19-12-18 (16-12-19)
Altri appunti fatti nei mesi passati (e già rimpianti!).
1-9-18
USA: GIMME FIVE (inches)
I cannoni da 127 mm sono un classico della marina americana, anche se stranamente sono stati sempre sovranamente ignorati da quella inglese, che è passata dai 3 pollici, ai 4 pollici, ai 4,75 pollici (119 mm) ai 4,5 pollici (114 mm). Solo con le navi modernizzate o ricevute dagli USA ha cambiato leggermente avviso, ma non di molto.
Le armi americane sono invece sistematicamente da 127 mm, da un'età infinita.
Generazione 0: in realtà sono almeno 3 generazioni, ma le considero così perché non mi interessa realmente parlarne, essendo armi essenzialmente dell'800, mentre volevo parlare di quelle del XX secolo.
La prima fu il pezzo da 127/31 mm Mk 1, nome tutto sommato azzeccato. Cannone del 1886, pesante 2808 kg senza culatta, tirava circa 6 volte al minuto proiettili da 50 libbre ovvero 22,7 kg a 701 m/sesc, corrispondenti, all'alzo di 30°, alla rispettabile gittata di 14.630 m (16.000 yarde).
La prima arma a tiro rapido, invece, fu la Mk 2, seguita da Mk 3 e 4, tutti simili tra di loro, ma più rinforzati. Lungo 40 calibri, il cannone, un 127/40, insomma, era entrato in servizio nel 1895 e pesava 3.211 kg con la culatta. Nonostante la differenza di dimensioni lineari, il cannone aveva le stesse prestazioni dell'altro, ma tirava 12 anziché 6 colpi al minuto.
I modelli Mk 5 e 6, invece, erano cannoni da ben 127/50 mm, e anche questi, come i precedenti, erano assegnati a corazzate e incrociatori. Entrato in servizio nel 1904, sparava 6-8 colpi al minuto e ovviamente, con velocità ed energia maggiore, tanto che arrivava a 9,5 kg di carica di lancio, praticamente il doppio dei precedenti.
Poteva arrivare ala formidabile velocità iniziale di 914 m/sec (1.000 yarde o 3.000 ft al secondo) con la granata leggera da 50 lb, ma ne esisteva anche una da 27,2 kg (60 lb) che era lanciabile a 823 m/sec, nonostante che per accomodarla nella camera di scoppio la polvere fosse stata ridotta di ben 1 kg. Nonostante questo, con la granata da 50 lb arrivava a 19.000 yd ovvero 17.370 metri, nonostante un alzo limitato a 25,3°. Il peso dell'affusto era di circa 9,5 tonnellate per quelli più massivi. Ma questo cannone era un progetto ad interim, perché l'USN voleva qualcosa di ancora più potente. Ed eccoci alla vera generazione del XX secolo, diciamo quella 'moderna', anche se pure quest'ultimo cannone era nato dopo l'800 e potrebbe starci, sebbene io preferisca considerarlo un'arma a 'cavallo' dei due secoli. Ad ogni modo, iniziamo.
1a generazione: -cannone Mk 7 da 127/51 mm. Arma essenzialmente antinave, sempre usata così anche dopo che sono apparsi gli aerei. In origine non era presente sui cacciatorpediniere e a pensarci bene, mai c'é stata anche dopo. La USN era fiera delle prestazioni di quest'arma, potente e precisa, anche se di scarsa durata (700-800 colpi).
La sua balistica è nota e quindi ce la studiamo; essa era talmente buona, che per arrivare a 3.000 yd, ovvero 2.750 metri, gli bastava esattamente 1 grado (uno) di elevazione!
Per i 4.500 m (5.000 yds) ne bastavano due (!) e la velocità finale era ancora di ben 563 m/sec (da 960 iniziali).
Le prime 1.000 yd ha perso 93 m/sec, le seconde 1.000 ha perso 85 m/sec, le terze 1.000 ha perso 79 m/sec, le successive 1.000 ha perso 73 m/sec, le ultime 1.000 ha perso altri 67 m/sec.
Come si vede, la perdita è maggiore all'inizio (come prevedibile visto che dopo tutto, l'attrito agisce al quadrato della velocità), per poi ridursi ancora di 60 m/sec, mentre per arrivare a 8.000 yd perdeva altri 81 m/sec (ma per 2.000 yd), e per le 10.000 yd ne perdeva altri 65. Per la cronaca, a quel punto era sceso a circa la velocità del suono, ovvero 337 m/sec. A 14.000 yds (12.800 m) scendeva a 297 m/sec, stranamente (a causa della traiettoria di caduta sempre più ripida) alla massima gittata risaliva a 303 m/sec (a 18800 yds/17.190 m), con alzo aumentato a ben 25° (e angolo di caduta a 45,1°). Notevole, no? Al dunque, nel 1911 c'erano già cannoni così potenti e con velocità prossime a 1 km al secondo.
Il tempo di volo a 5000 yd era di appena 6,2 secondi. Chiaramente questo è su bersagli a bassa quota, non certo su bersagli alla quota di 5.000 yd! Però la media è di ben 806 m/sec, solo 1/6 inferiore rispetto a quella della velocità iniziale, mentre la velocità residua supera ancora il mezzo km al secondo. Per la gittata di 10.000 yd ci vogliono 17 secondi, per 16.000 yd ce ne vogliono 36,3, e per le 18800 yd ce ne vogliono 48, totalizzando medie di circa 538 m/sec (per 9,1 km), 403 m/sec (per 14,3 km), e 358 m/sec per 17,2 km, appena meglio della velocità del suono. Proprio così, nonostante una velocità iniziale di quasi mach 3, quella media alla massima distanza era appena superiore a mach 1. Un missile Harpoon, di conseguenza, sarebbe arrivato appena dietro questo proiettile. Un Tornado carico di armi, per esempio, a pieno A/B, sarebbe stato praticamente altrettanto veloce su questo stesso percorso! Notevole, no?
La gittata max assoluta era di 18,42 km a 45°, sempre con la granata da 23 kg. Non molto alta, forse perché la granata di per sé era piuttosto leggera. L'energia alla bocca era di quasi 21 MJ.
Come penetrazione, a 3 km poteva perforare circa 102 mm di corazza, ma si riduceva a 51 mm a 7,3 km (8.000 yd). Quanto ai ponti corazzati, 25 mm erano perforabili a 18 km. Per quanto buona, non era dunque capace di sconfiggere un incrociatore con un minimo di protezione balistica nelle parti vitali, se non a brevissimo raggio e con angolo del tutto perpendicolare, visto che i 76 mm a 0° evaporano in fretta se l'angolo è di 30-60°.
Fu arma largamente diffusa nelle navi americane, sopratutto nota come arma anti-siluranti a bordo delle corazzate, ma venne installata anche sui cacciatorpediniere e portaerei, persino sottomarini e batterie costiere. Stranamente, però, non la usarono gli incrociatori. Anche più stranamente, l'USN non utilizzò al massimo le capacità di quest'arma, essendo gli affusti solo a 15 o 20°, o al massimo, con i sottomarini, a 25°.
Con 15° arrivava sui 13 km, con i 20° (apparsi dopo) arrivava a circa 16 km. Evidentemente, per un'arma nata per contrastare le torpediniere, questo era quel che serviva e comunque nel periodo prebellico era difficile immaginare gittate superiori a 12 km, spesso persino le torrette delle navi da battaglia avevano i cannoni limitati a circa 12-15° di alzo, rovinandone le capacità balistiche, e costringendo poi a pesanti lavori di modifica delle torri per guadagnare qualche grado e qualche chilometro di gittata. Anche più incredibile, queste armi ebbero anche munizioni VT (spoletta di prossimità) antiaerei, malgrado il ridottissimo alzo disponibile: al più da cannoni antisiluranti erano diventati cannoni anti... aerosiluranti.
Peso: 5.130 kg. Cadenza: 8-9 RPM. Munizione: 22,7 kg (50 lb), ma i modelli più recenti come gli a.a. arrivavano anche a 25. Vo= 960 m/sec. Peso affusto singolo: 11-12 t.
2a generazione: -cannoni da 127 mm da 25 calibri (Mk 10, 11, 13 e 17). Arma per la difesa a distanza ridotta di grandi navi, essenzialmente incrociatori e corazzate. Una volta era presente sulle corazzate americane assieme al pezzo da 127/51: questo stava in casamatta, mentre il 127/25 stava in postazioni aperte per la difesa aerea, essenzialmente erano sistemi semplici e leggeri, normalmente si trattava di installazioni singole aperte, mai di binati chiusi e tanto meno corazzati. Era un'arma maneggevole, molto rapida nell'azionamento e nella direzione, affidabile. Per questo era molto popolare anche come arma antiaerei. Però aveva dei limiti che poi ne decreteranno la decadenza. La sua canna corta era il principale, del resto essa derivava come prototipo da un vecchio Mk 3 da 127/31 con canna tagliata appositamente.
Entrò in servizio nel 1926, e fu la prima vera arma antiaerei delle corazzate e incrociatori americani. Pesava appena 1000 kg (peso della canna, 36 kg il peso della munizione completa, e rimase bene o male un cannone molto popolare anche durante la guerra. Il fatto che aveva una ridotta Vo significava che la vita utile arrivava a 3.000 colpi. La granata aveva una carica di lancio di circa 4,35 kg. La pressione di esercizio, poco più di 2.600 atm, era simile a quella del cannone da 51 calibri, malgrado la molto minore potenza (6 MJ).
Peso: circa 1.000 kg (solo canna). Cadenza: 15-20 RPM. Munizione: 23-25 kg. Peso HE: fino a 3,3 kg circa (le AP, con circa 0,7 kg, non erano disponibili per questo cannone). Vo = 657 m/sec. Gittata max: circa 13,2 km o oltre 8 km a.a. Peso affusto circa 10 ton, alzo fino a 85°.
3a generazione: -cannone da 127/38 mm Mk 12. Evidentemente il cannone ideale da 5 pollici ancora non c'era. Il 127/51 era mono-uso, lento nel tiro e non utilizzabile come antiaereo. Il pezzo da 127/25 era molto buono, ma come antiaerei. Come arma antinave, invece, aveva semplicemente una gittata insufficiente, che non era un problema da nulla già come cannone secondario, perché 12 km non sono semplicemente una gittata ridotta, ma proprio insufficiente, visto che la maggior parte delle battaglie navali si svolgeva sui 15-20 km, almeno di giorno, e che persino un cannone da 100-102 mm possedeva facilmente gittate sui 15 km, abbastanza per partecipare agli scontri navali, mentre il 127 corto poteva al più essere usato dopo avere serrato le distanze e questo significava correre grossi rischi. Così apparve questo cannone, che divenne rapidamente il miglior pezzo a doppio uso della II guerra mondiale, specie con direzione e spolette radar. Gli mancava un tantino di gittata, che era letteralmente intermedia tra quella del 127/25 e 127/51, ma era comunque apprezzabile in ogni ambito, sebbene questo tipo di armi dava ai cacciatorpediniere americani, così come il 120/45 ai loro cuggini inglesi, il minor raggio d'azione tra tutte le navi della categoria, inclusi i caccia tedeschi e giapponesi armati anch'essi con pezzi da 127 (ma più lunghi e meno versatili). Il tiro antiaerei era comunque buono anche sopra i 4.000 m di quota, circa il doppio di quella usualmente ottenuta dai 127/25.
Entrò in servizio nel 1934, peso del cannone 1810 kg senza culatta, cadenza 12-22 RPM. Munizione 23-25 kg. Il tempo per coprire 5.000 yd era di 8 secondi (con cannone con usura 'media' a 762 m/sec), quando il pezzo da 127/51 ci riusciva in 6,2 secondi. La gittata di 15,8 km arrivava in 69 secondi quando il vecchio pezzi da 127/51 ci riusciva in 48 secondi (a 17 km). Energia circa 7,8 MJ (cannone nuovo, sennò 7,3). stranamente, pur essendo molto meno perforante del pezzo da 127/51 come energia, in realtà poteva perforare 101 mm di acciaio a 5 km anziché 3; non solo, poteva perforare 51 mm (2 in) a 10 km anziché 7.
Peso: circa 1.810 kg (senza culatta). Cadenza: 15-20 RPM. Munizione: 23-25 kg. Peso HE: fino a 3,3 kg circa (le AP, con circa 0,7 kg, non erano disponibili per questo cannone). Vo = 792 m/sec. Raggio: 16 km, a.a. 11,8 km. Peso affusto: 13-15 t (singolo), 34-70 t (binato). La differenza di peso è tra 6,3 mm dello scudo dei cacciatorpediniere, e i 63 mm delle corazzate.
4a generazione: -cannone da 127 mm lungo 54 calibri Mk 16. Questo era un cannone da 127 mm postbellico, essenzialmente un ingrandimento del cannone da 127/38. Così facendo risolveva la scarsa gittata del modello da 38 calibri, per giunta aumentava largamente anche il peso della granata di per sé, per cui era davvero un'arma formidabile. Sulla carta. Benché fosse chiaramente un'arma a doppio impiego, era pesante e lento, e l'equipaggio non era contento di sfiancarsi caricando munizioni che pesavano molto di più di quelle precedenti, tanto meno quando c'era da fare del tiro antiaerei che per forza comportava un elevato volume di fuoco, che ovviamente affaticava i serventi in maniera accelerata. E' vero che i vecchi duelli tra artiglieria e aerei fatti di fuoco di sbarramento per lunghi periodi, non era più attuale con le tecnologie moderne e la precisione dei sistemi di tiro da una parte, e la velocità dei jet dall'altra. Però non era un cannone che potesse davvero dimostrare il meglio di sé, essendo gli esseri umani l'anello debole della catena del suo funzionamento. Occorreva qualcosa che potesse migliorare la situazione. Per il momento era un cannone entrato in servizio sulle portaerei Midway nel 1945, benché fosse stato progettato nel 1940 per le corazzate classe Montana.
Peso: circa 2.430 kg (senza culatta). Cadenza: 15-18 RPM. Munizione: 31,5 kg. Peso HE: fino a 3,5 kg circa (le AP, circa 1 kg). Vo = 808 m/sec. Raggio: 23,8 km, a.a. 15,7 km. Peso affusto: 33 t.
Non mancarono altri tipi di cannoni proposti: per esempio, l'Mk 65 e la sua versione binata, ad altissima cadenza di tiro, ma mai costruiti. navweaps.com/Weapons/WNUS_5-54_mk65.php
5a generazione: -cannone da 127 mm lungo 54 calibri, modello Mk 42. Questo era la soluzione al problema di cui sopra. Un cannone con alimentazione automatica, un sogno per tutti i cannonieri. Del resto all'epoca si riusciva oramai a rendere automatico ogni tipo di cannone fino al 203 mm. Alcuni erano affidabili, come il 203 mm degli incrociatori Salem, altri non funzionavano realmente bene, come nel caso dei cannoni da 127/54 Mk 42. Quest'arma ebbe inizialmente un livello di prestazioni eccezionale per l'epoca: ben 40 colpi al minuto. Questo era possibile grazie all'uso di un sistema di alimentazione che non solo era automatico, ma era anche sofisticato.
C'erano ben due sistemi di caricamento diversi, e questi caricavano a turno il cannone, così da dargli una cadenza di tiro paragonabile a quella che ebbe circa 15 anni dopo il Compatto da 127/54 italiano. Ma il cannone Mk 42 era dotato di due sistemi di caricamento e questo lo rendeva più complesso. Inoltre i primi cannoni automatici non funzionavano realmente bene in molti casi, e quest'arma si dimostrò poco affidabile. Così, quel che si era guadagnato da una parte, si era perso dall'altra. Inoltre, il cannone era sempre in installazione singola, ma nonostante questo, era molto pesante e ingombrante, anche perché sull'impianto erano presenti contemporaneamente due attrezzature di tiro, gli 'occhi di rospo', uno per il tiro anti-superficie, l'altro per il tiro anti-aereo. Spesso quest'ultimo veniva soppresso, perché i jet erano un pò troppo veloci per essere seguiti in quel modo, con il tiro locale che al più era da intendersi come misura d'emergenza. Un radar di tiro fu installato in qualche modello, ma senza molto successo, così il cannone restò ancorato sopratutto ai sistemi di tiro della nave. Troppo avanti come prestazioni per la sua epoca, si trovò la cadenza di tiro calata da 40 a 28 colpi al minuto nel tentativo di ridurre i guasti al sistema. In seguito è stato riportato a livelli più alti, ma mai come inteso in origine, tanto che è stato autorizzato solo per 34 colpi al minuto, oppure 17 se era usato un solo elevatore per volta. Nonostante il peso elevato dell'affusto, l'Mk 42 era simile in capacità di movimento al Compatto di 14 anni dopo, la direzione era a 40°/sec, mentre l'elevazione era a 25°/sec anziché 30.
Chiaramente, pur non essendo un'arma balorda, il cannone Mk 42 era ancora insoddisfacente per un servizio prolungato nel futuro. Entrò in servizio nel 1954, appena prima dell'epoca dei missili che avrebbero preso sempre più parte nella struttura delle navi del futuro.
Peso: circa 2.550 kg (senza culatta). Cadenza: 28-40 RPM. Munizione: 31,5 kg. Peso HE: fino a 3,5 kg circa (le AP, circa 1 kg). Vo = 808 m/sec. Raggio: 23,8 km, a.a. 15,7 km. Peso affusto: 66 t.
6a generazione: -cannone da 127 mm lungo 54 calibri, Mk 45. Questa era la prima arma davvero moderna della categoria, assieme al Compatto italiano da 127/54. E' entrata in servizio nel 1971, appena qualche anno dopo (e anzi, rispetto alle navi italiane, forse addirittura prima, visto che i Compatto vennero inizialmente esportati in Canada).
La differenza stava nelle esigenze. Gli americani pensarono che tutto sommato, il compito antiaereo non era un'esigenza assoluta per un'arma del genere, ora che quasi tutte le loro navi erano dotate di missili di qualche tipo. Così produssero un'arma che pesava poco più della metà del Compatto e pur avendone le stesse caratteristiche balistiche, aveva un sistema d'alimentazione e di movimento molto meno energico. La cadenza di tiro scendeva a soli 20 colpi al minuto, ma il cannone era piccolo, affidabile, leggero, senza equipaggio e senza sistemi di tiro locale, che al dunque sono di un'utilità piuttosto marginale, a meno di non avere emergenze tecniche a bordo, come guasti elettronici o danni in combattimento.
Si è dimostrato un'arma affidabile ed efficiente, così che ha sostituito l'Mk 42 nella marina americana. Il fatto di avere un'elevazione ridotta a 65° anziché 85, o di avere velocità di elevazione/direzione di 20 e 30°/sec anziché 25 e 40, o di avere solo 20 colpi al minuto anziché 40, o di non avere sistemi di controllo del tiro autonomi, non ha significato niente, rispetto alla semplicità, economia e affidabilità di quest'arma e al suo compito essenzialmente di arma anti-superficie, come nel caso dei cannoni inglesi da 114 mm prodotti con gli stessi criteri. Basti dire che la durata del cannone è passata da 3.000 colpi a ben 8.000. Metà cadenza di tiro, forse, ma quasi il triplo di durata.
Questa differenza di concezione è dimostrata da molti particolari; il cannone è alimentato da un solo tamburo di munizioni, mentre il Compatto ne ha addirittura 3 per un totale di 66 colpi. In passato i cannoni americani erano decisamente più rapidi come potenza di fuoco ma al prezzo della complessità, come si è visto. Durante gli anni '60, per non sottovalutare nessuna esigenza, venne proposto un cannone, l'Mk 65, sempre da 127/54, che era in alternativa all'Mk 45. Questo aveva una cadenza di ben 48 colpi al minuto con qualcosa come 8 caricatori a tamburo e circa 100 colpi disponibili pronti al fuoco. Non bastando ancora, venne anche proposto l'Mk 66, che era la versione binata di questo cannone, in cui c'erano soltanto due caricatori a tamburo, uno per cannone, ma ciascuno di essi portava ben 100 proiettili. In definitiva, non è stata certo la mancanza di tecnologia per migliorare e rendere più affidabile il disegno base del cannone Mk 42 con un nuovo sistema di alimentazione e un affusto migliore, a condurre ad un cannone molto meno potente ma evidentemente più adatto a navi quasi esclusivamente missilistiche. Del resto gli americani, a differenza della marina sovietica e italiana, non ci tenevano particolarmente a sovraccaricare le loro enormi navi di armamento. Magari al posto loro gli ammiragli italiani avrebbero trovato più adatto l'Mk 66 che l'Mk 45, anche se dubito che avrebbero potuto installarlo sulle fregate Lupo!
Peso: circa 1.615 kg. Cadenza: 20 RPM. Munizione: 31,5 kg. Peso HE: fino a 3,5 kg circa. Vo = 808 m/sec. Raggio: 23,1+ km, effettivo sui 15 km, a.a. effettivo 7 km. Peso affusto: 22 t.
7a generazione: -cannone da 127 mm lungo 62 calibri Mk 45 Mod 4. Questo è lo sviluppo dell'Mk 45, capace di sparare a distanze maggiori e previsto originariamente per un proiettile molto sofisticato, con oltre 100 km di gittata, che peraltro non si è mai dimostrato realmente conveniente dato che più che un proiettile a gittata prolungata è un'arma missilistica tirata da un cannone. Tanto che alla fine il progetto è stato addirittura interrotto. La gittata è di 38 km anche con le munizioni convenzionali, con una carica di lancio di oltre 11 kg anziché 8. E' chiaramente un'arma solo offensiva, con quel tanto che basta di automazione per rendere possibile un tiro rapido, ma niente di più. Praticamente tutte le condizioni sono come quelle dei cannoni da 127/54 Mk 45, ma la velocità iniziale con i propellenti potenziati è di circa 1052 m/sec.
2-9-18:
Lo stesso vale per tanti altri cannoni con relative 'genie'.
Nel caso dei cannoni inglesi... un quattro e mezzo va sempre bene.
1) un modello da 4,5 pollici apparso durante la guerra: l'Mk 1-5 da 114/45 mm. Caricamento manuale, non molto efficiente nel sostenere forti cadenze di tiro, ma sempre meglio del più pesante 133 mm e più potente del 102 mm almeno nel tiro antinave. Però il caricamento a mano era comunque pesante per sostenere un tiro rapido a lungo.
2) un modello da 4,5 pollici, l'Mk 6, che era previsto fin dall'inizio per innovazioni importantissime: torretta interamente chiusa, collegamento per il tiro diretto dalle direzioni di tiro della nave, e sopratutto alimentazione automatica. Ma quest'ultima, come nel caso del cannone Mk 42, non si è dimostrata molto affidabile.
3) arriva quindi l'Mk 8 da 114/55 mm, altro cannone da 114 mm della nuova generazione. Più specializzato nel tiro anti-superficie, ma più leggero, affidabile ed efficiente, è rimasto con il suo bizzarro calibro, il cannone tipico della RN e dei suoi sempre più rari clienti 'all british'. Comunque sia, con una velocità di spostamento di circa 38 e 42°/sec è un'arma molto rapida nell'azione e capace di tirare 90 colpi in 7,5 minuti. Il tempo di reazione è inferiore a 10 secondi, ma l'alzo è limitato a 55°. Nell'insieme è un'arma un pò a metà strada tra le caratteristiche dell'Mk 45 e quelle del Compatto da 127 mm. Rispetto a quest'ultimo è inferiore in tutti i contesti, ma pesa 7 tonnellate in meno. Notevole è che il cannone NON è raffreddato ad acqua, per ridurre il peso dell'affusto, e malgrado questo è capace di cadenze sostenute molto rispettabili, grazie alla migliorata metallurgia. Altrettanto notevole è che esso derivi niente di meno che dal cannone Abbot da 105 mm dell'esercito... ma allora, visto che la Vosper produceva molte motovedette lanciamissili, invece di lasciarle equipaggiare dai 76 italiani, non potevano... ridurre il 105 a più piccola taglia, così come l'hanno ingrandito? Era anche più facile, presumibilmente. Bah.
C'é stato anche un cannone da 5 pollici navale inglese, ma è un aggeggio preistorico: navweaps.com/Weapons/WNBR_5-25_mk1.php
MA è roba preistorica (tardo XIX secolo).
Caratteristiche dei vari cannoni inglesi:
Peso: Mk 1-5 Mk 6 Mk 8
Cadenza: 2.890 kg 2.860 kg 2.400 kg
Munizione: 25 kg 25 kg 21 kg
Peso HE:
Vo = 746 m/s 746 m/s 870 m/s
ROF: ca 12 RPM 24 RPM 20-26 RPM
Raggio: 18,9 km 18,9 km 22 km
Peso affusto: 11-46 t 44 t 27 t
Poi abbiamo i cannoni francesi...
In questo caso il calibro di riferimento è il 100 mm, benché, anche se non molti lo ricordano, nel secondo dopoguerra è stato anche costruito un 127/54 mm.
navweaps.com/Weapons/WNFR_5-54_m1948.php
Era un'arma ad alto angolo, con 22 km di gittata, 15-18 RPM e munizioni americane. Verrà presto soppiantata dai cannoni da 100 mm automatici.
I primi cannoni da 100 francesi erano modelli ben poco conosciuti, come questi: navweaps.com/Weapons/WNFR_39-45_m1892.php
I cannoni degli anni '30 e '40 erano per lo più del Mod 1930 da 100/45 mm.
Peso: 1.620 kg, proiettile da 13,5 kg HE, Vo 780 m/sec; ROF 10-16 RPM; raggio 15.900 m; peso affusto (binato): 13,5 tonnellate.
Abbiamo un modello di transizione, utilizzato nel dopoguerra: Il mod. 1945 da 100/55 mm. Arma con migliori qualità tecniche, asservita al radar e con sistemi di alimentazione munizioni migliorati.
Peso: 1.840 kg, proiettile da 13,32 kg HE; Vo 855 m/sec; ROF 20-25 RPM; gittata 17,2 km e peso affusto 26 tonnellate (binato)
1) il primo modello realmente post-bellico è stato prodotto negli anni '50, naturalmente escludendo le armi non automatiche prebelliche. E' stato efficiente a sufficienza per diffondersi largamente nelle marine centro-europee e pure alcune latine. Questo era il Modello 53 da 100/55 e poté sostituire sia il 127 che il 57 mm come arma multi-uso, senza più fare distinzione tra artiglieria pesante e leggera a.a. Una buona scelta, tutto sommato. Il Mod 64 aveva un aumento del 30% della cadenza di tiro grazie ad ulteriori migliorie della meccanica, veramente un prodigio per un'arma così compatta ma di calibro piuttosto consistente. E fu così che essa ebbe vasto successo anche all'export, incluse nazioni quali Germania Ovest e Portogallo.
Peso: ? kg, proiettile da 13,5 kg HE, Vo 870 m/sec; ROF 60-78 RPM; raggio 17.200 m; peso affusto (binato): 13,5 tonnellate.
2) dopo di che è apparso un cannone ben più moderno, il Mod 68, più compatto e automatizzzato. Il peso dell'affusto è di 22 tonnellate. Per il resto le caratteristiche sono simili, inclusa la cadenza di tiro di 60 RPM, poi con la versione CADAM aumentata sui 78-80. Questa apparve a circa la metà degli anni '80, più o meno come il Super Rapido italiano da 76 e il Bofors Mk 3 svedese da 57 mm. In effetti, un'arma da 40 che tira 450 colpi/min, o una da 57 che spara 220 RPM, una da 76 che tira 120, o una da 100 che tira sugli 80 colpi/min, sono tutti disegni piuttosto comparabili come progresso tecnico.
3) Ma la vera risposta ai cannoni italiani e simili è stata, piuttosto, il modello Compact, sempre da 100/55 mm, sempre con le stesse prestazioni, ma con numerosi miglioramenti. Sebbene non abbia avuto totalmente successo e sia stato addirittura rimpiazzato sia sulle fregate saudite che su quelle francesi tipo FREMM, con l'SR da 76 mm (ma perché? Un cannone più grande potrà comunque fare cose migliori rispetto ad un'arma di calibro minore, o no?), esso è un cannone molto potente. Cadenza di tiro a seconda delle versioni, tra 60, 78 e addirittura 90 RPM. Esso ha 42 colpi pronti al tiro, ma nelle versioni più spinte (è stato adottato SOLO da nazioni estere) arriva a 90-114, inoltre può scegliere tra 3 tipi diversi di munizioni. Il peso è solo di 19 tonnellate, considerando solo la torre abbiamo sui 14.000 kg. Inoltre ha un'elevata rapidità di movimento: circa 35°/sec elevazione e addirittura 50°/sec direzione, contro quasi 30 e 40°/sec dei modelli precedenti. Sebbene abbia avuto poco successo, è stato prodotto fin dal 1982 (anche prima del Super Rapido) e la Cina ne ha fatto una copia quasi identica.
Poi questa genia di cannoni si interrompe con l'arrivo dei 76 mm sulle navi francesi, e in seconda battuta, sulle navi saudite ammodernate. Ma c'é ancora una speranza: i cinesi ne fabbricano una loro versione, piuttosto largamente prodotta.
E i cannoni russi: la dinastia del 130
L'URSS ha avuto un gran numero di famiglie di cannoni: da 57, 76, 100 e 130 mm. Qui seguiamo l'arma più importante, che tutto sommato è il 130 mm (di stretta misura sugli altri tipi). Il primo modello non era un granché, comunque potente per l'era: il Mod 1913 da 130/55 mm.
Aveva circa 15 km di gittata a 20°, e tirava colpi a 36 kg.
navweaps.com/Weapons/WNRussian_51-55_m1913.php
Negli anni '30 comparve una nuova arma da 130 mm, il Mod 1936 da 130/50 mm.
Malgrado la canna più corta, aveva prestazioni maggiori, 12 RPM, 25 km di gittata ( con munizioni da 33 kg) e gli affusti pesavano tra 11 e 48 ton. Ma generalmente non era un'arma DP.
1) il primo modello da 130 mm automatico è stato il Mod 57 da 130/58 mm, con una grande torretta da 130 mm binata e radar di controllo del tiro. Grandemente migliorata rispetto agli altri modelli, aveva una cadenza semi-automatica di 10-15 RPM, un sistema di controllo tiro sofisticato e una torretta chiusa, potendo tirare fino a grande distanza le munizioni antiaerei e antinave. Quelle antiaerei fino oltre 23 km, quelle antinave da 33 kg addirittura a 27,7 km. La torretta pesava sulle 57 tonnellate, notevolmente meno della torre singola da 127 Mk 42!
La velocità di alzo e di brandeggio (15 e 20°/sec circa) era pari, nondimeno, alla metà circa di quella dell'arma americana, così come la cadenza di tiro. Però era senz'altro un'arma potente e che poteva competere con quelle occidentali. L'affusto era stabilizzato triassialmente e aveva sia un radar di tiro che un sistema ottico.
Tirava a 950 m/sec le sue munizioni, per cui non poteva avere un'elevata vita utile della canna. Nondimeno, essa era decente e superava largamente quella dell'arma precedente, che andava poco oltre i 100 colpi!
Da rimarcare che il cannone derivava un modello tedesco da 127 mm a.a. e che ha dato poi origine al formidabile cannone M-46 a lunga gittata per uso campale, a tutt'oggi apprezzato e di grandi qualità belliche.
La Cina ha costruito queste armi per i suoi caccia Luda, ma ovviamente è oramai un sistema obsoleto.
2) il secondo modello importante è stato l'AK-130 da 130/70 mm, cannoni per i cacciatorpediniere missilistici, pesanti ma potentissimi. Binati da circa 100 tonnellate con 180 colpi pronti, circa 80+ RPM e direttore di tiro automatico, ma anche con controllo locale, che è un must per tutti i cannoni sovietici. Spesso ci sono anche comandi di movimento manuali, evidentemente la sopravvivenza anche in caso di guasti gravi o danni erano molto sentiti.
Stranamente, la gittata indicata è di soli 23 km con le munizioni da 33 kg, a causa principalmente della riduzione della V0 che passa da 950 a 850 m/sec; ma anche così, è una velocità maggiore di quella dei pezzi occidentali da 127, quindi perché non deve avere una portata superiore? Specie considerando l'eccellenza raggiunta proprio con i cannoni da 130 mm precedenti. Il fatto che non sia particolarmente elevata la gittata rispetto alla lunghezza della canna, può far pensare che seomplicemente non si sia voluto 'calcare' troppo la mano come capacità, per conservare l'arma in termini di vita utile e affidabilità. L'affusto, pesantissimo, è relativamente lento rispetto a quello delle altre armi specificatamente a.a. ma forse questo non è un grande problema, data la potenza di fuoco a lungo raggio dell'arma. Alzo fino a 80°, velocità 25 e 25°/sec.
Attualmente è presente anche un cannone singolo e con cupola stealth derivato dallo stesso tipo, simile all'Mk 45 e al Compatto LW italiano.
Discorsi simili sono disponibili anche per i cannoni da 57, 76 e pure 100 millimetri. Tutti hanno avuto almeno 2 o 3 generazioni. Ma non è questa la sede per approfondire la questione (o almeno, così la penso io).
Comparazioni tra i cannoni russi da 130 mm più moderni:
Mod 36 L50 Peso: ? kg, proiettile da 33 kg HE, Vo 870 m/sec; ROF ca 12 RPM; raggio 25.000 m; peso affusto (binato): 48 tonnellate.
Mod 57 L58 Peso: ? kg, proiettile da 33+ kg HE, Vo 950 m/sec; ROF 10-15 RPM; raggio 27.700 m; peso affusto (binato): 57 tonnellate.
AK-130 L70 Peso: ? kg, proiettile da 33+ kg HE, Vo 850 m/sec; ROF 40-43 RPM; raggio 23.000 m; peso affusto (binato): 102 tonnellate.
E i cannoni italiani da 76 mm... mai più senza!
Di artiglierie la storia militare italiana è stra-piena, sia nazionali che d'importazione. Di cannoni da 76 mm c'erano molti tipi anche prima della II GM, ma questi sono i principali sistemi prodotti a tutt'oggi. I cannoni da 127 mm non hanno una vera 'genealogia', visto che in pratica sono apparsi, come disegni, soltanto con il Compatto. In realtà i primi cannoni automatici non sono nemmeno questi. Avrebbero dovuto essere le mitragliere o cannoni, da 65/64 mm, che però ebbero solo un sistema di alimentazione manuale. Era questo il primo passo verso il fuoco automatico con armi di grosso calibro. Poi, nel dopoguerra, si concretizzarono altri due disegni, entrambi anch'essi, legati alla Marina. Il 130/45 venne reso automatico, con ben 30 RPM anziché i 6 del tipo originale. Quest'arma venne posta solo sul Garibaldi una volta aggiornato, studiata negli anni '50 ed entrata in servizio nel 1961, chiaramente era simile al cannone Mk 42 americano, anche i proiettili erano di peso pressoché identico (sui 32 kg), malgrado il calibro maggiore. La Marina ottenne anche, per la protezione delle proprie basi, un 90/50 mm automatico. Stranamente, malgrado la differenza di calibro e peso, la cadenza di tiro era anche qui, di 30 RPM.
Ma nessuna di queste armi ebbe un grande successo e non durò a lungo in servizio. Quindi andiamo con la vera 'genealogia', i cannoni da 76 mm.
1) il primo modello è l'SMT automatico, e insoddisfacente al contempo, degli anni '50. Apparve su alcune fregate/corvette italiane.
2) il secondo modello è il Sovrapposto, della OTO Melara, costruto negli anni '50, ma anche questa 'doppietta' non ha avuto successo perché ha avuto una scarsa affidabilità di funzionamento, malgrado garantisse sui 120 RPM (come il Super Rapido attuale).
3) poi è stata la volta del cannone MMI da 76/62, di maggior ruccesso e semplicità, ma pur sempre un'arma complicata, pesante, poco popolare al di fuori della MMI, diciamo pure che non ha avuto alcun successo all'estero. Entrata in servizio attorno al 1960, è andata male nell'export, ma di sicuro ha avuto parecchi ordini (fino a 8 per nave!) nelle unità italiane. Da notare che nonostante un peso quasi doppio (12 ton vs 7,5) questo cannone aveva velocità di alzo e direzione di 40 e 70°/sec, mentre il successivo Compatto, da 7,5 t, si sarebbe limitato a 'solo' 35 e 60°/sec. Erano i tempi in cui si brindava se i cannoni tiravano 10 colpi senza incepparsi.
4) il terzo modello è stato il Compatto del 1969 circa. Finalmente un progetto utile, dopo 20 anni di studi, che ha poi fatto il pieno di ordini per mancanza di alcun concorrente, né francese (che pure avevano il 100 automatico), o svedese (malgrado il pezzo da 57 mm appena più piccolo e anche il 120 mm automatico, sia singolo che binato e persino un ignoto cannone navale chiamato TAK-76 ), o inglese (con il pezzo da 114 mm). Solo i sovietici hanno fatto qualcosa del genere, dopo che i 76/70 inglesi erano diventati troppo pesanti e complessi per le nuove motomissilistiche, costruite sopratutto da Germania, UK e Francia,ma stranamente, senza armi per equipaggiarle. Così è arrivato il Compatto italiano, che pur con diversi limiti, ha riportato una quantità di contratti impressionanti.
6) poi è arrivato il Super Rapido nel 1988 circa. Come già per il Compatto, cursiomente, all'inizio la MM non ha avuto molto interesse per quest'arma. Nel caso precedente, probabilmente perché non veniva vista come utile perché c'erano già parecchi cannoni da 76 MMI, mai rimpiazzati dai pur molto superiori Compatto, malgrado siano molto più automatizzati e compatti, per l'appunto. In questo caso, perché erano stati da poco adottati i Dardo, i primi CIWS europei se non occidentali, e che sembravano già efficaci per qualsiasi ruolo. E' strano comunque, come se nell'aggiornamento degli incrociatori italiani nel 1976-83, gli oramai obsoleti MMI siano rimasti mentre circa 10 anni dopo si è deciso di sostituire i molto migliori Compatto con i Super Rapido sui cacciatorpediniere. Bah!
Inoltre sono apparsi diversi altri cannoni come il Sovraponte, le versioni stealth con cupolino sfaccettato, e addirittura il tipo con proiettili teleguidati DART/DAVIDE e la versione 'ridotta' del Vulcano, con ben 40 km di gittata. Non si può negare che abbiano cercato in tutti i modi di usare il successo di quest'arma, propiziato, come il precedente trionfo con il Mod 56 da 105 mm, dalla totale mancanza di concorrenza nel settore, che pure non è esattamente una nicchia di altissima tecnologia.
Peso (Compatto): circa 7,6 ton (senza munizioni); v0 925 m/sec; cadenza 85 RPM.
E i kanoni Sfedesi?
Questa oramai è una genia morta, in realtà dovremmo parlare dei pezzi da 40 o da 57 mm. MA siccome entrambi paiono più mitragliere glorificate che cannoni veri e propri, preferisco parlare dei pezzi da 120 mm, ottime realizzazioni della celebre Bofors, anche se a dire il vero, non per questa categoria di calibri. Ed è un peccato, perché meriterebbero.
Il primo modello da 120 mm era il 120/50 Mod 1924 che fino a non molto tempo fa era ancora utilizzato come difesa costiera. Caratteristiche salienti, specie per un'arma del 1924 ed entrata in servizio nel 1928, erano: 10 RPM, proiettili da 24 kg lanciabili a 900 m/sec con gittata massima di ben 19.500 metri, con un'elevazione di appena 30 gradi. Era un degno rivale dei potentissimi cannoni italiani paricalibro e dei molto più tardi pezzi inglesi da 120/50.
In seguito ne fu esportata una versione binata in Polonia. Mentre nel dopoguerra apparve un'altra arma, la 120/50 mm. Questa era il Mod 1942 da 120/50 mm.
Aveva canna analoga, ma solo 850 m/sec e questo comportava una gittata inferiore, però era semi-automatico e tirava 20 RPM. Proiettili da 23,5 kg a 19.100 m, ma solo all'alzo massimo di 45°.
Un gioiello della tecnologia Bofors era senz'altro il Mod 1950 da 120/50. Questo era un cannone interamente automatizzato, capace di tirare 42-45 RPM per canna, e normalmente usato in affusti binati pesanti 65 t (poi ridotti a 52 semplificando l'affusto, per esempio senza il diesel d'emergenza e controllo di tiro locale). Cadenza di tiro 42-45 RPM, alzo 40°/sec e rotazione 25°/sec, elevazione fino a 80°.
Un'ottima arma senza dubbio, stesse doti della precedente in termini balistici, con 19,1 km per proiettili da 23,5 kg (ma solo con V0 di 825 m/sec, leggermente ridotta rispetto a prima). Quando fu analizzato dai tecnici inglesi nel 1953 fu trovato però troppo pesante (eh sì che il 114 Mk 6...), rumoroso e senza tenuta di gas sufficiente. Mah! Diciamo che non volevano comprare straniero, e finiamiola lì! Quest'arma, sicuramente la migliore tra i pezzi sopra i 100 mm dell'epoca e per vari anni a venire, era semplicemente superiore rispetto alla concorrenza, eppure venne adottata solo da Olanda (in particolare, per i potenti caccia tipo Tromp), Svezia e qualche altro cliente, come il Perù.
Il succesivo Mod TAK-120, da 120/46 mm, è una versione estremamente compatta, capace di tirare CON UNA CANNA SOLA, 80 RPM. A dire il vero, esso deriva da un cannone terrestre automatico e da 120 mm, ovviamente un flak pesante, che tuttavia non ha avuto molto successo: il Luftvärnsautomatkanon 4501, se volete sentire qualcosa in più, andate in questa pagina: http://beyondthesprues.com/Forum/index.php?topic=7644.0
Il peso è ridottissimo, così come l'ingombro. Ma per ottenere questo non si è potuto conservare tutto quanto: il cannone è lungo solo 46 calibri, velocità iniziale e peso proiettile inferiori rispetto ai vecchi tipi. Però è un'arma da 120 automatica utilizzabile anche da cannoniere. E' anche dotata di ben 52 colpi pronti al tiro e ha un alzo di 80°, e persino 6 rotaie per razzi illuminanti laterali. Velocità di elevazione: 32°/sec, di brandeggio 40°/sec. Scudo d'acciaio da 4 mm, alimentazione elettrica con punte d'uso di oltre 150 kW. Arma veramente eccezionale, non sfigurerebbe con tanti concorrenti moderni.
Quasi oltraggioso è che le navi finniche con questo cannone sono state riequipaggiate con l'ultimo modello Bofors da appena 57 mm.
Anche la data è importante: progettato nel 1963, e provato già nel 1967, un vero 'super-rapido' ante-litteram.
Caratteristiche del TAK 120 (tra partendsi quelle del Mod 1950).
Mod 50 L50: proiettile da 23,5 kg HE, Vo 825 m/sec; ROF 42-45 RPM; raggio 19.100 m; peso affusto (binato): 52-65 tonnellate.
TAK-120 L46 proiettile da 21 kg HE, Vo 800 m/sec; ROF 80 RPM; raggio 18.500 m; peso affusto (binato): 28,5 tonnellate (+razziere e munizioni)
Altri appunti fatti nei mesi passati (e già rimpianti!).
1-9-18
USA: GIMME FIVE (inches)
I cannoni da 127 mm sono un classico della marina americana, anche se stranamente sono stati sempre sovranamente ignorati da quella inglese, che è passata dai 3 pollici, ai 4 pollici, ai 4,75 pollici (119 mm) ai 4,5 pollici (114 mm). Solo con le navi modernizzate o ricevute dagli USA ha cambiato leggermente avviso, ma non di molto.
Le armi americane sono invece sistematicamente da 127 mm, da un'età infinita.
Generazione 0: in realtà sono almeno 3 generazioni, ma le considero così perché non mi interessa realmente parlarne, essendo armi essenzialmente dell'800, mentre volevo parlare di quelle del XX secolo.
La prima fu il pezzo da 127/31 mm Mk 1, nome tutto sommato azzeccato. Cannone del 1886, pesante 2808 kg senza culatta, tirava circa 6 volte al minuto proiettili da 50 libbre ovvero 22,7 kg a 701 m/sesc, corrispondenti, all'alzo di 30°, alla rispettabile gittata di 14.630 m (16.000 yarde).
La prima arma a tiro rapido, invece, fu la Mk 2, seguita da Mk 3 e 4, tutti simili tra di loro, ma più rinforzati. Lungo 40 calibri, il cannone, un 127/40, insomma, era entrato in servizio nel 1895 e pesava 3.211 kg con la culatta. Nonostante la differenza di dimensioni lineari, il cannone aveva le stesse prestazioni dell'altro, ma tirava 12 anziché 6 colpi al minuto.
I modelli Mk 5 e 6, invece, erano cannoni da ben 127/50 mm, e anche questi, come i precedenti, erano assegnati a corazzate e incrociatori. Entrato in servizio nel 1904, sparava 6-8 colpi al minuto e ovviamente, con velocità ed energia maggiore, tanto che arrivava a 9,5 kg di carica di lancio, praticamente il doppio dei precedenti.
Poteva arrivare ala formidabile velocità iniziale di 914 m/sec (1.000 yarde o 3.000 ft al secondo) con la granata leggera da 50 lb, ma ne esisteva anche una da 27,2 kg (60 lb) che era lanciabile a 823 m/sec, nonostante che per accomodarla nella camera di scoppio la polvere fosse stata ridotta di ben 1 kg. Nonostante questo, con la granata da 50 lb arrivava a 19.000 yd ovvero 17.370 metri, nonostante un alzo limitato a 25,3°. Il peso dell'affusto era di circa 9,5 tonnellate per quelli più massivi. Ma questo cannone era un progetto ad interim, perché l'USN voleva qualcosa di ancora più potente. Ed eccoci alla vera generazione del XX secolo, diciamo quella 'moderna', anche se pure quest'ultimo cannone era nato dopo l'800 e potrebbe starci, sebbene io preferisca considerarlo un'arma a 'cavallo' dei due secoli. Ad ogni modo, iniziamo.
1a generazione: -cannone Mk 7 da 127/51 mm. Arma essenzialmente antinave, sempre usata così anche dopo che sono apparsi gli aerei. In origine non era presente sui cacciatorpediniere e a pensarci bene, mai c'é stata anche dopo. La USN era fiera delle prestazioni di quest'arma, potente e precisa, anche se di scarsa durata (700-800 colpi).
La sua balistica è nota e quindi ce la studiamo; essa era talmente buona, che per arrivare a 3.000 yd, ovvero 2.750 metri, gli bastava esattamente 1 grado (uno) di elevazione!
Per i 4.500 m (5.000 yds) ne bastavano due (!) e la velocità finale era ancora di ben 563 m/sec (da 960 iniziali).
Le prime 1.000 yd ha perso 93 m/sec, le seconde 1.000 ha perso 85 m/sec, le terze 1.000 ha perso 79 m/sec, le successive 1.000 ha perso 73 m/sec, le ultime 1.000 ha perso altri 67 m/sec.
Come si vede, la perdita è maggiore all'inizio (come prevedibile visto che dopo tutto, l'attrito agisce al quadrato della velocità), per poi ridursi ancora di 60 m/sec, mentre per arrivare a 8.000 yd perdeva altri 81 m/sec (ma per 2.000 yd), e per le 10.000 yd ne perdeva altri 65. Per la cronaca, a quel punto era sceso a circa la velocità del suono, ovvero 337 m/sec. A 14.000 yds (12.800 m) scendeva a 297 m/sec, stranamente (a causa della traiettoria di caduta sempre più ripida) alla massima gittata risaliva a 303 m/sec (a 18800 yds/17.190 m), con alzo aumentato a ben 25° (e angolo di caduta a 45,1°). Notevole, no? Al dunque, nel 1911 c'erano già cannoni così potenti e con velocità prossime a 1 km al secondo.
Il tempo di volo a 5000 yd era di appena 6,2 secondi. Chiaramente questo è su bersagli a bassa quota, non certo su bersagli alla quota di 5.000 yd! Però la media è di ben 806 m/sec, solo 1/6 inferiore rispetto a quella della velocità iniziale, mentre la velocità residua supera ancora il mezzo km al secondo. Per la gittata di 10.000 yd ci vogliono 17 secondi, per 16.000 yd ce ne vogliono 36,3, e per le 18800 yd ce ne vogliono 48, totalizzando medie di circa 538 m/sec (per 9,1 km), 403 m/sec (per 14,3 km), e 358 m/sec per 17,2 km, appena meglio della velocità del suono. Proprio così, nonostante una velocità iniziale di quasi mach 3, quella media alla massima distanza era appena superiore a mach 1. Un missile Harpoon, di conseguenza, sarebbe arrivato appena dietro questo proiettile. Un Tornado carico di armi, per esempio, a pieno A/B, sarebbe stato praticamente altrettanto veloce su questo stesso percorso! Notevole, no?
La gittata max assoluta era di 18,42 km a 45°, sempre con la granata da 23 kg. Non molto alta, forse perché la granata di per sé era piuttosto leggera. L'energia alla bocca era di quasi 21 MJ.
Come penetrazione, a 3 km poteva perforare circa 102 mm di corazza, ma si riduceva a 51 mm a 7,3 km (8.000 yd). Quanto ai ponti corazzati, 25 mm erano perforabili a 18 km. Per quanto buona, non era dunque capace di sconfiggere un incrociatore con un minimo di protezione balistica nelle parti vitali, se non a brevissimo raggio e con angolo del tutto perpendicolare, visto che i 76 mm a 0° evaporano in fretta se l'angolo è di 30-60°.
Fu arma largamente diffusa nelle navi americane, sopratutto nota come arma anti-siluranti a bordo delle corazzate, ma venne installata anche sui cacciatorpediniere e portaerei, persino sottomarini e batterie costiere. Stranamente, però, non la usarono gli incrociatori. Anche più stranamente, l'USN non utilizzò al massimo le capacità di quest'arma, essendo gli affusti solo a 15 o 20°, o al massimo, con i sottomarini, a 25°.
Con 15° arrivava sui 13 km, con i 20° (apparsi dopo) arrivava a circa 16 km. Evidentemente, per un'arma nata per contrastare le torpediniere, questo era quel che serviva e comunque nel periodo prebellico era difficile immaginare gittate superiori a 12 km, spesso persino le torrette delle navi da battaglia avevano i cannoni limitati a circa 12-15° di alzo, rovinandone le capacità balistiche, e costringendo poi a pesanti lavori di modifica delle torri per guadagnare qualche grado e qualche chilometro di gittata. Anche più incredibile, queste armi ebbero anche munizioni VT (spoletta di prossimità) antiaerei, malgrado il ridottissimo alzo disponibile: al più da cannoni antisiluranti erano diventati cannoni anti... aerosiluranti.
Peso: 5.130 kg. Cadenza: 8-9 RPM. Munizione: 22,7 kg (50 lb), ma i modelli più recenti come gli a.a. arrivavano anche a 25. Vo= 960 m/sec. Peso affusto singolo: 11-12 t.
2a generazione: -cannoni da 127 mm da 25 calibri (Mk 10, 11, 13 e 17). Arma per la difesa a distanza ridotta di grandi navi, essenzialmente incrociatori e corazzate. Una volta era presente sulle corazzate americane assieme al pezzo da 127/51: questo stava in casamatta, mentre il 127/25 stava in postazioni aperte per la difesa aerea, essenzialmente erano sistemi semplici e leggeri, normalmente si trattava di installazioni singole aperte, mai di binati chiusi e tanto meno corazzati. Era un'arma maneggevole, molto rapida nell'azionamento e nella direzione, affidabile. Per questo era molto popolare anche come arma antiaerei. Però aveva dei limiti che poi ne decreteranno la decadenza. La sua canna corta era il principale, del resto essa derivava come prototipo da un vecchio Mk 3 da 127/31 con canna tagliata appositamente.
Entrò in servizio nel 1926, e fu la prima vera arma antiaerei delle corazzate e incrociatori americani. Pesava appena 1000 kg (peso della canna, 36 kg il peso della munizione completa, e rimase bene o male un cannone molto popolare anche durante la guerra. Il fatto che aveva una ridotta Vo significava che la vita utile arrivava a 3.000 colpi. La granata aveva una carica di lancio di circa 4,35 kg. La pressione di esercizio, poco più di 2.600 atm, era simile a quella del cannone da 51 calibri, malgrado la molto minore potenza (6 MJ).
Peso: circa 1.000 kg (solo canna). Cadenza: 15-20 RPM. Munizione: 23-25 kg. Peso HE: fino a 3,3 kg circa (le AP, con circa 0,7 kg, non erano disponibili per questo cannone). Vo = 657 m/sec. Gittata max: circa 13,2 km o oltre 8 km a.a. Peso affusto circa 10 ton, alzo fino a 85°.
3a generazione: -cannone da 127/38 mm Mk 12. Evidentemente il cannone ideale da 5 pollici ancora non c'era. Il 127/51 era mono-uso, lento nel tiro e non utilizzabile come antiaereo. Il pezzo da 127/25 era molto buono, ma come antiaerei. Come arma antinave, invece, aveva semplicemente una gittata insufficiente, che non era un problema da nulla già come cannone secondario, perché 12 km non sono semplicemente una gittata ridotta, ma proprio insufficiente, visto che la maggior parte delle battaglie navali si svolgeva sui 15-20 km, almeno di giorno, e che persino un cannone da 100-102 mm possedeva facilmente gittate sui 15 km, abbastanza per partecipare agli scontri navali, mentre il 127 corto poteva al più essere usato dopo avere serrato le distanze e questo significava correre grossi rischi. Così apparve questo cannone, che divenne rapidamente il miglior pezzo a doppio uso della II guerra mondiale, specie con direzione e spolette radar. Gli mancava un tantino di gittata, che era letteralmente intermedia tra quella del 127/25 e 127/51, ma era comunque apprezzabile in ogni ambito, sebbene questo tipo di armi dava ai cacciatorpediniere americani, così come il 120/45 ai loro cuggini inglesi, il minor raggio d'azione tra tutte le navi della categoria, inclusi i caccia tedeschi e giapponesi armati anch'essi con pezzi da 127 (ma più lunghi e meno versatili). Il tiro antiaerei era comunque buono anche sopra i 4.000 m di quota, circa il doppio di quella usualmente ottenuta dai 127/25.
Entrò in servizio nel 1934, peso del cannone 1810 kg senza culatta, cadenza 12-22 RPM. Munizione 23-25 kg. Il tempo per coprire 5.000 yd era di 8 secondi (con cannone con usura 'media' a 762 m/sec), quando il pezzo da 127/51 ci riusciva in 6,2 secondi. La gittata di 15,8 km arrivava in 69 secondi quando il vecchio pezzi da 127/51 ci riusciva in 48 secondi (a 17 km). Energia circa 7,8 MJ (cannone nuovo, sennò 7,3). stranamente, pur essendo molto meno perforante del pezzo da 127/51 come energia, in realtà poteva perforare 101 mm di acciaio a 5 km anziché 3; non solo, poteva perforare 51 mm (2 in) a 10 km anziché 7.
Peso: circa 1.810 kg (senza culatta). Cadenza: 15-20 RPM. Munizione: 23-25 kg. Peso HE: fino a 3,3 kg circa (le AP, con circa 0,7 kg, non erano disponibili per questo cannone). Vo = 792 m/sec. Raggio: 16 km, a.a. 11,8 km. Peso affusto: 13-15 t (singolo), 34-70 t (binato). La differenza di peso è tra 6,3 mm dello scudo dei cacciatorpediniere, e i 63 mm delle corazzate.
4a generazione: -cannone da 127 mm lungo 54 calibri Mk 16. Questo era un cannone da 127 mm postbellico, essenzialmente un ingrandimento del cannone da 127/38. Così facendo risolveva la scarsa gittata del modello da 38 calibri, per giunta aumentava largamente anche il peso della granata di per sé, per cui era davvero un'arma formidabile. Sulla carta. Benché fosse chiaramente un'arma a doppio impiego, era pesante e lento, e l'equipaggio non era contento di sfiancarsi caricando munizioni che pesavano molto di più di quelle precedenti, tanto meno quando c'era da fare del tiro antiaerei che per forza comportava un elevato volume di fuoco, che ovviamente affaticava i serventi in maniera accelerata. E' vero che i vecchi duelli tra artiglieria e aerei fatti di fuoco di sbarramento per lunghi periodi, non era più attuale con le tecnologie moderne e la precisione dei sistemi di tiro da una parte, e la velocità dei jet dall'altra. Però non era un cannone che potesse davvero dimostrare il meglio di sé, essendo gli esseri umani l'anello debole della catena del suo funzionamento. Occorreva qualcosa che potesse migliorare la situazione. Per il momento era un cannone entrato in servizio sulle portaerei Midway nel 1945, benché fosse stato progettato nel 1940 per le corazzate classe Montana.
Peso: circa 2.430 kg (senza culatta). Cadenza: 15-18 RPM. Munizione: 31,5 kg. Peso HE: fino a 3,5 kg circa (le AP, circa 1 kg). Vo = 808 m/sec. Raggio: 23,8 km, a.a. 15,7 km. Peso affusto: 33 t.
Non mancarono altri tipi di cannoni proposti: per esempio, l'Mk 65 e la sua versione binata, ad altissima cadenza di tiro, ma mai costruiti. navweaps.com/Weapons/WNUS_5-54_mk65.php
5a generazione: -cannone da 127 mm lungo 54 calibri, modello Mk 42. Questo era la soluzione al problema di cui sopra. Un cannone con alimentazione automatica, un sogno per tutti i cannonieri. Del resto all'epoca si riusciva oramai a rendere automatico ogni tipo di cannone fino al 203 mm. Alcuni erano affidabili, come il 203 mm degli incrociatori Salem, altri non funzionavano realmente bene, come nel caso dei cannoni da 127/54 Mk 42. Quest'arma ebbe inizialmente un livello di prestazioni eccezionale per l'epoca: ben 40 colpi al minuto. Questo era possibile grazie all'uso di un sistema di alimentazione che non solo era automatico, ma era anche sofisticato.
C'erano ben due sistemi di caricamento diversi, e questi caricavano a turno il cannone, così da dargli una cadenza di tiro paragonabile a quella che ebbe circa 15 anni dopo il Compatto da 127/54 italiano. Ma il cannone Mk 42 era dotato di due sistemi di caricamento e questo lo rendeva più complesso. Inoltre i primi cannoni automatici non funzionavano realmente bene in molti casi, e quest'arma si dimostrò poco affidabile. Così, quel che si era guadagnato da una parte, si era perso dall'altra. Inoltre, il cannone era sempre in installazione singola, ma nonostante questo, era molto pesante e ingombrante, anche perché sull'impianto erano presenti contemporaneamente due attrezzature di tiro, gli 'occhi di rospo', uno per il tiro anti-superficie, l'altro per il tiro anti-aereo. Spesso quest'ultimo veniva soppresso, perché i jet erano un pò troppo veloci per essere seguiti in quel modo, con il tiro locale che al più era da intendersi come misura d'emergenza. Un radar di tiro fu installato in qualche modello, ma senza molto successo, così il cannone restò ancorato sopratutto ai sistemi di tiro della nave. Troppo avanti come prestazioni per la sua epoca, si trovò la cadenza di tiro calata da 40 a 28 colpi al minuto nel tentativo di ridurre i guasti al sistema. In seguito è stato riportato a livelli più alti, ma mai come inteso in origine, tanto che è stato autorizzato solo per 34 colpi al minuto, oppure 17 se era usato un solo elevatore per volta. Nonostante il peso elevato dell'affusto, l'Mk 42 era simile in capacità di movimento al Compatto di 14 anni dopo, la direzione era a 40°/sec, mentre l'elevazione era a 25°/sec anziché 30.
Chiaramente, pur non essendo un'arma balorda, il cannone Mk 42 era ancora insoddisfacente per un servizio prolungato nel futuro. Entrò in servizio nel 1954, appena prima dell'epoca dei missili che avrebbero preso sempre più parte nella struttura delle navi del futuro.
Peso: circa 2.550 kg (senza culatta). Cadenza: 28-40 RPM. Munizione: 31,5 kg. Peso HE: fino a 3,5 kg circa (le AP, circa 1 kg). Vo = 808 m/sec. Raggio: 23,8 km, a.a. 15,7 km. Peso affusto: 66 t.
6a generazione: -cannone da 127 mm lungo 54 calibri, Mk 45. Questa era la prima arma davvero moderna della categoria, assieme al Compatto italiano da 127/54. E' entrata in servizio nel 1971, appena qualche anno dopo (e anzi, rispetto alle navi italiane, forse addirittura prima, visto che i Compatto vennero inizialmente esportati in Canada).
La differenza stava nelle esigenze. Gli americani pensarono che tutto sommato, il compito antiaereo non era un'esigenza assoluta per un'arma del genere, ora che quasi tutte le loro navi erano dotate di missili di qualche tipo. Così produssero un'arma che pesava poco più della metà del Compatto e pur avendone le stesse caratteristiche balistiche, aveva un sistema d'alimentazione e di movimento molto meno energico. La cadenza di tiro scendeva a soli 20 colpi al minuto, ma il cannone era piccolo, affidabile, leggero, senza equipaggio e senza sistemi di tiro locale, che al dunque sono di un'utilità piuttosto marginale, a meno di non avere emergenze tecniche a bordo, come guasti elettronici o danni in combattimento.
Si è dimostrato un'arma affidabile ed efficiente, così che ha sostituito l'Mk 42 nella marina americana. Il fatto di avere un'elevazione ridotta a 65° anziché 85, o di avere velocità di elevazione/direzione di 20 e 30°/sec anziché 25 e 40, o di avere solo 20 colpi al minuto anziché 40, o di non avere sistemi di controllo del tiro autonomi, non ha significato niente, rispetto alla semplicità, economia e affidabilità di quest'arma e al suo compito essenzialmente di arma anti-superficie, come nel caso dei cannoni inglesi da 114 mm prodotti con gli stessi criteri. Basti dire che la durata del cannone è passata da 3.000 colpi a ben 8.000. Metà cadenza di tiro, forse, ma quasi il triplo di durata.
Questa differenza di concezione è dimostrata da molti particolari; il cannone è alimentato da un solo tamburo di munizioni, mentre il Compatto ne ha addirittura 3 per un totale di 66 colpi. In passato i cannoni americani erano decisamente più rapidi come potenza di fuoco ma al prezzo della complessità, come si è visto. Durante gli anni '60, per non sottovalutare nessuna esigenza, venne proposto un cannone, l'Mk 65, sempre da 127/54, che era in alternativa all'Mk 45. Questo aveva una cadenza di ben 48 colpi al minuto con qualcosa come 8 caricatori a tamburo e circa 100 colpi disponibili pronti al fuoco. Non bastando ancora, venne anche proposto l'Mk 66, che era la versione binata di questo cannone, in cui c'erano soltanto due caricatori a tamburo, uno per cannone, ma ciascuno di essi portava ben 100 proiettili. In definitiva, non è stata certo la mancanza di tecnologia per migliorare e rendere più affidabile il disegno base del cannone Mk 42 con un nuovo sistema di alimentazione e un affusto migliore, a condurre ad un cannone molto meno potente ma evidentemente più adatto a navi quasi esclusivamente missilistiche. Del resto gli americani, a differenza della marina sovietica e italiana, non ci tenevano particolarmente a sovraccaricare le loro enormi navi di armamento. Magari al posto loro gli ammiragli italiani avrebbero trovato più adatto l'Mk 66 che l'Mk 45, anche se dubito che avrebbero potuto installarlo sulle fregate Lupo!
Peso: circa 1.615 kg. Cadenza: 20 RPM. Munizione: 31,5 kg. Peso HE: fino a 3,5 kg circa. Vo = 808 m/sec. Raggio: 23,1+ km, effettivo sui 15 km, a.a. effettivo 7 km. Peso affusto: 22 t.
7a generazione: -cannone da 127 mm lungo 62 calibri Mk 45 Mod 4. Questo è lo sviluppo dell'Mk 45, capace di sparare a distanze maggiori e previsto originariamente per un proiettile molto sofisticato, con oltre 100 km di gittata, che peraltro non si è mai dimostrato realmente conveniente dato che più che un proiettile a gittata prolungata è un'arma missilistica tirata da un cannone. Tanto che alla fine il progetto è stato addirittura interrotto. La gittata è di 38 km anche con le munizioni convenzionali, con una carica di lancio di oltre 11 kg anziché 8. E' chiaramente un'arma solo offensiva, con quel tanto che basta di automazione per rendere possibile un tiro rapido, ma niente di più. Praticamente tutte le condizioni sono come quelle dei cannoni da 127/54 Mk 45, ma la velocità iniziale con i propellenti potenziati è di circa 1052 m/sec.
2-9-18:
Lo stesso vale per tanti altri cannoni con relative 'genie'.
Nel caso dei cannoni inglesi... un quattro e mezzo va sempre bene.
1) un modello da 4,5 pollici apparso durante la guerra: l'Mk 1-5 da 114/45 mm. Caricamento manuale, non molto efficiente nel sostenere forti cadenze di tiro, ma sempre meglio del più pesante 133 mm e più potente del 102 mm almeno nel tiro antinave. Però il caricamento a mano era comunque pesante per sostenere un tiro rapido a lungo.
2) un modello da 4,5 pollici, l'Mk 6, che era previsto fin dall'inizio per innovazioni importantissime: torretta interamente chiusa, collegamento per il tiro diretto dalle direzioni di tiro della nave, e sopratutto alimentazione automatica. Ma quest'ultima, come nel caso del cannone Mk 42, non si è dimostrata molto affidabile.
3) arriva quindi l'Mk 8 da 114/55 mm, altro cannone da 114 mm della nuova generazione. Più specializzato nel tiro anti-superficie, ma più leggero, affidabile ed efficiente, è rimasto con il suo bizzarro calibro, il cannone tipico della RN e dei suoi sempre più rari clienti 'all british'. Comunque sia, con una velocità di spostamento di circa 38 e 42°/sec è un'arma molto rapida nell'azione e capace di tirare 90 colpi in 7,5 minuti. Il tempo di reazione è inferiore a 10 secondi, ma l'alzo è limitato a 55°. Nell'insieme è un'arma un pò a metà strada tra le caratteristiche dell'Mk 45 e quelle del Compatto da 127 mm. Rispetto a quest'ultimo è inferiore in tutti i contesti, ma pesa 7 tonnellate in meno. Notevole è che il cannone NON è raffreddato ad acqua, per ridurre il peso dell'affusto, e malgrado questo è capace di cadenze sostenute molto rispettabili, grazie alla migliorata metallurgia. Altrettanto notevole è che esso derivi niente di meno che dal cannone Abbot da 105 mm dell'esercito... ma allora, visto che la Vosper produceva molte motovedette lanciamissili, invece di lasciarle equipaggiare dai 76 italiani, non potevano... ridurre il 105 a più piccola taglia, così come l'hanno ingrandito? Era anche più facile, presumibilmente. Bah.
C'é stato anche un cannone da 5 pollici navale inglese, ma è un aggeggio preistorico: navweaps.com/Weapons/WNBR_5-25_mk1.php
MA è roba preistorica (tardo XIX secolo).
Caratteristiche dei vari cannoni inglesi:
Peso: Mk 1-5 Mk 6 Mk 8
Cadenza: 2.890 kg 2.860 kg 2.400 kg
Munizione: 25 kg 25 kg 21 kg
Peso HE:
Vo = 746 m/s 746 m/s 870 m/s
ROF: ca 12 RPM 24 RPM 20-26 RPM
Raggio: 18,9 km 18,9 km 22 km
Peso affusto: 11-46 t 44 t 27 t
Poi abbiamo i cannoni francesi...
In questo caso il calibro di riferimento è il 100 mm, benché, anche se non molti lo ricordano, nel secondo dopoguerra è stato anche costruito un 127/54 mm.
navweaps.com/Weapons/WNFR_5-54_m1948.php
Era un'arma ad alto angolo, con 22 km di gittata, 15-18 RPM e munizioni americane. Verrà presto soppiantata dai cannoni da 100 mm automatici.
I primi cannoni da 100 francesi erano modelli ben poco conosciuti, come questi: navweaps.com/Weapons/WNFR_39-45_m1892.php
I cannoni degli anni '30 e '40 erano per lo più del Mod 1930 da 100/45 mm.
Peso: 1.620 kg, proiettile da 13,5 kg HE, Vo 780 m/sec; ROF 10-16 RPM; raggio 15.900 m; peso affusto (binato): 13,5 tonnellate.
Abbiamo un modello di transizione, utilizzato nel dopoguerra: Il mod. 1945 da 100/55 mm. Arma con migliori qualità tecniche, asservita al radar e con sistemi di alimentazione munizioni migliorati.
Peso: 1.840 kg, proiettile da 13,32 kg HE; Vo 855 m/sec; ROF 20-25 RPM; gittata 17,2 km e peso affusto 26 tonnellate (binato)
1) il primo modello realmente post-bellico è stato prodotto negli anni '50, naturalmente escludendo le armi non automatiche prebelliche. E' stato efficiente a sufficienza per diffondersi largamente nelle marine centro-europee e pure alcune latine. Questo era il Modello 53 da 100/55 e poté sostituire sia il 127 che il 57 mm come arma multi-uso, senza più fare distinzione tra artiglieria pesante e leggera a.a. Una buona scelta, tutto sommato. Il Mod 64 aveva un aumento del 30% della cadenza di tiro grazie ad ulteriori migliorie della meccanica, veramente un prodigio per un'arma così compatta ma di calibro piuttosto consistente. E fu così che essa ebbe vasto successo anche all'export, incluse nazioni quali Germania Ovest e Portogallo.
Peso: ? kg, proiettile da 13,5 kg HE, Vo 870 m/sec; ROF 60-78 RPM; raggio 17.200 m; peso affusto (binato): 13,5 tonnellate.
2) dopo di che è apparso un cannone ben più moderno, il Mod 68, più compatto e automatizzzato. Il peso dell'affusto è di 22 tonnellate. Per il resto le caratteristiche sono simili, inclusa la cadenza di tiro di 60 RPM, poi con la versione CADAM aumentata sui 78-80. Questa apparve a circa la metà degli anni '80, più o meno come il Super Rapido italiano da 76 e il Bofors Mk 3 svedese da 57 mm. In effetti, un'arma da 40 che tira 450 colpi/min, o una da 57 che spara 220 RPM, una da 76 che tira 120, o una da 100 che tira sugli 80 colpi/min, sono tutti disegni piuttosto comparabili come progresso tecnico.
3) Ma la vera risposta ai cannoni italiani e simili è stata, piuttosto, il modello Compact, sempre da 100/55 mm, sempre con le stesse prestazioni, ma con numerosi miglioramenti. Sebbene non abbia avuto totalmente successo e sia stato addirittura rimpiazzato sia sulle fregate saudite che su quelle francesi tipo FREMM, con l'SR da 76 mm (ma perché? Un cannone più grande potrà comunque fare cose migliori rispetto ad un'arma di calibro minore, o no?), esso è un cannone molto potente. Cadenza di tiro a seconda delle versioni, tra 60, 78 e addirittura 90 RPM. Esso ha 42 colpi pronti al tiro, ma nelle versioni più spinte (è stato adottato SOLO da nazioni estere) arriva a 90-114, inoltre può scegliere tra 3 tipi diversi di munizioni. Il peso è solo di 19 tonnellate, considerando solo la torre abbiamo sui 14.000 kg. Inoltre ha un'elevata rapidità di movimento: circa 35°/sec elevazione e addirittura 50°/sec direzione, contro quasi 30 e 40°/sec dei modelli precedenti. Sebbene abbia avuto poco successo, è stato prodotto fin dal 1982 (anche prima del Super Rapido) e la Cina ne ha fatto una copia quasi identica.
Poi questa genia di cannoni si interrompe con l'arrivo dei 76 mm sulle navi francesi, e in seconda battuta, sulle navi saudite ammodernate. Ma c'é ancora una speranza: i cinesi ne fabbricano una loro versione, piuttosto largamente prodotta.
E i cannoni russi: la dinastia del 130
L'URSS ha avuto un gran numero di famiglie di cannoni: da 57, 76, 100 e 130 mm. Qui seguiamo l'arma più importante, che tutto sommato è il 130 mm (di stretta misura sugli altri tipi). Il primo modello non era un granché, comunque potente per l'era: il Mod 1913 da 130/55 mm.
Aveva circa 15 km di gittata a 20°, e tirava colpi a 36 kg.
navweaps.com/Weapons/WNRussian_51-55_m1913.php
Negli anni '30 comparve una nuova arma da 130 mm, il Mod 1936 da 130/50 mm.
Malgrado la canna più corta, aveva prestazioni maggiori, 12 RPM, 25 km di gittata ( con munizioni da 33 kg) e gli affusti pesavano tra 11 e 48 ton. Ma generalmente non era un'arma DP.
1) il primo modello da 130 mm automatico è stato il Mod 57 da 130/58 mm, con una grande torretta da 130 mm binata e radar di controllo del tiro. Grandemente migliorata rispetto agli altri modelli, aveva una cadenza semi-automatica di 10-15 RPM, un sistema di controllo tiro sofisticato e una torretta chiusa, potendo tirare fino a grande distanza le munizioni antiaerei e antinave. Quelle antiaerei fino oltre 23 km, quelle antinave da 33 kg addirittura a 27,7 km. La torretta pesava sulle 57 tonnellate, notevolmente meno della torre singola da 127 Mk 42!
La velocità di alzo e di brandeggio (15 e 20°/sec circa) era pari, nondimeno, alla metà circa di quella dell'arma americana, così come la cadenza di tiro. Però era senz'altro un'arma potente e che poteva competere con quelle occidentali. L'affusto era stabilizzato triassialmente e aveva sia un radar di tiro che un sistema ottico.
Tirava a 950 m/sec le sue munizioni, per cui non poteva avere un'elevata vita utile della canna. Nondimeno, essa era decente e superava largamente quella dell'arma precedente, che andava poco oltre i 100 colpi!
Da rimarcare che il cannone derivava un modello tedesco da 127 mm a.a. e che ha dato poi origine al formidabile cannone M-46 a lunga gittata per uso campale, a tutt'oggi apprezzato e di grandi qualità belliche.
La Cina ha costruito queste armi per i suoi caccia Luda, ma ovviamente è oramai un sistema obsoleto.
2) il secondo modello importante è stato l'AK-130 da 130/70 mm, cannoni per i cacciatorpediniere missilistici, pesanti ma potentissimi. Binati da circa 100 tonnellate con 180 colpi pronti, circa 80+ RPM e direttore di tiro automatico, ma anche con controllo locale, che è un must per tutti i cannoni sovietici. Spesso ci sono anche comandi di movimento manuali, evidentemente la sopravvivenza anche in caso di guasti gravi o danni erano molto sentiti.
Stranamente, la gittata indicata è di soli 23 km con le munizioni da 33 kg, a causa principalmente della riduzione della V0 che passa da 950 a 850 m/sec; ma anche così, è una velocità maggiore di quella dei pezzi occidentali da 127, quindi perché non deve avere una portata superiore? Specie considerando l'eccellenza raggiunta proprio con i cannoni da 130 mm precedenti. Il fatto che non sia particolarmente elevata la gittata rispetto alla lunghezza della canna, può far pensare che seomplicemente non si sia voluto 'calcare' troppo la mano come capacità, per conservare l'arma in termini di vita utile e affidabilità. L'affusto, pesantissimo, è relativamente lento rispetto a quello delle altre armi specificatamente a.a. ma forse questo non è un grande problema, data la potenza di fuoco a lungo raggio dell'arma. Alzo fino a 80°, velocità 25 e 25°/sec.
Attualmente è presente anche un cannone singolo e con cupola stealth derivato dallo stesso tipo, simile all'Mk 45 e al Compatto LW italiano.
Discorsi simili sono disponibili anche per i cannoni da 57, 76 e pure 100 millimetri. Tutti hanno avuto almeno 2 o 3 generazioni. Ma non è questa la sede per approfondire la questione (o almeno, così la penso io).
Comparazioni tra i cannoni russi da 130 mm più moderni:
Mod 36 L50 Peso: ? kg, proiettile da 33 kg HE, Vo 870 m/sec; ROF ca 12 RPM; raggio 25.000 m; peso affusto (binato): 48 tonnellate.
Mod 57 L58 Peso: ? kg, proiettile da 33+ kg HE, Vo 950 m/sec; ROF 10-15 RPM; raggio 27.700 m; peso affusto (binato): 57 tonnellate.
AK-130 L70 Peso: ? kg, proiettile da 33+ kg HE, Vo 850 m/sec; ROF 40-43 RPM; raggio 23.000 m; peso affusto (binato): 102 tonnellate.
E i cannoni italiani da 76 mm... mai più senza!
Di artiglierie la storia militare italiana è stra-piena, sia nazionali che d'importazione. Di cannoni da 76 mm c'erano molti tipi anche prima della II GM, ma questi sono i principali sistemi prodotti a tutt'oggi. I cannoni da 127 mm non hanno una vera 'genealogia', visto che in pratica sono apparsi, come disegni, soltanto con il Compatto. In realtà i primi cannoni automatici non sono nemmeno questi. Avrebbero dovuto essere le mitragliere o cannoni, da 65/64 mm, che però ebbero solo un sistema di alimentazione manuale. Era questo il primo passo verso il fuoco automatico con armi di grosso calibro. Poi, nel dopoguerra, si concretizzarono altri due disegni, entrambi anch'essi, legati alla Marina. Il 130/45 venne reso automatico, con ben 30 RPM anziché i 6 del tipo originale. Quest'arma venne posta solo sul Garibaldi una volta aggiornato, studiata negli anni '50 ed entrata in servizio nel 1961, chiaramente era simile al cannone Mk 42 americano, anche i proiettili erano di peso pressoché identico (sui 32 kg), malgrado il calibro maggiore. La Marina ottenne anche, per la protezione delle proprie basi, un 90/50 mm automatico. Stranamente, malgrado la differenza di calibro e peso, la cadenza di tiro era anche qui, di 30 RPM.
Ma nessuna di queste armi ebbe un grande successo e non durò a lungo in servizio. Quindi andiamo con la vera 'genealogia', i cannoni da 76 mm.
1) il primo modello è l'SMT automatico, e insoddisfacente al contempo, degli anni '50. Apparve su alcune fregate/corvette italiane.
2) il secondo modello è il Sovrapposto, della OTO Melara, costruto negli anni '50, ma anche questa 'doppietta' non ha avuto successo perché ha avuto una scarsa affidabilità di funzionamento, malgrado garantisse sui 120 RPM (come il Super Rapido attuale).
3) poi è stata la volta del cannone MMI da 76/62, di maggior ruccesso e semplicità, ma pur sempre un'arma complicata, pesante, poco popolare al di fuori della MMI, diciamo pure che non ha avuto alcun successo all'estero. Entrata in servizio attorno al 1960, è andata male nell'export, ma di sicuro ha avuto parecchi ordini (fino a 8 per nave!) nelle unità italiane. Da notare che nonostante un peso quasi doppio (12 ton vs 7,5) questo cannone aveva velocità di alzo e direzione di 40 e 70°/sec, mentre il successivo Compatto, da 7,5 t, si sarebbe limitato a 'solo' 35 e 60°/sec. Erano i tempi in cui si brindava se i cannoni tiravano 10 colpi senza incepparsi.
4) il terzo modello è stato il Compatto del 1969 circa. Finalmente un progetto utile, dopo 20 anni di studi, che ha poi fatto il pieno di ordini per mancanza di alcun concorrente, né francese (che pure avevano il 100 automatico), o svedese (malgrado il pezzo da 57 mm appena più piccolo e anche il 120 mm automatico, sia singolo che binato e persino un ignoto cannone navale chiamato TAK-76 ), o inglese (con il pezzo da 114 mm). Solo i sovietici hanno fatto qualcosa del genere, dopo che i 76/70 inglesi erano diventati troppo pesanti e complessi per le nuove motomissilistiche, costruite sopratutto da Germania, UK e Francia,ma stranamente, senza armi per equipaggiarle. Così è arrivato il Compatto italiano, che pur con diversi limiti, ha riportato una quantità di contratti impressionanti.
6) poi è arrivato il Super Rapido nel 1988 circa. Come già per il Compatto, cursiomente, all'inizio la MM non ha avuto molto interesse per quest'arma. Nel caso precedente, probabilmente perché non veniva vista come utile perché c'erano già parecchi cannoni da 76 MMI, mai rimpiazzati dai pur molto superiori Compatto, malgrado siano molto più automatizzati e compatti, per l'appunto. In questo caso, perché erano stati da poco adottati i Dardo, i primi CIWS europei se non occidentali, e che sembravano già efficaci per qualsiasi ruolo. E' strano comunque, come se nell'aggiornamento degli incrociatori italiani nel 1976-83, gli oramai obsoleti MMI siano rimasti mentre circa 10 anni dopo si è deciso di sostituire i molto migliori Compatto con i Super Rapido sui cacciatorpediniere. Bah!
Inoltre sono apparsi diversi altri cannoni come il Sovraponte, le versioni stealth con cupolino sfaccettato, e addirittura il tipo con proiettili teleguidati DART/DAVIDE e la versione 'ridotta' del Vulcano, con ben 40 km di gittata. Non si può negare che abbiano cercato in tutti i modi di usare il successo di quest'arma, propiziato, come il precedente trionfo con il Mod 56 da 105 mm, dalla totale mancanza di concorrenza nel settore, che pure non è esattamente una nicchia di altissima tecnologia.
Peso (Compatto): circa 7,6 ton (senza munizioni); v0 925 m/sec; cadenza 85 RPM.
E i kanoni Sfedesi?
Questa oramai è una genia morta, in realtà dovremmo parlare dei pezzi da 40 o da 57 mm. MA siccome entrambi paiono più mitragliere glorificate che cannoni veri e propri, preferisco parlare dei pezzi da 120 mm, ottime realizzazioni della celebre Bofors, anche se a dire il vero, non per questa categoria di calibri. Ed è un peccato, perché meriterebbero.
Il primo modello da 120 mm era il 120/50 Mod 1924 che fino a non molto tempo fa era ancora utilizzato come difesa costiera. Caratteristiche salienti, specie per un'arma del 1924 ed entrata in servizio nel 1928, erano: 10 RPM, proiettili da 24 kg lanciabili a 900 m/sec con gittata massima di ben 19.500 metri, con un'elevazione di appena 30 gradi. Era un degno rivale dei potentissimi cannoni italiani paricalibro e dei molto più tardi pezzi inglesi da 120/50.
In seguito ne fu esportata una versione binata in Polonia. Mentre nel dopoguerra apparve un'altra arma, la 120/50 mm. Questa era il Mod 1942 da 120/50 mm.
Aveva canna analoga, ma solo 850 m/sec e questo comportava una gittata inferiore, però era semi-automatico e tirava 20 RPM. Proiettili da 23,5 kg a 19.100 m, ma solo all'alzo massimo di 45°.
Un gioiello della tecnologia Bofors era senz'altro il Mod 1950 da 120/50. Questo era un cannone interamente automatizzato, capace di tirare 42-45 RPM per canna, e normalmente usato in affusti binati pesanti 65 t (poi ridotti a 52 semplificando l'affusto, per esempio senza il diesel d'emergenza e controllo di tiro locale). Cadenza di tiro 42-45 RPM, alzo 40°/sec e rotazione 25°/sec, elevazione fino a 80°.
Un'ottima arma senza dubbio, stesse doti della precedente in termini balistici, con 19,1 km per proiettili da 23,5 kg (ma solo con V0 di 825 m/sec, leggermente ridotta rispetto a prima). Quando fu analizzato dai tecnici inglesi nel 1953 fu trovato però troppo pesante (eh sì che il 114 Mk 6...), rumoroso e senza tenuta di gas sufficiente. Mah! Diciamo che non volevano comprare straniero, e finiamiola lì! Quest'arma, sicuramente la migliore tra i pezzi sopra i 100 mm dell'epoca e per vari anni a venire, era semplicemente superiore rispetto alla concorrenza, eppure venne adottata solo da Olanda (in particolare, per i potenti caccia tipo Tromp), Svezia e qualche altro cliente, come il Perù.
Il succesivo Mod TAK-120, da 120/46 mm, è una versione estremamente compatta, capace di tirare CON UNA CANNA SOLA, 80 RPM. A dire il vero, esso deriva da un cannone terrestre automatico e da 120 mm, ovviamente un flak pesante, che tuttavia non ha avuto molto successo: il Luftvärnsautomatkanon 4501, se volete sentire qualcosa in più, andate in questa pagina: http://beyondthesprues.com/Forum/index.php?topic=7644.0
Il peso è ridottissimo, così come l'ingombro. Ma per ottenere questo non si è potuto conservare tutto quanto: il cannone è lungo solo 46 calibri, velocità iniziale e peso proiettile inferiori rispetto ai vecchi tipi. Però è un'arma da 120 automatica utilizzabile anche da cannoniere. E' anche dotata di ben 52 colpi pronti al tiro e ha un alzo di 80°, e persino 6 rotaie per razzi illuminanti laterali. Velocità di elevazione: 32°/sec, di brandeggio 40°/sec. Scudo d'acciaio da 4 mm, alimentazione elettrica con punte d'uso di oltre 150 kW. Arma veramente eccezionale, non sfigurerebbe con tanti concorrenti moderni.
Quasi oltraggioso è che le navi finniche con questo cannone sono state riequipaggiate con l'ultimo modello Bofors da appena 57 mm.
Anche la data è importante: progettato nel 1963, e provato già nel 1967, un vero 'super-rapido' ante-litteram.
Caratteristiche del TAK 120 (tra partendsi quelle del Mod 1950).
Mod 50 L50: proiettile da 23,5 kg HE, Vo 825 m/sec; ROF 42-45 RPM; raggio 19.100 m; peso affusto (binato): 52-65 tonnellate.
TAK-120 L46 proiettile da 21 kg HE, Vo 800 m/sec; ROF 80 RPM; raggio 18.500 m; peso affusto (binato): 28,5 tonnellate (+razziere e munizioni)
Cannoni super-rapidi a confronto
18-12-18
Continuiamo a chiacchierare dello scontro tra i 'moderni' e i 'bruti' della II GM, sempre al riguardo della sfida navi italiane- aerei americani.
Adesso cerchiamo di capire quanto a lungo un pezzo da 76 SR potrebbe sostenere una forte cadenza di tiro. Non sappiamo purtroppo quanto riesca a tenere l'elevato livello di 120 RPM, ma in compenso sappiamo che esiste un'arma del tutto analoga, il cannone russo AK-176; stranamente, di questo sono noti diversi particolari non dichiarati (chissà perché) nell'arma italiana. L'arma russa nasce sovietica, già nei tardi anni '70, come sviluppo di precedenti armi da 76, ma è molto più compatta e moderna. Questo significa anticipare il cannone SR italiano di circa 4-5 anni a dire il minimo, mentre l'entrata in servizio è antecedente, su di una nave, di circa 10 anni. Il 'super-rapidovsky' è capace di tiro antimissile, distruggendo missili controcarri AT-2 Swatter (tipicamente con 25 colpi, che sono ben 12 secondi di tiro). Questi sono missili in verità troppo lenti per simulare un missile antinave, però sono anche molto più piccoli, per cui riuscire a localizzarli e a colpirli è comunque un'impresa notevole. Il cannone russo può sparare in rapida successione a diverse cadenze di tiro, 30 o 60 RPM, oppure al massimo valore, nel quale riesce a tirare 75 colpi a 120-130 RPM, però... dopo ha peraltro bisogno di 25-30 minuti di tempo per raffreddarsi. Il paragone, quindi, è possibile. E allora vediamo quel che ci si può arrivare a ricamare sopra, partendo dal sito navweapons.
Energia cinetica dei cannoni comparata all'uso di cariche di lancio:
-76 mm AK-176 russo (1979): canna 60 calibri; peso 821 kg; spara 120 RPM con proiettile da 5,9 kg (0,48 kg HE) con Vo 980 m/sec. Carica di lancio: 3,05 kg.
-76 mm SR italiano (1988): canna 62 calibri, peso 765 kg(?); spara 120 RPM con proiettile da 6,35 kg (0,725 kg HE) e Vo 925 m/sec(?) Carica di lancio. 3,5 kg.
-127 mm Compatto italiano (1968): canna 54 calibri, peso 1.615 kg? spara 40 RPM con proiettile da 30,7 kg (? HE) con Vo 808 m/sec(?). Carica di lancio: 8,3 kg(?)
I dati di cui sopra sono approssimativi, perché non ho il peso del 127/54 italiano, ma siccome l'arma è uguale geometricamente al 127 americano, ho usato i pesi di quest'ultimo, che dovrebbero essere molto simili. Non è chiaro nemmeno quali siano le cariche di lancio per i vari tipi di proiettile da 127 mm, per cui suppongo che sia il peso della munizione standard che entrambi i cannoni possono utilizzare. Nemmeno il peso del 76 italiano è chiarissimo: forse è relativo al Compatto, ma il Super Rapido probabilmente pesa di più. Probabilmente, eh.
Come si vede, esistono diverse puntualizzazioni da fare.
ANZITUTTO, un contesto di peso della carica di lancio: in capo ad un minuto, queste tre armi hanno i seguenti valori:
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto.
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg.
Notevole, no?
Adesso compariamo la potenza di fuoco delle armi rispetto alla loro massa. E per 'potenza di fuoco' intendo proprio FUOCO, ovvero la quantità di propellente bruciato per unità di tempo relazionata al peso dell'arma.
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto. diviso Peso 821 kg. = 0,445 (44,5%)
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg diviso Peso 765 kg. = 0,558 (55,8%)
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg. diviso Peso 1.615 kg = 0,205 (20,5%)
Quindi, se vediamo questi dati, possiamo dire che il Super Rapido spara una quantità di polvere da sparo che è superiore, ripeto, superiore... a quella del 127 mm. Con questi dati abbiamo una certezza al riguardo incontrovertibile: che la massa del 76 italiano è meno della metà di quella del 127, eppure spara al contempo circa il 28% in più di polvere da sparo. La cosa notevole è che in questo senso, persino il pezzo da 76 mm Compatto è competivo, con 302 kg. Il 127 Compatto al limite potrebbe salvarsi se si considerano i vecchi dati sulla cadenza di tiro di 45 RPM, poi per qualche ragione 'declassati' a 40. Con quel dato, avremmo 373,5 kg/minuto, certo più del Compatto, sparando ad oltre la metà della cadenza dei proiettili oltre 2,5 volte più 'pompati' in termini di polvere (8,3 vs 3,56 kg).
PERO', a quanto risulta... l'SR 76 spara più roba anche dell'AK-176, che è comparabile caso mai più al 127 mm.
Questo, malgrado che l'energia cinetica complessiva sia minore: infatti un proiettile da 6,35 kg x 925 m/sec (se sono questi i dati), che è un proiettile da 76 mm di peso normale, tirato ovviamente ad alta velocità essendo una canna da 62 calibri, arriva a sparare ad energie di circa 2,72 MJ. Il cannone russo, invece, spara a 980 m/sec, che è davvero tantissimo e se fosse con lo stesso tipo di proiettile, avremmo ben 3+ MJ, ma in realtà tira un proiettile sorprendentemente leggero (chissà come mai..:) di 5,9 kg, e questo malgrado che esso contenga una quantità di esplosivo assai scarsa. Infatti, il 76 italiano spara un proiettile che pesa circa il 7% in più, circa 450 grammi, ma davvero la differenza sembra essere tutta sotto forma di esplosivo, visto che la carica di scoppio è più pesante del 50% (245 grammi).
Nonostante questo, il pezzo russo ha un'energia cinetica di oltre 2,8MJ, ovvero circa il 4% più potente del pezzo da 76 italiano, e questo malgrado abbia una canna di 2 calibri più corta! Notevole.
Questo discorso serve per capire qualcosa al riguardo dell'energia erogata dalla polvere russa. Evidentemente è molto potente, sennò non riuscirebbe, pur con una canna più corta di 15 cm, pur con una massa inferiore di circa 1/7 (mezzo kg in meno quasi preciso), ad esprimere circa il 4% in più di energia (KE).
Per questo, è chiaro che l'energia del cannone russo è tutt'altro che inferiore a quella dell'arma italiana. Per cui, il tempo di raffreddamento dichiarati sono molto interessanti anche per valutare l'SR. Il cannone russo, tirando 75 colpi (circa 3 ingaggi) alla massima cadenza di tiro, è capace di raffreddarsi nuovamente in 25-30 minuti.
The highest speed could be achieved by firing a burst of 75 rounds, but afterwards the gun had to cool off for 25 to 30 minutes. This weapon is considered effective against missiles and during trials it consistently shot down Falanga ATGMs (AT-2 Swatter) simulating Harpoon ASMs. On average it took 25 rounds per missile.
L'arma italiana non può essere diversa dal pezzo da 76 russo. La termodinamica non ha passaporto. Caso mai possono essere diverse le soluzioni adottate. Ma lo sono davvero? Parrebbe di no.
Infatti, anche il cannone russo è raffreddato con un manicotto ad acqua. Non solo, ma è una circolazione forzata a circa 3 metri/sec. Quindi non c'é una differenza sostanziale: se fosse un'arma raffreddata ad aria, il paragone non si potrebbe fare per nulla. Ma entrambe sono della stessa categoria, anche ammettendo che l'arma italiana sia meglio raffreddata, sempre acqua e acciaio è, non la raffreddano mica con l'azoto liquido. Quindi anche i problemi termici dovrebbero essere gli stessi. Le brochure e gli articoli ci fanno vedere l'SR mentre spara a 120 RPM, e dicono che al balipendio di prova ha tenuto anche 139 RPM (precisi eh, potevano dire anche 140...), praticamente è un'arma da 76 che tira come le armi da 40 mm di vecchia generazione (quelle nuove arrivano anche a 450 RPM).
Però non ci dicono quanto gli ci vuole per raffreddarsi dopo, per esempio, avere tirato 3 raffiche da 10 colpi l'una.
Da notare quanto la cadenza di tiro sia importante: il vecchio pezzo da 76 russo, per esempio, aveva bisogno di appena 2-3 minuti per raffreddarsi, ma tirava solo 45 colpi/canna ed era raffreddato solo dopo avere finito di sparare, non durante. Questo significa che l'energia termica si accumula rapidamente con il volume di fuoco. Anche nelle armi minori: il cannone da 57 mm sovietico, per esempio, era incapace di tirare forti raffiche in qualsiasi caso, a parte la necessità di essere caricato con clip di 3-4 colpi. Infatti, come dice navweapons:
They could only be fired for 50 rounds at a time before they had to be cooled by running sea water through the barrel for 1-1.5 minutes using a special nozzle.
Non era un'arma efficace nel tiro prolungato, era raffreddata ad aria e solo dopo le raffiche poteva essere raffreddata con acqua di mare. Quando venne introdotto l'AK-725 da 57 mm cambiò tutto: aveva un nastro da ben 550 colpi per ciascuna arma, inoltre era raffreddata ad acqua. Poteva sparare raffiche di lunghezza doppia eppure aveva bisogno dell'80% di tempo in meno per raffreddare le canne. O almeno così è detto, anche se onestamente mi sembra strano, viste le necessità del 76 mm russo.
E il pezzo da 76 russo brucia una quantità di cariche di lancio, pari a circa il 44% del proprio peso; ma da un lato pesa il 10% in più dell'SR italiano, dall'altro tira circa il 15% in meno di carica di lancio. Per questo il 76 italiano brucia il 55% della sua massa (sempre a 120 RPM) in un minuto. Questo è un valore davvero enorme, specie se si paragona al valore del 20% che spara il 127.
In altri termini, il 76 russo ha bisogno di 2,2 minuti per sparare la sua massa in cariche di lancio; il potente Compatto da 127 ha bisogno di 5 minuti; l'SR, invece, di appena 1,8 minuti.
Ecco perché, a mio avviso, il cannone italiano ha bisogno di parecchio tempo, dopo avere tirato diverse raffiche ad alta velocità, per raffreddarsi, e di sicuro non meno di quanto ne abbia bisogno il 76 russo.
I proiettili italiani hanno meno ferraglia di quelli russi, più esplosivo e cubetti di tungsteno. Hanno una spoletta speciale per l'ingaggio di bersagli difficili, e un raggio di scoppio utile (o di attivazione della spoletta) di 10 metri. Rispetto al Compatto il nuovo SR è più preciso nonostante abbia anche maggiore cadenza di tiro, il proiettile di per sé è più stabile, infine ha una spoletta migliore così come la munizione specifica antimissile. Inoltre è guidato da un radar nuovo, l'RTN-30 anziché il -10, molto più moderno e di generazione successiva, con maggiore potenza e precisione.
Difficile dire quanto sia migliore del 76 russo, che se non altro ha anche controlli del tiro locali in caso di fallimento di quello centralizzato, ma non penso che sia molto migliore, anche se è meno avanzato per certi versi.
La munizione, probabilmente, è più costruita per la frammentazione, peraltro è strano che aumentando il ferro ma non l'esplosivo, a parità di calibro sia più leggera. Forse l'hanno fatta più corta per migliorare la velocità iniziale e quindi la precisione, visto che sfiora il 1 km al secondo alla partenza. E invece NO! La munizione, infatti, in entrambi i casi, è lunga esattamente lo stesso: 35,5 centimetri (14 pollici). Quanto alla relazione tra peso e massa dell'HE interno, basti dire al riguardo che il pezzo da 76 tira la granata MOM multiruolo antiaerea che pesa 6,35 kg ma ha 725 grammi di esplosivo, mentre la SAPOM semi-perforante con spoletta posteriore, ha un peso di 6,35 kg con appena 465 grammi di HE, lunghezza 36,6 cm. La differenza è poca tra i vari tipi. Tra l'altro, NON E' NOTO quale sia il peso effettivo della MOM almeno per quel che ne so. Si sa curiosamente il peso dell'esplosivo interno, ma non quello della munizione. I Compatto, invece, con la munizione normale, hanno un peso di circa 6,3 kg. Per cui penso che sia la forma della punta della munizione che faccia la differenza, forse nel caso sovietico/russo è più aguzza e così, malgrado calibro e lunghezza analoghi, pesa un 6-7% in meno, se si considera 6,3 kg quello della munizione normale.
Il raggio utile del proiettile russo è stimato in 8 metri. Un pò meno dei 10 del proiettile italiano, il che ci sta, vista la minore carica interna, anche se il 'ferro' per la frammentazione non è tanto dissimile, (5,9 - 0,48 kg = 5,4 kg contro 6,3-0,7 kg = 5,6 kg), sempre che dentro i russi abbiano messo cubetti di tungsteno e non altro materiale, tipo sfere di acciaio per dirne una, il che giustificherebbe la differenza di peso anche con dimensioni apparentemente analoghe.
Un esempio dell'enorme potenza del cannone italiano rispetto alla massa è la pressione di esercizio: ben 3.400 atmosfere, quando il Compatto da 127 spara a circa 2.750.
Anche l'alimentazione delle munizioni è un problema: ciascuna pesa oltre 12,3 kg e quindi per rifornire il tamburo ci vuole 1 tonnellata di roba, e non è facile sistemarla nella giostrina in tempo utile per ricaricare così in fretta, ma purtroppo anche qui non ho dati in merito.
La vita utile non è nota: per il cannone russo si parla di 3.000 colpi, il pezzo italiano da 127 mm 7.000 colpi, mentre il pezzo americano dello stesso calibro e tipo di munizioni, pur essendo più leggero, forse anche come canna (?) spara a cadenza molto più ridotta, circa la metà, e riesce a fare 8.000 colpi.
Conclusione: a mio avviso il cannone SR da 76 è certamente temibile, ma i tempi di ricarica non possono essere troppo brevi, e sopratutto, i tempi di raffreddamento non sono e non possono essere trascurabili. Quel che andrebbe bene per minacce in stile 'moderno' con pochi ma temibili target, potrebbe quindi non essere così valido con minacce della II GM. In altre parole, più armi ma con minore cadenza di tiro potrebbero se non altro erogare un volume di fuoco più prolungato ed affidabile. Peraltro la MM non ha badato a spese (mica pagano loro) e quindi, ha equipaggiato i cacciatorpediniere con 3-4 cannoni e 3-4 centrali di tiro (curiosamente, gli Audace con 4 cannoni hanno 3 DT, mentre i De la Penne con 3 cannoni... ne hanno avute 4, per ragioni varie e geometrie di copertura, salvo perderne una durante il refitting, visto che non c'erano propriamente orde di missili sovietici in arrivo...). Quindi, con più di un'ondata da 12 aerei, bisognerà considerare l'eventuale fallimento del funzionamento artiglieresco dovuto al tiro di troppe munizioni in così poco tempo.
Tanto per dirne una: poniamo che la velocità media del Super Rapido sia, tirando a media distanza su bersagli in elevazione, circa 500 metri al secondo. Inizia a sparare a 6 km, contro un aereo che va a circa 1/3 di quella velocità (anche se fosse leggermente diversa...) e il risultato è che i primi impatti arriveranno a 4,5 km. Ora, questa distanza può sembrare effettivamente molto elevata, e lo è davvero per un CIWS; ma va anche detto che corrisponde a 9 secondi di tempo di volo. Però questo cannone, come si comporterà? Forse tirerà di continuo, o forse raffiche da diciamo, 10 colpi? O da 6? Fuoco continuo, raffiche da 5 o da 3 secondi, tutto molto legittimo. Se peraltro usasse davvero il fuoco continuo, per quando i primi impatti arrivassero, sarebbero passati 9 secondi e quindi, non meno di 18 proiettili sparati, e questo con il primo target. Oppure potrebbe sparare 10 colpi e poi dopo altri 3-5 secondi, tirare un'altra raffica da 10 colpi. Se non ha un centro pieno in breve tempo, e gli Helldiver o i Dauntless o i vari Hellcat e Corsair sono aerei robusti e corazzati nei punti vitali, allora dovrà continuare a sparare per un bel pò.
Si potrebbe anche tirare colpi singoli; ma se per disgrazia la spoletta non funzionasse, e l'aereo (per forza di cose) dovesse essere già mooolto vicino per giustificare un 'colpo e via' (per risparmiare tempo e munizioni), allora non ci sarebbe tempo per rimediare!
Poi c'é il discorso delle manovre degli aerei nemici. Serpeggiando un pò è possibile ingannare i sistemi di tiro nemici e non c'é modo con un proiettile non guidato, di fare qualcosa di completamente accettabile, a distanze anche soltanto moderate. Sopra i 3 km, è difficile centrare un bersaglio non collaborativo. Un bombardiere o un caccia in picchiata da 60°, per esempio, potrebbero benissimo serpeggiare senza dover nemmeno cambiare lateralmente la traiettoria, che è più pericoloso e dispendioso, cambiando l'angolazione a 70°, e poi richiamando a 60° o addirittura a 50°, per poi ritornare a 60°. Ad un certo punto, dovranno eseguire l'attacco in maniera netta, con almeno alcuni secondi di volo retto; ma se riuscissero a rovinare la mira della FCS nemica oltre i 3 km, sarebbe già sufficiente per dimezzare il raggio di tiro utile dei cannoni, che non è un obiettivo di poco conto. Significa che a quel punto l'aereo potrebbe essere anche abbattuto, ma se l'FCS si concentrasse a distruggere anche il rottame, perché andando in picchiata continuerà a scendere verso la nave, non è un aerosilurante che si schianta in mare.. a quel punto potrebbe continuare ad ingaggiarlo e se non interviene l'operatore prontamente, potrebbe ritrovarsi a tirare... sul motore che cade da solo (e ahi voglia a sparargli contro con un pezzo da 76, forse nemmeno con un centro pieno lo distruggerebbe... specie se colpisce il mozzo dell'elica). E a quel punto non dovrebbe essere difficile già per il secondo aereo avvicinarsi ancora un pò, sganciando da 1,5-2 km di distanza (elevata, ma ancora accettabile) oppure mitragliare e poi tirare i propri ordigni una volta serrato a circa 1 km. Se ha dei razzi è ancora meglio, naturalmente: a quel punto sarebbe entro la gittata di tiro utile fin da subito.
Per ottenere questo risultato, come si è visto, non basta molto. Se si aumenta o diminuisce l'inclinazione di 10°, l'aereo si troverà rapidamente fuori mira rispetto alla rotta programmata. Il cannone può 'seguirlo' con l'FCS che prevede lo spostamento, cosa che in realtà fa per ogni obiettivo in moto, ma se per disgrazia l'aereo cambia di continuo il movimento, trovarlo non sarà facile. Per esempio, se la FCS riuscisse a prevedere 20 metri di spostamento dalla linea di volo, con munizioni con 10 metri di raggio, significa che l'aereo non dovrebbe fare altro che spostarsi lateralmente o verticalmente di almeno 30, 35 metri. A quel punto potrebbe mandare a vuoto le granate antiaeree, e se esplodono lo faranno all'estremo raggio d'azione. Se il pilota non è colpito in pieno da qualche scheggia, non facilissimo malgrado possa sembrarlo, l'aereo potrà cominciare a spostarsi in maniera più vigorosa portandosi fuori tiro della contraerea nemica, e costringendola a sprecare più colpi e munizioni del dovuto. Del resto nella storia della contraerea, raramente i sistemi antiaerei hanno fatto il loro dovere rispetto alle stime 'normali'. A parte forse i missili Stinger, Sidewinder, Phoenix (ce lo metto sennò Tom Cooper s'arabbia) e HAWK, per il resto un pò tutti i missili SAM e AAM si sono dimostrati deludenti all'atto pratico, ben lontani dall'80-90% di abbattimenti che vengono vantati (gli Sparrow E avevano già una stima di abbattimenti del 60-70% prima del Vietnam, dove scesero a meno dell'8-9%, circa un ordine di grandezza in meno). La contraerea non è stata da meno, come evidenzia il caso della fregata Ardent. Questa, nel 1982, fu attaccata dagli aerei argentini e stando alle fonti inglesi, prima di essere affondata sparò totalmente: diverse centinaia di proiettili da 20 mm, cinque missili Seacat e ben 190 colpi da 114 mm, il tutto senza alcun esito. Eppure il 114 mm è un'arma potente, tira a 25 RPM, ha un proiettile da oltre 20 kg, il quale si frammenta in oltre 3.000 schegge con la spoletta di prossimità. Inoltre era diretto, così come il Sea Cat (ultime versioni) da una FCS sofisticata, con un radar di tiro RTN-10X italiano (rimasto caso unico nella RN) come quelli delle navi italiane contemporanee. Se il 114 mm inglese, che tira colpi a meno di 1/3 della cadenza di tiro, ma che pesano oltre 3 volte tanto, non riesce abitualmente ad abbattere gli aerei nemici, al punto da sparare con l'equivalente di quasi 8 minuti consecutivi, non è forse sbagliato pensare che la pubblicità dei sistemi italiani siano un pò troppo pompata. Purtroppo o per fortuna, nessuno di questi è mai stato usato in guerra, almeno non i Super Rapido, Dardo e Aspide (il pezzo da 76 sì, ha ottenuto anche dei successi, forse anche contro missili Styx, da parte iraniana e israeliana, pur essendo chiaramente un'arma inferiore all'SR, non solo per munizioni, FCS e cadenza di tiro, ma anche per una scarsa precisione che è stata corretta da varie parti, Sudafrica incluso, almeno per quel che si poteva fare, dovuta a masse battenti più pesanti di quelle dell'SR, più lente e più imprecise nella loro azione) per cui non possiamo saperlo davvero.
Tanto meno avrebbero tirato contro un Helldiver o un Corsair, anche se giova ricordare che alle Falklands operavano i T-34 e i Pucarà e forse è stato soltanto per via della distruzione della maggior parte di essi da parte di bombardamenti e incursioni che non hanno contrastato apprezzabilmente le navi britanniche. E questi aerei avevano prestazioni tipiche di macchine da II guerra mondiale, come il Bf 110, a cui il Pucarà somiglia molto per velocità e armi interne.
Esempio probabile di contrasto ad un Helldiver (o qualche altro aereo simile) manovrante in picchiata. Il De la Penne apre il fuoco con un SR da circa 6 km. Il bombardiere vede le vampe (è il miglior modo di avere 'contezza' della minaccia nemica) e comincia ad ondeggiare. A quel punto, il De la Penne spara a raffiche di 10 colpi (5 secondi circa) per volta. L'Helldiver sta arrivando a circa 600 km/h a 70°, poi scende giù a 80° appena vede i cannoni lampeggiare. Risale dopo pochi secondi fino a circa 60°, e in questo modo, mette fuori gioco la prima raffica, che va a vuoto. Parte la seconda, probabilmente prima ancora che le prime munizioni incrocino l'Helldiver a circa 4,5 km. Le raffiche colpiscono di poco l'Helldiver, danneggiandolo con alcune esplosioni a 8-10 metri di raggio, e la seconda raffica finisce a circa 3 km di distanza. Parte la 3a raffica da 10, prima ancora che sia arrivata la 1a, per via del fatto che la FCS continua ad elaborare la soluzione di tiro e trova che vada 'aggiornata' per non perdere l'aereo in manovra (in altre parole, le granate sparate prima sono state tirate in una direzione sbagliata), distruggendo a quel punto l'aereo con diverse esplosioni entro i 6 metri, anche a soli 3 metri o meno di distanza. L'aereo scende giù in fiamme e perdendo pezzi, però non si è ancora disintegrato e potrebbe anche continuare a picchiare verso la nave.
A quel punto, parte la 4a raffica da circa 2 km di distanza, stavolta disintegra l'Helldiver a circa 1.600 metri dalla nave. Minaccia finita... ma lascia aperta la porta all'Helldiver successivo che a quel punto satura la DT della nave, perché è già praticamente a tiro: in teoria potrebbe avere già sparato con i cannoni e starebbe per sganciare la bomba, troppo tardi per impedirglielo se tira giù la bomba da circa 1,5 km con angolo di almeno 70°.
Cose simili venivano fatte, per esempio, dai P-47 cacciabombardieri, che serpeggiavano durante la manovra d'avvicinamento ai target per evitare che i cannonieri indovinassero troppo facilmente la loro posizione futura. Non so se serpeggiavano lateralmente, oppure le S erano verticali e quindi simili al delfinamento, ma poco importa, il senso di queste manovre è sempre lo stesso. E' facile che anche i bombardieri in picchiata siano simili in questo, del resto quanto a peso, un SBC è più o meno come il P-47 e senza le bombe sotto le ali è anche meglio. Ma il Dauntless è più leggero e agile di entrambi, anche se è più lento.
L'angolo a 90°, ergo lancio in modalità verticale, sarebbe vantaggioso perché aumenta la precisione e rende più ampio il raggio di tiro, anche se da oltre 2 km ci vogliono circa 10 secondi per andare a tiro e una nave a 30 nodi fa circa 150 metri, come la lunghezza del De la Penne, per cui ci vuole molto anticipo e capire dove la nave stia virando, potrebbe persino capitare che mirare alla prua estrema comporti che la bomba finisca oltre la poppa!
Peraltro, attaccare in verticale è vantaggioso anche perché l'alzo delle artiglierie nemiche non ce la fa a seguirli: il SR ha probabilmente 85° di alzo, il Compatto non è chiaro se 83 o 85. Però sono angoli troppo piccoli da sfruttare davvero. Meglio comunque di armi come il 127 americano, che è limitato a 65°.
Il problema è che per attaccare verticalmente per davvero ci vorrebbe un aereo come lo Stuka tedesco; l'Helldiver non ci riusciva, lo stesso Dauntless tipicamente arrivava a 70° di inclinazione.
IN effetti, il lancio 'non troppo inclinato' aveva qualche vantaggio: era possibile arrivare a distanza della nave, lanciando con un angolo opportuno per la mira, ma si costringeva la nave a mirare in maniera differenziata da parte delle sue FCS: in altre parole, alcune di queste non hanno il campo visivo per seguire un target a 70°, mentre invece potrebbero forse essere usate tutte se questo arriva da 85° (sempre che riescano a seguirlo a quelle angolazioni, chiaramente). Questo per esempio, fa sì che una torre Dardo delle Maestrale non possa essere usata in contemporanea a quella del lato opposto. Non è molto, ma sempre molto meglio di niente, specie se l'ingaggio si dovesse ripetere 2-3 volte. In altre parole, con 3 FCS attive si potrebbero eliminare fino a 9 aerei, con 4 FCS si potrebbe fare 12 e annientare tutta la formazione attaccante.
Ci si potrebbe chiedere, caso mai, se per caso il sistema d'avvistamento possa tracciare target così elevati. Quello della nave, almeno le fregate, no di sicuro, ha solo 45° di elevazione. I caccia e gli incrociatori, con i loro radar tridimensionali inclinati verso l'alto, hanno probabilmente la possibilità di scansionare fino a verso i 90°, ma non saprei se è davvero così o meno.
Il punto è che il tiro viene diretto dai Dardo grazie all'interfacciamento con il radar 2D RAN 10S-SPS-774. La cosa non è irrilevante, perché bisognerebbe vedere se le navi possono davvero fare conto su questo tipo di radar soltanto. Certamente, navigando da sola, una Maestrale non avrebbe altro modo di operare. Navigare in gruppo, però, rende possibile cooperare con altre navi, e per farlo hanno un link che trasmette i dati, così che con un solo radar tutte le navi della formazione vedono quel che c'é da vedere.
Però... un conto è vedere la situazione aerea, un altro è se il Dardo possa essere interfacciato ad altri radar RAN 10S o addirittura radar a lungo raggio come i 3D, appartenenti ad altre navi. Certamente è possibile per una nave vedere quel che vede l'altra sullo schermo tattico, ma il Dardo difficilmente si attiverà seguendo i dati che provengono da altre navi tramite datalink. E' complicato, perché non è detto che sia interfacciato con questo tipo di radar remoti. Il puntamento di sistemi del genere, ad alta precisione e a campo visivo stretto (è come guardare il cielo da un buco di serratura), è difficile e dubito che possa essere fatto con dati provenienti interamente da altre navi, sopratutto ne dubito se il sistema radar di bordo, anche una volta acceso, non sia in grado di vederli perché con un alzo troppo elevato, il che li rende veramente stealth... Inoltre, in caso di attacco massiccio i radar di tutte le navi sarebbero impegnatissimi anche per la propria autoprotezione e questo comporterebbe un tale incrocio di dati, con dozzine se non centinaia di target, che difendersi sarebbe cosa davvero difficile e anche un'architettura che in teoria funziona potrebbe non funzionare affatto, vedesi anche tanti episodi imprevisti alle Falklands.
Un'ultima questione è sui sistemi di difesa ECM degli aerei americani. In teoria potrebbero portarli, in ragione del fatto che i chaff erano noti anche agli americani nella II GM e se non li hanno usati molto, specie nel Pacifico, è perché i giapponesi avevano pochi radar, meno ancora di tiro, e quando li hanno avuti oramai la superiorità americana diventava sempre più schiacciante. Quindi i chaff negli USA, i duppel in Germania, i windows in UK, o i Ghimanshi (carta che inganna) in Giappone (che a quanto pare, fu il primo ad usarli operativamente, già verso la fine del '42), potevano essere portati a sganciati, facilmente liberati a sacchetti dall'abitacolo posteriore; se lo abbiano mai fatto, e se sia lecito di farglielo fare, però, è ovviamente una questione diversa. Lo stesso vale per i bengala: in questo caso, sull'Helldiver c'era addirittura un foro sul lato destro dell'abitacolo per sparare razzi da segnalazione con la pistola Very. Ma questi razzi non erano normalmente usati come decoy, perché all'epoca non c'erano missili a guida IR.
Peraltro, come nel film Airport '80, si potrebbe provare... il motore di un aereo a pistoni consuma poco, se beve 10 litri al minuto è già parecchio, mentre un motore a reazione senza postbruciatore ne consuma 5-10 volte di più, e un motore con A/B li consuma anche in meno di un secondo! Quindi un motore a pistoni è tutto sommato più facile da proteggere che un motore a reazione con temperature degli scarichi elevatissime. Probabilmente un flare è più efficace, in questa situazione, di 4-10 flare con un motore jet che lascia una scia lunga 10 metri a 300°, oppure con A/B, a 1.000°C. E' ben vero che i missili moderni non dovrebbero essere molto sensibili ai flare, ma anche alle Falklands, contromisure argentine rudimentali installate solo a bordo dei Canberra si dice che siano riuscite ad evitare più volte i missili inglesi, e parliamo di chaff fatti con una macchina per la pasta, e flare fatti in maniera altrettanto artigianale... mentre i Sea Harrier, fin dal 1 maggio avevano dei pacchetti di chaff sistemati dietro l'aerofreno che si apriva in battaglia e li rilasciava, ingannando spesso anche radar piuttosto avanzati per l'epoca, perché gli argentini avevano il meglio disponibile nel settore.
Quindi, una formazione di bombardieri, più lenti dei caccia, ma con un secondo uomo che potrebbe facilmente lanciare nuvole di chaff o anche flare (meno utili, in fondo l'unica minaccia da affrontare sono i missili AIM-9 quando sono presenti gli Harrier nelle battaglie a corto raggio) e ridurre sensibilmente le perdite, alle volte con esiti determinanti già per ottenere il successo alla 1a ondata d'attacco. Ma chi lo sa davvero, come si potrebbe regolare questa cosa.
Così facendo, i bombardieri potrebbero causare problemi ai radar guidamissili con i chaff, ai missili IR con i flare e se i caccia nemici si avvicinano, o quando gli aerei si avvicinano alle navi, ci sono le mitragliere offensive e difensive, nonché ovviamente le manovre che possono causare problemi ulteriori. Un Harrier potrebbe non essere così sicuro di volare contro raffiche di armi difensive, mentre mira con il cannone. Potrebbe essere abbattuto, danneggiato, costretto a sparare troppo frettolosamente.
Si potrebbero anche stivare chaff dentro il vano portabombe, una volta aperto si aprono e aumentano la traccia radar formando una vera nuvola, a vantaggio di chi segue.
Ecco, chi segue. Per evitare che i missili possano abbattere più di un aereo, sarà il caso che questi seguano l'uno all'altro, da un lato non tanto lontani, perché altrimenti sarebbero troppo diluiti nel tempo, dall'altra non troppo vicino, che se per disgrazia uno viene colpito, ed esplode con la detonazione della sua bomba, l'altro non venga automaticamente distrutto a sua volta. Devono quindi stare abbastanza lontani tra di loro: direi almeno 200 metri, possibilmente anche sui 100 metri di lato, per evitare i rottami staccati dall'altro aereo.
Una formazione d'attacco che vada giù con 12 aerei suddivisi in 3 o 4 colonne da 4 o 3 aerei l'una, lunghe sui 500 metri, sarebbe a mio avviso perfetta, attaccando su di un orizzonte largo sui 1.000 metri, magari in restringimento mano a mano che si avvicinano e convergono su di un unico bersaglio. Sarebbe proprio un problema.
Del resto, mi sono tenuto non troppo ottimista se si considera che il rateo di successi, con 12 aerei nominali, contro le fregate lo stimo al 50%, il che significa che nella metà dei casi non è sufficiente nemmeno una dozzina di aerei; e contro i cacciatorpediniere e incrociatori siamo attorno al 25%, il che significa che 3 navi su 4 evadono l'attacco, nonostante sia molto consistente.
Ma, come abbiamo visto, tra la ricarica delle munizioni e il surriscaldamento delle armi, l'attacco successivo potrebbe non essere realmente contrastato. Basta che un cannone si inceppi e magari un altro finisca le munizioni sul più bello e stiamo già da 3 a 1 cannone, troppo poco...
E adesso un pò di fonti da internet.
Questo è il video del test dei sistemi Dart/Davide/Strales ( come diavolo si chiamano...).
OTO-Melara DART Ammunition Firing Trials - YouTube
Prove dello Strales contro target vari:
1- 1 tiro singolo contro bersaglio immobile. Centro.
2- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 200 metri: abbattuto con 2 dei 3 Strales che hanno colpito, l'altro invece è caduto prima dell'impatto.
3- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 10 metri appena: abbattuto con 2 dei tre Strales, ma il terzo pur guidando correttamente è esploso ben dietro ai primi due e non ha fatto danni.
Distanza di ingaggio: 5.000 m; distanze d'intercettazione: 4.500 metri, ovvero percorso medio Strales su 4.500 m, apparentemente 900 m/sec (!!!), con 5 secondi di volo complessivi (la V0 è circa 1.100+ m/sec). Notare che il primo proiettile lo ingaggia a 4.500 m, l'ultimo a 4.400, il che è coerente con il fatto che il target si muove a 100 m/sec (360 km/h), e questo significa che passa solo un secondo, perché anche a 120 RPM, considerando t0 come l'inizio del fuoco, praticamente passa un secondo tra il primo e il terzo colpo sparato (ma attenzione: questo NON significa che siano 180 RPM!)
Questi dati ci dicono che gli Strales sono giustamente sparati a raffiche di 3 colpi l'uno, visto che comunque 1/3 dei proiettili non è andato a segno.
Altra cosa molto notevole: persino contro un aereo da 360 km/h (a stento comparabile con un Avenger), e usando gli Strales/Dart, il rapporto velocità proiettile:target, a 4,5 km, è di 9:1. Dunque, anche con una munizione notevolmente più veloce, siamo ben lontani dal rapporto di 11:1 preteso addirittura contro missili antinave e su di una distanza di 5,5 km, con l'SR che sparasse semplici munizioni HE. Questo è doppiamente interessante, perché 11:1 con un tipico missile antinave, significa tenere la modica velocità di 3.300 m/sec, quasi 4 volte quella alla bocca dell'SR. Non solo, ma lo stesso DART è comunque sia meno veloce, come media sui 4,5 km, della v0 della munizione normale. Eppure quella velocità iniziale sarebbe circa 3 volte (appena) quella del missile antinave. Lo stesso DART sarebbe quindi capace di fare appena 3:1 e l'intercettazione, se parte da 5 km avverrebbe tra 3,7 e 3,5 km circa. E questo, per l'appunto, con una munizione molto più veloce di quelle normali. Conclusione: non fidatevi mai troppo della pubblicità.
RAPID-FIRE POWER! U.S. Navy GUN in ACTION! (MK 75 76mm/3-inch gun.) - YouTube
Questo è un esercizio di tiro con il cannone Mk 75 amerrigano ovvero l'OTO Compatto da 76 mm. In questo filmato ci mette circa 70 secondi per tirare circa 70 colpi, letteralmente, praticamente ha svuotato la riserva munizioni. Notare bene come ondeggi durante l'azione di tiro, perché evidentemente la linea di mira è stabilizzata, come è facile capire dal movimento di rollio della nave. Notare anche che la riserva di munizioni è stata sparata, MA, fatto senz'altro interessante, è stata tirata a 60 RPM, e non al massimo valore di 80-85 RPM. Questo ci dice che almeno per ragioni di 'sicurezza', è consigliabile non sparare una tale catasta di proiettili alla massima cadenza di tiro, sebbene rimanga comunque una notevole prestazione per un cannone 'leggero'. Sarebbe interessante vedere quanto ci ha messo per raffreddarsi e quanto l'SR potrebbe tirare al massimo ROF una serie così consistente di munizioni. Purtroppo, però, per questo dobbiamo accontentarci perché non ci sono dati disponibili, a parte il similare AK-176 che, dopo 75 colpi a 120+ RPM, ci mette sui 30 minuti per ritornare utilizzabile.
18-12-18
Continuiamo a chiacchierare dello scontro tra i 'moderni' e i 'bruti' della II GM, sempre al riguardo della sfida navi italiane- aerei americani.
Adesso cerchiamo di capire quanto a lungo un pezzo da 76 SR potrebbe sostenere una forte cadenza di tiro. Non sappiamo purtroppo quanto riesca a tenere l'elevato livello di 120 RPM, ma in compenso sappiamo che esiste un'arma del tutto analoga, il cannone russo AK-176; stranamente, di questo sono noti diversi particolari non dichiarati (chissà perché) nell'arma italiana. L'arma russa nasce sovietica, già nei tardi anni '70, come sviluppo di precedenti armi da 76, ma è molto più compatta e moderna. Questo significa anticipare il cannone SR italiano di circa 4-5 anni a dire il minimo, mentre l'entrata in servizio è antecedente, su di una nave, di circa 10 anni. Il 'super-rapidovsky' è capace di tiro antimissile, distruggendo missili controcarri AT-2 Swatter (tipicamente con 25 colpi, che sono ben 12 secondi di tiro). Questi sono missili in verità troppo lenti per simulare un missile antinave, però sono anche molto più piccoli, per cui riuscire a localizzarli e a colpirli è comunque un'impresa notevole. Il cannone russo può sparare in rapida successione a diverse cadenze di tiro, 30 o 60 RPM, oppure al massimo valore, nel quale riesce a tirare 75 colpi a 120-130 RPM, però... dopo ha peraltro bisogno di 25-30 minuti di tempo per raffreddarsi. Il paragone, quindi, è possibile. E allora vediamo quel che ci si può arrivare a ricamare sopra, partendo dal sito navweapons.
Energia cinetica dei cannoni comparata all'uso di cariche di lancio:
-76 mm AK-176 russo (1979): canna 60 calibri; peso 821 kg; spara 120 RPM con proiettile da 5,9 kg (0,48 kg HE) con Vo 980 m/sec. Carica di lancio: 3,05 kg.
-76 mm SR italiano (1988): canna 62 calibri, peso 765 kg(?); spara 120 RPM con proiettile da 6,35 kg (0,725 kg HE) e Vo 925 m/sec(?) Carica di lancio. 3,5 kg.
-127 mm Compatto italiano (1968): canna 54 calibri, peso 1.615 kg? spara 40 RPM con proiettile da 30,7 kg (? HE) con Vo 808 m/sec(?). Carica di lancio: 8,3 kg(?)
I dati di cui sopra sono approssimativi, perché non ho il peso del 127/54 italiano, ma siccome l'arma è uguale geometricamente al 127 americano, ho usato i pesi di quest'ultimo, che dovrebbero essere molto simili. Non è chiaro nemmeno quali siano le cariche di lancio per i vari tipi di proiettile da 127 mm, per cui suppongo che sia il peso della munizione standard che entrambi i cannoni possono utilizzare. Nemmeno il peso del 76 italiano è chiarissimo: forse è relativo al Compatto, ma il Super Rapido probabilmente pesa di più. Probabilmente, eh.
Come si vede, esistono diverse puntualizzazioni da fare.
ANZITUTTO, un contesto di peso della carica di lancio: in capo ad un minuto, queste tre armi hanno i seguenti valori:
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto.
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg.
Notevole, no?
Adesso compariamo la potenza di fuoco delle armi rispetto alla loro massa. E per 'potenza di fuoco' intendo proprio FUOCO, ovvero la quantità di propellente bruciato per unità di tempo relazionata al peso dell'arma.
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto. diviso Peso 821 kg. = 0,445 (44,5%)
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg diviso Peso 765 kg. = 0,558 (55,8%)
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg. diviso Peso 1.615 kg = 0,205 (20,5%)
Quindi, se vediamo questi dati, possiamo dire che il Super Rapido spara una quantità di polvere da sparo che è superiore, ripeto, superiore... a quella del 127 mm. Con questi dati abbiamo una certezza al riguardo incontrovertibile: che la massa del 76 italiano è meno della metà di quella del 127, eppure spara al contempo circa il 28% in più di polvere da sparo. La cosa notevole è che in questo senso, persino il pezzo da 76 mm Compatto è competivo, con 302 kg. Il 127 Compatto al limite potrebbe salvarsi se si considerano i vecchi dati sulla cadenza di tiro di 45 RPM, poi per qualche ragione 'declassati' a 40. Con quel dato, avremmo 373,5 kg/minuto, certo più del Compatto, sparando ad oltre la metà della cadenza dei proiettili oltre 2,5 volte più 'pompati' in termini di polvere (8,3 vs 3,56 kg).
PERO', a quanto risulta... l'SR 76 spara più roba anche dell'AK-176, che è comparabile caso mai più al 127 mm.
Questo, malgrado che l'energia cinetica complessiva sia minore: infatti un proiettile da 6,35 kg x 925 m/sec (se sono questi i dati), che è un proiettile da 76 mm di peso normale, tirato ovviamente ad alta velocità essendo una canna da 62 calibri, arriva a sparare ad energie di circa 2,72 MJ. Il cannone russo, invece, spara a 980 m/sec, che è davvero tantissimo e se fosse con lo stesso tipo di proiettile, avremmo ben 3+ MJ, ma in realtà tira un proiettile sorprendentemente leggero (chissà come mai..:) di 5,9 kg, e questo malgrado che esso contenga una quantità di esplosivo assai scarsa. Infatti, il 76 italiano spara un proiettile che pesa circa il 7% in più, circa 450 grammi, ma davvero la differenza sembra essere tutta sotto forma di esplosivo, visto che la carica di scoppio è più pesante del 50% (245 grammi).
Nonostante questo, il pezzo russo ha un'energia cinetica di oltre 2,8MJ, ovvero circa il 4% più potente del pezzo da 76 italiano, e questo malgrado abbia una canna di 2 calibri più corta! Notevole.
Questo discorso serve per capire qualcosa al riguardo dell'energia erogata dalla polvere russa. Evidentemente è molto potente, sennò non riuscirebbe, pur con una canna più corta di 15 cm, pur con una massa inferiore di circa 1/7 (mezzo kg in meno quasi preciso), ad esprimere circa il 4% in più di energia (KE).
Per questo, è chiaro che l'energia del cannone russo è tutt'altro che inferiore a quella dell'arma italiana. Per cui, il tempo di raffreddamento dichiarati sono molto interessanti anche per valutare l'SR. Il cannone russo, tirando 75 colpi (circa 3 ingaggi) alla massima cadenza di tiro, è capace di raffreddarsi nuovamente in 25-30 minuti.
The highest speed could be achieved by firing a burst of 75 rounds, but afterwards the gun had to cool off for 25 to 30 minutes. This weapon is considered effective against missiles and during trials it consistently shot down Falanga ATGMs (AT-2 Swatter) simulating Harpoon ASMs. On average it took 25 rounds per missile.
L'arma italiana non può essere diversa dal pezzo da 76 russo. La termodinamica non ha passaporto. Caso mai possono essere diverse le soluzioni adottate. Ma lo sono davvero? Parrebbe di no.
Infatti, anche il cannone russo è raffreddato con un manicotto ad acqua. Non solo, ma è una circolazione forzata a circa 3 metri/sec. Quindi non c'é una differenza sostanziale: se fosse un'arma raffreddata ad aria, il paragone non si potrebbe fare per nulla. Ma entrambe sono della stessa categoria, anche ammettendo che l'arma italiana sia meglio raffreddata, sempre acqua e acciaio è, non la raffreddano mica con l'azoto liquido. Quindi anche i problemi termici dovrebbero essere gli stessi. Le brochure e gli articoli ci fanno vedere l'SR mentre spara a 120 RPM, e dicono che al balipendio di prova ha tenuto anche 139 RPM (precisi eh, potevano dire anche 140...), praticamente è un'arma da 76 che tira come le armi da 40 mm di vecchia generazione (quelle nuove arrivano anche a 450 RPM).
Però non ci dicono quanto gli ci vuole per raffreddarsi dopo, per esempio, avere tirato 3 raffiche da 10 colpi l'una.
Da notare quanto la cadenza di tiro sia importante: il vecchio pezzo da 76 russo, per esempio, aveva bisogno di appena 2-3 minuti per raffreddarsi, ma tirava solo 45 colpi/canna ed era raffreddato solo dopo avere finito di sparare, non durante. Questo significa che l'energia termica si accumula rapidamente con il volume di fuoco. Anche nelle armi minori: il cannone da 57 mm sovietico, per esempio, era incapace di tirare forti raffiche in qualsiasi caso, a parte la necessità di essere caricato con clip di 3-4 colpi. Infatti, come dice navweapons:
They could only be fired for 50 rounds at a time before they had to be cooled by running sea water through the barrel for 1-1.5 minutes using a special nozzle.
Non era un'arma efficace nel tiro prolungato, era raffreddata ad aria e solo dopo le raffiche poteva essere raffreddata con acqua di mare. Quando venne introdotto l'AK-725 da 57 mm cambiò tutto: aveva un nastro da ben 550 colpi per ciascuna arma, inoltre era raffreddata ad acqua. Poteva sparare raffiche di lunghezza doppia eppure aveva bisogno dell'80% di tempo in meno per raffreddare le canne. O almeno così è detto, anche se onestamente mi sembra strano, viste le necessità del 76 mm russo.
E il pezzo da 76 russo brucia una quantità di cariche di lancio, pari a circa il 44% del proprio peso; ma da un lato pesa il 10% in più dell'SR italiano, dall'altro tira circa il 15% in meno di carica di lancio. Per questo il 76 italiano brucia il 55% della sua massa (sempre a 120 RPM) in un minuto. Questo è un valore davvero enorme, specie se si paragona al valore del 20% che spara il 127.
In altri termini, il 76 russo ha bisogno di 2,2 minuti per sparare la sua massa in cariche di lancio; il potente Compatto da 127 ha bisogno di 5 minuti; l'SR, invece, di appena 1,8 minuti.
Ecco perché, a mio avviso, il cannone italiano ha bisogno di parecchio tempo, dopo avere tirato diverse raffiche ad alta velocità, per raffreddarsi, e di sicuro non meno di quanto ne abbia bisogno il 76 russo.
I proiettili italiani hanno meno ferraglia di quelli russi, più esplosivo e cubetti di tungsteno. Hanno una spoletta speciale per l'ingaggio di bersagli difficili, e un raggio di scoppio utile (o di attivazione della spoletta) di 10 metri. Rispetto al Compatto il nuovo SR è più preciso nonostante abbia anche maggiore cadenza di tiro, il proiettile di per sé è più stabile, infine ha una spoletta migliore così come la munizione specifica antimissile. Inoltre è guidato da un radar nuovo, l'RTN-30 anziché il -10, molto più moderno e di generazione successiva, con maggiore potenza e precisione.
Difficile dire quanto sia migliore del 76 russo, che se non altro ha anche controlli del tiro locali in caso di fallimento di quello centralizzato, ma non penso che sia molto migliore, anche se è meno avanzato per certi versi.
La munizione, probabilmente, è più costruita per la frammentazione, peraltro è strano che aumentando il ferro ma non l'esplosivo, a parità di calibro sia più leggera. Forse l'hanno fatta più corta per migliorare la velocità iniziale e quindi la precisione, visto che sfiora il 1 km al secondo alla partenza. E invece NO! La munizione, infatti, in entrambi i casi, è lunga esattamente lo stesso: 35,5 centimetri (14 pollici). Quanto alla relazione tra peso e massa dell'HE interno, basti dire al riguardo che il pezzo da 76 tira la granata MOM multiruolo antiaerea che pesa 6,35 kg ma ha 725 grammi di esplosivo, mentre la SAPOM semi-perforante con spoletta posteriore, ha un peso di 6,35 kg con appena 465 grammi di HE, lunghezza 36,6 cm. La differenza è poca tra i vari tipi. Tra l'altro, NON E' NOTO quale sia il peso effettivo della MOM almeno per quel che ne so. Si sa curiosamente il peso dell'esplosivo interno, ma non quello della munizione. I Compatto, invece, con la munizione normale, hanno un peso di circa 6,3 kg. Per cui penso che sia la forma della punta della munizione che faccia la differenza, forse nel caso sovietico/russo è più aguzza e così, malgrado calibro e lunghezza analoghi, pesa un 6-7% in meno, se si considera 6,3 kg quello della munizione normale.
Il raggio utile del proiettile russo è stimato in 8 metri. Un pò meno dei 10 del proiettile italiano, il che ci sta, vista la minore carica interna, anche se il 'ferro' per la frammentazione non è tanto dissimile, (5,9 - 0,48 kg = 5,4 kg contro 6,3-0,7 kg = 5,6 kg), sempre che dentro i russi abbiano messo cubetti di tungsteno e non altro materiale, tipo sfere di acciaio per dirne una, il che giustificherebbe la differenza di peso anche con dimensioni apparentemente analoghe.
Un esempio dell'enorme potenza del cannone italiano rispetto alla massa è la pressione di esercizio: ben 3.400 atmosfere, quando il Compatto da 127 spara a circa 2.750.
Anche l'alimentazione delle munizioni è un problema: ciascuna pesa oltre 12,3 kg e quindi per rifornire il tamburo ci vuole 1 tonnellata di roba, e non è facile sistemarla nella giostrina in tempo utile per ricaricare così in fretta, ma purtroppo anche qui non ho dati in merito.
La vita utile non è nota: per il cannone russo si parla di 3.000 colpi, il pezzo italiano da 127 mm 7.000 colpi, mentre il pezzo americano dello stesso calibro e tipo di munizioni, pur essendo più leggero, forse anche come canna (?) spara a cadenza molto più ridotta, circa la metà, e riesce a fare 8.000 colpi.
Conclusione: a mio avviso il cannone SR da 76 è certamente temibile, ma i tempi di ricarica non possono essere troppo brevi, e sopratutto, i tempi di raffreddamento non sono e non possono essere trascurabili. Quel che andrebbe bene per minacce in stile 'moderno' con pochi ma temibili target, potrebbe quindi non essere così valido con minacce della II GM. In altre parole, più armi ma con minore cadenza di tiro potrebbero se non altro erogare un volume di fuoco più prolungato ed affidabile. Peraltro la MM non ha badato a spese (mica pagano loro) e quindi, ha equipaggiato i cacciatorpediniere con 3-4 cannoni e 3-4 centrali di tiro (curiosamente, gli Audace con 4 cannoni hanno 3 DT, mentre i De la Penne con 3 cannoni... ne hanno avute 4, per ragioni varie e geometrie di copertura, salvo perderne una durante il refitting, visto che non c'erano propriamente orde di missili sovietici in arrivo...). Quindi, con più di un'ondata da 12 aerei, bisognerà considerare l'eventuale fallimento del funzionamento artiglieresco dovuto al tiro di troppe munizioni in così poco tempo.
Tanto per dirne una: poniamo che la velocità media del Super Rapido sia, tirando a media distanza su bersagli in elevazione, circa 500 metri al secondo. Inizia a sparare a 6 km, contro un aereo che va a circa 1/3 di quella velocità (anche se fosse leggermente diversa...) e il risultato è che i primi impatti arriveranno a 4,5 km. Ora, questa distanza può sembrare effettivamente molto elevata, e lo è davvero per un CIWS; ma va anche detto che corrisponde a 9 secondi di tempo di volo. Però questo cannone, come si comporterà? Forse tirerà di continuo, o forse raffiche da diciamo, 10 colpi? O da 6? Fuoco continuo, raffiche da 5 o da 3 secondi, tutto molto legittimo. Se peraltro usasse davvero il fuoco continuo, per quando i primi impatti arrivassero, sarebbero passati 9 secondi e quindi, non meno di 18 proiettili sparati, e questo con il primo target. Oppure potrebbe sparare 10 colpi e poi dopo altri 3-5 secondi, tirare un'altra raffica da 10 colpi. Se non ha un centro pieno in breve tempo, e gli Helldiver o i Dauntless o i vari Hellcat e Corsair sono aerei robusti e corazzati nei punti vitali, allora dovrà continuare a sparare per un bel pò.
Si potrebbe anche tirare colpi singoli; ma se per disgrazia la spoletta non funzionasse, e l'aereo (per forza di cose) dovesse essere già mooolto vicino per giustificare un 'colpo e via' (per risparmiare tempo e munizioni), allora non ci sarebbe tempo per rimediare!
Poi c'é il discorso delle manovre degli aerei nemici. Serpeggiando un pò è possibile ingannare i sistemi di tiro nemici e non c'é modo con un proiettile non guidato, di fare qualcosa di completamente accettabile, a distanze anche soltanto moderate. Sopra i 3 km, è difficile centrare un bersaglio non collaborativo. Un bombardiere o un caccia in picchiata da 60°, per esempio, potrebbero benissimo serpeggiare senza dover nemmeno cambiare lateralmente la traiettoria, che è più pericoloso e dispendioso, cambiando l'angolazione a 70°, e poi richiamando a 60° o addirittura a 50°, per poi ritornare a 60°. Ad un certo punto, dovranno eseguire l'attacco in maniera netta, con almeno alcuni secondi di volo retto; ma se riuscissero a rovinare la mira della FCS nemica oltre i 3 km, sarebbe già sufficiente per dimezzare il raggio di tiro utile dei cannoni, che non è un obiettivo di poco conto. Significa che a quel punto l'aereo potrebbe essere anche abbattuto, ma se l'FCS si concentrasse a distruggere anche il rottame, perché andando in picchiata continuerà a scendere verso la nave, non è un aerosilurante che si schianta in mare.. a quel punto potrebbe continuare ad ingaggiarlo e se non interviene l'operatore prontamente, potrebbe ritrovarsi a tirare... sul motore che cade da solo (e ahi voglia a sparargli contro con un pezzo da 76, forse nemmeno con un centro pieno lo distruggerebbe... specie se colpisce il mozzo dell'elica). E a quel punto non dovrebbe essere difficile già per il secondo aereo avvicinarsi ancora un pò, sganciando da 1,5-2 km di distanza (elevata, ma ancora accettabile) oppure mitragliare e poi tirare i propri ordigni una volta serrato a circa 1 km. Se ha dei razzi è ancora meglio, naturalmente: a quel punto sarebbe entro la gittata di tiro utile fin da subito.
Per ottenere questo risultato, come si è visto, non basta molto. Se si aumenta o diminuisce l'inclinazione di 10°, l'aereo si troverà rapidamente fuori mira rispetto alla rotta programmata. Il cannone può 'seguirlo' con l'FCS che prevede lo spostamento, cosa che in realtà fa per ogni obiettivo in moto, ma se per disgrazia l'aereo cambia di continuo il movimento, trovarlo non sarà facile. Per esempio, se la FCS riuscisse a prevedere 20 metri di spostamento dalla linea di volo, con munizioni con 10 metri di raggio, significa che l'aereo non dovrebbe fare altro che spostarsi lateralmente o verticalmente di almeno 30, 35 metri. A quel punto potrebbe mandare a vuoto le granate antiaeree, e se esplodono lo faranno all'estremo raggio d'azione. Se il pilota non è colpito in pieno da qualche scheggia, non facilissimo malgrado possa sembrarlo, l'aereo potrà cominciare a spostarsi in maniera più vigorosa portandosi fuori tiro della contraerea nemica, e costringendola a sprecare più colpi e munizioni del dovuto. Del resto nella storia della contraerea, raramente i sistemi antiaerei hanno fatto il loro dovere rispetto alle stime 'normali'. A parte forse i missili Stinger, Sidewinder, Phoenix (ce lo metto sennò Tom Cooper s'arabbia) e HAWK, per il resto un pò tutti i missili SAM e AAM si sono dimostrati deludenti all'atto pratico, ben lontani dall'80-90% di abbattimenti che vengono vantati (gli Sparrow E avevano già una stima di abbattimenti del 60-70% prima del Vietnam, dove scesero a meno dell'8-9%, circa un ordine di grandezza in meno). La contraerea non è stata da meno, come evidenzia il caso della fregata Ardent. Questa, nel 1982, fu attaccata dagli aerei argentini e stando alle fonti inglesi, prima di essere affondata sparò totalmente: diverse centinaia di proiettili da 20 mm, cinque missili Seacat e ben 190 colpi da 114 mm, il tutto senza alcun esito. Eppure il 114 mm è un'arma potente, tira a 25 RPM, ha un proiettile da oltre 20 kg, il quale si frammenta in oltre 3.000 schegge con la spoletta di prossimità. Inoltre era diretto, così come il Sea Cat (ultime versioni) da una FCS sofisticata, con un radar di tiro RTN-10X italiano (rimasto caso unico nella RN) come quelli delle navi italiane contemporanee. Se il 114 mm inglese, che tira colpi a meno di 1/3 della cadenza di tiro, ma che pesano oltre 3 volte tanto, non riesce abitualmente ad abbattere gli aerei nemici, al punto da sparare con l'equivalente di quasi 8 minuti consecutivi, non è forse sbagliato pensare che la pubblicità dei sistemi italiani siano un pò troppo pompata. Purtroppo o per fortuna, nessuno di questi è mai stato usato in guerra, almeno non i Super Rapido, Dardo e Aspide (il pezzo da 76 sì, ha ottenuto anche dei successi, forse anche contro missili Styx, da parte iraniana e israeliana, pur essendo chiaramente un'arma inferiore all'SR, non solo per munizioni, FCS e cadenza di tiro, ma anche per una scarsa precisione che è stata corretta da varie parti, Sudafrica incluso, almeno per quel che si poteva fare, dovuta a masse battenti più pesanti di quelle dell'SR, più lente e più imprecise nella loro azione) per cui non possiamo saperlo davvero.
Tanto meno avrebbero tirato contro un Helldiver o un Corsair, anche se giova ricordare che alle Falklands operavano i T-34 e i Pucarà e forse è stato soltanto per via della distruzione della maggior parte di essi da parte di bombardamenti e incursioni che non hanno contrastato apprezzabilmente le navi britanniche. E questi aerei avevano prestazioni tipiche di macchine da II guerra mondiale, come il Bf 110, a cui il Pucarà somiglia molto per velocità e armi interne.
Esempio probabile di contrasto ad un Helldiver (o qualche altro aereo simile) manovrante in picchiata. Il De la Penne apre il fuoco con un SR da circa 6 km. Il bombardiere vede le vampe (è il miglior modo di avere 'contezza' della minaccia nemica) e comincia ad ondeggiare. A quel punto, il De la Penne spara a raffiche di 10 colpi (5 secondi circa) per volta. L'Helldiver sta arrivando a circa 600 km/h a 70°, poi scende giù a 80° appena vede i cannoni lampeggiare. Risale dopo pochi secondi fino a circa 60°, e in questo modo, mette fuori gioco la prima raffica, che va a vuoto. Parte la seconda, probabilmente prima ancora che le prime munizioni incrocino l'Helldiver a circa 4,5 km. Le raffiche colpiscono di poco l'Helldiver, danneggiandolo con alcune esplosioni a 8-10 metri di raggio, e la seconda raffica finisce a circa 3 km di distanza. Parte la 3a raffica da 10, prima ancora che sia arrivata la 1a, per via del fatto che la FCS continua ad elaborare la soluzione di tiro e trova che vada 'aggiornata' per non perdere l'aereo in manovra (in altre parole, le granate sparate prima sono state tirate in una direzione sbagliata), distruggendo a quel punto l'aereo con diverse esplosioni entro i 6 metri, anche a soli 3 metri o meno di distanza. L'aereo scende giù in fiamme e perdendo pezzi, però non si è ancora disintegrato e potrebbe anche continuare a picchiare verso la nave.
A quel punto, parte la 4a raffica da circa 2 km di distanza, stavolta disintegra l'Helldiver a circa 1.600 metri dalla nave. Minaccia finita... ma lascia aperta la porta all'Helldiver successivo che a quel punto satura la DT della nave, perché è già praticamente a tiro: in teoria potrebbe avere già sparato con i cannoni e starebbe per sganciare la bomba, troppo tardi per impedirglielo se tira giù la bomba da circa 1,5 km con angolo di almeno 70°.
Cose simili venivano fatte, per esempio, dai P-47 cacciabombardieri, che serpeggiavano durante la manovra d'avvicinamento ai target per evitare che i cannonieri indovinassero troppo facilmente la loro posizione futura. Non so se serpeggiavano lateralmente, oppure le S erano verticali e quindi simili al delfinamento, ma poco importa, il senso di queste manovre è sempre lo stesso. E' facile che anche i bombardieri in picchiata siano simili in questo, del resto quanto a peso, un SBC è più o meno come il P-47 e senza le bombe sotto le ali è anche meglio. Ma il Dauntless è più leggero e agile di entrambi, anche se è più lento.
L'angolo a 90°, ergo lancio in modalità verticale, sarebbe vantaggioso perché aumenta la precisione e rende più ampio il raggio di tiro, anche se da oltre 2 km ci vogliono circa 10 secondi per andare a tiro e una nave a 30 nodi fa circa 150 metri, come la lunghezza del De la Penne, per cui ci vuole molto anticipo e capire dove la nave stia virando, potrebbe persino capitare che mirare alla prua estrema comporti che la bomba finisca oltre la poppa!
Peraltro, attaccare in verticale è vantaggioso anche perché l'alzo delle artiglierie nemiche non ce la fa a seguirli: il SR ha probabilmente 85° di alzo, il Compatto non è chiaro se 83 o 85. Però sono angoli troppo piccoli da sfruttare davvero. Meglio comunque di armi come il 127 americano, che è limitato a 65°.
Il problema è che per attaccare verticalmente per davvero ci vorrebbe un aereo come lo Stuka tedesco; l'Helldiver non ci riusciva, lo stesso Dauntless tipicamente arrivava a 70° di inclinazione.
IN effetti, il lancio 'non troppo inclinato' aveva qualche vantaggio: era possibile arrivare a distanza della nave, lanciando con un angolo opportuno per la mira, ma si costringeva la nave a mirare in maniera differenziata da parte delle sue FCS: in altre parole, alcune di queste non hanno il campo visivo per seguire un target a 70°, mentre invece potrebbero forse essere usate tutte se questo arriva da 85° (sempre che riescano a seguirlo a quelle angolazioni, chiaramente). Questo per esempio, fa sì che una torre Dardo delle Maestrale non possa essere usata in contemporanea a quella del lato opposto. Non è molto, ma sempre molto meglio di niente, specie se l'ingaggio si dovesse ripetere 2-3 volte. In altre parole, con 3 FCS attive si potrebbero eliminare fino a 9 aerei, con 4 FCS si potrebbe fare 12 e annientare tutta la formazione attaccante.
Ci si potrebbe chiedere, caso mai, se per caso il sistema d'avvistamento possa tracciare target così elevati. Quello della nave, almeno le fregate, no di sicuro, ha solo 45° di elevazione. I caccia e gli incrociatori, con i loro radar tridimensionali inclinati verso l'alto, hanno probabilmente la possibilità di scansionare fino a verso i 90°, ma non saprei se è davvero così o meno.
Il punto è che il tiro viene diretto dai Dardo grazie all'interfacciamento con il radar 2D RAN 10S-SPS-774. La cosa non è irrilevante, perché bisognerebbe vedere se le navi possono davvero fare conto su questo tipo di radar soltanto. Certamente, navigando da sola, una Maestrale non avrebbe altro modo di operare. Navigare in gruppo, però, rende possibile cooperare con altre navi, e per farlo hanno un link che trasmette i dati, così che con un solo radar tutte le navi della formazione vedono quel che c'é da vedere.
Però... un conto è vedere la situazione aerea, un altro è se il Dardo possa essere interfacciato ad altri radar RAN 10S o addirittura radar a lungo raggio come i 3D, appartenenti ad altre navi. Certamente è possibile per una nave vedere quel che vede l'altra sullo schermo tattico, ma il Dardo difficilmente si attiverà seguendo i dati che provengono da altre navi tramite datalink. E' complicato, perché non è detto che sia interfacciato con questo tipo di radar remoti. Il puntamento di sistemi del genere, ad alta precisione e a campo visivo stretto (è come guardare il cielo da un buco di serratura), è difficile e dubito che possa essere fatto con dati provenienti interamente da altre navi, sopratutto ne dubito se il sistema radar di bordo, anche una volta acceso, non sia in grado di vederli perché con un alzo troppo elevato, il che li rende veramente stealth... Inoltre, in caso di attacco massiccio i radar di tutte le navi sarebbero impegnatissimi anche per la propria autoprotezione e questo comporterebbe un tale incrocio di dati, con dozzine se non centinaia di target, che difendersi sarebbe cosa davvero difficile e anche un'architettura che in teoria funziona potrebbe non funzionare affatto, vedesi anche tanti episodi imprevisti alle Falklands.
Un'ultima questione è sui sistemi di difesa ECM degli aerei americani. In teoria potrebbero portarli, in ragione del fatto che i chaff erano noti anche agli americani nella II GM e se non li hanno usati molto, specie nel Pacifico, è perché i giapponesi avevano pochi radar, meno ancora di tiro, e quando li hanno avuti oramai la superiorità americana diventava sempre più schiacciante. Quindi i chaff negli USA, i duppel in Germania, i windows in UK, o i Ghimanshi (carta che inganna) in Giappone (che a quanto pare, fu il primo ad usarli operativamente, già verso la fine del '42), potevano essere portati a sganciati, facilmente liberati a sacchetti dall'abitacolo posteriore; se lo abbiano mai fatto, e se sia lecito di farglielo fare, però, è ovviamente una questione diversa. Lo stesso vale per i bengala: in questo caso, sull'Helldiver c'era addirittura un foro sul lato destro dell'abitacolo per sparare razzi da segnalazione con la pistola Very. Ma questi razzi non erano normalmente usati come decoy, perché all'epoca non c'erano missili a guida IR.
Peraltro, come nel film Airport '80, si potrebbe provare... il motore di un aereo a pistoni consuma poco, se beve 10 litri al minuto è già parecchio, mentre un motore a reazione senza postbruciatore ne consuma 5-10 volte di più, e un motore con A/B li consuma anche in meno di un secondo! Quindi un motore a pistoni è tutto sommato più facile da proteggere che un motore a reazione con temperature degli scarichi elevatissime. Probabilmente un flare è più efficace, in questa situazione, di 4-10 flare con un motore jet che lascia una scia lunga 10 metri a 300°, oppure con A/B, a 1.000°C. E' ben vero che i missili moderni non dovrebbero essere molto sensibili ai flare, ma anche alle Falklands, contromisure argentine rudimentali installate solo a bordo dei Canberra si dice che siano riuscite ad evitare più volte i missili inglesi, e parliamo di chaff fatti con una macchina per la pasta, e flare fatti in maniera altrettanto artigianale... mentre i Sea Harrier, fin dal 1 maggio avevano dei pacchetti di chaff sistemati dietro l'aerofreno che si apriva in battaglia e li rilasciava, ingannando spesso anche radar piuttosto avanzati per l'epoca, perché gli argentini avevano il meglio disponibile nel settore.
Quindi, una formazione di bombardieri, più lenti dei caccia, ma con un secondo uomo che potrebbe facilmente lanciare nuvole di chaff o anche flare (meno utili, in fondo l'unica minaccia da affrontare sono i missili AIM-9 quando sono presenti gli Harrier nelle battaglie a corto raggio) e ridurre sensibilmente le perdite, alle volte con esiti determinanti già per ottenere il successo alla 1a ondata d'attacco. Ma chi lo sa davvero, come si potrebbe regolare questa cosa.
Così facendo, i bombardieri potrebbero causare problemi ai radar guidamissili con i chaff, ai missili IR con i flare e se i caccia nemici si avvicinano, o quando gli aerei si avvicinano alle navi, ci sono le mitragliere offensive e difensive, nonché ovviamente le manovre che possono causare problemi ulteriori. Un Harrier potrebbe non essere così sicuro di volare contro raffiche di armi difensive, mentre mira con il cannone. Potrebbe essere abbattuto, danneggiato, costretto a sparare troppo frettolosamente.
Si potrebbero anche stivare chaff dentro il vano portabombe, una volta aperto si aprono e aumentano la traccia radar formando una vera nuvola, a vantaggio di chi segue.
Ecco, chi segue. Per evitare che i missili possano abbattere più di un aereo, sarà il caso che questi seguano l'uno all'altro, da un lato non tanto lontani, perché altrimenti sarebbero troppo diluiti nel tempo, dall'altra non troppo vicino, che se per disgrazia uno viene colpito, ed esplode con la detonazione della sua bomba, l'altro non venga automaticamente distrutto a sua volta. Devono quindi stare abbastanza lontani tra di loro: direi almeno 200 metri, possibilmente anche sui 100 metri di lato, per evitare i rottami staccati dall'altro aereo.
Una formazione d'attacco che vada giù con 12 aerei suddivisi in 3 o 4 colonne da 4 o 3 aerei l'una, lunghe sui 500 metri, sarebbe a mio avviso perfetta, attaccando su di un orizzonte largo sui 1.000 metri, magari in restringimento mano a mano che si avvicinano e convergono su di un unico bersaglio. Sarebbe proprio un problema.
Del resto, mi sono tenuto non troppo ottimista se si considera che il rateo di successi, con 12 aerei nominali, contro le fregate lo stimo al 50%, il che significa che nella metà dei casi non è sufficiente nemmeno una dozzina di aerei; e contro i cacciatorpediniere e incrociatori siamo attorno al 25%, il che significa che 3 navi su 4 evadono l'attacco, nonostante sia molto consistente.
Ma, come abbiamo visto, tra la ricarica delle munizioni e il surriscaldamento delle armi, l'attacco successivo potrebbe non essere realmente contrastato. Basta che un cannone si inceppi e magari un altro finisca le munizioni sul più bello e stiamo già da 3 a 1 cannone, troppo poco...
E adesso un pò di fonti da internet.
Questo è il video del test dei sistemi Dart/Davide/Strales ( come diavolo si chiamano...).
OTO-Melara DART Ammunition Firing Trials - YouTube
Prove dello Strales contro target vari:
1- 1 tiro singolo contro bersaglio immobile. Centro.
2- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 200 metri: abbattuto con 2 dei 3 Strales che hanno colpito, l'altro invece è caduto prima dell'impatto.
3- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 10 metri appena: abbattuto con 2 dei tre Strales, ma il terzo pur guidando correttamente è esploso ben dietro ai primi due e non ha fatto danni.
Distanza di ingaggio: 5.000 m; distanze d'intercettazione: 4.500 metri, ovvero percorso medio Strales su 4.500 m, apparentemente 900 m/sec (!!!), con 5 secondi di volo complessivi (la V0 è circa 1.100+ m/sec). Notare che il primo proiettile lo ingaggia a 4.500 m, l'ultimo a 4.400, il che è coerente con il fatto che il target si muove a 100 m/sec (360 km/h), e questo significa che passa solo un secondo, perché anche a 120 RPM, considerando t0 come l'inizio del fuoco, praticamente passa un secondo tra il primo e il terzo colpo sparato (ma attenzione: questo NON significa che siano 180 RPM!)
Questi dati ci dicono che gli Strales sono giustamente sparati a raffiche di 3 colpi l'uno, visto che comunque 1/3 dei proiettili non è andato a segno.
Altra cosa molto notevole: persino contro un aereo da 360 km/h (a stento comparabile con un Avenger), e usando gli Strales/Dart, il rapporto velocità proiettile:target, a 4,5 km, è di 9:1. Dunque, anche con una munizione notevolmente più veloce, siamo ben lontani dal rapporto di 11:1 preteso addirittura contro missili antinave e su di una distanza di 5,5 km, con l'SR che sparasse semplici munizioni HE. Questo è doppiamente interessante, perché 11:1 con un tipico missile antinave, significa tenere la modica velocità di 3.300 m/sec, quasi 4 volte quella alla bocca dell'SR. Non solo, ma lo stesso DART è comunque sia meno veloce, come media sui 4,5 km, della v0 della munizione normale. Eppure quella velocità iniziale sarebbe circa 3 volte (appena) quella del missile antinave. Lo stesso DART sarebbe quindi capace di fare appena 3:1 e l'intercettazione, se parte da 5 km avverrebbe tra 3,7 e 3,5 km circa. E questo, per l'appunto, con una munizione molto più veloce di quelle normali. Conclusione: non fidatevi mai troppo della pubblicità.
RAPID-FIRE POWER! U.S. Navy GUN in ACTION! (MK 75 76mm/3-inch gun.) - YouTube
Questo è un esercizio di tiro con il cannone Mk 75 amerrigano ovvero l'OTO Compatto da 76 mm. In questo filmato ci mette circa 70 secondi per tirare circa 70 colpi, letteralmente, praticamente ha svuotato la riserva munizioni. Notare bene come ondeggi durante l'azione di tiro, perché evidentemente la linea di mira è stabilizzata, come è facile capire dal movimento di rollio della nave. Notare anche che la riserva di munizioni è stata sparata, MA, fatto senz'altro interessante, è stata tirata a 60 RPM, e non al massimo valore di 80-85 RPM. Questo ci dice che almeno per ragioni di 'sicurezza', è consigliabile non sparare una tale catasta di proiettili alla massima cadenza di tiro, sebbene rimanga comunque una notevole prestazione per un cannone 'leggero'. Sarebbe interessante vedere quanto ci ha messo per raffreddarsi e quanto l'SR potrebbe tirare al massimo ROF una serie così consistente di munizioni. Purtroppo, però, per questo dobbiamo accontentarci perché non ci sono dati disponibili, a parte il similare AK-176 che, dopo 75 colpi a 120+ RPM, ci mette sui 30 minuti per ritornare utilizzabile.