(19-1-18)
1o giorno: operazione ALBA ROSSA
Tutto inizia così, alle 6.00 del mattino, poco dopo l'alba. Freddo nel deserto che presto si riscalderà fino a circa 30 gradi. Circa 700 aerei si preparano ad attaccare gli opposti fronti e iniziano i decolli. Altre centinaia si preparano a parare la mossa del nemico.
GLI AMX IN AZIONE
Il gruppo di AMX decollato dalla base S.13 ovvero la M.8 dei Valiant, rappresenta forse la minacia maggiore per i britannici, perché è un intero gruppo di combattimento contro un singolo aeroporto. Le 48 Mk 82 Snakeye pendono dai piloni subalari e ventrali, cercando le dure piste di volo come bersaglio predesignato. Ma prima devono arrivare lì.
Gli AMX percorrono un grande spazio grazie ai serbatoi da 1.100 litri, tanto che decollano da una base di 2a fascia e poi volano fino ad una che è in 3a fascia nemica, a circa 400 km dal confine, che anche senza digressioni e dog-leg sarebbe almeno 680 km (quindi già impossibile teoricamente con 6 Mk 82 slick e 2x580 litri), ma che con le digressioni e i dog-leg arriva agevomente sui 750 km (almeno 1.500 km tra andata e ritorno), il che con l'uso di sole 4 bombe ma del tipo Snakeye, significa necessariamente volare con i serbatoi più grandi, associati anche a meno bombe (4), con una certa % di carburante extra rispetto a quella nominale, ma che fa molto comodo per la minaccia continua dei caccia nemici, perdite di carburante dovute a danni e velocità di crociera più alte di quella 'economica'.
Chiaramente, quest'azione è a dire il minimo, temeraria. E mentre gli aeroporti di 1a linea sono soggetti ad una serie di pericolose ondate di tanti, ma poco efficaci aerei, quelli di 2a e 3a schiera, benché meno difesi, sono attaccati da molti meno velivoli, ancorché molto più pericolosi; però l'equilibrio tattico è dato dal maggior tempo di preavviso e dalla possibilità di far intervenire anche aerei da parte dei gruppi basati sulle basi satellliti, perché spesso erano dotati di caccia.
Certamente in questo caso. I 12 AMX, nessuno dei quali viene a quanto pare (per esempio, con l'uso di bombe CBU o con scoppio in aria) 'sprecato' per cercare di sopprimre le difese aeree (che in effetti... non sarebbe stato un utilizzo particolarmente proficuo...), volano bassissimi, sui 30 metri, prima a 350 kt (sul proprio territorio, dove inizialmente stanno sui 500 ft), poi scendono e accelerano in territorio nemico fino ad almeno 400 kt, possibilmente anche 420-450 kt, specie in zone dove percepiscono l'attività dei radar.
Così facendo riescono ad evitare l'aggancio da parte dei gruppi da caccia nemici, pur essendo stati sicuramente avvistati e tracciati dai numerosi radar della 1a fascia; ma per un motivo o l'altro, i poco efficaci caccia inglesi (in assenza, in questa modalità di gioco, del Tornado ADV...) non li hanno intercettati.
Così sono già abbastanza fortunati ad arrivare senza un graffio, anche da parte della fucileria nemica, fino alla zona della battuta dalle CAP dei caccia aeroportuali.
Anzitutto, c'é una CAP esterna con 3 coppie di Hawk armati di AIM-9L; altrettanti sono pronti al decollo per emergenza. Inoltre, mentre questi sono a circa 30 NM dalla base, a circa 15 (praticamente ai confini) esistono anche altre 3 coppie di Harrier, sempre altrettanto armati (ma con un cannone in più e un pò di km di autonomia in meno). Anche qui lo squadrone aveva altrettanti aerei pronti al decollo.
Quando gli AMX arrivano, riescono ad evitare gli Hawk, troppo pochi e su distanze troppo ampie, ma non così con gli Harrier, che presidiano un perimetro molto più piccolo.
Una coppia di Harrier attacca, da circa 1500 metri, gli AMX che avvista, riesce a beccare il gregario abbattendolo mentre il capo-coppia sfugge ai missili e sgancia le bombe e serbatoi, cercando di fuggire ai due intercettori, ben sapendo che oramai ne staranno arrivando altri e che più li attira e più gli altri AMX saranno in grado di passare la difesa. Ma dopo l'attacco a sorpresa con un Sidewinder (gli Harrier non hanno un radar, quindi non hanno dato segno di sé: o li si vedeva per tempo oppure nulla), corre seriamente il rischio di essere abbattuto. Manovrando disperatamente, riesce tuttavia ad evitare il peggio e a mandare a vuoto gli attacchi altrui, passando anche al contrattacco con un lancio fallito di un missile che serve a far battere in ritirata uno degli Harrier dopo che è passato (a vuoto) per cercare un attacco (non è chiaro se abbia usato anche i flare per confondere il missile inseguitore, oppure se il lancio era fuori tiro massimo o non ben agganciato). Sebbene gli intercettori nemici avessero l'ordine di abbattere gli AMX 'at any price', dopo un pò desistono dall'attaccare il Papero, e i piloti saranno anche redarguiti per non avere insistito ulteriormente.
Ma nel frattempo accadono anche altre cose. Gli altri AMX entrano nel perimetro della base aerea: sono ben 10 velivoli e vanno neutralizzati assolutamente altrimenti faranno danni superficiali, ma sufficienti per mettere KO la base. Le 5 linee di difesa, infernalmente sempre più serrate a mano a mano che ci si avvicina, convogliano gli AMX sempre più davanti a lanciamissili e a cannoni di vario tipo (anche non specifici per il ruolo antiaereo...). Uno degli AMX viene abbattuto da un Rapier, un altro da uno Starbust appena prima che sganci le bombe, di un altro si sa che viene centrato mentre si allontana, sempre da un Rapier. Un quarto AMX non è invece chiaro se sia stato abbattuto qui oppure no. Sta di fatto, che tutti sono stati impallinati pesantemente da migliaia di pallottole tirate a grandine contro chiunque si avvicinasse sotto i 300 metri di quota: tutti gli aerei ne hanno avute tra 50 e 100, quasi sempre frontali, di tipo perforante o tracciante (e incendiaria).
Il risultato, quindi non dovrà stupire: solo due AMX hanno fatto centro sulle piste, distruggendone solo un breve tratto, con una mezza dozzina di bombe a segno, ma delle quali solo 4 esplose. Non è certo abbastanza per 5 km di piste! Degli altri 8 AMX, due sono stati abbattuti prima del bombardamento (del resto, i missili inglesi sono fatti sopratutto per 'anticipare' l'attacco), due sono riusciti ad arrivare sul bersaglio ma per errori o avarie non sono riusciti a sganciare le bombe quando dovevano o non le hanno sganciate affatto, mentre gli altri 4 sono dovuti fuggire con manovre varie per evitare la grandine di colpi e di missili che arrivava da ogni parte, onde non fare la stessa fine degli altri due beccati, in sostanza, perché continuavano a fare la rotta d'attacco!
Dei 4 aerei soltanto che sono riusciti a penetrare nella zona dell'aeroporto, almeno un è stato poi abbattuto mentre era in fuga, forse proprio uno dei due che aveva sganciato sulla pista.
Ma questo non è tutto: dei caccia su allarme, ben presto, alcuni sono riusciti a decollare con quella manciata di minuti che è stato possibile racimolare dall'avvisamento della formazione nemica, che in verità procedeva a scaglioni di 4 aerei (2 coppie distanziate) su rotte diverse. I 6 Harrier sono decollati subito, partendo direttamente dalle piste di raccordo e salendo fino a 3.000 metri di quota, cercando poi da lì di controllare gli avversari mentre attaccavano a bassa quota.
Uno almeno di loro, lo seguono per bene: infatti due Harrier gli piombano in picchiata addosso, da bravi rapaci, e raggiungono l'AMX, già duramente danneggiato, abbattendolo con un Sidewinder.
La formazione aveva già perso molti dei suoi, con danni del tutto risibili (tanto che circa mezz'ora dopo il raid era già operativa sui tratti non danneggiati, lunghi fino a circa 2.000 metri visto che gli attacchi avevano colpito entrambi la pista principale), quando arrivano anche altri rinforzi. Non è chiaro se i sei Hawk a terra riescono a decollare, ma se sì, riescono appena ad allontanarsi dalla base evitando la contraerea propria, mentre di sicuro non hanno di fatto parte nell'inseguimento dei pochi superstiti, data la velocità che questi avevano.
Dei 10 AMX arrivati sulla base, almeno 4 sono andati perduti e solo 7 sono ancora in volo, quasi tutti malconci, qualcuno anche a velocità ridotta, con uno o entrambi gli impianti idraulici messi KO, dopo che la base gli ha sparato, anche in ritirata, probabilmente oltre 30 SAM, dozzine di armi controcarro usate in maniera 'creativa', e decine di migliaia di proiettili, trasformandoli in scolapasta. Ma non è finita qui...
Dalla vicina base S.20 sono infatti decollati altri 'piccoli amici': sono i Folland Gnat; almeno 8 dei 12 aerei disponibili sono 'scramblati' e fanno in tempo a raggiungere gli aerei italiani in ritirata dalla M.8. Una coppia di Gnat vede un AMX che si allontana con una vistosa scia di fumo dietro, probabilmente non è il solito fumo del motore Spey ma anche qualcos'altro (olio?) che funziona male.
A quel punto arrivano in zona e lo avvicinano, controllando che non c'é nessun altro: infatti non c'é. Arrivano a portata di tiro e gli sparano contro con i cannoni da 30 mm. L'AMX se ne accorge, ma troppo tardi, cerca di virare ma con almeno una linea idraulica rotta è difficile! E così viene beccato da circa 300 metri con i cannoni Aden, e abbattuto in fiamme. E sei!
Dei 12 AMX partiti, solo 6 tornano, e di questi solo uno non è danneggiato, gli altri tutti tra il 'serio' e il 'grave'. Un AMX, in particolare, si danneggia ulteriormente in atterraggio, a causa dello scoppio di uno pneumatico (certamente impallinato a sua volta..). Anche se non ufficialmente perduto totalmente, di fatto è KO per il resto della guerra, perché esce dalla strada dove era atterrato in emergenza.
Così il gruppo AMX della S.13 è bell'e sistemato. A partecipare attivamente alla caccia sono stati almeno 12 Harrier, 6 (o 12?) Hawk e 8 Gnat, totalizzando almeno 26-32 caccia intercettori, sia pure di qualità minima (ma del resto, non è che gli AMX siano un'astronave di Indipendence Day...).
Gli altri AMX non hanno avuto molta fortuna, a loro volta. Quelli della base S.15 sono partiti per attaccare, con 6 aerei l'una, ben due basi principali, la M.4 e la M.10.
Ma nemmeno loro fanno molto danno. La formazione di 6 aerei verso la M.4 riesce ad arrivare all'obiettivo, solo per trovarvi una difesa totalmente 'accesa'. Questa base, infatti, è una vera e propria 'trappolona', perché ci sono ben 3 squadroni da caccia, due di Lightning, e una di Hunter singaporiani, quelli con 4 Sidewinder.
Lascio indovinare l'esito, visto che quando arrivano, trovano ancora una volta, la difesa 'accesa', accesissima, con le pattuglie di Hunter fuori e quelle di Lightning più vicine alla base stessa. Altri 6 Lightning e 4 Hunter sono appena decollati in allarme, lasciando solo due Hunter a terra pronti per altre emergenze.
La difesa aerea, inoltre, ha uno sproposito di armi a.a., tra cui 4 batterie Rapier. Due Lightning riescono ad attaccare una coppia di AMX prima che possa eseguire l'attacco. Gli fanno una serie di attacchi spietati, costringendoli a mollare l'attacco, ma subendo una perdita da un Sidewinder tirato da un AMX. Intanto, però, intercettati a quasi 30 km dalla base, questi velivoli sono stati fermati in maniera netta e non partecipano all'attacco. Degli altri 4, nessuno esce integro: 3 vengono abbattuti durante il sorvolo alla base, pare due dai Rapier e uno dai Javelin; l'ultimo esce, ma solo per essere raggiunto da altri Lightning, e prontamente abbattuto con un Red Top.
E così di questa formazione si salvano solo due AMX, quelli che non hanno fatto parte dell'attacco vero e proprio. Due dei 'caduti', però, riescono a colpire entrambe le piste di volo, anche se le poche bombe a segno, 2-3 esplose, non possono certo fermare le operazioni aeree delle piste di volo. Un tratto di almeno 1.400 metri viene prontamente 'certificato' e 30 minuti dopo è possibile già eseguire i primi atterraggi (i Lightning sono andati a rifornirsi su di una 'alternata', gli Hunter invece hanno aspettato a media quota).
L'altra formazione di AMX, a sua volta, ha un problema. Infatti, nel proseguire diritta verso la M.10, passa, senza volerlo, a pochi km dalla base S.11. Questa è sede di un gruppo di Javelin, che però sono tutti impegnati nella scorta. Però, proprio per questo, una coppia di Jaguar era stata distaccata, dalla vicina M.3, per coprire la zona, ben sapendo che era un territorio adatto per penetrare alla volta della lontana M.10. E così accade: prontamente segnalati dalla difesa aerea, i Jaguar vanno in zona e trovano due AMX. Uno dei Jaguar scende giù in picchiata da 1.500 metri e scende a pochi metri di quota, forse addirittura più basso dell'AMX che adesso è a circa 2 km di distanza. Gli lancia un AIM-9(forse del tipo P), e questo becca in pieno l'aereo italiano, distruggendolo. Il capocoppia, un pò più distante, si accorge troppo tardi dell'accaduto e mentre cerca di capirci di più, si accorge della scia del secondo missile lanciato dal Jaguar. Scarta rapido verso destra, capovolgendo la situazione che lo vedeva fare una larga virata verso sinistra; ma è troppo tardi: ritornando a destra, in pratica si trova là dove il missile lo voleva. Boom!
E così, il Jaguar (ma ci sono fonti che parlano di un Hunter) ottiene un risultato eccezionale, in un ruolo non certo consono, e con una maneggevolezza non strabiliante, ma qui poco significativa perché è riuscito a causare un effetto 'sorpresa' agli aerei italiani.
Gli altri 4 AMX si avvicinano alla base M.10, evitano gli Hawk (già tutti in aria!) della difesa aerea esterna (tanto per cambiare!) e interna; sanno che non potranno fare molti danni a quel punto, ma almeno ci proveranno. Però la contraerea li metterà in grave difficoltà, respingendone due e abbattendone uno, mentre solo uno riuscirà a bombardare la pista, forse proprio quello abbattuto (in tal caso l'ultimo manca il bersaglio). L'abbattimento è dato dal solito Rapier.
Poi i tre malconci compari escono dalla mischia. Sono tutti crivellati di pallottole e schegge, ma poi arrivano gli Hawk. In una lunga battaglia, due AMX vengono inseguiti e abbattuti uno dietro l'altro, mentre solo uno riesce a scappare abbattendo l'Hawk che lo inseguiva e distanziando l'altro compare. Ma ritornando alla base il pilota riporta che la M.10 ha subito solo danni limitati, e peggio ancora sa che è l'unico tornato dell'intera formazione.
Così, il gruppo della S.15 ha perso la bella cifra di 9 aerei su 12. Bella roba davvero! E i danni sono stati limitati, in proporzione, con almeno due caccia nemici confermati abbattuti, sono stati di più quelli in aria. Ma anche se fossero stati tanti quanto gli AMX perduti, non sarebbero stati abbastanza.
Bisogna notare l'efficacia della difesa aerea: non solo i Rapier (sopratutto loro), ma anche il fatto che la reazione a.a. è talmente potente che alla fine, gli aerei che escono dalla zona 'calda' sono talmente disuniti, pochi e danneggiati, che poi risultano facili prede per i caccia che li attaccano in picchiata. E' così che infatti vengono abbattuti 2 caccia sulla M.8, 1 sulla M.4 e 2 sulla M.10, vengono perduti, totalizzando già così ben 5 perdite sulle 15 complessive (di cui 7 dalla flak).
E gli aerei dell'ultimo gruppo AMX? Anche loro potrebbero avere un compito più facile, no? Hanno ottenuto di doversi impegnare contro la M.7 e la M.9.
La M.7 è un'altra brutta bestia: 2 unità Jaguar e 1 Hawk. Entrambe le unità Jaguar erano in quel momento all'offensiva, precisamente contro la M.2 italiana. Però c'erano gli Hawk del locale squadrone di difesa aerea, e per giunta, nella vicinissima base satellite S.19 c'erano altri Hawk! Due squadroni, dunque.
E contro questa difesa c'erano solo 6 AMX. Peggio che mai, questa base era organizzata molto bene e a terra c'era un solo anello difensivo di fucilieria, seguito da due di missili SAM. Con circa 500 fucilieri e 100 mitraglieri per km, istruiti appositamente per tirare contro gli aerei in avvicinamento o allontamanento (e mai, però, sparando verso la base, per 'ovvie' ragioni), ogni velivolo che si avvicinava era costretto ad attraversare una vera grandine di piombo, e i piloti italiani avranno avuto l'impressione di essere davanti ad un plotone d'esecuzione! La potenza di fuoco è stata in effetti micidiale. Sebbene per l'ennesima volta, gli Hawk non sono riusciti ad intervenire, anche se c'era una coppia in inseguimento contro una delle coppie di AMX, la barriera di fuoco ha fatto i suoi bei danni. Un AMX, vista la galassia di traccianti che gli veniva incontro, ha scartato vivacemente e per giunta, ingaggiato da un missile, si è ritirato continuando la virata e mancando l'attacco. Un altro AMX è stato anche più sfortunato: abbattuto direttamente dalla grandine di colpi, almeno una decina dei quali hanno centrato il parabrezza (non blindato) e spesso lo hanno trapassato. L'aereo, colpito da forse oltre 100 colpi in circa 3 secondi, ha perso il controllo ed è precipitato poco dietro le linee. Gli altri 4 sono riusciti ad andare avanti, ma solo per trovare almeno 10 missili già lanciati contro di loro! Non dovrà stupire che l'attacco è stato un insuccesso clamoroso e nessuna bomba è andata a segno; gli unici due AMX che hanno sorvolato le piste, in un caso hanno mancato il bersaglio, nell'altro non ha funzionato il sistema di tiro.
Uno degli AMX è stato abbattuto da un missile Rapier, un altro è riuscito a scappare, ritornando fuori dall'anello, inseguito dal fuoco e dai missili. Gli ultimi due sono corsi attraverso tutta la base, ma non senza essere inseguiti dai missili. Uno è stato colpito appena ha riattraversato l'anello di fuoco, centrato da un Javelin e probabilmente anche da un ennesimo Rapier. Del resto erano stati lanciati almeno 30 missili SAM contro di loro, tra le altre mille armi attivate.
A quel punto restavano solo tre AMX, ma uno di essi è stato abbattuto dagli Hawk appena uscito dalla zona di difesa aerea, o addirittura,secondo un'altra fonte,da un Bloodhound SAM.
Alla fine, non è stato divertente: su 6 aerei, 4 abbattuti e 1, o forse 2, danneggiati.
Infine gli AMX hanno attaccato la base M.9. Anche qui, non è che la situazione fosse così divertente: uno squadrone di Victor, uno di Jaguar, uno di Gnat.
Jaguar e Gnat erano la difesa aerea, a quanto pare. Di quest'attacco se ne sa di meno, ma ancora una volta, i danni sono stati ridotti, dato che la rete di difesa aerea, qui a 3 fasce, li ha sistemati di brutto, a tutti quelli che sono riusciti ad avvicinarsi. I Jaguar hanno intercettato comunque una coppia di AMX, ma stranamente stavolta hanno fallito clamorosamente: uno di loro è stato abbattuto e gli AMX non hanno nemmeno mollato il carico bellico (giusto un AIM-9 lanciato), per cui hanno continuato la missione. Ma non gli sarebbe andata bene a lungo.
Di lì a poco, la contraerea ha fatto anche qui danni micidiali: sebbene gli AMX si siano distinti, colpendo con almeno 7 bombe (di cui solo 4 esplose sul bersaglio) la pista principale, da parte di 3 degli AMX, quella secondaria non è stata raggiunta da colpi in pieno. Già questo significava fallimento, ma non era tutto. Ancora una volta, un AMX era stato abbattuto poco prima di raggiungere il bersaglio, da parte del solito micidiale Starbust; un altro è scappato, ma stranamente abbattuto da un vecchio Blowpipe anziché dai soliti Rapier.
Degli altri 4, tutti danneggiati, si sono poi occupati Gnat e Jaguar. Inseguiti due AMX (ma lasciati provvidenzialmente stare gli altri due), due coppie di Gnat e di Jaguar si sono avventate su di essi. Prima gli Gnat hanno abbattuto un AMX, poi l'altro è stato inseguito e dopo una feroce battaglia, con scambio di missili, abbattuto a sua volta.
Non solo, ma degli ultimi due AMX, uno si è schiantato al suolo al rientro, a causa dei danni subiti in precedenza, probabilmente circa 115 colpi e 32 schegge. L'unica fortuna è che il pilota è riuscito a rientrare sul suo spazio aereo prima di perdere totalmente il controllo.
Risultato? Un solo superstite!
Tirando le somme: il gruppo della S.13 ha perso 'solo' 6 aerei su 12 (in realtà 7...), più 5 danneggiati seriamente (o 4, a seconda di come si conta...).
Il gruppo della S.15 ha perso 9 aerei (nove!) su 12, più 1 danneggiato gravemente.
Il gruppo della M.5 perde anch'esso 9 aerei su 12 (!!!) con gli altri 2 danneggiati più o meno seriamente.
Questa strage di pur ottimi aerei è una vera iattura, ma del resto i caccia che hanno contrastato questi velivoli sono stati tantissimi: 24(M.4)+24(M.7)+28(M.8)+18(M.9)+12(M.10) = almeno 106 caccia, 3 per ciascun AMX e ben piazzati. Aggiungiamoci almeno 20 batterie di Rapier e centinaia di altre armi antiaerei, più decine di migliaia di armi leggere o controcarri usate 'in maniera alternativa': missili Vigilant, Swingfire, MILAN, LAW-80, forse anche BAT e WOMBAT, cannoni fino al 105 o 120 mm.
Che c'é da stupirsi tanto? In condizioni del genere, almeno, sarebbe stato straordinario il contrario.
Tanto gli AMX sarebbero comunque tornati con tanti di quei danni da arma leggera e scheggia, che non sarebbero stati operativi per un bel pò in tutti i casi.
Ma certo, perdere di fatto almeno 24 (o 25?) aerei su 36 è pazzesco, peraltro è anche una punizione comminata all'entità dello sforzo e ai rischi. Quel che non è comminato è il risultato, con 4 aeroporti danneggiati in maniera limitata, e uno pressoché nulla.
Dei caccia nemici, si può dire che gli AMX si siano difesi bene, abbattendo almeno un Jaguar, un Hawk e un Lightning, pur subendo la perdita di 11 aerei, di cui ben 8 DOPO avere eseguito l'attacco, quando erano sistematicamente duramente danneggiati, e 3 prima, quando erano sistematicamente caricati di serbatoi e bombe.
Da notare che di 36 aerei, solo 2 vs la M.8, 2 vs la M.10 e 2 vs la M.4 (ovvero solo 6 su 36!) sono stati efficacemente intercettati (ce ne sono stati altri, in particolare 2 intercettati ma che hanno abbattuto il nemico per poi continuare l'attacco), prima di attaccare l'obiettivo, malgrado l'enorme numero di intercettori in giro. Il grosso del lavoro, dunque, malgrado perdite già di quasi il 10% (una % più che notevole), è stato fatto dalle difese a.a.(almeno 14 kill) e dall'inseguimento successivo (altre 8) da parte dei caccia.
YANKEE GO HOME
Ma se questa era la situazione degli AMX, i G.91Y non hanno avuto molta più fortuna.
La loro missione era quella di colpire le basi N.5 e N.6, una con due, l'altra con una sola formazione d'attacco, in ogni caso a livello di gruppo.
La N.5 aveva due squadroni di Jaguar e uno di Hunter singaporiani. Solo questi ultimi erano in pattuglia per la difesa aerea della base, armati di tutto punto.
La N.6 aveva uno squadrone di Jaguar (anch'essi in offensiva), 1 di Hunter cileni da caccia (con gli Shafrir 2) e uno con i Lighthing (mandati quasi certamente a scortare una formazione di V-Bombers).
Tutto sommato non era così balorda, ma la N.6 aveva anche un 'asso' nella manica: una base aerea con i Lightning, la S.15. Anche se due dei gruppi Lightning andavano a scortare i V-Bombers, questi no, perché erano demandati alla difesa di numerose basi aeree della zona ampiamente provviste di bombardieri. Ovviamente la cosa era più facile perché era impossibile attaccare tutte le basi secondarie in quella prima ondata.
Ad ogni modo, mentre gli Gnat erano stati destinati a supportare la M.8, questi erano per la M.6.
Così, quando i G.91Y delle basi M.1 e S.4 attaccano la M.6 inglese, si trovano contro sia gli Hunter (tutti in aria!) che i Lightning che provenivano da appena 50 km a sinistra della base (Est, in realtà: l'intero teatro di guerra è infatti orientato in maniera tale che il Sole sia laterale, e quindi, non favorisca nessuno dei due contendenti). La formazione di G.91Y era molto svantaggiata rispetto a quella degli AMX: pur essendo più piccoli, bimotori e pesantemente corazzati nella zona abitacolo e anche serbatoi (inferiori), i G.91Y erano carenti per altre ragioni. Una era la mancanza di RWR, l'altra la scarsa qualità dei sistemi di navigazione-attacco, con errori di km sulla rotta; un'altra inferiorità era l'assoluta mancanza di sistemi ECM, RWR (come detto sopra), lanciatori di esche contro i missili e i radar, e infine, nessun missile AAM per l'autodifesa.
Come se non bastasse, la modalità d'attacco degli aerei era più facilmente prevedibile avendo parametri molto più rigidi nelle rotte in angolo e velocità di attacco.
A questo aggiungiamo che con due sole bombe da 500-600 lb, il carico bellico era solo la metà, e per giunta, senza AAM disponibili. Praticamente un G.91Y portava la metà di un AMX e se l'AMX fosse stato impiegato su distanze simili, avrebbe portato 6 bombe, dunque il triplo o il quadruplo (includendo gli AAM).
Ogni speranza di eliminare queste basi aeree non era quindi, molto alta; ma con due gruppi si poteva provare. E fu provato.
Ma la prima formazione di G.91Y (3 gruppi da 4 aerei l'uno), viene accolta malamente dai caccia nemici; gli Hunter, simili, ma molto pericolosi avendo i missili anziché le bombe, devastano un'intera formazione di G.91Y prima che potessero avvicinarsi alla base; una singola coppia di Hunter, infatti, riesce ad abbattere due G.91Y e a far scappare gli altri due.
Gli altri 8 G.91Y riescono invece a farsi avanti, ma per incappare in un muro di fuoco con tutto quel che avevano da terra per contrastarli, cannoni da carro armato inclusi! Non sorprenderà che due G.91Y vengono abbattuti ancora prima di eseguire l'attacco, ma peggio ancora, altrettanti vengono eliminati durante la bomb-run finale, in un caso prima dello sgancio. Solo la metà dei G.91Y riesce a scappare, tutti danneggiati dal fuoco nemico. Dal canto loro lasciano 3 crateri di bombe a terra, forse erano in realtà CBU BL-755, probabilmente più efficaci delle Mk 82S quando queste ultime sono così poche.
Il tiro è stato abbastanza letale, dunque. Ma poi ci sono i caccia, e gli Hunter segnano ancora un punto abbattendo un G.91Y in fuga. Così facendo, ben 7 G.91Y vengono eliminati su 12 in tutto, con altri 3 danneggiati seriamente o gravemente.
Gli altri G.91Y sono ancora meno fortunati; arrivando pochi minuti dopo, trovano una reazione aerea particolarmente scatenata, e pure 6 massicci Lightning che accompagnano i 12 Hunter tutti in azione, a quel punto. Sono proprio i Lightning che attaccano due dei G.91Y, sgominandoli ma senza riuscire ad abbatterli malgrado diversi tentativi e il lancio di almeno un missile.
Gli altri 10 arrivano in zona e attaccano la base, ma vengono sottoposti ad un fuoco di fila micidiale: solo i Rapier lanciati sono almeno 10 prima ancora che i G.91Y arrivino a portata di sgancio. Così i tiri restano comprensibilmente piuttosto imprecisi: uno dei G.91 viene abbattuto, altri 3 respinti, e solo 6 riescono ad eseguire l'attacco, portando 8 colpi a segno, anche se due sono ordigin inesplosi.
Nella fuga, un Rapier elimina uno dei G.91Y, mentre sta volando a circa 6 metri da terra, a circa 2 km di distanza.
Nella battaglia aerea che segue un altro G.91Y viene eliminato dai Lightning con un missile Red Top.
La fuga dei G.91Y è così precipitosa che usando gli A/B in maniera troppo intensa, alcuni sono a corto di carburante. Uno di essi non riesce a rientrare alla base e appena superato il confine, è costretto ad un atterraggio d'emergenza poco dietro il confine. Cercando di salvare l'aereo, il pilota estrae il carrello, ma la collisione con una grossa pietra rompe l'elemento anteriore provocando seri danni all'aereo stesso.
E così, i G.91Y hanno fatto tutto sommato un buon lavoro, mettendo a segno almeno 11 bombe sull'aeroporto, di cui 9 esplose; però anche così possono fare ben poco, perché la base non è eccessivamente danneggiata. Al rientro, i Jaguar riusciranno a dare modo di questa capacità, atterrando su di un singolo spezzone di pista di nemmeno 1 km di lunghezza e di larghezza ridotta, dando esempio delle loro capacità belliche. I Lightning, invece, vanno sull'alternato, così come gli Hunter.
Le perdite, invece, non sono proporzionate: il primo gruppo di G.91Y ha perso qualcosa come 7 aerei su 12 (4 dalla flak)
Il secondo gruppo ha perso un'altra manciata di aerei: 2 persi dalla flak, 1 da un Lightning, e 1 per atterraggio fuori campo. Quest'ultimo non è ufficialmente 'perso', ma è danneggiato seriamente e non potrà tornare in linea per almeno 3 giorni.
In tutto, dunque, su 24 aerei, ben 10 restano a bruciare sulla zona dell'aeroporto.
Degli altri 14, la quasi totalità, 10, ha subito danni tra serio e grave. Solo 4 sono più o meno indenni. E in tutta onestà, perdere 10 aerei per mettere a segno 11 bombe non è un successone.
All'altro gruppo di G.91Y, in compenso, non va meglio; pur dovendo affrontare un solo gruppo da caccia con gli Hunter cileni, la contraerea era particolarmente 'efficace' a quanto pare...
Gli Hunter, per una volta tanto, si fanno prendere un pò di sorpresa e solo i 6 già in aria sono coinvolti in azione, gli altri invece non riescono a decollare prima che venga dato il divieto di farlo. Questo risultato potenzialmente disastroso, con i caccia in aria che sono la metà degli incursori, non è poi così drammatico in realtà: la contraerea è talmente micidiale che in pochissimi minuti il gruppo di G.91Y viene sterminato: tutti e 12 gli aerei si avvicinano, ma i Rapier che qui, probabilmente sono di lotti più moderni che in altre basi, si superano in prestazioni, specialmente la batteria della difesa più interna. La prima formazione di 4 G.91Y viene investita dal tiro da terra delle armi leggere, che poco gli può fare ma non è innocuo, e poi dal lancio preciso di diversi SAM. Poi arrivano i missili Rapier della batteria 'interna', e abbattono prontamente due G.91Y, uno dei quali è il capo-formazione, che esplode in aria. Questo consiglia anche gli altri G.91 a non insistere troppo: solo uno esegue l'attacco, ma manca l'obiettivo. Nella fuga, un altro G.91 viene distrutto da un Blowpipe.
La seconda ondata d'attacco non ha maggiore successo: uno viene abbattuto, ancora una volta dalla micidiale batteria 'interna', e un altro si becca una sventagliata da 30 mm di un RARDEN. Solo uno dei G.91Y sopravvissuti riesce a sganciare le proprie armi e centra la pista principale al km 2,2.
Poi arriva la 3a ondata, che subisce un'altra serie micidiale di fuoco antiaereo, ma stavolta, udite udite, ottiene una perdita niente di meno che da... un missile Bloodhound, forse l'unica che ha ottenuto almeno nelle fasce più interne. L'evento è 'spettacolare' data la potenza del missile, e anche qui i G.91Y prendono nota. Pur non subendo perdite dalla batteria Rapier, bisogna dire che questa mette in fuga un altro G.91 e gli altri due, a quel punto, attaccano, ma senza grosso successo, colpendo solo la pista secondaria al km 1,8.
Questi danni sono risibili, mentre un altro G.91Y viene centrato da un missile Rapier (stavolta delle batterie esterne).
Finita la catastrofe, arrivano gli Hunter, i quali abbattono con uno Shafrir uno dei G.91Y, dopo di che danneggiano con gli Aden un altro G.91Y, il quale riesce a distanziare alla fine l'Hunter inseguitore (su cui ha un piccolo margine di velocità grazie al fatto che l'Hunter ha le rotaie dei missili). Però non va lontanissimo: il consumo di carburante per ottenere questa prodezza è di circa 1.000 kg, e questo eccede quello che era previsto per questa missione. La N.6 è a ben 320 km dal confine, e non c'é da scherzare. Il G.91Y cade a circa 90 km dal confine, malgrado abbia eiettato tutto quel che poteva per alleggerirsi, quasi certamente vittima anche della perdita di carburante dai serbatoi alari danneggiati, ma sicuramente l'elemento fondamentale è stato quello della lunga caccia... dall'Hunter 'cileno', che lo ha dissanguato.
E così questo gruppo ha perso ben 4 G.91Y su 12 solo considerando i Rapier; 1 per i Bloodhound; 1 per i cannoni RARDEN; 1 per i missili Shafrir 2; e infine, uno per esaurimento carburante (l'A/B è una brutta bestia a non saperlo usare al meglio). Totale: 8 su 12. Gli altri sono tutti danneggiati più o meno seriamente.
E così i G.91Y sono riusciti a perdere ben 18 aerei su 36, 'solo' il 50%. A pensarci bene, sono andati meglio di quel che hanno fatto gli AMX, ma del resto hanno attaccato solo 2 aeroporti, mica 5 (e con maggiore preavviso). Quasi tutti i superstiti, 14 su 18, sono rimasti danneggiati più o meno gravemente.
In sostanza, dopo questa catastrofe, gli attacchi a medio raggio e ancora di più quelli a lungo raggio, diventano un'utopia a caro prezzo: su 36 G.91Y, metà sono andati perduti e solo 4 sono ancora intatti (al lordo di qualche fucilata sorvolando le truppe a terra nemiche durante le missioni). Dei 36 AMX, ben 25 sono distrutti e 8 danneggiati; solo 3 (meno del 10%) sono ancora intatti!
Così facendo vi sono in quel momento solo 36 G.91Y nei tre gruppi, e meno ancora, 31, sono gli AMX disponibili. Ma peggio ancora, le macchine efficienti sono quasi azzerate: quei 36 aerei erano tutto quel che si poteva mettere in campo a parte 2-4 spare per gruppo. In sostanza, togliendo 2 aerei per gruppo indisponibili giornalmente, a quel punto gli aerei effettivamente utilizzabili sono soltanto 23 quelli ancora teoricamente disponibili; però di questi, 8 sono danneggiati, riducendo il totale a solo 17 velivoli. Anche recuperando tutti gli aerei, non sarebbe possibile portare un attacco potente come il primo, e del resto insufficiente; ma essendovi aerei indisponibili e altri troppo danneggiati, è chiaro che il successivo attacco sarà inferiore e di parecchio: nel migliore dei casi, dei 29 aerei rimasti, probabilmente ne verranno usati non più di 18, la metà del totale, purché vengano recuperati circa la metà degli aerei danneggiati.
Quanto ai G.91Y, con minori perdite, ma comunque parecchi danni, dei 36+12 (max) velivoli disponibili, ne restano efficienti un piccolo numero, inizialmente almeno, solo 4+12!!!! Quindi c'é poco da scialare. La probabilità per la seconda ondata è di appena 24 aerei a far tanto, purché siano 'bravi' a rimettere in sesto diversi velivoli in poche ore.
Questi risultati sono combinati alla mancanza pratica di effetto contro le basi aeree inglesi, danneggiate tra il poco e il niente. E certamente, dopo poche ore, già operative perché solo colpendole con almeno 15-20 bombe in pieno sulle piste si poteva sperare qualcosa. Il che avrebbe implicato la quasi totalità delle bombe portate da un intero gruppo di G.91Y o un mezzo di AMX. L'unico vero problema era quello della possibilità o meno di mettere almeno temporaneamente KO l'aeroporto per impedire che gli aerei ci tornino al termine della missione. Ma anche questo non è successo: i Valiant della M.8, e gli altri V-Bombers, hanno potuto scendere sulle basi dopo circa 1 ora dall'attacco (giusto quando si sono fatti rivedere al rientro dalle missioni).
I britannici hanno usato tutto quel che potevano per togliere di mezzo i danni: cemento a presa rapida, macchinari vari per la riparazione, hanno addirittura fatto volare, già nei minuti successivi all'attacco degli elicotteri in moto lento sulla pista per 'spazzare via' rapidamente tutta la polvere e i detriti più piccoli, oltre che per ispezionare la pista; hanno anche usato dei cavi d'acciaio per tirare via le bombe dalle piste, attaccati a mezzi corazzati 50-100 metri distanti, oppure hanno fatto esplodere le submunizioni, quando presenti, sparandogli direttamente con le armi di bordo, senza tante storie (è più facile riparare questi danni che passare del tempo per disinnescare gli ordigni).
In media, in circa mezz'ora erano in grado di riparare un cratere di circa 1x5 metri di diametro sulla pista, che è il peggio che ci si può aspettare da una Snakeye.
E ovviamente, c'erano centinaia di uomini e mezzi in azione, pur di rimettere subito in sesto le basi; da 15 minuti dopo la fine dell'allarme erano già tutti pronti e potevano lavorare al meglio, uscendo da rifugi, hangar e fossati tutt'attorno.
Finita così? No, perché anche le basi dei G.91Y e AMX, almeno una delle loro basi (quelle principali) sono state colpite, e molto più duramente di così. Ovviamente questo ha complicato molto le cose, anche perché nessuno dei due tipi era normalmente abilitato per operare fuori dagli aeroporti (i G.91Y erano arrivati oramai assai tardi rispetto al requisito originario, largamente lasciato cadere, dell'aereo 'fuoristrada' che originò il G.91, anche se tecnicamente i loro grandi pneumatici gli davano questa capacità).
In prima linea: victoria o muerte!
Poi c'erano, ovviamente, le basi di 1a fascia: le M.1, M.2, M.3.
Queste erano difese fortissimamente, essendo le più vulnerabili: la N.1, a 140 km appena dal confine, aveva ben 2 squadroni di Harrier e 1 di Hawk.
La N.2, a 180 km, è un pò più confortevolmente distante dal confine, ma ha 2 altri squadroni di Harrier e 1 di Hunter OM
La N.3, a 190 km, è con un 1 squadrone di Lightning e 2 di Jaguar.
In tutto, su 9 gruppi, teoricamente hanno solo 1 gruppo di caccia intercettori puri; in realtà, a questo bisogna aggiungere gli Hunter omaniti, gli Hawk, e sicuramente almeno un gruppo di Harrier.
TUTTI questi aeroporti erano provvisti di almeno 6 batterie Rapier (l'uno!!!!), almeno 60 MANPADS, 2 Bloodhound, spesso anche 1 Tigercat, nonché una valanga di armi leggere a.a.
Questo è un problema, ma certo che è correlato rispetto a quello che devono affrontare: ben 3 ondate d'attacco ciascuno!
Stavolta il problema è dato dal 'pulviscolo'. La potenza di fuoco di tanti, piccoli aerei.
Ognuno di questi aeroporti ha da affrontare: 2 ondate da 24 aerei l'una, 12 cacciabombardieri (sic) MB.339 o MB.326K (in un solo caso), e 12 G.91R di scorta (non necessariamente quelli tipo R-3, che sono i più pesanti); nonché uno squadrone 'solitario' con gli MB.326K, che cercherà di insinarsi nelle difese degli aeroporti già scosse dalle altre ondate d'attacco.
Da notare che i Macchi 326K saranno in almeno 2 casi con gli aerei armati di V-3B Kukri perché sono Impala Mk 2 modificati, e che ovviamente fanno da scorta agli altri. E' possibile, in teoria, anche arrivare a 4, ovvero un'intera sezione di volo, ma a scapito degli aerei da bombardamento, visto che di fatto non possono fare entrambe le cose contemporaeneamente.
Degli aerei inglesi, va visto anche come questi abbiano, su 9 gruppi, ben 4 di Harrier, e 2 di Jaguar, ovvero tutti aerei capaci di operare anche da piste semi-preparate e quindi praticamente impossibili da bloccare a terra. Aggiungiamo che anche gli altri tipi non hanno requisiti eccessivi in termini di lunghezza pista, attorno al km a far tanto, e siamo a posto.
I G.91R accompagnano i Macchi con una mezza dozzina di aerei avanti e una dietro, un pò più in alto. I Macchi stanno in mezzo, volo a circa 30 metri e 650 km/h, due bombe Mk 82 l'uno (possibile, ma non molto probabile, anche che alcuni abbiano piuttosto due gunpod da 30 mm), l'autonomia è appena sufficiente per cui è difficile che possano andare con carichi maggiori, inoltre sarebbero troppo lenti per volare alle velocità richieste per evitare la reazione nemica prima ancora di arrivare sull'obiettivo.
I G.91R invece, non hanno nessuna arma aggiuntiva a parte i cannoni; non c'é modo, volando a bassa quota e conservando una frazione di carburante per il combattimento, di avere un raggio d'azione sufficiente per questo compito, portando bombe, razzi o missili.
M.1
Le battaglie sono terribili, come nel caso della M.1. Lì sono presenti in piena efficienza, un gruppo di Harrier e uno di Hawk, mentre l'altro gruppo di Harrier fa l'attacco alle basi radar italiane.
Le forze italiane arrivano con la prima ondata d'attacco, prontamente attaccata da una coppia di Hawk che impegna battaglia con i G.91R di retroguardia. Grazie ai missili Sidewinder, abbattono subito un G.91, mettono in difensiva gli altri dopo avere riguadagnato quota, e effettivamente, riescono a separarli dal resto della formazione, riuscendo a dimezzare la scorta agli aerei italiani. A quel punto, mentre tutt'attorno gli intercettori si addensano e cominciano ad avvistare gli aerei italiani, la situazione diventa ancora più difficile per gli italiani, con una coppia di Harrier che ingaggia frontalmente la formazione italiana, contrastata dai G.91R di un'altra coppia. Solo 4 di questi riescono ad avvicinarsi, assieme ai 12 Macchi, alla base. Il fuoco da terra distrugge inesorabilmente gli aerei italiani, i Rapier trovano presto i G.91 che tanto ci tenevano a proteggere gli aerei italiani dalla contraerea, e due G.91 vengono abbattuti.
A quel punto arrivano i Macchi, che hanno due grandi punti deboli: anche volando a circa 750 km/h, sono ancora dei bersagli vulnerabili volando a bassa quota, privi di protezione e con un tettuccio molto grazioso, a 'goccia' quasi, che rende i piloti con la sensazione, in quelle circostanze, di stare davanti ad un plotone d'esecuzione.
E infatti, i Macchi vengono crivellati di colpi. Uno viene abbattuto dal fuoco di armi leggere (del resto è successo ad almeno un Pucarà bimotore alle Falklands), poi gli altri vengono crivellati di pallottole e disuniti dallo sbarramento inglese.
Quelli che riescono ad avvicinarsi ancora di più, vanno incontro ad un altro problema: dovendo attaccare con bombe a caduta libera, sono costretti a salire in quota per eseguire l'attacco in picchiata. La loro azione, però, è sotto lo sguardo della difesa aerea: salgono partendo da 750 kmh e 30 metri per trovarsi attorno ai 1.000 metri a 500 km/h, per poi scendere ad almeno 30° e sganciare le bombe attorno ai 500 m AGL, riprendendo poi la rotta corretta. Tutto molto bello, ma i Rapier non potevano chiedere di meglio di questo esempio di bersaglio 'facile'.
E così accade il peggio.
Della 1a ondata d'attacco, di 4 aerei, uno viene abbattuto dalle armi leggere, gli altri 3 salgono in quota ma un Rapier ne insegue e abbatte uno, tirato dalla 2a fascia appena passata; poi arrivano in cima alla salita; il tempo per salire è circa 10 secondi, ma un Rapier è pronto al tiro entro sei! E così per quando, dopo avere percorso circa 2 km, gli ultimi 2 Macchi sono beccati da altri SAM; uno appena livella, l'altro si mette in picchiata e viene abbattuto da uno Starbust. Esplode a poca distanza dalla pista, colpendola con dei detriti.
Poi arriva la seconda ondata, ma anche questa non ha molta fortuna: il rischio è lo stesso di prima e quando salgono per fare la stessa manovra, vengono beccati in pieno: uno viene preso anche stavolta in salita, la fase più pericolosa, gli altri vengono sottoposti ad un lancio forsennato di missili da parte delle batterie, specie quella interna, e di questi uno viene abbattuto, un altro vira stretto ed esegue la manovra di scampo che meglio gli riesce pur di fuggire da quell'inferno, mentre il primo dei Macchi riesce a scendere velocissimo evitando un missile, per poi rialzarsi un pò e centrare la pista con le due bombe! Ma non riuscirà ad andare lontano: volando a 6 metri di quota, riesce a schivare la reazione di fuoco, ma non riesce ad evitare che un altro Rapier lo raggiunga (anche gli altri erano tutti Rapier), centrandolo dopo che ha oltrepassato la 2a (o 3a?) fascia protettiva (tutte con missili, ovviamente).
L'ultima ondata non ha a sua volta molto successo: stavolta vengono lanciati i missili già prima che entrino nella zona a maggior rischio e i primi due Macchi decidono di 'lasciar perdere'. Gli altri due si avvicinano e passano la 1a fascia, ma vengono crivellati di colpi; poi arrivano verso la 2a e vengono ingaggiati dal tiro dei missili e cannoni; un Macchi viene abbattuto, pare, niente di meno che da un missile Blowpipe o addirittura un missile Vigilant(!!!!) L'altro si allontana, crivellato di colpi.
Ma una volta fuori, ci sono anche i caccia, che usualmente sono i più pericolosi della situazione.
Fino ad allora è andata maluccio: annientata la 1a ondata, demolita la 2a, respinta la 3a, 8 aerei su 12 abbattuti!!!! E altri 2 danneggiati.
Eppure, 9 dei G.91R erano ancora in giro. A quel punto si danno molto da fare per evitare il peggio, cercando di proteggere i Macchi. Ma anche questa volta non è facile: solo un Macchi, in effetti, è killato da un Hawk con un missile, mentre gli altri 3 scappano davvero; ma la potenza della reazione inglese è molto più seria a quel punto, con 12 caccia tra Harrier e Hawk che (come nella base M.8) erano decollati, mentre gli altri erano già in aria, totalizzando ben 24 intercettori! Avessero avuto uno straccio di radar sarebbe stato molto meglio, ma anche così si fanno valere. Una serie di battaglie aeree vedono altri 2 G.91R abbattuti, così come il Macchi, contro un Harrier, abbattuto dai cannoni da 30 mm di un G.91R (entrambi i kill sono stati fatti dai missili AIM-9).
Totale perdite: 9 Macchi 339 su 12 (7 dalla flak), 5 G.91 su 12 (2 dalla flak). Totale: 14 su 24 (9 flak, 5 caccia).
A quel punto la prima ondata è finita; ma passano appena 6 minuti che i radar segnalano un'altra ondata in avvicinamento. Questi sono gli aerei delle due basi secondarie, che si sono uniti: la S.1 e la S.6. Anche se si muovono da distanze apparentemente ridotte, in realtà hanno percorso volando bassi qualcosa come 300 km (nel minimo percoso ipotizzabile, eh!), sostanzialmente è impossibile portare in tal caso 4 Mk 82, a meno eventualmente di sganciare sistematicamente i serbatoi esterni, che però è proibito se non per eventualità eccezionali, come un combattimento aereo.
Per quanto veloci, piccoli, molto agili, i Macchi sono sempre vulnerabili al tiro di una difesa sufficientemente 'cattiva', come dimostra l'abbattimento del Macchi 339A alle Falklands per mano di un semplice Blowpipe (che nelle mani degli argentini faranno anche... di peggio, abbattendo un Harrier).
Quando l'azione d'attacco viene portata avanti, succede anche di peggio: da un lato avviene la copertura 'antiradar' da parte della coppia di PD-808GE più, come aerei scorta/SEAD, un gruppo di Macchi 326K (decollati, profilo necessariamente hi-lo-hi, da circa 400 km di distanza) sudafricani. Stavolta però, gli Impala non sono così fortunati come in Angola. Parecchi caccia vengono subito spostati per localizzare le fonti di disturbo ECM e per contrastare l'attacco portato ai radar dai Macchini. Al contempo, un aereo inglese, pare un BAe 125, localizza gli aerei italiani della formazione e li segue, ombreggiandoli. Così, anche se l'attacco elimina due radar distruggendoli o mettendoli KO, la difesa aerea inglese segue ugualmente la formazione grazie al Bae che li imbreggia, stando a circa 2.000 metri e 3.000 metri alle spalle degli ultimi velivoli di questa formazione. Alcuni G.91 forse lo vedono, ma non osano fare nulla per timore di salire in quota e venire subito scoperti e abbattuti.
Ad ogni modo, qualche minuto dopo, arrivano in zona ben 4 Hawk e 2 Harrier. Gli Hawk attaccano con decisione i G.91R di retroguardia, abbattendone due e mettendo gli altri in difensiva, non avendo alcun mezzo per reagire alla minaccia nemica; i britannici sanno che possono essere ingaggiati dai missili di alcuni G.91, ma questi sono di tipo primitivo e a corta portata, nulla a che vedere con gli AIM-9L che hanno loro, specie a bassa quota.
Così lasciano il campo anche ai due Harrier, che si avvicinano ai Macchi e ne mettono in fuga una sezione, abbattendone uno a cannonate, senza stare a perdere troppo tempo con i missili (anche perché uno era stato lanciato ma senza successo). A quel punto arrivano ben 4 dei G.91R dell'avanguardia, che contrastano i caccia inglesi e li allontanano dal resto dei Macchi. Riescono persino ad abbattere un Hawk che stava battagliando con i G.91, anche se inizialmente avevano messo in difensiva gli Harrier, disimpegnatisi con la massima velocità verso l'alto prima di tornare giù a riprovare l'attacco. In questa bolgia ci sono dunque coinvolti 10 G.91, 4 MB.339, 4 Hawk e 2 Harrier, totale = 20 jet. Solo 10 degli attaccanti riescono ad andare avanti, e i due G.91 rimasti con i Macchi non possono fare molto: avvicinatisi alla base inglese, vengono presi sotto tiro da 2 Rapier e un Javelin, costringendoli a tornare indietro dopo un avvicinamento rapido, ritornando ancora in azione ma poi scacciati via da altri intercettori. Nel frattempo i due quartetti di Macchi si sono avvicinati abbastanza per fare la stessa fine dei loro predecessori. Del primo quartetto, il capo-formazione viene abbattuto mentre vola ancora bassissimo da un Rapier, mentre un altro subisce l'attacco di un Javelin e viene incendiato. Stranamente continua l'attacco per bombardare le piste, malgrado tutto. Il resto della formazione è talmente crivellato di colpi dopo le prime due barriere difensive, che rinuncia all'attacco, anche se uno viene abbattuto da un Blowpipe mentre si allontana. E il Macchi in picchiata sull'aeroporto, incendiato? Ebbene, forse sottovalutato, riesce davvero a colpire la pista principale con due bombe, anche se una rimbalza senza esplodere perché ha eseguito uno sgancio a soli 15° da 300 metri. Dato l'affronto, viene subito dopo abbattuto da un Rapier.
Il secondo quartetto non ottiene molto di meglio, il fuoco delle armi leggere e dei missili abbatte un aereo subito dopo la 2a fascia, mentre gli altri scappano via, ingaggiati complessivamente da almeno 5 SAM.
La catastrofe è quindi ancora una volta per gli attaccanti, che hanno già perso 4 aerei, adesso sono in fuga ma non per molto: presto sono inseguiti dai caccia nemici e possono solo cercare di scappare con le loro manovre strettissime, che peraltro consentono ad altri caccia di unirsi nella battaglia. Alla fine, due altri Macchi vengono abbattuti. Anche un altro G.91 viene abbattuto, tutti distrutti dai Sidewinder.
Perdite stavolta: 6 MB.339 su 12 (3 dalla flak); e 3 G.91 su 12 = 9 su 24.
La fine della battaglia, però, non è ancora giunta. Nel frattempo vengono attaccati i siti radar da parte dei Macchi; circa sei caccia inglesi li contrastano, tra Hawk e Harrier, costringendoli ad evitare manovre troppo audaci; da terra fanno una quantità di fuoco antiaereo da parte dei soldati che difendono i radar, anche lanciando delle cortine fumogene attorno alle antenne, per rendere l'attacco più difficile. Così i Macchi che non riescono a capacitarsi del fuoco da terra così intenso per ciascuna installazione dove si avvicinano (c'é un intero battaglione), incluso il lancio di diversi missili e razzi di vario tipo (esistono almeno 1-2 MANPADS), più la densità e la forza delle cortine fumogene. Per questo gli attacchi spesso falliscono più o meno totalmente.
La presenza poi dei caccia causa ulteriori problemi, tanto che riescono ad abbattere un Macchi 326K. Alla fine scappano gli altri così come i due PD-808GE.
Nel frattempo viene avanti, zitta zitta, l'altra formazione di Macchi 326K, che arriva senza scorta. Questa è la più insidiosa, perché arriva più piccola e bassa delle altre, più stealth, per giunta con la difesa oramai sballata a inseguire non si sa quanti velivoli nemici.
A quel punto appaiono sui radar di scoperta aerea, massandosela liscia fino ad allora; ma la sorpresa dura poco, perché la contraerea inizia a sparare anche contro di loro. Non ci vuole molto per recuperare. Tutti i Macchi entrano in zona, anche i caccia di scorta che sparano con i cannoni da 30 mm contro le difese antiaerei e pare che mettano KO un lanciamissili Rapier, cosa già accaduta pare, con i G.91. Però il tiro da terra non è meno letale, anche se i Macchi 326K hanno delle blindature extra (ma non il parabrezza). La potenza di fuoco da terra distrugge due dei Macchi, uno con un Blowpipe, l'altro addirittura con un razzo LAW-80 tirato da meno di 200 metri di distanza! Gli altri aerei salgono in quota e cominciano a sganciare bombe, ma nonostante il lancio anche di chaff e flare, ben poco riescono ad ottenere contro la difesa ottica inglese, anche se disturbano un pò i radar nemici; il tiro dei Rapier è preciso e puntuale come sempre (probabilmente c'é anche la batteria Tigercat che molti aeroporti hanno, ma non è chiaro che tipo di risultati ottenga, forse nessuno a parte fare un pò de caciara) e abbatte un altro Macchi, più un altro dopo il bombardamento. Però, malgrado tutto, altre 4 bombe sono andate a segno, 3 esplose. Quindi, hanno fatto forse più danni questi ultimi otto bombardieri che tutti gli altri messi insieme!
Appena usciti dalla zona di fuoco, i Macchi, tutti duramente colpiti dalla contraerea leggera, vengono attaccati dai caccia Harrier; uno dei Macchi 326 viene abbattuto con i cannoni, però anche un Harrier viene centrato da un Kukri lanciato da un Macchi 326! Così siamo pari.
E in tutto abbiamo almeno 5 MB.326K su 12 persi (4 dalla flak), dunque non proprio una passeggiata, ma almeno più dannosa delle altre per il nemico.
La battaglia è oramai finita. Almeno per adesso.
In giro ci sono rottami dappertutto. Ma la base, pur avendo incassato otto bombe da 500 lb, ben poco ha subito davvero. I piccoli crateri non possono mettere fuori uso le piste in maniera definitiva; gli Harrier specialmente, non hanno problemi in questo. La situazione per gli Hawk è leggermente peggiore. Nonostante questo, si decide di farli atterrare sulla base sfruttando, circa 30 minuti dopo la fine degli attacchi, un settore non danneggiato di circa 22x1040 metri, nella pista secondaria, visto che solo 3 bombe l'hanno colpita a 800, 1400 e 1500 metri; mentre altre 5 sono cadute lungo la pista principale probabilmente a 0,8, 1,4 e 2,2 km. Nell'insieme non sono stati danni eccessivi.
E gli attaccanti? Hanno subito danni micidiali. La formazione antiradar ha causato la messa KO di almeno due radar, ma ha perso un Macchi 326.
Le formazioni d'attacco, invece, hanno subito:
-1a, perdita di 9 MB.339 (su 12), più 6 G.91R (su 12)
-2a, perdita di 6 MB.339 (su 12), più 3 G.91R (su 12)
-3a, perdita di 5 MB.326K (su 12), inclusi 2 con i missili V-3B (dalla flak)
-4a (antiradar), perdita di 1 MB.326K (su 12+ 2 PD808)
In tutto, dunque, questa serie di attacchi ha visto coinvolti ben 74 aerei italiani, ma di questi ben 30 sono stati abbattuti: un mezzo disastro! Solo 2 caccia inglesi sono abbattuti di rimando. 10 Macchi 339 sono stati abbattuti dalla flak (quasi sempre missilistica), così come 4 Macchi 326K e 2 G.91R, totalizzando ben 16 aerei abbattuti, più 14 distrutti dai caccia (5 MB.339, 2 MB.326K e 7 G.91R). In tutto 33 aerei hanno scavato buchi in giro per la zona di battaglia, e 30 di questi sono italiani, più due Hawk e un Harrier inglesi.
A parte i 3 caccia perduti, gli aerei italiani hanno messo KO due radar e hanno colpito con almeno 8 bombe le piste di volo della base, oltre a distruggere/Ko due lanciamissili Rapier. Discreto risultato, ma un pò poco per giustificare la perdita di 30 aerei, che tra l'altro sono circa il 40% dei partecipanti! I Macchi 339 che hanno attaccato direttamente la base, poi, hanno avuto oltre il 60% di perdite, e in generale ben 29 aerei su 60 sono quelli perduti per gli attacchi diretti, un soffio dal 50%.
Nell'insieme le difese inglesi hanno retto, mentre l'arma d'attacco italiana si è spuntata vistosamente, perdendo quasi il 10% di tutti i Macchi 339 disponibili in questa sola serie di attacchi!
Tra aerei distrutti, inefficienti o danneggiati non ci sarebbe stato alcun modo pratico per ripetere l'attacco successivamente, almeno non con le stesse modalità: come minimo, sarebbe stato necessario farsi rinforzare da aerei provenienti dalle unità delle retrovie, cosa non proibita visto che non intaccano le riserve strategiche giornaliere.
E questo era il solo attacco alla base M.1!
Per farla breve, non è che con le M.2 ed M.3 sia andata tanto diversamente, ad ogni modo.
L'unica differenza pratica è che negli altri due casi la 2a ondata era fatta da un misto tra G.91R e Macchi 326K, anziché G.91R/MB.339.
Ma questo sarebbe stato sufficiente per fare la differenza? Anche la presenza di MB.339C in almeno una delle ondate d'attacco non ne fa molta, anche se aiutano molto nella capacità di navigazione.
M.2
La difesa della M.2 è data da un intero set di caccia: due squadroni interi di Harrier,
e non bastando questi, pure gli Hunter omaniti (= missili AIM-9P!)
Questo, assieme ad una distanza maggiore di prima da 140 a 180 km, non può che causare 'qualche problema' ai cacciabombardieri italiani.
Questo lo si vede rapidamente nel corso della 1a ondata: ci sono già almeno 18 caccia inglesi in aria, e diventano subito trentasei quando scatta l'allarme. Uno dei jet Bae 125 segue la formazione italiana, viene 'scacciato' da due G.91R che si sono accorti della sua nefasta presenza, ma è troppo tardi: mentre questi sono impegnati a far allontanare l'aereo inglese (che prudentemente, guadagna subito quota e vira, ben sapendo che al nemico non conviene seguirlo in alto), a quel punto arrivano ben 4 Harrier che attaccano sia i 4 G.91 di scorta rimasti, che due dei Macchi 326K della formazione. Battaglia durissima, a cui poi si aggiungono gli stessi G.91R momentanamente allontanatisi. Gli Harrier hanno già abbattuto un G.91R con i missili e stanno abbattendo anche un Macchi 326 a cannonate, quando tornano i G.91R e abbattono a loro volta un Harrier facendo scappare l'altro.
Ma la gioia dura poco, perché a quel punto arrivano altri 2 Harrier e distruggono, ciascuno, un G.91R con i missili. La battaglia sta volgendo già al peggio, quando le avanguardie si trovano sbarrata la strada dalla presenza di 4 Hawker, che ingaggiano una feroce battaglia contro i G.91R, finita 1-1, entrambi i casi a cannonate, pare.
Nel frattempo, due Harrier sono arrivati a protezione dei siti radar e prontamente vengono dirottati a dare la caccia contro gli incursori italiani, in questo caso i G.91R-3 (o R-4?) portoghesi, in associazione con due PD-808GE. La battaglia è durissima, perché gli Harrier scacciano una prima formazione di G.91R abbattendone uno, e poi attaccano una seconda formazione, scacciando anche questi aerei, dopo di che vanno anche a cercare i PD-808 che stanno emettendo disturbi una trentina di km avanti. Questi pensano bene di ritirarsi prima che sia troppo tardi e si allontanano, lasciando i due G.91R che li proteggono direttamente a vedersela con gli Harrier. Un Harrier abbatte un G.91 con un missile, anche se l'altro G.91 abbatte l'Harrier.
La contraerea non è da meno e riesce a fare centro su numerosi MB.326, che malgrado un minimo di sistemi ECM, sono pur sempre molto vulnerabili. Già il primo quartetto, come si avvicina e supera la 1a fascia, si trova contro complessivamente 3 Rapier e 4 Blowpipe, più altri 2 Rapier, 2 Javelin e 3 Blowpipe appena arriva alla 2a fascia! E poi c'é la terza: 2 Rapier, 3 Tigercat e 2 Starbust! Uno dei Macchi viene abbattuto da un Rapier e gli altri tre scappano senza riuscire a sganciare una bomba nell'intero perimetro aeroportuale! Il secondo quartetto subisce almeno 8 lanci SAM prima di arrivare in zona di sgancio con due degli aerei, uno dei quali poi abbattuto dal lancio di altri 4 missili durante la ritirata! Il duetto rimasto, invece, viene attaccato da solo 3 missili e li evita, sganciando le bombe sulla pista, impresa epica ma pagata subito dopo con la perdita di un aereo dovuta ai 5 missili lanciatigli contro mentre si ritira, assieme ad una moltitudine di proiettili di ogni sorta!
Dei 10 aerei rimasti in azione, 3 vengono abbattuti dalla contraerea missilistica: due dai Rapier e uno dai Javelin; la potenza di fuoco da terra è tale, da danneggiare tutto quel che trova in aria, tanto che solo 4 Macchi arrivano sull'obiettivo e sganciano 8 bombe da 250 kg (o 227?), ma dato il basso angolo, 3 vanno fuori bersaglio e 2 altre non esplodono, per cui i danni sono limitati. Le difese britanniche hanno lanciato, solo considerando i SAM, almeno 41 missili!
Ma, come abbiamo visto, non è certo un grosso problema, per i britannici, il consumo di SAM; persino quelli presenti pronti al lancio non sono che intaccati marginalmente, essendoci almeno 144 Rapier pronti al tiro più circa 60 MANPADS e 12 Bloodhound, più altri 18 Tigercat!!!
E gli Hunter? Ci sono, ci sono. Appena usciti dalla zona, i Macchi si trovano cacciati dagli Hunter, e ne nasce una gigantesca zuffa, tra almeno 5 Macchi e 4 Hunter. Gli Hunter, usando i Sidewinder, abbattono un solo Macchi, ma poi passano ai cannoni e malgrado la loro agilità, i Macchi subiscono altre due perdite, anche a causa dei danni subiti dalla contraerea. A loro volta, peraltro, riescono fortunosamente ad abbattere un Hunter che aveva sottovalutato la loro agilità a velocità ridotte e li aveva sorpassati. L'aereo riesce ad eseguire un atterraggio d'emergenza perché il pilota non voleva perdere un prezioso Hunter omanita, ma poi va distrutto dalle fiamme che avevano cominciato a bruciare già in aria. Peccato. Ad ogni modo hanno abbattuto ben tre altrettanto preziosi Impala Mk 2.
La seconda ondata non è meno dannata della 1a: sebbene solo 4 Harrier riescono a posizionarsi tra loro e la base, è perfettamente abbastanza per scomodare tutti i G.91R della formazione ad occuparsi degli Harrier: infatti per un errore di comunicazione, entrambe le pattuglie vedendo gli Harrier pensano bene di entrare in azione. Tra l'altro non ottenendo molto e subendo la perdita di un G.91 senza contropartita, malgrado l'inferiorità numerica.
Lo sbaglio risulta chiaro quando poi i Macchi 339 arrivano sul bersaglio: a parte il diluvio di colpi, uno dopo l'altro i Macchi vengono beccati dalle pallottole, ma vengono quasi tutti inquadrati dai missili ed eliminati. Il primo quartetto viene sterminato mentre fa la cabrata e livella, sotto tiro da almeno due batterie di Rapier; il secondo subisce due perdite e fallisce la mira con uno dei suoi aerei (l'unico che riesce a provare l'attacco) e il terzo è l'unico che riesce a bucare le difese, mettendo a segno 3 bombe dopo avere perso un aereo in avvicinamento, e prima di perderne un altro. Le perdite in dettaglio sono quindi ben 8 su 12, di cui 5 per i Rapier, 1 per il fuoco di armi leggere e 2 per manpads: 1 Javelin e 1 Starbust.
Usciti da quella bolgia infernale, gli aerei vengono spazzati via da due Hunter e due Harrier, che inseguono i Macchi malmessi da schegge e proiettili. Ne distruggono tre (due dagli Hunter con i cannoni, uno dagli Harrier con missili) e l'ultimo, danneggiato seriamente, riesce a scappare solo perché tornano i G.91R e mettono in fuga l'Harrier.
Anche se incredibilmente, solo un G.91 è andato perduto, al contrario, solo un Macchi 339 è tornato!!!
E la cosa è anche peggiore se si considera che molti di questi Macchi erano del tipo C (questo era infatti il gruppo 'misto'). Non ha fatto differenza: senza RWR e Sidewinder erano vulnerabili più o meno come gli altri.
La terza ondata è stata fatta dai soliti e fugaci Macchi 326K, stavolta della base S.14. La loro efficacia potrebbe peraltro essere migliore. Arrivati alla spicciolata, anche per ragioni di navigazione non troppo precisa, riescono a fare poco perché la loro tecnica d'attacco è molto simile a quella dei Macchi 339: una volta saliti in quota (con un aereo nettamente più pesante e con una potenza minore, perché hanno il Viper 540 anziché il 680), si affidano solo ai chaff, ma i Rapier e i Javelin non si fanno ingannare: tutti e 4 i primi attaccanti vengono eliminati in meno di 20 secondi, 3 dai Rapier e 1 dai Javelin. Un altro viene abbattuto dal fuoco dei cannoni da 30 mm di un plotone di Fox, e il resto della formazione di squaglia sotto il tiro di almeno 7 missili di vario tipo, e così la seconda formazione, che attacca un pò più in basso della prima, fallisce l'azione.
Nel frattempo la sezione da difesa aerea sta lottando contro i caccia nemici: due Hunter si sono messi in caccia dei temibili Macchi Impala Mk 2, ma questi sono quelli con i missili Kukhri e riescono ad abbattere uno degli Hunter! L'altro è pure danneggiato dalle schegge di un missile, ma non troppo gravamente, anche se per il resto della giornata non sarà operativo. Mal gliene incoglie, dunque!
Ma nel frattempo, arrivano anche 2 Harrier e stavolta l'hanno vinta loro, abbattendo un
Macchi 326K.
Nel frattempo, i 3 superstiti della formazione, che ha fallito totalmente l'attacco, riescono a scappare senza ulteriori danni, scortati dai loro compari.
Finita la strage, ecco che i numeri parlano chiaro:
Antiradar: 2 G.91R (dagli Harrier) su 12 (più 2 PD-808)
-7 Macchi 326K su 12 (3 dalla flak) e 4 G.91R (su 12)
-11 Macchi 339 su 12 (9 dalla flak) e 1 G.91R (su 12)
- 6 Macchi 326K su 12 (5 dalla flak), 2 del tipo missilistico
Totale: 13 Macchi 326K su 24 e 7 G.91R su 36, 11 Macchi 339 su 12.
Degli aerei direttamente mandati sull'aeroporto: 30 su 60, anche stavolta stiamo sul 50% (!!!!!) su un totale di 32 su 74.
Perdite UK: 2 Harrier e 3 preziosi Hunter omaniti.
Per quel che riguarda il totale dei missili lanciati, va detto che già la prima formazione ha ottenuto come si è visto, 41 lanci di SAM; la seconda, non essendo da meno ha totalizzato non meno di 37 SAM, e la terza, pur essendo meno impegnativa (apparentemente) ha subito il lancio di almeno 22 missili, totalizzando un valore di circa 100 SAM esatti (!!!) di cui almeno 44 Rapier. Questi missili hanno tuttavia abbattuto la quasi totalità dei 17 aerei perduti dagli italiani per questa sola causa.
I britannici hanno operato bene con i caccia, come del resto era facile attendersi, visto che hanno ottenuto 13 vittorie contro 6 perdite; gli Hunter, che hanno subito particolarmente, hanno ottenuto ben 6 vittorie.
M.3, Lightning contro tutti!
La N.3, a 190 km, è con un 1 squadrone di Lightning e 2 di Jaguar (entrambi mandati in missione).
La difesa a terra è simile alle altre e anche l'esito prevedibile è sostanzialmente simile agli altri. Però la difesa aerea è fatta da un solo squadrone di Lightning, quindi un nemico del tutto diverso rispetto agli altri.
Mentre gli attaccanti sono più o meno come al solito, inclusa la solita fastidiosa formazione di caccia d'attacco antiradar, scortati da due PD-808GE che, tanto per cambiare, arrivano per primi sui loro obiettivi.
Dato che l'offensiva aerea nemica sarà prevedibilmente potente, i Lightning da soli difficilmente potranno farcela e così è stata aggiunta una seconda unità, gli Harrier (non è chiaro se GR.3 o AV-8) provenienti da una base secondaria, la S.7. Questa è però assai lontana, ben 240 km circa, limitando le possibilità degli Harrier di intervenire in difesa della base principale. Ma un AV-8A è capace di restare in aria per quasi 2 ore persino senza serbatoi da 450 litri a bordo, per cui un tempo di pattugliamento di almeno 1 ora è possibile, volando essenzialmente a media quota, e questo rende possibile mandare pattuglie piuttosto consistenti assicurando in maniera continuativa la protezione all'aeroporto. A quel punto vengono inviati pattuglioni di 6 Harrier (come valore massimo), mentre altrettanti restano a terra pronti per dargli il cambio oppure, in caso di battaglia, per dar loro manforte, con l'ovvia limitazione di circa un quarto d'ora di tempo per arrivare in zona, che può o non può essere un valore importante, dipende essenzialmente dalla situazione (magari non arrivano in tempo per incontrare la prima serie di attacchi, ma possono farlo con le successive). Essendo disponibili 6 Harrier, a quel punto i 6 Lightning mantenibili in aria vengono inviati in avanti, sulla triplice catena di radar difensivi, posti a 30, 60 e 90 km dal confine (valori approssimativi!) per difenderli meglio e possibilmente, intercettare le prime ondate d'attacco. In questo modo la situazione dei 24 caccia disponibili è questa: 1) 6 Lightning in pattuglia davanti alla base, nella zona delle catene radar, ovvero ad almeno 90 km di distanza 2) 6 Harrier in difesa ravvicinata della base, probabilmente a non più di 18-27 km 3) 6 Lightning pronti al decollo in 2-3 minuti dall'allarme, sulla base stessa 4) altri 6 Harrier pronti al decollo sulla base S.7.
I primi che arrivano sull'obiettivo sono i fastidiosi G.91R da attacco antiradar. I Lightning si portano rapidamente al contrasto degli attaccanti. Nel frattempo, a terra, appena una formazione nemica viene avvistata, le difese si attivano. I soldati si portano ai posti di combattimenti, mentre i 12 blindati lanciano granate fumogene verso il radar, coprendolo con il fumo in pochi secondi, e addirittura lanciando dei fumogeni anche dove il radar non c'é (probabilmente in questo caso si usano un paio di mortai da 51 mm), per simulare un'altra zona dove si nasconde il radar e confondere gli attaccanti. A parte questo, i blindati azionano le mitragliatrici e così i soldati, con circa 400 tra mitragliatrici e fucili, schierati a triangolo o quadrilatero (a seconda di quante sono le compagnie) attorno al radar. Inoltre vengono attivati i due lanciamissili portatili SAM nonché eventualmente le armi c/c tipo missili o lanciarazzi, per aiutare a confondere un altro pò le idee agli attaccanti.
I Lightning si portano alle volte in azione giusto all'ultimo minuto utile. Una delle coppie di G.91 arriva vicino ad un radar, pronta ad attaccarlo con i lanciarazzi (le bombe a grappolo pare siano troppo pesanti per essere portate su distanze così elevate), ma uno degli aerei deve deviare per via di almeno un missile diretto contro di lui, mentre l'altro attacca tirando sia i razzi che i proiettili da 30 mm, senza però fare danni eccessivi al radar stesso. La parte più in basso del sistema, quella con le attrezzature di controllo, è protetta da sacchetti di sabbia, mentre l'antenna è abbastanza facile da riparare e può incassare danni consistenti. Infatti, pur essendo colpita da qualche proiettile da 30 mm e forse anche da un razzo da 70 mm, non ha danni seri e può continuare ad operare praticamente in maniera ininterrotta, tanto che in seguito contribuisce anche ad avvistare gli aerei nemici delle ondate d'attacco. Per quando i G.91 tornano indietro per continuare l'azione, incerti se hanno ottenuto qualcosa (l'antenna ha cessato le emissioni, ma era così anche prima dell'attacco, quando gli aerei erano ancora a 8-10 km e già cominciava a formarsi una nube alta 20-30 m e lunga 100-120 m di fumo denso), ecco che all'orizzonte si stagliano i Lightning in arrivo veloce. I Gina avevano ordine di mettere KO i radar nemici a qualsiasi costo, ma visto che hanno portato alcuni colpi e che il radar non trasmette più, possono essere anche ... soddisfatti e così tornano indietro, volando radenti, per evitare l'incontro con i Lightning, che volando ad alta quota ed essendo molto più grossi di loro, malgrado il radar di bordo non li hanno visti mentre al contempo sono stati avvistati dai Gina. In ogni caso hanno almeno evitato il peggio.
Non sembre è andata così, ovviamente, ma questo vale anche per i G.91R: infatti, uno di essi è stato abbattuto da un MANPADS (forse un Blowpipe) durante uno degli attacchi. I Lightning, invece, direttamente non hanno abbattuto nulla, ma hanno scacciato almeno 4 Gina dagli aeroporti.
In ogni caso, due Lightning, dopo avere messo in fuga una coppia di G.91R da un radar che si apprestavano ad attaccare, fanno poi il 'colpaccio'. Infatti, i due PD-808 entrano più del dovuto nello spazio aereo inglese per supportare le azioni di penetrazione degli aerei italiani, specie della 1a ondata d'attacco; ma i Lightning li vedono e si buttano in picchiata contro di loro. Malgrado la scorta di ben 4 G.91R, riescono ad abbattere uno dei PD-808 e a mettere in fuga l'altro, con un deciso attacco con i cannoni, portato fino quasi a bruciapelo e riprendendosi a meno di 20 metri da terra. Non male davvero! Questo colpaccio salva la situazione perché poi i velivoli italiani non possono ancora contare su questo supporto elettronico, proprio mentre stanno oramai attaccando la base. La permanenza dei PD808 è durata anche troppo, e per uno diventa perenne, sul territorio nemico.
Mentre queste battaglie iniziano ad accendersi, a 90 e passa km di distanza la base si attiva. C'é ancora molto tempo ma comunque ben poco se ne perde: la strategia comporta di lanciare i 6 Lightning dalla base stessa, e al contempo chiamare gli Harrier da quella secondaria. Se questi restano a corto di carburante, non c'é problema a farli atterrare sulla stessa base M3 (il distinguo è nel fatto che non possono operarvi fin dall'inizio, essendo basati sulla S.7).
Così, quando la prima formazione di Macchi e Fiat arriva sulla base, trova già 12 intercettori, diversi dei quali rapidamente si dirigono addosso alla formazione ed ingaggiano quasi tutti i G.91R; però non possono toccare i primi Macchi. La M3 è attaccata dai 12 MB.339A e da 2 G.91R. Questi ultimi sono armati solo con i 30 mm, per cui tutto quel che possono fare è cercare di 'distrarre' la contraerea. Questa si dimostra molto coriacea e compatta, tanto che al secondo tentativo di attacco, un missile (quasi sicuramente un Rapier), abbatte un Gina e a quel punto anche l'altro si allontana. Non è chiaro se abbiano causato danni, ma se sì, poca cosa, anche se probabilmente avranno mirato per mitragliare i lanciamissili, specie quelli più rarefatti della 3a fascia. Ma questo non cambia molto il risultato complessivo...
A quel punto arrivano i Macchi 326K (Impala Mk 2). Questi ultimi hanno due tank e due Mk 82 e volano radenti sui 400 nodi. Da terra però iniziano a sparargli un'enormità di proiettili e di missili di ogni sorta. I Macchi cabrano praticamente nella zona dove si trova il 2o anello di difesa e quindi vengono crivellati di pallottole. Uno di loro abbandona la cabrata per una perdita di potenza, forse dovuta al fuoco antiaereo o a qualche esplosione vicina, in ogni caso dismette l'ascesa a 900 m circa AGL; un altro vede un missile in avvicinamento e si butta in picchiata per evitarlo prima che sia troppo tardi. Ne restano solo due, che si dirigono verso il centro della base, ma solo per essere messi sotto tiro da un'intera batteria di Rapier. Vengono entrambi abbattuti da una salva di almeno 6 missili, più 2-3 MANPADS.
Una seconda formazione di Macchi non ha più fortuna, anzi, viene prima crivellata di colpi da terra, tanto che uno di loro viene abbattuto, e poi ascende solo per trovarsi anch'essa attaccata, come i compari meno di 60 secondi prima, dal tiro dei missili britannici.
Bisogna dire che molto probabilmente, le disposizioni delle cinture difensive delle basi di 1a fascia vedono il 2o anello come più denso di fucilieri, proprio perché si ragionava, correttamente, che date le armi disponibili, gli attaccanti avrebbero dovuto quasi certamente eseguire un'azione in picchiata, il che significa che avrebbero dovuto prima cabrare, presumibilmente non prima di passare il 2o anello; del resto se così non fosse, avrebbero dovuto sottostare per troppo tempo (oltre 30 secondi) al tiro dei SAM senza alcuna copertura dal terreno; di fatto, gli unici due profili plausibili erano quello da media quota, 900 m (con salita almeno 5 km prima) e sgancio da 600 a circa 30°; oppure 600 m (con salita da almeno 3-4 km) e sgancio da 450 m, a soli 15°; altri profili sono possibili, ma se si vola interamente a volo radente è impossibile sganciare bombe a caduta libera sotto i 300 metri; si può scendere a 120 solo andando a tutto gas e sopratutto, nei 4-5 secondi prima dell'esplosione, salendo subito in cabrata; che è sempre meglio che arrivare in volo rettilineo a 300 metri costanti, ma comunque espone parecchio l'aereo ai SAM. Infine, c'é il profilo 'skip-bombing' che può essere eseguito anche a 10-11 metri, ma è solo per bombe a scoppio ritardato e non ha alcun valore contro le piste di volo, specialmente non da quella quota così ridotta.
Quindi i Macchi 326K cercano di sfruttare la potenza del loro Viper per salire fino a circa 800-900 m AGL per poi buttarsi in picchiata a circa 360 kt e 30°, sganciando sui 600 metri. Ma dove vogliono andare?
La 2a formazione ha già perso uno dei suoi elementi, gli altri hanno preso un diluvio di pallottole e hanno probabilmente tutti oltre 50 impatti a bordo, incluso parabrezza e tettuccio, bersagli facili per i fucilieri (e certamente, anche se garantisce maggiore visibilità, il '339 è più vulnerabile del 326, e in particolare, del '326K). La formazione perde poi ogni speranza quando da terra salgono almeno 8 SAM contro di essa, andando a schiantarsi contro gli aerei proprio mentre questi, circa 10 secondi dopo l'inizio della salita, hanno oramai perduto gran parte della velocità iniziale e sono quasi 'fermi' a mezz'aria (salire in 10 secondi di circa 800 metri e con l'aereo caricato con due Mk 82 e due tank non è uno scherzo, per un Macchi 339A). Il risultato è che due di questi vengono abbattuti ancora una volta, e l'altro svicola evitando almeno un missile. Peraltro, uno dei due Macchi viene abbattuto sì, ma solo dopo avere evitato un missile e poi sganciato le bombe mentre punta verso la pista dopo essersi messo in una picchiata prematura. Per quanto improvvisata, questa manovra riesce effettivamente a centrare la pista con almeno una delle due bombe. L'aereo, però, non va lontano e viene abbattuto subito dopo da un altro missile, bisogna dire che dei SAM ne sono stati lanciati almeno 20 ottenendo 5 centri, e questo solo considerando quelli dell'anello interno.
L'ultima formazione di Macchi 339A non ha molta miglior fortuna: due vengono intercettati dagli Harrier prima che arrivino nella zona del campo, e vengono costretti alla fuga, anzi uno di essi è abbattuto. Su 12 aerei questi sono gli unici che vengono beccati, dei 'Macchini'. Non molti davvero, ma sempre meglio di nulla. Specie perché, rimasti in appena due, i '339 della 3a ondata vedono quel che è successo ai loro compari e non ne sono particolarmente soddisfatti, oltre che essere costellati di pallottole. La potenza di fuoco nemica, però, anche in questo caso si sprigiona sopratutto come missili e appena i Macchi salgono, vengono ingaggiati da almeno 4 Rapier e 3 altri missili minori. Uno viene abbattuto e l'altro scappa.
In tutto, le difese aeree hanno eliminato un gran numero di attaccanti: 1 dei 2 G.91, e almeno 6 dei 10 Macchi 339 che sono riusciti a raggiungere la base; solo le difese interne hanno tirato oltre 20 missili, se la cifra di cui sopra è corretta solo per quelli del 3o anello, allora sono almeno 27 missili, ma probabilmente la stima è per difetto. Certamente, l'intera base ha tirato oltre 50 SAM e ha abbattuto presumibilmente 6 aerei (Pk circa il 10%). Con le sole due batterie interne è possibile già ottenere almeno 48 Rapier pronti al tiro, tanto per dirne una.
E ricordiamo, che per un aereo in volo a 120 metri, persino con un ostacolo altro 20 metri e a 400 m di distanza, è visibile da circa 2,4 km (quota minima di sgancio con cabrata successiva, ma solo a 400 kt, che è troppo per i Macchi 326K ma abbastanza per i '339), a 300 metri sei visibile da 6 km (quota minima per evitare le schegge), a 600 m da 12 km (vertice della cabrata per l'attacco in 'planata') e a 900 m da ben 18 km (vertice dell'attacco in picchiata con angolo di 30°). Finché voli a 30 metri, invece, la distanza di scoperta è di appena 600 metri, al di sotto della gittata minima di molti tipi di SAM!
Gli aerei della difesa, poi, non si lasciano scappare i pochi Macchi superstiti, inseguendoli, approfittando che sono danneggiati, e poi abbattendone due, del totale dei 4 superstiti della base. I caccia hanno anche abbattuto altri 3 G.91, totalizzando non meno di 9 Macchi su 12 (75%!) e 4 G.91R (33%). La pista principale ha riportato danni a circa 1.800 m e questo è tutto quel che gli italiani sono riusciti ad ottenere da questo sacrificio, almeno 13 aerei su 24 abbattuti!
La seconda ondata va più o meno nella stessa modalità di azione e ottiene più o meno gli stessi risultati. Il primo attacco è durato a stento 3 minuti complessivi. Ma il secondo arriva circa 10 minuti dopo. Nel frattempo i Rapier sono stati prontamente ricaricati. Però sono giunti anche i 6 Harrier di rinforzo, bisogna considerare che probabilmente qualche caccia intercettore è stato abbattuto o danneggiato, ma di sicuro le difese a questo punto sono rinforzate, malgrado qualche eventuale danno di quelle a terra.
La situazione, in effetti, non è simpatica e peggiora perché stavolta la difesa inglese traccia continuamente la formazione italiana, dato che essa è seguita da un aereo britannico, non è chiaro se un velivolo apposito, come il BAe 125, oppure un aereo da caccia. In ogni caso, è prontamente intercettata da almeno 10 caccia inglesi di vario tipo, che la sgominano largamente, tanto che solo 8 Macchi 339 arrivano sull'obiettivo. E non ne sono particolarmente contenti, perché come iniziano a salire di quota per eseguire l'attacco finale, vengono caricati di sberle dalle difese terrestri. Le batterie di Rapier interne colpiscono ben 3 Macchi, un altro viene abbattuto da uno Starbust, un altro ancora dai Rapier tirati dalle batterie intermedie. Non c'é un singolo aereo che riesca a completare l'attacco: dei 4 iniziali, uno viene abbattuto dai missili intermedi e degli altri 3, 2 sono prontamente eliminati dalle salve di missili Rapier interni, mettendo in fuga l'ultimo superstite.
La seconda ondata viene accolta più o meno allo stesso modo: uno deve mollare l'avvicinamento perché agganciato da un missile già prima di iniziare la cabrata, gli altri riescono a farcela, ma uno viene abbattuto mentre sta salendo e gli altri due vengono attaccati contemporaneamente da altri cinque SAM, uno dei quali centra un Macchi e l'altro, invece, ne evita due, per poi scappare evitando in qualche modo anche un terzo missile lanciato più tardi. Un disastro!
E così finisce anche la 2a serie di attacchi, con 5 G.91 e 7 Macchi abbattuti.
Poi, però, arriva, come sugli altri aeroporti, la 'sopresina', ovvero i Macchi 326K (Impala Mk 2) della 3a ondata. Questi riescono a dribblare le difese esterne, ma anche qui, non possono fare molto per evitare quelle più interne. I 10 cacciabombardieri e 2 caccia di scorta sono riusciti a presentarsi compatti e si avvicinano, anche, tutti quanti alla base. I due caccia di scorta, pur avendo solo i cannoni e missili, si uniscono per cercare di aiutare i cacciabombardieri, mitragliando anche gli obiettivi a terra. Si danno da fare tanto, sì, che uno di loro viene abbattuto dalle difese dell'anello intermedio.
Gli altri 10 Macchi sono quelli pericolosi, con le loro due bombe classe 250 kg (Mk 82 o simili). Salgono in quota, ma solo fino a circa 600 metri, per poi sganciare a 450, con un angolo di picchiata ridicolo, sui 15°. Non è molto, ma è tutto quel che possono fare, essendo sia più pesanti, che meno potenti dei normali Macchi 339A. Ad ogni modo, la sorpresa dura poco: la prima sezione di 4 Macchi 326K viene ingaggiata e anche se non c'é molto tempo (circa 15 secondi), fa più o meno la fine delle altre, con ben 3 aerei abbattuti su 4. Però uno di loro colpisce la pista principale, prima di essere abbattuto, a circa 1.500 metri.
Poi arrivano gli altri, che vengono anch'essi accolti dal lancio di diversi SAM, con un totale di 4 missili lanciati. Però sono pochi e solo un Macchi viene abbattuto. Degli altri, due riescono a fare centro sulla pista principale a 300 m, e su quella secondaria pure verso i 300 metri. Evidentemente le difese erano troppo concentrate sulla sezione precedente. Poi si buttano a terra per evitare le difese pienamente allertate, ma uno viene abbattuto praticamente all'estremità del campo d'aviazione, centrato dalla 1a fascia difensiva con un missile.
Non ripetono l'errore con l'ultima coppia di aerei. Blindati, ma pur sempre crivellati di colpi, salgono per l'attacco finale, ma vengono ingaggiati contemporaneamente da numerosi sistemi d'arma. Si sa anche quanti: 3 lanciatori Rapier dell'anello interno, altri 2 di quello esterno, più rispettivamente un Javelin e 2 Starbust, e due Blowpipe (per l'anello esterno). Non pare che vi fossero anche i Tigercat, ma non è detto che la loro presenza non fosse reale, ma solo non segnalata. Ad ogni modo, con tutti questi missili, entrambi gli Impala vengono abbattuti prima ancora di sganciare le loro bombe: le ECM che avevano non hanno effetto e nemmeno i sistemi d'allarme funzionano a sufficienza. Specie se poi hai almeno 5 missili contro in meno di 20 secondi di volo!
I pochi Impala superstiti si allontanano e vengono inseguiti dai caccia inglesi, che ne abbattono un altro, ma evitano di esporsi più di tanto per il rischio di essere beccati dai missili nemici, che indirettamente sono stati utili per la difesa della formazione, benché uno dei dodici, preziosissimi Impala BRENDA è stato abbattuto.
In tutto, quest'ultima formazione ha perso 3 aerei della 1a ondata, 2 della 2a, 2 della 3a, più un caccia di scorta (praticamente 1a ondata) e un altro (non è chiaro di quale ondata, ma certamente... non della 3a) abbattuto dai caccia in fuga. Totale, ben 9 velivoli su 12, preziosi Impala Mk 2. Però sono stati quelli che hanno fatto più danni.
In tutto, le tre formazioni di 60 aerei italiani hanno perso 12 Macchi 339, 11 G.91R, e 9 Macchi 326K, totale ben 32 velivoli su 60. Il danno maggiore, a parte qualche perdita subita dalle difese di terra e d'aria, è quello fatto alla pista principale, a 300, 1500 e 1800 metri, nonché anche a quella secondaria, con danno a 300 metri circa (dalla testata pista). Però, anche così è possibile trovare ben due spezzoni da 1.200 metri circa ancora intatti, più uno da 1.700 in quella secondaria. Più che sufficienti per un atterraggio a pesi leggeri per i Lightning, per non parlare dei Jaguar e degli Harrier. E così la pista non è stata nemmeno totalmente messa fuori uso. Diversi Lightning atterrano pochi minuti dopo la fine della battaglia, oramai hanno troppo poco carburante per arrivare alle piste alternate, ma inchiodano al meglio che possono e riescono a fermarsi pur con i detriti ancora in pista. Soltanto uno riporta danni, ma non gravi (pneumatico forato, non è chiaro se un carrello ha ceduto), per via di un detrito arrivato più lontano del normale. Tutt'attorno, invece, c'erano i rottami fumanti di 32 aerei italiani, tra cui in particolare ben 12 Macchi 339 (il 50% esatto degli attaccanti) e 9 Macchi 326K (addirittura il 75%), i quali ultimi avevano comunque ottenuto i 3/4 dei danni registrati dalla pista. Anche se, ovviamente, è stato sopratutto merito delle incursioni precedenti. In tutto la battaglia non è durata più di circa 30 minuti al massimo. E' importante sottolineare come dei 36 cacciabombardieri Macchi, soltanto 4, ovvero 1/9, è riuscita a bombardare le piste, mentre quasi il 90% sono stati respinti senza che ci riuscissero. Questo ha di fatto salvato la base, visto che delle 72 bombe disponibili, non più di 8 sono state messe a segno. Inoltre, tutte le bombe andate a segno sono state sganciate con un angolo ridicolo e hanno impattato a velocità e angolo troppo ridotti: 25° (a, forse, 400 kt) non sono 40° (a, forse, 450 kt) e così la penetrazione delle piste in cemento non è stata di fatto possibile, causando crateri molto superficiali e facili da riparare. L'unica cosa positiva del bombardamento in picchiata è che le bombe hanno tempo di armarsi e impattano ad angoli sufficienti, così che i 'dud' sono rari; eppure, dati gli angoli in gioco, non è nemmeno certo che tutte queste bombe siano effettivamente esplose oppure siano rimbalzate sulla pista. Ma tanto, a quel punto, non fa nemmeno una gran differenza.
Tutta l'azione ha visto:
- 1 (flak) G.91R su 12, 1 PD808 su 2
- 4 (1 flak) G.91R su 12, 9 Macchi 339 (6 flak) su 12
- 5 G.91R su 12, 7 Macchi 326K (flak) su 12
- 9 MB.326K (8 flak) su 12
I 12 Lightning, pur non brillando, abbattono 3 aerei senza perdite o danni.
Il totale è di 10 G.91R, 1 PD-808, 15 MB.326K e 9 MB.339A persi, ovvero 35 su 74.
Degli striker diretti alla base, solo 24 su 60 sono stati abbattuti, ovvero il 40% esatto (!!!)
I missili della base delle unità SAM, sono stati lanciati in qualcosa come 102 esemplari contro la 1a ondata, 74 contro la 2a, 42 contro la 3a. Il totale che hanno visto lanciato è di ben 218 armi, il che avrebbe dovuto comportare la totale esaustione della forza SAM della base; ma nel tempo complessivo tra un attacco e l'altro, spesso non più di 5-10 minuti, i soldati sono stati molto scaltri nel ricaricare i loro lanciamissili. Per i MANPADS non c'é problema, puoi lanciare anche due missili in un minuto per quanto è facile cambiare il lanciatore. Per i Rapier ci vuole di più, ma probabilmente in 10 minuti puoi ricaricare un lanciamissili quadruplo integralmente. I Bloodhound, invece, sono molto più lunghi da ricaricare, ma non si può avere tutto. I SAM, ad ogni modo, hanno ottenuto qualcosa come 20 vittorie (presumibilmente almeno 1 o possibilmente 2, per il fuoco di armi leggere) ovvero un Pk di circa il 9,2%
Il numero di missili lanciati non è un problema: con oltre 20.000 armi disponibili, vi sono disponibili circa 10 ricariche per ciascun lanciamissili (di oltre 500 considerando solo quelli quadrupli), ogni base di 1a fascia per le sue sei batterie Rapier dovrebbe avere almeno 1.000 missili!
Il risultato di questi attacchi è stato dunque questo:
Base M.1: 30 persi (9 G.91R, 15 MB.339, 5 MB.326K) su 74
Base M.2: 32 persi (7 G.91R, 11 MB.339, 13 MB.326K) su 74
Base M.3: 35 persi (10 G.91R, 9 MB.339, 15 MB.326K e 1 PD808) su 74
Base M.4: 4 persi (AMX) su 6
Base M.5: 8 persi (G.91Y) su 12
Base M.6: 10 persi (G.91Y) su 24
Base M.7: 4 persi (AMX) su 6
Base M.8: 6 persi (AMX) su 12
Base M.9: 5 persi (AMX) su 6
Base M.10: 5 persi (AMX) su 6.
Abbattuti dai caccia (64):
AMX 11
G.91Y 6
G.91R 23
MB.339 11
MB.326 12
PD808 1
Grande totale: 147 (64 caccia +83 flak) persi su 296: solo 26(21c) G.91R su 96; 35(8c) MB.339 su 48; 39(11c); MB.326K su 72; 18 (6c) G.91Y su 36; 24 (11c) AMX (su 36); 1(1c) PD808 su 6.
Perdite dei difensori: 3 caccia per la M.1, 6 per la M.2, 0 per la M.3, un numero non noto ma probabilmente almeno una mezza dozzina per le altre basi (di sicuro 3 caduti contro gli AMX), per tutte le cause (dai Sidewinder degli AMX, all'esaurimento carburante o errori di rotta).
A terra: probabilmente nessun aereo, quasi certamente nessun caccia. Fuoco amico: non è noto, probabilmente nessuno, ma non è certo nemmeno questo al 100%
In ogni caso, è chiaro che gli attaccanti hanno subito molte più perdite dei difensori. Sarebbero stati giustificati, se almeno avessero potuto mettere KO qualche aeroporto, ma nemmeno questo è stato vero, a parte qualche assai inevitabile periodo di chiusura, ma non determinante, tant'é che non risulta che alcun V-Bombers sia dovuto andare sugli aeroporti alternati, almeno non a seguito della chiusura della base principale; al limite, hanno dovuto attendere un extra di 15-30 minuti in aria prima di tentare l'atterraggio su piste corte, ma ancora confortevolmente sicure. L'unico vero cruccio era di non rovinare gli pneumatici o i freni per un'azione troppo energica, per cui era meglio aspettare e se possibile, usufruire di una pista più lunga di qualche centinaio di metri.
Quanto all'analisi di dettaglio delle perdite, i G.91R e i PD-808 sono quelli che hanno subito di meno, e quasi esclusivamente dai caccia nemici (non dovrebbe essere una sorpresa!); i Macchi 326 misti (anche perché alcune formazioni sono state usate da sole), ma comunque sempre per la 'flak', la cui micidiale azione ha salvato molti mq di piste aeroportuali; gli AMX hanno avuto perdite quasi equivalenti, mentre anche i G.91Y hanno subito un rapporto di 2:1 per la contraerea rispetto alla caccia. Nell'insieme la flak si è dimostrata più efficace dei caccia, ottenendo oltre il 61% dei successi. Il sistema d'arma che ha avuto maggiore successo è il Rapier, cosa non sorprendente, seguito dal Sidewinder e dai MANPADS (presi nell'insieme), con ruoli marginali per le altre armi, ma comunque assommanti a diversi successi, come per esempio almeno due Macchi abbattuti dal fuoco delle armi leggere, e qualche successo per missili Tigercat, Bloodhound, cannoni da 30 mm, e pare, anche razzi LAW-80 e missili c/c. Il tiro delle armi leggere, in realtà, è stato ben più efficace delle % di perdite, perché ha danneggiato più aerei di qualsiasi altra arma e ha mandato a ramengo molti attacchi aerei, specie in congiunzione con le altre armi antiaerei e di fortuna, ma comunque usate per questo compito.
Nell'analisi di cui sopra mancano le operazioni dei Mirach, specie i Mirach 100; sicuramente ne sono stati usati almeno qualche decina, sia bersagli che ricognitori, ma i loro reali effetti sono soggetti a speculazione; di sicuro alcuni sono stati abbattuti, anche qui, quasi sempre dalla contraerea degli aeroporti, quando si sono avvicinati (i Rapier in particolare, sono ben versati in questo). Non è chiaro quanto impatto abbiano avuto, ma certo, nulla a che vedere con il loro uso nella valle della Bekaaa del 1982!
Dei missili SAM, si stima che ne siano stati lanciati attorno ai 500 esemplari solo dalle basi di 1a fascia, mentre quelle delle altre hanno contribuito con un numero complessivo lievemente inferiore, ma assomante sicuramente ad oltre 300 unità; quasi il 50% di questi 800 SAM sono Rapier; i missili AAM lanciati sono stati probabilmente un ordine di grandezza inferiore rispetto ai SAM, forse 70-80 esemplari.
Per quanto moltissimi (per gli italiani sarebbe stato un disastro!) non è che una piccola percentuale delle riserve britanniche; dei circa 400 Rapier lanciati, si può dire che siano appena il 2% del totale!!!! Mentre i 126 aerei italiani abbattuti per tutte le cause, sono circa il 7% del totale jet e oltre il 5% degli aerei da combattimento in generale. E considerando che sono stati persi alcuni dei migliori aerei italiani (i soli AMX persi sono oltre il 30% delle perdite), questo dà un'idea precisa dei danni subiti, più a svantaggio degli italiani. E di ondate d'attacco così, di sicuro non ce ne sarebbero state altre 49...
L'offensiva britannica
Mentre la potenza aerea italiana mandava i suoi falchi all'attacco delle basi britonne, la RAF mandava le sue aquile e condor a fare lo stesso contro le basi italiane. Il piano operativo inglese era ovviamente più complesso e vedeva la partecipazione di più aerei, anche se a quanto pare, non era contemplato alcun drone (con il quale forse gli italiani hanno... pareggiato i numeri, chissà!).
La potenza d'attacco inglese è suddivisa in queste grandi unità: 10 sqn V-Bombers: 2 Valiant, 5 Vulcan, 3 Victor; 8 sqn Jaguar; 2 sqn Buccaneer; 1 sqn Harrier; 1 sqn Hunter; scorta 4 sqn Javelin; 1 sqn Hunter; 2 sqn Lightning. Ricognizione/EW: 1 sqn Canberra. Totale: presumibilmente almeno 30 sqn (360 aerei).
In sostanza, riassunto per capirci meglio: rotte d'attacco contro le basi italiane:
M.1 = Valiant (M.8), 1 sqn Hunter (M.6)--- 2 sqn Ja (M.3)
M.2 = Vulcan (S.25), 1 sqn Javelin (S.6)-- 2 sqn Ja (M.7)
M.3 = Vulcan (S.23), 1 sqn Light (S.8)--- 2 sqn Ja (M.6 e S.5)
M.4 = Valiant (S.18), 1 sqn Hunter (S.1)--- 2 sqn (M.5)
M.5 = Victor (S.21), 1/2 sqn Jav (S.10)
M.6 = Victor (M.9), 1/2 sqn Jav (S.10)
M.7 = Victor (S.22), 1/2 sqn Jav (S.9)
M.8 = Vulcan (M.10), 1/2 sqn Jav (S.11)
M.9 = Vulcan (M.10), 1/2 sqn Jav (S.11)
M.10= Vulcan (S.24), 1/2 sqn Jav (S.9)
Per primi, però, entrano in scena i Canberra EW/PR; sono 12, e non è chiarissimo come siano disposti, dato che non vi sono versioni contemporaneamente EW/PR; potrebbero essere 4 e 8, 6 e 6, o 8 e 4; in ogni caso, 4 aerei sono buoni probabilmente solo per fare la recce sulla 1a fascia; con 6 aerei hai la copertura probabilmente anche della 2a; con 8 anche della 3a; dipende dunque dal compito che vuoi fare; in ogni caso, gli aerei ECM ci sono per certo, non fosse altro che per 'distrarre' le difese e per coprire i loro colleghi. Tanto, volando ad altissima quota (sopra i 12.000 metri), per qualsiasi aereo italiano, cercare di raggiungerli è veramente tempo perso, ben sapendo che all'occorrenza possono salire anche più in alto, i PR addirittura fino a 18.000 metri. E a quelle quote, sono più agili di qualsiasi G.91, questo è certo! Quand'anche venissero mandati i G.91Y, significherebbe sacrificare le capacità d'attacco a lungo raggio di questi ultimi!
La capacità d'attacco inglese inizia così, tentando di disturbare i radar italiani, e poi prendendo le foto del territorio per beccare ogni singola base aerea italiana. Non è noto se, sacrificando qualche aereo da bombardamento, eventualmente si voglia esplorare anche la 3a fascia già nel primo attacco (first strike) dell'Operazione Alba Rossa. Ma in ogni caso, è solo un fatto di dettagli su come reperire quei pochi ricognitori che da quote stratosferiche possono vedere 500.000 kmq di territorio ben esposto alla luce del Sole.
A parte questo, arrivano da bassissima quota diversi squadroni di strikers: sono due di Buccaneer, armati di missili Martel, AIM-9, razzi, bombe ed ECM ALQ-101. Volando bassissimi, i Buccaneer RAF (ma potrebbero essere anche gli aerei SAAF, con gli AS-30, razzi, bombe e pod ELT-551), riescono a colpire duro su ampie distanze, 'sconsigliando' i caccia italiani dall'inseguirli, grazie allo sgancio delle bombe ritardate. Le compagnie a protezione dei radar italiani non riescono a fermarli.
Bersagli primari degli aerei inglesi sono comunque sia, i 17 radar PS-15 'svedesi', che hanno un forte campo visivo a bassa quota, almeno 45 km, ma sono su torri alte 100 metri e quindi senz'altro vulnerabili e assolutamente impossibili da nascondere in qualsiasi modo pratico; un altro bersaglio ad alta prioprità sono i radar RAT-31, che peraltro hanno un minor campo di visione.
Per attaccarli efficacemente, vi sono anche uno squadrone di Harrier, con cannoni, razzi e CBU; e uno squadrone di Hunter CH, con due Maverick e i cannoni, più probabilmente anche un certo numero di razzi da 80 o 81 mm.
Questi velivoli attaccano volando a bassissima quota, e colpiscono duramente i loro bersagli.
Guidati dai loro sensori radar passivi, impossibili da contrastare da forze di terra presenti soltanto a livello di compagnia, vengono raramente accolti dai caccia G.91 o persino, MB.326. Non sono più di 4 gruppi difensivi e tutti volano a forti distanze; inoltre hanno la necessità di difendere anche le basi principali che, con un solo gruppo di caccia disponibili (a parte la M.1) non possono certo fare molto.
Così gli incontri sono rari e i grossi radar (im)mobili e fissi sono facili bersagli, spesso riescono a vedere gli aerei inglesi sono all'ultimo momento; i PS-15, operando in banda C, probabilmente sono troppo confusi dalle ECM per fare particolarmente meglio, ma essendo rimasti in servizio fino al 1999, è probabile che comunque gli svedesi li ritenessero abbastanza efficaci anche con tutta la loro obsolescenza anni '60.
In ogni caso, delle 24 coppie formatesi, spesso con armamento eterogeneo (1 Harrier con razzi, l'altro con CBU, un Buccaneer con razzi, l'altro con Martel e Sidewinder o anche il contrario, etcc), diverse vanno a 'segno', eliminando più o meno totalmente circa 15 radar italiani, senza riuscire ad essere disturbati dall'azione dei caccia italiani se non in circostanze eccezionali, anzi contribuendo a disperdere le forze disponibili, e con poco successo visto che difficilmente venivano visti oltre i 15 km dalla base radar (appena 1 minuto di volo!)
In pratica, questo attacco WW è di grosso successo, pur non potendo contare su aerei particolarmente sofisticati, visto che ha dimezzato il numero di radar d'avvistamento di 1a fascia italiani, essendo questi, di fatto, indifesi.
Da notare che gli Harrier GR.3 hanno in diversi casi il Blue Eric, un sistema ECM studiato ai tempi delle Falklands come adattamento d'emergenza per gli Harrier, del nuovissimo sistema Sky Shadow dei Tornado. Esso è inserito in qualche modo dentro un pod modificato di Aden calibro 30 mm. Ovviamente la sua presenza significa un solo cannone, e quindi una potenza di fuoco ridotta, ma almeno un Harrier per coppia dovrebbe avere il Blue Eric per rendere le cose molto più difficili ai sistemi di scoperta aerea come i PS-15, che per come sono montati (in origine si era pensato addirittura a sistemi aeroportati da velivoli come i Saab 32), hanno un ampio campo visivo, ma del resto sono sistemi piuttosto vecchi operanti in banda C.
Al resto ci avrebbero pensato le ECM dei V-Bombers, che jammano anche le comunicazioni radio. Eccoli là, in cielo, mentre arrivano veloci sui loro bersagli predeterminati. E non sono soli.
La battaglia aerea è appena iniziata, con i primi due squadroni di Valiant, che hanno una scorta massiccia: l'idea della RAF era quella di distruggere non solo gli aerei nemici, ma anche la volontà di combattere, ostentando la potenza aerea e infliggendo perdite pesanti approfittando del fatto di stanare i Gina dalla loro quota operativa tipica, dove sono molto difficili da battere. Spingendoli a quote quasi stratosferiche, li si mette in dificoltà; del resto, se non lo fanno, nessun altro potrà farlo e non si può lasciare un'armata aerea scorrazzare libera da qualsiasi contrasto! Ecco perché la situazione si è dimostrata estremamente grave e fin da subito: per mancanza di alternative valide.
La potenza offensiva dei Valiant è protetta da due interi squadroni; altri due di Vulcan, sono protetti anch'essi da un intero squadrone di caccia. Prodigio su prodigio, i Vulcan sono scortati da una formazione di caccia Javelin, caccia a delta per bombardieri a delta. Ma i due squadroni di Valiant hanno uno squadrone di Hunter e uno di Lightning a fargli compagnia, così possono volare a quota non eccessiva e restare precisi nei bombardamenti, e al contempo, dare ancora l'illusione di poter essere intercettati e quindi vettorare i Gina a intercettarli. A 9.000 metri, al limite della loro tangenza pratica e nel mezzo di quella dei caccia tattici britannici!
A 3.000 metri un Hunter può circa pareggiare l'agilità del G.91R, rispetto a cui non c'é molta differenza nemmeno a quote più basse; a 6.000 metri l'Hunter è sensibilmente superiore, e così via, fino a che a 9.100 m l'Hunter può girare intorno al G.91 senza che questo possa fare molto per resistergli. Lo stesso vale per il Javelin, che però ottiene la parità a non meno di 6.000 metri; il Lightning, invece, è superiore praticamente a tutte le quote al di sopra dei 1.000 metri circa, dove può cominciare a far valere al meglio la sua velocità; a 3.000 metri è già notevolmente superiore.
La potenza di una formazione di questi caccia, armati di missili, è certo molto maggiore di quella dei G.91, che oltretutto non riescono a fare la salita con i missili a bordo perché sono circa 250 kg di peso e parecchio drag.
La prima formazione di Valiant attacca la base M.1. Questa è difesa da ben due gruppi di G.91R; ma solo uno sale in quota per intercettare la formazione inglese. I Lightning sono in volo in tre formazioni: una sezione di 4 è leggermente avanti su ciascun lato, un'altra è davanti a circa 10 km. Hanno i radar e questo è positivo, ma in ogni caso vi sono formazioni di scie di condensazione assai visibili, anche se irregolari, per cui la sorpresa è relativa. Mentre i Valiant jammano i radar e le frequenze radio (probabile), i Lightning attaccano direttamente la scia dei G.91 in salita. Questi erano già decollati, e volavano sui 6.000 metri quando hanno avuto l'ordine di salire ad intercettare la formazione nemica, altrimenti non avrebbero avuto tempo per farlo. Una volta fatta quota, si trovano vettorati verso i Valiant, che seguono una rotta diretta e veloce a circa 450 kt e 30 kft (Angel 300?).
La potenza dei Lightning si scatena contro i Gina, e i missili Red Top cominciano a sentire i Gina persino frontalmente; i Lightning del gruppo di testa manovrano ampiamente e salgono di quota fino sopra i 13.000 metri, circa 1.000 rispetto a dove stavano prima. A quel punto tornano giù e cominciano a sparare i missili alle spalle dei primi Gina, per poi ingaggiare anche gli altri, mentre dai lati convergono gli altri Lightning e ciascono di loro ingaggia le singole formazioni di Gina, quasi tutte 'beccate'. Sapendo di non avere difese né capacità offensiva, i Gina sono costretti a disimpegnarsi duramente ogni volta che hanno un Lightning alle loro spalle, anche a qualche km di distanza, mentre i Lightning valutano (correttamente) che i Gina missilistici quasi sicuramente non ci sono e anche se vi fossero, avrebbero comunque prestazioni inferiori in combattimento rispetto a loro. Alla fine della battaglia, almeno 5 Gina vengono abbattuti e gli altri sbaragliati, costretti a manovre strette che gli fanno subito perdere quota. Un Lightning esagera un pò e viene preso da un G.91 mentre ne insegue un altro attorno ai 7.000 metri; le raffiche da 30 mm danneggiano il Lightning ma non lo abbattono, anche se deve tornare con un motore solo e con gli estintori attivati.. Nel mentre i Valiant salgono a loro volta da 9.000 a 12.000 con una forte zoomata per scavalcare i Gina, virando al contempo di circa 20°. Poi ritornano giù, scendendo fino a 9.100 m dove vanno alla bomb-ran finale. Sganciano 252 bombe da 1000 lb e ne piazzano praticamente la totalità nel bersaglio, di cui 22 sulle due piste principali. Devastata la base senza alcun serio problema in questo, la M.1 è ridotta a ben poca cosa. Tuttavia, malgrado i Lightning, all'uscita della base succede qualcosa: a quanto pare, un G.91 è salito a tutto gas verso i Valiant, e riesce a colpirne uno, abbattendolo. Non è chiaro che G.91 sia... forse un G.91R ritardatario... ma è probabile che si tratti di un G.91Y, forse uno spare che era rientrato dopo avere accompagnato i compagni in azione? Ad ogni modo il Valiant, completamente a sorpresa, viene visto incendiarsi e progressivamente, malgrado l'azione degli estintori, perdere quota e controllo, fino a precipitare mentre stava cercando di rientrare entro i confini, esplodendo a mezz'aria. Ma oramai la missione, malgrado lo scorno, era stata fatta!
A quel punto è pronta per essere attaccata da due squadroni di Jaguar. Questi sono gli aerei che provengono dalla M.3. Ma questa è un'altra storia.
Poi c'é la base M.2, attaccata in tempi grossomodo simili, anche se la precisa tempistica di queste azioni non è chiara e probabilmente non può mai essere conosciuta davvero. La forza d'attacco, in ogni caso, è data dai Javelin in scorta ai Vulcan, quindi delta e delta. I Javelin sono aerei apparentemente goffi, ma a 12.000 metri hanno ancora potenza da vendere e un basso carico alare, così che possono evoluire con grazia ed eleganza insospettabili, visto che hanno un carico alare addirittura paragonabile a quello di un caccia della II guerra mondiale.
I Javelin hanno buoni missili, i Firestreak; sempre meglio di niente, come i G.91R saliti dalla base M.2 per difenderla. Inutilmente, perché nemmeno qua riescono ad ottenere molto: i Javelin li attaccano direttamente, dopo averli visti al radar a circa 20 km. Nella battaglia che ne segue, a circa 10.000 metri, i Javelin mettono in fuga le ondate di G.91. Addirittura, i Javelin lanciano qualche missile frontalmente rispetto alle pattuglie di Gina in arrivo, per scompaginarle. E così è, dopo di che riescono ad inseguirli piombando loro da sopra e dai lati, essendo disposti un pò come i Lightning. Agili almeno quanto un Hunter a quelle quote elevate, riescono ad abbattere 4 G.91, di cui solo uno con i cannoni, e tutti gli altri con i missili. Uno dei Javelin viene a sua volta colpito da un Gina con una raffica di cannoni, e precipita poco dopo. Però intanto hanno salvato la situazione, e anche stavolta, la M.2 riceve una razione di bombe da parte dei Valiant, con numerosi colpi a segno sulle piste, in maniera del tutto simile a quella della M.1.
La M.3, invece, viene attaccata dai Vulcan della S.23, accompagnati dai Lightning della S.8. La battaglia è diversa in questi casi, perché anziché arrivare dritti e poi manovrare salendo e virando per evitare l'attacco, lasciandosi dietro i caccia a duellare, i Vulcan arrivano eseguendo una manovra a S micidiale, che confonde le difese aeree italiane. La conseguenza è che i Gina saliti ad intercettarli e poi raggiunti al confine, sono costretti a cambiare in fretta la rotta, ma vengono ingannati dalle manovre e dai fortissimi disturbi, così che mancano clamorosamente l'intercettazione. Colpita la base aerea circa 10.500 metri più sotto, ritornano volando sopra i 12.000 metri, al sicuro, lasciando indietro i Lightning, che cominciano a spadroneggiare sulla base aerea addirittura scendendo verso di essa e poi mimando degli attacchi, tanto per vedere se la batteria Spada fosse ancora in servizio. Almeno in parte lo era, tanto che parte un missile da terra, che peraltro non li raggiunge, visto che non scendono sotto i 5.000 metri. La formazione di Gina, nel frattempo, torna nella zona della base dopo essersi trovata almeno 30 km indietro durante la fase del bombardamento. Ma trovano i Lightning, con i quali iniziano una battaglia breve ma violentissima, che in 5 minuti porta gli aerei da 8.000 metri fino a 4.000. I Lightning erano rimasti proprio per impegnare i Gina e abbatterne qualcuno, al contempo impedendo che le difese si focalizzassero sui Jaguar in arrivo. In effetti riescono nell'intento, abbattendo 3 Gina con i Red Top e uno con i cannoni da 30 mm. A loro volta, peraltro, anche i Gina abbattono un Lightning, cosa piuttosto clamorosa, successa come al solito accade, mentre questo era intento a dare la caccia ad uno dei piccoli Fiat, senza accorgersi per tempo di un altro che lo puntava. Erano a circa 7.400 metri di quota quando è accaduto questo evento da cineteca.
Poi arrivano i Vulcan anche sulla M.4. Questi, curiosamente, sono scortati dagli Hunter, che in teoria avrebbero fatto molto meglio con i Valiant. Ma per una serie di ragioni pratiche, non c'era stato modo di fare questo accoppiamento. E così si dovettero tenere gli Hunter. Questi caccia non avevano radar, se non un piccolo sistema telemetrico. Avrebbe valso la pensa di usarli in questo settore? La risposta, sorprendemente è affermativa. Armati con i vecchi Sidewinder B (probabilmente però, migliorati allo standard F, ma non ci sono dimostrazioni chiare in questo senso), gli Hunter svizzeri (NB: a quanto pare, NON sono allo standard più recente con i Maverick, oppure sono capaci ancora di portare anche quelli) non si fanno dare lezioni di combattimento da nessuno. Ed è così che, posizionati ad alta quota sopra-davanti e a lato dei Vulcan, riescono ad anticipare i Gina abbattendone qualcosa come sette esemplari, di cui due con i cannoni, e in questa sparatoria 'vecchio stile' non subiscono nemmeno una perdita! La cosa ha del clamoroso, viste le difficoltà dei Javelin e anche dei Lightning, ma succede nelle situazioni reali, del resto la battaglia è stata combattuta ad oltre 10.000 metri di quota e lì i Gina sono solo dei bersagli da tiro a segno.
Ad ogni modo, questa 1a fascia ha visto una serie di battaglie in cui gli aerei inglesi si sono imposti facilmente, con 20 vittorie tonde contro due caccia persi e un bombardiere pure distrutto, merito in gran parte dei missili (probabilmente sui 16 kill in tutto).
Se voleva essere una guerra di logoramento, ad ogni modo, non c'é dubbio che l'abbiano vinta i britonni, visto che hanno sbaragliato le formazioni italiane e hanno abbattuto esattamente 20 caccia su 48 (?) incontrati, con un rateo di vittorie dirette caccia vs caccia di 10:1, di cui almeno 8:1 grazie ai missili, e in generale quasi 7:1 a loro vantaggio.
Poi vi sono gli altri bombardieri. Stavolta, però, nelle successive sei basi, la situazione è diversa: con appena 6 Javelin, non c'é molto da scialare. Alcune missioni, poi, sono veramente a lungo raggio, e molto probabilmente questo è possibile solo con i serbatoi subalari e/o con un rifornimento in volo (da chi? Possibilmente, sempre che poi gli equipaggiamenti siano compatibili, dai VC-10, o sennò da qualche raro Valiant, meno probabilmente Victor o Vulcan, convertiti in tankers; oltretutto non c'é la certezza che se anche fossero stati mandati in azione, facessero parte di quei '12 aerei efficienti' visto che oltretutto i velivoli 'spare' sono ammessi e in questo caso, con una duplice missione, potrebbero essere usati per tutt'altra missione!), visto che il raggio d'azione arriva sugli 800 km.
La potenzialità di questi caccia è davvero da non sottovalutare: leggendo le caratteristiche di volo del Javelin Mk 4, che pure è molto meno evoluto dei tipi successivi Mk 7, 8 e 9, si scopre che è capace di eseguire manovre a 4 G, a 0,9 mach, e tra 9.000 e 12.000 metri. Non pochi aerei più 'avanzati' avrebbero difficoltà a tenere dei parametri di quota/velocità/agilità del genere, mentre il Javelin deve solo stare attento a non cascare nel pitch-up, tipico dei velivoli con coda a T (vedi F-104); il looping, comunque, non è ammesso, mentre le rollate possono essere fatte di ogni modello immaginabile. Un caccia temibile, dunque, con la curiosa caratteristica che nella sua enorme fusoliera c'é poco spazio per il carburante: di 14 serbatoi interni, 10 sono nelle ali (flessibili ma dentro una struttura protettiva metallica), più due e due collettori in fusoliera (e due serbatoi subalari), questo nel caso dell'FAW.4. Però in ogni caso, i cannoni sono alari! Come se fosse un Hurricane, insomma (e certo non è il modo giusto per portare una batteria di Aden, no?), presumibilmente perché nel grosso muso c'é solo spazio per l'elettronica.
I Javelin di queste formazioni si posizionano in maniera tale da fare da 'spazzini' rispetto ai V-Bomber, la loro missione qui non è di umiliare e abbattere il maggior numero possibile di aerei italiani, ma solo di tenerli alla larga dai Victor e Vulcan. La quota e la velocità di volo sono maggiori anche nella bomb-run, generalmente fatta sopra i 10.000 metri. Del resto, i V-Bomber possono sganciare con decente precisione (per i Victor Mk 2 si parlava di meno di 250 metri) da 45.000 ft (13.700 metri!). Capito? Quindi alle quote più basse sono più precisi, ma se necessario possono attaccare con striscie di bombe da quote tali da essere immuni dai tentativi di intercettazione italiani. Ma visto che qualche 'scocciatore' potrebbe sempre esservi, tanto vale usare anche i Javelin.
Per gli Aspide, invece, non c'é problema: con 6.000 m di tangenza pratica, non possono raggiungerli, specie considerando che lo sgancio delle armi avviene ad oltre 10 km dall'obiettivo previsto.
Le bombe sono sganciate da file a circa 30 metri l'una dall'altra, ovvero sui 600 metri per striscia da 21 o 1000 per quella da 35 bombe. In alternativa si possono sganciare le bombe lungo la pista anziché oblique a 30°, (o anche solo a 15-20° per le striscie dei Victor), con una serie di ordigni tirati giù in un'aerea di circa 300-400 metri di lunghezza, però presa 'a tappeto'. C'é qualche possibilità di mancare totalmente il bersaglio, ma le bombe a segno sono più numerose quando accade e l'intera zona viene annientata.
I Javelin, comunque, non si fanno problemi ad attaccare i caccia italiani, spesso lanciando i Firestreak frontalmente anche se non c'é un vero aggancio IR. Qualche volta, funzionava ugualmente...
E i G.91 non potevano capirlo. Né potevano seguire i V-bombers con inseguimento in caccia, e con una lievissima probabilità di ingaggio laterale la situazione era particolarmente seria, specie se poi le comunicazioni radio venivano jammate.
Nella serie di battaglie svolte, solo 4 dei 6 aeroporti hanno visto i G.91 ingaggiare i V-Bombers, due volte infatti hanno fallito. Una battaglia particolarmente dura è stata quella tra i Javelin e i caccia sulla base italiana M.6, dove malgrado lo scarso carburante, i Javelin hanno ingaggiato frontalmente con missili e cannoni i G.91 scompaginandoli ancora una volta, anche perché i Gina non possono virare stretto ad alta quota senza perdere rapidamente il controllo, proprio non hanno la portanza giusta per sopportare molti G in quella circostanza! La capacità
Per dare un'idea: il G.91R-3 ha un diagramma (pulito!) di 7/-3G a 450 m e fino a M 0,9; a 6.000 m arriva ancora a 6,5G/-3G a M.09; a 9.100 m, invece, scende a 4,2/-3G fino a 0,9M. Con due serbatoi (o comunque carichi esterni) arriva a soli 5G(-3G), e a 9.100 m al massimo fa 3,6G (-3G), a velocità fino a 0,85M. In pratica, c'é la concreta possibilità che il Javelin possa batterlo già a quella quota, tanto che sopra il G.91 non è nemmeno considerato come mezzo bellico 'valido'.
Armati con i Firestreak, in aria libera, contro bersagli che non riescono a fare altro che le vittime sacrificali, i Javelin possono attaccarli a volontà, dopo averli localizzati a circa 20 km con il radar; alla fine riescono ad abbattere tre G.91R e a dissuadere gli altri dal farsi vedere troppo in giro.
Le basi colpite dai Victor sono beccate mediamente da 30-40 bombe sulle piste, delle 420 disponibili e presumibilmente, tutte sganciate.
Da notare che alcuni Vulcan hanno anche i missili Shrike (o forse anche Martel), la cosa non inficia la possibilità di portare le bombe interne, anche se normalmente non è fatto. Così danno qualcosa in più a cui pensare ai poveri radaristi là sotto, già sottoposti al jamming di una formazione di 12 V-Bombers!
Alla fine, tra una battaglia e l'altra, i Javelin riescono a salvare tutte le missioni, e abbattono complessivamente 11 caccia italiani, contro 2 perdite e un altro Javelin che precipita per mancanza di carburante, malgrado che altri atterrino appena in tempo con tanto di planate, alla fine della missione. Del resto nessuno aveva detto che fosse facile.
A questo punto, mentre le missioni V-Bomber sono tutte in atto (le più lunghe sono circa 3 ore di volo, su raggi di circa 800 km teorici e assai di più in pratica, considerando tutte le manovre di formazione e d'inganno), arrivano i Jaguar.
Una tipica missione d'attacco è quella portata dai due sqn della M.3, proprio contro la M.1 italiana. Il raggio d'azione dei Jaguar, a bassa quota, non è cosa da poco, ma bisogna dire che la loro capacità d'attacco è messa a dura prova, con i raggi d'azione tra 450 e 700 km (valori in realtà minimi), con diversi casi intermedi (in tutto dovrebbero essere 1 da 450 km, 2 da 570 km e 2 da 700 km, in questi ultimi due casi, però, sono ben due sqn di Jaguar contro ciascuna delle basi M.3 e M.4).
Se fossero usati 2 serbatoi e 2 bombe la cosa sarebbe fattibile, ma 700 km lo-lo-lo con 4 bombe e 1 serbatoio è troppo, secondo i miei calcoli possono arrivare sui 450 km circa. Quindi, bisogna tornare in quota, almeno in parte (missione lo-lo-hi), e/o portare solo due bombe ma con due serbatoi. In alternativa c'é l'IFR prima e/o dopo l'attacco alle basi. Se c'é la clearance (c'é, c'é, ho parlato con Renzi...), allora non dovrebbero esservi problemi, dato che le missioni più a lungo raggio partono da 320-400 km di distanza, molto fuori dalla possibilità di intervento, e forse anche di rilevamento, dei radar italiani, specialmente se poi l'IFR viene fatto a bassa quota (diciamo entro i 1.000 metri, che è tutto relax per aerei militari, si pensi solo all'operazione contro le basi del complesso H-3 irakeno, da parte dei Phantom iraniani, riforniti tra le montagne al confine tra Irak e Turchia...).
Poniamo che arrivano a bassa quota, velocità ottimale, con il carico teorico: 2,8 km x 400 km (DI.50) = 1.120 kg, 3,7kg/km x 200 km (a 0,75M) = 740 kg = circa 1.900 kg. Al rientro non resta che salire in quota: salendo a 9.100 m è possibile scendere a 1,3 kg/km x 600 km e rientrare consumando circa 800 kg = 2.700 kg (6000lb circa). Non è proprio l'ottimale, ma potrebbe ancora funzionare, con il restante 1/3 di carburante che serve per il decollo, il combattimento (250 kg?) e la riserva (altri 250 kg, forse anche 400). In tutto vi sono circa 1.400 kg, forse anche 1.500, extra. Bene (o male?), è dunque possibile eseguire una missione lo-lo-hi con i Jaguar anche con 4 bombe e 1 serbatoio, ma a patto di salire in quota e svelare la base di rientro. Del resto perché non dovrebbero farlo, visto che quelle basi sono comunque note anche al nemico, per cui può valere la pena di rischiare.
A quel punto ecco una possibile ricostruzione dell'assalto dei Jaguar.
Nonostante la presenza dei temibili G.91 di un intero gruppo, a bassa quota, i Jaguar riescono a penetrare la zona.
Prima arrivano i Jaguar con i razzi CRV-7 e i Sidewinder, sono 4 aerei che prima attaccano le piazzole degli Aspide e poi fanno da guardiaspalle ai bombardieri, 4 con le CBU e 4 con le 1.000lb LD. Attaccano con una certa facilità volando ad almeno 450 kt, con attacco finale ad oltre 500. La difesa italiana è sparsa in zona, anche perché sono arrivati degli aerei antiradar che hanno di fatto sparso la difesa già scarsa, mentre i Lightning sono rimasti alcuni minuti a media quota cercando di intimidire le difese italiane, anche con finti attacchi finché non rischiano di finire il carburante. 4 Jaguar arrivano da un lato, sono armati con le bombe e salgono in quota di alcune centinaia di metri a circa 20 km dalla base. Attirano così le difese, ma quali? A terra i bombardamenti hanno distrutto una sezione di tiro Aspide, ma non le altre due e il radar, che ordina il lancio di due missili contro uno dei Jaguar da parte di una sezione. I Jaguar deviano e scendono a bassa quota allontanandosi momentaneamente, lanciando furbescamente i serbatoi ausiliari prima della manovra, per dare l'idea che siano bersagli utili/missili o simili, tanto che vengono ingaggiati dagli Aspide; dall'altra parte salgono i Jaguar con i CRV-7 e fanno in tempo a vedere la scia dei missili, mentre acquisiscono anche la seconda piazzola, di cui percepiscono il radar Falco che è usato probabilmente per la ricerca di fortuna. Ad ogni modo, due coppie si suddividono il compito e prima lanciano i CRV da circa 3.000 metri, poi mitragliano gli obiettivi e a quanto pare, poi lanciano anche le CBU (due CRV e una CBU per ciascuno). La fine dell'attacco alla fine vede entrambe le sezioni ancora attive di Aspide colpite! L'azione non termina qui, perché poi tornano i Jaguar con le bombe e dall'altra sezione, arrivano anche quelli con le CBU. Entrambi bombardano le piste mettendo a segno una mezza dozzina di colpi per ciascuna delle due sezioni.
Non bastando, a quel punto arrivano anche i Jaguar 'indiani', che colpiscono con le bombe Durandal la pista almeno 9 volte. Questo, mentre i 4 Jaguar frontali riescono a colpire con i razzi anche il radar Pluto, che era rimasto miracolosamente intatto. Una potenza di fuoco micidiale, dunque, e questo nonostante che una delle coppie di Jaguar si è trovata inseguita da una coppia di G.91R che li ha raggiunti solo dopo che hanno tirato le armi a segno. Da terra, il fuoco di circa 1.000 tra fucili e mitragliatrici ha colpito almeno 5 Jaguar, ma non in maniera letale, solo in un caso in maniera seria con appena 4 colpi, mentre altri sono stati colpiti anche con 9 proiettili, ma non così gravemente, visto che bisogna vedere 'dove' si colpisce. Bisogna dire che i Jaguar spesso hanno, sopratutto i 'razzieri', eseguito una salita ad almeno 300-500 metri prima dell'attacco finale, risultando da lì troppo in alto per essere beccati dai fucili e dalle mitragliatrici, almeno in maniera affidabile e con un'efficacia sufficiente. Infatti, un aereo in volo a 300 metri AGL è capace di stare ancora ad oltre 400 metri da un tiratore fuciliere anche sparando con alzo di ben 45° (probabilmente il massimo a cui è possibile seguire un bersaglio aereo), per non parlare della differenza di quota che aggiunge certamente altro depotenziamento alla già scarsa pallottola da 5,56 mm; le mitragliatrici, invece, sono pesanti e lente, per cui è difficile sopra una certa velocità angolare tenere il punto sul bersaglio, anche se ovviamente non è impossibile. Inoltre, appena passata la verticale del mitragliere/fuciliere, l'aereo si allontana così velocemente, che assieme alla differenza di quota rende molto difficile sia colpirlo, sia tanto più, danneggiarlo. Solo davvero colpi fortunati potrebbero causare danni rilevanti, specie considerando che il Jaguar ha un parabrezza blindato (e probabilmente anche altre zone corazzate), ha due motori, e una robusta struttura da macchina supersonica da basse quote. Nulla di banale, insomma. Anche se poi nel 1991 una degli aerei francesi si ritrovò un proiettile nell'abitacolo che spaccò il casco al pilota!
La situazione della base M.1 è dunque subito critica: colpita da circa 250 bombe, di cui 22 sulle piste, più circa 6 BL, 6 1.000lb, 9 Durandal, totale 43 bombe (circa una ogni 100 metri di pista!) per cui la base è sicuramente KO.
La difesa degli Aspide, per quanto potenzialmente temibile, a ben poco è servita, essendo stata devastata già dalla potente incursione iniziale, e poi finita dagli attacchi a bassissima quota.
Alla fine, la situazione è davvero formidabile. Ma i Jaguar non sono usciti tutti dalla zona del pericolo: i G.91 sono riusciti ad abbatterne uno mentre esegue una manovra di disimpegno. I Jaguar, però, non sono bersagli facili e riescono ad abbattere a loro volta un G.91 con un missile.
La base M.1 non si è dimostrata un osso facile da rodere, ma era previsto, costando la perdita di ben 3 aerei inglesi. Però adesso è KO, e la maggior parte degli aerei deve tornare a terra su altre basi secondarie. Almeno 7 G.91 sono andati perduti su di un totale di 24 (almeno) entrati in azione.
La situazione non è diversa sulle altre basi aeree: le M.2, M.3 e M.4 sono andate fuori uso più o meno negli stessi termini, anche se non necessariamente sempre colpite da uno squadrone Jaguar RAF e uno IAF.
Non bastando questo, però, c'é da ricordare l'azione degli aerei antiradar. 4 squadroni di Harrier, Buccaneer e Hunter sono stati inviati in azione contro i radar. Hanno avuto a che fare con le difese di terra (poca roba, qualche pallottola a segno e basta), e ai caccia G.91R della difesa aerea; c'era persino qualche Macchi 326 e forse 339. Ma nessuno di loro ha missili e le prestazioni non sono eccezionali. Nonostante questo, in una serie di combattimenti aerei che è difficile da descrivere, i caccia italiani abbattono (in genere, o forse esclusivamente, sono Gina), alcuni avversari: un Buccaneer è inseguito e abbattuto da un G.91, un Hunter è pure abbattuto da loro. Dal canto loro, gli Harrier, con la loro potenza bruta, hanno evitato tutti gli attacchi. Una coppia di Gina gli è andata incontro dopo essere stati visti da un radar da circa 15-24 km di distanza, ma la coppia di Harrier sale con una velocità terribile, raggiungendo i 3.000 metri e scavalcando i caccia mentre si avvicinano frontalmente, e poi piombano giù sul radar (uno dei temibili PS-15 'svedesi') e lo buttano giù dal basamento, centrandolo in pieno con salve di razzi e cannoni mentre scendono in picchiata, per poi risalire e fuggire via! Bye bye. Questo significa avere un rapporto di oltre 1:1 senza nemmeno l'A/B!
Dal canto loro, gli incursori inglesi fanno danni anche alla caccia: gli Hunter 'svizzeri' abbattono un Gina con i cannoni, mentre i Buccaneer vendicano abbondamente il loro compagno. Infatti, uno dei Buccaneer abbatte un Gina che insegue il suo compare; un altro Buccaneer, inseguito da un Gina, sale leggermente da 15 a 60 metri, poi gli sgancia due bombe HD da 1.000 lb, distruggendolo mentre lo insegue volando a circa 1 km e a 60 metri di quota! Un altro Gina viene duramente danneggiato nella stessa modalità, ma sopravvive nonostante almeno 5 schegge e diversi detriti che l'hanno investito.
E così la grande battaglia ha alfine termine.
I Britannici hanno perso complessivamente:
-1 Valiant
-1 Lightning
-1 Hunter
-1 Buccaneer
-4 Javelin
-5 Jaguar (2 abbattuti dagli Aspide e 3 dai G.91).
Va detto che delle 4 basi aeree di 1a fascia, due avevano la batteria Spada messa KO dopo il bombardamento, per via della messa KO del radar Pluto (o erano due, alle volte, uno su torre), e/o i collegamenti via cavo con le sezioni; mai tutte le sezioni erano state invece messe KO, ma in tre casi su 4 ce n'era almeno una 'off-line' per i danni subiti sia ad essa oppure causa rottura collegamento.
Fine della storia? Nemmeno per idea!
Gli italiani, in tutto, come si è visto, hanno avuto tantissime perdite. Considerando tutto, 126 aerei distrutti in offensiva (su circa 300 inviati in azione; tra l'altro il totale non considera gli aerei 'riserva' e non si sa precisamente che abbaino fatto questi velivoli, a parte che in genere non hanno varcato il confine); 31+3 persi in difensiva contro i caccia nemici e gli aerei anti-radar. In tutto fanno qualcosa come 160 aerei esatti: 56 G.91R (quasi il 10% del totale!), 31 MB.339 (il 18%), 34 MB.326K (il 27% circa), 18 G.91Y(circa il 30%), 24 AMX (circa il 30%), 1 PD808(il 17%).
Chiaramente, perdere qualcosa come quasi il 10% dell'intera forza aerea di jet italiani in poche ore di guerra, non è una buona cosa, per nulla! Inoltre il totale non comprende tante altre cose, come gli aerei danneggiati almeno seriamente, tanto meno quelli distrutti al suolo (non si sa di preciso, ma alcuni velivoli possono essere stati distrutti, specie negli hangar colpiti dalle bombe da alta quota), per non parlare del fatto che le 10 basi principali hanno incassato ciascuna circa 40 bombe in media (= quasi 400 ordigni di vario tipo), solo considerando quelle cadute sulle piste (obiettivo primario), sennò sarebbero sulle 3000!!! Aggiungiamoci poi circa 15 radar KO della rete di difesa aerea, più quelli
Tutte le missioni hanno infatti avuto successo. E con appena 13 aerei perduti, contro i 126 (quasi 10:1), non è difficile immaginare come andrà a finire. Del resto, la sproporzione tra le due parti è troppo grandi, con una difesa e un'offesa entrambe nettamente dalla parte dei britonni. E questo pur penalizzandoli in maniera bestiale e immotivata con non so quante fregature (niente armi nucleari né compensazioni per queste; niente attacco iniziale notturno; niente componente aeronavale; niente produzione post-bellica con migliaia di mezzi esclusi perché 'nati' nella II GM; niente aerei 'incerti' come Tornado ADV, Tornado GR.1A e Harrier II/AV-8B, tutti velivoli che invece dovevano esserci!).
E le azioni successive?
OPERAZIONE MEZZOGIORNO DI FUOCO
A quel punto si apprestano le basi per la 2a battaglia, 'Mezzogiorno di Fuoco'. La potenza dell'attacco britannico non è particolarmente sminuita e i risultati sono come quelli che si sono visti prima.
Dal canto loro, invece, la potenza degli italiani è stata trinciata totalmente.
Gli AMX hanno subito troppe perdite e danni, e non si è voluto più usarli per attaccare ancora le basi di 3a fascia. Sono stati così destinati a quelle di 2a fascia, rinforzando così la già modesta e ben bastonata forza dei G.91Y.
Nel mentre, i Macchi 339 vengono rinforzati dai Macchi dei gruppi delle retrovie, però attenzione: non da interi gruppi, ma da velivoli (e anche piloti) di rinforzo rispetto a quelli persi o messi KO in maniera tale da essere fuori servizio per almeno 24 ore. Così i Macchi ritornano in forze, anche i Macchi 326. Dal canto loro, i G.91R non mancano di sicuro malgrado il numero perduto, e così vengono anch'essi rinforzati da altri aerei, sguarnendo i gruppi delle retrovie.
Tutto molto bello, ma costoso.
Dato quel che è successo prima, non c'é molto da stupirsi se poi la missione va a finire come era andata a finire l'altra, ovvero in mona.
Cosa cambia precisamente?
Che i Macchi 339 e 326 andati in azione sono adesso circa 10 per gruppo (almeno come media) anziché 12; invece, i G.91 dovrebbero essere ancora sui 12 esemplari, ma forse non sempre, per gruppo.
Quanto alle basi di 2a fascia, i G.91Y hanno una potenza di fuoco limitata, specie considerando che di questi aerei, senza rinforzi immediati, sono rimasti operativi solo, complessivamente, 20 esemplari circa, gli altri sono inefficienti oppure danneggiati. Naturalmente la devastazione delle loro basi principali non li ha aiutati molto a recuperare efficienza (idem per gli altri velivoli, specie gli AMX). Così attaccano ancora con lo stesso schema due delle tre basi M inglesi di 2a fascia; solo che stavolta la M.6 inglese viene attaccata da 6 AMX della S.13 oltre a 12 G.91Y di 3 gruppi complessivi; la M.4 invece, non è attaccata da nessuno. I 6 aerei ancora efficienti della S.15 sono mandati invece alla carica contro la M.7 inglese, assieme a 8 G.91Y della S.3 e a 6 AMX della M.5.
Questa è la più grossa differenza nelle fasi degli attacchi. Per il resto tutto si svolge come prima. L'attacco complessivamente comporta circa 60 aerei contro ciascuna delle tre basi M inglesi di prima fascia, più i PD808GE e sezioni di G.91R di scorta. Lo scarso successo ottenuto dagli aerei 'antiradar' e la necessità di rinforzare le unità danneggiate dalla precedente azione fa lasciar perdere quest'attività e i G.91R missilistici vengono deputati alla scorta o alla difesa aerea invece che all'attacco.
La seconda fascia viene attaccata solo in due delle tre basi, nessuno per le quattro della 4a fascia. Questo significa che, incredibilmente, dopo appena un attacco già la metà delle basi inglesi vengono dispensate dall'attacco dell'aviazione italiana. Questo era quello che i britonni volevano.
In tutto, dovrebbero essere ancor disponibili circa 180 aerei per la 1a fascia e 38 per la 2a, nessuno per la terza = 230 aerei complessivi.
Non s'é voluto mandare gli AMX della S.15 allo sbaraglio contro la stessa base M.5, da soli, ma concentrarli contro la M.7 per fare qualche danno sensibile e correre meno rischi.
Ad ogni modo, non è stata una grande idea (semplicemente non c'erano grandi idee), e gli AMX subiscono ancora perdite gravissime: su 18 aerei mandati in azione contro due basi, solo la metà torna. 4 degli AMX della S.13 vengono perduti con modalità simili a quelle che s'erano viste prima, anche perché date le differenti caratteristiche, non è stato possibile coordinare davvero l'attacco con i G.91Y. Questi attaccano per primi con una forza praticamente pari a quella di un gruppo intero, solo che 6 aerei sono utilizzati per la scorta e soppressione difese, e solo 6 attaccano direttamente.
La difesa della base è simile a prima: agli Hunter sono aggiunti i Lightning, ma stavolta, pare, che siano quelli della stessa base, mentre quelli della base vicina S.15 sono inviati in azione come scorta. Il fatto però non è certo, ma gli effetti non sono molto dissimili.
La battaglia che si scatena è durissima: almeno 4 Lightning e 2 Hunter vengono vettorati correttamente verso i G.91Y in arrivo. Questi ultimi sono degli avversari temibilissimi a bassa quota, però non hanno sistemi ECM di sorta e non hanno missili aria-aria, il che li pone in grande svantaggio, anche se forse non così temibile come sembrerebbe a prima vista. E così, in una serie di manovre violentissime, i Lightning riescono ad abbatterne due, pur subendo una perdita a propria volta. Gli Hunter sgominano prima una coppia di G.91Y, senza tuttavia abbatterli, ma mandando a ramengo il loro proposito di attaccare la base, poi vengono assaliti da una seconda coppia di G.91Y, che ne abbatte uno. Finisce con un sorprendente 2-2, malgrado tutto, ma non è finita. Poi almeno 4 G.91Y cacciabombardieri e 2 di scorta arrivano sulla base e cominciano ad attaccarla, ma vengono investiti dal solito micidiale fuoco antiaereo di ogni sorta e calibro. L'attacco fallisce: solo un G.91Y arriva al centro della base, mentre gli altri vengono neutralizzati, uno centrato da un Rapier, un altro costretto a manovrare per evitare diversi missili, un altro ancora crivellato di colpi da terra e poi abbattuto da uno Starbust. Gli altri due velivoli di scorta fanno qualche passaggio ma non riescono a causare molta preoccupazione, venendo poi guidati fuori della base dopo avere 'attirato' l'attenzione dei missili di terra. A quel punto, tornando gli intercettori e i Lightning abbattono prontamente i due G.91Y di scorta, mentre uno dei cacciabombardieri viene inseguito dagli Hunter ed abbattuto a sua volta, in tutti i casi con missili.
I G.91Y hanno subito quindi 7 perdite su 12, di cui 2 dalla flak; la formazione di AMX, però, è riuscita a farla in barba a questa difesa e così si presenta senza essere stata intaccata. Sarebbe stato un disastro se non vi fosse stata una difesa aerea più che pronta e ampiamente allertata anche per l'attacco, appena 5 minuti prima, dei G.91Y. La potenza di fuoco si scatena contro gli AMX e questi vengono sterminati uno dietro l'altro. Uno viene centrato dal solito Rapier, un altro abbattuto dal fuoco delle armi leggere, due falliscono l'attacco o vengono costretti a 'deviare' dalla reazione di terra. Ma due riescono anche a centrare le piste, entrambe, più o meno al centro delle stesse. Ce ne fossero stati di più, avrebbero potuto combinare qualcosa! Ma non è così, e priam di uscire, vengono crivellati di colpi di pallottola e missili scoppiati vicino.
Usciti dalla base, tutti gli AMX sono danneggiati, quasi sempre in maniera seria o grave, per giunta sono pochi e scoordinati per le manovre evasive. Per cui, con circa 24 caccia nemici in azione, non è da stupirsi che siano raggiunti in diversi casi. Un Lightning insegue e abbatte un AMX con i cannoni; un altro Hunter ottiene un risultato del genere, con i Sidewinder, contro un altro AMX.
Al ritorno, inoltre, gli AMX vengono assaliti da un'ulteriore coppia di intercettori, che non fanno parte di quella base, ma della M.1 Però mal gliene incoglie: i due Hawk, posizionatisi dietro un AMX che fuma vistosamente (più del solito, cioé...), vengono sorpresi da un altro, l'unico altro superstite della formazione, ed entrambi abbattuti, uno sicuramente con un AIM-9, l'altro presumibilmente con il missile oppure con il Vulcan o entrambi. E' un'impresa epica, che consente di pareggiare il conto, pur con un aereo colpito già da almeno 71 colpi da terra e con un sistema idraulico fuori uso.
La fine della missione è quindi formidabile, ma al dunque, 4 AMX su 6 e 7 G.91Y su 12, 13 aerei su 18 distrutti, contro 4 caccia nemici (2 Hawk, 1 Hunter e 1 Lightning) che a loro volta hanno abbattuto ben 7 italiani.
Ma sopratutto, a quel punto la base stessa è stata colpita solo da 3 aerei (per 5 km di pista!). Considerando che i danni moderati fatti dal primo attacco, avvenuto dopo le 18, sono stati già quasi totalmente riparati, non c'é da stupirsi che questo riesce a fare anche meno impressione, malgrado le 7 bombe che hanno centrato il bersaglio, di cui tra l'altro 3 inesplose. Oltretutto la base in questione non è di bombardieri, per cui dopo circa 30 minuti viene considerata agibile per l'atterraggio su almeno un tratto di 1.100 m (estremità iniziale della pista secondaria).
La base M.5, nel frattempo, è attaccata con simile veemenza, ma stavolta vi sono 4 G.91Y in meno, ma 6 AMX in più, il che significa almeno in teoria, molti più problemi. In teoria.
Infatti, due AMX vengono intercettati già durante il lunghissimo viaggio d'andata, da parte degli Hawk. Uno dei essi è prontamente abbattuto, l'altro sgancia le bombe e scappa via, inseguito dai piccoli intercettori. Gli altri 4 AMX, però, continuano anche se sanno che la loro missione non è più segreta.
L'azione d'attacco vede gli AMX ancora una volta crivellati di colpi, una volta arrivati. Erano in coda ad un'altra formazione, formata da 6 AMX e 8 G.91Y. Questi ultimi erano andati a sbattere pesantemente, scontrandosi con 4 Hunter ben difesi a farsi valere. I missili Shafrir, infatti, andarono a segno su due G.91Y della scorta e gli Hunter attaccarono anche due cacciabombardieri, costringendoli a scappare. Ridottisi a soli 4 velivoli, non poterono fare molto, mentre gli AMX arrivavano dall'altra parte e lanciavano le bombe. Infatti, forse scossi eccessivamente, due degli AMX lanciano in cabrata e 'tossano' le bombe verso il centro della base. Non gli va molto bene, ad ogni modo: uno sgancia e viene colpito da un Rapier; l'altro scappa appena in tempo. Le bombe, comunque, sono in volo. Una viene abbattuta da un Rapier, le altre esplodono qua e là al centro della base, per spoletta di prossimità, causando qualche danno ma ben pochi alle piste di per sé. Nell'insieme un attacco fallimentare, che apre la strada agli altri 4 AMX e in teoria, anche ai G.91. Questi ultimi riescono a farsi sotto, ma solo due delle loro bombe trovano il bersaglio, le altre no perché gli aerei vengono contrastati da un fuoco missilistico feroce e costretti a disimpegnarsi con gravi danni a bordo, dopo il lancio di chissà quante munizioni e 10 missili almeno. Però non hanno perdite.
La forza di AMX invece va sul bersaglio costi quel che costi, ma mal gliene incoglie. Le bombe di prossimità non hanno avuto molto successo e uno degli AMX viene abbattuto da un Rapier, un altro da uno Starbust, e gli altri due danneggiati comunque almeno dal fuoco delle armi leggere. La difesa, nell'insieme, ha retto in maniera ammirevole e i danni sono ridotti a due sezioni della pista principale colpiti da 3 bombe esplose e una inesplosa. Probabilmente un solo AMX va a segno, forse due al massimo, ma comunque i risultati non sono dei migliori.
Scappati da quest'inferno, gli AMX e i G.91 vengono inseguiti dagli Hunter rimasti, mentre arrivano gli altri AMX. Questi sono ridotti a 4 soli velivoli, e cercano di penetrare le difese, riuscendo a farcela stavolta, centrando con 7 bombe la pista da parte di 3 aerei (solo uno è stato abbattuto prima di riuscirci), i quali poi fuggono rasoterra e sparacchiando col Vulcan, mentre li colpiscono da tutti i lati. Incredibilmente, riescono a salvarsi, almeno per il momento.
Nel frattempo gli Hunter hanno trovato e abbattuto un AMX danneggiato della 1a formazione, distruggendolo con i cannoni, e poi hanno eliminato uno Yankee con un missile. Un altro Yankee va fuori uso atterrando per esaurimento carburante appena varcato il confine, causa danni a bordo, perdite di carburante, troppo consumo con l'A/B inserito oltre il dovuto.
Altri due Hunter cacciano gli AMX della seconda formazione, ma stranamente, entrambi vengono abbattuti da un AMX particolarmente ardimentoso, che prima schiva un missile, poi abbatte l'Hunter con il Vulcan e infine riesce a raggiungere l'altro Hunter che si stava allontanando, con i Sidewinder. Epico anche questo.
Ma non sufficiente... in tutto, l'attacco alla M.5 è stato particolarmente di successo, con la base colpita in maniera efficace da almeno 11 bombe, di cui 7 esplose. Nonostante questo, la base resta agibile per l'atterraggio d'emergenza. Non accade perché piuttosto gli Hunter vengono mandati a rifornirsi in una base vicina (dove però non ci sono le armi, cannoni a parte). Quando tornano i Jaguar è già stato dato l'OK per l'uso di uno spezzone di 920 metri di pista: basterà? Per i Jaguar, in effetti, è bastato, sia pure non così facilmente come i piloti speravano.
Le perdite, a parte due Hunter CH in aria, sono state sopratutto a carico degli italiani: i due gruppi di AMX hanno subito rispettivamente, 2 e 4 aerei su 12 in tutto; i G.91Y hanno perso 4 dei loro 8 aerei. I caccia sono responsabili almeno della perdita di 3 AMX e di 2 o 3 degli Yankee. Hanno perso due Hunter, ma sono cose 'che capitano'.
La situazione in tutto è che 10 AMX su 18 sono distrutti, mentre 11 dei 20 G.91Y sono andati distrutti a loro volta. Molti altri aerei sono danneggiati. Ancorché molto meno dannosi di prima, questi attacchi hanno portato le perdite degli AMX ad un incredibile valore di 34 aerei su 54 (più quelli danneggiati o inefficienti...) e 29 dei 54 G.91Y (idem).
Dei 20 AMX rimasti in servizio, appare che il gruppo S.13 ha perso 10 aerei su 18 e quindi non ne ha più di 8, di cui malamente 4 efficienti; l'S.15 ha perso 11 aerei su 18; l'M.5, addirittura 13 su 18. In tutto, gli aerei efficienti a quel punto sono pressoché zero (quasi tutti i superstiti sono danneggiati), ma per la missione successiva sarà già tanto avere rispettivamente 4 aerei, 4 e 2 aerei ancora utilizzabili!
Con un numero del genere c'é poco da fare, veramente.
Quanto agli altri aerei delle tre basi principali di 1a linea, la situazione non è delle migliori... su 180 aerei inviati in azione, la dinamica delle intercettazioni sembra para para a quella di prima, e la somma complessiva delle perdite è di circa 22 G.91R, 15 MB.339, 22 MB.326. Totale: 57 velivoli perduti.
Ordine d'attacco:
-M.1: 12 G.91R+10 MB.339 10 G.91R+10 MB.339 12 MB.326K = 54 (21/54 = 39%)
-M.2: 10 G.91R+12 MB.339 12 G.91R+10 MB.326K 10 MB.326K = 54 (21/54 = 39%)
-M.3: 10 G.91R+10 MB.339 10 G.91R+12 MB.339 10 MB.326K = 52 (22/52 = 42%)
Scorta elettronica: 6(?)PD-808+12 G.91R = 4 G.91R (22%)
Perdite minori di prima, più che altro per la maggiore prudenza negli attacchi sferrati, e per il minor numero di partecipanti. Degli aerei contro la M.1, le perdite pare siano state da sole, 7 G.91R, 8 MB.339 e 6 MB.326; la M.2 ha comportato la perdita di 7 G.91, 5 MB.339 e 9 MB.326K; la M.3 ha visto la perdita di 8 G.91R, 7 MB.339 e 7 MB.326K.
In tutto questa seconda ondata ha visto la perdita di circa 89 aerei su (216 = 41%), molti di meno dei 126 della 1a, ma comunque tanti.
Dal canto loro, i britonni sono andati all'attacco pari pari a prima: non c'era stato il tempo di cambiare i piani d'attacco per la ricognizione appena finita dai Canberra, quindi continuano all'assalto delle stesse basi principali, tanto per essere sicuri che non riaprano tanto presto.
E così è. Dopo le sberle prese, però, i G.91 intercettori si fanno vedere molto di meno; volando a raso terra riescono a colpire finalmente uno degli Harrier antiradar, ma stranamente, mancano gli Hunter; ancora una volta, i grossi Buccaneer vengono bersagliati efficacemente e due abbattuti dai G.91, ma anche stavolta un G.91 ci rimette le penne per inseguirli, mentre un altro viene abbattuto da un Harrier che così pareggia il contro!
La serie di battaglie aeree ad alta quota vede molti meno dei G.91 originari, che in teoria erano sui 120 esemplari. Stavolta forse se ne volano in direzione bombardieri, non più di 80 esemplari, anche per le perdite subite prima (fino ad almeno 5 aerei per un singolo gruppo, tanto per dire).
La sorte comunque non è delle migliori: meno numerosi, si salvano maggiormente giusto per la maggiore 'prudenza' per avvicinarsi. Anche così, i Javelin ne infiocinano 7, gli Hunter fanno ancora sfoggio di sé con altre 4 vittorie, e i Lightning fulminano altri 5 avversari, totalizzando ben 16 vittorie, contro la perdita di un Lightning, 1 Hunter e 2 Javelin, uno dei quali ultimi per mancanza di carburante. Nessun V-Bomber è andato perduto stavolta.
I Jaguar attaccano a bassa quota ottenendo altri risultati, pagati con due Jaguar perduti per i G.91 e uno per la contraerea di una base, pare una sezione di Spada fortunosamente sopravvissuta al massacro precedente. La dinamica è simile a quella descritta prima, e non c'é molto bisogno di ricordare come sia andata di conseguenza, a parte che stavolta non c'era una batteria di Spada tutta d'un pezzo, ma nemmeno al 50% dell'efficienza. Ecco perché i danni sono stati bassi.
A questo aggiungiamoci che gli aerei anti-radar, oramai capaci di sciamare ovunque, hanno fatto fuori almeno altri 11 radar in aggiunta alla quindicina di prima; almeno un PS-15 è stato distrutto da un Maverick lanciato da un Hunter, per esempio. Questo ha agevolato la penetrazione dei Jaguar, i quali a loro volta, fin dalla prima azione, HANNO fatto azioni antiradar; infatti i velivoli di testa della formazione hanno avuto l'incarico di eliminare ogni radar che compare entro le 6 NM su ciascun lato, per proteggere la rotta d'attacco dei rimanenti aerei, naturalmente senza esaurire le munizioni che servono primariamente per attaccare le batterie Spada. Con i CRV non è difficile, con una gittata sui 4 km basta una minima deviazione per eseguire l'attacco.
I Jaguar si difendono bene, anche, pur non essendo molto agili: riescono ad abbattere almeno 3 aerei italiani, pare tutti G.91R.
In tutto, così, ai 160 aerei italiani persi nella 1a ondata, se ne aggiungono almeno altri 99, totale 259!
OPERAZIONE ORA DEL THE
A quel punto inizia la 'discesa' vera e propria; la 3a ondata di attacchi da una parte e l'altra ben poco aggiunge all'esito scontato della situazione.
La forza di V-Bombers, stavolta, si suddivide: non più attacchi alle basi principali, ma solo a quelle secondarie. Non solo, ma anche i due squadroni di Jaguar fanno lo stesso e attaccano un'altra base di 1a fascia.
I Jaguar, oramai, possono sciamare come vogliono. Anche con 6 bombe da 1.000 lb, ben sapendo che le basi nemiche non hanno praticamente difese, non c'é rimasta una batteria SAM in tutta la 1a fascia nemica! Salgono di quota e poi si buttano da 3.000 metri, sganciando le bombe e poi richiamando, tornando come se fosse Antani ad alta quota verso la loro base per risparmiare carburante. Non è chiaro se abbiano anche AAM sopra le ali oppure no.
Quanto ai caccia di scorta, adesso continuano il servizio suddividendo le forze disponibili in mezzi squadroni. Alcune formazioni di Jaguar probabilmente arrivano addirittura ad alta quota assieme a loro, e solo se arrivano gli intercettori si buttano a bassa quota mentre i caccia di scorta si prendono cura dei Gina.
Le azioni sono micidiali: fino a 72 bombe da 1.000 lb sganciate in picchiata, di cui almeno l'80% a segno sulle piste. In pratica, un singolo passaggio e bye bye base secondaria!
I V-bomber non sono da meno e spesso si abbassano, nella 1a fascia, a meno di 8.000 metri per fare più facilmente centro (su basi del resto più piccole). Per le basi secondarie la quota resta invece sempre la stessa, ma anche qui la scorta e i bombardieri si suddividono.
I danni sono tali che c'é poco bisogno di aggiungere, che a quel punto le basi di 1a fascia italiane sono cancellate. Ma anche quasi tutte quelle di 2a fascia sono colpite dai V-Bomber e danneggiate seriamente, incluse quelle da cui operano gli AMX.
Nel frattempo, gli aerei antiradar inglesi continuano il loro lavoro, stavolta estenendolo fino ai bordi della 2a fascia e anche all'interno di essa, spazzando via un'altra decina di radar tra distrutti e danneggiati gravemente.
A quel punto, c'é davvero poco di cui poter far conto per gli italiani!
Gli aerei italiani, così come le relative basi, sono stati ridotti talmente male già con la 2a ondata, che non è facile portare avanti una guerra credibile. Quanto ai temibili AMX, dopo 34 perdite non c'é più molto da fare. Tutti gli aerei ancora efficienti vengono allora mandati ad un solo aeroporto, quello della S.13, e da lì eseguono un ultimo, baldanzoso attacco da cavalcata della morte. Sono solo 10 aerei, del resto. L'obiettivo è la sempiterna M.6, dove già sono caduti parecchi di loro. Ma non c'é molto altro da poter fare.
I G.91Y invece, sono lasciati stavolta per le missioni a corto raggio: oramai troppo pochi anche per fare i caccia intercettori, nonché per fare ricognizione cercando delle basi secondarie che oramai non si ha nemmeno più la forza di attaccare, si impegnano a colpire almeno le basi di 1a fascia, o meglio una di esse, attaccata in piena forza da 16 G.91. E' la M.2.
Nel mentre, gli altri velivoli sono ridotti notevolmente, con circa 20 aerei, tipicamente 12 G.91R e 8 Macchi, per ciascuna di due ondate, a parte la M.2 dove per il resto vi sono appena 20 aerei circa di una singola ondata d'attacco. Completa il tutto il solito gruppo ECM con i PD808 e qualche drone rimasto ancora disponibile.
Dei drones, si dice che siano stati abbattuti almeno 5 Mirach 100 dai soli Rapier durante le varie missioni, quando sono stati fatti volare sugli aeroporti, ovviamente.
Quanto alle missioni belliche, l'esito non è diverso dal solito. Gli AMX sono perennemente agguerriti, ma l'assalto alla M.6 li rovina ancora una volta. Il solito schema difensivo, pressoché intatto, riesce a rovinare le loro azioni belliche, con 2 aerei abbattuti dai Lightning (missili Red Top), e altri 2 abbattuti dal fuoco della contraerea leggera e da un Rapier. La potenza d'attacco viene quasi annullata, ma in qualche modo, degli 8 aerei non intercettati prima dell'attacco, 2 riescono a bombardare le piste (uno è abbattuto subito dopo), causando altri danni, senza tuttavia eliminare l'attività di volo che riprende dopo la solita mezz'ora di valutazioni, perché un tratto di circa 1.000 metri disponibile per le operazioni di volo si trova sempre.
I G.91Y, con 16 aerei contro la M.2, riescono a causare ancora dei danni discreti con soltanto 2 aerei che sorvolano le piste e le colpiscono. Ma ben 5 vengono abbattuti durante il sorvolo del campo, mentre altri 2 vengono distrutti dai caccia Harrier mentre scappano via.
Le altre battaglie aeree non sono state meno devastanti; circa 130 aerei tra G.91R, MB.339 e MB.326 sono stati mandati cocciutamente all'attacco, totalizzando complessivamente circa 160 aerei, più i circa 300 della 1a ondata e i 200+ della 2a.
Ma le difese sono ancora pressoché intatte rispetto a prima, e certo più forti rispetto agli attaccanti; a questo punto poco c'é da stupirsi, se poi si sono infrante contro un tiro a segno micidiale, che solo con i Rapier ha fatto 11 kill. Le basi attaccate hanno visto: la M.1 con 7 G.91, 10 MB.339 e 3 MB.326 distrutti; la M.2 con 10 G.91, 3 MB.339 e 8 MB.326 persi; la M.3 con 4 G.91R+7 G.91Y, più 6 MB.339 e 4 MB.326K distrutti. I caccia si sono aggiudicati presumibilmente 22 vittorie, le altre 30 sono per la flak. Inoltre, ben due PD808GE sono stati sorpresi e abbattuti mentre cercavano di aiutare le forze italiane (non è chiarissimo se erano 4, 5 o al massimo, 6 esemplari; se l'efficienza era sempre quella non erano forse probabilmente più di 4).
Totale: 21 G.91R, 19 MB.339, 15 MB.326K, più 7 G.91Y, più 2 PD808 e 4 AMX = 68 perdite totali, più almeno 11 in difensiva, che si aggiungono alle altre per una quantità complessiva di 160+99+79 = 338 aerei persi.
L'offensiva inglese è stata pagata con poche perdite: 2 Jaguar abbattuti dai caccia (entrambi vicini alle basi, beccati durante l'avvicinamento o la fuga iniziale), 1 Javelin per esaurimento carburante vs 4 kill, 2 Lightning vs 7 kill. Non molto effettivamente, a cui si aggiunge un Hunter, probabilmente abbattuto da un Macchi 326K o 339A, a guardia di uno dei siti radar.
Appena 6 perdite, più 13 iniziali, più 6 della 2a ondata, abbiamo soltanto 25 aerei inglesi perduti in azione contro le basi inglesi. Dal canto loro, solo in offensiva i britonni hanno distrutto 34+21+11(almeno) kill = 66 perdite, praticamente tutti G.91R.
In generale, la RAF ha perso in azione presumibilmente circa 12 aerei+13 offensivi nella 1a ondata; 11+6 nella 2a; 6+6 nella 3a. Se è così, abbiamo 26+25 = 51 aerei inglesi circa, distrutti in offensiva e difensiva (praticamente... uguali!), mentre dall'altro (se i conti tornano...), lato abbiamo 160+121+79 = 360.
Tra le perdite inglesi, forse quelle più importanti sono il solitario Valiant, e sopratutto ben 10 Jaguar.
Tra quelle itagliane, abbiamo:
AMX G.91R G.91Y MB.326K MB.339 PD-808GE Totale perdite
1a ondata: 24 56 18 34 31 1 = 126
2a ondata: 10 37 11 22 20 0 = 100
3a ondata: 4 21 7 15 19 2 = 68
_____________________________________________________________
38 114 36 71 70 3 =294
(tot 142)
Superstiti: 29 380ca 31 55 102 5
Le missioni offensive sono state almeno 300+220+130 = 650 totali, circa 294 perdite: circa il 45% degli aerei andati in azione.
La situazione è con ogni evidenza compromessa per gli italiani. A parte che non hanno più una rete di difesa aerea in 1a fascia, a parte che non hanno più un aeroporto tutto d'un pezzo, cosa che se non avessero così tanti aerei 'fuoristrada' significherebbe praticamente la fine delle operazioni belliche.
OPERAZIONE FANTASMA
E così arriviamo alla mezzanotte, quando per l'ennesima volta tornano in azione gli aerei. Ma solo quelli inglesi, visto che gli italiani, già ampiamente KO dopo avere perso così tanti velivoli, hanno dovuto ritrarsi anche perché quasi tutti i loro aerei sono solo diurni, almeno per operazioni belliche moderne.
In compenso, i britannici arrivano in forze, con i due squadorni di Buccaneer e tutti i 10 di V-Bombers, anche perché hanno avuto un'ora extra di tempo di preparazione.
L'attacco colpisce tutte le basi principali e secondarie, stavolta non c'é nemmeno bisogno di caccia di scorta, con qualche Javelin in giro a fare sweep per cercare di fermare eventuali intercettori italiani vicini alle basi. Non pare che ci siano stati molti incontri e non risultano perdite. In compenso, tutte le basi vengono colpite ancora da una pioggia di bombe.
Il risultato è micidiale per le basi italiane. Una di 1a fascia si prende circa 500 bombe a segno dai bombardieri, le piste probabilmente sono prese da circa 50 bombe da 1000 lb da alta quota, e sopratutto circa 10 bombe da 1000 lb, forse 10 CBU e circa 15 Durandal a segno. Praticamente, oltre 80 bombe, praticamente una ogni poco più di 50 metri di percorso. Per cui, per quanto si cercasse di riparare le basi danneggiate, queste strutture dovrebbero essere riparate come minimo in 3 giorni, e le infrastrutture sono ancora più danneggiate.
Finita la 1a infernale giornata, il resto diventa piuttosto noioso.
SECONDO GIORNO
Le perdite sono state ripianate durante la notte, con l'arrivo alla spicciolata di diversi aerei di rimpiazzo. Però c'é un problema micidiale: gli AMX persi sono ben 38, altri sono danneggiati seriamente, ma le sostituzioni sono solo 13, per cui non saranno più di 29 gli aerei dei 3 gruppi AMX. Ma siccome questo numero è troppo esiguo, vengono contratti frettolosamente in un solo gruppo. Ovviamente, la situazione non è così simpatica, con gli aeroporti devastati... per cui l'operatività è terribile. In pratica vengono mandati gli AMX in una base di 2a fascia assieme alle attrezzature recuperabili.
La forza degli AMX è in pratica azzerata, e la mattina non può fare altro che un singolo attacco alla base britannica M.2 con almeno 12 velivoli. Questo è tutto!
Quanto ai G.91Y, circa 30 aerei inclusi i rimpiazzi, sono sufficienti per raggrupparsi anche qui in appena un gruppo operativo in 2a fascia, una base secondaria perché quelle primarie sono in rovina.
Quanto ai G.91R, hanno potuto rimpiazzare solo gli aerei messi KO di alcune unità, lasciando almeno 5 dei 25 gruppi ai ben più modesti G.91T, dalla capacità operativa pressoché nulla: poco armati, poca autonomia, poche prestazioni, come caccia intercettori lasciano molto a desiderare, e come caccia di scorta non possono avere efficacia apprezzabile, anche se sono non troppo peggiori dei normali G.91R, a parte che sono pressoché disarmati rispetto agli altri aerei e troppo poco contro i caccia nemici.
Insomma, è un casino.
I Macchi 339 vengono assemblati, con tanto di circa 27 rimpiazzi, in appena 3 gruppi degli 8 originali.
I Macchi 326K vengono raggruppati in appena 3 gruppi di 6 originali, inclusi i 18 di ricambio.
La forza complessiva, quindi, dei tipi originari, scende parecchio: un PD-808GE, 20 G.91R, 1 G.91Y, 1 AMX, 3 MB.339, 3 MB.326K = appena 29 gruppi dei 55. E gli altri 26? Hanno provato a sostituirli con i G.91T in almeno 5 gruppi, mentre per i Macchi 339 e 326K, 14 gruppi in tutto, hanno dovuto far sparire 8 gruppi originari, e hanno dovuto mandare i Macchi 326GB e altri tipi più vecchi per salvare la situazione. Peraltro, le piste sono praticamente fuori uso e solo alcune delle basi secondarie sono operative. In pratica, l'intera aviazione italiana è stata distrutta.
Tutto quel che riescono a fare è di far operare i G.91 dalle strade e piste semi-preparate, e spesso anche i Macchi operano allo stesso modo, forti della loro breve corsa di decollo.
Cosa succede il 2o giorno? Beh, essenzialmente che i velivoli italiani sono costretti a fare ben poco. Attaccano solo le basi di 1a fascia, senza poter attaccare quelle di 2a e 3a fascia. I britannici lanciano un'altra offensiva, ottenendo l'incredibile risultato della 5a missione dei V-Bomber (non necessariamente con tutti e 12 gli aerei di prassi), in 24 ore! Oramai i britannici hanno ottenuto quel che volevano; la potenza di fuoco espressa è fortissima. L'aviazione italiana, oramai stanata dai suoi campi d'aviazione, è cacciata dalla 1a fascia.
Non si sa a questo punto come davvero le cose vadano davvero. Ma l'esito è piuttosto chiaro: poco importa che i numeri italiani siano ancora quelli di prima, la disarticolazione della difesa italiana è tale da non permettere la capacità operativa iniziale; se fosse solo la potenza degli aerei di per sé, avremmo una forza italiana pari a circa l'80% di quella iniziale, mentre quella inglese, già superiore, è probabilmente ancora del 95% e forse anche di più.
Ma in termini di capacità complessive, con la devastazione di circa la metà dei radar e quasi tutti gli aeroporti chiusi, è praticamente impossibile farla operare. Peggio, la geografia del territorio è tale da impedire agli aerei di nascondersi e quindi, faranno quasi sicuramente la fine dell'aviazione di Nasser nel 1956. Allora, la vera catastrofe avvenne con gli attacchi precisi da bassa quota con i cacciabombardieri, ma anche stavolta la situazione è la stessa.
Già nella 3a ondata d'attacco del 1o giorno, i Jaguar di tutte le unità sono stati impiegati, lasciando perdere quindi la difesa aerea a cui due di loro erano relegati; qui è uguale. In verità, i Jaguar hanno quasi certamente partecipato anche all'incursione notturna di mezzanotte, sia pure con modalità operative limitate, probabilmente aiutati da cargo con i flare per illuminare il bersaglio.
Adesso accade qualcosa del genere, e per tutto il 2o giorno la situazione è del tutto in peggioramento. Alla fine di questo, malgrado che i V-Bomber non abbiano partecipato all'azione di mezzogiorno per un generale riordino delle unità, è stato possibile continuare ad avvistare e colpire ogni mezzo aereo italiano giù sulla superficie dell'intera 1a fascia, neutralizzando tutta l'aviazione italiana della zona.
A quel punto le perdite italiane diventano gravissime, perché comunque sia, volando tra i 3.000 e i 6.000 metri è possibile avvistare i raggruppamenti a terra e attaccarli. I radar vengono demoliti uno dopo l'altro, e dalle basi principali, succede che addirittura le batterie Spada vengano tolte dalla linea per cercare di utilizzarle per proteggere almeno alcuni altri obiettivi, visto che tanto i V-Bomber possono benissimo bombardarle assieme agli aeroporti da quote di sicurezza. Succede anche, che i Lightning Mk 53 vengano utilizzati come cacciabombardieri in picchiata, con 4 lanciarazzi e-o fino a 4 bombe da 1.000 lb, tale è la forza offensiva dell'aviazione britonna.
La 1a ondata d'attacco inglese è di circa 400 aerei, non proprio pochi. Gli italiani rispondono con circa 120 aerei di ogni sorta, tutti diretti alle 3 basi di 1a fascia. In verità, oramai non c'é più un piano perché ogni resistenza dovrebbe essere chiaramente intesa come una perdita di tempo. La giornata aveva già dimostrato come sarebbe andata a finire e non c'era modo di cambiare davvero le cose.
La situazione è molto simile a quella del primo giorno, solo che gli italiani sono manifestamente più deboli e spesso cercano di disimpegnarsi senza portare troppo a fondo gli attacchi, dato l'andazzo è difficile dar loro torto. Anche così, hanno perso sicuramente oltre 30 velivoli complessivi, ed è solo la parte iniziale di questa seconda giornata. Nel mentre, i V-Bomber sono oramai sguinzagliati a colpire tutti gli aeroporti italiani, sia di 1a che di 2a fascia.
Finita la 1a ondata ne sono arrivate altre, e il secondo giorno si è chiuso senza più alcuna operazione italiana: di fatto la RAF ha eliminato il peso piuma avversario. Probabilmente sono stati distrutti almeno 440 aerei italiani, forse la maggior parte di questi a terra. Niente altro c'é da aggiungere se non che quelli rimasti efficienti sono meno di 300, sempre considerando i soli velivoli di 1a linea.
La serie di attacchi inglesi è rimasta costante con l'eccezione della mancanza dei V-Bomber a mezzogiorno, e le basi italiane sono state colpite pressoché sistematicamente e ripetutamente dopo alcune ore di operazioni senza quasi più contrasto.
Di pomeriggio, per esempio, un gruppo di Jaguar, in 'caccia libera', in volo a 880 km/h a 3.000 metri, vede a terra degli aerei nemici. Sono parecchi G.91R e alcuni velivoli di 2a linea. Non si fanno ripetere due volte il suggerimento di annientare tutti gli aerei che trovano sul loro cammino. I Jaguar sono 4, armati di lanciarazzi, cannoni, bombe e missili. Subito si buttano in picchiata e distruggono gran parte degli aerei e mezzi a terra. Tornano ben due volte sparando con i cannoni da 30 mm, e alla fine se ne vanno dopo appena 3 minuti. Nonostante il fuoco da terra abbia causato loro qualche danno minore, che solo in un caso comporterà la messa a terra fino all'alba successiva, per il resto i Jaguar riescono ad incendiare ben 7 elusivi G.91 (circa l'1% del totale prodotto!), oltre a danneggiarne altri 2, su di un totale di 11. Distrutto anche un P-166 e un A.109, nonché almeno 5 autoveicoli e vario materiale. Una decina di mezzi superstiti fugge via trainandosi dietro 4 G.91R e lasciandosi dietro il 'campo d'aviazione improvvisato' che era stato allestito al meglio durante la notte del 1o giorno, e che comportava l'esistenza di una piccola base a circa 160 km dal confine, quindi ancora nella 1a fascia. Queste azioni, per certi versi simili a quelle delle Falklands ma facilitate dal volo a media quota e dall'ottima visibilità, rendono pressoché impossibile resistere a ciascun aereo italiano in 1a linea ed entro il 2o giorno, grazie anche a questa disastrosa azione, viene dato l'ordine di arretrare in 2a fascia.
L'ultimo aeroporto italiano apparentemente ancora efficiente, in 1a fascia, viene 'sistemato' durante quella stessa giornata, uno di 2a fascia. Mentre le basi principali, attaccate alle 6 (in realtà attorno alle 7, le 6 sono l'inizio delle operazioni), 12, e mezzanotte, nonché l'alba, hanno subito oltre 500 bombe, di cui oltre 50 a segno sulle piste principali, quelle secondarie non sono state sempre devastate allo stesso modo.
Una di queste, duramente danneggiata durante il pomeriggio precedente, viene attaccato ancora l'alba, ma da relativamente pochi aerei, anche grazie ad una provvidenziale intercettazione italiana che costringe alcuni Jaguar a non attaccare. A mezzogiorno, però, tornano in scena 6 Jaguar, ciascuno con 6 bombe da 1.000 lb, un serbatoio e due Sidewinder.
Saliti in quota a 3.600 m, si buttano in picchiata e centrano la base in maniera micidiale, mettendo a segno circa 27 bombe (il 75% di quelle portate) lungo i 4,5 km di pista. Era già danneggiata, e questa ulteriore incursione ha messo KO anche questa base. E dieci, solo considerando le S della 1a fascia.
Con azioni del genere è facile capire che non ci sia molto da fare per la forza aerea italiana, costretta ad arretrare per evitare la totale distruzione. E questo era solo uno dei 16 raid eseguiti dai Jaguar in quella sola azione del mezzogiorno. Ben 5 di questi erano stati dedicati alle basi di 2a fascia, quelle secondarie, visto che quelle primarie, colpite ben 3 volte dai Victor in 24 ore, non erano più operative, essendosi sorbite circa 1.200 bombe a testa, di cui oltre 100 a segno sulle piste.
Il 2o giorno è dedicato anche ad eliminare le batterie di Spada della 2a fascia. Su queste è stato fatto un notevole lavoro, anche se ha richiesto qualche perdita. Ma tra ECM, bombardamenti in quota e lanci di missili ARM, onestamente non è che vi siano state tutte queste difficoltà a neutralizzare un sistema così statico e così facile da raggiungere stando fuori tiro a distanze o quote elevate. Anche se poi costa quanto un sistema a media gittata, ma questa è un'altra storia.
Terzo-sesto giorno
Il 3o giorno le cose vanno in maniera non proprio dissimile, anche se gli aerei sono oramai troppo pochi per essere operativi. In pratica, i jet rimasti sono stati utilizzati tutti, inclusi aerei scarsi come i Macchi 326H e altri modelli di secondo piano. Ci sono anche gli S.211 e i primi SF-260.
A questo punto c'é poco da fare, mentre le ondate d'attacco oramai cominciano a fare sempre più bersaglio delle sconsiderate truppe di terra. In effetti, poche artiglierie italiane possono rispondere alle pariclasse inglesi, senza essere poi distrutte da elicotteri ed aerei in pochi minuti.
Dopo tre giorni di questo massacro, le forze italiane sono rimaste ancora di meno di prima: la caccia ai velivoli italiani e a qualsiasi cosa si muova a terra ha portato alla perdita di almeno 300 aerei italiani, mentre circa 500 sono KO, solo considerando quelli a reazione.
Nei 3 giorni successivi iniziano le incursioni terrestri inglesi in territorio italiano, ma su piccole distanze. La Madre di tutte le Battaglie non è ancora arrivata.
La Mamma di tutte le battaglie: 7-10o giorno
Arriverà nel settimo giorno, quando oramai gli aerei efficienti italiani rimasti sono soltanto circa 250, di cui la metà a reazione. Le forze britanniche sono sempre le stesse numericamente, anche se riducono l'efficienza bellica media rispetto a quella iniziale.
Dopo circa 4 giorni almeno 10 divisioni inglesi cominciano un'invasione devastante in territorio nemico, arrivando a circa 160 km dal confine, sfasciando le poche forze di 1a linea italiane.
Gli attacchi aerei le decimano ulteriormente. Una delle divisioni italiane viene praticamente azzerata dai soli attacchi aerei, prima ancora di entrare in contatto con le forze italiane. L'aviazione tattica britannica falcia rapidamente questo assemblamento di mezzi, e l'effetto è simile a quello della famigerata autostrada della morte del Kuwait.
Tipica battaglia: 8o giorno
La forza italiana lì ha circa 150 blindati Tipo 6614 e 32 Tipo 6616, una compagnia di carri OF-40 con probabilmente dodici carri armati, e sopratutto ben 18 lanciarazzi FIROS-25/30, 54 semoventi Palmaria da 155 mm, 72 obici da 105 mm M56 e qualcosa come 1.200 autocarri e veicoli vari. Sono almeno 1.500 mezzi e armi vari che possono essere colpiti dagli attacchi aerei.
La potenza di fuoco della RAF porta in poche ore uno scompiglio micidiale, iniziando con due squadroni di Harrier e due di Jaguar, poi ripetono l'attacco con gli Harrier e poi ben tre squadroni di Hawk e due squadroni di Hunter.
Anche così, vengono buttati nella mischia anche gli elicotteri Lynx, con almeno 20 mezzi impiegati con i missili TOW. La distruzione è stata tale, che almeno 500 mezzi sono stati distrutti o abbandonati in poche ore di azione. Nelle ore successive la divisione viene anche attaccata da due divisioni britonne, ma l'unica sua capacità distruttiva, l'artiglieria, non può fare molto per difenderla, perché l'aviazione nemica ha il dominio del campo di battaglia e non c'é verso di poter sparare senza essere individuati rapidamente! La cosa è maggiormente chiara per le armi pesanti, che tuttavia riescono anche a far fuoco alle volte, stando alle maggiori distanze. Il guaio è che spesso non hanno abbastanza osservatori avanzati per riuscire a colpire l'obiettivo.
Alla fine della giornata, i mezzi italiani sono in fuga come quelli irakeni del 1991, essendo molto più leggeri di questi oltretutto. Ma lungo le vie e le piste vengono tartassati dall'aviazione britonna e dispersi ulteriormente. Quel che era una divisione importante dell'esercito italiano, in 12 ore di battaglie aeroterrestri è ridotta alla forza di un reggimento! Dietro di sé ha lasciato oltre 1.000 mezzi e artiglierie e non è riuscita a fermare in maniera apprezzabile l'avanzata nemica. Uno dei velivoli inglesi, quel giorno, ha ottenuto un enorme successo, un Hunter che ha eseguito ben tre missioni d'appoggio tattico, rivendicando non meno di 11 autocarri e veicoli, più 3 blindati 6614. Un altro mezzo, un Lynx, ha eseguito 2 missioni lanciando 14 dei 16 missili TOW, e colpendo ben 11 bersagli, tra cui 1 singolo 6614, un pezzo da 105 M56 e 9 automezzi vari.
Quanto alle artiglierie, una batteria da 105 M56 è stata fatta saltare in aria dal continuo lancio di missili TOW da parte dei Lynx, che hanno portato a segno almeno 15 missili tra postazioni d'artiglieria e autocarri, con appena 4 elicotteri in hovering a distanza di sicurezza.
L'aviazione italiana è intervenuta più volte, utilizzando anche due A.129 e una ventina di Macchi 326 e Fiat G.91, più addirittura circa 15 SF-260, però poco hanno potuto fare perché l'aviazione inglese vegliava anche sul campo di battaglia e per giunta non mancavano i sistemi semoventi. Dopo poche ore di combattimento c'erano già diversi mezzi italiani abbattuti, almeno sette, tra cui un elicottero A.129, mentre la RAF ha perso probabilmente solo un Hunter cacciabombardiere, per il tiro di armi leggere.
La battaglia aerea ha comportato anche almeno 5 vittorie della RAF, tra cui l'elicottero e due SF-260, generalmente mitragliati con i 30 mm. Un G.91 e un Macchi 326 completano il tutto, mentre da terra sono stati abbattuti un altro MB.326(H!) e un SF-260.
La situazione, quindi non è delle più felici per gli italiani, costretti a quel punto a disimpegnarsi. L'ultimo grande atto di guerra è l'inseguimento di un convoglio con circa 100 veicoli italiani, raggiunti lungo una rotabile, da una mezza dozzina di Hunter, i quali riescono a mitragliare e bombardare questi sventurati con una serie di passaggi che ne lasciano almeno 30 fuori uso o distrutti, assieme anche a diversi pezzi d'artiglieria M.56 lasciati indietro da parte di due batterie. Solo l'oscurità salva il resto della combriccola, che è forse il più grande assembramento di mezzi italiani rimasto.
E i mezzi pesanti, invece? La loro posizione è stata presto scoperta dai ricognitori. Gli OF-40 non erano all'altezza dei Challenger e forse nemmeno dei Chieftain, specie quelli più moderni; però non hanno avuto modo di dimostrarlo perché anche loro sono stati cacciati selvaggiamente, essendo in pole position assieme alle artiglierie -specie quelle pesanti- nella graduatoria d'interesse della RAF. La compagnia di carri è stata avvistata dagli Harrier e mitragliata/bombardata/razzata. Avendo una blindatura ridotta, non potevano nemmeno resistere alle armi più leggere, per cui in pochi minuti appena 4 Harrier, malgrado il fuoco da terra intenso, hanno eliminato 7 carri su 12, e gli altri sono scappati.
Le artiglierie Palmaria erano un pò più indietro, ma non di molto essendo comunque parte della divisione. Quando hanno cominciato a sparare contro le forze di terra sono state particolarmente evidenti, così come la batteria FIROS che ha tirato due salve di razzi, una finita per lo più nel deserto, l'altra che ha fatto invece seri danni a diverse unità inglesi. L'aviazione comunque ha vegliato e una batteria di Palmaria è stata colpita da una formazione di Jaguar, i quali hanno bucato i mezzi a terra con i razzi e i colpi perforanti da 30 mm. I Palmaria sono esplosi uno dopo l'altro, così come i veicoli portamunizioni, e hanno preso fuoco. Di 8 veicoli solo 2 si sono salvati, dall'attacco di appena un quartetto di Jaguar! La maggior parte dei veicoli è stata pure colpita, e in tutto almeno 15 mezzi sono stati lasciati indietro. I due Palmaria superstiti non hanno poi preso parte ad altre battaglie non essendo informati sulla posizione del nemico.
Una batteria di Palmaria ha anche visto i carri nemici da distanza ravvicinata, diciamo così, ovvero a quasi 3 km di distanza. Sparando i suoi potentissimi proiettili HE a tutta forza è riuscita a respingerli, e ne ha messi fuori uso ben tre, oltre a un paio di veicoli blindati leggeri. Ma non è stato un tiro a segno a senso unico: i carri nemici, armati con il 120 mm e ben protetti, hanno risposto al tiro poco dopo la sorpresa iniziale, distruggendo in rapida sequenza diversi Palmaria, probabilmente almeno 4, mentre un altro è stato eliminato dal fuoco di un mezzo leggero, forse con un RARDEN. La batteria è dovuta arretrare, ma certo che la fama delle batterie semoventi 'ad alzo zero' si è ripetuta.
Durante la notte i Palmaria hanno ancora tirato a segno con efficacia, causando alcuni danni. Ne avrebbero causati di più se non fosse stata così seria la carenza di osservatori avanzati, e se i britannici non avessero avuto il dominio aereo. Ad ogni modo, anche di notte c'erano i mezzi nemici in giro e gli elicotteri Lynx ultimo modello potevano limitatamente operare di notte, così come potevano farlo i Buccaneer con i pod IR. In generale, comunque sia, le perdite inglesi sono limitate a poche decine di mezzi e quelle italiane sono dell'ordine delle centinaia, di fatto comportando la cessazione della divisione come unità combattente.
Per le altre 3 divisioni non è che le cose siano cambiate molto rispetto a questa battaglia, che per la cronaca è avvenuta vicino alla base M.4, nell'8o giorno di guerra.
***
Nel mentre, viene usata anche l'arma paracadutista/aeroportata, quando per tagliare la ritirata italiana o per conquistare addirittura degli aeroporti (o quel che ne resta) vengono portati in azione interi reggimenti leggeri tramite i numerosi cargo britannici.
La sola settima giornata ha visto qualcosa come 5.500 uomini portati in almeno 3 settori diversi di battaglia, tra cui una base secondaria prontamente conquistata (del resto è quasi totalmente in rovina). Altri sono stati portati avanti per tagliare i rifornimenti e la ritirata alle truppe italiane di 1a linea. Sono stati portati lì con tanto di blindati leggeri e artiglierie, tra l'altro, una vera forza efficiente e autonoma.
La conquista della base secondaria, la S.8, è stata esemplare. Le ondate d'attacco sono giunte precedute da due squadroni, uno di Hunter da attacco e un altro di Hunter da difesa aerea. Gli Hunter hanno fatto tenere la testa a terra ai difensori, mentre uno squadrone di Valiant orbitava in quota per andare a bombardare prontamente i rinforzi in arrivo o le artiglierie in zona che avessero aperto il fuoco.
Dopo che la prima ondata d'attacco ha dovuto allontanarsi sono arrivati a turno altri due squadroni per volta, tra cacciabombardieri e attacco. Da notare che tutto questo si è svolto alla luce del Sole, all'alba. Volando bassi, sono arrivati, scortati da un altro squadrone di Hawk, qualcosa come sei squadroni di cargo, con circa 70 aerei. 3 degli squadroni erano Hastings, e hanno lanciato circa 900 uomini e un pò di materiali. Poi sono arrivati altri 3 squadroni di aerei di cui due sicuramente di Argosy, con i loro capaci vani, da cui sono usciti altri 500 soldati e 8 blindati Ferret; infine è giunto un altro gruppo con gli HS 748, che hanno paracadutato circa altri 100 uomini e 30 t di carichi utili. In circa 10 minuti sono arrivati circa 1.500 paracadutisti e 8 blindati di un plotone aeroportato, che hanno rapidamente ripulito i centri di resistenza della base, del resto oramai occupata da meno di 200 italiani. Durante l'operazione solo qualche aereo inglese è stato danneggiato. L'aviazione italiana, in effetti, non si è fatta vedere a lungo, e quando ha attaccato, lo ha fatto con appena 2 MB.326GB e 9 SF-260W, tanto era stressata. Il fuoco delle armi a.a. da terra ha distrutto presto uno dei Macchi e 3 degli SF-260, sopratutto grazie ai missili Javelin. Inoltre i caccia hanno abbattuto l'altro Machi e uno degli SF-260. L'ultimo tentativo di intervenire, con una squadriglia equipggiata con 7 G.91R-3, è stato annullato dall'opposizione dei caccia di scorta inglesi, che hanno abbattuto un G.91 e messo in fuga gli altri.
Ecco come va, quando le cose cominciano a girare troppo a vantaggio di qualcuno rispetto al concorrente più debole...
Bisogna dire che conquistare gli aeroporti nemici dà, almeno in teoria, la possibilità di schierare un numero equivalente di squadroni di prima linea, rimpiazzando così i gruppi nemici, anche se magari ben poco c'é rimasto del vecchio aeroporto.
Quanto ai Palmaria, sicuramente sono stati i più difficili avversari, assieme ai FIROS. La loro minaccia potenziale, essendo dei mezzi superiori rispetto alle artiglierie inglesi (quelle divisioniali sono di calibro più piccolo dei cannoni stessi dei carri armati!), ha costretto ad un certo punto a fare una serie di missioni di soppressione anti-artiglieria, utilizzando sia i radar di contro-batteria inglesi, sia gli osservatori aerei su elicotteri e aerei, che hanno segnalato facilmente la posizione di mezzi così potenti ed esposti, portando in zona l'aviazione tattica, e non mancando nemmeno i bombardieri pesanti usati, come facevano gli americani in Vietnam, come soppressione artiglierie a lungo raggio, grazie alla lunga autonomia di volo e alla capacità di carico.
La minaccia delle artiglierie a lungo raggio italiane, comunque, continuerà ad essere presente e a far danno effettivo, fino all'ultimo giorno di guerra, anche se gran parte di queste vengono distrutte dall'aviazione. Uno squadrone di Lynx, per esempio, specializzatosi particolarmente nell'uso di missili contro le artiglierie, ha ottenuto oltre 100 kill, e di questi almeno 16 sono contro gli obici da 105 mm M56 -spesso usati anche come relativamente efficaci armi controcarri- e sopratutto, ben 23 Palmaria e 6 Firos, in pratica quasi il 10% dei Palmaria è stato eliminato dai soli Lynx con i missili TOW di questo solo squadrone! E ovviamente, con queste compagnie in giro, le artiglierie hanno dovuto stare molto attente a quel che facevano, specialmente di giorno, con l'aviazione tattica inglese che cercava di stanarle ovunque entro i 50 km dall'avanzata dei loro reparti.
I pochi elicotteri A.129, invece, sono stati utilizzati con scarsi risultati. Troppo pochi, nella 1a notte avrebbero voluto addirittura impiegarli per attaccare i radar inglesi, ma visto il disastro della giornata, si è preferito di no, sebbene fossero potenzialmente in grado di dare molti dispiaceri.
Erano almeno una dozzina di esemplari operativi, e hanno fatto oltre 100 missioni belliche, lanciando più di 200 missili. Non molti, perché in effetti spesso sono stati scacciati dai velivoli nemici o ingaggiati dalla contraerea. Hanno causato danni sì, ma non sufficienti. Un A.129 è stato addirittura abbattuto da un Lynx con il fuoco della mitragliatrice da 7,62 mm. E' stato un duello epico, che ha visto il Lynx (motorizzato come l'A.129, tra l'altro) arrivare sopra al Mangusta e tirare contro i motori con la mitragliatrice, i cui proiettili perforanti hanno rovinato uno dei motori. L'A.129 ha cercato di scappare (anche perché privo di cannoni), mentre il Lynx lo inseguiva. Alla fine, mentre cercava di allontanarsi, il Lynx gli ha tirato contro direttamente uno dei suoi missili TOW, abbattendo l'A.129 con un centro diretto! Questo puòs sembrare strano, ma non lo è: nella Guerra del Golfo i Cobra iraniani hanno abbattuto diversi elicotteri nemici con i TOW. Anche gli A.129 ne hanno lanciati alcuni contro gli elicotteri inglesi, specie gli stessi Lynx, ma a causa del fatto che non sono riusciti a sorprenderli, questi agili e piccoli elicotteri Westland li hanno evitati di misura.
Il peggior giorno per gli A.129 è stato il 5o, prima ancora della grande offensiva terrestre, quando due A.129 sono stati distrutti e un altro seriamente danneggiato, in una sezione di elicotteri cannoniera sorpresi a terra dagli Harrier. Per l'occasione, anche se uno degli A.129 è rimasto indenne, è stato distrutto un rimorchio con ben 30 missili TOW, che erano oltre il 5% del totale disponibile per gli italiani e rappresentavano l'intera ricarica per gli A.129, anche i due distrutti avevano missili a bordo e probabilmente il totale è arrivato sui 46 esemplari... I caccia sono riusciti ad abbatterne uno solo, durante un duello con un Hunter che ha mandato a stendere un A.129 con un fortunato tiro dei 30 mm. Ai Mangusta sono stati accreditati circa 22 carri distrutti o KO e circa 45 veicoli blindati più almeno 21 non corazzati, colpiti anche con i razzi. Non male per così pochi elicotteri, ma certo che non potevano fare la diffferenza da soli. Ai Lynx, per esempio, sono stati accreditati circa 1.000 bersagli colpiti tra cui oltre 100 corazzati, circa 220 artiglierie e il resto veicoli, radar e altri bersagli di terra variamente assortiti, alle volte anche aerei ed elicotteri efficienti o già KO.
La fine delle ostilità si è quindi avvicinata molto. Una brigata d'artiglieria è sparita in poche ore, quando è stata localizzata dall'aviazione nemica e sottoposta a più di 50 sortite tra aerei ed elicotteri armati. Sbandatasi ben presto, ha perso 90 dei 96 pezzi d'artiglieria leggera e 11 dei 18 Palmaria, più circa 420 veicoli di vario tipo. Non avendo difese aeree al di sopra delle mitragliatrici, ben poco poteva fare anche se da terra hanno danneggiato diversi aerei attaccanti, alle volte abbastanza per costringerli a interrompere l'attacco, mentre un provvidenziale intervento di due G.91 ha abbattuto un Hawk cacciabombardiere, e altri due hanno compiuto atterraggi d'emergenza a causa dei danni subiti per la contraerea leggera, incidentandosi, in un caso almeno, andando proprio fuori uso.
Anche qui gli Hunter hanno fatto molta della differenza: un singolo quartetto di questi ha distrutto qualcosa come 9 veicoli e 2 artiglierie, poi è tornato in azione malgrado qualche buco subito, ed è riuscito dopo circa un paio d'ore a completare il danno con altri 4 veicoli e 5 artiglierie eliminati, totalizzando qualcosa come 13 veicoli e 7 artiglierie in appena 8 sortite da parte di 4 aerei.
Molti mezzi sono stati addirittura abbandonati più o meno intatti, del resto succede regolarmente in situazioni come questa.
E così, alla fine del 10o giorno, la battaglia terrestre è oramai perduta. Anche se non si può certo pretendere un'avanzata di 500 km in 96 ore, la 1a fascia (200 km) è oramai presa un pò dappertutto e assieme ad essa, eliminate gran parte delle divisioni e brigate che dovevano difenderla.
A quel punto è andata e finisce la storia. In verità, se è finita adesso, è finita solo quella che era, con ogni evidenza, una futile carneficina, come quei disgraziati degli irakeni in fuga dal Kuwait sull'Autostrada della Morte. E anche se fosse continuata un altro pò non si sarebbe fatto altro che allungare l'agonia. Peraltro è disponibile anche la versione extended, con almeno altri 6, possibilmente 10 giorni di battaglie e avanzate fino al confine estremo, anche se come si è visto, sostanzialmente inutili ai fini dell'esito finale.
La RAF ha vinto largamente, generando in 10 giorni qualcosa come 33.000 sortite operative. I Soli V-Bombers, veri pilastri dell'offensiva britannica, hanno generato circa 4.400 missioni, ovvero circa 13.000 ore di volo per un totale di almeno 27 ondate principali e un certo numero di altre minori; solo nelle prime 24 ore hanno potuto fare qualcosa come, senza l'offensiva dell'alba successiva, 4 missioni, con oltre 450 aerei/missione e circa 5.000 tonnellate di ammore consegnato a domicilio, sotto forma di 10.000 ordigni da 1.000 libbre, più qualche missile aria-terra. In tutto ne hanno sganciati la modica cifra di circa 50.000 esemplari, pari a circa 25.000 tonnellate.
Hanno causato una serie di danni indicibili, subendo solo cinque perdite: un Valiant il primo giorno, abbattuto; un Vulcan abbattuto il 3o giorno in una situazione clamorosa, dovuta ad un coraggioso G.91 che riuscì a raggiungere il bombardiere inglese durante una sua incursione; un altro Vulcan, stavolta per guasto tecnico, il 6o giorno; un Victor, guasto tecnico, 8o giorno; e un altro Valiant, suprema beffa, il 9o giorno, causa, ancora una volta, un aereo italiano, probabilmente proprio un G.91R. Nessuno perso a terra, notevole l'affidabilità (una perdita ogni oltre 2.000 missioni, ovvero meno dello 0,05% di perdite per incidenti, e poco più dello 0,1% in generale), dipendente dalla perfetta condizione degli aerei all'inizio delle ostilità. Altri aerei sono andati danneggiati dal tiro nemico (successo in un paio di occasioni) e da incidenti di volo e in atterraggio, con almeno 3 aerei fuori servizio ma ufficialmente almeno, non dichiarati come perdite (un altro Vulcan e due Victor).
I Jaguar sono stati un altro elemento fondamentale; pur subendo la perdita di ben 10 aerei già nella 1a giornata, hanno tenuto un ritmo elevatissimo, con ben 10 squadroni coinvolti, ottenendo una quantità di risultati notevolissima. Hanno volato qualcosa come circa 3.000 missioni belliche, sganciato circa 4.400 tonnellate di carichi, subito la perdita di ben 29 aerei (di cui 18 in combattimento aereo) e ottenuto a loro volta circa 15 vittorie aria-aria. I loro attacchi, in generale, sono stati i più pericolosi in assoluto data la precisione e la potenza di fuoco portate in gioco.
In tutto l'aviazione italiana ha perso in volo sicuramente oltre 1.000 aerei a reazione, e decine/centinaia di altri ad elica. A terra ha perso il resto, fino a ridursi a circa 50 aerei efficienti, di cui 20 a reazione, alla fine del 10o giorno. Tra i velivoli c'era rimasto un singolo AMX. Quest'ultimo tipo ha subito troppe perdite il 1o giorno, ma comunque è rimasto in azione fino all'ultimo, anche se con operatività sempre minore: negli ultimi tre giorni ha volato circa 20 sortite belliche, per dire, nessuna delle quali strategica. In tutto ne sono andati perduti direttamente almeno 51, e quasi tutti gli altri sono stati distrutti a terra o catturati. Alla fine, di circa 67-68 aerei, solo 3 erano ancora in linea e uno solo efficiente. Il numero di sortite eseguite è stato sicuramente superiore alle 500, almeno 72 delle quali solo nel primo giorno.
Quanto alla contraerea, il Rapier ha comportato da solo un'attività record, con il lancio sicuro di almeno 800 missili nel solo primo giorno(!!!), e un totale di oltre 3.400 armi. Ma considerando che ve n'erano disponibili circa 20.000, ci si è potuti permettere anche il lusso di usare le armi delle qualità migliori e più recente produzione. Il risultato è stato superiore ai 100 kill.
Dei caccia, i Lightning hanno fatto sicuramente bene, con oltre 100 vittorie.
Da notare che i Javelin sono presto spariti: dopo la fine del 2o giorno, infatti, visto l'andamento della battaglia, si è deciso di sostituirli avvicendandoli con gli Hunter, più flessibili. Già il giorno successivo uno squadrone è stato sostituito dagli Hunter, e il 4o giorno è toccato ad un altro. Infine, gli ultimi due, sono stati sostituiti entrambi il 6o giorno, giusto in tempo per cambiarli con altri preziosi Hunter cacciabombardieri. Comunque sia non si sono comportati male, anzi: la 1a giornata hanno ottenuto qualcosa come circa 22 vittorie, altre sono seguite poi, per cui non è andata male, per giunta hanno protetto efficacemente i V-Bombers, e nelle lunghe navigazioni spesso un navigatore è fondamentale oltre che il singolo pilota. In tutto dovrebbero avere ottenuto sulle 50 vittorie, contro una dozzina di perdite per tutte le cause. Dei veri 'zerstorer' tipo i Bf 110.
E i piccoli Hawk, anche loro hanno agito bene; grazie sopratutto ai missili AIM-9J/L, hanno ottenuto un valore elevato di successi, forse oltre 100 anch'essi, anche se presto gli Hawk Mk 1 hanno cominciato a cedere il passo agli Mk 60 multiruolo per mancanza di sufficienti bersagli. I primi avvicendamenti si sono visti dopo il 3o giorno. Dopo il 6o, due dei 6 gruppi sono stati sostituiti anch'essi dagli Hunter, così come i due con gli Gnat, che peraltro si sono comportati bene, sono stati cambiati dopo il 2o giorno! Così, alla fine, all'inizio anzi, del 7o giorno, il numero di Hunter è aumentato da 6 a ben 14 squadroni, tutti delle versioni più recenti. Anche loro hanno ottenuto molte vittorie aeree, probabilmente anch'essi sulle 100.
Le perdite generali della RAF, a parte i 5 V-Bombers, sono probabilmente di circa 160 aerei da combattimento, di cui almeno la metà nei primi 3 giorni, a parte anche eventuali velivoli distrutti al suolo (che non paiono esservi stati, almeno per le macchine di 1a linea, o se sì, pochissime) e quelli danneggiati più o meno seriamente, più pochi velivoli di 2a linea e diverse decine di elicotteri. Non moltissime, in effetti, anche se colpivano i velivoli migliori. In effetti, avrebbero potuto farcela persino senza ricambi mentre l'aviazione italiana 'evaporava' letteralmente, giorno dopo giorno, dall'altra parte del confine.
1o giorno: operazione ALBA ROSSA
Tutto inizia così, alle 6.00 del mattino, poco dopo l'alba. Freddo nel deserto che presto si riscalderà fino a circa 30 gradi. Circa 700 aerei si preparano ad attaccare gli opposti fronti e iniziano i decolli. Altre centinaia si preparano a parare la mossa del nemico.
GLI AMX IN AZIONE
Il gruppo di AMX decollato dalla base S.13 ovvero la M.8 dei Valiant, rappresenta forse la minacia maggiore per i britannici, perché è un intero gruppo di combattimento contro un singolo aeroporto. Le 48 Mk 82 Snakeye pendono dai piloni subalari e ventrali, cercando le dure piste di volo come bersaglio predesignato. Ma prima devono arrivare lì.
Gli AMX percorrono un grande spazio grazie ai serbatoi da 1.100 litri, tanto che decollano da una base di 2a fascia e poi volano fino ad una che è in 3a fascia nemica, a circa 400 km dal confine, che anche senza digressioni e dog-leg sarebbe almeno 680 km (quindi già impossibile teoricamente con 6 Mk 82 slick e 2x580 litri), ma che con le digressioni e i dog-leg arriva agevomente sui 750 km (almeno 1.500 km tra andata e ritorno), il che con l'uso di sole 4 bombe ma del tipo Snakeye, significa necessariamente volare con i serbatoi più grandi, associati anche a meno bombe (4), con una certa % di carburante extra rispetto a quella nominale, ma che fa molto comodo per la minaccia continua dei caccia nemici, perdite di carburante dovute a danni e velocità di crociera più alte di quella 'economica'.
Chiaramente, quest'azione è a dire il minimo, temeraria. E mentre gli aeroporti di 1a linea sono soggetti ad una serie di pericolose ondate di tanti, ma poco efficaci aerei, quelli di 2a e 3a schiera, benché meno difesi, sono attaccati da molti meno velivoli, ancorché molto più pericolosi; però l'equilibrio tattico è dato dal maggior tempo di preavviso e dalla possibilità di far intervenire anche aerei da parte dei gruppi basati sulle basi satellliti, perché spesso erano dotati di caccia.
Certamente in questo caso. I 12 AMX, nessuno dei quali viene a quanto pare (per esempio, con l'uso di bombe CBU o con scoppio in aria) 'sprecato' per cercare di sopprimre le difese aeree (che in effetti... non sarebbe stato un utilizzo particolarmente proficuo...), volano bassissimi, sui 30 metri, prima a 350 kt (sul proprio territorio, dove inizialmente stanno sui 500 ft), poi scendono e accelerano in territorio nemico fino ad almeno 400 kt, possibilmente anche 420-450 kt, specie in zone dove percepiscono l'attività dei radar.
Così facendo riescono ad evitare l'aggancio da parte dei gruppi da caccia nemici, pur essendo stati sicuramente avvistati e tracciati dai numerosi radar della 1a fascia; ma per un motivo o l'altro, i poco efficaci caccia inglesi (in assenza, in questa modalità di gioco, del Tornado ADV...) non li hanno intercettati.
Così sono già abbastanza fortunati ad arrivare senza un graffio, anche da parte della fucileria nemica, fino alla zona della battuta dalle CAP dei caccia aeroportuali.
Anzitutto, c'é una CAP esterna con 3 coppie di Hawk armati di AIM-9L; altrettanti sono pronti al decollo per emergenza. Inoltre, mentre questi sono a circa 30 NM dalla base, a circa 15 (praticamente ai confini) esistono anche altre 3 coppie di Harrier, sempre altrettanto armati (ma con un cannone in più e un pò di km di autonomia in meno). Anche qui lo squadrone aveva altrettanti aerei pronti al decollo.
Quando gli AMX arrivano, riescono ad evitare gli Hawk, troppo pochi e su distanze troppo ampie, ma non così con gli Harrier, che presidiano un perimetro molto più piccolo.
Una coppia di Harrier attacca, da circa 1500 metri, gli AMX che avvista, riesce a beccare il gregario abbattendolo mentre il capo-coppia sfugge ai missili e sgancia le bombe e serbatoi, cercando di fuggire ai due intercettori, ben sapendo che oramai ne staranno arrivando altri e che più li attira e più gli altri AMX saranno in grado di passare la difesa. Ma dopo l'attacco a sorpresa con un Sidewinder (gli Harrier non hanno un radar, quindi non hanno dato segno di sé: o li si vedeva per tempo oppure nulla), corre seriamente il rischio di essere abbattuto. Manovrando disperatamente, riesce tuttavia ad evitare il peggio e a mandare a vuoto gli attacchi altrui, passando anche al contrattacco con un lancio fallito di un missile che serve a far battere in ritirata uno degli Harrier dopo che è passato (a vuoto) per cercare un attacco (non è chiaro se abbia usato anche i flare per confondere il missile inseguitore, oppure se il lancio era fuori tiro massimo o non ben agganciato). Sebbene gli intercettori nemici avessero l'ordine di abbattere gli AMX 'at any price', dopo un pò desistono dall'attaccare il Papero, e i piloti saranno anche redarguiti per non avere insistito ulteriormente.
Ma nel frattempo accadono anche altre cose. Gli altri AMX entrano nel perimetro della base aerea: sono ben 10 velivoli e vanno neutralizzati assolutamente altrimenti faranno danni superficiali, ma sufficienti per mettere KO la base. Le 5 linee di difesa, infernalmente sempre più serrate a mano a mano che ci si avvicina, convogliano gli AMX sempre più davanti a lanciamissili e a cannoni di vario tipo (anche non specifici per il ruolo antiaereo...). Uno degli AMX viene abbattuto da un Rapier, un altro da uno Starbust appena prima che sganci le bombe, di un altro si sa che viene centrato mentre si allontana, sempre da un Rapier. Un quarto AMX non è invece chiaro se sia stato abbattuto qui oppure no. Sta di fatto, che tutti sono stati impallinati pesantemente da migliaia di pallottole tirate a grandine contro chiunque si avvicinasse sotto i 300 metri di quota: tutti gli aerei ne hanno avute tra 50 e 100, quasi sempre frontali, di tipo perforante o tracciante (e incendiaria).
Il risultato, quindi non dovrà stupire: solo due AMX hanno fatto centro sulle piste, distruggendone solo un breve tratto, con una mezza dozzina di bombe a segno, ma delle quali solo 4 esplose. Non è certo abbastanza per 5 km di piste! Degli altri 8 AMX, due sono stati abbattuti prima del bombardamento (del resto, i missili inglesi sono fatti sopratutto per 'anticipare' l'attacco), due sono riusciti ad arrivare sul bersaglio ma per errori o avarie non sono riusciti a sganciare le bombe quando dovevano o non le hanno sganciate affatto, mentre gli altri 4 sono dovuti fuggire con manovre varie per evitare la grandine di colpi e di missili che arrivava da ogni parte, onde non fare la stessa fine degli altri due beccati, in sostanza, perché continuavano a fare la rotta d'attacco!
Dei 4 aerei soltanto che sono riusciti a penetrare nella zona dell'aeroporto, almeno un è stato poi abbattuto mentre era in fuga, forse proprio uno dei due che aveva sganciato sulla pista.
Ma questo non è tutto: dei caccia su allarme, ben presto, alcuni sono riusciti a decollare con quella manciata di minuti che è stato possibile racimolare dall'avvisamento della formazione nemica, che in verità procedeva a scaglioni di 4 aerei (2 coppie distanziate) su rotte diverse. I 6 Harrier sono decollati subito, partendo direttamente dalle piste di raccordo e salendo fino a 3.000 metri di quota, cercando poi da lì di controllare gli avversari mentre attaccavano a bassa quota.
Uno almeno di loro, lo seguono per bene: infatti due Harrier gli piombano in picchiata addosso, da bravi rapaci, e raggiungono l'AMX, già duramente danneggiato, abbattendolo con un Sidewinder.
La formazione aveva già perso molti dei suoi, con danni del tutto risibili (tanto che circa mezz'ora dopo il raid era già operativa sui tratti non danneggiati, lunghi fino a circa 2.000 metri visto che gli attacchi avevano colpito entrambi la pista principale), quando arrivano anche altri rinforzi. Non è chiaro se i sei Hawk a terra riescono a decollare, ma se sì, riescono appena ad allontanarsi dalla base evitando la contraerea propria, mentre di sicuro non hanno di fatto parte nell'inseguimento dei pochi superstiti, data la velocità che questi avevano.
Dei 10 AMX arrivati sulla base, almeno 4 sono andati perduti e solo 7 sono ancora in volo, quasi tutti malconci, qualcuno anche a velocità ridotta, con uno o entrambi gli impianti idraulici messi KO, dopo che la base gli ha sparato, anche in ritirata, probabilmente oltre 30 SAM, dozzine di armi controcarro usate in maniera 'creativa', e decine di migliaia di proiettili, trasformandoli in scolapasta. Ma non è finita qui...
Dalla vicina base S.20 sono infatti decollati altri 'piccoli amici': sono i Folland Gnat; almeno 8 dei 12 aerei disponibili sono 'scramblati' e fanno in tempo a raggiungere gli aerei italiani in ritirata dalla M.8. Una coppia di Gnat vede un AMX che si allontana con una vistosa scia di fumo dietro, probabilmente non è il solito fumo del motore Spey ma anche qualcos'altro (olio?) che funziona male.
A quel punto arrivano in zona e lo avvicinano, controllando che non c'é nessun altro: infatti non c'é. Arrivano a portata di tiro e gli sparano contro con i cannoni da 30 mm. L'AMX se ne accorge, ma troppo tardi, cerca di virare ma con almeno una linea idraulica rotta è difficile! E così viene beccato da circa 300 metri con i cannoni Aden, e abbattuto in fiamme. E sei!
Dei 12 AMX partiti, solo 6 tornano, e di questi solo uno non è danneggiato, gli altri tutti tra il 'serio' e il 'grave'. Un AMX, in particolare, si danneggia ulteriormente in atterraggio, a causa dello scoppio di uno pneumatico (certamente impallinato a sua volta..). Anche se non ufficialmente perduto totalmente, di fatto è KO per il resto della guerra, perché esce dalla strada dove era atterrato in emergenza.
Così il gruppo AMX della S.13 è bell'e sistemato. A partecipare attivamente alla caccia sono stati almeno 12 Harrier, 6 (o 12?) Hawk e 8 Gnat, totalizzando almeno 26-32 caccia intercettori, sia pure di qualità minima (ma del resto, non è che gli AMX siano un'astronave di Indipendence Day...).
Gli altri AMX non hanno avuto molta fortuna, a loro volta. Quelli della base S.15 sono partiti per attaccare, con 6 aerei l'una, ben due basi principali, la M.4 e la M.10.
Ma nemmeno loro fanno molto danno. La formazione di 6 aerei verso la M.4 riesce ad arrivare all'obiettivo, solo per trovarvi una difesa totalmente 'accesa'. Questa base, infatti, è una vera e propria 'trappolona', perché ci sono ben 3 squadroni da caccia, due di Lightning, e una di Hunter singaporiani, quelli con 4 Sidewinder.
Lascio indovinare l'esito, visto che quando arrivano, trovano ancora una volta, la difesa 'accesa', accesissima, con le pattuglie di Hunter fuori e quelle di Lightning più vicine alla base stessa. Altri 6 Lightning e 4 Hunter sono appena decollati in allarme, lasciando solo due Hunter a terra pronti per altre emergenze.
La difesa aerea, inoltre, ha uno sproposito di armi a.a., tra cui 4 batterie Rapier. Due Lightning riescono ad attaccare una coppia di AMX prima che possa eseguire l'attacco. Gli fanno una serie di attacchi spietati, costringendoli a mollare l'attacco, ma subendo una perdita da un Sidewinder tirato da un AMX. Intanto, però, intercettati a quasi 30 km dalla base, questi velivoli sono stati fermati in maniera netta e non partecipano all'attacco. Degli altri 4, nessuno esce integro: 3 vengono abbattuti durante il sorvolo alla base, pare due dai Rapier e uno dai Javelin; l'ultimo esce, ma solo per essere raggiunto da altri Lightning, e prontamente abbattuto con un Red Top.
E così di questa formazione si salvano solo due AMX, quelli che non hanno fatto parte dell'attacco vero e proprio. Due dei 'caduti', però, riescono a colpire entrambe le piste di volo, anche se le poche bombe a segno, 2-3 esplose, non possono certo fermare le operazioni aeree delle piste di volo. Un tratto di almeno 1.400 metri viene prontamente 'certificato' e 30 minuti dopo è possibile già eseguire i primi atterraggi (i Lightning sono andati a rifornirsi su di una 'alternata', gli Hunter invece hanno aspettato a media quota).
L'altra formazione di AMX, a sua volta, ha un problema. Infatti, nel proseguire diritta verso la M.10, passa, senza volerlo, a pochi km dalla base S.11. Questa è sede di un gruppo di Javelin, che però sono tutti impegnati nella scorta. Però, proprio per questo, una coppia di Jaguar era stata distaccata, dalla vicina M.3, per coprire la zona, ben sapendo che era un territorio adatto per penetrare alla volta della lontana M.10. E così accade: prontamente segnalati dalla difesa aerea, i Jaguar vanno in zona e trovano due AMX. Uno dei Jaguar scende giù in picchiata da 1.500 metri e scende a pochi metri di quota, forse addirittura più basso dell'AMX che adesso è a circa 2 km di distanza. Gli lancia un AIM-9(forse del tipo P), e questo becca in pieno l'aereo italiano, distruggendolo. Il capocoppia, un pò più distante, si accorge troppo tardi dell'accaduto e mentre cerca di capirci di più, si accorge della scia del secondo missile lanciato dal Jaguar. Scarta rapido verso destra, capovolgendo la situazione che lo vedeva fare una larga virata verso sinistra; ma è troppo tardi: ritornando a destra, in pratica si trova là dove il missile lo voleva. Boom!
E così, il Jaguar (ma ci sono fonti che parlano di un Hunter) ottiene un risultato eccezionale, in un ruolo non certo consono, e con una maneggevolezza non strabiliante, ma qui poco significativa perché è riuscito a causare un effetto 'sorpresa' agli aerei italiani.
Gli altri 4 AMX si avvicinano alla base M.10, evitano gli Hawk (già tutti in aria!) della difesa aerea esterna (tanto per cambiare!) e interna; sanno che non potranno fare molti danni a quel punto, ma almeno ci proveranno. Però la contraerea li metterà in grave difficoltà, respingendone due e abbattendone uno, mentre solo uno riuscirà a bombardare la pista, forse proprio quello abbattuto (in tal caso l'ultimo manca il bersaglio). L'abbattimento è dato dal solito Rapier.
Poi i tre malconci compari escono dalla mischia. Sono tutti crivellati di pallottole e schegge, ma poi arrivano gli Hawk. In una lunga battaglia, due AMX vengono inseguiti e abbattuti uno dietro l'altro, mentre solo uno riesce a scappare abbattendo l'Hawk che lo inseguiva e distanziando l'altro compare. Ma ritornando alla base il pilota riporta che la M.10 ha subito solo danni limitati, e peggio ancora sa che è l'unico tornato dell'intera formazione.
Così, il gruppo della S.15 ha perso la bella cifra di 9 aerei su 12. Bella roba davvero! E i danni sono stati limitati, in proporzione, con almeno due caccia nemici confermati abbattuti, sono stati di più quelli in aria. Ma anche se fossero stati tanti quanto gli AMX perduti, non sarebbero stati abbastanza.
Bisogna notare l'efficacia della difesa aerea: non solo i Rapier (sopratutto loro), ma anche il fatto che la reazione a.a. è talmente potente che alla fine, gli aerei che escono dalla zona 'calda' sono talmente disuniti, pochi e danneggiati, che poi risultano facili prede per i caccia che li attaccano in picchiata. E' così che infatti vengono abbattuti 2 caccia sulla M.8, 1 sulla M.4 e 2 sulla M.10, vengono perduti, totalizzando già così ben 5 perdite sulle 15 complessive (di cui 7 dalla flak).
E gli aerei dell'ultimo gruppo AMX? Anche loro potrebbero avere un compito più facile, no? Hanno ottenuto di doversi impegnare contro la M.7 e la M.9.
La M.7 è un'altra brutta bestia: 2 unità Jaguar e 1 Hawk. Entrambe le unità Jaguar erano in quel momento all'offensiva, precisamente contro la M.2 italiana. Però c'erano gli Hawk del locale squadrone di difesa aerea, e per giunta, nella vicinissima base satellite S.19 c'erano altri Hawk! Due squadroni, dunque.
E contro questa difesa c'erano solo 6 AMX. Peggio che mai, questa base era organizzata molto bene e a terra c'era un solo anello difensivo di fucilieria, seguito da due di missili SAM. Con circa 500 fucilieri e 100 mitraglieri per km, istruiti appositamente per tirare contro gli aerei in avvicinamento o allontamanento (e mai, però, sparando verso la base, per 'ovvie' ragioni), ogni velivolo che si avvicinava era costretto ad attraversare una vera grandine di piombo, e i piloti italiani avranno avuto l'impressione di essere davanti ad un plotone d'esecuzione! La potenza di fuoco è stata in effetti micidiale. Sebbene per l'ennesima volta, gli Hawk non sono riusciti ad intervenire, anche se c'era una coppia in inseguimento contro una delle coppie di AMX, la barriera di fuoco ha fatto i suoi bei danni. Un AMX, vista la galassia di traccianti che gli veniva incontro, ha scartato vivacemente e per giunta, ingaggiato da un missile, si è ritirato continuando la virata e mancando l'attacco. Un altro AMX è stato anche più sfortunato: abbattuto direttamente dalla grandine di colpi, almeno una decina dei quali hanno centrato il parabrezza (non blindato) e spesso lo hanno trapassato. L'aereo, colpito da forse oltre 100 colpi in circa 3 secondi, ha perso il controllo ed è precipitato poco dietro le linee. Gli altri 4 sono riusciti ad andare avanti, ma solo per trovare almeno 10 missili già lanciati contro di loro! Non dovrà stupire che l'attacco è stato un insuccesso clamoroso e nessuna bomba è andata a segno; gli unici due AMX che hanno sorvolato le piste, in un caso hanno mancato il bersaglio, nell'altro non ha funzionato il sistema di tiro.
Uno degli AMX è stato abbattuto da un missile Rapier, un altro è riuscito a scappare, ritornando fuori dall'anello, inseguito dal fuoco e dai missili. Gli ultimi due sono corsi attraverso tutta la base, ma non senza essere inseguiti dai missili. Uno è stato colpito appena ha riattraversato l'anello di fuoco, centrato da un Javelin e probabilmente anche da un ennesimo Rapier. Del resto erano stati lanciati almeno 30 missili SAM contro di loro, tra le altre mille armi attivate.
A quel punto restavano solo tre AMX, ma uno di essi è stato abbattuto dagli Hawk appena uscito dalla zona di difesa aerea, o addirittura,secondo un'altra fonte,da un Bloodhound SAM.
Alla fine, non è stato divertente: su 6 aerei, 4 abbattuti e 1, o forse 2, danneggiati.
Infine gli AMX hanno attaccato la base M.9. Anche qui, non è che la situazione fosse così divertente: uno squadrone di Victor, uno di Jaguar, uno di Gnat.
Jaguar e Gnat erano la difesa aerea, a quanto pare. Di quest'attacco se ne sa di meno, ma ancora una volta, i danni sono stati ridotti, dato che la rete di difesa aerea, qui a 3 fasce, li ha sistemati di brutto, a tutti quelli che sono riusciti ad avvicinarsi. I Jaguar hanno intercettato comunque una coppia di AMX, ma stranamente stavolta hanno fallito clamorosamente: uno di loro è stato abbattuto e gli AMX non hanno nemmeno mollato il carico bellico (giusto un AIM-9 lanciato), per cui hanno continuato la missione. Ma non gli sarebbe andata bene a lungo.
Di lì a poco, la contraerea ha fatto anche qui danni micidiali: sebbene gli AMX si siano distinti, colpendo con almeno 7 bombe (di cui solo 4 esplose sul bersaglio) la pista principale, da parte di 3 degli AMX, quella secondaria non è stata raggiunta da colpi in pieno. Già questo significava fallimento, ma non era tutto. Ancora una volta, un AMX era stato abbattuto poco prima di raggiungere il bersaglio, da parte del solito micidiale Starbust; un altro è scappato, ma stranamente abbattuto da un vecchio Blowpipe anziché dai soliti Rapier.
Degli altri 4, tutti danneggiati, si sono poi occupati Gnat e Jaguar. Inseguiti due AMX (ma lasciati provvidenzialmente stare gli altri due), due coppie di Gnat e di Jaguar si sono avventate su di essi. Prima gli Gnat hanno abbattuto un AMX, poi l'altro è stato inseguito e dopo una feroce battaglia, con scambio di missili, abbattuto a sua volta.
Non solo, ma degli ultimi due AMX, uno si è schiantato al suolo al rientro, a causa dei danni subiti in precedenza, probabilmente circa 115 colpi e 32 schegge. L'unica fortuna è che il pilota è riuscito a rientrare sul suo spazio aereo prima di perdere totalmente il controllo.
Risultato? Un solo superstite!
Tirando le somme: il gruppo della S.13 ha perso 'solo' 6 aerei su 12 (in realtà 7...), più 5 danneggiati seriamente (o 4, a seconda di come si conta...).
Il gruppo della S.15 ha perso 9 aerei (nove!) su 12, più 1 danneggiato gravemente.
Il gruppo della M.5 perde anch'esso 9 aerei su 12 (!!!) con gli altri 2 danneggiati più o meno seriamente.
Questa strage di pur ottimi aerei è una vera iattura, ma del resto i caccia che hanno contrastato questi velivoli sono stati tantissimi: 24(M.4)+24(M.7)+28(M.8)+18(M.9)+12(M.10) = almeno 106 caccia, 3 per ciascun AMX e ben piazzati. Aggiungiamoci almeno 20 batterie di Rapier e centinaia di altre armi antiaerei, più decine di migliaia di armi leggere o controcarri usate 'in maniera alternativa': missili Vigilant, Swingfire, MILAN, LAW-80, forse anche BAT e WOMBAT, cannoni fino al 105 o 120 mm.
Che c'é da stupirsi tanto? In condizioni del genere, almeno, sarebbe stato straordinario il contrario.
Tanto gli AMX sarebbero comunque tornati con tanti di quei danni da arma leggera e scheggia, che non sarebbero stati operativi per un bel pò in tutti i casi.
Ma certo, perdere di fatto almeno 24 (o 25?) aerei su 36 è pazzesco, peraltro è anche una punizione comminata all'entità dello sforzo e ai rischi. Quel che non è comminato è il risultato, con 4 aeroporti danneggiati in maniera limitata, e uno pressoché nulla.
Dei caccia nemici, si può dire che gli AMX si siano difesi bene, abbattendo almeno un Jaguar, un Hawk e un Lightning, pur subendo la perdita di 11 aerei, di cui ben 8 DOPO avere eseguito l'attacco, quando erano sistematicamente duramente danneggiati, e 3 prima, quando erano sistematicamente caricati di serbatoi e bombe.
Da notare che di 36 aerei, solo 2 vs la M.8, 2 vs la M.10 e 2 vs la M.4 (ovvero solo 6 su 36!) sono stati efficacemente intercettati (ce ne sono stati altri, in particolare 2 intercettati ma che hanno abbattuto il nemico per poi continuare l'attacco), prima di attaccare l'obiettivo, malgrado l'enorme numero di intercettori in giro. Il grosso del lavoro, dunque, malgrado perdite già di quasi il 10% (una % più che notevole), è stato fatto dalle difese a.a.(almeno 14 kill) e dall'inseguimento successivo (altre 8) da parte dei caccia.
YANKEE GO HOME
Ma se questa era la situazione degli AMX, i G.91Y non hanno avuto molta più fortuna.
La loro missione era quella di colpire le basi N.5 e N.6, una con due, l'altra con una sola formazione d'attacco, in ogni caso a livello di gruppo.
La N.5 aveva due squadroni di Jaguar e uno di Hunter singaporiani. Solo questi ultimi erano in pattuglia per la difesa aerea della base, armati di tutto punto.
La N.6 aveva uno squadrone di Jaguar (anch'essi in offensiva), 1 di Hunter cileni da caccia (con gli Shafrir 2) e uno con i Lighthing (mandati quasi certamente a scortare una formazione di V-Bombers).
Tutto sommato non era così balorda, ma la N.6 aveva anche un 'asso' nella manica: una base aerea con i Lightning, la S.15. Anche se due dei gruppi Lightning andavano a scortare i V-Bombers, questi no, perché erano demandati alla difesa di numerose basi aeree della zona ampiamente provviste di bombardieri. Ovviamente la cosa era più facile perché era impossibile attaccare tutte le basi secondarie in quella prima ondata.
Ad ogni modo, mentre gli Gnat erano stati destinati a supportare la M.8, questi erano per la M.6.
Così, quando i G.91Y delle basi M.1 e S.4 attaccano la M.6 inglese, si trovano contro sia gli Hunter (tutti in aria!) che i Lightning che provenivano da appena 50 km a sinistra della base (Est, in realtà: l'intero teatro di guerra è infatti orientato in maniera tale che il Sole sia laterale, e quindi, non favorisca nessuno dei due contendenti). La formazione di G.91Y era molto svantaggiata rispetto a quella degli AMX: pur essendo più piccoli, bimotori e pesantemente corazzati nella zona abitacolo e anche serbatoi (inferiori), i G.91Y erano carenti per altre ragioni. Una era la mancanza di RWR, l'altra la scarsa qualità dei sistemi di navigazione-attacco, con errori di km sulla rotta; un'altra inferiorità era l'assoluta mancanza di sistemi ECM, RWR (come detto sopra), lanciatori di esche contro i missili e i radar, e infine, nessun missile AAM per l'autodifesa.
Come se non bastasse, la modalità d'attacco degli aerei era più facilmente prevedibile avendo parametri molto più rigidi nelle rotte in angolo e velocità di attacco.
A questo aggiungiamo che con due sole bombe da 500-600 lb, il carico bellico era solo la metà, e per giunta, senza AAM disponibili. Praticamente un G.91Y portava la metà di un AMX e se l'AMX fosse stato impiegato su distanze simili, avrebbe portato 6 bombe, dunque il triplo o il quadruplo (includendo gli AAM).
Ogni speranza di eliminare queste basi aeree non era quindi, molto alta; ma con due gruppi si poteva provare. E fu provato.
Ma la prima formazione di G.91Y (3 gruppi da 4 aerei l'uno), viene accolta malamente dai caccia nemici; gli Hunter, simili, ma molto pericolosi avendo i missili anziché le bombe, devastano un'intera formazione di G.91Y prima che potessero avvicinarsi alla base; una singola coppia di Hunter, infatti, riesce ad abbattere due G.91Y e a far scappare gli altri due.
Gli altri 8 G.91Y riescono invece a farsi avanti, ma per incappare in un muro di fuoco con tutto quel che avevano da terra per contrastarli, cannoni da carro armato inclusi! Non sorprenderà che due G.91Y vengono abbattuti ancora prima di eseguire l'attacco, ma peggio ancora, altrettanti vengono eliminati durante la bomb-run finale, in un caso prima dello sgancio. Solo la metà dei G.91Y riesce a scappare, tutti danneggiati dal fuoco nemico. Dal canto loro lasciano 3 crateri di bombe a terra, forse erano in realtà CBU BL-755, probabilmente più efficaci delle Mk 82S quando queste ultime sono così poche.
Il tiro è stato abbastanza letale, dunque. Ma poi ci sono i caccia, e gli Hunter segnano ancora un punto abbattendo un G.91Y in fuga. Così facendo, ben 7 G.91Y vengono eliminati su 12 in tutto, con altri 3 danneggiati seriamente o gravemente.
Gli altri G.91Y sono ancora meno fortunati; arrivando pochi minuti dopo, trovano una reazione aerea particolarmente scatenata, e pure 6 massicci Lightning che accompagnano i 12 Hunter tutti in azione, a quel punto. Sono proprio i Lightning che attaccano due dei G.91Y, sgominandoli ma senza riuscire ad abbatterli malgrado diversi tentativi e il lancio di almeno un missile.
Gli altri 10 arrivano in zona e attaccano la base, ma vengono sottoposti ad un fuoco di fila micidiale: solo i Rapier lanciati sono almeno 10 prima ancora che i G.91Y arrivino a portata di sgancio. Così i tiri restano comprensibilmente piuttosto imprecisi: uno dei G.91 viene abbattuto, altri 3 respinti, e solo 6 riescono ad eseguire l'attacco, portando 8 colpi a segno, anche se due sono ordigin inesplosi.
Nella fuga, un Rapier elimina uno dei G.91Y, mentre sta volando a circa 6 metri da terra, a circa 2 km di distanza.
Nella battaglia aerea che segue un altro G.91Y viene eliminato dai Lightning con un missile Red Top.
La fuga dei G.91Y è così precipitosa che usando gli A/B in maniera troppo intensa, alcuni sono a corto di carburante. Uno di essi non riesce a rientrare alla base e appena superato il confine, è costretto ad un atterraggio d'emergenza poco dietro il confine. Cercando di salvare l'aereo, il pilota estrae il carrello, ma la collisione con una grossa pietra rompe l'elemento anteriore provocando seri danni all'aereo stesso.
E così, i G.91Y hanno fatto tutto sommato un buon lavoro, mettendo a segno almeno 11 bombe sull'aeroporto, di cui 9 esplose; però anche così possono fare ben poco, perché la base non è eccessivamente danneggiata. Al rientro, i Jaguar riusciranno a dare modo di questa capacità, atterrando su di un singolo spezzone di pista di nemmeno 1 km di lunghezza e di larghezza ridotta, dando esempio delle loro capacità belliche. I Lightning, invece, vanno sull'alternato, così come gli Hunter.
Le perdite, invece, non sono proporzionate: il primo gruppo di G.91Y ha perso qualcosa come 7 aerei su 12 (4 dalla flak)
Il secondo gruppo ha perso un'altra manciata di aerei: 2 persi dalla flak, 1 da un Lightning, e 1 per atterraggio fuori campo. Quest'ultimo non è ufficialmente 'perso', ma è danneggiato seriamente e non potrà tornare in linea per almeno 3 giorni.
In tutto, dunque, su 24 aerei, ben 10 restano a bruciare sulla zona dell'aeroporto.
Degli altri 14, la quasi totalità, 10, ha subito danni tra serio e grave. Solo 4 sono più o meno indenni. E in tutta onestà, perdere 10 aerei per mettere a segno 11 bombe non è un successone.
All'altro gruppo di G.91Y, in compenso, non va meglio; pur dovendo affrontare un solo gruppo da caccia con gli Hunter cileni, la contraerea era particolarmente 'efficace' a quanto pare...
Gli Hunter, per una volta tanto, si fanno prendere un pò di sorpresa e solo i 6 già in aria sono coinvolti in azione, gli altri invece non riescono a decollare prima che venga dato il divieto di farlo. Questo risultato potenzialmente disastroso, con i caccia in aria che sono la metà degli incursori, non è poi così drammatico in realtà: la contraerea è talmente micidiale che in pochissimi minuti il gruppo di G.91Y viene sterminato: tutti e 12 gli aerei si avvicinano, ma i Rapier che qui, probabilmente sono di lotti più moderni che in altre basi, si superano in prestazioni, specialmente la batteria della difesa più interna. La prima formazione di 4 G.91Y viene investita dal tiro da terra delle armi leggere, che poco gli può fare ma non è innocuo, e poi dal lancio preciso di diversi SAM. Poi arrivano i missili Rapier della batteria 'interna', e abbattono prontamente due G.91Y, uno dei quali è il capo-formazione, che esplode in aria. Questo consiglia anche gli altri G.91 a non insistere troppo: solo uno esegue l'attacco, ma manca l'obiettivo. Nella fuga, un altro G.91 viene distrutto da un Blowpipe.
La seconda ondata d'attacco non ha maggiore successo: uno viene abbattuto, ancora una volta dalla micidiale batteria 'interna', e un altro si becca una sventagliata da 30 mm di un RARDEN. Solo uno dei G.91Y sopravvissuti riesce a sganciare le proprie armi e centra la pista principale al km 2,2.
Poi arriva la 3a ondata, che subisce un'altra serie micidiale di fuoco antiaereo, ma stavolta, udite udite, ottiene una perdita niente di meno che da... un missile Bloodhound, forse l'unica che ha ottenuto almeno nelle fasce più interne. L'evento è 'spettacolare' data la potenza del missile, e anche qui i G.91Y prendono nota. Pur non subendo perdite dalla batteria Rapier, bisogna dire che questa mette in fuga un altro G.91 e gli altri due, a quel punto, attaccano, ma senza grosso successo, colpendo solo la pista secondaria al km 1,8.
Questi danni sono risibili, mentre un altro G.91Y viene centrato da un missile Rapier (stavolta delle batterie esterne).
Finita la catastrofe, arrivano gli Hunter, i quali abbattono con uno Shafrir uno dei G.91Y, dopo di che danneggiano con gli Aden un altro G.91Y, il quale riesce a distanziare alla fine l'Hunter inseguitore (su cui ha un piccolo margine di velocità grazie al fatto che l'Hunter ha le rotaie dei missili). Però non va lontanissimo: il consumo di carburante per ottenere questa prodezza è di circa 1.000 kg, e questo eccede quello che era previsto per questa missione. La N.6 è a ben 320 km dal confine, e non c'é da scherzare. Il G.91Y cade a circa 90 km dal confine, malgrado abbia eiettato tutto quel che poteva per alleggerirsi, quasi certamente vittima anche della perdita di carburante dai serbatoi alari danneggiati, ma sicuramente l'elemento fondamentale è stato quello della lunga caccia... dall'Hunter 'cileno', che lo ha dissanguato.
E così questo gruppo ha perso ben 4 G.91Y su 12 solo considerando i Rapier; 1 per i Bloodhound; 1 per i cannoni RARDEN; 1 per i missili Shafrir 2; e infine, uno per esaurimento carburante (l'A/B è una brutta bestia a non saperlo usare al meglio). Totale: 8 su 12. Gli altri sono tutti danneggiati più o meno seriamente.
E così i G.91Y sono riusciti a perdere ben 18 aerei su 36, 'solo' il 50%. A pensarci bene, sono andati meglio di quel che hanno fatto gli AMX, ma del resto hanno attaccato solo 2 aeroporti, mica 5 (e con maggiore preavviso). Quasi tutti i superstiti, 14 su 18, sono rimasti danneggiati più o meno gravemente.
In sostanza, dopo questa catastrofe, gli attacchi a medio raggio e ancora di più quelli a lungo raggio, diventano un'utopia a caro prezzo: su 36 G.91Y, metà sono andati perduti e solo 4 sono ancora intatti (al lordo di qualche fucilata sorvolando le truppe a terra nemiche durante le missioni). Dei 36 AMX, ben 25 sono distrutti e 8 danneggiati; solo 3 (meno del 10%) sono ancora intatti!
Così facendo vi sono in quel momento solo 36 G.91Y nei tre gruppi, e meno ancora, 31, sono gli AMX disponibili. Ma peggio ancora, le macchine efficienti sono quasi azzerate: quei 36 aerei erano tutto quel che si poteva mettere in campo a parte 2-4 spare per gruppo. In sostanza, togliendo 2 aerei per gruppo indisponibili giornalmente, a quel punto gli aerei effettivamente utilizzabili sono soltanto 23 quelli ancora teoricamente disponibili; però di questi, 8 sono danneggiati, riducendo il totale a solo 17 velivoli. Anche recuperando tutti gli aerei, non sarebbe possibile portare un attacco potente come il primo, e del resto insufficiente; ma essendovi aerei indisponibili e altri troppo danneggiati, è chiaro che il successivo attacco sarà inferiore e di parecchio: nel migliore dei casi, dei 29 aerei rimasti, probabilmente ne verranno usati non più di 18, la metà del totale, purché vengano recuperati circa la metà degli aerei danneggiati.
Quanto ai G.91Y, con minori perdite, ma comunque parecchi danni, dei 36+12 (max) velivoli disponibili, ne restano efficienti un piccolo numero, inizialmente almeno, solo 4+12!!!! Quindi c'é poco da scialare. La probabilità per la seconda ondata è di appena 24 aerei a far tanto, purché siano 'bravi' a rimettere in sesto diversi velivoli in poche ore.
Questi risultati sono combinati alla mancanza pratica di effetto contro le basi aeree inglesi, danneggiate tra il poco e il niente. E certamente, dopo poche ore, già operative perché solo colpendole con almeno 15-20 bombe in pieno sulle piste si poteva sperare qualcosa. Il che avrebbe implicato la quasi totalità delle bombe portate da un intero gruppo di G.91Y o un mezzo di AMX. L'unico vero problema era quello della possibilità o meno di mettere almeno temporaneamente KO l'aeroporto per impedire che gli aerei ci tornino al termine della missione. Ma anche questo non è successo: i Valiant della M.8, e gli altri V-Bombers, hanno potuto scendere sulle basi dopo circa 1 ora dall'attacco (giusto quando si sono fatti rivedere al rientro dalle missioni).
I britannici hanno usato tutto quel che potevano per togliere di mezzo i danni: cemento a presa rapida, macchinari vari per la riparazione, hanno addirittura fatto volare, già nei minuti successivi all'attacco degli elicotteri in moto lento sulla pista per 'spazzare via' rapidamente tutta la polvere e i detriti più piccoli, oltre che per ispezionare la pista; hanno anche usato dei cavi d'acciaio per tirare via le bombe dalle piste, attaccati a mezzi corazzati 50-100 metri distanti, oppure hanno fatto esplodere le submunizioni, quando presenti, sparandogli direttamente con le armi di bordo, senza tante storie (è più facile riparare questi danni che passare del tempo per disinnescare gli ordigni).
In media, in circa mezz'ora erano in grado di riparare un cratere di circa 1x5 metri di diametro sulla pista, che è il peggio che ci si può aspettare da una Snakeye.
E ovviamente, c'erano centinaia di uomini e mezzi in azione, pur di rimettere subito in sesto le basi; da 15 minuti dopo la fine dell'allarme erano già tutti pronti e potevano lavorare al meglio, uscendo da rifugi, hangar e fossati tutt'attorno.
Finita così? No, perché anche le basi dei G.91Y e AMX, almeno una delle loro basi (quelle principali) sono state colpite, e molto più duramente di così. Ovviamente questo ha complicato molto le cose, anche perché nessuno dei due tipi era normalmente abilitato per operare fuori dagli aeroporti (i G.91Y erano arrivati oramai assai tardi rispetto al requisito originario, largamente lasciato cadere, dell'aereo 'fuoristrada' che originò il G.91, anche se tecnicamente i loro grandi pneumatici gli davano questa capacità).
In prima linea: victoria o muerte!
Poi c'erano, ovviamente, le basi di 1a fascia: le M.1, M.2, M.3.
Queste erano difese fortissimamente, essendo le più vulnerabili: la N.1, a 140 km appena dal confine, aveva ben 2 squadroni di Harrier e 1 di Hawk.
La N.2, a 180 km, è un pò più confortevolmente distante dal confine, ma ha 2 altri squadroni di Harrier e 1 di Hunter OM
La N.3, a 190 km, è con un 1 squadrone di Lightning e 2 di Jaguar.
In tutto, su 9 gruppi, teoricamente hanno solo 1 gruppo di caccia intercettori puri; in realtà, a questo bisogna aggiungere gli Hunter omaniti, gli Hawk, e sicuramente almeno un gruppo di Harrier.
TUTTI questi aeroporti erano provvisti di almeno 6 batterie Rapier (l'uno!!!!), almeno 60 MANPADS, 2 Bloodhound, spesso anche 1 Tigercat, nonché una valanga di armi leggere a.a.
Questo è un problema, ma certo che è correlato rispetto a quello che devono affrontare: ben 3 ondate d'attacco ciascuno!
Stavolta il problema è dato dal 'pulviscolo'. La potenza di fuoco di tanti, piccoli aerei.
Ognuno di questi aeroporti ha da affrontare: 2 ondate da 24 aerei l'una, 12 cacciabombardieri (sic) MB.339 o MB.326K (in un solo caso), e 12 G.91R di scorta (non necessariamente quelli tipo R-3, che sono i più pesanti); nonché uno squadrone 'solitario' con gli MB.326K, che cercherà di insinarsi nelle difese degli aeroporti già scosse dalle altre ondate d'attacco.
Da notare che i Macchi 326K saranno in almeno 2 casi con gli aerei armati di V-3B Kukri perché sono Impala Mk 2 modificati, e che ovviamente fanno da scorta agli altri. E' possibile, in teoria, anche arrivare a 4, ovvero un'intera sezione di volo, ma a scapito degli aerei da bombardamento, visto che di fatto non possono fare entrambe le cose contemporaeneamente.
Degli aerei inglesi, va visto anche come questi abbiano, su 9 gruppi, ben 4 di Harrier, e 2 di Jaguar, ovvero tutti aerei capaci di operare anche da piste semi-preparate e quindi praticamente impossibili da bloccare a terra. Aggiungiamo che anche gli altri tipi non hanno requisiti eccessivi in termini di lunghezza pista, attorno al km a far tanto, e siamo a posto.
I G.91R accompagnano i Macchi con una mezza dozzina di aerei avanti e una dietro, un pò più in alto. I Macchi stanno in mezzo, volo a circa 30 metri e 650 km/h, due bombe Mk 82 l'uno (possibile, ma non molto probabile, anche che alcuni abbiano piuttosto due gunpod da 30 mm), l'autonomia è appena sufficiente per cui è difficile che possano andare con carichi maggiori, inoltre sarebbero troppo lenti per volare alle velocità richieste per evitare la reazione nemica prima ancora di arrivare sull'obiettivo.
I G.91R invece, non hanno nessuna arma aggiuntiva a parte i cannoni; non c'é modo, volando a bassa quota e conservando una frazione di carburante per il combattimento, di avere un raggio d'azione sufficiente per questo compito, portando bombe, razzi o missili.
M.1
Le battaglie sono terribili, come nel caso della M.1. Lì sono presenti in piena efficienza, un gruppo di Harrier e uno di Hawk, mentre l'altro gruppo di Harrier fa l'attacco alle basi radar italiane.
Le forze italiane arrivano con la prima ondata d'attacco, prontamente attaccata da una coppia di Hawk che impegna battaglia con i G.91R di retroguardia. Grazie ai missili Sidewinder, abbattono subito un G.91, mettono in difensiva gli altri dopo avere riguadagnato quota, e effettivamente, riescono a separarli dal resto della formazione, riuscendo a dimezzare la scorta agli aerei italiani. A quel punto, mentre tutt'attorno gli intercettori si addensano e cominciano ad avvistare gli aerei italiani, la situazione diventa ancora più difficile per gli italiani, con una coppia di Harrier che ingaggia frontalmente la formazione italiana, contrastata dai G.91R di un'altra coppia. Solo 4 di questi riescono ad avvicinarsi, assieme ai 12 Macchi, alla base. Il fuoco da terra distrugge inesorabilmente gli aerei italiani, i Rapier trovano presto i G.91 che tanto ci tenevano a proteggere gli aerei italiani dalla contraerea, e due G.91 vengono abbattuti.
A quel punto arrivano i Macchi, che hanno due grandi punti deboli: anche volando a circa 750 km/h, sono ancora dei bersagli vulnerabili volando a bassa quota, privi di protezione e con un tettuccio molto grazioso, a 'goccia' quasi, che rende i piloti con la sensazione, in quelle circostanze, di stare davanti ad un plotone d'esecuzione.
E infatti, i Macchi vengono crivellati di colpi. Uno viene abbattuto dal fuoco di armi leggere (del resto è successo ad almeno un Pucarà bimotore alle Falklands), poi gli altri vengono crivellati di pallottole e disuniti dallo sbarramento inglese.
Quelli che riescono ad avvicinarsi ancora di più, vanno incontro ad un altro problema: dovendo attaccare con bombe a caduta libera, sono costretti a salire in quota per eseguire l'attacco in picchiata. La loro azione, però, è sotto lo sguardo della difesa aerea: salgono partendo da 750 kmh e 30 metri per trovarsi attorno ai 1.000 metri a 500 km/h, per poi scendere ad almeno 30° e sganciare le bombe attorno ai 500 m AGL, riprendendo poi la rotta corretta. Tutto molto bello, ma i Rapier non potevano chiedere di meglio di questo esempio di bersaglio 'facile'.
E così accade il peggio.
Della 1a ondata d'attacco, di 4 aerei, uno viene abbattuto dalle armi leggere, gli altri 3 salgono in quota ma un Rapier ne insegue e abbatte uno, tirato dalla 2a fascia appena passata; poi arrivano in cima alla salita; il tempo per salire è circa 10 secondi, ma un Rapier è pronto al tiro entro sei! E così per quando, dopo avere percorso circa 2 km, gli ultimi 2 Macchi sono beccati da altri SAM; uno appena livella, l'altro si mette in picchiata e viene abbattuto da uno Starbust. Esplode a poca distanza dalla pista, colpendola con dei detriti.
Poi arriva la seconda ondata, ma anche questa non ha molta fortuna: il rischio è lo stesso di prima e quando salgono per fare la stessa manovra, vengono beccati in pieno: uno viene preso anche stavolta in salita, la fase più pericolosa, gli altri vengono sottoposti ad un lancio forsennato di missili da parte delle batterie, specie quella interna, e di questi uno viene abbattuto, un altro vira stretto ed esegue la manovra di scampo che meglio gli riesce pur di fuggire da quell'inferno, mentre il primo dei Macchi riesce a scendere velocissimo evitando un missile, per poi rialzarsi un pò e centrare la pista con le due bombe! Ma non riuscirà ad andare lontano: volando a 6 metri di quota, riesce a schivare la reazione di fuoco, ma non riesce ad evitare che un altro Rapier lo raggiunga (anche gli altri erano tutti Rapier), centrandolo dopo che ha oltrepassato la 2a (o 3a?) fascia protettiva (tutte con missili, ovviamente).
L'ultima ondata non ha a sua volta molto successo: stavolta vengono lanciati i missili già prima che entrino nella zona a maggior rischio e i primi due Macchi decidono di 'lasciar perdere'. Gli altri due si avvicinano e passano la 1a fascia, ma vengono crivellati di colpi; poi arrivano verso la 2a e vengono ingaggiati dal tiro dei missili e cannoni; un Macchi viene abbattuto, pare, niente di meno che da un missile Blowpipe o addirittura un missile Vigilant(!!!!) L'altro si allontana, crivellato di colpi.
Ma una volta fuori, ci sono anche i caccia, che usualmente sono i più pericolosi della situazione.
Fino ad allora è andata maluccio: annientata la 1a ondata, demolita la 2a, respinta la 3a, 8 aerei su 12 abbattuti!!!! E altri 2 danneggiati.
Eppure, 9 dei G.91R erano ancora in giro. A quel punto si danno molto da fare per evitare il peggio, cercando di proteggere i Macchi. Ma anche questa volta non è facile: solo un Macchi, in effetti, è killato da un Hawk con un missile, mentre gli altri 3 scappano davvero; ma la potenza della reazione inglese è molto più seria a quel punto, con 12 caccia tra Harrier e Hawk che (come nella base M.8) erano decollati, mentre gli altri erano già in aria, totalizzando ben 24 intercettori! Avessero avuto uno straccio di radar sarebbe stato molto meglio, ma anche così si fanno valere. Una serie di battaglie aeree vedono altri 2 G.91R abbattuti, così come il Macchi, contro un Harrier, abbattuto dai cannoni da 30 mm di un G.91R (entrambi i kill sono stati fatti dai missili AIM-9).
Totale perdite: 9 Macchi 339 su 12 (7 dalla flak), 5 G.91 su 12 (2 dalla flak). Totale: 14 su 24 (9 flak, 5 caccia).
A quel punto la prima ondata è finita; ma passano appena 6 minuti che i radar segnalano un'altra ondata in avvicinamento. Questi sono gli aerei delle due basi secondarie, che si sono uniti: la S.1 e la S.6. Anche se si muovono da distanze apparentemente ridotte, in realtà hanno percorso volando bassi qualcosa come 300 km (nel minimo percoso ipotizzabile, eh!), sostanzialmente è impossibile portare in tal caso 4 Mk 82, a meno eventualmente di sganciare sistematicamente i serbatoi esterni, che però è proibito se non per eventualità eccezionali, come un combattimento aereo.
Per quanto veloci, piccoli, molto agili, i Macchi sono sempre vulnerabili al tiro di una difesa sufficientemente 'cattiva', come dimostra l'abbattimento del Macchi 339A alle Falklands per mano di un semplice Blowpipe (che nelle mani degli argentini faranno anche... di peggio, abbattendo un Harrier).
Quando l'azione d'attacco viene portata avanti, succede anche di peggio: da un lato avviene la copertura 'antiradar' da parte della coppia di PD-808GE più, come aerei scorta/SEAD, un gruppo di Macchi 326K (decollati, profilo necessariamente hi-lo-hi, da circa 400 km di distanza) sudafricani. Stavolta però, gli Impala non sono così fortunati come in Angola. Parecchi caccia vengono subito spostati per localizzare le fonti di disturbo ECM e per contrastare l'attacco portato ai radar dai Macchini. Al contempo, un aereo inglese, pare un BAe 125, localizza gli aerei italiani della formazione e li segue, ombreggiandoli. Così, anche se l'attacco elimina due radar distruggendoli o mettendoli KO, la difesa aerea inglese segue ugualmente la formazione grazie al Bae che li imbreggia, stando a circa 2.000 metri e 3.000 metri alle spalle degli ultimi velivoli di questa formazione. Alcuni G.91 forse lo vedono, ma non osano fare nulla per timore di salire in quota e venire subito scoperti e abbattuti.
Ad ogni modo, qualche minuto dopo, arrivano in zona ben 4 Hawk e 2 Harrier. Gli Hawk attaccano con decisione i G.91R di retroguardia, abbattendone due e mettendo gli altri in difensiva, non avendo alcun mezzo per reagire alla minaccia nemica; i britannici sanno che possono essere ingaggiati dai missili di alcuni G.91, ma questi sono di tipo primitivo e a corta portata, nulla a che vedere con gli AIM-9L che hanno loro, specie a bassa quota.
Così lasciano il campo anche ai due Harrier, che si avvicinano ai Macchi e ne mettono in fuga una sezione, abbattendone uno a cannonate, senza stare a perdere troppo tempo con i missili (anche perché uno era stato lanciato ma senza successo). A quel punto arrivano ben 4 dei G.91R dell'avanguardia, che contrastano i caccia inglesi e li allontanano dal resto dei Macchi. Riescono persino ad abbattere un Hawk che stava battagliando con i G.91, anche se inizialmente avevano messo in difensiva gli Harrier, disimpegnatisi con la massima velocità verso l'alto prima di tornare giù a riprovare l'attacco. In questa bolgia ci sono dunque coinvolti 10 G.91, 4 MB.339, 4 Hawk e 2 Harrier, totale = 20 jet. Solo 10 degli attaccanti riescono ad andare avanti, e i due G.91 rimasti con i Macchi non possono fare molto: avvicinatisi alla base inglese, vengono presi sotto tiro da 2 Rapier e un Javelin, costringendoli a tornare indietro dopo un avvicinamento rapido, ritornando ancora in azione ma poi scacciati via da altri intercettori. Nel frattempo i due quartetti di Macchi si sono avvicinati abbastanza per fare la stessa fine dei loro predecessori. Del primo quartetto, il capo-formazione viene abbattuto mentre vola ancora bassissimo da un Rapier, mentre un altro subisce l'attacco di un Javelin e viene incendiato. Stranamente continua l'attacco per bombardare le piste, malgrado tutto. Il resto della formazione è talmente crivellato di colpi dopo le prime due barriere difensive, che rinuncia all'attacco, anche se uno viene abbattuto da un Blowpipe mentre si allontana. E il Macchi in picchiata sull'aeroporto, incendiato? Ebbene, forse sottovalutato, riesce davvero a colpire la pista principale con due bombe, anche se una rimbalza senza esplodere perché ha eseguito uno sgancio a soli 15° da 300 metri. Dato l'affronto, viene subito dopo abbattuto da un Rapier.
Il secondo quartetto non ottiene molto di meglio, il fuoco delle armi leggere e dei missili abbatte un aereo subito dopo la 2a fascia, mentre gli altri scappano via, ingaggiati complessivamente da almeno 5 SAM.
La catastrofe è quindi ancora una volta per gli attaccanti, che hanno già perso 4 aerei, adesso sono in fuga ma non per molto: presto sono inseguiti dai caccia nemici e possono solo cercare di scappare con le loro manovre strettissime, che peraltro consentono ad altri caccia di unirsi nella battaglia. Alla fine, due altri Macchi vengono abbattuti. Anche un altro G.91 viene abbattuto, tutti distrutti dai Sidewinder.
Perdite stavolta: 6 MB.339 su 12 (3 dalla flak); e 3 G.91 su 12 = 9 su 24.
La fine della battaglia, però, non è ancora giunta. Nel frattempo vengono attaccati i siti radar da parte dei Macchi; circa sei caccia inglesi li contrastano, tra Hawk e Harrier, costringendoli ad evitare manovre troppo audaci; da terra fanno una quantità di fuoco antiaereo da parte dei soldati che difendono i radar, anche lanciando delle cortine fumogene attorno alle antenne, per rendere l'attacco più difficile. Così i Macchi che non riescono a capacitarsi del fuoco da terra così intenso per ciascuna installazione dove si avvicinano (c'é un intero battaglione), incluso il lancio di diversi missili e razzi di vario tipo (esistono almeno 1-2 MANPADS), più la densità e la forza delle cortine fumogene. Per questo gli attacchi spesso falliscono più o meno totalmente.
La presenza poi dei caccia causa ulteriori problemi, tanto che riescono ad abbattere un Macchi 326K. Alla fine scappano gli altri così come i due PD-808GE.
Nel frattempo viene avanti, zitta zitta, l'altra formazione di Macchi 326K, che arriva senza scorta. Questa è la più insidiosa, perché arriva più piccola e bassa delle altre, più stealth, per giunta con la difesa oramai sballata a inseguire non si sa quanti velivoli nemici.
A quel punto appaiono sui radar di scoperta aerea, massandosela liscia fino ad allora; ma la sorpresa dura poco, perché la contraerea inizia a sparare anche contro di loro. Non ci vuole molto per recuperare. Tutti i Macchi entrano in zona, anche i caccia di scorta che sparano con i cannoni da 30 mm contro le difese antiaerei e pare che mettano KO un lanciamissili Rapier, cosa già accaduta pare, con i G.91. Però il tiro da terra non è meno letale, anche se i Macchi 326K hanno delle blindature extra (ma non il parabrezza). La potenza di fuoco da terra distrugge due dei Macchi, uno con un Blowpipe, l'altro addirittura con un razzo LAW-80 tirato da meno di 200 metri di distanza! Gli altri aerei salgono in quota e cominciano a sganciare bombe, ma nonostante il lancio anche di chaff e flare, ben poco riescono ad ottenere contro la difesa ottica inglese, anche se disturbano un pò i radar nemici; il tiro dei Rapier è preciso e puntuale come sempre (probabilmente c'é anche la batteria Tigercat che molti aeroporti hanno, ma non è chiaro che tipo di risultati ottenga, forse nessuno a parte fare un pò de caciara) e abbatte un altro Macchi, più un altro dopo il bombardamento. Però, malgrado tutto, altre 4 bombe sono andate a segno, 3 esplose. Quindi, hanno fatto forse più danni questi ultimi otto bombardieri che tutti gli altri messi insieme!
Appena usciti dalla zona di fuoco, i Macchi, tutti duramente colpiti dalla contraerea leggera, vengono attaccati dai caccia Harrier; uno dei Macchi 326 viene abbattuto con i cannoni, però anche un Harrier viene centrato da un Kukri lanciato da un Macchi 326! Così siamo pari.
E in tutto abbiamo almeno 5 MB.326K su 12 persi (4 dalla flak), dunque non proprio una passeggiata, ma almeno più dannosa delle altre per il nemico.
La battaglia è oramai finita. Almeno per adesso.
In giro ci sono rottami dappertutto. Ma la base, pur avendo incassato otto bombe da 500 lb, ben poco ha subito davvero. I piccoli crateri non possono mettere fuori uso le piste in maniera definitiva; gli Harrier specialmente, non hanno problemi in questo. La situazione per gli Hawk è leggermente peggiore. Nonostante questo, si decide di farli atterrare sulla base sfruttando, circa 30 minuti dopo la fine degli attacchi, un settore non danneggiato di circa 22x1040 metri, nella pista secondaria, visto che solo 3 bombe l'hanno colpita a 800, 1400 e 1500 metri; mentre altre 5 sono cadute lungo la pista principale probabilmente a 0,8, 1,4 e 2,2 km. Nell'insieme non sono stati danni eccessivi.
E gli attaccanti? Hanno subito danni micidiali. La formazione antiradar ha causato la messa KO di almeno due radar, ma ha perso un Macchi 326.
Le formazioni d'attacco, invece, hanno subito:
-1a, perdita di 9 MB.339 (su 12), più 6 G.91R (su 12)
-2a, perdita di 6 MB.339 (su 12), più 3 G.91R (su 12)
-3a, perdita di 5 MB.326K (su 12), inclusi 2 con i missili V-3B (dalla flak)
-4a (antiradar), perdita di 1 MB.326K (su 12+ 2 PD808)
In tutto, dunque, questa serie di attacchi ha visto coinvolti ben 74 aerei italiani, ma di questi ben 30 sono stati abbattuti: un mezzo disastro! Solo 2 caccia inglesi sono abbattuti di rimando. 10 Macchi 339 sono stati abbattuti dalla flak (quasi sempre missilistica), così come 4 Macchi 326K e 2 G.91R, totalizzando ben 16 aerei abbattuti, più 14 distrutti dai caccia (5 MB.339, 2 MB.326K e 7 G.91R). In tutto 33 aerei hanno scavato buchi in giro per la zona di battaglia, e 30 di questi sono italiani, più due Hawk e un Harrier inglesi.
A parte i 3 caccia perduti, gli aerei italiani hanno messo KO due radar e hanno colpito con almeno 8 bombe le piste di volo della base, oltre a distruggere/Ko due lanciamissili Rapier. Discreto risultato, ma un pò poco per giustificare la perdita di 30 aerei, che tra l'altro sono circa il 40% dei partecipanti! I Macchi 339 che hanno attaccato direttamente la base, poi, hanno avuto oltre il 60% di perdite, e in generale ben 29 aerei su 60 sono quelli perduti per gli attacchi diretti, un soffio dal 50%.
Nell'insieme le difese inglesi hanno retto, mentre l'arma d'attacco italiana si è spuntata vistosamente, perdendo quasi il 10% di tutti i Macchi 339 disponibili in questa sola serie di attacchi!
Tra aerei distrutti, inefficienti o danneggiati non ci sarebbe stato alcun modo pratico per ripetere l'attacco successivamente, almeno non con le stesse modalità: come minimo, sarebbe stato necessario farsi rinforzare da aerei provenienti dalle unità delle retrovie, cosa non proibita visto che non intaccano le riserve strategiche giornaliere.
E questo era il solo attacco alla base M.1!
Per farla breve, non è che con le M.2 ed M.3 sia andata tanto diversamente, ad ogni modo.
L'unica differenza pratica è che negli altri due casi la 2a ondata era fatta da un misto tra G.91R e Macchi 326K, anziché G.91R/MB.339.
Ma questo sarebbe stato sufficiente per fare la differenza? Anche la presenza di MB.339C in almeno una delle ondate d'attacco non ne fa molta, anche se aiutano molto nella capacità di navigazione.
M.2
La difesa della M.2 è data da un intero set di caccia: due squadroni interi di Harrier,
e non bastando questi, pure gli Hunter omaniti (= missili AIM-9P!)
Questo, assieme ad una distanza maggiore di prima da 140 a 180 km, non può che causare 'qualche problema' ai cacciabombardieri italiani.
Questo lo si vede rapidamente nel corso della 1a ondata: ci sono già almeno 18 caccia inglesi in aria, e diventano subito trentasei quando scatta l'allarme. Uno dei jet Bae 125 segue la formazione italiana, viene 'scacciato' da due G.91R che si sono accorti della sua nefasta presenza, ma è troppo tardi: mentre questi sono impegnati a far allontanare l'aereo inglese (che prudentemente, guadagna subito quota e vira, ben sapendo che al nemico non conviene seguirlo in alto), a quel punto arrivano ben 4 Harrier che attaccano sia i 4 G.91 di scorta rimasti, che due dei Macchi 326K della formazione. Battaglia durissima, a cui poi si aggiungono gli stessi G.91R momentanamente allontanatisi. Gli Harrier hanno già abbattuto un G.91R con i missili e stanno abbattendo anche un Macchi 326 a cannonate, quando tornano i G.91R e abbattono a loro volta un Harrier facendo scappare l'altro.
Ma la gioia dura poco, perché a quel punto arrivano altri 2 Harrier e distruggono, ciascuno, un G.91R con i missili. La battaglia sta volgendo già al peggio, quando le avanguardie si trovano sbarrata la strada dalla presenza di 4 Hawker, che ingaggiano una feroce battaglia contro i G.91R, finita 1-1, entrambi i casi a cannonate, pare.
Nel frattempo, due Harrier sono arrivati a protezione dei siti radar e prontamente vengono dirottati a dare la caccia contro gli incursori italiani, in questo caso i G.91R-3 (o R-4?) portoghesi, in associazione con due PD-808GE. La battaglia è durissima, perché gli Harrier scacciano una prima formazione di G.91R abbattendone uno, e poi attaccano una seconda formazione, scacciando anche questi aerei, dopo di che vanno anche a cercare i PD-808 che stanno emettendo disturbi una trentina di km avanti. Questi pensano bene di ritirarsi prima che sia troppo tardi e si allontanano, lasciando i due G.91R che li proteggono direttamente a vedersela con gli Harrier. Un Harrier abbatte un G.91 con un missile, anche se l'altro G.91 abbatte l'Harrier.
La contraerea non è da meno e riesce a fare centro su numerosi MB.326, che malgrado un minimo di sistemi ECM, sono pur sempre molto vulnerabili. Già il primo quartetto, come si avvicina e supera la 1a fascia, si trova contro complessivamente 3 Rapier e 4 Blowpipe, più altri 2 Rapier, 2 Javelin e 3 Blowpipe appena arriva alla 2a fascia! E poi c'é la terza: 2 Rapier, 3 Tigercat e 2 Starbust! Uno dei Macchi viene abbattuto da un Rapier e gli altri tre scappano senza riuscire a sganciare una bomba nell'intero perimetro aeroportuale! Il secondo quartetto subisce almeno 8 lanci SAM prima di arrivare in zona di sgancio con due degli aerei, uno dei quali poi abbattuto dal lancio di altri 4 missili durante la ritirata! Il duetto rimasto, invece, viene attaccato da solo 3 missili e li evita, sganciando le bombe sulla pista, impresa epica ma pagata subito dopo con la perdita di un aereo dovuta ai 5 missili lanciatigli contro mentre si ritira, assieme ad una moltitudine di proiettili di ogni sorta!
Dei 10 aerei rimasti in azione, 3 vengono abbattuti dalla contraerea missilistica: due dai Rapier e uno dai Javelin; la potenza di fuoco da terra è tale, da danneggiare tutto quel che trova in aria, tanto che solo 4 Macchi arrivano sull'obiettivo e sganciano 8 bombe da 250 kg (o 227?), ma dato il basso angolo, 3 vanno fuori bersaglio e 2 altre non esplodono, per cui i danni sono limitati. Le difese britanniche hanno lanciato, solo considerando i SAM, almeno 41 missili!
Ma, come abbiamo visto, non è certo un grosso problema, per i britannici, il consumo di SAM; persino quelli presenti pronti al lancio non sono che intaccati marginalmente, essendoci almeno 144 Rapier pronti al tiro più circa 60 MANPADS e 12 Bloodhound, più altri 18 Tigercat!!!
E gli Hunter? Ci sono, ci sono. Appena usciti dalla zona, i Macchi si trovano cacciati dagli Hunter, e ne nasce una gigantesca zuffa, tra almeno 5 Macchi e 4 Hunter. Gli Hunter, usando i Sidewinder, abbattono un solo Macchi, ma poi passano ai cannoni e malgrado la loro agilità, i Macchi subiscono altre due perdite, anche a causa dei danni subiti dalla contraerea. A loro volta, peraltro, riescono fortunosamente ad abbattere un Hunter che aveva sottovalutato la loro agilità a velocità ridotte e li aveva sorpassati. L'aereo riesce ad eseguire un atterraggio d'emergenza perché il pilota non voleva perdere un prezioso Hunter omanita, ma poi va distrutto dalle fiamme che avevano cominciato a bruciare già in aria. Peccato. Ad ogni modo hanno abbattuto ben tre altrettanto preziosi Impala Mk 2.
La seconda ondata non è meno dannata della 1a: sebbene solo 4 Harrier riescono a posizionarsi tra loro e la base, è perfettamente abbastanza per scomodare tutti i G.91R della formazione ad occuparsi degli Harrier: infatti per un errore di comunicazione, entrambe le pattuglie vedendo gli Harrier pensano bene di entrare in azione. Tra l'altro non ottenendo molto e subendo la perdita di un G.91 senza contropartita, malgrado l'inferiorità numerica.
Lo sbaglio risulta chiaro quando poi i Macchi 339 arrivano sul bersaglio: a parte il diluvio di colpi, uno dopo l'altro i Macchi vengono beccati dalle pallottole, ma vengono quasi tutti inquadrati dai missili ed eliminati. Il primo quartetto viene sterminato mentre fa la cabrata e livella, sotto tiro da almeno due batterie di Rapier; il secondo subisce due perdite e fallisce la mira con uno dei suoi aerei (l'unico che riesce a provare l'attacco) e il terzo è l'unico che riesce a bucare le difese, mettendo a segno 3 bombe dopo avere perso un aereo in avvicinamento, e prima di perderne un altro. Le perdite in dettaglio sono quindi ben 8 su 12, di cui 5 per i Rapier, 1 per il fuoco di armi leggere e 2 per manpads: 1 Javelin e 1 Starbust.
Usciti da quella bolgia infernale, gli aerei vengono spazzati via da due Hunter e due Harrier, che inseguono i Macchi malmessi da schegge e proiettili. Ne distruggono tre (due dagli Hunter con i cannoni, uno dagli Harrier con missili) e l'ultimo, danneggiato seriamente, riesce a scappare solo perché tornano i G.91R e mettono in fuga l'Harrier.
Anche se incredibilmente, solo un G.91 è andato perduto, al contrario, solo un Macchi 339 è tornato!!!
E la cosa è anche peggiore se si considera che molti di questi Macchi erano del tipo C (questo era infatti il gruppo 'misto'). Non ha fatto differenza: senza RWR e Sidewinder erano vulnerabili più o meno come gli altri.
La terza ondata è stata fatta dai soliti e fugaci Macchi 326K, stavolta della base S.14. La loro efficacia potrebbe peraltro essere migliore. Arrivati alla spicciolata, anche per ragioni di navigazione non troppo precisa, riescono a fare poco perché la loro tecnica d'attacco è molto simile a quella dei Macchi 339: una volta saliti in quota (con un aereo nettamente più pesante e con una potenza minore, perché hanno il Viper 540 anziché il 680), si affidano solo ai chaff, ma i Rapier e i Javelin non si fanno ingannare: tutti e 4 i primi attaccanti vengono eliminati in meno di 20 secondi, 3 dai Rapier e 1 dai Javelin. Un altro viene abbattuto dal fuoco dei cannoni da 30 mm di un plotone di Fox, e il resto della formazione di squaglia sotto il tiro di almeno 7 missili di vario tipo, e così la seconda formazione, che attacca un pò più in basso della prima, fallisce l'azione.
Nel frattempo la sezione da difesa aerea sta lottando contro i caccia nemici: due Hunter si sono messi in caccia dei temibili Macchi Impala Mk 2, ma questi sono quelli con i missili Kukhri e riescono ad abbattere uno degli Hunter! L'altro è pure danneggiato dalle schegge di un missile, ma non troppo gravamente, anche se per il resto della giornata non sarà operativo. Mal gliene incoglie, dunque!
Ma nel frattempo, arrivano anche 2 Harrier e stavolta l'hanno vinta loro, abbattendo un
Macchi 326K.
Nel frattempo, i 3 superstiti della formazione, che ha fallito totalmente l'attacco, riescono a scappare senza ulteriori danni, scortati dai loro compari.
Finita la strage, ecco che i numeri parlano chiaro:
Antiradar: 2 G.91R (dagli Harrier) su 12 (più 2 PD-808)
-7 Macchi 326K su 12 (3 dalla flak) e 4 G.91R (su 12)
-11 Macchi 339 su 12 (9 dalla flak) e 1 G.91R (su 12)
- 6 Macchi 326K su 12 (5 dalla flak), 2 del tipo missilistico
Totale: 13 Macchi 326K su 24 e 7 G.91R su 36, 11 Macchi 339 su 12.
Degli aerei direttamente mandati sull'aeroporto: 30 su 60, anche stavolta stiamo sul 50% (!!!!!) su un totale di 32 su 74.
Perdite UK: 2 Harrier e 3 preziosi Hunter omaniti.
Per quel che riguarda il totale dei missili lanciati, va detto che già la prima formazione ha ottenuto come si è visto, 41 lanci di SAM; la seconda, non essendo da meno ha totalizzato non meno di 37 SAM, e la terza, pur essendo meno impegnativa (apparentemente) ha subito il lancio di almeno 22 missili, totalizzando un valore di circa 100 SAM esatti (!!!) di cui almeno 44 Rapier. Questi missili hanno tuttavia abbattuto la quasi totalità dei 17 aerei perduti dagli italiani per questa sola causa.
I britannici hanno operato bene con i caccia, come del resto era facile attendersi, visto che hanno ottenuto 13 vittorie contro 6 perdite; gli Hunter, che hanno subito particolarmente, hanno ottenuto ben 6 vittorie.
M.3, Lightning contro tutti!
La N.3, a 190 km, è con un 1 squadrone di Lightning e 2 di Jaguar (entrambi mandati in missione).
La difesa a terra è simile alle altre e anche l'esito prevedibile è sostanzialmente simile agli altri. Però la difesa aerea è fatta da un solo squadrone di Lightning, quindi un nemico del tutto diverso rispetto agli altri.
Mentre gli attaccanti sono più o meno come al solito, inclusa la solita fastidiosa formazione di caccia d'attacco antiradar, scortati da due PD-808GE che, tanto per cambiare, arrivano per primi sui loro obiettivi.
Dato che l'offensiva aerea nemica sarà prevedibilmente potente, i Lightning da soli difficilmente potranno farcela e così è stata aggiunta una seconda unità, gli Harrier (non è chiaro se GR.3 o AV-8) provenienti da una base secondaria, la S.7. Questa è però assai lontana, ben 240 km circa, limitando le possibilità degli Harrier di intervenire in difesa della base principale. Ma un AV-8A è capace di restare in aria per quasi 2 ore persino senza serbatoi da 450 litri a bordo, per cui un tempo di pattugliamento di almeno 1 ora è possibile, volando essenzialmente a media quota, e questo rende possibile mandare pattuglie piuttosto consistenti assicurando in maniera continuativa la protezione all'aeroporto. A quel punto vengono inviati pattuglioni di 6 Harrier (come valore massimo), mentre altrettanti restano a terra pronti per dargli il cambio oppure, in caso di battaglia, per dar loro manforte, con l'ovvia limitazione di circa un quarto d'ora di tempo per arrivare in zona, che può o non può essere un valore importante, dipende essenzialmente dalla situazione (magari non arrivano in tempo per incontrare la prima serie di attacchi, ma possono farlo con le successive). Essendo disponibili 6 Harrier, a quel punto i 6 Lightning mantenibili in aria vengono inviati in avanti, sulla triplice catena di radar difensivi, posti a 30, 60 e 90 km dal confine (valori approssimativi!) per difenderli meglio e possibilmente, intercettare le prime ondate d'attacco. In questo modo la situazione dei 24 caccia disponibili è questa: 1) 6 Lightning in pattuglia davanti alla base, nella zona delle catene radar, ovvero ad almeno 90 km di distanza 2) 6 Harrier in difesa ravvicinata della base, probabilmente a non più di 18-27 km 3) 6 Lightning pronti al decollo in 2-3 minuti dall'allarme, sulla base stessa 4) altri 6 Harrier pronti al decollo sulla base S.7.
I primi che arrivano sull'obiettivo sono i fastidiosi G.91R da attacco antiradar. I Lightning si portano rapidamente al contrasto degli attaccanti. Nel frattempo, a terra, appena una formazione nemica viene avvistata, le difese si attivano. I soldati si portano ai posti di combattimenti, mentre i 12 blindati lanciano granate fumogene verso il radar, coprendolo con il fumo in pochi secondi, e addirittura lanciando dei fumogeni anche dove il radar non c'é (probabilmente in questo caso si usano un paio di mortai da 51 mm), per simulare un'altra zona dove si nasconde il radar e confondere gli attaccanti. A parte questo, i blindati azionano le mitragliatrici e così i soldati, con circa 400 tra mitragliatrici e fucili, schierati a triangolo o quadrilatero (a seconda di quante sono le compagnie) attorno al radar. Inoltre vengono attivati i due lanciamissili portatili SAM nonché eventualmente le armi c/c tipo missili o lanciarazzi, per aiutare a confondere un altro pò le idee agli attaccanti.
I Lightning si portano alle volte in azione giusto all'ultimo minuto utile. Una delle coppie di G.91 arriva vicino ad un radar, pronta ad attaccarlo con i lanciarazzi (le bombe a grappolo pare siano troppo pesanti per essere portate su distanze così elevate), ma uno degli aerei deve deviare per via di almeno un missile diretto contro di lui, mentre l'altro attacca tirando sia i razzi che i proiettili da 30 mm, senza però fare danni eccessivi al radar stesso. La parte più in basso del sistema, quella con le attrezzature di controllo, è protetta da sacchetti di sabbia, mentre l'antenna è abbastanza facile da riparare e può incassare danni consistenti. Infatti, pur essendo colpita da qualche proiettile da 30 mm e forse anche da un razzo da 70 mm, non ha danni seri e può continuare ad operare praticamente in maniera ininterrotta, tanto che in seguito contribuisce anche ad avvistare gli aerei nemici delle ondate d'attacco. Per quando i G.91 tornano indietro per continuare l'azione, incerti se hanno ottenuto qualcosa (l'antenna ha cessato le emissioni, ma era così anche prima dell'attacco, quando gli aerei erano ancora a 8-10 km e già cominciava a formarsi una nube alta 20-30 m e lunga 100-120 m di fumo denso), ecco che all'orizzonte si stagliano i Lightning in arrivo veloce. I Gina avevano ordine di mettere KO i radar nemici a qualsiasi costo, ma visto che hanno portato alcuni colpi e che il radar non trasmette più, possono essere anche ... soddisfatti e così tornano indietro, volando radenti, per evitare l'incontro con i Lightning, che volando ad alta quota ed essendo molto più grossi di loro, malgrado il radar di bordo non li hanno visti mentre al contempo sono stati avvistati dai Gina. In ogni caso hanno almeno evitato il peggio.
Non sembre è andata così, ovviamente, ma questo vale anche per i G.91R: infatti, uno di essi è stato abbattuto da un MANPADS (forse un Blowpipe) durante uno degli attacchi. I Lightning, invece, direttamente non hanno abbattuto nulla, ma hanno scacciato almeno 4 Gina dagli aeroporti.
In ogni caso, due Lightning, dopo avere messo in fuga una coppia di G.91R da un radar che si apprestavano ad attaccare, fanno poi il 'colpaccio'. Infatti, i due PD-808 entrano più del dovuto nello spazio aereo inglese per supportare le azioni di penetrazione degli aerei italiani, specie della 1a ondata d'attacco; ma i Lightning li vedono e si buttano in picchiata contro di loro. Malgrado la scorta di ben 4 G.91R, riescono ad abbattere uno dei PD-808 e a mettere in fuga l'altro, con un deciso attacco con i cannoni, portato fino quasi a bruciapelo e riprendendosi a meno di 20 metri da terra. Non male davvero! Questo colpaccio salva la situazione perché poi i velivoli italiani non possono ancora contare su questo supporto elettronico, proprio mentre stanno oramai attaccando la base. La permanenza dei PD808 è durata anche troppo, e per uno diventa perenne, sul territorio nemico.
Mentre queste battaglie iniziano ad accendersi, a 90 e passa km di distanza la base si attiva. C'é ancora molto tempo ma comunque ben poco se ne perde: la strategia comporta di lanciare i 6 Lightning dalla base stessa, e al contempo chiamare gli Harrier da quella secondaria. Se questi restano a corto di carburante, non c'é problema a farli atterrare sulla stessa base M3 (il distinguo è nel fatto che non possono operarvi fin dall'inizio, essendo basati sulla S.7).
Così, quando la prima formazione di Macchi e Fiat arriva sulla base, trova già 12 intercettori, diversi dei quali rapidamente si dirigono addosso alla formazione ed ingaggiano quasi tutti i G.91R; però non possono toccare i primi Macchi. La M3 è attaccata dai 12 MB.339A e da 2 G.91R. Questi ultimi sono armati solo con i 30 mm, per cui tutto quel che possono fare è cercare di 'distrarre' la contraerea. Questa si dimostra molto coriacea e compatta, tanto che al secondo tentativo di attacco, un missile (quasi sicuramente un Rapier), abbatte un Gina e a quel punto anche l'altro si allontana. Non è chiaro se abbiano causato danni, ma se sì, poca cosa, anche se probabilmente avranno mirato per mitragliare i lanciamissili, specie quelli più rarefatti della 3a fascia. Ma questo non cambia molto il risultato complessivo...
A quel punto arrivano i Macchi 326K (Impala Mk 2). Questi ultimi hanno due tank e due Mk 82 e volano radenti sui 400 nodi. Da terra però iniziano a sparargli un'enormità di proiettili e di missili di ogni sorta. I Macchi cabrano praticamente nella zona dove si trova il 2o anello di difesa e quindi vengono crivellati di pallottole. Uno di loro abbandona la cabrata per una perdita di potenza, forse dovuta al fuoco antiaereo o a qualche esplosione vicina, in ogni caso dismette l'ascesa a 900 m circa AGL; un altro vede un missile in avvicinamento e si butta in picchiata per evitarlo prima che sia troppo tardi. Ne restano solo due, che si dirigono verso il centro della base, ma solo per essere messi sotto tiro da un'intera batteria di Rapier. Vengono entrambi abbattuti da una salva di almeno 6 missili, più 2-3 MANPADS.
Una seconda formazione di Macchi non ha più fortuna, anzi, viene prima crivellata di colpi da terra, tanto che uno di loro viene abbattuto, e poi ascende solo per trovarsi anch'essa attaccata, come i compari meno di 60 secondi prima, dal tiro dei missili britannici.
Bisogna dire che molto probabilmente, le disposizioni delle cinture difensive delle basi di 1a fascia vedono il 2o anello come più denso di fucilieri, proprio perché si ragionava, correttamente, che date le armi disponibili, gli attaccanti avrebbero dovuto quasi certamente eseguire un'azione in picchiata, il che significa che avrebbero dovuto prima cabrare, presumibilmente non prima di passare il 2o anello; del resto se così non fosse, avrebbero dovuto sottostare per troppo tempo (oltre 30 secondi) al tiro dei SAM senza alcuna copertura dal terreno; di fatto, gli unici due profili plausibili erano quello da media quota, 900 m (con salita almeno 5 km prima) e sgancio da 600 a circa 30°; oppure 600 m (con salita da almeno 3-4 km) e sgancio da 450 m, a soli 15°; altri profili sono possibili, ma se si vola interamente a volo radente è impossibile sganciare bombe a caduta libera sotto i 300 metri; si può scendere a 120 solo andando a tutto gas e sopratutto, nei 4-5 secondi prima dell'esplosione, salendo subito in cabrata; che è sempre meglio che arrivare in volo rettilineo a 300 metri costanti, ma comunque espone parecchio l'aereo ai SAM. Infine, c'é il profilo 'skip-bombing' che può essere eseguito anche a 10-11 metri, ma è solo per bombe a scoppio ritardato e non ha alcun valore contro le piste di volo, specialmente non da quella quota così ridotta.
Quindi i Macchi 326K cercano di sfruttare la potenza del loro Viper per salire fino a circa 800-900 m AGL per poi buttarsi in picchiata a circa 360 kt e 30°, sganciando sui 600 metri. Ma dove vogliono andare?
La 2a formazione ha già perso uno dei suoi elementi, gli altri hanno preso un diluvio di pallottole e hanno probabilmente tutti oltre 50 impatti a bordo, incluso parabrezza e tettuccio, bersagli facili per i fucilieri (e certamente, anche se garantisce maggiore visibilità, il '339 è più vulnerabile del 326, e in particolare, del '326K). La formazione perde poi ogni speranza quando da terra salgono almeno 8 SAM contro di essa, andando a schiantarsi contro gli aerei proprio mentre questi, circa 10 secondi dopo l'inizio della salita, hanno oramai perduto gran parte della velocità iniziale e sono quasi 'fermi' a mezz'aria (salire in 10 secondi di circa 800 metri e con l'aereo caricato con due Mk 82 e due tank non è uno scherzo, per un Macchi 339A). Il risultato è che due di questi vengono abbattuti ancora una volta, e l'altro svicola evitando almeno un missile. Peraltro, uno dei due Macchi viene abbattuto sì, ma solo dopo avere evitato un missile e poi sganciato le bombe mentre punta verso la pista dopo essersi messo in una picchiata prematura. Per quanto improvvisata, questa manovra riesce effettivamente a centrare la pista con almeno una delle due bombe. L'aereo, però, non va lontano e viene abbattuto subito dopo da un altro missile, bisogna dire che dei SAM ne sono stati lanciati almeno 20 ottenendo 5 centri, e questo solo considerando quelli dell'anello interno.
L'ultima formazione di Macchi 339A non ha molta miglior fortuna: due vengono intercettati dagli Harrier prima che arrivino nella zona del campo, e vengono costretti alla fuga, anzi uno di essi è abbattuto. Su 12 aerei questi sono gli unici che vengono beccati, dei 'Macchini'. Non molti davvero, ma sempre meglio di nulla. Specie perché, rimasti in appena due, i '339 della 3a ondata vedono quel che è successo ai loro compari e non ne sono particolarmente soddisfatti, oltre che essere costellati di pallottole. La potenza di fuoco nemica, però, anche in questo caso si sprigiona sopratutto come missili e appena i Macchi salgono, vengono ingaggiati da almeno 4 Rapier e 3 altri missili minori. Uno viene abbattuto e l'altro scappa.
In tutto, le difese aeree hanno eliminato un gran numero di attaccanti: 1 dei 2 G.91, e almeno 6 dei 10 Macchi 339 che sono riusciti a raggiungere la base; solo le difese interne hanno tirato oltre 20 missili, se la cifra di cui sopra è corretta solo per quelli del 3o anello, allora sono almeno 27 missili, ma probabilmente la stima è per difetto. Certamente, l'intera base ha tirato oltre 50 SAM e ha abbattuto presumibilmente 6 aerei (Pk circa il 10%). Con le sole due batterie interne è possibile già ottenere almeno 48 Rapier pronti al tiro, tanto per dirne una.
E ricordiamo, che per un aereo in volo a 120 metri, persino con un ostacolo altro 20 metri e a 400 m di distanza, è visibile da circa 2,4 km (quota minima di sgancio con cabrata successiva, ma solo a 400 kt, che è troppo per i Macchi 326K ma abbastanza per i '339), a 300 metri sei visibile da 6 km (quota minima per evitare le schegge), a 600 m da 12 km (vertice della cabrata per l'attacco in 'planata') e a 900 m da ben 18 km (vertice dell'attacco in picchiata con angolo di 30°). Finché voli a 30 metri, invece, la distanza di scoperta è di appena 600 metri, al di sotto della gittata minima di molti tipi di SAM!
Gli aerei della difesa, poi, non si lasciano scappare i pochi Macchi superstiti, inseguendoli, approfittando che sono danneggiati, e poi abbattendone due, del totale dei 4 superstiti della base. I caccia hanno anche abbattuto altri 3 G.91, totalizzando non meno di 9 Macchi su 12 (75%!) e 4 G.91R (33%). La pista principale ha riportato danni a circa 1.800 m e questo è tutto quel che gli italiani sono riusciti ad ottenere da questo sacrificio, almeno 13 aerei su 24 abbattuti!
La seconda ondata va più o meno nella stessa modalità di azione e ottiene più o meno gli stessi risultati. Il primo attacco è durato a stento 3 minuti complessivi. Ma il secondo arriva circa 10 minuti dopo. Nel frattempo i Rapier sono stati prontamente ricaricati. Però sono giunti anche i 6 Harrier di rinforzo, bisogna considerare che probabilmente qualche caccia intercettore è stato abbattuto o danneggiato, ma di sicuro le difese a questo punto sono rinforzate, malgrado qualche eventuale danno di quelle a terra.
La situazione, in effetti, non è simpatica e peggiora perché stavolta la difesa inglese traccia continuamente la formazione italiana, dato che essa è seguita da un aereo britannico, non è chiaro se un velivolo apposito, come il BAe 125, oppure un aereo da caccia. In ogni caso, è prontamente intercettata da almeno 10 caccia inglesi di vario tipo, che la sgominano largamente, tanto che solo 8 Macchi 339 arrivano sull'obiettivo. E non ne sono particolarmente contenti, perché come iniziano a salire di quota per eseguire l'attacco finale, vengono caricati di sberle dalle difese terrestri. Le batterie di Rapier interne colpiscono ben 3 Macchi, un altro viene abbattuto da uno Starbust, un altro ancora dai Rapier tirati dalle batterie intermedie. Non c'é un singolo aereo che riesca a completare l'attacco: dei 4 iniziali, uno viene abbattuto dai missili intermedi e degli altri 3, 2 sono prontamente eliminati dalle salve di missili Rapier interni, mettendo in fuga l'ultimo superstite.
La seconda ondata viene accolta più o meno allo stesso modo: uno deve mollare l'avvicinamento perché agganciato da un missile già prima di iniziare la cabrata, gli altri riescono a farcela, ma uno viene abbattuto mentre sta salendo e gli altri due vengono attaccati contemporaneamente da altri cinque SAM, uno dei quali centra un Macchi e l'altro, invece, ne evita due, per poi scappare evitando in qualche modo anche un terzo missile lanciato più tardi. Un disastro!
E così finisce anche la 2a serie di attacchi, con 5 G.91 e 7 Macchi abbattuti.
Poi, però, arriva, come sugli altri aeroporti, la 'sopresina', ovvero i Macchi 326K (Impala Mk 2) della 3a ondata. Questi riescono a dribblare le difese esterne, ma anche qui, non possono fare molto per evitare quelle più interne. I 10 cacciabombardieri e 2 caccia di scorta sono riusciti a presentarsi compatti e si avvicinano, anche, tutti quanti alla base. I due caccia di scorta, pur avendo solo i cannoni e missili, si uniscono per cercare di aiutare i cacciabombardieri, mitragliando anche gli obiettivi a terra. Si danno da fare tanto, sì, che uno di loro viene abbattuto dalle difese dell'anello intermedio.
Gli altri 10 Macchi sono quelli pericolosi, con le loro due bombe classe 250 kg (Mk 82 o simili). Salgono in quota, ma solo fino a circa 600 metri, per poi sganciare a 450, con un angolo di picchiata ridicolo, sui 15°. Non è molto, ma è tutto quel che possono fare, essendo sia più pesanti, che meno potenti dei normali Macchi 339A. Ad ogni modo, la sorpresa dura poco: la prima sezione di 4 Macchi 326K viene ingaggiata e anche se non c'é molto tempo (circa 15 secondi), fa più o meno la fine delle altre, con ben 3 aerei abbattuti su 4. Però uno di loro colpisce la pista principale, prima di essere abbattuto, a circa 1.500 metri.
Poi arrivano gli altri, che vengono anch'essi accolti dal lancio di diversi SAM, con un totale di 4 missili lanciati. Però sono pochi e solo un Macchi viene abbattuto. Degli altri, due riescono a fare centro sulla pista principale a 300 m, e su quella secondaria pure verso i 300 metri. Evidentemente le difese erano troppo concentrate sulla sezione precedente. Poi si buttano a terra per evitare le difese pienamente allertate, ma uno viene abbattuto praticamente all'estremità del campo d'aviazione, centrato dalla 1a fascia difensiva con un missile.
Non ripetono l'errore con l'ultima coppia di aerei. Blindati, ma pur sempre crivellati di colpi, salgono per l'attacco finale, ma vengono ingaggiati contemporaneamente da numerosi sistemi d'arma. Si sa anche quanti: 3 lanciatori Rapier dell'anello interno, altri 2 di quello esterno, più rispettivamente un Javelin e 2 Starbust, e due Blowpipe (per l'anello esterno). Non pare che vi fossero anche i Tigercat, ma non è detto che la loro presenza non fosse reale, ma solo non segnalata. Ad ogni modo, con tutti questi missili, entrambi gli Impala vengono abbattuti prima ancora di sganciare le loro bombe: le ECM che avevano non hanno effetto e nemmeno i sistemi d'allarme funzionano a sufficienza. Specie se poi hai almeno 5 missili contro in meno di 20 secondi di volo!
I pochi Impala superstiti si allontanano e vengono inseguiti dai caccia inglesi, che ne abbattono un altro, ma evitano di esporsi più di tanto per il rischio di essere beccati dai missili nemici, che indirettamente sono stati utili per la difesa della formazione, benché uno dei dodici, preziosissimi Impala BRENDA è stato abbattuto.
In tutto, quest'ultima formazione ha perso 3 aerei della 1a ondata, 2 della 2a, 2 della 3a, più un caccia di scorta (praticamente 1a ondata) e un altro (non è chiaro di quale ondata, ma certamente... non della 3a) abbattuto dai caccia in fuga. Totale, ben 9 velivoli su 12, preziosi Impala Mk 2. Però sono stati quelli che hanno fatto più danni.
In tutto, le tre formazioni di 60 aerei italiani hanno perso 12 Macchi 339, 11 G.91R, e 9 Macchi 326K, totale ben 32 velivoli su 60. Il danno maggiore, a parte qualche perdita subita dalle difese di terra e d'aria, è quello fatto alla pista principale, a 300, 1500 e 1800 metri, nonché anche a quella secondaria, con danno a 300 metri circa (dalla testata pista). Però, anche così è possibile trovare ben due spezzoni da 1.200 metri circa ancora intatti, più uno da 1.700 in quella secondaria. Più che sufficienti per un atterraggio a pesi leggeri per i Lightning, per non parlare dei Jaguar e degli Harrier. E così la pista non è stata nemmeno totalmente messa fuori uso. Diversi Lightning atterrano pochi minuti dopo la fine della battaglia, oramai hanno troppo poco carburante per arrivare alle piste alternate, ma inchiodano al meglio che possono e riescono a fermarsi pur con i detriti ancora in pista. Soltanto uno riporta danni, ma non gravi (pneumatico forato, non è chiaro se un carrello ha ceduto), per via di un detrito arrivato più lontano del normale. Tutt'attorno, invece, c'erano i rottami fumanti di 32 aerei italiani, tra cui in particolare ben 12 Macchi 339 (il 50% esatto degli attaccanti) e 9 Macchi 326K (addirittura il 75%), i quali ultimi avevano comunque ottenuto i 3/4 dei danni registrati dalla pista. Anche se, ovviamente, è stato sopratutto merito delle incursioni precedenti. In tutto la battaglia non è durata più di circa 30 minuti al massimo. E' importante sottolineare come dei 36 cacciabombardieri Macchi, soltanto 4, ovvero 1/9, è riuscita a bombardare le piste, mentre quasi il 90% sono stati respinti senza che ci riuscissero. Questo ha di fatto salvato la base, visto che delle 72 bombe disponibili, non più di 8 sono state messe a segno. Inoltre, tutte le bombe andate a segno sono state sganciate con un angolo ridicolo e hanno impattato a velocità e angolo troppo ridotti: 25° (a, forse, 400 kt) non sono 40° (a, forse, 450 kt) e così la penetrazione delle piste in cemento non è stata di fatto possibile, causando crateri molto superficiali e facili da riparare. L'unica cosa positiva del bombardamento in picchiata è che le bombe hanno tempo di armarsi e impattano ad angoli sufficienti, così che i 'dud' sono rari; eppure, dati gli angoli in gioco, non è nemmeno certo che tutte queste bombe siano effettivamente esplose oppure siano rimbalzate sulla pista. Ma tanto, a quel punto, non fa nemmeno una gran differenza.
Tutta l'azione ha visto:
- 1 (flak) G.91R su 12, 1 PD808 su 2
- 4 (1 flak) G.91R su 12, 9 Macchi 339 (6 flak) su 12
- 5 G.91R su 12, 7 Macchi 326K (flak) su 12
- 9 MB.326K (8 flak) su 12
I 12 Lightning, pur non brillando, abbattono 3 aerei senza perdite o danni.
Il totale è di 10 G.91R, 1 PD-808, 15 MB.326K e 9 MB.339A persi, ovvero 35 su 74.
Degli striker diretti alla base, solo 24 su 60 sono stati abbattuti, ovvero il 40% esatto (!!!)
I missili della base delle unità SAM, sono stati lanciati in qualcosa come 102 esemplari contro la 1a ondata, 74 contro la 2a, 42 contro la 3a. Il totale che hanno visto lanciato è di ben 218 armi, il che avrebbe dovuto comportare la totale esaustione della forza SAM della base; ma nel tempo complessivo tra un attacco e l'altro, spesso non più di 5-10 minuti, i soldati sono stati molto scaltri nel ricaricare i loro lanciamissili. Per i MANPADS non c'é problema, puoi lanciare anche due missili in un minuto per quanto è facile cambiare il lanciatore. Per i Rapier ci vuole di più, ma probabilmente in 10 minuti puoi ricaricare un lanciamissili quadruplo integralmente. I Bloodhound, invece, sono molto più lunghi da ricaricare, ma non si può avere tutto. I SAM, ad ogni modo, hanno ottenuto qualcosa come 20 vittorie (presumibilmente almeno 1 o possibilmente 2, per il fuoco di armi leggere) ovvero un Pk di circa il 9,2%
Il numero di missili lanciati non è un problema: con oltre 20.000 armi disponibili, vi sono disponibili circa 10 ricariche per ciascun lanciamissili (di oltre 500 considerando solo quelli quadrupli), ogni base di 1a fascia per le sue sei batterie Rapier dovrebbe avere almeno 1.000 missili!
Il risultato di questi attacchi è stato dunque questo:
Base M.1: 30 persi (9 G.91R, 15 MB.339, 5 MB.326K) su 74
Base M.2: 32 persi (7 G.91R, 11 MB.339, 13 MB.326K) su 74
Base M.3: 35 persi (10 G.91R, 9 MB.339, 15 MB.326K e 1 PD808) su 74
Base M.4: 4 persi (AMX) su 6
Base M.5: 8 persi (G.91Y) su 12
Base M.6: 10 persi (G.91Y) su 24
Base M.7: 4 persi (AMX) su 6
Base M.8: 6 persi (AMX) su 12
Base M.9: 5 persi (AMX) su 6
Base M.10: 5 persi (AMX) su 6.
Abbattuti dai caccia (64):
AMX 11
G.91Y 6
G.91R 23
MB.339 11
MB.326 12
PD808 1
Grande totale: 147 (64 caccia +83 flak) persi su 296: solo 26(21c) G.91R su 96; 35(8c) MB.339 su 48; 39(11c); MB.326K su 72; 18 (6c) G.91Y su 36; 24 (11c) AMX (su 36); 1(1c) PD808 su 6.
Perdite dei difensori: 3 caccia per la M.1, 6 per la M.2, 0 per la M.3, un numero non noto ma probabilmente almeno una mezza dozzina per le altre basi (di sicuro 3 caduti contro gli AMX), per tutte le cause (dai Sidewinder degli AMX, all'esaurimento carburante o errori di rotta).
A terra: probabilmente nessun aereo, quasi certamente nessun caccia. Fuoco amico: non è noto, probabilmente nessuno, ma non è certo nemmeno questo al 100%
In ogni caso, è chiaro che gli attaccanti hanno subito molte più perdite dei difensori. Sarebbero stati giustificati, se almeno avessero potuto mettere KO qualche aeroporto, ma nemmeno questo è stato vero, a parte qualche assai inevitabile periodo di chiusura, ma non determinante, tant'é che non risulta che alcun V-Bombers sia dovuto andare sugli aeroporti alternati, almeno non a seguito della chiusura della base principale; al limite, hanno dovuto attendere un extra di 15-30 minuti in aria prima di tentare l'atterraggio su piste corte, ma ancora confortevolmente sicure. L'unico vero cruccio era di non rovinare gli pneumatici o i freni per un'azione troppo energica, per cui era meglio aspettare e se possibile, usufruire di una pista più lunga di qualche centinaio di metri.
Quanto all'analisi di dettaglio delle perdite, i G.91R e i PD-808 sono quelli che hanno subito di meno, e quasi esclusivamente dai caccia nemici (non dovrebbe essere una sorpresa!); i Macchi 326 misti (anche perché alcune formazioni sono state usate da sole), ma comunque sempre per la 'flak', la cui micidiale azione ha salvato molti mq di piste aeroportuali; gli AMX hanno avuto perdite quasi equivalenti, mentre anche i G.91Y hanno subito un rapporto di 2:1 per la contraerea rispetto alla caccia. Nell'insieme la flak si è dimostrata più efficace dei caccia, ottenendo oltre il 61% dei successi. Il sistema d'arma che ha avuto maggiore successo è il Rapier, cosa non sorprendente, seguito dal Sidewinder e dai MANPADS (presi nell'insieme), con ruoli marginali per le altre armi, ma comunque assommanti a diversi successi, come per esempio almeno due Macchi abbattuti dal fuoco delle armi leggere, e qualche successo per missili Tigercat, Bloodhound, cannoni da 30 mm, e pare, anche razzi LAW-80 e missili c/c. Il tiro delle armi leggere, in realtà, è stato ben più efficace delle % di perdite, perché ha danneggiato più aerei di qualsiasi altra arma e ha mandato a ramengo molti attacchi aerei, specie in congiunzione con le altre armi antiaerei e di fortuna, ma comunque usate per questo compito.
Nell'analisi di cui sopra mancano le operazioni dei Mirach, specie i Mirach 100; sicuramente ne sono stati usati almeno qualche decina, sia bersagli che ricognitori, ma i loro reali effetti sono soggetti a speculazione; di sicuro alcuni sono stati abbattuti, anche qui, quasi sempre dalla contraerea degli aeroporti, quando si sono avvicinati (i Rapier in particolare, sono ben versati in questo). Non è chiaro quanto impatto abbiano avuto, ma certo, nulla a che vedere con il loro uso nella valle della Bekaaa del 1982!
Dei missili SAM, si stima che ne siano stati lanciati attorno ai 500 esemplari solo dalle basi di 1a fascia, mentre quelle delle altre hanno contribuito con un numero complessivo lievemente inferiore, ma assomante sicuramente ad oltre 300 unità; quasi il 50% di questi 800 SAM sono Rapier; i missili AAM lanciati sono stati probabilmente un ordine di grandezza inferiore rispetto ai SAM, forse 70-80 esemplari.
Per quanto moltissimi (per gli italiani sarebbe stato un disastro!) non è che una piccola percentuale delle riserve britanniche; dei circa 400 Rapier lanciati, si può dire che siano appena il 2% del totale!!!! Mentre i 126 aerei italiani abbattuti per tutte le cause, sono circa il 7% del totale jet e oltre il 5% degli aerei da combattimento in generale. E considerando che sono stati persi alcuni dei migliori aerei italiani (i soli AMX persi sono oltre il 30% delle perdite), questo dà un'idea precisa dei danni subiti, più a svantaggio degli italiani. E di ondate d'attacco così, di sicuro non ce ne sarebbero state altre 49...
L'offensiva britannica
Mentre la potenza aerea italiana mandava i suoi falchi all'attacco delle basi britonne, la RAF mandava le sue aquile e condor a fare lo stesso contro le basi italiane. Il piano operativo inglese era ovviamente più complesso e vedeva la partecipazione di più aerei, anche se a quanto pare, non era contemplato alcun drone (con il quale forse gli italiani hanno... pareggiato i numeri, chissà!).
La potenza d'attacco inglese è suddivisa in queste grandi unità: 10 sqn V-Bombers: 2 Valiant, 5 Vulcan, 3 Victor; 8 sqn Jaguar; 2 sqn Buccaneer; 1 sqn Harrier; 1 sqn Hunter; scorta 4 sqn Javelin; 1 sqn Hunter; 2 sqn Lightning. Ricognizione/EW: 1 sqn Canberra. Totale: presumibilmente almeno 30 sqn (360 aerei).
In sostanza, riassunto per capirci meglio: rotte d'attacco contro le basi italiane:
M.1 = Valiant (M.8), 1 sqn Hunter (M.6)--- 2 sqn Ja (M.3)
M.2 = Vulcan (S.25), 1 sqn Javelin (S.6)-- 2 sqn Ja (M.7)
M.3 = Vulcan (S.23), 1 sqn Light (S.8)--- 2 sqn Ja (M.6 e S.5)
M.4 = Valiant (S.18), 1 sqn Hunter (S.1)--- 2 sqn (M.5)
M.5 = Victor (S.21), 1/2 sqn Jav (S.10)
M.6 = Victor (M.9), 1/2 sqn Jav (S.10)
M.7 = Victor (S.22), 1/2 sqn Jav (S.9)
M.8 = Vulcan (M.10), 1/2 sqn Jav (S.11)
M.9 = Vulcan (M.10), 1/2 sqn Jav (S.11)
M.10= Vulcan (S.24), 1/2 sqn Jav (S.9)
Per primi, però, entrano in scena i Canberra EW/PR; sono 12, e non è chiarissimo come siano disposti, dato che non vi sono versioni contemporaneamente EW/PR; potrebbero essere 4 e 8, 6 e 6, o 8 e 4; in ogni caso, 4 aerei sono buoni probabilmente solo per fare la recce sulla 1a fascia; con 6 aerei hai la copertura probabilmente anche della 2a; con 8 anche della 3a; dipende dunque dal compito che vuoi fare; in ogni caso, gli aerei ECM ci sono per certo, non fosse altro che per 'distrarre' le difese e per coprire i loro colleghi. Tanto, volando ad altissima quota (sopra i 12.000 metri), per qualsiasi aereo italiano, cercare di raggiungerli è veramente tempo perso, ben sapendo che all'occorrenza possono salire anche più in alto, i PR addirittura fino a 18.000 metri. E a quelle quote, sono più agili di qualsiasi G.91, questo è certo! Quand'anche venissero mandati i G.91Y, significherebbe sacrificare le capacità d'attacco a lungo raggio di questi ultimi!
La capacità d'attacco inglese inizia così, tentando di disturbare i radar italiani, e poi prendendo le foto del territorio per beccare ogni singola base aerea italiana. Non è noto se, sacrificando qualche aereo da bombardamento, eventualmente si voglia esplorare anche la 3a fascia già nel primo attacco (first strike) dell'Operazione Alba Rossa. Ma in ogni caso, è solo un fatto di dettagli su come reperire quei pochi ricognitori che da quote stratosferiche possono vedere 500.000 kmq di territorio ben esposto alla luce del Sole.
A parte questo, arrivano da bassissima quota diversi squadroni di strikers: sono due di Buccaneer, armati di missili Martel, AIM-9, razzi, bombe ed ECM ALQ-101. Volando bassissimi, i Buccaneer RAF (ma potrebbero essere anche gli aerei SAAF, con gli AS-30, razzi, bombe e pod ELT-551), riescono a colpire duro su ampie distanze, 'sconsigliando' i caccia italiani dall'inseguirli, grazie allo sgancio delle bombe ritardate. Le compagnie a protezione dei radar italiani non riescono a fermarli.
Bersagli primari degli aerei inglesi sono comunque sia, i 17 radar PS-15 'svedesi', che hanno un forte campo visivo a bassa quota, almeno 45 km, ma sono su torri alte 100 metri e quindi senz'altro vulnerabili e assolutamente impossibili da nascondere in qualsiasi modo pratico; un altro bersaglio ad alta prioprità sono i radar RAT-31, che peraltro hanno un minor campo di visione.
Per attaccarli efficacemente, vi sono anche uno squadrone di Harrier, con cannoni, razzi e CBU; e uno squadrone di Hunter CH, con due Maverick e i cannoni, più probabilmente anche un certo numero di razzi da 80 o 81 mm.
Questi velivoli attaccano volando a bassissima quota, e colpiscono duramente i loro bersagli.
Guidati dai loro sensori radar passivi, impossibili da contrastare da forze di terra presenti soltanto a livello di compagnia, vengono raramente accolti dai caccia G.91 o persino, MB.326. Non sono più di 4 gruppi difensivi e tutti volano a forti distanze; inoltre hanno la necessità di difendere anche le basi principali che, con un solo gruppo di caccia disponibili (a parte la M.1) non possono certo fare molto.
Così gli incontri sono rari e i grossi radar (im)mobili e fissi sono facili bersagli, spesso riescono a vedere gli aerei inglesi sono all'ultimo momento; i PS-15, operando in banda C, probabilmente sono troppo confusi dalle ECM per fare particolarmente meglio, ma essendo rimasti in servizio fino al 1999, è probabile che comunque gli svedesi li ritenessero abbastanza efficaci anche con tutta la loro obsolescenza anni '60.
In ogni caso, delle 24 coppie formatesi, spesso con armamento eterogeneo (1 Harrier con razzi, l'altro con CBU, un Buccaneer con razzi, l'altro con Martel e Sidewinder o anche il contrario, etcc), diverse vanno a 'segno', eliminando più o meno totalmente circa 15 radar italiani, senza riuscire ad essere disturbati dall'azione dei caccia italiani se non in circostanze eccezionali, anzi contribuendo a disperdere le forze disponibili, e con poco successo visto che difficilmente venivano visti oltre i 15 km dalla base radar (appena 1 minuto di volo!)
In pratica, questo attacco WW è di grosso successo, pur non potendo contare su aerei particolarmente sofisticati, visto che ha dimezzato il numero di radar d'avvistamento di 1a fascia italiani, essendo questi, di fatto, indifesi.
Da notare che gli Harrier GR.3 hanno in diversi casi il Blue Eric, un sistema ECM studiato ai tempi delle Falklands come adattamento d'emergenza per gli Harrier, del nuovissimo sistema Sky Shadow dei Tornado. Esso è inserito in qualche modo dentro un pod modificato di Aden calibro 30 mm. Ovviamente la sua presenza significa un solo cannone, e quindi una potenza di fuoco ridotta, ma almeno un Harrier per coppia dovrebbe avere il Blue Eric per rendere le cose molto più difficili ai sistemi di scoperta aerea come i PS-15, che per come sono montati (in origine si era pensato addirittura a sistemi aeroportati da velivoli come i Saab 32), hanno un ampio campo visivo, ma del resto sono sistemi piuttosto vecchi operanti in banda C.
Al resto ci avrebbero pensato le ECM dei V-Bombers, che jammano anche le comunicazioni radio. Eccoli là, in cielo, mentre arrivano veloci sui loro bersagli predeterminati. E non sono soli.
La battaglia aerea è appena iniziata, con i primi due squadroni di Valiant, che hanno una scorta massiccia: l'idea della RAF era quella di distruggere non solo gli aerei nemici, ma anche la volontà di combattere, ostentando la potenza aerea e infliggendo perdite pesanti approfittando del fatto di stanare i Gina dalla loro quota operativa tipica, dove sono molto difficili da battere. Spingendoli a quote quasi stratosferiche, li si mette in dificoltà; del resto, se non lo fanno, nessun altro potrà farlo e non si può lasciare un'armata aerea scorrazzare libera da qualsiasi contrasto! Ecco perché la situazione si è dimostrata estremamente grave e fin da subito: per mancanza di alternative valide.
La potenza offensiva dei Valiant è protetta da due interi squadroni; altri due di Vulcan, sono protetti anch'essi da un intero squadrone di caccia. Prodigio su prodigio, i Vulcan sono scortati da una formazione di caccia Javelin, caccia a delta per bombardieri a delta. Ma i due squadroni di Valiant hanno uno squadrone di Hunter e uno di Lightning a fargli compagnia, così possono volare a quota non eccessiva e restare precisi nei bombardamenti, e al contempo, dare ancora l'illusione di poter essere intercettati e quindi vettorare i Gina a intercettarli. A 9.000 metri, al limite della loro tangenza pratica e nel mezzo di quella dei caccia tattici britannici!
A 3.000 metri un Hunter può circa pareggiare l'agilità del G.91R, rispetto a cui non c'é molta differenza nemmeno a quote più basse; a 6.000 metri l'Hunter è sensibilmente superiore, e così via, fino a che a 9.100 m l'Hunter può girare intorno al G.91 senza che questo possa fare molto per resistergli. Lo stesso vale per il Javelin, che però ottiene la parità a non meno di 6.000 metri; il Lightning, invece, è superiore praticamente a tutte le quote al di sopra dei 1.000 metri circa, dove può cominciare a far valere al meglio la sua velocità; a 3.000 metri è già notevolmente superiore.
La potenza di una formazione di questi caccia, armati di missili, è certo molto maggiore di quella dei G.91, che oltretutto non riescono a fare la salita con i missili a bordo perché sono circa 250 kg di peso e parecchio drag.
La prima formazione di Valiant attacca la base M.1. Questa è difesa da ben due gruppi di G.91R; ma solo uno sale in quota per intercettare la formazione inglese. I Lightning sono in volo in tre formazioni: una sezione di 4 è leggermente avanti su ciascun lato, un'altra è davanti a circa 10 km. Hanno i radar e questo è positivo, ma in ogni caso vi sono formazioni di scie di condensazione assai visibili, anche se irregolari, per cui la sorpresa è relativa. Mentre i Valiant jammano i radar e le frequenze radio (probabile), i Lightning attaccano direttamente la scia dei G.91 in salita. Questi erano già decollati, e volavano sui 6.000 metri quando hanno avuto l'ordine di salire ad intercettare la formazione nemica, altrimenti non avrebbero avuto tempo per farlo. Una volta fatta quota, si trovano vettorati verso i Valiant, che seguono una rotta diretta e veloce a circa 450 kt e 30 kft (Angel 300?).
La potenza dei Lightning si scatena contro i Gina, e i missili Red Top cominciano a sentire i Gina persino frontalmente; i Lightning del gruppo di testa manovrano ampiamente e salgono di quota fino sopra i 13.000 metri, circa 1.000 rispetto a dove stavano prima. A quel punto tornano giù e cominciano a sparare i missili alle spalle dei primi Gina, per poi ingaggiare anche gli altri, mentre dai lati convergono gli altri Lightning e ciascono di loro ingaggia le singole formazioni di Gina, quasi tutte 'beccate'. Sapendo di non avere difese né capacità offensiva, i Gina sono costretti a disimpegnarsi duramente ogni volta che hanno un Lightning alle loro spalle, anche a qualche km di distanza, mentre i Lightning valutano (correttamente) che i Gina missilistici quasi sicuramente non ci sono e anche se vi fossero, avrebbero comunque prestazioni inferiori in combattimento rispetto a loro. Alla fine della battaglia, almeno 5 Gina vengono abbattuti e gli altri sbaragliati, costretti a manovre strette che gli fanno subito perdere quota. Un Lightning esagera un pò e viene preso da un G.91 mentre ne insegue un altro attorno ai 7.000 metri; le raffiche da 30 mm danneggiano il Lightning ma non lo abbattono, anche se deve tornare con un motore solo e con gli estintori attivati.. Nel mentre i Valiant salgono a loro volta da 9.000 a 12.000 con una forte zoomata per scavalcare i Gina, virando al contempo di circa 20°. Poi ritornano giù, scendendo fino a 9.100 m dove vanno alla bomb-ran finale. Sganciano 252 bombe da 1000 lb e ne piazzano praticamente la totalità nel bersaglio, di cui 22 sulle due piste principali. Devastata la base senza alcun serio problema in questo, la M.1 è ridotta a ben poca cosa. Tuttavia, malgrado i Lightning, all'uscita della base succede qualcosa: a quanto pare, un G.91 è salito a tutto gas verso i Valiant, e riesce a colpirne uno, abbattendolo. Non è chiaro che G.91 sia... forse un G.91R ritardatario... ma è probabile che si tratti di un G.91Y, forse uno spare che era rientrato dopo avere accompagnato i compagni in azione? Ad ogni modo il Valiant, completamente a sorpresa, viene visto incendiarsi e progressivamente, malgrado l'azione degli estintori, perdere quota e controllo, fino a precipitare mentre stava cercando di rientrare entro i confini, esplodendo a mezz'aria. Ma oramai la missione, malgrado lo scorno, era stata fatta!
A quel punto è pronta per essere attaccata da due squadroni di Jaguar. Questi sono gli aerei che provengono dalla M.3. Ma questa è un'altra storia.
Poi c'é la base M.2, attaccata in tempi grossomodo simili, anche se la precisa tempistica di queste azioni non è chiara e probabilmente non può mai essere conosciuta davvero. La forza d'attacco, in ogni caso, è data dai Javelin in scorta ai Vulcan, quindi delta e delta. I Javelin sono aerei apparentemente goffi, ma a 12.000 metri hanno ancora potenza da vendere e un basso carico alare, così che possono evoluire con grazia ed eleganza insospettabili, visto che hanno un carico alare addirittura paragonabile a quello di un caccia della II guerra mondiale.
I Javelin hanno buoni missili, i Firestreak; sempre meglio di niente, come i G.91R saliti dalla base M.2 per difenderla. Inutilmente, perché nemmeno qua riescono ad ottenere molto: i Javelin li attaccano direttamente, dopo averli visti al radar a circa 20 km. Nella battaglia che ne segue, a circa 10.000 metri, i Javelin mettono in fuga le ondate di G.91. Addirittura, i Javelin lanciano qualche missile frontalmente rispetto alle pattuglie di Gina in arrivo, per scompaginarle. E così è, dopo di che riescono ad inseguirli piombando loro da sopra e dai lati, essendo disposti un pò come i Lightning. Agili almeno quanto un Hunter a quelle quote elevate, riescono ad abbattere 4 G.91, di cui solo uno con i cannoni, e tutti gli altri con i missili. Uno dei Javelin viene a sua volta colpito da un Gina con una raffica di cannoni, e precipita poco dopo. Però intanto hanno salvato la situazione, e anche stavolta, la M.2 riceve una razione di bombe da parte dei Valiant, con numerosi colpi a segno sulle piste, in maniera del tutto simile a quella della M.1.
La M.3, invece, viene attaccata dai Vulcan della S.23, accompagnati dai Lightning della S.8. La battaglia è diversa in questi casi, perché anziché arrivare dritti e poi manovrare salendo e virando per evitare l'attacco, lasciandosi dietro i caccia a duellare, i Vulcan arrivano eseguendo una manovra a S micidiale, che confonde le difese aeree italiane. La conseguenza è che i Gina saliti ad intercettarli e poi raggiunti al confine, sono costretti a cambiare in fretta la rotta, ma vengono ingannati dalle manovre e dai fortissimi disturbi, così che mancano clamorosamente l'intercettazione. Colpita la base aerea circa 10.500 metri più sotto, ritornano volando sopra i 12.000 metri, al sicuro, lasciando indietro i Lightning, che cominciano a spadroneggiare sulla base aerea addirittura scendendo verso di essa e poi mimando degli attacchi, tanto per vedere se la batteria Spada fosse ancora in servizio. Almeno in parte lo era, tanto che parte un missile da terra, che peraltro non li raggiunge, visto che non scendono sotto i 5.000 metri. La formazione di Gina, nel frattempo, torna nella zona della base dopo essersi trovata almeno 30 km indietro durante la fase del bombardamento. Ma trovano i Lightning, con i quali iniziano una battaglia breve ma violentissima, che in 5 minuti porta gli aerei da 8.000 metri fino a 4.000. I Lightning erano rimasti proprio per impegnare i Gina e abbatterne qualcuno, al contempo impedendo che le difese si focalizzassero sui Jaguar in arrivo. In effetti riescono nell'intento, abbattendo 3 Gina con i Red Top e uno con i cannoni da 30 mm. A loro volta, peraltro, anche i Gina abbattono un Lightning, cosa piuttosto clamorosa, successa come al solito accade, mentre questo era intento a dare la caccia ad uno dei piccoli Fiat, senza accorgersi per tempo di un altro che lo puntava. Erano a circa 7.400 metri di quota quando è accaduto questo evento da cineteca.
Poi arrivano i Vulcan anche sulla M.4. Questi, curiosamente, sono scortati dagli Hunter, che in teoria avrebbero fatto molto meglio con i Valiant. Ma per una serie di ragioni pratiche, non c'era stato modo di fare questo accoppiamento. E così si dovettero tenere gli Hunter. Questi caccia non avevano radar, se non un piccolo sistema telemetrico. Avrebbe valso la pensa di usarli in questo settore? La risposta, sorprendemente è affermativa. Armati con i vecchi Sidewinder B (probabilmente però, migliorati allo standard F, ma non ci sono dimostrazioni chiare in questo senso), gli Hunter svizzeri (NB: a quanto pare, NON sono allo standard più recente con i Maverick, oppure sono capaci ancora di portare anche quelli) non si fanno dare lezioni di combattimento da nessuno. Ed è così che, posizionati ad alta quota sopra-davanti e a lato dei Vulcan, riescono ad anticipare i Gina abbattendone qualcosa come sette esemplari, di cui due con i cannoni, e in questa sparatoria 'vecchio stile' non subiscono nemmeno una perdita! La cosa ha del clamoroso, viste le difficoltà dei Javelin e anche dei Lightning, ma succede nelle situazioni reali, del resto la battaglia è stata combattuta ad oltre 10.000 metri di quota e lì i Gina sono solo dei bersagli da tiro a segno.
Ad ogni modo, questa 1a fascia ha visto una serie di battaglie in cui gli aerei inglesi si sono imposti facilmente, con 20 vittorie tonde contro due caccia persi e un bombardiere pure distrutto, merito in gran parte dei missili (probabilmente sui 16 kill in tutto).
Se voleva essere una guerra di logoramento, ad ogni modo, non c'é dubbio che l'abbiano vinta i britonni, visto che hanno sbaragliato le formazioni italiane e hanno abbattuto esattamente 20 caccia su 48 (?) incontrati, con un rateo di vittorie dirette caccia vs caccia di 10:1, di cui almeno 8:1 grazie ai missili, e in generale quasi 7:1 a loro vantaggio.
Poi vi sono gli altri bombardieri. Stavolta, però, nelle successive sei basi, la situazione è diversa: con appena 6 Javelin, non c'é molto da scialare. Alcune missioni, poi, sono veramente a lungo raggio, e molto probabilmente questo è possibile solo con i serbatoi subalari e/o con un rifornimento in volo (da chi? Possibilmente, sempre che poi gli equipaggiamenti siano compatibili, dai VC-10, o sennò da qualche raro Valiant, meno probabilmente Victor o Vulcan, convertiti in tankers; oltretutto non c'é la certezza che se anche fossero stati mandati in azione, facessero parte di quei '12 aerei efficienti' visto che oltretutto i velivoli 'spare' sono ammessi e in questo caso, con una duplice missione, potrebbero essere usati per tutt'altra missione!), visto che il raggio d'azione arriva sugli 800 km.
La potenzialità di questi caccia è davvero da non sottovalutare: leggendo le caratteristiche di volo del Javelin Mk 4, che pure è molto meno evoluto dei tipi successivi Mk 7, 8 e 9, si scopre che è capace di eseguire manovre a 4 G, a 0,9 mach, e tra 9.000 e 12.000 metri. Non pochi aerei più 'avanzati' avrebbero difficoltà a tenere dei parametri di quota/velocità/agilità del genere, mentre il Javelin deve solo stare attento a non cascare nel pitch-up, tipico dei velivoli con coda a T (vedi F-104); il looping, comunque, non è ammesso, mentre le rollate possono essere fatte di ogni modello immaginabile. Un caccia temibile, dunque, con la curiosa caratteristica che nella sua enorme fusoliera c'é poco spazio per il carburante: di 14 serbatoi interni, 10 sono nelle ali (flessibili ma dentro una struttura protettiva metallica), più due e due collettori in fusoliera (e due serbatoi subalari), questo nel caso dell'FAW.4. Però in ogni caso, i cannoni sono alari! Come se fosse un Hurricane, insomma (e certo non è il modo giusto per portare una batteria di Aden, no?), presumibilmente perché nel grosso muso c'é solo spazio per l'elettronica.
I Javelin di queste formazioni si posizionano in maniera tale da fare da 'spazzini' rispetto ai V-Bomber, la loro missione qui non è di umiliare e abbattere il maggior numero possibile di aerei italiani, ma solo di tenerli alla larga dai Victor e Vulcan. La quota e la velocità di volo sono maggiori anche nella bomb-run, generalmente fatta sopra i 10.000 metri. Del resto, i V-Bomber possono sganciare con decente precisione (per i Victor Mk 2 si parlava di meno di 250 metri) da 45.000 ft (13.700 metri!). Capito? Quindi alle quote più basse sono più precisi, ma se necessario possono attaccare con striscie di bombe da quote tali da essere immuni dai tentativi di intercettazione italiani. Ma visto che qualche 'scocciatore' potrebbe sempre esservi, tanto vale usare anche i Javelin.
Per gli Aspide, invece, non c'é problema: con 6.000 m di tangenza pratica, non possono raggiungerli, specie considerando che lo sgancio delle armi avviene ad oltre 10 km dall'obiettivo previsto.
Le bombe sono sganciate da file a circa 30 metri l'una dall'altra, ovvero sui 600 metri per striscia da 21 o 1000 per quella da 35 bombe. In alternativa si possono sganciare le bombe lungo la pista anziché oblique a 30°, (o anche solo a 15-20° per le striscie dei Victor), con una serie di ordigni tirati giù in un'aerea di circa 300-400 metri di lunghezza, però presa 'a tappeto'. C'é qualche possibilità di mancare totalmente il bersaglio, ma le bombe a segno sono più numerose quando accade e l'intera zona viene annientata.
I Javelin, comunque, non si fanno problemi ad attaccare i caccia italiani, spesso lanciando i Firestreak frontalmente anche se non c'é un vero aggancio IR. Qualche volta, funzionava ugualmente...
E i G.91 non potevano capirlo. Né potevano seguire i V-bombers con inseguimento in caccia, e con una lievissima probabilità di ingaggio laterale la situazione era particolarmente seria, specie se poi le comunicazioni radio venivano jammate.
Nella serie di battaglie svolte, solo 4 dei 6 aeroporti hanno visto i G.91 ingaggiare i V-Bombers, due volte infatti hanno fallito. Una battaglia particolarmente dura è stata quella tra i Javelin e i caccia sulla base italiana M.6, dove malgrado lo scarso carburante, i Javelin hanno ingaggiato frontalmente con missili e cannoni i G.91 scompaginandoli ancora una volta, anche perché i Gina non possono virare stretto ad alta quota senza perdere rapidamente il controllo, proprio non hanno la portanza giusta per sopportare molti G in quella circostanza! La capacità
Per dare un'idea: il G.91R-3 ha un diagramma (pulito!) di 7/-3G a 450 m e fino a M 0,9; a 6.000 m arriva ancora a 6,5G/-3G a M.09; a 9.100 m, invece, scende a 4,2/-3G fino a 0,9M. Con due serbatoi (o comunque carichi esterni) arriva a soli 5G(-3G), e a 9.100 m al massimo fa 3,6G (-3G), a velocità fino a 0,85M. In pratica, c'é la concreta possibilità che il Javelin possa batterlo già a quella quota, tanto che sopra il G.91 non è nemmeno considerato come mezzo bellico 'valido'.
Armati con i Firestreak, in aria libera, contro bersagli che non riescono a fare altro che le vittime sacrificali, i Javelin possono attaccarli a volontà, dopo averli localizzati a circa 20 km con il radar; alla fine riescono ad abbattere tre G.91R e a dissuadere gli altri dal farsi vedere troppo in giro.
Le basi colpite dai Victor sono beccate mediamente da 30-40 bombe sulle piste, delle 420 disponibili e presumibilmente, tutte sganciate.
Da notare che alcuni Vulcan hanno anche i missili Shrike (o forse anche Martel), la cosa non inficia la possibilità di portare le bombe interne, anche se normalmente non è fatto. Così danno qualcosa in più a cui pensare ai poveri radaristi là sotto, già sottoposti al jamming di una formazione di 12 V-Bombers!
Alla fine, tra una battaglia e l'altra, i Javelin riescono a salvare tutte le missioni, e abbattono complessivamente 11 caccia italiani, contro 2 perdite e un altro Javelin che precipita per mancanza di carburante, malgrado che altri atterrino appena in tempo con tanto di planate, alla fine della missione. Del resto nessuno aveva detto che fosse facile.
A questo punto, mentre le missioni V-Bomber sono tutte in atto (le più lunghe sono circa 3 ore di volo, su raggi di circa 800 km teorici e assai di più in pratica, considerando tutte le manovre di formazione e d'inganno), arrivano i Jaguar.
Una tipica missione d'attacco è quella portata dai due sqn della M.3, proprio contro la M.1 italiana. Il raggio d'azione dei Jaguar, a bassa quota, non è cosa da poco, ma bisogna dire che la loro capacità d'attacco è messa a dura prova, con i raggi d'azione tra 450 e 700 km (valori in realtà minimi), con diversi casi intermedi (in tutto dovrebbero essere 1 da 450 km, 2 da 570 km e 2 da 700 km, in questi ultimi due casi, però, sono ben due sqn di Jaguar contro ciascuna delle basi M.3 e M.4).
Se fossero usati 2 serbatoi e 2 bombe la cosa sarebbe fattibile, ma 700 km lo-lo-lo con 4 bombe e 1 serbatoio è troppo, secondo i miei calcoli possono arrivare sui 450 km circa. Quindi, bisogna tornare in quota, almeno in parte (missione lo-lo-hi), e/o portare solo due bombe ma con due serbatoi. In alternativa c'é l'IFR prima e/o dopo l'attacco alle basi. Se c'é la clearance (c'é, c'é, ho parlato con Renzi...), allora non dovrebbero esservi problemi, dato che le missioni più a lungo raggio partono da 320-400 km di distanza, molto fuori dalla possibilità di intervento, e forse anche di rilevamento, dei radar italiani, specialmente se poi l'IFR viene fatto a bassa quota (diciamo entro i 1.000 metri, che è tutto relax per aerei militari, si pensi solo all'operazione contro le basi del complesso H-3 irakeno, da parte dei Phantom iraniani, riforniti tra le montagne al confine tra Irak e Turchia...).
Poniamo che arrivano a bassa quota, velocità ottimale, con il carico teorico: 2,8 km x 400 km (DI.50) = 1.120 kg, 3,7kg/km x 200 km (a 0,75M) = 740 kg = circa 1.900 kg. Al rientro non resta che salire in quota: salendo a 9.100 m è possibile scendere a 1,3 kg/km x 600 km e rientrare consumando circa 800 kg = 2.700 kg (6000lb circa). Non è proprio l'ottimale, ma potrebbe ancora funzionare, con il restante 1/3 di carburante che serve per il decollo, il combattimento (250 kg?) e la riserva (altri 250 kg, forse anche 400). In tutto vi sono circa 1.400 kg, forse anche 1.500, extra. Bene (o male?), è dunque possibile eseguire una missione lo-lo-hi con i Jaguar anche con 4 bombe e 1 serbatoio, ma a patto di salire in quota e svelare la base di rientro. Del resto perché non dovrebbero farlo, visto che quelle basi sono comunque note anche al nemico, per cui può valere la pena di rischiare.
A quel punto ecco una possibile ricostruzione dell'assalto dei Jaguar.
Nonostante la presenza dei temibili G.91 di un intero gruppo, a bassa quota, i Jaguar riescono a penetrare la zona.
Prima arrivano i Jaguar con i razzi CRV-7 e i Sidewinder, sono 4 aerei che prima attaccano le piazzole degli Aspide e poi fanno da guardiaspalle ai bombardieri, 4 con le CBU e 4 con le 1.000lb LD. Attaccano con una certa facilità volando ad almeno 450 kt, con attacco finale ad oltre 500. La difesa italiana è sparsa in zona, anche perché sono arrivati degli aerei antiradar che hanno di fatto sparso la difesa già scarsa, mentre i Lightning sono rimasti alcuni minuti a media quota cercando di intimidire le difese italiane, anche con finti attacchi finché non rischiano di finire il carburante. 4 Jaguar arrivano da un lato, sono armati con le bombe e salgono in quota di alcune centinaia di metri a circa 20 km dalla base. Attirano così le difese, ma quali? A terra i bombardamenti hanno distrutto una sezione di tiro Aspide, ma non le altre due e il radar, che ordina il lancio di due missili contro uno dei Jaguar da parte di una sezione. I Jaguar deviano e scendono a bassa quota allontanandosi momentaneamente, lanciando furbescamente i serbatoi ausiliari prima della manovra, per dare l'idea che siano bersagli utili/missili o simili, tanto che vengono ingaggiati dagli Aspide; dall'altra parte salgono i Jaguar con i CRV-7 e fanno in tempo a vedere la scia dei missili, mentre acquisiscono anche la seconda piazzola, di cui percepiscono il radar Falco che è usato probabilmente per la ricerca di fortuna. Ad ogni modo, due coppie si suddividono il compito e prima lanciano i CRV da circa 3.000 metri, poi mitragliano gli obiettivi e a quanto pare, poi lanciano anche le CBU (due CRV e una CBU per ciascuno). La fine dell'attacco alla fine vede entrambe le sezioni ancora attive di Aspide colpite! L'azione non termina qui, perché poi tornano i Jaguar con le bombe e dall'altra sezione, arrivano anche quelli con le CBU. Entrambi bombardano le piste mettendo a segno una mezza dozzina di colpi per ciascuna delle due sezioni.
Non bastando, a quel punto arrivano anche i Jaguar 'indiani', che colpiscono con le bombe Durandal la pista almeno 9 volte. Questo, mentre i 4 Jaguar frontali riescono a colpire con i razzi anche il radar Pluto, che era rimasto miracolosamente intatto. Una potenza di fuoco micidiale, dunque, e questo nonostante che una delle coppie di Jaguar si è trovata inseguita da una coppia di G.91R che li ha raggiunti solo dopo che hanno tirato le armi a segno. Da terra, il fuoco di circa 1.000 tra fucili e mitragliatrici ha colpito almeno 5 Jaguar, ma non in maniera letale, solo in un caso in maniera seria con appena 4 colpi, mentre altri sono stati colpiti anche con 9 proiettili, ma non così gravemente, visto che bisogna vedere 'dove' si colpisce. Bisogna dire che i Jaguar spesso hanno, sopratutto i 'razzieri', eseguito una salita ad almeno 300-500 metri prima dell'attacco finale, risultando da lì troppo in alto per essere beccati dai fucili e dalle mitragliatrici, almeno in maniera affidabile e con un'efficacia sufficiente. Infatti, un aereo in volo a 300 metri AGL è capace di stare ancora ad oltre 400 metri da un tiratore fuciliere anche sparando con alzo di ben 45° (probabilmente il massimo a cui è possibile seguire un bersaglio aereo), per non parlare della differenza di quota che aggiunge certamente altro depotenziamento alla già scarsa pallottola da 5,56 mm; le mitragliatrici, invece, sono pesanti e lente, per cui è difficile sopra una certa velocità angolare tenere il punto sul bersaglio, anche se ovviamente non è impossibile. Inoltre, appena passata la verticale del mitragliere/fuciliere, l'aereo si allontana così velocemente, che assieme alla differenza di quota rende molto difficile sia colpirlo, sia tanto più, danneggiarlo. Solo davvero colpi fortunati potrebbero causare danni rilevanti, specie considerando che il Jaguar ha un parabrezza blindato (e probabilmente anche altre zone corazzate), ha due motori, e una robusta struttura da macchina supersonica da basse quote. Nulla di banale, insomma. Anche se poi nel 1991 una degli aerei francesi si ritrovò un proiettile nell'abitacolo che spaccò il casco al pilota!
La situazione della base M.1 è dunque subito critica: colpita da circa 250 bombe, di cui 22 sulle piste, più circa 6 BL, 6 1.000lb, 9 Durandal, totale 43 bombe (circa una ogni 100 metri di pista!) per cui la base è sicuramente KO.
La difesa degli Aspide, per quanto potenzialmente temibile, a ben poco è servita, essendo stata devastata già dalla potente incursione iniziale, e poi finita dagli attacchi a bassissima quota.
Alla fine, la situazione è davvero formidabile. Ma i Jaguar non sono usciti tutti dalla zona del pericolo: i G.91 sono riusciti ad abbatterne uno mentre esegue una manovra di disimpegno. I Jaguar, però, non sono bersagli facili e riescono ad abbattere a loro volta un G.91 con un missile.
La base M.1 non si è dimostrata un osso facile da rodere, ma era previsto, costando la perdita di ben 3 aerei inglesi. Però adesso è KO, e la maggior parte degli aerei deve tornare a terra su altre basi secondarie. Almeno 7 G.91 sono andati perduti su di un totale di 24 (almeno) entrati in azione.
La situazione non è diversa sulle altre basi aeree: le M.2, M.3 e M.4 sono andate fuori uso più o meno negli stessi termini, anche se non necessariamente sempre colpite da uno squadrone Jaguar RAF e uno IAF.
Non bastando questo, però, c'é da ricordare l'azione degli aerei antiradar. 4 squadroni di Harrier, Buccaneer e Hunter sono stati inviati in azione contro i radar. Hanno avuto a che fare con le difese di terra (poca roba, qualche pallottola a segno e basta), e ai caccia G.91R della difesa aerea; c'era persino qualche Macchi 326 e forse 339. Ma nessuno di loro ha missili e le prestazioni non sono eccezionali. Nonostante questo, in una serie di combattimenti aerei che è difficile da descrivere, i caccia italiani abbattono (in genere, o forse esclusivamente, sono Gina), alcuni avversari: un Buccaneer è inseguito e abbattuto da un G.91, un Hunter è pure abbattuto da loro. Dal canto loro, gli Harrier, con la loro potenza bruta, hanno evitato tutti gli attacchi. Una coppia di Gina gli è andata incontro dopo essere stati visti da un radar da circa 15-24 km di distanza, ma la coppia di Harrier sale con una velocità terribile, raggiungendo i 3.000 metri e scavalcando i caccia mentre si avvicinano frontalmente, e poi piombano giù sul radar (uno dei temibili PS-15 'svedesi') e lo buttano giù dal basamento, centrandolo in pieno con salve di razzi e cannoni mentre scendono in picchiata, per poi risalire e fuggire via! Bye bye. Questo significa avere un rapporto di oltre 1:1 senza nemmeno l'A/B!
Dal canto loro, gli incursori inglesi fanno danni anche alla caccia: gli Hunter 'svizzeri' abbattono un Gina con i cannoni, mentre i Buccaneer vendicano abbondamente il loro compagno. Infatti, uno dei Buccaneer abbatte un Gina che insegue il suo compare; un altro Buccaneer, inseguito da un Gina, sale leggermente da 15 a 60 metri, poi gli sgancia due bombe HD da 1.000 lb, distruggendolo mentre lo insegue volando a circa 1 km e a 60 metri di quota! Un altro Gina viene duramente danneggiato nella stessa modalità, ma sopravvive nonostante almeno 5 schegge e diversi detriti che l'hanno investito.
E così la grande battaglia ha alfine termine.
I Britannici hanno perso complessivamente:
-1 Valiant
-1 Lightning
-1 Hunter
-1 Buccaneer
-4 Javelin
-5 Jaguar (2 abbattuti dagli Aspide e 3 dai G.91).
Va detto che delle 4 basi aeree di 1a fascia, due avevano la batteria Spada messa KO dopo il bombardamento, per via della messa KO del radar Pluto (o erano due, alle volte, uno su torre), e/o i collegamenti via cavo con le sezioni; mai tutte le sezioni erano state invece messe KO, ma in tre casi su 4 ce n'era almeno una 'off-line' per i danni subiti sia ad essa oppure causa rottura collegamento.
Fine della storia? Nemmeno per idea!
Gli italiani, in tutto, come si è visto, hanno avuto tantissime perdite. Considerando tutto, 126 aerei distrutti in offensiva (su circa 300 inviati in azione; tra l'altro il totale non considera gli aerei 'riserva' e non si sa precisamente che abbaino fatto questi velivoli, a parte che in genere non hanno varcato il confine); 31+3 persi in difensiva contro i caccia nemici e gli aerei anti-radar. In tutto fanno qualcosa come 160 aerei esatti: 56 G.91R (quasi il 10% del totale!), 31 MB.339 (il 18%), 34 MB.326K (il 27% circa), 18 G.91Y(circa il 30%), 24 AMX (circa il 30%), 1 PD808(il 17%).
Chiaramente, perdere qualcosa come quasi il 10% dell'intera forza aerea di jet italiani in poche ore di guerra, non è una buona cosa, per nulla! Inoltre il totale non comprende tante altre cose, come gli aerei danneggiati almeno seriamente, tanto meno quelli distrutti al suolo (non si sa di preciso, ma alcuni velivoli possono essere stati distrutti, specie negli hangar colpiti dalle bombe da alta quota), per non parlare del fatto che le 10 basi principali hanno incassato ciascuna circa 40 bombe in media (= quasi 400 ordigni di vario tipo), solo considerando quelle cadute sulle piste (obiettivo primario), sennò sarebbero sulle 3000!!! Aggiungiamoci poi circa 15 radar KO della rete di difesa aerea, più quelli
Tutte le missioni hanno infatti avuto successo. E con appena 13 aerei perduti, contro i 126 (quasi 10:1), non è difficile immaginare come andrà a finire. Del resto, la sproporzione tra le due parti è troppo grandi, con una difesa e un'offesa entrambe nettamente dalla parte dei britonni. E questo pur penalizzandoli in maniera bestiale e immotivata con non so quante fregature (niente armi nucleari né compensazioni per queste; niente attacco iniziale notturno; niente componente aeronavale; niente produzione post-bellica con migliaia di mezzi esclusi perché 'nati' nella II GM; niente aerei 'incerti' come Tornado ADV, Tornado GR.1A e Harrier II/AV-8B, tutti velivoli che invece dovevano esserci!).
E le azioni successive?
OPERAZIONE MEZZOGIORNO DI FUOCO
A quel punto si apprestano le basi per la 2a battaglia, 'Mezzogiorno di Fuoco'. La potenza dell'attacco britannico non è particolarmente sminuita e i risultati sono come quelli che si sono visti prima.
Dal canto loro, invece, la potenza degli italiani è stata trinciata totalmente.
Gli AMX hanno subito troppe perdite e danni, e non si è voluto più usarli per attaccare ancora le basi di 3a fascia. Sono stati così destinati a quelle di 2a fascia, rinforzando così la già modesta e ben bastonata forza dei G.91Y.
Nel mentre, i Macchi 339 vengono rinforzati dai Macchi dei gruppi delle retrovie, però attenzione: non da interi gruppi, ma da velivoli (e anche piloti) di rinforzo rispetto a quelli persi o messi KO in maniera tale da essere fuori servizio per almeno 24 ore. Così i Macchi ritornano in forze, anche i Macchi 326. Dal canto loro, i G.91R non mancano di sicuro malgrado il numero perduto, e così vengono anch'essi rinforzati da altri aerei, sguarnendo i gruppi delle retrovie.
Tutto molto bello, ma costoso.
Dato quel che è successo prima, non c'é molto da stupirsi se poi la missione va a finire come era andata a finire l'altra, ovvero in mona.
Cosa cambia precisamente?
Che i Macchi 339 e 326 andati in azione sono adesso circa 10 per gruppo (almeno come media) anziché 12; invece, i G.91 dovrebbero essere ancora sui 12 esemplari, ma forse non sempre, per gruppo.
Quanto alle basi di 2a fascia, i G.91Y hanno una potenza di fuoco limitata, specie considerando che di questi aerei, senza rinforzi immediati, sono rimasti operativi solo, complessivamente, 20 esemplari circa, gli altri sono inefficienti oppure danneggiati. Naturalmente la devastazione delle loro basi principali non li ha aiutati molto a recuperare efficienza (idem per gli altri velivoli, specie gli AMX). Così attaccano ancora con lo stesso schema due delle tre basi M inglesi di 2a fascia; solo che stavolta la M.6 inglese viene attaccata da 6 AMX della S.13 oltre a 12 G.91Y di 3 gruppi complessivi; la M.4 invece, non è attaccata da nessuno. I 6 aerei ancora efficienti della S.15 sono mandati invece alla carica contro la M.7 inglese, assieme a 8 G.91Y della S.3 e a 6 AMX della M.5.
Questa è la più grossa differenza nelle fasi degli attacchi. Per il resto tutto si svolge come prima. L'attacco complessivamente comporta circa 60 aerei contro ciascuna delle tre basi M inglesi di prima fascia, più i PD808GE e sezioni di G.91R di scorta. Lo scarso successo ottenuto dagli aerei 'antiradar' e la necessità di rinforzare le unità danneggiate dalla precedente azione fa lasciar perdere quest'attività e i G.91R missilistici vengono deputati alla scorta o alla difesa aerea invece che all'attacco.
La seconda fascia viene attaccata solo in due delle tre basi, nessuno per le quattro della 4a fascia. Questo significa che, incredibilmente, dopo appena un attacco già la metà delle basi inglesi vengono dispensate dall'attacco dell'aviazione italiana. Questo era quello che i britonni volevano.
In tutto, dovrebbero essere ancor disponibili circa 180 aerei per la 1a fascia e 38 per la 2a, nessuno per la terza = 230 aerei complessivi.
Non s'é voluto mandare gli AMX della S.15 allo sbaraglio contro la stessa base M.5, da soli, ma concentrarli contro la M.7 per fare qualche danno sensibile e correre meno rischi.
Ad ogni modo, non è stata una grande idea (semplicemente non c'erano grandi idee), e gli AMX subiscono ancora perdite gravissime: su 18 aerei mandati in azione contro due basi, solo la metà torna. 4 degli AMX della S.13 vengono perduti con modalità simili a quelle che s'erano viste prima, anche perché date le differenti caratteristiche, non è stato possibile coordinare davvero l'attacco con i G.91Y. Questi attaccano per primi con una forza praticamente pari a quella di un gruppo intero, solo che 6 aerei sono utilizzati per la scorta e soppressione difese, e solo 6 attaccano direttamente.
La difesa della base è simile a prima: agli Hunter sono aggiunti i Lightning, ma stavolta, pare, che siano quelli della stessa base, mentre quelli della base vicina S.15 sono inviati in azione come scorta. Il fatto però non è certo, ma gli effetti non sono molto dissimili.
La battaglia che si scatena è durissima: almeno 4 Lightning e 2 Hunter vengono vettorati correttamente verso i G.91Y in arrivo. Questi ultimi sono degli avversari temibilissimi a bassa quota, però non hanno sistemi ECM di sorta e non hanno missili aria-aria, il che li pone in grande svantaggio, anche se forse non così temibile come sembrerebbe a prima vista. E così, in una serie di manovre violentissime, i Lightning riescono ad abbatterne due, pur subendo una perdita a propria volta. Gli Hunter sgominano prima una coppia di G.91Y, senza tuttavia abbatterli, ma mandando a ramengo il loro proposito di attaccare la base, poi vengono assaliti da una seconda coppia di G.91Y, che ne abbatte uno. Finisce con un sorprendente 2-2, malgrado tutto, ma non è finita. Poi almeno 4 G.91Y cacciabombardieri e 2 di scorta arrivano sulla base e cominciano ad attaccarla, ma vengono investiti dal solito micidiale fuoco antiaereo di ogni sorta e calibro. L'attacco fallisce: solo un G.91Y arriva al centro della base, mentre gli altri vengono neutralizzati, uno centrato da un Rapier, un altro costretto a manovrare per evitare diversi missili, un altro ancora crivellato di colpi da terra e poi abbattuto da uno Starbust. Gli altri due velivoli di scorta fanno qualche passaggio ma non riescono a causare molta preoccupazione, venendo poi guidati fuori della base dopo avere 'attirato' l'attenzione dei missili di terra. A quel punto, tornando gli intercettori e i Lightning abbattono prontamente i due G.91Y di scorta, mentre uno dei cacciabombardieri viene inseguito dagli Hunter ed abbattuto a sua volta, in tutti i casi con missili.
I G.91Y hanno subito quindi 7 perdite su 12, di cui 2 dalla flak; la formazione di AMX, però, è riuscita a farla in barba a questa difesa e così si presenta senza essere stata intaccata. Sarebbe stato un disastro se non vi fosse stata una difesa aerea più che pronta e ampiamente allertata anche per l'attacco, appena 5 minuti prima, dei G.91Y. La potenza di fuoco si scatena contro gli AMX e questi vengono sterminati uno dietro l'altro. Uno viene centrato dal solito Rapier, un altro abbattuto dal fuoco delle armi leggere, due falliscono l'attacco o vengono costretti a 'deviare' dalla reazione di terra. Ma due riescono anche a centrare le piste, entrambe, più o meno al centro delle stesse. Ce ne fossero stati di più, avrebbero potuto combinare qualcosa! Ma non è così, e priam di uscire, vengono crivellati di colpi di pallottola e missili scoppiati vicino.
Usciti dalla base, tutti gli AMX sono danneggiati, quasi sempre in maniera seria o grave, per giunta sono pochi e scoordinati per le manovre evasive. Per cui, con circa 24 caccia nemici in azione, non è da stupirsi che siano raggiunti in diversi casi. Un Lightning insegue e abbatte un AMX con i cannoni; un altro Hunter ottiene un risultato del genere, con i Sidewinder, contro un altro AMX.
Al ritorno, inoltre, gli AMX vengono assaliti da un'ulteriore coppia di intercettori, che non fanno parte di quella base, ma della M.1 Però mal gliene incoglie: i due Hawk, posizionatisi dietro un AMX che fuma vistosamente (più del solito, cioé...), vengono sorpresi da un altro, l'unico altro superstite della formazione, ed entrambi abbattuti, uno sicuramente con un AIM-9, l'altro presumibilmente con il missile oppure con il Vulcan o entrambi. E' un'impresa epica, che consente di pareggiare il conto, pur con un aereo colpito già da almeno 71 colpi da terra e con un sistema idraulico fuori uso.
La fine della missione è quindi formidabile, ma al dunque, 4 AMX su 6 e 7 G.91Y su 12, 13 aerei su 18 distrutti, contro 4 caccia nemici (2 Hawk, 1 Hunter e 1 Lightning) che a loro volta hanno abbattuto ben 7 italiani.
Ma sopratutto, a quel punto la base stessa è stata colpita solo da 3 aerei (per 5 km di pista!). Considerando che i danni moderati fatti dal primo attacco, avvenuto dopo le 18, sono stati già quasi totalmente riparati, non c'é da stupirsi che questo riesce a fare anche meno impressione, malgrado le 7 bombe che hanno centrato il bersaglio, di cui tra l'altro 3 inesplose. Oltretutto la base in questione non è di bombardieri, per cui dopo circa 30 minuti viene considerata agibile per l'atterraggio su almeno un tratto di 1.100 m (estremità iniziale della pista secondaria).
La base M.5, nel frattempo, è attaccata con simile veemenza, ma stavolta vi sono 4 G.91Y in meno, ma 6 AMX in più, il che significa almeno in teoria, molti più problemi. In teoria.
Infatti, due AMX vengono intercettati già durante il lunghissimo viaggio d'andata, da parte degli Hawk. Uno dei essi è prontamente abbattuto, l'altro sgancia le bombe e scappa via, inseguito dai piccoli intercettori. Gli altri 4 AMX, però, continuano anche se sanno che la loro missione non è più segreta.
L'azione d'attacco vede gli AMX ancora una volta crivellati di colpi, una volta arrivati. Erano in coda ad un'altra formazione, formata da 6 AMX e 8 G.91Y. Questi ultimi erano andati a sbattere pesantemente, scontrandosi con 4 Hunter ben difesi a farsi valere. I missili Shafrir, infatti, andarono a segno su due G.91Y della scorta e gli Hunter attaccarono anche due cacciabombardieri, costringendoli a scappare. Ridottisi a soli 4 velivoli, non poterono fare molto, mentre gli AMX arrivavano dall'altra parte e lanciavano le bombe. Infatti, forse scossi eccessivamente, due degli AMX lanciano in cabrata e 'tossano' le bombe verso il centro della base. Non gli va molto bene, ad ogni modo: uno sgancia e viene colpito da un Rapier; l'altro scappa appena in tempo. Le bombe, comunque, sono in volo. Una viene abbattuta da un Rapier, le altre esplodono qua e là al centro della base, per spoletta di prossimità, causando qualche danno ma ben pochi alle piste di per sé. Nell'insieme un attacco fallimentare, che apre la strada agli altri 4 AMX e in teoria, anche ai G.91. Questi ultimi riescono a farsi sotto, ma solo due delle loro bombe trovano il bersaglio, le altre no perché gli aerei vengono contrastati da un fuoco missilistico feroce e costretti a disimpegnarsi con gravi danni a bordo, dopo il lancio di chissà quante munizioni e 10 missili almeno. Però non hanno perdite.
La forza di AMX invece va sul bersaglio costi quel che costi, ma mal gliene incoglie. Le bombe di prossimità non hanno avuto molto successo e uno degli AMX viene abbattuto da un Rapier, un altro da uno Starbust, e gli altri due danneggiati comunque almeno dal fuoco delle armi leggere. La difesa, nell'insieme, ha retto in maniera ammirevole e i danni sono ridotti a due sezioni della pista principale colpiti da 3 bombe esplose e una inesplosa. Probabilmente un solo AMX va a segno, forse due al massimo, ma comunque i risultati non sono dei migliori.
Scappati da quest'inferno, gli AMX e i G.91 vengono inseguiti dagli Hunter rimasti, mentre arrivano gli altri AMX. Questi sono ridotti a 4 soli velivoli, e cercano di penetrare le difese, riuscendo a farcela stavolta, centrando con 7 bombe la pista da parte di 3 aerei (solo uno è stato abbattuto prima di riuscirci), i quali poi fuggono rasoterra e sparacchiando col Vulcan, mentre li colpiscono da tutti i lati. Incredibilmente, riescono a salvarsi, almeno per il momento.
Nel frattempo gli Hunter hanno trovato e abbattuto un AMX danneggiato della 1a formazione, distruggendolo con i cannoni, e poi hanno eliminato uno Yankee con un missile. Un altro Yankee va fuori uso atterrando per esaurimento carburante appena varcato il confine, causa danni a bordo, perdite di carburante, troppo consumo con l'A/B inserito oltre il dovuto.
Altri due Hunter cacciano gli AMX della seconda formazione, ma stranamente, entrambi vengono abbattuti da un AMX particolarmente ardimentoso, che prima schiva un missile, poi abbatte l'Hunter con il Vulcan e infine riesce a raggiungere l'altro Hunter che si stava allontanando, con i Sidewinder. Epico anche questo.
Ma non sufficiente... in tutto, l'attacco alla M.5 è stato particolarmente di successo, con la base colpita in maniera efficace da almeno 11 bombe, di cui 7 esplose. Nonostante questo, la base resta agibile per l'atterraggio d'emergenza. Non accade perché piuttosto gli Hunter vengono mandati a rifornirsi in una base vicina (dove però non ci sono le armi, cannoni a parte). Quando tornano i Jaguar è già stato dato l'OK per l'uso di uno spezzone di 920 metri di pista: basterà? Per i Jaguar, in effetti, è bastato, sia pure non così facilmente come i piloti speravano.
Le perdite, a parte due Hunter CH in aria, sono state sopratutto a carico degli italiani: i due gruppi di AMX hanno subito rispettivamente, 2 e 4 aerei su 12 in tutto; i G.91Y hanno perso 4 dei loro 8 aerei. I caccia sono responsabili almeno della perdita di 3 AMX e di 2 o 3 degli Yankee. Hanno perso due Hunter, ma sono cose 'che capitano'.
La situazione in tutto è che 10 AMX su 18 sono distrutti, mentre 11 dei 20 G.91Y sono andati distrutti a loro volta. Molti altri aerei sono danneggiati. Ancorché molto meno dannosi di prima, questi attacchi hanno portato le perdite degli AMX ad un incredibile valore di 34 aerei su 54 (più quelli danneggiati o inefficienti...) e 29 dei 54 G.91Y (idem).
Dei 20 AMX rimasti in servizio, appare che il gruppo S.13 ha perso 10 aerei su 18 e quindi non ne ha più di 8, di cui malamente 4 efficienti; l'S.15 ha perso 11 aerei su 18; l'M.5, addirittura 13 su 18. In tutto, gli aerei efficienti a quel punto sono pressoché zero (quasi tutti i superstiti sono danneggiati), ma per la missione successiva sarà già tanto avere rispettivamente 4 aerei, 4 e 2 aerei ancora utilizzabili!
Con un numero del genere c'é poco da fare, veramente.
Quanto agli altri aerei delle tre basi principali di 1a linea, la situazione non è delle migliori... su 180 aerei inviati in azione, la dinamica delle intercettazioni sembra para para a quella di prima, e la somma complessiva delle perdite è di circa 22 G.91R, 15 MB.339, 22 MB.326. Totale: 57 velivoli perduti.
Ordine d'attacco:
-M.1: 12 G.91R+10 MB.339 10 G.91R+10 MB.339 12 MB.326K = 54 (21/54 = 39%)
-M.2: 10 G.91R+12 MB.339 12 G.91R+10 MB.326K 10 MB.326K = 54 (21/54 = 39%)
-M.3: 10 G.91R+10 MB.339 10 G.91R+12 MB.339 10 MB.326K = 52 (22/52 = 42%)
Scorta elettronica: 6(?)PD-808+12 G.91R = 4 G.91R (22%)
Perdite minori di prima, più che altro per la maggiore prudenza negli attacchi sferrati, e per il minor numero di partecipanti. Degli aerei contro la M.1, le perdite pare siano state da sole, 7 G.91R, 8 MB.339 e 6 MB.326; la M.2 ha comportato la perdita di 7 G.91, 5 MB.339 e 9 MB.326K; la M.3 ha visto la perdita di 8 G.91R, 7 MB.339 e 7 MB.326K.
In tutto questa seconda ondata ha visto la perdita di circa 89 aerei su (216 = 41%), molti di meno dei 126 della 1a, ma comunque tanti.
Dal canto loro, i britonni sono andati all'attacco pari pari a prima: non c'era stato il tempo di cambiare i piani d'attacco per la ricognizione appena finita dai Canberra, quindi continuano all'assalto delle stesse basi principali, tanto per essere sicuri che non riaprano tanto presto.
E così è. Dopo le sberle prese, però, i G.91 intercettori si fanno vedere molto di meno; volando a raso terra riescono a colpire finalmente uno degli Harrier antiradar, ma stranamente, mancano gli Hunter; ancora una volta, i grossi Buccaneer vengono bersagliati efficacemente e due abbattuti dai G.91, ma anche stavolta un G.91 ci rimette le penne per inseguirli, mentre un altro viene abbattuto da un Harrier che così pareggia il contro!
La serie di battaglie aeree ad alta quota vede molti meno dei G.91 originari, che in teoria erano sui 120 esemplari. Stavolta forse se ne volano in direzione bombardieri, non più di 80 esemplari, anche per le perdite subite prima (fino ad almeno 5 aerei per un singolo gruppo, tanto per dire).
La sorte comunque non è delle migliori: meno numerosi, si salvano maggiormente giusto per la maggiore 'prudenza' per avvicinarsi. Anche così, i Javelin ne infiocinano 7, gli Hunter fanno ancora sfoggio di sé con altre 4 vittorie, e i Lightning fulminano altri 5 avversari, totalizzando ben 16 vittorie, contro la perdita di un Lightning, 1 Hunter e 2 Javelin, uno dei quali ultimi per mancanza di carburante. Nessun V-Bomber è andato perduto stavolta.
I Jaguar attaccano a bassa quota ottenendo altri risultati, pagati con due Jaguar perduti per i G.91 e uno per la contraerea di una base, pare una sezione di Spada fortunosamente sopravvissuta al massacro precedente. La dinamica è simile a quella descritta prima, e non c'é molto bisogno di ricordare come sia andata di conseguenza, a parte che stavolta non c'era una batteria di Spada tutta d'un pezzo, ma nemmeno al 50% dell'efficienza. Ecco perché i danni sono stati bassi.
A questo aggiungiamoci che gli aerei anti-radar, oramai capaci di sciamare ovunque, hanno fatto fuori almeno altri 11 radar in aggiunta alla quindicina di prima; almeno un PS-15 è stato distrutto da un Maverick lanciato da un Hunter, per esempio. Questo ha agevolato la penetrazione dei Jaguar, i quali a loro volta, fin dalla prima azione, HANNO fatto azioni antiradar; infatti i velivoli di testa della formazione hanno avuto l'incarico di eliminare ogni radar che compare entro le 6 NM su ciascun lato, per proteggere la rotta d'attacco dei rimanenti aerei, naturalmente senza esaurire le munizioni che servono primariamente per attaccare le batterie Spada. Con i CRV non è difficile, con una gittata sui 4 km basta una minima deviazione per eseguire l'attacco.
I Jaguar si difendono bene, anche, pur non essendo molto agili: riescono ad abbattere almeno 3 aerei italiani, pare tutti G.91R.
In tutto, così, ai 160 aerei italiani persi nella 1a ondata, se ne aggiungono almeno altri 99, totale 259!
OPERAZIONE ORA DEL THE
A quel punto inizia la 'discesa' vera e propria; la 3a ondata di attacchi da una parte e l'altra ben poco aggiunge all'esito scontato della situazione.
La forza di V-Bombers, stavolta, si suddivide: non più attacchi alle basi principali, ma solo a quelle secondarie. Non solo, ma anche i due squadroni di Jaguar fanno lo stesso e attaccano un'altra base di 1a fascia.
I Jaguar, oramai, possono sciamare come vogliono. Anche con 6 bombe da 1.000 lb, ben sapendo che le basi nemiche non hanno praticamente difese, non c'é rimasta una batteria SAM in tutta la 1a fascia nemica! Salgono di quota e poi si buttano da 3.000 metri, sganciando le bombe e poi richiamando, tornando come se fosse Antani ad alta quota verso la loro base per risparmiare carburante. Non è chiaro se abbiano anche AAM sopra le ali oppure no.
Quanto ai caccia di scorta, adesso continuano il servizio suddividendo le forze disponibili in mezzi squadroni. Alcune formazioni di Jaguar probabilmente arrivano addirittura ad alta quota assieme a loro, e solo se arrivano gli intercettori si buttano a bassa quota mentre i caccia di scorta si prendono cura dei Gina.
Le azioni sono micidiali: fino a 72 bombe da 1.000 lb sganciate in picchiata, di cui almeno l'80% a segno sulle piste. In pratica, un singolo passaggio e bye bye base secondaria!
I V-bomber non sono da meno e spesso si abbassano, nella 1a fascia, a meno di 8.000 metri per fare più facilmente centro (su basi del resto più piccole). Per le basi secondarie la quota resta invece sempre la stessa, ma anche qui la scorta e i bombardieri si suddividono.
I danni sono tali che c'é poco bisogno di aggiungere, che a quel punto le basi di 1a fascia italiane sono cancellate. Ma anche quasi tutte quelle di 2a fascia sono colpite dai V-Bomber e danneggiate seriamente, incluse quelle da cui operano gli AMX.
Nel frattempo, gli aerei antiradar inglesi continuano il loro lavoro, stavolta estenendolo fino ai bordi della 2a fascia e anche all'interno di essa, spazzando via un'altra decina di radar tra distrutti e danneggiati gravemente.
A quel punto, c'é davvero poco di cui poter far conto per gli italiani!
Gli aerei italiani, così come le relative basi, sono stati ridotti talmente male già con la 2a ondata, che non è facile portare avanti una guerra credibile. Quanto ai temibili AMX, dopo 34 perdite non c'é più molto da fare. Tutti gli aerei ancora efficienti vengono allora mandati ad un solo aeroporto, quello della S.13, e da lì eseguono un ultimo, baldanzoso attacco da cavalcata della morte. Sono solo 10 aerei, del resto. L'obiettivo è la sempiterna M.6, dove già sono caduti parecchi di loro. Ma non c'é molto altro da poter fare.
I G.91Y invece, sono lasciati stavolta per le missioni a corto raggio: oramai troppo pochi anche per fare i caccia intercettori, nonché per fare ricognizione cercando delle basi secondarie che oramai non si ha nemmeno più la forza di attaccare, si impegnano a colpire almeno le basi di 1a fascia, o meglio una di esse, attaccata in piena forza da 16 G.91. E' la M.2.
Nel mentre, gli altri velivoli sono ridotti notevolmente, con circa 20 aerei, tipicamente 12 G.91R e 8 Macchi, per ciascuna di due ondate, a parte la M.2 dove per il resto vi sono appena 20 aerei circa di una singola ondata d'attacco. Completa il tutto il solito gruppo ECM con i PD808 e qualche drone rimasto ancora disponibile.
Dei drones, si dice che siano stati abbattuti almeno 5 Mirach 100 dai soli Rapier durante le varie missioni, quando sono stati fatti volare sugli aeroporti, ovviamente.
Quanto alle missioni belliche, l'esito non è diverso dal solito. Gli AMX sono perennemente agguerriti, ma l'assalto alla M.6 li rovina ancora una volta. Il solito schema difensivo, pressoché intatto, riesce a rovinare le loro azioni belliche, con 2 aerei abbattuti dai Lightning (missili Red Top), e altri 2 abbattuti dal fuoco della contraerea leggera e da un Rapier. La potenza d'attacco viene quasi annullata, ma in qualche modo, degli 8 aerei non intercettati prima dell'attacco, 2 riescono a bombardare le piste (uno è abbattuto subito dopo), causando altri danni, senza tuttavia eliminare l'attività di volo che riprende dopo la solita mezz'ora di valutazioni, perché un tratto di circa 1.000 metri disponibile per le operazioni di volo si trova sempre.
I G.91Y, con 16 aerei contro la M.2, riescono a causare ancora dei danni discreti con soltanto 2 aerei che sorvolano le piste e le colpiscono. Ma ben 5 vengono abbattuti durante il sorvolo del campo, mentre altri 2 vengono distrutti dai caccia Harrier mentre scappano via.
Le altre battaglie aeree non sono state meno devastanti; circa 130 aerei tra G.91R, MB.339 e MB.326 sono stati mandati cocciutamente all'attacco, totalizzando complessivamente circa 160 aerei, più i circa 300 della 1a ondata e i 200+ della 2a.
Ma le difese sono ancora pressoché intatte rispetto a prima, e certo più forti rispetto agli attaccanti; a questo punto poco c'é da stupirsi, se poi si sono infrante contro un tiro a segno micidiale, che solo con i Rapier ha fatto 11 kill. Le basi attaccate hanno visto: la M.1 con 7 G.91, 10 MB.339 e 3 MB.326 distrutti; la M.2 con 10 G.91, 3 MB.339 e 8 MB.326 persi; la M.3 con 4 G.91R+7 G.91Y, più 6 MB.339 e 4 MB.326K distrutti. I caccia si sono aggiudicati presumibilmente 22 vittorie, le altre 30 sono per la flak. Inoltre, ben due PD808GE sono stati sorpresi e abbattuti mentre cercavano di aiutare le forze italiane (non è chiarissimo se erano 4, 5 o al massimo, 6 esemplari; se l'efficienza era sempre quella non erano forse probabilmente più di 4).
Totale: 21 G.91R, 19 MB.339, 15 MB.326K, più 7 G.91Y, più 2 PD808 e 4 AMX = 68 perdite totali, più almeno 11 in difensiva, che si aggiungono alle altre per una quantità complessiva di 160+99+79 = 338 aerei persi.
L'offensiva inglese è stata pagata con poche perdite: 2 Jaguar abbattuti dai caccia (entrambi vicini alle basi, beccati durante l'avvicinamento o la fuga iniziale), 1 Javelin per esaurimento carburante vs 4 kill, 2 Lightning vs 7 kill. Non molto effettivamente, a cui si aggiunge un Hunter, probabilmente abbattuto da un Macchi 326K o 339A, a guardia di uno dei siti radar.
Appena 6 perdite, più 13 iniziali, più 6 della 2a ondata, abbiamo soltanto 25 aerei inglesi perduti in azione contro le basi inglesi. Dal canto loro, solo in offensiva i britonni hanno distrutto 34+21+11(almeno) kill = 66 perdite, praticamente tutti G.91R.
In generale, la RAF ha perso in azione presumibilmente circa 12 aerei+13 offensivi nella 1a ondata; 11+6 nella 2a; 6+6 nella 3a. Se è così, abbiamo 26+25 = 51 aerei inglesi circa, distrutti in offensiva e difensiva (praticamente... uguali!), mentre dall'altro (se i conti tornano...), lato abbiamo 160+121+79 = 360.
Tra le perdite inglesi, forse quelle più importanti sono il solitario Valiant, e sopratutto ben 10 Jaguar.
Tra quelle itagliane, abbiamo:
AMX G.91R G.91Y MB.326K MB.339 PD-808GE Totale perdite
1a ondata: 24 56 18 34 31 1 = 126
2a ondata: 10 37 11 22 20 0 = 100
3a ondata: 4 21 7 15 19 2 = 68
_____________________________________________________________
38 114 36 71 70 3 =294
(tot 142)
Superstiti: 29 380ca 31 55 102 5
Le missioni offensive sono state almeno 300+220+130 = 650 totali, circa 294 perdite: circa il 45% degli aerei andati in azione.
La situazione è con ogni evidenza compromessa per gli italiani. A parte che non hanno più una rete di difesa aerea in 1a fascia, a parte che non hanno più un aeroporto tutto d'un pezzo, cosa che se non avessero così tanti aerei 'fuoristrada' significherebbe praticamente la fine delle operazioni belliche.
OPERAZIONE FANTASMA
E così arriviamo alla mezzanotte, quando per l'ennesima volta tornano in azione gli aerei. Ma solo quelli inglesi, visto che gli italiani, già ampiamente KO dopo avere perso così tanti velivoli, hanno dovuto ritrarsi anche perché quasi tutti i loro aerei sono solo diurni, almeno per operazioni belliche moderne.
In compenso, i britannici arrivano in forze, con i due squadorni di Buccaneer e tutti i 10 di V-Bombers, anche perché hanno avuto un'ora extra di tempo di preparazione.
L'attacco colpisce tutte le basi principali e secondarie, stavolta non c'é nemmeno bisogno di caccia di scorta, con qualche Javelin in giro a fare sweep per cercare di fermare eventuali intercettori italiani vicini alle basi. Non pare che ci siano stati molti incontri e non risultano perdite. In compenso, tutte le basi vengono colpite ancora da una pioggia di bombe.
Il risultato è micidiale per le basi italiane. Una di 1a fascia si prende circa 500 bombe a segno dai bombardieri, le piste probabilmente sono prese da circa 50 bombe da 1000 lb da alta quota, e sopratutto circa 10 bombe da 1000 lb, forse 10 CBU e circa 15 Durandal a segno. Praticamente, oltre 80 bombe, praticamente una ogni poco più di 50 metri di percorso. Per cui, per quanto si cercasse di riparare le basi danneggiate, queste strutture dovrebbero essere riparate come minimo in 3 giorni, e le infrastrutture sono ancora più danneggiate.
Finita la 1a infernale giornata, il resto diventa piuttosto noioso.
SECONDO GIORNO
Le perdite sono state ripianate durante la notte, con l'arrivo alla spicciolata di diversi aerei di rimpiazzo. Però c'é un problema micidiale: gli AMX persi sono ben 38, altri sono danneggiati seriamente, ma le sostituzioni sono solo 13, per cui non saranno più di 29 gli aerei dei 3 gruppi AMX. Ma siccome questo numero è troppo esiguo, vengono contratti frettolosamente in un solo gruppo. Ovviamente, la situazione non è così simpatica, con gli aeroporti devastati... per cui l'operatività è terribile. In pratica vengono mandati gli AMX in una base di 2a fascia assieme alle attrezzature recuperabili.
La forza degli AMX è in pratica azzerata, e la mattina non può fare altro che un singolo attacco alla base britannica M.2 con almeno 12 velivoli. Questo è tutto!
Quanto ai G.91Y, circa 30 aerei inclusi i rimpiazzi, sono sufficienti per raggrupparsi anche qui in appena un gruppo operativo in 2a fascia, una base secondaria perché quelle primarie sono in rovina.
Quanto ai G.91R, hanno potuto rimpiazzare solo gli aerei messi KO di alcune unità, lasciando almeno 5 dei 25 gruppi ai ben più modesti G.91T, dalla capacità operativa pressoché nulla: poco armati, poca autonomia, poche prestazioni, come caccia intercettori lasciano molto a desiderare, e come caccia di scorta non possono avere efficacia apprezzabile, anche se sono non troppo peggiori dei normali G.91R, a parte che sono pressoché disarmati rispetto agli altri aerei e troppo poco contro i caccia nemici.
Insomma, è un casino.
I Macchi 339 vengono assemblati, con tanto di circa 27 rimpiazzi, in appena 3 gruppi degli 8 originali.
I Macchi 326K vengono raggruppati in appena 3 gruppi di 6 originali, inclusi i 18 di ricambio.
La forza complessiva, quindi, dei tipi originari, scende parecchio: un PD-808GE, 20 G.91R, 1 G.91Y, 1 AMX, 3 MB.339, 3 MB.326K = appena 29 gruppi dei 55. E gli altri 26? Hanno provato a sostituirli con i G.91T in almeno 5 gruppi, mentre per i Macchi 339 e 326K, 14 gruppi in tutto, hanno dovuto far sparire 8 gruppi originari, e hanno dovuto mandare i Macchi 326GB e altri tipi più vecchi per salvare la situazione. Peraltro, le piste sono praticamente fuori uso e solo alcune delle basi secondarie sono operative. In pratica, l'intera aviazione italiana è stata distrutta.
Tutto quel che riescono a fare è di far operare i G.91 dalle strade e piste semi-preparate, e spesso anche i Macchi operano allo stesso modo, forti della loro breve corsa di decollo.
Cosa succede il 2o giorno? Beh, essenzialmente che i velivoli italiani sono costretti a fare ben poco. Attaccano solo le basi di 1a fascia, senza poter attaccare quelle di 2a e 3a fascia. I britannici lanciano un'altra offensiva, ottenendo l'incredibile risultato della 5a missione dei V-Bomber (non necessariamente con tutti e 12 gli aerei di prassi), in 24 ore! Oramai i britannici hanno ottenuto quel che volevano; la potenza di fuoco espressa è fortissima. L'aviazione italiana, oramai stanata dai suoi campi d'aviazione, è cacciata dalla 1a fascia.
Non si sa a questo punto come davvero le cose vadano davvero. Ma l'esito è piuttosto chiaro: poco importa che i numeri italiani siano ancora quelli di prima, la disarticolazione della difesa italiana è tale da non permettere la capacità operativa iniziale; se fosse solo la potenza degli aerei di per sé, avremmo una forza italiana pari a circa l'80% di quella iniziale, mentre quella inglese, già superiore, è probabilmente ancora del 95% e forse anche di più.
Ma in termini di capacità complessive, con la devastazione di circa la metà dei radar e quasi tutti gli aeroporti chiusi, è praticamente impossibile farla operare. Peggio, la geografia del territorio è tale da impedire agli aerei di nascondersi e quindi, faranno quasi sicuramente la fine dell'aviazione di Nasser nel 1956. Allora, la vera catastrofe avvenne con gli attacchi precisi da bassa quota con i cacciabombardieri, ma anche stavolta la situazione è la stessa.
Già nella 3a ondata d'attacco del 1o giorno, i Jaguar di tutte le unità sono stati impiegati, lasciando perdere quindi la difesa aerea a cui due di loro erano relegati; qui è uguale. In verità, i Jaguar hanno quasi certamente partecipato anche all'incursione notturna di mezzanotte, sia pure con modalità operative limitate, probabilmente aiutati da cargo con i flare per illuminare il bersaglio.
Adesso accade qualcosa del genere, e per tutto il 2o giorno la situazione è del tutto in peggioramento. Alla fine di questo, malgrado che i V-Bomber non abbiano partecipato all'azione di mezzogiorno per un generale riordino delle unità, è stato possibile continuare ad avvistare e colpire ogni mezzo aereo italiano giù sulla superficie dell'intera 1a fascia, neutralizzando tutta l'aviazione italiana della zona.
A quel punto le perdite italiane diventano gravissime, perché comunque sia, volando tra i 3.000 e i 6.000 metri è possibile avvistare i raggruppamenti a terra e attaccarli. I radar vengono demoliti uno dopo l'altro, e dalle basi principali, succede che addirittura le batterie Spada vengano tolte dalla linea per cercare di utilizzarle per proteggere almeno alcuni altri obiettivi, visto che tanto i V-Bomber possono benissimo bombardarle assieme agli aeroporti da quote di sicurezza. Succede anche, che i Lightning Mk 53 vengano utilizzati come cacciabombardieri in picchiata, con 4 lanciarazzi e-o fino a 4 bombe da 1.000 lb, tale è la forza offensiva dell'aviazione britonna.
La 1a ondata d'attacco inglese è di circa 400 aerei, non proprio pochi. Gli italiani rispondono con circa 120 aerei di ogni sorta, tutti diretti alle 3 basi di 1a fascia. In verità, oramai non c'é più un piano perché ogni resistenza dovrebbe essere chiaramente intesa come una perdita di tempo. La giornata aveva già dimostrato come sarebbe andata a finire e non c'era modo di cambiare davvero le cose.
La situazione è molto simile a quella del primo giorno, solo che gli italiani sono manifestamente più deboli e spesso cercano di disimpegnarsi senza portare troppo a fondo gli attacchi, dato l'andazzo è difficile dar loro torto. Anche così, hanno perso sicuramente oltre 30 velivoli complessivi, ed è solo la parte iniziale di questa seconda giornata. Nel mentre, i V-Bomber sono oramai sguinzagliati a colpire tutti gli aeroporti italiani, sia di 1a che di 2a fascia.
Finita la 1a ondata ne sono arrivate altre, e il secondo giorno si è chiuso senza più alcuna operazione italiana: di fatto la RAF ha eliminato il peso piuma avversario. Probabilmente sono stati distrutti almeno 440 aerei italiani, forse la maggior parte di questi a terra. Niente altro c'é da aggiungere se non che quelli rimasti efficienti sono meno di 300, sempre considerando i soli velivoli di 1a linea.
La serie di attacchi inglesi è rimasta costante con l'eccezione della mancanza dei V-Bomber a mezzogiorno, e le basi italiane sono state colpite pressoché sistematicamente e ripetutamente dopo alcune ore di operazioni senza quasi più contrasto.
Di pomeriggio, per esempio, un gruppo di Jaguar, in 'caccia libera', in volo a 880 km/h a 3.000 metri, vede a terra degli aerei nemici. Sono parecchi G.91R e alcuni velivoli di 2a linea. Non si fanno ripetere due volte il suggerimento di annientare tutti gli aerei che trovano sul loro cammino. I Jaguar sono 4, armati di lanciarazzi, cannoni, bombe e missili. Subito si buttano in picchiata e distruggono gran parte degli aerei e mezzi a terra. Tornano ben due volte sparando con i cannoni da 30 mm, e alla fine se ne vanno dopo appena 3 minuti. Nonostante il fuoco da terra abbia causato loro qualche danno minore, che solo in un caso comporterà la messa a terra fino all'alba successiva, per il resto i Jaguar riescono ad incendiare ben 7 elusivi G.91 (circa l'1% del totale prodotto!), oltre a danneggiarne altri 2, su di un totale di 11. Distrutto anche un P-166 e un A.109, nonché almeno 5 autoveicoli e vario materiale. Una decina di mezzi superstiti fugge via trainandosi dietro 4 G.91R e lasciandosi dietro il 'campo d'aviazione improvvisato' che era stato allestito al meglio durante la notte del 1o giorno, e che comportava l'esistenza di una piccola base a circa 160 km dal confine, quindi ancora nella 1a fascia. Queste azioni, per certi versi simili a quelle delle Falklands ma facilitate dal volo a media quota e dall'ottima visibilità, rendono pressoché impossibile resistere a ciascun aereo italiano in 1a linea ed entro il 2o giorno, grazie anche a questa disastrosa azione, viene dato l'ordine di arretrare in 2a fascia.
L'ultimo aeroporto italiano apparentemente ancora efficiente, in 1a fascia, viene 'sistemato' durante quella stessa giornata, uno di 2a fascia. Mentre le basi principali, attaccate alle 6 (in realtà attorno alle 7, le 6 sono l'inizio delle operazioni), 12, e mezzanotte, nonché l'alba, hanno subito oltre 500 bombe, di cui oltre 50 a segno sulle piste principali, quelle secondarie non sono state sempre devastate allo stesso modo.
Una di queste, duramente danneggiata durante il pomeriggio precedente, viene attaccato ancora l'alba, ma da relativamente pochi aerei, anche grazie ad una provvidenziale intercettazione italiana che costringe alcuni Jaguar a non attaccare. A mezzogiorno, però, tornano in scena 6 Jaguar, ciascuno con 6 bombe da 1.000 lb, un serbatoio e due Sidewinder.
Saliti in quota a 3.600 m, si buttano in picchiata e centrano la base in maniera micidiale, mettendo a segno circa 27 bombe (il 75% di quelle portate) lungo i 4,5 km di pista. Era già danneggiata, e questa ulteriore incursione ha messo KO anche questa base. E dieci, solo considerando le S della 1a fascia.
Con azioni del genere è facile capire che non ci sia molto da fare per la forza aerea italiana, costretta ad arretrare per evitare la totale distruzione. E questo era solo uno dei 16 raid eseguiti dai Jaguar in quella sola azione del mezzogiorno. Ben 5 di questi erano stati dedicati alle basi di 2a fascia, quelle secondarie, visto che quelle primarie, colpite ben 3 volte dai Victor in 24 ore, non erano più operative, essendosi sorbite circa 1.200 bombe a testa, di cui oltre 100 a segno sulle piste.
Il 2o giorno è dedicato anche ad eliminare le batterie di Spada della 2a fascia. Su queste è stato fatto un notevole lavoro, anche se ha richiesto qualche perdita. Ma tra ECM, bombardamenti in quota e lanci di missili ARM, onestamente non è che vi siano state tutte queste difficoltà a neutralizzare un sistema così statico e così facile da raggiungere stando fuori tiro a distanze o quote elevate. Anche se poi costa quanto un sistema a media gittata, ma questa è un'altra storia.
Terzo-sesto giorno
Il 3o giorno le cose vanno in maniera non proprio dissimile, anche se gli aerei sono oramai troppo pochi per essere operativi. In pratica, i jet rimasti sono stati utilizzati tutti, inclusi aerei scarsi come i Macchi 326H e altri modelli di secondo piano. Ci sono anche gli S.211 e i primi SF-260.
A questo punto c'é poco da fare, mentre le ondate d'attacco oramai cominciano a fare sempre più bersaglio delle sconsiderate truppe di terra. In effetti, poche artiglierie italiane possono rispondere alle pariclasse inglesi, senza essere poi distrutte da elicotteri ed aerei in pochi minuti.
Dopo tre giorni di questo massacro, le forze italiane sono rimaste ancora di meno di prima: la caccia ai velivoli italiani e a qualsiasi cosa si muova a terra ha portato alla perdita di almeno 300 aerei italiani, mentre circa 500 sono KO, solo considerando quelli a reazione.
Nei 3 giorni successivi iniziano le incursioni terrestri inglesi in territorio italiano, ma su piccole distanze. La Madre di tutte le Battaglie non è ancora arrivata.
La Mamma di tutte le battaglie: 7-10o giorno
Arriverà nel settimo giorno, quando oramai gli aerei efficienti italiani rimasti sono soltanto circa 250, di cui la metà a reazione. Le forze britanniche sono sempre le stesse numericamente, anche se riducono l'efficienza bellica media rispetto a quella iniziale.
Dopo circa 4 giorni almeno 10 divisioni inglesi cominciano un'invasione devastante in territorio nemico, arrivando a circa 160 km dal confine, sfasciando le poche forze di 1a linea italiane.
Gli attacchi aerei le decimano ulteriormente. Una delle divisioni italiane viene praticamente azzerata dai soli attacchi aerei, prima ancora di entrare in contatto con le forze italiane. L'aviazione tattica britannica falcia rapidamente questo assemblamento di mezzi, e l'effetto è simile a quello della famigerata autostrada della morte del Kuwait.
Tipica battaglia: 8o giorno
La forza italiana lì ha circa 150 blindati Tipo 6614 e 32 Tipo 6616, una compagnia di carri OF-40 con probabilmente dodici carri armati, e sopratutto ben 18 lanciarazzi FIROS-25/30, 54 semoventi Palmaria da 155 mm, 72 obici da 105 mm M56 e qualcosa come 1.200 autocarri e veicoli vari. Sono almeno 1.500 mezzi e armi vari che possono essere colpiti dagli attacchi aerei.
La potenza di fuoco della RAF porta in poche ore uno scompiglio micidiale, iniziando con due squadroni di Harrier e due di Jaguar, poi ripetono l'attacco con gli Harrier e poi ben tre squadroni di Hawk e due squadroni di Hunter.
Anche così, vengono buttati nella mischia anche gli elicotteri Lynx, con almeno 20 mezzi impiegati con i missili TOW. La distruzione è stata tale, che almeno 500 mezzi sono stati distrutti o abbandonati in poche ore di azione. Nelle ore successive la divisione viene anche attaccata da due divisioni britonne, ma l'unica sua capacità distruttiva, l'artiglieria, non può fare molto per difenderla, perché l'aviazione nemica ha il dominio del campo di battaglia e non c'é verso di poter sparare senza essere individuati rapidamente! La cosa è maggiormente chiara per le armi pesanti, che tuttavia riescono anche a far fuoco alle volte, stando alle maggiori distanze. Il guaio è che spesso non hanno abbastanza osservatori avanzati per riuscire a colpire l'obiettivo.
Alla fine della giornata, i mezzi italiani sono in fuga come quelli irakeni del 1991, essendo molto più leggeri di questi oltretutto. Ma lungo le vie e le piste vengono tartassati dall'aviazione britonna e dispersi ulteriormente. Quel che era una divisione importante dell'esercito italiano, in 12 ore di battaglie aeroterrestri è ridotta alla forza di un reggimento! Dietro di sé ha lasciato oltre 1.000 mezzi e artiglierie e non è riuscita a fermare in maniera apprezzabile l'avanzata nemica. Uno dei velivoli inglesi, quel giorno, ha ottenuto un enorme successo, un Hunter che ha eseguito ben tre missioni d'appoggio tattico, rivendicando non meno di 11 autocarri e veicoli, più 3 blindati 6614. Un altro mezzo, un Lynx, ha eseguito 2 missioni lanciando 14 dei 16 missili TOW, e colpendo ben 11 bersagli, tra cui 1 singolo 6614, un pezzo da 105 M56 e 9 automezzi vari.
Quanto alle artiglierie, una batteria da 105 M56 è stata fatta saltare in aria dal continuo lancio di missili TOW da parte dei Lynx, che hanno portato a segno almeno 15 missili tra postazioni d'artiglieria e autocarri, con appena 4 elicotteri in hovering a distanza di sicurezza.
L'aviazione italiana è intervenuta più volte, utilizzando anche due A.129 e una ventina di Macchi 326 e Fiat G.91, più addirittura circa 15 SF-260, però poco hanno potuto fare perché l'aviazione inglese vegliava anche sul campo di battaglia e per giunta non mancavano i sistemi semoventi. Dopo poche ore di combattimento c'erano già diversi mezzi italiani abbattuti, almeno sette, tra cui un elicottero A.129, mentre la RAF ha perso probabilmente solo un Hunter cacciabombardiere, per il tiro di armi leggere.
La battaglia aerea ha comportato anche almeno 5 vittorie della RAF, tra cui l'elicottero e due SF-260, generalmente mitragliati con i 30 mm. Un G.91 e un Macchi 326 completano il tutto, mentre da terra sono stati abbattuti un altro MB.326(H!) e un SF-260.
La situazione, quindi non è delle più felici per gli italiani, costretti a quel punto a disimpegnarsi. L'ultimo grande atto di guerra è l'inseguimento di un convoglio con circa 100 veicoli italiani, raggiunti lungo una rotabile, da una mezza dozzina di Hunter, i quali riescono a mitragliare e bombardare questi sventurati con una serie di passaggi che ne lasciano almeno 30 fuori uso o distrutti, assieme anche a diversi pezzi d'artiglieria M.56 lasciati indietro da parte di due batterie. Solo l'oscurità salva il resto della combriccola, che è forse il più grande assembramento di mezzi italiani rimasto.
E i mezzi pesanti, invece? La loro posizione è stata presto scoperta dai ricognitori. Gli OF-40 non erano all'altezza dei Challenger e forse nemmeno dei Chieftain, specie quelli più moderni; però non hanno avuto modo di dimostrarlo perché anche loro sono stati cacciati selvaggiamente, essendo in pole position assieme alle artiglierie -specie quelle pesanti- nella graduatoria d'interesse della RAF. La compagnia di carri è stata avvistata dagli Harrier e mitragliata/bombardata/razzata. Avendo una blindatura ridotta, non potevano nemmeno resistere alle armi più leggere, per cui in pochi minuti appena 4 Harrier, malgrado il fuoco da terra intenso, hanno eliminato 7 carri su 12, e gli altri sono scappati.
Le artiglierie Palmaria erano un pò più indietro, ma non di molto essendo comunque parte della divisione. Quando hanno cominciato a sparare contro le forze di terra sono state particolarmente evidenti, così come la batteria FIROS che ha tirato due salve di razzi, una finita per lo più nel deserto, l'altra che ha fatto invece seri danni a diverse unità inglesi. L'aviazione comunque ha vegliato e una batteria di Palmaria è stata colpita da una formazione di Jaguar, i quali hanno bucato i mezzi a terra con i razzi e i colpi perforanti da 30 mm. I Palmaria sono esplosi uno dopo l'altro, così come i veicoli portamunizioni, e hanno preso fuoco. Di 8 veicoli solo 2 si sono salvati, dall'attacco di appena un quartetto di Jaguar! La maggior parte dei veicoli è stata pure colpita, e in tutto almeno 15 mezzi sono stati lasciati indietro. I due Palmaria superstiti non hanno poi preso parte ad altre battaglie non essendo informati sulla posizione del nemico.
Una batteria di Palmaria ha anche visto i carri nemici da distanza ravvicinata, diciamo così, ovvero a quasi 3 km di distanza. Sparando i suoi potentissimi proiettili HE a tutta forza è riuscita a respingerli, e ne ha messi fuori uso ben tre, oltre a un paio di veicoli blindati leggeri. Ma non è stato un tiro a segno a senso unico: i carri nemici, armati con il 120 mm e ben protetti, hanno risposto al tiro poco dopo la sorpresa iniziale, distruggendo in rapida sequenza diversi Palmaria, probabilmente almeno 4, mentre un altro è stato eliminato dal fuoco di un mezzo leggero, forse con un RARDEN. La batteria è dovuta arretrare, ma certo che la fama delle batterie semoventi 'ad alzo zero' si è ripetuta.
Durante la notte i Palmaria hanno ancora tirato a segno con efficacia, causando alcuni danni. Ne avrebbero causati di più se non fosse stata così seria la carenza di osservatori avanzati, e se i britannici non avessero avuto il dominio aereo. Ad ogni modo, anche di notte c'erano i mezzi nemici in giro e gli elicotteri Lynx ultimo modello potevano limitatamente operare di notte, così come potevano farlo i Buccaneer con i pod IR. In generale, comunque sia, le perdite inglesi sono limitate a poche decine di mezzi e quelle italiane sono dell'ordine delle centinaia, di fatto comportando la cessazione della divisione come unità combattente.
Per le altre 3 divisioni non è che le cose siano cambiate molto rispetto a questa battaglia, che per la cronaca è avvenuta vicino alla base M.4, nell'8o giorno di guerra.
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Nel mentre, viene usata anche l'arma paracadutista/aeroportata, quando per tagliare la ritirata italiana o per conquistare addirittura degli aeroporti (o quel che ne resta) vengono portati in azione interi reggimenti leggeri tramite i numerosi cargo britannici.
La sola settima giornata ha visto qualcosa come 5.500 uomini portati in almeno 3 settori diversi di battaglia, tra cui una base secondaria prontamente conquistata (del resto è quasi totalmente in rovina). Altri sono stati portati avanti per tagliare i rifornimenti e la ritirata alle truppe italiane di 1a linea. Sono stati portati lì con tanto di blindati leggeri e artiglierie, tra l'altro, una vera forza efficiente e autonoma.
La conquista della base secondaria, la S.8, è stata esemplare. Le ondate d'attacco sono giunte precedute da due squadroni, uno di Hunter da attacco e un altro di Hunter da difesa aerea. Gli Hunter hanno fatto tenere la testa a terra ai difensori, mentre uno squadrone di Valiant orbitava in quota per andare a bombardare prontamente i rinforzi in arrivo o le artiglierie in zona che avessero aperto il fuoco.
Dopo che la prima ondata d'attacco ha dovuto allontanarsi sono arrivati a turno altri due squadroni per volta, tra cacciabombardieri e attacco. Da notare che tutto questo si è svolto alla luce del Sole, all'alba. Volando bassi, sono arrivati, scortati da un altro squadrone di Hawk, qualcosa come sei squadroni di cargo, con circa 70 aerei. 3 degli squadroni erano Hastings, e hanno lanciato circa 900 uomini e un pò di materiali. Poi sono arrivati altri 3 squadroni di aerei di cui due sicuramente di Argosy, con i loro capaci vani, da cui sono usciti altri 500 soldati e 8 blindati Ferret; infine è giunto un altro gruppo con gli HS 748, che hanno paracadutato circa altri 100 uomini e 30 t di carichi utili. In circa 10 minuti sono arrivati circa 1.500 paracadutisti e 8 blindati di un plotone aeroportato, che hanno rapidamente ripulito i centri di resistenza della base, del resto oramai occupata da meno di 200 italiani. Durante l'operazione solo qualche aereo inglese è stato danneggiato. L'aviazione italiana, in effetti, non si è fatta vedere a lungo, e quando ha attaccato, lo ha fatto con appena 2 MB.326GB e 9 SF-260W, tanto era stressata. Il fuoco delle armi a.a. da terra ha distrutto presto uno dei Macchi e 3 degli SF-260, sopratutto grazie ai missili Javelin. Inoltre i caccia hanno abbattuto l'altro Machi e uno degli SF-260. L'ultimo tentativo di intervenire, con una squadriglia equipggiata con 7 G.91R-3, è stato annullato dall'opposizione dei caccia di scorta inglesi, che hanno abbattuto un G.91 e messo in fuga gli altri.
Ecco come va, quando le cose cominciano a girare troppo a vantaggio di qualcuno rispetto al concorrente più debole...
Bisogna dire che conquistare gli aeroporti nemici dà, almeno in teoria, la possibilità di schierare un numero equivalente di squadroni di prima linea, rimpiazzando così i gruppi nemici, anche se magari ben poco c'é rimasto del vecchio aeroporto.
Quanto ai Palmaria, sicuramente sono stati i più difficili avversari, assieme ai FIROS. La loro minaccia potenziale, essendo dei mezzi superiori rispetto alle artiglierie inglesi (quelle divisioniali sono di calibro più piccolo dei cannoni stessi dei carri armati!), ha costretto ad un certo punto a fare una serie di missioni di soppressione anti-artiglieria, utilizzando sia i radar di contro-batteria inglesi, sia gli osservatori aerei su elicotteri e aerei, che hanno segnalato facilmente la posizione di mezzi così potenti ed esposti, portando in zona l'aviazione tattica, e non mancando nemmeno i bombardieri pesanti usati, come facevano gli americani in Vietnam, come soppressione artiglierie a lungo raggio, grazie alla lunga autonomia di volo e alla capacità di carico.
La minaccia delle artiglierie a lungo raggio italiane, comunque, continuerà ad essere presente e a far danno effettivo, fino all'ultimo giorno di guerra, anche se gran parte di queste vengono distrutte dall'aviazione. Uno squadrone di Lynx, per esempio, specializzatosi particolarmente nell'uso di missili contro le artiglierie, ha ottenuto oltre 100 kill, e di questi almeno 16 sono contro gli obici da 105 mm M56 -spesso usati anche come relativamente efficaci armi controcarri- e sopratutto, ben 23 Palmaria e 6 Firos, in pratica quasi il 10% dei Palmaria è stato eliminato dai soli Lynx con i missili TOW di questo solo squadrone! E ovviamente, con queste compagnie in giro, le artiglierie hanno dovuto stare molto attente a quel che facevano, specialmente di giorno, con l'aviazione tattica inglese che cercava di stanarle ovunque entro i 50 km dall'avanzata dei loro reparti.
I pochi elicotteri A.129, invece, sono stati utilizzati con scarsi risultati. Troppo pochi, nella 1a notte avrebbero voluto addirittura impiegarli per attaccare i radar inglesi, ma visto il disastro della giornata, si è preferito di no, sebbene fossero potenzialmente in grado di dare molti dispiaceri.
Erano almeno una dozzina di esemplari operativi, e hanno fatto oltre 100 missioni belliche, lanciando più di 200 missili. Non molti, perché in effetti spesso sono stati scacciati dai velivoli nemici o ingaggiati dalla contraerea. Hanno causato danni sì, ma non sufficienti. Un A.129 è stato addirittura abbattuto da un Lynx con il fuoco della mitragliatrice da 7,62 mm. E' stato un duello epico, che ha visto il Lynx (motorizzato come l'A.129, tra l'altro) arrivare sopra al Mangusta e tirare contro i motori con la mitragliatrice, i cui proiettili perforanti hanno rovinato uno dei motori. L'A.129 ha cercato di scappare (anche perché privo di cannoni), mentre il Lynx lo inseguiva. Alla fine, mentre cercava di allontanarsi, il Lynx gli ha tirato contro direttamente uno dei suoi missili TOW, abbattendo l'A.129 con un centro diretto! Questo puòs sembrare strano, ma non lo è: nella Guerra del Golfo i Cobra iraniani hanno abbattuto diversi elicotteri nemici con i TOW. Anche gli A.129 ne hanno lanciati alcuni contro gli elicotteri inglesi, specie gli stessi Lynx, ma a causa del fatto che non sono riusciti a sorprenderli, questi agili e piccoli elicotteri Westland li hanno evitati di misura.
Il peggior giorno per gli A.129 è stato il 5o, prima ancora della grande offensiva terrestre, quando due A.129 sono stati distrutti e un altro seriamente danneggiato, in una sezione di elicotteri cannoniera sorpresi a terra dagli Harrier. Per l'occasione, anche se uno degli A.129 è rimasto indenne, è stato distrutto un rimorchio con ben 30 missili TOW, che erano oltre il 5% del totale disponibile per gli italiani e rappresentavano l'intera ricarica per gli A.129, anche i due distrutti avevano missili a bordo e probabilmente il totale è arrivato sui 46 esemplari... I caccia sono riusciti ad abbatterne uno solo, durante un duello con un Hunter che ha mandato a stendere un A.129 con un fortunato tiro dei 30 mm. Ai Mangusta sono stati accreditati circa 22 carri distrutti o KO e circa 45 veicoli blindati più almeno 21 non corazzati, colpiti anche con i razzi. Non male per così pochi elicotteri, ma certo che non potevano fare la diffferenza da soli. Ai Lynx, per esempio, sono stati accreditati circa 1.000 bersagli colpiti tra cui oltre 100 corazzati, circa 220 artiglierie e il resto veicoli, radar e altri bersagli di terra variamente assortiti, alle volte anche aerei ed elicotteri efficienti o già KO.
La fine delle ostilità si è quindi avvicinata molto. Una brigata d'artiglieria è sparita in poche ore, quando è stata localizzata dall'aviazione nemica e sottoposta a più di 50 sortite tra aerei ed elicotteri armati. Sbandatasi ben presto, ha perso 90 dei 96 pezzi d'artiglieria leggera e 11 dei 18 Palmaria, più circa 420 veicoli di vario tipo. Non avendo difese aeree al di sopra delle mitragliatrici, ben poco poteva fare anche se da terra hanno danneggiato diversi aerei attaccanti, alle volte abbastanza per costringerli a interrompere l'attacco, mentre un provvidenziale intervento di due G.91 ha abbattuto un Hawk cacciabombardiere, e altri due hanno compiuto atterraggi d'emergenza a causa dei danni subiti per la contraerea leggera, incidentandosi, in un caso almeno, andando proprio fuori uso.
Anche qui gli Hunter hanno fatto molta della differenza: un singolo quartetto di questi ha distrutto qualcosa come 9 veicoli e 2 artiglierie, poi è tornato in azione malgrado qualche buco subito, ed è riuscito dopo circa un paio d'ore a completare il danno con altri 4 veicoli e 5 artiglierie eliminati, totalizzando qualcosa come 13 veicoli e 7 artiglierie in appena 8 sortite da parte di 4 aerei.
Molti mezzi sono stati addirittura abbandonati più o meno intatti, del resto succede regolarmente in situazioni come questa.
E così, alla fine del 10o giorno, la battaglia terrestre è oramai perduta. Anche se non si può certo pretendere un'avanzata di 500 km in 96 ore, la 1a fascia (200 km) è oramai presa un pò dappertutto e assieme ad essa, eliminate gran parte delle divisioni e brigate che dovevano difenderla.
A quel punto è andata e finisce la storia. In verità, se è finita adesso, è finita solo quella che era, con ogni evidenza, una futile carneficina, come quei disgraziati degli irakeni in fuga dal Kuwait sull'Autostrada della Morte. E anche se fosse continuata un altro pò non si sarebbe fatto altro che allungare l'agonia. Peraltro è disponibile anche la versione extended, con almeno altri 6, possibilmente 10 giorni di battaglie e avanzate fino al confine estremo, anche se come si è visto, sostanzialmente inutili ai fini dell'esito finale.
La RAF ha vinto largamente, generando in 10 giorni qualcosa come 33.000 sortite operative. I Soli V-Bombers, veri pilastri dell'offensiva britannica, hanno generato circa 4.400 missioni, ovvero circa 13.000 ore di volo per un totale di almeno 27 ondate principali e un certo numero di altre minori; solo nelle prime 24 ore hanno potuto fare qualcosa come, senza l'offensiva dell'alba successiva, 4 missioni, con oltre 450 aerei/missione e circa 5.000 tonnellate di ammore consegnato a domicilio, sotto forma di 10.000 ordigni da 1.000 libbre, più qualche missile aria-terra. In tutto ne hanno sganciati la modica cifra di circa 50.000 esemplari, pari a circa 25.000 tonnellate.
Hanno causato una serie di danni indicibili, subendo solo cinque perdite: un Valiant il primo giorno, abbattuto; un Vulcan abbattuto il 3o giorno in una situazione clamorosa, dovuta ad un coraggioso G.91 che riuscì a raggiungere il bombardiere inglese durante una sua incursione; un altro Vulcan, stavolta per guasto tecnico, il 6o giorno; un Victor, guasto tecnico, 8o giorno; e un altro Valiant, suprema beffa, il 9o giorno, causa, ancora una volta, un aereo italiano, probabilmente proprio un G.91R. Nessuno perso a terra, notevole l'affidabilità (una perdita ogni oltre 2.000 missioni, ovvero meno dello 0,05% di perdite per incidenti, e poco più dello 0,1% in generale), dipendente dalla perfetta condizione degli aerei all'inizio delle ostilità. Altri aerei sono andati danneggiati dal tiro nemico (successo in un paio di occasioni) e da incidenti di volo e in atterraggio, con almeno 3 aerei fuori servizio ma ufficialmente almeno, non dichiarati come perdite (un altro Vulcan e due Victor).
I Jaguar sono stati un altro elemento fondamentale; pur subendo la perdita di ben 10 aerei già nella 1a giornata, hanno tenuto un ritmo elevatissimo, con ben 10 squadroni coinvolti, ottenendo una quantità di risultati notevolissima. Hanno volato qualcosa come circa 3.000 missioni belliche, sganciato circa 4.400 tonnellate di carichi, subito la perdita di ben 29 aerei (di cui 18 in combattimento aereo) e ottenuto a loro volta circa 15 vittorie aria-aria. I loro attacchi, in generale, sono stati i più pericolosi in assoluto data la precisione e la potenza di fuoco portate in gioco.
In tutto l'aviazione italiana ha perso in volo sicuramente oltre 1.000 aerei a reazione, e decine/centinaia di altri ad elica. A terra ha perso il resto, fino a ridursi a circa 50 aerei efficienti, di cui 20 a reazione, alla fine del 10o giorno. Tra i velivoli c'era rimasto un singolo AMX. Quest'ultimo tipo ha subito troppe perdite il 1o giorno, ma comunque è rimasto in azione fino all'ultimo, anche se con operatività sempre minore: negli ultimi tre giorni ha volato circa 20 sortite belliche, per dire, nessuna delle quali strategica. In tutto ne sono andati perduti direttamente almeno 51, e quasi tutti gli altri sono stati distrutti a terra o catturati. Alla fine, di circa 67-68 aerei, solo 3 erano ancora in linea e uno solo efficiente. Il numero di sortite eseguite è stato sicuramente superiore alle 500, almeno 72 delle quali solo nel primo giorno.
Quanto alla contraerea, il Rapier ha comportato da solo un'attività record, con il lancio sicuro di almeno 800 missili nel solo primo giorno(!!!), e un totale di oltre 3.400 armi. Ma considerando che ve n'erano disponibili circa 20.000, ci si è potuti permettere anche il lusso di usare le armi delle qualità migliori e più recente produzione. Il risultato è stato superiore ai 100 kill.
Dei caccia, i Lightning hanno fatto sicuramente bene, con oltre 100 vittorie.
Da notare che i Javelin sono presto spariti: dopo la fine del 2o giorno, infatti, visto l'andamento della battaglia, si è deciso di sostituirli avvicendandoli con gli Hunter, più flessibili. Già il giorno successivo uno squadrone è stato sostituito dagli Hunter, e il 4o giorno è toccato ad un altro. Infine, gli ultimi due, sono stati sostituiti entrambi il 6o giorno, giusto in tempo per cambiarli con altri preziosi Hunter cacciabombardieri. Comunque sia non si sono comportati male, anzi: la 1a giornata hanno ottenuto qualcosa come circa 22 vittorie, altre sono seguite poi, per cui non è andata male, per giunta hanno protetto efficacemente i V-Bombers, e nelle lunghe navigazioni spesso un navigatore è fondamentale oltre che il singolo pilota. In tutto dovrebbero avere ottenuto sulle 50 vittorie, contro una dozzina di perdite per tutte le cause. Dei veri 'zerstorer' tipo i Bf 110.
E i piccoli Hawk, anche loro hanno agito bene; grazie sopratutto ai missili AIM-9J/L, hanno ottenuto un valore elevato di successi, forse oltre 100 anch'essi, anche se presto gli Hawk Mk 1 hanno cominciato a cedere il passo agli Mk 60 multiruolo per mancanza di sufficienti bersagli. I primi avvicendamenti si sono visti dopo il 3o giorno. Dopo il 6o, due dei 6 gruppi sono stati sostituiti anch'essi dagli Hunter, così come i due con gli Gnat, che peraltro si sono comportati bene, sono stati cambiati dopo il 2o giorno! Così, alla fine, all'inizio anzi, del 7o giorno, il numero di Hunter è aumentato da 6 a ben 14 squadroni, tutti delle versioni più recenti. Anche loro hanno ottenuto molte vittorie aeree, probabilmente anch'essi sulle 100.
Le perdite generali della RAF, a parte i 5 V-Bombers, sono probabilmente di circa 160 aerei da combattimento, di cui almeno la metà nei primi 3 giorni, a parte anche eventuali velivoli distrutti al suolo (che non paiono esservi stati, almeno per le macchine di 1a linea, o se sì, pochissime) e quelli danneggiati più o meno seriamente, più pochi velivoli di 2a linea e diverse decine di elicotteri. Non moltissime, in effetti, anche se colpivano i velivoli migliori. In effetti, avrebbero potuto farcela persino senza ricambi mentre l'aviazione italiana 'evaporava' letteralmente, giorno dopo giorno, dall'altra parte del confine.