18-12-18
Continuiamo a chiacchierare dello scontro tra i 'moderni' e i 'bruti' della II GM, sempre al riguardo della sfida navi italiane- aerei americani.
Adesso cerchiamo di capire quanto a lungo un pezzo da 76 SR potrebbe sostenere una forte cadenza di tiro. Non sappiamo purtroppo quanto riesca a tenere l'elevato livello di 120 RPM, ma in compenso sappiamo che esiste un'arma del tutto analoga, il cannone russo AK-176; stranamente, di questo sono noti diversi particolari non dichiarati (chissà perché) nell'arma italiana. L'arma russa nasce sovietica, già nei tardi anni '70, come sviluppo di precedenti armi da 76, ma è molto più compatta e moderna. Questo significa anticipare il cannone SR italiano di circa 4-5 anni a dire il minimo, mentre l'entrata in servizio è antecedente, su di una nave, di circa 10 anni. Il 'super-rapidovsky' è capace di tiro antimissile, distruggendo missili controcarri AT-2 Swatter (tipicamente con 25 colpi, che sono ben 12 secondi di tiro). Questi sono missili in verità troppo lenti per simulare un missile antinave, però sono anche molto più piccoli, per cui riuscire a localizzarli e a colpirli è comunque un'impresa notevole. Il cannone russo può sparare in rapida successione a diverse cadenze di tiro, 30 o 60 RPM, oppure al massimo valore, nel quale riesce a tirare 75 colpi a 120-130 RPM, però... dopo ha peraltro bisogno di 25-30 minuti di tempo per raffreddarsi. Il paragone, quindi, è possibile. E allora vediamo quel che ci si può arrivare a ricamare sopra, partendo dal sito navweapons.
Energia cinetica dei cannoni comparata all'uso di cariche di lancio:
-76 mm AK-176 russo (1979): canna 60 calibri; peso 821 kg; spara 120 RPM con proiettile da 5,9 kg (0,48 kg HE) con Vo 980 m/sec. Carica di lancio: 3,05 kg.
-76 mm SR italiano (1988): canna 62 calibri, peso 765 kg(?); spara 120 RPM con proiettile da 6,35 kg (0,725 kg HE) e Vo 925 m/sec(?) Carica di lancio. 3,5 kg.
-127 mm Compatto italiano (1968): canna 54 calibri, peso 1.615 kg? spara 40 RPM con proiettile da 30,7 kg (? HE) con Vo 808 m/sec(?). Carica di lancio: 8,3 kg(?)
I dati di cui sopra sono approssimativi, perché non ho il peso del 127/54 italiano, ma siccome l'arma è uguale geometricamente al 127 americano, ho usato i pesi di quest'ultimo, che dovrebbero essere molto simili. Non è chiaro nemmeno quali siano le cariche di lancio per i vari tipi di proiettile da 127 mm, per cui suppongo che sia il peso della munizione standard che entrambi i cannoni possono utilizzare. Nemmeno il peso del 76 italiano è chiarissimo: forse è relativo al Compatto, ma il Super Rapido probabilmente pesa di più. Probabilmente, eh.
Come si vede, esistono diverse puntualizzazioni da fare.
ANZITUTTO, un contesto di peso della carica di lancio: in capo ad un minuto, queste tre armi hanno i seguenti valori:
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto.
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg.
Notevole, no?
Adesso compariamo la potenza di fuoco delle armi rispetto alla loro massa. E per 'potenza di fuoco' intendo proprio FUOCO, ovvero la quantità di propellente bruciato per unità di tempo relazionata al peso dell'arma.
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto. diviso Peso 821 kg. = 0,445 (44,5%)
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg diviso Peso 765 kg. = 0,558 (55,8%)
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg. diviso Peso 1.615 kg = 0,205 (20,5%)
Quindi, se vediamo questi dati, possiamo dire che il Super Rapido spara una quantità di polvere da sparo che è superiore, ripeto, superiore... a quella del 127 mm. Con questi dati abbiamo una certezza al riguardo incontrovertibile: che la massa del 76 italiano è meno della metà di quella del 127, eppure spara al contempo circa il 28% in più di polvere da sparo. La cosa notevole è che in questo senso, persino il pezzo da 76 mm Compatto è competivo, con 302 kg. Il 127 Compatto al limite potrebbe salvarsi se si considerano i vecchi dati sulla cadenza di tiro di 45 RPM, poi per qualche ragione 'declassati' a 40. Con quel dato, avremmo 373,5 kg/minuto, certo più del Compatto, sparando ad oltre la metà della cadenza dei proiettili oltre 2,5 volte più 'pompati' in termini di polvere (8,3 vs 3,56 kg).
PERO', a quanto risulta... l'SR 76 spara più roba anche dell'AK-176, che è comparabile caso mai più al 127 mm.
Questo, malgrado che l'energia cinetica complessiva sia minore: infatti un proiettile da 6,35 kg x 925 m/sec (se sono questi i dati), che è un proiettile da 76 mm di peso normale, tirato ovviamente ad alta velocità essendo una canna da 62 calibri, arriva a sparare ad energie di circa 2,72 MJ. Il cannone russo, invece, spara a 980 m/sec, che è davvero tantissimo e se fosse con lo stesso tipo di proiettile, avremmo ben 3+ MJ, ma in realtà tira un proiettile sorprendentemente leggero (chissà come mai..:) di 5,9 kg, e questo malgrado che esso contenga una quantità di esplosivo assai scarsa. Infatti, il 76 italiano spara un proiettile che pesa circa il 7% in più, circa 450 grammi, ma davvero la differenza sembra essere tutta sotto forma di esplosivo, visto che la carica di scoppio è più pesante del 50% (245 grammi).
Nonostante questo, il pezzo russo ha un'energia cinetica di oltre 2,8MJ, ovvero circa il 4% più potente del pezzo da 76 italiano, e questo malgrado abbia una canna di 2 calibri più corta! Notevole.
Questo discorso serve per capire qualcosa al riguardo dell'energia erogata dalla polvere russa. Evidentemente è molto potente, sennò non riuscirebbe, pur con una canna più corta di 15 cm, pur con una massa inferiore di circa 1/7 (mezzo kg in meno quasi preciso), ad esprimere circa il 4% in più di energia (KE).
Per questo, è chiaro che l'energia del cannone russo è tutt'altro che inferiore a quella dell'arma italiana. Per cui, il tempo di raffreddamento dichiarati sono molto interessanti anche per valutare l'SR. Il cannone russo, tirando 75 colpi (circa 3 ingaggi) alla massima cadenza di tiro, è capace di raffreddarsi nuovamente in 25-30 minuti.
The highest speed could be achieved by firing a burst of 75 rounds, but afterwards the gun had to cool off for 25 to 30 minutes. This weapon is considered effective against missiles and during trials it consistently shot down Falanga ATGMs (AT-2 Swatter) simulating Harpoon ASMs. On average it took 25 rounds per missile.
L'arma italiana non può essere diversa dal pezzo da 76 russo. La termodinamica non ha passaporto. Caso mai possono essere diverse le soluzioni adottate. Ma lo sono davvero? Parrebbe di no.
Infatti, anche il cannone russo è raffreddato con un manicotto ad acqua. Non solo, ma è una circolazione forzata a circa 3 metri/sec. Quindi non c'é una differenza sostanziale: se fosse un'arma raffreddata ad aria, il paragone non si potrebbe fare per nulla. Ma entrambe sono della stessa categoria, anche ammettendo che l'arma italiana sia meglio raffreddata, sempre acqua e acciaio è, non la raffreddano mica con l'azoto liquido. Quindi anche i problemi termici dovrebbero essere gli stessi. Le brochure e gli articoli ci fanno vedere l'SR mentre spara a 120 RPM, e dicono che al balipendio di prova ha tenuto anche 139 RPM (precisi eh, potevano dire anche 140...), praticamente è un'arma da 76 che tira come le armi da 40 mm di vecchia generazione (quelle nuove arrivano anche a 450 RPM).
Però non ci dicono quanto gli ci vuole per raffreddarsi dopo, per esempio, avere tirato 3 raffiche da 10 colpi l'una.
Da notare quanto la cadenza di tiro sia importante: il vecchio pezzo da 76 russo, per esempio, aveva bisogno di appena 2-3 minuti per raffreddarsi, ma tirava solo 45 colpi/canna ed era raffreddato solo dopo avere finito di sparare, non durante. Questo significa che l'energia termica si accumula rapidamente con il volume di fuoco. Anche nelle armi minori: il cannone da 57 mm sovietico, per esempio, era incapace di tirare forti raffiche in qualsiasi caso, a parte la necessità di essere caricato con clip di 3-4 colpi. Infatti, come dice navweapons:
They could only be fired for 50 rounds at a time before they had to be cooled by running sea water through the barrel for 1-1.5 minutes using a special nozzle.
Non era un'arma efficace nel tiro prolungato, era raffreddata ad aria e solo dopo le raffiche poteva essere raffreddata con acqua di mare. Quando venne introdotto l'AK-725 da 57 mm cambiò tutto: aveva un nastro da ben 550 colpi per ciascuna arma, inoltre era raffreddata ad acqua. Poteva sparare raffiche di lunghezza doppia eppure aveva bisogno dell'80% di tempo in meno per raffreddare le canne. O almeno così è detto, anche se onestamente mi sembra strano, viste le necessità del 76 mm russo.
E il pezzo da 76 russo brucia una quantità di cariche di lancio, pari a circa il 44% del proprio peso; ma da un lato pesa il 10% in più dell'SR italiano, dall'altro tira circa il 15% in meno di carica di lancio. Per questo il 76 italiano brucia il 55% della sua massa (sempre a 120 RPM) in un minuto. Questo è un valore davvero enorme, specie se si paragona al valore del 20% che spara il 127.
In altri termini, il 76 russo ha bisogno di 2,2 minuti per sparare la sua massa in cariche di lancio; il potente Compatto da 127 ha bisogno di 5 minuti; l'SR, invece, di appena 1,8 minuti.
Ecco perché, a mio avviso, il cannone italiano ha bisogno di parecchio tempo, dopo avere tirato diverse raffiche ad alta velocità, per raffreddarsi, e di sicuro non meno di quanto ne abbia bisogno il 76 russo.
I proiettili italiani hanno meno ferraglia di quelli russi, più esplosivo e cubetti di tungsteno. Hanno una spoletta speciale per l'ingaggio di bersagli difficili, e un raggio di scoppio utile (o di attivazione della spoletta) di 10 metri. Rispetto al Compatto il nuovo SR è più preciso nonostante abbia anche maggiore cadenza di tiro, il proiettile di per sé è più stabile, infine ha una spoletta migliore così come la munizione specifica antimissile. Inoltre è guidato da un radar nuovo, l'RTN-30 anziché il -10, molto più moderno e di generazione successiva, con maggiore potenza e precisione.
Difficile dire quanto sia migliore del 76 russo, che se non altro ha anche controlli del tiro locali in caso di fallimento di quello centralizzato, ma non penso che sia molto migliore, anche se è meno avanzato per certi versi.
La munizione, probabilmente, è più costruita per la frammentazione, peraltro è strano che aumentando il ferro ma non l'esplosivo, a parità di calibro sia più leggera. Forse l'hanno fatta più corta per migliorare la velocità iniziale e quindi la precisione, visto che sfiora il 1 km al secondo alla partenza. E invece NO! La munizione, infatti, in entrambi i casi, è lunga esattamente lo stesso: 35,5 centimetri (14 pollici). Quanto alla relazione tra peso e massa dell'HE interno, basti dire al riguardo che il pezzo da 76 tira la granata MOM multiruolo antiaerea che pesa 6,35 kg ma ha 725 grammi di esplosivo, mentre la SAPOM semi-perforante con spoletta posteriore, ha un peso di 6,35 kg con appena 465 grammi di HE, lunghezza 36,6 cm. La differenza è poca tra i vari tipi. Tra l'altro, NON E' NOTO quale sia il peso effettivo della MOM almeno per quel che ne so. Si sa curiosamente il peso dell'esplosivo interno, ma non quello della munizione. I Compatto, invece, con la munizione normale, hanno un peso di circa 6,3 kg. Per cui penso che sia la forma della punta della munizione che faccia la differenza, forse nel caso sovietico/russo è più aguzza e così, malgrado calibro e lunghezza analoghi, pesa un 6-7% in meno, se si considera 6,3 kg quello della munizione normale.
Il raggio utile del proiettile russo è stimato in 8 metri. Un pò meno dei 10 del proiettile italiano, il che ci sta, vista la minore carica interna, anche se il 'ferro' per la frammentazione non è tanto dissimile, (5,9 - 0,48 kg = 5,4 kg contro 6,3-0,7 kg = 5,6 kg), sempre che dentro i russi abbiano messo cubetti di tungsteno e non altro materiale, tipo sfere di acciaio per dirne una, il che giustificherebbe la differenza di peso anche con dimensioni apparentemente analoghe.
Un esempio dell'enorme potenza del cannone italiano rispetto alla massa è la pressione di esercizio: ben 3.400 atmosfere, quando il Compatto da 127 spara a circa 2.750.
Anche l'alimentazione delle munizioni è un problema: ciascuna pesa oltre 12,3 kg e quindi per rifornire il tamburo ci vuole 1 tonnellata di roba, e non è facile sistemarla nella giostrina in tempo utile per ricaricare così in fretta, ma purtroppo anche qui non ho dati in merito.
La vita utile non è nota: per il cannone russo si parla di 3.000 colpi, il pezzo italiano da 127 mm 7.000 colpi, mentre il pezzo americano dello stesso calibro e tipo di munizioni, pur essendo più leggero, forse anche come canna (?) spara a cadenza molto più ridotta, circa la metà, e riesce a fare 8.000 colpi.
Conclusione: a mio avviso il cannone SR da 76 è certamente temibile, ma i tempi di ricarica non possono essere troppo brevi, e sopratutto, i tempi di raffreddamento non sono e non possono essere trascurabili. Quel che andrebbe bene per minacce in stile 'moderno' con pochi ma temibili target, potrebbe quindi non essere così valido con minacce della II GM. In altre parole, più armi ma con minore cadenza di tiro potrebbero se non altro erogare un volume di fuoco più prolungato ed affidabile. Peraltro la MM non ha badato a spese (mica pagano loro) e quindi, ha equipaggiato i cacciatorpediniere con 3-4 cannoni e 3-4 centrali di tiro (curiosamente, gli Audace con 4 cannoni hanno 3 DT, mentre i De la Penne con 3 cannoni... ne hanno avute 4, per ragioni varie e geometrie di copertura, salvo perderne una durante il refitting, visto che non c'erano propriamente orde di missili sovietici in arrivo...). Quindi, con più di un'ondata da 12 aerei, bisognerà considerare l'eventuale fallimento del funzionamento artiglieresco dovuto al tiro di troppe munizioni in così poco tempo.
Tanto per dirne una: poniamo che la velocità media del Super Rapido sia, tirando a media distanza su bersagli in elevazione, circa 500 metri al secondo. Inizia a sparare a 6 km, contro un aereo che va a circa 1/3 di quella velocità (anche se fosse leggermente diversa...) e il risultato è che i primi impatti arriveranno a 4,5 km. Ora, questa distanza può sembrare effettivamente molto elevata, e lo è davvero per un CIWS; ma va anche detto che corrisponde a 9 secondi di tempo di volo. Però questo cannone, come si comporterà? Forse tirerà di continuo, o forse raffiche da diciamo, 10 colpi? O da 6? Fuoco continuo, raffiche da 5 o da 3 secondi, tutto molto legittimo. Se peraltro usasse davvero il fuoco continuo, per quando i primi impatti arrivassero, sarebbero passati 9 secondi e quindi, non meno di 18 proiettili sparati, e questo con il primo target. Oppure potrebbe sparare 10 colpi e poi dopo altri 3-5 secondi, tirare un'altra raffica da 10 colpi. Se non ha un centro pieno in breve tempo, e gli Helldiver o i Dauntless o i vari Hellcat e Corsair sono aerei robusti e corazzati nei punti vitali, allora dovrà continuare a sparare per un bel pò.
Si potrebbe anche tirare colpi singoli; ma se per disgrazia la spoletta non funzionasse, e l'aereo (per forza di cose) dovesse essere già mooolto vicino per giustificare un 'colpo e via' (per risparmiare tempo e munizioni), allora non ci sarebbe tempo per rimediare!
Poi c'é il discorso delle manovre degli aerei nemici. Serpeggiando un pò è possibile ingannare i sistemi di tiro nemici e non c'é modo con un proiettile non guidato, di fare qualcosa di completamente accettabile, a distanze anche soltanto moderate. Sopra i 3 km, è difficile centrare un bersaglio non collaborativo. Un bombardiere o un caccia in picchiata da 60°, per esempio, potrebbero benissimo serpeggiare senza dover nemmeno cambiare lateralmente la traiettoria, che è più pericoloso e dispendioso, cambiando l'angolazione a 70°, e poi richiamando a 60° o addirittura a 50°, per poi ritornare a 60°. Ad un certo punto, dovranno eseguire l'attacco in maniera netta, con almeno alcuni secondi di volo retto; ma se riuscissero a rovinare la mira della FCS nemica oltre i 3 km, sarebbe già sufficiente per dimezzare il raggio di tiro utile dei cannoni, che non è un obiettivo di poco conto. Significa che a quel punto l'aereo potrebbe essere anche abbattuto, ma se l'FCS si concentrasse a distruggere anche il rottame, perché andando in picchiata continuerà a scendere verso la nave, non è un aerosilurante che si schianta in mare.. a quel punto potrebbe continuare ad ingaggiarlo e se non interviene l'operatore prontamente, potrebbe ritrovarsi a tirare... sul motore che cade da solo (e ahi voglia a sparargli contro con un pezzo da 76, forse nemmeno con un centro pieno lo distruggerebbe... specie se colpisce il mozzo dell'elica). E a quel punto non dovrebbe essere difficile già per il secondo aereo avvicinarsi ancora un pò, sganciando da 1,5-2 km di distanza (elevata, ma ancora accettabile) oppure mitragliare e poi tirare i propri ordigni una volta serrato a circa 1 km. Se ha dei razzi è ancora meglio, naturalmente: a quel punto sarebbe entro la gittata di tiro utile fin da subito.
Per ottenere questo risultato, come si è visto, non basta molto. Se si aumenta o diminuisce l'inclinazione di 10°, l'aereo si troverà rapidamente fuori mira rispetto alla rotta programmata. Il cannone può 'seguirlo' con l'FCS che prevede lo spostamento, cosa che in realtà fa per ogni obiettivo in moto, ma se per disgrazia l'aereo cambia di continuo il movimento, trovarlo non sarà facile. Per esempio, se la FCS riuscisse a prevedere 20 metri di spostamento dalla linea di volo, con munizioni con 10 metri di raggio, significa che l'aereo non dovrebbe fare altro che spostarsi lateralmente o verticalmente di almeno 30, 35 metri. A quel punto potrebbe mandare a vuoto le granate antiaeree, e se esplodono lo faranno all'estremo raggio d'azione. Se il pilota non è colpito in pieno da qualche scheggia, non facilissimo malgrado possa sembrarlo, l'aereo potrà cominciare a spostarsi in maniera più vigorosa portandosi fuori tiro della contraerea nemica, e costringendola a sprecare più colpi e munizioni del dovuto. Del resto nella storia della contraerea, raramente i sistemi antiaerei hanno fatto il loro dovere rispetto alle stime 'normali'. A parte forse i missili Stinger, Sidewinder, Phoenix (ce lo metto sennò Tom Cooper s'arabbia) e HAWK, per il resto un pò tutti i missili SAM e AAM si sono dimostrati deludenti all'atto pratico, ben lontani dall'80-90% di abbattimenti che vengono vantati (gli Sparrow E avevano già una stima di abbattimenti del 60-70% prima del Vietnam, dove scesero a meno dell'8-9%, circa un ordine di grandezza in meno). La contraerea non è stata da meno, come evidenzia il caso della fregata Ardent. Questa, nel 1982, fu attaccata dagli aerei argentini e stando alle fonti inglesi, prima di essere affondata sparò totalmente: diverse centinaia di proiettili da 20 mm, cinque missili Seacat e ben 190 colpi da 114 mm, il tutto senza alcun esito. Eppure il 114 mm è un'arma potente, tira a 25 RPM, ha un proiettile da oltre 20 kg, il quale si frammenta in oltre 3.000 schegge con la spoletta di prossimità. Inoltre era diretto, così come il Sea Cat (ultime versioni) da una FCS sofisticata, con un radar di tiro RTN-10X italiano (rimasto caso unico nella RN) come quelli delle navi italiane contemporanee. Se il 114 mm inglese, che tira colpi a meno di 1/3 della cadenza di tiro, ma che pesano oltre 3 volte tanto, non riesce abitualmente ad abbattere gli aerei nemici, al punto da sparare con l'equivalente di quasi 8 minuti consecutivi, non è forse sbagliato pensare che la pubblicità dei sistemi italiani siano un pò troppo pompata. Purtroppo o per fortuna, nessuno di questi è mai stato usato in guerra, almeno non i Super Rapido, Dardo e Aspide (il pezzo da 76 sì, ha ottenuto anche dei successi, forse anche contro missili Styx, da parte iraniana e israeliana, pur essendo chiaramente un'arma inferiore all'SR, non solo per munizioni, FCS e cadenza di tiro, ma anche per una scarsa precisione che è stata corretta da varie parti, Sudafrica incluso, almeno per quel che si poteva fare, dovuta a masse battenti più pesanti di quelle dell'SR, più lente e più imprecise nella loro azione) per cui non possiamo saperlo davvero.
Tanto meno avrebbero tirato contro un Helldiver o un Corsair, anche se giova ricordare che alle Falklands operavano i T-34 e i Pucarà e forse è stato soltanto per via della distruzione della maggior parte di essi da parte di bombardamenti e incursioni che non hanno contrastato apprezzabilmente le navi britanniche. E questi aerei avevano prestazioni tipiche di macchine da II guerra mondiale, come il Bf 110, a cui il Pucarà somiglia molto per velocità e armi interne.
Esempio probabile di contrasto ad un Helldiver (o qualche altro aereo simile) manovrante in picchiata. Il De la Penne apre il fuoco con un SR da circa 6 km. Il bombardiere vede le vampe (è il miglior modo di avere 'contezza' della minaccia nemica) e comincia ad ondeggiare. A quel punto, il De la Penne spara a raffiche di 10 colpi (5 secondi circa) per volta. L'Helldiver sta arrivando a circa 600 km/h a 70°, poi scende giù a 80° appena vede i cannoni lampeggiare. Risale dopo pochi secondi fino a circa 60°, e in questo modo, mette fuori gioco la prima raffica, che va a vuoto. Parte la seconda, probabilmente prima ancora che le prime munizioni incrocino l'Helldiver a circa 4,5 km. Le raffiche colpiscono di poco l'Helldiver, danneggiandolo con alcune esplosioni a 8-10 metri di raggio, e la seconda raffica finisce a circa 3 km di distanza. Parte la 3a raffica da 10, prima ancora che sia arrivata la 1a, per via del fatto che la FCS continua ad elaborare la soluzione di tiro e trova che vada 'aggiornata' per non perdere l'aereo in manovra (in altre parole, le granate sparate prima sono state tirate in una direzione sbagliata), distruggendo a quel punto l'aereo con diverse esplosioni entro i 6 metri, anche a soli 3 metri o meno di distanza. L'aereo scende giù in fiamme e perdendo pezzi, però non si è ancora disintegrato e potrebbe anche continuare a picchiare verso la nave.
A quel punto, parte la 4a raffica da circa 2 km di distanza, stavolta disintegra l'Helldiver a circa 1.600 metri dalla nave. Minaccia finita... ma lascia aperta la porta all'Helldiver successivo che a quel punto satura la DT della nave, perché è già praticamente a tiro: in teoria potrebbe avere già sparato con i cannoni e starebbe per sganciare la bomba, troppo tardi per impedirglielo se tira giù la bomba da circa 1,5 km con angolo di almeno 70°.
Cose simili venivano fatte, per esempio, dai P-47 cacciabombardieri, che serpeggiavano durante la manovra d'avvicinamento ai target per evitare che i cannonieri indovinassero troppo facilmente la loro posizione futura. Non so se serpeggiavano lateralmente, oppure le S erano verticali e quindi simili al delfinamento, ma poco importa, il senso di queste manovre è sempre lo stesso. E' facile che anche i bombardieri in picchiata siano simili in questo, del resto quanto a peso, un SBC è più o meno come il P-47 e senza le bombe sotto le ali è anche meglio. Ma il Dauntless è più leggero e agile di entrambi, anche se è più lento.
L'angolo a 90°, ergo lancio in modalità verticale, sarebbe vantaggioso perché aumenta la precisione e rende più ampio il raggio di tiro, anche se da oltre 2 km ci vogliono circa 10 secondi per andare a tiro e una nave a 30 nodi fa circa 150 metri, come la lunghezza del De la Penne, per cui ci vuole molto anticipo e capire dove la nave stia virando, potrebbe persino capitare che mirare alla prua estrema comporti che la bomba finisca oltre la poppa!
Peraltro, attaccare in verticale è vantaggioso anche perché l'alzo delle artiglierie nemiche non ce la fa a seguirli: il SR ha probabilmente 85° di alzo, il Compatto non è chiaro se 83 o 85. Però sono angoli troppo piccoli da sfruttare davvero. Meglio comunque di armi come il 127 americano, che è limitato a 65°.
Il problema è che per attaccare verticalmente per davvero ci vorrebbe un aereo come lo Stuka tedesco; l'Helldiver non ci riusciva, lo stesso Dauntless tipicamente arrivava a 70° di inclinazione.
IN effetti, il lancio 'non troppo inclinato' aveva qualche vantaggio: era possibile arrivare a distanza della nave, lanciando con un angolo opportuno per la mira, ma si costringeva la nave a mirare in maniera differenziata da parte delle sue FCS: in altre parole, alcune di queste non hanno il campo visivo per seguire un target a 70°, mentre invece potrebbero forse essere usate tutte se questo arriva da 85° (sempre che riescano a seguirlo a quelle angolazioni, chiaramente). Questo per esempio, fa sì che una torre Dardo delle Maestrale non possa essere usata in contemporanea a quella del lato opposto. Non è molto, ma sempre molto meglio di niente, specie se l'ingaggio si dovesse ripetere 2-3 volte. In altre parole, con 3 FCS attive si potrebbero eliminare fino a 9 aerei, con 4 FCS si potrebbe fare 12 e annientare tutta la formazione attaccante.
Ci si potrebbe chiedere, caso mai, se per caso il sistema d'avvistamento possa tracciare target così elevati. Quello della nave, almeno le fregate, no di sicuro, ha solo 45° di elevazione. I caccia e gli incrociatori, con i loro radar tridimensionali inclinati verso l'alto, hanno probabilmente la possibilità di scansionare fino a verso i 90°, ma non saprei se è davvero così o meno.
Il punto è che il tiro viene diretto dai Dardo grazie all'interfacciamento con il radar 2D RAN 10S-SPS-774. La cosa non è irrilevante, perché bisognerebbe vedere se le navi possono davvero fare conto su questo tipo di radar soltanto. Certamente, navigando da sola, una Maestrale non avrebbe altro modo di operare. Navigare in gruppo, però, rende possibile cooperare con altre navi, e per farlo hanno un link che trasmette i dati, così che con un solo radar tutte le navi della formazione vedono quel che c'é da vedere.
Però... un conto è vedere la situazione aerea, un altro è se il Dardo possa essere interfacciato ad altri radar RAN 10S o addirittura radar a lungo raggio come i 3D, appartenenti ad altre navi. Certamente è possibile per una nave vedere quel che vede l'altra sullo schermo tattico, ma il Dardo difficilmente si attiverà seguendo i dati che provengono da altre navi tramite datalink. E' complicato, perché non è detto che sia interfacciato con questo tipo di radar remoti. Il puntamento di sistemi del genere, ad alta precisione e a campo visivo stretto (è come guardare il cielo da un buco di serratura), è difficile e dubito che possa essere fatto con dati provenienti interamente da altre navi, sopratutto ne dubito se il sistema radar di bordo, anche una volta acceso, non sia in grado di vederli perché con un alzo troppo elevato, il che li rende veramente stealth... Inoltre, in caso di attacco massiccio i radar di tutte le navi sarebbero impegnatissimi anche per la propria autoprotezione e questo comporterebbe un tale incrocio di dati, con dozzine se non centinaia di target, che difendersi sarebbe cosa davvero difficile e anche un'architettura che in teoria funziona potrebbe non funzionare affatto, vedesi anche tanti episodi imprevisti alle Falklands.
Un'ultima questione è sui sistemi di difesa ECM degli aerei americani. In teoria potrebbero portarli, in ragione del fatto che i chaff erano noti anche agli americani nella II GM e se non li hanno usati molto, specie nel Pacifico, è perché i giapponesi avevano pochi radar, meno ancora di tiro, e quando li hanno avuti oramai la superiorità americana diventava sempre più schiacciante. Quindi i chaff negli USA, i duppel in Germania, i windows in UK, o i Ghimanshi (carta che inganna) in Giappone (che a quanto pare, fu il primo ad usarli operativamente, già verso la fine del '42), potevano essere portati a sganciati, facilmente liberati a sacchetti dall'abitacolo posteriore; se lo abbiano mai fatto, e se sia lecito di farglielo fare, però, è ovviamente una questione diversa. Lo stesso vale per i bengala: in questo caso, sull'Helldiver c'era addirittura un foro sul lato destro dell'abitacolo per sparare razzi da segnalazione con la pistola Very. Ma questi razzi non erano normalmente usati come decoy, perché all'epoca non c'erano missili a guida IR.
Peraltro, come nel film Airport '80, si potrebbe provare... il motore di un aereo a pistoni consuma poco, se beve 10 litri al minuto è già parecchio, mentre un motore a reazione senza postbruciatore ne consuma 5-10 volte di più, e un motore con A/B li consuma anche in meno di un secondo! Quindi un motore a pistoni è tutto sommato più facile da proteggere che un motore a reazione con temperature degli scarichi elevatissime. Probabilmente un flare è più efficace, in questa situazione, di 4-10 flare con un motore jet che lascia una scia lunga 10 metri a 300°, oppure con A/B, a 1.000°C. E' ben vero che i missili moderni non dovrebbero essere molto sensibili ai flare, ma anche alle Falklands, contromisure argentine rudimentali installate solo a bordo dei Canberra si dice che siano riuscite ad evitare più volte i missili inglesi, e parliamo di chaff fatti con una macchina per la pasta, e flare fatti in maniera altrettanto artigianale... mentre i Sea Harrier, fin dal 1 maggio avevano dei pacchetti di chaff sistemati dietro l'aerofreno che si apriva in battaglia e li rilasciava, ingannando spesso anche radar piuttosto avanzati per l'epoca, perché gli argentini avevano il meglio disponibile nel settore.
Quindi, una formazione di bombardieri, più lenti dei caccia, ma con un secondo uomo che potrebbe facilmente lanciare nuvole di chaff o anche flare (meno utili, in fondo l'unica minaccia da affrontare sono i missili AIM-9 quando sono presenti gli Harrier nelle battaglie a corto raggio) e ridurre sensibilmente le perdite, alle volte con esiti determinanti già per ottenere il successo alla 1a ondata d'attacco. Ma chi lo sa davvero, come si potrebbe regolare questa cosa.
Così facendo, i bombardieri potrebbero causare problemi ai radar guidamissili con i chaff, ai missili IR con i flare e se i caccia nemici si avvicinano, o quando gli aerei si avvicinano alle navi, ci sono le mitragliere offensive e difensive, nonché ovviamente le manovre che possono causare problemi ulteriori. Un Harrier potrebbe non essere così sicuro di volare contro raffiche di armi difensive, mentre mira con il cannone. Potrebbe essere abbattuto, danneggiato, costretto a sparare troppo frettolosamente.
Si potrebbero anche stivare chaff dentro il vano portabombe, una volta aperto si aprono e aumentano la traccia radar formando una vera nuvola, a vantaggio di chi segue.
Ecco, chi segue. Per evitare che i missili possano abbattere più di un aereo, sarà il caso che questi seguano l'uno all'altro, da un lato non tanto lontani, perché altrimenti sarebbero troppo diluiti nel tempo, dall'altra non troppo vicino, che se per disgrazia uno viene colpito, ed esplode con la detonazione della sua bomba, l'altro non venga automaticamente distrutto a sua volta. Devono quindi stare abbastanza lontani tra di loro: direi almeno 200 metri, possibilmente anche sui 100 metri di lato, per evitare i rottami staccati dall'altro aereo.
Una formazione d'attacco che vada giù con 12 aerei suddivisi in 3 o 4 colonne da 4 o 3 aerei l'una, lunghe sui 500 metri, sarebbe a mio avviso perfetta, attaccando su di un orizzonte largo sui 1.000 metri, magari in restringimento mano a mano che si avvicinano e convergono su di un unico bersaglio. Sarebbe proprio un problema.
Del resto, mi sono tenuto non troppo ottimista se si considera che il rateo di successi, con 12 aerei nominali, contro le fregate lo stimo al 50%, il che significa che nella metà dei casi non è sufficiente nemmeno una dozzina di aerei; e contro i cacciatorpediniere e incrociatori siamo attorno al 25%, il che significa che 3 navi su 4 evadono l'attacco, nonostante sia molto consistente.
Ma, come abbiamo visto, tra la ricarica delle munizioni e il surriscaldamento delle armi, l'attacco successivo potrebbe non essere realmente contrastato. Basta che un cannone si inceppi e magari un altro finisca le munizioni sul più bello e stiamo già da 3 a 1 cannone, troppo poco...
E adesso un pò di fonti da internet.
Questo è il video del test dei sistemi Dart/Davide/Strales ( come diavolo si chiamano...).
OTO-Melara DART Ammunition Firing Trials - YouTube
Prove dello Strales contro target vari:
1- 1 tiro singolo contro bersaglio immobile. Centro.
2- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 200 metri: abbattuto con 2 dei 3 Strales che hanno colpito, l'altro invece è caduto prima dell'impatto.
3- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 10 metri appena: abbattuto con 2 dei tre Strales, ma il terzo pur guidando correttamente è esploso ben dietro ai primi due e non ha fatto danni.
Distanza di ingaggio: 5.000 m; distanze d'intercettazione: 4.500 metri, ovvero percorso medio Strales su 4.500 m, apparentemente 900 m/sec (!!!), con 5 secondi di volo complessivi (la V0 è circa 1.100+ m/sec). Notare che il primo proiettile lo ingaggia a 4.500 m, l'ultimo a 4.400, il che è coerente con il fatto che il target si muove a 100 m/sec (360 km/h), e questo significa che passa solo un secondo, perché anche a 120 RPM, considerando t0 come l'inizio del fuoco, praticamente passa un secondo tra il primo e il terzo colpo sparato (ma attenzione: questo NON significa che siano 180 RPM!)
Questi dati ci dicono che gli Strales sono giustamente sparati a raffiche di 3 colpi l'uno, visto che comunque 1/3 dei proiettili non è andato a segno.
Altra cosa molto notevole: persino contro un aereo da 360 km/h (a stento comparabile con un Avenger), e usando gli Strales/Dart, il rapporto velocità proiettile:target, a 4,5 km, è di 9:1. Dunque, anche con una munizione notevolmente più veloce, siamo ben lontani dal rapporto di 11:1 preteso addirittura contro missili antinave e su di una distanza di 5,5 km, con l'SR che sparasse semplici munizioni HE. Questo è doppiamente interessante, perché 11:1 con un tipico missile antinave, significa tenere la modica velocità di 3.300 m/sec, quasi 4 volte quella alla bocca dell'SR. Non solo, ma lo stesso DART è comunque sia meno veloce, come media sui 4,5 km, della v0 della munizione normale. Eppure quella velocità iniziale sarebbe circa 3 volte (appena) quella del missile antinave. Lo stesso DART sarebbe quindi capace di fare appena 3:1 e l'intercettazione, se parte da 5 km avverrebbe tra 3,7 e 3,5 km circa. E questo, per l'appunto, con una munizione molto più veloce di quelle normali. Conclusione: non fidatevi mai troppo della pubblicità.
RAPID-FIRE POWER! U.S. Navy GUN in ACTION! (MK 75 76mm/3-inch gun.) - YouTube
Questo è un esercizio di tiro con il cannone Mk 75 amerrigano ovvero l'OTO Compatto da 76 mm. In questo filmato ci mette circa 70 secondi per tirare circa 70 colpi, letteralmente, praticamente ha svuotato la riserva munizioni. Notare bene come ondeggi durante l'azione di tiro, perché evidentemente la linea di mira è stabilizzata, come è facile capire dal movimento di rollio della nave. Notare anche che la riserva di munizioni è stata sparata, MA, fatto senz'altro interessante, è stata tirata a 60 RPM, e non al massimo valore di 80-85 RPM. Questo ci dice che almeno per ragioni di 'sicurezza', è consigliabile non sparare una tale catasta di proiettili alla massima cadenza di tiro, sebbene rimanga comunque una notevole prestazione per un cannone 'leggero'. Sarebbe interessante vedere quanto ci ha messo per raffreddarsi e quanto l'SR potrebbe tirare al massimo ROF una serie così consistente di munizioni. Purtroppo, però, per questo dobbiamo accontentarci perché non ci sono dati disponibili, a parte il similare AK-176 che, dopo 75 colpi a 120+ RPM, ci mette sui 30 minuti per ritornare utilizzabile.
Continuiamo a chiacchierare dello scontro tra i 'moderni' e i 'bruti' della II GM, sempre al riguardo della sfida navi italiane- aerei americani.
Adesso cerchiamo di capire quanto a lungo un pezzo da 76 SR potrebbe sostenere una forte cadenza di tiro. Non sappiamo purtroppo quanto riesca a tenere l'elevato livello di 120 RPM, ma in compenso sappiamo che esiste un'arma del tutto analoga, il cannone russo AK-176; stranamente, di questo sono noti diversi particolari non dichiarati (chissà perché) nell'arma italiana. L'arma russa nasce sovietica, già nei tardi anni '70, come sviluppo di precedenti armi da 76, ma è molto più compatta e moderna. Questo significa anticipare il cannone SR italiano di circa 4-5 anni a dire il minimo, mentre l'entrata in servizio è antecedente, su di una nave, di circa 10 anni. Il 'super-rapidovsky' è capace di tiro antimissile, distruggendo missili controcarri AT-2 Swatter (tipicamente con 25 colpi, che sono ben 12 secondi di tiro). Questi sono missili in verità troppo lenti per simulare un missile antinave, però sono anche molto più piccoli, per cui riuscire a localizzarli e a colpirli è comunque un'impresa notevole. Il cannone russo può sparare in rapida successione a diverse cadenze di tiro, 30 o 60 RPM, oppure al massimo valore, nel quale riesce a tirare 75 colpi a 120-130 RPM, però... dopo ha peraltro bisogno di 25-30 minuti di tempo per raffreddarsi. Il paragone, quindi, è possibile. E allora vediamo quel che ci si può arrivare a ricamare sopra, partendo dal sito navweapons.
Energia cinetica dei cannoni comparata all'uso di cariche di lancio:
-76 mm AK-176 russo (1979): canna 60 calibri; peso 821 kg; spara 120 RPM con proiettile da 5,9 kg (0,48 kg HE) con Vo 980 m/sec. Carica di lancio: 3,05 kg.
-76 mm SR italiano (1988): canna 62 calibri, peso 765 kg(?); spara 120 RPM con proiettile da 6,35 kg (0,725 kg HE) e Vo 925 m/sec(?) Carica di lancio. 3,5 kg.
-127 mm Compatto italiano (1968): canna 54 calibri, peso 1.615 kg? spara 40 RPM con proiettile da 30,7 kg (? HE) con Vo 808 m/sec(?). Carica di lancio: 8,3 kg(?)
I dati di cui sopra sono approssimativi, perché non ho il peso del 127/54 italiano, ma siccome l'arma è uguale geometricamente al 127 americano, ho usato i pesi di quest'ultimo, che dovrebbero essere molto simili. Non è chiaro nemmeno quali siano le cariche di lancio per i vari tipi di proiettile da 127 mm, per cui suppongo che sia il peso della munizione standard che entrambi i cannoni possono utilizzare. Nemmeno il peso del 76 italiano è chiarissimo: forse è relativo al Compatto, ma il Super Rapido probabilmente pesa di più. Probabilmente, eh.
Come si vede, esistono diverse puntualizzazioni da fare.
ANZITUTTO, un contesto di peso della carica di lancio: in capo ad un minuto, queste tre armi hanno i seguenti valori:
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto.
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg.
Notevole, no?
Adesso compariamo la potenza di fuoco delle armi rispetto alla loro massa. E per 'potenza di fuoco' intendo proprio FUOCO, ovvero la quantità di propellente bruciato per unità di tempo relazionata al peso dell'arma.
-AK-176: 3,05 x 120 = 366 kg. -minuto. diviso Peso 821 kg. = 0,445 (44,5%)
-SR 76: 3,56 x 120 = 427 kg diviso Peso 765 kg. = 0,558 (55,8%)
-C.127: 8,3 x 40 = 332 kg. diviso Peso 1.615 kg = 0,205 (20,5%)
Quindi, se vediamo questi dati, possiamo dire che il Super Rapido spara una quantità di polvere da sparo che è superiore, ripeto, superiore... a quella del 127 mm. Con questi dati abbiamo una certezza al riguardo incontrovertibile: che la massa del 76 italiano è meno della metà di quella del 127, eppure spara al contempo circa il 28% in più di polvere da sparo. La cosa notevole è che in questo senso, persino il pezzo da 76 mm Compatto è competivo, con 302 kg. Il 127 Compatto al limite potrebbe salvarsi se si considerano i vecchi dati sulla cadenza di tiro di 45 RPM, poi per qualche ragione 'declassati' a 40. Con quel dato, avremmo 373,5 kg/minuto, certo più del Compatto, sparando ad oltre la metà della cadenza dei proiettili oltre 2,5 volte più 'pompati' in termini di polvere (8,3 vs 3,56 kg).
PERO', a quanto risulta... l'SR 76 spara più roba anche dell'AK-176, che è comparabile caso mai più al 127 mm.
Questo, malgrado che l'energia cinetica complessiva sia minore: infatti un proiettile da 6,35 kg x 925 m/sec (se sono questi i dati), che è un proiettile da 76 mm di peso normale, tirato ovviamente ad alta velocità essendo una canna da 62 calibri, arriva a sparare ad energie di circa 2,72 MJ. Il cannone russo, invece, spara a 980 m/sec, che è davvero tantissimo e se fosse con lo stesso tipo di proiettile, avremmo ben 3+ MJ, ma in realtà tira un proiettile sorprendentemente leggero (chissà come mai..:) di 5,9 kg, e questo malgrado che esso contenga una quantità di esplosivo assai scarsa. Infatti, il 76 italiano spara un proiettile che pesa circa il 7% in più, circa 450 grammi, ma davvero la differenza sembra essere tutta sotto forma di esplosivo, visto che la carica di scoppio è più pesante del 50% (245 grammi).
Nonostante questo, il pezzo russo ha un'energia cinetica di oltre 2,8MJ, ovvero circa il 4% più potente del pezzo da 76 italiano, e questo malgrado abbia una canna di 2 calibri più corta! Notevole.
Questo discorso serve per capire qualcosa al riguardo dell'energia erogata dalla polvere russa. Evidentemente è molto potente, sennò non riuscirebbe, pur con una canna più corta di 15 cm, pur con una massa inferiore di circa 1/7 (mezzo kg in meno quasi preciso), ad esprimere circa il 4% in più di energia (KE).
Per questo, è chiaro che l'energia del cannone russo è tutt'altro che inferiore a quella dell'arma italiana. Per cui, il tempo di raffreddamento dichiarati sono molto interessanti anche per valutare l'SR. Il cannone russo, tirando 75 colpi (circa 3 ingaggi) alla massima cadenza di tiro, è capace di raffreddarsi nuovamente in 25-30 minuti.
The highest speed could be achieved by firing a burst of 75 rounds, but afterwards the gun had to cool off for 25 to 30 minutes. This weapon is considered effective against missiles and during trials it consistently shot down Falanga ATGMs (AT-2 Swatter) simulating Harpoon ASMs. On average it took 25 rounds per missile.
L'arma italiana non può essere diversa dal pezzo da 76 russo. La termodinamica non ha passaporto. Caso mai possono essere diverse le soluzioni adottate. Ma lo sono davvero? Parrebbe di no.
Infatti, anche il cannone russo è raffreddato con un manicotto ad acqua. Non solo, ma è una circolazione forzata a circa 3 metri/sec. Quindi non c'é una differenza sostanziale: se fosse un'arma raffreddata ad aria, il paragone non si potrebbe fare per nulla. Ma entrambe sono della stessa categoria, anche ammettendo che l'arma italiana sia meglio raffreddata, sempre acqua e acciaio è, non la raffreddano mica con l'azoto liquido. Quindi anche i problemi termici dovrebbero essere gli stessi. Le brochure e gli articoli ci fanno vedere l'SR mentre spara a 120 RPM, e dicono che al balipendio di prova ha tenuto anche 139 RPM (precisi eh, potevano dire anche 140...), praticamente è un'arma da 76 che tira come le armi da 40 mm di vecchia generazione (quelle nuove arrivano anche a 450 RPM).
Però non ci dicono quanto gli ci vuole per raffreddarsi dopo, per esempio, avere tirato 3 raffiche da 10 colpi l'una.
Da notare quanto la cadenza di tiro sia importante: il vecchio pezzo da 76 russo, per esempio, aveva bisogno di appena 2-3 minuti per raffreddarsi, ma tirava solo 45 colpi/canna ed era raffreddato solo dopo avere finito di sparare, non durante. Questo significa che l'energia termica si accumula rapidamente con il volume di fuoco. Anche nelle armi minori: il cannone da 57 mm sovietico, per esempio, era incapace di tirare forti raffiche in qualsiasi caso, a parte la necessità di essere caricato con clip di 3-4 colpi. Infatti, come dice navweapons:
They could only be fired for 50 rounds at a time before they had to be cooled by running sea water through the barrel for 1-1.5 minutes using a special nozzle.
Non era un'arma efficace nel tiro prolungato, era raffreddata ad aria e solo dopo le raffiche poteva essere raffreddata con acqua di mare. Quando venne introdotto l'AK-725 da 57 mm cambiò tutto: aveva un nastro da ben 550 colpi per ciascuna arma, inoltre era raffreddata ad acqua. Poteva sparare raffiche di lunghezza doppia eppure aveva bisogno dell'80% di tempo in meno per raffreddare le canne. O almeno così è detto, anche se onestamente mi sembra strano, viste le necessità del 76 mm russo.
E il pezzo da 76 russo brucia una quantità di cariche di lancio, pari a circa il 44% del proprio peso; ma da un lato pesa il 10% in più dell'SR italiano, dall'altro tira circa il 15% in meno di carica di lancio. Per questo il 76 italiano brucia il 55% della sua massa (sempre a 120 RPM) in un minuto. Questo è un valore davvero enorme, specie se si paragona al valore del 20% che spara il 127.
In altri termini, il 76 russo ha bisogno di 2,2 minuti per sparare la sua massa in cariche di lancio; il potente Compatto da 127 ha bisogno di 5 minuti; l'SR, invece, di appena 1,8 minuti.
Ecco perché, a mio avviso, il cannone italiano ha bisogno di parecchio tempo, dopo avere tirato diverse raffiche ad alta velocità, per raffreddarsi, e di sicuro non meno di quanto ne abbia bisogno il 76 russo.
I proiettili italiani hanno meno ferraglia di quelli russi, più esplosivo e cubetti di tungsteno. Hanno una spoletta speciale per l'ingaggio di bersagli difficili, e un raggio di scoppio utile (o di attivazione della spoletta) di 10 metri. Rispetto al Compatto il nuovo SR è più preciso nonostante abbia anche maggiore cadenza di tiro, il proiettile di per sé è più stabile, infine ha una spoletta migliore così come la munizione specifica antimissile. Inoltre è guidato da un radar nuovo, l'RTN-30 anziché il -10, molto più moderno e di generazione successiva, con maggiore potenza e precisione.
Difficile dire quanto sia migliore del 76 russo, che se non altro ha anche controlli del tiro locali in caso di fallimento di quello centralizzato, ma non penso che sia molto migliore, anche se è meno avanzato per certi versi.
La munizione, probabilmente, è più costruita per la frammentazione, peraltro è strano che aumentando il ferro ma non l'esplosivo, a parità di calibro sia più leggera. Forse l'hanno fatta più corta per migliorare la velocità iniziale e quindi la precisione, visto che sfiora il 1 km al secondo alla partenza. E invece NO! La munizione, infatti, in entrambi i casi, è lunga esattamente lo stesso: 35,5 centimetri (14 pollici). Quanto alla relazione tra peso e massa dell'HE interno, basti dire al riguardo che il pezzo da 76 tira la granata MOM multiruolo antiaerea che pesa 6,35 kg ma ha 725 grammi di esplosivo, mentre la SAPOM semi-perforante con spoletta posteriore, ha un peso di 6,35 kg con appena 465 grammi di HE, lunghezza 36,6 cm. La differenza è poca tra i vari tipi. Tra l'altro, NON E' NOTO quale sia il peso effettivo della MOM almeno per quel che ne so. Si sa curiosamente il peso dell'esplosivo interno, ma non quello della munizione. I Compatto, invece, con la munizione normale, hanno un peso di circa 6,3 kg. Per cui penso che sia la forma della punta della munizione che faccia la differenza, forse nel caso sovietico/russo è più aguzza e così, malgrado calibro e lunghezza analoghi, pesa un 6-7% in meno, se si considera 6,3 kg quello della munizione normale.
Il raggio utile del proiettile russo è stimato in 8 metri. Un pò meno dei 10 del proiettile italiano, il che ci sta, vista la minore carica interna, anche se il 'ferro' per la frammentazione non è tanto dissimile, (5,9 - 0,48 kg = 5,4 kg contro 6,3-0,7 kg = 5,6 kg), sempre che dentro i russi abbiano messo cubetti di tungsteno e non altro materiale, tipo sfere di acciaio per dirne una, il che giustificherebbe la differenza di peso anche con dimensioni apparentemente analoghe.
Un esempio dell'enorme potenza del cannone italiano rispetto alla massa è la pressione di esercizio: ben 3.400 atmosfere, quando il Compatto da 127 spara a circa 2.750.
Anche l'alimentazione delle munizioni è un problema: ciascuna pesa oltre 12,3 kg e quindi per rifornire il tamburo ci vuole 1 tonnellata di roba, e non è facile sistemarla nella giostrina in tempo utile per ricaricare così in fretta, ma purtroppo anche qui non ho dati in merito.
La vita utile non è nota: per il cannone russo si parla di 3.000 colpi, il pezzo italiano da 127 mm 7.000 colpi, mentre il pezzo americano dello stesso calibro e tipo di munizioni, pur essendo più leggero, forse anche come canna (?) spara a cadenza molto più ridotta, circa la metà, e riesce a fare 8.000 colpi.
Conclusione: a mio avviso il cannone SR da 76 è certamente temibile, ma i tempi di ricarica non possono essere troppo brevi, e sopratutto, i tempi di raffreddamento non sono e non possono essere trascurabili. Quel che andrebbe bene per minacce in stile 'moderno' con pochi ma temibili target, potrebbe quindi non essere così valido con minacce della II GM. In altre parole, più armi ma con minore cadenza di tiro potrebbero se non altro erogare un volume di fuoco più prolungato ed affidabile. Peraltro la MM non ha badato a spese (mica pagano loro) e quindi, ha equipaggiato i cacciatorpediniere con 3-4 cannoni e 3-4 centrali di tiro (curiosamente, gli Audace con 4 cannoni hanno 3 DT, mentre i De la Penne con 3 cannoni... ne hanno avute 4, per ragioni varie e geometrie di copertura, salvo perderne una durante il refitting, visto che non c'erano propriamente orde di missili sovietici in arrivo...). Quindi, con più di un'ondata da 12 aerei, bisognerà considerare l'eventuale fallimento del funzionamento artiglieresco dovuto al tiro di troppe munizioni in così poco tempo.
Tanto per dirne una: poniamo che la velocità media del Super Rapido sia, tirando a media distanza su bersagli in elevazione, circa 500 metri al secondo. Inizia a sparare a 6 km, contro un aereo che va a circa 1/3 di quella velocità (anche se fosse leggermente diversa...) e il risultato è che i primi impatti arriveranno a 4,5 km. Ora, questa distanza può sembrare effettivamente molto elevata, e lo è davvero per un CIWS; ma va anche detto che corrisponde a 9 secondi di tempo di volo. Però questo cannone, come si comporterà? Forse tirerà di continuo, o forse raffiche da diciamo, 10 colpi? O da 6? Fuoco continuo, raffiche da 5 o da 3 secondi, tutto molto legittimo. Se peraltro usasse davvero il fuoco continuo, per quando i primi impatti arrivassero, sarebbero passati 9 secondi e quindi, non meno di 18 proiettili sparati, e questo con il primo target. Oppure potrebbe sparare 10 colpi e poi dopo altri 3-5 secondi, tirare un'altra raffica da 10 colpi. Se non ha un centro pieno in breve tempo, e gli Helldiver o i Dauntless o i vari Hellcat e Corsair sono aerei robusti e corazzati nei punti vitali, allora dovrà continuare a sparare per un bel pò.
Si potrebbe anche tirare colpi singoli; ma se per disgrazia la spoletta non funzionasse, e l'aereo (per forza di cose) dovesse essere già mooolto vicino per giustificare un 'colpo e via' (per risparmiare tempo e munizioni), allora non ci sarebbe tempo per rimediare!
Poi c'é il discorso delle manovre degli aerei nemici. Serpeggiando un pò è possibile ingannare i sistemi di tiro nemici e non c'é modo con un proiettile non guidato, di fare qualcosa di completamente accettabile, a distanze anche soltanto moderate. Sopra i 3 km, è difficile centrare un bersaglio non collaborativo. Un bombardiere o un caccia in picchiata da 60°, per esempio, potrebbero benissimo serpeggiare senza dover nemmeno cambiare lateralmente la traiettoria, che è più pericoloso e dispendioso, cambiando l'angolazione a 70°, e poi richiamando a 60° o addirittura a 50°, per poi ritornare a 60°. Ad un certo punto, dovranno eseguire l'attacco in maniera netta, con almeno alcuni secondi di volo retto; ma se riuscissero a rovinare la mira della FCS nemica oltre i 3 km, sarebbe già sufficiente per dimezzare il raggio di tiro utile dei cannoni, che non è un obiettivo di poco conto. Significa che a quel punto l'aereo potrebbe essere anche abbattuto, ma se l'FCS si concentrasse a distruggere anche il rottame, perché andando in picchiata continuerà a scendere verso la nave, non è un aerosilurante che si schianta in mare.. a quel punto potrebbe continuare ad ingaggiarlo e se non interviene l'operatore prontamente, potrebbe ritrovarsi a tirare... sul motore che cade da solo (e ahi voglia a sparargli contro con un pezzo da 76, forse nemmeno con un centro pieno lo distruggerebbe... specie se colpisce il mozzo dell'elica). E a quel punto non dovrebbe essere difficile già per il secondo aereo avvicinarsi ancora un pò, sganciando da 1,5-2 km di distanza (elevata, ma ancora accettabile) oppure mitragliare e poi tirare i propri ordigni una volta serrato a circa 1 km. Se ha dei razzi è ancora meglio, naturalmente: a quel punto sarebbe entro la gittata di tiro utile fin da subito.
Per ottenere questo risultato, come si è visto, non basta molto. Se si aumenta o diminuisce l'inclinazione di 10°, l'aereo si troverà rapidamente fuori mira rispetto alla rotta programmata. Il cannone può 'seguirlo' con l'FCS che prevede lo spostamento, cosa che in realtà fa per ogni obiettivo in moto, ma se per disgrazia l'aereo cambia di continuo il movimento, trovarlo non sarà facile. Per esempio, se la FCS riuscisse a prevedere 20 metri di spostamento dalla linea di volo, con munizioni con 10 metri di raggio, significa che l'aereo non dovrebbe fare altro che spostarsi lateralmente o verticalmente di almeno 30, 35 metri. A quel punto potrebbe mandare a vuoto le granate antiaeree, e se esplodono lo faranno all'estremo raggio d'azione. Se il pilota non è colpito in pieno da qualche scheggia, non facilissimo malgrado possa sembrarlo, l'aereo potrà cominciare a spostarsi in maniera più vigorosa portandosi fuori tiro della contraerea nemica, e costringendola a sprecare più colpi e munizioni del dovuto. Del resto nella storia della contraerea, raramente i sistemi antiaerei hanno fatto il loro dovere rispetto alle stime 'normali'. A parte forse i missili Stinger, Sidewinder, Phoenix (ce lo metto sennò Tom Cooper s'arabbia) e HAWK, per il resto un pò tutti i missili SAM e AAM si sono dimostrati deludenti all'atto pratico, ben lontani dall'80-90% di abbattimenti che vengono vantati (gli Sparrow E avevano già una stima di abbattimenti del 60-70% prima del Vietnam, dove scesero a meno dell'8-9%, circa un ordine di grandezza in meno). La contraerea non è stata da meno, come evidenzia il caso della fregata Ardent. Questa, nel 1982, fu attaccata dagli aerei argentini e stando alle fonti inglesi, prima di essere affondata sparò totalmente: diverse centinaia di proiettili da 20 mm, cinque missili Seacat e ben 190 colpi da 114 mm, il tutto senza alcun esito. Eppure il 114 mm è un'arma potente, tira a 25 RPM, ha un proiettile da oltre 20 kg, il quale si frammenta in oltre 3.000 schegge con la spoletta di prossimità. Inoltre era diretto, così come il Sea Cat (ultime versioni) da una FCS sofisticata, con un radar di tiro RTN-10X italiano (rimasto caso unico nella RN) come quelli delle navi italiane contemporanee. Se il 114 mm inglese, che tira colpi a meno di 1/3 della cadenza di tiro, ma che pesano oltre 3 volte tanto, non riesce abitualmente ad abbattere gli aerei nemici, al punto da sparare con l'equivalente di quasi 8 minuti consecutivi, non è forse sbagliato pensare che la pubblicità dei sistemi italiani siano un pò troppo pompata. Purtroppo o per fortuna, nessuno di questi è mai stato usato in guerra, almeno non i Super Rapido, Dardo e Aspide (il pezzo da 76 sì, ha ottenuto anche dei successi, forse anche contro missili Styx, da parte iraniana e israeliana, pur essendo chiaramente un'arma inferiore all'SR, non solo per munizioni, FCS e cadenza di tiro, ma anche per una scarsa precisione che è stata corretta da varie parti, Sudafrica incluso, almeno per quel che si poteva fare, dovuta a masse battenti più pesanti di quelle dell'SR, più lente e più imprecise nella loro azione) per cui non possiamo saperlo davvero.
Tanto meno avrebbero tirato contro un Helldiver o un Corsair, anche se giova ricordare che alle Falklands operavano i T-34 e i Pucarà e forse è stato soltanto per via della distruzione della maggior parte di essi da parte di bombardamenti e incursioni che non hanno contrastato apprezzabilmente le navi britanniche. E questi aerei avevano prestazioni tipiche di macchine da II guerra mondiale, come il Bf 110, a cui il Pucarà somiglia molto per velocità e armi interne.
Esempio probabile di contrasto ad un Helldiver (o qualche altro aereo simile) manovrante in picchiata. Il De la Penne apre il fuoco con un SR da circa 6 km. Il bombardiere vede le vampe (è il miglior modo di avere 'contezza' della minaccia nemica) e comincia ad ondeggiare. A quel punto, il De la Penne spara a raffiche di 10 colpi (5 secondi circa) per volta. L'Helldiver sta arrivando a circa 600 km/h a 70°, poi scende giù a 80° appena vede i cannoni lampeggiare. Risale dopo pochi secondi fino a circa 60°, e in questo modo, mette fuori gioco la prima raffica, che va a vuoto. Parte la seconda, probabilmente prima ancora che le prime munizioni incrocino l'Helldiver a circa 4,5 km. Le raffiche colpiscono di poco l'Helldiver, danneggiandolo con alcune esplosioni a 8-10 metri di raggio, e la seconda raffica finisce a circa 3 km di distanza. Parte la 3a raffica da 10, prima ancora che sia arrivata la 1a, per via del fatto che la FCS continua ad elaborare la soluzione di tiro e trova che vada 'aggiornata' per non perdere l'aereo in manovra (in altre parole, le granate sparate prima sono state tirate in una direzione sbagliata), distruggendo a quel punto l'aereo con diverse esplosioni entro i 6 metri, anche a soli 3 metri o meno di distanza. L'aereo scende giù in fiamme e perdendo pezzi, però non si è ancora disintegrato e potrebbe anche continuare a picchiare verso la nave.
A quel punto, parte la 4a raffica da circa 2 km di distanza, stavolta disintegra l'Helldiver a circa 1.600 metri dalla nave. Minaccia finita... ma lascia aperta la porta all'Helldiver successivo che a quel punto satura la DT della nave, perché è già praticamente a tiro: in teoria potrebbe avere già sparato con i cannoni e starebbe per sganciare la bomba, troppo tardi per impedirglielo se tira giù la bomba da circa 1,5 km con angolo di almeno 70°.
Cose simili venivano fatte, per esempio, dai P-47 cacciabombardieri, che serpeggiavano durante la manovra d'avvicinamento ai target per evitare che i cannonieri indovinassero troppo facilmente la loro posizione futura. Non so se serpeggiavano lateralmente, oppure le S erano verticali e quindi simili al delfinamento, ma poco importa, il senso di queste manovre è sempre lo stesso. E' facile che anche i bombardieri in picchiata siano simili in questo, del resto quanto a peso, un SBC è più o meno come il P-47 e senza le bombe sotto le ali è anche meglio. Ma il Dauntless è più leggero e agile di entrambi, anche se è più lento.
L'angolo a 90°, ergo lancio in modalità verticale, sarebbe vantaggioso perché aumenta la precisione e rende più ampio il raggio di tiro, anche se da oltre 2 km ci vogliono circa 10 secondi per andare a tiro e una nave a 30 nodi fa circa 150 metri, come la lunghezza del De la Penne, per cui ci vuole molto anticipo e capire dove la nave stia virando, potrebbe persino capitare che mirare alla prua estrema comporti che la bomba finisca oltre la poppa!
Peraltro, attaccare in verticale è vantaggioso anche perché l'alzo delle artiglierie nemiche non ce la fa a seguirli: il SR ha probabilmente 85° di alzo, il Compatto non è chiaro se 83 o 85. Però sono angoli troppo piccoli da sfruttare davvero. Meglio comunque di armi come il 127 americano, che è limitato a 65°.
Il problema è che per attaccare verticalmente per davvero ci vorrebbe un aereo come lo Stuka tedesco; l'Helldiver non ci riusciva, lo stesso Dauntless tipicamente arrivava a 70° di inclinazione.
IN effetti, il lancio 'non troppo inclinato' aveva qualche vantaggio: era possibile arrivare a distanza della nave, lanciando con un angolo opportuno per la mira, ma si costringeva la nave a mirare in maniera differenziata da parte delle sue FCS: in altre parole, alcune di queste non hanno il campo visivo per seguire un target a 70°, mentre invece potrebbero forse essere usate tutte se questo arriva da 85° (sempre che riescano a seguirlo a quelle angolazioni, chiaramente). Questo per esempio, fa sì che una torre Dardo delle Maestrale non possa essere usata in contemporanea a quella del lato opposto. Non è molto, ma sempre molto meglio di niente, specie se l'ingaggio si dovesse ripetere 2-3 volte. In altre parole, con 3 FCS attive si potrebbero eliminare fino a 9 aerei, con 4 FCS si potrebbe fare 12 e annientare tutta la formazione attaccante.
Ci si potrebbe chiedere, caso mai, se per caso il sistema d'avvistamento possa tracciare target così elevati. Quello della nave, almeno le fregate, no di sicuro, ha solo 45° di elevazione. I caccia e gli incrociatori, con i loro radar tridimensionali inclinati verso l'alto, hanno probabilmente la possibilità di scansionare fino a verso i 90°, ma non saprei se è davvero così o meno.
Il punto è che il tiro viene diretto dai Dardo grazie all'interfacciamento con il radar 2D RAN 10S-SPS-774. La cosa non è irrilevante, perché bisognerebbe vedere se le navi possono davvero fare conto su questo tipo di radar soltanto. Certamente, navigando da sola, una Maestrale non avrebbe altro modo di operare. Navigare in gruppo, però, rende possibile cooperare con altre navi, e per farlo hanno un link che trasmette i dati, così che con un solo radar tutte le navi della formazione vedono quel che c'é da vedere.
Però... un conto è vedere la situazione aerea, un altro è se il Dardo possa essere interfacciato ad altri radar RAN 10S o addirittura radar a lungo raggio come i 3D, appartenenti ad altre navi. Certamente è possibile per una nave vedere quel che vede l'altra sullo schermo tattico, ma il Dardo difficilmente si attiverà seguendo i dati che provengono da altre navi tramite datalink. E' complicato, perché non è detto che sia interfacciato con questo tipo di radar remoti. Il puntamento di sistemi del genere, ad alta precisione e a campo visivo stretto (è come guardare il cielo da un buco di serratura), è difficile e dubito che possa essere fatto con dati provenienti interamente da altre navi, sopratutto ne dubito se il sistema radar di bordo, anche una volta acceso, non sia in grado di vederli perché con un alzo troppo elevato, il che li rende veramente stealth... Inoltre, in caso di attacco massiccio i radar di tutte le navi sarebbero impegnatissimi anche per la propria autoprotezione e questo comporterebbe un tale incrocio di dati, con dozzine se non centinaia di target, che difendersi sarebbe cosa davvero difficile e anche un'architettura che in teoria funziona potrebbe non funzionare affatto, vedesi anche tanti episodi imprevisti alle Falklands.
Un'ultima questione è sui sistemi di difesa ECM degli aerei americani. In teoria potrebbero portarli, in ragione del fatto che i chaff erano noti anche agli americani nella II GM e se non li hanno usati molto, specie nel Pacifico, è perché i giapponesi avevano pochi radar, meno ancora di tiro, e quando li hanno avuti oramai la superiorità americana diventava sempre più schiacciante. Quindi i chaff negli USA, i duppel in Germania, i windows in UK, o i Ghimanshi (carta che inganna) in Giappone (che a quanto pare, fu il primo ad usarli operativamente, già verso la fine del '42), potevano essere portati a sganciati, facilmente liberati a sacchetti dall'abitacolo posteriore; se lo abbiano mai fatto, e se sia lecito di farglielo fare, però, è ovviamente una questione diversa. Lo stesso vale per i bengala: in questo caso, sull'Helldiver c'era addirittura un foro sul lato destro dell'abitacolo per sparare razzi da segnalazione con la pistola Very. Ma questi razzi non erano normalmente usati come decoy, perché all'epoca non c'erano missili a guida IR.
Peraltro, come nel film Airport '80, si potrebbe provare... il motore di un aereo a pistoni consuma poco, se beve 10 litri al minuto è già parecchio, mentre un motore a reazione senza postbruciatore ne consuma 5-10 volte di più, e un motore con A/B li consuma anche in meno di un secondo! Quindi un motore a pistoni è tutto sommato più facile da proteggere che un motore a reazione con temperature degli scarichi elevatissime. Probabilmente un flare è più efficace, in questa situazione, di 4-10 flare con un motore jet che lascia una scia lunga 10 metri a 300°, oppure con A/B, a 1.000°C. E' ben vero che i missili moderni non dovrebbero essere molto sensibili ai flare, ma anche alle Falklands, contromisure argentine rudimentali installate solo a bordo dei Canberra si dice che siano riuscite ad evitare più volte i missili inglesi, e parliamo di chaff fatti con una macchina per la pasta, e flare fatti in maniera altrettanto artigianale... mentre i Sea Harrier, fin dal 1 maggio avevano dei pacchetti di chaff sistemati dietro l'aerofreno che si apriva in battaglia e li rilasciava, ingannando spesso anche radar piuttosto avanzati per l'epoca, perché gli argentini avevano il meglio disponibile nel settore.
Quindi, una formazione di bombardieri, più lenti dei caccia, ma con un secondo uomo che potrebbe facilmente lanciare nuvole di chaff o anche flare (meno utili, in fondo l'unica minaccia da affrontare sono i missili AIM-9 quando sono presenti gli Harrier nelle battaglie a corto raggio) e ridurre sensibilmente le perdite, alle volte con esiti determinanti già per ottenere il successo alla 1a ondata d'attacco. Ma chi lo sa davvero, come si potrebbe regolare questa cosa.
Così facendo, i bombardieri potrebbero causare problemi ai radar guidamissili con i chaff, ai missili IR con i flare e se i caccia nemici si avvicinano, o quando gli aerei si avvicinano alle navi, ci sono le mitragliere offensive e difensive, nonché ovviamente le manovre che possono causare problemi ulteriori. Un Harrier potrebbe non essere così sicuro di volare contro raffiche di armi difensive, mentre mira con il cannone. Potrebbe essere abbattuto, danneggiato, costretto a sparare troppo frettolosamente.
Si potrebbero anche stivare chaff dentro il vano portabombe, una volta aperto si aprono e aumentano la traccia radar formando una vera nuvola, a vantaggio di chi segue.
Ecco, chi segue. Per evitare che i missili possano abbattere più di un aereo, sarà il caso che questi seguano l'uno all'altro, da un lato non tanto lontani, perché altrimenti sarebbero troppo diluiti nel tempo, dall'altra non troppo vicino, che se per disgrazia uno viene colpito, ed esplode con la detonazione della sua bomba, l'altro non venga automaticamente distrutto a sua volta. Devono quindi stare abbastanza lontani tra di loro: direi almeno 200 metri, possibilmente anche sui 100 metri di lato, per evitare i rottami staccati dall'altro aereo.
Una formazione d'attacco che vada giù con 12 aerei suddivisi in 3 o 4 colonne da 4 o 3 aerei l'una, lunghe sui 500 metri, sarebbe a mio avviso perfetta, attaccando su di un orizzonte largo sui 1.000 metri, magari in restringimento mano a mano che si avvicinano e convergono su di un unico bersaglio. Sarebbe proprio un problema.
Del resto, mi sono tenuto non troppo ottimista se si considera che il rateo di successi, con 12 aerei nominali, contro le fregate lo stimo al 50%, il che significa che nella metà dei casi non è sufficiente nemmeno una dozzina di aerei; e contro i cacciatorpediniere e incrociatori siamo attorno al 25%, il che significa che 3 navi su 4 evadono l'attacco, nonostante sia molto consistente.
Ma, come abbiamo visto, tra la ricarica delle munizioni e il surriscaldamento delle armi, l'attacco successivo potrebbe non essere realmente contrastato. Basta che un cannone si inceppi e magari un altro finisca le munizioni sul più bello e stiamo già da 3 a 1 cannone, troppo poco...
E adesso un pò di fonti da internet.
Questo è il video del test dei sistemi Dart/Davide/Strales ( come diavolo si chiamano...).
OTO-Melara DART Ammunition Firing Trials - YouTube
Prove dello Strales contro target vari:
1- 1 tiro singolo contro bersaglio immobile. Centro.
2- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 200 metri: abbattuto con 2 dei 3 Strales che hanno colpito, l'altro invece è caduto prima dell'impatto.
3- 3 tiri contro Banshee volante a 100 m/sec e 10 metri appena: abbattuto con 2 dei tre Strales, ma il terzo pur guidando correttamente è esploso ben dietro ai primi due e non ha fatto danni.
Distanza di ingaggio: 5.000 m; distanze d'intercettazione: 4.500 metri, ovvero percorso medio Strales su 4.500 m, apparentemente 900 m/sec (!!!), con 5 secondi di volo complessivi (la V0 è circa 1.100+ m/sec). Notare che il primo proiettile lo ingaggia a 4.500 m, l'ultimo a 4.400, il che è coerente con il fatto che il target si muove a 100 m/sec (360 km/h), e questo significa che passa solo un secondo, perché anche a 120 RPM, considerando t0 come l'inizio del fuoco, praticamente passa un secondo tra il primo e il terzo colpo sparato (ma attenzione: questo NON significa che siano 180 RPM!)
Questi dati ci dicono che gli Strales sono giustamente sparati a raffiche di 3 colpi l'uno, visto che comunque 1/3 dei proiettili non è andato a segno.
Altra cosa molto notevole: persino contro un aereo da 360 km/h (a stento comparabile con un Avenger), e usando gli Strales/Dart, il rapporto velocità proiettile:target, a 4,5 km, è di 9:1. Dunque, anche con una munizione notevolmente più veloce, siamo ben lontani dal rapporto di 11:1 preteso addirittura contro missili antinave e su di una distanza di 5,5 km, con l'SR che sparasse semplici munizioni HE. Questo è doppiamente interessante, perché 11:1 con un tipico missile antinave, significa tenere la modica velocità di 3.300 m/sec, quasi 4 volte quella alla bocca dell'SR. Non solo, ma lo stesso DART è comunque sia meno veloce, come media sui 4,5 km, della v0 della munizione normale. Eppure quella velocità iniziale sarebbe circa 3 volte (appena) quella del missile antinave. Lo stesso DART sarebbe quindi capace di fare appena 3:1 e l'intercettazione, se parte da 5 km avverrebbe tra 3,7 e 3,5 km circa. E questo, per l'appunto, con una munizione molto più veloce di quelle normali. Conclusione: non fidatevi mai troppo della pubblicità.
RAPID-FIRE POWER! U.S. Navy GUN in ACTION! (MK 75 76mm/3-inch gun.) - YouTube
Questo è un esercizio di tiro con il cannone Mk 75 amerrigano ovvero l'OTO Compatto da 76 mm. In questo filmato ci mette circa 70 secondi per tirare circa 70 colpi, letteralmente, praticamente ha svuotato la riserva munizioni. Notare bene come ondeggi durante l'azione di tiro, perché evidentemente la linea di mira è stabilizzata, come è facile capire dal movimento di rollio della nave. Notare anche che la riserva di munizioni è stata sparata, MA, fatto senz'altro interessante, è stata tirata a 60 RPM, e non al massimo valore di 80-85 RPM. Questo ci dice che almeno per ragioni di 'sicurezza', è consigliabile non sparare una tale catasta di proiettili alla massima cadenza di tiro, sebbene rimanga comunque una notevole prestazione per un cannone 'leggero'. Sarebbe interessante vedere quanto ci ha messo per raffreddarsi e quanto l'SR potrebbe tirare al massimo ROF una serie così consistente di munizioni. Purtroppo, però, per questo dobbiamo accontentarci perché non ci sono dati disponibili, a parte il similare AK-176 che, dopo 75 colpi a 120+ RPM, ci mette sui 30 minuti per ritornare utilizzabile.