Aggiornamenti sui cannoni italiani 7-4-015
Grazie alla potena di google doc, è possibile trovare persino... il manuale delle istruzioni per l'uso delle artiglierie italiane. E' ricchissimo di informazioni, seppur breve.
Sono considerati tutti i cannoni della squadra navale, dal 120 al 381 mm.
Gittata pratica di inizio tiro (in ottima visibilità): visibilità media? distanza conveniente per lo svolgimento dell'azione
381/50: 28-30 km 25 km 19-21 km
320/44: 26 km 22 km 19-21 km
203: 22 km 20 km 17-20 km
152: 20 km 18 km 15-17 km
152/55 cor. 18 km 16 km 12-14 km
135/45: 17 km 15 km 11-13 km
120/50: 15 km 14 km 11-13 km
100/47: 14 km 12 km 9-11 km
La scelta della distanza dev'essere ispirata al criterio di 'battersi efficacemente', per cui dopo l'apertura iniziale, bisogna adeguarsi alle condizioni, cercando di colpire la nave nemica e di farlo con le munizioni pù adatte.
Si parla di scelta delle distanze di combattimento per tenere conto anche degli angoli, ergo il 'beta', il che mi fa pensare che l'angolo di perforazione NON sia dovuto all'angolo di caduta del proiettile combinato con la differenza di angolazione orizzontale. L'angolo è di 90°, 80, 70, 60, 50, ovvero 0, 10, 20, 30 e 40° gradi, ma è riportato solo per le corazze verticali, e non per i ponti che per l'appunto, in genere sono orizzontali e quindi NON hanno bisogno della correzione d'angolo, perché l'unico che conta è quello della caduta dall'alto.
Le istruzioni ai comandanti erano quelle di serrare se c'era da affrontare navi più grosse, e allontanarsi al limite della gittata massima, se c'era da affrontare navi più piccole e meno armate, restando quindi abbastanza fuori portata da parte del nemico.
I proiettili erano essenzialmente del tipo a palla e perforanti, nonché dirompenti per i tipi più piccoli. Le munizioni potevano avere spoletta nel fondello, e a quel punto avevano uno scoppio circa dentro una decina di metri dalla parete colpita. Quelle più piccole, da 135 e 120 avevano spolette di fondello ma senza ritardo, anche se in realtà essendo l'attivazione ad inerzia potevano comunque scoppiare leggermente dentro la nave colpita. Le granate dirompenti da 203 in giù avevano invece spoletta extrasensibile con funzionamento istantaneo a contatto. Essi erano anche più utili per la formazione di grosse colonne d'acqua, mentre quelle perforanti avevano meno esplosivo e scoppiavano più in profondità, formando delle colonne bianche e poco appariscenti, simili a quelle di un colpo inerte. Questo fatto rende possibile l'uso dei colpi da 203 e 152 solo a distanze ridotte perché semplicemente non si vede bene a meno che non ci sia un'eccezionale visibilità, la colonna d'acqua, il che rende difficile poi correggere il tiro. Per questo, alle maggiori distanze, è opportuno usare i proiettili esplosivi, che si vedono bene anche alla massima distanza, e così è anche in condizioni di tempo non buono, mare agitato o visuale scadente.
I colpi perforanti da 135 e 120 con spoletta a fondello scoppiano quando sono entrati in acqua, e fanno un effetto un pò intermedio.
Inoltre, le granate dirompenti hanno la coda tracciante, ma mai quelle perforanti e a palla. Così per controllare meglio la traiettoria dei colpi è consigliabile usare anche queste armi.
La cosa più risibile è la definizione data dalla RM sulle granate di grosso calibro: la 'palla' e la 'perforante'. Normalmente sarebbe significante che la 'palla' sia quella di piombo incamiciato (FMJ) e quella perforante in acciaio. Qui NO! La 'palla' è quella perforante, e la perforante è quella che da altre parti sarebbe considerata 'semi-perforante', infatti pesa appena di meno (824 vs 885 kg).
Strano ma vero, per molte categorie di navi si raccomandava la perforante, eprché 'risulta evidente il forte vantaggio degli effetti del peso di carica di scoppio portata sul bersaglio, che si consegue' con queste munizioni.
Altre due notazioni di merito quelle sulle granate da 203 mm perforante, che dato il carico di scoppio elevato, è considerata un prodotto molto efficace; al converso, la palla da 152 mm ha una scarsa carica esplosiva, perché ha un guscio molto robusto onde ottenere le caratteristiche perforanti 'ottime in relazione al calibro'. Anche le granate da 135 e 120 perforanti hanno potenti cariche esplosive, solo di poco inferiore a quella dei colpi HE veri e propri, per cui l'uso ne è raccomandato anche contro bersagli senza protezione.
E ora la corazzatura perforata. Ma prima una notazione: la perforazione è considerata, per le cinture, solo la piastra cementata (KC), per il 203 questa e quella omogenea (OD); per il calibro 152 mm, invece, non è considerata nient'altro che la corazza omogenea, perché 'non perfora alcuno spessore minimo' della KC! Idem per i colpi da 135 e 120 mm.
C'é da dire due cose al riguardo: 1- che non viene fatta nessuna differenza tra i vari tipi di 152 e 203 mm, ad onta delle differenti caratteristiche di tiro (all'epoca, ad ogni modo, la velocità delle armi da 152/53 e 203/50 era stata senz'altro ridotta a livelli 'normali'). 2- che il 135, di fatto, perforava tanto quanto il 120/50, ed era in effetti anche pari in gittata utile (e massima).
Da notare altre cose variamente raccomandate.
Quella che viene ricordata è che bisogna considerare come conveniente, portare il maggior carico HE dentro le navi; e con i grossi calibri 'si impiegherà sempre il proietto con la maggiore carica di scoppio (perforante)'. Tranne che contro le corazzate, dove è raccomandato sopratutto quello a palla. Anche perché, altrimenti, il proiettile non 'detonerà francamente' (in condizioni 'intere') dentro la nave.
Ad ogni modo, se non si è in grado di perforare la nave avversaria, bisogna usare i proietili con la maggiore carica HE, ergo le perforanti per i grossi calibri, le dirompenti per gli altri.
Ma: 1- contro navi parzialmente corazzate, come gli incrociatori, meglio usare comunque i proiettili perforanti/palla; 2- contro le siluranti, meglio quelli dirompenti, perché sennò i perforanti trapasserebbero le navi e non esploderebbero a bordo di esse.
Anche qui con un'ulteriore eccezione, le armi da 120 e 135 mm perforanti non hanno un vero ritardo, ma possono scoppiare appena dopo la penetrazione.
Le munizioni AP ed HE hanno differenze ridotte di peso, e quindi di gittata, per cui si possono cambiare anche durante il combattimento dato che la gittata è simile.
Mica è finita qua: per le azioni costiere è raccomandata sempre la granata HE (o spolettata con azione istantanea, con una spoletta O.K. speciale per le navi destinate a questo impiego), e in caso di pioggia, al contrario, meglio usare la granata AP (perché non è chiaro).
E di notte? Meglio le granate dirompenti, per il tracciante che possiedono. Almeno alcune granate per ogni salva tirata.
Tipo peso HE spoletta perforazione 0°(90) 10° 20° 30° 40°
Granate da 381/50 mm: cintura KC--ponte(OD)
-palla (AP): 885 kg 10,16 (1,15%) fondello ritardata 26 km 325--124 318 299 266 223
24 km 348--105 340 320 285 238
20 km 402--74 392 367 326 260
19 km 416--67 406 380 338 260(?)
-perforante (SAP): 824 kg 29,515 (3,57%) fondello rit 26 km 189--114 186 183 181 180
24 km 196--97 189 184 181 180
20 km 213--68 201 186 182 180
19 km 215--61 203 186 182 180
Granate da 320/44:
-palla (AP): 525 kg 6,38 (1,22%) fondello ritardata dist. 0° 10° 20° 30° 40°
24 km 221-108 216 202 179 150
22 km 238--91 232 218 194 162
20 km 238--75 232 218 194 162
18 km 276--61 270 254 225 189
-perforante (SAP): 475 kg 23,4 (4,9%) fondello ritardata
24 km 150--99 150 150 148 124
22 km 150--82 150 150 150 135
20 km 150--68 150 150 150 140
18 km 162--55 152 150 150 142
Granate da 203 mm:
-dirompente: 110 kg 7,5 (6,8%) ogiva istantanea
-perforante: 125 kg 3,157 (2,51%) fondello ritardata 0° 10 20 30 40
ponte cintura KC/OD
22 km 49 x-96 x-94 x-88 x-79
20 km 39 100-109 x-107 x-100 x-89 x-74
18 km 31 117-127 115-123 107-116 x-100 x-87
16 km 25 137-150 135-146 127-137 112-121 x-102
Granate da 152 mm:
-dirompente: 44,57 kg 2,39 (5,34%) ogiva istantanea cintura OD
-perforante: 49,6 kg 0,838 (1,69%) fondello rit OD ponte 0° 10° 20° 30° 40°
20 km 43 mm 58 56 53 47 <40
18 km 30 65 63 60 53 < 40
16 km 25 74 72 67 60 50
14 km 18 86 84 79 70 59
Granate da 135/45 mm:
-dirompente: 33 kg 1,8 kg (5,45%) ogiva istantanea
-perforante: 33 kg 1,465 (4,44%) fondello non ritardata cintura (OD)
ponte 0° 10° 20° 30° 40°
17 km 48 mm
16 km 36 38 mm 37 >30 >30 >30
13 km 25 49 48 45 40 33
11 km 17 53 52 49 43 36
Granate da 120/50 mm:
-dirompente: 23,245 kg 1,63 (7%) ogiva istantanea
-perforante: 23,25 kg 1,295 (5,57%) fondello non ritardata cintura (OD)
ponte 0° 10° 20° 30° 40°
15 km 38 mm 43 37 35 31 x
13 km 32 45 44 42 37 30
12 km 23 45 48 45 42 42
10 km 16 58 56 53 47 45
Comparazione diretta: a 13 km (l'unico dato in comune): 135 mm perfora a 0-40°, 49-33 mm, vs 45-30 mm per il 120/50 mm; ponte: 25 mm vs 32 mm.
IZ per il 135 mm verso un DIDO (cintura 76 mm, ponte macchine 25 mm, ponte munizioni 51 mm): meno di 10 km (7-8?) ------ 13 (macchine, però difese da una cintura che arrivava fino al ponte di coperta e quindi con minime possibilità di essere colpite dal ponte, dove oltretutto c'erano anche le sovrastrutture)---oltre 17 (munizioni). 120 mm: più o meno lo stesso, con meno perforazione verticale ma maggiore orizzontale.
E infine... consigli diretti.
Contro l'USN (quindi questa è una pubblicazione bellica, presumibilmente del 1942):
381 mm: contro le N.Carolina, Maryland e California: PALLA sotto i 20 km; perforante oltre 20 km; Mississipi: PALLA sotto i 20 (24?) km; perf oltre 24 km.
Texas e Nevada: PALLA ad ogni distanza. Tutte le altre navi: PERFORANTE.
320 mm: contro TUTTE le corazzate: PALLA sotto 18 km; perforante oltre 18 km. Tutte le altre navi: PERFORANTE a parte gli incrociatori pesanti (PALLA)
203 mm: contro tutte le corazzate: HE; incrociatori pesanti: AP sotto 15 km; HE oltre 15 km. incrociatori leggeri: AP; ct e simili: HE
152 mm: contro tutte le corazzate: HE; incrociatori e portaerei: AP sotto 15 km; HE sopra 15 km; vs incrociatori leggeri: AP; ct e simili: HE.
135 e 120 mm: per TUTTI i casi: AP sotto 10 km; HE oltre 10 km.
E contro la RN?
381/50: vs KG V e Nelson: PALLA sotto 20 km, Perf oltre 20 km; contro le altre corazzate e BC: PALLA. Tutti gli altri: perforante
320/44: vs KG V e Nelson: PALLA sotto 18 km; perforante oltre 18 km; contro le altre corazzate: PALLA; contro gli altri: perforante
203 mm: vs corazzate: DIROMPENTE; idem vs CT; vs portaerei e incrociatori: PERFORANTE
152 mm: vs corazzate e ct: DIROMPENTE; vs incrociatori: PALLA sotto i 15 km, dirompente oltre 15 km
120 e 135 mm: in tutti i casi: AP sotto 10 km e HE oltre 10 km (idem che vs l'USN).
Commenti
Da dove cominciare?
Anzitutto, è interessante notare come l'angolo di rilevamento (beta) è quello raffigurato nei dati di penetrazione, il che significa che NON sarebbe quello dell'impatto del proiettile, che quindi -specie alle distanze maggiori- cade con un angolo composito ben maggiore. Del resto, che senso avrebbe parlare di una gittata di 26 km e di un impatto a 90° quando questo sarebbe pressoché impossibile? (a quella distanza probabilmente saremmo a circa 20-25° di angolo di caduta, quindi o viene impattata una struttura inclinata all'indietro oppure niente da fare!).
Gli angoli d'impatto, con mia sorpresa, comportano una variazione di penetrazione molto ridotta. Nel caso dei proiettili tedeschi, 30° di angolo d'impatto sono sufficienti per aumentare la resistenza della piastra di circa il 50% a 500 m/sec, oppure, a seconda dei punti di vista, calare la penetrazione di un terzo circa. Per esempio, il 380 mm cade da 460 a circa 315 mm!
Nel caso 'italiano', no, malgrado si tratti di munizioni molto veloci e con traiettoria anche più tesa di quella delle armi tedesche. La diminuzione, anziché di un terzo, è di appena il 19% a 24 km per i 381 mm!
Il che mi sembra persino un pò sospetto, come valore: l'angolo di 30° è pari ad un incremento dello spessore virtuale di circa il 16%. E se questo è un angolo composito, perché all'angolo orizzontale bisogna anche aggiungere l'angolo di caduta, allora le cose diventano anche più interessanti, o sbaglio? Per esempio, poniamo che l'angolo di caduta sia di 30°, e a quel punto avremmo che lo spessore virtuale dovrebbe accrescersi di 1,16x1,16 volte, ergo del 34%!!
Visto che praticamente NESSUNO dei proiettili della II guerra mondiale e per decenni successivi aveva tale caratteristica, a me pare che sia del tutto fuori discussione come valore: ergo, all'angolo teorico di impatto deve corrispondere palesemente un aumento di resistenza maggiore. Ergo, se lo spessore virtuale aumenta del 15%, è facile che in realtà la resistenza effettiva aumenti di almeno il 20% se non oltre: nel caso delle armi tedesche, dal 16% si passa attorno al 50%!!!
Il che mi pare del tutto assurdo, forse le munizioni tedesche erano troppo sensibili all'inclinazione, ma di sicuro quelle italiane non hanno ragione di essere più resistenti a questo tipo di impatti, visto che sono anche più veloci e dalla traiettoria più tesa.
Insomma, c'é qualcosa che non quadra.
Perforazioni, adesso.
Da notare come il 381 perfori di MENO sia contro le corazze verticali che contro quelle orizzontali, di quanto calcolato dalla formula empirica dell'USN, anche se ancora leggermente meglio del 380 tedesco.
Un'altra cosa è pure moolto interessante: la distanza a cui una corazza da 350 mm può essere perforata. Quasi 24 km con impatto a 90° (0°), notare che secondo la definizione italiana l'impatto trasversale è a 90°, non a 0°, il va tenuto presente perché da altre parti l'impatto dei proiettili (non delle navi o veicoli!) è invece regolato, più correttamente, dall'angolazione tra 0 e 90°, dove lo 0 è per angolo d'impatto nullo (trasversale).
Ora, la corazza da 350 mm è perforabile a quasi 24 km, MA, anche con la riduzione limitata con gli angoli, la perforazione di questa cintura diventa inferiore a 19 km (dove è a 338 mm), quindi 30° bastano per ridurre la distanza di perforazione di oltre 5 km (probabilmente attorno a 6-6,5).
Da notare come questi dati ci dicano come gli onnipotenti cannoni da 381/50, in realtà, avevano una capacità di perforazione delle corazze buona, ma non strabiliante quando si arrivava a forti distanze. Una corazza da 350 mm poteva essere perforata a 24 km, il 380 tedesco, pur essendo meno potente, ci riusciva a 21 km (il vecchio 380/45 solo a 12 km circa, per cui era fuori discussione). Da notare anche, come in base alle curve di impatto, in realtà il 380 tedesco potrebbe teoricamente perforare quella corazza ad oltre 30 km(!) se l'impatto fosse a 90°/0°. Per qualche ragione, invece, è calcolato con un angolo d'impatto di circa 23°, che un pò un nonsenso, visto che a 21 km (500 m/sec) l'angolo di caduta è grandemente minore: poco più di 12°.
A 20 km, infatti, il cannone da 381 italiano ci arriva con un alzo di appena 10,6° e cade a 13,4°. Quello francese da 380 ha con un alzo di 10,9°, ma cade a 14°. Quello tedesco necessita di ben 12,1° e cadeva poi a 16,4°, con appena 511 m/sec (contro 544 dell'arma francese e 561 di quella italiana), oltre al fatto di avere un peso inferiore di circa il 10% della munizione di per sé, con un calibro pressoché uguale. Da notare che entrambi erano lunghi più o meno lo stesso (sui 170 cm), quando il tipo francese era un L5 (190 cm!), quindi la differenza di peso è tutta nella struttura interna, ed è sorprendente come con una canna più lunga di 2 calibri e la stessa massa di propellente (circa 220 kg), un proiettile leggero come quello tedesco non avesse una velocità dell'ordine dei 900 m/sec o giù di lì, invece era addirittura più lento delle munizioni italiane. Il fatto che il cappuccio della munizione tedesca era, da solo, quasi 200 kg, e che il carico esplosivo interno era di 18 kg anziché 10, certamente aiuta a spiegare la questione.
Ad ogni modo, a 21 km l'angolo di caduta era forse dell'ordine dei 17-18°, quindi molto meno dei 23 circa. Probabilmente era incluso nel valore per i 21 km/350 mm, un angolo orizzontale minimo, diciamo 10°?
In ogni caso, una corazza di questo tipo era apparentemente imperforabile (probabilmente va considerato anche il tipo di armatura, vista la qualità 'ternana' delle piastre italiane, ergo migliore di un 5-8% della migliore concorrenza!) a distanze di 24 km, e con appena 30° di angolo, lo era forse giusto a 18 km, quindi bastava essere attorno ai 20 km e difficilmente si sarebbero corsi rischi. In effetti, la normativa italiana diceva di combattere da quelle distanze.
MA, è anche più singolare notare il comportamento delle munizioni 'perforanti'. Come spiegato prima e sopra, attenzione: queste sono munizioni SAP, non certo perforanti! Sono quelle a 'palla' che sono le vere 'perforanti', al contrario della solita definizione dei proiettili (palle = FMJ e perforanti = AP). In pratica, sono un curioso ibrido, le pareti sono più spesse del normale, ma pur sempre meno di una munizione AP vera. Il carico di esplosivo, per questi cambiamenti, quasi triplicava (29 kg).
Va anche considerato che il pezzo da 380 francese ha un proiettile dello stesso peso (885 kg circa), ma è alto 190 cm, a causa principalmente di un lunghissimo frangivento/cappuccio anteriore. Anche qui il carico di HE è molto maggiore (22 kg circa).
ORA, per quel che riguarda questo tipo di munizione (semiperforante), va detto che i dati sulla perforazione sono per così dire 'interessanti'. Ergo, vengono dati 189 mm a 26 km e 0°; bene, a 19 km e 40°, la perforazione è ancora di 180 mm, come se fosse Antani.
Più credibili i dati sulla perforazione orizzontali, dove tra 19 e 26 km il SAP (?) dimostra tra 6 e 10 mm meno dell'AP vero e proprio, apparentemente giusto perché dopotutto, pesa quasi il 10% in meno (824 vs 885 kg). Anche così la questione è abbastanza ambigua: possibile che la differenza sia così ridotta nella perforazione dei ponti (per esempio, 114 vs 124 mm a 26 km)? Eppure, alla stessa distanza di 26 km, la perforazione è di appena 189 mm sulla cintura, vs 325 mm, circa la metà. Possibile che il SAP/'perforante' avesse un cappuccio balistico più piccolo o addirittura, non l'avesse per niente? Boh.
Ad ogni modo, queste considerazioni fanno capire bene come mai i proiettili consigliati fossero, oltre i 20 km, i SAP (più carica HE, perforazione ponti quasi uguale) e fossero le armi prescelte per la lotta contro le navi minori.
E i cannoni da 320 mm? Sono molto meno potenti, vero, ma contro i ponti sono tutt'altro che nulli, a 24 km perforano addirittura 108 mm vs 105 dei 381; il fatto che al contempo a quella distanza perforassero la miseria di 221 mm di cintura vs 348 è un fatto secondario in questo senso. I tipi SAP, invece, perforavano 150 mm 'fissi' fino a 26 km e 20°, o anche 20 km e 0°(!). Bah, forse avevano finito le piastre con cui fare le prove?
I cannoni da 203 mm erano efficaci contro le corazze OD, ma non contro le KC, almeno da quel che si vede: gli AP perforavano 100 mm circa di KC, 109 mm OD (quindi la differenza tra i due tipi è meno del 10%!) ma solo 39 mm di ponte! Il che significa, per esempio, che da questa distanza la Graf Spee è al sicuro, anche senza considerare inclinazioni orizzontali, e certo senza considerare l'angolo di circa 12° della corazza verso il suo interno, tanto meno la paratia da 40 mm interna, lo scafo e la controcarena esterna. A 18 km è possibile perforare 100 mm di KC inclinati a 10°, ma anche questa è una distanza ottimistica. Ad ogni modo, a 16 km è possibile perforare 137 mm di KC, e ben 150 di OD (omogenea), ma SOLO a 90° esatti, a 30° sono scesi a 112 e 121 rispettivamente (-20% circa). Quindi le distanze pratiche di tiro per colpire una cintura corazzata come quella degli Zara sono assai limitate, e in generale, una nave dotata di cintura indurita da 100 mm e ponte da 40 mm ha un discreto margine di sopravvivenza, visto che apparentemente con queste cifre si arriva praticamente ad una IZ pari a 0 (a 20 km di distanza). Qualsiasi allontamento ulteriore renderebbe impossibile perforare la cintura, e qualsiasi avvicinamento idem per il ponte. Forse è per questo che anche gli 'Abruzzi' erano considerati a prova del 203 mm?
Quanto alle comparazioni internazionali, i cannoni da 203 mm americani, con granata da 118 kg (esattamente il doppio di quella da 152 'pesante') perforavano circa 6 pollici (152 mm) a 14 km circa, quindi qualcosina di meno (non è chiaro se fosse corazza omogenea oppure indurita); ma con i nuovi super proiettili da 152 kg AP, era possibile estendere questa distanza fino a 19 km, anche se soltanto i sistemi di ricarica dei cannoni più moderni potevano effettivamente utilizzarli dato che erano più lunghi. Quanto alla capacità di penetrazione, i cannoni stranieri, in genere meno veloci e perforanti 'verticalmente', erano meglio come prestazioni 'orizzontali'. Il 203 mm americano arrivava a 18 km in 35 secondi, contro i 44 del 152 connazionale, per esempio.
La perforazione del 203 italiano, a causa della sua alta velocità, era ottima. Ma quella orizzontale non lo era altrettanto:
Ecco la perforazione in dettaglio dei cannoni da 203 americani di vecchio e di nuovo tipo (quest'ultimo, però solo per gli incrociatori bellici di ultima generazione):
254 mm perforati a 8,2 e 9,8 km.
203 mm perforati a 11,3 e 14 km.
152 mm perforati a 14,6 e 19 km. (ITA: 16 km circa)
Ponte: 25 mm a 12,3 e ? km. 38 mm perforati a 16 e ? km. 51 mm perforati a 19,4 16,8 km. 76 mm perforati a 24,1 e 21 km; 101 mm perforati a 27,6 e 26,1 km.
Come si vede chiaramente, il pezzo da 203 italiano era concorrenziale con questi americani, ma come capacità di penetrazione, con 39 mm a 20 km contro 39 mm a 16 km e 51 mm a 19,4 km, era nettamente peggiore, più nettamente di quanto non fosse migliore rispetto alla prima generazione di cannoni da 203 americani.
AD ogni modo, con 70 mm, strano ma vero, gli Zara sarebbero stati perforabili solo da distanze enormi, sicuramente superiori ai 22 km, un raggio utile non facilmente raggiungibile dai cannoni navali. Con i pezzi da 203 di ultimo modello sarebbe stato possibile attorno ai 20 km, ma non è una comparazione del tutto logica anche perché quasi tutti gli Zara erano affondati per quando comparvero questi incrociatori americani...
Interessanti anche i 152 mm. Al solito, bisogna dire che non si fa differenza tra i vari tipi, eppure la differenza c'é eccome. Non si dice nulla della dispersione, oltretutto.
Di questi colpi bisogna dire che la capacità di perforazione verticale è accentuatissima, con 86 mm a 14 km a 90°. A quella distanza la perforazione dei ponti era di 18 mm.
La perforazione a 18 km era di 65 e 18 mm, quindi più o meno sufficiente per mettere paura ai Montecuccoli, ma giusto il minimo sindacale. Questo con una carica HE che dentro la granata da 49,6 kg, era di soli 838 grammi. Chiaramente è un'arma balisticamente migliore del 152 inglese, ma si potrebbe discutere un bel pò dell'effetto pratico che una granata con così poco esplosivo avrebbe una volta passata la cintura. Persino un incrociatore inglese minimalista (diciamo 76 mm cintura e 38 mm ponte) potrebbe, in teoria, superare la prova tra circa 15,5 e 19 km. Una nave con una cintura da 102 mm e un ponte da 51 mm dovrebbe essere praticamente invulnerabile, almeno alle distanze di tiro suggerite (ma in pratica, eccedute spesso dai 'capitani coraggiosi' italiani, con il risultato di mettere in difficoltà i britannici, ma senza riuscire quasi mai a mettere a segno proiettili da quella distanza così elevata). Con appena 30° di angolo, la perforazione a 14 km cala da 86 a 70 mm (di nuovo, un -20% circa), quindi niente che persino un Dido non potrebbe sopportare da quel raggio. Se poi la nave bersaglio ha una corazza indurita, bye bye 152 mm: a quanto pare erano proiettili AP semplici.
Una cosa che salta all'attenzione, ad ogni modo è che a 20 km il 152 perfora solo 58 mm contro 109 mm del 203 mm, MA al contempo, la perforazione del ponte è di 43 mm contro 39, quindi verticalmente perfora sistematicamente la metà, ma è del 10% superiore contro i ponti corazzati. A 16 km è la stessa solfa: 74 mm contro 150 mm di corazza omogenea, ma come blindatura orizzontale, 25 mm per entrambi (al di sotto di questo raggio, quindi, è in vantaggio il 203 mm, ma si tratta di ponti ben miseri quanto a spessore, per cui non è molto apprezzabile). Questo significa che il cannone da 152 riesce a perforare la metà del 203 (almeno da 16 km in poi), ma progressivamente arriva ad almeno il 10% di penetrazione extra solo calcolando le massime gittate pratiche!
A questo punto, naturalmente, sorge anche un dubbio: ma gli Zara, a che cosa miravano per avere ben 70 mm di acciaio sul ponte principale, quando persino al massimo raggio di tiro utile i loro cannoni penetravano 49 mm (meno dei 50 degli incrociatori Trento)? Con uno spessore del genere, avrebbero retto persino ai 320 mm e persino ai 381 mm, al di sotto dei 20 km!!! E questo senza considerare il ponte da 20 mm oppure la cintura superiore da 30 mm. Ovviamente, per la corazza verticale non c'erano problemi... gli Zara in quel senso non avevano speranza.
Una delle ragioni per cui i pezzi da 152 erano migliori di quelli da 203 come penetrazione orizzontale, è che essi erano più lenti, e arrivavano da una traiettoria più arcuata, quindi penetravano meglio il ponte anche se erano più leggeri! Per capire come mai, si pensi che il 203 mm ci metteva valori di 40-50 secondi per arrivare sui 20 km, mentre il 152 mm ci arrivava in 60-70 secondi. Questo spiegava anche e bene, come mai la gittata pratica del 152 fosse relativamente limitata: con un incrociatore nemico che si muove a 32 nodi (60 km/h) anche un tiro preciso a poco potrebbe servire, se quello si muove di oltre 1 km e magari manovra nel frattempo, i colpi andranno a vuoto!
Mentre però i cannoni da 152 italiani erano dati a 30 mm a 18 km e a 43 mm a 20 km, i pezzi americani da 152, con le loro granate pesanti, erano migliori in questo senso: essi erano dati come migliori di quasi il doppio rispetto ai vecchi cannoni da 152 degli Omaha, che perforavano 76 mm a 11 km e 25 mm orizzontali a 17. Quanto ai cannoni inglesi, essi perforavano ben 51 mm a 20,1 km, sicuramente superiori e potenzialmente temibili avversari per le navi italiane a lungo raggio. Da notare che i cannoni UK erano più veloci di quelli USA, ma con granata da 50 kg anziché 59, finivano per arrivare a 18,3 km in 47 secondi anziché 44, e addirittura a 22 km in circa 70 secondi.
Notevole l'angolo di caduta, sempre a 18,3 km (20.000 yd) l'arma USA cadeva a 336 m/sec e a 37° contro 331 m/sec e a 40° del proiettile inglese, che aveva lo stesso peso di quello italiano o appena maggiore di esso, ed era circa 60 m/sec più veloce di quello americano alla partenza. Però perdeva velocità e cadeva più rapidamente del cugino americano. Purtroppo non abbiamo tali dati anche per i cannoni italiani, ma è chiaro dalle capacità di penetrazione che essi conservavano una maggiore velocità ma che questo li rendeva meno efficaci nella penetrazione di bersagli orizzontali.
Le granate da 135 e 120/50 mm erano quasi uguali in gittata sia massima, che consigliata.. inoltre erano simili in cadenza di tiro, carica esplosiva (malgrado la differenza del 40% in peso), e quanto alla perforazione delle corazze laterali, erano anche lì identici. Questo per via dell'alta velocità dei 120 mm. Nondimeno, 38 mm venivano perforati dal 135 a 16 km e 0°, dal 120/50 a 15 km.
In generale c'era solo 1 km di differenza a parità di perforazione. Persino a 11 km, comunque sia, la perforazione del 135 era di appena 53 mm, 43 con i 30° canonici laterali. Non ci sono dati per il 120/45 alla stessa distanza, ma a 10 km perforava 58 mm oppure 47 a 30°, per cui può essere che a breve raggio potesse perforare più del 135, grazie alla maggiore velocità iniziale, ma mancano i dati sotto i 10 km. Ad ogni modo, per il 135 sarebbe stata una faticaccia perforare un Dido o un Arethusa, se non a distanze davvero ridotte, forse meno di 9 km, o anche meno di 5 se con angolo di 20-30°. Purtroppo non ho reperito i ponti, ma difficilmente i 120 avrebbero perforato più di 30 mm e i 135 più di 40 mm alla massima distanza.
Questo dà l'idea, comunque sia: i 'Capitani Romani/Regolo', sarebbero stati vulnerabili fino alla gittata massima di circa 22 km dei 133 mm, mentre la distanza di invulnerabilità dei Dido sarebbe stata circa tra 8 e 18+ km, e anche di più se contro i ponti sopra i depositi. In pratica,
IN OGNI CASO, va detto che questi dati sono alquanto strani per molti punti di vista. Basti dire che i pezzi da 135 mm perforano con un calo di appena 4 mm tra 11 e 13 km, ma poi il calo aumenta molto tra 13 e 16 da 49 a 38 mm ovvero -9. Questo è del resto in contemporanea con l'aumento della perforazione orizzontale che nell'ntervallo 11-13 km è di +8 mm, in quello 13-16 km è +11 mm. Anche così è un comportamento piuttosto strano, forse dovuto all'elevata massa del proiettile senza avere una grande velocità iniziale, quindi una traiettoria curva. Non meno curioso che il pezzo da 120/50 a 13 km perfori, malgrado una velocità iniziale maggiore, solo poco di meno verticale (-4 mm), ma ben +7 mm orizzontale, malgrado sia un proiettile piuttosto leggero.
Ancora più strano il dato del 120/50 se si considera la progressione tra 12 e 13 km: verticale identico, 45 mm, quindi un km non gli fa nulla (???), ma al contempo, la perforazione orizzontale cresce di ben 9 mm (da 23 a 32 mm!): come può essere, visto che notoriamente l'angolo di caduta è il principale responsabile dell'aumento della perforazione orizzontale, e però corrisponde alla forte diminuzione di quella verticale per la stessa ragione? In un km non cambia niente nel secondo caso, a quanto pare (stessa velocità e angolo, altrimenti la perforazione DEVE cambiare!), ma per quella orizzontale troviamo il vertibile del 23. O è uno sbaglio o è assurdo, o i sistemi di rilevamento delle perforazioni, almeno dei proiettili più piccoli, erano piuttosto 'empirici'. Ma questo dato non può essere realistico. Il sospetto che qualcuno abbia sbagliato qualcosa (lo speciale delle corazzate classe Cavour SM), sale anche dal fatto che le perforazioni del 120 mm sono così redatte, verticalmente parlando:
-13 km: 45mm/°, 44 mm/10°, 42 mm/20°, 37 mm/30°, 30 mm/40°
-12 km: 45 mm/*, 48 mm/10°, 48 mm/20°, 42 mm/30°, 42 mm/40°
E' impossibile che aumentando l'angolo d'impatto di 10° di volta in volta... non succeda nulla. Basti vedere al confronto il 152 mm a 14 km:
-14 km: 86 mm 84 -10° 79-20° 70-30° 59-40°
Ergo, nel caso del 120 mm i 120° AUMENTANO di 4 mm la perforazione (impossibile!) mentre con il 152 mm la calano della stessa misura; a 20° il 120 resta uguale, ma il 152 cala di altri 5 mm e quindi complessivamente va a -9 mm; a 30°, il 120 mm si riduce a 42 mm (-6) mentre il 152 mm cala drasticamente a 70 mm (-9), a 40° il 120 resta uguale ma il 152 mm cala a soli 59 mm (-11 mm tra 30 e 40°!)
Impossibile. Evidentemente sono dati falsati o mal riportati o valutati ad minchiam. Presumo che il valore fosse 48 mm a zero gradi e 45 a 10, che è compatibile con il resto dei dati, che però sembrano proprio sballati di loro. Ragioni per cui ritengo che queste stime non possano essere considerate affidabili, quantomeno non quelle del 120, sono che con 40° di angolo d'impatto perderebbe soltanto 3 mm di perforazione (o al peggio, 6 mm se è vera l'ipotesi dell'inversione), quando lo spessore virtuale (LOS) aumenta enormemente, di oltre il 30%!!! Come a dire che 40 mm a 40° sono circa 52 mm e rotti, senza considerare altri fenomeni che in genere ostacolano ulteriormente il proiettile (tendenza a rimbalzare).
Il 152 mm, per esempio, perde complessivamente da 84 a 59 mm e quindi ben 25 mm. 40° comportano circa 1,31x di aumento spessore virtuale, in effetti 86/59 fa addirittura 1,457, ergo l'aumento della resistenza è paragonabile ad un valore del 46% e non del 31. Come se la piastra da 59 mm fosse aumentata a 86 mm, quando geometricamente doveva essere solo di 77 mm.
I coefficienti degli angoli di impatto sono geometricamente parlando:
-10° : 1,016x
-20° : 1,065x
-30°: 1,155x
-40°: 1,305x
In sostanza:
-14 km: 86 mm 84 -10° (-2,5%) 79-20° (-9,2%) 70-30° (-18,7%) 59-40° (-31%) vs
-14 km: 86 mm 85 -10° (-1,6%) 81-20° (-6,5%) 74-30° (-15,5%) 65-40° (-30,5%)
Risultati analoghi sono disponibili anche per altri cannoni, il 135 cala da 37 a meno di 30 mm già a 20°, il 203 scende tra 0 e 40° da 108 a 74 mm quando avrebbe dovuto calare solo a 82 mm. Quindi è il cannone da 120 che o è 'magico' oppure semplicemente non è stato ben calcolato.
Tra l'altro, è curioso come nella battaglia di Capo Passero i caccia e le torpediniere italiani colpirono ben 7 volte l'incrociatore Ajax, a distanze tali da non lasciargli scampo, visto che il 120 mm in teoria perfora ben 58 mm a 10 km e qui eravamo a distanze assai inferiori. Però l'effetto contro le parti corazzate dell'incrociatore fu del tutto trascurabile, malgrado le prestazioni teoriche. Fu anche per questo che per i caccia 'Medaglie d'Oro' si pensò bene di passare al 135 mm, anche se onestamente non è che avesse una perforazione molto superiore (58 mm a 10 km vs 53 mm a 11 km, direi che anzi, ci perdeva il 135 mm...).
(agg. 21-2-20)