18.1.015
Questi due piccoli carri armati sono estremamente interessanti, perché hanno rappresentato due dei rari mezzi corazzati di successo, nell'intero periodo tra le guerre mondiali. E con il loro numero, rappresentano niente di meno che la spina dorsale degli eserciti di Francia e URSS, ovvero, niente di meno che quelli di gran lunga più potenti dell'epoca, specialmente per quello che riguarda i mezzi corazzati.
Malgrado siano piccoli, chiaramente concepiti con criteri 'da utilitaria', sono pertanto mezzi di grande importanza nella storia dei carri armati.
Oltretutto, entrambi fanno parte di una categoria abbastanza netta, quella dei mezzi classe 10 tonnellate, con tutte le possibilità -e i limiti- che questo comportava all'epoca.
Ecco a voi una breve descrizione degli sfidanti:
T-26
Dimensioni: lunghezza 4,65 m x 2,44 (L) x 2,24 m (H)
Motore: 1x90 hp, 290 l + 110 opzionali
Armatura: 15 mm (Mod 38, 20 mm max)
Armamento: 1x45/46 mm e 1x7,62 mm
Prestazioni: v.max 31,1 km/h, 16 km/h cross country; autonomia 220-240 km; gradino 0,75 m, trincea 2,1 m, guado 0,8 m, alberi fino a 33 cm, angolo 40°
R.35
Dimensioni: lunghezza 4,02 m x 1,87 (L) x 2,13 m (H)
Motore: 1x84 hp
Armatura: fino a 40-45 mm (v. testo); cupola 30 mm, scafo 43(?) mm, torre 45 mm (?)
Armamento: 1x37/21 mm + 1x7,5 mm
Prestazioni: v.max 20 km/h, autonomia 130 km
Ma c'é anche un'altra cosa che li accomuna. Entrambi NON erano progetti interamente nuovi. Di più: entrambi erano derivati -almeno concettualmente- da carri armati da 6 tonnellate!
L'R.35 nasceva però più lontano nel tempo, essendo l'erede diretto dell'FT-17 da 6 tonnellate, realizzato nella Grande Guerra e considerato, grazie alla sua torretta, il primo carro armato 'moderno' nel senso che per l'appunto, era strutturato nella maniera in cui gli altri carri armati sono apparsi successivamente. Beh, era ancora preistoria; ma pur sempre, le linee erano state tracciate e lo sviluppo dei carri armati del futuro non sarebbe più stato lo stesso, dopo questa novità dell'(infausto) 1917.
L'R.35, a dire il vero, era un progetto interamente nuovo, a parte l'armamento cannoniero. Somigliava al vecchio FT-17, ma era molto superiore, dati i quasi 20 anni di tempo trascorsi. Il motore era più potente e la trasmissione e i cingoli migliori, tanto che faceva 20 km/h anziché 7. Non solo: la corazza era diventata molto più spessa e per giunta, di fusione anziché lamiere rivettate. Il prototipo pesava 8 tonnellate, e aveva una corazza da 30 mm. Il successivo perfezionamento richiese più protezione, specialmente per opporsi ad armi come i cannoni da 37 mm c.c., all'epoca in rapida diffusione (iniziando dal pezzo Rheinmetall Pak 36, che divenne pietra di paragone per altri progetti anche all'estero) e dal coevo cannone austriaco da 47 mm (altro 'best seller' e ben noto anche in Italia). Così la corazza aumentò a '40 mm', ma il peso passò a 10 tonnellate. Nell'insieme, il 25% di peso in più per il 33% di corazzatura, per cui fu un buon affare. Tuttavia, la velocità non ne fu certo beneficiaria, e l'R.35 divenne un pò più lento di quel che avrebbe potuto essere.
Del resto, l'R.35 era un carro nuovo, ma pur sempre nato per lo stesso compito: supportare la fanteria. Di fatto, cioé, era una sorta di StuG, ergo un cannone semovente per appoggio truppe. E il guaio era che, malgrado gli sforzi di De Gaulle, all'epoca l'idea dei militari francesi era che fossero i carri armati a dover adattarsi alla velocità della fanteria. E l'R.35 venne scelto, quando un modello simile al Renault, l'H-35, più leggero ma più veloce, venne invece dato alla cavalleria. Tutta questa situazione è a maggior ragione paradossale, se si considera che proprio in Francia nacquero i semi-cingolati moderni, con il tipo Citroen-Kegresse, che poi sarà d'ispirazione ad altri produttori. Ma nemmeno questo cambierà la questione: i carri armati sarebbero rimasti separati in lentissimi modelli da fanteria, e in più rapidi carri da cavalleria. Però, con un problema comune: entrambi erano infatti afflitti da una torretta monoposto, e per giunta, armata con un cannoncino da 37/21, che era praticamente quello dell'FT-17. Si trattava di un'arma da trincea, poco efficace persino contro mezzi leggermente blidati, e poco precisa per l'impiego controcarri. Una cosa che invece costituì un miglioramento sul carro FT-17 fu la capacità della torretta stessa: cupola a parte, aveva mirini un pò più moderni (quelli dell'antenato avevano 1x!), e sopratutto, disponeva contemporaneamente sia del cannone da 37 che della mitragliatrice da 7,5 mm. L'FT-17, invece, poteva sì avere queste armi, ma generalmente erano solo l'una in alternativa all'altra! Col risultato che l'armamento era adatto a bersagli relativamente 'duri' oppure per impiego generale, ma mai per entrambe le cose!
Dall'altra parte, c'era invece l'Armata Rossa, che in Gran Bretagna comprò un modello di carro armato, quello da 6 tonnellate della Vickers. Esso era un tipo 'intermedio', perché, dopo i mostri apparsi fin da subito nell'esercito britannico (il cui peso di circa 27 tonnellate era paragonabile a quello di uno Sherman di 25 anni dopo!), e prodotti in gran copia, nel primo dopoguerra tutto si 'restrinse', a parte qualche mostro multitorretta (come l'Indipendent Tank). E così, dopo i carri armati dotati di due cannoni da 57 mm (in casamatta), ne apparvero provvisti di cannoni di calibro minore, come il 47 mm, anche se in torretta. Ma, per i clienti meno danarosi e per impieghi meno pesanti, non mancarono nemmeno carri da 6 tonnellate, e da appena 3 tonnellate (poi diventato l'L.3 in Italia, evolvendosi in maniera autonoma da CV.29 in poi).
I Russi si presero il Six Ton, e lo svilupparono in maniera molto decisa. Inizialmente era un carro bitorretta, ma ben presto si comprese come questa soluzione non fosse nulla di veramente buono per un carro armato moderno. E così apparvero i tipi perfezionati, che già a metà anni '30 avevano una singola torretta, e con un cannone molto potente. Ne vennero prodotti a migliaia e quando vennero usati in Spagna, potevano rapportarsi con gli altri carri armati più o meno come i Tiger contro gli Sherman, e forse anche meglio di così. L'unica ragione per la quale non dominarono il campo di battaglia, è che erano pur sempre leggermente corazzati (solo contro le armi di piccolo calibro) e quindi risultavano vulnerabili al tiro delle artiglierie. Ma contro i carri nemici erano letali, e per giunta, anche i 'Rossi' iniziarono ad utilizzarli come centri di fuoco, eseguendo tiri mirati anche da 1.500 metri di distanza. Questo li teneva totalmente fuori portata utile dei cannoni nemici, a meno di non reperire qualche pezzo da 88 mm. I cannoni da 37 e 47 mm, infatti, avevano portate utili di 500-600 metri, e i pezzi da 20 mm (così come quelli da 65, stranamente molto efficaci in questo compito malgrado fossero dei cannoncini con una velocità iniziale modesta) erano anche inferiori (sui 400-500 metri).
In ogni caso, se la fanteria francese poteva essere supportata con una buona efficacia dai Renault R.35, non c'é dubbio che quella sovietica non fosse da meno con i suoi carri armati T-26, nelle varie versioni. Inoltre, se vennero costruiti sui 1.600 R.35, i T-26 divennero ben presto di gran lunga più numerosi (6.000?).
Ora, eccoci allo scontro tra i due mezzi. Iniziamo a considerarlo una sorta di 'disfida medioevale', ergo un'idealizzazione in cui entrambi i contendenti stanno faccia a faccia, e si tirano contro. Quasi come se fosse, più che uno scontro, una prova di penetrazione balistica.
La domanda è semplicemente questa: quale dei due penetrerebbe l'altro alla maggior distanza?
Ci ho riflettuto per molti anni, ho letto questo e quest'altro, ma alla fine la risposta è: NON LO SO.
Dipende dal tipo di munizioni, essenzialmente. Entrambi ne ebbero diversi modelli, anche di tipo molto avanzato. Strano ma vero, gli R.35 pare che ebbero anche un tipo decalibrato (!!). Sia come sia, i tipi standard, quelli di gran lunga più diffusi, non erano nulla di straordinario e non potevano perforare affidabilmente le corazze dell'oppositore.
Da un lato abbiamo l'FT-17, con un cannone da 37/21 capace di perforare circa 20 mm a 400 metri o 15 a 500 (dipende dalle fonti). Corazza: 40 mm.
Dall'altro abbiamo il russo T-26, con un cannone da 45/46 mm, capace di perforare circa 40-50 mm a 500 metri. Corazza: circa 15 mm.
In sostanza, è difficile attribuire la vittoria, calcolata con munizionamento 'normale', disponibile nel 1940.
L'R.35 ha un cannone che ha una potenza perforante pari a circa la metà; però ha una corazza che è quasi tripla.
Il T-26 ha un cannone dalla potenza penetrante doppia (almeno), ma la corazza è meno della metà. Quindi il verdetto è impossibile da stilare davvero.
L'unica cosa che si potrebbe dire di più, in termini di dettaglio, è che l'R.35 ha una corazza dagli spessori sensibilmente diversi, anche se poco inclinata in ogni caso. In torretta arriverebbe a 45 mm, per cui sarebbe quasi impossibile da perforare; ma lo scafo anteriore pare che arrivi a soli 32 mm, per cui sarebbe possibile averne ragione. Da notare, che curiosamente i fianchi dell'R.35 paiono essere, invece, di 40 mm di spessore (ergo, più spessi che la parte frontale!). E' un osso 'duro' su tutti i 360°, e allora tanto vale affrontarlo direttamente!
Posta in questi termini, è possibile che vinca il T-26, purché possa colpire l'R.35. La distanza sarebbe sui 500 metri vs lo scafo, mentre scende a probabilmente solo 300 metri vs la torretta. Scafo e torretta del T-26 sarebbero vulnerabili, all'R.35, su distanze dell'ordine dei 400 metri(??). Per cui c'é una lieve superiorità del T-26, ma poca cosa.
Piuttosto, c'é da dire che il T-26 ha migliorato la protezione, passando negli ultimi modelli a piastre saldate anziché rivettate, e più spesse. Anche senza quest'aumento, comunque sia, in pratica è verosimile che il pezzo da 37 mm potesse poco più che sverniciare la blindatura del T-26.
Per un mezzo che persino nella sua versione più recente, pare pesasse sulle 9,2 tonnellate (ergo quasi il 10% in meno dell'R.35), è un risultato discreto.
Detto questo, bisogna dire che, come sempre, un carro armato non è fatto soltanto come bruta forza blindata, altrimenti potremmo dare la vittoria all'R.35 anche contro il Panzer III o il Panzer IV tedeschi!
Come mezzo d'appoggio fanteria, l'R.35 era un mezzo superiore, essendo non solo molto meglio protetto, ma anche assai più basso e di sagoma sfuggente.
MA, come carro armato propriamente inteso, il T-26 era la 'via' da seguire. Esso aveva dei 'fondamentali' migliori, e precisamente:
a) una maggiore velocità (anche se era meno mobile contro degli ostacoli apprezzabili), che ne permetteva un uso assai 'moderno', e certo a velocità maggiori di quelle della 'fanteria'. Con una velocità dell'ordine dei 28 km/h, il T-26 era appena 2 km/h più lento dell'M-13/40 italiano e quindi circa intermedio tra i mezzi da fanteria e quelli 'veloci' per davvero. Era quindi solo marginalmente più lento di un carro 'universale', e del 40% più rapido dell'R.35.
b) un cannone da 45 mm, che era lo sviluppo del 37 mm. Poteva perforare qualsiasi corazza dell'epoca e faceva molto male, anche con munizioni HE. Quindi era un'arma multiruolo e potente, lievemente più potente anche del 47/32, nonché dei pezzi da 37/45 mm tedeschi. Aveva una traiettoria tesa, e una forte gittata utile. Insomma, era un altro mondo rispetto all'anemico 37/21 francese.
c) una torretta biposto. Questa era assai primitiva, certo: ma sempre meglio -e di gran lunga- della torretta monoposto dell'R.35, dove il capocarro-cannoniere-caricatore doveva cercare di muovere il veicolo, stando elegantemente seduto su di una cinghia di cuoio oppure, sul flap posteriore della torretta (non una cattiva idea). Certo, l'R.35 aveva una cupola d'osservazione e il T-26 no; ma il T-26 non aveva problemi a dare all'equipaggio modo di uscire dalla sommità della torretta, godendo quindi di una buona visuale, mentre la cupola dell'R.35 non era dotata di portello superiore. Per giunta, non aveva visuale particolarmente buona, con gli iposcopi in dotazione normale (in alternativa, ce n'erano degli altri, con un maggior campo visivo, ma purtroppo anche una maggiore vulnerabilità in battaglia).
And the winner is...
Beh, per le ragioni viste sopra, tutto sommato, il T-26!
Nell'insieme, pur senza strafare, il T-26 era dunque un mezzo superiore, tatticamente e tecnicamente. Sebbene avesse una protezione insufficiente contro le artiglierie controcarri (mentre l'R.35 poteva anche incassare assai bene: il problema era 'restituire'), il suo potente armamento era un fattore per dominare il campo di battaglia fino all'orizzonte visivo, se il nemico non aveva artiglierie adatte per rispondere. E questo era senz'altro una brutta notizia per la parte 'avversa'.
Entrambi erano in grado di combattere anche contro i carri armati medi nemici. L'R.35 era 'duro a morire', però era praticamente inerme sopra 100-200 metri, contro un carro armato medio! E lento com'era, poteva solo sperare nel numero, o nella bassa sagoma, per serrare le distanze.
Il T-26, dal canto suo, era senz'altro vulnerabile al tiro nemico, ma il suo cannone era pur sempre un fattore di rischio per chiunque, nel 1940. Di fatto, entrambi questi tipi potevano combattere contro un mezzo quale l'M.13/40 (e meglio ancora, contro l'M.11/39, che anzi, sembrerebbe nettamente surclassato da questi carri di peso appena inferiore). Il che non è male, se si considera che l'M.13 pesava circa il 30% in più dell'R.35, e il 50% in più del T-26! Ma mentre l'R.35 era un soggetto 'passivo', che avrebbe dovuto far conto sopratutto alla resistenza della sua armatura, il T-26 era un avversario molto più dinamico, e avrebbe potuto rispondere all'M.13 praticamente su di un piano di parità. Entrambi avevano un cannone di potenza comparabile (45/46 mm vs 47/32 mm), con torretta biposto (ma senza cupola). L'M.13 era leggeremente più mobile, ma la vera differenza la faceva una corazza paragonabile -sulla carta- a quella dell'R.35. In realtà, lo spessore era sì di 42 mm sulla parte anteriore della torretta, ma lo scafo arrivava solo a 30 mm (e 25 laterali). Era un vantaggio teorico (un carro armato come il T-26, blindato 'come l'R.35', e più veloce di entrambi!), ma in realtà, per le ragioni di cui sopra, lo scafo non era affatto spesso come avrebbe dovuto essere (sui fianchi, l'R.35 aveva quasi la stessa protezione anteriore) e quindi, una volta esposto, poteva essere perforato. Sebbene la superiorità fosse ancora dalla parte dell'M.13, la differenza non era così drastica come sembra, specie contro gli ultimi e più robusti T-26.
Non molto da dire, invece, sull'M.11/39, la cui corazza da 29 o 30 mm (15 mm laterale) avrebbe malamente retto il 37/21 mm da distanze medio-corte, mentre il cannone da 37 mm non poteva perforare l'R.35 e solo a distanze non elevate, il T-26. Probabilmente, entrambi i carri francese e russo potevano vantare un rapporto favorevole in termini di distanza di tiro utile vs vulnerabilità al tiro nemico (comunque sia, poche centinaia di metri, anche se il 45 mm avrebbe forse potuto ottenere risultati anche a circa 1 km). Per giunta, l'M.11 aveva il cannone in casamatta, per cui era una sorta di ibrido tra cannone d'assalto e carro vero e proprio. Del resto, faceva parte dell'evoluzione che portò dall'L.3 all'M.13 (un pò come dal BT si passerà, per iterazioni, al T-34: in entrambi i casi, tra l'altro, le sospensioni rimasero assai simili durante quest'evoluzione).
Ecco l'apertura che ne fa wikipedia.en:
''The T-26 tank was a Soviet light infantry tank used during many conflicts of the 1930s and in World War II. It was a development of the British Vickers 6-Ton tank and was one of the most successful tank designs of the 1930s until its light armour became vulnerable to newer anti-tank guns. It was produced in greater numbers than any other tank of the period, with more than 11,000 manufactured. During the 1930s, the USSR developed 53 variants of the T-26, including flame-throwing tanks, combat engineer vehicles, remotely controlled tanks, self-propelled guns, artillery tractors, and armoured carriers. Twenty-three of these were series-produced, others were experimental models.''
The T-26 together with the BT was the main tank of the Red Army's armoured forces during the interwar period. The T-26 was the most important tank of the Spanish Civil War and played a significant role during the Battle of Lake Khasan in 1938 as well as in the Winter War in 1939–40. Though nearly obsolete by the beginning of World War II, the T-26 was the most numerous tank in the Red Army's armoured force during the German invasion of the Soviet Union in June 1941.[6] The T-26 fought the Germans and their allies during the Battle of Moscow in 1941–42, the Battle of Stalingrad and the Battle of the Caucasus in 1942–1943; some tank units of the Leningrad Front used their T-26s until 1944. Soviet T-26 light tanks last saw use in August 1945, during the defeat of the Japanese Kwantung Army in Manchuria.
The T-26 was exported and used extensively by Spain, China and Turkey. Captured T-26s were used by the Finnish, German, Romanian and Hungarian armies.[8] The tank was reliable and simple to maintain, and its design was continually modernised between 1931 and 1941. No new models of the T-26 were developed after 1940.''
Il T-26 iniziò seriamente la sua evoluzione con il Mod 33: 9,6 tonnellate, capace di viaggiare fino a 31 km/h su strada, con autonomia di 200-240 km pur con un motore a benzina e da appena 90 hp. Superava ostacoli verticali di 75 cm e trincee di 2,1, guadi di 80 cm, alberi spessi fino a 33 cm e salite fino a 40°. Ed era facile da guidare (a differenza di altri mezzi 'moderni' quali il T-34 e il KV).
L'R35, invece, aveva: velocità 20 km/h, 12 circa fuori strada; autonomia 140 km; pendenza 60%, guado 80 cm, gradino 50 cm, trincea 1,6 m. Sebbene fosse più piccolo, e certo meglio capace di arrampicarsi anche dentro le trincee, era pur sempre un mezzo inferiore da ogni punto di vista.
L'evoluzione fu in effetti, limitata, per entrambi i mezzi. Il T-26, con il Mod 38, ebbe finalmente una buona torretta di tipo saldato, con struttura spessa 20 mm e inclinata sensibilmente. Ma fu solo con il Mod 39 che venne anche adottata una sovrastruttura sotto la torre, dallo spessore di 20 mm e di tipo saldato (probabilmente questo carro armato fu quello da '28 km/h', pesando qualcosa di più degli altri?).
In questa foto potete vedere contemporaneamente entrambi i modelli, il Mod 39(?) e il Mod 33: Notare come il disegno s'era evoluto, fino a diventare un carro armato dall'aspetto moderno. Purtroppo, solo qualche migliaio venne realizzato in tal guisa.
In seguito apparvero anche carri T-26 con corazze extra, fino a 30-40 mm, ma sebbene resistessero al 45 mm da circa 500 metri, pesavano oltre 12 t e dovevano viaggiare, in pratica, solo a marce ridotte.
A dire il vero, trovo che la sovrastruttura, verticale e semplice, del T-26, mi è sempre parsa sempre troppo vulnerabile, specie considerando lo spessore ridotto delle sue piastre. Però, a mio avviso, senza esagerare sarebbe stato anche facile aggiornarlo, con un peso relativamente ridotto. Piastre aggiuntive da 20 mm frontali sulla sovrastruttura e la torretta, e 15 mm sui lati. Basterebbero probabilmente giusto 1 mq frontale e 2 mq laterali, e una grossa parte dei proiettili in arrivo si troverebbe contro un bersaglio non facile, perché 30-35 mm erano 'duri' per i cannoni dell'epoca. Se questo avesse dato anche solo il 50% di probabilità di colpire il T-26 in questi settori rinforzati, sarebbe stato ancora un buon affare, riuscendo a proteggere da pezzi da 37 mm oltre 200-300 metri a 20° o qualcosa del genere, con circa 500 kg di peso extra. Aumentare di più la protezione sarebbe stato troppo oneroso, ma lasciare 15 mm sulla sovrastruttura, per giunta lasciandola verticale, era davvero una brutta soluzione per sopravvivere sul campo di battaglia!
Un'altra cosa interessante sarebbe stata quella di appoggiare, aiutandosi con la struttura già esistente, delle piastre meno spesse, ma angolate (di almeno 30°), sui cingoli e sul glacis. Magari si sarebbe ottenuto lo stesso livello di protezione con 10-15 mm anziché 15 e 20 mm verticali.
Come mezzi contro la fanteria, i carri russi spesso erano molto vulnerabili alle molotov, sia per gli strati di grasso lasciati nella zona motore, sia perché i T-26 avevano, a quanto pare, una presa d'aria che passava dal vano motore stesso, per cui c'era il rischio che le fiamme entrassero facilmente in caso di attacco. Per paradossale che possa sembrare, questi mostri d'acciaio che sono i carri armati restarono a lungo (ammesso che non lo siano più) vulnerabili al fuoco, pur essendo apparentemente fatti di solo metallo! I BT, però, erano anche peggio. Infatti, avevano motori molto potenti e a quanto pare, specie in climi caldi, non era difficile incendiarli (forse c'erano fughe di vapori di benzina dai serbatoi?).
La capacità, peraltro, non era poi così diversa: 290 litri per i 90 hp del T-26 (per portare le loro 9 tonnellate a circa 200 km), e 360 litri per 400-450 hp del motore dei BT (però per portare uno scafo da 14 t a 450 km circa). Questo, se non altro, dimostra quanto efficienti fossero i BT rispetto ai T-26: il rapporto consumo l vs km vs tonnellate è praticamente 220 x 9: 290 l, ovvero circa 6,8, mentre i BT arrivano a 17,5, di gran lunga superiori. Per dirne una, gli S.35 francesi (19 t, 190 hp e 410 litri), arrivavano sui 220 km, ergo un livello di efficienza di 220 x 19: 410 = 10,2. E parliamo di un carro ragionevolmente efficiente nel settore 'veloci'.
In sostanza, i T-26, almeno quelli prodotti dal 1938, potrebbero essere assai sicuri contro i cannoni da 37/21 e quindi, vincere gli R.35. Quanto alla produzione, i T-26 hanno superato nel loro complesso, i 10.000 esemplari. Di questi, circa 4.000 sono stati realizzati nel 1933-36 (solo considerando quelli a torre singola), mentre quelli costruiti dal 1938 in poi sono probabilmente 3.000.
Da notare che quasi la metà dei T-26 aveva le radio. Al contrario, gli R.35 ne erano quasi universalmente sprovvisti!
E non solo questo: i T-26 ebbero una gran varietà di versioni sia di prima linea, che di tipo 'speciale'. Tra di essi vi furono pure diversi semoventi d'assalto con un cannone da 76 mm. Inoltre, vennero implementate luci di tiro notturne (che non sono semplicemente luci di navigazione, ma proprio per acquisire bersagli a distanze elevate) e persino un tipo di mirino stabilizzato (nel solo asse verticale).
Un modello di T-26 venne realizzato come semovente d'artiglieria, con un pezzo da 76 in casamatta: questo era il SU-1, apparentemente si trattò del primo semovente d'artiglieria sovietico! A dire il vero, i Russi ne avevano già realizzati alcuni altri tipi, ma questo fu forse il primo tipo 'moderno'. Praticamente, era una sorta di antenato vero e proprio del 'Semovente' italiano.
Vi fu anche un antenato dell'Otomatic(!)... perché un T-26 venne anche sperimentato come vettore per un cannone a.a. da 76 mm. Non mancarono un buon numero di lanciafiamme o di gettaponti da circa 7 metri, ed esperimenti con altre attrezzature, tra cui mortai da 152 mm divisionali, cannoni a.a. da 37 mm, e tanto altro ancora. Dopo tutto, era praticamente il carro 'standard' dell'Armata Rossa.
Non bastò nemmeno questo: molti conoscono storie come quelle dei piccoli 'Goliath' tedeschi, teleguidati. Ma i russi fecero di peggio: dagli anni '30 costruirono intere unità con i 'teletank', mezzi corazzati radiocomandati, armati in varia maniera, e molto sofisticati per l'epoca. Essi erano capaci di riconoscere fino a 24 differenti 'ordini' dall'equipaggio che li controllava a distanza, anche se l'uso che se ne poteva fare era, in assenza di telecamere, ovviamente limitato. Resta però un merito assoluto dell'Armata Rossa, perché questi, in definitiva, si possono considerare i primi 'robot da combattimento' introdotti in servizio (a parte i siluri!). E tra questi 'teletank' c'erano, quasi inevitabilmente, anche i T-26.
IN sostanza, almeno con munizioni e cannoni appropriati (intendo con questo, di qualità affidabile, a differenza dei proiettili realizzati nei tardi anni '30, o dei cannoni dei primi anni di quel decennio), il T-26, almeno i tipi modernizzati, dovrebbe risultare vittorioso contro l'R.35.
Quest'ultimo conobbe tuttavia una sua evoluzione. Venne adottato un nuovo cannone e nuove sospensioni, che diedero origine all'R.40, ennesimo carro armato francese medio-piccolo degli anni '30 (da aggiungersi a numerosi altri tipi, come gli H-35 e H-39, i poco efficienti e diffusi D-1 e D-2, e altri modelli ancora). Questo era un carro con un buon livello di efficacia, e un cannone che a 500 metri perforava, pare, sui 40 mm (essendo un 37/33 mm) anziché 15. Pare che alcuni di questi cannoni vennero anche adottati sui carri armati R.35 di vecchia produzione, il che sarebbe stato grandioso, ma non fu certo un provvedimento molto diffuso. Così come le stesse munizioni perforanti erano tutt'altro che frequenti, inizialmente.
Tra le altre caratteristiche degne di nota: sia l'R.35 che il T-26 avevano una buona scorta di munizioni: 100 per il Renault, e addirittura 122 per il T-26, che in seguito aumentò ancora, superando le 140! Da notare che il pur più grosso M.13 aveva 104 colpi, alle volte ridotti, probabilmente, a 87 appena, a seconda delle modifiche attuate.
I T-26, nell'insieme, furono quindi i carri armati di maggior successo dell'intero periodo prebellico. Benché superati, combatterono duramente fino al 1945, e vennero esportati in diverse nazioni. La Finlandia ne usò molti, ovviamente dopo averli catturati, a proprio vantaggio. Ma anche i Tedeschi li usarono sia in Spagna che in URSS. E fa certo impressione, che i carri russi 'di seconda scelta', benché così numerosi, fossero in realtà meglio armati (T-26 e BT-5/7) degli 'M' italiani.
E gli altri 'pesi leggeri' anni '30..
Restano da valutare altri carri armati 'medio-piccoli' dell'epoca, e quindi un veloce sguardo anche ad essi.
Uno era l'Hotchkiss H-35, concorrente del Renault 35 come carro per la fanteria. In realtà, esso venne battuto dal Renault, perché pur essendo più veloce (28 km/h) aveva una scarsa affidabilità, la corazzatura era inferiore al richiesto (34 mm anziché 40) e per giunta, diversi fornitori ne diedero versioni inefficaci (inizialmente era troppo morbida, poi troppo dura, ma fragile). L'H-35, nonostante fosse più rapido dell'R.35, non era affatto un mezzo da battaglia realmente superiore, e nel movimento fuoristrada era particolarmente scomodo e difficile da manovrare, tanto che esso finiva per costituire addirittura una minaccia, se la fanteria era presente lì vicino!
Così, ne vennero autorizzati 100 esemplari per la fanteria francese, ma solo per dare lavoro alla ditta. Il carro venne poi adottato dalla cavalleria, che trovava maggiormente utile una velocità superiore per i propri mezzi, rispetto alla protezione.
In tutto ne verranno realizzati 400 esemplari, ma all'H-35 seguirà il ben superiore H-39. Questo era riconoscibile dal vano motore che era nettamente più rialzato, pressoché orizzontale anziché inclinato. Dentro, infatti, c'era un motore da ben 120 hp anziché 75 e la velocità arrivava sui 36 km/h. Inoltre, il carro si guidava molto meglio e con più precisione. Infine, esso aveva un cannone da 37/33, molto superiore al tipo L21 (vedi R.40).
L'H-39 venne prodotto in buona quantità, tanto che pare, in tutto, ne verranno realizzati circa 800 (su 1.200 H-35/39 totali). Ma non avrà mai molta fortuna bellica: infatti lo mandarono con le divisioni corazzate, troppo di recente formazione, a far compagnia ai lenti B-1. Mentre l'H-35 sarà una debole compagnia per i potenti S-35, nelle divisioni di cavalleria. Nel periodo di guerra in Belgio (10-13 maggio), delle 2 divisioni di cavalleria, con 160 mezzi per ciascuna, di cui metà S-35 e metà H-35, questi ultimi subiranno almeno 70 perdite, contro circa 30 S-35. Mentre gli S-35 dimostrarono un'elevata capacità di combattimento, gli H-35 erano, al contrario, inferiori a un pò tutti i carri tedeschi, almeno di quelli armati con cannoni. L'H-39 fu assai più gradito, ma non era capace di cambiare le cose da solo.
Nell'Armata Rossa, a sua volta... c'era un equivalente degli H-35. Era il carro veloce BT-1/8, nelle sue varie derivazioni, era pur sempre nato dai progetti avveniristici di Christie, un inventore americano che rivoluzionerà la locomozione dei carri armati, specie quelli russi.
Il BT era un carro armato estremamente potente per l'epoca: di bell'aspetto, potente, pesava sulle 13 tonnellate e ne vennero realizzati migliaia (pare, in tutto, oltre 7.000 unità). Esso ebbe la sua maggiore diffusione e successo con i tipi BT-5 e BT-7. Questi avevano un cannone da 45/46 mm e ampia dotazione di munizioni, in una torretta biposto non molto diversa da quella del T-26. Anche la protezione era simile, sui 15 mm appena, ma aumentò a circa 22 nel BT-7 (solo per la torretta, apparentemente). La potenza di questi carri era sopratutto nella mobilità, tanto che andavano a velocità anche maggiori di 60 km/h, e sopratutto avevano un motore che, a seconda dei tipi, arrivava anche a circa 450 hp, con prestazioni 'spettacolari' assicurate!
Il BT era senza dubbio, un carro splendido in apparenza. Elegante, lungo, velocissimo, ben armato, una sorta di incrociatore da battaglia terrestre. Doveva anche essere assai costoso, dato che il motore era circa 4-5 volte più potente di quello del T-26, benché il peso del mezzo fosse solo del 50% maggiore. Ma esso poteva letteralmente 'volare' tra i dossi, arrivare a circa 70 km/h (e oltre 100 su strada, con le sole ruote), e muoversi per distanze di circa 450 km (o 350 fuori strada), facendo danni e seminando terrore dietro le linee nemiche, come la vecchia cavalleria.
Evoluzione:
BT-2: anno 1932; peso 10,2 t; dimensioni 5,58 x 2,23 x 2,20 m; corazza 6-13 mm; 1x37 mm(96 cp); 400 hp; 100 km/h; autonomia 300 km, n.620
BT-5: anno 1934; peso 11,5 t; dimensioni 5,58 x 2,23 x 2,25 m; corazza 6-13 mm; 1x45 mm (115cp); 400 hp; 72 km/h; autonomia 200 km; n. 2000-5000
BT-7: anno 1935; peso 13,7 t; dimensioni 5,66x 2,29 x 2,42 m; corazza 6-22?mm; 1x45 (146 cp); 500 hp; 86 km/h; autonomia 370/500 km; 2.000-5.000?
I dati di cui sopra sono da prendersi con le molle, perché le fonti sono molto varie e non propriamente concordi: vedi wwiiveihcles e l'apposita pagina per il BT-7.
Se volete sapere com'era dal vivo questa 'sportiva' su cingoli, ecco questa leccornia da YT: BT-7 in azione (tempi moderni)
In teoria, un tale mezzo bellico avrebbe dovuto essere larghissimamente superiore a tutto quel che c'era negli anni '30. Qualcosa, però, non funzionò come dovette. Ebbe un successo modesto in Spagna, dove il T-26 venne usato molto più spesso: eppure lo spessore della sua corazza non era affatto maggiore, e per giunta, era meno inclinata! Il BT, in sostanza, venne usato sopratutto in Estremo Oriente, dove le pianure erano maggiormente adatte all'impiego da 'carro incrociatore'.
I Giapponesi non avevano carri armati altrettanto efficaci, ma potevano comunque distruggere i BT, specie con l'artiglieria e con l'uso di armi 'improvvisate' come granate e molotov.
Benché i Sovietici avrebbero potuto combattere gli invasori tedeschi con i loro carri BT, con la loro velocità, potenza di fuoco e autonomia (nonché la capacità di muoversi, se necessario.. anche senza cingoli), in pratica vennero sonoramente battuti. E stranamente, benché i Tedeschi fossero capaci di riutilizzare e apprezzare qualsiasi equipaggiamento valido nelle loro mani, pare che non fecero alcun uso dei BT catturati. Forse perché erano in condizioni meccaniche non eccezionali (ma se molti di essi erano addirittura nuovi di zecca!), o perché non si trovavano ricambi sufficienti (ma se ce n'erano migliaia!), o perché non si fidavano di un mezzo così grosso ma così poco protetto. Forse il vero motivo della sconfitta dei BT fu che i carri venivano impiegati in reparti agli ordini di persone inesperte nella guerra moderna (vedi 'purghe staliniane'), così che, paradossalmente, mezzi più 'difensivi' come i T-26 vennero usati con maggior profitto e minor rischio (uno di essi, in una serie di battaglie durate diversi giorni, venne accreditato di 200 soldati tedeschi uccisi, più numerosi cannoni e bersagli vari distrutti, benché a sua volte fosse stato perforato da almeno 9 cannonate!).
I Finlandesi furono gli unici ad interessarsi dei BT, e alcune decine di essi diverranno anche i BT-42, mezzi d'assalto con un obice da 114 mm, provvisto anche di granate HEAT derivate da quelle tedesche da 105 mm. Ci si aspettava grandi cose, ma in realtà le munizioni non funzionavano bene come dovevano, e pare che un carro T-34 fu colpito 18 volte senza mai essere messo fuori uso! Questo, malgrado che, se avessero detonato correttamente, potevano teoricamente perforare anche uno Stalin. Il problema, presumibilmente, era quello delle corazze inclinate dei carri nemici.
Da notare che i Russi avevano già fatto il loro BT 'artigliere', sotto forma del BT-7A: circa 150 ne vennero realizzati, e la loro migliore qualità era un cannone da 76 mm con 50 colpi (o 40 se c'era anche la radio). Un progetto indubbiamente d'avanguardia per l'epoca.
Sia come sia, è curioso che solo i Finnici riuscissero ad interessarsi, almeno un pò, dei carri BT. Del resto, a loro piacque anche il T-28, un carro medio multitorretta che era un pò più affidabile meccanicamente del suo diretto sostituito, il T-34, benché quest'ultimo sembrasse di generazioni più avanzato.
Dall'evoluzione del BT verrà fuori, passando per gradi, un tipo di carro finalmente più equilibrato. Data l'esuberanza della potenza e delle sospensioni, fu naturale cercare di sfruttarle, portando prima la corazza a 30 mm, poi a 40 mm, e alla fine arrivando al famoso T-34 (45 mm sul frontale dello scafo), che fu uno dei carri medi più 'duri' costruiti nella II GM.
Quindi, il BT-1/8 era un mezzo utile da un punto di vista tecnico, nonché spettacolare a vedersi. Ma non fu un vero successo operativo malgrado l'adozione del cannone da 45 mm, la frequente presenza di una radio, nonché -negli ultimi tipi- un nuovo motore diesel.
Esso finì la sua carriera assieme al T-26, rompendo le difese giapponesi in Estremo Oriente, nel 1945, assieme ad un lotto di nuovi T-34/85. Come dire che, in definitiva, il suo ultimo capitolo lo scrisse con i suoi degni nipotini.
Cruiser vs Christie
Un'altra cosa che si può dire, è che in ogni caso, il BT era superiore ai mezzi 'da cavalleria' degli altri eserciti. Per esempio, era certo molto meglio dell'H-35, che poteva vantare solo una corazzatura superiore, ma era nettamente surclassato in ogni altro ambito, dalla torretta monoposto, all'armamento, alla mobilità.
Un ufficiale inglese che assistette alla presentazione di un BT disse che era equivalente all'A.9 inglese, che era un bel complimento se si considera che quest'ultimo era un carro armato 'cruiser' di nuova produzione, uno dei pochi validi prodotti nella Gran Bretagna degli anni '30. Però, a parte l'enorme differenza numerica come mezzi prodotti, c'erano parecchie cose che in realtà erano dalla parte del BT.
Essenzialmente: una mobilità molto maggiore, data l'enorme potenza del motore e le sospensioni di tipo molto superiore (poi adottate anche da altri tipi di 'Cruiser' inglesi); un cannone molto più versatile (essendo normale avere granate HE oltre che perforanti, mentre il 2 pdr era solo controcarri, col risultato che era marginalmente utile contro la maggioranza dei bersagli in un campo di battaglia!); il fatto di avere soltanto 3 uomini d'equipaggio contro ben 6 dell'A.9 (il che era dovuto ad una caratteristica utile -la torretta triposto- e ad una discutibile -le due torrette ausiliarie); e infine, una blindatura apparentemente ben più solida, tanto che gli italiani si vedranno respinti i colpi da 20 mm APHE tirati dai loro carri armati, persino da qualche metro di distanza, contro la corazza frontale dei BT (non è specificato di quale tipo, ma quasi sicuramente erano BT-7) nel 1942! Quest'ultimo discorso va anche completato con le prove sui fianchi, quando fu possibile perforarlo da 150 metri (non è chiaro se anche da distanze maggiori). Anche così, un carro con circa 13-22 mm di acciaio che regge frontalmente il 20 mm e lateralmente resiste diciamo fino a 150-200 metri non è affatto male. I carri inglesi, che inizialmente avevano corazze spesse sui 14 mm (!), avrebbero potuto far di meglio? Oltretutto, il numero di piastre rivettate e la struttura complessa, non li rendeva certo mezzi particolarmente avulsi dalle 'shot traps'.
Né si può dire che gli A.9 fossero esattamente un capolavoro quanto ad affidabilità meccanica.
I BT, invece, non risulta che fossero particolarmente inaffidabili, non fosse altro che, alla fine degli anni '30-inizio anni '40, l'Armata Rossa aveva lavorato su di essi da quasi un decennio e quindi li conosceva bene. Caso mai, molti tipi iniziali erano diventati obsoleti (i primi BT avevano solo mitragliatrici, i cannoni apparvero dal BT-3, con una torre troppo piccola, e diventarono davvero efficaci dal BT-5 in poi), e logorati dall'uso. Ma per essere negli anni '30, non ci si poteva lamentare.
Notare che, con il loro motore a benzina, gli A.9 erano sì veloci (circa 50 km/h), ma avevano pur sempre solo 150 hp, con un raggio di circa 150 km. I BT, per fare un esempio, avevano circa il triplo di autonomia e di potenza, per cui erano proprio un altro mondo rispetto ai modesti 'cruiser' inglesi.
Nonostante i loro limiti, anche numerici, gli A.9 (o Cruiser Mk I) vennero usati con grossi successi nel primo anno di guerra, specialmente quando batterono gli Italiani nel 1940-41 in Nord Africa. I Britannici furono molto fortunati e abili nel loro impiego.
Non fu certo questo il destino dei BT russi, che invece vennero usati in maniera discreta contro i Giapponesi, ma disastrosa nel 1940-41.
La potenza extra dei BT spinse anche a caricarli di corazze aggiuntive, prodotte in pochi kit che li facevano sembrare dei piccoli T-34. Purtroppo, però, questo affaticava le sospensioni e nell'insieme si preferì lasciarli perdere, concentrandosi sul T-34.
Almeno li si sarebbe potuti usare vantaggiosamente come mezzi di seconda linea, per esempio come carri recupero o trattori; ma forse, la loro meccanica era troppo delicata per questo compito. I Finlandesi li usarono anche come APC (BT-43), ma il progetto non piacque e non venne accettato per l'impiego di prima linea.
Nell'insieme, non c'é dubbio che il BT sia stato un carro molto deludente in battaglia. Ma il perché è davvero arduo da comprendere: non essendo affatto inferiore rispetto a mezzi come i 'Cruiser' o anche i Panzer III, o i tipi cecoslovacchi come gli LT-35, è verosimile che molto sia dipeso dalle circostanze. L'avessero avuto i britannici, nel deserto del Nord Africa, probabilmente Compass sarebbe stato un eguale, se non maggiore, successo.
Confronto A.9 vs BT-7:
Anno: 1936 1935
Dimensioni: 5,8 x 2,5 x 2,65 m 5,66 x 2,29 x 2,42 m
Motore: 150 hp 450 hp
Peso: 12 t 13,7 t
Prestazioni: 40 km/h, autonomia 240 km 70 km/h (?) e 450 km
Armi: 1x40/50 mm (100 cp) e 3x7,7 (3.000) 1x45/46 mm e 1x7,62 mm
Prodotti: 125 2.000+
L'outsider d'Oriente
Un carro armato che invece ha avuto molto più di quel che avrebbe meritato è stato il Tipo 95 giapponese. Strano ma vero, per quasi 10 anni ha combattuto con grande efficacia, riuscendo a vincere anche scontri con mezzi più potenti, e a sopravvivere a condizioni d'impiego molto dure. In Mongolia, il suo pur modesto pezzo da 37 mm era abbastanza efficace contro i BT e T-26, anche fino a 700 metri (perforazione dichiarata: 40 mm a breve raggio; 25 mm a 500 m; 20 mm a 1.000 m), sebbene il Tipo 95 avesse una corazzatura largamente inferiore e fosse vulnerabile anche ad oltre 1 km. Se non altro, i carri giapponesi avevano un rivestimento di amianto interno, perché all'epoca non c'erano condizionatori d'aria, ma anche per proteggere l'equipaggio dagli urti. Aveva una buona mobilità e un motore diesel affidabile, e ne venne persino fatto un tipo 'anfibio' con due grandi cassoni di galleggiamento longitudinali, il Ka-Mi.
Fu solo quando incontrò carri come i Matilda e gli Sherman che questa specie di 'Ford T' giapponese, ammise la propria inferiorità. Anche così, con materiali poveri (la Marina aveva la preminenza nelle forniture e nelle tecnologie, un pò come in Italia, se non anche di più!), i reparti corazzati giapponesi riuscirono a cogliere numerosi successi bellici nei primi anni di guerra, nonché nella campagna contro la Cina. Il che è sorprendente per un carro da circa 7 tonnellate, con corazze spesse fino a 12-13 mm di tipo chiodato, e un cannoncino da 37/46 mm a cui non era nemmeno abbinata una mitragliatrice!
Il BT era un carro armato estremamente potente per l'epoca: di bell'aspetto, potente, pesava sulle 13 tonnellate e ne vennero realizzati migliaia (pare, in tutto, oltre 7.000 unità). Esso ebbe la sua maggiore diffusione e successo con i tipi BT-5 e BT-7. Questi avevano un cannone da 45/46 mm e ampia dotazione di munizioni, in una torretta biposto non molto diversa da quella del T-26. Anche la protezione era simile, sui 15 mm appena, ma aumentò a circa 22 nel BT-7 (solo per la torretta, apparentemente). La potenza di questi carri era sopratutto nella mobilità, tanto che andavano a velocità anche maggiori di 60 km/h, e sopratutto avevano un motore che, a seconda dei tipi, arrivava anche a circa 450 hp, con prestazioni 'spettacolari' assicurate!
Il BT era senza dubbio, un carro splendido in apparenza. Elegante, lungo, velocissimo, ben armato, una sorta di incrociatore da battaglia terrestre. Doveva anche essere assai costoso, dato che il motore era circa 4-5 volte più potente di quello del T-26, benché il peso del mezzo fosse solo del 50% maggiore. Ma esso poteva letteralmente 'volare' tra i dossi, arrivare a circa 70 km/h (e oltre 100 su strada, con le sole ruote), e muoversi per distanze di circa 450 km (o 350 fuori strada), facendo danni e seminando terrore dietro le linee nemiche, come la vecchia cavalleria.
Evoluzione:
BT-2: anno 1932; peso 10,2 t; dimensioni 5,58 x 2,23 x 2,20 m; corazza 6-13 mm; 1x37 mm(96 cp); 400 hp; 100 km/h; autonomia 300 km, n.620
BT-5: anno 1934; peso 11,5 t; dimensioni 5,58 x 2,23 x 2,25 m; corazza 6-13 mm; 1x45 mm (115cp); 400 hp; 72 km/h; autonomia 200 km; n. 2000-5000
BT-7: anno 1935; peso 13,7 t; dimensioni 5,66x 2,29 x 2,42 m; corazza 6-22?mm; 1x45 (146 cp); 500 hp; 86 km/h; autonomia 370/500 km; 2.000-5.000?
I dati di cui sopra sono da prendersi con le molle, perché le fonti sono molto varie e non propriamente concordi: vedi wwiiveihcles e l'apposita pagina per il BT-7.
Se volete sapere com'era dal vivo questa 'sportiva' su cingoli, ecco questa leccornia da YT: BT-7 in azione (tempi moderni)
In teoria, un tale mezzo bellico avrebbe dovuto essere larghissimamente superiore a tutto quel che c'era negli anni '30. Qualcosa, però, non funzionò come dovette. Ebbe un successo modesto in Spagna, dove il T-26 venne usato molto più spesso: eppure lo spessore della sua corazza non era affatto maggiore, e per giunta, era meno inclinata! Il BT, in sostanza, venne usato sopratutto in Estremo Oriente, dove le pianure erano maggiormente adatte all'impiego da 'carro incrociatore'.
I Giapponesi non avevano carri armati altrettanto efficaci, ma potevano comunque distruggere i BT, specie con l'artiglieria e con l'uso di armi 'improvvisate' come granate e molotov.
Benché i Sovietici avrebbero potuto combattere gli invasori tedeschi con i loro carri BT, con la loro velocità, potenza di fuoco e autonomia (nonché la capacità di muoversi, se necessario.. anche senza cingoli), in pratica vennero sonoramente battuti. E stranamente, benché i Tedeschi fossero capaci di riutilizzare e apprezzare qualsiasi equipaggiamento valido nelle loro mani, pare che non fecero alcun uso dei BT catturati. Forse perché erano in condizioni meccaniche non eccezionali (ma se molti di essi erano addirittura nuovi di zecca!), o perché non si trovavano ricambi sufficienti (ma se ce n'erano migliaia!), o perché non si fidavano di un mezzo così grosso ma così poco protetto. Forse il vero motivo della sconfitta dei BT fu che i carri venivano impiegati in reparti agli ordini di persone inesperte nella guerra moderna (vedi 'purghe staliniane'), così che, paradossalmente, mezzi più 'difensivi' come i T-26 vennero usati con maggior profitto e minor rischio (uno di essi, in una serie di battaglie durate diversi giorni, venne accreditato di 200 soldati tedeschi uccisi, più numerosi cannoni e bersagli vari distrutti, benché a sua volte fosse stato perforato da almeno 9 cannonate!).
I Finlandesi furono gli unici ad interessarsi dei BT, e alcune decine di essi diverranno anche i BT-42, mezzi d'assalto con un obice da 114 mm, provvisto anche di granate HEAT derivate da quelle tedesche da 105 mm. Ci si aspettava grandi cose, ma in realtà le munizioni non funzionavano bene come dovevano, e pare che un carro T-34 fu colpito 18 volte senza mai essere messo fuori uso! Questo, malgrado che, se avessero detonato correttamente, potevano teoricamente perforare anche uno Stalin. Il problema, presumibilmente, era quello delle corazze inclinate dei carri nemici.
Da notare che i Russi avevano già fatto il loro BT 'artigliere', sotto forma del BT-7A: circa 150 ne vennero realizzati, e la loro migliore qualità era un cannone da 76 mm con 50 colpi (o 40 se c'era anche la radio). Un progetto indubbiamente d'avanguardia per l'epoca.
Sia come sia, è curioso che solo i Finnici riuscissero ad interessarsi, almeno un pò, dei carri BT. Del resto, a loro piacque anche il T-28, un carro medio multitorretta che era un pò più affidabile meccanicamente del suo diretto sostituito, il T-34, benché quest'ultimo sembrasse di generazioni più avanzato.
Dall'evoluzione del BT verrà fuori, passando per gradi, un tipo di carro finalmente più equilibrato. Data l'esuberanza della potenza e delle sospensioni, fu naturale cercare di sfruttarle, portando prima la corazza a 30 mm, poi a 40 mm, e alla fine arrivando al famoso T-34 (45 mm sul frontale dello scafo), che fu uno dei carri medi più 'duri' costruiti nella II GM.
Quindi, il BT-1/8 era un mezzo utile da un punto di vista tecnico, nonché spettacolare a vedersi. Ma non fu un vero successo operativo malgrado l'adozione del cannone da 45 mm, la frequente presenza di una radio, nonché -negli ultimi tipi- un nuovo motore diesel.
Esso finì la sua carriera assieme al T-26, rompendo le difese giapponesi in Estremo Oriente, nel 1945, assieme ad un lotto di nuovi T-34/85. Come dire che, in definitiva, il suo ultimo capitolo lo scrisse con i suoi degni nipotini.
Cruiser vs Christie
Un'altra cosa che si può dire, è che in ogni caso, il BT era superiore ai mezzi 'da cavalleria' degli altri eserciti. Per esempio, era certo molto meglio dell'H-35, che poteva vantare solo una corazzatura superiore, ma era nettamente surclassato in ogni altro ambito, dalla torretta monoposto, all'armamento, alla mobilità.
Un ufficiale inglese che assistette alla presentazione di un BT disse che era equivalente all'A.9 inglese, che era un bel complimento se si considera che quest'ultimo era un carro armato 'cruiser' di nuova produzione, uno dei pochi validi prodotti nella Gran Bretagna degli anni '30. Però, a parte l'enorme differenza numerica come mezzi prodotti, c'erano parecchie cose che in realtà erano dalla parte del BT.
Essenzialmente: una mobilità molto maggiore, data l'enorme potenza del motore e le sospensioni di tipo molto superiore (poi adottate anche da altri tipi di 'Cruiser' inglesi); un cannone molto più versatile (essendo normale avere granate HE oltre che perforanti, mentre il 2 pdr era solo controcarri, col risultato che era marginalmente utile contro la maggioranza dei bersagli in un campo di battaglia!); il fatto di avere soltanto 3 uomini d'equipaggio contro ben 6 dell'A.9 (il che era dovuto ad una caratteristica utile -la torretta triposto- e ad una discutibile -le due torrette ausiliarie); e infine, una blindatura apparentemente ben più solida, tanto che gli italiani si vedranno respinti i colpi da 20 mm APHE tirati dai loro carri armati, persino da qualche metro di distanza, contro la corazza frontale dei BT (non è specificato di quale tipo, ma quasi sicuramente erano BT-7) nel 1942! Quest'ultimo discorso va anche completato con le prove sui fianchi, quando fu possibile perforarlo da 150 metri (non è chiaro se anche da distanze maggiori). Anche così, un carro con circa 13-22 mm di acciaio che regge frontalmente il 20 mm e lateralmente resiste diciamo fino a 150-200 metri non è affatto male. I carri inglesi, che inizialmente avevano corazze spesse sui 14 mm (!), avrebbero potuto far di meglio? Oltretutto, il numero di piastre rivettate e la struttura complessa, non li rendeva certo mezzi particolarmente avulsi dalle 'shot traps'.
Né si può dire che gli A.9 fossero esattamente un capolavoro quanto ad affidabilità meccanica.
I BT, invece, non risulta che fossero particolarmente inaffidabili, non fosse altro che, alla fine degli anni '30-inizio anni '40, l'Armata Rossa aveva lavorato su di essi da quasi un decennio e quindi li conosceva bene. Caso mai, molti tipi iniziali erano diventati obsoleti (i primi BT avevano solo mitragliatrici, i cannoni apparvero dal BT-3, con una torre troppo piccola, e diventarono davvero efficaci dal BT-5 in poi), e logorati dall'uso. Ma per essere negli anni '30, non ci si poteva lamentare.
Notare che, con il loro motore a benzina, gli A.9 erano sì veloci (circa 50 km/h), ma avevano pur sempre solo 150 hp, con un raggio di circa 150 km. I BT, per fare un esempio, avevano circa il triplo di autonomia e di potenza, per cui erano proprio un altro mondo rispetto ai modesti 'cruiser' inglesi.
Nonostante i loro limiti, anche numerici, gli A.9 (o Cruiser Mk I) vennero usati con grossi successi nel primo anno di guerra, specialmente quando batterono gli Italiani nel 1940-41 in Nord Africa. I Britannici furono molto fortunati e abili nel loro impiego.
Non fu certo questo il destino dei BT russi, che invece vennero usati in maniera discreta contro i Giapponesi, ma disastrosa nel 1940-41.
La potenza extra dei BT spinse anche a caricarli di corazze aggiuntive, prodotte in pochi kit che li facevano sembrare dei piccoli T-34. Purtroppo, però, questo affaticava le sospensioni e nell'insieme si preferì lasciarli perdere, concentrandosi sul T-34.
Almeno li si sarebbe potuti usare vantaggiosamente come mezzi di seconda linea, per esempio come carri recupero o trattori; ma forse, la loro meccanica era troppo delicata per questo compito. I Finlandesi li usarono anche come APC (BT-43), ma il progetto non piacque e non venne accettato per l'impiego di prima linea.
Nell'insieme, non c'é dubbio che il BT sia stato un carro molto deludente in battaglia. Ma il perché è davvero arduo da comprendere: non essendo affatto inferiore rispetto a mezzi come i 'Cruiser' o anche i Panzer III, o i tipi cecoslovacchi come gli LT-35, è verosimile che molto sia dipeso dalle circostanze. L'avessero avuto i britannici, nel deserto del Nord Africa, probabilmente Compass sarebbe stato un eguale, se non maggiore, successo.
Confronto A.9 vs BT-7:
Anno: 1936 1935
Dimensioni: 5,8 x 2,5 x 2,65 m 5,66 x 2,29 x 2,42 m
Motore: 150 hp 450 hp
Peso: 12 t 13,7 t
Prestazioni: 40 km/h, autonomia 240 km 70 km/h (?) e 450 km
Armi: 1x40/50 mm (100 cp) e 3x7,7 (3.000) 1x45/46 mm e 1x7,62 mm
Prodotti: 125 2.000+
L'outsider d'Oriente
Un carro armato che invece ha avuto molto più di quel che avrebbe meritato è stato il Tipo 95 giapponese. Strano ma vero, per quasi 10 anni ha combattuto con grande efficacia, riuscendo a vincere anche scontri con mezzi più potenti, e a sopravvivere a condizioni d'impiego molto dure. In Mongolia, il suo pur modesto pezzo da 37 mm era abbastanza efficace contro i BT e T-26, anche fino a 700 metri (perforazione dichiarata: 40 mm a breve raggio; 25 mm a 500 m; 20 mm a 1.000 m), sebbene il Tipo 95 avesse una corazzatura largamente inferiore e fosse vulnerabile anche ad oltre 1 km. Se non altro, i carri giapponesi avevano un rivestimento di amianto interno, perché all'epoca non c'erano condizionatori d'aria, ma anche per proteggere l'equipaggio dagli urti. Aveva una buona mobilità e un motore diesel affidabile, e ne venne persino fatto un tipo 'anfibio' con due grandi cassoni di galleggiamento longitudinali, il Ka-Mi.
Fu solo quando incontrò carri come i Matilda e gli Sherman che questa specie di 'Ford T' giapponese, ammise la propria inferiorità. Anche così, con materiali poveri (la Marina aveva la preminenza nelle forniture e nelle tecnologie, un pò come in Italia, se non anche di più!), i reparti corazzati giapponesi riuscirono a cogliere numerosi successi bellici nei primi anni di guerra, nonché nella campagna contro la Cina. Il che è sorprendente per un carro da circa 7 tonnellate, con corazze spesse fino a 12-13 mm di tipo chiodato, e un cannoncino da 37/46 mm a cui non era nemmeno abbinata una mitragliatrice!