L'incrociatore Dido mentre fa 'stretching'. Notare come le torrette avessero sia i cannoni ad alzo indipendente -cosa rara in armi sotto i 152 mm- sia enormemente spaziati tra di loro, in maniera tale da ottenere una distanza ottimale alla quale il fuoco dei pezzi non causava reciproco disturbo nella traiettoria, problema che invece era ben presente in molte artiglierie italiane
Adesso diamo anche un'analisi critica di uno dei più rinomati 'mostri sacri' della storia della Regia Marina/MM: il 'super-caccia-conduttore-incrociatore leggero' classe Regolo, o Capitani Romani. Indubbiamente si trattò di navi ben costruite, che rimasero a lungo in servizio anche nel dopoguerra. MA, al di là della tecnica, dietro c'era un pensiero razionale? O si trattò di uno 'sbaglio eseguito a regola d'arte' (come venne definito il Bolzano)? Io direi la seconda delle due. (12-1-015)
Nati dalla competizione navale con i Francesi, iniziata negli anni '20, quando l'Italia riuscì a farsi attribuire lo stesso dislocamento dei 'cugini' in sede di trattati internazionali, i Regolo erano 12 velocissimi incrociatori leggeri/conduttori/esploratori (in genere, comunque, considerati incrociatori) che avevano nella velocità, tanto cara alla Marina italiana, la loro principale caratteristica. Essi vennero impostati nel 1940, ma solo pochi di essi verranno completati, persino dopo la guerra: in tutto appena quattro esemplari, con un'influenza pressoché irrilevante nello svolgimento delle operazioni belliche.
Questa storia, in realtà, ha origini molto più lontane. Il primo modello di 'esploratore' nacque nella Marina inglese, erano piccoli incrociatori veloci (sui 25 nodi), quasi per nulla corazzati e poco armati. In Italia apparvero con il Quarto, un'ottima nave da quasi 29 nodi, che per un incrociatore erano davvero molti nel 1913! A dire il vero, l'enciclopedia Armi da guerra lo ha considerato una 'vera e propria rivoluzione', ma non si capisce in cosa questo sia vero, visto che il tipo di nave era già esistente e ben presente nella RN e nella KM. Al più, il Quarto era di un nodo più veloce, ma questo era davvero tutto, e più che un piccolo incrociatore, era impostato come una sorta di super-cacciatorpediniere (tanto che la stessa enciclopedia dice che la sua sagoma era molto simile a quella dei cacciatorpediniere giapponesi che operavano nel Mediterraneo durante la Grande guerra(!)).
Nel prosieguo arrivarono altre navi simili, ma con minore velocità e durata del servizio. Poi, nel dopoguerra, fu il turno dei tre potenti 'Leone', a cui i francesi risposero con varie classi per un totale di 18 unità, con apparati motori progressivamente potenziati e velocità e armamento sempre maggiori. Questo anche per contrastare i 12 'Navigatori', altre ottime navi che erano paragonabili a caccia come i Fubuki giapponesi, e vennero 'pareggiate' dalla RN solo qualche anno dopo, con i 'Tribal'.
E infine, l'ultimo passo della corsa alle prestazioni e al gigantismo.. dei pesi piuma. Quando, cioé, arrivarono i 'Regolo', piccoli incrociatori leggeri e velocissimi, con un apparato motore abnorme, che ne occupava circa la metà dell'intera lunghezza.
Il loro modello da superare erano i cacciatorpediniere francesi Le Fantasque e Mogador, ultimi nati nella flotta francese. I primi erano bellissimi cacciatorpediniere da 3.000 tonnellate, capaci di eccedere i 40 nodi (benché fossero, nominalmente, capaci di 37: l'apparato motore era capace di 73.000 hp ma poteva in realtà 'forzare' ad oltre 90.000!!) e armati con 5 validi cannoni da 138 mm (40 kg x 20 km). Ne vennero realizzati sei. I secondi, invece, erano super-cacciatorpediniere da 4.000 tonnellate, armati con 8 pezzi da 138 in torri binate. Anch'essi velocissimi, erano tuttavia un pò sovraccaricati da quest'armamento. Notare che queste navi erano considerate 'contro-siluranti' nella Marina francese, e non delle vere 'torpediniere' o 'cacciatorpediniere'. Ne vennero tuttavia realizzati solo due.
Il 'Regolo' era una nave velocissima, ma a quale costo e per quale vantaggi? La nave aveva un apparato motore potentissimo (almeno 110.000 cv!), paragonabile a quello di un incrociatore pesante o addirittura corazzata o portaerei. Questa è una questione chiave per l'efficienza: questi piccoli incrociatori erano più potenti di una Cavour o di una KG V britannica!
In altre parole, queste navi avevano capacità ridotte a poco più di un intermedio tra quelle di un grosso cacciatorpediniere e quelle di un piccolo incrociatore leggero. Erano un pò come un'utilitaria motorizzata con un motore Ferrari (NdA: forse non lo sapete, ma Patty Pravo viaggiava davvero con un maggiolino motorizzato Porsche; e io conosco almeno un caso di uno che ha montato un motore Ferrari su di una vecchia Fiat 500!) : 'cool' ma poco efficace in termini di costi. In altri termini, la nave sarebbe solo un veloce ma grosso bersaglio, e vulnerabile sopratutto. Un 'Regolo' era più robusto e persino corazzato (leggerissimamente) rispetto ad un cacciatorpediniere, ma non era capace di resistere a colpi diretti. A differenza di un cacciatorpediniere, però, esso era anche molto grosso come bersaglio: ben 143 metri di lunghezza e al contempo, sovrastrutture maggiori e un ponte in più rispetto ad un cacciatorpediniere. Una nave di questo tipo potrà anche andare a 40 nodi, ma come bersaglio è grandemente più visibile rispetto ad un normale cacciatorpediniere che fa 'solo' 35 nodi ma essendo lungo, diciamo, sui 110 metri e mediamente più basso di 3 metri.
Se il 'Regolo' è lungo 143 metri ed ha un'altezza media di 8 (conteggiando anche le sovrastrutture?), esso avrà una sagoma (lasciando perdere la parte immersa, pure molto vulnerabile), di 1.144 mq. Un cacciatorpediniere da 110 x 5 metri ha una sagoma di 550 mq e quindi, meno della metà Anche se il 'Regolo' ha una velocità superiore del 12-15%, questo non basta per renderlo meno vulnerabile. Anche perché la velocità non è sempre e comunque di un certo livello. Essa potrà essere anche inferiore di molto, in manovra o in crociera la nave non potrebbe essere sempre così veloce.
In termini di progettazione, il 'Regolo' ha una lunghissima sezione motore, che è molto potente ma anche molto grande e vulnerabile. Al contempo, alle due estremità ci sono due gruppi di artiglierie, piuttosto piccoli rispetto alla sagoma, poco o niente corazzati, e per giunta, con le torrette estremamente ravvicinate e raggruppate, un pò come nella tradizione delle artiglierie negli incrociatori italiani anche più grossi. In altri termini, la sagoma della nave sarebbe stata occupata per circa i 2/3 da apparato motore e artiglierie/depositi. I 2 terzi delle munizioni non solo avrebbero poche difficoltà a penetrare strutture poco protette e robuste, ma colpirebbero o l'apparato motore oppure l'armamento, o addirittura le munizioni. Immobilizzare o distruggere la nave colpita sarebbe quindi molto facile, paradossalmente sarebbe molto più semplice sia colpirla che colpirla duramente in zone vitali, pregiudicando l'armamento, la mobilità o addirittura la capacità di galleggiamento.
Il 'Regolo' è una nave che potrebbe essere solo comparata con i 'Mogador' francesi, ma questi ultimi erano già una non-minaccia quando i primi 'Regolo' entrarono in servizio (1942), mentre era malamente necessario avere nuovi cacciatorpediniere. La R.Marina, sempre alla corsa del perfezionismo, non riuscì a costruire i cacciatorpediniere di cui aveva disperato bisogno.
E supremo sberleffo, nonché dimostrazione di come la mobilità è la prima caratteristica ad andare perduta in battaglia, un siluro esploso a prua del Regolo costrinse la nave 'da 40+ nodi', a tornarsene mestamente in retromarcia a circa due nodi e mezzo! E gli andò pure bene, perché il siluro inglese la graziò da un letale colpo 'al bersaglio grosso' (come accadde quindi, all' Attendolo, piuttosto che al Bolzano, nell'agosto del '42).
Ma nella flotta alleata, c'erano navi comparabili ai 'Regolo'? Lasciando perdere i caccia più grossi come i Tribal e i successivi Battle, nonché i posamine velocissimi tipo Abdiel... SI', c'erano. Ma non erano navi 'veloci', erano giusto piccoli incrociatori.
Uno era quello tipo 'Arethusa', ma era ancora una nave con i 152 mm. L'altro, con cannoni di calibro 'sub standard' per un incrociatore, era il 'Dido'. Si trattava di una piccola nave con potente armamento antiaereo, nata appena prima della guerra e i cui primi esemplari entrarono in servizio attorno al 1940. Moderatamente protetti, con una buona velocità (sui 32 nodi), discreta potenza (64.000 hp), dislocamento (circa 6.000 t) e dimensioni simili ai 'Regolo', essi erano armati con 10 pezzi da 133 mm in torri binate, più armi minori e siluri (ma niente aereo, a differenza degli Arethusa).
La corazzatura, sebbene poco estesa, comportava una cintura da 76 mm, nonché ponti corazzati (a seconda delle fonti, o due da 25 mm l'uno, oppure uno solo da 38), torri, barbette e torrione comando (fino a 38 mm di spessore). Non molto, ma abbastanza per fare la differenza rispetto al 'nulla' di un cacciatorpediniere. O di un 'Regolo', se è per questo. Ma vediamo cosa poteva accadere in un incontro tra queste due navi (in realtà avvenuto... ma soltanto dopo l'armistizio!).
Quanto alla 'Dido', si tratta pur sempre di una nave di poco livello in termini bellici, in altri termini era un'unità contraerea e non anti-nave come i 'Regolo'.
Prima di approfondire, però, mettiamo in chiaro i dati salienti di queste navi:
Dimensioni (lunghezza x larghezza x pescaggio)
*Dido: 156,3 m x 15,4 m x 5,3 m; dislocamento 5.700/5.900 t standard, 6.900-7.600 t p.c.
*Regolo: 142,2 m x 14,4 m x 4,1 m; dislocamento 3.750 standard (leggerissimo!), 5.000 t normale - 5.400 t p.c.
Propulsione:
*Dido: 4 turbine a vapore su 4 assi, 64.000 hp; 32 nodi; autonomia 2.700 km a 30 nodi e 7.800 km a 16 nodi
*Regolo: 2 turbine a vapore su 2 assi, 110.000 hp; 36-41 nodi; autonomia, 8.000 km a 18 nodi
Protezione:
*Dido: cintura 76 mm (3''); ponte 25 mm (1''); barbette 13-19 mm (0,5-0,8''); torrione comando 25 mm (1''); paratie 25 mm (1''); depositi munizioni 51 mm (2'')
*Regolo: ponte 20 mm; o secondo wikipedia.it attuale: torrione 40 mm, ponte 15 mm, torri 23 mm (?)
Armamento:
*Dido: tipicamente 5x 133/50 mm; varie combinazioni di armi da 12,7, 20 mm, 40/39 o 40/56 mm (iniziali 2x4 da 12.7 e 2x4 da 40/39 mm); 6 tls 533 mm
*Regolo: 8x135/45 mm; 8x 37 mm singoli; 8 x 20 mm; 8 tls da 533 mm; sistemazioni per mine
Protezione
I 'Dido' avevano una corazzatura limitata, ma pur sempre spessa fino a 76 mm. La cintura, che insisteva essenzialmente a mezza nave, era spessa 76 mm (3 pollici) e nel locale caldaie arrivava fino al ponte coperta anziché quello inferiore; ponte 25 mm (secondo Galuppini, erano due entrambi da 25 mm, coperta e batteria); depositi con fianchi da 76 e tetto da 51 mm (praticamente invulnerabili, quindi, al tiro curvo dei medi calibri), torri e barbette 13-38 mm, torrione 38 mm, paratie 25 mm.
I 'Regolo' avevano solo scudature e un ponte da 15 o 20 mm (oppure, a seconda delle fonti, era leggermente blindato il torrione, ma forse non il ponte!), quindi la superiorità inglese era sicura, perché non c'era modo di parare, per le strutture italiane, un colpo in pieno, e nemmeno le schegge! L'unico punto vagamente 'a prova di cannone' era forse il torrione (più spesso che nel Dido, MA non è affatto chiaro se questo fosse confermabile a seconda delle fonti usate), ma ancora troppo sottile per garantire qualcosa. Nulla da fare per ponte (a stento anti-schegge) e fianchi.
Secondo Navypedia, per esempio:
Turrets had 20mm faces, 6mm sides and rears. Bridge had 15mm protection.
Proprio così: torri da 20 mm frontali, 6 lati e posteriore; ponte 15 mm. Praticamente nulla rispetto a qualsiasi colpo di medio calibro in arrivo.
Velocità e autonomia
Il 'Dido' era più lento di 8-10 nodi rispetto alla nave italiana, ma pur sempre la nave inglese, filando a circa 60 km/h (oltre 32 nodi) era più che adeguata per combattere altre navi di superficie. Va anche detto che il 'Regolo' fosse, in effetti, più veloce sì, ma non necessariamente di un tale livello. Alle prove, le navi di questa classe ottennero risultato elevatissimi, è vero. Il Regolo stesso, la più veloce delle varie unità, superò i 42 nodi.
MA, attenzione: questo avvenne con un dislocamento di meno di 4.000 tonnellate, erogando 110.000 hp. Ora, il problema era che il loro dislocamento arrivava, a p.c. a 5.400 tonnellate, ergo il 35% in più! Questa è la differenza con la prassi che invece seguiva la RN: da loro, funzionava che la velocità 'massima' indicata era in condizioni operative, diciamo armi e munizioni, nonché equipaggio, più una buona parte (i due terzi?) del carburante. Quindi la prova, stando a questo tipo di procedura 'realistica', doveva essere svolta, probabilmente, a circa 5.000 tonnellate, ergo almeno il 25% di peso extra (e quindi, di volume immerso, con inevitabile aumento del dislocamento!).
Secondo altre fonti (v.SM. 2/2012), in effetti, la velocità dei 'Regolo', almeno dopo la ricostruzione, era di 36 nodi (eppure erano ancora con un dislocamento pressoché analogo a com'erano prima dell'armistizio), con un'autonomia di 'ben' 3.000 nm/20 nodi. Potremmo forse dedurne, che la velocità massima 'vera' di queste navi era dell'ordine dei 36 nodi in assetto pienamente bellico, durante la II Guerra mondiale.
Quanto al Dido, esso aveva un'autonomia più elevata, 5.000 nm, ma a 14 nodi, per cui aveva un raggio del 66% maggiore, però a circa il 30% di velocità in meno. Sarebbe opportuno vedere i consumi a parità di velocità, ma è probabile che, con la sua potenza esuberante, in realtà il 'Regolo' avesse la sua miglior autonomia di crociera proprio sui 20 nodi, anziché a velocità inferiori: il che è sia un vantaggio in certe situazioni (ricerca veloce del nemico, spostamenti in zone di guerra) che uno svantaggio (minore autonomia oraria, minore capacità di tenere il passo con convogli lenti ecc). Però è facile che i 'Dido' (che del resto, stazzavano il 33% in più) avessero un'autonomia superiore rispetto a quella dei Regolo, anche a parità di velocità di crociera.
Secondo Wikipedia.en, a dire il vero, i dati sono diversi e il 'Regolo' passa in vantaggio! I 'Dido' sono dati per 1.500 nm a 30 nodi (2.700 km a 56 km/h); 7.800 km (4.240 nm) a 16 nodi (29 km/h).
I Regolo, invece, avevano 8.060 km (4.352 nm) a 18 nodi (33 km/h), ergo andavano a 2 nodi in più eppure raggiungevano 250 km oltre il valore dei 'Dido'. La qual cosa si spiega essenzialmente, con il fatto che avevano ben 1.387 t di carburante anziché 1.100 dei 'Dido'. Verosimilmente, nel dopoguerra i serbatoi di carburante sono stati ridotti sensibilmente, sennò le 3.000 nm/20 nodi non si spiegano.
Armamento
Quanto alla potenza di fuoco, qui la questione si fa anche più complessa e interessante. Vediamo perché.
Il 'Regolo' era armato con 8 cannoni da 135/45 mm Mod 38, capaci di tirare a quasi 20 km proiettili da circa 32,5 kg, con una cadenza di 6 colpi al minuto. Bordata di circa 260 kg, bordata/min circa 1.600 kg.
Arduo è dire se avrebbero potuto perforare la blindatura del 'Dido' con affidabilità (in qualche libro c'erano dei valori relativi alle perforazioni, ma in Rete non sono riuscito a reperirli): probabilmente, la corazza della nave inglese sarebbe rimasta abbastanza al sicuro oltre i 10 km (cintura) e sotto i 15 (ponti, sia che fossero due da 25 che uno da 38 mm, a seconda delle fonti o delle sotto-versioni). Le torri avrebbero potuto invece parare le schegge, oppure sperare di far rimbalzare i proiettili in arrivo.
Il 'Dido', quando costruito con pieno equipaggiamento (ergo, con la terza torretta di prua, cosa che nelle prime unità era comunque assai deleteria data la leggerezza delle strutture, peraltro successivamente rinforzate), era armato di 10 cannoni da 133 mm: ma nonostante il calibro minore, queste erano armi più potenti di quelle italiane.
La cadenza di tiro complessiva era di 70-80 colpi al minuto e il raggio di 21,4 km. Sia il raggio che il peso delle munizioni (36 kg) erano superiori di circa il 10% rispetto a quello delle armi italiane. I cannoni da 135 italiani erano molto accurati, ma non risultano particolari lamentele nemmeno nel caso dei 133 inglesi (e già il tiro britannico solitamente era molto più 'raccolto' e veloce di quello italiano, cosa dimostrata in battaglia).
Inoltre, sebbene le torri inglesi fossero anguste, potevano ancora eseguire un volume di fuoco infernale: un giornalista(?) testimone a bordo di una di queste, in Mediterraneo, assistette ad una prova di fuoco durante il periodo bellico: il piccolo incrociatore inglese sparò circa 200 proiettili in 2 minuti, con un ritmo di fuoco che in realtà arrivò a circa 10 colpi per minuto (se aveva tutti e 10 i cannoni previsti, cosa presumibilmente vera). Quindi, se una nave nemica fosse stata inquadrata con precisione dai 'Dido', non avrebbe avuto scampo!
In effetti, in origine si sperava di arrivare ad almeno 12 colpi al minuto (esistono anche fonti che parlano di 18), ma in pratica la cosa non venne mai raggiunta. Nondimeno, ecco due testimonianze sulla potenza di questi cannoni, e le loro caratteristiche:
Dal RN Gunnery Pocket Book, 1945:
These guns are combined High Angle and Low Angle Guns. The Mark II Mounting is found in all Dido class cruisers. The Mark I Mounting is found in King George V class battleships, where they fulfil the combined functions of H.A. Long Range Armament and Secondary Armament against surface craft. The main differences between the two mountings lie in the arrangements of the shellrooms and magazines, and the supply of ammunition to the guns. In this chapter, only the Mark II Mounting, as found in Dido class cruisers, is discussed. The 5.25 in. calibre with separate ammunition is used for dual High Angle and Low Angle Armament, since it gives the reasonable maximum weight of shell which can be loaded by the average gun's crew for sustained periods at all angles of elevation. The maximum rate of fire should be 10-12 rounds per minute.[7][8]
Ed ecco il racconto a bordo di una nave della classe, l'HMS Euryalus:
We left Suez and headed for the Gulf, where at 1PM the ship's company closed to action-stations and gave a demonstration of the cruiser's fire power to the army officers. Fire was opened with the 10 5.25" guns in the form of a low angle barrage accompanied by fire from smaller guns. Set to burst at 2000 yds range, a terrific barrage was put up for two minutes and we fired some two hundred rounds of 5.25-inch HE...A wall of bursting shell was thrown up just above sea level and I could see that the army officers were impressed...
I 'Dido' erano alle volte armati solo di 8 cannoni, essendo basicamente un pò sovraccarichi (NB: in questo caso, la torre era rimpiazzata da un modesto ma non trascurabile supplente, un pezzo da 102 mm), e alcuni vennero addirittura equipaggiati con 8 cannoni da 114 mm per carenza di quelli da 133 mm. Armi meno potenti come anti-superficie, ma superiori come armi antiaeree rispetto al 133 mm, essendo di maggiore cadenza di tiro e più rapidi di brandeggio. Ma anche così, i 'Dido' potevano essere ancora nemici pericolosi perché dotati pur sempre di una corazza protettiva, seppure leggera. La cadenza di tiro era complessivamente di circa 100 colpi/min a 19 km, con proiettili da circa 25 kg. Mica male! Il volume di fuoco, seppure su di un raggio leggermente inferiore, è di ben 2,5 t/minuto. La capacità di perforare 76 mm di acciaio (nb: però non del tipo 'indurito'!) è persino superiore (oltre 9 km vs quasi 9 o 11 km, ma dipende dalle fonti). Per non dire della maggiore efficacia a.a. rispetto al 133 mm, che quando con 8 cannoni spara 56-64 c/min che al più arriva al più a circa 2,3 tonnellate al minuto, anche se con maggiore gittata massima.
Il 114 mm era quindi superiore in realtà rispetto al 133 mm, anche se con una portata inferiore di circa 2,5 km, ma solo un pugno di metri in meno, rispetto ai cannoni da 135/45 dei 'Regolo'. Aveva una minore distruttività, ma nondimeno una superiore penetrazione, per ragioni non troppo semplici a dire il vero.
I 'Regolo' erano armati in maniera paragonabile, ma nell'insieme risultavano superati in potenza di fuoco anche se le armi avevano un'alta precisione. Però la rapidità di reazione delle armi inglesi era maggiore, così come la cadenza di tiro, anche e sopratutto perché esse avevano una caratteristica antiaerea importante.
In definitiva:
Dido con 8x114 mm: --bordata 200 kg, -kg/min: 2.500 kg. c.min 100 su raggio 19,0 km
Dido con 8x 133 mm. --bordata 288 kg, -kg/min: 2.200 kg c.min 60 su raggio 21,4 km
Dido con 10x133 mm: --bordata 363 kg, -kg/min: 2.700 kg c.min 75 su raggio 21,4 km
Regolo, 8x135 mm: --bordata 260 kg, -kg/min: 1.600 kg c.min 48 su raggio 19,6 km
Da questa tabulazione, si vede chiaramente che i Dido, in tutti i loro modelli, erano superiori ai 'Regolo': gittata tra impercettibilmente inferiore (3%) a nettamente maggiore (+10%), cadenza di tiro tra +20 e +110%; e peso di bordata -20% e + 40%; kg/min tra +30 e + 60%. A questo aggiungiamo anche il fatto che i 'Dido' erano più pesanti, robusti e corazzati. Sebbene i 'Dido' non avessero cannoni capaci di perforare ponti corazzati di oltre 50 mm a nessun raggio utile, questo non era certo.. un problema in questo confronto.
Il 'Dido' poteva fare anche un'altra cosa: per colpire i 'Regolo' poteva usare efficacemente sia i proiettili HE che AP. Con la minuscola differenza che gli AP avevano solo meno di 1,5 kg di esplosivo, mentre gli HE ne avevano 2,95 kg. Magari usati in maniera meno efficiente (essendo le pareti meno spesse, tra l'altro), ma nondimeno questo rendeva gli HE più potenti degli AP, a loro volta dotati di una grande carica esplosiva, specie se si considera che i proiettili AP da 50,8 kg degli incrociatori con i 152 mm avevano soltanto poco più di 1,5 kg! Ma nondimeno, la capacità di perforazione era appena inferiore, con i 76 mm trapassati a meno di 9 km anziché 11. A parte questo, i proiettili dei 'Dido' potevano perforare, anche con l'HE, qualunque cosa di un 'Regolo'. I 'Regolo', invece, non י capace di fare altrettanto: la munizione AP י malamente sufficiente, su medie distanze, per perforare la cintura corazzata del 'Dido', e sulle lunghe, 'forse', י capace di attraversare i ponti corazzati.
Bisogna dire, anche la capacità di penetrazione dei 135/45, purtroppo riportata (almeno per quel che ne so) solo per la cintura, parla delle seguenti caratteristiche:
-peso 33 kg sia HE che AP:
-carica esplosiva: 1,465 kg (AP) e 1,8 kg (HE)
-raggio: circa 19,6 km
-penetrazione: a 11 km, 53 mm a 0°, 52 a 10°, 49 a 20°, 43 a 30°, 36 a 40°
-a 13 km: 49, 48, 45, 40, 33
-a 16 km: 38, 37, oltre 30 (in tutti i casi)
A parte che la misurazione delle penetrazioni con angoli è assurda (come può, per esempio, un angolo di 30° ridurre la penetrazione soltanto di 6 mm dai 49 originari? Sembra un mero calcolo teorico, basato sullo spessore virtuale piuttosto che su esperimenti reali!), è chiaro che, anche considerando che la corazza inglese non era poi questo granché (gli spessori a cui era più efficiente, al contrario delle corazze americane, erano quelli elevati, come sulle navi da battaglia, vedi Nathan Okun in Naval Weapons site). Però, uno spessore del genere indica che, anche in condizioni ottimali, difficilmente il 135 sarebbe stato efficace sopra gli 8 km o giù di lì. E al contempo, se si considera come il pezzo da 152/50 italiano avesse una capacità di penetrazione di appena 18 mm a 14 km, e 25 mm a 16, appare abbastanza chiaro che i proiettili da 135 avrebbero potuto attentare al ponte standard (non parliamo di quello dei depositi!) soltanto alle massime distanze, forse sui 18 km. In concreto, la IZ del Dido, almeno nelle zone vitali, sarebbe stata probabilmente tra 8 e 16/18 km (o tra 8 a infinito per i depositi), contro le munizioni da 135. Da notare che i veloci pezzi da 120/50 italiani perforavano solo un pò di meno pur avendo granate da 23 kg (58-45 mm a 10 km, 45-42 a 12 km, 45-30 a 13 km, 38-31 mm a 15 km, praticamente la differenza in penetrazione verticale era di circa un km, e anzi, alle distanze più brevi erano forse addirittura avvantaggiati, sebbene, come dimostrato in guerra, non avessero modo di perforare la cintura degli incrociatori nemici in condizioni reali, vedi lo scontro di Capo Passero dell'autunno 1940).
La blindatura dei 'Dido' è scarsa anche in torri e barbette, ma nondimeno presente tra 0,5 e 1,5 pollici (13-38 mm), almeno per limitare i danni da colpi presi in pieno e sopratutto dalle schegge, pericolo pur sempre grave. Tenete presente che una blindatura di 6,3 mm di acciaio STS americano (o del quasi equivalente Ducol o D-steel britannico) è capace di fermare una pallottola da 12,7 mm (NdA: presumo, una 'ball' e comunque sia, da distanze non lievi: nemmeno le corazze indurite dei sedili dei piloti, con spessori maggiori, assicuravano la protezione dai 12,7: eppure così è scritto nella ben fornita enciclopedia del pacifico, vedi http://pwencycl.kgbudge.com/A/r/Armor.htm). Così i 'Regolo' dovevano sparare su distanze inferiori, a cadenza di tiro inferiore, ma nondimeno potevano usare soltanto i proiettili AP per colpire i punti vitali dei 'Dido', e questo significava lanciare probabilmente solo circa 1 kg di HE per ciascun proiettile, facendo quindi meno danni anche se avesse potuto perforare i punti vitali dell'unità nemica. I 'Regolo', invece, erano devastabili dai 'Dido' anche con le munizioni HE, pericolose (per navi poco o niente corazzate) persino con dei 'near miss'.
I 'Dido', insomma, potevano picchiare più duro e sostenere colpi più duri. I 'Regolo' ben poco avevano da offrire per cambiare una tale realtà.
Ma non era nemmeno questo il problema. Dei 'Dido', inizialmente tre vennero costruiti con sole 4 torri a testa, e altri due incrociatori ebbero 8 cannoni da 114 mm (apparentemente 'undergunned', ma in realtà l'armamento più efficace che abbiano mai avuto i 'Dido'!). La cosa anche più strana, è che il Bonaventure ebbe tre delle sue quattro torri a prua, e una sola a poppa. Il comandante ebbe a dire, al riguardo, che preferiva questo layout rispetto all'equilibrato 2+2 degli altri incrociatori. Questo per una ragione specifica: poter dare la prua al nemico, sparando con il massimo della potenza di fuoco. E ci riusciva davvero. Infatti, durante la battaglia contro l'incrociatore Hipper, avvenuta il giorno di Natale del 1940, il Bonaventure sparò contro la nave nemica quasi esclusivamente dalle torri prodiere. E anche così, pur non mettendo a segno colpi, riuscì a tirare la bellezza di 438 proiettili in 24 minuti. Se questi fossero stati soltanto sparati dalle tre torri anteriori, allora avremmo un totale di ben 3 c/min come fuoco sostenuto, che non è affatto male, se si considera come azioni di fuoco prolungato, in cannoni non automatici e con proiettili pesanti (e per giunta, torri anguste!) conducono ad un fatale affaticamento, anche quando tutti i meccanismi funzionano bene! E in questo caso non funzionarono: la torre A, quella più a prua e più soggetta a problemi, ebbe un guasto di una certa importanza (non è chiaro quanto tempo rimase fuori uso). Per cui è probabile che la gran parte di questi colpi venne tirata dalle sole torri B e Q (Q, non C!).
Nel frattempo, l'Hipper mise a segno alcuni colpi da 203 mm sul Berwick, mettendogli ko una torre da 203 mm (il Berwick, a sua volta, era un vero 'abituee' della sconfitta onorevole: un mese prima aveva preso due cannonate da 203 dagli incrociatori italiani, a Teulada, e anche lì ebbe una torre KO).
Quanto al cannone britannico da 133/50, ecco la sua pagina Naval Weapons dove trovare più dettagli:
133/50 mm UK
In definitiva, il 133/50, pur non essendo un'arma eccezionale, era a modo suo davvero un'eccellente artiglieria. Il vero problema era l'essere installato dentro torri troppo anguste (cosa rimediata solo nel dopoguerra, con la Vanguard), ma anche così era un bel cannone, davvero. Tra l'altro, le torri avevano una spaziatura eccezionale tra le bocche da fuoco, cosa che permetteva di tirare senza che i proiettili si disturbassero reciprocamente. Inoltre, ciascuno dei due cannoni aveva un meccanismo di alzo indipendente dall'altro, cosa rara in artiglierie di questo calibro.
Quanto alla capacità di penetrazione, i 133/50 erano considerati capaci di perforare, a seconda delle fonti (e forse degli angoli d'impatto?) 76 mm a 8.600 oppure a 11.900 metri (in questo caso sicuramente perpendicolarmente alla piastra), ma (e la cosa non dovrebbe sorprendere) incapaci di perforare anche soltanto 51 mm a qualsiasi raggio utile. Ma nel caso dei 15 mm dei Capitani Romani, il problema non si porrebbe in nessun caso! E comunque sia, l'assenza della cintura precluda una qualsiasi IZ. Mentre i Dido hanno senz'altro una IZ rispetto ai pezzi da 135.
Per giunta, il carico utile era notevolmente vicino a quello dei più grossi pezzi da 152 mm inglesi: ecco quindi una comparazione anche tra i 'Dido' e i loro più prossimi parenti della RN: gli 'Arethusa' (6x152 mm).
Anzitutto, nonostante il calibro maggiore dei 6 pollici, i cannoni da 133/50 erano appena inferiori. Infatti, l'esplosivo delle granate AP era 1,47 vs 1,7 kg; in quelle HE, 2,95 kg vs 3,6. Nonostante la differenza del 40% in massa, il cannone da 152, quindi, aveva solo un vantaggio, rispettivamente, del 15 e 22%. La gittata era superiore solo del 10% scarso (1,8 km), mentre la penetrazione di corazze era solo marginalmente maggiore (76 mm a 11.400 m vs 8.800, ma esistono anche fonti che danno il 133 vincitore, con 76@11.800 m!). Infine, la cadenza di tiro di 7-8 c.min, era maggiore rispetto a quella dei cannoni da 152 (6 c.min), per cui un 'Dido' con 10x133 mm era a tutti gli effetti praticamente efficace quanto un incrociatore con 8x152 mm, e forse anche superiore. La bordata era di 360 kg vs 410 circa; ma il rateo bordata al minuto era di circa 2.700 kg/min (a 7,5 c.min), vs 2.400 (a 6 c.min), su portate pratiche quasi uguali. Cosa non meno interessante, il 133/50 era capace di recapitare più HE sia con proiettili AP (14,7 vs 13,6 kg per bordata e 110 vs 81/kg min) che HE (221 vs 172 kg/min!). Per giunta, ovviamente, era anche un'arma a doppio impiego antisuperficie-antiaerei.
Quella strana classe di cannoni (128-150 mm)
Quanto ai cannoni pariclasse, non sembra che i 135/45, per quanto, per una volta (e giustamente!) non lanciati verso velocità iniziali e gittate assurde, ma correttamente concepiti per il massimo della precisione (un quarto della dispersione dei 120/50, per quanto se ne dice in merito), fossero tuttavia delle armi particolarmente brillanti quanto a potenza complessiva. Nati sostanzialmente per pareggiare l'esuberante gittata dei 120/50 (per la loro categoria, chiaramente), così come la cadenza di tiro, essi servivano essenzialmente per una maggiore precisione e sopratutto, per una granata che invertiva i numeri del peso prima esistenti, ergo il 23 diventava 32 (kg). Ma questo era tutto, e non era poi granché.
*135/45 mm italiano Mod.38: --granata 32,7 kg, gittata 19,6 km, cadenza 6 c.min; alzo 45°. Peso: circa 42 t (binata)
*140/66 mm Skoda: --granata 39,8 kg; gittata 23,4 km, cadenza 5-8 c.min (?); alzo 45°. Peso: ?
*140/55 mm giapponese: --granata 38,0 kg (2-2,8 kg HE); gittata 20,57 km, cadenza 6-10 c.min; alzo 35°. Peso: circa 49 t
*138/45 mm francese: --granata 40,6 kg (2,4-4,1kg); gittata 20 km, cadenza 6-7 c.min; alzo 30°. Peso: 34,6 t
*133/50 mm UK: --granata 36,3 kg (1,47-2,95 kg); gittata 21,4 km, cadenza 7-8 c.min; alzo 70°. Peso 85-97 t
*150/49 mm tedesco: -- granata 45,0 kg (4-6 kg HE); gittata 22-23 km, cadenza 7-8 c.min; alzo 30-65°; Peso 16-60 t
Tutti questi cannoni (ma proprio tutti) erano superiori in gittata; tutti erano superiori in cadenza di fuoco, e presumibilmente tutti avevano un carico esplosivo superiore (certo era così per l'80% della 'concorrenza').
Cannoni minori: il 120/50 mm inglese Mk XI era forse il nemico più temibile per un 'Regolo': tirava fino a 10 colpi/min pesanti oltre 28 kg, su portate di circa 19,5 km. Praticamente era pari ai pezzi da 120/50 italiani come portata, ma con proiettili il 20% più pesanti e cadenza di tiro superiore del 50%. Perforava 76 mm di acciaio a 10.600 metri(!), che era una distanza doppia rispetto a quella a cui i normali 120/45 britannici riuscivano a fare lo stesso (il 'target' è un tipico fianco di incrociatore leggero), pesando circa 22,7 kg e con portata sui 15 km.
Buon per la RM, solo 16 caccia inglesi ebbero queste armi (3 impianti binati l'una).
I proiettili da 127/38 mm americani erano provvisti di granate da circa 25 kg (3 kg di esplosivo), portata 16 km e cadenza di tiro fino a 12+ c.min, rigorosamente doppio impiego.
Quelli da 127/40 e 127/50 mm giapponesi e da 127/45 tedeschi erano pure meritevoli d'interesse: i 127/40 tiravano proiettili da 23,5 kg fino a 8-14 rpm e raggio di 15 km circa (peso carica: 1,8 kg HE). I secondi, pure DP (ma un pò troppo lenti) arrivavano a 18 km. I cannoni tedeschi, invece, erano velocissimi nel tirare, anche 12-18 c.min, per granate da 28 kg; tuttavia, essendo solo armi anti-superficie, la loro limitata elevazione di 30° riduceva la gittata a circa 17,4 km, comunque ancora discreta e superiore a quella delle armi da 120/45 e 127/38. Quando vennero usati cannoni a doppio impiego, con alzo a 45°, la portata aumentava a ben 22 km.
Ci sarebbero anche da ricordare i cannoni da 149 mm dei grossi caccia Type 36, ma questi cannoni (45 kg x 22 km) erano pur sempre di categoria 'incrociatore', per cui non li consideriamo qui. Di fatto, cioé, i grossi Zestorer tedeschi erano armati come piccoli incrociatori (4-5 cannoni da 149 mm). Quando provvisti della torre da 149 binata prodiera, erano notevolmente appesantiti (pesava circa come un Tiger, 60 t) di prua; risultati migliori venivano ottenuti con due cannoni da 150 singoli (pesanti circa 16-20 t l'uno) oppure anche con una sola torre (singola). La torre binata e i tipi più recenti di torre singola aumentavano lo spessore del rivestimento da 6-10 a ben 20-40 mm. Inoltre il tipo binato aumentava l'alzo a 65° e il raggio di tiro a 45° aumentava a 23,5 km.
Tutte queste armi erano certamente un problema per i 'Regolo', anche il mediocrissimo cannone da 120/45 mm inglese, in buone mani, poteva arrivare a ritmi di fuoco di ben 10 c.min, e questo significa che un 'Jervis/Kelly' poteva sparare fino a 60 colpi in altrettanti secondi, pari a 1.380 kg, in un raggio di 15 km. E ciascuno di essi poteva distruggere una sala macchine o una torre d'artiglieria. Per questo, non è mai salutare sottovalutare avversari apparentemente fragili, ma in realtà coriacei e duri a 'morire', anche quando colpiti da armi più potenti.
Riassunto cannoni minori (NB: benché 4,7 pollici corrispondano a 119,4 mm, i cannoni da 120 mm inglesi sono .. davvero da 120 mm, in quanto il calibro effettivo è lievemente maggiore di quello nominale! Nel mentre, i pezzi da 114 mm, in realtà, sono da 113 mm!):
*114/45 UK: 23-25 kg x 19 km; ROF fino a 12+ c.min
*120/45 UK: 22,7 kg x 15,2 km (a 40°); ROF fino a 10 c.min
*120/50 UK: 28,1 kg x 19,5 km (a 45°); ROF a 9-10 c.min
*127/38 USA: 25 kg x 16 km; ROF fino a 12+ c.min
*127/40 JAP: 23 kg x 15 km; ROF fino a 8-14 c.min
*127/50 JPA: 23 kg x 18 km; ROF fino a 5-10 c.min
*127/45 GER: 28 kg x 17,4 km (a 30°); ROF almeno 12 c.min
*120/50 ITA: 23,1 kg x 19,6 km; ROF fino a 6-7 c.min
*130/40 FRA: 35 kg x 18,9 km ROF 4-5 c.min
*130/45 FRA: 32,1 kg x 20,8 km; ROF fino a 10-12 c.min
Fonte: vedi Naval Weapons (come al solito!)
Notare che persino in questa lista, molti cannoni offrono un livello di prestazioni superiore a quello del 135/45 italiano: il francese DP da 130/45 Mod 32, per esempio, era capace di arrivare a 20,8 km (+1,2 km) con munizioni da 32,1 kg (circa uguali) e con 10-12 c.min (fino al 100% maggiore ergo 2x).
A proposito dei cannoni italiani: la portata massima dei 120 mm inizialmente eccedeva i 20 km, ma poi la carica di lancio venne ridotta per ridurre la dispersione, per cui durante la II GM il raggio di tiro era sui 19,6 km. Però, attenzione: era pur sempre dipendente... dall'alzo. Quindi, a 45°, i modelli a canna singola installati sui 'Soldati' arrivavano a 19,6 km, però.. erano un cannone per nave (quando c'eram ergo 4 su 12 iniziali, e 9 su 17 totali). Gli altri impianti, due binati per nave, erano dei mod. 36 o 37, con alzo di 40 o 42°. Conseguentemente, è altamente incerto, nel confronto L/M e 'Soldati' chi avrebbe sparato per primo (in termini puramente teorici): quando dotati del 5o cannone, i 'Soldati' avrebbero sparato per primi (per circa... 130 metri); gli altri due cannoni binati, invece, se avevano 42° probabilmente avrebbero tirato approssimativamente allo stesso tempo (?) dei 120/50 inglesi, se con 40°, invece, un pò dopo. Per esempio, uno dei cannoni francesi, il Mod 19, da 130/40, aveva 18,9 km, ma il tipo migliorato Mod 24, solo 18,7 km, giusto perché l'alzo max era calato da 36 a 35°; un altro cannone francese, il Mod 23 da 138/40, aveva 16,6 km@28°, e 19 km@35° (2,2 km per 7° di differenza = 1° ogni 300 m). A quanto pare, per esempio, le installazioni delle corazzate 'Cesare' avevano 42° di installazione, eppure sono date per 19 km.
Quindi, parrebbe che gli unici caccia a poter sparare di poco, oltre la gittata dei cannoni inglesi fossero i 'Navigatori', 'Dardo' e 'Folgore' con il mod.26 e i suoi 45°. Peccato che fossero anche i cannoni più vecchi, e probabilmente, se non adeguatamente mantenuti, con armi e attrezzature più logore, e a bordo di navi non recentissime. Di sicuro, nella battaglia del 15 giugno 1942, non furono i 'Navigatori' a farsi notare per efficacia di fuoco (anzi.. fu uno di loro ad andare a fuoco, per una sola cannonata da 119/50 di una nave inglese; forse fu sfortuna, ma è uno stridente contrasto con la resilienza dimostrata dal similare HMS Beduin, di cui abbiamo già detto).
Gli 8 Oriani e Maestrale, pur essendo abbastanza recenti, ebbero affusti OTO con alzi di 33 o 35°, il che al massimo dava 18,2 km (con proiettile a 920 m/sec, ergo carica standard per i tempi della II GM).
Probabilmente, i cannoni da 120/50 con alzo a 40° arrivavano a circa 18,6-18,8 km, a 42° andavano a 19,3 km circa (?) e a 45° andavano a 19,6 km. Quel che è certo è che a 35° raggiungevano i 18,2 km, per cui 1,6 km erano racchiusi in 10° di alzo. I dati non sembrano del tutto congrui (probabilmente, il raggio di 19 km a 42° è sottostimato, e forse si riferisce agli affusti elevabili a 40 e non a 42°, visto che non mi pare possibile che 3° soli gradi facciano una differenza di 600 metri).
Da notare infine, una cosa: i cannoni da 135/45 erano in torri pesanti circa 40 tonnellate. Quando impiegati in torri trinate e pesantemente protette (fino a 120 mm), la loro installazione era pesante 105 tonnellate. Tanto per rendersi conto delle differenze nelle installazioni, i 'Dido' avevano torri binate da 133/50, le quali pesavano tra 85 e 97 tonnellate. Dunque, pur essendo binate e poco protette, pur essendo notoriamente 'anguste', queste torrette pesavano oltre il doppio di quelle italiane! E non solo, ma il loro peso era mediamente solo una quindicina di tonnellate inferiore rispetto a quello delle torri triple delle 'Doria', malgrado che queste avessero un cannone in più e una corazza tripla.
Il che potrebbe far pensare molto seriamente che, se vi fosse stato un cambiamento di installazione di cannoni, ipoteticamente, i Dido si sarebbero alleggeriti di ben 210 tonnellate, se avessero sostituito 5 torri da 133 con quelle da 135; e che avrebbero potuto persino, a parità di peso.. portare 4 torri triple delle 'Doria', per un totale di ben 12 cannoni da 135 mm (peso 420 t vs almeno 425); oppure, che avrebbero potuto trasportare, accettando un peso extra, 5 torri per un totale di 15 cannoni da 135/45, per giunta ben corazzati! (il peso extra, in questo caso, sarebbe stato al massimo di 90 t, oppure -calcolando 92 t come peso medio dei 133- 65 t). Al contrario, sostuitendo le 4 torri da 135 con quelle da 133, i 'Regolo' si sarebbero trovati un peso ingestibile (almeno +172 tonnellate per 4 torri).
Questo per dire come gli incrociatori tipo 'Dido' avessero evidentemente margini molto superiori rispetto ai 'Regolo', del resto erano anche il 33% più pesanti. E per dire di come, malgrado il calibro fosse inferiore e il numero di cannoni pari per ciascuna torre, in realtà i pesi in gioco fossero di un ordine di grandezza diverso. Quindi è sempre difficile giudicare solo in base al calibro, quanto davvero una nave deve 'soffrire' per portare l'armamento di progetto (Regolo: 168 t; Dido: circa 450 t, solo considerando le armi principali).
Contro i 'pesi massimi'
Quanto agli incrociatori più grossi, gli 'Arethusa' erano protetti più o meno al livello dei 'Dido', rispetto ai quali erano anche simili per dimensioni, peso e velocità. Ma l'armamento era del tutto convenzionale, con 6 cannoni da 152 mm e 4 (poi 8) da 102 mm, a parte le solite armi minori e lanciasiluri, più anche un idrovolante. Ad ogni modo, i cannoni inglesi da 152/50 mm erano le armi più importanti della categoria, anche se certo non le più potenti: vedi qui per le loro caratteristiche.
Detto questo, i proiettili da 50,8 kg degli 'Arethusa' erano lanciabili fino a 23 km e quello che è stato detto per i pezzi da 133 valeva a maggior ragione per queste armi, anche se la cadenza di tiro era leggermente minore: ma da sole esse davano una bordata (tre torri binate) di oltre 300 kg. A questa si aggiungevano i pezzi da 4 pollici, ergo 102 mm, che con 4 armi per lato potevano sparare oltre 60 kg a salva, limitate a circa 15 km di raggio d'azione, ma ripetibili per 15 volte al minuto. Se un 'Regolo' si fosse avvicinato entro il loro raggio d'azione utile, per perforare la cintura dell' 'Arethusa' o silurarlo, avrebbe dovuto fare quindi i conti con armi leggere, ma abbastanza potenti da danneggiare gravemente una nave priva di protezione, e capaci complessivamente di circa 60 colpi al minuto, ergo 1 al secondo. Di fronte alla bordata da 360 kg di queste navi, più o meno come i 'Dido' con 10 cannoni (sebbene con distribuzione di gittata ed efficacia dei proiettili notevolmente variabile rispetto ai 133), i 'Regolo' potevano far conto su di una bordata da circa 290 kg, notevolmente inferiore (circa il 20%) e senza vantaggi medi di cadenza di tiro e gittata.
I piccoli 'Arethusa' erano però una minaccia di poco conto rispetto ai più grossi tipi 'Leander' con 4 torri binate da 152, corazza un pò superiore e per il resto con caratteristiche simili. Peggio ancora i 'Town': sempre armati di 4 torri da 152 mm sì, ma del tipo trinato, quindi ben 12 armi. Anche se talvolta una torre veniva sbarcata o non installata, a vantaggio di armi antiaeree (questo successe quanto meno con i tipi 'Fiji' e simili, di costruzione bellica, un pò più piccoli), queste unità erano armate da subito con 8 pezzi da 102 mm e per giunta, corazzate molto meglio dei tipi precedenti (cintura 101 mm, torri fino a 101 mm, ponti 51 mm ecc), tanto che potevano incassare facilmente colpi sulla cintura anche da poca distanza, se non nulla, così vale anche per le torri d'artiglieria. Anche se, come abbiamo visto con le 'Littorio', i colpi sulla cintura non sono facilmente ottenibili, di certo avere una cintura, quando le distanze di tiro diventano medio-corte, aiuta non poco alla sopravvivenza delle navi da guerra, e non c'é nessuna ragione per preferire non averne affatto rispetto ad averne una, sia pure di estensione ridotta. Molto più utile, comunque sia, la protezione diretta ai depositi munizioni, con ponti e alle volte, interi 'box' che li proteggevano, nel caso delle navi inglesi, anche con spessori di 101 mm.
Per quello che riguarda le munizioni: non solo i 152 mm ne avevano molte (200 c/min), ma le sparavano in fretta( 5-6 c.min), e la carica di scoppio, nei tipi HE, era considerevole (3,6 kg, ergo il 50% più degli anemici proiettili italiani paricalibro).
Per quel che riguarda la protezione delle torri in dettaglio: i primi 'Town' erano provvisti di corazze di poco spessore, solo 25 mm, un evidente punto debole perché buoni solo per parare le schegge. Questi erano i 'Southampton'. Altri tipi successivi, come gli 'Edimbourg' ebbero corazze da ben 101 mm frontali, e 51 mm laterali. Infine, gli ultimi tipi bellici, i 'Jamaica', ebbero invece 51 mm frontali e superiori, e 25 mm laterali, a malapena sufficienti per parare i colpi di medio calibro. Questo è rispecchiato dai pesi di questi impianti, a seconda dei quali arrivavano infatti a 148 t (25 mm), o 185 mm (101-51 mm); oppure 163 t (51-25 mm). Del resto i Crown Colony erano più leggeri e non avrebbero potuto sopportare lo stesso peso, per ben 4 torri, dei 'Town' (tanto che spesso una loro torre venne rimossa per far posto a più armi a.a.).
Da notare come il destino non si curò di questi incrementi. Il ben corazzato Gloucester, infatti, andò a picco lo stesso giorno del più leggero Fijii, entrambi colpiti da aerei tedeschi vicino Creta!
I cannoni dei 'Regolo' non sarebbero mai stati sufficienti contro un tale volume di fuoco (9 o più spesso, 12 cannoni), né avrebbero potuto perforare le corazze di questi bestioni; non restava molto altro da fare, all'infuori di un'azione silurante a sorpresa (poco probabile, con i radar alleati) e soltanto la fuga li avrebbe aiutati. Del resto queste sono navi da 5.000 tonnellate, di classe ben diversa rispetto agli incrociatori da 9-10.000 tonnellate.
Scontrarsi con gli incrociatori pesanti tipo 'County' sarebbe stato forse anche più pericoloso. Benché solo leggermente protetti (la cintura, praticamente antischegge, aveva solo 25 mm di spessore, e solo pochi incrociatori vennero caricati da una cintura corazzata più spessa), questi incrociatori avevano infatti 8 cannoni da 203 mm, capaci di sparare proiettili da oltre 100 kg fino ad oltre 27 km. La potenza di fuoco risultante sarebbe stata sufficiente per sopraffare qualunque speranza dei 'Regolo', specialmente quando, avanzando la guerra, la localizzazione con i radar avrebbe reso aleatorio ogni tentativo di avvicinarsi a breve raggio di grandi unità navali.
E gli americani? Discorso simile, ma i tipi più simili erano gli Atlanta. Grosse navi da circa 9.000 tonnellate, discretamente blindate (fino a circa 90 mm), erano mezzi bellici superiori ai 'Dido', ma non necessariamente dei migliori mezzi antinave. Il fatto che i cannoni da 127/38 americani fossero delle eccellenti armi a.a. era pagato con il fatto altrettanto chiaro, di una gittata non eccezionale (circa 16 km), troppo poco per molte occasioni di tiro pratico. Di notte o con cattivo tempo sarebbe stato sufficiente, ma in condizioni ideali, di giorno e con buona visuale, non lo era.
Tuttavia, pensare che i circa 3,5 km di vantaggio dei cannoni dei 'Regolo' sarebbero stati sufficienti per 'regolare' la questione stando a distanza sufficiente, è molto utopico, sebbene qualche proiettile avrebbe potuto arrivare a segno in queste condizioni. Ben difficilmente, però, avrebbe determinato risultati catastrofici per gli 'Atlanta'. Se questi fossero stati avvicinati ancora al pieno della loro capacità, 16 cannoni da 127 con bordata di 12-14 per lato, sarebbero stati sufficienti per disintegrare qualsiasi speranza di vittoria dei 'Regolo' (oltre 200 c./minuto vs 48, con un rapporto di bordata di circa 4:1). Vale sempre la regola della scelta sulle munizioni: obbligatoria per i 'Regolo' sarebbe stata quella delle SAP. Nient'affatto ricambiata dagli 'Atlanta', che avrebbero potuto contare sulle ben più potenti granate HE per infliggere danni letali a navi sprotette come quelle italiane. Queste ultime avrebbero dovuto essere quindi molto prudenti, e pronte a scappare se le cose si fossero messe male. Non avrebbero avuto nulla da guadagnare da un confronto ravvicinato con gli Atlanta e se è per questo, con nessun altro tipo di nave. Infatti, non avevano corazzature protettive e questo da solo, è un grossissimo handicap, già in termini psicologici.
Infine, il discorso dei cacciatorpediniere anglo-americani. E' vero, sarebbero stati sopraffatti dai 'Regolo', in una disfida SINGOLA; ma i caccia difficilmente andavano da soli, per non parlare della tenacia che spesso dimostrarono in azione anche contro nemici più potenti. Poniamo che un 'Regolo' avesse incontrato 3 caccia britannici (per non dire di quelli USA), uno con 4, uno con 6 e uno con 8 pezzi da 120 mm. In tutto ben 18 cannoni, capaci di tirare fino ad oltre 15 km (distanza sufficiente e forse eccedente rispetto a quello che serve in una battaglia navale, specie se condotta in velocità e per un certo tempo, come è normale negli scontri d'artiglieria), proiettili da quasi 23 kg. In tutto i tre caccia inglesi avrebbero potuto, in un raggio di oltre 15 km, sparare un massimo teorico di ben 180 colpi/min, vale a dire ben 3 al secondo! E ciascuno di essi sarebbe stato sufficiente per dare un grave danno al 'Regolo', per esempio all'apparato motore, oppure ai gruppi d'armamento. Da notare che i cannoni da 127/38 mm, in genere, avevano i proiettili HE, o 'common', capaci pur sempre di perforare 38 mm a 9 km di distanza, ma con molto più esplosivo dei tipi AP.
'Regolo': fu vera gloria? Beh non esattamente...
In tutto, i pur pregevoli 'Regolo' erano mezzi che non valevano il loro costo. Questo per almeno 6 ragioni importanti:
1) anzitutto, come si è visto, la loro estrema caratterizzazione 'velocistica' non gli permetteva di indossare opportune protezioni, che li rendeva fatalmente sia un buon bersaglio, che vulnerabili (nonché bersagli relativamente grandi, parliamo di navi lunghe 143 metri e assai alte sul mare) al tiro nemico, non importa quanto fosse piccolo il cannone usato. Ricordate, il coriaceo Beduin, benché devastato da più di 10 cannonate calibro 152 mm, era ancora capace di sparare e di navigare, riuscendo ad abbattere anche il Savoia che lo assalì col siluro. Molto probabilmente, sarebbe riuscito altrimenti a salvarsi, nonostante il diluvio di cannonate degli incrociatori italiani. Non c'é ragione per pensare che i 135 mm sarebbero stati capaci di distruggere meglio dei 152, il loro bersaglio.
E questo, senza parlare della battaglia di Leyte, quando persino piccoli cacciatorpediniere fecero letteralmente miracoli, pur di contrastare le forze pesanti dei Giapponesi. Per cui attenzione a sottovalutare le siluranti di scorta. E al contempo, a dimenticarsi di come il veloce 'incrociatore di carta' Colleoni venne immobilizzato da un paio di cannonate a segno, di cui una all'apparato motore.
Quindi, i 'Regolo' avrebbero dovuto avere almeno una blindatura sufficiente contro i cacciatorpediniere nemici, o almeno- buona abbastanza per forzarli a scegliere le munizioni AP anziché le HE. Cambiare 4-5 nodi per 40-50 mm di acciaio alla cintura (per difendere l'enorme apparato motore) sarebbe stato molto più sensato.
2) Cavalli sprecati! Con quell'apparato motore sarebbe stato possibile costruire persino una portaerei. L'Aquila italiana, per esempio, ebbe 4 gruppi motori, praticamente uguali ai 2 dei 'Regolo', ma depotenziati a 150.000 cavalli complessivi (già un valore enorme), ma c'erano agevolmente oneste navi da battaglia o portaerei capaci di viaggiare anche con potenze dell'ordine dei 100.000 cavalli. Le stesse corazzate italiane rimodernate non raggiungevano nemmeno i 100.000, ma erano largamente superiori a qualsiasi 'Regolo'.
3) L'idea del 'supercacciatorpediniere/incrociatore' velocissimo, armato con capacità essenzialmente antinave, era una farneticazione italiana dovuta al combattere la Francia contro cui l'Italia aveva da schierare lo stesso tonnellaggio di navi, a causa del trattato di Washington. Cosa che fu assurda perché i Francesi avevano un impero coloniale e interessi globali molto più grandi di quelli italiani, specie all'epoca dei fatti (primi anni '20), quindi la 'parità' fu veramente un affronto per Parigi. E lì gli italiani avrebbero avuto senz'altro la mano migliore anche senza forzare più di tanto contro i francesi, perché questi ultimi erano divisi tra Mediterraneo e due altri oceani, quindi mai avrebbero potuto schierare verso gli italiani lo stesso livello di forze, dovendo divederle su fronti molto lontani. Nemmeno la flotta inglese del Mediterraneo poteva surclassare la flotta italiana nel 1940-42.
4) Non c'era una singola classe di incrociatori nemici -a parte qualche vecchio residuato della Grande guerra- che non avrebbe potuto quanto meno battersi alla pari, se non nettamente da vincitore, contro i 'Regolo'. Anche qui: non dimentichiamoci quello che un singolo incrociatore, nel posto giusto, poteva combinare ad una flottiglia nemica. Un esempio fu l'incrociatore Trinitad, che respinse una flottiglia di grossi caccia tedeschi in caccia ai convogli, affondando lo Z26 (e andando vicino ad ... affondare se stesso, con un siluro che anziché finire la sua vittima, corse in circolo e sfasciò il Trinitad stesso!), nave non molto inferiore ad un 'Regolo'. E sopratutto, l'AJAX, uno dei piccoli, ma letali incrociatori inglesi che divennero una sorta di 'bestia nera' per la RM. Durante la battaglia di Capo Passero (che persino l'autorevole S.Militare liquida come 'scontro navale', irridendo Wikipedia che invece la considera -correttamente- una battaglia navale), respinse un'intera formazione di siluranti italiane, incassando 7 cannonate da 100 e 120 mm, senza danni gravi; ma affondando due torpediniere e danneggiando due modernissimi cacciatorpediniere (tipo 'Soldati'), uno dei quali fu poi raggiunto e finito successivamente dalla RN. La differenza, presto notata anche dagli italiani, fu che i cannoni da 120/50, seppur molto potenti, non erano abbastanza efficaci contro un incrociatore anche solo moderatamente blindato. Dal punto di vista dell'Ajax, probabilmente, il 'Regolo', seppur più potentemente armato, sarebbe stato forse solo un bersaglio più grosso (e altrettanto vulnerabile delle piccole siluranti), visto che comunque sia, lo sbilanciamento tra protezione e potenza di fuoco è comunque a vantaggio di una parte sull'altra, e non di poco.
5) gli incrociatori 'da 40 nodi' non erano una novità per la RM. S'erano già visti. Addirittura oltre 10 anni prima dei 'Regolo'. Erano i Condottieri di prima e seconda serie (Da Barbiano e Da Giussano), da circa 5.000 t. Erano una sorta di 'contro-torpediniere', ed erano ben noti come 'incrociatori di carta'. Belle navi, ma pressoché prive di protezione. Eppure, avevano pur sempre delle dotazioni che ben si possono definire 'minimo sindacale'. Per esempio, 8 potentissimi cannoni (ma imprecisi, e poi 'ridotti' opportunamente a livelli 'normali' calando le cariche di lancio), di calibro standard -152 mm- e non intermedio tra quello degli incrociatori e quello dei cacciatorpediniere. C'erano anche 6 cannoni da 100 a.a. E anche un minimo di corazzatura protettiva, che non guastava, con una cintura di 24 mm più 18 mm interni. Erano quindi altrettanto veloci (alle prove giunsero fino a 42 nodi!), più armati e meglio protetti dei 'Regolo'. Eppure, la RM non ne fu soddisfatta e con le ultime 3 serie passò prima a navi più equilibrate, aumentando il dislocamento a circa 7.000 tonnellate. Poi, con l'ultima serie, arrivarono a ben 9.000 tonnellate. Ma i cannoni passarono a 10 (più 8 secondari), e sopratutto, quest'incremento andò alla corazzatura, che alla cintura raggiunse i 130-142 mm!
E il risultato fu pagante: tutti e sei i primi Condottieri andarono distrutti in guerra, contro solo 2 degli altri 6, e nessuno dei due 'Abruzzi' (benché entrambi silurati)! Dunque, è chiaro che costruire incrociatori sprotetti, specie nel Mediterraneo, NON era una buona idea. Dunque, perché 10 anni dopo i progettisti italiani ci ricascarono, per giunta con navi più piccole, meno protette e meno armate? L'evoluzione naturale dei 'Condottieri', invece, era stata così illuminante da non dover ritenere necessario alcun 'bis', per giunta confermata dalle prestazioni belliche! Certo che anche un 'Abruzzi' sarebbe affondato con 3 siluri beccati, a Capo Spada: ma questo accadde al Colleoni perché -a differenza degli 'Abruzzi'- non aveva alcuna protezione che fermò le granate esplose contro il suo apparato motore, immobilizzandolo e condannandolo ad essere un tragico bersaglio! Un 'Abruzzi', nelle stesse condizioni, semplicemente non si sarebbe fermato!
Ecco il livello di protezione e di dislocamento dei 5 gruppi 'Condottieri':
*4 Da Giussano '5.000 tons' (servizio 1932):
7.000 t p.c., 169,3x 15,5 m; cintura 24 mm + 18 mm paratie; ponti 20 mm, torri 23 mm, torrione 40 mm; 95.000 hp; 37 nodi (42 a 5.600 t; 32-33 nella II GM); 3.800 mg a 18 kt (1.250 t carburante)
*2 Da Barbiano: migliorati rispetto agli altri: cintura 42 mm (o era sempre 24+18?)
*2 Montecuccoli: 7.000 t (1935)
8.990 t pc, 182,2x 16,6 m, cintura 60 + 25 mm, ponte 30 mm, torri 70 mm, torrione 100 mm; 106.000 hp; 37 nodi; 4.120 mg a 18 kt (1.300 t)
*2 Aosta: '9.000 t' (1936)
10.843 p.c., 186,9 x 17,5 m; cintura 70 mm + 25 mm ; ponti 35 mm, torri 90 mm, torrione 100 mm; 110.000 hp; 36,5 nodi; 3.900 mg a 14 kt (1.680 t)
*2 Abruzzi: '9.000 t' (1937)
9.195-11.260 t p.c.; 187x18,9 m; cintura 30+100 mm; ponte 40 mm; torri 135 mm, torrione ? mm; 102.000 hp; 33,5 nodi; 4.500 mg a 20 kt (1.250 t)
Da confrontarsi con l'HMS Southpampton ( '9000 t', 1937): 12.200 t pc; cintura 114 mm, ponti 51 mm, torri 51 mm (25 mm?), 75.000 hp e 32 kt (7000 mg a 14 kt)
Ogni commento è superfluo: 'bigger is better', senza alcun dubbio!
6) Infine, una notazione per supportare quanto sopra: nel dopoguerra non soltanto non vi furono altre costruzioni di questo tipo, a parte forse i 'Kynda' sovietici (che però erano navi missilistiche in funzione anti-portaerei, non certo navi 'veloci' per sopraffare altri cacciatorpediniere o attaccare convogli). La follia tecnologicamente ebbra di costruire navi 'grandi' ma capaci di 40+ nodi era illusoria, con il potere aereo ben radicato già dai primi mesi di guerra. I 'Dido' saranno stati meno spettacolari quanto a potenza e a velocità, ma erano molto più adeguati, seppure tutt'altro che perfetti (d'altro canto gli americani 'Atalanta', ben più grossi, erano nettamente superiori come navi antiaeree, ma la portata dei loro 16 cannoni -con bordata di ben 14!- era un attimino insufficiente contro altre grosse navi, superando di poco i 15 km).
Guarda caso, i 'Dido' erano capaci di combattere contro avversari di superficie, MA erano essenzialmente navi antiaeree (cannoni con alzo da 70°), idem gli 'Atalanta'; i 'Mogador', essendo pur sempre cacciatorpediniere, avevano almeno una capacità antisommergibile (con cariche di profondità); mentre i 'Regolo' erano 'antinave' e basta, fidando sul costosissimo concetto della velocità per sfuggire alle minacce nemiche, ma con un armamento a.a. insufficiente rispetto alla minaccia aerea. Dimostrazione provata: i cannoni da 135 erano sì utili nel tiro a.a., ma soltanto in funzione di sbarramento o poco oltre, avendo un alzo di soli 45°, tanto che dei 1.280 colpi di bordo +260 illuminanti solo 84 (10,5 salve equivalenti, ergo circa 90 secodi!) erano 'antiaerei', mentre le cartucce normali erano VR, ovvero a 'vampa ridotta' che era chiaramente utile per azioni antinave notturne, certo non per il tiro antiaerei.
Nel dopoguerra, per capire veramente come andavano le cose (anche per chi non aveva, e non ha, capito la questione), i due 'Regolo' dati ai Francesi vennero equipaggiati semplicemente con tre vecchie torrette tedesche da 105 mm (sempre meglio di niente, apparentemente). I due 'Regolo' italiani ebbero invece la sostituzione dei pezzi da 135. E le armi che li sostituirono furono -guarda un pò- tre torri binate da 127/38 mm americane e un lanciabombe antisommergibile. In pratica, l'armamento anti-superficie venne fortemente ridotto a vantaggio di una batteria di efficaci armi antiaeree e antisommergibile.
In altre parole, i prestigiosi 'Regolo' hanno avuto un armamento paragonabile a quello di un cacciatorpediniere 'Gearing', ma con uno scafo e un apparato propulsore più costosi e potenti di almeno il 50%. Ecco perché a nessuno è importato di seguire i delirii tecnici italiani: come unità antinave servivano mezzi più piccoli e leggeri, possibilmente missilistici, mentre come unità ASW e antiaeree serviva sopratutto un equipaggiamento sufficiente e valido, e 30 nodi circa erano più che sufficienti, anche per eventuali azioni antinave contro la maggior parte dei nemici ipotizzabili. In altre parole, i 'Regolo' erano l'ultimo esempio del futurismo italiano, dove tutto doveva essere moderno e per essere 'moderno', doveva essere veloce. Anzi, il più veloce, non sia mai che il resto del mondo avesse qualcosa di migliore di noi.
Questa tradizione, nonostante tutto, almeno da noi sarà replicata anche nel dopoguerra (del resto, le 'Lupo' sono per certi versi, dei degni lontani discendenti, essendo navi velocissime ed essenzialmente antinave), ma se non altro, con maggiore senso delle necessità reali, e sopratutto senza più fare le gare di velocità con i Francesi.
Nati dalla competizione navale con i Francesi, iniziata negli anni '20, quando l'Italia riuscì a farsi attribuire lo stesso dislocamento dei 'cugini' in sede di trattati internazionali, i Regolo erano 12 velocissimi incrociatori leggeri/conduttori/esploratori (in genere, comunque, considerati incrociatori) che avevano nella velocità, tanto cara alla Marina italiana, la loro principale caratteristica. Essi vennero impostati nel 1940, ma solo pochi di essi verranno completati, persino dopo la guerra: in tutto appena quattro esemplari, con un'influenza pressoché irrilevante nello svolgimento delle operazioni belliche.
Questa storia, in realtà, ha origini molto più lontane. Il primo modello di 'esploratore' nacque nella Marina inglese, erano piccoli incrociatori veloci (sui 25 nodi), quasi per nulla corazzati e poco armati. In Italia apparvero con il Quarto, un'ottima nave da quasi 29 nodi, che per un incrociatore erano davvero molti nel 1913! A dire il vero, l'enciclopedia Armi da guerra lo ha considerato una 'vera e propria rivoluzione', ma non si capisce in cosa questo sia vero, visto che il tipo di nave era già esistente e ben presente nella RN e nella KM. Al più, il Quarto era di un nodo più veloce, ma questo era davvero tutto, e più che un piccolo incrociatore, era impostato come una sorta di super-cacciatorpediniere (tanto che la stessa enciclopedia dice che la sua sagoma era molto simile a quella dei cacciatorpediniere giapponesi che operavano nel Mediterraneo durante la Grande guerra(!)).
Nel prosieguo arrivarono altre navi simili, ma con minore velocità e durata del servizio. Poi, nel dopoguerra, fu il turno dei tre potenti 'Leone', a cui i francesi risposero con varie classi per un totale di 18 unità, con apparati motori progressivamente potenziati e velocità e armamento sempre maggiori. Questo anche per contrastare i 12 'Navigatori', altre ottime navi che erano paragonabili a caccia come i Fubuki giapponesi, e vennero 'pareggiate' dalla RN solo qualche anno dopo, con i 'Tribal'.
E infine, l'ultimo passo della corsa alle prestazioni e al gigantismo.. dei pesi piuma. Quando, cioé, arrivarono i 'Regolo', piccoli incrociatori leggeri e velocissimi, con un apparato motore abnorme, che ne occupava circa la metà dell'intera lunghezza.
Il loro modello da superare erano i cacciatorpediniere francesi Le Fantasque e Mogador, ultimi nati nella flotta francese. I primi erano bellissimi cacciatorpediniere da 3.000 tonnellate, capaci di eccedere i 40 nodi (benché fossero, nominalmente, capaci di 37: l'apparato motore era capace di 73.000 hp ma poteva in realtà 'forzare' ad oltre 90.000!!) e armati con 5 validi cannoni da 138 mm (40 kg x 20 km). Ne vennero realizzati sei. I secondi, invece, erano super-cacciatorpediniere da 4.000 tonnellate, armati con 8 pezzi da 138 in torri binate. Anch'essi velocissimi, erano tuttavia un pò sovraccaricati da quest'armamento. Notare che queste navi erano considerate 'contro-siluranti' nella Marina francese, e non delle vere 'torpediniere' o 'cacciatorpediniere'. Ne vennero tuttavia realizzati solo due.
Il 'Regolo' era una nave velocissima, ma a quale costo e per quale vantaggi? La nave aveva un apparato motore potentissimo (almeno 110.000 cv!), paragonabile a quello di un incrociatore pesante o addirittura corazzata o portaerei. Questa è una questione chiave per l'efficienza: questi piccoli incrociatori erano più potenti di una Cavour o di una KG V britannica!
In altre parole, queste navi avevano capacità ridotte a poco più di un intermedio tra quelle di un grosso cacciatorpediniere e quelle di un piccolo incrociatore leggero. Erano un pò come un'utilitaria motorizzata con un motore Ferrari (NdA: forse non lo sapete, ma Patty Pravo viaggiava davvero con un maggiolino motorizzato Porsche; e io conosco almeno un caso di uno che ha montato un motore Ferrari su di una vecchia Fiat 500!) : 'cool' ma poco efficace in termini di costi. In altri termini, la nave sarebbe solo un veloce ma grosso bersaglio, e vulnerabile sopratutto. Un 'Regolo' era più robusto e persino corazzato (leggerissimamente) rispetto ad un cacciatorpediniere, ma non era capace di resistere a colpi diretti. A differenza di un cacciatorpediniere, però, esso era anche molto grosso come bersaglio: ben 143 metri di lunghezza e al contempo, sovrastrutture maggiori e un ponte in più rispetto ad un cacciatorpediniere. Una nave di questo tipo potrà anche andare a 40 nodi, ma come bersaglio è grandemente più visibile rispetto ad un normale cacciatorpediniere che fa 'solo' 35 nodi ma essendo lungo, diciamo, sui 110 metri e mediamente più basso di 3 metri.
Se il 'Regolo' è lungo 143 metri ed ha un'altezza media di 8 (conteggiando anche le sovrastrutture?), esso avrà una sagoma (lasciando perdere la parte immersa, pure molto vulnerabile), di 1.144 mq. Un cacciatorpediniere da 110 x 5 metri ha una sagoma di 550 mq e quindi, meno della metà Anche se il 'Regolo' ha una velocità superiore del 12-15%, questo non basta per renderlo meno vulnerabile. Anche perché la velocità non è sempre e comunque di un certo livello. Essa potrà essere anche inferiore di molto, in manovra o in crociera la nave non potrebbe essere sempre così veloce.
In termini di progettazione, il 'Regolo' ha una lunghissima sezione motore, che è molto potente ma anche molto grande e vulnerabile. Al contempo, alle due estremità ci sono due gruppi di artiglierie, piuttosto piccoli rispetto alla sagoma, poco o niente corazzati, e per giunta, con le torrette estremamente ravvicinate e raggruppate, un pò come nella tradizione delle artiglierie negli incrociatori italiani anche più grossi. In altri termini, la sagoma della nave sarebbe stata occupata per circa i 2/3 da apparato motore e artiglierie/depositi. I 2 terzi delle munizioni non solo avrebbero poche difficoltà a penetrare strutture poco protette e robuste, ma colpirebbero o l'apparato motore oppure l'armamento, o addirittura le munizioni. Immobilizzare o distruggere la nave colpita sarebbe quindi molto facile, paradossalmente sarebbe molto più semplice sia colpirla che colpirla duramente in zone vitali, pregiudicando l'armamento, la mobilità o addirittura la capacità di galleggiamento.
Il 'Regolo' è una nave che potrebbe essere solo comparata con i 'Mogador' francesi, ma questi ultimi erano già una non-minaccia quando i primi 'Regolo' entrarono in servizio (1942), mentre era malamente necessario avere nuovi cacciatorpediniere. La R.Marina, sempre alla corsa del perfezionismo, non riuscì a costruire i cacciatorpediniere di cui aveva disperato bisogno.
E supremo sberleffo, nonché dimostrazione di come la mobilità è la prima caratteristica ad andare perduta in battaglia, un siluro esploso a prua del Regolo costrinse la nave 'da 40+ nodi', a tornarsene mestamente in retromarcia a circa due nodi e mezzo! E gli andò pure bene, perché il siluro inglese la graziò da un letale colpo 'al bersaglio grosso' (come accadde quindi, all' Attendolo, piuttosto che al Bolzano, nell'agosto del '42).
Ma nella flotta alleata, c'erano navi comparabili ai 'Regolo'? Lasciando perdere i caccia più grossi come i Tribal e i successivi Battle, nonché i posamine velocissimi tipo Abdiel... SI', c'erano. Ma non erano navi 'veloci', erano giusto piccoli incrociatori.
Uno era quello tipo 'Arethusa', ma era ancora una nave con i 152 mm. L'altro, con cannoni di calibro 'sub standard' per un incrociatore, era il 'Dido'. Si trattava di una piccola nave con potente armamento antiaereo, nata appena prima della guerra e i cui primi esemplari entrarono in servizio attorno al 1940. Moderatamente protetti, con una buona velocità (sui 32 nodi), discreta potenza (64.000 hp), dislocamento (circa 6.000 t) e dimensioni simili ai 'Regolo', essi erano armati con 10 pezzi da 133 mm in torri binate, più armi minori e siluri (ma niente aereo, a differenza degli Arethusa).
La corazzatura, sebbene poco estesa, comportava una cintura da 76 mm, nonché ponti corazzati (a seconda delle fonti, o due da 25 mm l'uno, oppure uno solo da 38), torri, barbette e torrione comando (fino a 38 mm di spessore). Non molto, ma abbastanza per fare la differenza rispetto al 'nulla' di un cacciatorpediniere. O di un 'Regolo', se è per questo. Ma vediamo cosa poteva accadere in un incontro tra queste due navi (in realtà avvenuto... ma soltanto dopo l'armistizio!).
Quanto alla 'Dido', si tratta pur sempre di una nave di poco livello in termini bellici, in altri termini era un'unità contraerea e non anti-nave come i 'Regolo'.
Prima di approfondire, però, mettiamo in chiaro i dati salienti di queste navi:
Dimensioni (lunghezza x larghezza x pescaggio)
*Dido: 156,3 m x 15,4 m x 5,3 m; dislocamento 5.700/5.900 t standard, 6.900-7.600 t p.c.
*Regolo: 142,2 m x 14,4 m x 4,1 m; dislocamento 3.750 standard (leggerissimo!), 5.000 t normale - 5.400 t p.c.
Propulsione:
*Dido: 4 turbine a vapore su 4 assi, 64.000 hp; 32 nodi; autonomia 2.700 km a 30 nodi e 7.800 km a 16 nodi
*Regolo: 2 turbine a vapore su 2 assi, 110.000 hp; 36-41 nodi; autonomia, 8.000 km a 18 nodi
Protezione:
*Dido: cintura 76 mm (3''); ponte 25 mm (1''); barbette 13-19 mm (0,5-0,8''); torrione comando 25 mm (1''); paratie 25 mm (1''); depositi munizioni 51 mm (2'')
*Regolo: ponte 20 mm; o secondo wikipedia.it attuale: torrione 40 mm, ponte 15 mm, torri 23 mm (?)
Armamento:
*Dido: tipicamente 5x 133/50 mm; varie combinazioni di armi da 12,7, 20 mm, 40/39 o 40/56 mm (iniziali 2x4 da 12.7 e 2x4 da 40/39 mm); 6 tls 533 mm
*Regolo: 8x135/45 mm; 8x 37 mm singoli; 8 x 20 mm; 8 tls da 533 mm; sistemazioni per mine
Protezione
I 'Dido' avevano una corazzatura limitata, ma pur sempre spessa fino a 76 mm. La cintura, che insisteva essenzialmente a mezza nave, era spessa 76 mm (3 pollici) e nel locale caldaie arrivava fino al ponte coperta anziché quello inferiore; ponte 25 mm (secondo Galuppini, erano due entrambi da 25 mm, coperta e batteria); depositi con fianchi da 76 e tetto da 51 mm (praticamente invulnerabili, quindi, al tiro curvo dei medi calibri), torri e barbette 13-38 mm, torrione 38 mm, paratie 25 mm.
I 'Regolo' avevano solo scudature e un ponte da 15 o 20 mm (oppure, a seconda delle fonti, era leggermente blindato il torrione, ma forse non il ponte!), quindi la superiorità inglese era sicura, perché non c'era modo di parare, per le strutture italiane, un colpo in pieno, e nemmeno le schegge! L'unico punto vagamente 'a prova di cannone' era forse il torrione (più spesso che nel Dido, MA non è affatto chiaro se questo fosse confermabile a seconda delle fonti usate), ma ancora troppo sottile per garantire qualcosa. Nulla da fare per ponte (a stento anti-schegge) e fianchi.
Secondo Navypedia, per esempio:
Turrets had 20mm faces, 6mm sides and rears. Bridge had 15mm protection.
Proprio così: torri da 20 mm frontali, 6 lati e posteriore; ponte 15 mm. Praticamente nulla rispetto a qualsiasi colpo di medio calibro in arrivo.
Velocità e autonomia
Il 'Dido' era più lento di 8-10 nodi rispetto alla nave italiana, ma pur sempre la nave inglese, filando a circa 60 km/h (oltre 32 nodi) era più che adeguata per combattere altre navi di superficie. Va anche detto che il 'Regolo' fosse, in effetti, più veloce sì, ma non necessariamente di un tale livello. Alle prove, le navi di questa classe ottennero risultato elevatissimi, è vero. Il Regolo stesso, la più veloce delle varie unità, superò i 42 nodi.
MA, attenzione: questo avvenne con un dislocamento di meno di 4.000 tonnellate, erogando 110.000 hp. Ora, il problema era che il loro dislocamento arrivava, a p.c. a 5.400 tonnellate, ergo il 35% in più! Questa è la differenza con la prassi che invece seguiva la RN: da loro, funzionava che la velocità 'massima' indicata era in condizioni operative, diciamo armi e munizioni, nonché equipaggio, più una buona parte (i due terzi?) del carburante. Quindi la prova, stando a questo tipo di procedura 'realistica', doveva essere svolta, probabilmente, a circa 5.000 tonnellate, ergo almeno il 25% di peso extra (e quindi, di volume immerso, con inevitabile aumento del dislocamento!).
Secondo altre fonti (v.SM. 2/2012), in effetti, la velocità dei 'Regolo', almeno dopo la ricostruzione, era di 36 nodi (eppure erano ancora con un dislocamento pressoché analogo a com'erano prima dell'armistizio), con un'autonomia di 'ben' 3.000 nm/20 nodi. Potremmo forse dedurne, che la velocità massima 'vera' di queste navi era dell'ordine dei 36 nodi in assetto pienamente bellico, durante la II Guerra mondiale.
Quanto al Dido, esso aveva un'autonomia più elevata, 5.000 nm, ma a 14 nodi, per cui aveva un raggio del 66% maggiore, però a circa il 30% di velocità in meno. Sarebbe opportuno vedere i consumi a parità di velocità, ma è probabile che, con la sua potenza esuberante, in realtà il 'Regolo' avesse la sua miglior autonomia di crociera proprio sui 20 nodi, anziché a velocità inferiori: il che è sia un vantaggio in certe situazioni (ricerca veloce del nemico, spostamenti in zone di guerra) che uno svantaggio (minore autonomia oraria, minore capacità di tenere il passo con convogli lenti ecc). Però è facile che i 'Dido' (che del resto, stazzavano il 33% in più) avessero un'autonomia superiore rispetto a quella dei Regolo, anche a parità di velocità di crociera.
Secondo Wikipedia.en, a dire il vero, i dati sono diversi e il 'Regolo' passa in vantaggio! I 'Dido' sono dati per 1.500 nm a 30 nodi (2.700 km a 56 km/h); 7.800 km (4.240 nm) a 16 nodi (29 km/h).
I Regolo, invece, avevano 8.060 km (4.352 nm) a 18 nodi (33 km/h), ergo andavano a 2 nodi in più eppure raggiungevano 250 km oltre il valore dei 'Dido'. La qual cosa si spiega essenzialmente, con il fatto che avevano ben 1.387 t di carburante anziché 1.100 dei 'Dido'. Verosimilmente, nel dopoguerra i serbatoi di carburante sono stati ridotti sensibilmente, sennò le 3.000 nm/20 nodi non si spiegano.
Armamento
Quanto alla potenza di fuoco, qui la questione si fa anche più complessa e interessante. Vediamo perché.
Il 'Regolo' era armato con 8 cannoni da 135/45 mm Mod 38, capaci di tirare a quasi 20 km proiettili da circa 32,5 kg, con una cadenza di 6 colpi al minuto. Bordata di circa 260 kg, bordata/min circa 1.600 kg.
Arduo è dire se avrebbero potuto perforare la blindatura del 'Dido' con affidabilità (in qualche libro c'erano dei valori relativi alle perforazioni, ma in Rete non sono riuscito a reperirli): probabilmente, la corazza della nave inglese sarebbe rimasta abbastanza al sicuro oltre i 10 km (cintura) e sotto i 15 (ponti, sia che fossero due da 25 che uno da 38 mm, a seconda delle fonti o delle sotto-versioni). Le torri avrebbero potuto invece parare le schegge, oppure sperare di far rimbalzare i proiettili in arrivo.
Il 'Dido', quando costruito con pieno equipaggiamento (ergo, con la terza torretta di prua, cosa che nelle prime unità era comunque assai deleteria data la leggerezza delle strutture, peraltro successivamente rinforzate), era armato di 10 cannoni da 133 mm: ma nonostante il calibro minore, queste erano armi più potenti di quelle italiane.
La cadenza di tiro complessiva era di 70-80 colpi al minuto e il raggio di 21,4 km. Sia il raggio che il peso delle munizioni (36 kg) erano superiori di circa il 10% rispetto a quello delle armi italiane. I cannoni da 135 italiani erano molto accurati, ma non risultano particolari lamentele nemmeno nel caso dei 133 inglesi (e già il tiro britannico solitamente era molto più 'raccolto' e veloce di quello italiano, cosa dimostrata in battaglia).
Inoltre, sebbene le torri inglesi fossero anguste, potevano ancora eseguire un volume di fuoco infernale: un giornalista(?) testimone a bordo di una di queste, in Mediterraneo, assistette ad una prova di fuoco durante il periodo bellico: il piccolo incrociatore inglese sparò circa 200 proiettili in 2 minuti, con un ritmo di fuoco che in realtà arrivò a circa 10 colpi per minuto (se aveva tutti e 10 i cannoni previsti, cosa presumibilmente vera). Quindi, se una nave nemica fosse stata inquadrata con precisione dai 'Dido', non avrebbe avuto scampo!
In effetti, in origine si sperava di arrivare ad almeno 12 colpi al minuto (esistono anche fonti che parlano di 18), ma in pratica la cosa non venne mai raggiunta. Nondimeno, ecco due testimonianze sulla potenza di questi cannoni, e le loro caratteristiche:
Dal RN Gunnery Pocket Book, 1945:
These guns are combined High Angle and Low Angle Guns. The Mark II Mounting is found in all Dido class cruisers. The Mark I Mounting is found in King George V class battleships, where they fulfil the combined functions of H.A. Long Range Armament and Secondary Armament against surface craft. The main differences between the two mountings lie in the arrangements of the shellrooms and magazines, and the supply of ammunition to the guns. In this chapter, only the Mark II Mounting, as found in Dido class cruisers, is discussed. The 5.25 in. calibre with separate ammunition is used for dual High Angle and Low Angle Armament, since it gives the reasonable maximum weight of shell which can be loaded by the average gun's crew for sustained periods at all angles of elevation. The maximum rate of fire should be 10-12 rounds per minute.[7][8]
Ed ecco il racconto a bordo di una nave della classe, l'HMS Euryalus:
We left Suez and headed for the Gulf, where at 1PM the ship's company closed to action-stations and gave a demonstration of the cruiser's fire power to the army officers. Fire was opened with the 10 5.25" guns in the form of a low angle barrage accompanied by fire from smaller guns. Set to burst at 2000 yds range, a terrific barrage was put up for two minutes and we fired some two hundred rounds of 5.25-inch HE...A wall of bursting shell was thrown up just above sea level and I could see that the army officers were impressed...
I 'Dido' erano alle volte armati solo di 8 cannoni, essendo basicamente un pò sovraccarichi (NB: in questo caso, la torre era rimpiazzata da un modesto ma non trascurabile supplente, un pezzo da 102 mm), e alcuni vennero addirittura equipaggiati con 8 cannoni da 114 mm per carenza di quelli da 133 mm. Armi meno potenti come anti-superficie, ma superiori come armi antiaeree rispetto al 133 mm, essendo di maggiore cadenza di tiro e più rapidi di brandeggio. Ma anche così, i 'Dido' potevano essere ancora nemici pericolosi perché dotati pur sempre di una corazza protettiva, seppure leggera. La cadenza di tiro era complessivamente di circa 100 colpi/min a 19 km, con proiettili da circa 25 kg. Mica male! Il volume di fuoco, seppure su di un raggio leggermente inferiore, è di ben 2,5 t/minuto. La capacità di perforare 76 mm di acciaio (nb: però non del tipo 'indurito'!) è persino superiore (oltre 9 km vs quasi 9 o 11 km, ma dipende dalle fonti). Per non dire della maggiore efficacia a.a. rispetto al 133 mm, che quando con 8 cannoni spara 56-64 c/min che al più arriva al più a circa 2,3 tonnellate al minuto, anche se con maggiore gittata massima.
Il 114 mm era quindi superiore in realtà rispetto al 133 mm, anche se con una portata inferiore di circa 2,5 km, ma solo un pugno di metri in meno, rispetto ai cannoni da 135/45 dei 'Regolo'. Aveva una minore distruttività, ma nondimeno una superiore penetrazione, per ragioni non troppo semplici a dire il vero.
I 'Regolo' erano armati in maniera paragonabile, ma nell'insieme risultavano superati in potenza di fuoco anche se le armi avevano un'alta precisione. Però la rapidità di reazione delle armi inglesi era maggiore, così come la cadenza di tiro, anche e sopratutto perché esse avevano una caratteristica antiaerea importante.
In definitiva:
Dido con 8x114 mm: --bordata 200 kg, -kg/min: 2.500 kg. c.min 100 su raggio 19,0 km
Dido con 8x 133 mm. --bordata 288 kg, -kg/min: 2.200 kg c.min 60 su raggio 21,4 km
Dido con 10x133 mm: --bordata 363 kg, -kg/min: 2.700 kg c.min 75 su raggio 21,4 km
Regolo, 8x135 mm: --bordata 260 kg, -kg/min: 1.600 kg c.min 48 su raggio 19,6 km
Da questa tabulazione, si vede chiaramente che i Dido, in tutti i loro modelli, erano superiori ai 'Regolo': gittata tra impercettibilmente inferiore (3%) a nettamente maggiore (+10%), cadenza di tiro tra +20 e +110%; e peso di bordata -20% e + 40%; kg/min tra +30 e + 60%. A questo aggiungiamo anche il fatto che i 'Dido' erano più pesanti, robusti e corazzati. Sebbene i 'Dido' non avessero cannoni capaci di perforare ponti corazzati di oltre 50 mm a nessun raggio utile, questo non era certo.. un problema in questo confronto.
Il 'Dido' poteva fare anche un'altra cosa: per colpire i 'Regolo' poteva usare efficacemente sia i proiettili HE che AP. Con la minuscola differenza che gli AP avevano solo meno di 1,5 kg di esplosivo, mentre gli HE ne avevano 2,95 kg. Magari usati in maniera meno efficiente (essendo le pareti meno spesse, tra l'altro), ma nondimeno questo rendeva gli HE più potenti degli AP, a loro volta dotati di una grande carica esplosiva, specie se si considera che i proiettili AP da 50,8 kg degli incrociatori con i 152 mm avevano soltanto poco più di 1,5 kg! Ma nondimeno, la capacità di perforazione era appena inferiore, con i 76 mm trapassati a meno di 9 km anziché 11. A parte questo, i proiettili dei 'Dido' potevano perforare, anche con l'HE, qualunque cosa di un 'Regolo'. I 'Regolo', invece, non י capace di fare altrettanto: la munizione AP י malamente sufficiente, su medie distanze, per perforare la cintura corazzata del 'Dido', e sulle lunghe, 'forse', י capace di attraversare i ponti corazzati.
Bisogna dire, anche la capacità di penetrazione dei 135/45, purtroppo riportata (almeno per quel che ne so) solo per la cintura, parla delle seguenti caratteristiche:
-peso 33 kg sia HE che AP:
-carica esplosiva: 1,465 kg (AP) e 1,8 kg (HE)
-raggio: circa 19,6 km
-penetrazione: a 11 km, 53 mm a 0°, 52 a 10°, 49 a 20°, 43 a 30°, 36 a 40°
-a 13 km: 49, 48, 45, 40, 33
-a 16 km: 38, 37, oltre 30 (in tutti i casi)
A parte che la misurazione delle penetrazioni con angoli è assurda (come può, per esempio, un angolo di 30° ridurre la penetrazione soltanto di 6 mm dai 49 originari? Sembra un mero calcolo teorico, basato sullo spessore virtuale piuttosto che su esperimenti reali!), è chiaro che, anche considerando che la corazza inglese non era poi questo granché (gli spessori a cui era più efficiente, al contrario delle corazze americane, erano quelli elevati, come sulle navi da battaglia, vedi Nathan Okun in Naval Weapons site). Però, uno spessore del genere indica che, anche in condizioni ottimali, difficilmente il 135 sarebbe stato efficace sopra gli 8 km o giù di lì. E al contempo, se si considera come il pezzo da 152/50 italiano avesse una capacità di penetrazione di appena 18 mm a 14 km, e 25 mm a 16, appare abbastanza chiaro che i proiettili da 135 avrebbero potuto attentare al ponte standard (non parliamo di quello dei depositi!) soltanto alle massime distanze, forse sui 18 km. In concreto, la IZ del Dido, almeno nelle zone vitali, sarebbe stata probabilmente tra 8 e 16/18 km (o tra 8 a infinito per i depositi), contro le munizioni da 135. Da notare che i veloci pezzi da 120/50 italiani perforavano solo un pò di meno pur avendo granate da 23 kg (58-45 mm a 10 km, 45-42 a 12 km, 45-30 a 13 km, 38-31 mm a 15 km, praticamente la differenza in penetrazione verticale era di circa un km, e anzi, alle distanze più brevi erano forse addirittura avvantaggiati, sebbene, come dimostrato in guerra, non avessero modo di perforare la cintura degli incrociatori nemici in condizioni reali, vedi lo scontro di Capo Passero dell'autunno 1940).
La blindatura dei 'Dido' è scarsa anche in torri e barbette, ma nondimeno presente tra 0,5 e 1,5 pollici (13-38 mm), almeno per limitare i danni da colpi presi in pieno e sopratutto dalle schegge, pericolo pur sempre grave. Tenete presente che una blindatura di 6,3 mm di acciaio STS americano (o del quasi equivalente Ducol o D-steel britannico) è capace di fermare una pallottola da 12,7 mm (NdA: presumo, una 'ball' e comunque sia, da distanze non lievi: nemmeno le corazze indurite dei sedili dei piloti, con spessori maggiori, assicuravano la protezione dai 12,7: eppure così è scritto nella ben fornita enciclopedia del pacifico, vedi http://pwencycl.kgbudge.com/A/r/Armor.htm). Così i 'Regolo' dovevano sparare su distanze inferiori, a cadenza di tiro inferiore, ma nondimeno potevano usare soltanto i proiettili AP per colpire i punti vitali dei 'Dido', e questo significava lanciare probabilmente solo circa 1 kg di HE per ciascun proiettile, facendo quindi meno danni anche se avesse potuto perforare i punti vitali dell'unità nemica. I 'Regolo', invece, erano devastabili dai 'Dido' anche con le munizioni HE, pericolose (per navi poco o niente corazzate) persino con dei 'near miss'.
I 'Dido', insomma, potevano picchiare più duro e sostenere colpi più duri. I 'Regolo' ben poco avevano da offrire per cambiare una tale realtà.
Ma non era nemmeno questo il problema. Dei 'Dido', inizialmente tre vennero costruiti con sole 4 torri a testa, e altri due incrociatori ebbero 8 cannoni da 114 mm (apparentemente 'undergunned', ma in realtà l'armamento più efficace che abbiano mai avuto i 'Dido'!). La cosa anche più strana, è che il Bonaventure ebbe tre delle sue quattro torri a prua, e una sola a poppa. Il comandante ebbe a dire, al riguardo, che preferiva questo layout rispetto all'equilibrato 2+2 degli altri incrociatori. Questo per una ragione specifica: poter dare la prua al nemico, sparando con il massimo della potenza di fuoco. E ci riusciva davvero. Infatti, durante la battaglia contro l'incrociatore Hipper, avvenuta il giorno di Natale del 1940, il Bonaventure sparò contro la nave nemica quasi esclusivamente dalle torri prodiere. E anche così, pur non mettendo a segno colpi, riuscì a tirare la bellezza di 438 proiettili in 24 minuti. Se questi fossero stati soltanto sparati dalle tre torri anteriori, allora avremmo un totale di ben 3 c/min come fuoco sostenuto, che non è affatto male, se si considera come azioni di fuoco prolungato, in cannoni non automatici e con proiettili pesanti (e per giunta, torri anguste!) conducono ad un fatale affaticamento, anche quando tutti i meccanismi funzionano bene! E in questo caso non funzionarono: la torre A, quella più a prua e più soggetta a problemi, ebbe un guasto di una certa importanza (non è chiaro quanto tempo rimase fuori uso). Per cui è probabile che la gran parte di questi colpi venne tirata dalle sole torri B e Q (Q, non C!).
Nel frattempo, l'Hipper mise a segno alcuni colpi da 203 mm sul Berwick, mettendogli ko una torre da 203 mm (il Berwick, a sua volta, era un vero 'abituee' della sconfitta onorevole: un mese prima aveva preso due cannonate da 203 dagli incrociatori italiani, a Teulada, e anche lì ebbe una torre KO).
Quanto al cannone britannico da 133/50, ecco la sua pagina Naval Weapons dove trovare più dettagli:
133/50 mm UK
In definitiva, il 133/50, pur non essendo un'arma eccezionale, era a modo suo davvero un'eccellente artiglieria. Il vero problema era l'essere installato dentro torri troppo anguste (cosa rimediata solo nel dopoguerra, con la Vanguard), ma anche così era un bel cannone, davvero. Tra l'altro, le torri avevano una spaziatura eccezionale tra le bocche da fuoco, cosa che permetteva di tirare senza che i proiettili si disturbassero reciprocamente. Inoltre, ciascuno dei due cannoni aveva un meccanismo di alzo indipendente dall'altro, cosa rara in artiglierie di questo calibro.
Quanto alla capacità di penetrazione, i 133/50 erano considerati capaci di perforare, a seconda delle fonti (e forse degli angoli d'impatto?) 76 mm a 8.600 oppure a 11.900 metri (in questo caso sicuramente perpendicolarmente alla piastra), ma (e la cosa non dovrebbe sorprendere) incapaci di perforare anche soltanto 51 mm a qualsiasi raggio utile. Ma nel caso dei 15 mm dei Capitani Romani, il problema non si porrebbe in nessun caso! E comunque sia, l'assenza della cintura precluda una qualsiasi IZ. Mentre i Dido hanno senz'altro una IZ rispetto ai pezzi da 135.
Per giunta, il carico utile era notevolmente vicino a quello dei più grossi pezzi da 152 mm inglesi: ecco quindi una comparazione anche tra i 'Dido' e i loro più prossimi parenti della RN: gli 'Arethusa' (6x152 mm).
Anzitutto, nonostante il calibro maggiore dei 6 pollici, i cannoni da 133/50 erano appena inferiori. Infatti, l'esplosivo delle granate AP era 1,47 vs 1,7 kg; in quelle HE, 2,95 kg vs 3,6. Nonostante la differenza del 40% in massa, il cannone da 152, quindi, aveva solo un vantaggio, rispettivamente, del 15 e 22%. La gittata era superiore solo del 10% scarso (1,8 km), mentre la penetrazione di corazze era solo marginalmente maggiore (76 mm a 11.400 m vs 8.800, ma esistono anche fonti che danno il 133 vincitore, con 76@11.800 m!). Infine, la cadenza di tiro di 7-8 c.min, era maggiore rispetto a quella dei cannoni da 152 (6 c.min), per cui un 'Dido' con 10x133 mm era a tutti gli effetti praticamente efficace quanto un incrociatore con 8x152 mm, e forse anche superiore. La bordata era di 360 kg vs 410 circa; ma il rateo bordata al minuto era di circa 2.700 kg/min (a 7,5 c.min), vs 2.400 (a 6 c.min), su portate pratiche quasi uguali. Cosa non meno interessante, il 133/50 era capace di recapitare più HE sia con proiettili AP (14,7 vs 13,6 kg per bordata e 110 vs 81/kg min) che HE (221 vs 172 kg/min!). Per giunta, ovviamente, era anche un'arma a doppio impiego antisuperficie-antiaerei.
Quella strana classe di cannoni (128-150 mm)
Quanto ai cannoni pariclasse, non sembra che i 135/45, per quanto, per una volta (e giustamente!) non lanciati verso velocità iniziali e gittate assurde, ma correttamente concepiti per il massimo della precisione (un quarto della dispersione dei 120/50, per quanto se ne dice in merito), fossero tuttavia delle armi particolarmente brillanti quanto a potenza complessiva. Nati sostanzialmente per pareggiare l'esuberante gittata dei 120/50 (per la loro categoria, chiaramente), così come la cadenza di tiro, essi servivano essenzialmente per una maggiore precisione e sopratutto, per una granata che invertiva i numeri del peso prima esistenti, ergo il 23 diventava 32 (kg). Ma questo era tutto, e non era poi granché.
*135/45 mm italiano Mod.38: --granata 32,7 kg, gittata 19,6 km, cadenza 6 c.min; alzo 45°. Peso: circa 42 t (binata)
*140/66 mm Skoda: --granata 39,8 kg; gittata 23,4 km, cadenza 5-8 c.min (?); alzo 45°. Peso: ?
*140/55 mm giapponese: --granata 38,0 kg (2-2,8 kg HE); gittata 20,57 km, cadenza 6-10 c.min; alzo 35°. Peso: circa 49 t
*138/45 mm francese: --granata 40,6 kg (2,4-4,1kg); gittata 20 km, cadenza 6-7 c.min; alzo 30°. Peso: 34,6 t
*133/50 mm UK: --granata 36,3 kg (1,47-2,95 kg); gittata 21,4 km, cadenza 7-8 c.min; alzo 70°. Peso 85-97 t
*150/49 mm tedesco: -- granata 45,0 kg (4-6 kg HE); gittata 22-23 km, cadenza 7-8 c.min; alzo 30-65°; Peso 16-60 t
Tutti questi cannoni (ma proprio tutti) erano superiori in gittata; tutti erano superiori in cadenza di fuoco, e presumibilmente tutti avevano un carico esplosivo superiore (certo era così per l'80% della 'concorrenza').
Cannoni minori: il 120/50 mm inglese Mk XI era forse il nemico più temibile per un 'Regolo': tirava fino a 10 colpi/min pesanti oltre 28 kg, su portate di circa 19,5 km. Praticamente era pari ai pezzi da 120/50 italiani come portata, ma con proiettili il 20% più pesanti e cadenza di tiro superiore del 50%. Perforava 76 mm di acciaio a 10.600 metri(!), che era una distanza doppia rispetto a quella a cui i normali 120/45 britannici riuscivano a fare lo stesso (il 'target' è un tipico fianco di incrociatore leggero), pesando circa 22,7 kg e con portata sui 15 km.
Buon per la RM, solo 16 caccia inglesi ebbero queste armi (3 impianti binati l'una).
I proiettili da 127/38 mm americani erano provvisti di granate da circa 25 kg (3 kg di esplosivo), portata 16 km e cadenza di tiro fino a 12+ c.min, rigorosamente doppio impiego.
Quelli da 127/40 e 127/50 mm giapponesi e da 127/45 tedeschi erano pure meritevoli d'interesse: i 127/40 tiravano proiettili da 23,5 kg fino a 8-14 rpm e raggio di 15 km circa (peso carica: 1,8 kg HE). I secondi, pure DP (ma un pò troppo lenti) arrivavano a 18 km. I cannoni tedeschi, invece, erano velocissimi nel tirare, anche 12-18 c.min, per granate da 28 kg; tuttavia, essendo solo armi anti-superficie, la loro limitata elevazione di 30° riduceva la gittata a circa 17,4 km, comunque ancora discreta e superiore a quella delle armi da 120/45 e 127/38. Quando vennero usati cannoni a doppio impiego, con alzo a 45°, la portata aumentava a ben 22 km.
Ci sarebbero anche da ricordare i cannoni da 149 mm dei grossi caccia Type 36, ma questi cannoni (45 kg x 22 km) erano pur sempre di categoria 'incrociatore', per cui non li consideriamo qui. Di fatto, cioé, i grossi Zestorer tedeschi erano armati come piccoli incrociatori (4-5 cannoni da 149 mm). Quando provvisti della torre da 149 binata prodiera, erano notevolmente appesantiti (pesava circa come un Tiger, 60 t) di prua; risultati migliori venivano ottenuti con due cannoni da 150 singoli (pesanti circa 16-20 t l'uno) oppure anche con una sola torre (singola). La torre binata e i tipi più recenti di torre singola aumentavano lo spessore del rivestimento da 6-10 a ben 20-40 mm. Inoltre il tipo binato aumentava l'alzo a 65° e il raggio di tiro a 45° aumentava a 23,5 km.
Tutte queste armi erano certamente un problema per i 'Regolo', anche il mediocrissimo cannone da 120/45 mm inglese, in buone mani, poteva arrivare a ritmi di fuoco di ben 10 c.min, e questo significa che un 'Jervis/Kelly' poteva sparare fino a 60 colpi in altrettanti secondi, pari a 1.380 kg, in un raggio di 15 km. E ciascuno di essi poteva distruggere una sala macchine o una torre d'artiglieria. Per questo, non è mai salutare sottovalutare avversari apparentemente fragili, ma in realtà coriacei e duri a 'morire', anche quando colpiti da armi più potenti.
Riassunto cannoni minori (NB: benché 4,7 pollici corrispondano a 119,4 mm, i cannoni da 120 mm inglesi sono .. davvero da 120 mm, in quanto il calibro effettivo è lievemente maggiore di quello nominale! Nel mentre, i pezzi da 114 mm, in realtà, sono da 113 mm!):
*114/45 UK: 23-25 kg x 19 km; ROF fino a 12+ c.min
*120/45 UK: 22,7 kg x 15,2 km (a 40°); ROF fino a 10 c.min
*120/50 UK: 28,1 kg x 19,5 km (a 45°); ROF a 9-10 c.min
*127/38 USA: 25 kg x 16 km; ROF fino a 12+ c.min
*127/40 JAP: 23 kg x 15 km; ROF fino a 8-14 c.min
*127/50 JPA: 23 kg x 18 km; ROF fino a 5-10 c.min
*127/45 GER: 28 kg x 17,4 km (a 30°); ROF almeno 12 c.min
*120/50 ITA: 23,1 kg x 19,6 km; ROF fino a 6-7 c.min
*130/40 FRA: 35 kg x 18,9 km ROF 4-5 c.min
*130/45 FRA: 32,1 kg x 20,8 km; ROF fino a 10-12 c.min
Fonte: vedi Naval Weapons (come al solito!)
Notare che persino in questa lista, molti cannoni offrono un livello di prestazioni superiore a quello del 135/45 italiano: il francese DP da 130/45 Mod 32, per esempio, era capace di arrivare a 20,8 km (+1,2 km) con munizioni da 32,1 kg (circa uguali) e con 10-12 c.min (fino al 100% maggiore ergo 2x).
A proposito dei cannoni italiani: la portata massima dei 120 mm inizialmente eccedeva i 20 km, ma poi la carica di lancio venne ridotta per ridurre la dispersione, per cui durante la II GM il raggio di tiro era sui 19,6 km. Però, attenzione: era pur sempre dipendente... dall'alzo. Quindi, a 45°, i modelli a canna singola installati sui 'Soldati' arrivavano a 19,6 km, però.. erano un cannone per nave (quando c'eram ergo 4 su 12 iniziali, e 9 su 17 totali). Gli altri impianti, due binati per nave, erano dei mod. 36 o 37, con alzo di 40 o 42°. Conseguentemente, è altamente incerto, nel confronto L/M e 'Soldati' chi avrebbe sparato per primo (in termini puramente teorici): quando dotati del 5o cannone, i 'Soldati' avrebbero sparato per primi (per circa... 130 metri); gli altri due cannoni binati, invece, se avevano 42° probabilmente avrebbero tirato approssimativamente allo stesso tempo (?) dei 120/50 inglesi, se con 40°, invece, un pò dopo. Per esempio, uno dei cannoni francesi, il Mod 19, da 130/40, aveva 18,9 km, ma il tipo migliorato Mod 24, solo 18,7 km, giusto perché l'alzo max era calato da 36 a 35°; un altro cannone francese, il Mod 23 da 138/40, aveva 16,6 km@28°, e 19 km@35° (2,2 km per 7° di differenza = 1° ogni 300 m). A quanto pare, per esempio, le installazioni delle corazzate 'Cesare' avevano 42° di installazione, eppure sono date per 19 km.
Quindi, parrebbe che gli unici caccia a poter sparare di poco, oltre la gittata dei cannoni inglesi fossero i 'Navigatori', 'Dardo' e 'Folgore' con il mod.26 e i suoi 45°. Peccato che fossero anche i cannoni più vecchi, e probabilmente, se non adeguatamente mantenuti, con armi e attrezzature più logore, e a bordo di navi non recentissime. Di sicuro, nella battaglia del 15 giugno 1942, non furono i 'Navigatori' a farsi notare per efficacia di fuoco (anzi.. fu uno di loro ad andare a fuoco, per una sola cannonata da 119/50 di una nave inglese; forse fu sfortuna, ma è uno stridente contrasto con la resilienza dimostrata dal similare HMS Beduin, di cui abbiamo già detto).
Gli 8 Oriani e Maestrale, pur essendo abbastanza recenti, ebbero affusti OTO con alzi di 33 o 35°, il che al massimo dava 18,2 km (con proiettile a 920 m/sec, ergo carica standard per i tempi della II GM).
Probabilmente, i cannoni da 120/50 con alzo a 40° arrivavano a circa 18,6-18,8 km, a 42° andavano a 19,3 km circa (?) e a 45° andavano a 19,6 km. Quel che è certo è che a 35° raggiungevano i 18,2 km, per cui 1,6 km erano racchiusi in 10° di alzo. I dati non sembrano del tutto congrui (probabilmente, il raggio di 19 km a 42° è sottostimato, e forse si riferisce agli affusti elevabili a 40 e non a 42°, visto che non mi pare possibile che 3° soli gradi facciano una differenza di 600 metri).
Da notare infine, una cosa: i cannoni da 135/45 erano in torri pesanti circa 40 tonnellate. Quando impiegati in torri trinate e pesantemente protette (fino a 120 mm), la loro installazione era pesante 105 tonnellate. Tanto per rendersi conto delle differenze nelle installazioni, i 'Dido' avevano torri binate da 133/50, le quali pesavano tra 85 e 97 tonnellate. Dunque, pur essendo binate e poco protette, pur essendo notoriamente 'anguste', queste torrette pesavano oltre il doppio di quelle italiane! E non solo, ma il loro peso era mediamente solo una quindicina di tonnellate inferiore rispetto a quello delle torri triple delle 'Doria', malgrado che queste avessero un cannone in più e una corazza tripla.
Il che potrebbe far pensare molto seriamente che, se vi fosse stato un cambiamento di installazione di cannoni, ipoteticamente, i Dido si sarebbero alleggeriti di ben 210 tonnellate, se avessero sostituito 5 torri da 133 con quelle da 135; e che avrebbero potuto persino, a parità di peso.. portare 4 torri triple delle 'Doria', per un totale di ben 12 cannoni da 135 mm (peso 420 t vs almeno 425); oppure, che avrebbero potuto trasportare, accettando un peso extra, 5 torri per un totale di 15 cannoni da 135/45, per giunta ben corazzati! (il peso extra, in questo caso, sarebbe stato al massimo di 90 t, oppure -calcolando 92 t come peso medio dei 133- 65 t). Al contrario, sostuitendo le 4 torri da 135 con quelle da 133, i 'Regolo' si sarebbero trovati un peso ingestibile (almeno +172 tonnellate per 4 torri).
Questo per dire come gli incrociatori tipo 'Dido' avessero evidentemente margini molto superiori rispetto ai 'Regolo', del resto erano anche il 33% più pesanti. E per dire di come, malgrado il calibro fosse inferiore e il numero di cannoni pari per ciascuna torre, in realtà i pesi in gioco fossero di un ordine di grandezza diverso. Quindi è sempre difficile giudicare solo in base al calibro, quanto davvero una nave deve 'soffrire' per portare l'armamento di progetto (Regolo: 168 t; Dido: circa 450 t, solo considerando le armi principali).
Contro i 'pesi massimi'
Quanto agli incrociatori più grossi, gli 'Arethusa' erano protetti più o meno al livello dei 'Dido', rispetto ai quali erano anche simili per dimensioni, peso e velocità. Ma l'armamento era del tutto convenzionale, con 6 cannoni da 152 mm e 4 (poi 8) da 102 mm, a parte le solite armi minori e lanciasiluri, più anche un idrovolante. Ad ogni modo, i cannoni inglesi da 152/50 mm erano le armi più importanti della categoria, anche se certo non le più potenti: vedi qui per le loro caratteristiche.
Detto questo, i proiettili da 50,8 kg degli 'Arethusa' erano lanciabili fino a 23 km e quello che è stato detto per i pezzi da 133 valeva a maggior ragione per queste armi, anche se la cadenza di tiro era leggermente minore: ma da sole esse davano una bordata (tre torri binate) di oltre 300 kg. A questa si aggiungevano i pezzi da 4 pollici, ergo 102 mm, che con 4 armi per lato potevano sparare oltre 60 kg a salva, limitate a circa 15 km di raggio d'azione, ma ripetibili per 15 volte al minuto. Se un 'Regolo' si fosse avvicinato entro il loro raggio d'azione utile, per perforare la cintura dell' 'Arethusa' o silurarlo, avrebbe dovuto fare quindi i conti con armi leggere, ma abbastanza potenti da danneggiare gravemente una nave priva di protezione, e capaci complessivamente di circa 60 colpi al minuto, ergo 1 al secondo. Di fronte alla bordata da 360 kg di queste navi, più o meno come i 'Dido' con 10 cannoni (sebbene con distribuzione di gittata ed efficacia dei proiettili notevolmente variabile rispetto ai 133), i 'Regolo' potevano far conto su di una bordata da circa 290 kg, notevolmente inferiore (circa il 20%) e senza vantaggi medi di cadenza di tiro e gittata.
I piccoli 'Arethusa' erano però una minaccia di poco conto rispetto ai più grossi tipi 'Leander' con 4 torri binate da 152, corazza un pò superiore e per il resto con caratteristiche simili. Peggio ancora i 'Town': sempre armati di 4 torri da 152 mm sì, ma del tipo trinato, quindi ben 12 armi. Anche se talvolta una torre veniva sbarcata o non installata, a vantaggio di armi antiaeree (questo successe quanto meno con i tipi 'Fiji' e simili, di costruzione bellica, un pò più piccoli), queste unità erano armate da subito con 8 pezzi da 102 mm e per giunta, corazzate molto meglio dei tipi precedenti (cintura 101 mm, torri fino a 101 mm, ponti 51 mm ecc), tanto che potevano incassare facilmente colpi sulla cintura anche da poca distanza, se non nulla, così vale anche per le torri d'artiglieria. Anche se, come abbiamo visto con le 'Littorio', i colpi sulla cintura non sono facilmente ottenibili, di certo avere una cintura, quando le distanze di tiro diventano medio-corte, aiuta non poco alla sopravvivenza delle navi da guerra, e non c'é nessuna ragione per preferire non averne affatto rispetto ad averne una, sia pure di estensione ridotta. Molto più utile, comunque sia, la protezione diretta ai depositi munizioni, con ponti e alle volte, interi 'box' che li proteggevano, nel caso delle navi inglesi, anche con spessori di 101 mm.
Per quello che riguarda le munizioni: non solo i 152 mm ne avevano molte (200 c/min), ma le sparavano in fretta( 5-6 c.min), e la carica di scoppio, nei tipi HE, era considerevole (3,6 kg, ergo il 50% più degli anemici proiettili italiani paricalibro).
Per quel che riguarda la protezione delle torri in dettaglio: i primi 'Town' erano provvisti di corazze di poco spessore, solo 25 mm, un evidente punto debole perché buoni solo per parare le schegge. Questi erano i 'Southampton'. Altri tipi successivi, come gli 'Edimbourg' ebbero corazze da ben 101 mm frontali, e 51 mm laterali. Infine, gli ultimi tipi bellici, i 'Jamaica', ebbero invece 51 mm frontali e superiori, e 25 mm laterali, a malapena sufficienti per parare i colpi di medio calibro. Questo è rispecchiato dai pesi di questi impianti, a seconda dei quali arrivavano infatti a 148 t (25 mm), o 185 mm (101-51 mm); oppure 163 t (51-25 mm). Del resto i Crown Colony erano più leggeri e non avrebbero potuto sopportare lo stesso peso, per ben 4 torri, dei 'Town' (tanto che spesso una loro torre venne rimossa per far posto a più armi a.a.).
Da notare come il destino non si curò di questi incrementi. Il ben corazzato Gloucester, infatti, andò a picco lo stesso giorno del più leggero Fijii, entrambi colpiti da aerei tedeschi vicino Creta!
I cannoni dei 'Regolo' non sarebbero mai stati sufficienti contro un tale volume di fuoco (9 o più spesso, 12 cannoni), né avrebbero potuto perforare le corazze di questi bestioni; non restava molto altro da fare, all'infuori di un'azione silurante a sorpresa (poco probabile, con i radar alleati) e soltanto la fuga li avrebbe aiutati. Del resto queste sono navi da 5.000 tonnellate, di classe ben diversa rispetto agli incrociatori da 9-10.000 tonnellate.
Scontrarsi con gli incrociatori pesanti tipo 'County' sarebbe stato forse anche più pericoloso. Benché solo leggermente protetti (la cintura, praticamente antischegge, aveva solo 25 mm di spessore, e solo pochi incrociatori vennero caricati da una cintura corazzata più spessa), questi incrociatori avevano infatti 8 cannoni da 203 mm, capaci di sparare proiettili da oltre 100 kg fino ad oltre 27 km. La potenza di fuoco risultante sarebbe stata sufficiente per sopraffare qualunque speranza dei 'Regolo', specialmente quando, avanzando la guerra, la localizzazione con i radar avrebbe reso aleatorio ogni tentativo di avvicinarsi a breve raggio di grandi unità navali.
E gli americani? Discorso simile, ma i tipi più simili erano gli Atlanta. Grosse navi da circa 9.000 tonnellate, discretamente blindate (fino a circa 90 mm), erano mezzi bellici superiori ai 'Dido', ma non necessariamente dei migliori mezzi antinave. Il fatto che i cannoni da 127/38 americani fossero delle eccellenti armi a.a. era pagato con il fatto altrettanto chiaro, di una gittata non eccezionale (circa 16 km), troppo poco per molte occasioni di tiro pratico. Di notte o con cattivo tempo sarebbe stato sufficiente, ma in condizioni ideali, di giorno e con buona visuale, non lo era.
Tuttavia, pensare che i circa 3,5 km di vantaggio dei cannoni dei 'Regolo' sarebbero stati sufficienti per 'regolare' la questione stando a distanza sufficiente, è molto utopico, sebbene qualche proiettile avrebbe potuto arrivare a segno in queste condizioni. Ben difficilmente, però, avrebbe determinato risultati catastrofici per gli 'Atlanta'. Se questi fossero stati avvicinati ancora al pieno della loro capacità, 16 cannoni da 127 con bordata di 12-14 per lato, sarebbero stati sufficienti per disintegrare qualsiasi speranza di vittoria dei 'Regolo' (oltre 200 c./minuto vs 48, con un rapporto di bordata di circa 4:1). Vale sempre la regola della scelta sulle munizioni: obbligatoria per i 'Regolo' sarebbe stata quella delle SAP. Nient'affatto ricambiata dagli 'Atlanta', che avrebbero potuto contare sulle ben più potenti granate HE per infliggere danni letali a navi sprotette come quelle italiane. Queste ultime avrebbero dovuto essere quindi molto prudenti, e pronte a scappare se le cose si fossero messe male. Non avrebbero avuto nulla da guadagnare da un confronto ravvicinato con gli Atlanta e se è per questo, con nessun altro tipo di nave. Infatti, non avevano corazzature protettive e questo da solo, è un grossissimo handicap, già in termini psicologici.
Infine, il discorso dei cacciatorpediniere anglo-americani. E' vero, sarebbero stati sopraffatti dai 'Regolo', in una disfida SINGOLA; ma i caccia difficilmente andavano da soli, per non parlare della tenacia che spesso dimostrarono in azione anche contro nemici più potenti. Poniamo che un 'Regolo' avesse incontrato 3 caccia britannici (per non dire di quelli USA), uno con 4, uno con 6 e uno con 8 pezzi da 120 mm. In tutto ben 18 cannoni, capaci di tirare fino ad oltre 15 km (distanza sufficiente e forse eccedente rispetto a quello che serve in una battaglia navale, specie se condotta in velocità e per un certo tempo, come è normale negli scontri d'artiglieria), proiettili da quasi 23 kg. In tutto i tre caccia inglesi avrebbero potuto, in un raggio di oltre 15 km, sparare un massimo teorico di ben 180 colpi/min, vale a dire ben 3 al secondo! E ciascuno di essi sarebbe stato sufficiente per dare un grave danno al 'Regolo', per esempio all'apparato motore, oppure ai gruppi d'armamento. Da notare che i cannoni da 127/38 mm, in genere, avevano i proiettili HE, o 'common', capaci pur sempre di perforare 38 mm a 9 km di distanza, ma con molto più esplosivo dei tipi AP.
'Regolo': fu vera gloria? Beh non esattamente...
In tutto, i pur pregevoli 'Regolo' erano mezzi che non valevano il loro costo. Questo per almeno 6 ragioni importanti:
1) anzitutto, come si è visto, la loro estrema caratterizzazione 'velocistica' non gli permetteva di indossare opportune protezioni, che li rendeva fatalmente sia un buon bersaglio, che vulnerabili (nonché bersagli relativamente grandi, parliamo di navi lunghe 143 metri e assai alte sul mare) al tiro nemico, non importa quanto fosse piccolo il cannone usato. Ricordate, il coriaceo Beduin, benché devastato da più di 10 cannonate calibro 152 mm, era ancora capace di sparare e di navigare, riuscendo ad abbattere anche il Savoia che lo assalì col siluro. Molto probabilmente, sarebbe riuscito altrimenti a salvarsi, nonostante il diluvio di cannonate degli incrociatori italiani. Non c'é ragione per pensare che i 135 mm sarebbero stati capaci di distruggere meglio dei 152, il loro bersaglio.
E questo, senza parlare della battaglia di Leyte, quando persino piccoli cacciatorpediniere fecero letteralmente miracoli, pur di contrastare le forze pesanti dei Giapponesi. Per cui attenzione a sottovalutare le siluranti di scorta. E al contempo, a dimenticarsi di come il veloce 'incrociatore di carta' Colleoni venne immobilizzato da un paio di cannonate a segno, di cui una all'apparato motore.
Quindi, i 'Regolo' avrebbero dovuto avere almeno una blindatura sufficiente contro i cacciatorpediniere nemici, o almeno- buona abbastanza per forzarli a scegliere le munizioni AP anziché le HE. Cambiare 4-5 nodi per 40-50 mm di acciaio alla cintura (per difendere l'enorme apparato motore) sarebbe stato molto più sensato.
2) Cavalli sprecati! Con quell'apparato motore sarebbe stato possibile costruire persino una portaerei. L'Aquila italiana, per esempio, ebbe 4 gruppi motori, praticamente uguali ai 2 dei 'Regolo', ma depotenziati a 150.000 cavalli complessivi (già un valore enorme), ma c'erano agevolmente oneste navi da battaglia o portaerei capaci di viaggiare anche con potenze dell'ordine dei 100.000 cavalli. Le stesse corazzate italiane rimodernate non raggiungevano nemmeno i 100.000, ma erano largamente superiori a qualsiasi 'Regolo'.
3) L'idea del 'supercacciatorpediniere/incrociatore' velocissimo, armato con capacità essenzialmente antinave, era una farneticazione italiana dovuta al combattere la Francia contro cui l'Italia aveva da schierare lo stesso tonnellaggio di navi, a causa del trattato di Washington. Cosa che fu assurda perché i Francesi avevano un impero coloniale e interessi globali molto più grandi di quelli italiani, specie all'epoca dei fatti (primi anni '20), quindi la 'parità' fu veramente un affronto per Parigi. E lì gli italiani avrebbero avuto senz'altro la mano migliore anche senza forzare più di tanto contro i francesi, perché questi ultimi erano divisi tra Mediterraneo e due altri oceani, quindi mai avrebbero potuto schierare verso gli italiani lo stesso livello di forze, dovendo divederle su fronti molto lontani. Nemmeno la flotta inglese del Mediterraneo poteva surclassare la flotta italiana nel 1940-42.
4) Non c'era una singola classe di incrociatori nemici -a parte qualche vecchio residuato della Grande guerra- che non avrebbe potuto quanto meno battersi alla pari, se non nettamente da vincitore, contro i 'Regolo'. Anche qui: non dimentichiamoci quello che un singolo incrociatore, nel posto giusto, poteva combinare ad una flottiglia nemica. Un esempio fu l'incrociatore Trinitad, che respinse una flottiglia di grossi caccia tedeschi in caccia ai convogli, affondando lo Z26 (e andando vicino ad ... affondare se stesso, con un siluro che anziché finire la sua vittima, corse in circolo e sfasciò il Trinitad stesso!), nave non molto inferiore ad un 'Regolo'. E sopratutto, l'AJAX, uno dei piccoli, ma letali incrociatori inglesi che divennero una sorta di 'bestia nera' per la RM. Durante la battaglia di Capo Passero (che persino l'autorevole S.Militare liquida come 'scontro navale', irridendo Wikipedia che invece la considera -correttamente- una battaglia navale), respinse un'intera formazione di siluranti italiane, incassando 7 cannonate da 100 e 120 mm, senza danni gravi; ma affondando due torpediniere e danneggiando due modernissimi cacciatorpediniere (tipo 'Soldati'), uno dei quali fu poi raggiunto e finito successivamente dalla RN. La differenza, presto notata anche dagli italiani, fu che i cannoni da 120/50, seppur molto potenti, non erano abbastanza efficaci contro un incrociatore anche solo moderatamente blindato. Dal punto di vista dell'Ajax, probabilmente, il 'Regolo', seppur più potentemente armato, sarebbe stato forse solo un bersaglio più grosso (e altrettanto vulnerabile delle piccole siluranti), visto che comunque sia, lo sbilanciamento tra protezione e potenza di fuoco è comunque a vantaggio di una parte sull'altra, e non di poco.
5) gli incrociatori 'da 40 nodi' non erano una novità per la RM. S'erano già visti. Addirittura oltre 10 anni prima dei 'Regolo'. Erano i Condottieri di prima e seconda serie (Da Barbiano e Da Giussano), da circa 5.000 t. Erano una sorta di 'contro-torpediniere', ed erano ben noti come 'incrociatori di carta'. Belle navi, ma pressoché prive di protezione. Eppure, avevano pur sempre delle dotazioni che ben si possono definire 'minimo sindacale'. Per esempio, 8 potentissimi cannoni (ma imprecisi, e poi 'ridotti' opportunamente a livelli 'normali' calando le cariche di lancio), di calibro standard -152 mm- e non intermedio tra quello degli incrociatori e quello dei cacciatorpediniere. C'erano anche 6 cannoni da 100 a.a. E anche un minimo di corazzatura protettiva, che non guastava, con una cintura di 24 mm più 18 mm interni. Erano quindi altrettanto veloci (alle prove giunsero fino a 42 nodi!), più armati e meglio protetti dei 'Regolo'. Eppure, la RM non ne fu soddisfatta e con le ultime 3 serie passò prima a navi più equilibrate, aumentando il dislocamento a circa 7.000 tonnellate. Poi, con l'ultima serie, arrivarono a ben 9.000 tonnellate. Ma i cannoni passarono a 10 (più 8 secondari), e sopratutto, quest'incremento andò alla corazzatura, che alla cintura raggiunse i 130-142 mm!
E il risultato fu pagante: tutti e sei i primi Condottieri andarono distrutti in guerra, contro solo 2 degli altri 6, e nessuno dei due 'Abruzzi' (benché entrambi silurati)! Dunque, è chiaro che costruire incrociatori sprotetti, specie nel Mediterraneo, NON era una buona idea. Dunque, perché 10 anni dopo i progettisti italiani ci ricascarono, per giunta con navi più piccole, meno protette e meno armate? L'evoluzione naturale dei 'Condottieri', invece, era stata così illuminante da non dover ritenere necessario alcun 'bis', per giunta confermata dalle prestazioni belliche! Certo che anche un 'Abruzzi' sarebbe affondato con 3 siluri beccati, a Capo Spada: ma questo accadde al Colleoni perché -a differenza degli 'Abruzzi'- non aveva alcuna protezione che fermò le granate esplose contro il suo apparato motore, immobilizzandolo e condannandolo ad essere un tragico bersaglio! Un 'Abruzzi', nelle stesse condizioni, semplicemente non si sarebbe fermato!
Ecco il livello di protezione e di dislocamento dei 5 gruppi 'Condottieri':
*4 Da Giussano '5.000 tons' (servizio 1932):
7.000 t p.c., 169,3x 15,5 m; cintura 24 mm + 18 mm paratie; ponti 20 mm, torri 23 mm, torrione 40 mm; 95.000 hp; 37 nodi (42 a 5.600 t; 32-33 nella II GM); 3.800 mg a 18 kt (1.250 t carburante)
*2 Da Barbiano: migliorati rispetto agli altri: cintura 42 mm (o era sempre 24+18?)
*2 Montecuccoli: 7.000 t (1935)
8.990 t pc, 182,2x 16,6 m, cintura 60 + 25 mm, ponte 30 mm, torri 70 mm, torrione 100 mm; 106.000 hp; 37 nodi; 4.120 mg a 18 kt (1.300 t)
*2 Aosta: '9.000 t' (1936)
10.843 p.c., 186,9 x 17,5 m; cintura 70 mm + 25 mm ; ponti 35 mm, torri 90 mm, torrione 100 mm; 110.000 hp; 36,5 nodi; 3.900 mg a 14 kt (1.680 t)
*2 Abruzzi: '9.000 t' (1937)
9.195-11.260 t p.c.; 187x18,9 m; cintura 30+100 mm; ponte 40 mm; torri 135 mm, torrione ? mm; 102.000 hp; 33,5 nodi; 4.500 mg a 20 kt (1.250 t)
Da confrontarsi con l'HMS Southpampton ( '9000 t', 1937): 12.200 t pc; cintura 114 mm, ponti 51 mm, torri 51 mm (25 mm?), 75.000 hp e 32 kt (7000 mg a 14 kt)
Ogni commento è superfluo: 'bigger is better', senza alcun dubbio!
6) Infine, una notazione per supportare quanto sopra: nel dopoguerra non soltanto non vi furono altre costruzioni di questo tipo, a parte forse i 'Kynda' sovietici (che però erano navi missilistiche in funzione anti-portaerei, non certo navi 'veloci' per sopraffare altri cacciatorpediniere o attaccare convogli). La follia tecnologicamente ebbra di costruire navi 'grandi' ma capaci di 40+ nodi era illusoria, con il potere aereo ben radicato già dai primi mesi di guerra. I 'Dido' saranno stati meno spettacolari quanto a potenza e a velocità, ma erano molto più adeguati, seppure tutt'altro che perfetti (d'altro canto gli americani 'Atalanta', ben più grossi, erano nettamente superiori come navi antiaeree, ma la portata dei loro 16 cannoni -con bordata di ben 14!- era un attimino insufficiente contro altre grosse navi, superando di poco i 15 km).
Guarda caso, i 'Dido' erano capaci di combattere contro avversari di superficie, MA erano essenzialmente navi antiaeree (cannoni con alzo da 70°), idem gli 'Atalanta'; i 'Mogador', essendo pur sempre cacciatorpediniere, avevano almeno una capacità antisommergibile (con cariche di profondità); mentre i 'Regolo' erano 'antinave' e basta, fidando sul costosissimo concetto della velocità per sfuggire alle minacce nemiche, ma con un armamento a.a. insufficiente rispetto alla minaccia aerea. Dimostrazione provata: i cannoni da 135 erano sì utili nel tiro a.a., ma soltanto in funzione di sbarramento o poco oltre, avendo un alzo di soli 45°, tanto che dei 1.280 colpi di bordo +260 illuminanti solo 84 (10,5 salve equivalenti, ergo circa 90 secodi!) erano 'antiaerei', mentre le cartucce normali erano VR, ovvero a 'vampa ridotta' che era chiaramente utile per azioni antinave notturne, certo non per il tiro antiaerei.
Nel dopoguerra, per capire veramente come andavano le cose (anche per chi non aveva, e non ha, capito la questione), i due 'Regolo' dati ai Francesi vennero equipaggiati semplicemente con tre vecchie torrette tedesche da 105 mm (sempre meglio di niente, apparentemente). I due 'Regolo' italiani ebbero invece la sostituzione dei pezzi da 135. E le armi che li sostituirono furono -guarda un pò- tre torri binate da 127/38 mm americane e un lanciabombe antisommergibile. In pratica, l'armamento anti-superficie venne fortemente ridotto a vantaggio di una batteria di efficaci armi antiaeree e antisommergibile.
In altre parole, i prestigiosi 'Regolo' hanno avuto un armamento paragonabile a quello di un cacciatorpediniere 'Gearing', ma con uno scafo e un apparato propulsore più costosi e potenti di almeno il 50%. Ecco perché a nessuno è importato di seguire i delirii tecnici italiani: come unità antinave servivano mezzi più piccoli e leggeri, possibilmente missilistici, mentre come unità ASW e antiaeree serviva sopratutto un equipaggiamento sufficiente e valido, e 30 nodi circa erano più che sufficienti, anche per eventuali azioni antinave contro la maggior parte dei nemici ipotizzabili. In altre parole, i 'Regolo' erano l'ultimo esempio del futurismo italiano, dove tutto doveva essere moderno e per essere 'moderno', doveva essere veloce. Anzi, il più veloce, non sia mai che il resto del mondo avesse qualcosa di migliore di noi.
Questa tradizione, nonostante tutto, almeno da noi sarà replicata anche nel dopoguerra (del resto, le 'Lupo' sono per certi versi, dei degni lontani discendenti, essendo navi velocissime ed essenzialmente antinave), ma se non altro, con maggiore senso delle necessità reali, e sopratutto senza più fare le gare di velocità con i Francesi.
And the winner is....
Beh, le domande, in realtà, sono più di una e quindi ci vogliono più risposte..
Vs i DIDO: data la maggiore gittata, il Dido avrebbe potuto teoricamente ingaggiare i 'Regolo' prima ancora che questi arrivassero a tiro; in teoria, circa 3-5 salve potevano essere tirate, abbastanza da rovinare l'avvicinamento dei 'Regolo' e per aggiustare il tiro, colpendo poi con maggiore efficacia quando sarebbe stato il momento per rispondere, da parte della nave italiana. Nessuna delle due navi era nettissimamente più potente dell'altra, ma i Dido erano difficili da distruggere per i 135 mm, mentre i Regolo potevano essere distrutti anche e sopratutto con le granate HE. Maggiore cadenza di tiro e capacità di fuoco potevano distruggere con una certa facilità i 'Regolo', anche perché questi ultimi, per gran parte del loro scafo, erano riempiti di armi o di motori, il che significava colpi alla mobilità, alla potenza di fuoco, o addirittura distruzione totale tramite esplosione delle munizioni. In teoria, basterebbero una mezza dozzina di colpi a segno, per avere ottime probabilità sia di azzoppare, che di distruggere i 'Regolo'. I 'Dido', invece, erano 'assicurati' perché i depositi di munizioni, nonché la sala macchine, erano praticamente irraggiungibili per i 135 mm alle 'normali distanze di tiro' (circa 10-16 km). La velocità dei 'Dido' era più bassa, ma sufficiente per l'evento tattico di per sé. E se il 'Regolo' si fosse azzoppato, avrebbe poi rischiato di non poter scappare all'eventuale inseguimento.
Vs Arethusa: Vedi sopra, sostanzialmente, anche se a mio avviso i 'Dido' sarebbero superiori con 10 pezzi da 133 o grossomodo pari con 8 pezzi da 133 o 6 da 152 mm. Anche gli 'Arethusa' sono navi più equilibrate, e certo che per una nave quasi altrettanto grande, è difficile sfuggire senza alcuna protezione. La gittata degli Arethusa è anche maggiore, gli effetti -anche se con una cadenza minore- sono molto 'impressionanti' su grosse navi sprotette. Anche qui, difficilmente vincerebbe il 'Regolo'. Certo che gli converrebbe scappare piuttosto che restare e rischiare.
Vs Leander: Vedi sopra, ma con il 33% di potenza di fuoco in più per i 'Leander', che diventano decisamente sopra le capacità del 'Regolo'.
Vs Town/Crown Colony: Sono abbastanza potenti per combattere con due 'Regolo' in contemporanea. Non devono temere granché i loro cannoni, certo molto meno di quanto i 'Regolo' devono temere i 152 mm.
Vs County: Sebbene grossi e sprotetti, con cannoni con gittata e potenza enormemente maggiori, la cosa migliore che può fare il 'Regolo' è stargli alla larga. Anche qui, è possibile qualche colpo fortunato, ma è troppo pericoloso tentare un simile colosso.
Vs cacciatorpediniere: Contro uno (UK, Francia o USA), vittoria pressoché sicura (ma sempre stando attenti ai 'colpi di coda', per la ragione solita: niente protezione). Contro due, pari. Contro tre, meglio fuggire alla massima velocità, troppo difficile e lungo metterli KO tutti, per poi eventualmente attaccare le navi scortate. Questo specialmente, se vi sono navi con forte armamento di cannoni e pure di siluri (un conto sono 3 'A' e un conto 3 'J').
Vs Atlanta: battaglia difficile, perché almeno all'inizio, il 'Regolo' sparerebbe per primo, e potrebbe mantenere la distanza di tiro favorevole. Però non potrebbe vincere senza avvicinarsi a sufficienza, e questo significa subire danni potenzialmente elevati quando si volessero mettere KO l'incrociatore americano.
Vs super-cacciatorpediniere francesi: In uno scontro uno-vs uno, teoricamente, il 'Regolo' riuscirebbe a vincere, sebbene, al solito, senza assoluta certezza, perché entrambi i contendenti sono sprotetti, e perché entrambi hanno armi con forte gittata e potenza, nonché alta velocità per variare rapidamente le condizioni di combattimento. In teoria, a dire il vero, i 'Mogador' avrebbero potuto superare in potenza di fuoco i 'Regolo'. Purtroppo, però, essi erano pur sempre navi da guerra limitate, e al livello di un grande cacciatorpediniere piuttosto che di un incrociatore. Capite quale è il problema? L'ideale sarebbe stato quello di avere un cacciatorpediniere con armamento efficiente ed efficace come i 'Le Fantasque' (2.600-3.300 t). Però, questi ultimi caccia erano armati solo con 5 pezzi da 138 mm, troppo poco per uno scontro alla pari. I 4 impianti binati da 138 dei 'Mogador', però, erano troppo pesanti anche per una nave da 3.300 t, 4.000 t a pieno carico. L'armamento a.a. era poi assai scarso, così come la maneggevolezza (data la scarsa potenza dei generatori di bordo, per una serie di sistemi elettrici), e la stabilità non era propriamente brillante. Nell'insieme, un avversario temibile, ma non ancora al livello dei 'Regolo', non su di uno scontro 1:1. In caso di incontro, comunque sia, entrambi i contendenti avrebbero fatto meglio a dare gas e ad evitarsi, per quanto possibile (cit. Da Zara e il suo 'tragica consensualità del combattimento navale').
Vs La Galissonnière: ehy, questi sono incrociatori! 7.600 tonnellate standard, ma tre torri triple da 152 mm, dei cannoni di questo calibro più potenti di tutti! Dato lo scafo relativamente piccolo, con un ridotto corazzato corto perché relativo a sole tre torri, la cintura corazzata era spessissima per una nave 'classe 7.000', (105 o 120 mm, a seconda delle fonti), così come le torri e barbette. Erano delle navi appena meno potenti dei 'Garibaldi/Abruzzi'. Erano anche assai veloci (32-35 nodi, a seconda delle fonti), praticamente più di qualsiasi altro incrociatore della loro età (metà anni '30).
Stando a Wikipedia abbiamo, con 100.000 hp, i 'Garibaldi' arrivavano a ben 35 nodi, 4.125 nm a 13 kt, oppure 1.900 nm a 31 kt. Per arrivare a questa autonomia, però, la dotazione di carburante arrivava a ben 1.725 t. Ad ogni modo, in guerra è probabile che non riuscissero a superare i 32 (v. Gaudo, dove non ottennero nulla).
Gli incrociatori La Galissonniere avevano 4 turbine per 84.000 hp. Venivano facilmente mantenuti 31-32 nodi, e potevano sfiorare i 35,5 kt in prova. Nemmeno dopo il logorio della guerra, e l'aumento del dislocamento a 10.850 t, essi avevano problemi a mantenere 32 nodi. L'autonomia era di 5.500 nm (10.200 km) a 18 nodi e 3.060 km a 34 kt.
La Galissonnière vs Garibaldi
-autonomia economica: -6.800 nm (12.600 km) @ 14 kt vs 7.640 km @ 13 kt
-autonomia max: -1.650 nm (3.060 km) @ 34 kt vs 3.520 km @ 31 kt
In sostanza, si tratta di navi molto buone anche come autonomia, malgrado i tanti compromessi che in un progetto devono essere fatti per garantire anche velocità, potenza di fuoco e protezione.
E certo, non avrebbero avuto molto da temere da un 'Regolo', per cui anche qui, sarebbe stato altamente consigliabile per quest'ultimo 'filare' alla massima velocità.
Vs altre navi: per gli incrociatori pesanti USA e francesi: vale (almeno) quel che è stato detto per i 'County'. Incrociatori leggeri americani col 152 mm (Brooklyn e successivi): idem che per i 'Town'.
Approfondimento: il pezzo da 120/50 inglese Mk XI
Detto dei 'Regolo' vs 'Dido' in generale, è bene lanciare un piccolo approfondimento sulle armi dei cacciatorpediniere britannici. Abbiamo visto come il 133 mm fosse una buona arma (molto meno bene per la torretta di per sé, troppo angusta per valorizzarne la cadenza di tiro teorica); e che il 114 fosse un valido cannone, il cui calibro è ancora lo standard della RN.
Ma, per quello che riguarda i cannoni da 119 mm/4,7 in (o 120 mm, che dir si voglia, arrotondando un pò), che situazione c'era?
Da un lato, erano estremamente rapidi ed affidabili, tanto che potevano arrivare fino a 10 colpi al minuto, molto meglio di un normale cannone a caricamento manuale: era una cadenza circa il 50% meglio dei 6-7 colpi dei cacciatorpediniere italiani. Questi avevano cannoni di maggiore potenza, tanto che arrivavano a 19 km abbondanti, mentre i 120 inglesi si fermavano sui 15. Per giunta, almeno in certe condizioni ottimali, i caccia italiani avevano una sofisticata attrezzatura di tiro che gli rendeva possibile eseguire azioni di fuoco a lungo raggio (specie i tipi più moderni). Non solo, ma i proiettili erano leggermente più pesanti e penetravano, presumibilmente, più corazze protettive (ma non in maniera apprezzabile, apparentemente) dei pezzi da 120 inglesi. In altre parole, se i cacciatorpediniere inglesi riuscivano ad arrivare a distanza di tiro utile, potevano surclassare le navi italiane similari, il che non è poi così difficile perché un ct non è mai molto stabile, e sparare con costanti centri sul bersaglio, a distanze superiori ai 12-15 km è difficilissimo: è pressoché impossibile decidere a tali raggi l'esito di un combattimento. E navi come i Jervis potevano sparare anche 60 colpi al minuto anziché 30-36 come i Soldati (con 5-6 cannoni).
MA, sebbene fossero armi del tutto rispettabili, i 120/45 erano troppo deboli come armamento, in un periodo storico in cui gli italiani avevano armi paricalibro ma più potenti, i francesi avevano cannoni da 130 e 138 mm, e i tedeschi erano arrivati al 127 e persino al 149 mm! Così non sembrò possibile rinviare un nuovo salto nel progresso tecnologico, con nuovi cannoni da 120/50 mm. Questi, però, apparvero solo con gli L e gli M, cacciatorpediniere molto più costosi dei tipi precedenti e così, non sostituirono mai totalmente i vecchi tipi da 120/45. Piuttosto, saranno i 114 mm ad averne l'onere.
I motivi della superiorità dei cannoni di nuovo modello britannici da 120/50 mm rispetto ai vecchi tipi sono presto detti:
1-anzitutto sono lunghi 5 calibri in più, ergo di quasi 60 cm. Questo permette di sfruttare meglio la potenza delle cariche di lancio
2-le cariche di lancio di per sé sono più potenti (circa 7 kg vs 6)
3-l'alzo della torretta arriva a 50° anziché é 30 o 40, il che permette di sfruttare appieno la massima gittata balistica possibile con un cannone
Già da tutto questo ne consegue che un cannone da 120/50 può tirare a distanze di oltre 19 km anziché meno di 16. Non solo, ma qui si parla non della solita granata da 23 kg scarsi, ma di una pesante circa 28 kg. Ergo, è possibile contemporaneamente sparare proiettili più pesanti e a gittate maggiori, in entrambi i casi di oltre il 20%. Quanto alla cadenza di tiro, essa è di almeno 9 colpi al minuto, grossomodo comparabile con i 10 c./min dei cannoni più vecchi. La differenza é pressoché irrilevante, anche perché le armi più vecchie, essendo molto più 'manuali' dipendono dall'addestramento e dalla freschezza dei serventi. Del resto le armi più moderne sono maggiormente automatiche e quindi dipendono maggiormente dall'efficienza delle attrezzature. Chiaramente, un'arma più complessa, addirittura d'avanguardia per l'epoca, era più propensa ad avarie, anche gravi. Ma tecnicamente non c'é alcun dubbio sulla sua superiorità
Altre importanti caratteristiche:
1-la torretta era totalmente chiusa, il che sarà stato disagevole in climi caldi, ma era meglio in tutte le altre condizioni, anche come protezione da esplosioni e piccole schegge
2-ogni cannone aveva una culla indipendente, così come l'alzo. Inoltre essi erano largamente spaziati tra di loro. L'esperienza insegnava che i cannoni molto vicini, sparando, si influenzavano negativamente, e in genere ci voleva una distanza di almeno 10 calibri per annullare tale problema. Questi cannoni britannici avevano sia una notevole distanza tra di loro (sufficiente per risolvere tale questione più o meno totalmente), che un sistema d'alzo e rinculo indipendenti, che una torretta di per sé più pesante e quindi, intrinsecamente stabile. Tutto questo ne faceva armi superiori in precisione, oltre che in potenza e gittata.
4-Inoltre il proiettile era più lungo e quindi stabile e aerodinamico, nonché contenente più carica esplosiva, quindi era più distruttivo.
Cosa ci si poteva fare con i nuovi 120/50?
1-anzitutto, combattere su di un piede di parità i migliori cacciatorpediniere nemici, ovvero le navi pariclasse.
2-combattere in condizione di netta superiorità i cacciatorpediniere più vecchi, le torpediniere e le cannoniere
3-combattere in condizione di inferiorità ma non particolarmente marcata, anche navi più grandi. Un tipico nemico di cui guardarsi, per i cacciatorpediniere dell'epoca, era l'incrociatore leggero. Esso, tipicamente, aveva una corazza sui fianchi di circa 76 mm (3 pollici) e un ponte corazzato, diciamo, con 30-38 mm di acciaio. Bene: il vecchio cannone da 120/45 poteva perforare la corazza verticale solo a meno di 6 km, il nuovo 120/50 ci riusciva (in condizioni beninteso ottimali, ovvero con un minimo angolo d'impatto, ma la cosa vale a maggior ragione per il vecchio cannone) ad oltre 10 km. Questa era una distanza molto più confortevole per affrontare un nemico ben armato, contro cui era pericoloso avvicinarsi più di tanto. Non solo, ma i ponti corazzati, quasi invulnerabili con i vecchi cannoni da 120 mm, qui lo erano molto di più, perché a parità di calibro, questi proiettili pesavano circa il 20+% in più, e impattavano con un angolo superiore e quindi, migliore per colpire un ponte. Così se i vecchi tipi perforavano, diciamo, 25 mm alla massima distanza, questi potevano arrivare più lontano e magari bucare 40 mm.
Questo significava che un incrociatore leggero dotato, diciamo, di 70 mm di cintura e 30 mm di ponte era teoricamente invulnerabile (nelle parti vitali) al vecchio 120 mm oltre i 7 km circa; ma quella stessa nave era vulnerabile fino a 11+ km al nuovo cannone, per giunta era nuovamente vulnerabile diciamo sopra i 15 km (sui ponti corazzati). La possibilità di sparare a quasi 20 km di distanza era un 'bonus', perché permetteva di rispondere al fuoco anche in scontri a forti distanze, insomma nella quasi totalità delle battaglie navali tipiche della II G.M. E gli incrociatori leggeri (e anche alcuni pesanti) non erano praticamente mai al sicuro contro navi così armate, nemmeno quando aprivano il fuoco a forte raggio.
4- Il nuovo cannone era anche superiore come arma da bombardamento costiero, perché poteva colpire obiettivi più nell'entroterra e/o stare maggiormente distante dalla costa
5- il nuovo 120/50 era anche un'arma molto migliore nella vitale lotta contraerei, la minaccia più grave per i cacciatorpediniere in Europa. I vecchi cannoni erano quasi inutili, ma questi erano, se non armi 'a doppio ruolo', delle armi a 'un ruolo e mezzo'.
Poi, detto tutto quanto sopra, é chiaro che non si possono costruire le Ferrari con la stessa facilità delle Punto. In tempo di guerra l'arma migliore י quella di cui puoi fare uso quando ti serve, e che funziona. I nuovi 120/50 mm erano troppo complessi e costosi perché l'industria inglese li potesse produrre in quantità. I primi cacciatorpediniere britannici 'bellici' ebbero addirittura cannoni da 102 mm, troppo piccoli come armi antinave, ma molto migliori come armi antiaeree; la gran massa dei cacciatorpediniere britannici 'bellici' ebbero i vecchi pezzi da 120/45, e spesso soltanto in affusti singoli, molto più limitati ma anche più economici e rapidi da costruire. Infine, verso la fine della guerra i nuovi caccia ebbero i cannoni da 114 mm (4,5 pollici) che erano quasi potenti quanto i pezzi da 120/50, ma erano armi pienamente antiaeree (alzo fino a 85°, cadenza di tiro una dozzina di colpi al minuto). A questo calibro, sia pure con armi del tutto diverse, la Royal Navy è rimasta fedele fino ad oggi.
Per cui tecnicamente, i cannoni da 120/50 erano eccellenti e superiori rispetto a quelli da 120/45, ma i pezzi più vecchi, essendo 'decenti' e facili da produrre, finirono per essere operativamente migliori nell'economia di guerra britannica. Avessero avuto più tempo, più risorse, o minori esigenze di costruzione, i nuovi 120/50 mm sarebbero stati sicuramente l'arma di riferimento per la marina inglese, ma semplicemente non c'erano le condizioni per una loro ampia produzione. Ma se si parla solo del lato della tecnica, essi erano sicuramente superiori -sia pure a prezzo di durata e affidabilità inferiori- rispetto alle più vecchie artiglierie da 120/45 mm. Al dunque, rappresentano, se non altro, il modo in cui le cose potevano andare -da un punto esclusivamente tecnico- se ci fosse stato il tempo e la capacità di produzione, visto che le tecnologie c'erano.
Ecco come mai i britannici, malgrado i loro molti successi, dovettero combattere la guerra praticamente con i cannoni da cacciatorpediniere più scarsi di tutti. La realtà è paradossale.
Regia Marina vs Royal Navy
Nell'articolo di G.Colliva su Storia Militare (il tiro navale italiano), di qualche anno fa, concludeva che la RN aveva forse messo a segno 'qualche colpo in più' della RM, ma 'poca cosa'. Sorprendente, visto il livello dell'articolo, e visto che non è difficile mettere a confronto dei fatti d'arme molto ben noti (probabilmente i più noti al di fuori della 'grande caccia alla Bismarck'). Ecco i risultati:
Regia Marina vs Royal Navy:
Affondamento del ct. Espero: 1x 120 mm---------------------------------------------vs vari colpi da 152 (e da 102?) mm
Punta Stilo: 1x 203 mm 'vicino'?, 1 x 120 mm -------------------------------------vs 1 x 381 mm e 3 x 152 mm
battaglia di C. Spada: 1 x 152 mm -----------------------------------------------vs almeno 4x152 mm (incr. Colleoni perso finito da 3 siluri)
battaglia C.Passero: 3 da 100 e 4 da 120 mm -------------------------------------vs almeno 5 da 152 (e 102?) e vari da 102/203 mm (affondamento Artigliere), più numerosi da 152/102/40 mm vs due torpediniere (Ariel e Alcione), affondate
Capo Teulada: 2x 203 mm -------------------------------------------------------------vs 3 x 152 (?)
Tarigo: 0? --------------------------------------------------------------------------vs parecchi da 120 mm (2 ct e 3 navi persi)
Capo Matapan: 0? -------------------------------------------------------------------------vs circa 20 (?) x 381 mm + altri minori (affond. 2 incr.p. e 2 ct)
Battaglia Lupo (Creta, 1941): 0 --------------------------------------------------------------------------- vs 18 colpi da 102-152 mm (solo 3 esplosi), più varie mitragliere e l'affondamento di 10 battelli
Battaglia Sagittario (idem): 2 da 100 sul caccia Kingston ---------------------------------------- vs 0 (ma affondati 2 battelli scortati)
Duisburg: 0 -------------------------------------------------------- vs numerosi da 102, 120 e 152 mm (6 almeno con affondamento ct. Fulmine, 8 colpi su Grecale - immobilizzato, 6 su Euro, alcuni su Libeccio, affondamento delle 7 navi da carico)
24 novembre 1941: alcuni da 100 mm (danneggiato leggermente incr.) ---------------------vs vari (danneggiata la Lupo)
Batt. Capo Bon: 0--------------------------------------------------------------------------------------------vs vari da 120 mm (2 incr.legg affondati, anche con i siluri)
2a batt. sirte: parecchi da 152 e uno da 381 (danni su 3 incr. e 6 ct) ---- vs 1x120 mm (danni leggeri Littorio)
Battaglia Harpoon: 19x 152 mm, 1x140 mm, 1x120 mm (1 incr+2 ct+1 drag) + altri vs navi mercantili giàabbandonate ------ vs 3x 120 mm (2 incr e 1 ct danneggiati)
30 novembre 1942: 0 --------------------------------------------------------------------- vs vari da 120 mm (affondamento Lupo)
Battaglia conv. Cigno: almeno 4 colpi da 100 mm su di un ct. (successivamente affondato)------------- vs parecchi sulla torp Cigno e alcuni su altra torpediniera
Quindi solo da questo abbiamo:
Italia: almeno 40 proiettili (andati a segno su 3 incr. e 5 ct). Risultato: 'poca roba'
Battaglie della RN: 1, 3, 4, 5, 3, 18, 6, 8, 6, 1, 3 = almeno 58 (+: quelli andati a segno su 2 incr. pes, 2 leggeri, 4 ct e 3 torpediniere affondati, più affondamento di almeno 33 altre navi minori!)
Risultato: vennero affondati 2 incrociatori pesanti, 3 incrociatori leggeri, 6 ct e 4 torpediniere. Più 33 navi trasporto/minori.
E' ovviamente, un calcolo parziale, ma rende bene l'idea. Chissà cosa intendeva Colliva per 'poca roba' quanto a differenza di risultati e di colpi a segno. Da notare che poi, circa la metà dei colpi di cui sopra, tra quelli messi a segno dalla RM, sono derivati dalla sola battaglia di mezzo Giugno, dove la RM, non per la prima ma forse per l'ultima volta, si presentò in superiorità schiacciante contro le navi britanniche, facendo per tutto il tempo un alquanto sterile tiro a segno (che si concluse, al di là del divertimento di sparare a delle navi mercantili già abbandonate dai britannici in quanto danneggiate da aerei, solo in alcuni danni a diverse unità minori della RN, di cui solo il Beduin andò tosto perduto, ma solo per opera di un aerosilurante!).
Beh, le domande, in realtà, sono più di una e quindi ci vogliono più risposte..
Vs i DIDO: data la maggiore gittata, il Dido avrebbe potuto teoricamente ingaggiare i 'Regolo' prima ancora che questi arrivassero a tiro; in teoria, circa 3-5 salve potevano essere tirate, abbastanza da rovinare l'avvicinamento dei 'Regolo' e per aggiustare il tiro, colpendo poi con maggiore efficacia quando sarebbe stato il momento per rispondere, da parte della nave italiana. Nessuna delle due navi era nettissimamente più potente dell'altra, ma i Dido erano difficili da distruggere per i 135 mm, mentre i Regolo potevano essere distrutti anche e sopratutto con le granate HE. Maggiore cadenza di tiro e capacità di fuoco potevano distruggere con una certa facilità i 'Regolo', anche perché questi ultimi, per gran parte del loro scafo, erano riempiti di armi o di motori, il che significava colpi alla mobilità, alla potenza di fuoco, o addirittura distruzione totale tramite esplosione delle munizioni. In teoria, basterebbero una mezza dozzina di colpi a segno, per avere ottime probabilità sia di azzoppare, che di distruggere i 'Regolo'. I 'Dido', invece, erano 'assicurati' perché i depositi di munizioni, nonché la sala macchine, erano praticamente irraggiungibili per i 135 mm alle 'normali distanze di tiro' (circa 10-16 km). La velocità dei 'Dido' era più bassa, ma sufficiente per l'evento tattico di per sé. E se il 'Regolo' si fosse azzoppato, avrebbe poi rischiato di non poter scappare all'eventuale inseguimento.
Vs Arethusa: Vedi sopra, sostanzialmente, anche se a mio avviso i 'Dido' sarebbero superiori con 10 pezzi da 133 o grossomodo pari con 8 pezzi da 133 o 6 da 152 mm. Anche gli 'Arethusa' sono navi più equilibrate, e certo che per una nave quasi altrettanto grande, è difficile sfuggire senza alcuna protezione. La gittata degli Arethusa è anche maggiore, gli effetti -anche se con una cadenza minore- sono molto 'impressionanti' su grosse navi sprotette. Anche qui, difficilmente vincerebbe il 'Regolo'. Certo che gli converrebbe scappare piuttosto che restare e rischiare.
Vs Leander: Vedi sopra, ma con il 33% di potenza di fuoco in più per i 'Leander', che diventano decisamente sopra le capacità del 'Regolo'.
Vs Town/Crown Colony: Sono abbastanza potenti per combattere con due 'Regolo' in contemporanea. Non devono temere granché i loro cannoni, certo molto meno di quanto i 'Regolo' devono temere i 152 mm.
Vs County: Sebbene grossi e sprotetti, con cannoni con gittata e potenza enormemente maggiori, la cosa migliore che può fare il 'Regolo' è stargli alla larga. Anche qui, è possibile qualche colpo fortunato, ma è troppo pericoloso tentare un simile colosso.
Vs cacciatorpediniere: Contro uno (UK, Francia o USA), vittoria pressoché sicura (ma sempre stando attenti ai 'colpi di coda', per la ragione solita: niente protezione). Contro due, pari. Contro tre, meglio fuggire alla massima velocità, troppo difficile e lungo metterli KO tutti, per poi eventualmente attaccare le navi scortate. Questo specialmente, se vi sono navi con forte armamento di cannoni e pure di siluri (un conto sono 3 'A' e un conto 3 'J').
Vs Atlanta: battaglia difficile, perché almeno all'inizio, il 'Regolo' sparerebbe per primo, e potrebbe mantenere la distanza di tiro favorevole. Però non potrebbe vincere senza avvicinarsi a sufficienza, e questo significa subire danni potenzialmente elevati quando si volessero mettere KO l'incrociatore americano.
Vs super-cacciatorpediniere francesi: In uno scontro uno-vs uno, teoricamente, il 'Regolo' riuscirebbe a vincere, sebbene, al solito, senza assoluta certezza, perché entrambi i contendenti sono sprotetti, e perché entrambi hanno armi con forte gittata e potenza, nonché alta velocità per variare rapidamente le condizioni di combattimento. In teoria, a dire il vero, i 'Mogador' avrebbero potuto superare in potenza di fuoco i 'Regolo'. Purtroppo, però, essi erano pur sempre navi da guerra limitate, e al livello di un grande cacciatorpediniere piuttosto che di un incrociatore. Capite quale è il problema? L'ideale sarebbe stato quello di avere un cacciatorpediniere con armamento efficiente ed efficace come i 'Le Fantasque' (2.600-3.300 t). Però, questi ultimi caccia erano armati solo con 5 pezzi da 138 mm, troppo poco per uno scontro alla pari. I 4 impianti binati da 138 dei 'Mogador', però, erano troppo pesanti anche per una nave da 3.300 t, 4.000 t a pieno carico. L'armamento a.a. era poi assai scarso, così come la maneggevolezza (data la scarsa potenza dei generatori di bordo, per una serie di sistemi elettrici), e la stabilità non era propriamente brillante. Nell'insieme, un avversario temibile, ma non ancora al livello dei 'Regolo', non su di uno scontro 1:1. In caso di incontro, comunque sia, entrambi i contendenti avrebbero fatto meglio a dare gas e ad evitarsi, per quanto possibile (cit. Da Zara e il suo 'tragica consensualità del combattimento navale').
Vs La Galissonnière: ehy, questi sono incrociatori! 7.600 tonnellate standard, ma tre torri triple da 152 mm, dei cannoni di questo calibro più potenti di tutti! Dato lo scafo relativamente piccolo, con un ridotto corazzato corto perché relativo a sole tre torri, la cintura corazzata era spessissima per una nave 'classe 7.000', (105 o 120 mm, a seconda delle fonti), così come le torri e barbette. Erano delle navi appena meno potenti dei 'Garibaldi/Abruzzi'. Erano anche assai veloci (32-35 nodi, a seconda delle fonti), praticamente più di qualsiasi altro incrociatore della loro età (metà anni '30).
Stando a Wikipedia abbiamo, con 100.000 hp, i 'Garibaldi' arrivavano a ben 35 nodi, 4.125 nm a 13 kt, oppure 1.900 nm a 31 kt. Per arrivare a questa autonomia, però, la dotazione di carburante arrivava a ben 1.725 t. Ad ogni modo, in guerra è probabile che non riuscissero a superare i 32 (v. Gaudo, dove non ottennero nulla).
Gli incrociatori La Galissonniere avevano 4 turbine per 84.000 hp. Venivano facilmente mantenuti 31-32 nodi, e potevano sfiorare i 35,5 kt in prova. Nemmeno dopo il logorio della guerra, e l'aumento del dislocamento a 10.850 t, essi avevano problemi a mantenere 32 nodi. L'autonomia era di 5.500 nm (10.200 km) a 18 nodi e 3.060 km a 34 kt.
La Galissonnière vs Garibaldi
-autonomia economica: -6.800 nm (12.600 km) @ 14 kt vs 7.640 km @ 13 kt
-autonomia max: -1.650 nm (3.060 km) @ 34 kt vs 3.520 km @ 31 kt
In sostanza, si tratta di navi molto buone anche come autonomia, malgrado i tanti compromessi che in un progetto devono essere fatti per garantire anche velocità, potenza di fuoco e protezione.
E certo, non avrebbero avuto molto da temere da un 'Regolo', per cui anche qui, sarebbe stato altamente consigliabile per quest'ultimo 'filare' alla massima velocità.
Vs altre navi: per gli incrociatori pesanti USA e francesi: vale (almeno) quel che è stato detto per i 'County'. Incrociatori leggeri americani col 152 mm (Brooklyn e successivi): idem che per i 'Town'.
Approfondimento: il pezzo da 120/50 inglese Mk XI
Detto dei 'Regolo' vs 'Dido' in generale, è bene lanciare un piccolo approfondimento sulle armi dei cacciatorpediniere britannici. Abbiamo visto come il 133 mm fosse una buona arma (molto meno bene per la torretta di per sé, troppo angusta per valorizzarne la cadenza di tiro teorica); e che il 114 fosse un valido cannone, il cui calibro è ancora lo standard della RN.
Ma, per quello che riguarda i cannoni da 119 mm/4,7 in (o 120 mm, che dir si voglia, arrotondando un pò), che situazione c'era?
Da un lato, erano estremamente rapidi ed affidabili, tanto che potevano arrivare fino a 10 colpi al minuto, molto meglio di un normale cannone a caricamento manuale: era una cadenza circa il 50% meglio dei 6-7 colpi dei cacciatorpediniere italiani. Questi avevano cannoni di maggiore potenza, tanto che arrivavano a 19 km abbondanti, mentre i 120 inglesi si fermavano sui 15. Per giunta, almeno in certe condizioni ottimali, i caccia italiani avevano una sofisticata attrezzatura di tiro che gli rendeva possibile eseguire azioni di fuoco a lungo raggio (specie i tipi più moderni). Non solo, ma i proiettili erano leggermente più pesanti e penetravano, presumibilmente, più corazze protettive (ma non in maniera apprezzabile, apparentemente) dei pezzi da 120 inglesi. In altre parole, se i cacciatorpediniere inglesi riuscivano ad arrivare a distanza di tiro utile, potevano surclassare le navi italiane similari, il che non è poi così difficile perché un ct non è mai molto stabile, e sparare con costanti centri sul bersaglio, a distanze superiori ai 12-15 km è difficilissimo: è pressoché impossibile decidere a tali raggi l'esito di un combattimento. E navi come i Jervis potevano sparare anche 60 colpi al minuto anziché 30-36 come i Soldati (con 5-6 cannoni).
MA, sebbene fossero armi del tutto rispettabili, i 120/45 erano troppo deboli come armamento, in un periodo storico in cui gli italiani avevano armi paricalibro ma più potenti, i francesi avevano cannoni da 130 e 138 mm, e i tedeschi erano arrivati al 127 e persino al 149 mm! Così non sembrò possibile rinviare un nuovo salto nel progresso tecnologico, con nuovi cannoni da 120/50 mm. Questi, però, apparvero solo con gli L e gli M, cacciatorpediniere molto più costosi dei tipi precedenti e così, non sostituirono mai totalmente i vecchi tipi da 120/45. Piuttosto, saranno i 114 mm ad averne l'onere.
I motivi della superiorità dei cannoni di nuovo modello britannici da 120/50 mm rispetto ai vecchi tipi sono presto detti:
1-anzitutto sono lunghi 5 calibri in più, ergo di quasi 60 cm. Questo permette di sfruttare meglio la potenza delle cariche di lancio
2-le cariche di lancio di per sé sono più potenti (circa 7 kg vs 6)
3-l'alzo della torretta arriva a 50° anziché é 30 o 40, il che permette di sfruttare appieno la massima gittata balistica possibile con un cannone
Già da tutto questo ne consegue che un cannone da 120/50 può tirare a distanze di oltre 19 km anziché meno di 16. Non solo, ma qui si parla non della solita granata da 23 kg scarsi, ma di una pesante circa 28 kg. Ergo, è possibile contemporaneamente sparare proiettili più pesanti e a gittate maggiori, in entrambi i casi di oltre il 20%. Quanto alla cadenza di tiro, essa è di almeno 9 colpi al minuto, grossomodo comparabile con i 10 c./min dei cannoni più vecchi. La differenza é pressoché irrilevante, anche perché le armi più vecchie, essendo molto più 'manuali' dipendono dall'addestramento e dalla freschezza dei serventi. Del resto le armi più moderne sono maggiormente automatiche e quindi dipendono maggiormente dall'efficienza delle attrezzature. Chiaramente, un'arma più complessa, addirittura d'avanguardia per l'epoca, era più propensa ad avarie, anche gravi. Ma tecnicamente non c'é alcun dubbio sulla sua superiorità
Altre importanti caratteristiche:
1-la torretta era totalmente chiusa, il che sarà stato disagevole in climi caldi, ma era meglio in tutte le altre condizioni, anche come protezione da esplosioni e piccole schegge
2-ogni cannone aveva una culla indipendente, così come l'alzo. Inoltre essi erano largamente spaziati tra di loro. L'esperienza insegnava che i cannoni molto vicini, sparando, si influenzavano negativamente, e in genere ci voleva una distanza di almeno 10 calibri per annullare tale problema. Questi cannoni britannici avevano sia una notevole distanza tra di loro (sufficiente per risolvere tale questione più o meno totalmente), che un sistema d'alzo e rinculo indipendenti, che una torretta di per sé più pesante e quindi, intrinsecamente stabile. Tutto questo ne faceva armi superiori in precisione, oltre che in potenza e gittata.
4-Inoltre il proiettile era più lungo e quindi stabile e aerodinamico, nonché contenente più carica esplosiva, quindi era più distruttivo.
Cosa ci si poteva fare con i nuovi 120/50?
1-anzitutto, combattere su di un piede di parità i migliori cacciatorpediniere nemici, ovvero le navi pariclasse.
2-combattere in condizione di netta superiorità i cacciatorpediniere più vecchi, le torpediniere e le cannoniere
3-combattere in condizione di inferiorità ma non particolarmente marcata, anche navi più grandi. Un tipico nemico di cui guardarsi, per i cacciatorpediniere dell'epoca, era l'incrociatore leggero. Esso, tipicamente, aveva una corazza sui fianchi di circa 76 mm (3 pollici) e un ponte corazzato, diciamo, con 30-38 mm di acciaio. Bene: il vecchio cannone da 120/45 poteva perforare la corazza verticale solo a meno di 6 km, il nuovo 120/50 ci riusciva (in condizioni beninteso ottimali, ovvero con un minimo angolo d'impatto, ma la cosa vale a maggior ragione per il vecchio cannone) ad oltre 10 km. Questa era una distanza molto più confortevole per affrontare un nemico ben armato, contro cui era pericoloso avvicinarsi più di tanto. Non solo, ma i ponti corazzati, quasi invulnerabili con i vecchi cannoni da 120 mm, qui lo erano molto di più, perché a parità di calibro, questi proiettili pesavano circa il 20+% in più, e impattavano con un angolo superiore e quindi, migliore per colpire un ponte. Così se i vecchi tipi perforavano, diciamo, 25 mm alla massima distanza, questi potevano arrivare più lontano e magari bucare 40 mm.
Questo significava che un incrociatore leggero dotato, diciamo, di 70 mm di cintura e 30 mm di ponte era teoricamente invulnerabile (nelle parti vitali) al vecchio 120 mm oltre i 7 km circa; ma quella stessa nave era vulnerabile fino a 11+ km al nuovo cannone, per giunta era nuovamente vulnerabile diciamo sopra i 15 km (sui ponti corazzati). La possibilità di sparare a quasi 20 km di distanza era un 'bonus', perché permetteva di rispondere al fuoco anche in scontri a forti distanze, insomma nella quasi totalità delle battaglie navali tipiche della II G.M. E gli incrociatori leggeri (e anche alcuni pesanti) non erano praticamente mai al sicuro contro navi così armate, nemmeno quando aprivano il fuoco a forte raggio.
4- Il nuovo cannone era anche superiore come arma da bombardamento costiero, perché poteva colpire obiettivi più nell'entroterra e/o stare maggiormente distante dalla costa
5- il nuovo 120/50 era anche un'arma molto migliore nella vitale lotta contraerei, la minaccia più grave per i cacciatorpediniere in Europa. I vecchi cannoni erano quasi inutili, ma questi erano, se non armi 'a doppio ruolo', delle armi a 'un ruolo e mezzo'.
Poi, detto tutto quanto sopra, é chiaro che non si possono costruire le Ferrari con la stessa facilità delle Punto. In tempo di guerra l'arma migliore י quella di cui puoi fare uso quando ti serve, e che funziona. I nuovi 120/50 mm erano troppo complessi e costosi perché l'industria inglese li potesse produrre in quantità. I primi cacciatorpediniere britannici 'bellici' ebbero addirittura cannoni da 102 mm, troppo piccoli come armi antinave, ma molto migliori come armi antiaeree; la gran massa dei cacciatorpediniere britannici 'bellici' ebbero i vecchi pezzi da 120/45, e spesso soltanto in affusti singoli, molto più limitati ma anche più economici e rapidi da costruire. Infine, verso la fine della guerra i nuovi caccia ebbero i cannoni da 114 mm (4,5 pollici) che erano quasi potenti quanto i pezzi da 120/50, ma erano armi pienamente antiaeree (alzo fino a 85°, cadenza di tiro una dozzina di colpi al minuto). A questo calibro, sia pure con armi del tutto diverse, la Royal Navy è rimasta fedele fino ad oggi.
Per cui tecnicamente, i cannoni da 120/50 erano eccellenti e superiori rispetto a quelli da 120/45, ma i pezzi più vecchi, essendo 'decenti' e facili da produrre, finirono per essere operativamente migliori nell'economia di guerra britannica. Avessero avuto più tempo, più risorse, o minori esigenze di costruzione, i nuovi 120/50 mm sarebbero stati sicuramente l'arma di riferimento per la marina inglese, ma semplicemente non c'erano le condizioni per una loro ampia produzione. Ma se si parla solo del lato della tecnica, essi erano sicuramente superiori -sia pure a prezzo di durata e affidabilità inferiori- rispetto alle più vecchie artiglierie da 120/45 mm. Al dunque, rappresentano, se non altro, il modo in cui le cose potevano andare -da un punto esclusivamente tecnico- se ci fosse stato il tempo e la capacità di produzione, visto che le tecnologie c'erano.
Ecco come mai i britannici, malgrado i loro molti successi, dovettero combattere la guerra praticamente con i cannoni da cacciatorpediniere più scarsi di tutti. La realtà è paradossale.
Regia Marina vs Royal Navy
Nell'articolo di G.Colliva su Storia Militare (il tiro navale italiano), di qualche anno fa, concludeva che la RN aveva forse messo a segno 'qualche colpo in più' della RM, ma 'poca cosa'. Sorprendente, visto il livello dell'articolo, e visto che non è difficile mettere a confronto dei fatti d'arme molto ben noti (probabilmente i più noti al di fuori della 'grande caccia alla Bismarck'). Ecco i risultati:
Regia Marina vs Royal Navy:
Affondamento del ct. Espero: 1x 120 mm---------------------------------------------vs vari colpi da 152 (e da 102?) mm
Punta Stilo: 1x 203 mm 'vicino'?, 1 x 120 mm -------------------------------------vs 1 x 381 mm e 3 x 152 mm
battaglia di C. Spada: 1 x 152 mm -----------------------------------------------vs almeno 4x152 mm (incr. Colleoni perso finito da 3 siluri)
battaglia C.Passero: 3 da 100 e 4 da 120 mm -------------------------------------vs almeno 5 da 152 (e 102?) e vari da 102/203 mm (affondamento Artigliere), più numerosi da 152/102/40 mm vs due torpediniere (Ariel e Alcione), affondate
Capo Teulada: 2x 203 mm -------------------------------------------------------------vs 3 x 152 (?)
Tarigo: 0? --------------------------------------------------------------------------vs parecchi da 120 mm (2 ct e 3 navi persi)
Capo Matapan: 0? -------------------------------------------------------------------------vs circa 20 (?) x 381 mm + altri minori (affond. 2 incr.p. e 2 ct)
Battaglia Lupo (Creta, 1941): 0 --------------------------------------------------------------------------- vs 18 colpi da 102-152 mm (solo 3 esplosi), più varie mitragliere e l'affondamento di 10 battelli
Battaglia Sagittario (idem): 2 da 100 sul caccia Kingston ---------------------------------------- vs 0 (ma affondati 2 battelli scortati)
Duisburg: 0 -------------------------------------------------------- vs numerosi da 102, 120 e 152 mm (6 almeno con affondamento ct. Fulmine, 8 colpi su Grecale - immobilizzato, 6 su Euro, alcuni su Libeccio, affondamento delle 7 navi da carico)
24 novembre 1941: alcuni da 100 mm (danneggiato leggermente incr.) ---------------------vs vari (danneggiata la Lupo)
Batt. Capo Bon: 0--------------------------------------------------------------------------------------------vs vari da 120 mm (2 incr.legg affondati, anche con i siluri)
2a batt. sirte: parecchi da 152 e uno da 381 (danni su 3 incr. e 6 ct) ---- vs 1x120 mm (danni leggeri Littorio)
Battaglia Harpoon: 19x 152 mm, 1x140 mm, 1x120 mm (1 incr+2 ct+1 drag) + altri vs navi mercantili giàabbandonate ------ vs 3x 120 mm (2 incr e 1 ct danneggiati)
30 novembre 1942: 0 --------------------------------------------------------------------- vs vari da 120 mm (affondamento Lupo)
Battaglia conv. Cigno: almeno 4 colpi da 100 mm su di un ct. (successivamente affondato)------------- vs parecchi sulla torp Cigno e alcuni su altra torpediniera
Quindi solo da questo abbiamo:
Italia: almeno 40 proiettili (andati a segno su 3 incr. e 5 ct). Risultato: 'poca roba'
Battaglie della RN: 1, 3, 4, 5, 3, 18, 6, 8, 6, 1, 3 = almeno 58 (+: quelli andati a segno su 2 incr. pes, 2 leggeri, 4 ct e 3 torpediniere affondati, più affondamento di almeno 33 altre navi minori!)
Risultato: vennero affondati 2 incrociatori pesanti, 3 incrociatori leggeri, 6 ct e 4 torpediniere. Più 33 navi trasporto/minori.
E' ovviamente, un calcolo parziale, ma rende bene l'idea. Chissà cosa intendeva Colliva per 'poca roba' quanto a differenza di risultati e di colpi a segno. Da notare che poi, circa la metà dei colpi di cui sopra, tra quelli messi a segno dalla RM, sono derivati dalla sola battaglia di mezzo Giugno, dove la RM, non per la prima ma forse per l'ultima volta, si presentò in superiorità schiacciante contro le navi britanniche, facendo per tutto il tempo un alquanto sterile tiro a segno (che si concluse, al di là del divertimento di sparare a delle navi mercantili già abbandonate dai britannici in quanto danneggiate da aerei, solo in alcuni danni a diverse unità minori della RN, di cui solo il Beduin andò tosto perduto, ma solo per opera di un aerosilurante!).