9-9-19 (11-12-19)
Quello della Regia Aeronautica. Mi sono scervellato per capirci qualcosa di una battaglia aerea del 1941 (ma si può buttare una serata così?)
5 gennaio, ASI: battaglie tra il 23° gruppo con 17 CR.42 (sono parte di 3 delle squadriglie del gruppo, 70, 74 e 75a), decollati attorno alle 11.15 dallo Z1) in scorta a 5 SM.79 del 34° Stormo (da Benina, 9.50) e la RAF. Oppositori: caccia del No.73 e No.274 sqn. Piano: i 5 SM.79 decollano da Benina (alle 9.15) per andare a colpire nella zona di Sidi Azeiz (vicino Bardia). Distanza in linea d'aria: circa 480 km. I caccia italiani, invece, decollano dall'aeroporto Z1 (Alle 11.15), zona Gazala (percorso in linea d'aria: 160 km circa).
Del No.274 sqn sappiamo che almeno 6 Hurricane decollano (non è chiaro da dove), e che essi reclamano 3 abbattimenti attorno alle 12.30; un Hurricane (Mason) vede due CR vicini all'aeroporto Z1, apparentemente in procinto di atterrare, quindi li attacca di sorpresa, centrandone subito uno, mentre l'altro venne crivellato mentre si avvicina frontalmente per reazione al primo attacco; mentre questi due CR (Pardini e Abello, 70a sq/23° Gruppo) venivano abbattuti, esplodendo praticamente sull'aeroporto Z1, circa 600 metri più in basso, un altro pilota (Talbot) distrugge un ulteriore CR che assieme ad altri (1-4), tentava di buttarsi in picchiata su Mason.
Pardini e Abello provenivano da Bengasi, in volo di trasferimento. Non è nota l'identità degli altri CR (2-5), di cui uno viene rilevato in fiamme quando gli Hurricane abbandonano la zona. Eppure nelle testimonianze dei britannici è chiaramente rilevata la loro presenza: ma chi erano?
Nel mentre, gli altri caccia del No.274 Sqn intercettano la formazione di bombardieri attorno alle 12.40 e a circa 5.500 metri, vicino Sidi Azeiz. I caccia inglesi incontrano gli italiani volanti a circa 300 metri sotto di loro, in formazioni di 3 caccia sopra e ai lati dei bombardieri. Un primo caccia inglese (Wilson) attacca, ma viene respinto da sette CR.42 dei fianchi, si disimpegna in discesa virando verso destra, e reclama un CR danneggiato, ma non può ritornare in quota per attaccare di nuovo a causa della perdita di quota. Altri 2 Hurricane vicino Gambut salgono di quota poco dopo. Uno di loro (Dunn) pur combattendo con un caccia dal motore surriscaldato e fumoso, riesce a reclamare un CR.42. Un altro Hurricane, volante a 20k (W.Barnes), tenta un attacco in coda, ma viene respinto dai caccia, così gira attorno alla formazione e si ripresenta frontalmente, ben due volte. In entrambe le occasioni reclama un bombardiere, di cui uno sicuramente distrutto.
Il No.73 Sqn invia nel frattempo ben 23 sortite tra l'alba e il primo pomeriggio. Un pilota (Marshall) rivendica la sua 6a vittoria su di un SM-79, 30 miglia SE di Gambut, altri 3 CR.42 sono rivendicati da altri piloti. Gli SM.79 perduti sono stati l'aereo di Saladin (KIA), e due altri, costretti ad un atterraggio d'emergenza, le cui ragioni non sono ben chiare (uno di essi potrebbe essere stato abbattuto dalla a.a. come dissero i piloti del 23°, forse perché la cosa era più 'scusabile'?; l'altro per 'mancanza di carburante', ma è chiaro che questo è più plausibile se l'aereo sia stato danneggiato prima..., forse da W.Barnes). I due soli SM superstiti atterrano alle 14.45 a Benina, dopo oltre 5 ore di volo.
Dei caccia del 23°, uno viene danneggiato gravemente e si rovescia all'atterraggio, con il pilota ferito in azione; un altro è ucciso (Schiroli) in azione, mentre un terzo, il s.ten. Marangoni, avrebbe attaccato un pilota inglese, ferendolo, ma superandolo di slancio e venendo abbattuto subito dopo dallo stesso Hurricane (morirà poi per una ferita alla gamba). Questo è il 2o dei combattimenti sostenuti quel giorno, 'appena lasciata la zona obiettivo', vicino Bardia.
Gli italiani rivendicano un Hurricane e altri 4 danneggiati, atterrando alle 13.35 a Tmini M2, dopo oltre 2 ore di volo.
La battaglia si conclude con gravi perdite italiane, in quanto vanno perduti almeno 3 SM.79 e 4 CR.42 (Schiroli della 74a sq, mentre la 70a perde Abello, Pardini, Marangoni. Abello e Marangoni vennero accreditati di Medaglia d'oro (alla memoria). Nell'insieme un brutto giorno per la caccia italiana, che contro gli Hurricane perde almeno 1 e probabilmente tutti e 3 gli SM.79 perduti (il 60% del totale) in missione, più 2 CR.42 abbattuti in azione e un altro danneggiato, e altri 2 (o 3???) abbattuti in un'altra situazione separata dalla missione di scorta principale, il tutto con la perdita di piloti molto stimati.
8 gennaio, ASI: Sqn Leader Dunn e FO Mason, due già visti in azione 3 giorni prima, decollano da Gambut e attaccano i bombardieri a Martuba e Gazala. La missione è lunghissima, oltre 5 ore (10-15.45), riportando la distruzione di due S.79 a Martuba e vari altri mitragliati. Non è chiaro quali aerei abbiano mitragliato effettivamente, ma apparentemente hanno sbagliato solo ad identificare il tipo: non i più moderni e veloci S.79, ma i vecchi S.81, pur sempre molto utili come trasporti (e anche come bombardieri nei pochi reparti che ancora li utilizzavano). Due S.81 vengono infatti perduti quel giorno per un attacco inglese, apparentemente si tratta proprio di quelli rivendicati dai due Hurricane. Non un gran risultato, ma certo molto potente come azione diversiva.
Notare come le distanze, malgrado i lunghi tempi di volo siano poco significative: il raggio di questa missione è di poco più di 200 km in linea d'aria. Nella missione del 5 gennaio, gli S.79 sono rimasti in aria oltre 5 ore per arrivare a meno di 500 km di distanza(!), mentre i caccia di scorta italiani sono rimasti in aria oltre 2 ore per andare a circa 160 km...
Quello della Regia Aeronautica. Mi sono scervellato per capirci qualcosa di una battaglia aerea del 1941 (ma si può buttare una serata così?)
5 gennaio, ASI: battaglie tra il 23° gruppo con 17 CR.42 (sono parte di 3 delle squadriglie del gruppo, 70, 74 e 75a), decollati attorno alle 11.15 dallo Z1) in scorta a 5 SM.79 del 34° Stormo (da Benina, 9.50) e la RAF. Oppositori: caccia del No.73 e No.274 sqn. Piano: i 5 SM.79 decollano da Benina (alle 9.15) per andare a colpire nella zona di Sidi Azeiz (vicino Bardia). Distanza in linea d'aria: circa 480 km. I caccia italiani, invece, decollano dall'aeroporto Z1 (Alle 11.15), zona Gazala (percorso in linea d'aria: 160 km circa).
Del No.274 sqn sappiamo che almeno 6 Hurricane decollano (non è chiaro da dove), e che essi reclamano 3 abbattimenti attorno alle 12.30; un Hurricane (Mason) vede due CR vicini all'aeroporto Z1, apparentemente in procinto di atterrare, quindi li attacca di sorpresa, centrandone subito uno, mentre l'altro venne crivellato mentre si avvicina frontalmente per reazione al primo attacco; mentre questi due CR (Pardini e Abello, 70a sq/23° Gruppo) venivano abbattuti, esplodendo praticamente sull'aeroporto Z1, circa 600 metri più in basso, un altro pilota (Talbot) distrugge un ulteriore CR che assieme ad altri (1-4), tentava di buttarsi in picchiata su Mason.
Pardini e Abello provenivano da Bengasi, in volo di trasferimento. Non è nota l'identità degli altri CR (2-5), di cui uno viene rilevato in fiamme quando gli Hurricane abbandonano la zona. Eppure nelle testimonianze dei britannici è chiaramente rilevata la loro presenza: ma chi erano?
Nel mentre, gli altri caccia del No.274 Sqn intercettano la formazione di bombardieri attorno alle 12.40 e a circa 5.500 metri, vicino Sidi Azeiz. I caccia inglesi incontrano gli italiani volanti a circa 300 metri sotto di loro, in formazioni di 3 caccia sopra e ai lati dei bombardieri. Un primo caccia inglese (Wilson) attacca, ma viene respinto da sette CR.42 dei fianchi, si disimpegna in discesa virando verso destra, e reclama un CR danneggiato, ma non può ritornare in quota per attaccare di nuovo a causa della perdita di quota. Altri 2 Hurricane vicino Gambut salgono di quota poco dopo. Uno di loro (Dunn) pur combattendo con un caccia dal motore surriscaldato e fumoso, riesce a reclamare un CR.42. Un altro Hurricane, volante a 20k (W.Barnes), tenta un attacco in coda, ma viene respinto dai caccia, così gira attorno alla formazione e si ripresenta frontalmente, ben due volte. In entrambe le occasioni reclama un bombardiere, di cui uno sicuramente distrutto.
Il No.73 Sqn invia nel frattempo ben 23 sortite tra l'alba e il primo pomeriggio. Un pilota (Marshall) rivendica la sua 6a vittoria su di un SM-79, 30 miglia SE di Gambut, altri 3 CR.42 sono rivendicati da altri piloti. Gli SM.79 perduti sono stati l'aereo di Saladin (KIA), e due altri, costretti ad un atterraggio d'emergenza, le cui ragioni non sono ben chiare (uno di essi potrebbe essere stato abbattuto dalla a.a. come dissero i piloti del 23°, forse perché la cosa era più 'scusabile'?; l'altro per 'mancanza di carburante', ma è chiaro che questo è più plausibile se l'aereo sia stato danneggiato prima..., forse da W.Barnes). I due soli SM superstiti atterrano alle 14.45 a Benina, dopo oltre 5 ore di volo.
Dei caccia del 23°, uno viene danneggiato gravemente e si rovescia all'atterraggio, con il pilota ferito in azione; un altro è ucciso (Schiroli) in azione, mentre un terzo, il s.ten. Marangoni, avrebbe attaccato un pilota inglese, ferendolo, ma superandolo di slancio e venendo abbattuto subito dopo dallo stesso Hurricane (morirà poi per una ferita alla gamba). Questo è il 2o dei combattimenti sostenuti quel giorno, 'appena lasciata la zona obiettivo', vicino Bardia.
Gli italiani rivendicano un Hurricane e altri 4 danneggiati, atterrando alle 13.35 a Tmini M2, dopo oltre 2 ore di volo.
La battaglia si conclude con gravi perdite italiane, in quanto vanno perduti almeno 3 SM.79 e 4 CR.42 (Schiroli della 74a sq, mentre la 70a perde Abello, Pardini, Marangoni. Abello e Marangoni vennero accreditati di Medaglia d'oro (alla memoria). Nell'insieme un brutto giorno per la caccia italiana, che contro gli Hurricane perde almeno 1 e probabilmente tutti e 3 gli SM.79 perduti (il 60% del totale) in missione, più 2 CR.42 abbattuti in azione e un altro danneggiato, e altri 2 (o 3???) abbattuti in un'altra situazione separata dalla missione di scorta principale, il tutto con la perdita di piloti molto stimati.
8 gennaio, ASI: Sqn Leader Dunn e FO Mason, due già visti in azione 3 giorni prima, decollano da Gambut e attaccano i bombardieri a Martuba e Gazala. La missione è lunghissima, oltre 5 ore (10-15.45), riportando la distruzione di due S.79 a Martuba e vari altri mitragliati. Non è chiaro quali aerei abbiano mitragliato effettivamente, ma apparentemente hanno sbagliato solo ad identificare il tipo: non i più moderni e veloci S.79, ma i vecchi S.81, pur sempre molto utili come trasporti (e anche come bombardieri nei pochi reparti che ancora li utilizzavano). Due S.81 vengono infatti perduti quel giorno per un attacco inglese, apparentemente si tratta proprio di quelli rivendicati dai due Hurricane. Non un gran risultato, ma certo molto potente come azione diversiva.
Notare come le distanze, malgrado i lunghi tempi di volo siano poco significative: il raggio di questa missione è di poco più di 200 km in linea d'aria. Nella missione del 5 gennaio, gli S.79 sono rimasti in aria oltre 5 ore per arrivare a meno di 500 km di distanza(!), mentre i caccia di scorta italiani sono rimasti in aria oltre 2 ore per andare a circa 160 km...