5-2-015
Belli, veloci e potenti, gli incrociatori tra le due guerre furono navi di eccezionale importanza per le marine, sia in tempo di pace che di guerra. Buone per mostrare la bandiera, resistenti al mare grosso, con elevata autonomia e capacità di fuoco, erano navi che potevano operare in quella nicchia di impieghi che né i cacciatorpediniere né le corazzate erano, per ragioni diverse, del tutto adatte a ricoprire.
Queste navi, nate dai trattati che cercarono di ridurre la tendenza al riarmo del periodo interbellico, quando le flotte erano il simbolo della grandezza delle varie nazioni, furono necessariamente dei compromessi. Ampiamente usate, di fatto furono le più autorevoli navi della II Guerra Mondiale, a parte le portaerei (per la presenza degli aerei, non certo per la loro azione diretta). Inevitabilmente, però, subirono anche molte perdite, data la loro protezione non eccezionale e la potenza delle offese ricevute.
Degli 81 incrociatori pesanti partecipanti alle operazioni belliche, 31 erano americani (7 perduti), 18 (18) giapponesi, 15(5) inglesi, 7(7) italiani, 7(4) francesi, 3(1) tedeschi; delle navi distrutte 14 furono per attacchi aerei, 11 per altre navi, 8 per varie cause, 5 per sommergibili, 4 azioni combinate navi/aerei, 1 per il fuoco di batterie costiere.
Incrociatori: Kent Trento Dunsquesne Furukata Pensacola Zara Algerie Takao Wichita
Dislocamento st: 9.850 10.511 10.000 9.150 9.100 11.870 10.000 13.160 9.324
Potenza: 80.000 150.000 120.000 103.000 107.000 95.000 84.000 133.000 100.000
Velocità: 31,5 35 36 33 32,5 32 32 34,5 32
Corazze CxP: 25-76x32 70x50 30x30 76x50 76x51 150x70 110x80 102x76 127x76
Armi da 203 8 8 8 6 10 8 8 10 9
Proiettili, kg: 120 118 123 113 118 125 123 113 125
V.iniziale 960 835 870 853 900 900 870 853 915
Notare come l'aver trasgredito ai limiti di Washington fosse un 'toccasana' per gli incrociatori che violarono tale trattato.
Il caso Zara
Come già spiegato in un'altra pagina di questo sito, lo Zara era particolarmente progettato per operare non solo contro navi di tonnellaggio e categoria inferiori, ma anche contro pariclasse, tanto da poter incassare abbastanza bene i proiettili da 203 mm, garantendo una sorta di 'zona d'immunità' tra circa 14 e 25 km (vs i pezzi da 203 mm americani).
Certamente, l'ammontare della corazzatura era il fattore più importante per queste navi. Ma non vanno trascurate alcune scelte progettuali, che resero possibili certe qualità.
Una, era il deliberato sforamento dei limiti di Washington, cosa che permise grossomodo di raddoppiare la corazzatura della nave, senza rinunciare ai canonici 8 cannoni principali in torri binate. Se si pensa che il totale della protezione fosse prossimo alle 3.000 tonnellate, e che lo sforamento standard fosse di 1.500-1.900 a seconda delle navi della classe, allora si può facilmente calcolare la riduzione che sarebbe stata necessaria per stare 'nelle regole': circa il 50-60% di corazzatura in meno!
Un'altra, era il limitare la corazza ad un concetto paragonabile al 'tutto o nulla', quindi giusto una scatola che contenesse depositi munizioni, motori, più torri e torrione comando/tiro superiore. Tutto il resto era poco o nulla protetto, incluso il timone, per cui circa il 51% della lunghezza della nave era pressoché privo di protezione. Queste sono cose note, ma non ci sono soltanto loro da considerare.
Un'altra ancora, però, era la ragione di quest'abbondanza di protezione: la scelta delle torri d'artiglieria.
Bisogna infatti dire, che malgrado possa apparire così, in realtà la corazzatura NON era decisiva per il peso della torretta di per sé!
Infatti, malgrado fossero torrette eccezionalmente protette, ciascuna di esse pesava soltanto 181 tonnellate (probabilmente escluse le barbette).
I modelli inglesi da 203 mm, invece, pesavano tra 226 e 242 tonnellate!
Quelli francesi erano da 180 t (malgrado la scarsa protezione dei primi incrociatori 'Washington') oppure, per l'Algérie, ben 240 tonnellate.
Questo significa che i cannoni italiani erano installati in torrette molto più piccole e quindi, con una protezione meno estesa, per questo erano più protette. Quanto ciò inficiasse la loro efficacia in combattimento è discutibile: la cadenza di tiro effettiva, dimostrata di circa 2 colpi al minuto, vs 4-5 delle navi inglesi e francesi, era tuttavia una prova non a vantaggio di tale soluzione. Le torri inglesi erano poco protette, ma erano state concepite per sparare anche contro gli aerei. Inoltre, i cannoni erano ad elevazione indipendente, oltre che per un massimo di ben 70° (ridotto a 'soli' 50 nel caso dei tipi 'York'). Per ottenere una minore interferenza, i cannoni erano infine montati ciascuno con assi a circa 2,1 metri di distanza. Probabilmente questo valore (10 calibri circa), ideale per non risentire più dell'interferenza reciproca, è circa il doppio dei piccoli affusti dei 203 mm italiani. Tutto questo, almeno in parte, spiega la differenza drastica nel rapporto peso:protezione delle torri. E dice anche che, se si fosse voluto adottare lo stesso 'schema italiano', le navi francesi e inglesi avrebbero risparmiato fino a 240 tonnellate (il 2,4% del dislocamento standard!) per le loro 4 torri principali. Al contrario, nulla garantisce che i tipi inglesi sarebbero stati -specie sul Bolzano- adottati senza difficoltà da navi italiane, che di punto in bianco, si sarebbero trovate sul groppone circa un quarto di migliaio di tonnellate. Per capire questo valore, è sufficiente dire che il peso della corazza del ridotto superiore (30 mm) dovrebbe essere circa 90 tonnellate, appena un terzo del totale. Per compensare tale variazione, sarebbe stato necessario probabilmente ridurre la cintura corazzata di 30 mm e togliere il ridotto, quindi da 100-150 mm e 30 mm, si scendeva a 70-120 mm e 0 mm, ovvero perdendo tutta quella superiorità in protezione laterale, comparata ad altri '10.000'. In alternativa, sarebbe stato necessario togliere il ponte di copertino da 20 mm, e forse anche 5-6 mm del ponte di protezione principale.
Alternativamente, una nave francese o inglese, con lo stesso guadagno in peso, avrebbe potuto avere non solo corazze molto più spesse (fino a 8 volte, nel caso almeno delle navi britanniche!) per le torri stesse, ma anche 30 mm di protezione extra su tutti i fianchi, o circa 50 mm sulla sola cintura, oppure 20 mm sul ponte. Un affare niente male, quindi.
Ricapitolando:
Soluzione all'italiana: -- Zara 150+30 mm, ponti 70+20 mm, torri fino a 203 mm--- Kent, 55+30 mm, ponti 38 mm, torri fino a 203 mm
Soluzione all'inglese: -- Zara 120+0 mm, ponti 70+20 mm, torri fino a 25 mm --- Kent, 25 mm, ponti 38 mm, torri 25 mm.
Questo fa capire bene come certe scelte di dettaglio condizionassero le capacità combattive e la progettazione di una nave della stessa categoria!
Zara contro Algérie
E' interessante notare come un mezzo molto vicino allo Zara fosse anche l'Algérie, che però aveva ancora il limite standard di 10.000 tonnellate da rispettare. Eppure, come potenza di fuoco e armatura, era quasi allo stesso livello dello Zara.
Non inganni la cintura corazzata di 110 mm anziché 150: quella degli Zara era a murata, di tipo semplice. L'Algérie aveva 110 mm, però dietro aveva anche una paratia antisiluro da ben 40 mm, per cui.. alla fine, erano comunque 150 mm complessivi! Forse meno buoni per reggere un proiettile 'AP' puro, che penetrava più o meno bene a seconda dello spessore della piastra; ma con gli APC, e più in generale con i proiettili che dovevano pur esplodere dopo essere penetrati, avere una seconda piastra interna era molto importante, perché permetteva di fermarli riducendone la pericolosità a un certo numero di schegge, anche se l'esplosione fosse avvenuta al contatto con queste piastre interne (meglio ancora, se fosse stata nello spazio vuoto tra le due pareti d'acciaio). Inutile poi rimarcare l'importanza delle paratie longitudinali in caso di proiettili subacquei o esplosioni sotto la linea d'acqua. Gli 'Zara', da questo punto, erano ben poco protetti e non risulta l'esistenza di paratie longitudinali e certo, non di tipo blindato, al loro interno (nemmeno nel ridotto corazzato!).
Quanto al ponte, l'Algérie ne aveva uno da 80 mm, anziché uno da 70 e uno da 20 mm superiore. Sebbene anche questa possa essere una buona idea, di fatto i 20 mm del ponte di coperta erano troppo poco per fermare qualsiasi minaccia, persino granate da 152 mm o bombe da 100 kg lo passavano come nulla fosse. Un ponte unico, più spesso, può essere molto più resistente a parità di mm totali, di due separati. E' questo il caso, per il quale è probabile che un ponte unico da 80 mm fosse almeno altrettanto resistente di due per complessivi 90 mm. Del resto, 80 mm era anche lo spessore del ponte principale delle Cavour rimodernate (e delle Bismarck!).
Quindi, si può dire che l'Algérie avesse una protezione verticale scaglionata vs una monoblocco degli 'Zara', e viceversa per quella orizzontale. Ma alla fine, l'Algérie era grossomodo analogo per il ponte, e superiori nella maggior parte dei casi per quel che comportano i colpi alla linea di galleggiamento e al di sotto di essa. L'armamento primario e secondario (più, però, anche i lanciasiluri per la nave francese) e la velocità erano comparabili (l'Algérie, pur non essendo un fulmine di guerra, poteva andare facilmente a quasi 31 nodi sostenuti, mentre in azione -vedi Capo Gaudo- gli 'Zara' non risulta che siano riusciti a fare altrettanto, tanto che nell'inseguimento finale agli incrociatori inglesi né loro né gli altri riuscirono ad avvicinarsi, seppure le navi inglesi andassero sui 30-31 nodi). Inoltre, l'autonomia della nave francese era maggiore, specie se usava tutto lo spazio per serbatoi extra (le intercapedini tra le paratie).
C'era quindi davvero ben poco da scegliere: al massimo, si può dire che gli Zara fossero meglio serviti dalla loro corazzetta superiore (10 piastre da 30 mm per lato), ma questa è davvero poca cosa, se si immagina un confronto tra incrociatori pesanti! Caso mai, è importante che l'Algérie fosse uno solo, e gli Zara, quattro. Questo sì che rendeva 'sbilanciato' il confronto!
Da notare che in questo senso, si può ben dire che le navi italiane 'pesanti' fossero in vantaggio su quelle francesi, avendo queste ultime sì sette unità, ma solo l'Algérie nella primissima categoria. Per giunta, due navi più vecchie (le Dunquesne) erano troppo poco corazzate, sebbene nemmeno i 'Trento' potessero sostenere facilmente un colpo da 203 ovunque arrivasse (e quindi, la differenza era notevole solo con i calibri più piccoli)!
Nel caso degli incrociatori pesanti, quindi, direi che i 2 Trento+Bolzano+4 Zara fossero leggermente meglio di 2 Dunquesne+4 Suffren + Algérie.
Nel caso degli incrociatori leggeri, invece, abbiamo: 4 Da Giussano+2 Da Barbiano + 2 Aosta + 2 Montecuccoli + 2 Abruzzi vs 6 La Galissonniere e 6 unità più vecchie, per cui tutto sommato il vantaggio sarebbe dei francesi.
Quanto agli Zara, cosa ne sarebbe stato se avessero dovuto attenersi scrupolosamente ai limiti delle 10.000 tonnellate standard? Di fatto, a limiti del genere ci si attennero solo quando andarono a fare le prove in carico leggerissimo, ottenendo velocità elevate ma solo con un dislocamento di 3-4.000 tonnellate inferiore rispetto a quello a pieno carico, e pure circa 1.000 meno di quello.. standard, che già significava ben poco.
Togliere tra le 1.500 e le 1.800 tonnellate di peso, al netto del carburante e altri carichi interni 'opzionali', avrebbe significato davvero incidere -e molto!- sull'armatura, la principale dote di queste navi. Le corazze degli Zara erano di ottimo livello, anche per qualità (la cintura, per esempio, e probabilmente anche le torri, era in acciaio cementato, mentre all'epoca non era raro vedere incrociatori blindati con quello omogeneo).
Il totale della corazza era sulle 2.800 tonnellate, forse anche di più. Come si è visto, circa il triplo dei 'Trento', che pure non erano affatto male, malgrado l'enfasi sulla velocità, nella loro generazione di incrociatori (cintura pressoché completa da 70 mm, ponte da 50 mm, torri e torrione fino a 100 mm).
Ora riduciamo il totale allo standard 10.000 tonnellate. Se si vuole conservare l'armamento standard (a parte, eventualmente, ridurre di un paio le torri binate), non si può certo addossare la diminuzione sull'apparato motore (che come si è visto, è molto più leggero che nei precedenti 'Trento').
Quindi non resta che la corazzatura, che negli 'Zara' era la voce principale di 'spesa' in termini di tonnellaggio complessivo.
Il che significherebbe, in maniera 'gordiana' ridurre della metà tutta la corazzatura.
Quindi avremmo: cintura 75 mm, cintura superiore 15 mm, ponte principale 35 mm, copertino 10 mm, torri fino a 100 mm, torrione 75 mm, barbette 75 mm. La cosa divertente è che persino così, sarebbe ancora un incrociatore decente (e forse un nodo più veloce) per la categoria. Ovvero, sarebbe più o meno come ogni altro '10.000' del tipo Washington.
Probabilmente, gli spessori sarebbero stati così ripartiti: corazza di 70-100 principale, niente cintura superiore (troppo poco spessa, meglio sacrificarla per inspessire quella principale); ponte da 50 mm principale, ma niente ponte di copertino (quindi risultato netto di -40 mm), Torri tra 50 e 100 mm, barbette 70 mm, torrione 100 mm, torre di controllo tiro 50 mm max.
In pratica, ci sarebbe stato lo 'scoperchiamento' della seconda struttura corazzata sopra quella principale, togliendo cinturetta e copertino. Sarebbe interessante anche da notare, che a quel punto, a parità di dislocamento, sarebbe stato nettamente inferiore al Suffren e ad altri '10.000', e appena migliore -se migliore- ai 'Trento'.
In alternativa, sarebbe stato divertente vedere il Suffren con 1.500 tonnellate di corazza extra (troppa, a dire il vero, probabilmente sovraccaricherebbe la nave e la renderebbe più lenta: però era possibile sovraccaricare la nave fino a 3.000 tonnellate di carburante, quindi aumentare il peso era possibile. In tal caso, è probabile che la cintura sarebbe diventata di 150 mm per davvero. Più la paratia interna, ovviamente, e raddoppiare le corazze delle torri e torrione.
Corazzatura Zara:
Cintura principale 100-150 mm, cintura superiore 30 mm, traverse 20-120 mm; ponte 70 mm (più sottile alle estremità); ponte superiore 20 mm; barbette 120-150 mm; torri 100-203 mm; torrione 50-150 mm; torre tiro 85-120 mm; timone e locale calderine, 20 mm. Piccole scudature laterali per i cannoni.
Blindatura Algérie:
Cintura principale 110 (o 120?) mm, paratie 40 mm; traverse 70 mm; ponte 80 mm; ponte copertino 45 mm (estremità nave); torri e barbette 70-95 mm, torrione: 70-95 mm. Piccole scudature per i cannoni.
Il caso County
Navi multiformi per capacità, protezione ed equipaggiamento. Sono state utilizzate per tutta la guerra e hanno subito danni e perdite, ma hanno retto bene. Nonostante tutto, non erano navi particolarmente potenti, solo che ce n'erano tante ed erano presenti spesso nel posto giusto e al momento giusto.
-Servizio: dal 1928 al 1959
-Dimensioni: 190 x 21 x 6.6 m (p.c.)
-Apparato motore: 8 caldaie, 4 turbine, 80.000 hp, 31,5 nodi
-Velocità e autonomia: 31,5 nodi/15.000 km a 10 nodi; 4.300 km a 30 nodi.
-Equipaggio: circa 685-784
-Dislocamento: 10.400-14.150 t
-Armamento: 4x2*203/50 mm Mk VIII; 4x1-2*102/45 mm Mk.V; 2x2*40/39 mm Vickers; 2x4*12,7/50 mm Mk III; 2x4*533 mm
-Corazzatura: cintura 114 mm (dal 1935 in poi su 5 navi); traverse 25 mm; ponte 32 mm sulle macchine; 38 mm sul timone; cittadelle munizioni 25-101 mm; torri e sala nautica 25 mm.
Le corazzature aggiuntive, negli anni '30, vennero applicate a pochi esemplari, 114 mm per 1,8 m d'altezza (0,3 sott'acqua), altri ebbero corazze diverse, come il London, che ottenne cinture da 89 mm ma alte 2,4 metri nella zona delle macchine. Alcuni ebbero i lanciasiluri rimossi, altri li mantennero, altri ancora ebbero impianti ottupli da 40 mm e persino lanciarazzi UP antiearei, più radar, e altri armamenti migliorati.
Belli, veloci e potenti, gli incrociatori tra le due guerre furono navi di eccezionale importanza per le marine, sia in tempo di pace che di guerra. Buone per mostrare la bandiera, resistenti al mare grosso, con elevata autonomia e capacità di fuoco, erano navi che potevano operare in quella nicchia di impieghi che né i cacciatorpediniere né le corazzate erano, per ragioni diverse, del tutto adatte a ricoprire.
Queste navi, nate dai trattati che cercarono di ridurre la tendenza al riarmo del periodo interbellico, quando le flotte erano il simbolo della grandezza delle varie nazioni, furono necessariamente dei compromessi. Ampiamente usate, di fatto furono le più autorevoli navi della II Guerra Mondiale, a parte le portaerei (per la presenza degli aerei, non certo per la loro azione diretta). Inevitabilmente, però, subirono anche molte perdite, data la loro protezione non eccezionale e la potenza delle offese ricevute.
Degli 81 incrociatori pesanti partecipanti alle operazioni belliche, 31 erano americani (7 perduti), 18 (18) giapponesi, 15(5) inglesi, 7(7) italiani, 7(4) francesi, 3(1) tedeschi; delle navi distrutte 14 furono per attacchi aerei, 11 per altre navi, 8 per varie cause, 5 per sommergibili, 4 azioni combinate navi/aerei, 1 per il fuoco di batterie costiere.
Incrociatori: Kent Trento Dunsquesne Furukata Pensacola Zara Algerie Takao Wichita
Dislocamento st: 9.850 10.511 10.000 9.150 9.100 11.870 10.000 13.160 9.324
Potenza: 80.000 150.000 120.000 103.000 107.000 95.000 84.000 133.000 100.000
Velocità: 31,5 35 36 33 32,5 32 32 34,5 32
Corazze CxP: 25-76x32 70x50 30x30 76x50 76x51 150x70 110x80 102x76 127x76
Armi da 203 8 8 8 6 10 8 8 10 9
Proiettili, kg: 120 118 123 113 118 125 123 113 125
V.iniziale 960 835 870 853 900 900 870 853 915
Notare come l'aver trasgredito ai limiti di Washington fosse un 'toccasana' per gli incrociatori che violarono tale trattato.
Il caso Zara
Come già spiegato in un'altra pagina di questo sito, lo Zara era particolarmente progettato per operare non solo contro navi di tonnellaggio e categoria inferiori, ma anche contro pariclasse, tanto da poter incassare abbastanza bene i proiettili da 203 mm, garantendo una sorta di 'zona d'immunità' tra circa 14 e 25 km (vs i pezzi da 203 mm americani).
Certamente, l'ammontare della corazzatura era il fattore più importante per queste navi. Ma non vanno trascurate alcune scelte progettuali, che resero possibili certe qualità.
Una, era il deliberato sforamento dei limiti di Washington, cosa che permise grossomodo di raddoppiare la corazzatura della nave, senza rinunciare ai canonici 8 cannoni principali in torri binate. Se si pensa che il totale della protezione fosse prossimo alle 3.000 tonnellate, e che lo sforamento standard fosse di 1.500-1.900 a seconda delle navi della classe, allora si può facilmente calcolare la riduzione che sarebbe stata necessaria per stare 'nelle regole': circa il 50-60% di corazzatura in meno!
Un'altra, era il limitare la corazza ad un concetto paragonabile al 'tutto o nulla', quindi giusto una scatola che contenesse depositi munizioni, motori, più torri e torrione comando/tiro superiore. Tutto il resto era poco o nulla protetto, incluso il timone, per cui circa il 51% della lunghezza della nave era pressoché privo di protezione. Queste sono cose note, ma non ci sono soltanto loro da considerare.
Un'altra ancora, però, era la ragione di quest'abbondanza di protezione: la scelta delle torri d'artiglieria.
Bisogna infatti dire, che malgrado possa apparire così, in realtà la corazzatura NON era decisiva per il peso della torretta di per sé!
Infatti, malgrado fossero torrette eccezionalmente protette, ciascuna di esse pesava soltanto 181 tonnellate (probabilmente escluse le barbette).
I modelli inglesi da 203 mm, invece, pesavano tra 226 e 242 tonnellate!
Quelli francesi erano da 180 t (malgrado la scarsa protezione dei primi incrociatori 'Washington') oppure, per l'Algérie, ben 240 tonnellate.
Questo significa che i cannoni italiani erano installati in torrette molto più piccole e quindi, con una protezione meno estesa, per questo erano più protette. Quanto ciò inficiasse la loro efficacia in combattimento è discutibile: la cadenza di tiro effettiva, dimostrata di circa 2 colpi al minuto, vs 4-5 delle navi inglesi e francesi, era tuttavia una prova non a vantaggio di tale soluzione. Le torri inglesi erano poco protette, ma erano state concepite per sparare anche contro gli aerei. Inoltre, i cannoni erano ad elevazione indipendente, oltre che per un massimo di ben 70° (ridotto a 'soli' 50 nel caso dei tipi 'York'). Per ottenere una minore interferenza, i cannoni erano infine montati ciascuno con assi a circa 2,1 metri di distanza. Probabilmente questo valore (10 calibri circa), ideale per non risentire più dell'interferenza reciproca, è circa il doppio dei piccoli affusti dei 203 mm italiani. Tutto questo, almeno in parte, spiega la differenza drastica nel rapporto peso:protezione delle torri. E dice anche che, se si fosse voluto adottare lo stesso 'schema italiano', le navi francesi e inglesi avrebbero risparmiato fino a 240 tonnellate (il 2,4% del dislocamento standard!) per le loro 4 torri principali. Al contrario, nulla garantisce che i tipi inglesi sarebbero stati -specie sul Bolzano- adottati senza difficoltà da navi italiane, che di punto in bianco, si sarebbero trovate sul groppone circa un quarto di migliaio di tonnellate. Per capire questo valore, è sufficiente dire che il peso della corazza del ridotto superiore (30 mm) dovrebbe essere circa 90 tonnellate, appena un terzo del totale. Per compensare tale variazione, sarebbe stato necessario probabilmente ridurre la cintura corazzata di 30 mm e togliere il ridotto, quindi da 100-150 mm e 30 mm, si scendeva a 70-120 mm e 0 mm, ovvero perdendo tutta quella superiorità in protezione laterale, comparata ad altri '10.000'. In alternativa, sarebbe stato necessario togliere il ponte di copertino da 20 mm, e forse anche 5-6 mm del ponte di protezione principale.
Alternativamente, una nave francese o inglese, con lo stesso guadagno in peso, avrebbe potuto avere non solo corazze molto più spesse (fino a 8 volte, nel caso almeno delle navi britanniche!) per le torri stesse, ma anche 30 mm di protezione extra su tutti i fianchi, o circa 50 mm sulla sola cintura, oppure 20 mm sul ponte. Un affare niente male, quindi.
Ricapitolando:
Soluzione all'italiana: -- Zara 150+30 mm, ponti 70+20 mm, torri fino a 203 mm--- Kent, 55+30 mm, ponti 38 mm, torri fino a 203 mm
Soluzione all'inglese: -- Zara 120+0 mm, ponti 70+20 mm, torri fino a 25 mm --- Kent, 25 mm, ponti 38 mm, torri 25 mm.
Questo fa capire bene come certe scelte di dettaglio condizionassero le capacità combattive e la progettazione di una nave della stessa categoria!
Zara contro Algérie
E' interessante notare come un mezzo molto vicino allo Zara fosse anche l'Algérie, che però aveva ancora il limite standard di 10.000 tonnellate da rispettare. Eppure, come potenza di fuoco e armatura, era quasi allo stesso livello dello Zara.
Non inganni la cintura corazzata di 110 mm anziché 150: quella degli Zara era a murata, di tipo semplice. L'Algérie aveva 110 mm, però dietro aveva anche una paratia antisiluro da ben 40 mm, per cui.. alla fine, erano comunque 150 mm complessivi! Forse meno buoni per reggere un proiettile 'AP' puro, che penetrava più o meno bene a seconda dello spessore della piastra; ma con gli APC, e più in generale con i proiettili che dovevano pur esplodere dopo essere penetrati, avere una seconda piastra interna era molto importante, perché permetteva di fermarli riducendone la pericolosità a un certo numero di schegge, anche se l'esplosione fosse avvenuta al contatto con queste piastre interne (meglio ancora, se fosse stata nello spazio vuoto tra le due pareti d'acciaio). Inutile poi rimarcare l'importanza delle paratie longitudinali in caso di proiettili subacquei o esplosioni sotto la linea d'acqua. Gli 'Zara', da questo punto, erano ben poco protetti e non risulta l'esistenza di paratie longitudinali e certo, non di tipo blindato, al loro interno (nemmeno nel ridotto corazzato!).
Quanto al ponte, l'Algérie ne aveva uno da 80 mm, anziché uno da 70 e uno da 20 mm superiore. Sebbene anche questa possa essere una buona idea, di fatto i 20 mm del ponte di coperta erano troppo poco per fermare qualsiasi minaccia, persino granate da 152 mm o bombe da 100 kg lo passavano come nulla fosse. Un ponte unico, più spesso, può essere molto più resistente a parità di mm totali, di due separati. E' questo il caso, per il quale è probabile che un ponte unico da 80 mm fosse almeno altrettanto resistente di due per complessivi 90 mm. Del resto, 80 mm era anche lo spessore del ponte principale delle Cavour rimodernate (e delle Bismarck!).
Quindi, si può dire che l'Algérie avesse una protezione verticale scaglionata vs una monoblocco degli 'Zara', e viceversa per quella orizzontale. Ma alla fine, l'Algérie era grossomodo analogo per il ponte, e superiori nella maggior parte dei casi per quel che comportano i colpi alla linea di galleggiamento e al di sotto di essa. L'armamento primario e secondario (più, però, anche i lanciasiluri per la nave francese) e la velocità erano comparabili (l'Algérie, pur non essendo un fulmine di guerra, poteva andare facilmente a quasi 31 nodi sostenuti, mentre in azione -vedi Capo Gaudo- gli 'Zara' non risulta che siano riusciti a fare altrettanto, tanto che nell'inseguimento finale agli incrociatori inglesi né loro né gli altri riuscirono ad avvicinarsi, seppure le navi inglesi andassero sui 30-31 nodi). Inoltre, l'autonomia della nave francese era maggiore, specie se usava tutto lo spazio per serbatoi extra (le intercapedini tra le paratie).
C'era quindi davvero ben poco da scegliere: al massimo, si può dire che gli Zara fossero meglio serviti dalla loro corazzetta superiore (10 piastre da 30 mm per lato), ma questa è davvero poca cosa, se si immagina un confronto tra incrociatori pesanti! Caso mai, è importante che l'Algérie fosse uno solo, e gli Zara, quattro. Questo sì che rendeva 'sbilanciato' il confronto!
Da notare che in questo senso, si può ben dire che le navi italiane 'pesanti' fossero in vantaggio su quelle francesi, avendo queste ultime sì sette unità, ma solo l'Algérie nella primissima categoria. Per giunta, due navi più vecchie (le Dunquesne) erano troppo poco corazzate, sebbene nemmeno i 'Trento' potessero sostenere facilmente un colpo da 203 ovunque arrivasse (e quindi, la differenza era notevole solo con i calibri più piccoli)!
Nel caso degli incrociatori pesanti, quindi, direi che i 2 Trento+Bolzano+4 Zara fossero leggermente meglio di 2 Dunquesne+4 Suffren + Algérie.
Nel caso degli incrociatori leggeri, invece, abbiamo: 4 Da Giussano+2 Da Barbiano + 2 Aosta + 2 Montecuccoli + 2 Abruzzi vs 6 La Galissonniere e 6 unità più vecchie, per cui tutto sommato il vantaggio sarebbe dei francesi.
Quanto agli Zara, cosa ne sarebbe stato se avessero dovuto attenersi scrupolosamente ai limiti delle 10.000 tonnellate standard? Di fatto, a limiti del genere ci si attennero solo quando andarono a fare le prove in carico leggerissimo, ottenendo velocità elevate ma solo con un dislocamento di 3-4.000 tonnellate inferiore rispetto a quello a pieno carico, e pure circa 1.000 meno di quello.. standard, che già significava ben poco.
Togliere tra le 1.500 e le 1.800 tonnellate di peso, al netto del carburante e altri carichi interni 'opzionali', avrebbe significato davvero incidere -e molto!- sull'armatura, la principale dote di queste navi. Le corazze degli Zara erano di ottimo livello, anche per qualità (la cintura, per esempio, e probabilmente anche le torri, era in acciaio cementato, mentre all'epoca non era raro vedere incrociatori blindati con quello omogeneo).
Il totale della corazza era sulle 2.800 tonnellate, forse anche di più. Come si è visto, circa il triplo dei 'Trento', che pure non erano affatto male, malgrado l'enfasi sulla velocità, nella loro generazione di incrociatori (cintura pressoché completa da 70 mm, ponte da 50 mm, torri e torrione fino a 100 mm).
Ora riduciamo il totale allo standard 10.000 tonnellate. Se si vuole conservare l'armamento standard (a parte, eventualmente, ridurre di un paio le torri binate), non si può certo addossare la diminuzione sull'apparato motore (che come si è visto, è molto più leggero che nei precedenti 'Trento').
Quindi non resta che la corazzatura, che negli 'Zara' era la voce principale di 'spesa' in termini di tonnellaggio complessivo.
Il che significherebbe, in maniera 'gordiana' ridurre della metà tutta la corazzatura.
Quindi avremmo: cintura 75 mm, cintura superiore 15 mm, ponte principale 35 mm, copertino 10 mm, torri fino a 100 mm, torrione 75 mm, barbette 75 mm. La cosa divertente è che persino così, sarebbe ancora un incrociatore decente (e forse un nodo più veloce) per la categoria. Ovvero, sarebbe più o meno come ogni altro '10.000' del tipo Washington.
Probabilmente, gli spessori sarebbero stati così ripartiti: corazza di 70-100 principale, niente cintura superiore (troppo poco spessa, meglio sacrificarla per inspessire quella principale); ponte da 50 mm principale, ma niente ponte di copertino (quindi risultato netto di -40 mm), Torri tra 50 e 100 mm, barbette 70 mm, torrione 100 mm, torre di controllo tiro 50 mm max.
In pratica, ci sarebbe stato lo 'scoperchiamento' della seconda struttura corazzata sopra quella principale, togliendo cinturetta e copertino. Sarebbe interessante anche da notare, che a quel punto, a parità di dislocamento, sarebbe stato nettamente inferiore al Suffren e ad altri '10.000', e appena migliore -se migliore- ai 'Trento'.
In alternativa, sarebbe stato divertente vedere il Suffren con 1.500 tonnellate di corazza extra (troppa, a dire il vero, probabilmente sovraccaricherebbe la nave e la renderebbe più lenta: però era possibile sovraccaricare la nave fino a 3.000 tonnellate di carburante, quindi aumentare il peso era possibile. In tal caso, è probabile che la cintura sarebbe diventata di 150 mm per davvero. Più la paratia interna, ovviamente, e raddoppiare le corazze delle torri e torrione.
Corazzatura Zara:
Cintura principale 100-150 mm, cintura superiore 30 mm, traverse 20-120 mm; ponte 70 mm (più sottile alle estremità); ponte superiore 20 mm; barbette 120-150 mm; torri 100-203 mm; torrione 50-150 mm; torre tiro 85-120 mm; timone e locale calderine, 20 mm. Piccole scudature laterali per i cannoni.
Blindatura Algérie:
Cintura principale 110 (o 120?) mm, paratie 40 mm; traverse 70 mm; ponte 80 mm; ponte copertino 45 mm (estremità nave); torri e barbette 70-95 mm, torrione: 70-95 mm. Piccole scudature per i cannoni.
Il caso County
Navi multiformi per capacità, protezione ed equipaggiamento. Sono state utilizzate per tutta la guerra e hanno subito danni e perdite, ma hanno retto bene. Nonostante tutto, non erano navi particolarmente potenti, solo che ce n'erano tante ed erano presenti spesso nel posto giusto e al momento giusto.
-Servizio: dal 1928 al 1959
-Dimensioni: 190 x 21 x 6.6 m (p.c.)
-Apparato motore: 8 caldaie, 4 turbine, 80.000 hp, 31,5 nodi
-Velocità e autonomia: 31,5 nodi/15.000 km a 10 nodi; 4.300 km a 30 nodi.
-Equipaggio: circa 685-784
-Dislocamento: 10.400-14.150 t
-Armamento: 4x2*203/50 mm Mk VIII; 4x1-2*102/45 mm Mk.V; 2x2*40/39 mm Vickers; 2x4*12,7/50 mm Mk III; 2x4*533 mm
-Corazzatura: cintura 114 mm (dal 1935 in poi su 5 navi); traverse 25 mm; ponte 32 mm sulle macchine; 38 mm sul timone; cittadelle munizioni 25-101 mm; torri e sala nautica 25 mm.
Le corazzature aggiuntive, negli anni '30, vennero applicate a pochi esemplari, 114 mm per 1,8 m d'altezza (0,3 sott'acqua), altri ebbero corazze diverse, come il London, che ottenne cinture da 89 mm ma alte 2,4 metri nella zona delle macchine. Alcuni ebbero i lanciasiluri rimossi, altri li mantennero, altri ancora ebbero impianti ottupli da 40 mm e persino lanciarazzi UP antiearei, più radar, e altri armamenti migliorati.