22-12-18 (16-12-19)
In questa simulazione abbiamo una costruzione tattica ibrida, ovvero l'incrocio tra lo scenario Okinawa e quello Bermuda.
In sostanza, contro il De la Penne lasciato alle Bermuda, anziché i soliti Helldiver, stavolta mando i Corsair, Helldiver ed Avenger. La differenza tra questi e la modalità 'classica' è che questa volta i velivoli non sono pilotati da 'umani' o se lo sono, sono 'umani' che non hanno paura di morire. Come i kamikaze giapponesi, insomma. Potrebbe essere, perché no.
Ma anche qui c'é un'importante eccezione. Ovvero, che i kamikaze si sacrificavano volontariamente, mentre qui non si tratta di sacrificarsi ma di attaccare, senza necessariamente cercare l'impatto con il bersaglio, ma senza essere spaventati dalla sua difesa, anche se questo non significa evitare di fare le manovre evasive. In altre parole, per certi aspetti è meglio perché non ci sono aerei 'codardi' che scappano via, respinti. Dall'altro, è peggio perché questi aerei 'indomiti' non hanno paura di morire ma non sono probabilmente nemmeno così accorti nel sopravvivere alla difesa a.a. della nave. Però non è detto che sia un male: se sono aerei con la possibilità di sfuggire alle difese a.a. probabilmente eseguiranno delle manovre migliori di quelle che un pilota umano potrebbe fare. Del resto, già i Ryan Firebee usati in Vietnam ad un certo punto ebbero un congegno di scampo che quando erano illuminati dai radar dei MiG-21, li portava ad eseguire manovre evasive pre-programmate, il che ebbe spesso l'effetto di rompere il contatto con il caccia 'umano'.
In un certo senso, più che un aereo kamikaze, questo è un tipo di aerei 'vichingo'.
Quindi le modalità di combattimento sono aperte. Ma se questi aerei sono più 'razionali' e più precisi nel tiro dei tipi 'umani', allora sarà sicuramente un vantaggio, forse avranno una probabilità di sopravvivenza inferiore, o forse maggiore. Ma avranno la possibilità di andare addosso alla nave senza paure e forse, in alcuni casi, una volta colpiti, senza alcuna remora di centrarla. Perché è chiaro, che un velivolo senza pilota o quanto meno senza un pilota disposto a tornare a casa, anche se non fosse arrivato lì con lo scopo specifico di andare a schiantarsi, se colpito a morte, non esiterebbe a proseguire l'attacco, finché almeno è capace di manovrare. A quel punto diventerebbe una sorta di 'missile'.
Questa è un'ipotesi che nelle versioni precedenti delle Bermuda semplicemente non ho voluto prendere in considerazione, ma immaginatevi se anche solo un aereo del genere, danneggiato e incendiato, anziché cadere senza controllo sopra la nave e finire in mare a 100 metri di distanza, riuscisse invece a manovrare, cosa farebbe? Tenterebbe l'ammaraggio? Nooo, è più probabile che cercherebbe l'impatto diretto! Questo da solo cambierebbe l'esito di molti scenari e costringerebbe in ogni caso la nave ad abbattere in maniera 'definitiva' il target. Del resto i cannoni da 76 mm con spoletta VT li idearono per questo. Però disintegrare uno Zero non era poi così difficile, distruggere un robusto aereo americano che pesa il doppio (sebbene sia anche più grosso) è un tantino più difficile. Anzi, decisamente più difficile. L'unica cosa è che gli aerei giapponesi, più piccoli e agili, sarebbero dei bersagli più difficili. Dal canto loro, gli aerei americani sono ben più robusti e un pò più veloci e armati, per cui anche se colpiti potrebbero forse durare di più per abbattersi sulla nave bersaglio o nelle immediate vicinanze. Questa è un'eventualità che quasi non ho preso in considerazione, ma in realtà è una possibilità molto realistica, forse 1 aereo su 10 magari, ma sarebbe sufficiente per cambiare le cose, visto che a quel punto metterebbe KO la nave bersaglio e la renderebbe vulnerabile rispetto a tutti gli attacchi successivi.
Detto questo, andiamo avanti con quest'ipotesi e che lo SFORZO sia con noi!
Cosa succederebbe se dunque, uno stormo imbarcato americano 'robotico' attaccasse il De la Penne?
Io direi che anzitutto si dovrebbe scegliere se 2 o 3 squadroni di caccia; se Hellcat o Corsair, e se armati con razzi oppure no. Si possono fare molte modalità intermedie: visto che un Corsair armato di razzi è veloce come un Hellcat senza, e visto che il Corsair è armabile in maniera diversa, la scelta è ampia.
Il Corsair, certo più versatile anche dell'Hellcat, può portare di tutto:
-fino a 8 HVAR (o anche razzi FFAR più vecchi), che peraltro producono parecchio drag e comportano un peso di ben 480 kg+ senza contare le rampe.
-fino a 2 bombe di media grandezza, probabilmente anche messe assieme ai razzi
-fino a due razzi Tiny Tim, che non erano tanto 'tiny' (Tina Cipollari, forse, considerando la stazza), essendo delle bombe a razzo da 500 libbre.
Tiny Tim (rocket) - Wikipedia
-in alternativa alle 6 Browning, c'erano un piccolo numero di Corsair dotati di 4 cannoni da 20 mm, con munizioni esplosive e in buona quantità (oltre 800).
Eh, non male, no?
Del resto, mai quanto gli Helldiver: razzi HVAR, bombe varie, bombe di profondità, addirittura un siluro. I più versatili di tutti gli aerei imbarcati americani, sebbene pure gli Avenger potessero portare tutte queste armi, ma senza modalità di attacco in picchiata (accentuata).
Tra l'altro, anche se è poco rilevante in questo tipo di scenario, potenzialmente... esiste persino il missile Bat. Pesante circa 600 kg, planante, con autoguida radar, di fatto una sorta di Harpoon ante-litteram, era portabile da un pò tutti gli aerei imbarcati americani di ultima generazione, anche se dubito che con le ECM moderne, avrebbe potuto colpire alcunché. Resta il fatto che di questa arma ne produssero sui 2.500 esemplari, circa quanti sono stati tutti gli Exocet francesi prodotti in 40 anni, cma he la prodigiosa macchina da guerra americana realizzò in appena un anno di tempo.
Tra le caratteristiche più interessanti:
-razzi HVAR:
essi avevano un propellente americano chiamato balististe, fatto quasi esclusivamente di nitrocellulosa e nitrogligerina, con oltre 200 m/sec di impulso specifico. Questo razzo pesava al lancio 61 kg, con circa 20 kg di testata, di cui circa 3,5 kg di carico esplosivo (TNT). La velocità iniziale era di 420 m/sec più l'aereo vettore, e il raggio utile era considerevole, ma comunque certo inferiore rispetto a quello massimo teorico di circa 5 km. La capacità di perforazione della testata normale HE era di 25 mm, più che sufficiente contro bersagli non blindati.
-razzi Tiny Tim:
Peso circa 550 kg, calibro circa 300 mm, lunghezza oltre 3 metri, questi razzi sono praticamente delle tubazioni di tipo petrolifero, con una carica di lancio per il razzo, sufficiente per accelerarlo ad oltre 250 m/sec, portando a segno una bomba SAP da 500 lb nominali, di cui circa 68 kg di HE veri e propri. Il raggio d'azione era di circa 1.500 metri.
Come equipaggiare i Corsair? Beh, più sono armati, più sono vulnerabili. Se si accettano maggiori perdite in cambio di maggiori danni che causa ciascuno di loro, ci può stare.
Se ci sono 3 squadroni di Corsair, essi potrebbero benissimo avere una configurazione scalata al rialzo. Il 1o squadrone ha velivoli armati solo internamente. Il 2o squadrone ha 4 razzi HVAR con spolette VT, e il 3o squadrone ha 8 razzi HVAR. Si potrebbe anche fare diversamente, ma perché mai, in fondo, è chiaro, che il 1o squadrone sarà comunque distrutto quasi totalmente dal tiro del De la Penne, per cui tanto vale rendere gli aerei più veloci e dar loro maggiori possibilità di manovra e di veloce avvicinamento, così da rendere un pò meno letali i missili e tenere più tempo occupato il caccia prima di essere attaccato dai velivoli che seguono, a quel punto quasi indisturbati. Tenere presente che qui, non ci sono 'felloni'. Tutti i Corsair non abbattuti, anche se magari momentaneamente perdono la rotta perché costretti a manovrare per evitare i SAM navali, per il resto attaccheranno comunque e senza timore la nave. Non ci sono 'stress da combattimento' e simili in questo wargame.
A questo punto, io direi che la combinazione ottimale potrebbe essere quella di 12 Corsair iniziali senza armi esterne ma dotati di armi da 20 mm; seguono 12 Corsair normali ma con 4 HVAR VT e 12 Corsair normali ma con 8 HVAR. In alternativa, va bene anche che il 1o squadorne di Corsair sia dotato di armi normali interne (6 Browning), ma abbia anche 4 HVAR VT. Tanto in ogni caso, i cannoni da 20 pesano più delle mitragliere e sono anch'essi nelle ali (sebbene solo 4 anziché 6), mentre l'effetto delle mitragliere ad impatto diretto, così come la loro gittata pratica, ben poco diversi sono dai razzi HVAR con spoletta VT che scoppino ad alcuni metri di distanza dalla nave. Quindi facciamo che questa caratteristica è 'indefinita' oppure una delle due modalità, ma gli effetti sono assai simili. Nell'insieme, è tutta una combinazione tra potenza di fuoco e mobilità, caratteristiche contrastanti tra di loro, come ben si sa, almeno dai tempi degli Orazi e Curiazi, se non da Davide e Golia.
Vediamo come funziona questa modalità di combattimento.
Nave De la Penne è dunque attaccata dallo stormo, che per l'occasione si materializza più lontano del normale, ad almeno 40 km, e che comprende ben 3 squadroni di Corsair.
Questi sono aerei con 2.000 hp di potenza, capaci di volare in orizzontale fino a circa 670 km/h, robusti, armati e corazzati quanto basta, sicuramente tra i più potenti aerei della II guerra mondiale. Degni avversari di chiunque li incontrò nel conflitto, già il loro prototipo volò sul Connecticut il 1 ottobre 1940, mantenendo una media di ben 404 mph, ovvero 652 km/h, valore ottenuto con una media effettiva tra due aeroporti distanti ben 70 km. Quasi due anni dopo i collaudatori del Macchi 205 vantarono prestazioni simili per quello che definirono il caccia più veloce del mondo, ma evidentemente erano un pò in ritardo.
La massa di velivoli si avvicina al solito, volando ra i 7.000 e gli 8.000 metri, sottovento e per quanto possibile, col sole alle spalle, in maniera da rendere più difficile l'osservazione ottica da parte nemica, e più facile vedere i missili in arrivo (grazie anche al colore chiaro).
Al solito, inizia l'ingaggio con i SAM e ne abbatte subito un certo numero, già ben fuori delle gittate 'ridotte' a cui si attivano le altre armi. Beninteso la tattica di avvicinamento dei Corsair non è affatto 'stupida' come nella modalità Bermuda, ma è come ad Okinawa: gli aerei ben spaziati tra di loro, massima velocità, leggera planata, vento a favore, velocità a terra (Ground Speed) dell'ordine dei 720 km/h (200 m/sec), quota iniziale sugli 8.000 metri, e attacco finale sui 6.000 m. Le formazioni si differenziano per la loro velocità: inizialmente tutti volano a circa 320 km/h, poi i Corsair arrivano subito ad almeno 600 km/h, dando piena potenza+una leggera picchiata di 300-500 metri, sparpagliandosi ad almeno 500 metri l'uno dall'altro. Ma i Corsair senza razzi sfiorano i 650 km/h persino senza considerare i 30-40 km/h di discesa verticale, e il vento a favore. Seguono i Corsair con 4 razzi HVAR, e infine i Corsair con il carico massimo. Per cui la loro velocità effettiva d'avvicinamento è probabilmente di oltre 750 km/h, malgrado il De la Penne potrebbe tentare di allontanarsi a quasi 60 km/h (ma è difficile, è prevista al più una manovra laterale, non una fuga).
La nave abbatte 6 dei 12 Corsair, inevitabilmente della prima formazione, cercando di fermarli prima possibile. Questi velivoli, nella modalità Okinawa, sarebbero stati sbaragliati pressoché totalmente e col cavolo che sarebbero continuati tutti quanti ad avanzare. Ma qui è diverso: la nave è attaccata da una moltitudine di nemici che non temono minimamente la distruzione propria, a parte quel minimo indispensabile per non correre troppi rischi con l'azione della contraerea, ma questo è finalizzato in definitiva non alla propria incolumità, ma alla possibilità di sopravvivere al contrasto aereo per portare avanti il proprio attacco impavido. Non ci sono cartelli con scritto 'non correre, pensa a noi'.
Così gli altri 6 Corsair continuano ad avanzare, a parte probabilmente un paio che sono stati costretti ad allontanarsi per evitare i missili, salvo poi rientrare prontamente e probabilmente tenere il passo, costretti però a perdere maggiore quota per aumentare la velocità (forse da 500 a 1.000 m/min).
Le distanze di lancio: chiaramente non è facile dire ma ipotizzando un rateo di velocità media di 3:1, ovvero circa mach 2 per i missili (che non dimentichiamocelo, devono anche salire sopra 6.000 m di quota, non proprio una sciocchezza), sarebbe su mach 2. Alle massime distanze, si fa sentire maggiormente l'esaurimento (dopo i primi 15-20 km a far tanto) del motore di sostentamento; a quelle più ridotte, è maggiormente significativa sia la salita in quota (con aumento netto del percorso effettivo) sia l'accelerazione partendo da velocità zero. Per cui forse non c'é una grande differenza di velocità media. I Corsair, invece, a parte l'iniziale tempo perso per accelerare da 320 a 650 km/h TAS (True Air Speed), comunque poco perché dopo 300-500 metri di picchiata moderata, hanno sicuramente aumentato di molto la loro velocità, anche perché ad alta quota (circa 8.000 metri?) la resistenza dell'aria è ridotta. Infine, il tempo di lancio tra due missili è 10-12 secondi, il che dà ai Corsair modo di avvicinarsi di almeno 1,6, forse 2 km. Il lancio successivo avviene solo dopo qualche secondo, cosa particolarmente versa se c'é da cercarsi un nuovo target. E i Corsair vanno a 200+ m/sec (650 di base, almeno 50-60 dal vento, un valore forse simile dalla leggera picchiata a cui si stanno sottoponendo). NON solo: il vento contrario favorisce i Corsair, e sfavorisce la contraerea della nave, di ogni tipo, missili inclusi, anche se può sembrare apparentemente poco, in realtà abbiamo circa 100-120 km/h di differenza tra quel che si toglie e quel che si aggiunge: circa il 5% della velocità media dell'SM-1. Bisogna anche considerare che la velocità dell'SM-1 è mach 2,5, ma non è chiaro se essa sia mantenibile anche a quote medio-basse, per via dell'elevato drag.
Quindi le salve di tiro avvengono a: 40 km, incrocio a 30 km circ
-lancio ulteriore a 29 km, incrocio a 21 km circa
-lancio ulteriore (3a salva) a 20 km, incrocio a 15 km
-lancio ulteriore a 14 km (4a salva), incrocio a 10,5 km
-lancio ulteriore (5a salva) a 9,5 km, incrocio a 7+ km
-lancio ulteriore (quando gli aerei sono già in picchiata e i radar di tiro devono cavarsela da soli...) a un valore probabile di circa 5 km (6a salva), incrocio a circa 3,5 km.
Dal momento che la portata ha un valore minimo di 2,7 km, a quel punto non c'é tempo per un'altra salva di missili, mentre gli aerei scendono a circa 720 km/h.
SE anche fosse possibile tirare 6 salve di missili, non è detto che poi, una volta che gli aerei scendessero di quota, sarebbe possibile ritrovarli e ingaggiarli da parte dei radar della nave, questo anche perché, se li vanno a cercare dove i radar li hanno persi, ovvero ad alta quota, lì non li troveranno più perché sono scesi in picchiata!
Quanto agli Aspide, se dopo 3,5 secondi fossero anche a circa 1 km di quota (improbabile, 1 km o poco più è la distanza che percorrono in tutto!), allora dovrebbero poi salire per 5 km che è una altezza maggiore di quella del Monte Bianco; e da mach 2 perderebbero circa il 25% di velocità ogni 5-10 secondi, mediamente ogni 6-7 secondi forse. PEr quando arrivassero a 6.000 m sarebbero forse appena sopra mach 1 (2-1/4 = 1,5 -1/4 = 1,1) e a quel punto qualsiasi manovra tirata a 6-10G per più di 2-3 secondi, li farebbe sicuramente stallare ad alta velocità, aumentando lo stallo di 2-3 volte, e calando al contempo la velocità residua. Ecco perché conviene e molto volare oltre i 6.000 m, anche di poco: a quel punto l'Aspide non ci arriva, o meglio ci arriva, ma senza capacità di manovra residua.
Il De la Penne si vede quindi arrivare anche questi indomiti attaccabrighe, e anche se ammirasse la loro audacia, non perde tempo ad abbatterli uno dietro l'altro. Sono 6 aerei, ma sebbene entrino tutti negli ultimi 10 chilometri (dopo avere subito 6 perdite in appena 3 minuti, scarsi, di battaglia), poi vengono distrutti inesorabilmente uno dietro l'altro. Soltanto l'ultimo Corsair di questo squadrone arriva vicino alla nave, al punto da raggiungerla con una mitragliata da forte distanza (sui 3 km), causandole danni lievi, prima di essere abbattuto definitivamente e precipitare giù. Eppure, il suo sacrificio non sarà stato vano, anche perché continua a puntare la nave anche mentre va giù in fiamme, così da costringere il De la Penne a sparargli un'altra raffica (che è probabilmente almeno la 3a) prima di distruggerlo totalmente e farlo cadere in mare, a forza di cannonate, da 76 e forse all'ultimo, anche da 127 mm.
Però gli altri arrivano ugualmente. La seconda formazione è appena dietro la prima, in realtà, e scende giù ad almeno 720 km/h facendosi sotto, dopo avere volato dritti, senza probabilmente nemmeno delfinare in maniera apprezzabile per evitare l'attacco della 'flak' nemica. Del resto, scendendo a circa 50° non sono inquadrabili dai radar di bordo e quindi sono quasi 'invisibili' alle difese, costrette a cercarli autonomamente con le antenne radar e sistemi optronici delle FCS. Così facendo, però, i tempi si allungano drasticamente e questi velivoli, distanti forse giusto 30 secondi dai primi, riescono a farsi sotto. Peggio che mai, una delle FCS è stata impegnata, come visto prima, fino all'ultimo nel contrasto del Corsair, e siccome una delle FCS non è utilizzabile per l'angolo di mira, o almeno non facilmente, ne restano di sicuro soltanto altre due. Queste inquadrano anche questi attaccanti, mentre non possono farlo i radar degli SM-1, il cui sistema o è guasto oppure non è nel campo di tiro giusto per poter eseguire l'attacco, visto che il De la Penne cerca di dare ovviamente la prua alla minaccia incombente.
La quale, tra l'altro, non è particolarmente impressionata nemmeno dall'arrivo dei SAM, che invece terrorizzano molti piloti a tutt'oggi.
A quel punto, il De la Penne abbatte altri 2 Corsair della formazione successiva. Ma non fa in tempo a localizzare e ingaggiare gli altri che oramai sono a portata di tiro per i loro micidiali razzi HVAR, che questi velivoli 'robot' sanno usare molto bene. Il risultato è che la nave viene beccata da almeno 7 dei 40 razzi rimasti disponibili, i quali esplodono tutt'attorno alla nave, causandole danni considerevoli alle antenne e sovrastrutture. Per giunta procedono avvicinandosi e usando al meglio le loro 60 Browning. Circa 500 colpi vanno a segno sulla nave, più centinaia di schegge. Non deve quindi stupire che la nave viene letteralmente 'tacitata' con praticamente tutti i sensori e le armi KO. Per giunta, è impegnata in ogni caso ad ingaggiare questi nuovi arrivati, e a quanto pare, ne abbatte un altro durante l'attacco.
Mentre i Corsair superstiti scampano via, volando a meno di 500 metri dalla nave stessa (e così facendo, stando sotto la gittata minima d'ingaggio dei Super Rapido e delle altre armi di bordo) e poi allontanandosi a circa 700 km/h, a quel punto giunge la terza, mortale ondata d'attacco dei Corsair.
Questi hanno 96 HVAR e quindi attaccano con una potenza di fuoco micidiale. Prima aprendosi in formazione di battaglia e sparando con ben 72 Browning da circa 3.000 metri, e poi sparando da circa 1.000 metri con i razzi, un pò come facevano i cacciabombardieri Typhoon della II Guerra mondiale. Stavolta le difese della nave, benché questi aerei fossero probabilmente sotto i 50° (con gli HVAR è probabile che l'angolo suggerito non ecceda i 40°, ma questo non è un grande problema, se livelli un pò durante una picchiata attorno a 50° iniziali, e in ogni caso, non vedo perché ci dovrebbero essere limiti all'angolo entro cui lanciare i razzi, a meno che davvero non si arrivi attorno alla verticale: gli HVAR non sono gli FFAR, sono molto più veloci e non c'é rischio che l'aereo li 'raggiunga' nella picchiata).
A questo punto, la nave viene squassata dall'impatto complessivo di circa 20 razzi in pieno e altri a distanza ravvicinata, più altri 500 colpi circa di mitragliera (munizioni API).
Il cacciatorpediniere è scassato da prua a poppa e non ha tempo di riprendersi dopo la sberla iniziale da parte del secondo squadrone.
Inerme, è attaccato a quel punto dai 12 SBC che fanno il loro lavoro, centrandolo 5 volte in pieno e almeno 2 near miss validi (entro i 30 metri).
A quel punto la nave è sicuramente spacciata, ferma e in fiamme, ma viene anche attaccata dai 12 Avenger. Questi non sono da meno degli Helldiver e uno dietro l'altro, da circa 600 metri, mettono a segno (dopo essersi avvicinati mitragliando la nave, naturalmente), anche i loro potentissimi siluri Mk 13 (circa 400 kg TNT equivalente). Uno a prua, due a centro nave, seguiti da altri due (uno a poppa, l'altro sempre a centronave). In pratica, la fine del povero incrociatore Kumano giapponese.
Non penso che ci sia bisogno di aggiungere che, con tutti i compartimenti di poppa e di centro nave investiti dagli allagamenti e così anche i primi due a prua, la nave va a picco in qualche minuto, tra incendi ed esplosioni.
Quindi sì, questa modalità d'attacco è davvero letale, anche più di quanto mi aspettassi.
A questo punto ci si potrebbe anche chiedere: e se fossero soltanto Corsair, ad attaccare il De la Penne?
Diciamo 5 squadroni, via.
A questo punto, abbiamo i primi 3 squadroni che fanno quel che è stato visto prima.
E gli altri due? Dipende.
Se sono armati con bombe (i siluri sono esclusi), allora distruggeranno la nave in ogni caso: probabilmente hanno 2 bombe da 500 o addirittura da 1.000 lb, ma anche se ne avessero solo 1 da 1.000 sarebbero comunque dolori. Facile che il primo squadrone che segue ne metta a segno 5 esemplari, e non c'é ragione per cui anche il secondo ne metta a segno altrettante. A questo punto, la nave è distrutta sicuramente (uno di questi 'confetti' ogni circa 15 metri di lunghezza media, con un massimo di larghezza di 16...), e considerando l'ammontare delle armi a bordo, preda di esplosioni inenarrabilmente micidiali. PEr non infierire potremmo dare a tutti solo una bomba da 500 lb, se si vuole fare danni si può portarne 2 da 1.000, ma se si vuole differenziare potremmo fare 1 squadrone con 1 o 2 da 500 lb, e l'ultimo con almeno 1 da 1.000 lb. Con un intero squadrone armato di bombe da 1.000 lb, magari due per aereo, questo sarebbe davvero l'arma d'attacco 'finale' contro il caccia italiano. Forse in tal caso, avere 5 impatti da 500 lb nel primo caso, per 'ammorbidire' la nave, sarebbe poi utile per consentire all'ultimo squadrone di piazzare almeno altre 5 armi da 1.000 lb a segno, più altre ancora sicuramente vicine (near miss) allo scafo quel tanto che basta da danneggiarlo seriamente.
Considerando gli altri ordigni esplosi sicuramente quasi tutti vicini alla nave, le vie d'acqua aperte anche soltanto da un paio di near miss, con le paratie interne distrutte, sarebbero sufficienti per far affondare il bastimento in pochi minuti.
E se invece attaccassero... mmmhh, soltanto con dei razzi?
Razzi? Massì, razzi.
Beh, vediamo. Per questi ultimi due squadroni abbiamo 8 HVAR a testa, sempre con ogiva HE. Ricordo che sono praticamente proiettili di cannone calibro 127 mm, muniti di motore a razzo, con il quale, grazie alla potenza del propellente americano (circa 200 sec di impulso specifico), raggiungono velocità supersoniche e lunghe gittate. Contro un carro armato spesso hanno fallito (malgrado l'immensa reputazione dei 'caccia lanciarazzi' Typhoon, basata su stime molto ottimistiche di successo contro i carri armati tedeschi), ma una nave è un bersaglio almeno 20 volte più lungo e 4 volte più largo (notare come il rapporto L/W sia molto più elevato rispetto ai carri armati), per cui sbagliare non è facile.
Con 96 razzi l'uno, 192 in tutti e due, questi squadroni farebbero sicuramente un lavoro micidiale. Non posso sapere precisamente quale percentuale di colpi a segno avrebbero; osservo però che quando la RAF attaccò la REX nel 1945, temendo che venisse usata come sbarramento portuale, la grande nave (ovviamente immobile), venne centrata da circa 55 razzi su poco più di 60 sparati, affondando a motivo dei molti colpi sulla linea di galleggiamento (dove era stata fatta la mira, ovviamente erano preferite le testate SAP anziché HE). Anche senza arrivare a questi estremi, questi aerei fanno comunque un lavoro micidiale, tirando tra i 1.000 e i 600 metri, e distruggendo sicuramente il caccia, visto che a quel punto ottengono almeno il 30% dei colpi a segno. Considerando che ognuno ha oltre 3 kg di esplosivo, è facile immaginare gli effetti di 192x0,3x 3 = 173 kg di esplosivo, suddivisi in almeno 57 razzi. Probabilmente il primo squadrone ne mette a segno almeno 30, e gli altri, fino a 27, da parte dell'altro, più impedito dalla scarsa visibilità che altro.
Centrata da ben 77 razzi HVAR, la nave (uno ogni circa 2 metri scarsi di lunghezza) è ridotta ad un rottame e affonda a causa delle esplosioni e incendi. Alcuni razzi sono probabilmente andati a segno vicino alla linea di galleggiamento e questo causa allagamenti per via delle falle causate a bordo.
Se la mira è ancora superiore, si potrebbero avere oltre 100 razzi a segno (!!!), per esempio 7 di prossimità da parte del 2o squadrone, 20 pieni da parte del 3o squadrone, 33 da parte del 4o squadrone (che tira da minori distanze e quindi è più preciso) e altri 45 da parte dell'ultimo squadrone. La percentuale così elevata si spiega con il fatto che gli aerei di quest'ultimo hanno avuto tutto il tempo di avvicinarsi con calma e di stabilire l'attacco per pattuglie anziché squadrone, così da non ostacolarsi anche avvicinandosi molto alla nave bersaglio.
Ma che siano 77 o 98 (più i 7 VT), sono più che sufficienti (ricordando che parliamo dell'equivalente di un colpo da 127 mm navale, e per giunta, da breve distanza, con parte del propellente ancora da bruciare all'impatto) per fare il lavoro. Particolarmente delicato è il fatto che il caccia italiano ha almeno una dozzina di depositi di munizioni tra principali e di pronto impiego (4 artiglierie, 2 sistemi missilistici, hangar ecc) e questo è un problema notevole, perché questa pioggia di razzi finisce per 'accendere' qualcosa di questo immenso arsenale, è praticamente sicuro che sia così. Il che aggiunge altre magagne a quel che hanno già fatto i razzi da soli. Per questo il De la Penne non avrebbe scampo.
Si può fare diversamente? Sì, esiste anche una differente modalità. La bomba-razzo Tiny Tim. Questo non è altro che un motore a razzo potentissimo, con calibro di circa 300 mm, che è quello delle tubazioni petrolifere degli anni '40. Non ha avuto molta fortuna e successo, è un'arma impegnativa, ma per essere potente, diavolo se lo è. La testata, infatti, non è altro che una bomba SAP da 500 libbre. In pratica, se lo HVAR era un proiettile-razzo, questa è una bomba-razzo!
Come usarli? Diciamo l'ultimo squadrone, due a testa.
A questo punto ricalcoliamo riavvolgendo il nastro: il De la Penne è stato centrato da 7 HVAR-VT dal 2o squadrone, 20 HVAR-HE dal 3o, altri 33 dal 4o = 7+53 razzi HVAR. Questo sproposito di armi sarebbe probabilmente sufficiente per distruggere la nave, anche senza considerare la non remota possibilità che uno dei razzi centri direttamente qualche deposito o riservetta munizioni varie ed eventuali. Poi arrivano loro, i 12 corsari armati con 24 Tiny Tim. Lancio con la massima cura (è stato paragonato all'uso di una piccola bomba nucleare come 'importanza'). Sono armi imprecise, ma è difficile che sbaglino in condizioni tanto ottimali e da distanze non eccessive, meno di 1.000 metri e con un buon angolo di picchiata.
Il risultato è la distruzione sicura della nave: 7 centri pieni, più altri 3 near miss.
Gli oltre 50 razzi HVAR direttamente hanno portato oltre 150 kg di esplosivo ad alto potenziale a bordo della nave italiana; i 7 Tiny Tim ne hanno aggiunti altri 113x7 = 878 kg circa = oltre 1.000 kg, peggio che mai, distribuiti largamente in ogni angolo della nave, il che rende impossibile circoscrivere i danni, gli incendi e gli allagamenti.
Naturalmente non sappiamo come davvero finirebbe la nave, ma se consideriamo le perdite britanniche delle Falklands, il Coventry distrutto da 3 bombe in 25 minuti (proprio lui che portava il nome di una famosa città 'coventrizzata' dalle bombe tedesche), l'Ardent distrutta probabilmente da 4 bombe, l'Antelope da una soltanto esplosa nel tentativo di disinnesco, lo Sheffield da un Exocet che quasi sicuramente nemmeno esplose... beh, ci siamo capiti. Dopo 5 minuti o dopo 5 ore, poca differenza farebbe, ma la perdita sarebbe sicura e ancora più sicura la 'mission kill' della nave, qualsiasi essa fosse.
La qual cosa, a parte i near miss, a parte gli incendi e le esplosioni secondarie, sarebbe anche molto favorita dal fatto che i Corsair passerebbero il tempo a mitragliare quel che resta della nave, a meno di non vederla affondare già dopo pochi minuti.
Conclusione dell'analisi:
1) contro 1 squadrone di Corsair: il De la Penne riesce ad annientarlo fino all'ultimo esemplare, subendo in cambio solo qualche danno leggero da mitragliata. Non male per avere eliminato 12 aerei con prestazioni da 'quasi jet'. Paradossalmente, se i Corsair fossero stati più armati avrebbero causato MENO danni, perché troppo lenti e incapaci di giungere a tiro!
2) contro 2 squadroni di Corsair: il De la Penne finisce KO in termini operativi, sebbene con bassissime probabilità (legate essenzialmente al rischio di esplosioni secondarie) dopo avere distrutto una quindicina di avversari.
3) contro 3 squadroni di Corsair: il De la Penne finisce non solo KO, ma con discrete probabilità di essere distrutto dagli effetti secondari dei razzi e mitragliamenti (20+ HVAR diretti e alcuni altri VT, più circa 1.000 colpi di mitragliera a segno, in aggiunta ad altri ancora arrivati successivamente, con i passaggi eseguiti dagli aerei, presumibilmente qualche migliaio di proiettili complessivamente)
4) contro 4 squadroni di Corsair: il De la Penne finisce con alta probabilità distrutto, dato che è destinato a ricevere almeno 50 HVAR, oppure 20 HVAR e 5 bombe.
5) contro 5 squadroni di Corsair: il De la Penne finisce sicuramente distrutto, con almeno 70 HVAR a segno, oppure 50 HVAR e 10 bombe, oppure 50 HVAR e 7 Tiny Tim.
In altre parole: il De la Penne è ben capace di annientare una formazione d'attacco di questo tipo, purché essa sia composta da uno squadrone. Ne esce con le ossa rotte se sono due, e ne subisce una sorte quasi certamente letale se sono almeno 3.
Nelle modalità calcolate, abbiamo che il De la Penne ha ricevuto:
Ipotesi 1) (formazione mista): 20 HVAR, 5 bombe da 1.000 lb, 5 siluri.
Ipotesi 2) (formazione Corsair): 70-100 HVAR (probabilmente: 0+7VT+20+30+40)
Ipotesi 3): 20 HVAR e 10 bombe da 500 e/o 1.000 lb (forse l'ultimo squadrone piazza 5 armi da 1.000 lb?)
Ipotesi 4): 50 HVAR e 7 Tiny Tim
Ipotesi impatti 'standardizzati':
Bombe: 1a: sovrastruttura ant; 2a: sovrastruttura post; 3a: ponte volo; 4a: centro nave; 5a: vicina sovrastruttura ant; 6a: anteriore al cannone prodiero; 7a: sovrastruttura posteriore; per il resto mancano dati sensati. Idem vale per i razzi Tiny Tim.
Siluri: 1o a prua davanti cannone; 2o a centro nave; 3o, a centro nave un pò più a poppa; 4o; a centro nave, probabilmente lato opposto.
Razzi HVAR: circa 20% sovrastruttura anteriore; 20% sovrastruttura posteriore; 10% ponte di poppa; 50% scafo sia ponte che murate, anche sotto il livello di galleggiamento.
Tutto questo per dire quanto le armi della II Guerra mondiale, per quanto primitive e obsolete rispetto a quelle moderne, avessero già raggiunto un valore molto rispettabile di efficacia. E non parlo delle mitragliatrici MG e Browning, o delle artiglierie campali, i mortai o le mine. Ma proprio degli aerei, i Corsair sono dei 'quasi jet' quanto a prestazioni, un jet vero d'attacco avrà (se è subsonico) prestazioni superiori di 1/4-1/3, massimo 1/2 circa, ma non avrà la loro maneggevolezza e la loro enorme robustezza e capacità di incassare anche colpi molto duri (quanto è probabile che un proiettile VT da 76 mm, esploso a diciamo oltre 6 metri di distanza, possa abbattere prontamente un aereo come il Corsair, l'Hellcat o l'Helldiver?), data la loro semplicità e il fatto di avere pochi impianti e quei pochi, spesso protetti da corazze d'acciaio. Altro che comandi duplicati. Quanto alle armi usate, primitive quanto vuoi, ma pur sempre capaci di fare davvero male a qualsiasi target colpissero.
Ecco qual'é il senso di questi scenari da wargame. Misurare la 'temibilità' delle macchine belliche dell'ultimo conflitto mondiale (almeno, ultimo tra quelli dichiarati ufficialmente).
Detto questo sono concorde nel definire fin troppo capziosi tutti 'sti scenari. Ma del resto, in questo consiste l'arte del cazzeggio ;D