però a media quota potrebbero essere tra 30 e 32), e i Tartar (gittata sui 32 km, forse sui 30 a quote più basse).
I caccia giapponesi arrivano sugli 8.000 m, vento di spalle, iniziano l'attacco e scendono lievemente di quota per forzare ancora di più la velocità.
Le navi italiane lanciano probabilmente una serie di salve di missili, che per i Terrier sono forse sui 10 esemplari: a 30+ km (incrocio con fattore 3:1 = 25 km); a 24 km (=18 km); a 17 km (fattore 4:1 = 14 km); a 13 km ( = 10 km); a 9 km (= 7 km). Resta in opzione un ulteriore lancio, il 6o, ma non è facile anche perché in realtà i lanci sono soltanto uno ogni 30 secondi (sia pure binato), per cui 30+ km OK, 24 km OK, 17 km OK; ma poi dopo 30 sec i target sono a 12 km (altro lancio); dopo altri 30 secondi sono a 7 km (altro lancio) e dopo altri 30 secondi sarebbero a 2 km!!!
Quindi i lanci sarebbero a 30+ km; a 24 km; a 17 km; a 12 km; a 7 km = salve N.5 = 10 lanci.
I Tartar non sarebbero molto diversi, penso, solo che hanno rampe singole da 6 RPM anziché 4. Se fanno effettivamente 5 RPM come tiro sostenuto, allora un aereo a 600 km/h potrà fare 2 km.
Quindi i lanci sarebbero sui 30 km; poi 21-20 km ( a 2,5:1); poi 16-15 km (a 3:1); poi 10-9 km; poi 7-6 km; poi 4-3 km; poi dubito che vi sia tempo per un altro lancio = 6 salve (doppie).
Quindi i lanci sarebbero sui 10 per ciascun Terrier = 30 lanci; e 7 per ciascun Tartar = 14 lanci = circa 45 lanci. Il rateo di colpi a segno, con questi missili, contro caccia manovranti, sarà stato al massimo del 50% a mio avviso, specie per i tiri più distanti dove i missili arrivano con il minimo di energia. In tutto distruggerebbero sui 20-24 caccia nemici.
La marmaglia per il resto si precipiterebbe sulle navi. Quali? I tre incrociatori (incluso il Garibaldi); i due caccia missilistici (Impavido); secondariamente, anche i due caccia conduttori S.Giorgio e i due caccia Impetuoso, totale circa 9 navi (escludendo altre vecchie unità, ma all'epoca poco operative, della II GM, come i 2 caccia americani di vecchio tipo. Ma questi ultimi non li includo nella flotta principale, erano già obsoleti e non ricostruiti in maniera apprezzabile. Quindi: 3 incrociatori l.m./p.e. 2 caccia l.m, 2 caccia conduttori (uno dei quali, il San Giorgio, appena trasformato in nave scuola ma ancora armato discretamente), e 2 caccia. Totale: 9 navi circa di cui 5 missilistiche.
I circa 120 caccia si buttano contro le 9 navi e le mitragliano selvaggiamente, prendendo tutta l'attenzione della flotta nemica. Poi arrivano i 100 kamikaze che attaccano da alta quota.
Ogni nave italiana riesce ad abbatterne tra 0 e 6 target, a seconda di quanto sono impegnate dai caccia nemici e di quanto sono state danneggiate dai mitragliamenti.
La potenza degli attaccanti comunque è considerevole: 4 a testa sui tre incrociatori, dopo tutto sono una dozzina per ciascuno; un numero simile anche per i caccia. La distruzione è talmente elevata che i 100 kamikaze arrivanti a bassa quota si limitano per lo più a sganciare bombe visto che non vale la pena sacrificarsi per navi già duramente colpite, anche se una ventina vengono abbattuti oppure riescono a fare l'attacco kamikaze. In ogni caso, poi arrivano i 40 aerosiluranti.
Il Doria affonda dopo essere stato centrato da 4 kamikaze, 4 bombe e 2 siluri. Il Duilio e il Garibaldi vengono devastati entrambi, il primo da 4 kamikaze, il secondo da 6, però vengono anche colpiti entrambi da bombe, 3 a testa. Il Duilio viene anche centrato da un siluro, il Garibaldi invece si vede sotto tiro dai siluranti in maniera particolarmente massiccia, tanto che viene colpito due volte. Alla fine si decide di abbandonare queste navi, e di ritirarsi con quel che resta. Quel che resta è uno dei due caccia Impetuoso, pure colpito da un kamikaze ma che è miracolosamente riuscito a non farsi attaccare dalle ondate successive (solo una mezza dozzina lo hanno assalito e gli altri sono stati abbattuti o evitari e uno dei San Giorgio, centrato da un siluro e da 3 kamikaze, ma ancora capace di navigare, mentre il suo compare è stato distrutto da 2 kamikaze che gli hanno fatto detonare un deposito di munizioni e poi finito da 2 bombe da 250 kg da parte dei kamikaze volanti a bassa quota.
Praticamente è una flotta annientata pressoché totalmente, 7 navi affondate e 2 gravemente danneggiate sulle 9 principali.
Flotta sconfitta. Andiamo avanti.
Dura, ma fattibile. Come il Negus ad Adua.
Scenario 3: 1975. Totale navi principali: 11-14: 3 incrociatori p.e. 1 incrociatore l.m. in disarmo, 4 caccia l.m., 2 caccia, 2 fregate ASW, 2 caccia ex americani.
Seriamente, il Garibaldi non dovrebbe essere conteggiato essendo comunque in disarmo e in ignote ma certo non brillanti condizioni di operatività, oltre a non avere più un equipaggio. Quindi restano 3 incrociatori p.e./l.m. 4 caccia l.m. 2 fregate ASW e 2 vecchi caccia ammerrigani. Sono 11 navi.
Non è molto diverso che da prima. Le navi missilistiche a lungo raggio sono sempre tre, ma stavolta c'é il Veneto al posto del Garibaldi, e ha i RIM-2F a gittata maggiorata. La flotta si è arricchita comunque sia, dei due Audace, con i missili SM-1ER. Dei due Impavido, peraltro, non ci sono sufficienti informazioni: il capoclasse fu modernizzato nel 1974-75 con gli SM-1MR, ma il secondo li ebbe solo nel 1976-77. Quindi nel migliore dei casi c'era un caccia non modernizzato, sennò ce n'era uno non modernizzato e uno ai lavori, quindi indisponibile.
Detto questo, la potenza di fuoco è senz'altro migliore, ma quanto migliore? In pratica, la difesa del Veneto non è migliore di quella del Garibaldi: un Terrier (all'epoca non c'erano ancora gli SM-1ER) sia pure con missili di maggiore gittata, 8 cannoni MMI da 76 mm, scelti dal 1958 in poi come difesa ravvicinata minima per le navi italiane, e nient'altro, contro 4 cannoni da 135 mm automatici (120 c.min complessivi) e per l'appunto, sempre 8 cannoni MMI. Inoltre il Veneto non era corazzato.
Alla fine, abbiamo un potente armamento antiaereo, ma i kamikaze andranno comunque oltre, più o meno come visto sopra. Dovranno solo faticare un pò di più contro i due Audace e verranno ingaggiati con qualche salva missilistica in più a lungo raggio, da parte del Veneto. Gli Audace? Sarebbero certo migliori, avendo 2 cannoni da 127 di maggiore cadenza di tiro, e così per i 4 da 76. Però le linee di mira sono sempre 3 e per loro non sarà facile comunque fare qualche risultato significativamente migliore. Magari, anziché 3-4 aerei abbattuti in picchiata, ne distruggeranno 6. Ma questo è davvero significativo? Ricordo che essi non avevano ancora il SADOC o quanto meno, una vera COC, e questo significa che non potevano incrociare appieno i loro sensori né operare in efficaci reti di difesa tramite datalink (almeno così ho inteso). Non è un problema da poco per una nave per la difesa aerea.
Azione tipica contro gli Audace (ancora con i Tartar): Prima lancia i suoi missili con circa 6 salve di coppia e abbatte 7 caccia nemici. Gli ultimi 2 fanno parte di una ventina che si è gettata proprio contro di esso, identificandolo giustamente come una minaccia molto seria. Ne spiattella altri 4 con i 2 cannoni da 127 di prua e 2 di lato da 76, ma non riesce ad impedire ad una decina di questi caccia di mitragliarlo, tanto che uno dei radar di tiro non funziona più, così come altre attrezzature, dopo l'azione di questi aerei. Il radar è quello critico, l'RTN-10X che controlla i cannoni di prua. Grosso guaio, a causa di almeno 300 colpi messi a segno da una decina di caccia giapponesi, spesso calibro 20 mm esplosivi.
Poi arrivano i cacciabombardieri kamikaze: sono una decina e attaccano la nave direttamente. Questa non s'é nemmeno riavuta dall'azione dei caccia nemici, che subisce un ulteriore attacco da parte dei kamikaze. Questi, scesi senza problemi grazie all'impegno dato dai caccia di scorta contro i SAM delle navi, si appressano all'Audace che mette fuori gioco 4 aerei con i cannoni da 76 mm, ma il problema è che se ne stanno avvicinando circa 10. Una mezza dozzina passa, e di questi 3 centrano la nave e uno fa un near miss.
ORA, il problema è cosa centrare in un Audace senza fargli fare il botto: prua nave: 2 riservette e un deposito munizioni da 127 mm; sovrastruttura anteriore: niente, ma è la plancia di comando più metà radar; centro nave: 4 riservette da 76, deposito (?) da 76, caldaie ad altissima pressione; sovrastruttura poppiera: anteriormente, i radar rimanenti; posteriormente: hangar con 2 elicotteri riforniti e presumibilmente armati, deposito missili Mk 13 per Tartar/SM-1, siluri e altre armi leggere sotto di esso per elicotteri e nave; ponte poppiero di volo: a parte il ponte di per sé, i siluri pesanti da 533 mm dovrebbero essere lì sotto (assieme alla macchina timone...).
Dove piazzare 100-200 kg di TNT senza fare danni 'molto seri'? Se lo sono chiesto quando hanno progettato queste navi? O l'importante era non essere mai colpiti?
Adesso, due colpi in pieno centrano, con gli Zero, la plancia e la parte centrale della nave. Radar quasi tutti KO, incendio centrale, riservette almeno 2 cannoni da 76 esplose. Un terzo kamikaze , probabilmente un Judy con bomba da 500 o 800 kg, colpisce la zona poppiera della sovrastruttura posteriore: esplodono i missili rimasti, siluri leggeri, cariche di profondità eventualmente ancora portate per gli elicotteri così come missili aria-terra, e infine i siluri pesanti.
Nave praticamente distrutta!
Se la cosa non è ancora sufficiente, arriva a fare la pulizia finale un B6N che colpisce l'Audace con un siluro a centro nave. La nave, già devastata internamente e in fiamme, imbarca una quantità di acqua enorme, e in pochi minuti si inclina e rischia di affondare, con l'apparato motore del tutto fuori uso. La poppa è saltata per aria al contempo per i siluri pesanti.
Il relitto della nave, ancora a galla stentatamente e in fiamme, viene abbandonato dai superstiti circa 10 minuti dopo, essendo manifestamente impossibile salvarlo, sopratutto in condizioni come quelle che si sono verificate, per non parlare della devastazione che ha subito tra la plancia e la zona poppiera. Praticamente solo la prua è ancora indenne!
Finita qui? No, il conteggio finale dice che l'Audace ha ottenuto complessivamente 11 abbattimenti di caccia e 4 di kamikaze, mentre altri 8 si sono dovuti sacrificare per colpirlo (3 a segno effettivo). Totalmente si è portato dietro conseguentemente, circa 23 aerei nemici. Tanti, ma loro se lo possono permettere.
Infatti, oltre 2.500 aerei kamikaze vennero inviati in azione e la gran parte di essi proprio ai tempi di Okinawa. Avrebbero potuto affondare ben più della flotta italiana. Da non sottovalutare l'effetto che ha
E il Veneto, la new entry? Questa nave si è subito trovata suo malgrado, nel mezzo della mischia. Ha trovato una formazione dietro l'altra disposta a farla fuori. Ha aperto però il fuoco con le sue armi antiaeree con il lancio di circa 60 km, lanciando una prima salva che va a segno a circa 45 km, la seconda arriva a segno circa a 35 km, la 3a a 27 km, la 4a a 21 km, la 5a a 16 km, la 6a a 11 km, la 7a a circa 7 km, l'8a a circa 5 km. Sono tanti missili del tipo più recente: RIM-2F (Terrier ultima generazione). Abbattono circa 8 caccia nemici.
Poi però altri 10 si gettano contro di esso, cercando di attaccarlo e di impegnarlo. In realtà ci riescono già, perché gli hanno fatto da scudo a protezione della massa di kamikaze in arrivo.
Il risultato è che i missili Terrier non hanno potuto fare molto contro di essi, mentre si sono impegnati al massimo contro i caccia in arrivo, del resto indistinguibili e comunque pericolosi. Questi si sono avvicinati al punto da centrare la nave italiana con le raffiche di almeno 3 di essi, ma il tiro di almeno 4-5 cannoni degli 8 da 76 mm, con 3 FCS, ha abbattuto a sua volta diversi attaccanti, probabilmente 6 in tutto, con dozzine di proiettili tirati.
Poi arrivano le brutte notizie per davvero. I kamikaze giungono sul cielo della nave ed è troppo tardi anche per inquadrarli con i Terrier.
Il tiro dei cannoni impegna anche questi velivoli ma ne abbatte soltanto 4, però uno di essi si schianta contro la nave ugualmente, anche se è in fiamme! Inoltre, altri 2 centrano l'incrociatore e uno fa un near miss importante. Altri falliscono o scappano, non è chiaro.
Il Veneto subisce incendi drastici alla sovrastruttura posteriore e all'hangar, nonché altri danni sparsi. Quasi tutti i kamikaze erano Judy o comunque aerei pesanti e veloci, ben armati e per questo mandati a colpire il bersaglio più grosso.
Danneggiato gravemente e in fiamme, finisce poi sotto la mira anche dei kamikaze che stanno arrivando da bassa quota. Ce ne sono circa 12, e non può quasi difendersi, utilizzando soltanto 2 cannoni da 76 mm e non è nemmeno chiaro se con fuoco locale o meno. Ad ogni modo, abbattono sicuramente due dei kamikaze e altri 2 vengono distrutti dal tiro di una nave vicina, forse una Alpino. Però gli altri 8 proseguono e centrano quasi tutti la nave: sicuramente 6 la centrano, due sulle sovrastrutture, uno sul ponte e due sui fianchi. Questi kamikaze sono leggeri e portano 250 kg di bombe, ma nondimeno l'effetto comulativo che causano è enorme.
Le navi moderne, va notato, sono molto vulnerabili a questo tipo di danni. Anzitutto oltre alle bombe c'é il carburante e questo significa che l'effetto è esplosivo-incendiario. Poi le navi sono piene di elettronica, e di materiali spesso tutt'altro che ignifughi rispetto a quelle della II GM. Inoltre le sovrastrutture sono spesso in alluminio, non resistente alle fiamme e addirittura infiammabile esso stesso (è il caso delle Maestrale, ma non delle Lupo che comunque avevano spessori in acciaio di tipo 'automobilistico', quindi davvero esigui come resistenza meccanica e balistica).
E le navi moderne, senza sistemi elettronici ed elettrici efficienti, sono praticamente imbelli a tutti i livelli.
Danneggiato e in fiamme, essendo la nave ammiraglia, il Veneto si attira le 'simpatie' anche di altri incursori. Un paio di kamikaze di un'altra formazione sganciano le bombe senza schiantarsi, e uno di essi la centra con l'ordigno da 250 kg, che penetra nell'ultimo locale caldaie ancora efficiente esplodendo.
Poi arrivano, contro la nave immobilizzata, i siluranti: i B6N centrano la nave con 2 siluri sul fianco destro. Oramai anche per la nave ammiraglia è andata: presa in pieno da così tanti attaccanti, è costretta all'abbandono da parte dell'equipaggio. In tutto ha abbattuto 8 caccia con i missili e 6 con i cannoni, poi altri 4 kamikaze e infine altri 2, totalizzando ben 20 kill. Più ben 24 kamikaze a vario titolo implicati nell'azione contro di essa, se si considera tutto solo gli attacchi diretti hanno visto circa 35 aerei coinvolti, praticamente il 10% del totale senza considerare gli aerei abbattuti dal tiro dei missili SAM a più lungo raggio. Però ci sta, è l'ammiraglia e di navi effettivamente utilizzabili ce ne sono poche.
Dal canto suo, questa descrizione è meno valida dopo il 1984, quando il Veneto ha anche modi di poter sparare con almeno 2 dei Dardo e con gli SM-1ER. Però anche così, difficilmente potrebbe fermare tutti gli attaccanti e anche se inizialmente soltanto un kamikaze andasse a segno in picchiata, e altri 2 orizzontali, sarebbero già grossi danni, che probabilmente consentirebbero anche ai siluranti di mettere a segno almeno 1 o 2 siluri. Per cui i danni non sarebbero così diversi, ma certo la difesa sarebbe un pò meglio.
Scenario 4: 1985. Totale navi principali: 3 incrociatori p.e. 4 caccia l.m. 10 fregate l.m. 2 fregate ASW = 19
Totale l.m. SAM: 3 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 10 a corto raggio = 17
Qui la situazione è complicata dall'arrivo in squadra di ben 10 fregate missilistiche tipo Lupo e Maestrale, dall'ammodernamento dei due Impavido e di quello del Veneto. Ma basterà? Nemmeno così è agevole pensarlo.
La flotta, quando vista come 'monolitica', avrebbe una potenza enorme. Potrebbe per la prima volta schierare una vera serie di unità di difesa e ai giapponesi va anche bene che le ultime due Maestrale e il Garibaldi (quello nuovo) non erano ancora stati consegnati (le due Maestrale addirittura per un mese appena) alla marina italiana. Gli Audace non erano stati ancora ammodernati con SR, Albatros e COC. Gli Impavido erano vecchiotti (circa 20 anni, circa 10 dall'ultimo upgrade e circa 6 dalla messa fuori servizio), i De la Penne ancora lontanissimi.
Bon, a questo punto vediamo come poteva andare. Schieriamo le navi in maniera del tutto convenzionale: i tre incrociatori al centro, i 4 caccia a lato a circa 3 km di distanza dal centro (?), e le 10 fregate, con le Lupo a chiudere, come cerchio esterno, circa 10 km oltre.
Questa formazione, elicotteri a parte, non ha copertura aerea e quindi è vulnerabile ai caccia nemici. Questi arrivano in 140, sono tantissimi, tanto da saturare con la loro sola presenza gli schermi radar delle fregate (almeno così immagino), e sono seguiti dai 200 kamikaze. Di questi, circa 100, quelli con le migliori prestazioni, volano in quota veloci (sui 500 km/h considerando anche vento e/o leggera picchiata), mentre gli altri attaccano a volo radente a pochi metri di quota. I siluranti seguono, sempre radenti.
Lanci di missili: SM-1ER da parte dei tre incrociatori (sebbene sia abbastanza incerto se i Doria avessero gli SM-1MR, ER o i Terrier, diciamo SM-1ER con la modernizzazione fine anni '70-inizio anni '80) da circa 60 km; seguono i lanci di SM-1MR da parte dei 4 caccia da circa 40 km. Questi lanci sono complessivamente micidiali, i più micidiali della storia della MMI, ma è anche vero che non ci sono caccia di protezione sulla flotta.
Circa una mezza dozzina di aerei viene abbattuta da ciascuna nave in media. Avvicinandosi, anche le navi italiane tipo fregata aprono il tiro con Aspide e/o Sea Sparrow, ma data la quota ancora elevata, sui 5-6 km, non ottengono molto, diciamo un'altra decina di aerei abbattuti. Poi gli altri scendono in picchiata per mitragliare le navi, specie le fregate d'avanguardia, subendo altre perdite da cannoni e missili.
A quel punto arrivano i circa 100 kamikaze, suddivisi più o meno in formazioni di 12, quindi 8, attaccano altrettante navi. 2-3 kamikaze vanno così a segno su ciascuna di esse, malgrado che diversi vengano abbattuti. Già questo è sufficiente per sconfiggere la flotta, che si troverebbe 8 navi su 19 fuori uso in una sola azione. Queste sarebbero presumibilmente: le 4 fregate in avanti, due caccia (Audace?), in avanti, e due degli incrociatori, forse i due Doria, che sono meno armati del Veneto.
La vittoria è già sicura, perché la flotta è fatalmente indebolita da una perdita così catastrofica e dovrebbe ritirarsi, visto che il nemico non ha certo finito 'le munizioni'. A quel punto, arrivano comunque circa 100 kamikaze in volo radente che si schiantano contro le navi sia danneggiate, che ancora operative. Chiaramente sono bersagli facili a breve raggio, ma vengono in numeri enormi! Così centrano ripetutamente anche il Veneto, bersaglio principale, gli ultimi due caccia e almeno altre 3 fregate.
Alla fine, soltanto 5 fregate restano indenni da simile azione distruttiva, e la flotta deve ritirarsi di sicuro. L'invasione è senza più copertura e quindi non può che fallire.
Azione tipica contro una Maestrale: attaccata da una dozzina di kamikaze veloci, apre il tiro contro di essi abbattendone due con gli Aspide, 1 con il cannone e due con i Dardo (al massimo, anziché 6 potrebbero essere 8, ma proprio al limite del possibile...). Però 2 o 3 kamikaze tipo Zero la beccano ugualmente in pieno. Velocità d'impatto: tra 540 e 720 km/h (150-200 m/sec), angolo tra 40 e 60°, tipicamente 600-650 km/h e 50-55°. Uno distrugge l'hangar, un altro la sovrastruttura anteriore e l'ultimo si schianta contro il fianco anteriore (se ne sopravvivono solo 4 è plausibile che solo due andranno a segno, eventualmente l'optional è quello della plancia). Quest'ultimo colpo si dimostra molto serio: infatti la bomba esplode dentro la nave e raggiunge il deposito missili Aspide, causando una serie di detonazioni e incendiando la nave da prua a poppa. L'eventuale impatto contro l'hangar poppiero potrebbe a sua volta, con l'ordigno HE da 250 kg che arriva fino al ponte principale, distruggere il deposito siluri leggeri (sotto l'hangar) e da lì propagarsi a quello delle armi pesanti sotto il ponte di volo, che se esplodono distruggeranno tutta la zona poppiera dell'unità. Al contempo, se è la plancia ad essere colpita, a quel punto la bomba arriva sotto il ponte di coperta ed esplodendo, distrugge sia la COC che fa detonare uno dei due Dardo, quello più vicino, che ha ancora tutta (se è quello del lato opposto) o quasi (se è quello del lato che spara agli incursori) la sua poderosa dotazione di proiettili, ben 736 da 40 mm, ovvero circa 2.000+ kg di munizioni!!! E praticamente tutte sotto il ponte (di castello).
Un'altra Maestrale non è stata invece attaccata dai kamikaze 'alti e veloci' ma viene affrontata da quelli 'bassi e lenti'. Sono aerei tipo Ki-51 e simili. Si avvicinano in massa, volando sui 6-10 metri a circa 360 km/h a far tanto (probabilmente avvantaggiati dal vento a favore e/o dall'avvicinamento della Maestrale, che non può volgere la poppa al nemico altrimenti non può ingaggiarlo).
La velocità di avvicinamento sembra poca, ma loro sono in tanti! La Maestrale inizia a sparargli contro con gli Aspide da circa 10 km di distanza. La serie di Aspide viene lanciata con il radar RTN-30X e ottiene una serie di centri. Prima un lancio N1 da 10 km arriva a segno attorno a 8 km di distanza; poi parte un secondo missile (N2) a 7,5 km di distanza dal target, che dopo circa 15 secondi raggiunge il target a 6,2 km. A quel punto parte un terzo missile (N3) a circa 5,5 km per poi attaccare un bersaglio a circa 4,5 km: però stavolta fallisce esplodendo anticipatamente contro quest'aereo in volo radente al mare. Il sistema lancia un altro missile (N4) da circa 3,2 km ma non contro lo stesso bersaglio, che nel frattempo ha virato un pò all'infuori, ma contro un altro che si è avvicinato a sua volta. Questo missile colpisce il bersaglio a circa 2,5 km. Un ultimo lancio (N5) avviene contro un altro bersaglio che si trova a circa 2 km di distanza. Dato che oramai siamo agli sgoccioli, ne vengono lanciati due, tanto poco può fare come differenza oramai, infatti i 750 metri di raggio minimo sono molto nominali. L'ultimo target viene centrato attorno ai 1.500 metri, ma poi non c'é più modo di eseguire un altro lancio utile. Probabilmente un'altra coppia di Aspide era stata tirata anche per il 3o abbattimento a 2,5 km. L'ultimo Aspide eventualmente presente ancora è forse lanciato in un estremo tentativo ma è sotto i 1.000 metri e il missile serve solo a spaventare un pò l'avversario (e magari mandarne qualcuno fuori bersaglio), perché non fa in tempo nemmeno ad attivarsi. Secondo un'altra teoria, invece, il missile in questione è stato lanciato da oltre i 10 km di raggio ma esplode anticipatamente prima di raggiungere un bersaglio a quote molto basse, sui 11-12 km di distanza.
Nel mentre, le altre armi iniziano a sparare, iniziando con il Compatto da 127 mm. Utilizzando solo il sistema optronico, spara comunque con precisione da circa 7.000 m. Ma non è così semplice come sembra. Dopo circa 20 secondi, un proiettile distrugge un aereo a circa 5 km di distanza, è il 7o sparato in tutto, ma siccome la nave sta sparando comunque in maniera continuativa contro quel target finché non viene distrutto, continua il tiro finché non lo vede distrutto (come è logico), il che significa che tira altri 5 colpi prima di smettere contro questo target oramai fantasma. A quel punto continua a sparare contro un altro target a circa 4,8 km di distanza, mentre gli ultimi proiettili sono ancora in volo verso il primo di essi. Ma il primo colpo manca di poco il bersaglio (arrivato a circa 4 km) e questo si allarma a sufficienza da luogo ad una cabrata con virata a destra, evitando una serie di tre colpi molto a segno. Poi il bersaglio viene ulteriormente inquadrato ma avendo capito di essere sotto tiro, esegue una manvora evasiva da manuale, per poi piombare ancora verso la nave, dopo che almeno 10 colpi sono andati a vuoto dopo i primi 6 già sparati contro l'aereo, che semplicemente è tanto abile da impedire, da circa 4 km, di essere inquadrato persino con le spolette VT, del resto tra una cannonata e l'altra può fare fino a 150 metri e cambiare rotta, quota e direzione, pare addirittura che abbia fatto un looping con virata incorporata da 180. A quel punto la nave cambia bersaglio: la mandria sta arrivando a passo spedito, e avere fatto perdere tempo alla punteria è già un successo, per giunta sono stati già sparati circa 28 colpi, dei 66 pronti (ma rifornibili in azione, anche se certo non alla cadenza di tiro tipica dell'ingaggio aereo!). Questo mentre il cannone comincia anche a riscaldarsi seriamente. La sequenza d'ingaggio continua contro un altro aereo in avvicinamento, che viene stracciato da una serie di colpi a segno sparati a partire da 2 km (perché 16 colpi x 1,5 = 24 sec = sui 2.400 metri di distanza percorsi dagli altri aerei, più circa 4 secondi di cambio bersaglio?)
A quel punto il cannone ricomincia il tiro contro uno dei tanti bersagli, abbattendolo peraltro con pochi colpi, data la distanza oramai molto breve. Ne bastano 4 per la precisione, ma intanto la distanza è scesa già a circa 1.500 metri scarsi e il cannone ha tirato altri 4 colpi alla volta dell'aereo. L'ultimo target viene abbattuto mentre è a circa 900 metri, mentre sta salendo per poi rollare giù e abbattersi sulla nave, con 3 proiettili. Il cannone spara ancora un paio di colpi contro un altro aereo, ma non riesce a tracciarlo bene per via del movimento angolare che ha raggiunto e fallisce così l'ultima chance. In tutto ha tirato 12 colpi contro il 1o target, ben 16 contro il 2o senza successo, altri 8 contro il secondo bersaglio abbattuto, infine altri 3 contro il terzo e un paio contro il quarto (senza successo). Circa 41 colpi, nemmeno tutti quelli disponibili all'inizio, in un tempo che non è stato superiore ai 100 secondi (circa 1 minuto e mezzo quindi circa 25-28 colpi al minuto).
L'ultimo sistema ad entrare in azione è il Dardo di sinistra, che apre il tiro da circa 4.000 metri contro uno degli aerei. Lo colpisce ripetutamente, poi questo sale un pò di quota ma lo segue inesorabile, alla fine lo abbatte in fiamme a 2.000 metri. Poi apre il tiro contro un altro bersaglio e gli spara da circa 1.800 metri e continua finché questo non sale anch'esso di quota per eseguire un attacco finale, ma viene centrato dai proiettili e alla fine abbattuto in fiamme a circa 1.000 metri di distanza. Poi ingaggia un ulteriore velivolo e riesce a centrarlo spezzandogli un'ala, tanto da colpirlo a 500 metri e farlo precipitare a 300.
Quindi, in tutto:
-10 km: inizio tiro con l'Aspide.
-8 km: 1o abbattimento con Aspide (1)
-7 km: inizio tiro con il 127
-6,2 km: 2o abbattimento con l'Aspide (2)
-5 km: 1o abbattimento con il 127 (3)
-4,5 km: ingaggio fallito con l'Aspide
-4 km: inizio tiro con il 40 mm.
-2,5 km: 3o abbattimento con l'Aspide (4)
-2 km: 1o abbattimento con il Dardo (5)
-1,5 km: 2o abbattimento con il 127 (6)
-1,5 km: 4o abbattimento con l'Aspide (7)
-1 km: 2o abbattimento con il Dardo (8)
-0,9 km: 3o abbattimento con il 127 (9)
-0,3 km: 3o abbattimento con il Dardo (10)
Un diavolo di fregata, non c'é che dire. E con le Lupo sarebbe più o meno lo stesso.
In tutto vengono abbattuti sui 10 aerei nemici, che sono davvero tanti, specialmente entro i 4 km, quando ne vengono distrutti 7 tra 2.500 e 500 metri.
A quel punto la fregata è sopraffatta dal numero: ci sono almeno 18 attaccanti, e 8 di essi sono oramai a ridosso della Maestrale: viene centrata da 4 di essi sulle sovrastrutture e sullo scafo, finendo fuori uso. Ma quanta fatica.
Basicamente ci sono 200 kamikaze e con questo numero, ripartiti a metà, è possibile mettere KO una fregata per ciascuna di 8 formazioni da alta qutoa, e una per ciascuna di 5 formazioni da bassa quota, totale circa 12-13 navi, senza considerare ovviamente gli effetti del mitragliamento da parte dei caccia nemici che potrebbe significativamente indebolire la difesa di una fregata, per esempio mettendo KO un lanciamissili, o una torretta, o un radar di tiro, specie l'RTN-30X che comanda i missili Aspide delle Maestrale.
Audace e De la Penne sarebbero anche più duri da rodere, un paio di abbattimenti extra con i cannoni SR sono preventivabili, anche escludendo totalmente l'uso dei missili SM-1. Non c'é dubbio che l'unico modo esistente è saturarne le difese, e del resto il numero degli attaccanti ben si presta a questa modalità di combattimento.
Scenario 5: 1995.
Totale navi principali: 2 incrociatori p.e. 4 caccia l.m., 14 fregate l.m. 8 corvette l.m. (ma non sono unità di squadra) = 20-28
Totale l.m. SAM: 1 a lungo raggio, 4 a medio raggio, 20+8 a corto raggio = 25-33.
Mentre la flotta d'appoggio è impegnata con gli sbarchi, la flotta principale naviga per i fatti suoi al largo.
Vengono sotto i velivoli giapponesi come visto sopra. I loro bersagli sono soltanto 18 (soltanto...): il Garibaldi, il Veneto, i 4 caccia tra Audace e De la Penne, più 4 Lupo e 8 Maestrale, sempre schierati in cerchi concentrici. La novità, oltre al Garibaldi (però al posto di due Doria), ai due De la Penne e le ultime due Maestrale, è data dalla modernizzazione dei due Audace, ma sopratutto dalla presenza degli Harrier.
Ma gli Harrier sono pochissimi: erano stati consegnati tutti entro la fine del 1997, ma di questi 18 esemplari, solo i due biposto (1991) e poi tre monoposto (1994) erano disponibili nella primavera del 1995. I rimanenti 13 aerei, assemblati in Italia, giunsero soltanto dal novembre 1995 in poi. Quindi, anche se normalmente il Garibaldi porta 6 o 8 Harrier, assieme ad un simile numero di elicotteri, in realtà qui avrebbe dovuto accontentarsi di non più di cinque (una mano basta...), di cui oltretutto due senza radar.
Come se non bastasse, ancora non c'erano gli AMRAAM! Quindi solo 2 AIM-9 e cannone, non molto.
Stando in azione da una settimana circa, questi velivoli non sarebbero stati tutti disponibili: direi che 4 sarebbero più ragionevoli, nel migliore dei casi, per affrontare il nemico. Per capire la differenza con quel che potrebbe essere in teoria, mettiamo la disponibilità normale ad 8 aerei AV-8 monoposto. Di questi potrebbero essere disponibili sei esemplari, oppure tutti e otto. Inoltre, potrebbero avere 2 AMRAAM oppure 4.
1) 6 AV-8: 2x6 AIM-9 più 2x6 AIM-120 = 24 AAM di cui 12 AMRAAM
2) 8 AV-8: 2x8 AIM-9 più 2x8 AIM-120 = 32 AAM di cui 16 AMRAAM
3) 6 AV-8: 2x6 AIM-9 più 4x6 AIM-120 = 36 AAM di cui 24 AMRAAM
4) 8 AV-8: 2x8 AIM-9 più 4x8 AIM-120 = 48 AAM di cui 32 AMRAAM
Ma la verità è questa:
5) 4 AV-8: 2x4 AIM-9 = 8 AAM (zero AMRAAM)
Nei primi casi, specialmente i N.3 e 4, i lanci di missili a media gittata sarebbero molto spiacevoli per i caccia nemici, del tutto indifesi e impreparati a questo tipo di battaglie aeree BVR. Ma qui abbiamo soltanto 2 AIM-9, il cui raggio d'azione effettivo è in verità, sui 2-3 km (come dimostrato alle Falklands contro aerei tra l'altro, molto più veloci e 'caldi'). Questo porta gli Harrier ad avvicinarsi molto di più, e ad usare il cannone da 25 con 300 colpi in maniera più estensiva. Ma essi sono aerei molto lenti rispetto ad un 'vero' caccia e anche rispetto agli Harrier di 1a generazione. La loro velocità di combattimento è simile a quella massima dei caccia che duellano con loro. Questo significa che possono fuggire ed attaccare a velocità molto maggiori (in stile Me 262), ma una volta in battaglia, pur potendo duellare in maniera molto serrata, riducono la loro velocità e anche se questa resta superiore rispetto a quella dei caccia ad elica in duello manovrato (i velivoli a reazione, tra l'altro, perdono meno facilmente energia e velocità in manovra, anche se questo contribuisce a farli restare molto 'larghi' rispetto ad un aereo ad elica nelle virate strette), il problema è che sono pochi, e mentre virano contro un velivolo che si muove più lentamente di loro, altri possono unirsi alla lotta e trovarsi a quei 500-600 km/h a cui sta andando anche l'Harrier, semplicemente perché non ancora coinvolti nella battaglia manovrata, per cui tutte le loro risorse energetiche sono utlizzabili per la ricerca della massima velocità lineare (e quindi, minimo attrito). In altre parole, sarebbero davvero in grossi guai a dover ingaggiare una formazione di caccia nemici serrando le distanze e attaccando, come inevitabile, con il cannone. In alternativa, i loro missili sarebbero semplicemente troppo pochi per fare una differenza tra la loro presenza e la loro assenza... Di fatto, ciò comporta che la copertura aerea della flotta è quasi assente e trascurabile. Non è una differenza da poco.
I 4 Harrier fanno quel che possono, ma possono al più ingaggiare una delle 4 formazioni di Zero da 25 aerei l'una, infliggendo alcune perdite (tra 4 e 10) e stando attenti a non subirne, perché i loro oppositori sono più lenti, ma non di moltissimo, almeno nel duello manovrato, e sono molti di più. Per giunta sono molto agili.
In pratica, gli aerei da caccia giapponesi si avvicinano ancora in ben oltre 100 esemplari e non c'é una gran differenza con le perdite subite dai due Doria in precedenza, per giunta i SAM sono un pericolo più insidioso per un pilota, di un dogfight con un altro caccia: Cunningham diceva che aveva una paura terribile dei SAM che gli lanciavano contro, non era certo così contro gli altri caccia.
La modalità di attacco continua più o meno come visto sopra: in tutto vengono lanciati dal Veneto sui 16 missili, i 4 caccia contribuiscono con circa 16 armi grazie alla minore gittata minima e alla maggiore cadenza di tiro, in tutto sono sulle 80 SAM lanciati, con circa 40 kill. A quel punto, i caccia nemici scendono giù e attaccano le navi, almeno quelle più esterne e in avanti (fregate Maestrale). Poi però arrivano i 100 kamikaze più veloci. Attaccano le navi, 8 per la precisione, e anche stavolta fanno centro. Eliminano le 4 fregate Maestrale anteriori, che già di per sé è un grande risultato, oltre il 20% della flotta principale distrutto o messo KO in pochi minuti, per non parlare del lancio di circa metà dei SAM disponibili per il lungo raggio (tra l'altro, è normale che i SAM siano solo 39, perché c'é bisogno di un missile inerte per le prove di funzionamento del sistema, non è molto ma è pur sempre un -2,5%).
Detto questo, abbiamo l'attacco anche delle navi più interne. Il Garibaldi stesso viene attaccato, ma abbatte gli aerei nemici grazie anche al tiro concentrato di molte altre navi lì vicine; i due caccia anteriori, i due De la Penne, vengono a loro volta attaccati, così come il Veneto. Il tiro micidiale delle loro armi riesce a far fallire quasi tutti gli attacchi, ma qualche danno arriva ugualmente.
Un De la Penne viene danneggiato seriamente da un kamikaze, con tutti i radar di tiro posteriori distrutti o KO. Il Garibaldi viene danneggiato a sua volta, dai rottami di kamikaze caduti direttamente sul ponte di volo, che distruggono un elicottero e ne danneggiano un altro. Inoltre, qualche velivolo cade vicino e causa danni seri da near miss. Però non pare niente di grave.
A questo punto, con 4 navi KO e una che necessita indubbiamente di essere ritirata per riparazioni, su 18 navi ne restano solo 13. Però poi arrivano i circa 100 kamikaze a volo radente, e questi distruggono altre navi, puntando proprio agli incrociatori. Entrambi vengono colpiti, così come i due De la Penne e una fregata che cercavano di proteggerli: anche il fuoco intenso dei loro cannoni da 76 e 127 e il lancio dei missili e il tiro dei cannoncini da 20 e 40 mm non basta. Alla fine 2 kamikaze centrano il Garibaldi al fianco e alla sovrastruttura, altri 2 il De la Penne danneggiato, uno quello intatto, e altri 2 la Maestrale, oltre che 1 per il Veneto. Altre 5 navi colpite, di cui 4 ex novo.
Questo comporta già la sicura sconfitta della forza navale, con 9 navi su 18 colpite tra cui le due più importanti.
Poi arrivano anche circa 40 siluranti e colpiscono ancora e duramente la flotta, mettendo a segno circa 10 siluri su navi messe fuori uso o danneggiate, ma in nessun caso hanno successo contro unità ancora intatte. Però piazzano due siluri a segno sul Garibaldi e 1 sul Veneto, 3 sulle fregate già danneggiate, e 4 sui due cacciatorpediniere (2 a testa, probabilmente).
A questo punto abbiamo la sconfitta della flotta sicura, con i due incrociatori, due dei 4 caccia e 5 fregate su 12 centrate. 11 navi su 18, quanto basta per far ritirare la flotta.
Oltretutto la situazione è tragica: all'indomani c'é da fermare la Yamato e la sua scorta, più almeno 80 o 114 kamikaze in aggiunta. E le navi con capacità di difesa d'area sono cadute da 5 a 2, inoltre il Garibaldi non è più operativo e così presumibilmente anche i suoi pochi Harrier. Notare che non compaiono le due rifornitrici in questo scenario, forse sono con la flotta da sbarco o forse sono ignorate, ma se ci sono è facile che anch'esse vengano attaccate e hanno ben pochi modi per salvarsi.
In modalità differenziata, abbiamo la flotta suddivisa in 3 parti e non in 2: quindi le 3 navi da sbarco, scortate da 2 fregate e dalle 8 corvette, più unità cacciamine e di pattugliamento vario, nella zona degli sbarchi e lungo la costa.
La flotta principale è suddivisa, in questo caso, in due gruppi di nove navi: 1 incrociatore, 2 caccia, 6 fregate presumibilmente di tipi omogenei, per esempio 2 Lupo e 4 Maestrale per ciascun gruppo, mentre i caccia sono probabilmente di classe totalmente omogenea, 2 Audace forse con il Veneto e i due De la Penne con il Garibaldi.
In questo scenario tutta la flotta kamikaze si raduna e attacca un unico gruppo navale, diciamo quello del Veneto, ma vengono intercettati comunque dagli Harrier.
Però una volta eliminato questo ostacolo, hanno ancora una grossa forza d'attacco disponibile. La flotta nemica può usare soltanto 3 unità di difesa d'area e non 5, il che significa fare circa la metà dei danni a distanza.
Arrivati sulle navi nemiche, i caccia (quasi 100) le attaccano in picchiata mitragliandole, poi arrivano circa 100 kamikaze che non hanno molta difficoltà a centrare diciamo 7 navi su 9, mancando solo il Veneto, ma colpendo i due caccia e 5 delle 6 fregate.
A quel punto, arriva la seconda ondata dei kamikaze, a volo radente, e centra la flotta rimanente, distruggendo il Veneto con una mezza dozzina di colpi utili e finendo altre navi.
Poi arrivano i siluranti e fanno da 'spazzini' su quel che resta.
Alla fine, metà flotta d'altura è stata spazzata via e questa da sola è una vittoria determinante per quella giornata. Con la successiva incursione di questo tipo potrebbe essere sufficientemente certa la distruzione anche dell'altra metà della flotta.
Notare che se i kamikaze avessero attaccato l'altro gruppo d'altura, avrebbero ottenuto di più e faticato di meno: lì infatti ci sono solo 2 navi con difesa d'area, i caccia Harrier in ogni caso li hanno affrontati e il Garibaldi è un target ben più importante del Veneto avendo la forza aerea principale operativa a bordo.
In ogni caso, appare evidente che le azioni kamikaze sarebbero troppo pesanti per essere sostenute a lungo, al massimo con la successiva Kikosui sarebbero stati spazzati via. Inoltre gli SM-1 non sono ricaricabili in mare, per cui anche con missili di riserva disponibili, non sarebbe stato possibile rifornire le navi superstiti e se ogni volta lanciano la metà dei loro missili, stanno fresche.
A suo tempo avevo persino ipotizzato la vittoria della Kikosui N.1 contro la flotta americana d'impiego tipicamente schierata con una task force di portaerei: una portaerei, due incrociatori e 4 tra caccia e fregate (in teoria dovrebbero essere 4 incrociatori e 10 caccia), usando tattiche di volo particolari, flare (anch'essi utili, in tutti i casi, una pistola very può allungare la vita), specie se di tipo migliorati per simulare un aereo, chaff, decoy trainati ecc ecc. Tutto sommato avrebbe anche potuto funzionare. Un pò come in INDIPENDENCE DAY, anche un nemico superiore può avere dei punti deboli.
Per quel che riguarda le modalità di attacco. Direi che si potrebbe immaginare questo:
-fregata Maestrale: con attacco da alta quota in picchiata, cacciabombardieri/strikers di prestazioni elevate (600+ km/h), direi che si potrebbero ipotizzare: 2 aerei abbattuti dai missili Aspide (probabilmente su 3 tentativi e/o 3 missili lanciati complessivamente); 2 abbattuti dal tiro del 127 mm; 2 dal Dardo. Questo beninteso che sia possibile rilevare e agganciare dei target provenienti da angoli superiori ai 45° con facilità, specialmente se non vi sono dei canali datalink che aiutino a localizzarli mentre scendono dentro il cono di silenzio dei radar di bordo; possibilmente, anche controsole, così è molto più difficile anche osservarli direttamente o con sistemi optronici. Altrimenti è probabile che ne vengano colpiti solo 3-4.
Quindi, ci vorrebbero probabilmente 12 aerei. Se 6 di questi sopravvivono (c'é anche, potenzialmente, il tiro incrociato di altre navi), allora sarà quasi certa la vittoria per loro: di questi aerei, se va bene il 50% centreranno la nave e la metà dei rimanenti (1-2 su 3 o forse 4) riusciranno ad esplodere da distanze non eccessive, causando dei dannosi near-miss.
In caso di attacco in picchiata, da circa 6 km di distanza, gli Aspide potrebbero, su aerei a 600+ km/h di picchiata: accelerare a circa 1 km in circa 3 secondi; poi continuare per inerzia per i 3 km successivi, a una v.media di circa 500 m/sec, ragionevole se si considera che devono anche salire di quota, forse almeno 2 km. In tutto, un percorso di 4 km in circa 10 secondi. Nel mentre un aereo in volo a circa 200 m/sec si muoverebbe di circa 2 km, per cui davvero si potrebbe arrivare a un lancio con impatto sui 4 km, specie se l'aereo 'prescelto' non ci sta a farsi distruggere al volo, ma comincia a manovrare e porta fuori rotta il missile nemico allungando il tempo d'ingaggio. Il secondo ingaggio potrebbe avvenire circa 5 secondi dopo, a 3 km; a quel punto il missile accelera e colpisce il target a circa 2 km probabilmente, ovvero 3,5 secondi per lancio e accelerazione e poi circa 2 per il km successivo. A quel punto, però, non ci sarebbe più il tempo materiale per un altro lancio, visto che la gittata minima è di 750 metri ma in pratica è forse il doppio di quel valore se si vuole il missile pienamente operativo. Quindi direi che in effetti, due lanci utili sono possibili, ma tre è molto difficile. Inoltre c'é il problemino-ino-ino di trovare anche il target, che astutamente, sta sopra i 45° di angolo, uscendo dallo schermo radar della nave. In teoria con i datalink è possibile ovviare a questi settori ciechi, ma chi ce l'assicura che sarà davvero così, in una situazione reale, con decine di target in volo ravvicinato?
Con il cannone (impianto elettro-ottico) è probabilmente possibile abbattere un altro paio di aerei, magari a 4 e 1,5 km; mentre con il Dardo è possibile forse riuscirci a circa 2 e 1 km.
Nell'insieme, 12 aerei, con 2 centri e 2 near miss, sono molto più che sufficienti per disabilitare una Maestrale.
SE però arrivano aerei 'lenti', allora sarà possibile ingaggiarli di più e meglio. Difficile anzitutto dire la distanza iniziale d'ingaggio: contro bersagli non certo stealth, ma comunque volanti a quote veramente molto basse, penso che gittate di 15 km siano un pò troppo ottimistiche, anche perché bisogna che il missile voli a lungo per inerzia, in una condizione atmosferica che comporta la riduzione del 25% della velocità ogni 5 secondi di volo. Si fa presto a passare da mach 2 a mach 1! Se è così, in 10 secondi avremmo circa 1,5 (400 m/sec circa) mach come media, e questo comporta circa 4-5 km oltre al km iniziale in accelerazione: sembra decisamente poco! La gittata è di 15 km dopotutto, anche a bassa quota. Probabilmente è una legge che vale per i missili a mach 2 e rotti, poi l'attrito -che è proporzionale al quadrato della velocità- tende a ridursi.
Ipotizzo, anche se non è detto che sia giusto, che il lancio a bassa quota (bersagli sotto i 30 metri) sia svolto da 10 km (in avvicinamento, chiaramente). Se così è, in circa 20 secondi il missile sarà a 8 km (se 3 sec = 1 km, poi 7 km:17 sec = media 410 m/sec), quindi intercetta il 1o target a circa 8 km. Alcuni secondi dopo, parte la 2a salva, colpendo il secondo target ad una distanza dell'ordine dei 6 km. Poi parte un terzo missile, che, considerando quei 2-3 secondi di cambio target, impiegherà un pò di tempo e centrerà il target a circa 4 km. L'ultimo lancio sarà probabilmente a circa 3 km con intercettazione sui 2 km. Poi dubito che ci sarà altro tempo per fare altre intercettazioni.
Quindi, direi che degli 8 missili potenzialmente utilizzabili, a meno di non usare salve multiple, vi sarà modo di fare forse tra 4 e 6 salve di lancio, e ovviamente non sarà possibile abbattere sempre il bersaglio: anche al 90% delle probabilità di abbattimento, 6 lanci sempre positivi sono possibili solo nel 53% dei casi. E qui probabilmente non abbiamo il 90%, ma forse l'80. Anche se sono aerei di capacità limitate, la loro maneggevolezza potrebbe giocare brutti tiri, sia volando davvero a pochi metri di quota, 5-6, provocando probabilmente una detonazione anticipata del missile, sia restando in quota più alta, ma manovrando all'ultimo come un torero contro un toro in attacco.
Le manovre evasive torneranno molto utili anche per cercare di evitare le granate antiaerei, ma è chiaro che sotto i 2-3 km esse hanno semplicemente poco tempo per essere attuate.
Nell'insieme io direi che un totale di 8-10 target abbattuti sarebbe plausibile. Questo ci dice che 12 aerei sarebbero appena appena sufficienti per dare buone possibilità di farcela alla nave di evitare anche un singolo colpo a segno. Forse il 50%?
Attualizziamo la questione, ovviamente presupponendo da entrambe le parti il meglio possibile dell'efficienza. Se la Maestrale avesse appena lanciato diciamo, molti Aspide contro un altro gruppo di aerei, molto probabilmente non avrebbe il tempo di ricaricarli prima di questa ondata e questo sarebbe drammatico: si pensi se gli Aspide fossero soltanto 4 disponibili = 6 aerei abbattuti anziché 8, per esempio.
Così: con 12 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 50%
Con 15 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 75%
Con 18 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 90%
Con 20 kamikaze lenti/medi, volo a bassa quota: circa il 99%
Si vede subito che la combinazione più conveniente è quella di 15 aerei, almeno con questa cifra. Con 180 aerei (che è un multiplo di TUTTE queste combinazioni), avremmo infatti: caso 1: 15x 0,50 = 7,5 navi centrate. Caso 2: 15x0,75= 10 navi centrate. Caso 3: 10x0,9= 9 navi centrate. Caso 4: 9:0,99= 9 navi centrate.
Questa modalità di funzionamento degli attacchi ci dice una cosa: c'é una curva di efficacia, oltre la quale tutto diventa un overkill e uno spreco conseguente. Questa curva arriva al vertice con 15 aerei, dopo di che la quasi certezza di mettere KO la nave con una massa di aerei è pagata troppo caramente per essere del tutto accettabile.
E in caso di danni? Quelli peggiori sono causati dai kamikaze in picchiata, ovviamente. Peraltro loro hanno soltanto un'occasione per l'attacco, dopo di ché si schiantano in mare, sperabilmente non molto distanti così da causare comunque danni alla nave (sperabilmente... per i kamikaze). Quelli minori sono per i kamikaze che attaccano da bassa quota, ma se non vanno in picchiata o non a grande angolo, potrebbero sempre riprendere la rotta, correggersi e ributtarsi in attacco dopo avere mancato la nave in una prima azione.
Le navi moderne non sono ferro e carne. Sono ferro e silicio. L'elettronica è fondamentale, senza la quale non è che puoi guidare i missili o anche i cannoni, magari a mano. Non funziona così. Quindi una nave moderna, a differenza di quelle classiche, ha una struttura intrinsecamente fragile e delicata, non può sopportare nemmeno 1-2 colpi che rischia di dover quanto meno abbandonare il combattimento per riparazioni che nel migliore dei casi richiederanno settimane o mesi. Il tempo per far fallire un'operazione, chiaramente.
Infine, la tipica azione contro una Maestrale, illustra bene questo discorso. E' la nave più importante della flotta del 1985 e del 1995, anche se non la più potente.
La nave viene attaccata da 12 Kamikaze in picchiata. Si tratta di relativamente veloci Zero con bomba da 250 kg. Ne abbatte 2 per ciascuno dei sistemi che riesce ad utilizzare (ignorando il cannone da 20 mm manuale, che è di utilità molto limitata e forse nemmeno ha l'alzo sufficiente), tutti tranne il Dardo del lato opposto (gli attacchi, infatti, sono sempre su di un lato solo proprio per impedire alla nave di sfruttare la sua capacità di difesa sui 360° usando TUTTE le armi che ha).
Dei 6 kamikaze rimasti, 2 mancano la nave totalmente o rinunciano all'attacco (boh), due scoppiano vicinissimi al punto da causare con i near miss, dei danni seri allo scafo e infiltrazioni d'acqua più schegge e onde d'urto malefiche. E 2 centrano la nave. Sono stati capaci, almeno qualcuno, di colpire anche la nave con mitragliamenti delle armi di bordo prima dell'impatto, per propiziare l'attacco di successo. Alla fine, ne arrivano ancora due a centro, come detto sopra. Uno colpisce la nave sulla sovrastruttura anteriore. Esplode lì e la bomba seguita dentro e poi scoppia sottocoperta, distruggendo la COC e il tutto causa enormi incendi prodieri. L'altra colpisce la sovrastruttura poppiera, anche qui con forte angolo verticale. L'aereo esplode e la bomba penetra per inerzia fino sotto coperta, poi esplode, e questa sua detonazione causa un incendio e peggio, lo scoppio per simpatia del deposito siluri leggeri sistemato sotto l'hangar, il che ovviamente finisce per distruggere anche i due elicotteri riforniti e molto probabilmente almeno in parte armati (siluri ASW?). L'incendio della nave sulle due estremità causa una serie di danni terribili rendendo difficili le operazioni di spegnimento. Bisogna tenere presente che lo scopo di queste azioni è mettere KO la nave, non necessariamente accanirsi così tanto da affondarla per forza. E ciascuno di questi due colpi è sufficiente per costringere la nave a rientrare per stare almeno 6 mesi ai lavori. Ma così facendo c'é il rischio che non rientri per niente.
Un'opzione è che le fiamme arrivino fino al deposito siluri pesanti di poppa, causando a quel punto una tale detonazione da distruggere la parte poppiera della nave, e a quel punto, ridurla ad un relitto da affondare. E-o può accadere che quando arrivano poi i siluranti, uno di essi si degna di darle il colpo di grazia, centrandola nella zona centrale, tanto oramai è inerme, aprendo una falla su due compartimenti ma che poi spande acqua anche in almeno 2 altri compartimenti, per via dei danni causati in precedenza. A quel punto, la possibilità di salvare la nave è minima e anche se fosse, l'unica cosa che si otterebbe sarebbe di salvare vite, ma la nave di per sé sarebbe distrutta o comunque inservibile.
Questo discorso è palesemente vero anche in altre classi navali. Una Maestrale, con la possibilità di tirare diciamo 1 cannone da 127, 1 Aspide e 1 Dardo, tutte armi di prim'ordine, è un osso molto duro. Ma può essere un buon esempio delle altre unità. Un Audace migliorato, per esempio, di diverso ha solo il fatto di avere due cannoni SR da 76 al posto dei due da 40 mm. Però le linee di mira sono sempre tre, per cui poco può migliorare di quel che è stato fatto dalla Maestrale. Magari abbatte 1-2 aerei in più, ma è già tanto visto che il problema della designazione dei target ad alto angolo riguarda sicuramente anche queste navi.
I De la Penne possono sparare anch'essi con 3 linee di mira per volta anche se potrebbero disporre persino di tutti e tre i loro cannoni SR. Ma il numero di bersagli ingaggiabili sarebbe sempre lo stesso. Naturalmente, anch'essi, come gli Audace, possono usare anche i missili SAM, ma non è detto che abbiano il campo di tiro adatto se danno la prua all'attaccante, che è probabile che facciano. In altre parole, non giurerei sulla loro capacità di difesa ravvicinata (degli SM-1) sulle brevi distanze, specialmente su target ad alto angolo.
Infine, le Lupo hanno addirittura 4 linee di mira, ma anche loro non potranno usarne solo più di 3.
Gli incrociatori: il Veneto potrebbe, nel modello non modernizzato, usare non più di 3 linee di mira (più i SAM, ma inefficaci a breve distanza). Con la modernizzazione, magari, potrebbe usarne 4, massimo 5. Certo che sarebbe un bersaglio più difficile da avvicinare, ma sarebbe anche un bersaglio più grosso da colpire (anche se più difficile da mettere KO).
Il Garibaldi, con 3 linee di mira missilistiche e 3 artiglieresche, potrebbe essere un brutto cliente, ma anch'esso è praticamente impossibile che possa usare tutte queste linee in contemporanea. Su attacco di 50-60° è possibile che usi al massimo 3 linee Albatros e 1-2 Dardo. Un paio di kamikaze potrebbero ancora passare e colpire la nave. Contro le unità più grandi probabilmente verrebbero usati aerei più armati, come i D4Y Judy.
Con 200 aerei circa, di cui 100 di buone prestazioni e 100 di scarse prestazioni, direi che 8 formazioni in picchiata da alta quota potrebbero essere adeguate, così come 5 in volo da bassa quota, o anche 6 (18 per formazione?).
Queste formazioni avrebbero a mio avviso, tutte quante una probabilità di distruggere/danneggiare seriamente (mission kill) una nave, stimabile a circa l'80%. Se così è, una volta superata la difesa dei missili SAM, avremmo circa 14x0,8 = 11 target eliminati. Questo sarebbe disastroso per qualsiasi contesto, anche per la 'grande flotta riunita' di 18 navi del 1995.
Inoltre va considera l'efficacia dei caccia di scorta che attaccano la flotta. Oltre ad impegnare le navi con lanci di missili ripetuti contro di loro, avrebbero anche la possibilità di mitragliare queste unità. Il loro armamento non sarebbe certo scarso. Gli Zero A6M5, per esempio, non solo avevano cannoni da 20 mm con ben 125 colpi anziché 60 iniziali, ma anche con velocità iniziale e alle volte, cadenza di tiro aumentate. Inoltre, le due armi leggere erano spesso potenziate sostituendone una con una da 13 mm pesante, oppure addirittura aggiungendo 2 armi da 13 extra. Gli Shiden avevano 4 cannoni da 20 mm e alle volte due da 7,7, mentre gli Hayate in genere avevano 20 cannoni da 20 e due da 12,7.
Visto che roba? Se un Hayate o uno Zero avesse crivellato uno dei radar di tiro di una Maestrale, diciamo quello dell'Albatross, sarebbero stati dolori, perché in un momento da 6 i target abbattibili sarebbero stati 4 aerei, oppure in volo basso, da 8 a 4 target.
Complessivamente dovrebbe andare dunque così:
hig diving low flying
Maestrale: 6------------------ 8
Lupo: 6------------------ 8
Audace: 9------------------10 (incl. 1 SM-1)
D.Penne: 9------------------ 10 (incl. 1 SM-1)
Veneto: 9------------------ 10 (incl. 1 SM-1)
Garibaldi: 10 -----------------10
Appare evidente che sia necessario dover aumentare il numero degli strikers per avere una qualche possibilità di colpire seriamente le navi maggiori; 15 potrebbero essere meglio per i caccia, e 18 per gli incrociatori (per le basse quote).
Si potrebbe ipotizzare che il numero di aerei richiesti, teoricamente, potrebbe essere:
-Maestrale: 12 --------------15
-Lupo 12-------------- 15
-Audace 15 -------------- 18
-D.Penne: 15 -------------- 18
Veneto: 15-------------- 18
Garibaldi: 15-------------- 18
Questi dati si riferiscono chiaramente ai navigli più moderni o modernizzati, quindi scenari 1985-1995.
Per Audace e Veneto non modernizzati il numero di target abbattuti vicini sarà forse inferiore di circa 2 unità.
Il numero di target ingaggiabili dalle navi più vecchie è molto minore:
-nel caso degli Impavido o delle Alpino, per esempio, il totale dovrebbe essere circa la metà di quello registrato dai caccia Audace mod e dalle Maestrale/Lupo/Artigliere. Quindi 4-6 target dalle quote più alte, circa 6-8 a bassa quota.
E se andasse diversamente da così?
IN ALTERNATIVA, ipotizziamo anche che la flotta, in una visione alternativa, sia in grado di respingere gli attacchi degli aerei nemici senza perdite apprezzabili (assurdo o meno che sia).
uesto punto, però significa che dovrebbe usare al massimo le sue armi. Ora, con 200 SAM a media e lunga gittata, bisognerebbe che gran parte o tutti venissero usati (o al limite, neutralizzati con la messa KO della nave che li porta). Diciamo che 100 vengono usati contro i caccia di scorta (del resto non c'é modo di sapere che siano caccia e non cacciabombardieri), ottenendo una Pk del 60%. Altri 100 vengono usati per eliminare i cacciabombardieri d'attacco. La Pk ascende all'80% contro bersagli in quota, o scende al 50% contro quelli a bassa quota. Ammettendo che i primi siano più numerosi, ma non i soli, avremmo probabilmente 60 missili che fanno 48 kill, e poi altri 40 contro bersagli a bassa quota, ottenendo 20 kill.
Totale: 200 SAM SM-1MR/ER sarebbero stati autori di 60+48+20 = 128 kill. Ma la forza nemica attaccante è di circa 380! Anche se una ventina fossero eliminati dai caccia AV-8, sarebbero sempre tantissimi. Il resto dei kamikaze sarebbe da abbattere con cannoni e missili. Le munizioni non sono un problema, ma gli Aspide non sono infiniti. Potrebbero anche non bastare, per esempio, a lungo. Se i kamikaze distrutti sono 68, ne restano sui 130, e per distruggerne la metà ci vorranno circa 80 Aspide, che sono già un bel pò: oltre 3 navi resterebbero senza, con un LM per una.
E questo solo per la kikosui N.1 e senza considerare i siluranti nonché i caccia di scorta, contro cui sicuramente i missili Aspide sarebbero lanciati in quantità.
In tutto, respingere quest'attacco comporterebbe una tremenda perdita di missili: i 200 SAM SM-1 sarebbero praticamente spariti, mentre per quel che riguarda gli Aspide è facile ne siano stati lanciati circa 100 esemplari, il 100% dei primi e quasi il 25% dei secondi.
I missili Aspide/Sparrow sono rifornibili, ma gli SM-1 non lo sono in mare, per quel che ne so. Quindi non è una cosa da poco.
Anche se la flotta avesse saputo sopravvivere, poi avrebbe dovuto affrontare la Kikosui N.2, altri 400 aerei circa tra cui 185 kamikaze, circa 40 siluranti e 130 caccia.
La potenza di fuoco delle navi italiane non sarebbe più sufficiente. Non si potrebbe riuscire a fermare questo tipo di incursioni solo con le armi a corto raggio, non c'é niente da fare, e men che mai con un pugno di Harrier. Una volta che la formazione attaccasse il cuore della forza nemica, potrebbe mettere KO entrambi gli incrociatori e quindi costringere la flotta al ritiro.
Se anche insistesse, poi vi sarebbe la Kikosui N.3 che manderebbe altri 140 kamikaze e questi potrebbero sconfiggere definitivamente la flotta nemica, oramai senza nemmeno copertura aerea. E' chiaro, che l'invasione sarebbe stata già dichiarata fallita senza questa ultima catastrofe.