Piano di battaglia (ipotesi) 10/11-1-18
ITALIA IN OFFENSIVA
L'attacco italiano ha in questo caso la modalità due, quella con gli AMX sparsi tra ben cinque basi aeree, per via che quella centrale della fascia secondaria è spostata verso destra e non è raggiungibile dai G.91Y. Così spieghiamo questa modalità, che potrebbe essere interessante ancora di più di quella standard, visto che cambia parecchie cose nella ripartizione degli attacchi aerei sulle basi di seconda e terza fascia, con maggiore varietà e quindi, maggiore similiarità a quello che effettivamente ti può capitare di vedere nel mondo lineare, dove raramente le cose vanno in maniera così lineare come nei giochi.
La modalità d'attacco sarebbe stata quindi quella 'a 5 aeroporti'.
Le altre basi principali inglesi:
-N.1: ( 2 Harrier e 1 Hawk ) , satellite S.4 (Hunter SWI) <--------- 3 gruppi G.91R (basi S.1 e M.3), 1 MB.326 (S.5) e 2 MB.339 (S.6 e M.3)
--1 ondata G.91R più MB.339
--1 ondata G.91 più MB.339
--1 ondata MB.326K
-N.2: ( 2 Harrier 1 Hunter ), satellite S.10 (Javelin)<---------- 2 gruppi G.91R (basi M.2 e S.11), 1 MB.326 (M.2 e S.14) e 2 MB.339 (S.9 e M.2)
--1 ondata G.91R più MB.339
--1 ondata G.91 più MB.339
--1 ondata MB.326K
-N.3: ( 1 Lightning e 2 Jaguar ), satellite S.1 (Hunter SWI) <----- 2 gruppi G.91R (basi M.4 e S.8), 2 MB.326 (S.2 e M.4) e 1 MB.339 (S.7)
--1 ondata G.91R più MB.339
--1 ondata G.91 più MB.326K
--1 ondata MB.326K
-N.5: ( 2 Jaguar e 1 Hunter ), satellite S.12 (Buc) <--------- 1 gruppo G.91Y (base S.3)
-N.6: ( 1 Jaguar 1 Hunter e 1 Lightning ) <------ 2 gruppi G.91Y (basi S.4 e M.1) su 2 ondate da un gruppo l'una.
-SEAD/WW: 2 G.91R e 1 MB.326K
Questa forza d'attacco era supportata dal gruppo ECM con 6 PD 808GE, tutti utilizzati a coppie, mandate contro tutti gli aeroporti principali della 1a fascia, scortati, almeno fino ad un certo tratto, anche dai G.91R che già scortavano i gruppi d'attacco principali. In tutto sono l'equivalente di 25,5 gruppi (a 12 l'uno), anche se nominalmente sono 23: 3 di AMX, 3 di G.91Y, 9 G.91R, 1 PD-808GE, 5 MB.326K, 5 MB.339A/C.
Il totale della forza d'attacco, così formulata, è di circa 306 aerei complessivi. Non sono moltissimi, perché il raggio d'azione pratico è scarso, specialmente per i G.91R, che di fatto possono volare entro raggi di circa 300 km se volati interamente a bassa quota, anche usando serbatoi ausiliari. Mentre i Macchi 326 e 339 hanno indubbiamente migliori capacità di carico e autonomia, ma dato che sono altrettanto indubbiamente più lenti, finiscono per dover volare ad una velocità che non li aiuta molto a manifestare la loro virtù, per via del fatto che devono sforzarsi di volare alla velocità ottimale dei G.91R, dato che questi ultimi in pratica, difficilmente potrebbero permettersi di abbassare i giri motore per stare alla velocità migliore per i loro colleghi, pena l'impossibilità pratica di arrivare sugli obiettivi e tornare. Inoltre, volando più veloci si riesce ad evitare più facilmente l'intercettazione da parte dei caccia dando meno tempo alle difese in generale. Per cui di andare a 450-480 km/h non se ne parla proprio, meno che mai in territorio nemico; mentre è molto più probabile viaggiare a circa 600-650 km/h, che peraltro, per i Macchi a pieno carico (all'andata) significa forzare i motori fin quasi alla massima potenza, altro che velocità ottimale. Al ritorno è più facile, essendo quanto meno privi delle bombe.
L'ATTACCO BRITANNICO
Detto questo, da parte britannica la situazione è differente ed è possibile contare sia su macchine a maggiore autonomia, che su profili di volo più favorevoli.
Il piano d'attacco prevede in effetti una lista di aerei molto lunga:
-1 squadrone ECM/recce Camberra (8 ECM e 4 recce)
-2 squadroni SEAD Buccaneer (Martel e bombe), 1 Hunter (Maverick), 1 Harrier (razzi)
-2 squadroni Valiant, 5 Vulcan (21 bombe e talvolta, 2 missili ARM), 3 Victor Mk 1 e Mk 2
-8 squadroni Jaguar d'attacco (razzi, bombe e AAM)
-3 squadroni Lightning, 4 Javelin e 1 Hunter per la scorta aerea.
Totale: 31 squadroni ovvero circa 372 aerei.
-1a e 2a base: 1 squadrone di Valiant, scortati da un intero gruppo di Lightning e 1 di Hunter
-3a base: 1 squadrone Vulcan e 1 Javelin
-4a base: 1 squadrone Vulcan e 1 Lightning
-5a e 6a base: 1 squadrone Victor e 1/2 Javelin
-7a base: 1 squadrone Victor e 1/2 Javelin
-8, 9, 10a base: 1 squadrone Vulcan e 1/2 Javelin
Più 1 gruppo Lightning, 2 Buccaneer, 1 Harrier e 1 Hunter per altre missioni tattiche.
La forza aerea inglese sarebbe quindi molto superiore rispetto a quella italiana, anche in termini di potenza di fuoco. La capacità di carico dei soli V-Bombers, 120 aerei in tutto, arriva a circa 1.300 tonnellate di bombe, sotto forma di oltre 3.000 ordigni da 1.000 lb. Non male, anzi, non bene per gli italiani (o chiunque altro). Poi vi sono 8 squadroni di Jaguar, 2 di Buccaneer, 1 di Harrier e 1 di Hunter. Il potenziale di fuoco è tutt'altro che scarso.
L'attacco iniziale dell'aviazione britannica è svolto dai V-Bombers. Gli italiani rispondono nell'unico modo che hanno: mandano in quota i loro caccia 'migliori', ovvero i G-91. Ma non i G.91Y, che sono troppo pochi e troppo preziosi per questo compito, preferendo invece l'uso in termini offensivi, come supporto ai più potenti ma altrettanto rari AMX. Devono attaccare ben sette aeroporti tra tutti e due. Non è cosa da poco.
I G.91R vengono utilizzati perché di poco più lenti, molto più numerosi, più adatti per le alte quote avendo un'ala più grande rispetto al peso complessivo. Ma certo che non hanno molte chances. La piccola quantità di G.91R provvista di missili è anch'essa di poca utilità. Ad alta quota sono decisamente poco adatti, perché 250 kg di peso e un pò di drag rendono comunque la loro azione più lenta rispetto ai G.91R normali, e in alternativa devono salire con i soli missili, senza i serbatoi, cosa che non li aiuta molto in termini di autonomia, anche se è fattibile. Peraltro vengono più facilmente utilizzati per l'intercettazione a bassa quota, visto che in ogni caso, una volta in alto, i G.91R normali possono anche sganciare i serbatoi, ma quelli missilistici che faranno, sganceranno i missili? A quel punto a che serve la loro capacità missilistica?
Poi ci sono i missili Aspide, ma certamente non sono abilitati per tiri a circa 10.000 metri di quota. Il massimo in termini di tangenza pratica è di 6.000, molto più in basso dei 9.000-11.000 a cui operano i V-Bombers. Inoltre questi ultimi sganciano da una tale quota, che presumibilmente le bombe ci impiegano circa un minuto per arrivare a terra. Il che significa che gli aerei nel frattempo possono arrivare a percorrere sui 15 km, ovvero possono sganciare da grande distanza rispetto al punto di mira, complicando ancora la vita ai difensori, che hanno missili a gittata relativamente corta.
L'unica cosa che possono fare i caccia intercettori è almeno, quella di complicare la vita agli attaccanti, ma l'unico modo che hanno di farlo è di eseguire degli attacchi frontali. A 10.000 metri tutto è più lento e difficile, specialmente se poi le ali dell'aereo sono quelle idonee per volare a bassa quota.
Cosa può fare un G.91, se oltretutto ha una velocità appena sufficiente per tenere il passo dei V-Bombers ad alta quota? L'unica è un passaggio frontale, ma è qui che entrano in gioco i caccia di scorta.
Tutti i V-Bomber hanno questi caccia di scorta. Ogni squadrone ha una forza di mezzo squadrone da caccia se volano contro bersagli di 2a o 3a fascia, invariabilmente si tratta di Javelin, più adatti per le missioni di scorta a lungo raggio (ma la cosa non è assolutamente certa), probabilmente almeno quelli a più lunga distanza hanno due ulteriori serbatoi (oltre quelli sotto la fusoliera) che sostituiscono i missili interni. Bisogna considerare che sono aerei di grandi dimensioni e peso, però dentro non hanno una grossa capacità di carburante. La loro autonomia non è molto ampia come ci si potrebbe aspettare. Alcuni di loro hanno sia i serbatoi extra ventrali, che quelli subalari, e addirittura la sonda per il rifornimento in volo (ammesso che vi siano aerocisterne in condizioni di rifornirli). Ad ogni modo, la sonda ha poco senso perché comunque sia, i velivoli inglesi possono evitare questo tipo di tecnica, o devono farlo per ragioni strutturali.
Quanto ai bombardieri usati: dei 10 squadroni di V-Bombers, 2 sono di Valiant, per la 1a fascia (ovviamente, essendo i velivoli meno potenti); 3 Victor (per la 2a fascia); 5 Vulcan (2 per la 1a e 3 per la 3a fascia).
Nell'insieme, la 1a fascia sarebbe attaccata da:
-4 aeroporti, ciascuno ha contro uno squadrone di V-Bombers e uno di caccia; idealmente almeno, 1 Valiant+1Lightning, 1 Valiant+Hunter, 1 Vulcan+Lightning, 1 Vulcan+1 Javelin; quota sui 30-35 kft. velocità sugli 890-910 km/h. Armamento: 21 bombe da 1.000 lb, ma alcuni Vulcan dovrebbero avere anche 2-4 Shrike o Martel ai piloni esterni.
--a bassa quota: 2 squadroni di Jaguar per ciascun aeroporto. Tipico lay-out: volo a bassa quota a media velocità: circa 450 kt/830 km/h, possibilmente almeno 480/890 km/h se c'é autonomia sufficiente, attacco a 500 kt+/920 km/h, fuga a valocità simili (avvantaggiati dall'uso delle bombe).
Degli squadroni Jaguar l'ideale sarebbe avere 4 aerei SEAD, 4 bombardieri e 4 scorta caccia/EW. Però questo lascerebbe solo 16 bombe per ciascun squadrone.
Così si può cambiare così: 8 aerei d'attacco, 4 con bombe da 1.000 lb, e 4 con le CBU BL-755 (le Mk 20 sono disponibili almeno per alcuni aerei RAF, ma se ne possono portare solo due); infine, 4 aerei per la scorta contro eventuali G.91 o simili, armati di soli due AIM-9/R-550 sotto le ali. In tutti i casi c'é un solo serbatoio sotto la fusoliera. Almeno gli aerei RAF dovrebbero avere la possibilità di portare due sistemi ECM sotto le ali e due AIM-9L sopra; ma per avere questo tipo di sistemazione si deve pagare un prezzo alto in termini aerodinamici, così visto che non conosco il D.I. per tutti questi carichi, sarei per un molto più snello sistema aerodinamico e asimmetrico, ovvero portare un solo AIM-9 sotto un'ala e un ECM sotto l'altra. Questo evita totalmente i carichi sovra-alari, che non sono molto raccomandabili. Normalmente il carico sarebbe stato di un lanciatore di bersagli e un pod ECM, ma visto che esistono anche i lanciatori sotto i motori tipo ALE-40, tanto vale usare due di questi (pesano sui 40 kg l'uno e hanno pochissimo drag) ed evitare il pod subalare per lo stesso compito. A quel punto si ottiene un layout di un ECM e due ALE più un AIM-9, evitando di portare il secondo, il pod lanciatore e le due rotaie sovra-alari. La minore difesa conseguente è compensata dal fatto di poter volare più veloce a parità di consumo, e questo è un fatto critico perché i G.91R sarebbero già al limite in un'azione di intercettazione del genere, a maggior ragione lo sono se per esempio, la velocità cruise del Jaguar passa da 830 a 890 km/h. Inoltre, l'autonomia complessiva aumenta e questo rende più facile raggiungere gli obiettivi oppure usare per più tempo l'A/B.
Le armi differenti sarebbero buone per il lancio su piste o obiettivi generici, a seconda dei casi, incluse le difese antiaeree.
Una configurazione più interessante sarebbe quella dei lanciatori di razzi CRV-7. In teoria almeno, si potrebbe anche usare, infatti, la seguente configurazione: tank ventrale, due CRV-7 (a 19 colpi) sotto le ali (sono disponibili almeno per una parte dei Jaguar RAF) interne, mentre sotto quelle esterne ci sarebbero un ALQ-101 (un'ala) e una BL-755 (sotto l'altra), gli AIM-9 eventualmente sarebbero sovra-alari. In questo caso sarebbe accettabile, perché i carichi subalari sono più piccoli e leggeri che nei tipi standard (2 lanciarazzi e 1 CBU anziché 4 CBU). Il vantaggio sarebbe quello di usare i CRV contro le piattaforme di lancio degli Spada: con una gittata utile di almeno 4 km, saltando fuori letteralmente da pochi km di distanza, è possibile attaccare le piazzole lanciamissili prima che ingaggino l'aereo, ipotizzando che quest'ultimo sia avvistato a circa 5-6 km, massimo 8 km. Di fatto, l'avvicinamento a bassissima quota è così insidioso che ben difficilmente potrà essere rilevato da distanze maggiori, specie in ambiente ECM.
In tal caso, il lancio dei razzi sarebbe fatto da distanze fino a 4 km; poi il Jaguar proseguirebbe e spararebbe con i cannoni da circa 2 km; infine, sgancerebbe la CBU sopra la batteria, da circa 1 km, il tutto in in circa 12 secondi. Solo i migliori piloti potrebbero farlo, ma non è poi così difficile. Se eseguito bene, sarebbe assolutamente letale per la grossa batteria Aspide, persino con un singolo aereo sul bersaglio. Gli aerei dovrebbero sbucare da circa 5-8 km di distanza e salire ad almeno 300 metri AGL prima di cercare il bersaglio otticamente o sotto forma dei segnali elettronici sull'RWR.
Gli aerei con le bombe (ritardate) sarebbero quindi mandati sulle piste a colpire quelle.
Non è affatto chiaro che tipo di armi abbiano invece gli aerei IAF. Nel caso delle armi a grappolo, dovrebbero essere le Belouga o anche altri tipi, forse la stessa BL-755 e tipi russi vari. Nel caso delle armi principali, invece, dovrebbero essere disponibili le Durandal, meno 'esplosive' ma certo più adatte per questo tipo di compiti. Infine, i razzi dovrebbero essere gli SNEB francesi 'normali', o forse anche altri tipi più grandi; i missili sono gli R 550 Magic 1 o 2, e per quel che riguarde le ECM sono ancora meno note, ma probabilmente un misto di sistemi francesi, forse israeliani o italiani, se non anche sovietici. Non è chiaro se siano stati integrati missili: alcune fonti parlano degli ARMAT (che secondo altre sono solo per i Mirage 2000), certamente i Sea Eagle (per l'unico squadrone antinave, ma qui non interessano), mentre è molto probabile che siano utilizzabili anche gli AS-30L (in aggiunta ai Mirage) se non anche gli AS-14 sovietici.
Adesso abbiamo la 2a fascia: qui gli aerei Jaguar non vengono usati perché concentrati soltanto sulla 1a fascia; in compenso, però, vengono usati i Victor.
-2a fascia: 3 aeroporti attaccati ciascuno da 1 sqn di Victor, ciascun aereo con 35x1000 lb (totale: 420), scortati peraltro da solo mezzo squadrone di Javelin. Quota: sui 35.000 ft.
-3a fascia: 3 aeroporti attaccati da 1 sqn di Vulcan (21x12x1000 lb), scortati sempre da 1 sqn di Javelin.
In aggiunta a queste ondate d'attacco, abbiamo il supporto, fatto da ben 5 squadroni.
Anzitutto l'avanzata è iniziata dallo squadrone di Canberra, con 8 aerei ECM e 4 PR ad alta quota (ma potrebbero essere anche 6 e 6, o 4 e 8, dipende quali siano le prospettive). Volando ad alta quota (sui 12.000-15.000 metri) possono disturbare i radar della difesa aerea, anche se non si può pretendere molto da questi vecchi aerei, specie se fossero solo 4 (con 6 o meglio ancora, 8, sarebbe meglio). La ricognizione dovrebbe essere almeno capace di scoprire gli aeroporti secondari della 1a fascia. Del resto vi sono pochi problemi per un Canberra, a cercare sui 120.000 kmq di territorio per ciascuno di loro.
L'alternativa ai 4 Canberra PR potrebbero essere 6 o 8. Inoltre alcuni dei bombardieri V-Bomber potrebbero benissimo essere usati come ricognitori, purché abbiano almeno un'attrezzatura fotografica a bordo che li qualifichi per il doppio ruolo. Tuttavia, hanno pur sempre il radar e potrebbero benissimo fare la ricognizione con questo sistema (che per quanto primitivo, è un sistema centimetrico e può, a parte eventuali disturbi, localizzare l'aeroporto). O sennò verrebbe utilizzato qualcuno dei bombardieri (sarebbe così drammatico se da 12 scendessero a 11 o a 10?). Non è poi difficile fare ricognizione su 500.000 kmq quando c'é tempo bello e disponibilità dei livelli più alti dell'atmosfera, con un campo visivo straordinario per decine di km. Bisognerebbe valutare in dettaglio la questione, ma le opzioni sono tante e non c'é che l'imbarazzo della scelta. AD ogni modo, una cosa è certa: una volta iniziata la battaglia tutti i campi secondari dovranno essere localizzati. Quelli in 1a fascia, sarebbero i primi in assoluto ad essere visti, quelli di 2a fascia sarebbero opzionali, quelli di 3a fascia sarebbero da localizzare, ma non è detto che lo siano subito. La copertura, però, sarebbe chiaramente da fare in tempo per la 3a ondata d'attacco delle 17, in maniera da coprire idealmente tutti gli aeroporti nemici (con un tappeto di bombe, cioé). I metodi non mancano anche se ognuno ha un minimo di compromessi, tradotto, un prezzo da pagare, per essere seguito.
Il piano inglese è anche costituito dagli aerei anti-radar. Non soltanto vi sono almeno 4 (o 6, o 8) Canberra EW in aria, che sono più fastidiosi che altro; non soltanto vi sono decine di V-Bombers (a parte, forse, qualche Valiant non modifiato appositamente) con una schiera di disturbatori formidabile (un Vulcan Mk 2, per esempio, aveva: 1 jammer radio Green Palm; 2 ECM Blue Diver (vs radar metrici); 2 Red Shrimp (contro la banda S), 1 jammer in banda L, più RWR, radar d'allerta e lancia-chaff o anche sistemi ALQ-119. Visto che praticamente tutti i V-Bomber usati hanno sistemi ECM, non fa molta differenza se i Canberra siano o meno presenti come aerei ECM, anche se qualche difficoltà locale possono contribuire a fornirla, specialmente se si tratta di aiutare gli stessi ricognitori in avanscoperta.
Quando poi arriveranno gli squadroni bombardieri, questi probabilmente causeranno uno jamming di sbarramento tale, da rendere
Ad ogni modo, direi che questo, pur se non marginale, è il minore dei problemi, sia per le ECM che per la ricognizione.
Quanto alla seconda parte delle missioni di supporto, ci sono da menzionare le attività antiradar. Ma non quelle di disturbo tecnico, via ECM e chaff. Ma proprio quelle SEAD/WW, fatte apposta per beccare i preziosi radar italiani.
Queste unità sono le seguenti: 1 gruppo con gli Hunter, 1 gruppo di Harrier, 2 gruppi di Bucceneer.
I Buccaneer, in effetti, hanno l'equipaggiamento più eterogeneo. Presumibilmente, la loro dotazione è questa: -internamente, almeno 2 bombe da 1.000 lb (fino a 4 teoriche, ma non è necessario che sia così) - 1 missile AIM-9B/L su pilone esterno; -1 pod ECM ALQ-101 esterno; - 2 missili Martel EM; oppure due lanciarazzi da 68 mm.
Oppure: un carico di bombe, 2 missili AS-30 e pod ECM più lanciarazzi da 68 mm (questo per gli aerei sudafricani). Bisogna dire che il Buccaneer può usare le armi da 1000 lb sia per attaccare sia per difesa da eventuali caccia intercettori. I Martel TV hanno un pod di trasmissione dati per cui è possibile usarne solo uno, oppure fare un mix tra sistemi TV e radar, per un massimo di 3 missili. Bisogna considerare che i datalink radio potrebbero benissimo essere disturbati da terra con sistemi EW, per i missili antiradar è sempre possibile spegnere gli stessi. Per questo le armi convenzionali vanno ancora portate. Le bombe da 1000 lb ritardate sono utilizzabili anche per impedire ai caccia nemici per seguire il Buccaneer, una specie di mina vera e propria per chi insegue.
La dotazione degli Harrier è razzi e cannoni, ma è possibile che in alternativa vi siano le CBU BL-755, più onerose da portare all'inizio dei lanciarazzi, ma almeno sganciabili al 100% al rientro senza per forza buttare via anche dei lanciatori riutilizzabili.
E gli Hunter? Anche qui ce ne sarebbero molte da dire: per tagliare corto, il migliore è senz'altro l'Hunter svizzero, perché armato (in circa 40 esemplari) degli AGM-65 Maverick, missili fire and forget e molto precisi, ma non particolarmente grossi. L'unico dubbio era se l'Hunter potesse anche portarli a distanze sufficienti. Un Hunter Mk 6 ha un'autonomia di circa 510 km indicata a bassa quota, circa 750 km se con due serbatoi da 100 imp gal. Ma questo potrebbe non bastare per fare una missione seria con queste armi che pesano insieme sui 450 kg. Gli Mk 6 normalmente hanno solo serbatoi da 100 galloni, che sono un pò pochi, ma non hanno la capacità di portare carichi maggiori di questi per via del carrello o dei piloni. Sta di fatto che i successivi Mk 9 hanno la possibilità di portare i tank da 230 galloni, che sono talmente capaci, da aumentare non del 50%, ma di oltre il 100% la capacità di carburante iniziale. A quel punto, c'é solo il problema... che gli aerei svizzeri hanno ufficialmente l'origine negli Mk 6 e non nel tipo cacciabombardiere Mk 9. Però sorpresa... dalle foto appare evidente che questi aerei hanno avuto, durante i lavori di aggiornamento evidentemente, tali rinforzi da poter portare anche i serbatoi da 230 galloni, come risulta chiaro visto che spesso hanno visto anche la presenza contemporanea di quelli da 100 galloni, relegati ai piloni esterni e molto più piccoli. Ora, i missili Maverick, in ogni caso, sono alloggiati esternamente, per cui non gli danno problemi i serbatoi ingranditi. I serbatoi da 100 galloni sono molto più pesanti dei Maverick, per cui il decollo è addirittura possibile con pesi di circa 200 kg inferiori, tanto che teoricamente si potrebbero anche portare alcuni razzi. E non è vero nemmeno che questo tipo di configurazione è solo per i trasferimenti, visto che nel 1971 è stata utilizzata realmente dagli indiani per attaccare basi aeree pakistane molto oltre il confine (circa 400 km). Non c'era da scialare nemmeno così, però con due serbatoi da 230 galloni è possibile probabilmente fare oltre 1.000 km a bassa quota. Anche detraendo il carburante necessario per qualche minuto di combattimento e tutto il resto, è facile che sia possibile raggiungere distanze di 250-300 km almeno, il che significa poter penetrare in profondità anche partendo da circa 100-150 km nel proprio entroterra, e del resto, i radar nemici si trovano molto vicini. Conteggiando il tutto: a consumo medio di 2,2 kg/km a velocità di crociera, con il 10% riserva finale, e 5 minuti di combattimento (al 100% dei giri), avremmo circa 2960 kg iniziali - 150 kg decollo/accelerazione - 450 kg combat - 300 kg finali = raggio d'azione di circa 250 NM/460 km interamente a bassa quota. Basta e avanza, direi.
Gli aerei dei 4 squadroni dovranno spostarsi verso gli obiettivi in maniera molto segmentata: la forza base dovrebbe essere delle coppie, probabilmente con armamento differenziato. Questo comporta che in tutto vi sarebbero ben 24 formazioni d'attacco, che certamente avrebbero i loro successi sui radar italiani, dato che la difesa di questi ultimi è basata su ben poca roba, probabilmente appena una compagnia di soldataglia varia a terra, mentre i caccia sono pochi e rari dovendo concentrarsi sulle basi aeree. Ad ogni modo è abbastanza probabile incontrarli, così è importante che gli Hunter e gli Harrier siano abbastanza veloci da distanziarli o superarli in salita se la cosa gli conviene. I Buccaneer invece, devono concentrarsi nel volo a bassa quota ed è importante che abbiano armi difensive come bombe e missili AIM-9, anche perché non hanno cannoni di sorta.
Rotte d'uscita?
Per i V-Bombers: attacco come si è visto, a 30-35 kft, uscita risalendo a circa 40 kft se non di più, sganciate le bombe sono irraggiungibili. Quanto ai loro caccia di scorta, a quel punto possono essere liberi di fare quel che vogliono, per esempio divertirsi a 'stuzzicare' le difese aeree missilistiche Spada, con picchiate da alta quota e ripresa a media, risalendo in fretta. Anche se in genere non hanno sistemi RWR dalla loro (a parte gli Hunter se dei tipi più moderni), gli aerei in questo modo possono provocare le difese e farle diventare 'evidenti' ai Jaguar, che si avvicinano in quel punto, oltre che distrarre sia missili che cannoni con questi finti attacchi (anche perché alcuni dei caccia possono davvero avere delle bombe a bordo).
I Jaguar possono arrivare a bassa quota senza problemi, a 450-480 kt, accelerando a 500+ per l'attacco e la fuga successive. Infine, quand'anche fosse necessario risparmiare carburante, potrebbero benissimo salire in quota a tutto gas e fuggire ad oltre Mach 1 a media/alta quota. Nessuno potrebbe seguirli in quel modo e questo tipo di attacco (lo-lo-hi) probabilmente comporta un sensibile abbattimento del consumo, ergo maggiore autonomia.
Infine, quanto ai velivoli antiradar: possibilmente a bassa quota, a velocità sui 450-500 nodi, tanto il carico l'hanno probabilmente sganciato e sicuramente c'é poca distanza (difficilmente più di 100 km) per il confine. Se necessario, però, possono salire, almeno possono farlo gli Hunter e gli Harrier, lasciando inesorabilmente indietro gli inseguitori G.91R. Questo può essere visto con favore, per esempio, se si tratta di risparmiare carburante e si decide che sì, con un paio di minuti di tutto gas puoi toglierti l'impiccio di torno, ma poi consumi molto, per cui tanto vale salire a canna e ritrovarsi a 6000-9000 metri con l'avversario che annasma chilometri sotto e un consumo molto inferiore anche a voler semplicemente ridiscendere planando a 1 km/minuto.
E gli italiani? ASAP, ovviamente, il che significa sui 750-950 km/h a seconda dei tipi. Gli AMX, arrivati sull'obiettivo con il carburante contato (con 2x1100 l, ma ben 1.500-1.600 km di distanza da fare tutta a bassa quota), dovrebbero rischiare qualcosa in più facendo la crociera sui 400-420 kt (12-13 km/min), ma al ritorno potrebbero fare agevolmente 450-480 kt (14-15 km/min) specie se hanno sganciato i serbatoi, nel qual caso potrebbero anche andare sui 500 nodi (!), anche se magari non per tutto il percorso di rientro (oltre 400 km!).
RAGGI D'AZIONE E 'AIUTINI' TANKERISTI
Dei 10 tipi di aerei inglesi, abbiamo, in breve, tre categorie: 1) quella degli aerei strategici. I tre V-Bombers sono tutti capaci di portare un carico di bombe pieno sulla massima distanza pratica necessaria per operare nel teatro di guerra. Non hanno bisogno di nessun compromesso, anzi possono spesso decollare con carburante ridotto perché tanto non gli servirà (del resto non possono decollare contemporaneamente a pieno carico di bombe e di carburante). Anche i Canberra possono operare senza problemi su questi raggi d'azione ma del resto, non hanno capacità IFR e quindi devono adeguarsi. 2) quella degli aerei tattici/strategici, come il Buccaneer e il Jaguar, che hanno la possibilità di rifornirsi ma non necessariamente ne hanno la necessità. Con carico bellico discreto, ma non il massimo assoluto possibile, entrambi possono arrivare a forti distanze, praticamente coprendo tutte le esigenze, ma magari, con due serbatoi al posto di altrettanti carichi offensivi. 3) quella degli aerei tattici. Di questi, gli Hawk, gli Hunter e gli Gnat non hanno capacità IFR, ma i primi due hanno una buona autonomia (nel caso degli Hunter, solo con serbatoi extra); gli Harrier hanno teoricamente l'IFR ma in pratica non lo usano in missioni operative ma solo per trasferimento. Restano quindi solo i Lightning e i Javelin. Entrambi hanno una capacità IFR, ma se il Lightning usa la sonda il numero di G ammesso cala da (soli) 6 a (solo) 4. Se usa i serbatoi extra idem, ma questi ultimi sono prontamente sganciabili. Entrambi i sistemi riducono il carico a 2 soli G, ergo teoricamente almeno, un bombardiere sarebbe più maneggevole di un possente Lightning! Così generalmente usano solo i serbatoi extra, del resto con quello ventrale hanno una buona dotazione complessiva, che arriva a 6.000 litri, più oltre 2.000 per i buffi serbaoi sovralari. Così, operando ad alta quota, non c'é molta ragione nel portare anche la sonda. Nel caso dei Javelin, può essere che essa dia minori problemi tecnici, e l'autonomia non sia così buona in generale; però volare interamente ad alta quota e con serbatoi extra significa per forza di cose una buona autonomia di volo. Considerando il fatto che essi vengono usati solo per la scorta ai bombardieri, è ovvio che sia necessario dar loro la massima autonomia. Ma se del caso, possono rinunciare a 2 dei 4 missili e portare altri due tank esterni, a quel punto dovrebbero avere pochi problemi anche per le missioni più lunghe. Del resto, se gli Hunter Mk 5 potevano scortare i Valiant e Canberra fino in Egitto, partendo da Cipro (a 500-600 km di distanza), la cosa non è poi così impossibile. L'Hunter Mk 5 aveva una grossa quantità di carburante interno, almeno per essere un Hunter (oltre 1.800 litri), ma fuori portava solo due tank da 100 galloni l'uno, aumentando il totale di circa il 50%. Non molto. L'Mk 6, con un pò meno carburante e più serbatoi esterni (fino a 4 da 100 galloni, ma ovviamente senza poter in tal caso usare gli AAM), probabilmente è simile in capacità complessive. Bisogna tenere presente che l'Mk 5 aveva un motore meno potente, ma paradossalmente, nel volo ad alta quota, finiva per andare meno lontano, perché era necessario dare tutta potenza per più tempo per salire infine in quota. L'Hunter dei tipi più recenti, con i serbatoi da 230 galloni, era molto meglio in ogni caso, anche dell'Mk 5.
Qui ricapitoliamo:
-i 10 sqn di 3 V-Bombers: possono usare l'IFR ma non gli serve, hanno sufficiente autonomia anche a massimo carico esterno (raggio: oltre 1.000 km)
-i 2+10 di Buccaneer e Jaguar: possono usare l'IFR ma non gli serve, purché non spinti contemporaneamente ai bersagli più lontani e con il carico utile maggiore (raggio: 500-800 km)
-i Canberra (1 sqn) NON possono usare l'IFR ma non gli serve, avendo sufficiente autonomia, specie come ricognitori /EW (raggio: oltre 1.000 km)
-gli Harrier (8 sqn) possono usare l'IFR ma generalmente lo evitano in missioni vere, che devono essere contenute in raggio e carico bellico, essendo aerei comunque a corto raggio (raggio: circa 300 km in attacco, 500 in difesa)
-gli Gnat (2 sqn) NON possono usare l'IFR ma generalmente fanno missioni a corto raggio, difensive, che difficilmente gli danno questa esigenza (raggio: sui 300 km)
-gli Hawk (6 sqn) NON possono usare l'IFR, ma hanno una buona autonomia, e con certi limiti, possono fare missioni di raggio lungo, basta che non siano anche a pieno carico (raggio: circa 400-800 km)
-gli Hunter (6 sqn) NON possono usare l'IFR, ma con serbatoi esterni hanno discreta autonomia e possono fare missioni di raggio e/o carico limitati. (raggio: 300-700 km)
-i Lightning (6 sqn) possono usare l'IFR, ma in missioni operative devono evitarlo per i limiti strutturali della sonda, e comunque hanno una buona autonomia per missioni non troppo lontane (raggio: circa 500-800 km)
-i Javelin (4 sqn) possono usare l'IFR, ma non dovrebbero averne bisogno per le loro missioni operative. (raggio: circa 700-900 km con 4 e 2 AAM)
Del resto, l'IFR è necessario farlo in una zona 'amica', e se è così, un aereo da alta quota tanto vale che faccia un atterraggio sulla prima base disponibile. Da 12.000 metri è possibile planare fino ad oltre 100 km di distanza con il motore al minimo, è abbastanza per trovare una base aerea praticamente ovunque si inizi a scendere, anche al bordo del confine. Eseguire l'IFR al ritorno pertanto ha poco senso, mentre all'andata è possibile, ma porta via molto tempo e per rifornire uno squadrone di caccia, o si usa un alto numero di tanker oppure ci vuole così tanto tempo che si arriva sul territorio nemico, oppure al contrario bisogna decollare da distanze elevate rispetto al confine. Ma a quel punto, non è forse meglio... decollare da più vicino, posizionando gli squadroni più vicino al confine?
Anche a farla balorda, il problema riguarda al massimo 10 squadroni, o forse più probabilmente 4, su ben 55 complessivi. E non è insormontabile. E se anche andasse male, si potrebbe sempre sostituire i Javelin con gli Hunter (o gli Hawk?) dei tipi più recenti, dotati possibilmente di due serbatoi da 230 galloni e due AIM-9 o simili missili.
E I MISSILI DEI GINA?
Quanto alla capacità missilistica dei G.91R, va detto che questi velivoli hanno poca capacità di usarli, benché siano stati certificati per gli AS-20. Ma usare queste armi è difficile per un jet monoposto che vola a bassa quota, per giunta gli AS-20 sono giusto adattamenti degli AA-20 e hanno una velocità supersonica (che non è necessariamente un... vantaggio, se devi anche guidare manualmente l'arma), ma raggio entro i 10 km e testata da 30 kg (al posto dell'originale da 20). Non sono un granché, inoltre manca la prova provata che essi siano stati davvero usati dai G.91R in termini operativi. La cosa è nebulosa, ma bisogna dire che in Italia i G.91R non pare abbiano mai avuto tali armi operative, eppure risulta che l'Italia abbia avuto un lotto di questi missili! Inoltre, la Francia avrebbe ovviamente la precedenza per questi ordigni, per i suoi aerei. In ogni caso non è che siano 'sto granché, e forse bombe e razzi sono meglio apprezzabili.
Per giunta i G.91R hanno un raggio d'azione insufficiente con due AS-20 per eseguire azioni d'attacco in profondità: non arrivano agli aeroporti britannici, questo è certo (purché, ovviamente, volino sembre bassi, che del resto è obbligatorio).
Ancora più nebulosa la situazione degli AS-30. Può sembrare strano,. ma i piccoli G.91R hanno avuto anche quest'abilitazione d'uso. Tuttavia, la massa degli AS-30 è molto più ampia: pesano 4 volte l'AS-20, a cui del resto somigliano molto, e hanno una testata 8 volte più pesante; è come passare da un proiettile d'artiglieria pesante, ad una bomba d'aereo. La gittata e la velocità sono simili. Però l'AS-30 è troppo pesante per il G.91R. Così hanno fatto a suo tempo l'AS-30L che non è per Laser, ma leggero. La testata pesava solo 120 kg (che comunque è x4 l'AS-20), e l'arma complessivamente appena 395 kg anziché 520, il che comporta per due armi, 790 kg anziché 1040. Anche così era un match 'difficile' e l'AS-30L non risulta essere mai entrato in produzione.
A dire il vero, in questo caso, la situazione è 'più' chiara che nel caso dell'AS.20.
Quanto ai missili AIM-9B: teoricamente i G.91R-4 potevano portarli ma i portoghesi sono stati gli unici a sperimentarli davvero (in teoria, fino a 4 armi), salvo concludere che erano inconsistenti come intercettori, e così non li usarono mai in Angola, malgrado la minaccia dei MiG, sia perché si riteneva che non potessero ingaggiare nulla sotto i 3.000 metri, sia perché le prestazioni calavano a livelli inaccettabili per un duello aereo con i caccia sovietici.
Strano ma vero, in seguito (anni '80) i G.91R portoghesi sono stati ad un certo punto ottimizzati e visti portare anche i missili AIM-9, e la cosa è ancora più strana se si considera che anziché i G.91R-4, gli unici concepiti per questo tipo d'arma, i G.91 'missilistici' appartengono, almeno i tipi visti in giro, alla versione R-3! Cosa abbia spinto a cambiare idea su di loro non è chiaro, se la disponibilità di versioni migliorate dei missili Sidewinder (inizialmente c'erano i tipi B, il Sipri dice che sono arrivati anche gli AIM-9E, ma le foto illustrano solo i primi; forse, peraltro, potrebbero essere quelli della versione B2 o F, dotati di sensore IR raffreddato più sensibile, visto che molti B degli europei sono stati effettivamente aggiornati in tal modo), oppure la pura disperazione visto che radiati gli F-86, non c'erano più caccia 'veri' per la FAP. Ad ogni modo, il numero dei G.91R confermabili come 'missilistici' è irrisorio, non più di 30, forse 40. Gli AS-20 e (almeno per gli R-4) gli AIM-9 sono stati abilitati, ma in pratica non hanno avuto esito e solo poche decine di G.91R portoghesi hanno avuto aggiornamenti adatti a questo scopo. Bisogna considerare che di circa 140 G.91 ricevuti, la PAF non ne ha mai avuti più di circa 40 in servizio contemporaneamente, e parte di essi erano gli T biposto d'addestramento.
Pertanto, i missili dei G.91 sono ben poca cosa, al di là di quel che possono dare le cifre puramente 'tecniche' (ma non operative) delle loro predisposizioni.
PS: per i G.91Y è ancora più 'magra': un solo prototipo di G.91YS è missilistico, ma essendo prototipo, non è incluso nel totale (tanto era un velivolo standard, o quanto meno è stato poi modificato per questo concetto). In ogni caso con probabilmente non più di 36-40 aerei su circa 760, non è una percentuale significativa, e tanto meno buona in termini qualitativi.
Gli altri aerei italiani ben poco hanno a loro volta. Dei potenziali vettori MB.339A, MB.339C, MB.326K, MB.326G e AMX, solo questi ultimi sono significativi, unicamente per i due AIM-9L che hanno disponibili. Degli altri, gli MB.339A non pare abbiano mai avuto operativamente missili Magic o AIM-9; gli MB.339C dell'epoca erano solo 9-10 esemplari neozelandesi (le consegne erano in corso nel 1991-93 al ritmo di 3 ogni semestre), ma -sorpresa!- malgrado fossero declamati come aventi missili vari tra Maverick e AIM-9/Magic, in realtà non vennero mai ottimizzati dalla RZNAF, che avrebbe dovuto pagare altri soldi oltre ai circa 250 mln spesi per i 18 Macchi. La loro arma più pericolosa restava di gran lunga il razzo CRV-7. Però, malgrado il moderno sistema nav-attack, essi latitavano di alcuni elementi fondamentali, come per esempio il fatto che mancavano di un telemetro laser (nel musetto aguzzo c'era solo un faretto d'atterraggio). Anche se i CRV hanno una traiettoria straordinariamente piatta e precisa, paragonabile ad un cannone, mancare della stima della distanza li rende certo un'arma poco utile nel tiro aria-aria (anche se probabilmente sempre meglio delle 12,7 mm). Per giunta le razziere sono solo da 7 colpi, e non da 19, per cui le armi sono poche e anche se è possibile in teoria installarne fino a 6, in pratica è più plausibile che -quando presenti- siano solo due o al massimo assoluto, quattro. Come se non bastasse, c'é un'altra ragione che riduce l'efficacia degli MB.339C (in realtà sarebbero FD) come strikers: il fatto che mancano di sistema RWR, perché nelle carenature della coda ci sono solo le antenne radio! Questo non solo ne riduce la capacità di auto-difesa, ma anche la capacità di attaccare bersagli specifici come i radar di scoperta aerea, che a quel punto non sono localizzabili. La mancanza di questi sistemi non è da sottovalutare: alle Falklands, uno dei due Sea Harrier abbattuti fu colpito essenzialmente perché privo di RWR, a causa del fatto che ospitava le attrezzature sperimentali dei missili Sea Eagle. Ma sopratutto, le eventuali azioni d'attacco antiradar sarebbero praticamente impossibili, anche navigando precisamente non saprebbero dove andare...
Notevole è anche il fatto, che sia gli AIM-9L che gli AGM-65 erano già disponibili per gli Skyhawk aggiornati della RNZAF, ma non sono stati mai condivisi (nemmeno con test domestici anziché da parte della 'ditta') con i Macchi, che addirittura non sono mai stati usati nemmeno con le bombe standard (ma solo quelle addestrative, anche se ovviamente in caso di guerra sarebbe possibile usarle; del resto anche i Macchi 339A italiani quasi mai hanno avuto le bombe Mk 82, eppure potrebbero facilmente portarle).
Degli altri aerei, non pare che alcun MB.339A abbia mai avuto operativi i Magic, certo non quelli italiani (che da soli sono circa i 2/3 del totale, oltre 100 prodotti); degli MB.326K, teoricamente capaci di portare due Magic, non pare che alcuno li abbia mai avuti e certamente non i 100 (sul totale di 130 prodotti) della SAAF. In compenso, 12 di essi ebbero la modifica BRENDA che permetteva di portare due missili V-3B Kukri, buoni missili ma non strabilianti, tanto che presto vennero sostituiti dai Darter. Questi ultimi, negli anni '90, diventarono standard anche per i Macchi 326K (Impala Mk II), ma bisogna dire che si trattava dei dummy da addestramento. Non c'é prova provata che fossero capaci di portare quelli veri, tanto che secondo alcuni i molto migliorati Darter non sono stati nemmeno adottati dalla SAAF, che ha preferito comprare un lotto di Python (per i Mirage F.1), mentre questi ordigni risulterebbero forniti ad 'almeno' un cliente estero. Bah. Ad ogni modo, non c'é nessuna ragione per considerare i Macchi Impala come 'missilistici' per definizione; al posto di 100 aerei/Magic sono confermabili solo 12/Kukri, un ordine di grandezza inferiore. Non è chiaro se fosse possibile portare missili AS-11 o AS-12, ma se sì, non hanno avuto apparentemente alcun esito operativo e probabilmente sono stati ipotizzati solo per il precedente Impala Mk I biposto. Ad ogni modo, date le limitate capacità belliche, ben poco ci si potrebbe aspettare da questo tipo di aereo.
Non bisogna fare nemmeno confusione con i discorsi degli aggiornamenti, perché in effetti i programmi sono stati più di uno. I Macchi 326K sono stati infatti aggiornati negli anni '80, estesamente anche, con un semplice sistema RWR e due lanciatori di chaff/flare. sotto le ali, mentre le piccole antenne radar erano sistemate alle estremità dei serbatoi alari. Ma questo tipo di aggiornamento era solo difensivo e non aveva a che fare con il BRENDA missilistico, probabilmente poco usato perché era chiaro che le prestazioni non potevano essere buone. Nemmeno quando i sudafricani abbatterono, in due tragiche imboscate, ben 6 grossi elicotteri comunisti, usarono i missili, che probabilmente all'epoca erano già disponibili con qualche aereo, forse perché avrebbero ridotto troppo l'autonomia pratica, già al limite (raggio necessario per l'azione a bassa quota di circa 300 km).
Dei Macchi 326G, alcuni hanno avuto una limitata capacità missilistica, sono gli esemplari della marina argentina, alcuni dei quali provvisti dei missili Martin Pescador. Sono pochi e per uso essenzialmente addestrativo, però va detto che ci sono. Ma anche con 3 cariche per ciascun aereo, saranno probabilmente una cinquantina di armi complessive o giù di lì, e il missile di per sé è più simile al Bullpup che al Maverick.
Altri aerei italiani sono appena 'armati', e per considerarli tali bisogna rimandare alla loro capacità tecnica più che operativa: i G.91T per esempio, normalmente avevano solo le due Browning interne anche perché i piloni li usavano per i serbatoi (quando ne hai solo due non è che ci sia molta scelta...), ma questo è abbastanza normale anche per gli altri aerei della categoria; per esempio, i 97 MB.326H australiani avevano essenzialmente, come armamento, solo i minigun, e successivamente i lanciarazzi calibro 70 mm, peraltro usati essenzialmente nel modello interte da addestramento. Sono casi border-line, per cui bisogna poter almeno 'ipotizzare' che possano portare anche bombe, anche se normalmente non le hanno. Per armi più sofisticate di quelle 'basiche', però, c'é poco da dire e sperare.
L'attacco dei bombardieri inglesi è eseguito ad alta quota, e per evitare l'interferenza sul più bello, dei pericolosi attacchi frontali da parte dei G.91R, bisogna necessariamente ricorrere ai caccia di scorta, oppure volare ad alta quota con una precisione molto inferiore. Andare a 12.000 metri significa la pressoché impunibilità contro i G.91R, che comunque sarebbero nominalmente capaci di arrivare fin sui 13.000, ma in pratica sarebbero pressoché impossibilitati ad intervenire. Dal canto loro, i bombardieri sarebbero molto meno precisi da quelle quote così elevate, e quindi meno letali per gli aeroporti, specie mirando alle piste. La soluzione è per l'appunto, volare più bassi e in compagnia dei caccia. Questo ha il doppio effetto di aumentare la precisione, e al contempo, di tentare irresistibilmente i G.91 nel salire in quota per raggiungere i bombardieri, esponendosi gravemente perché a quel punto sono costretti ad abbandonare le loro basse quote normalmente seguite. E quando salgono ad almeno 9.000 metri, sono dannatamente vulnerabili. Secondo i manuali di volo dei G.91R-3 e R-4, volare oltre i 6.100 o i 9.100 metri significa essenzialmente eseguire missioni soltanto di tipo addestrativo, prova o trasferimento. L'aereo può continuare a manovrare rapidamente, ma finisce altrettanto facilmente fuori controllo. Non è proprio adatto per questo tipo di combattimento.
... e quelli della RAF
Al contrario, i caccia inglesi utilizzati sarebbero molto più pericolosi. Si potrebbero usare gli Hawk, che hanno peraltro prestazioni un pò marginali (specie quelli della 1a serie, i più numerosi in termini di armamento missilistico), però i loro ottimi missili sarebbero più necessari nel 'beccare' gli aerei in volo a bassa quota. Mentre gli Harrier sono potenti, ma nemmeno loro particolarmente adatti per i duelli ad alta quota. Gli aerei migliori, ovviamente escludendo i Tornado ADV, sono i Javelin, Lightning e Hunter. Ciascuno di loro è ottimo per le alte quote; il Javelin, goffo a bassa quota, è un aereo da non sottovalutare. Avrà avuto anche molti difetti e limiti (tra cui la tendenza... ad incendiarsi al decollo per via dell'azionamento con cartucce di polvere del generatore a turbina, che poi doveva attivare il resto dell'aereo), ma aveva un buon rapporto potenza:peso, paragonabile a quello dell'Hunter, e un carico alare appena maggiore di uno Spitfire. Così, ad alta quota era capace di volare con insospettabile maneggevolezza. Volare con un radar di ricerca, un navigatore e un armamento missilistico, era poi un'altra serie di vantaggi.
I Lightning avevano una capacità bellica simile in raggio d'azione, erano molto più potenti, radarizzati e provvisti di missili moderni tipo Red Top, ma erano anche velivoli che dovevano stare attenti a non esagerare con i post-bruciatori se volevano tornare indietro. In ogni caso, erano i più temibili tra gli aerei inglesi.
Buoni erano anche gli Hunter, non particolarmente adatti per le alte quote ma quanto meno dignitosi, essendo capaci di volare con una certa facilità oltre i 15.000 metri.
I G.91R erano simili a questi ultimi sia per il carico alare che il rapporto potenza:peso, così come la velocità di stallo (lievemente inferiore, peraltro). Potevano virare leggermente più stretto, ma i tempi di virata erano simili: circa 22 secondi, stando alle dimostrazioni aeree. Il rateo di rollio era un pò meglio, ma non molto, visto che l'Hunter poteva fare 150°/sec anche con due serbatoi alari.
L'Hunter era meno avvantaggiato per la sagoma nettamente più grande, inoltre a piena potenza poteva consumare molto prima il carburante, specie a bassa quota, avendo il doppio della potenza ma solo il 10% di carburante interno.
Peraltro, era più veloce, saliva al doppio del rateo, accelerava probabilmente meglio, ed era nettamente meglio armato, con tanto di radar telemetrico.
Con i missili perdeva il vantaggio delle prestazioni, ma aveva per l'appunto... quello dei missili, che lo metteva in condizioni di superiorità decisiva contro velivoli provvisti giusto di qualche cannone e nessun sistema di tiro automatizzato.
Al salire della quota, però, le cose cambiavano e probabilmente attorno ai 3.000 metri l'Hunter era paragonabile come agilità, al G.91, mentre a 6.000 metri diventava superiore in maniera assai marcata. A 9.000 metri era già un altro mondo, e i missili lassù funzionano bene! La partita quindi, più veniva giocata in quota, più era a favore dell'Hunter. Questo vale in maniera anche più marcata per il Javelin, mentre il Lightning è buono a un pò tutte le quote.
I bombardieri inglesi viaggerebbero a quote tra i 30 e i 35 kft, per cui sarebbero comunque ad almeno 9.100 m, dove le capacità del G.91R di combattere in maniera accettabile, arrivano al limite anche secondo i manuali più ottimistici, mentre il Javelin è capace di tirare, alla faccia delle 'limitazioni', manovre fino a circa 5-6G.
LIMITI del Javelin Mk 4 (una versione meno avanzata di quelle effettivamente usate nel wargame): 6 G a 7600 m e 4 G a 12.000 m, con velocità fino a 0,9 mach.
535 nodi e 5,5 G sotto 2.200 m, fino a 20.000 ft è 0,9 mach, 5,5 G, entro 35kft 0,95 mach.
Sopra 35 kft è 1,04 M e 3 G.
Almeno nella prima ondata d'attacco gli intercettori italiani cercherebbero di fare del loro meglio per evitare i danni agli aeroporti e presumibilmente manderebbero in aria un intero gruppo di intercettori, specialmente se poi non solo c'é un intero gruppo di V-Bombers, ma anche un intero gruppo di caccia di scorta. In questo caso, quello degli aeroporti di 1a schiera/linea, si suppone che le difese siano più forti. Ecco perché i britannici lanciano l'azione di forza, per impressionare gli intercettori nemici. Anziché usare un mezzo squadrone, buono per 'aprire il varco' ai bombardieri, userebbero un intero squadrone.
Normalmente, data la velocità, i V-Bombers volerebbero senza scorta alle loro spalle, dato che i caccia italiani sarebbero comunque troppo lenti (vale per tutti i Macchi e i G.91/AMX, a parte i G.91Y leggermente migliori come velocità, ma probabilmente ancora meno validi alle alte quote dato il loro peso).
Questo è un vantaggio notevole, perché consente di schierare tutti i caccia di scorta in avanti o al peggio, sui fianchi della formazione, ovviamente un pò più in alto di questa. Appena gli italiani arrivano, li possono attaccare e avviluppare da tre lati diversi, sia con coppie che con sezioni di aerei, scardinando la formazione nemica prima che attacchi, nel mentre i V-Bombers possono cambiare rotta o addirittura, salire rapidamente di quota. A quel punto l'esca ha funzionato pienamente: aerei in arrivo a circa 35.000 ft (10,7 km), G.91 mandati allo sbaraglio al limite della loro capacità, contro aerei che a quelle quote, gli possono girare attorno.
Poi i bombardieri salgono di quota tirando il muso in alto, raggiungendo come niente almeno 12.000 metri, e sorvolando la battaglia là sotto, magari anche con un cambiamento di rotta per rendere le cose più sicure.
Nel mentre, abbiamo il seguente scenario prevedibile: dei 4 squadroni di V-Bombers, uno ha uno squadrone di Hunter, un altro uno di Javelin (suprema libidine, trattasi di Vulcan, per cui abbiamo un'intera formazione di bombardieri a delta scortati da un'altra di pari numero di caccia a delta) e altri due con i Lightning.
Quindi immaginatevi la scena: 12 G.91R (non necessariamente i più pesanti R-3) che combattono contro 12 Hunter (o Javelin, o Lightning), mentre nel contempo 12 V-Bombers (Valiant o Vulcan) volano al di sopra della battaglia, ai limiti della stratosfera.
ITALIA VS UK, valutazione complessiva
Quanto agli italiani, l'attacco sarebbe presumibilmente questo: la forza degli aerei leggeri italiani sarebbe stata solo nei Macchi, gli unici con abbastanza autonomia. Ma anche così, è verosimile che abbiano solo 2 bombe Mk 82 o simili. Gli MB.326K hanno anche i due cannoni da 30 mm interni. Sempre presenti i due serbatoi alari e i due subalari. Quanto ai G.91R, ci sono solo le armi interne: l'autonomia non permette infatti una sufficiente capacità di trasporto per le armi pesanti. Sarebbe stato 'bello' se i G.91R avessero avuto lanciarazzi o missili disponibili, come all'inizio avevo pensato possibile. Ma in pratica non è stato possibile confermarlo.
Questo comporta che di fatto, non più di 24 bombe da 500 lb sono portate da ciascuna formazione composita, nonostante siano ben 24 gli aerei disponibili, 12 Macchi e 12 G.91 di scorta. Questi ultimi sono quasi certamente spaziati in avanti e dietro, metà e metà, per 'distrarre' la contraerea, e per fare da guardiaspalle. Volo a circa 300-350 kt, quota 100 ft, ma i guardiaspalle volano a circa 200, la lunghezza della formazione è di almeno 10-20 km, ovvero 1-2 minuti. I Macchi stanno in mezzo e sono suddivisi in formazioni di 3 aerei l'una, oppure di 4 aerei suddivisi a loro volta in due coppie se è una formazione che è fatta in maniera simile a quella dei caccia.
In tutto le 3 basi principali sarebbero attaccate da 60 aerei con 72 bombe da 500 lb, presumibilmente nessuna di queste a caduta ritardata.
Questo è un grave punto debole, perché richiedono lo sgancio in picchiata, esponendosi per molto tempo al tiro nemico proprio sul più bello. O i G.91 fanno il loro lavoro oppure non se ne farà nulla. In altre parole, gli MB.339 dovranno arrampicarsi fin verso i 1.000 m AGL prima di picchiare e sganciare, il tutto in piena vista dei Rapier e simili. Bella roba, eh?
In genere i Macchi 326 arrivano da soli, approfittando delle ondate precedenti che hanno già impiegato le difese al massimo.
Infine, due PD 808GE volano con ciascuna formazione d'attacco iniziale, e cercano di disturbare con i loro 'potenti mezzi' (i migliori sono i due GE-2, ma gli altri sono meno aggiornati) le difese nemiche.
I G.91Y, invece, vanno direttamente all'attacco. Ma è estremamente probabile che una sezione di questi aerei farà la scorta agli altri, visto che non c'é nessun modo di poterli scortare altrimenti e un cacciabombardiere preso in fallo da un caccia finirà per non avere scampo se non è scortato da qualcuno. Le armi disponibili sono in genere solo i due cannoni da 30 e due bombe Mk 82S oppure al limite, BL-755. Non farà molta differenza. Probabilmente le BL vengono usate contro obiettivi di vario tipo, le Mk 82 solo per gli aeroporti.
Infine, gli AMX hanno il Vulcan, 2 AIM-9 e 4 bombe Mk 82S, o forse in qualche caso le più grosse BL-755. Il carburante è necessariamente con due tank da 1.100 litri. In tutto sono solo 48 armi per gruppo, ma non tutti gli aeroporti hanno contro un intero gruppo; almeno due, o nella versione due, almeno quattro aeroporti, avranno mediamente 6, o possibilmente 4, 6 o 8 aerei contro, ovvero tra 16 e 32 bombe.
La forza complessiva non è un granché, solo 216 (1a fascia)+216 (2a e 3a fascia) = 432 bombe per circa 200 tonnellate. Non sono poche in termini assoluti, ma portarle è un conto, metterle a segno è un altro.
COME si è visto prima, comunque sia, esiste anche una forza SEAD. Non è potente e numerosa quanto quella degli inglesi, ma comunque non è trascurabile, possendendo un totale di ben 3 gruppi. Questi sono equipaggiati con Macchi 326K Impala (ovvero, Atlas Impala Mk 2) modernizzati (probabilmente almeno 80 esemplari su 100) con i sistemi RWR, mentre in due casi vi sono piuttosto i G.91R. G.91? Sì, quelli portoghesi, che sono fondamentali per i loro missili AIM-9, ma purtroppo sono fondamentali anche in attacco, perché hanno sistemi di navigazione e attacco migliorati e un sistema RWR. Con questi sono tra i pochi aerei che hanno la capacità di attaccare dei radar in maniera sensata. Ma essendo così pochi (dei 70 G.91R-3 ricevuti dalla FAP, solo 34 vennero messi in servizio e presumibilmente solo una parte modernizzati; idem per i 40 G.91R-4, alcuni dei quali del resto abbattuti già durante la guerra in Africa e ben pochi apparentemente, rimasti in servizio negli anni '80, visto che in tutto il totale contemporaneamente presente non eccedette i 40 esemplari, biposti inclusi!). Questi aerei decollano per lo più dalle basi di 2a fascia e cooperano con i PD-808GE, cercando di 'aprire la strada' alle formazioni d'attacco e di attirare i caccia intercettori lontani dalle basi.
Bisogna dire che la cosa non è così facile, perché ogni radar inglese ha almeno un battaglione a difesa, in genere con diversi sistemi missistici c/c o MANPADS, tanto per 'distrarre' un pò gli aerei, mentre veicoli e soldati lanciano granate nebbiogene oscurando i siti dei radar all'attacco degli aerei (o almeno, cercando di rendergli la vita più difficile possibile). Anche se non è facile nascondare o difendere dei colossi come i Type 85, è facile che in prima linea vi siano sopratutto radar più piccoli o 'sacrificabili'. Certo è che i caccia intercettori dovranno proteggere anche questi, specie con le pattuglie (CAP) a più lungo raggio, che però dovranno abbandonare la difesa delle basi.
PS: va detto che l'intera esistenza del piano d'attacco italiano contro le difese aeree britanniche è in realtà, molto dubbia. Per gli italiani si tratta di rinunciare a due preziosissime unità con i G.91R aggiornati (probabilmente le uniche disponibili, specie se gli equipaggiamenti di queste sono omogenei), mentre la potenza di fuoco dei Macchi 326K è inficiata dalle loro basse prestazioni, specie contro i caccia nemici. Per cui è probabile che gli attaccanti siano 306, ma anche che siano solo 270, lasciando i velivoli alla difesa soltanto, perché un'azione ausiliaria 'ancillare', come quella antiradar, è un lusso che 'non ci si può permettere' data la situazione.
Dei G.91R, del resto, sono disponibili 25 gruppi e 7 di essi sicuramente mandati in azione di scorta agli strikers, mentre almeno 10 sono sicuramente a difesa di altrettante basi principali; ne restano quindi solo 8, che sarebbero tuttavia molto necessari per aumentare la difesa delle stesse basi, doppiandola in diversi casi, oppure dei radar; ridurre di altri due gruppi (a soli 6 liberi) significa a quel punto 25-7-10-2 = 6 gruppi che oltretutto dovrebbero essere utilizzati anche per la difesa ai siti radar, e non solo a quelli aeroportuali. Se si considera che per difendere la linea dei radar ci vorranno probabilmente almeno due gruppi di G.91, a quel punto si potrà doppiare soltanto le basi principali di 1a linea. Vabbé che queste sono le uniche ad essere attaccate dai Jaguar (ma gli italiani non lo sanno!), ma questa disposizione fortemente offensiva sarebbe forse, una scommessa fin troppo audace, specie considerando il sacrificio dei preziosi G.91R con i missili AIM-9, tolti alla difesa aerea che non ha nient'altro che quelli come velivoli 'missilistici'.
L'attacco italiano ha in questo caso la modalità due, quella con gli AMX sparsi tra ben cinque basi aeree, per via che quella centrale della fascia secondaria è spostata verso destra e non è raggiungibile dai G.91Y. Così spieghiamo questa modalità, che potrebbe essere interessante ancora di più di quella standard, visto che cambia parecchie cose nella ripartizione degli attacchi aerei sulle basi di seconda e terza fascia, con maggiore varietà e quindi, maggiore similiarità a quello che effettivamente ti può capitare di vedere nel mondo lineare, dove raramente le cose vanno in maniera così lineare come nei giochi.
La modalità d'attacco sarebbe stata quindi quella 'a 5 aeroporti'.
- 5o Gruppo AMX: -----> Base N.7 (2 Jaguar+1 Hawk) supportati dalla n.19 (Gnat) e N.9 (Victor+Gnat+Jaguar) supportati (alla larga, però) dalla n.14 (Harrier)
- 13o Gruppo AMX: -----> Base N.8 (1 Victor+1 Harrier+ Hawk) supportata dalla N.20 (Gnat)
- 15o Gruppo AMX: -----> Base N.4 (1 Hunter e 2 Lightning) supportata dalla n.14 (vedi sopra, Harrier, è la stessa base di prima) e la N.10 (2 Vulcan+1 Hawk)
Le altre basi principali inglesi:
-N.1: ( 2 Harrier e 1 Hawk ) , satellite S.4 (Hunter SWI) <--------- 3 gruppi G.91R (basi S.1 e M.3), 1 MB.326 (S.5) e 2 MB.339 (S.6 e M.3)
--1 ondata G.91R più MB.339
--1 ondata G.91 più MB.339
--1 ondata MB.326K
-N.2: ( 2 Harrier 1 Hunter ), satellite S.10 (Javelin)<---------- 2 gruppi G.91R (basi M.2 e S.11), 1 MB.326 (M.2 e S.14) e 2 MB.339 (S.9 e M.2)
--1 ondata G.91R più MB.339
--1 ondata G.91 più MB.339
--1 ondata MB.326K
-N.3: ( 1 Lightning e 2 Jaguar ), satellite S.1 (Hunter SWI) <----- 2 gruppi G.91R (basi M.4 e S.8), 2 MB.326 (S.2 e M.4) e 1 MB.339 (S.7)
--1 ondata G.91R più MB.339
--1 ondata G.91 più MB.326K
--1 ondata MB.326K
-N.5: ( 2 Jaguar e 1 Hunter ), satellite S.12 (Buc) <--------- 1 gruppo G.91Y (base S.3)
-N.6: ( 1 Jaguar 1 Hunter e 1 Lightning ) <------ 2 gruppi G.91Y (basi S.4 e M.1) su 2 ondate da un gruppo l'una.
-SEAD/WW: 2 G.91R e 1 MB.326K
Questa forza d'attacco era supportata dal gruppo ECM con 6 PD 808GE, tutti utilizzati a coppie, mandate contro tutti gli aeroporti principali della 1a fascia, scortati, almeno fino ad un certo tratto, anche dai G.91R che già scortavano i gruppi d'attacco principali. In tutto sono l'equivalente di 25,5 gruppi (a 12 l'uno), anche se nominalmente sono 23: 3 di AMX, 3 di G.91Y, 9 G.91R, 1 PD-808GE, 5 MB.326K, 5 MB.339A/C.
Il totale della forza d'attacco, così formulata, è di circa 306 aerei complessivi. Non sono moltissimi, perché il raggio d'azione pratico è scarso, specialmente per i G.91R, che di fatto possono volare entro raggi di circa 300 km se volati interamente a bassa quota, anche usando serbatoi ausiliari. Mentre i Macchi 326 e 339 hanno indubbiamente migliori capacità di carico e autonomia, ma dato che sono altrettanto indubbiamente più lenti, finiscono per dover volare ad una velocità che non li aiuta molto a manifestare la loro virtù, per via del fatto che devono sforzarsi di volare alla velocità ottimale dei G.91R, dato che questi ultimi in pratica, difficilmente potrebbero permettersi di abbassare i giri motore per stare alla velocità migliore per i loro colleghi, pena l'impossibilità pratica di arrivare sugli obiettivi e tornare. Inoltre, volando più veloci si riesce ad evitare più facilmente l'intercettazione da parte dei caccia dando meno tempo alle difese in generale. Per cui di andare a 450-480 km/h non se ne parla proprio, meno che mai in territorio nemico; mentre è molto più probabile viaggiare a circa 600-650 km/h, che peraltro, per i Macchi a pieno carico (all'andata) significa forzare i motori fin quasi alla massima potenza, altro che velocità ottimale. Al ritorno è più facile, essendo quanto meno privi delle bombe.
L'ATTACCO BRITANNICO
Detto questo, da parte britannica la situazione è differente ed è possibile contare sia su macchine a maggiore autonomia, che su profili di volo più favorevoli.
Il piano d'attacco prevede in effetti una lista di aerei molto lunga:
-1 squadrone ECM/recce Camberra (8 ECM e 4 recce)
-2 squadroni SEAD Buccaneer (Martel e bombe), 1 Hunter (Maverick), 1 Harrier (razzi)
-2 squadroni Valiant, 5 Vulcan (21 bombe e talvolta, 2 missili ARM), 3 Victor Mk 1 e Mk 2
-8 squadroni Jaguar d'attacco (razzi, bombe e AAM)
-3 squadroni Lightning, 4 Javelin e 1 Hunter per la scorta aerea.
Totale: 31 squadroni ovvero circa 372 aerei.
-1a e 2a base: 1 squadrone di Valiant, scortati da un intero gruppo di Lightning e 1 di Hunter
-3a base: 1 squadrone Vulcan e 1 Javelin
-4a base: 1 squadrone Vulcan e 1 Lightning
-5a e 6a base: 1 squadrone Victor e 1/2 Javelin
-7a base: 1 squadrone Victor e 1/2 Javelin
-8, 9, 10a base: 1 squadrone Vulcan e 1/2 Javelin
Più 1 gruppo Lightning, 2 Buccaneer, 1 Harrier e 1 Hunter per altre missioni tattiche.
La forza aerea inglese sarebbe quindi molto superiore rispetto a quella italiana, anche in termini di potenza di fuoco. La capacità di carico dei soli V-Bombers, 120 aerei in tutto, arriva a circa 1.300 tonnellate di bombe, sotto forma di oltre 3.000 ordigni da 1.000 lb. Non male, anzi, non bene per gli italiani (o chiunque altro). Poi vi sono 8 squadroni di Jaguar, 2 di Buccaneer, 1 di Harrier e 1 di Hunter. Il potenziale di fuoco è tutt'altro che scarso.
L'attacco iniziale dell'aviazione britannica è svolto dai V-Bombers. Gli italiani rispondono nell'unico modo che hanno: mandano in quota i loro caccia 'migliori', ovvero i G-91. Ma non i G.91Y, che sono troppo pochi e troppo preziosi per questo compito, preferendo invece l'uso in termini offensivi, come supporto ai più potenti ma altrettanto rari AMX. Devono attaccare ben sette aeroporti tra tutti e due. Non è cosa da poco.
I G.91R vengono utilizzati perché di poco più lenti, molto più numerosi, più adatti per le alte quote avendo un'ala più grande rispetto al peso complessivo. Ma certo che non hanno molte chances. La piccola quantità di G.91R provvista di missili è anch'essa di poca utilità. Ad alta quota sono decisamente poco adatti, perché 250 kg di peso e un pò di drag rendono comunque la loro azione più lenta rispetto ai G.91R normali, e in alternativa devono salire con i soli missili, senza i serbatoi, cosa che non li aiuta molto in termini di autonomia, anche se è fattibile. Peraltro vengono più facilmente utilizzati per l'intercettazione a bassa quota, visto che in ogni caso, una volta in alto, i G.91R normali possono anche sganciare i serbatoi, ma quelli missilistici che faranno, sganceranno i missili? A quel punto a che serve la loro capacità missilistica?
Poi ci sono i missili Aspide, ma certamente non sono abilitati per tiri a circa 10.000 metri di quota. Il massimo in termini di tangenza pratica è di 6.000, molto più in basso dei 9.000-11.000 a cui operano i V-Bombers. Inoltre questi ultimi sganciano da una tale quota, che presumibilmente le bombe ci impiegano circa un minuto per arrivare a terra. Il che significa che gli aerei nel frattempo possono arrivare a percorrere sui 15 km, ovvero possono sganciare da grande distanza rispetto al punto di mira, complicando ancora la vita ai difensori, che hanno missili a gittata relativamente corta.
L'unica cosa che possono fare i caccia intercettori è almeno, quella di complicare la vita agli attaccanti, ma l'unico modo che hanno di farlo è di eseguire degli attacchi frontali. A 10.000 metri tutto è più lento e difficile, specialmente se poi le ali dell'aereo sono quelle idonee per volare a bassa quota.
Cosa può fare un G.91, se oltretutto ha una velocità appena sufficiente per tenere il passo dei V-Bombers ad alta quota? L'unica è un passaggio frontale, ma è qui che entrano in gioco i caccia di scorta.
Tutti i V-Bomber hanno questi caccia di scorta. Ogni squadrone ha una forza di mezzo squadrone da caccia se volano contro bersagli di 2a o 3a fascia, invariabilmente si tratta di Javelin, più adatti per le missioni di scorta a lungo raggio (ma la cosa non è assolutamente certa), probabilmente almeno quelli a più lunga distanza hanno due ulteriori serbatoi (oltre quelli sotto la fusoliera) che sostituiscono i missili interni. Bisogna considerare che sono aerei di grandi dimensioni e peso, però dentro non hanno una grossa capacità di carburante. La loro autonomia non è molto ampia come ci si potrebbe aspettare. Alcuni di loro hanno sia i serbatoi extra ventrali, che quelli subalari, e addirittura la sonda per il rifornimento in volo (ammesso che vi siano aerocisterne in condizioni di rifornirli). Ad ogni modo, la sonda ha poco senso perché comunque sia, i velivoli inglesi possono evitare questo tipo di tecnica, o devono farlo per ragioni strutturali.
Quanto ai bombardieri usati: dei 10 squadroni di V-Bombers, 2 sono di Valiant, per la 1a fascia (ovviamente, essendo i velivoli meno potenti); 3 Victor (per la 2a fascia); 5 Vulcan (2 per la 1a e 3 per la 3a fascia).
Nell'insieme, la 1a fascia sarebbe attaccata da:
-4 aeroporti, ciascuno ha contro uno squadrone di V-Bombers e uno di caccia; idealmente almeno, 1 Valiant+1Lightning, 1 Valiant+Hunter, 1 Vulcan+Lightning, 1 Vulcan+1 Javelin; quota sui 30-35 kft. velocità sugli 890-910 km/h. Armamento: 21 bombe da 1.000 lb, ma alcuni Vulcan dovrebbero avere anche 2-4 Shrike o Martel ai piloni esterni.
--a bassa quota: 2 squadroni di Jaguar per ciascun aeroporto. Tipico lay-out: volo a bassa quota a media velocità: circa 450 kt/830 km/h, possibilmente almeno 480/890 km/h se c'é autonomia sufficiente, attacco a 500 kt+/920 km/h, fuga a valocità simili (avvantaggiati dall'uso delle bombe).
Degli squadroni Jaguar l'ideale sarebbe avere 4 aerei SEAD, 4 bombardieri e 4 scorta caccia/EW. Però questo lascerebbe solo 16 bombe per ciascun squadrone.
Così si può cambiare così: 8 aerei d'attacco, 4 con bombe da 1.000 lb, e 4 con le CBU BL-755 (le Mk 20 sono disponibili almeno per alcuni aerei RAF, ma se ne possono portare solo due); infine, 4 aerei per la scorta contro eventuali G.91 o simili, armati di soli due AIM-9/R-550 sotto le ali. In tutti i casi c'é un solo serbatoio sotto la fusoliera. Almeno gli aerei RAF dovrebbero avere la possibilità di portare due sistemi ECM sotto le ali e due AIM-9L sopra; ma per avere questo tipo di sistemazione si deve pagare un prezzo alto in termini aerodinamici, così visto che non conosco il D.I. per tutti questi carichi, sarei per un molto più snello sistema aerodinamico e asimmetrico, ovvero portare un solo AIM-9 sotto un'ala e un ECM sotto l'altra. Questo evita totalmente i carichi sovra-alari, che non sono molto raccomandabili. Normalmente il carico sarebbe stato di un lanciatore di bersagli e un pod ECM, ma visto che esistono anche i lanciatori sotto i motori tipo ALE-40, tanto vale usare due di questi (pesano sui 40 kg l'uno e hanno pochissimo drag) ed evitare il pod subalare per lo stesso compito. A quel punto si ottiene un layout di un ECM e due ALE più un AIM-9, evitando di portare il secondo, il pod lanciatore e le due rotaie sovra-alari. La minore difesa conseguente è compensata dal fatto di poter volare più veloce a parità di consumo, e questo è un fatto critico perché i G.91R sarebbero già al limite in un'azione di intercettazione del genere, a maggior ragione lo sono se per esempio, la velocità cruise del Jaguar passa da 830 a 890 km/h. Inoltre, l'autonomia complessiva aumenta e questo rende più facile raggiungere gli obiettivi oppure usare per più tempo l'A/B.
Le armi differenti sarebbero buone per il lancio su piste o obiettivi generici, a seconda dei casi, incluse le difese antiaeree.
Una configurazione più interessante sarebbe quella dei lanciatori di razzi CRV-7. In teoria almeno, si potrebbe anche usare, infatti, la seguente configurazione: tank ventrale, due CRV-7 (a 19 colpi) sotto le ali (sono disponibili almeno per una parte dei Jaguar RAF) interne, mentre sotto quelle esterne ci sarebbero un ALQ-101 (un'ala) e una BL-755 (sotto l'altra), gli AIM-9 eventualmente sarebbero sovra-alari. In questo caso sarebbe accettabile, perché i carichi subalari sono più piccoli e leggeri che nei tipi standard (2 lanciarazzi e 1 CBU anziché 4 CBU). Il vantaggio sarebbe quello di usare i CRV contro le piattaforme di lancio degli Spada: con una gittata utile di almeno 4 km, saltando fuori letteralmente da pochi km di distanza, è possibile attaccare le piazzole lanciamissili prima che ingaggino l'aereo, ipotizzando che quest'ultimo sia avvistato a circa 5-6 km, massimo 8 km. Di fatto, l'avvicinamento a bassissima quota è così insidioso che ben difficilmente potrà essere rilevato da distanze maggiori, specie in ambiente ECM.
In tal caso, il lancio dei razzi sarebbe fatto da distanze fino a 4 km; poi il Jaguar proseguirebbe e spararebbe con i cannoni da circa 2 km; infine, sgancerebbe la CBU sopra la batteria, da circa 1 km, il tutto in in circa 12 secondi. Solo i migliori piloti potrebbero farlo, ma non è poi così difficile. Se eseguito bene, sarebbe assolutamente letale per la grossa batteria Aspide, persino con un singolo aereo sul bersaglio. Gli aerei dovrebbero sbucare da circa 5-8 km di distanza e salire ad almeno 300 metri AGL prima di cercare il bersaglio otticamente o sotto forma dei segnali elettronici sull'RWR.
Gli aerei con le bombe (ritardate) sarebbero quindi mandati sulle piste a colpire quelle.
Non è affatto chiaro che tipo di armi abbiano invece gli aerei IAF. Nel caso delle armi a grappolo, dovrebbero essere le Belouga o anche altri tipi, forse la stessa BL-755 e tipi russi vari. Nel caso delle armi principali, invece, dovrebbero essere disponibili le Durandal, meno 'esplosive' ma certo più adatte per questo tipo di compiti. Infine, i razzi dovrebbero essere gli SNEB francesi 'normali', o forse anche altri tipi più grandi; i missili sono gli R 550 Magic 1 o 2, e per quel che riguarde le ECM sono ancora meno note, ma probabilmente un misto di sistemi francesi, forse israeliani o italiani, se non anche sovietici. Non è chiaro se siano stati integrati missili: alcune fonti parlano degli ARMAT (che secondo altre sono solo per i Mirage 2000), certamente i Sea Eagle (per l'unico squadrone antinave, ma qui non interessano), mentre è molto probabile che siano utilizzabili anche gli AS-30L (in aggiunta ai Mirage) se non anche gli AS-14 sovietici.
Adesso abbiamo la 2a fascia: qui gli aerei Jaguar non vengono usati perché concentrati soltanto sulla 1a fascia; in compenso, però, vengono usati i Victor.
-2a fascia: 3 aeroporti attaccati ciascuno da 1 sqn di Victor, ciascun aereo con 35x1000 lb (totale: 420), scortati peraltro da solo mezzo squadrone di Javelin. Quota: sui 35.000 ft.
-3a fascia: 3 aeroporti attaccati da 1 sqn di Vulcan (21x12x1000 lb), scortati sempre da 1 sqn di Javelin.
In aggiunta a queste ondate d'attacco, abbiamo il supporto, fatto da ben 5 squadroni.
Anzitutto l'avanzata è iniziata dallo squadrone di Canberra, con 8 aerei ECM e 4 PR ad alta quota (ma potrebbero essere anche 6 e 6, o 4 e 8, dipende quali siano le prospettive). Volando ad alta quota (sui 12.000-15.000 metri) possono disturbare i radar della difesa aerea, anche se non si può pretendere molto da questi vecchi aerei, specie se fossero solo 4 (con 6 o meglio ancora, 8, sarebbe meglio). La ricognizione dovrebbe essere almeno capace di scoprire gli aeroporti secondari della 1a fascia. Del resto vi sono pochi problemi per un Canberra, a cercare sui 120.000 kmq di territorio per ciascuno di loro.
L'alternativa ai 4 Canberra PR potrebbero essere 6 o 8. Inoltre alcuni dei bombardieri V-Bomber potrebbero benissimo essere usati come ricognitori, purché abbiano almeno un'attrezzatura fotografica a bordo che li qualifichi per il doppio ruolo. Tuttavia, hanno pur sempre il radar e potrebbero benissimo fare la ricognizione con questo sistema (che per quanto primitivo, è un sistema centimetrico e può, a parte eventuali disturbi, localizzare l'aeroporto). O sennò verrebbe utilizzato qualcuno dei bombardieri (sarebbe così drammatico se da 12 scendessero a 11 o a 10?). Non è poi difficile fare ricognizione su 500.000 kmq quando c'é tempo bello e disponibilità dei livelli più alti dell'atmosfera, con un campo visivo straordinario per decine di km. Bisognerebbe valutare in dettaglio la questione, ma le opzioni sono tante e non c'é che l'imbarazzo della scelta. AD ogni modo, una cosa è certa: una volta iniziata la battaglia tutti i campi secondari dovranno essere localizzati. Quelli in 1a fascia, sarebbero i primi in assoluto ad essere visti, quelli di 2a fascia sarebbero opzionali, quelli di 3a fascia sarebbero da localizzare, ma non è detto che lo siano subito. La copertura, però, sarebbe chiaramente da fare in tempo per la 3a ondata d'attacco delle 17, in maniera da coprire idealmente tutti gli aeroporti nemici (con un tappeto di bombe, cioé). I metodi non mancano anche se ognuno ha un minimo di compromessi, tradotto, un prezzo da pagare, per essere seguito.
Il piano inglese è anche costituito dagli aerei anti-radar. Non soltanto vi sono almeno 4 (o 6, o 8) Canberra EW in aria, che sono più fastidiosi che altro; non soltanto vi sono decine di V-Bombers (a parte, forse, qualche Valiant non modifiato appositamente) con una schiera di disturbatori formidabile (un Vulcan Mk 2, per esempio, aveva: 1 jammer radio Green Palm; 2 ECM Blue Diver (vs radar metrici); 2 Red Shrimp (contro la banda S), 1 jammer in banda L, più RWR, radar d'allerta e lancia-chaff o anche sistemi ALQ-119. Visto che praticamente tutti i V-Bomber usati hanno sistemi ECM, non fa molta differenza se i Canberra siano o meno presenti come aerei ECM, anche se qualche difficoltà locale possono contribuire a fornirla, specialmente se si tratta di aiutare gli stessi ricognitori in avanscoperta.
Quando poi arriveranno gli squadroni bombardieri, questi probabilmente causeranno uno jamming di sbarramento tale, da rendere
Ad ogni modo, direi che questo, pur se non marginale, è il minore dei problemi, sia per le ECM che per la ricognizione.
Quanto alla seconda parte delle missioni di supporto, ci sono da menzionare le attività antiradar. Ma non quelle di disturbo tecnico, via ECM e chaff. Ma proprio quelle SEAD/WW, fatte apposta per beccare i preziosi radar italiani.
Queste unità sono le seguenti: 1 gruppo con gli Hunter, 1 gruppo di Harrier, 2 gruppi di Bucceneer.
I Buccaneer, in effetti, hanno l'equipaggiamento più eterogeneo. Presumibilmente, la loro dotazione è questa: -internamente, almeno 2 bombe da 1.000 lb (fino a 4 teoriche, ma non è necessario che sia così) - 1 missile AIM-9B/L su pilone esterno; -1 pod ECM ALQ-101 esterno; - 2 missili Martel EM; oppure due lanciarazzi da 68 mm.
Oppure: un carico di bombe, 2 missili AS-30 e pod ECM più lanciarazzi da 68 mm (questo per gli aerei sudafricani). Bisogna dire che il Buccaneer può usare le armi da 1000 lb sia per attaccare sia per difesa da eventuali caccia intercettori. I Martel TV hanno un pod di trasmissione dati per cui è possibile usarne solo uno, oppure fare un mix tra sistemi TV e radar, per un massimo di 3 missili. Bisogna considerare che i datalink radio potrebbero benissimo essere disturbati da terra con sistemi EW, per i missili antiradar è sempre possibile spegnere gli stessi. Per questo le armi convenzionali vanno ancora portate. Le bombe da 1000 lb ritardate sono utilizzabili anche per impedire ai caccia nemici per seguire il Buccaneer, una specie di mina vera e propria per chi insegue.
La dotazione degli Harrier è razzi e cannoni, ma è possibile che in alternativa vi siano le CBU BL-755, più onerose da portare all'inizio dei lanciarazzi, ma almeno sganciabili al 100% al rientro senza per forza buttare via anche dei lanciatori riutilizzabili.
E gli Hunter? Anche qui ce ne sarebbero molte da dire: per tagliare corto, il migliore è senz'altro l'Hunter svizzero, perché armato (in circa 40 esemplari) degli AGM-65 Maverick, missili fire and forget e molto precisi, ma non particolarmente grossi. L'unico dubbio era se l'Hunter potesse anche portarli a distanze sufficienti. Un Hunter Mk 6 ha un'autonomia di circa 510 km indicata a bassa quota, circa 750 km se con due serbatoi da 100 imp gal. Ma questo potrebbe non bastare per fare una missione seria con queste armi che pesano insieme sui 450 kg. Gli Mk 6 normalmente hanno solo serbatoi da 100 galloni, che sono un pò pochi, ma non hanno la capacità di portare carichi maggiori di questi per via del carrello o dei piloni. Sta di fatto che i successivi Mk 9 hanno la possibilità di portare i tank da 230 galloni, che sono talmente capaci, da aumentare non del 50%, ma di oltre il 100% la capacità di carburante iniziale. A quel punto, c'é solo il problema... che gli aerei svizzeri hanno ufficialmente l'origine negli Mk 6 e non nel tipo cacciabombardiere Mk 9. Però sorpresa... dalle foto appare evidente che questi aerei hanno avuto, durante i lavori di aggiornamento evidentemente, tali rinforzi da poter portare anche i serbatoi da 230 galloni, come risulta chiaro visto che spesso hanno visto anche la presenza contemporanea di quelli da 100 galloni, relegati ai piloni esterni e molto più piccoli. Ora, i missili Maverick, in ogni caso, sono alloggiati esternamente, per cui non gli danno problemi i serbatoi ingranditi. I serbatoi da 100 galloni sono molto più pesanti dei Maverick, per cui il decollo è addirittura possibile con pesi di circa 200 kg inferiori, tanto che teoricamente si potrebbero anche portare alcuni razzi. E non è vero nemmeno che questo tipo di configurazione è solo per i trasferimenti, visto che nel 1971 è stata utilizzata realmente dagli indiani per attaccare basi aeree pakistane molto oltre il confine (circa 400 km). Non c'era da scialare nemmeno così, però con due serbatoi da 230 galloni è possibile probabilmente fare oltre 1.000 km a bassa quota. Anche detraendo il carburante necessario per qualche minuto di combattimento e tutto il resto, è facile che sia possibile raggiungere distanze di 250-300 km almeno, il che significa poter penetrare in profondità anche partendo da circa 100-150 km nel proprio entroterra, e del resto, i radar nemici si trovano molto vicini. Conteggiando il tutto: a consumo medio di 2,2 kg/km a velocità di crociera, con il 10% riserva finale, e 5 minuti di combattimento (al 100% dei giri), avremmo circa 2960 kg iniziali - 150 kg decollo/accelerazione - 450 kg combat - 300 kg finali = raggio d'azione di circa 250 NM/460 km interamente a bassa quota. Basta e avanza, direi.
Gli aerei dei 4 squadroni dovranno spostarsi verso gli obiettivi in maniera molto segmentata: la forza base dovrebbe essere delle coppie, probabilmente con armamento differenziato. Questo comporta che in tutto vi sarebbero ben 24 formazioni d'attacco, che certamente avrebbero i loro successi sui radar italiani, dato che la difesa di questi ultimi è basata su ben poca roba, probabilmente appena una compagnia di soldataglia varia a terra, mentre i caccia sono pochi e rari dovendo concentrarsi sulle basi aeree. Ad ogni modo è abbastanza probabile incontrarli, così è importante che gli Hunter e gli Harrier siano abbastanza veloci da distanziarli o superarli in salita se la cosa gli conviene. I Buccaneer invece, devono concentrarsi nel volo a bassa quota ed è importante che abbiano armi difensive come bombe e missili AIM-9, anche perché non hanno cannoni di sorta.
Rotte d'uscita?
Per i V-Bombers: attacco come si è visto, a 30-35 kft, uscita risalendo a circa 40 kft se non di più, sganciate le bombe sono irraggiungibili. Quanto ai loro caccia di scorta, a quel punto possono essere liberi di fare quel che vogliono, per esempio divertirsi a 'stuzzicare' le difese aeree missilistiche Spada, con picchiate da alta quota e ripresa a media, risalendo in fretta. Anche se in genere non hanno sistemi RWR dalla loro (a parte gli Hunter se dei tipi più moderni), gli aerei in questo modo possono provocare le difese e farle diventare 'evidenti' ai Jaguar, che si avvicinano in quel punto, oltre che distrarre sia missili che cannoni con questi finti attacchi (anche perché alcuni dei caccia possono davvero avere delle bombe a bordo).
I Jaguar possono arrivare a bassa quota senza problemi, a 450-480 kt, accelerando a 500+ per l'attacco e la fuga successive. Infine, quand'anche fosse necessario risparmiare carburante, potrebbero benissimo salire in quota a tutto gas e fuggire ad oltre Mach 1 a media/alta quota. Nessuno potrebbe seguirli in quel modo e questo tipo di attacco (lo-lo-hi) probabilmente comporta un sensibile abbattimento del consumo, ergo maggiore autonomia.
Infine, quanto ai velivoli antiradar: possibilmente a bassa quota, a velocità sui 450-500 nodi, tanto il carico l'hanno probabilmente sganciato e sicuramente c'é poca distanza (difficilmente più di 100 km) per il confine. Se necessario, però, possono salire, almeno possono farlo gli Hunter e gli Harrier, lasciando inesorabilmente indietro gli inseguitori G.91R. Questo può essere visto con favore, per esempio, se si tratta di risparmiare carburante e si decide che sì, con un paio di minuti di tutto gas puoi toglierti l'impiccio di torno, ma poi consumi molto, per cui tanto vale salire a canna e ritrovarsi a 6000-9000 metri con l'avversario che annasma chilometri sotto e un consumo molto inferiore anche a voler semplicemente ridiscendere planando a 1 km/minuto.
E gli italiani? ASAP, ovviamente, il che significa sui 750-950 km/h a seconda dei tipi. Gli AMX, arrivati sull'obiettivo con il carburante contato (con 2x1100 l, ma ben 1.500-1.600 km di distanza da fare tutta a bassa quota), dovrebbero rischiare qualcosa in più facendo la crociera sui 400-420 kt (12-13 km/min), ma al ritorno potrebbero fare agevolmente 450-480 kt (14-15 km/min) specie se hanno sganciato i serbatoi, nel qual caso potrebbero anche andare sui 500 nodi (!), anche se magari non per tutto il percorso di rientro (oltre 400 km!).
RAGGI D'AZIONE E 'AIUTINI' TANKERISTI
Dei 10 tipi di aerei inglesi, abbiamo, in breve, tre categorie: 1) quella degli aerei strategici. I tre V-Bombers sono tutti capaci di portare un carico di bombe pieno sulla massima distanza pratica necessaria per operare nel teatro di guerra. Non hanno bisogno di nessun compromesso, anzi possono spesso decollare con carburante ridotto perché tanto non gli servirà (del resto non possono decollare contemporaneamente a pieno carico di bombe e di carburante). Anche i Canberra possono operare senza problemi su questi raggi d'azione ma del resto, non hanno capacità IFR e quindi devono adeguarsi. 2) quella degli aerei tattici/strategici, come il Buccaneer e il Jaguar, che hanno la possibilità di rifornirsi ma non necessariamente ne hanno la necessità. Con carico bellico discreto, ma non il massimo assoluto possibile, entrambi possono arrivare a forti distanze, praticamente coprendo tutte le esigenze, ma magari, con due serbatoi al posto di altrettanti carichi offensivi. 3) quella degli aerei tattici. Di questi, gli Hawk, gli Hunter e gli Gnat non hanno capacità IFR, ma i primi due hanno una buona autonomia (nel caso degli Hunter, solo con serbatoi extra); gli Harrier hanno teoricamente l'IFR ma in pratica non lo usano in missioni operative ma solo per trasferimento. Restano quindi solo i Lightning e i Javelin. Entrambi hanno una capacità IFR, ma se il Lightning usa la sonda il numero di G ammesso cala da (soli) 6 a (solo) 4. Se usa i serbatoi extra idem, ma questi ultimi sono prontamente sganciabili. Entrambi i sistemi riducono il carico a 2 soli G, ergo teoricamente almeno, un bombardiere sarebbe più maneggevole di un possente Lightning! Così generalmente usano solo i serbatoi extra, del resto con quello ventrale hanno una buona dotazione complessiva, che arriva a 6.000 litri, più oltre 2.000 per i buffi serbaoi sovralari. Così, operando ad alta quota, non c'é molta ragione nel portare anche la sonda. Nel caso dei Javelin, può essere che essa dia minori problemi tecnici, e l'autonomia non sia così buona in generale; però volare interamente ad alta quota e con serbatoi extra significa per forza di cose una buona autonomia di volo. Considerando il fatto che essi vengono usati solo per la scorta ai bombardieri, è ovvio che sia necessario dar loro la massima autonomia. Ma se del caso, possono rinunciare a 2 dei 4 missili e portare altri due tank esterni, a quel punto dovrebbero avere pochi problemi anche per le missioni più lunghe. Del resto, se gli Hunter Mk 5 potevano scortare i Valiant e Canberra fino in Egitto, partendo da Cipro (a 500-600 km di distanza), la cosa non è poi così impossibile. L'Hunter Mk 5 aveva una grossa quantità di carburante interno, almeno per essere un Hunter (oltre 1.800 litri), ma fuori portava solo due tank da 100 galloni l'uno, aumentando il totale di circa il 50%. Non molto. L'Mk 6, con un pò meno carburante e più serbatoi esterni (fino a 4 da 100 galloni, ma ovviamente senza poter in tal caso usare gli AAM), probabilmente è simile in capacità complessive. Bisogna tenere presente che l'Mk 5 aveva un motore meno potente, ma paradossalmente, nel volo ad alta quota, finiva per andare meno lontano, perché era necessario dare tutta potenza per più tempo per salire infine in quota. L'Hunter dei tipi più recenti, con i serbatoi da 230 galloni, era molto meglio in ogni caso, anche dell'Mk 5.
Qui ricapitoliamo:
-i 10 sqn di 3 V-Bombers: possono usare l'IFR ma non gli serve, hanno sufficiente autonomia anche a massimo carico esterno (raggio: oltre 1.000 km)
-i 2+10 di Buccaneer e Jaguar: possono usare l'IFR ma non gli serve, purché non spinti contemporaneamente ai bersagli più lontani e con il carico utile maggiore (raggio: 500-800 km)
-i Canberra (1 sqn) NON possono usare l'IFR ma non gli serve, avendo sufficiente autonomia, specie come ricognitori /EW (raggio: oltre 1.000 km)
-gli Harrier (8 sqn) possono usare l'IFR ma generalmente lo evitano in missioni vere, che devono essere contenute in raggio e carico bellico, essendo aerei comunque a corto raggio (raggio: circa 300 km in attacco, 500 in difesa)
-gli Gnat (2 sqn) NON possono usare l'IFR ma generalmente fanno missioni a corto raggio, difensive, che difficilmente gli danno questa esigenza (raggio: sui 300 km)
-gli Hawk (6 sqn) NON possono usare l'IFR, ma hanno una buona autonomia, e con certi limiti, possono fare missioni di raggio lungo, basta che non siano anche a pieno carico (raggio: circa 400-800 km)
-gli Hunter (6 sqn) NON possono usare l'IFR, ma con serbatoi esterni hanno discreta autonomia e possono fare missioni di raggio e/o carico limitati. (raggio: 300-700 km)
-i Lightning (6 sqn) possono usare l'IFR, ma in missioni operative devono evitarlo per i limiti strutturali della sonda, e comunque hanno una buona autonomia per missioni non troppo lontane (raggio: circa 500-800 km)
-i Javelin (4 sqn) possono usare l'IFR, ma non dovrebbero averne bisogno per le loro missioni operative. (raggio: circa 700-900 km con 4 e 2 AAM)
Del resto, l'IFR è necessario farlo in una zona 'amica', e se è così, un aereo da alta quota tanto vale che faccia un atterraggio sulla prima base disponibile. Da 12.000 metri è possibile planare fino ad oltre 100 km di distanza con il motore al minimo, è abbastanza per trovare una base aerea praticamente ovunque si inizi a scendere, anche al bordo del confine. Eseguire l'IFR al ritorno pertanto ha poco senso, mentre all'andata è possibile, ma porta via molto tempo e per rifornire uno squadrone di caccia, o si usa un alto numero di tanker oppure ci vuole così tanto tempo che si arriva sul territorio nemico, oppure al contrario bisogna decollare da distanze elevate rispetto al confine. Ma a quel punto, non è forse meglio... decollare da più vicino, posizionando gli squadroni più vicino al confine?
Anche a farla balorda, il problema riguarda al massimo 10 squadroni, o forse più probabilmente 4, su ben 55 complessivi. E non è insormontabile. E se anche andasse male, si potrebbe sempre sostituire i Javelin con gli Hunter (o gli Hawk?) dei tipi più recenti, dotati possibilmente di due serbatoi da 230 galloni e due AIM-9 o simili missili.
E I MISSILI DEI GINA?
Quanto alla capacità missilistica dei G.91R, va detto che questi velivoli hanno poca capacità di usarli, benché siano stati certificati per gli AS-20. Ma usare queste armi è difficile per un jet monoposto che vola a bassa quota, per giunta gli AS-20 sono giusto adattamenti degli AA-20 e hanno una velocità supersonica (che non è necessariamente un... vantaggio, se devi anche guidare manualmente l'arma), ma raggio entro i 10 km e testata da 30 kg (al posto dell'originale da 20). Non sono un granché, inoltre manca la prova provata che essi siano stati davvero usati dai G.91R in termini operativi. La cosa è nebulosa, ma bisogna dire che in Italia i G.91R non pare abbiano mai avuto tali armi operative, eppure risulta che l'Italia abbia avuto un lotto di questi missili! Inoltre, la Francia avrebbe ovviamente la precedenza per questi ordigni, per i suoi aerei. In ogni caso non è che siano 'sto granché, e forse bombe e razzi sono meglio apprezzabili.
Per giunta i G.91R hanno un raggio d'azione insufficiente con due AS-20 per eseguire azioni d'attacco in profondità: non arrivano agli aeroporti britannici, questo è certo (purché, ovviamente, volino sembre bassi, che del resto è obbligatorio).
Ancora più nebulosa la situazione degli AS-30. Può sembrare strano,. ma i piccoli G.91R hanno avuto anche quest'abilitazione d'uso. Tuttavia, la massa degli AS-30 è molto più ampia: pesano 4 volte l'AS-20, a cui del resto somigliano molto, e hanno una testata 8 volte più pesante; è come passare da un proiettile d'artiglieria pesante, ad una bomba d'aereo. La gittata e la velocità sono simili. Però l'AS-30 è troppo pesante per il G.91R. Così hanno fatto a suo tempo l'AS-30L che non è per Laser, ma leggero. La testata pesava solo 120 kg (che comunque è x4 l'AS-20), e l'arma complessivamente appena 395 kg anziché 520, il che comporta per due armi, 790 kg anziché 1040. Anche così era un match 'difficile' e l'AS-30L non risulta essere mai entrato in produzione.
A dire il vero, in questo caso, la situazione è 'più' chiara che nel caso dell'AS.20.
Quanto ai missili AIM-9B: teoricamente i G.91R-4 potevano portarli ma i portoghesi sono stati gli unici a sperimentarli davvero (in teoria, fino a 4 armi), salvo concludere che erano inconsistenti come intercettori, e così non li usarono mai in Angola, malgrado la minaccia dei MiG, sia perché si riteneva che non potessero ingaggiare nulla sotto i 3.000 metri, sia perché le prestazioni calavano a livelli inaccettabili per un duello aereo con i caccia sovietici.
Strano ma vero, in seguito (anni '80) i G.91R portoghesi sono stati ad un certo punto ottimizzati e visti portare anche i missili AIM-9, e la cosa è ancora più strana se si considera che anziché i G.91R-4, gli unici concepiti per questo tipo d'arma, i G.91 'missilistici' appartengono, almeno i tipi visti in giro, alla versione R-3! Cosa abbia spinto a cambiare idea su di loro non è chiaro, se la disponibilità di versioni migliorate dei missili Sidewinder (inizialmente c'erano i tipi B, il Sipri dice che sono arrivati anche gli AIM-9E, ma le foto illustrano solo i primi; forse, peraltro, potrebbero essere quelli della versione B2 o F, dotati di sensore IR raffreddato più sensibile, visto che molti B degli europei sono stati effettivamente aggiornati in tal modo), oppure la pura disperazione visto che radiati gli F-86, non c'erano più caccia 'veri' per la FAP. Ad ogni modo, il numero dei G.91R confermabili come 'missilistici' è irrisorio, non più di 30, forse 40. Gli AS-20 e (almeno per gli R-4) gli AIM-9 sono stati abilitati, ma in pratica non hanno avuto esito e solo poche decine di G.91R portoghesi hanno avuto aggiornamenti adatti a questo scopo. Bisogna considerare che di circa 140 G.91 ricevuti, la PAF non ne ha mai avuti più di circa 40 in servizio contemporaneamente, e parte di essi erano gli T biposto d'addestramento.
Pertanto, i missili dei G.91 sono ben poca cosa, al di là di quel che possono dare le cifre puramente 'tecniche' (ma non operative) delle loro predisposizioni.
PS: per i G.91Y è ancora più 'magra': un solo prototipo di G.91YS è missilistico, ma essendo prototipo, non è incluso nel totale (tanto era un velivolo standard, o quanto meno è stato poi modificato per questo concetto). In ogni caso con probabilmente non più di 36-40 aerei su circa 760, non è una percentuale significativa, e tanto meno buona in termini qualitativi.
Gli altri aerei italiani ben poco hanno a loro volta. Dei potenziali vettori MB.339A, MB.339C, MB.326K, MB.326G e AMX, solo questi ultimi sono significativi, unicamente per i due AIM-9L che hanno disponibili. Degli altri, gli MB.339A non pare abbiano mai avuto operativamente missili Magic o AIM-9; gli MB.339C dell'epoca erano solo 9-10 esemplari neozelandesi (le consegne erano in corso nel 1991-93 al ritmo di 3 ogni semestre), ma -sorpresa!- malgrado fossero declamati come aventi missili vari tra Maverick e AIM-9/Magic, in realtà non vennero mai ottimizzati dalla RZNAF, che avrebbe dovuto pagare altri soldi oltre ai circa 250 mln spesi per i 18 Macchi. La loro arma più pericolosa restava di gran lunga il razzo CRV-7. Però, malgrado il moderno sistema nav-attack, essi latitavano di alcuni elementi fondamentali, come per esempio il fatto che mancavano di un telemetro laser (nel musetto aguzzo c'era solo un faretto d'atterraggio). Anche se i CRV hanno una traiettoria straordinariamente piatta e precisa, paragonabile ad un cannone, mancare della stima della distanza li rende certo un'arma poco utile nel tiro aria-aria (anche se probabilmente sempre meglio delle 12,7 mm). Per giunta le razziere sono solo da 7 colpi, e non da 19, per cui le armi sono poche e anche se è possibile in teoria installarne fino a 6, in pratica è più plausibile che -quando presenti- siano solo due o al massimo assoluto, quattro. Come se non bastasse, c'é un'altra ragione che riduce l'efficacia degli MB.339C (in realtà sarebbero FD) come strikers: il fatto che mancano di sistema RWR, perché nelle carenature della coda ci sono solo le antenne radio! Questo non solo ne riduce la capacità di auto-difesa, ma anche la capacità di attaccare bersagli specifici come i radar di scoperta aerea, che a quel punto non sono localizzabili. La mancanza di questi sistemi non è da sottovalutare: alle Falklands, uno dei due Sea Harrier abbattuti fu colpito essenzialmente perché privo di RWR, a causa del fatto che ospitava le attrezzature sperimentali dei missili Sea Eagle. Ma sopratutto, le eventuali azioni d'attacco antiradar sarebbero praticamente impossibili, anche navigando precisamente non saprebbero dove andare...
Notevole è anche il fatto, che sia gli AIM-9L che gli AGM-65 erano già disponibili per gli Skyhawk aggiornati della RNZAF, ma non sono stati mai condivisi (nemmeno con test domestici anziché da parte della 'ditta') con i Macchi, che addirittura non sono mai stati usati nemmeno con le bombe standard (ma solo quelle addestrative, anche se ovviamente in caso di guerra sarebbe possibile usarle; del resto anche i Macchi 339A italiani quasi mai hanno avuto le bombe Mk 82, eppure potrebbero facilmente portarle).
Degli altri aerei, non pare che alcun MB.339A abbia mai avuto operativi i Magic, certo non quelli italiani (che da soli sono circa i 2/3 del totale, oltre 100 prodotti); degli MB.326K, teoricamente capaci di portare due Magic, non pare che alcuno li abbia mai avuti e certamente non i 100 (sul totale di 130 prodotti) della SAAF. In compenso, 12 di essi ebbero la modifica BRENDA che permetteva di portare due missili V-3B Kukri, buoni missili ma non strabilianti, tanto che presto vennero sostituiti dai Darter. Questi ultimi, negli anni '90, diventarono standard anche per i Macchi 326K (Impala Mk II), ma bisogna dire che si trattava dei dummy da addestramento. Non c'é prova provata che fossero capaci di portare quelli veri, tanto che secondo alcuni i molto migliorati Darter non sono stati nemmeno adottati dalla SAAF, che ha preferito comprare un lotto di Python (per i Mirage F.1), mentre questi ordigni risulterebbero forniti ad 'almeno' un cliente estero. Bah. Ad ogni modo, non c'é nessuna ragione per considerare i Macchi Impala come 'missilistici' per definizione; al posto di 100 aerei/Magic sono confermabili solo 12/Kukri, un ordine di grandezza inferiore. Non è chiaro se fosse possibile portare missili AS-11 o AS-12, ma se sì, non hanno avuto apparentemente alcun esito operativo e probabilmente sono stati ipotizzati solo per il precedente Impala Mk I biposto. Ad ogni modo, date le limitate capacità belliche, ben poco ci si potrebbe aspettare da questo tipo di aereo.
Non bisogna fare nemmeno confusione con i discorsi degli aggiornamenti, perché in effetti i programmi sono stati più di uno. I Macchi 326K sono stati infatti aggiornati negli anni '80, estesamente anche, con un semplice sistema RWR e due lanciatori di chaff/flare. sotto le ali, mentre le piccole antenne radar erano sistemate alle estremità dei serbatoi alari. Ma questo tipo di aggiornamento era solo difensivo e non aveva a che fare con il BRENDA missilistico, probabilmente poco usato perché era chiaro che le prestazioni non potevano essere buone. Nemmeno quando i sudafricani abbatterono, in due tragiche imboscate, ben 6 grossi elicotteri comunisti, usarono i missili, che probabilmente all'epoca erano già disponibili con qualche aereo, forse perché avrebbero ridotto troppo l'autonomia pratica, già al limite (raggio necessario per l'azione a bassa quota di circa 300 km).
Dei Macchi 326G, alcuni hanno avuto una limitata capacità missilistica, sono gli esemplari della marina argentina, alcuni dei quali provvisti dei missili Martin Pescador. Sono pochi e per uso essenzialmente addestrativo, però va detto che ci sono. Ma anche con 3 cariche per ciascun aereo, saranno probabilmente una cinquantina di armi complessive o giù di lì, e il missile di per sé è più simile al Bullpup che al Maverick.
Altri aerei italiani sono appena 'armati', e per considerarli tali bisogna rimandare alla loro capacità tecnica più che operativa: i G.91T per esempio, normalmente avevano solo le due Browning interne anche perché i piloni li usavano per i serbatoi (quando ne hai solo due non è che ci sia molta scelta...), ma questo è abbastanza normale anche per gli altri aerei della categoria; per esempio, i 97 MB.326H australiani avevano essenzialmente, come armamento, solo i minigun, e successivamente i lanciarazzi calibro 70 mm, peraltro usati essenzialmente nel modello interte da addestramento. Sono casi border-line, per cui bisogna poter almeno 'ipotizzare' che possano portare anche bombe, anche se normalmente non le hanno. Per armi più sofisticate di quelle 'basiche', però, c'é poco da dire e sperare.
L'attacco dei bombardieri inglesi è eseguito ad alta quota, e per evitare l'interferenza sul più bello, dei pericolosi attacchi frontali da parte dei G.91R, bisogna necessariamente ricorrere ai caccia di scorta, oppure volare ad alta quota con una precisione molto inferiore. Andare a 12.000 metri significa la pressoché impunibilità contro i G.91R, che comunque sarebbero nominalmente capaci di arrivare fin sui 13.000, ma in pratica sarebbero pressoché impossibilitati ad intervenire. Dal canto loro, i bombardieri sarebbero molto meno precisi da quelle quote così elevate, e quindi meno letali per gli aeroporti, specie mirando alle piste. La soluzione è per l'appunto, volare più bassi e in compagnia dei caccia. Questo ha il doppio effetto di aumentare la precisione, e al contempo, di tentare irresistibilmente i G.91 nel salire in quota per raggiungere i bombardieri, esponendosi gravemente perché a quel punto sono costretti ad abbandonare le loro basse quote normalmente seguite. E quando salgono ad almeno 9.000 metri, sono dannatamente vulnerabili. Secondo i manuali di volo dei G.91R-3 e R-4, volare oltre i 6.100 o i 9.100 metri significa essenzialmente eseguire missioni soltanto di tipo addestrativo, prova o trasferimento. L'aereo può continuare a manovrare rapidamente, ma finisce altrettanto facilmente fuori controllo. Non è proprio adatto per questo tipo di combattimento.
... e quelli della RAF
Al contrario, i caccia inglesi utilizzati sarebbero molto più pericolosi. Si potrebbero usare gli Hawk, che hanno peraltro prestazioni un pò marginali (specie quelli della 1a serie, i più numerosi in termini di armamento missilistico), però i loro ottimi missili sarebbero più necessari nel 'beccare' gli aerei in volo a bassa quota. Mentre gli Harrier sono potenti, ma nemmeno loro particolarmente adatti per i duelli ad alta quota. Gli aerei migliori, ovviamente escludendo i Tornado ADV, sono i Javelin, Lightning e Hunter. Ciascuno di loro è ottimo per le alte quote; il Javelin, goffo a bassa quota, è un aereo da non sottovalutare. Avrà avuto anche molti difetti e limiti (tra cui la tendenza... ad incendiarsi al decollo per via dell'azionamento con cartucce di polvere del generatore a turbina, che poi doveva attivare il resto dell'aereo), ma aveva un buon rapporto potenza:peso, paragonabile a quello dell'Hunter, e un carico alare appena maggiore di uno Spitfire. Così, ad alta quota era capace di volare con insospettabile maneggevolezza. Volare con un radar di ricerca, un navigatore e un armamento missilistico, era poi un'altra serie di vantaggi.
I Lightning avevano una capacità bellica simile in raggio d'azione, erano molto più potenti, radarizzati e provvisti di missili moderni tipo Red Top, ma erano anche velivoli che dovevano stare attenti a non esagerare con i post-bruciatori se volevano tornare indietro. In ogni caso, erano i più temibili tra gli aerei inglesi.
Buoni erano anche gli Hunter, non particolarmente adatti per le alte quote ma quanto meno dignitosi, essendo capaci di volare con una certa facilità oltre i 15.000 metri.
I G.91R erano simili a questi ultimi sia per il carico alare che il rapporto potenza:peso, così come la velocità di stallo (lievemente inferiore, peraltro). Potevano virare leggermente più stretto, ma i tempi di virata erano simili: circa 22 secondi, stando alle dimostrazioni aeree. Il rateo di rollio era un pò meglio, ma non molto, visto che l'Hunter poteva fare 150°/sec anche con due serbatoi alari.
L'Hunter era meno avvantaggiato per la sagoma nettamente più grande, inoltre a piena potenza poteva consumare molto prima il carburante, specie a bassa quota, avendo il doppio della potenza ma solo il 10% di carburante interno.
Peraltro, era più veloce, saliva al doppio del rateo, accelerava probabilmente meglio, ed era nettamente meglio armato, con tanto di radar telemetrico.
Con i missili perdeva il vantaggio delle prestazioni, ma aveva per l'appunto... quello dei missili, che lo metteva in condizioni di superiorità decisiva contro velivoli provvisti giusto di qualche cannone e nessun sistema di tiro automatizzato.
Al salire della quota, però, le cose cambiavano e probabilmente attorno ai 3.000 metri l'Hunter era paragonabile come agilità, al G.91, mentre a 6.000 metri diventava superiore in maniera assai marcata. A 9.000 metri era già un altro mondo, e i missili lassù funzionano bene! La partita quindi, più veniva giocata in quota, più era a favore dell'Hunter. Questo vale in maniera anche più marcata per il Javelin, mentre il Lightning è buono a un pò tutte le quote.
I bombardieri inglesi viaggerebbero a quote tra i 30 e i 35 kft, per cui sarebbero comunque ad almeno 9.100 m, dove le capacità del G.91R di combattere in maniera accettabile, arrivano al limite anche secondo i manuali più ottimistici, mentre il Javelin è capace di tirare, alla faccia delle 'limitazioni', manovre fino a circa 5-6G.
LIMITI del Javelin Mk 4 (una versione meno avanzata di quelle effettivamente usate nel wargame): 6 G a 7600 m e 4 G a 12.000 m, con velocità fino a 0,9 mach.
535 nodi e 5,5 G sotto 2.200 m, fino a 20.000 ft è 0,9 mach, 5,5 G, entro 35kft 0,95 mach.
Sopra 35 kft è 1,04 M e 3 G.
Almeno nella prima ondata d'attacco gli intercettori italiani cercherebbero di fare del loro meglio per evitare i danni agli aeroporti e presumibilmente manderebbero in aria un intero gruppo di intercettori, specialmente se poi non solo c'é un intero gruppo di V-Bombers, ma anche un intero gruppo di caccia di scorta. In questo caso, quello degli aeroporti di 1a schiera/linea, si suppone che le difese siano più forti. Ecco perché i britannici lanciano l'azione di forza, per impressionare gli intercettori nemici. Anziché usare un mezzo squadrone, buono per 'aprire il varco' ai bombardieri, userebbero un intero squadrone.
Normalmente, data la velocità, i V-Bombers volerebbero senza scorta alle loro spalle, dato che i caccia italiani sarebbero comunque troppo lenti (vale per tutti i Macchi e i G.91/AMX, a parte i G.91Y leggermente migliori come velocità, ma probabilmente ancora meno validi alle alte quote dato il loro peso).
Questo è un vantaggio notevole, perché consente di schierare tutti i caccia di scorta in avanti o al peggio, sui fianchi della formazione, ovviamente un pò più in alto di questa. Appena gli italiani arrivano, li possono attaccare e avviluppare da tre lati diversi, sia con coppie che con sezioni di aerei, scardinando la formazione nemica prima che attacchi, nel mentre i V-Bombers possono cambiare rotta o addirittura, salire rapidamente di quota. A quel punto l'esca ha funzionato pienamente: aerei in arrivo a circa 35.000 ft (10,7 km), G.91 mandati allo sbaraglio al limite della loro capacità, contro aerei che a quelle quote, gli possono girare attorno.
Poi i bombardieri salgono di quota tirando il muso in alto, raggiungendo come niente almeno 12.000 metri, e sorvolando la battaglia là sotto, magari anche con un cambiamento di rotta per rendere le cose più sicure.
Nel mentre, abbiamo il seguente scenario prevedibile: dei 4 squadroni di V-Bombers, uno ha uno squadrone di Hunter, un altro uno di Javelin (suprema libidine, trattasi di Vulcan, per cui abbiamo un'intera formazione di bombardieri a delta scortati da un'altra di pari numero di caccia a delta) e altri due con i Lightning.
Quindi immaginatevi la scena: 12 G.91R (non necessariamente i più pesanti R-3) che combattono contro 12 Hunter (o Javelin, o Lightning), mentre nel contempo 12 V-Bombers (Valiant o Vulcan) volano al di sopra della battaglia, ai limiti della stratosfera.
ITALIA VS UK, valutazione complessiva
Quanto agli italiani, l'attacco sarebbe presumibilmente questo: la forza degli aerei leggeri italiani sarebbe stata solo nei Macchi, gli unici con abbastanza autonomia. Ma anche così, è verosimile che abbiano solo 2 bombe Mk 82 o simili. Gli MB.326K hanno anche i due cannoni da 30 mm interni. Sempre presenti i due serbatoi alari e i due subalari. Quanto ai G.91R, ci sono solo le armi interne: l'autonomia non permette infatti una sufficiente capacità di trasporto per le armi pesanti. Sarebbe stato 'bello' se i G.91R avessero avuto lanciarazzi o missili disponibili, come all'inizio avevo pensato possibile. Ma in pratica non è stato possibile confermarlo.
Questo comporta che di fatto, non più di 24 bombe da 500 lb sono portate da ciascuna formazione composita, nonostante siano ben 24 gli aerei disponibili, 12 Macchi e 12 G.91 di scorta. Questi ultimi sono quasi certamente spaziati in avanti e dietro, metà e metà, per 'distrarre' la contraerea, e per fare da guardiaspalle. Volo a circa 300-350 kt, quota 100 ft, ma i guardiaspalle volano a circa 200, la lunghezza della formazione è di almeno 10-20 km, ovvero 1-2 minuti. I Macchi stanno in mezzo e sono suddivisi in formazioni di 3 aerei l'una, oppure di 4 aerei suddivisi a loro volta in due coppie se è una formazione che è fatta in maniera simile a quella dei caccia.
In tutto le 3 basi principali sarebbero attaccate da 60 aerei con 72 bombe da 500 lb, presumibilmente nessuna di queste a caduta ritardata.
Questo è un grave punto debole, perché richiedono lo sgancio in picchiata, esponendosi per molto tempo al tiro nemico proprio sul più bello. O i G.91 fanno il loro lavoro oppure non se ne farà nulla. In altre parole, gli MB.339 dovranno arrampicarsi fin verso i 1.000 m AGL prima di picchiare e sganciare, il tutto in piena vista dei Rapier e simili. Bella roba, eh?
In genere i Macchi 326 arrivano da soli, approfittando delle ondate precedenti che hanno già impiegato le difese al massimo.
Infine, due PD 808GE volano con ciascuna formazione d'attacco iniziale, e cercano di disturbare con i loro 'potenti mezzi' (i migliori sono i due GE-2, ma gli altri sono meno aggiornati) le difese nemiche.
I G.91Y, invece, vanno direttamente all'attacco. Ma è estremamente probabile che una sezione di questi aerei farà la scorta agli altri, visto che non c'é nessun modo di poterli scortare altrimenti e un cacciabombardiere preso in fallo da un caccia finirà per non avere scampo se non è scortato da qualcuno. Le armi disponibili sono in genere solo i due cannoni da 30 e due bombe Mk 82S oppure al limite, BL-755. Non farà molta differenza. Probabilmente le BL vengono usate contro obiettivi di vario tipo, le Mk 82 solo per gli aeroporti.
Infine, gli AMX hanno il Vulcan, 2 AIM-9 e 4 bombe Mk 82S, o forse in qualche caso le più grosse BL-755. Il carburante è necessariamente con due tank da 1.100 litri. In tutto sono solo 48 armi per gruppo, ma non tutti gli aeroporti hanno contro un intero gruppo; almeno due, o nella versione due, almeno quattro aeroporti, avranno mediamente 6, o possibilmente 4, 6 o 8 aerei contro, ovvero tra 16 e 32 bombe.
La forza complessiva non è un granché, solo 216 (1a fascia)+216 (2a e 3a fascia) = 432 bombe per circa 200 tonnellate. Non sono poche in termini assoluti, ma portarle è un conto, metterle a segno è un altro.
COME si è visto prima, comunque sia, esiste anche una forza SEAD. Non è potente e numerosa quanto quella degli inglesi, ma comunque non è trascurabile, possendendo un totale di ben 3 gruppi. Questi sono equipaggiati con Macchi 326K Impala (ovvero, Atlas Impala Mk 2) modernizzati (probabilmente almeno 80 esemplari su 100) con i sistemi RWR, mentre in due casi vi sono piuttosto i G.91R. G.91? Sì, quelli portoghesi, che sono fondamentali per i loro missili AIM-9, ma purtroppo sono fondamentali anche in attacco, perché hanno sistemi di navigazione e attacco migliorati e un sistema RWR. Con questi sono tra i pochi aerei che hanno la capacità di attaccare dei radar in maniera sensata. Ma essendo così pochi (dei 70 G.91R-3 ricevuti dalla FAP, solo 34 vennero messi in servizio e presumibilmente solo una parte modernizzati; idem per i 40 G.91R-4, alcuni dei quali del resto abbattuti già durante la guerra in Africa e ben pochi apparentemente, rimasti in servizio negli anni '80, visto che in tutto il totale contemporaneamente presente non eccedette i 40 esemplari, biposti inclusi!). Questi aerei decollano per lo più dalle basi di 2a fascia e cooperano con i PD-808GE, cercando di 'aprire la strada' alle formazioni d'attacco e di attirare i caccia intercettori lontani dalle basi.
Bisogna dire che la cosa non è così facile, perché ogni radar inglese ha almeno un battaglione a difesa, in genere con diversi sistemi missistici c/c o MANPADS, tanto per 'distrarre' un pò gli aerei, mentre veicoli e soldati lanciano granate nebbiogene oscurando i siti dei radar all'attacco degli aerei (o almeno, cercando di rendergli la vita più difficile possibile). Anche se non è facile nascondare o difendere dei colossi come i Type 85, è facile che in prima linea vi siano sopratutto radar più piccoli o 'sacrificabili'. Certo è che i caccia intercettori dovranno proteggere anche questi, specie con le pattuglie (CAP) a più lungo raggio, che però dovranno abbandonare la difesa delle basi.
PS: va detto che l'intera esistenza del piano d'attacco italiano contro le difese aeree britanniche è in realtà, molto dubbia. Per gli italiani si tratta di rinunciare a due preziosissime unità con i G.91R aggiornati (probabilmente le uniche disponibili, specie se gli equipaggiamenti di queste sono omogenei), mentre la potenza di fuoco dei Macchi 326K è inficiata dalle loro basse prestazioni, specie contro i caccia nemici. Per cui è probabile che gli attaccanti siano 306, ma anche che siano solo 270, lasciando i velivoli alla difesa soltanto, perché un'azione ausiliaria 'ancillare', come quella antiradar, è un lusso che 'non ci si può permettere' data la situazione.
Dei G.91R, del resto, sono disponibili 25 gruppi e 7 di essi sicuramente mandati in azione di scorta agli strikers, mentre almeno 10 sono sicuramente a difesa di altrettante basi principali; ne restano quindi solo 8, che sarebbero tuttavia molto necessari per aumentare la difesa delle stesse basi, doppiandola in diversi casi, oppure dei radar; ridurre di altri due gruppi (a soli 6 liberi) significa a quel punto 25-7-10-2 = 6 gruppi che oltretutto dovrebbero essere utilizzati anche per la difesa ai siti radar, e non solo a quelli aeroportuali. Se si considera che per difendere la linea dei radar ci vorranno probabilmente almeno due gruppi di G.91, a quel punto si potrà doppiare soltanto le basi principali di 1a linea. Vabbé che queste sono le uniche ad essere attaccate dai Jaguar (ma gli italiani non lo sanno!), ma questa disposizione fortemente offensiva sarebbe forse, una scommessa fin troppo audace, specie considerando il sacrificio dei preziosi G.91R con i missili AIM-9, tolti alla difesa aerea che non ha nient'altro che quelli come velivoli 'missilistici'.
LE DIFESE
CASO 1: ITALIA
Per l'Italia è più semplice: i radar principali, anzitutto, sono alcune decine. Ci sono sistemi anche a lungo raggio come l'ARGOS 10 e il RAT-31 (circa 10 esemplari), e altri modelli meno noti, nonché alcuni tipi a corto raggio per le basse quote, ovvero un numero non definibile di radar LPD-21 e Pluto. In tutto può essere che ci siano, tirando le somme, sugli 80 radar ad essere buonisti. Almeno 10 sono negli aeroporti principali, associati alle batterie Aspide. Altri sono comunque disponibili per i radar aeroportuali secondari. In tutto ci saranno sui 50 radar (ma è una stima altamente approssimativa) per la difesa aerea vera e propria. La rete di radar è disposta in maniera tale da coprire quanto più possibile gli spazi aerei. Non è facile dire quanto efficace, perché dipende dalla geografia, che qui è particolarmente avara, tanto da rendere molto difficile la scoperta di aerei a bassa quota oltre i 15 km di distanza. Questo per la mancanza di rilievi sufficienti, o al più, di rilievi nettamente dominanti sugli altri. E' una cosa abbastanza simile a quello che ha fatto la SAAF in Angola, dove pure erano presenti decine di radar di scoperta aerea, sia di vecchio che di nuovo modello.
La catena di radar deve essere quindi fitta, e anche profonda per seguire e tracciare per quanto possibile tutti i bersagli aerei. C'é la necessità di usare un radar ogni 30 km per andare relativamente sul sicuro, o quanto meno sui 50 km.
A questo punto abbiamo la difesa che necessita tra 20 e 30 radar per una singola catena, che sono molti. Probabilmente ci sono almeno 2 catene d'avvistamento, distanti sui 50-60 km dal confine e con un'altra catena radar un pò più piccola e distante a circa altrettanti km. Circa 50 radar di tutto.
La difesa attiva sarebbe fatta più o meno così: ciascuna base principale ha un gruppo da caccia con i G.91R. Questi peraltro, devono garantire la difesa aerea contro ben due diversi tipi di minacce, ovvero quella a bassa quota con i caccia d'attacco, e quella da alta quota con i bombardieri pesanti. Per fare questo correttamente ci vorrebbero in realtà almeno due gruppi da caccia, ma non c'é modo di averceli con la base stessa, almeno non nella 1a fascia, visto che sono tutte impegnate, basicamente, con la formula di: 1 gruppo d'attacco più 1 gruppo di scorta più 1 gruppo da difesa aerea.
In compenso è possibile che da un'altra base arrivino caccia di rinforzo, in genere almeno 1 gruppo che magari, fa la protezione a bassa quota, oppure al contrario, quella in quota, dipende, e così si ripartiscono gli incarichi. Certo che il G.91 non è così efficace come caccia intercettore, ma non c'é molto di meglio.
La difesa di ciascuna base è rappresentata sopratutto dalla batteria Spada-Aspide, generalmente con tre sezioni di due lanciamissili ciascuna.
Per il resto c'é un pò di fucileria tutt'attorno alla base, tanto per rendere difficile l'azione degli aerei. Però si tratta di poca roba: circa 600-700 fucilieri e mitraglieri della base stessa, più circa un reggimento di rinforzo. Probabilmente, quest'ultimo ha mediamente sui 1.000 fucilieri/mitraglieri, che già così sono parecchi, ma è facile che varino a seconda della zona in cui le basi sono stanziate, più nella prima fascia, e meno in quelle più arretrate.
Sembrano pochi e in effetti non sono poi così numerosi. La forza difensiva sarebbe quasi certamente a due anelli, difficile dire però quanto e come distribuiti. Se si usa lo schema inglese sarebbero 700 uomini a 2 km di raggio (circa 60 per km, ovvero un paio di plotoni), mentre i soldati esterni sarebbero a 5 km, ma a quel punto, con 30 km di perimetro sarebbero solo 30 uomini per km (1 plotone). Possono essere più vicini (nonostante il serio problema del fuoco amico), e possono essere più numerosi (fino a forse 1.500 effettivi), ma non è una grande differenza. Sopratutto, se 30+60 uomini non sono poi questa gran forza per fermare i Jaguar, specie se gli aerei non arrivano a bassissima quota, ma cominciano a salire e variare la quota di volo. Bisogna ricordare che sopra i 300 m AGL il tiro di fucileria è praticamente nullo quanto ad effetti pratici, e qui parliamo di una forza non propriamente abbondante. Peraltro le armi sono affidabili e precise (fucili AR e mitragliere MG). Tuttavia, i Jaguar sono blindati (almeno il parabrezza centrale) e bireattori, è difficile che possano essere fermati in maniera significativa; magari danneggiati da qualche colpo, ma non è facile che siano abbattuti o comunque abbiano la missione rovinata. Questi soldati di rinforzo sono almeno capaci di dar loro qualche problema, nonché di respingere eventuali aviosbarchi. Questo perché i britannici hanno molti più aerei cargo degli italiani e mentre questi ultimi possono al più fare missioni commando (che peraltro sono di fatto proibite) con piccole unità, i britannici possono arrivare con una forza agevolmente pari ad una brigata, e non è detto che NON lo facciano davvero (l'unica ragione per evitarlo è di non subire perdite umane elevate).
Dal canto loro, gli italiani non possono ridurre più di tanto la loro forza difensiva degli aeroporti 'lontani' dal confine, perché l'autonomia degli incursori nemici è tale, da rendere possibile l'attacco a tutte le basi italiane, praticamente con identica ferocia. I Jaguar sono del livello degli AMX, non dei G.91/Macchi. E sono molti di più degli AMX.
Queste minacce potenziali fanno da moltiplicatore di guai per gli italiani, infatti per TUTTE le loro basi devono prevedere sia incursioni a bassa quota, che ad alta quota, e comunque sia, molto pesanti; inoltre, devono mettere in conto anche la possibilità concreta che arrivino migliaia di soldati aviolanciati che prendano possesso della base (o anche di più di una...). Hanno equipaggiamenti sufficienti per questo (LAW-80 e MANPADS, per esempio) per potersi difendere dai contrattacchi italiani e tenere la posizione. Questa operazione non sarebbe un'azione commando, ma una vera e propria forza convenzionale d'impiego.
Per esempio, gli italiani, oltre ai 55 gruppi di 1a linea, hanno anche almeno 4 gruppi di G.222, vari gruppi di P.166 (difficile dire quanti, forse circa 6?), mentre il gruppo di PD.808 è 'multiruolo' ma ufficialmente assegnato alla prima linea, dato che conteggia in sé sopratutto gli 8 PD.808GE e forse anche il G.222VS, nonché i PD.808RM e altri tipi. Altre unità di seconda linea non so se esistono, visto che gli addestratori, se poco o nulla armati, non vengono presi in considerazione, così come non lo sono i mezzi non adottati da forze armate vere e proprie. Al contrario, l'UK ha una grande varietà di gruppi di volo, anzi squadroni, con una lista impressionante di aerei quali i Belfast (1 squadrone ridotto di 10 esemplari ), gli Argosy (probabilmente 2 squadroni, 55 esemplari), gli Islander/Defender (? squadroni), probabilmente anche i BAe-125 (? squadroni), i Type 170 (? squadroni), i Beverley (almeno 2 squadrone su 49 costruiti), i VC-10 (1 squadrone), Hastings (6 squadroni, 151 esemplari), HS-748 (forse il più importante di tutti, probabilmente sui 6-10 squadroni), HS-780 (2 squadroni) e vari altri tipi tra cui il Penbrooke (circa 6 squadroni, 128 esemplari presenti). E' praticamente impossibile enumerare le varie versioni militari dei BAe.125, BN-2, BAe.800, e vari altri tipi.
Tenete presente che si tratta di una vera armata aerea: solo gli Argosy e gli Hastings,entrambi con ottime prestazioni, potrebbero in teoria, portare rispettivamente circa 50x55 e 30x151 parà, pari a circa 7.000! Una divisione aeroportata! Persino ignorando tutte le altre capacità, inclusi gli elicotteri, sarebbe possibile teoricamente mandare 1.000-2.000 soldati all'assalto di ogni singola base aerea principale (BAP o MB o M, a seconda della classificazione), in una sola ondata, con lo scopo di conquistarla e di renderla inservibile, manomettendo tutto quel che trovano lì ed eventualmente tornando indietro, oppure addirittura tenendo l'obiettivo per quanto basta prima che arrivino le forze terrestri, che in tal caso chiaramente, dovrebbero essere mandate in azione fin dal 1o giorno.
E considerando che A- non ci sono campi minati e B- le forze britanniche sono così grandi a terra, che possono sfasciare facilmente quelle italiane, basta avanzare a rullo compressore e tempo 1-2 giorni saranno già all'ingresso degli aeroporti.
Per cui, per gli italiani, questa possibilità di aviolanci e di sfondamenti fin dal primo giorno, è altamente probabile e fattibile (contro di loro!). Dal canto loro, gli italiani non possono fare altrettanto, ogni base britannica è semplicemente troppo difesa per essere attaccabile in questo modo. Sarebbe come ipotizzare che i tedeschi avrebbero dovuto paracadutare la loro divisione sul castello di Windsor già nel '40. In teoria possibile, ma in pratica pazzia.
PERO', è pur sempre una possibilità più che concreta. Solo considerando 2 sqn di Andover, 6 di Hastings e 2 di Argosy, è possibile arrivare teoricamente a ben 4776 parà, che sono il doppio di quanto possono fare 3 gruppi con i G.222.
E' abbastanza per assaltare uno dei 4 campi di 1a linea, o anche 2, mentre è difficile organizzare qualcosa di meglio contro 3 o 4 campi. Ovviamente va fatto tutto con la copertura aerea, ma questo forse non è un grande problema.
Un'armata di una cinquantina di aerei da carico parà, seguiti da una cinquantina con soldati, veicoli e rifornimenti, scortati da una trentina di elicotteri armati e da una ventina di caccia e cacciabombardieri che si alternano con aerei simili durante la missione, è una botta micidiale.
E i britannici non sono storicamente nuovi a queste azioni, come a Dieppe o Tobruk. Anche quando fallimentari, hanno dovuto essere tenute presenti.
L'unica ragione per NON usare i parà o le truppe avioportate per colpire aeroporti, od obiettivi di altro tipo come i radar, è che in effetti questo comporta un livello di perdite sicuramente elevato. Ma questo avrebbe davvero importanza? Inoltre è necessario usare le truppe di terra per neutralizzare un obiettivo quando tanto ci sono gli aerei disponibili per questo? L'unica possibilità sarebbe quella di usare queste forze per catturare l'obiettivo senza distruggerlo del tutto, ma in questo forse gli aeroporti secondari sarebbero più sensati che quelli primari.
Ad ogni modo, i parà sarebbero forse più utili per fare dei lanci tagliando la ritirata delle forze nemiche di terra, durante l'offensiva terrestre, la quale peraltro somiglierà molto alla disfatta irakena delle 100 ore piuttosto che alla Normandia.
Comunque sia, la sola minaccia potenziale di questo genere di azioni, indurrà sicuramente gli italiani a stare in estrema difensiva e a destinare alle loro retrovie un bel pò delle magre forze di terra che già possiedono.
Insomma, si tratta di una serie di variabili che i britannici, anche senza i Tornado e gli Harrier, sono comunque in grando di imporre agli italiani senza che questi ultimi possano fare molto.
Anche perché, mandare 4.000 parà ad occupare un aeroporto difeso da circa altrettanti uomini, può essere efficace, specie se ben eseguito. Mentre invece, mandare diciamo 2.000 uomini ad occupare una base difesa da 20.000 soldati in piena efficienza è un pelinino più difficile, specie considerando l'estenzione e la potenza delle difese a.a.
Gli aeroporti secondari, una volta individuati, sarebbero invece più semplici da prendere: non più di 1.000 uomini, probabilmente un btg (500?) di rinforzo dall'esercito. Inoltre, solo un paio di aeroporti secondari (quelli usati da due dei gruppi di AMX) hanno le batterie Spada.
Tra le altre difese, gli italiani possono sempre provare ad usare alcuni dei loro velivoli di 2a linea per monitorare la situazione e cercare di fare i 'picchetti visivi' rispetto agli aerei in avvicinamento. Tra i velivoli che possono fare questo (ma non hanno la velocità per seguire gli aerei nemici) ci possono essere i P.166, i PD-808RM, i G.222 e forse anche gli elicotteri come gli A.109, mentre qualche aereo di 2a scelta (ma non, almeno nominalmente, di 2a linea), come i Macchi 326 biposto, possono anche fare i FAC veloci, sperando di restare abbastanza in contatto con le formazioni nemiche e guidare la caccia da terra. Difficile dire in dettaglio cosa potrebbe essere fatto in questo senso, ma è facile che qualcosa sarebbe fatto.
CASO 2:UK
Qui la situazione è molto più complessa...
La forza di difesa inglese era anzitutto basata su di una rete di avvistamento capillare. Questo schema è simile a quanto hanno gli italiani, infatti entrambi hanno sia una rete radar, che -per quanto possibile almeno- una rete d'avvistamento ottica. Questa era molto meno ufficiale, forse, essendo diciamo, 'casualmente' presente un pò dappertutto, con connessioni via cavo o radio. Gli uomini non mancavano, ma comunque sia questa è una questione piuttosto dibattuta. Vale la pena di ricordare che la Gran Bretagna, ai tempi della Guerra Fredda, aveva delle reti d'avvistamento ottiche sulle coste, come del resto aveva la Svezia e tanti altri.
Non è chiaro se abbia una copertura effettiva sul territorio e in che misura, ma le pattuglie di un esercito così grande sono così tante, da riuscire per forza di cose a 'vedere' gli aerei, e ad identificarli per quanto possibile.
Ma a parte questo servizio ottico, della cui esistenza non è chiarissima l'estenzione, l'importanza e l'ufficialità (è un argomento effettivamente non facile da dire, ma ai tempi della G.F. la Svezia, per dire, aveva oltre 2.000 posti di avvistamento), ci sono i radar.
I sistemi inglesi sono tanti e di tecnologia molto differente tra di loro. Ci sono stati tantissimi tipi di radar del periodo postbellico. Oltre 100 sistemi militari sono stati esportati, tanto per dire. Inoltre vi sono i sistemi della difesa aerea. Solo le batterie di Bloodhound sono probabilmente circa 30 unità, ciascuna con radar di scoperta da oltre 400 km e tiro da quasi 200 km di portata. Poi ci sono i radar di difesa aerea della rete: i più moderni sono circa 15 MARTELLO, paragonabili più o meno ai RAT-31.
L'elenco dei radar noti per il SIPRI, è questo:
UK: ITALIA
Watchman: 26 RAT-31S: 11
S-500: 8 ARGOS-45*: 28 (consegne 1991-93, quindi sicuramente non utilizzabili al 100%)
Martello: 15/16 LPD-20: 18?
S-330: 4 ATCR: 8
S-711: 6 PLUTO: 5**
AR-3D: 18 PS-15: 17
S-600: 7 HSS-1: 10
S-247: 21
Type 14: 2
Type 15: 3
Type 4502: 5
Type 80: 4
Totale: 120+ 69*
*non mi è stato possibile reperire alcuna notizia su questo fantomatico ARGOS-45. L'unica immagine che mai sia riuscito a trovare è quella di un moderno radar sistemato su di un rimorchio con un supporto elevabile, qualcosa tipo un sistema telescopico. Questo dato resta, per quanto ne so, il più indecifrabile mistero delle liste dati forniti dall'altrimenti egregio SIPRI.
La mia idea è che questo programma, dato per certo, non sia mai stato realizzato dato che non ne trovo traccia nemmeno su Gogòl, e non ho visto nulla nemmeno sulle notizie di riviste dell'epoca come RiD, pur essendo indubbiamente un grosso contratto. L'ARGOS, poi, per definizione dovrebbe essere un radar a lunga portata, come è possibile che non abbiano lasciato traccia e che l'aviazione francese non ha alcuna traccia di questo tipo di radar? Bah! Mi sembra assurdo. A tutt'oggi, manca qualsiasi certezza che sia stato realizzato più di un singolo prototipo(?) di questo apparato.
** dei Pluto si dice (stando a quel che affermavano su RiD molti anni fa, considerando che fossero stati venduti 'decine' di esemplari, ma disgraziatamente, di queste massicce vendite al SIPRI apparentemente non sanno nulla. Anche qui, buio pesto, o forse marketing da parte dell'Alenia per sponsorizzare il suo nuovo radar.
In aggiunta alla forza di cui sopra, bisognerà assegnare anche: -almeno 4 radar RAT-31 per l'AMI e a quanto pare, 1 RAT-31 mobile per l'esercito; un lotto di LPD-20 per l'E.I. (che era un vecchio contratto per i libici, poi non andato in porto), radar probabilmente presenti in qualche decina di esemplari (tenete presente che la portata, pur essendo ottimizzata per le basse quote, è di circa 20 km); 10 radar ARGOS-10 bidimensionali (per l'AMI) a lunga portata. Non è chiara la sistemazione dei radar SHORAR e se possano o meno essere considerati parte del dispiegamento italiano.
Questi discorsi sono ancora più complicati se si pensa all'assurdità delle acquisizioni dell'AMI, molto costose tra l'altro: anni 70-80: 10 radar ARGOS-10 2D a lungo raggio. Anni '80: radar RAT-31S; anni '90: RAT-31SL; anni '2000: RAT-31DL, buttando ben 3 generazioni di radar nuovi di pacca in pochissimi anni! Ma le due generazioni di RAT-31 più recenti, non sono interessanti per l'ambientazione del nostro wargame.
Come si vede le incertezze non mancano. Io escludo l'ARGOS-45 perché semplicemente non ho prove della sua esistenza operativa. I radar di scoperta aerea, per compiti civili, fatti dall'Alenia erano già all'epoca molti (oltre 100, presumibilmente), ma non risultano quasi mai dai contratti militari. Del resto, le reti di scoperta radar civili sono anche utilizzabili per scopi militari, ma non vengono coperte da questo tipo di contratti e non vengono considerate se non sono esplicitamente, quanto meno 'doppio ruolo'.
Per quel che riguarda la disposizione delle difese: i britannici hanno tanti di quei radar che è difficile enumerarli, come si è visto sono almeno 120 i sistemi esportati, ma questi non comprendono le centinaia di radar dei sistemi Bloodhound e dei piccoli ma obiqui Rapier. I radar britannici non hanno sicuramente il pregio della compattezza, Rapier a parte, ma hanno potenza da vendere. Anche se realizzati in pochi esemplari, i Type 80, Type 84 e Type 85 sono macchine veramente notevoli, vecchie ma potentissime (con picchi fino a 50 MW!!!), mentre i circa 20 più moderni MARTELLO sono dei sistemi mobili e 3D, di generazione ben più recente anche se certo non minuscoli, di fatto questo li rende i migliori asset della difesa aerea britonna.
Schierati in almeno 3 file da circa 20-30 radar l'una (dipende molto dalla geografia del luogo, per quanto piatta o poco significativa possa essere), a partire da circa 60 km dal confine, con le linee spaziate di 30-40 km tra l'una e l'altra, possono coprire pressoché totalmente uno spazio aereo tra 40 e 160 km circa, praticamente tutta la 1a fascia, senza quasi soluzione di continuità; questo significa che qualsiasi aereo che passi da quelle parti dovrà farsi vedere e tracciare più o meno continuativamente per un percorso dell'ordine di 60 miglia nautiche, che per essere percorso totalmente comporta tempi di circa 10 minuti, o probabilmente sui 12-15 minuti considerando digressioni e dog leg vari; persino gli AMX dovranno faticare il giusto, anche a 420 nodi ci metterebbero almeno 8, ma più probabilmente almeno 10, minuti per uscire da questa rete di avvistamento; salvo poi, ovviamente, rischiare di essere beccati dalle successive catene, che esistono in prossimità degli aeroporti. Lì è verosimile che vi siano da 3 a 5 radar su distanze dell'ordine dei 50 km dalla base aerea vera e propria, così che sia pressoché impossibile trovare un posto in cui passare senza essere seguiti e tracciati, una volta in prossimità della base da attaccare.
Naturalmente la cosa è ancora più seria per i Macchi e Fiat: con così tanti sistemi d'avvistamento, sono costretti a correre al massimo per praticamente tutta la loro missione, solo che i bersagli sono tra 100 e 200 km, per cui nemmeno questo gli basterà per sfuggire all'avvistamento, ed essere tracciati in maniera pressoché continua. Certo che i velivoli WW ed ECM possono aiutare a superare almeno parte della barriera, ma non è facile definire se potranno anche mettere KO i radar ed impedire loro di continuare a tracciare gli obiettivi. Storicamente, non è stato poi così facile distruggere i radar, anche se spesso sono stati messi fuori uso per un pò di tempo (da minuti ad ore), magari quel che basta per far passare l'incursione, ma non per la successiva ondata.
Ogni radar è protetto da almeno un battaglione di soldati ed useranno tutte le armi disponibili per 'distrarre' gli eventuali attaccanti, tra cui 1 o 2 missili Blowpipe, e tutta la forza di fuoco delle armi disponibili, incluse quelle c/c utilizzate come ulteriore problema da risolvere per chi si avvicina.
Poi vi sono le cortine fumogene stendibili per esempio, con i lanciagranate dei blindati e veicoli leggeri, in questo caso per proteggere il radar anziché se stessi.
E ovviamente esistono anche i caccia in CAP per evitare questo tipo di azioni.
Poi ci sono le difese degli aeroporti veri e propri: almeno uno squadrone di caccia è disponibile, anche se in entrambi gli schieramenti, l'aeroporto più vicino ha due squadroni, più uno di cacciabombardieri che peraltro è capace di operare da solo, senza scorte.
Le difese sono quelle già descritte in altre parti del sito.
La 1a fascia ha 6 batterie Rapier su almeno 3 anelli, pari a 1+3+2, con 36 lanciamissili; vi sono anche 60 o forse 72 MANPADS (non è chiarissimo se sono inclusi nel totale i 12 portati dall'esercito, che comunque schiera la batteria di Rapier divisionale).
L'armamento è completato da due batterie di Bloodhound e da -opzionale- una di Tigercat dentro il perimetro aeroportuale.
La presenza dei soldati si avverte anche per un'altra ragione: il fuoco di fucileria, con un'intera divisione schierata attorno alla base. Gli anelli difensivi sono in genere 3 o 5, con una diversa distribuzione dei soldati a seconda se si vuole una maggiore potenza. In tutto vi sono almeno 20.000 soldati, con circa 1.000 mitragliatrici e quasi 20.000 fucili, più centinaia di lanciarazzi e decine di lanciamissili C/C, utilizzati come armi antiaerei di circostanza, allo scopo di 'confondere' i piloti in avvicinamento, magari distraendoli proprio mentre gli viene tirato contro un missile antiereo vero.
La cosa forse più interessante è che tutti i missili inglesi sono fatti in maniera tale da incentivare l'ingaggio frontale: il Blowpipe, per esempio, non è affatto veloce, ma può essere lanciato contro un jet in avvicinamento da 7 km di distanza, perché... l'impatto avviene a 3 km (il che significa che l'aereo è mediamente, PIU' veloce del missile). Non sarà facile utilizzare queste armi, ma non è impossibile e sopratutto, se serve a far fallire la missione primaria agli incursori è già un successo anche se non riesci ad abbatterli.
Quanto al fuoco di fucileria, è talmente potente da rendere l'avvicinamento dei Macchi molto pericoloso, con quell'abitacolo a 'palla di pesce' che farà sentire il pilota del '339 come se stasse davanti ad un plotone d'esecuzione. Niente corazze, e questo volando contro uno schieramento di fucilieri dopo l'altro. L'MB.326K è un pò meglio, ma il parabrezza è pur sempre non corazzato.
La tecnica difensiva può essere quella di piazzare fino a 5 cerchi protettivi, con 1+2+4+4+6 plotoni/km, che è estremamente dispendiosa ma anche molto efficace nel produrre 'distrazione' ai piloti nemici, costretti per circa un minuto a volare con le pallottole nemiche da tutte le direzioni. Oppure 3 fasce, con una densità probabilmente di 2+4+8 plotoni/km. Le fasce sono in ogni caso, a circa 3 km l'una dall'altra, per evitare casi di fuoco 'amico' tra gli stessi soldati, e per aumentare la distanza entro cui è possibile portare contrasto agli attaccanti; notare bene che le difese sono quasi sempre fuori dall'aeroporto, probabilmente a circa 2 km dal centro dello stesso (che di per sé, ha un'estensione di 3x2 km circa). La forza complessiva necessaria è di circa 12.000 uomini (parte dei quali dell'aeronautica e gli altri dell'esercito), il grosso dei quali almeno, fornito da una divisione di fanteria meccanizzata. Fatto presente che ogni plotone sono circa 40 effettivi, e in media ciascuno di loro spara sulle 30 pallottole per ingaggio, significa che ogni aereo in avvicinamento, con un fronte coinvolto di 1 km, avrà. Nel primo caso: 1+2+4+4+6 = 17 plotoni = 680 uomini = 21.000 proiettili circa. Nel secondo caso: 2+4+8 = 14 plotoni = 560 uomini = 17.000 proiettili circa. O addirittura, il più estremo dei casi: un unico anello a 5 km dal centro base, circa 18.000 uomini, circa 15 plotoni/km. Oppure, peggio ancora: l'anello è a 3 km, il che ci dà circa 10.000 effettivi necessari. Il motivo di questa 'barriera'? Crivellare qualsiasi cosa voli sopra il terreno, scommettendo tutto in un unico sbarramento di enorme potenza, lasciando appena indietro i missili antiaerei, che potranno prendersi cura di chi riuscisse a scappare, addirittura con l'esclusiva, perché i fucilieri non hanno il permesso di sparare verso l'interno della base, così che le batterie SAM non abbiano nessun disturbo nella loro azione da parte di pallottole 'amiche'.
Quanti colpi vanno a segno? Considerando che la portata tipica è tra 100 e 1200 metri al massimo, ma che il grosso delle munizioni è tirato tra i 500/600 e i 100 metri, e notare bene, qui si parla solo dei colpi arrivati FRONTALMENTE, è chiaro che si tratta di un problema non indifferente per i piloti! A queste condizioni, non ci sarebbe da stupirsi che un fante ragionevolmente ben addestrato a questo tipo di compito abbia una % di successo per proiettile dell'1% circa. Se così fosse, avremmo tra i 170 e i 210 colpi a segno! E notare bene, sono proiettili frontali, circa al 50% traccianti, particolarmente intimidatori (e incendiari) e per il 50% perforanti (se fossero presenti degli API sarebbe anche meglio, ovviamente...). In questo wargame, 50 colpi sono sufficienti per causare praticamente sempre danni seri, e 100 sono abbastanza per arrivare a danni 'gravi'. Quindi sì, c'é di che preoccuparsi! E con la minaccia dei missili in quota, gli attaccanti saranno costretti a stare per forza bassissimi. E quando sono stati individuati, a quel punto, perdono ogni vantaggio a restare lì.
A questo aggiungiamo anche i cannoni dei mezzi più pesanti, dai potenti ma un pò lenti RARDEN da 30 mm di diversi mezzi inglesi, ai cannoni di calibro maggiore, come i 76 mm che tirano munizioni a mitraglia (una specie di 'lupara') che possono essere pericolose, ma con una gittata utile ridotta, contro un aereo in avvicinamento; ai cannoni da 105 mm dei carri armati, che sparano colpi HE davanti agli aerei in avvicinamento, cosa che può facilmente danneggiarli o 'distrarli'. A tutto questo vanno aggiunti i lanciarazzi LAW-80 e vari tipi di missili (ATGW) c/c. I lanciarazzi non sarebbero utilizzabili per questo scopo, ma sono comunque temibili, sia per tiro diretto a brevissimo raggio, sia per tiro indiretto, esplodendo davanti agli aerei. Non sarà un granché come deterrente, ma nemmeno un fucile lo è. E tra i razzi c/c gli RPG sono assai noti per i tiri anti-aerei. Certo che non si può avere una pretesa di precisione per il tiro antiaereo, manca una granata a frammentazione e con spoletta di auto-distruzione come nel caso degli RPG, e non avendo un motore a razzo secondario non si vedono in volo, quindi è difficile pensare che siano missili antiaerei. Però sono precisi, anche se con raggio d'azione corto, e possono causare lo stesso qualche sorpresina, diversificando la minaccia, come se non ce ne fossero già abbastanza. Infine vi sono i missili c/c, che sono precisi e capaci. Il Vigilant è stato considerato un ottimo missile, facile da guidare sul bersaglio. I suoi limiti maggiori sono una gittata ridotta (1.500 yd ovvero sui 1.360 metri), una velocità ridotta (poco oltre 100 m/sec, circa 12,5 secondi per quasi 1.400 metri), e un numero non così elevato prodotto, tanto che il SIPRI parla di appena 2.280 missili nuovi esportati in alcune nazioni, nulla comunque di comparabile al successo dell'SS-10/11/12 francesi o dei Cobra tedeschi. In UK il Vigilant entrò in piena produzione attorno al 1963, ma già nel 1969 venne sostituito dallo Swingfire, almeno come missile di corrente produzione. Tuttavia è chiaro che almeno diverse migliaia sono state prodotte e qualche centinaio di lanciatori è verosimile che siano stati realizzati, inclusi quelli su veicoli blindati e non.
Nell'insieme, le difese inglesi sembrano proprio toste, già considerando quelle a terra. Le basi di 2a schiera hanno un pò meno armamenti a.a., per esempio 5 batterie lanciamissili Rapier, e quelle di 3a fascia ne hanno 4 l'una.
La cosa che va detta dei missili inglesi è che da un lato, sono difficili da operare perché fatti per essere guidati anziché dotati di intelligenza propria, e sono buoni sopratutto per i tiri frontali. Dall'altro lato, però, oltre ad essere perfetti per eseguire un'interdizione contro aerei in avvicinamento (con i sensori IR, anche sofisticati, è difficilissimo lanciare frontalmente ad un aereo), sono a guida radio o anche laser, in entrambi i casi sono impossibili non solo da disturbare, ma anche da rilevare con i sensori tipici degli aerei tattici, che quando esistono (ovvero solo su circa 80 Macchi 326, circa 70 AMX e 40 G.91R a far tanto...) sono usati per i soli sensori radar e non possono sentire e disturbare i segnali UHF dei missili. Questo vuol dire che un missile in avvicinamento frontale sarà sì, visibile per tempo, se non ci si distrae; ma che bisogna manovrare il più possibile, perché sennò il missile colpirà di sicuro (almeno, se il lancio è corretto), infatti non solo non esistono ECM a bordo di questi velivoli adatti per disturbare questo tipo di missili (mentre invece, anche i più sofisticati sistemi IR e radar possono essere disturbati e ingannati, essendo dopo tutto solo delle macchine 'usa-e-getta' senza nessun controllo diretto), ma una volta individuato, l'aereo non può nemmeno contare sul volo a bassisima quota per 'neutralizzare' anzitempo i missili in avvicinamento, perché questi non hanno una spoletta di prossimità (che in questo frangente è vantaggioso) o se ce l'hanno, è a cortissimo raggio d'azione (ancora meglio). Quindi per quanto emettano segnali di inganno radar e volino radenti, quando avvistati sono comunque in pericolo, mentre tanti altri tipi di missile sarebbero ingannati dalle ECM o resi inefficaci dalle quote troppo basse, sic et simplicer. E' una differenza che fa pensare, specie perché i Rapier non sono più, nel 1992, gli stessi sistemi forse un pò immaturi del 1982. Idem per i MANPADS, passati dai Blowpipe ai Javelin e poi addirittura allo Starbust (purtroppo però, presente in pochi esemplari), sistemi dalle prestazioni superiori e dal sistema di guida automatico grandemente migliorato (specie lo Starbust è molto lodato dai suoi pochi utilizzatori).
Le basi secondarie in media hanno solo 4 Rapier, tra 6 in prima linea, e 2 in 3a linea. Del resto, finché non sono scoperte non sono attaccabili per cui hanno proprio una difesa ridotta all'osso, giusto per giustificarne la serietà di disposizione.
Infine, ovviamente, ci sono i caccia intercettori. Nessuno di loro è splendido quanto a capacità, non essendovi i Tornado ADV, che se adottati in questa versione del wargame (come gli inglesi hanno, in realtà, tutto il diritto di fare), non ci sono 8 squadroni di potenti intercettori, capaci di spazzare via le incursioni italiane ondata dopo ondata. Per il resto, comunque sia, vi sono decine di squadroni da caccia e quasi tutti sono missilistici: a parte i due con gli Gnat, per il resto vi sono Harrier (veloci e ben armati, un pò scarsi come autonomia), Hunter (ben armati, veloci, agili, scarsi ad autonomia), Hawk (ben armati e con buona autonomia, ma un pò lenti), Jaguar (veloci, ben armati, buona autonomia, un pò scarsi come agilità), Lightning (veloci, abbastanza ben armati, scarsa autonomia, molto agili), e Javelin (abbastanza veloci, ben armati, buona autonomia, poco agili, ma sopratutto essenzialmente usati per la scorta dei bombardieri).
Bisogna dire che ogni singolo caccia missilistico pone un problema ben maggiore di uno 'cannoniero'. Significa che si può attaccare un bersaglio da 2-3 km di distanza anziché mezzo chilometro, e questo significa che appena si nota uno di questi intercettori alle spalle, bisogna subito eseguire manovre difensive. Questo è maggiormente vero se si considera che la maggior parte degli aerei italiani non ha nemmeno dei lanciatori di bengala, cosa che solo gli AMX hanno come standard, mentre una parte minoritaria di G.91R (forse) e Macchi 326 ha delle versioni meno efficaci. Quindi, una volta eseguito l'aggancio bisogna evitare al meglio possibile l'attacco, anche perché va detto, che anche missili piuttosto vecchi possono essere letali anche a bassa quota, persino gli AIM-9B e gli Atoll qualche volta funzionano a quei livelli, figurarsi gli AIM-9P, per esempio. E ben difficilmente, vedendo la sagomba traballante negli specchietti retrovisori, si sarà in grado di dire che tipo di aereo li insegue, e meno che mai la versione dello stesso. Con i cannoni magari è possibile, ma con i missili è praticamente impossibile, visto che la distanza di tiro minima in genere è di oltre 500, possibilmente 1.000 metri. Per cui, per prudenza, non è che si possa stabilire se un Hawk è un Mk 66 svizzero con gli AIM-9J o uno inglese con gli AIM-9L, e per sfuggire all'intercettazione è necessario a quel punto rompere la formazione e sganciare carichi esterni vari, sennò non c'é speranza di sfangarla. E questo ad una quota dove è facile che bombe e serbatoi possano esplodere o rimbalzare colpendo anche l'aereo che li sgancia.
Infine, da notare che non mancano nemmeno le piattaforme di 'sorveglianza' aerea. Anzitutto quelle AEW, che peraltro rappresentano un rebus. I Britonni hanno un sacco di sistemi di questo tipo, ma purtroppo sono quasi tutti di dubbia utilità. I Sea King AEW sono modelli americani prodotti su licenza, e comunque appartengono alla marina, quindi non si considerano. Poi vi sono gli Shackleton AEW (12, di cui 6 aggiornati abbastanza estesamente), che peraltro sono discendenti di aerei bellici e non è sicurissimo se si possano considerare per il wargame (comunque sì, via, che diavolo! Dopo tutte le penalizzazioni a cazzo subite dai britonni, ci mancherebbe). Considerando che essi sono versioni recce di aerei da pattugliamento, armati, potrebbero anche essere mandati al posto di uno squadrone di aerei da caccia o comunque da combattimento, anche se certo non sono aerei 'di prima linea'. Il punto è se valgano la pena, viste le ridotte capacità che hanno. Ad ogni modo, in genere, considerando anche il tipo di aerei disponibili, sarebbe consigliato usarli, visto che per quanto scadenti, hanno un raggio di scoperta di circa 130 km (180 per quelli aggiornati), che significa un bel pò di spazio aereo. Poi vi sono i Nimrod AEW, che sarebbero un buon sistema, se soltanto fossero stati mai davvero operativi. Che questi mezzi lo siano stati, ad un certo punto, è vero, anche se erano prototipi. Infatti risulta che siano stati dati ad uno squadrone (forse il No.8) operativo. Però sono mezzi dalle scarse capacità pratiche, pur essendo molto più moderni, e sono anche pochi. Ma se funzionano anche solo poco (il prototipo n.1 fu addirittura proposto per l'uso alle Falklands), sarebbe già una mezza rivoluzione. Certo che tra i Nimrod AEW che per varie ragioni non funzionarono, e i Tornado ADV che vennero messi in condizioni operative solo dopo anni di stenti, la coppia 'incudine-martello' della RAF anni '80 fu piuttosto lacunosa, tanto che al posto dei Nimrod AEW e dei Tornado F.2, alla fine entreranno in servizio effettivi gli E-3D Sentry e gli F.3.
Quanto al discorso degli altri aerei radar, c'é il sistema radar di sorveglianza, ma anch'esso rimasto a livelli prototipici all'epoca (l'ASTOR); infine ci sarebbe il Gannet, con lo stesso radar dello Shackleton, ovviamente è più piccolo, però sarebbe inglese e abbastanza numeroso e affidabile. Ah, già, dimenticavo: è della Marina, quindi non si può usare!
Quanto agli altri velivoli, però, niente paura: ce ne sono molti, tanto da dare solo problemi di imbarazzo nella scelta. La teoria è che semplicemente debbano segnalare la presenza di velivoli nemici in avvicinamento, o addirittura ombreggiarli. Nel primo caso, va bene un pò tutto: volando a media quota, si possono portare aerei di ogni tipo, tra cui i cargo come gli Hastings (piuttosto veloci, circa 300 kt, se necessario), così come aerei piccoli d'avvistamento (Auster o Islander), o addirittura elicotteri (Lynx o Scout).
A differenza dei britannici, gli italiani hanno anche una piccola flotta di teleguidati; non è noto quanti e come, ma c'erano all'epoca i Mirach 100 a reazione, e i Mirach 20 ad elica. Sono bersagli elusivi per cui è difficile vederli ed abbatterli. Possono tornare utili per confondere le difese inglesi simulando incursioni aeree, così come possono essere usati per ricognizione. Però, i Mirach 20 sono pochi e lenti, e i Mirach 100 recce, per quanto veloci, sono anch'essi pochi, per cui non si può realmente utilizzarli per scandagliare quantità apprezzabili di territorio, in cerca degli aeroporti secondari nemici o anche di altri bersagli paganti. Possono confondere le difese anche simulando attacchi, ma quanti e come è un bel rebus. In ogni caso non dovrebbero essere un problema maggiore di tanto.
Questo, specialmente se le incursioni aeree, anche molto grosse (fino a 24 aerei) sono viste direttamente da mezzi di terra o aerei e riconosciute. Per ombreggiare gli aerei nemici si possono usare anche velivoli di prima linea, come gli Hawk o gli Hunter. Però è possibile anche usare i jet executive: i BAe 125 sono stati prodotti in un buon numero per le aeronautiche militari e non c'é ragione di non utilizzarli. Sono velivoli molto rapidi e possono, tirando al massimo, seguire con una certa facilità i Macchi e i Fiat, meno magari gli AMX, ma almeno per un pò possono farlo. Idealmente, vettorati dalla rete a terra, o agendo per propria iniziativa, volando sui 3.000 metri, potrebbero seguire le formazioni nemiche, se necessario scendendo fino a 1.500-2.000 metri per aumentare la velocità, e restare alle loro spalle. Una volta che questo accade, fanno da 'segnalibro' e anche se i radar non dovessero vedere direttamente gli aerei a bassissima quota, vedrebbero l'inseguitore. I caccia pure, e potrebbero anche avere l'informazione giusta per attaccare gli aerei italiani semplicemente vedendo dove è e in che direzione vola l'aereo ombreggiatore, ben sapendo che gli incursori dovrebbero essere lì avanti a circa 4-5 km e 2-3 km più bassi.
Questa tecnica era seguita anche dalla LWe dall'aviazione nordvietnamita in tempo di guerra, ma adesso, con le rotte di volo a bassissima quota e le velocità da jet, era tutto più difficile. Tuttavia, questa possibilità è ben plausibile e vale anche la pena di buttare qualche aereo militare relegandolo al ruolo di osservatore, perché poi riuscirà ad essere un vero moltiplicatore di forze. Ergo, poco conta se hai 12 caccia e non sai dove è il nemico; meglio avere 10 caccia con qualcuno degli altri due, che avvistata la formazione, la tiene d'occhio e guida gli altri 10, magari giusto in tempo per beccarla. Ma se si usano i BAe 125 (qualche dubbio sulla disponibilità dei successivi BAe 800, per non parlare dei grossi BAe 146 e Comet), la cosa non è particolarmente difficile, anche con tutto il vantaggio di avere un equipaggio capace di volare e di comunicare, e di mantenere l'osservazione puntuale (magari con tanto di binocolo, ovviamente) della formazione (anche un Hawk biposto sarebbe buono per questo e meno facilmente rilevabile per la scorta nemica). I caccia avversari potrebbero tentare di fermare l'osservazione, ma difficilmente ci riuscirebbero appieno, caso mai darebbero dei problemi, ma stando ad almeno 1000-2000 metri più in alto sarà difficile attaccare l'aereo, specie se poi c'é la costante paura dei SAM a lungo raggio (e dei caccia) nemici. Il BAe 125, leggero, notevolmente veloce e assai piccolo, sembra proprio l'aereo giusto per fare da 'guardone', visto che la sua velocità è ben compatibile con quella degli striker italiani: almeno viaggiando alla massima velocità dovrebbe essere in grado di seguire le formazioni nemiche in volo di crociera (sui 600-700 km/h), perdendo un pò il confronto soltanto con gli AMX; però, potendo scendere leggermente di quota, potrebbe restargli appiccicato almeno qualche minuto senza perdere il contatto visivo.
Sull'efficacia delle incursioni aeree, poi, c'é da commentare anche quanto siano potenti le bombe usate e le tecniche eseguite.
Da un lato, le bombe da 500 lb sganciate da bassissima quota, praticamente livellati, hanno pochissima penetrazione (bisogna ricordare che le piste sono spesse 25-30 cm), e fanno danni superficiali, facilmente riparabili. Dall'altro lato, le bombe da 1.000 lb inglesi fanno moltissimi danni, un pò perché più pesanti, un pò perché sganciate da alta quota, arrivano con una tale velocità e angolo, da penetrare facilmente ogni struttura prima di esplodere, tetto degli hangar incluso. E i crateri, anziché di 1x4 metri, facilmente diventano di 7x6 metri (larghezza per profondità). Le Durandal, se presenti, fanno danni a circa 100 mq di pista, le CBU sono pericolose specie per le munizioni inesplose, ma fanno tanti piccoli buchi e non è facile dire se siano meglio. Ma considerando che i britannici le hanno scarsamente usate contro Stanley e in genere, non direttamente sulla pista, evidentemente non sono considerate molto efficaci.
Quanto alle % di colpire: nel caso degli AMX, per esempio, una strisciata di 4 bombe darà, lungo una pista con angolo di 30-45° di attraversamento, probabilmente 2-3 bombe a segno. Bisogna dire che 1/3 degli ordigni di questo tipo, storicamente, resta inesploso o scoppia in maniera irregolare o dopo essere rimbalzato. La conseguenza è che ben poco ci si può aspettare persino da un intero gruppo di 12 AMX armati di Mk 82Snakeye. Considerando la difficoltà di arrivare sull'obiettivo e di mirare in maniera accurata, è possibile che solo 10-15 bombe (a far tanto, forse nemmeno quelle) vadano a segno, per fare 8-12 crateri di piccole dimensioni e facili da riparare. Non molto contro due piste da 5 km complessivi.
Qui però c'é un problema di importanza fondamentale: le tecniche di bombardamento sono sempre le stesse, e valgono per tutti gli aerei. La potenza d'attacco dipende moltissimo da questa, e sopratutto... la percentuale di colpi a segno.
Ecco un problema che di fatto i velivoli italiani NON possono eludere:
-attacco tipo skip bombing: puoi farlo anche a 10 metri di quota, ma serve solo per le bombe a scoppio ritardato e per una pista di volo, l'angolo di impatto è insufficiente e rimbalza senza problemi, magari esplodendo in coda all'aereo, o addirittura impattandoci direttamente contro
-attacco con volo livellato e cabrata successiva: quota minima 120 metri se ad almeno 400 kt (per i Macchi 326K è già il limite), ma comporta una richiamata veloce a centinaia di metri di quota (300? 500?)
-attacco con volo livellato continuo: quota minima, a 400 kt, ben 300 metri
Questi attacchi non sono efficaci contro le difese nemiche o il tipo di bersaglio indicato, anche perché gli hangar corazzati sono immuni di fatto dalle bombe da 500 lb, essendo resistenti fino a quelle da 1.000 lb purché non superino velocità transoniche (fino a 500-600 kt lateralmente e 500 kt sul tetto), quindi le armi di questo tipo possono essere usate solo contro le piste, ma questo è possibile soltanto con una forte angolazione, ovvero NON con quei profili illustrati sopra.
-attacco in picchiata/planata da media quota: sale da almeno 3 km dal bersaglio, poi arriva a 600 metri e scivola giù sganciando a 360 kt e a 450 metri, angolo di sgancio 15° (impatto sui 25°) recuperando entro i 400 metri dalla picchiata (o meglio, in realtà scendendo ancora più in basso, per il disimpegno): tempo tra l'inizio della cabrata e sgancio: circa 15 secondi.
-attacco in picchiata da media quota: sale da almeno 5 km dal bersaglio, poi arriva a 900 metri e picchia a circa 30°, sgancia a 360 kt e a 600 metri (angolo d'impatto sui 40°) recuperando entro i 300-500 di quota. Tempo necessario: circa 25-30 secondi.
Questi profili possono essere marginalmente efficaci per attaccare piste da 25-30 cm di spessore e in cemento/calcestruzzo. MA, il tempo di esposizione è alto, altissimo! Un Rapier può lanciare entro 5-6 secondi dall'allerta e anche se il bersaglio non fosse stato visto prima dell'inizio della cabrata, potrebbe lanciare un missile a 1 km di distanza prima ancora che l'aereo sganci le bombe: infatti, con 1 secondo (tempo di scoperta)+6 (approntamento)+3 (lancio a 1 km) = 10 secondi, tempo entro cui il Macchi (o anche il Fiat, se è per questo) non potrebbe proprio salire fino a 600 metri e poi scendere fino a 450, percorrendo 2 km (orizzontali!) che richiederebbero a quel punto, una velocità media di 720 km/h, che è a stento raggiunta prima dell'attacco e certo non è la media del percorso.
Con il profilo di questo tipo è possibile sganciare da 1 km (orizzontali) dal bersaglio; mentre se è ottenuto il profilo di attacco da 900 metri, è possibile sganciare solo da 600 metri e in tal caso esistono almeno 25-30 secondi di tempo per la salita e l'attacco (da 5-6 km dal bersaglio). E in tal caso, è possibile lanciare addirittura due salve di missili (è noto, almeno teoricamente, che i Rapier Blindfire possono ingaggiare bersagli duplici in simultanea).
E ricordiamo, che per un aereo in volo a 120 metri, persino con un ostacolo altro 20 metri e a 400 m di distanza, è visibile da circa 2,4 km (quota minima di sgancio con cabrata successiva, ma solo a 400 kt, che è troppo per i Macchi 326K ma abbastanza per i '339), a 300 metri sei visibile da 6 km (quota minima per evitare le schegge), a 600 m da 12 km (vertice della cabrata per l'attacco in 'planata') e a 900 m da ben 18 km (vertice dell'attacco in picchiata con angolo di 30°). Finché vola a 30 metri, invece, la distanza di scoperta è di appena 600 metri, al di sotto della gittata minima di molti tipi di SAM!
La mancanza di bombe a caduta ritardata è fondamentale per impedire agli aerei di seguire il profilo di volo migliore (per loro). La gittata dei missili è sufficiente per ingaggiare i bersagli in avvicinamento fin da quando salgono in quota. Questi elementi possono far diventare i bombardieri dei semplici bersagli da tiro al piattello.
Mentre per quel che riguarda i V-Bomber, il problema è dato dalla precisione delle alte quote, ovvero un pò bassa. Ma con 250-420 bombe per squadrone, nemmeno questo è impossibile, pur tirando da 9-10 km di quota. Una strisciata con le bombe a 1/10 di secondo l'una dall'altra è sufficiente per fare sui 500-800 metri di percorso, sganciando con un certo angolo, diciamo sui 30°, dalla pista, è facile che, in assenza di grossi errori, si possano piazzare le bombe sull'obiettivo, anche usando il mirino ottico (nell'ipotesi di disturbo da terra del radar, per esempio). Con 21-35 bombe è possibile che il 10% possa andare a segno, tra l'altro quasi mai senza esplodere (ma anche se fosse, piantate dentro la pista restano un problema notevole, anche perché potrebbero essere benissimo armi a scoppio ritardato). Con 12 aerei in modalità standard è possibile fare probabilmente tra i 20 e i 40 centri sulle piste, che a quel punto diventano inutilizzabili almeno per diverse ore.
Bisogna dire che gli italiani non hanno molto bisogno di piste, i G.91R in teoria sono capaci di farne a meno, così gli Y, anche i Macchi hanno poco bisogno di grandi piste anche se non sono proprio 'fuoristrada', gli AMX hanno senz'altro bisogno di piste anche se non molto lunghe.
Però operare lontani dagli aeroporti può essere pericoloso, perché la zona è aperta, esposta, e ogni aereo nemico che arriva da media quota può vedere l'assemblamento lì sotto e attaccarlo con ogni arma, con risultati non belli.
Da parte britannica, a non esigere le piste ci sono gli Harrier, ma anche i Jaguar possono operare da terreni semi-preparati. Comunque, anche i V-Bomber sorprendentemente sono capaci di operare, se non senza piste, quanto meno da piste assai piccole, cosa che torna molto utile se c'é da sfruttare qualche pezzo intatto all'atterraggio. Questo è particolarmente sentito quando c'é da scegliere se usare l'aeroporto 'alternato' oppure, per comodità, atterrare su quello originario e rifornirsi con comodo, mentre la pista viene riparata nelle ore successive.
In caso di 'alternato', tutto deve essere ben preparato, incluse le clip di bombe, per servire prontamente l'aereo in questo secondo luogo. Tecnici e materiale possono essere portati celermente lì, per esempio, sia con mezzi terrestri che aerei.
La viabilità è discreta e ovviamente non ci sono grandi ostacoli naturali, mentre le strade sono tendenzialmente dritte e senza fossi, una pacchia per operare anche senza piste utilizzabili dagli aeroporti.
Ma allora perché affannarsi tanto a colpirli? Perché sono là, evidentemente. Del resto con un bombardiere cos'altro puoi fare se non bombardare grossi obiettivi? In ogni caso, il nemico non può lasciarti fare a pezzi le infrastrutture, perché aerei 'fuoristrada' o no, alla fine ne esce distrutto!
E tutto questo è per ragionare sulla prima azione di entrambe le forze aeree. Pensate un pò quel che significa scrivere di tutto il resto.
E le altre mosse?
Dopo la prima ondata che succede? In larga misura dipende dal risultato che si ottiene e il prezzo che fa pagare a chi prova ad ottenerlo. Quale sarà mai la percentuale di perdite? Chi lo sa. Però è chiaro chi è avvantaggiato. E dire che questo si ottiene anche senza tenere in ballo i Tornado ADV, Tornado GR.1A e Harrier II.
La percentuale di perdite può essere la più varia: indicativamente la piazzo tra l'1 e il 50% delle varie ondate d'assalto. Come spiegato in altre pagine del sito, può capitare di tutto. In Angola, la SAAF ha avuto meno dell'1% di perdite, mentre nel Golfo, la situazione è stata simile... ma non quando le prime ondate d'attacco si sono scatenate. Per esempio, la RAF ha perso 4 Tornado in 4 giorni (apparentemente in poco più di 100 sortite), anche se uno per incidente; mentre l'AMI, beh, ha avuto il 12,5% di perdite, o il 100% (a seconda se si calcola o meno il totale con gli aerei complessivamente impiegati, oppure solo quelli che hanno completato la missione, almeno... per l'andata). Alle Falklands le % sono state simili, del 2-3% (5 Harrier e Sea Harrier in circa 220 missioni d'attacco). E questo senza gli intercettori in giro, perché gli argentini, quando sono riusciti ad arrivare in zona d'operazioni, hanno avuto perdite terribili, pur infliggendo anche danni molto gravi. L'ultima battaglia aerea vide 4 Skyhawk inseguiti da due Sea Harrier con 3 aerei abbattuti (75%), andandoci vicini al 100% visto che spararono quasi sicuramente anche al quarto aereo.
Detto questo, è chiaro che la guerra aerea moderna è un gioco rischioso per tutti i contendenti. Ma se gli AMX, con sistemi di navigazione e attacco precisi, missili Sidewinder e sistemi ECM sono pericolosi e difficili da intercettare anche per caccia moderni, e maggiormente ancora per velivoli come gli Hunter e gli Hawk, cosa dire allora... dei Jaguar cacciati dai Gina?!? E' una battaglia impari.
Inoltre il tipo di difesa a riccio delle basi è assolutamente micidiale. Se alle Falklands il fuoco di fucileria causò qualche serio dispiacere, con plotoni di fucilieri che miravano ai caccia argentini dai ponti delle navi; o i parà che abbatterono almeno un Pucarà durante la battaglia di Goose Green, vuol dire che la faccenda è più seria di quel che ci si potrebbe aspettare.
A questo punto, cone decine di migliaia di soldati schierati attorno alle basi, cosa potrà succedere a chiunque si avvicini a volo radente, per evitare quei missili che a quote appena più alte li farebbero a pezzi senza essere nemmeno disturbabili dai propri sistemi ECM?
Un punto debole potenzialmente letale per gli attaccanti è anche la mancanza di armi anti-pista adatte, non parliamo poi nemmeno di quelle stand-off. La presenza di bombe a caduta ritardata significa solo la formazione di crateri che probabilmente un camion di asfalto e un rullo compressore di qualche tipo (anche 'a muscoli'), riesce a rimediare senza tanti problemi. D'altro canto, è impossibile impedire la seconda ondata da entrambe le parti, perché i 25 aeroporti secondari sono inattaccabili, anche se tutti i 10 principali fossero messi KO totalmente.
Cosa accadrà dunque? A mio avviso è impossibile superare senza danni la barriera di acciaio attorno alle basi aeree. Questo potrebbe portare alla perdita dell'aereo, o quanto meno a danni tali, da essere poi facile preda della caccia che se li ha mancati inizialmente, non li mancherà poi. Non siamo più ai tempi delle Fortezze volanti, pochi buchi qua e là significa mettere KO sistemi importantissimi e spesso fondamentali per la sopravvivenza dell'aereo in battaglia o anche per continuare a volare. Gli aerei moderni sono 'pieni zeppi' di cose di importanza vitale, non è che puoi trapassarli 100 volte e non beccare niente di importante.
Se questo è vero, come non dubito, le perdite dirette e i danni saranno tali da rendere impossibile agli aerei italiani sferrare danni letali alle basi inglesi, e anche reiterando l'azione nelle missioni del primo giorno che vengono poi, non faranno altro che subire altri danni pesantissimi, con praticamente il 100% degli aerei abbattuto o danneggiato. Un bel guaio, non c'é che dire. I meccanici rischiano seriamente di fare gli straordinari.
Per giunta, la cosa NON è simmetrica. La forza aerea inglese è molto più al riparo: i bombardieri in quota sono praticamente invulnerabili, i Jaguar sono appena più sensibili dato che per quando arriveranno, i bombardamenti in quota avranno pressoché sicuramente menomato gravemente la batteria SPADA a terra, visto che i radar, lanciamissili e anche i collegamenti via cavo sono tutti vulnerabili a questi bombardamenti a tappeto che certamente subirebbero, visto che i V-Bomber sono riusciti a passare difese ben peggiori. E se i loro sistemi ECM sono vecchi, va detto che i Vulcan riuscirono più volte a penetrare le difese aeree del NORAD negli anni '60, malgrado che i difensori non fossero certo limitati ai G.91, che non riescono nemmeno ad essere pari agli F-86 come intercettori (almeno in quota).
Finito il primo giorno, è facile che gli aerei italiani KO sarebbero circa il 50% del totale, tra distrutti e seriamente danneggiati. Per giunta, se tutto andrà come è prevedibile, praticamente tutti gli aeroporti, inclusi i secondari (quanto meno quelli di 1a e 2a fascia) sarebbero ridotti a macerie. La % di aerei britonni finiti distrutti o KO per i danni alla fine della giornata (ovvero che non sarebbero stati operativi per l'alba successiva) sarebbe, a mio avviso, difficilmente superiore al 10%.
Per giunta gli aerei inglesi avrebbero modo di continuare le azioni anche nella fase notturna, utilizzando alcuni dei loro velivoli, come i V-Bombers, i Buccaneer e presumibilmente, anche i Jaguar (almeno nelle condizioni di superiorità in cui si trovano, per esempio volando a media quota).
Quanto ai V-Bombers, essi sarebbero assolutamente validi per queste azioni. Costretti ad operare da basi troppo vicine ai confini, con il rischio di essere distrutti al suolo o immobilizzati, hanno però un vantaggio fondamentale, quello della rapidità di riarmo. Un V-Bomber come il Vulcan può essere rifornito con 3 clip di bombe da 7 l'una, e ripartire come se fosse Antani, con una velocità sconosciuta ad un bombardiere normale, quasi da F.1. Probabilmente in 60-120 minuti è possibile rifornirlo e riarmarlo, oltretutto non deve per forza decollare con il massimo carburante, probabilmente gliene basta il 50-60% e comunque quello è il problema minore. Lavorando in parallelo, con rifornimento carburante, bombe e controlli tecnici diventa facile, se non bastasse ci sono pur sempre diversi aerei di riserva efficienti (probabilmente 2-4) per rimpiazzare la perdita operativa. Per questo, è possile partire alle 6, ripartire alle 12, con un pò di sforzo ripartire alle 17, e infine prendersela comoda e ripartire per le 24, riprendendo alle 6 del giorno dopo. In pratica, per 24 ore, il Vulcan e gli altri sarebbero costretti a volare circa il 50% del tempo in quota, ma 2-3 ore tra una missione e l'altra dovrebbero essere sufficienti se si organizza bene la manutenzione. Con gli aerei nella migliore condizione fisica possibile, ovvero 'come nuovi' (almeno, rispetto al livello di upgrade scelto per loro), la cosa non è certo impossibile, anche se può sembrare pazzesca. Qualche dubbio per il Valiant, che ha meno libertà con i clip di bombe (ammesso che li usi), e forse con il Victor, se non altro perché ha più bombe. Ma se si riesce a fare un tempo di servizio di 15-30 minuti per un cacciabombardiere da 10 tonnellate, un tempo di 1-2 ore per un V-Bomber è senz'altro alla portata, e a quel punto, fa davvero differenza il caricare altri due clip di bombe?
Dall'altro lato, i Jaguar sarebbero altrettanto micidiali nei loro strike a bassa quota. Avere circa 100 aerei di livello non tanto inferiore a quello del Tornado, impegnati contro difese da 4 soldi come quelle italiane è difficilmente sovrastimabile. Con 400 missioni belliche, forse addirittura 500, in capo ad un giorno, aerei del genere possono fare uno sproposito di danni.
A questo aggiungiamo le missioni anti-radar: le difese italiane hanno pochissime possibilità di fermare le incursioni degli aerei inglesi come i Buccaneer e gli Harrier, e fin dal primo attacco è plausibile che almeno la metà dei radar di 1a linea italiani siano danneggiati o messi fuori uso.
Orbo, zoppo e monco, ecco come risulterà il dispositivo italiano dopo la prima ondata d'attacchi. Quello britannico al massimo avrà un occhio nero, forse nemmeno quello.
Il resto delle giornate saranno simili; le riserve prenderanno il posto delle perdite totali (è opinabile QUALI siano le perdite totali, però: gli aerei W/O o F.U. sono sicuramente perdite, ma quelli danneggiati in maniera tale da non essere riparabili il giorno dopo vanno sostituiti? Almeno in teoria no, in pratica direi di sì, vista l'impossibilità di prevedere il tempo di riparazione, mentre sono ancora disponibili ampie riserve). Però l'aviazione italiana avrà subito un deficit di velivoli di tipo moderno, a causa dei danni subiti nel primo giorno. Inoltre le infrastrutture saranno già state molto danneggiate dai britannici.
La manfrina quindi vedrà simili sostituire i simili, accorpare gruppi rimasti con pochi aerei sostituendone qualcuno con interi gruppi di altro tipo, oppure sostituire aerei di versioni più moderne con quelli delle versioni meno recenti; ma togliere dalla 1a linea un Macchi 326K per rimpiazzarlo con un MB.326H, è una perdita nettissima che di fatto invalida la capacità operativa dell'aviazione tattica italiana. Non puoi mandare seriamente in azione un giorno un mini-cacciabombardiere come il Macchino K, e poi il giorno dopo il Macchino H che a stento riesce a decollare con un paio di bombette, per giunta contro difese pressoché intatte.
Le riserve di munizioni, poi, non sono un problema per i britonni. Hanno prodotto le armi da 1.000 lb in vari modelli e hanno il diritto ad usarle, ce ne sono a migliaia, a decine di migliaia; le BL-755, anche se suddivise con altri utenti (inclusi... gli italiani), sono da sole qualche decina di migliaia di esemplari:a metà anni '90 erano circa 60.000 gli esemplari prodotti (report Forecast) quindi fatevi un'idea, di quel che significa quest'arma.
Al contrario, ovviamente, gli italiani non hanno altro che i set basici di bombe 'garantite' per il numero di aerei che sono disponibili. Sono tante, ma non tante quanto quelle inglesi. Nemmeno di lontano. Idem per i missili di vario tipo, SAM, AAM, ASM (questi ultimi scarsamente rappresentati in entrambi gli schieramenti). Considerando tutto, dovrebbero essere circa 50.000 le bombe disponibili per gli italiani, più quelle a grappolo (alcune centinaia, sono 3 anziché 10 ricariche per ciascuna), e i razzi (certo decine di migliaia), missili e cannoni. Ma come si diceva sopra, le sole BL-755 sono un valore che probabilmente era dell'ordine delle 50.000, più un numero sicuramente maggiore di bombe 'normali' da 500 e 1.000 lb. Si pensi che se fossero disponibili 10 ricariche per tutti i V-Bombers, saremmo già così sopra le 70.000 bombe disponibili. Più oltre 50.000 SAM, più oltre 5.000 AAM, più centinaia di missili aria-terra, più i razzi, più, più, più...
E POI... LA MAMMA DI TUTTE LE BATTAGLIE...
La lotta per la superiorità aerea, ovviamente, finirebbe per essere determinante per eliminare le forze di terra rimaste senza copertura aerea. Visto che ai britannici le armi a.a. non mancano, e tanto meno quelle offensive, non c'é molto di che preoccuparsi in questo senso. Quanto alle riserve aeree, è impossibile esaurirle: hanno oltre 5.000 aerei solo considerando quelli di 1a linea di 10 tipi diversi (in pratica gli unici qui valutati e presenti fin dall'inizio). Per vincere gli italiani dovrebbero mettere KO gran parte delle 35 basi aeree, ma con che aerei e con che armi potrebbero mai riuscirci? Al meglio potrebbero mandarne fuori servizio alcune per alcune ore, ma non riuscirebbero a sistemarle definitivamente, questo è sicuro. Per giunta, con quasi 300 Harrier e oltre 300 Jaguar capaci di operare anche fuori dai campi di volo normali, riuscire a mettere a terra l'aviazione nemica resterebbe fuori discussione in ogni caso.
Dopo probabilmente circa 3 giorni, le riserve aeree sarebbero esaurite e le forze italiane messe pesantemente KO da tutti i punti di vista. Così sarebbe andata totalmente in malora la speranza italiana di uscire in qualche modo vincitrice dal confronto, cosa che, data la sproporzione di forze terrestri in campo, sarebbe possibile soltanto con la conservazione del potere aereo e l'annientamento di quello nemico.
Penso che nemmeno se riducessimo l'intero schieramento inglese a un tipo solo dei principali, in particolare penso agli Hunter (quasi 2.000 esemplari, il che significa che si può riempire l'intera prima linea usando inizialmente solo le migliori versioni disponibili, quelle derivate dai tipi base Mk 6 e Mk 9), sarebbe possibile vincere per gli italiani, solo che sarebbe più difficile per i britannici batterli, anche se avrebbero il 'vantaggio' di una certa uniformità nei loro reparti aerei, invece di una variabilità forse un pò seccante per l'armonizzazione ottimale della loro forza aerea.
Dopo i primi 3 giorni, inizierebbero quasi certamente le operazioni terrestri. Dapprima su piccola scala, poco più che infiltrazioni, poi sempre più insistenti, e ovviamente accompagnate dal tiro di artiglieria, che però i britonni potrebbero fare con facilità, mentre gli italiani dovrebbero stare molto attenti, specie con la loro artiglieria principale di piccolo calibro (l'obice Mod. 56), perché quando non hai la superiorità aerea e non hai la difesa aerea tattica non è molto consigliabile usare l'artiglieria. Quella a lungo raggio è più credibile, ma per una formazione aerea 10 o 20 km non fa molta differenza: in campo aperto e senza difese aeree, è tutto molto pericoloso, il che significa che l'artiglieria britannica può fare più danni pur essendo nominalmente inferiore.
Poi inizia l'attacco diretto, probabilmente dopo altri tre giorni di schermaglie e battaglie minori varie. Inizia, più precisamente, la parte finale della battaglia/guerra che sia. La Madre di tutte le Battaglie, insomma. La forza di terra britonna è molto più forte di quella italiana.
La forza da battaglia inglese si basa anzitutto sulle grandi unità corazzate a livello divisionale. In tutto, circa 400.000 uomini con circa 10 divisioni corazzate pesanti, e 20 leggere, ovvero meccanizzate; i reggimenti delle prime erano con i carri pesanti Chieftain, Challenger e Conqueror; le seconde con i carri Vickers MBT nei vari modelli, circa 200 e circa 100 per ciascuna rispettivamente.
Di queste divisioni, probabilmente 10 sono in prima linea, circa una ogni 100 km di confine; poi ci sono altre 10 divisioni di seconda schiera, probabilmente per lo più meccanizzate; in fine ce ne sono circa 10 a protezione di ciascuna base principale (MB 1/10).
Poi, dall'altra parte, abbiamo solo circa 150.000 uomini, di cui apparentemente 55.000 per le basi aeree. D'altro canto abbiamo solo circa 100.000 uomini, di cui circa l'80% (al massimo) di prima linea. Delle unità principali probabilmente solo 4 sono divisioni leggere di fanteria, da 10-12.000 effettivi l'una, più probabilmente 10 brigate di artiglieria da 2.000-2.500 effettivi l'una, forse troppe, ma necessarie per sfruttare almeno in parte il parco artiglierie disponibile. Infatti, il totale degli uomini schierati è di 100 per mezzo corazzato, ma non c'é una valutazione anche per le artiglierie. Un'idea, peraltro si potrebbe altrimenti fare: 5, o anche 10 (magari per le sole artiglierie pesanti?) per ciascuna artiglieria. Questo da solo renderebbe possibile usare altri 15.000-30.000 uomini, sufficienti per le brigate e capaci di liberare altro personale per altre 1-2 divisioni almeno. Ma, sebbene possibile, non è poi così accettabile: perché dovrebbe essere così avvantaggiato l'esercito italiano?
Ad ogni modo, la forza italiana avrebbe solo l'artiglieria. La forza blindata era quasi esclusivamente con i Fiat 6614 APC e 6616 recce. Dei mezzi corazzati 'seri' ce ne sono solo un centinaio, tra Centauro e OF-40, appena sufficienti per una brigata corazzata/blindata. In pratica essi sono piuttosto dispersi in piccole unità come principali armi controcarri divisionali. Ricordo che non ci sono missili di sorta in questo caso, almeno per quanto mi risulta. I missili c/c sono accettabili se in versioni apposite di mezzi corazzati o comunque inclusi nella progettazione (per esempio, gli IFV spesso ne hanno), certo non come kit di modifica per veicoli tipo la Campagnola. Le armi c/c non sono da questo punto di vista accettabili, nemmeno i cannoni S.R. da 106 si capisce cosa debbano fare su di un veicolo non americano, che non sia in una versione specializzata per questo compito.
Detto questo, è chiaro come va a finire: la Madre di tutte le Battaglie, quindi, non durerà molto, tanto di meno quanto più rapido sarà efficiente il loro supporto aereo e logistico. Probabilmente non sarà necessario invadere tutti i 500.000 kmq del territorio nemico, basterà travolgere le difese di prima fascia e se queste vengono arretrate, sarà possibile conquistare le basi aeree (o quel che ne resta) e tutti gli altri obiettivi più importanti. Bisogna dire che le missioni di supporto, così come quelle di difesa aerea, non hanno una quantità massima prefissata, purché per l'appunto, attacchino bersagli tattici, ovvero entro i 50 km dal confine, o dal punto di avanzata. Certo che non sarebbe facile rispettare alla lettera questo tipo di selezione, ma almeno l'idea di supporto aerotattico esiste e a questa ci si riferisce. A quel punto ogni cosa che si oppone potrà essere attaccata. E siccome la forza aerea inglese sarà numericamente sempre la stessa, ma gli italiani non hanno la stessa 'fortuna'. E' probabile che a quel punto non ci siano più di 300 aerei italiani, non propriamente spartani, e questo comporta anche gli aerei meno recenti, e scarsamente efficienti o inefficienti ma ancora nominalmente in servizio, mentre la RAF (chiamiamola così) ha 990 aerei come sempre, anche se non così efficaci come prima. Probabilmente il valore bellico italiano, già inferiore, è sceso al 10% di prima, mentre la RAF ha ancora probabilmente attorno al 90% della propria capacità, il che significa almeno 10-15 volte più potente degli italiani. Questo significherà sicuramente un disastro totale per questi ultimi.
E così il gioco finirà. Perdite: italiane, totalmente azzerati; inglesi, probabilmente tra i 100 e i 300 aerei di prima linea distrutti, più quelli danneggiati e quelli di 2a linea distrutti o KO. Le perdite sono quasi totalmente in aria, perché le basi sono blindate. Gli italiani non hanno la stessa fortuna, non avendo molto dietro cui nascondersi: le basi blindate sono vulnerabili sia a missili e bombe LGB, sia al bombardamento a tappeto da alta quota. Inoltre, messe KO le basi, diventa molto facile localizzare gli aerei in piazzole a terra in aeroporti semi-preparati. Alla fine la RAF finisce per surclassare il nemico in tutti i modi e con tutti i vantaggi, con uno stile che ricorda la Tunisia nel 1943, ma senza nemmeno una retrovia entro cui scappare. Ricordo la perdita di due gruppi da caccia a Korba, nell'aprile del 1943, causa mitragliamenti degli Spitfire. Era sicuramente più difficile abbattere la trentina di Macchi in combattimento aereo che eliminarli a terra senza correre rischi. E in fondo, anche quelli, anzi sopratutto quelli, erano aerei 'fuoristrada', altro che i G.91. Con 430 litri per il pieno, e spazi di volo di poco più di 300 metri, erano meglio di 3-4 volte rispetto alle esigenze dei Fiat.
E così è andata. Poi per carità, la simulazione non potrà mai essere realistica al 100%, però dà l'idea almeno di quando e come si potrebbero vederne gli esiti.
CASO 1: ITALIA
Per l'Italia è più semplice: i radar principali, anzitutto, sono alcune decine. Ci sono sistemi anche a lungo raggio come l'ARGOS 10 e il RAT-31 (circa 10 esemplari), e altri modelli meno noti, nonché alcuni tipi a corto raggio per le basse quote, ovvero un numero non definibile di radar LPD-21 e Pluto. In tutto può essere che ci siano, tirando le somme, sugli 80 radar ad essere buonisti. Almeno 10 sono negli aeroporti principali, associati alle batterie Aspide. Altri sono comunque disponibili per i radar aeroportuali secondari. In tutto ci saranno sui 50 radar (ma è una stima altamente approssimativa) per la difesa aerea vera e propria. La rete di radar è disposta in maniera tale da coprire quanto più possibile gli spazi aerei. Non è facile dire quanto efficace, perché dipende dalla geografia, che qui è particolarmente avara, tanto da rendere molto difficile la scoperta di aerei a bassa quota oltre i 15 km di distanza. Questo per la mancanza di rilievi sufficienti, o al più, di rilievi nettamente dominanti sugli altri. E' una cosa abbastanza simile a quello che ha fatto la SAAF in Angola, dove pure erano presenti decine di radar di scoperta aerea, sia di vecchio che di nuovo modello.
La catena di radar deve essere quindi fitta, e anche profonda per seguire e tracciare per quanto possibile tutti i bersagli aerei. C'é la necessità di usare un radar ogni 30 km per andare relativamente sul sicuro, o quanto meno sui 50 km.
A questo punto abbiamo la difesa che necessita tra 20 e 30 radar per una singola catena, che sono molti. Probabilmente ci sono almeno 2 catene d'avvistamento, distanti sui 50-60 km dal confine e con un'altra catena radar un pò più piccola e distante a circa altrettanti km. Circa 50 radar di tutto.
La difesa attiva sarebbe fatta più o meno così: ciascuna base principale ha un gruppo da caccia con i G.91R. Questi peraltro, devono garantire la difesa aerea contro ben due diversi tipi di minacce, ovvero quella a bassa quota con i caccia d'attacco, e quella da alta quota con i bombardieri pesanti. Per fare questo correttamente ci vorrebbero in realtà almeno due gruppi da caccia, ma non c'é modo di averceli con la base stessa, almeno non nella 1a fascia, visto che sono tutte impegnate, basicamente, con la formula di: 1 gruppo d'attacco più 1 gruppo di scorta più 1 gruppo da difesa aerea.
In compenso è possibile che da un'altra base arrivino caccia di rinforzo, in genere almeno 1 gruppo che magari, fa la protezione a bassa quota, oppure al contrario, quella in quota, dipende, e così si ripartiscono gli incarichi. Certo che il G.91 non è così efficace come caccia intercettore, ma non c'é molto di meglio.
La difesa di ciascuna base è rappresentata sopratutto dalla batteria Spada-Aspide, generalmente con tre sezioni di due lanciamissili ciascuna.
Per il resto c'é un pò di fucileria tutt'attorno alla base, tanto per rendere difficile l'azione degli aerei. Però si tratta di poca roba: circa 600-700 fucilieri e mitraglieri della base stessa, più circa un reggimento di rinforzo. Probabilmente, quest'ultimo ha mediamente sui 1.000 fucilieri/mitraglieri, che già così sono parecchi, ma è facile che varino a seconda della zona in cui le basi sono stanziate, più nella prima fascia, e meno in quelle più arretrate.
Sembrano pochi e in effetti non sono poi così numerosi. La forza difensiva sarebbe quasi certamente a due anelli, difficile dire però quanto e come distribuiti. Se si usa lo schema inglese sarebbero 700 uomini a 2 km di raggio (circa 60 per km, ovvero un paio di plotoni), mentre i soldati esterni sarebbero a 5 km, ma a quel punto, con 30 km di perimetro sarebbero solo 30 uomini per km (1 plotone). Possono essere più vicini (nonostante il serio problema del fuoco amico), e possono essere più numerosi (fino a forse 1.500 effettivi), ma non è una grande differenza. Sopratutto, se 30+60 uomini non sono poi questa gran forza per fermare i Jaguar, specie se gli aerei non arrivano a bassissima quota, ma cominciano a salire e variare la quota di volo. Bisogna ricordare che sopra i 300 m AGL il tiro di fucileria è praticamente nullo quanto ad effetti pratici, e qui parliamo di una forza non propriamente abbondante. Peraltro le armi sono affidabili e precise (fucili AR e mitragliere MG). Tuttavia, i Jaguar sono blindati (almeno il parabrezza centrale) e bireattori, è difficile che possano essere fermati in maniera significativa; magari danneggiati da qualche colpo, ma non è facile che siano abbattuti o comunque abbiano la missione rovinata. Questi soldati di rinforzo sono almeno capaci di dar loro qualche problema, nonché di respingere eventuali aviosbarchi. Questo perché i britannici hanno molti più aerei cargo degli italiani e mentre questi ultimi possono al più fare missioni commando (che peraltro sono di fatto proibite) con piccole unità, i britannici possono arrivare con una forza agevolmente pari ad una brigata, e non è detto che NON lo facciano davvero (l'unica ragione per evitarlo è di non subire perdite umane elevate).
Dal canto loro, gli italiani non possono ridurre più di tanto la loro forza difensiva degli aeroporti 'lontani' dal confine, perché l'autonomia degli incursori nemici è tale, da rendere possibile l'attacco a tutte le basi italiane, praticamente con identica ferocia. I Jaguar sono del livello degli AMX, non dei G.91/Macchi. E sono molti di più degli AMX.
Queste minacce potenziali fanno da moltiplicatore di guai per gli italiani, infatti per TUTTE le loro basi devono prevedere sia incursioni a bassa quota, che ad alta quota, e comunque sia, molto pesanti; inoltre, devono mettere in conto anche la possibilità concreta che arrivino migliaia di soldati aviolanciati che prendano possesso della base (o anche di più di una...). Hanno equipaggiamenti sufficienti per questo (LAW-80 e MANPADS, per esempio) per potersi difendere dai contrattacchi italiani e tenere la posizione. Questa operazione non sarebbe un'azione commando, ma una vera e propria forza convenzionale d'impiego.
Per esempio, gli italiani, oltre ai 55 gruppi di 1a linea, hanno anche almeno 4 gruppi di G.222, vari gruppi di P.166 (difficile dire quanti, forse circa 6?), mentre il gruppo di PD.808 è 'multiruolo' ma ufficialmente assegnato alla prima linea, dato che conteggia in sé sopratutto gli 8 PD.808GE e forse anche il G.222VS, nonché i PD.808RM e altri tipi. Altre unità di seconda linea non so se esistono, visto che gli addestratori, se poco o nulla armati, non vengono presi in considerazione, così come non lo sono i mezzi non adottati da forze armate vere e proprie. Al contrario, l'UK ha una grande varietà di gruppi di volo, anzi squadroni, con una lista impressionante di aerei quali i Belfast (1 squadrone ridotto di 10 esemplari ), gli Argosy (probabilmente 2 squadroni, 55 esemplari), gli Islander/Defender (? squadroni), probabilmente anche i BAe-125 (? squadroni), i Type 170 (? squadroni), i Beverley (almeno 2 squadrone su 49 costruiti), i VC-10 (1 squadrone), Hastings (6 squadroni, 151 esemplari), HS-748 (forse il più importante di tutti, probabilmente sui 6-10 squadroni), HS-780 (2 squadroni) e vari altri tipi tra cui il Penbrooke (circa 6 squadroni, 128 esemplari presenti). E' praticamente impossibile enumerare le varie versioni militari dei BAe.125, BN-2, BAe.800, e vari altri tipi.
Tenete presente che si tratta di una vera armata aerea: solo gli Argosy e gli Hastings,entrambi con ottime prestazioni, potrebbero in teoria, portare rispettivamente circa 50x55 e 30x151 parà, pari a circa 7.000! Una divisione aeroportata! Persino ignorando tutte le altre capacità, inclusi gli elicotteri, sarebbe possibile teoricamente mandare 1.000-2.000 soldati all'assalto di ogni singola base aerea principale (BAP o MB o M, a seconda della classificazione), in una sola ondata, con lo scopo di conquistarla e di renderla inservibile, manomettendo tutto quel che trovano lì ed eventualmente tornando indietro, oppure addirittura tenendo l'obiettivo per quanto basta prima che arrivino le forze terrestri, che in tal caso chiaramente, dovrebbero essere mandate in azione fin dal 1o giorno.
E considerando che A- non ci sono campi minati e B- le forze britanniche sono così grandi a terra, che possono sfasciare facilmente quelle italiane, basta avanzare a rullo compressore e tempo 1-2 giorni saranno già all'ingresso degli aeroporti.
Per cui, per gli italiani, questa possibilità di aviolanci e di sfondamenti fin dal primo giorno, è altamente probabile e fattibile (contro di loro!). Dal canto loro, gli italiani non possono fare altrettanto, ogni base britannica è semplicemente troppo difesa per essere attaccabile in questo modo. Sarebbe come ipotizzare che i tedeschi avrebbero dovuto paracadutare la loro divisione sul castello di Windsor già nel '40. In teoria possibile, ma in pratica pazzia.
PERO', è pur sempre una possibilità più che concreta. Solo considerando 2 sqn di Andover, 6 di Hastings e 2 di Argosy, è possibile arrivare teoricamente a ben 4776 parà, che sono il doppio di quanto possono fare 3 gruppi con i G.222.
E' abbastanza per assaltare uno dei 4 campi di 1a linea, o anche 2, mentre è difficile organizzare qualcosa di meglio contro 3 o 4 campi. Ovviamente va fatto tutto con la copertura aerea, ma questo forse non è un grande problema.
Un'armata di una cinquantina di aerei da carico parà, seguiti da una cinquantina con soldati, veicoli e rifornimenti, scortati da una trentina di elicotteri armati e da una ventina di caccia e cacciabombardieri che si alternano con aerei simili durante la missione, è una botta micidiale.
E i britannici non sono storicamente nuovi a queste azioni, come a Dieppe o Tobruk. Anche quando fallimentari, hanno dovuto essere tenute presenti.
L'unica ragione per NON usare i parà o le truppe avioportate per colpire aeroporti, od obiettivi di altro tipo come i radar, è che in effetti questo comporta un livello di perdite sicuramente elevato. Ma questo avrebbe davvero importanza? Inoltre è necessario usare le truppe di terra per neutralizzare un obiettivo quando tanto ci sono gli aerei disponibili per questo? L'unica possibilità sarebbe quella di usare queste forze per catturare l'obiettivo senza distruggerlo del tutto, ma in questo forse gli aeroporti secondari sarebbero più sensati che quelli primari.
Ad ogni modo, i parà sarebbero forse più utili per fare dei lanci tagliando la ritirata delle forze nemiche di terra, durante l'offensiva terrestre, la quale peraltro somiglierà molto alla disfatta irakena delle 100 ore piuttosto che alla Normandia.
Comunque sia, la sola minaccia potenziale di questo genere di azioni, indurrà sicuramente gli italiani a stare in estrema difensiva e a destinare alle loro retrovie un bel pò delle magre forze di terra che già possiedono.
Insomma, si tratta di una serie di variabili che i britannici, anche senza i Tornado e gli Harrier, sono comunque in grando di imporre agli italiani senza che questi ultimi possano fare molto.
Anche perché, mandare 4.000 parà ad occupare un aeroporto difeso da circa altrettanti uomini, può essere efficace, specie se ben eseguito. Mentre invece, mandare diciamo 2.000 uomini ad occupare una base difesa da 20.000 soldati in piena efficienza è un pelinino più difficile, specie considerando l'estenzione e la potenza delle difese a.a.
Gli aeroporti secondari, una volta individuati, sarebbero invece più semplici da prendere: non più di 1.000 uomini, probabilmente un btg (500?) di rinforzo dall'esercito. Inoltre, solo un paio di aeroporti secondari (quelli usati da due dei gruppi di AMX) hanno le batterie Spada.
Tra le altre difese, gli italiani possono sempre provare ad usare alcuni dei loro velivoli di 2a linea per monitorare la situazione e cercare di fare i 'picchetti visivi' rispetto agli aerei in avvicinamento. Tra i velivoli che possono fare questo (ma non hanno la velocità per seguire gli aerei nemici) ci possono essere i P.166, i PD-808RM, i G.222 e forse anche gli elicotteri come gli A.109, mentre qualche aereo di 2a scelta (ma non, almeno nominalmente, di 2a linea), come i Macchi 326 biposto, possono anche fare i FAC veloci, sperando di restare abbastanza in contatto con le formazioni nemiche e guidare la caccia da terra. Difficile dire in dettaglio cosa potrebbe essere fatto in questo senso, ma è facile che qualcosa sarebbe fatto.
CASO 2:UK
Qui la situazione è molto più complessa...
La forza di difesa inglese era anzitutto basata su di una rete di avvistamento capillare. Questo schema è simile a quanto hanno gli italiani, infatti entrambi hanno sia una rete radar, che -per quanto possibile almeno- una rete d'avvistamento ottica. Questa era molto meno ufficiale, forse, essendo diciamo, 'casualmente' presente un pò dappertutto, con connessioni via cavo o radio. Gli uomini non mancavano, ma comunque sia questa è una questione piuttosto dibattuta. Vale la pena di ricordare che la Gran Bretagna, ai tempi della Guerra Fredda, aveva delle reti d'avvistamento ottiche sulle coste, come del resto aveva la Svezia e tanti altri.
Non è chiaro se abbia una copertura effettiva sul territorio e in che misura, ma le pattuglie di un esercito così grande sono così tante, da riuscire per forza di cose a 'vedere' gli aerei, e ad identificarli per quanto possibile.
Ma a parte questo servizio ottico, della cui esistenza non è chiarissima l'estenzione, l'importanza e l'ufficialità (è un argomento effettivamente non facile da dire, ma ai tempi della G.F. la Svezia, per dire, aveva oltre 2.000 posti di avvistamento), ci sono i radar.
I sistemi inglesi sono tanti e di tecnologia molto differente tra di loro. Ci sono stati tantissimi tipi di radar del periodo postbellico. Oltre 100 sistemi militari sono stati esportati, tanto per dire. Inoltre vi sono i sistemi della difesa aerea. Solo le batterie di Bloodhound sono probabilmente circa 30 unità, ciascuna con radar di scoperta da oltre 400 km e tiro da quasi 200 km di portata. Poi ci sono i radar di difesa aerea della rete: i più moderni sono circa 15 MARTELLO, paragonabili più o meno ai RAT-31.
L'elenco dei radar noti per il SIPRI, è questo:
UK: ITALIA
Watchman: 26 RAT-31S: 11
S-500: 8 ARGOS-45*: 28 (consegne 1991-93, quindi sicuramente non utilizzabili al 100%)
Martello: 15/16 LPD-20: 18?
S-330: 4 ATCR: 8
S-711: 6 PLUTO: 5**
AR-3D: 18 PS-15: 17
S-600: 7 HSS-1: 10
S-247: 21
Type 14: 2
Type 15: 3
Type 4502: 5
Type 80: 4
Totale: 120+ 69*
*non mi è stato possibile reperire alcuna notizia su questo fantomatico ARGOS-45. L'unica immagine che mai sia riuscito a trovare è quella di un moderno radar sistemato su di un rimorchio con un supporto elevabile, qualcosa tipo un sistema telescopico. Questo dato resta, per quanto ne so, il più indecifrabile mistero delle liste dati forniti dall'altrimenti egregio SIPRI.
La mia idea è che questo programma, dato per certo, non sia mai stato realizzato dato che non ne trovo traccia nemmeno su Gogòl, e non ho visto nulla nemmeno sulle notizie di riviste dell'epoca come RiD, pur essendo indubbiamente un grosso contratto. L'ARGOS, poi, per definizione dovrebbe essere un radar a lunga portata, come è possibile che non abbiano lasciato traccia e che l'aviazione francese non ha alcuna traccia di questo tipo di radar? Bah! Mi sembra assurdo. A tutt'oggi, manca qualsiasi certezza che sia stato realizzato più di un singolo prototipo(?) di questo apparato.
** dei Pluto si dice (stando a quel che affermavano su RiD molti anni fa, considerando che fossero stati venduti 'decine' di esemplari, ma disgraziatamente, di queste massicce vendite al SIPRI apparentemente non sanno nulla. Anche qui, buio pesto, o forse marketing da parte dell'Alenia per sponsorizzare il suo nuovo radar.
In aggiunta alla forza di cui sopra, bisognerà assegnare anche: -almeno 4 radar RAT-31 per l'AMI e a quanto pare, 1 RAT-31 mobile per l'esercito; un lotto di LPD-20 per l'E.I. (che era un vecchio contratto per i libici, poi non andato in porto), radar probabilmente presenti in qualche decina di esemplari (tenete presente che la portata, pur essendo ottimizzata per le basse quote, è di circa 20 km); 10 radar ARGOS-10 bidimensionali (per l'AMI) a lunga portata. Non è chiara la sistemazione dei radar SHORAR e se possano o meno essere considerati parte del dispiegamento italiano.
Questi discorsi sono ancora più complicati se si pensa all'assurdità delle acquisizioni dell'AMI, molto costose tra l'altro: anni 70-80: 10 radar ARGOS-10 2D a lungo raggio. Anni '80: radar RAT-31S; anni '90: RAT-31SL; anni '2000: RAT-31DL, buttando ben 3 generazioni di radar nuovi di pacca in pochissimi anni! Ma le due generazioni di RAT-31 più recenti, non sono interessanti per l'ambientazione del nostro wargame.
Come si vede le incertezze non mancano. Io escludo l'ARGOS-45 perché semplicemente non ho prove della sua esistenza operativa. I radar di scoperta aerea, per compiti civili, fatti dall'Alenia erano già all'epoca molti (oltre 100, presumibilmente), ma non risultano quasi mai dai contratti militari. Del resto, le reti di scoperta radar civili sono anche utilizzabili per scopi militari, ma non vengono coperte da questo tipo di contratti e non vengono considerate se non sono esplicitamente, quanto meno 'doppio ruolo'.
Per quel che riguarda la disposizione delle difese: i britannici hanno tanti di quei radar che è difficile enumerarli, come si è visto sono almeno 120 i sistemi esportati, ma questi non comprendono le centinaia di radar dei sistemi Bloodhound e dei piccoli ma obiqui Rapier. I radar britannici non hanno sicuramente il pregio della compattezza, Rapier a parte, ma hanno potenza da vendere. Anche se realizzati in pochi esemplari, i Type 80, Type 84 e Type 85 sono macchine veramente notevoli, vecchie ma potentissime (con picchi fino a 50 MW!!!), mentre i circa 20 più moderni MARTELLO sono dei sistemi mobili e 3D, di generazione ben più recente anche se certo non minuscoli, di fatto questo li rende i migliori asset della difesa aerea britonna.
Schierati in almeno 3 file da circa 20-30 radar l'una (dipende molto dalla geografia del luogo, per quanto piatta o poco significativa possa essere), a partire da circa 60 km dal confine, con le linee spaziate di 30-40 km tra l'una e l'altra, possono coprire pressoché totalmente uno spazio aereo tra 40 e 160 km circa, praticamente tutta la 1a fascia, senza quasi soluzione di continuità; questo significa che qualsiasi aereo che passi da quelle parti dovrà farsi vedere e tracciare più o meno continuativamente per un percorso dell'ordine di 60 miglia nautiche, che per essere percorso totalmente comporta tempi di circa 10 minuti, o probabilmente sui 12-15 minuti considerando digressioni e dog leg vari; persino gli AMX dovranno faticare il giusto, anche a 420 nodi ci metterebbero almeno 8, ma più probabilmente almeno 10, minuti per uscire da questa rete di avvistamento; salvo poi, ovviamente, rischiare di essere beccati dalle successive catene, che esistono in prossimità degli aeroporti. Lì è verosimile che vi siano da 3 a 5 radar su distanze dell'ordine dei 50 km dalla base aerea vera e propria, così che sia pressoché impossibile trovare un posto in cui passare senza essere seguiti e tracciati, una volta in prossimità della base da attaccare.
Naturalmente la cosa è ancora più seria per i Macchi e Fiat: con così tanti sistemi d'avvistamento, sono costretti a correre al massimo per praticamente tutta la loro missione, solo che i bersagli sono tra 100 e 200 km, per cui nemmeno questo gli basterà per sfuggire all'avvistamento, ed essere tracciati in maniera pressoché continua. Certo che i velivoli WW ed ECM possono aiutare a superare almeno parte della barriera, ma non è facile definire se potranno anche mettere KO i radar ed impedire loro di continuare a tracciare gli obiettivi. Storicamente, non è stato poi così facile distruggere i radar, anche se spesso sono stati messi fuori uso per un pò di tempo (da minuti ad ore), magari quel che basta per far passare l'incursione, ma non per la successiva ondata.
Ogni radar è protetto da almeno un battaglione di soldati ed useranno tutte le armi disponibili per 'distrarre' gli eventuali attaccanti, tra cui 1 o 2 missili Blowpipe, e tutta la forza di fuoco delle armi disponibili, incluse quelle c/c utilizzate come ulteriore problema da risolvere per chi si avvicina.
Poi vi sono le cortine fumogene stendibili per esempio, con i lanciagranate dei blindati e veicoli leggeri, in questo caso per proteggere il radar anziché se stessi.
E ovviamente esistono anche i caccia in CAP per evitare questo tipo di azioni.
Poi ci sono le difese degli aeroporti veri e propri: almeno uno squadrone di caccia è disponibile, anche se in entrambi gli schieramenti, l'aeroporto più vicino ha due squadroni, più uno di cacciabombardieri che peraltro è capace di operare da solo, senza scorte.
Le difese sono quelle già descritte in altre parti del sito.
La 1a fascia ha 6 batterie Rapier su almeno 3 anelli, pari a 1+3+2, con 36 lanciamissili; vi sono anche 60 o forse 72 MANPADS (non è chiarissimo se sono inclusi nel totale i 12 portati dall'esercito, che comunque schiera la batteria di Rapier divisionale).
L'armamento è completato da due batterie di Bloodhound e da -opzionale- una di Tigercat dentro il perimetro aeroportuale.
La presenza dei soldati si avverte anche per un'altra ragione: il fuoco di fucileria, con un'intera divisione schierata attorno alla base. Gli anelli difensivi sono in genere 3 o 5, con una diversa distribuzione dei soldati a seconda se si vuole una maggiore potenza. In tutto vi sono almeno 20.000 soldati, con circa 1.000 mitragliatrici e quasi 20.000 fucili, più centinaia di lanciarazzi e decine di lanciamissili C/C, utilizzati come armi antiaerei di circostanza, allo scopo di 'confondere' i piloti in avvicinamento, magari distraendoli proprio mentre gli viene tirato contro un missile antiereo vero.
La cosa forse più interessante è che tutti i missili inglesi sono fatti in maniera tale da incentivare l'ingaggio frontale: il Blowpipe, per esempio, non è affatto veloce, ma può essere lanciato contro un jet in avvicinamento da 7 km di distanza, perché... l'impatto avviene a 3 km (il che significa che l'aereo è mediamente, PIU' veloce del missile). Non sarà facile utilizzare queste armi, ma non è impossibile e sopratutto, se serve a far fallire la missione primaria agli incursori è già un successo anche se non riesci ad abbatterli.
Quanto al fuoco di fucileria, è talmente potente da rendere l'avvicinamento dei Macchi molto pericoloso, con quell'abitacolo a 'palla di pesce' che farà sentire il pilota del '339 come se stasse davanti ad un plotone d'esecuzione. Niente corazze, e questo volando contro uno schieramento di fucilieri dopo l'altro. L'MB.326K è un pò meglio, ma il parabrezza è pur sempre non corazzato.
La tecnica difensiva può essere quella di piazzare fino a 5 cerchi protettivi, con 1+2+4+4+6 plotoni/km, che è estremamente dispendiosa ma anche molto efficace nel produrre 'distrazione' ai piloti nemici, costretti per circa un minuto a volare con le pallottole nemiche da tutte le direzioni. Oppure 3 fasce, con una densità probabilmente di 2+4+8 plotoni/km. Le fasce sono in ogni caso, a circa 3 km l'una dall'altra, per evitare casi di fuoco 'amico' tra gli stessi soldati, e per aumentare la distanza entro cui è possibile portare contrasto agli attaccanti; notare bene che le difese sono quasi sempre fuori dall'aeroporto, probabilmente a circa 2 km dal centro dello stesso (che di per sé, ha un'estensione di 3x2 km circa). La forza complessiva necessaria è di circa 12.000 uomini (parte dei quali dell'aeronautica e gli altri dell'esercito), il grosso dei quali almeno, fornito da una divisione di fanteria meccanizzata. Fatto presente che ogni plotone sono circa 40 effettivi, e in media ciascuno di loro spara sulle 30 pallottole per ingaggio, significa che ogni aereo in avvicinamento, con un fronte coinvolto di 1 km, avrà. Nel primo caso: 1+2+4+4+6 = 17 plotoni = 680 uomini = 21.000 proiettili circa. Nel secondo caso: 2+4+8 = 14 plotoni = 560 uomini = 17.000 proiettili circa. O addirittura, il più estremo dei casi: un unico anello a 5 km dal centro base, circa 18.000 uomini, circa 15 plotoni/km. Oppure, peggio ancora: l'anello è a 3 km, il che ci dà circa 10.000 effettivi necessari. Il motivo di questa 'barriera'? Crivellare qualsiasi cosa voli sopra il terreno, scommettendo tutto in un unico sbarramento di enorme potenza, lasciando appena indietro i missili antiaerei, che potranno prendersi cura di chi riuscisse a scappare, addirittura con l'esclusiva, perché i fucilieri non hanno il permesso di sparare verso l'interno della base, così che le batterie SAM non abbiano nessun disturbo nella loro azione da parte di pallottole 'amiche'.
Quanti colpi vanno a segno? Considerando che la portata tipica è tra 100 e 1200 metri al massimo, ma che il grosso delle munizioni è tirato tra i 500/600 e i 100 metri, e notare bene, qui si parla solo dei colpi arrivati FRONTALMENTE, è chiaro che si tratta di un problema non indifferente per i piloti! A queste condizioni, non ci sarebbe da stupirsi che un fante ragionevolmente ben addestrato a questo tipo di compito abbia una % di successo per proiettile dell'1% circa. Se così fosse, avremmo tra i 170 e i 210 colpi a segno! E notare bene, sono proiettili frontali, circa al 50% traccianti, particolarmente intimidatori (e incendiari) e per il 50% perforanti (se fossero presenti degli API sarebbe anche meglio, ovviamente...). In questo wargame, 50 colpi sono sufficienti per causare praticamente sempre danni seri, e 100 sono abbastanza per arrivare a danni 'gravi'. Quindi sì, c'é di che preoccuparsi! E con la minaccia dei missili in quota, gli attaccanti saranno costretti a stare per forza bassissimi. E quando sono stati individuati, a quel punto, perdono ogni vantaggio a restare lì.
A questo aggiungiamo anche i cannoni dei mezzi più pesanti, dai potenti ma un pò lenti RARDEN da 30 mm di diversi mezzi inglesi, ai cannoni di calibro maggiore, come i 76 mm che tirano munizioni a mitraglia (una specie di 'lupara') che possono essere pericolose, ma con una gittata utile ridotta, contro un aereo in avvicinamento; ai cannoni da 105 mm dei carri armati, che sparano colpi HE davanti agli aerei in avvicinamento, cosa che può facilmente danneggiarli o 'distrarli'. A tutto questo vanno aggiunti i lanciarazzi LAW-80 e vari tipi di missili (ATGW) c/c. I lanciarazzi non sarebbero utilizzabili per questo scopo, ma sono comunque temibili, sia per tiro diretto a brevissimo raggio, sia per tiro indiretto, esplodendo davanti agli aerei. Non sarà un granché come deterrente, ma nemmeno un fucile lo è. E tra i razzi c/c gli RPG sono assai noti per i tiri anti-aerei. Certo che non si può avere una pretesa di precisione per il tiro antiaereo, manca una granata a frammentazione e con spoletta di auto-distruzione come nel caso degli RPG, e non avendo un motore a razzo secondario non si vedono in volo, quindi è difficile pensare che siano missili antiaerei. Però sono precisi, anche se con raggio d'azione corto, e possono causare lo stesso qualche sorpresina, diversificando la minaccia, come se non ce ne fossero già abbastanza. Infine vi sono i missili c/c, che sono precisi e capaci. Il Vigilant è stato considerato un ottimo missile, facile da guidare sul bersaglio. I suoi limiti maggiori sono una gittata ridotta (1.500 yd ovvero sui 1.360 metri), una velocità ridotta (poco oltre 100 m/sec, circa 12,5 secondi per quasi 1.400 metri), e un numero non così elevato prodotto, tanto che il SIPRI parla di appena 2.280 missili nuovi esportati in alcune nazioni, nulla comunque di comparabile al successo dell'SS-10/11/12 francesi o dei Cobra tedeschi. In UK il Vigilant entrò in piena produzione attorno al 1963, ma già nel 1969 venne sostituito dallo Swingfire, almeno come missile di corrente produzione. Tuttavia è chiaro che almeno diverse migliaia sono state prodotte e qualche centinaio di lanciatori è verosimile che siano stati realizzati, inclusi quelli su veicoli blindati e non.
Nell'insieme, le difese inglesi sembrano proprio toste, già considerando quelle a terra. Le basi di 2a schiera hanno un pò meno armamenti a.a., per esempio 5 batterie lanciamissili Rapier, e quelle di 3a fascia ne hanno 4 l'una.
La cosa che va detta dei missili inglesi è che da un lato, sono difficili da operare perché fatti per essere guidati anziché dotati di intelligenza propria, e sono buoni sopratutto per i tiri frontali. Dall'altro lato, però, oltre ad essere perfetti per eseguire un'interdizione contro aerei in avvicinamento (con i sensori IR, anche sofisticati, è difficilissimo lanciare frontalmente ad un aereo), sono a guida radio o anche laser, in entrambi i casi sono impossibili non solo da disturbare, ma anche da rilevare con i sensori tipici degli aerei tattici, che quando esistono (ovvero solo su circa 80 Macchi 326, circa 70 AMX e 40 G.91R a far tanto...) sono usati per i soli sensori radar e non possono sentire e disturbare i segnali UHF dei missili. Questo vuol dire che un missile in avvicinamento frontale sarà sì, visibile per tempo, se non ci si distrae; ma che bisogna manovrare il più possibile, perché sennò il missile colpirà di sicuro (almeno, se il lancio è corretto), infatti non solo non esistono ECM a bordo di questi velivoli adatti per disturbare questo tipo di missili (mentre invece, anche i più sofisticati sistemi IR e radar possono essere disturbati e ingannati, essendo dopo tutto solo delle macchine 'usa-e-getta' senza nessun controllo diretto), ma una volta individuato, l'aereo non può nemmeno contare sul volo a bassisima quota per 'neutralizzare' anzitempo i missili in avvicinamento, perché questi non hanno una spoletta di prossimità (che in questo frangente è vantaggioso) o se ce l'hanno, è a cortissimo raggio d'azione (ancora meglio). Quindi per quanto emettano segnali di inganno radar e volino radenti, quando avvistati sono comunque in pericolo, mentre tanti altri tipi di missile sarebbero ingannati dalle ECM o resi inefficaci dalle quote troppo basse, sic et simplicer. E' una differenza che fa pensare, specie perché i Rapier non sono più, nel 1992, gli stessi sistemi forse un pò immaturi del 1982. Idem per i MANPADS, passati dai Blowpipe ai Javelin e poi addirittura allo Starbust (purtroppo però, presente in pochi esemplari), sistemi dalle prestazioni superiori e dal sistema di guida automatico grandemente migliorato (specie lo Starbust è molto lodato dai suoi pochi utilizzatori).
Le basi secondarie in media hanno solo 4 Rapier, tra 6 in prima linea, e 2 in 3a linea. Del resto, finché non sono scoperte non sono attaccabili per cui hanno proprio una difesa ridotta all'osso, giusto per giustificarne la serietà di disposizione.
Infine, ovviamente, ci sono i caccia intercettori. Nessuno di loro è splendido quanto a capacità, non essendovi i Tornado ADV, che se adottati in questa versione del wargame (come gli inglesi hanno, in realtà, tutto il diritto di fare), non ci sono 8 squadroni di potenti intercettori, capaci di spazzare via le incursioni italiane ondata dopo ondata. Per il resto, comunque sia, vi sono decine di squadroni da caccia e quasi tutti sono missilistici: a parte i due con gli Gnat, per il resto vi sono Harrier (veloci e ben armati, un pò scarsi come autonomia), Hunter (ben armati, veloci, agili, scarsi ad autonomia), Hawk (ben armati e con buona autonomia, ma un pò lenti), Jaguar (veloci, ben armati, buona autonomia, un pò scarsi come agilità), Lightning (veloci, abbastanza ben armati, scarsa autonomia, molto agili), e Javelin (abbastanza veloci, ben armati, buona autonomia, poco agili, ma sopratutto essenzialmente usati per la scorta dei bombardieri).
Bisogna dire che ogni singolo caccia missilistico pone un problema ben maggiore di uno 'cannoniero'. Significa che si può attaccare un bersaglio da 2-3 km di distanza anziché mezzo chilometro, e questo significa che appena si nota uno di questi intercettori alle spalle, bisogna subito eseguire manovre difensive. Questo è maggiormente vero se si considera che la maggior parte degli aerei italiani non ha nemmeno dei lanciatori di bengala, cosa che solo gli AMX hanno come standard, mentre una parte minoritaria di G.91R (forse) e Macchi 326 ha delle versioni meno efficaci. Quindi, una volta eseguito l'aggancio bisogna evitare al meglio possibile l'attacco, anche perché va detto, che anche missili piuttosto vecchi possono essere letali anche a bassa quota, persino gli AIM-9B e gli Atoll qualche volta funzionano a quei livelli, figurarsi gli AIM-9P, per esempio. E ben difficilmente, vedendo la sagomba traballante negli specchietti retrovisori, si sarà in grado di dire che tipo di aereo li insegue, e meno che mai la versione dello stesso. Con i cannoni magari è possibile, ma con i missili è praticamente impossibile, visto che la distanza di tiro minima in genere è di oltre 500, possibilmente 1.000 metri. Per cui, per prudenza, non è che si possa stabilire se un Hawk è un Mk 66 svizzero con gli AIM-9J o uno inglese con gli AIM-9L, e per sfuggire all'intercettazione è necessario a quel punto rompere la formazione e sganciare carichi esterni vari, sennò non c'é speranza di sfangarla. E questo ad una quota dove è facile che bombe e serbatoi possano esplodere o rimbalzare colpendo anche l'aereo che li sgancia.
Infine, da notare che non mancano nemmeno le piattaforme di 'sorveglianza' aerea. Anzitutto quelle AEW, che peraltro rappresentano un rebus. I Britonni hanno un sacco di sistemi di questo tipo, ma purtroppo sono quasi tutti di dubbia utilità. I Sea King AEW sono modelli americani prodotti su licenza, e comunque appartengono alla marina, quindi non si considerano. Poi vi sono gli Shackleton AEW (12, di cui 6 aggiornati abbastanza estesamente), che peraltro sono discendenti di aerei bellici e non è sicurissimo se si possano considerare per il wargame (comunque sì, via, che diavolo! Dopo tutte le penalizzazioni a cazzo subite dai britonni, ci mancherebbe). Considerando che essi sono versioni recce di aerei da pattugliamento, armati, potrebbero anche essere mandati al posto di uno squadrone di aerei da caccia o comunque da combattimento, anche se certo non sono aerei 'di prima linea'. Il punto è se valgano la pena, viste le ridotte capacità che hanno. Ad ogni modo, in genere, considerando anche il tipo di aerei disponibili, sarebbe consigliato usarli, visto che per quanto scadenti, hanno un raggio di scoperta di circa 130 km (180 per quelli aggiornati), che significa un bel pò di spazio aereo. Poi vi sono i Nimrod AEW, che sarebbero un buon sistema, se soltanto fossero stati mai davvero operativi. Che questi mezzi lo siano stati, ad un certo punto, è vero, anche se erano prototipi. Infatti risulta che siano stati dati ad uno squadrone (forse il No.8) operativo. Però sono mezzi dalle scarse capacità pratiche, pur essendo molto più moderni, e sono anche pochi. Ma se funzionano anche solo poco (il prototipo n.1 fu addirittura proposto per l'uso alle Falklands), sarebbe già una mezza rivoluzione. Certo che tra i Nimrod AEW che per varie ragioni non funzionarono, e i Tornado ADV che vennero messi in condizioni operative solo dopo anni di stenti, la coppia 'incudine-martello' della RAF anni '80 fu piuttosto lacunosa, tanto che al posto dei Nimrod AEW e dei Tornado F.2, alla fine entreranno in servizio effettivi gli E-3D Sentry e gli F.3.
Quanto al discorso degli altri aerei radar, c'é il sistema radar di sorveglianza, ma anch'esso rimasto a livelli prototipici all'epoca (l'ASTOR); infine ci sarebbe il Gannet, con lo stesso radar dello Shackleton, ovviamente è più piccolo, però sarebbe inglese e abbastanza numeroso e affidabile. Ah, già, dimenticavo: è della Marina, quindi non si può usare!
Quanto agli altri velivoli, però, niente paura: ce ne sono molti, tanto da dare solo problemi di imbarazzo nella scelta. La teoria è che semplicemente debbano segnalare la presenza di velivoli nemici in avvicinamento, o addirittura ombreggiarli. Nel primo caso, va bene un pò tutto: volando a media quota, si possono portare aerei di ogni tipo, tra cui i cargo come gli Hastings (piuttosto veloci, circa 300 kt, se necessario), così come aerei piccoli d'avvistamento (Auster o Islander), o addirittura elicotteri (Lynx o Scout).
A differenza dei britannici, gli italiani hanno anche una piccola flotta di teleguidati; non è noto quanti e come, ma c'erano all'epoca i Mirach 100 a reazione, e i Mirach 20 ad elica. Sono bersagli elusivi per cui è difficile vederli ed abbatterli. Possono tornare utili per confondere le difese inglesi simulando incursioni aeree, così come possono essere usati per ricognizione. Però, i Mirach 20 sono pochi e lenti, e i Mirach 100 recce, per quanto veloci, sono anch'essi pochi, per cui non si può realmente utilizzarli per scandagliare quantità apprezzabili di territorio, in cerca degli aeroporti secondari nemici o anche di altri bersagli paganti. Possono confondere le difese anche simulando attacchi, ma quanti e come è un bel rebus. In ogni caso non dovrebbero essere un problema maggiore di tanto.
Questo, specialmente se le incursioni aeree, anche molto grosse (fino a 24 aerei) sono viste direttamente da mezzi di terra o aerei e riconosciute. Per ombreggiare gli aerei nemici si possono usare anche velivoli di prima linea, come gli Hawk o gli Hunter. Però è possibile anche usare i jet executive: i BAe 125 sono stati prodotti in un buon numero per le aeronautiche militari e non c'é ragione di non utilizzarli. Sono velivoli molto rapidi e possono, tirando al massimo, seguire con una certa facilità i Macchi e i Fiat, meno magari gli AMX, ma almeno per un pò possono farlo. Idealmente, vettorati dalla rete a terra, o agendo per propria iniziativa, volando sui 3.000 metri, potrebbero seguire le formazioni nemiche, se necessario scendendo fino a 1.500-2.000 metri per aumentare la velocità, e restare alle loro spalle. Una volta che questo accade, fanno da 'segnalibro' e anche se i radar non dovessero vedere direttamente gli aerei a bassissima quota, vedrebbero l'inseguitore. I caccia pure, e potrebbero anche avere l'informazione giusta per attaccare gli aerei italiani semplicemente vedendo dove è e in che direzione vola l'aereo ombreggiatore, ben sapendo che gli incursori dovrebbero essere lì avanti a circa 4-5 km e 2-3 km più bassi.
Questa tecnica era seguita anche dalla LWe dall'aviazione nordvietnamita in tempo di guerra, ma adesso, con le rotte di volo a bassissima quota e le velocità da jet, era tutto più difficile. Tuttavia, questa possibilità è ben plausibile e vale anche la pena di buttare qualche aereo militare relegandolo al ruolo di osservatore, perché poi riuscirà ad essere un vero moltiplicatore di forze. Ergo, poco conta se hai 12 caccia e non sai dove è il nemico; meglio avere 10 caccia con qualcuno degli altri due, che avvistata la formazione, la tiene d'occhio e guida gli altri 10, magari giusto in tempo per beccarla. Ma se si usano i BAe 125 (qualche dubbio sulla disponibilità dei successivi BAe 800, per non parlare dei grossi BAe 146 e Comet), la cosa non è particolarmente difficile, anche con tutto il vantaggio di avere un equipaggio capace di volare e di comunicare, e di mantenere l'osservazione puntuale (magari con tanto di binocolo, ovviamente) della formazione (anche un Hawk biposto sarebbe buono per questo e meno facilmente rilevabile per la scorta nemica). I caccia avversari potrebbero tentare di fermare l'osservazione, ma difficilmente ci riuscirebbero appieno, caso mai darebbero dei problemi, ma stando ad almeno 1000-2000 metri più in alto sarà difficile attaccare l'aereo, specie se poi c'é la costante paura dei SAM a lungo raggio (e dei caccia) nemici. Il BAe 125, leggero, notevolmente veloce e assai piccolo, sembra proprio l'aereo giusto per fare da 'guardone', visto che la sua velocità è ben compatibile con quella degli striker italiani: almeno viaggiando alla massima velocità dovrebbe essere in grado di seguire le formazioni nemiche in volo di crociera (sui 600-700 km/h), perdendo un pò il confronto soltanto con gli AMX; però, potendo scendere leggermente di quota, potrebbe restargli appiccicato almeno qualche minuto senza perdere il contatto visivo.
Sull'efficacia delle incursioni aeree, poi, c'é da commentare anche quanto siano potenti le bombe usate e le tecniche eseguite.
Da un lato, le bombe da 500 lb sganciate da bassissima quota, praticamente livellati, hanno pochissima penetrazione (bisogna ricordare che le piste sono spesse 25-30 cm), e fanno danni superficiali, facilmente riparabili. Dall'altro lato, le bombe da 1.000 lb inglesi fanno moltissimi danni, un pò perché più pesanti, un pò perché sganciate da alta quota, arrivano con una tale velocità e angolo, da penetrare facilmente ogni struttura prima di esplodere, tetto degli hangar incluso. E i crateri, anziché di 1x4 metri, facilmente diventano di 7x6 metri (larghezza per profondità). Le Durandal, se presenti, fanno danni a circa 100 mq di pista, le CBU sono pericolose specie per le munizioni inesplose, ma fanno tanti piccoli buchi e non è facile dire se siano meglio. Ma considerando che i britannici le hanno scarsamente usate contro Stanley e in genere, non direttamente sulla pista, evidentemente non sono considerate molto efficaci.
Quanto alle % di colpire: nel caso degli AMX, per esempio, una strisciata di 4 bombe darà, lungo una pista con angolo di 30-45° di attraversamento, probabilmente 2-3 bombe a segno. Bisogna dire che 1/3 degli ordigni di questo tipo, storicamente, resta inesploso o scoppia in maniera irregolare o dopo essere rimbalzato. La conseguenza è che ben poco ci si può aspettare persino da un intero gruppo di 12 AMX armati di Mk 82Snakeye. Considerando la difficoltà di arrivare sull'obiettivo e di mirare in maniera accurata, è possibile che solo 10-15 bombe (a far tanto, forse nemmeno quelle) vadano a segno, per fare 8-12 crateri di piccole dimensioni e facili da riparare. Non molto contro due piste da 5 km complessivi.
Qui però c'é un problema di importanza fondamentale: le tecniche di bombardamento sono sempre le stesse, e valgono per tutti gli aerei. La potenza d'attacco dipende moltissimo da questa, e sopratutto... la percentuale di colpi a segno.
Ecco un problema che di fatto i velivoli italiani NON possono eludere:
-attacco tipo skip bombing: puoi farlo anche a 10 metri di quota, ma serve solo per le bombe a scoppio ritardato e per una pista di volo, l'angolo di impatto è insufficiente e rimbalza senza problemi, magari esplodendo in coda all'aereo, o addirittura impattandoci direttamente contro
-attacco con volo livellato e cabrata successiva: quota minima 120 metri se ad almeno 400 kt (per i Macchi 326K è già il limite), ma comporta una richiamata veloce a centinaia di metri di quota (300? 500?)
-attacco con volo livellato continuo: quota minima, a 400 kt, ben 300 metri
Questi attacchi non sono efficaci contro le difese nemiche o il tipo di bersaglio indicato, anche perché gli hangar corazzati sono immuni di fatto dalle bombe da 500 lb, essendo resistenti fino a quelle da 1.000 lb purché non superino velocità transoniche (fino a 500-600 kt lateralmente e 500 kt sul tetto), quindi le armi di questo tipo possono essere usate solo contro le piste, ma questo è possibile soltanto con una forte angolazione, ovvero NON con quei profili illustrati sopra.
-attacco in picchiata/planata da media quota: sale da almeno 3 km dal bersaglio, poi arriva a 600 metri e scivola giù sganciando a 360 kt e a 450 metri, angolo di sgancio 15° (impatto sui 25°) recuperando entro i 400 metri dalla picchiata (o meglio, in realtà scendendo ancora più in basso, per il disimpegno): tempo tra l'inizio della cabrata e sgancio: circa 15 secondi.
-attacco in picchiata da media quota: sale da almeno 5 km dal bersaglio, poi arriva a 900 metri e picchia a circa 30°, sgancia a 360 kt e a 600 metri (angolo d'impatto sui 40°) recuperando entro i 300-500 di quota. Tempo necessario: circa 25-30 secondi.
Questi profili possono essere marginalmente efficaci per attaccare piste da 25-30 cm di spessore e in cemento/calcestruzzo. MA, il tempo di esposizione è alto, altissimo! Un Rapier può lanciare entro 5-6 secondi dall'allerta e anche se il bersaglio non fosse stato visto prima dell'inizio della cabrata, potrebbe lanciare un missile a 1 km di distanza prima ancora che l'aereo sganci le bombe: infatti, con 1 secondo (tempo di scoperta)+6 (approntamento)+3 (lancio a 1 km) = 10 secondi, tempo entro cui il Macchi (o anche il Fiat, se è per questo) non potrebbe proprio salire fino a 600 metri e poi scendere fino a 450, percorrendo 2 km (orizzontali!) che richiederebbero a quel punto, una velocità media di 720 km/h, che è a stento raggiunta prima dell'attacco e certo non è la media del percorso.
Con il profilo di questo tipo è possibile sganciare da 1 km (orizzontali) dal bersaglio; mentre se è ottenuto il profilo di attacco da 900 metri, è possibile sganciare solo da 600 metri e in tal caso esistono almeno 25-30 secondi di tempo per la salita e l'attacco (da 5-6 km dal bersaglio). E in tal caso, è possibile lanciare addirittura due salve di missili (è noto, almeno teoricamente, che i Rapier Blindfire possono ingaggiare bersagli duplici in simultanea).
E ricordiamo, che per un aereo in volo a 120 metri, persino con un ostacolo altro 20 metri e a 400 m di distanza, è visibile da circa 2,4 km (quota minima di sgancio con cabrata successiva, ma solo a 400 kt, che è troppo per i Macchi 326K ma abbastanza per i '339), a 300 metri sei visibile da 6 km (quota minima per evitare le schegge), a 600 m da 12 km (vertice della cabrata per l'attacco in 'planata') e a 900 m da ben 18 km (vertice dell'attacco in picchiata con angolo di 30°). Finché vola a 30 metri, invece, la distanza di scoperta è di appena 600 metri, al di sotto della gittata minima di molti tipi di SAM!
La mancanza di bombe a caduta ritardata è fondamentale per impedire agli aerei di seguire il profilo di volo migliore (per loro). La gittata dei missili è sufficiente per ingaggiare i bersagli in avvicinamento fin da quando salgono in quota. Questi elementi possono far diventare i bombardieri dei semplici bersagli da tiro al piattello.
Mentre per quel che riguarda i V-Bomber, il problema è dato dalla precisione delle alte quote, ovvero un pò bassa. Ma con 250-420 bombe per squadrone, nemmeno questo è impossibile, pur tirando da 9-10 km di quota. Una strisciata con le bombe a 1/10 di secondo l'una dall'altra è sufficiente per fare sui 500-800 metri di percorso, sganciando con un certo angolo, diciamo sui 30°, dalla pista, è facile che, in assenza di grossi errori, si possano piazzare le bombe sull'obiettivo, anche usando il mirino ottico (nell'ipotesi di disturbo da terra del radar, per esempio). Con 21-35 bombe è possibile che il 10% possa andare a segno, tra l'altro quasi mai senza esplodere (ma anche se fosse, piantate dentro la pista restano un problema notevole, anche perché potrebbero essere benissimo armi a scoppio ritardato). Con 12 aerei in modalità standard è possibile fare probabilmente tra i 20 e i 40 centri sulle piste, che a quel punto diventano inutilizzabili almeno per diverse ore.
Bisogna dire che gli italiani non hanno molto bisogno di piste, i G.91R in teoria sono capaci di farne a meno, così gli Y, anche i Macchi hanno poco bisogno di grandi piste anche se non sono proprio 'fuoristrada', gli AMX hanno senz'altro bisogno di piste anche se non molto lunghe.
Però operare lontani dagli aeroporti può essere pericoloso, perché la zona è aperta, esposta, e ogni aereo nemico che arriva da media quota può vedere l'assemblamento lì sotto e attaccarlo con ogni arma, con risultati non belli.
Da parte britannica, a non esigere le piste ci sono gli Harrier, ma anche i Jaguar possono operare da terreni semi-preparati. Comunque, anche i V-Bomber sorprendentemente sono capaci di operare, se non senza piste, quanto meno da piste assai piccole, cosa che torna molto utile se c'é da sfruttare qualche pezzo intatto all'atterraggio. Questo è particolarmente sentito quando c'é da scegliere se usare l'aeroporto 'alternato' oppure, per comodità, atterrare su quello originario e rifornirsi con comodo, mentre la pista viene riparata nelle ore successive.
In caso di 'alternato', tutto deve essere ben preparato, incluse le clip di bombe, per servire prontamente l'aereo in questo secondo luogo. Tecnici e materiale possono essere portati celermente lì, per esempio, sia con mezzi terrestri che aerei.
La viabilità è discreta e ovviamente non ci sono grandi ostacoli naturali, mentre le strade sono tendenzialmente dritte e senza fossi, una pacchia per operare anche senza piste utilizzabili dagli aeroporti.
Ma allora perché affannarsi tanto a colpirli? Perché sono là, evidentemente. Del resto con un bombardiere cos'altro puoi fare se non bombardare grossi obiettivi? In ogni caso, il nemico non può lasciarti fare a pezzi le infrastrutture, perché aerei 'fuoristrada' o no, alla fine ne esce distrutto!
E tutto questo è per ragionare sulla prima azione di entrambe le forze aeree. Pensate un pò quel che significa scrivere di tutto il resto.
E le altre mosse?
Dopo la prima ondata che succede? In larga misura dipende dal risultato che si ottiene e il prezzo che fa pagare a chi prova ad ottenerlo. Quale sarà mai la percentuale di perdite? Chi lo sa. Però è chiaro chi è avvantaggiato. E dire che questo si ottiene anche senza tenere in ballo i Tornado ADV, Tornado GR.1A e Harrier II.
La percentuale di perdite può essere la più varia: indicativamente la piazzo tra l'1 e il 50% delle varie ondate d'assalto. Come spiegato in altre pagine del sito, può capitare di tutto. In Angola, la SAAF ha avuto meno dell'1% di perdite, mentre nel Golfo, la situazione è stata simile... ma non quando le prime ondate d'attacco si sono scatenate. Per esempio, la RAF ha perso 4 Tornado in 4 giorni (apparentemente in poco più di 100 sortite), anche se uno per incidente; mentre l'AMI, beh, ha avuto il 12,5% di perdite, o il 100% (a seconda se si calcola o meno il totale con gli aerei complessivamente impiegati, oppure solo quelli che hanno completato la missione, almeno... per l'andata). Alle Falklands le % sono state simili, del 2-3% (5 Harrier e Sea Harrier in circa 220 missioni d'attacco). E questo senza gli intercettori in giro, perché gli argentini, quando sono riusciti ad arrivare in zona d'operazioni, hanno avuto perdite terribili, pur infliggendo anche danni molto gravi. L'ultima battaglia aerea vide 4 Skyhawk inseguiti da due Sea Harrier con 3 aerei abbattuti (75%), andandoci vicini al 100% visto che spararono quasi sicuramente anche al quarto aereo.
Detto questo, è chiaro che la guerra aerea moderna è un gioco rischioso per tutti i contendenti. Ma se gli AMX, con sistemi di navigazione e attacco precisi, missili Sidewinder e sistemi ECM sono pericolosi e difficili da intercettare anche per caccia moderni, e maggiormente ancora per velivoli come gli Hunter e gli Hawk, cosa dire allora... dei Jaguar cacciati dai Gina?!? E' una battaglia impari.
Inoltre il tipo di difesa a riccio delle basi è assolutamente micidiale. Se alle Falklands il fuoco di fucileria causò qualche serio dispiacere, con plotoni di fucilieri che miravano ai caccia argentini dai ponti delle navi; o i parà che abbatterono almeno un Pucarà durante la battaglia di Goose Green, vuol dire che la faccenda è più seria di quel che ci si potrebbe aspettare.
A questo punto, cone decine di migliaia di soldati schierati attorno alle basi, cosa potrà succedere a chiunque si avvicini a volo radente, per evitare quei missili che a quote appena più alte li farebbero a pezzi senza essere nemmeno disturbabili dai propri sistemi ECM?
Un punto debole potenzialmente letale per gli attaccanti è anche la mancanza di armi anti-pista adatte, non parliamo poi nemmeno di quelle stand-off. La presenza di bombe a caduta ritardata significa solo la formazione di crateri che probabilmente un camion di asfalto e un rullo compressore di qualche tipo (anche 'a muscoli'), riesce a rimediare senza tanti problemi. D'altro canto, è impossibile impedire la seconda ondata da entrambe le parti, perché i 25 aeroporti secondari sono inattaccabili, anche se tutti i 10 principali fossero messi KO totalmente.
Cosa accadrà dunque? A mio avviso è impossibile superare senza danni la barriera di acciaio attorno alle basi aeree. Questo potrebbe portare alla perdita dell'aereo, o quanto meno a danni tali, da essere poi facile preda della caccia che se li ha mancati inizialmente, non li mancherà poi. Non siamo più ai tempi delle Fortezze volanti, pochi buchi qua e là significa mettere KO sistemi importantissimi e spesso fondamentali per la sopravvivenza dell'aereo in battaglia o anche per continuare a volare. Gli aerei moderni sono 'pieni zeppi' di cose di importanza vitale, non è che puoi trapassarli 100 volte e non beccare niente di importante.
Se questo è vero, come non dubito, le perdite dirette e i danni saranno tali da rendere impossibile agli aerei italiani sferrare danni letali alle basi inglesi, e anche reiterando l'azione nelle missioni del primo giorno che vengono poi, non faranno altro che subire altri danni pesantissimi, con praticamente il 100% degli aerei abbattuto o danneggiato. Un bel guaio, non c'é che dire. I meccanici rischiano seriamente di fare gli straordinari.
Per giunta, la cosa NON è simmetrica. La forza aerea inglese è molto più al riparo: i bombardieri in quota sono praticamente invulnerabili, i Jaguar sono appena più sensibili dato che per quando arriveranno, i bombardamenti in quota avranno pressoché sicuramente menomato gravemente la batteria SPADA a terra, visto che i radar, lanciamissili e anche i collegamenti via cavo sono tutti vulnerabili a questi bombardamenti a tappeto che certamente subirebbero, visto che i V-Bomber sono riusciti a passare difese ben peggiori. E se i loro sistemi ECM sono vecchi, va detto che i Vulcan riuscirono più volte a penetrare le difese aeree del NORAD negli anni '60, malgrado che i difensori non fossero certo limitati ai G.91, che non riescono nemmeno ad essere pari agli F-86 come intercettori (almeno in quota).
Finito il primo giorno, è facile che gli aerei italiani KO sarebbero circa il 50% del totale, tra distrutti e seriamente danneggiati. Per giunta, se tutto andrà come è prevedibile, praticamente tutti gli aeroporti, inclusi i secondari (quanto meno quelli di 1a e 2a fascia) sarebbero ridotti a macerie. La % di aerei britonni finiti distrutti o KO per i danni alla fine della giornata (ovvero che non sarebbero stati operativi per l'alba successiva) sarebbe, a mio avviso, difficilmente superiore al 10%.
Per giunta gli aerei inglesi avrebbero modo di continuare le azioni anche nella fase notturna, utilizzando alcuni dei loro velivoli, come i V-Bombers, i Buccaneer e presumibilmente, anche i Jaguar (almeno nelle condizioni di superiorità in cui si trovano, per esempio volando a media quota).
Quanto ai V-Bombers, essi sarebbero assolutamente validi per queste azioni. Costretti ad operare da basi troppo vicine ai confini, con il rischio di essere distrutti al suolo o immobilizzati, hanno però un vantaggio fondamentale, quello della rapidità di riarmo. Un V-Bomber come il Vulcan può essere rifornito con 3 clip di bombe da 7 l'una, e ripartire come se fosse Antani, con una velocità sconosciuta ad un bombardiere normale, quasi da F.1. Probabilmente in 60-120 minuti è possibile rifornirlo e riarmarlo, oltretutto non deve per forza decollare con il massimo carburante, probabilmente gliene basta il 50-60% e comunque quello è il problema minore. Lavorando in parallelo, con rifornimento carburante, bombe e controlli tecnici diventa facile, se non bastasse ci sono pur sempre diversi aerei di riserva efficienti (probabilmente 2-4) per rimpiazzare la perdita operativa. Per questo, è possile partire alle 6, ripartire alle 12, con un pò di sforzo ripartire alle 17, e infine prendersela comoda e ripartire per le 24, riprendendo alle 6 del giorno dopo. In pratica, per 24 ore, il Vulcan e gli altri sarebbero costretti a volare circa il 50% del tempo in quota, ma 2-3 ore tra una missione e l'altra dovrebbero essere sufficienti se si organizza bene la manutenzione. Con gli aerei nella migliore condizione fisica possibile, ovvero 'come nuovi' (almeno, rispetto al livello di upgrade scelto per loro), la cosa non è certo impossibile, anche se può sembrare pazzesca. Qualche dubbio per il Valiant, che ha meno libertà con i clip di bombe (ammesso che li usi), e forse con il Victor, se non altro perché ha più bombe. Ma se si riesce a fare un tempo di servizio di 15-30 minuti per un cacciabombardiere da 10 tonnellate, un tempo di 1-2 ore per un V-Bomber è senz'altro alla portata, e a quel punto, fa davvero differenza il caricare altri due clip di bombe?
Dall'altro lato, i Jaguar sarebbero altrettanto micidiali nei loro strike a bassa quota. Avere circa 100 aerei di livello non tanto inferiore a quello del Tornado, impegnati contro difese da 4 soldi come quelle italiane è difficilmente sovrastimabile. Con 400 missioni belliche, forse addirittura 500, in capo ad un giorno, aerei del genere possono fare uno sproposito di danni.
A questo aggiungiamo le missioni anti-radar: le difese italiane hanno pochissime possibilità di fermare le incursioni degli aerei inglesi come i Buccaneer e gli Harrier, e fin dal primo attacco è plausibile che almeno la metà dei radar di 1a linea italiani siano danneggiati o messi fuori uso.
Orbo, zoppo e monco, ecco come risulterà il dispositivo italiano dopo la prima ondata d'attacchi. Quello britannico al massimo avrà un occhio nero, forse nemmeno quello.
Il resto delle giornate saranno simili; le riserve prenderanno il posto delle perdite totali (è opinabile QUALI siano le perdite totali, però: gli aerei W/O o F.U. sono sicuramente perdite, ma quelli danneggiati in maniera tale da non essere riparabili il giorno dopo vanno sostituiti? Almeno in teoria no, in pratica direi di sì, vista l'impossibilità di prevedere il tempo di riparazione, mentre sono ancora disponibili ampie riserve). Però l'aviazione italiana avrà subito un deficit di velivoli di tipo moderno, a causa dei danni subiti nel primo giorno. Inoltre le infrastrutture saranno già state molto danneggiate dai britannici.
La manfrina quindi vedrà simili sostituire i simili, accorpare gruppi rimasti con pochi aerei sostituendone qualcuno con interi gruppi di altro tipo, oppure sostituire aerei di versioni più moderne con quelli delle versioni meno recenti; ma togliere dalla 1a linea un Macchi 326K per rimpiazzarlo con un MB.326H, è una perdita nettissima che di fatto invalida la capacità operativa dell'aviazione tattica italiana. Non puoi mandare seriamente in azione un giorno un mini-cacciabombardiere come il Macchino K, e poi il giorno dopo il Macchino H che a stento riesce a decollare con un paio di bombette, per giunta contro difese pressoché intatte.
Le riserve di munizioni, poi, non sono un problema per i britonni. Hanno prodotto le armi da 1.000 lb in vari modelli e hanno il diritto ad usarle, ce ne sono a migliaia, a decine di migliaia; le BL-755, anche se suddivise con altri utenti (inclusi... gli italiani), sono da sole qualche decina di migliaia di esemplari:a metà anni '90 erano circa 60.000 gli esemplari prodotti (report Forecast) quindi fatevi un'idea, di quel che significa quest'arma.
Al contrario, ovviamente, gli italiani non hanno altro che i set basici di bombe 'garantite' per il numero di aerei che sono disponibili. Sono tante, ma non tante quanto quelle inglesi. Nemmeno di lontano. Idem per i missili di vario tipo, SAM, AAM, ASM (questi ultimi scarsamente rappresentati in entrambi gli schieramenti). Considerando tutto, dovrebbero essere circa 50.000 le bombe disponibili per gli italiani, più quelle a grappolo (alcune centinaia, sono 3 anziché 10 ricariche per ciascuna), e i razzi (certo decine di migliaia), missili e cannoni. Ma come si diceva sopra, le sole BL-755 sono un valore che probabilmente era dell'ordine delle 50.000, più un numero sicuramente maggiore di bombe 'normali' da 500 e 1.000 lb. Si pensi che se fossero disponibili 10 ricariche per tutti i V-Bombers, saremmo già così sopra le 70.000 bombe disponibili. Più oltre 50.000 SAM, più oltre 5.000 AAM, più centinaia di missili aria-terra, più i razzi, più, più, più...
E POI... LA MAMMA DI TUTTE LE BATTAGLIE...
La lotta per la superiorità aerea, ovviamente, finirebbe per essere determinante per eliminare le forze di terra rimaste senza copertura aerea. Visto che ai britannici le armi a.a. non mancano, e tanto meno quelle offensive, non c'é molto di che preoccuparsi in questo senso. Quanto alle riserve aeree, è impossibile esaurirle: hanno oltre 5.000 aerei solo considerando quelli di 1a linea di 10 tipi diversi (in pratica gli unici qui valutati e presenti fin dall'inizio). Per vincere gli italiani dovrebbero mettere KO gran parte delle 35 basi aeree, ma con che aerei e con che armi potrebbero mai riuscirci? Al meglio potrebbero mandarne fuori servizio alcune per alcune ore, ma non riuscirebbero a sistemarle definitivamente, questo è sicuro. Per giunta, con quasi 300 Harrier e oltre 300 Jaguar capaci di operare anche fuori dai campi di volo normali, riuscire a mettere a terra l'aviazione nemica resterebbe fuori discussione in ogni caso.
Dopo probabilmente circa 3 giorni, le riserve aeree sarebbero esaurite e le forze italiane messe pesantemente KO da tutti i punti di vista. Così sarebbe andata totalmente in malora la speranza italiana di uscire in qualche modo vincitrice dal confronto, cosa che, data la sproporzione di forze terrestri in campo, sarebbe possibile soltanto con la conservazione del potere aereo e l'annientamento di quello nemico.
Penso che nemmeno se riducessimo l'intero schieramento inglese a un tipo solo dei principali, in particolare penso agli Hunter (quasi 2.000 esemplari, il che significa che si può riempire l'intera prima linea usando inizialmente solo le migliori versioni disponibili, quelle derivate dai tipi base Mk 6 e Mk 9), sarebbe possibile vincere per gli italiani, solo che sarebbe più difficile per i britannici batterli, anche se avrebbero il 'vantaggio' di una certa uniformità nei loro reparti aerei, invece di una variabilità forse un pò seccante per l'armonizzazione ottimale della loro forza aerea.
Dopo i primi 3 giorni, inizierebbero quasi certamente le operazioni terrestri. Dapprima su piccola scala, poco più che infiltrazioni, poi sempre più insistenti, e ovviamente accompagnate dal tiro di artiglieria, che però i britonni potrebbero fare con facilità, mentre gli italiani dovrebbero stare molto attenti, specie con la loro artiglieria principale di piccolo calibro (l'obice Mod. 56), perché quando non hai la superiorità aerea e non hai la difesa aerea tattica non è molto consigliabile usare l'artiglieria. Quella a lungo raggio è più credibile, ma per una formazione aerea 10 o 20 km non fa molta differenza: in campo aperto e senza difese aeree, è tutto molto pericoloso, il che significa che l'artiglieria britannica può fare più danni pur essendo nominalmente inferiore.
Poi inizia l'attacco diretto, probabilmente dopo altri tre giorni di schermaglie e battaglie minori varie. Inizia, più precisamente, la parte finale della battaglia/guerra che sia. La Madre di tutte le Battaglie, insomma. La forza di terra britonna è molto più forte di quella italiana.
La forza da battaglia inglese si basa anzitutto sulle grandi unità corazzate a livello divisionale. In tutto, circa 400.000 uomini con circa 10 divisioni corazzate pesanti, e 20 leggere, ovvero meccanizzate; i reggimenti delle prime erano con i carri pesanti Chieftain, Challenger e Conqueror; le seconde con i carri Vickers MBT nei vari modelli, circa 200 e circa 100 per ciascuna rispettivamente.
Di queste divisioni, probabilmente 10 sono in prima linea, circa una ogni 100 km di confine; poi ci sono altre 10 divisioni di seconda schiera, probabilmente per lo più meccanizzate; in fine ce ne sono circa 10 a protezione di ciascuna base principale (MB 1/10).
Poi, dall'altra parte, abbiamo solo circa 150.000 uomini, di cui apparentemente 55.000 per le basi aeree. D'altro canto abbiamo solo circa 100.000 uomini, di cui circa l'80% (al massimo) di prima linea. Delle unità principali probabilmente solo 4 sono divisioni leggere di fanteria, da 10-12.000 effettivi l'una, più probabilmente 10 brigate di artiglieria da 2.000-2.500 effettivi l'una, forse troppe, ma necessarie per sfruttare almeno in parte il parco artiglierie disponibile. Infatti, il totale degli uomini schierati è di 100 per mezzo corazzato, ma non c'é una valutazione anche per le artiglierie. Un'idea, peraltro si potrebbe altrimenti fare: 5, o anche 10 (magari per le sole artiglierie pesanti?) per ciascuna artiglieria. Questo da solo renderebbe possibile usare altri 15.000-30.000 uomini, sufficienti per le brigate e capaci di liberare altro personale per altre 1-2 divisioni almeno. Ma, sebbene possibile, non è poi così accettabile: perché dovrebbe essere così avvantaggiato l'esercito italiano?
Ad ogni modo, la forza italiana avrebbe solo l'artiglieria. La forza blindata era quasi esclusivamente con i Fiat 6614 APC e 6616 recce. Dei mezzi corazzati 'seri' ce ne sono solo un centinaio, tra Centauro e OF-40, appena sufficienti per una brigata corazzata/blindata. In pratica essi sono piuttosto dispersi in piccole unità come principali armi controcarri divisionali. Ricordo che non ci sono missili di sorta in questo caso, almeno per quanto mi risulta. I missili c/c sono accettabili se in versioni apposite di mezzi corazzati o comunque inclusi nella progettazione (per esempio, gli IFV spesso ne hanno), certo non come kit di modifica per veicoli tipo la Campagnola. Le armi c/c non sono da questo punto di vista accettabili, nemmeno i cannoni S.R. da 106 si capisce cosa debbano fare su di un veicolo non americano, che non sia in una versione specializzata per questo compito.
Detto questo, è chiaro come va a finire: la Madre di tutte le Battaglie, quindi, non durerà molto, tanto di meno quanto più rapido sarà efficiente il loro supporto aereo e logistico. Probabilmente non sarà necessario invadere tutti i 500.000 kmq del territorio nemico, basterà travolgere le difese di prima fascia e se queste vengono arretrate, sarà possibile conquistare le basi aeree (o quel che ne resta) e tutti gli altri obiettivi più importanti. Bisogna dire che le missioni di supporto, così come quelle di difesa aerea, non hanno una quantità massima prefissata, purché per l'appunto, attacchino bersagli tattici, ovvero entro i 50 km dal confine, o dal punto di avanzata. Certo che non sarebbe facile rispettare alla lettera questo tipo di selezione, ma almeno l'idea di supporto aerotattico esiste e a questa ci si riferisce. A quel punto ogni cosa che si oppone potrà essere attaccata. E siccome la forza aerea inglese sarà numericamente sempre la stessa, ma gli italiani non hanno la stessa 'fortuna'. E' probabile che a quel punto non ci siano più di 300 aerei italiani, non propriamente spartani, e questo comporta anche gli aerei meno recenti, e scarsamente efficienti o inefficienti ma ancora nominalmente in servizio, mentre la RAF (chiamiamola così) ha 990 aerei come sempre, anche se non così efficaci come prima. Probabilmente il valore bellico italiano, già inferiore, è sceso al 10% di prima, mentre la RAF ha ancora probabilmente attorno al 90% della propria capacità, il che significa almeno 10-15 volte più potente degli italiani. Questo significherà sicuramente un disastro totale per questi ultimi.
E così il gioco finirà. Perdite: italiane, totalmente azzerati; inglesi, probabilmente tra i 100 e i 300 aerei di prima linea distrutti, più quelli danneggiati e quelli di 2a linea distrutti o KO. Le perdite sono quasi totalmente in aria, perché le basi sono blindate. Gli italiani non hanno la stessa fortuna, non avendo molto dietro cui nascondersi: le basi blindate sono vulnerabili sia a missili e bombe LGB, sia al bombardamento a tappeto da alta quota. Inoltre, messe KO le basi, diventa molto facile localizzare gli aerei in piazzole a terra in aeroporti semi-preparati. Alla fine la RAF finisce per surclassare il nemico in tutti i modi e con tutti i vantaggi, con uno stile che ricorda la Tunisia nel 1943, ma senza nemmeno una retrovia entro cui scappare. Ricordo la perdita di due gruppi da caccia a Korba, nell'aprile del 1943, causa mitragliamenti degli Spitfire. Era sicuramente più difficile abbattere la trentina di Macchi in combattimento aereo che eliminarli a terra senza correre rischi. E in fondo, anche quelli, anzi sopratutto quelli, erano aerei 'fuoristrada', altro che i G.91. Con 430 litri per il pieno, e spazi di volo di poco più di 300 metri, erano meglio di 3-4 volte rispetto alle esigenze dei Fiat.
E così è andata. Poi per carità, la simulazione non potrà mai essere realistica al 100%, però dà l'idea almeno di quando e come si potrebbero vederne gli esiti.