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l'Hurricane
13.1.014
Il celebre caccia Hawker è uno splendido esempio di come uno stesso aereo possa essere visto, e giudicato, senza praticamente alcun nesso con i suoi risultati operativi. Secondo i Tedeschi, che ne provarono esemplari catturati, esso era facile da portare e da far decollare; ma era pigro, piuttosto pesante ai comandi. Anche Mark Hanna, il grande collaudatore di aerei storici scomparso anni fa, considerava l'Hurricane allo stesso modo e si sarebbe sentito molto più sicuro con i Polikarpov I-16, ben più energici nelle manovre e pronti alla risposta.
Del resto, anche i reduci spagnoli consideravano l'I-16 una macchina da combattimento più matura e temibile dello stesso Bf 109B/D. Per i Sovietici (e gli avversari Fin landesi), l'Hurricane era grossomodo come l'I-16 e chiaramente inferiore al P-40, che a sua volta era inferiore al P-39 e agli altri caccia sovietici di nuova progettazione, come il La-5 e lo Yak-9. Era anche il caccia più facile da abbattere, sia per lentezza che per vulnerabilità, essendo in parte coperto solo da una 'pelle' di tela 'percalle' verniciata.
L'Hurricane, superato in prestazioni dai caccia tedeschi e in agilità dalle realizzazioni russe, italiane e giapponesi, non pareva essere dunque un caccia valido. Lento nel salire, lento nell'accelerate, persino in picchiata, a motivo dell'ala molto spessa (che inesorabilmente gli impediva di volare a velocità realmente elevate), lento nella risposta ai comandi. Insomma, sembrava una 'sitting duck'.
Ma era davvero così? Una risposta parziale la si può trovare dal confronto con il P-40, altro caccia degli anni '30, ma leggermente più recente (1938, nato comunque dal miglioramento del precedente P-36).
Era considerato da tutti, generalmente, superiore rispetto all'Hurricane e infatti era stato comprato in grandi quantità per sostituirlo, come in effetti sarà. Eppure, questa superiorità non era affatto chiara nei dettagli.
La velocità, per esempio: spesso l'Hurricane è considerato un aereo disperatamente 'lento', ma non era sempre vero. A parte che nel 1937 non c'erano altri caccia che nemmeno si avvicinavano ai 500 km/h, mentre l'Hurricane ci riusciva, sia pure a fatica, giova ricordare un exploit clamoroso che a suo tempo suscitò notevole interesse.
Il comandante del No.111, maggiore J.W.Gillian, decise di provarli e il 10 febbraio 1938 decollò da Turnhouse (Edimburgo) per Northolt, 526 km totali. Arrivò dopo 48 minuti, con una media di quasi 410 miglia orarie, ovvero 657 km/h!! Anche detratti i circa 97 km/h di vento a favore (di cui non si fece menzione nel bollettino ufficiale!) è un dato incredibile, eppure assoluta mente vero.
Un Hurricane iniziale faceva registrare valori tra 508 e 520 km/h, a seconda dei sottotipi, delle eliche ecc. Un P-40 dei primi modelli era molto più rapido: il prototipo registrò oltre 570 km/h, che ne faceva un velivolo perfettamente in linea con i migliori. Nel 1938, il Bf 109 stava appena entrando in produzione nel modello E mentre lo Spitfire, benché già collaudato da anni, era appena in fase di produzione e entrata in servizio, con tanto di tettuccio stretto, assenza di corazzature ed elica bipala in legno..
Quando il P-40 entrò in servizio, però, era attorno al 1941, tanto che il primo aereo lo abbatté soltanto nella prima vera di quell'anno (era uno Z.1007, nonostante la velocità di quest'ultimo tipo e le scarse prestazioni in quota del Curtiss). Oramai le cose erano assai diverse: c'erano i caccia Spitfire Mk V, Bf 109F, MC.202 e altri tipi ancora. Nonostante il continuo miglioramento della stirpe, anche il Curtiss era destinato a non andare troppo lontano!
L'Hurricane, a sua volta, non era rimasto quello dell'anno prima. Con la benzina a 100 ottani, era possibile portare la pressione di sovralimentazione a 12 lb/sq in (prima era soltanto 6 libbre), il che regalava un'ampia miglioria alla velocità alle basse quote, con una salita molto migliore e un limite, in volo orizzontale, passato a circa 528 km/h con le eliche tripala Rotol a giri costanti. Questo già riduceva grandemente il vantaggio del Curtiss, ma non è tutto. I primi P-40, provati dai Britannici, dimostrarono una velocità effettiva di circa 531 km/h. Aggiungi da una parte, togli dall'altra, alla fine l'Hurricane Mk. I ultime edizioni e i P-40B e C, finivano praticamente per avere la stessa velocità!
E non solo: l'Hurricane II, con il nuovo motore Merlin XX da circa 1.300 hp, poteva disporre di molta più potenza: il prototipo arrivò a 560 km/h, le versioni di serie IIA (stesso armamento) scesero a 551, IIB (12 Browning) a 545, e infine l'Mk IIC (4 cannoni Hispano) si accontentò di circa 538 km/h. Tutti loro, però, erano superiori ai Tomahawk I! E questo, notare bene, accadde già assai presto, perché l'Mk I uscì di produzione nell'agosto del 1940 e l'Mk II subentrò, almeno in teoria, subito dopo, anche se per la sua diffusione si traccheggiò per diverso tempo (in Mediterraneo, per esempio, non pare che ve ne siano stati prima dell'aprile del '41, nemmeno a Malta). E così, prima ancora che il P-40 britannico entrasse in azione, esisteva già l'Hurricane Mk II, che quasi ribaltava le prestazioni di volo relative tra i due colleghi. Ma questo non fermò certo il fiume di aerei americani venduti alla RAF e aviazioni satelliti!
Quanto all'armamento, l'Hurricane era un campione indiscusso. Le due Browning da 12,7 e le due da 7,7 del P-40B/Tomahawk I poco potevano rispetto alle otto (da 7,7) dell'Hurricane; probabilmente, il P-40C (raddoppio delle 7,7) era leggermente migliore, ma non di molto (in pratica, si trattava di considerare 2x12,7 mm, al posto di 4x7,7) dato che le armi leggere, pur sparando proiettili pesanti un quarto, avevano una cadenza di tiro maggiore e sparavano fuori dal disco del l'elica (seppure con minore concentrazione di fuoco). Contro bersagli non corazzati, era tutt'altro che svan taggioso possedere tali mitragliatrici invece di quelle più grandi e lente. Del resto, è proprio per questo che la RAF volle le Browning di piccolo calibro (.303), perché così sarebbe stato possibile prendere 'qualcosa' anche in duelli ad alta velocità (500 km/h), senza bisogno di manovrare di continuo per mettersi in coda al proprio avversario. Il paradosso era che l'Hurricane e lo Spitfire erano più agili dei caccia tedeschi; per cui, volendo, loro sì che avrebbero potuto eseguire complesse manovre virando più stretto del '109, che invece aveva un armamento più pesante, ma meno preciso e rispondente alle necessità del combattimento aereo (2 x 7,92 e 2x 20 mm).
Quando l'Hurricane II, approfittando della potenza extra, ebbe 12 Browning (spesso ridotte a 10 per facilitare il riarmo e alleggerire l'aereo, almeno secondo Mach1 NdA) o 4 cannoni, ottenne una potenza di fuoco che nemmeno i P-40 più recenti ebbero. Poi vennero bombe, due cannoni da 40 mm e razzi, confermando l'eccellenza dell'Hurricane quanto a potenza di fuoco, e di come l'ala spessa fosse dirimente per le prestazioni, ma spaziosa e stabile. Già nel 1940 esistettero alcuni Hurricane 'quadricannone', che dettero prova di efficienza, senz'altro molto di più degli Spitfire Mk IB.
C'é poi un'altra constatazione: il P-40 non fu adottato mai per la difesa della Gran Bretagna. Se fosse stato davvero così buono, perché non includerlo nei reparti metro politani? Invece, come gli altri aerei americani (eccetto pochissimi casi, quali i Boston), venne considerato nei fatti quale macchina di seconda scelta, e inviato oltremare.
Ma, nonostante la disperata situazione di Malta, non fu MAI mandato a difendere l'isola-fortezza dall'Asse, e ciò malgrado l'obsolescenza del l'Hurricane e l'indisponibilità dello Spitfire, finché nella primavera del '42 si cominciò a porvi rimedio (dopo quasi due anni dalla B.o.B).
E dire che, ancora ad Agosto del 1942, a Dieppe i Britannici persero futilmente una sessantina di Spitfire (perlopiù Mk V), che quasi eguagliavano la consistenza dei reparti maltesi o della DAF (Desert Air Force), che all'epoca disponevano di appena tre squadroni sul deserto e cinque a Malta.
Il P-40 era svantaggiato dal suo motore, che perdeva troppa potenza in quota. Nonostante l'ampia superficie alare (simile a quella di Hurricane e Spitfire), il Curtiss non ebbe quindi un ruolo preminente nella RAF, e venne lasciato a combattere in zone periferiche, dove pure subì gravi perdite, spesso non in misura inferiore rispetto ai vecchi Hurricane.
I vantaggi del P-40 erano un pò speculari a quelli degli Hurricane, e così gli svantaggi. La sua velocità era superiore a bassa quota, ma era inferiore a quelle più alte. La struttura era robusta e metallica, l'autonomia era superiore, ma l'aereo risultava pesante e malgrado l'ampio carrello, in varie versioni con grossi problemi al decollo e in picchiata ad alta velocità, dove il controllo longitudinale lasciava a desiderare, e nemmeno le versioni provviste coi Merlin riuscivano ad essere macchine davvero all'altezza del compito. L'ultimo dei tanti P-40, il P-40N (Kittyhawk IV per la RAF) era veloce (608 km/h), ma le sottoserie 'migliorate' lo resero presto poco più che un lumacone (550 km/h).
La produzione cesserà solo nel '44, finalmente, dopo quasi 14.000 unità prodotte (secondi solo a P-47 e P-51), praticamente pareggiando l'Hurricane. Da notare che un P-40 poteva essere inferiore a macchine come il Mustang e il Thunderbolt: ma era molto più semplice e costava di meno, tanto che i primi esemplari valevano circa 20.000 dollari l'uno, quando i Mustang, dotati dello stesso motore, arrivavano a circa 50.000 e ne condividevano le stesse mediocri prestazioni in quota, pur essendo più veloci e moderni.
Al dunque, il P-40 non era necessariamente un caccia superiore rispetto all'Hurricane, ma così fu visto, malgrado che l'Hawker fu usato con successo anche come caccia imbarcato e notturno, altri compiti extra che il P-40 non ebbe modo di svolgere. Le prestazioni in quota furono molto utili anche per la ricognizione: gli Hurricane così modificati erano in grado di volare a 10.000 metri, per tempi fino a 5 ore (non è chiaro a quale velocità, ma il percorso sarà stato facilmente di circa 1.500 km). Il P-40, normalmente, si fermava letteralmente a circa 9.000 metri, ovvero 2.000 in meno dell'Hurricane.
Numeri a parte, tutti e due questi caccia sono stati disprezzati e malvisti, ma anche ammirati e temuti. Per i cacciatori nemici erano temibili, anche se spesso prede non difficili; per gli equipaggi dei bombardieri, erano invece dei letali compagni di volo.
Al di là dei risultati dei collaudi, va detto che gli Hurricane riuscirono frequentemente ad imporsi anche a mezzi più temibili e moderni; senza negare le perdite elevate, nella Battaglia d'Inghilterra distrussero più aerei tedeschi di tutti gli altri sistemi di difesa britannici messi assieme. E' vero che superavano per numero (circa 2:1) gli Spitfire, è vero che questi ultimi spesso ingaggiavano i caccia di scorta, mentre gli Hurricane si occupavano dei bombardieri; ma nondimeno, gli Hurricane, per il numero, per la necessità e per la foga, riuscirono spesso a combattere anche da soli, e abbatterono centinaia di caccia Bf 109 e 110.
E in Francia, dove la RAF mandò il corpo di spedizione nel 1939-40, non c'erano né Spitfire né radar, e nonostante questo gli Hurricane abbatterono un gran numero di aerei tedeschi, inclusi un buon numero di 'Emil'.
Nonostante tutto questo, nonostante una certa vulnerabilità anche negli attacchi al suolo, per una macchina piuttosto lenta, vulnerabile (per la struttura e per il motore) e piuttosto grossa come bersaglio -a Dieppe, uno squadrone di Hurricane che passò mitragliando la spiaggia, si ritroverà 7 aerei su 12 abbattuti!(11)- nonostante tutto, l'Hurricane riuscì a farsi valere e spesso scortava in quota gli stessi P-40 che agivano come caccia e cacciabombardieri a quote medio-basse.
Nelle battaglie su Malta, nonostante l'agilità dei C.200 italiani, il caccia britannico si impose per circa 2:1, e persino con l'arrivo dei C.202, nel tardo 1941, fu in grado di battersi onorevolmente, anche se il rateo dello scambio aveva adesso valori invertiti a vantaggio degli italiani. Come sempre, ognuna delle due parti tendeva ad esagerare nel calcolo dei risultati dei combattimenti aerei: gli italiani, con i soli CR.42 vantarono l'abbattimento di circa 20 Hurricane maltesi, ma in pratica ebbero solo 4 abbattimenti e un altro distrutto all'at terraggio (sorpreso dal CR.42 di 'Gamba di ferro' Botto, che lo inseguì dopo che l'inglese affrontò da solo la formazione italiana, abbattendo un S.79).
Il 26 novembre 1941, l'esordio dei C.202 sul fronte Africano (quelli del 4° Stormo) comportò subito il tramonto per la stagione dell'Uragano, con rivendicazioni per 8 Hurricane o P-40, contro due C.202 danneggiati. I Britannici dichiararono due caccia italiani (quelli danneggiati), ma ammisero solo 4 perdite, incluso uno scassatosi all'atterraggio. I caccia britannici incontrati erano tutti Hurricane (così come la RAF spesso sbagliava ad identificare Macchi e Bf 109, anche l'Asse spesso si confondeva nelle dichiarazioni tra Hurricane e P-40, nonché gli inevitabili 'Spitfire', visti sul Mediterraneo fin quasi dall'inizio della guerra).
E questo era nulla, di fronte al fatto che da allora in poi, i ben più giovani C.202 tenderanno, al pari dei Bf 109, a colpire duramente gli Hurricane (e i P-40). Il 1° Stormo arrivò a 'rate' tra il 18 novembre e il 14 dicembre, mentre le aviazioni alleate, forti di 15 squadroni (di cui 10 di Hurricane) dominavano largamente lo spazio aereo, nonostante la loro relativa inferiorità qualitativa, e la presenza del JG 27 tedesco (con due soli gruppi) per cui, con l'apporto dei Folgore italiani, non si supererà il totale di un centinaio di caccia moderni dell'Asse.
Il 4 dicembre, i C.202 del 17° Gruppo rivendicarono 8 'Curtiss' contro una perdita propria; l'8 rivendicarono altri 6 caccia (3 Hurricane e 3 P-40). In tutto, le perdite ammesse furono rispettivamente di uno e tre aerei, di cui uno fracassatosi all'atterraggio, e bisogna considerare che anche Marseille del JG 27 rivendicò una vittoria aerea l'8 dicembre. Gli Italiani persero due Macchi, per cui in realtà non fu uno scambio 'sconveniente'. Se questo era dovuto all'addestramento o alla tecnica è difficile dire, ma è un fatto che gli Hurricane non furono domati da nessun caccia nemico, almeno fino al 1941. E di sicuro non erano surclassati da quelli coetanei, tanto che i Britannici consideravano l'Hurricane superiore al Bf 109E.
Alle volte lo dimostrarono in azione; l'asso Townsend, per esempio, abbatté in rapida sequenza prima un Bf 110, poi fu attaccato dai Bf 109E in picchiata, ma parato l'assalto, ne spedì due a terra. Anche se non era lo standard, dà l'idea di come l'Hurricane non fosse un bersaglio da tiro a segno, quando in buone mani.
Un aereo che somigliava all'Hurricane era anche presente nello schieramento italiano: il Reggiane Re 2001. Quest'aereo era molto più moderno (volò nel giugno 1940 e aveva molte soluzioni tecniche assai progredite), era più piccolo, tutto (o quasi) metallico e manovrava con maggiore scioltezza. Ma non era più veloce, e tanto meno, più armato (2x12,7 mm tipo Breda, dal munizionamento più vario ma molto meno potente delle Browning, e 2x7,7 mm). Fisicamente e prestazionalmente c'era poco da scegliere. Il 14 giugno 1942, per esempio, 15 Re.2001 (assieme a sette C.200 e vari bombardieri italiani) si scontrarono con la caccia britannica imbarcata sulle portaerei. Gli italiani ebbero un Re.2001 danneggiato e un altro abbattuto. Per contro, rivendicarono ben 11 Hurricane.
In realtà, i Sea Hurricane incontrati erano soltanto 12, per cui ben difficilmente la Regia Aeronautica sarebbe riuscita praticamente ad annichilirli. Infatti ne andarono colpiti soltanto tre: uno rientrò nonostante i danni; un altro raggiunse pure la portaerei inglese, ma vi si fracassò. Soltanto uno venne abbattuto in combattimento, l'unico vero 'kill' verificabile su 11 dichiarati! Era lo stesso che abbatté, poco prima, uno dei Reggiane 2001, per cui la battaglia aerea reale fu, in effetti, non un 11:1, ma un 1:1. Anche considerando l'aereo scassato all'appontaggio (evento all'epoca piuttosto frequente anche per aerei 'sani'), la cosa non cambia molto, specie considerando che i Re.2001 erano leggermente superiori rispetto agli Hurri cane, a maggior ragione rispetto ai Sea Hurricane (sensibilmente più lenti, pare circa 505 km/h) e per giunta, superiori numericamente del 20% (anche senza considerare il resto della formazione italiana).
Tutto questo per dire che non c'é un modo preciso per classificare l'efficacia di un caccia: dipende in gran parte dal pilota e dalla situazione, e nessuno è autorizzato a mollare automaticamente solo per 'inferiorità tecnica'. E il P-40 ultime versioni sarà stato migliore dell'Hurricane, ma mai in maniera realmente determinante, almeno ad analizzarne le capacità in dettaglio. E sicuramente, a parte l'episodio dell'AVG, non ebbe mai gli stessi successi d'esordio.
Anche così, l'Hurricane fu sempre una macchina mediocre, già per gli standard del 1940: ma tenne onorevolmente 'botta', grazie anche al fatto che lo Spitfire gli prestò il motore Merlin XX (che doveva essere usato dallo Spit Mk III) e buona parte della produzione di cannoni Hispano. Nel novembre 1941 un Hurricane abbatté un Macchi 202 pilotato niente di meno che dal ten.col Leotta, comandante del blasonato 4° Stormo, il primo con i Folgore. Mesi prima, un certo Marseille, all'epoca non ancora la 'stella d'Africa', fu abbattuto da un Hurricane pilotato da un francese gollista. Dopo circa un mese vi fu un altro scontro tra i due, e il gollista vinse ancora contro l'asso tedesco, mandandolo a stendere due volte su due.
Albert Littoff è un altro esempio di come gli Hurricane potessero essere un pericolo, se dati nelle mani giuste. Già esperto combattente in Francia, dove col D.520 abbatté numerosi aerei tedeschi con il GC III/7, iniziando con uno Ju 88 (uno dei due ammessi dai Tedeschi il 12 maggio 1940). In seguito passò dal MS 406 al D.520 e riuscì ad accreditarsi cinque HS 126 e un Be 109E probabile (anche se erano vittorie 'in coppia').
Come pilota da caccia della Francia Libera, combatté con il No. 73 Squadron e nel No.80, sia in Grecia che in Africa. Il 22 aprile 1941 abbatté un Bf 109E del 2/JG 27, il 23 aprile ne rivendicò un altro più uno Ju 87, ma mentre atterrava si trovò mitragliato da un Bf 109, che però venne prontamente centrato da una Bofors. Il 30 aprile distrusse sei veicoli vicino a Gambut. Ma sopratutto, il 5 maggio 1941 ottenne lo straordinario risultato di ben quattro Bf 109E del JG 27, nella zona di Tobruk. In seguito abbatté uno Ju 88 e danneggiò uno Z.1007 da ricognizione. Poi ebbe parte nel GC 'Alsace', con Hurricane Mk I, che nel gennaio 1942 erano superati, ma vennero usati fino all'estate di quell'anno a difesa dell'Egitto, rivendicando una vittoria e qualche altro aereo danneggiato, ma perdendo cinque aerei e due piloti. In seguito ebbe gli Hurricane Mk II, ma era un pò fuori tempo massimo..
Successivamente Littoff tornò in UK e lì entrò a far parte del GC 3 'Normandie-Niemen. Così andò in URSS a combattere con gli Yak-9, dove ottenne altre tre vittorie (ma non contro i caccia monoposto, la preda maggiore fu un Bf 110G), prima di essere purtroppo ucciso dalla flak il 16 luglio 1943. (da Mattioli, Marco: Aerei nella Storia n.55)
Questo, malgrado tutti i limiti dell'Hurricane, e malgrado i problemi dei filtri Vokes, efficienti ma che riducevano di circa 20-30 km/h la velocità dei già impacciati Hurricane, tanto che in pratica, un Mk.I tropicalizzato era forse più lento di un Macchi 200 (si riportano velocità medie, su esemplari non nuovissimi, di circa 490 km/h SENZA tropicalizzazione, e forse 460 per un tipo Mk I Trop e con una media usura). E forse un Mk.II Trop era veloce a stento quanto uno dei primi Mk.I standard nuovo di pacca. (NdA: questo paragrafo vuole essere un omaggio stilistico al grande T.Marcon)
13.1.014
Il celebre caccia Hawker è uno splendido esempio di come uno stesso aereo possa essere visto, e giudicato, senza praticamente alcun nesso con i suoi risultati operativi. Secondo i Tedeschi, che ne provarono esemplari catturati, esso era facile da portare e da far decollare; ma era pigro, piuttosto pesante ai comandi. Anche Mark Hanna, il grande collaudatore di aerei storici scomparso anni fa, considerava l'Hurricane allo stesso modo e si sarebbe sentito molto più sicuro con i Polikarpov I-16, ben più energici nelle manovre e pronti alla risposta.
Del resto, anche i reduci spagnoli consideravano l'I-16 una macchina da combattimento più matura e temibile dello stesso Bf 109B/D. Per i Sovietici (e gli avversari Fin landesi), l'Hurricane era grossomodo come l'I-16 e chiaramente inferiore al P-40, che a sua volta era inferiore al P-39 e agli altri caccia sovietici di nuova progettazione, come il La-5 e lo Yak-9. Era anche il caccia più facile da abbattere, sia per lentezza che per vulnerabilità, essendo in parte coperto solo da una 'pelle' di tela 'percalle' verniciata.
L'Hurricane, superato in prestazioni dai caccia tedeschi e in agilità dalle realizzazioni russe, italiane e giapponesi, non pareva essere dunque un caccia valido. Lento nel salire, lento nell'accelerate, persino in picchiata, a motivo dell'ala molto spessa (che inesorabilmente gli impediva di volare a velocità realmente elevate), lento nella risposta ai comandi. Insomma, sembrava una 'sitting duck'.
Ma era davvero così? Una risposta parziale la si può trovare dal confronto con il P-40, altro caccia degli anni '30, ma leggermente più recente (1938, nato comunque dal miglioramento del precedente P-36).
Era considerato da tutti, generalmente, superiore rispetto all'Hurricane e infatti era stato comprato in grandi quantità per sostituirlo, come in effetti sarà. Eppure, questa superiorità non era affatto chiara nei dettagli.
La velocità, per esempio: spesso l'Hurricane è considerato un aereo disperatamente 'lento', ma non era sempre vero. A parte che nel 1937 non c'erano altri caccia che nemmeno si avvicinavano ai 500 km/h, mentre l'Hurricane ci riusciva, sia pure a fatica, giova ricordare un exploit clamoroso che a suo tempo suscitò notevole interesse.
Il comandante del No.111, maggiore J.W.Gillian, decise di provarli e il 10 febbraio 1938 decollò da Turnhouse (Edimburgo) per Northolt, 526 km totali. Arrivò dopo 48 minuti, con una media di quasi 410 miglia orarie, ovvero 657 km/h!! Anche detratti i circa 97 km/h di vento a favore (di cui non si fece menzione nel bollettino ufficiale!) è un dato incredibile, eppure assoluta mente vero.
Un Hurricane iniziale faceva registrare valori tra 508 e 520 km/h, a seconda dei sottotipi, delle eliche ecc. Un P-40 dei primi modelli era molto più rapido: il prototipo registrò oltre 570 km/h, che ne faceva un velivolo perfettamente in linea con i migliori. Nel 1938, il Bf 109 stava appena entrando in produzione nel modello E mentre lo Spitfire, benché già collaudato da anni, era appena in fase di produzione e entrata in servizio, con tanto di tettuccio stretto, assenza di corazzature ed elica bipala in legno..
Quando il P-40 entrò in servizio, però, era attorno al 1941, tanto che il primo aereo lo abbatté soltanto nella prima vera di quell'anno (era uno Z.1007, nonostante la velocità di quest'ultimo tipo e le scarse prestazioni in quota del Curtiss). Oramai le cose erano assai diverse: c'erano i caccia Spitfire Mk V, Bf 109F, MC.202 e altri tipi ancora. Nonostante il continuo miglioramento della stirpe, anche il Curtiss era destinato a non andare troppo lontano!
L'Hurricane, a sua volta, non era rimasto quello dell'anno prima. Con la benzina a 100 ottani, era possibile portare la pressione di sovralimentazione a 12 lb/sq in (prima era soltanto 6 libbre), il che regalava un'ampia miglioria alla velocità alle basse quote, con una salita molto migliore e un limite, in volo orizzontale, passato a circa 528 km/h con le eliche tripala Rotol a giri costanti. Questo già riduceva grandemente il vantaggio del Curtiss, ma non è tutto. I primi P-40, provati dai Britannici, dimostrarono una velocità effettiva di circa 531 km/h. Aggiungi da una parte, togli dall'altra, alla fine l'Hurricane Mk. I ultime edizioni e i P-40B e C, finivano praticamente per avere la stessa velocità!
E non solo: l'Hurricane II, con il nuovo motore Merlin XX da circa 1.300 hp, poteva disporre di molta più potenza: il prototipo arrivò a 560 km/h, le versioni di serie IIA (stesso armamento) scesero a 551, IIB (12 Browning) a 545, e infine l'Mk IIC (4 cannoni Hispano) si accontentò di circa 538 km/h. Tutti loro, però, erano superiori ai Tomahawk I! E questo, notare bene, accadde già assai presto, perché l'Mk I uscì di produzione nell'agosto del 1940 e l'Mk II subentrò, almeno in teoria, subito dopo, anche se per la sua diffusione si traccheggiò per diverso tempo (in Mediterraneo, per esempio, non pare che ve ne siano stati prima dell'aprile del '41, nemmeno a Malta). E così, prima ancora che il P-40 britannico entrasse in azione, esisteva già l'Hurricane Mk II, che quasi ribaltava le prestazioni di volo relative tra i due colleghi. Ma questo non fermò certo il fiume di aerei americani venduti alla RAF e aviazioni satelliti!
Quanto all'armamento, l'Hurricane era un campione indiscusso. Le due Browning da 12,7 e le due da 7,7 del P-40B/Tomahawk I poco potevano rispetto alle otto (da 7,7) dell'Hurricane; probabilmente, il P-40C (raddoppio delle 7,7) era leggermente migliore, ma non di molto (in pratica, si trattava di considerare 2x12,7 mm, al posto di 4x7,7) dato che le armi leggere, pur sparando proiettili pesanti un quarto, avevano una cadenza di tiro maggiore e sparavano fuori dal disco del l'elica (seppure con minore concentrazione di fuoco). Contro bersagli non corazzati, era tutt'altro che svan taggioso possedere tali mitragliatrici invece di quelle più grandi e lente. Del resto, è proprio per questo che la RAF volle le Browning di piccolo calibro (.303), perché così sarebbe stato possibile prendere 'qualcosa' anche in duelli ad alta velocità (500 km/h), senza bisogno di manovrare di continuo per mettersi in coda al proprio avversario. Il paradosso era che l'Hurricane e lo Spitfire erano più agili dei caccia tedeschi; per cui, volendo, loro sì che avrebbero potuto eseguire complesse manovre virando più stretto del '109, che invece aveva un armamento più pesante, ma meno preciso e rispondente alle necessità del combattimento aereo (2 x 7,92 e 2x 20 mm).
Quando l'Hurricane II, approfittando della potenza extra, ebbe 12 Browning (spesso ridotte a 10 per facilitare il riarmo e alleggerire l'aereo, almeno secondo Mach1 NdA) o 4 cannoni, ottenne una potenza di fuoco che nemmeno i P-40 più recenti ebbero. Poi vennero bombe, due cannoni da 40 mm e razzi, confermando l'eccellenza dell'Hurricane quanto a potenza di fuoco, e di come l'ala spessa fosse dirimente per le prestazioni, ma spaziosa e stabile. Già nel 1940 esistettero alcuni Hurricane 'quadricannone', che dettero prova di efficienza, senz'altro molto di più degli Spitfire Mk IB.
C'é poi un'altra constatazione: il P-40 non fu adottato mai per la difesa della Gran Bretagna. Se fosse stato davvero così buono, perché non includerlo nei reparti metro politani? Invece, come gli altri aerei americani (eccetto pochissimi casi, quali i Boston), venne considerato nei fatti quale macchina di seconda scelta, e inviato oltremare.
Ma, nonostante la disperata situazione di Malta, non fu MAI mandato a difendere l'isola-fortezza dall'Asse, e ciò malgrado l'obsolescenza del l'Hurricane e l'indisponibilità dello Spitfire, finché nella primavera del '42 si cominciò a porvi rimedio (dopo quasi due anni dalla B.o.B).
E dire che, ancora ad Agosto del 1942, a Dieppe i Britannici persero futilmente una sessantina di Spitfire (perlopiù Mk V), che quasi eguagliavano la consistenza dei reparti maltesi o della DAF (Desert Air Force), che all'epoca disponevano di appena tre squadroni sul deserto e cinque a Malta.
Il P-40 era svantaggiato dal suo motore, che perdeva troppa potenza in quota. Nonostante l'ampia superficie alare (simile a quella di Hurricane e Spitfire), il Curtiss non ebbe quindi un ruolo preminente nella RAF, e venne lasciato a combattere in zone periferiche, dove pure subì gravi perdite, spesso non in misura inferiore rispetto ai vecchi Hurricane.
I vantaggi del P-40 erano un pò speculari a quelli degli Hurricane, e così gli svantaggi. La sua velocità era superiore a bassa quota, ma era inferiore a quelle più alte. La struttura era robusta e metallica, l'autonomia era superiore, ma l'aereo risultava pesante e malgrado l'ampio carrello, in varie versioni con grossi problemi al decollo e in picchiata ad alta velocità, dove il controllo longitudinale lasciava a desiderare, e nemmeno le versioni provviste coi Merlin riuscivano ad essere macchine davvero all'altezza del compito. L'ultimo dei tanti P-40, il P-40N (Kittyhawk IV per la RAF) era veloce (608 km/h), ma le sottoserie 'migliorate' lo resero presto poco più che un lumacone (550 km/h).
La produzione cesserà solo nel '44, finalmente, dopo quasi 14.000 unità prodotte (secondi solo a P-47 e P-51), praticamente pareggiando l'Hurricane. Da notare che un P-40 poteva essere inferiore a macchine come il Mustang e il Thunderbolt: ma era molto più semplice e costava di meno, tanto che i primi esemplari valevano circa 20.000 dollari l'uno, quando i Mustang, dotati dello stesso motore, arrivavano a circa 50.000 e ne condividevano le stesse mediocri prestazioni in quota, pur essendo più veloci e moderni.
Al dunque, il P-40 non era necessariamente un caccia superiore rispetto all'Hurricane, ma così fu visto, malgrado che l'Hawker fu usato con successo anche come caccia imbarcato e notturno, altri compiti extra che il P-40 non ebbe modo di svolgere. Le prestazioni in quota furono molto utili anche per la ricognizione: gli Hurricane così modificati erano in grado di volare a 10.000 metri, per tempi fino a 5 ore (non è chiaro a quale velocità, ma il percorso sarà stato facilmente di circa 1.500 km). Il P-40, normalmente, si fermava letteralmente a circa 9.000 metri, ovvero 2.000 in meno dell'Hurricane.
Numeri a parte, tutti e due questi caccia sono stati disprezzati e malvisti, ma anche ammirati e temuti. Per i cacciatori nemici erano temibili, anche se spesso prede non difficili; per gli equipaggi dei bombardieri, erano invece dei letali compagni di volo.
Al di là dei risultati dei collaudi, va detto che gli Hurricane riuscirono frequentemente ad imporsi anche a mezzi più temibili e moderni; senza negare le perdite elevate, nella Battaglia d'Inghilterra distrussero più aerei tedeschi di tutti gli altri sistemi di difesa britannici messi assieme. E' vero che superavano per numero (circa 2:1) gli Spitfire, è vero che questi ultimi spesso ingaggiavano i caccia di scorta, mentre gli Hurricane si occupavano dei bombardieri; ma nondimeno, gli Hurricane, per il numero, per la necessità e per la foga, riuscirono spesso a combattere anche da soli, e abbatterono centinaia di caccia Bf 109 e 110.
E in Francia, dove la RAF mandò il corpo di spedizione nel 1939-40, non c'erano né Spitfire né radar, e nonostante questo gli Hurricane abbatterono un gran numero di aerei tedeschi, inclusi un buon numero di 'Emil'.
Nonostante tutto questo, nonostante una certa vulnerabilità anche negli attacchi al suolo, per una macchina piuttosto lenta, vulnerabile (per la struttura e per il motore) e piuttosto grossa come bersaglio -a Dieppe, uno squadrone di Hurricane che passò mitragliando la spiaggia, si ritroverà 7 aerei su 12 abbattuti!(11)- nonostante tutto, l'Hurricane riuscì a farsi valere e spesso scortava in quota gli stessi P-40 che agivano come caccia e cacciabombardieri a quote medio-basse.
Nelle battaglie su Malta, nonostante l'agilità dei C.200 italiani, il caccia britannico si impose per circa 2:1, e persino con l'arrivo dei C.202, nel tardo 1941, fu in grado di battersi onorevolmente, anche se il rateo dello scambio aveva adesso valori invertiti a vantaggio degli italiani. Come sempre, ognuna delle due parti tendeva ad esagerare nel calcolo dei risultati dei combattimenti aerei: gli italiani, con i soli CR.42 vantarono l'abbattimento di circa 20 Hurricane maltesi, ma in pratica ebbero solo 4 abbattimenti e un altro distrutto all'at terraggio (sorpreso dal CR.42 di 'Gamba di ferro' Botto, che lo inseguì dopo che l'inglese affrontò da solo la formazione italiana, abbattendo un S.79).
Il 26 novembre 1941, l'esordio dei C.202 sul fronte Africano (quelli del 4° Stormo) comportò subito il tramonto per la stagione dell'Uragano, con rivendicazioni per 8 Hurricane o P-40, contro due C.202 danneggiati. I Britannici dichiararono due caccia italiani (quelli danneggiati), ma ammisero solo 4 perdite, incluso uno scassatosi all'atterraggio. I caccia britannici incontrati erano tutti Hurricane (così come la RAF spesso sbagliava ad identificare Macchi e Bf 109, anche l'Asse spesso si confondeva nelle dichiarazioni tra Hurricane e P-40, nonché gli inevitabili 'Spitfire', visti sul Mediterraneo fin quasi dall'inizio della guerra).
E questo era nulla, di fronte al fatto che da allora in poi, i ben più giovani C.202 tenderanno, al pari dei Bf 109, a colpire duramente gli Hurricane (e i P-40). Il 1° Stormo arrivò a 'rate' tra il 18 novembre e il 14 dicembre, mentre le aviazioni alleate, forti di 15 squadroni (di cui 10 di Hurricane) dominavano largamente lo spazio aereo, nonostante la loro relativa inferiorità qualitativa, e la presenza del JG 27 tedesco (con due soli gruppi) per cui, con l'apporto dei Folgore italiani, non si supererà il totale di un centinaio di caccia moderni dell'Asse.
Il 4 dicembre, i C.202 del 17° Gruppo rivendicarono 8 'Curtiss' contro una perdita propria; l'8 rivendicarono altri 6 caccia (3 Hurricane e 3 P-40). In tutto, le perdite ammesse furono rispettivamente di uno e tre aerei, di cui uno fracassatosi all'atterraggio, e bisogna considerare che anche Marseille del JG 27 rivendicò una vittoria aerea l'8 dicembre. Gli Italiani persero due Macchi, per cui in realtà non fu uno scambio 'sconveniente'. Se questo era dovuto all'addestramento o alla tecnica è difficile dire, ma è un fatto che gli Hurricane non furono domati da nessun caccia nemico, almeno fino al 1941. E di sicuro non erano surclassati da quelli coetanei, tanto che i Britannici consideravano l'Hurricane superiore al Bf 109E.
Alle volte lo dimostrarono in azione; l'asso Townsend, per esempio, abbatté in rapida sequenza prima un Bf 110, poi fu attaccato dai Bf 109E in picchiata, ma parato l'assalto, ne spedì due a terra. Anche se non era lo standard, dà l'idea di come l'Hurricane non fosse un bersaglio da tiro a segno, quando in buone mani.
Un aereo che somigliava all'Hurricane era anche presente nello schieramento italiano: il Reggiane Re 2001. Quest'aereo era molto più moderno (volò nel giugno 1940 e aveva molte soluzioni tecniche assai progredite), era più piccolo, tutto (o quasi) metallico e manovrava con maggiore scioltezza. Ma non era più veloce, e tanto meno, più armato (2x12,7 mm tipo Breda, dal munizionamento più vario ma molto meno potente delle Browning, e 2x7,7 mm). Fisicamente e prestazionalmente c'era poco da scegliere. Il 14 giugno 1942, per esempio, 15 Re.2001 (assieme a sette C.200 e vari bombardieri italiani) si scontrarono con la caccia britannica imbarcata sulle portaerei. Gli italiani ebbero un Re.2001 danneggiato e un altro abbattuto. Per contro, rivendicarono ben 11 Hurricane.
In realtà, i Sea Hurricane incontrati erano soltanto 12, per cui ben difficilmente la Regia Aeronautica sarebbe riuscita praticamente ad annichilirli. Infatti ne andarono colpiti soltanto tre: uno rientrò nonostante i danni; un altro raggiunse pure la portaerei inglese, ma vi si fracassò. Soltanto uno venne abbattuto in combattimento, l'unico vero 'kill' verificabile su 11 dichiarati! Era lo stesso che abbatté, poco prima, uno dei Reggiane 2001, per cui la battaglia aerea reale fu, in effetti, non un 11:1, ma un 1:1. Anche considerando l'aereo scassato all'appontaggio (evento all'epoca piuttosto frequente anche per aerei 'sani'), la cosa non cambia molto, specie considerando che i Re.2001 erano leggermente superiori rispetto agli Hurri cane, a maggior ragione rispetto ai Sea Hurricane (sensibilmente più lenti, pare circa 505 km/h) e per giunta, superiori numericamente del 20% (anche senza considerare il resto della formazione italiana).
Tutto questo per dire che non c'é un modo preciso per classificare l'efficacia di un caccia: dipende in gran parte dal pilota e dalla situazione, e nessuno è autorizzato a mollare automaticamente solo per 'inferiorità tecnica'. E il P-40 ultime versioni sarà stato migliore dell'Hurricane, ma mai in maniera realmente determinante, almeno ad analizzarne le capacità in dettaglio. E sicuramente, a parte l'episodio dell'AVG, non ebbe mai gli stessi successi d'esordio.
Anche così, l'Hurricane fu sempre una macchina mediocre, già per gli standard del 1940: ma tenne onorevolmente 'botta', grazie anche al fatto che lo Spitfire gli prestò il motore Merlin XX (che doveva essere usato dallo Spit Mk III) e buona parte della produzione di cannoni Hispano. Nel novembre 1941 un Hurricane abbatté un Macchi 202 pilotato niente di meno che dal ten.col Leotta, comandante del blasonato 4° Stormo, il primo con i Folgore. Mesi prima, un certo Marseille, all'epoca non ancora la 'stella d'Africa', fu abbattuto da un Hurricane pilotato da un francese gollista. Dopo circa un mese vi fu un altro scontro tra i due, e il gollista vinse ancora contro l'asso tedesco, mandandolo a stendere due volte su due.
Albert Littoff è un altro esempio di come gli Hurricane potessero essere un pericolo, se dati nelle mani giuste. Già esperto combattente in Francia, dove col D.520 abbatté numerosi aerei tedeschi con il GC III/7, iniziando con uno Ju 88 (uno dei due ammessi dai Tedeschi il 12 maggio 1940). In seguito passò dal MS 406 al D.520 e riuscì ad accreditarsi cinque HS 126 e un Be 109E probabile (anche se erano vittorie 'in coppia').
Come pilota da caccia della Francia Libera, combatté con il No. 73 Squadron e nel No.80, sia in Grecia che in Africa. Il 22 aprile 1941 abbatté un Bf 109E del 2/JG 27, il 23 aprile ne rivendicò un altro più uno Ju 87, ma mentre atterrava si trovò mitragliato da un Bf 109, che però venne prontamente centrato da una Bofors. Il 30 aprile distrusse sei veicoli vicino a Gambut. Ma sopratutto, il 5 maggio 1941 ottenne lo straordinario risultato di ben quattro Bf 109E del JG 27, nella zona di Tobruk. In seguito abbatté uno Ju 88 e danneggiò uno Z.1007 da ricognizione. Poi ebbe parte nel GC 'Alsace', con Hurricane Mk I, che nel gennaio 1942 erano superati, ma vennero usati fino all'estate di quell'anno a difesa dell'Egitto, rivendicando una vittoria e qualche altro aereo danneggiato, ma perdendo cinque aerei e due piloti. In seguito ebbe gli Hurricane Mk II, ma era un pò fuori tempo massimo..
Successivamente Littoff tornò in UK e lì entrò a far parte del GC 3 'Normandie-Niemen. Così andò in URSS a combattere con gli Yak-9, dove ottenne altre tre vittorie (ma non contro i caccia monoposto, la preda maggiore fu un Bf 110G), prima di essere purtroppo ucciso dalla flak il 16 luglio 1943. (da Mattioli, Marco: Aerei nella Storia n.55)
Questo, malgrado tutti i limiti dell'Hurricane, e malgrado i problemi dei filtri Vokes, efficienti ma che riducevano di circa 20-30 km/h la velocità dei già impacciati Hurricane, tanto che in pratica, un Mk.I tropicalizzato era forse più lento di un Macchi 200 (si riportano velocità medie, su esemplari non nuovissimi, di circa 490 km/h SENZA tropicalizzazione, e forse 460 per un tipo Mk I Trop e con una media usura). E forse un Mk.II Trop era veloce a stento quanto uno dei primi Mk.I standard nuovo di pacca. (NdA: questo paragrafo vuole essere un omaggio stilistico al grande T.Marcon)