Cannoni a confronto
12-1-015*
Nota bene: qui si parla dei principali cannoni della II guerra mondiale, utilizzati dalle navi da battaglia più potenti dell'epoca (ok, non proprio tutti, ma almeno quelli più importanti).
Le fonti: principalmente NAVAL WEAPONS:
Ma non manca RiD (Rivista Italiana Difesa), per esempio maggio 1999.
Per guardare come funziona una torretta navale, vedi qui (è simile al sistema poi adottato, per esempio, dai T-64/72 sovietici anni dopo):
I riferimenti 'libro' sono quelli citati, in realtà, dalla stessa Naval Weapons, mentre USN sta per penetrazioni calcolate con la formula empirica dell'USN.
Quando si cita invece una nazione specifica, allora significa che è un documento diverso, citato da Naval Weapons e che si riferisce ai calcoli ufficiali delle armi, quelli fatti cioé dai produttori/utilizzatori (è così per Germania e Italia), con valori spesso assai discordanti tra con quelli americani. Chiaramente, la differenza di qualità delle corazze può avere giocato un ruolo importante, così come la % di colpi penetranti e la % di questi che effettivamente 'passava' (calcolata 'per massa').
Detto in altri termini: a parte la durezza della corazza (se era che so, 600 brinell non è uguale a 700, anche se quest'ultima corazza può essere un pò troppo fragile e tendente a frantumarsi..) c'erano da calcolare anche le probabilità effettive di penetrazione. Se ci si accontentava del 10, 20, o più spesso, 50 o 80%, o addirittura si pretendeva il 100% di penetrazioni, questo porta a valori diversi. Una delle ragioni per cui i cannoni tedeschi erano considerati meno penetranti nei test sovietici (relativi a materiale terrestre!) di quanto detto dai documenti tedeschi, per quello che ne so, è che la probabilità pretesa dai sovietici era maggiore: V80 anziché V50.
Poi c'é da dire che i colpi potevano penetrare parzialmente, oppure non penetrare per niente ma frantumare la corazza e produrre pericolose schegge. Non era come se il proiettile penetrasse quasi integro la corazza, e potesse poi esplodere regolarmente dietro (o sotto) di essa: ma -vedi proiettili HESH- l'effetto delle schegge (di proiettile e-o di corazza) è tutt'altro che irrilevante! Per cui esistono diversi valori di penetrazione e di raggio di tiro a parità di perforazione.
Inoltre, non è affatto detto che molti documenti fossero 'sinceri'. Se la Regia Marina, del resto, provava le sue nuove navi con dislocamenti così leggeri da imbarcare giusto il carburante per la prova, perché non avrebbero potuto essere 'ottimisti' anche nel raggio dei cannoni? Intendo: canne assolutamente nuove (e non logorate anche solo in maniera moderata), proiettili fatti 'come si deve' (nell'USN pare che i proiettili venissero testati 'casualmente', mentre in Italia venivano preparati appositi lotti 'ad alta qualità') ecc ecc. Ma il discorso, al solito, ci porterebbe molto lontano.
Se volete farvi del male, e avete mooolto tempo a disposizione, divertitevi con questa pagina di Nathan Okun: è una miniera di informazioni (sebbene non sempre corrette al 100%, come fanno notare pure su wikipedia.en) per ogni appassionato: http://www.combinedfleet.com/okun_biz.htm
Tanto per capire cosa significhi, basti citare quello che calcolava lui in base ai tre criteri base: penetrazione completa (HL), parziale (NL), colpi non penetranti (EL) ma generanti schegge: distanze in 1000 yd (914 m) e tra parentesi, in km:
HL NL EL
KM BISMARCK 35 (32) 29 (26.5) 27.9 (25.5)
HMS KING GEORGE V
-Amidships 28.4 (26) 23.8 (21.6) 22.9 (20.9)
-Magazines 27 (24.7) 21.5 (19.7) 20.8 (19)
RICHELIEU 24.5 (22.4) 20.8 (19) 18.6 (17)
VITTORIO VENETO 22.6 (20.7) 17.5 (16) MAI (solo come schegge)
IJN YAMATO 21 (19.2) 17.7 (16.2) 15.5 (14.2)
USS SOUTH DAKOTA 20.3 (18.5) 16.4 (15) MAI (solo come schegge)
Notare come l'impatto sia comunque stimato a 90° (praticamente IMPOSSIBILE!) e quindi, alla massima distanza a cui poteva arrivare la perforazione. In altre parole, questi dati NON sono rappresentativi di una normale condizione 'di battaglia', e abbiamo già visto come l'inclinazione CONTI, per esempio 10° sono efficaci con un 5% di resistenza extra (praticamente come nello spessore virtuale teorico), ma 20° arrivino al 20% in più, 30° al 50% e 60° a circa il 200% e passa!
Tanto per capire la questione: quando il Bolzano fu colpito a Punta Stilo, ebbe a bordo 3 cannonate dal pur ben inferiore HMS Neptune. Di queste, una colpì i cannoni di una torretta. Un'altra entrò su di un fianco, penetrando facilmente il ponte da 30 mm che proteggeva le macchine del timone. Questa cannonata arrivò con un'angolazione di ben 53° sul piano orizzontale, e al contempo, cadde con un'angolazione di ben 45° (verso prua) sul piano longitudinale. Un altro proiettile colpì i cannoni stessi di una torretta (centrandone uno, ma le schegge ne danneggiarono anche il compagno) e infine un ulteriore colpo centrò il ponte di coperta da 20 mm, con angolo di 57° orizzontale, e 15° verso prua sul piano longitudinale. Tanto per intendersi, in base alle tavole di tiro tedesche, di circa il 200 e il 10% rispettivamente (senza contare l'angolo d'impatto verticale, ovviamente! L'angolo TOTALE ne sarebbe stato una risultante, così per esempio, se abbiamo 15° sul piano orizzontale e 15° su quello verticale, dovremmo avere complessivamente attorno a 20-21°! Ergo una resistenza presumibilmente più elevata del 20% rispetto ai proiettili di tipo tedesco (e non solo, pare che anche quelli italiani non fossero molto buoni ad alti angoli, mentre quelli britannici e americani fossero assai più 'tolleranti'). Fonte: Storia Militare, aprile 2013.
Tenete presente anche che vi sono molte questioni sulla qualità delle corazze. In genere vi sono due tipi principali: quelle indurite e quelle omogenee. Tuttavia, ogni cosa è potenzialmente 'corazza', persino, nell'800, degli spezzoni di catena (in mancanza di meglio) oppure, durante la II GM, a bordo di alcune navi secondarie, la 'plastic armour', che altro non era se non catrame con roccia tritata. Per quello che riguarda la II GM, spesso gli acciai da costruzione erano comunque, di qualità così elevata, da essere usati come armatura, magari in spessori e punti in cui si potevano usare senza troppi problemi e qualità eccezionali, quanto a resistenza al fuoco nemico. Ecco una serie di dati che ha a che fare con la loro 'qualità', riferita alle corazze di tipo 'omogeneo' o assimilabili:
Class B (USA) e NCA (UK): 1,00
MNC (JAP): 0,97
STS (USA) e NVNC e CNC (JAP): 0,95
Type D (UK): 0,9
Corazza omogenea di fusione: 0,9
HT (JAP): 0,85
Acciaio da costruzione di media durezza (meno di 200 BNH): 0,78
Quanto ai proiettili, praticamente tutti erano compresi tra 1,5 e 2 m di lunghezza complessiva (escluse le cariche!) il che significa, essenzialmente, tra 4 e 4,5 calibri, sebbene i tipi francesi arrivassero anche a 5 (1,9 m). Gli HE, in genere, erano lunghi circa mezzo calibro in meno (4-4,5L). La velocità è in genere relativa a cannoni nuovi; per quelli 'mediamente usati' in genere bisogna sottrarre sui 20-25 m/sec, con conseguente decadimento delle prestazioni, sia in penetrazione, che in gittata (-1 km circa) e precisione.
Ordinati per tipo
Cannone da 280/52 tedesco Sk C/28: Servizio 1930, peso 48,2 t x 14,8 m; proiettile 300 kg (carica lancio 107 kg, HE 6,6-22 kg); v.iniziale 910 m/s, 3,2 t/cm2; 40°, raggio per 36,5 km; vita circa 340 c, colpi 120x cannone.
Penetrazione: richiesta 0,5Lx30°x500 m/sec (140 mm a 30° a 15 km); 2,5 RPM.
Cannone da 280/54 mm tedesco Sk C/34: Servizio 1938, peso 53,2 t x 15,4 m; proiettile 330 kg (carica lancio 119 kg, HE 7,8-22 kg); v.iniziale 890 m/s, 40°, 3,2 t/cm2; gittata 40,9 km; vita circa 300 c, colpi 150x cannone; 3,5 RPM.
-0 m/ 604 mm
-7,9 km/ 460 mm
-18,3 km/ 291 --- 48 mm (NB: 342 mm è la penetrazione verticale, la SECONDA CIFRA è quella del ponte orizzontale)
-27,3 km/205 --- 76 mm
Cannone da 320/44 mm italiano Mod 34 e 36: Servizio 1937, peso 69,67 t x 14,5 m; proiettile 525 kg AP o 458 kg HE (carica lancio 175 kg, HE 6,38 o 23,4 kg); v.iniziale 830 m/sec, 27 o 30°, 3,1 t/cm2; gittata (AP 525 kg): 28,6 km a 27° (Cavour) e 29,4 km a 30° (Doria); HE: 30 km (Cavour, forse Doria arrivava a 31 km?). Vita utile 150 cp; colpi 100x cannone, 2 RPM. Peso torri 548 e 745 t.
-10 km/ 330 mm
-20 km/ ?--- 75 mm
-26 km/ ? --- 108 mm
Cannone da 330/50 francese Mod 31: Servizio 1939; peso 70 t per 17,17 m; AP: 560 kg a 870 m/sec; carica 192 kg; alzo max 35° per 41.700 m; HE 20,3 kg o 63,5 kg; 110-114 rpg; vita: 250 cp; pressione 3,15 t/cm2; cadenza 1,5-2 RPM:
-0 km/ 713 mm
-23 km: 342--105 mm
-27,5 km: 292--110 mm (libro più USN)
Cannone francese da 340/45 mm Mod 1912
Anno di servizio 1915, peso 66,95 t per 16,115 m, munizioni APC 575 kg (HE 382-465); carica HE 21,7 kg (APC); propellente 153,5 kg. V.iniziale 780 m/sec (575 kg), max 921 m/sec; pressione 2,8 t/cmq. Colpi: 100. Alzo a 26°: 26,6 km (max assoluta 35,4).
Torri -5/+12 (14,5 km) e fino a 23-26° nelle ricostruzioni. Cadenza 2 RPM.
Cannone da 356/45 britannico Mk VII (1940); peso 80 t per 16,52 m; AP 721 kg a 757 m/sec; carica HE 22 kg, propellente 153 kg; alzo max 40° per 35,2 km; HE 22 kg; 100 rpg; vita 340 cp; pressione 3,23 t/cm2; cadenza 2 RPM:
-0 km/ 668 mm
-9.144 m/ 396 mm---- 29 mm
-13.716 m/ 335---50 mm
-18.288 m/ 285---73 mm
-22.860 m/ 241 ---- 102 mm
-25.603 m/ ?---- 121 mm (dati presi da US formula e libro Allied Warships, per velocità iniziale di 732 m.sec).
Cannone da 380/45 francese Mod 1935 (1940); peso 94 t x 17,9 m; peso AP 890 kg a 830 m/sec; carica 288 kg; alzo max 35° per 41,7 km; HE 21,9 kg; 104 rpg; vita 200 cp; pressione 3,2 t/cm2; cadenza 1,2-2 RPM:
-0 km/ 748 mm
-22 km/ 393----105 mm
-27 km/ 331---- 138 mm
-35 km/ 280---- 211 mm
-38 km/ 249---- 270 mm (USN)
Cannone da 380/52 tedesco Skc 1934 (1940); peso 111 t per 18,63 m; peso AP 800 kg a 820 m/sec; carica 222 kg; alzo max 30° per 36,5 km; HE 18,8-64,2 kg; 108-130 rpg; vita 180-210 cp; pressione 3,2 t/cm2; cadenza 2,3-3 RPM
-0 km/ 742 mm
-4,5 km/ 616 ----19 mm
-18 km/ 419 ----- 75 mm
-22 km / 393 ----- 104 mm
-27 km / 304----- 126 mm (libro e USN)
-10 km / 510 mm
-20 km / 364 mm
-21 km / 350 mm
-25 km / 308 mm
-30 km/ ? --- 120 mm
-35 km/ ? --- 170 mm (germania)
Cannone da 381/50 italiano Mod 34 (1940); peso 111,6 t x 20,7 m; peso AP 885 kg a 850 m/sec; carica 222 kg; alzo max 36° per 42,8 km; HE 10,16--29,5 kg; 74 rpg; vita 140 cp; pressione 3,2 t/cm2; cadenza 1,3 RPM
-0 km/ 814 mm
-18 km/ 510 ---- 73 mm
-28 km/ 380 ---- 130 mm (fonte: libri e formula USN)
-19 km/ 416 --- 67 mm
-20 km/ 402--- 74 mm
-24 km/ 348--- 105 mm
-26 km/ 325--- 124 mm (fonti: documenti ufficiali prodotti in Italia)
Cannone da 381/42 inglese Mk I (1915); peso 101,6 t x 16,5 m t; peso AP 871-79 kg a 730-800 m/sec; carica 196-222 kg; alzo max 30° per 29-33 km; HE 22-59 kg; 100 rpg; vita 335 cp; pressione 3,15 t/cm2; cadenza 2 RPM
-0 km/ 687 mm
-9.144 m/ 422 mm---- 32 mm
-13.716 m/ 353---50 mm
-18.288 m/ 297---72 mm
-22.860 m/ 259 ---- 121 mm
-27.432 m/ 229---- 145 mm (dati per 732 m/sec, basati su libro Allied Battleships e formula empirica USA e dati di prova).
Cannone da 406/45 inglese Mk I (1927); peso 108 t per 18,85 m; peso AP 929 kg a 797 m/sec; carica 225 kg; alzo max 40° per 36,4 km; HE 23,2 kg; 105 rpg; vita 200-250 cp; pressione 3,15 t/cm2; cadenza 1,5-2 RPM
-13.716 m/ 366---50 mm
-18.288 m/ 310---72 mm
-22.860 m/ 261 ---- 99 mm
-27.432 m/ 224---- 130 mm
-32.004 m/ 193---- 165 mm (fonti: le stesse degli altri cannoni UK).
Cannone da 406/45 USA Mk 6 (1941); peso 97 t per 18,7 m; peso AP 1.225 kg a 701 m/sec; carica 242 kg; alzo max 45° 33,7 km; HE 18,55-69,7 kg; 130 rpg; vita 395 cp; pressione 2,83 t/cm2; cadenza 2 RPM: la Washington ottenne oltre 1,5 in azione contro la Kirishima, tirando 117 colpi in meno di 8 minuti e mezzo!) Notare che i colpi a carica ridotta potevano aumentare 12x la vita utile del cannone, gli HE del 33%.
-0 km / 755 mm
-4,5 km/ 676---19 mm
-9 km/ 597 --- 28 mm
-13,7 km/ 520 --- 77 mm
-18,2 km/ 448 --- 109 mm
-22,9 km/ 382 --- 146 mm
-27,4 km/ 324 --- 194 mm
-32 km/ 266 ---- 268 mm (USN)
Cannone da 406/50 USA Mk 7 (1943); peso 108,5 t per 20,3 m; peso AP 1.225 kg a 762 m/sec; carica 299 kg; alzo max 45° per 38 km; HE 18,5-69,7 kg; 130 rpg; vita 290-350 cp; pressione 2,9 t/cm2; cadenza 2 RPM) Accuratezza: nel 1987, dimostrati 200 metri a 32 km. Vs una 'Bismarck': 10,5% Pk a 18,3 km e 4 a 27 km (ma solo 4 e 1% se tirando da prua/poppa).
-0 km / 829 mm
-4,5 km/ 747---17 mm
-9 km/ 664--- 43 mm
-13,7 km/ 585 --- 71 mm
-18,2 km/ 509 --- 99 mm
-22,9 km/ 441 --- 131 mm
-27,4 km/ 380--- 169 mm
-32 km/ 329---- 215 mm
-36,5 km/ 280 ----286 mm
-38,7 km/ 241 ----357 mm (USN)
Cannone giapponese da 406/45 mm Type 3: (1921); peso 101,6 t per 18,8 m; peso AP 1.000 kg a 806 m/sec; carica 299 kg; alzo max 43° per 38,7 km; HE 14,9-44,3 kg; 130 rpg; vita 250-300 cp; pressione 3 t/cm2; cadenza 1,5-2+ RPM
Cannone da 460/45 giapponese Type 94: (1941); peso 165 t per 21,1 m; peso AP 1.460 kg a 780 m/sec; carica 360 kg; alzo max 45° per 42 km; HE 33,9-61,7 kg; 100 rpg; vita 150-250 cp; pressione 3-3,2 t/cm2; cadenza 1,5-2 RPM
-0 km/ 864 mm
-20 km/ 494 --- 109 mm
-30 km/ 360 --- 189 mm (USN)
-20 km/ 566 ---- 167 mm
-30 km/ 416 ------ 230 mm (LIBRO)
Ordinati per RAGGIO
0 km: 0 m/ 604 mm (283/54 mm); 713 mm (330 mm); 668 mm (356/45); 748 mm (380/45); 742 mm (380/47); 687 mm (381/42); 814 mm (381/50); 864 mm (460/45); 755 mm (406/45); 829 mm (406/50)
4,5 km: 616---19 mm (380/47); 676---19 mm (406/45); 747--17 mm (406/50)
9 km: 396---29 mm (356/45); 422---32 mm (381/42); 597--28 mm (406/45 USA); 664---43 mm (406/50)
10 km: 250 mm (320/44); 510 mm (380/47 G); 550--35 mm (380/47 RiD); 490--38 mm (381/45 RiD); 637---36 mm (381/50 RiD); 580---42 mm (406/45 RiD); 645--49 mm (406/50 RiD); 675--51 (460/45 mm RiD)
13,7 km: 335---50 mm (356/45); 353---50 mm (381/42); 366--50 mm (406/45 UK); 520--77 mm (406/45 USA); 585 ---71 mm (406/50 UK)
18 km: 285---73 mm (356/45); 297--72 mm (381/42); 419--75 mm (380/47); 510---73 mm (381/50); 310---72 mm (406/45 UK)
18,2 km: 291--48 mm (283/54 mm); 448--109 mm (406/45); 509---99 mm (406/50)
19 km: 416---67 mm (381/50 I);
20 km: 364 mm (380/47 G); 430---80 mm (380/52 RiD); 402---74 mm (381/50 I); 494--109 mm (460/45); 566--167 mm (460/45 G); 380--96 mm (380/45 RiD); 480--83 mm (381/50 RiD); 420---125 mm (406/45 RiD); 490---112 mm (406/50 RiD); 494---109 mm (460/45 RiD)
21 km: 350 mm (380/47 G);
23 km: 241---102 mm (356/45); 393--105 mm (380/45); 393--104 mm (380/47); 261---99 mm (406/45 UK)
22,9 km: 259 --- 121 mm (381/42); 382--146 mm (406/45); 441--131 (406/50)
23 km 342--105 mm (330 mm);
24 km: 348--105 (381/50 I);
25 km: x---121 mm (a 25,6 km, 356/45); 308 mm (380/47 G); 400-105 (380/47 mm RiD); 350--126 mm (380/45 RiD); 415---112 mm (381/50 RiD); 369---180 mm (406/45 RiD); 412--295 mm (406/50 RiD, dove 295 è chiaramente un refuso); 422--143 mm (460/45 RiD).
26 km: 325--124 mm (381/50 I);
27 km 205 --- 76 mm (283/54 mm); 331---138 mm (380/45); 304--- 126 mm (380/47); 229---- 145 mm (381/42) 224---- 130 mm (406/45 UK)
27,5 km: 292--110 mm (330); 324---194 mm (406/45); 380--169 mm (406/50)
28 km: 380--130 mm (381/50);
30 km: xxx---- 120 mm (380/47 mm G); 360--189 mm (460/45); 416--230 mm (460/45 G)
32 km: 266-268 mm (406/45 USA); 193--165 mm (406/45 UK) 329--215 mm (406/50)
35 km: 280---211 mm (380/45); xxx ---170 mm (380/47 mm G)
36,5 km: 280--286 mm (406/50)
38 km: 249--270 mm (380/45);
38,7 km: 241--357 mm (406/50).
Riassunto per TABELLA
Calibro: 280/52mm 280/54 305/50 320/44 330/50 356/45 380/45 380/52 381/42 381/50 406/45 406/45 406/50 460/45
Nazione: GER GER USA ITA FRA UK FRA GER UK ITA UK USA USA JAP
Modello: SK C/28 C/32 Mk8 Mod 34 Mod 31 Mk VII Mod 35 C/34 Mk 1 Mod 34 Mk I Mk6 Mk 7 Type 94
Anno servizio: 1930 1938 1944 1940 1939? 1940 1940 1940 1915 1940 1927 1941 1943 1941
Peso: 48,2 t 53,2 52,3 69,7 70 80 94,1 111 101,6 111,6 108 97 108,5 165
Lunghezza: 14,8 m 15,4 17,54 14,5 17,2 16,52 17,9 18,63 16,5 20,7 18,85 18,7 20,3 21,1
Proiettili AP: 300 kg 330 517 525 560 721 890 800 871-79 885 929 1225 1225 1460
HE: 6,6-33 kg 7,8-22 8-36 6,34-23,4 20-63,5 22 21,9 18,8-64 29-101 10,2-29,5 23,2 18,6-70 18,6-70 34-62
C.Lancio: 107 119 125 175 192 153 288 222 196-222 222 225 242 299 360
v.iniz: 910 m/s 890 762 830 870 757 830 820 752-800 850 797 701 762 780
K iniziale: 124MJ 130 150 180 211 206 285 268 285? 319 295 300 355 444
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N.colpi: 120 150 166 100 110+ 100 104 108-130 100 74 105 130 130 100
pressione: 3,2 t/cm2 3,2 2,83 3,1 3,15 3,23 3,2 3,2 3,15 3,2 3,15 2,83 2,9 3-3,2
RPM: 2,5 3,5 2,4-3 2 1,5-2 2 1,2-2 2,3-3 1,6-2 1,3 1,5-2 2 2 1,5-2
Gittata: 36,5 40,9 35,7 28,6/29,4+ 41,7 35,2 41,7 36,5 29 42,8 36,4-38 33,7 38,7 42
Max assoluta: 46,63 42-55 40,3 46-48
Peso torri: 600 750 937 548-745 1497 900/1557------2476--------1052----------782---------1595--------1508-----1426/1460--1735--------2774
Alzo: -10/40° -8/40° -3/45 -5/27-30° -5/35° -3/40° -5/35° -5,5/30° -2/30° -5,5/36 -3/40° -2/45° -2/45° -5/45°
Moto: -------------M-----------M---------M--------M------------100I----140-320---------------------------M----------------------------E------------------------300E/I--------300E/I----500I
Velocità:----------8°/7,2°/s- -8/7,2--12/5-6/5----------------6/5----- 8/2°----------5,5/5-------------6/5-------- 5/2 ------------6/6------------10/4-----12/4-----------12/4------10/2
Distanza: -------------------------249----229---------169-254----244---------195-295---------375---------229----------- 264----------------------- 297-----------310--------350
Fronte/retro 150-152------------------------------------------------------324-174------------------------360-320---324-174----350-190----400-224--472-319--496-324----650-190
Fianchi/tetto ----------------------------------------------------------------174-149------------------------220-150---------------200/150-200--274-180--268-197-273-251
Perforazione: 0 m--------604--------------622----------------713------- 668--------------748-------742---------687--------------814-----------------------755----------829-----------864
10 km c.a.------------------460----------463/32----330-----------------396/29------------------------------------422/32-------------------------------------597/19-----664/43
15 km c.a.140/30°------291/48------------------------------------------ 335/50--------419/75-----------------366/50--------------------------------------520/77-----585/71----494/109
20 km c.a.--------------------------------323/77 --?/75------------------ 285/73------------------------------------297/72---------510/73----310/72----448/109---509/99
25 km c.a.----------------205/76-------?/108--------------342/105-- 241/102------331/138----304/126--229/145------325/124I--224/130---324/194---380/169
30 km c.a. ------------------------------231/130------------------------------------------------------------------------------------------380/130-------------------266/268---329/215--360/189
I cannoni da 356/45 inglesi dimostrarono, contro la Bismarck, un ROF di circa 1,7 c/min; i pezzi da 406 arrivarono a 1,5.
Particolari corazzature delle torri:
Warspite: 324 mm frontale; lati 274 mmm; retro 274 mm; tetto 124 mm
Hood: 373 mm frontale; lati ant. 299 mm, lati post. 274 mm; retro 274 mm; tetto 124 mm.
Repulse: 224 mm frontale; lati ant. 224 mm, lati post 174 mm; retro 274 mm?? tetto 106 mm
Vanguard: 324 mm frontale; lati ant 224 mm, lati post 174 mm; retro 274 mm; tetto 149 mm
Alaska: 325 mm frontale; lati ant. 152 mm, posteriori 133 mm; retro 133 mm; 127 mm tetto.
KG V: 324 mm frontale; lati ant. 224 mm, posteriori 174 mm; retro 174 mm; 149 mm tetto.
Bismarck: 360 mm KC frontali anteriori, 180 mm frontali superiori, 220 e 150 mm lati, 320 e 150 mm retro, 180 mm tetto. Barbette 340-220 mm.
Littorio: 350 mm frontali (alcune fonti dicono 380 mm), lati 200 mm anteriori, 200-150 mm tetto. Barbette 350 mm sopra ponte, 280 mm sotto.
North Carolina: 406 mm B + 64 mm STS (=502 mm!); lati 268 mm (249A+19 mm); retro 319 mm (300A+19). Tetto: 197 mm (178A +19).
South Dakota: 457 mm B + 64 mm STS (=521mm!); lati 258 mm (241A+19 mm); retro 319 mm (300A+19). Tetto: 203 mm (184A +19).
Iowa: 432 mm B+64 mm STS (496 mm!); lati 258 mm (241A+19 mm); retro 324 mm (305A+19). Tetto: 203 mm (184A+19)
Montana: 457 mm B+114 STS (561 mm!); lati 273 mm (254A+19 mm); retro 320 mm (305A+19). Tetto: 251 mm (232A+19)
E ora che abbiamo visto i numeri duri e puri... Ci sono anche altre cose che vale la pena di precisare.
Cariche esplosive interne
Ovviamente, sparare e mettere un colpo a segno è un conto... ottenere un risultato è un altro. E questo non è uno scontro tra carri armati, le granate 'perforanti' DEVONO avere cariche esplosive, e per giunta, di affidabile funzionamento.
Il pezzo da 381 italiano sparava colpi da 885 kg, ma attenzione:
secondo Naval Weapons, il peso delle cariche delle HE era di 29,51 kg appena... ma peggio che mai, le AP avevano appena 10,16 kg di esplosivo.
La differenza con le granate tedesche è fondamentale, pur pesando queste ultime ben 85 kg in meno (per le AP):
-380/52 mm: con APC L/4,4 - 18.8 kg --HE L/4,5 spoletta posteriore: 32.6 kg ---HE L/4,6, spoletta anteriore: (ben) 64.2 kg.
-280/52 mm (330 kg): APC, 6,6 kg, HE 16-21 kg
Quindi, con i 280 mm hanno una carica esplosiva di 1/3 inferiore, ma pesano anche mezza tonnellata in meno. Le granate da 380, invece, sono superiori di quasi l'80% per le AP (nonché, tra il 10 e il 110% per le HE).
Quindi, riassumendo:
Italia
-320/44 mm (29 km, 2 RPM); granata AP 525 kg (6,28 kg), HE 458 kg (? 23,4 kg)
-381/50 mm (42,8 km, 1,3 RPM):
-885 kg AP (10,16 kg HE); 824 (o 774 kg?): 29,51 kg ----------------------------RIFERIMENTO per le altre granate
Germania
380/52 mm: (36,5 km, fino a 3 RPM teorici)
-con granate APC L/4,4 - 18.8 kg --HE L/4,5 spoletta posteriore: 32.6 kg ---HE L/4,6, spoletta anteriore: (ben) 64.2 kg.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------(+85% per granate AP, +10-120% per HE = 1,85 volte)
280/52 mm (41 km, fino a 3+ RPM)
-con proiettili APC (330 kg): 6,6 kg, granate HE 16-21 kg-----------------------(-35% AP = 0,65 volte)
UK
356/45 mm (35,2 km--2 RPM):
-le granate AP da 356 mm (721 kg) avevano 22 kg di HE; ------------------------ (+120% rispetto ai 381 AP italiani = 2,2 volte)
381/42 mm (29 km--2 RPM):
-quelle da 381/42 mm (879 kg), 22 kg di HE se AP, o 59 HE. ------------------ (+120% = 2,2 volte)
406/45 mm (34,7 km--1,5-1,9 RPM)
-quelle da 406/45 mm (921 kg), avevano 27 kg di HE (shellite) ----------------- (+170% = 2,7 volte)
USA:
406/45 mm (33,7 km) e 406/50 (38,7 km; 2 RPM per entrambe)
-i 406 mm AP (1.225 kg)/HE (862 kg) avevano 18 e 67 kg circa---------------- (+80% = 1,8 volte)
Giappone
460/45 mm (41 km --- 1,3 RPM)
-granate AP (1.360): 33 kg (AP) e HE (1.400 kg): 67 kg ------------------------(+220% = 3,2 volte)
- 406/45 mm:15 kg (AP) e 44 kg (HE) -------------------------------------------------( +50% = 1,5 volte)
-356/50 mm: 11 kg (AP) e 29 kg (HE) ------------------------------------------------- ( +8% = 1,08 volte)
Francia
380/45 mm (38 o 41,7 km, 1,2-2,2 RPM)
-granate APC (884 kg): 22 kg --------------------------------------------------------------(+120% = 2,2 volte)
340/45 mm (26 km, 2 RPM)
-granate (575 kg) APC: 21,7 kg------------------------------------------------------------(+110% = 2,1 volte)
330/50 mm (41 km, 2 RPM)
-granate 330/50 mm: APC (560 kg): 20,3 kg; HE (552 kg): 63,5 kg---------(+100% = 2 volte)
URSS (45,7 km, 1,5-2 RMP, mai entrato in servizio su navi)
-406/50 mm (1.108 kg) AP: 25 kg, HE 88 kg ---------------------------------------(+150% = 2,5 volte)
Ci sono anche altre cose che vale la pena di precisare, per quel che riguarda il cannone da 381 italiano: la precisione effettiva, che tra l'altro va anche al di fuori della pura dispersione teorica, che nel 1940, per i cannoni OTO da 381 era calcolata in 422x500 metri con la 2a carica, e 290x267 m con la 1a, a circa 20 km; i cannoni Ansaldo, invece, a 1a carica erano molto più imprecisi (416x364 metri a 22,5 km), anche se andavano meglio con la 2a (309x360 m a 18,8 km). Notare che i pezzi OTO e Ansaldo erano abbastanza 'mischiati' nelle varie navi, anche se probabilmente, con una complessiva superiorità numerica degli OTO.
Cadenza: i pezzi da 381 erano capaci di sparare anche 2 colpi al minuto, ma... con la 2a carica. Purtroppo non è chiaro quanto fosse meno potente rispetto alla 1a, ma non è irragionevole aspettarsi prestazioni non tanto diverse da quelle del 381/42 inglese, e quindi largamente inferiori rispetto al massimo teorico dell'arma (il 406/50 americano, a quanto pare, con la carica 'ridotta' tirava le AP a circa 24 km!).
Quindi è chiaro, che con i cannoni sparanti in condizioni di 'guerra totale' (e non in addestramento, o anche in azioni di bombardamento costiero), bisognava considerare fattori che limitavano la cadenza di tiro. Uno era l'alzo, molto più ampio di quello (fisso e assai basso) per la ricarica (elevazione di circa 5-6°/sec), e poi bisognava calcolare il tiro a piena potenza (il che richiedeva molto più tempo visto che bisognava caricare oltre 200 kg di polveri). In questo caso, il ritmo di fuoco osservato dai 381/50 fu di circa 1 colpo/min nel 1939-40 (purtroppo non esistono altre statistiche, successive, al riguardo). Nella battaglia reale, di circa 20-24 minuti, a Gaudo, la V.Veneto riuscì a tirare -esclusivamente o quasi- con i 6 cannoni prodieri, 92 colpi (di cui 11 falliti), che danno circa 0,6 c/min, ergo la metà del ROF calcolato (circa 0,72 se si considerano 92 colpi per 20 minuti e solo dalle torri prodiere; se si considerano 81 colpi per le torri prodiere e 24 minuti, scendiamo a 0,56; come metro di paragone, la Bismarck riuscì a tenere circa 1 c/min contro Hood e PoW; mentre la Rodney, malgrado i tanti problemi degli affusti da 406 e un equipaggio inesperto, riuscì a mantenere, nel tempo di fuoco effettivo, ben 1,5 c/min, praticamente la massima cadenza di tiro prevista teoricamente).
In sostanza, la penetrazione e la gittata sono una cosa, e fanno molto 'figo' per chi calcola solo i dati di pura potenza (ogni riferimento ai 'fanss' che discettano sulla Rete di cose di cui poco capiscono, è puramente intenzionale).
MA, oltre a questi, esistono anche altri parametri: avvistamento nemico ed identificazione; precisione, cadenza di tiro, riserva di munizioni, distruttività delle stesse.
In altre parole, prima devi vedere la nave nemica, nonché riconoscerla correttamente; POI devi calcolare correttamente i dati di tiro; POI, devi avere la gittata per sparargli contro; POI, devi avere la cadenza di tiro per aumentare la possibilità di colpirla (ripetutamente); POI devi avere la precisione per colpirla; POI devi avere la penetrazione per penetrarla; POI devi avere la spoletta funzionante correttamente E una carica esplosiva utile per causare danni gravi; POI devi avere una riserva di munizioni sufficiente per la battaglia.
Se si calcola tutto questo, ecco perché le armi delle Littorio, non sono affatto così efficaci. Hanno la forza bruta, e quindi gittata e penetrazione; però, a parte la precisione discutibile (aggravata da una vita utile della canna che è di gran lunga la peggiore di tutte le armi della categoria: circa 130-140 colpi vs almeno 180-200), non sono molto efficaci contro cinture angolate (tendenza al rimbalzo), sono tra le meno efficienti contro i ponti corazzati; e sopratutto, TUTTE, ma proprio tutte le armi straniere, da 330 mm in su, esprimono una carica esplosiva interna superiore dal 10 al 200% (il triplo!). Così, accade che le granate da 356 e 381 inglesi, o quelle da 380 francesi e tedesche, o quelle da 406 americane, abbiano una carica di HE superiore dall'80 al 120%. Persino i proiettili da 330 francesi (meno di 600 kg!) sono superiori nella stessa misura.
Inutile dire cosa significhi, una volta che un proiettile entri, un'esplosione data da una carica circa doppia: sebbene le schegge siano più piccole, questo non può contrastare i danni che vengono causati, altrimenti... tanto vale restare con i tipi di proiettili della 1a Guerra mondiale, quando potevi vedere, per esempio, granate da 105 dell'Esercito con circa 600 gr di esplosivo o giù di lì, anziché i circa 1,5 kg introdotti successivamente, con munizioni modernizzate!
In conclusione, al di là valori di penetrazione e gittata, i pezzi da 381/50 erano superati da TUTTI gli altri quanto a carica esplosiva interna. Anche se i tipi di esplosivo, ovviamente, non erano tutti dello stesso tipo (i Giapponesi, probabilmente, avevano quello più potente, però anche più suscettibile, tanto da doverlo 'ammortizzare' sacrificando una parte della cavità interna con un blocco di legno), è ragionevole pensare che la loro potenza fosse comparabile, così come l'efficacia pratica. Le spolette non sempre erano dello stesso livello di affidabilità, ma anche qui non c'era moltissimo da scegliere, visto che alcune erano troppo 'tarde' o inaffidabili nell'esplosione, altre scoppiavano fin troppo rapidamente (prima del tempo). Il che, ovviamente, dice che c'era una pesantissima ipoteca sulla capacità di causare danni devastanti, una volta che pure i proiettili passassero all'interno delle protezioni. Quanto determinante, è difficile dire: un centro in un deposito non avrebbe fatto molta differenza! Ma non c'era certo solo questo come 'ipotesi', altrimenti potremmo anche dire che un calibro 22 LR sia ugualmente letale che un 9 para, basta centrare al cuore la vittima!
Sono tutte cose che vanno valutate attentamente, in una simulazione. Ed è chiaro, che maggiore è la quantità di esplosivo che una granata AP/APC contiene, e maggiore sarà l'effetto che ci si può attendere.
Se le differenze sono, diciamo, del 10-20%, forse si può considerare irrilevante tale discrepanza, non conoscendo appieno l'esplosivo usato dai vari contendenti. Però, tenete presente una cosa: per esplosivi anche 'solo' il 60% superiori al TNT, bisogna arrivare all'RDX, dinamite o pentrite! La maggior parte dei proiettili d'artiglieria non aveva, né ha, tali munizioni, ma piuttosto composti vari, con diverse percentuali di TNT e RDX o simili: di conseguenza è praticamente impossibile, data anche la suscettibilità alle accelerazioni e alle decelarioni (impatti!), che vi fossero, dentro i proiettili navali, composti più potenti del 20-30% rispetto al TNT stesso.
MA, per differenze di oltre il 50%, è impossibile NON notare il vantaggio netto di una parte rispetto all'altra, specie se i proiettili sono della stessa epoca di produzione!
E' altresì evidente che, per i 381/50, i progettisti hanno voluto accentuare le capacità di perforazione... aumentando lo spessore della 'punta', ma necessariamente... a scapito della carica esplosiva interna, nella concezione che era meglio portare il proiettile dietro la corazza nemica, piuttosto che lasciarlo fuori a scoppiare senza far molto danno. Decisione forse comprensibile, ma un pò troppo sbilanciata, e che prevedeva uno scoppio praticamente 'al cuore' della nave nemica. E che, sopratutto, non teneva in alcun conto gli effetti -pur notevoli- che si sarebbero ottenuti colpendo con proiettili AP anche le parti non protette/poco protette della nave. Né i colpi HE erano un qualche miglioramento apprezzabile in questa narrazione, perché pure essi erano, di fatto, gravemente carenti in carica di scoppio; ed essendo assai pesanti, questo fa quasi pensare, stando anche a quello che hanno scritto su navaweapons, che si trattasse in realtà di una sorta di SAP (semi-perforante, o meglio, 'semi-semi-perforante', visto che tutte le granate navali 'AP' in realtà sono SAP, per definizione, non essendo più da un bel pezzo 'a palla piena'!). Nondimeno, non si capisce bene a che sarebbe servito, se poi le corazze più robuste non erano probabilmente accessibili, e per quelle più leggere o nulle, sarebbe stato una sorta di Overkill (NB: probabilmente fu questo tipo di proiettile 'a palla' che colpì un cacciatorpediniere inglese -forse il Kingston- trapassato prima dell'esplosione; e certo fu da queste munizioni che gli italiani, sfruttandone le migliori capacità perforanti rispetto alle bombe normali, ricavarono le speciali 630PD, allargando la cavità interna fino a 120 kg di HE, riducendo il peso complessivo a circa 630 kg). Né sarebbe stato un tipo particolarmente indicato per i bombardamenti costieri, ovviamente bisognosi del massimo carico 'utile' interno, piuttosto che di una penetrazione 'superiore'.
Quindi, comunque la si veda, i 381/50 sono ai vertici della gittata teorica (e quindi, piuttosto inutile) e tra i migliori quanto a penetrazione verticale; ma sono assolutamente mediocri -almeno in pratica- quanto a precisione e penetrazione di ponti; e vanno assolutamente 'a terra' quando si consideri l'efficacia della carica esplosiva vera e propria, la vita utile della canna -con associato decadimento delle prestazioni balistiche anche 'entro' la stessa-, la cadenza di tiro (in fondo alla classifica, assieme ai 460/45 giapponesi!), e infine, la dotazione di proiettili a bordo delle navi (appena 74, quando il 'normale' era tra 100 e 130 per cannone).
In altre parole, ecco come un'arma dalle capacità ovviamente elevatissime, come il 381/50 italiano, fosse in realtà molto più mediocre di quel che sembra. Per comparazioni moderne: vedesi alla voce 'cannone da 115 mm russo', per il quale valgono (in ambito terrestre) molti degli stessi rilievi (a parte la carica dei proiettili HE, ai vertici assoluti della categoria, tanto da superare anche quella di armi occidentali di calibro superiore, come nella più pura tradizione sovietica).
E l'obiettivo giusto? Ponti o cinture...das ist der problem!
Cosa è meglio, secondo voi?
Perché la maggior parte delle fonti fanno il paragone tra corazze perforate, ma tra navi che si sparano sui fianchi. Come tra i carri armati, quando si leggono le analisi che comportano pressoché invariabilmente cannone vs corazza frontale superiore (scudo).
Ma ci sono molti altri elementi da considerare.
La risposta che molti danno è essenzialmente 'lo spessore e resistenza della corazzatura di cintura'. Questa è una cosa che sembra, SEMBRA, razionale, ma in realtà non è affatto un metro affidabile per la valutazione. E adesso spiegherò il perché.
Faccio un esempio tanto per capire la questione.
Poniamo che un cannone possa perforare una nave da battaglia a una tot distanza. Diciamo 20 km contro la cintura corazzata, e 22 km contro i ponti corazzati. Queste valutazioni, specie quella contro la cintura, erano effettivamente MOLTO importanti e citate nelle stesse documentazioni ufficiali, così non è difficile comprendere come ancora oggi ci siano persone affascinate da questo tipo di ingaggi, specie considerando l'elevatissima capacità perforante in millimetri, della corazza di cintura. Fa certo più effetto sentire valori tipo 700 mm a 0 metri, piuttosto che 400 mm a 10 km, o meglio ancora, a 20 km sentiremo di 300 mm di cintura e 100 mm di ponti.
Ma il problema non è così semplice da risolvere.
INFATTI, ci sono ben due ragioni per cui non si riesce a capire come la perforazione della cintura NON fosse davvero così importante in pratica. Prendiamo l'esempio di cui sopra. Abbiamo 300 mm di cintura corazzata a 20 km, ponendo questo valore analogo alla cintura della nave bersaglio, e perforazione dei ponti da 22 km in poi.
PERO', esiste un problema che questi calcoli non si parla di effetti non facilmente prevedibili con questi calcoli. Se parlassimo di un mondo perfetto e ideale, in cui le navi arrivano, e si sfidano come su due binari paralleli a quella tot distanza (ovviamente... concordata preventivamente, tipo contiamo 10 passi e poi ci spariamo addosso), allora non ci sarebbe alcuna differenza.
Qui parliamo invece di un altro fenomeno da studiare. Una nave, in manovra, praticamente non sarà MAI in quella condizione di ideale vulnerabilità. In realtà, è possibile che l'impatto sia tra 0 e 90° lateralmente parlando. Per capire come questo fatto sia importante, facciamo un esempio su di un tipico angolo d'impatto che potrebbe verificarsi in caso di impatto di un proiettile. Poniamo che esso sia relativamente ridotto, ergo 30°. Questo valore è tale, per cui lo spessore virtuale aumenta del 15% e quindi lo spessore aumenta da 300 a 345 mm. Questo significa che da solo, questo angolo riduce probabilmente la distanza utile di perforazione da 20 a 12-15 km!
Ma non è solo questo. Guardiamo l'effetto pratico di questi angoli d'impatto. I cannoni tedeschi, per esempio, sono relativamente simili a quelli da 381 mm italiani: ergo, proiettili non particolarmente pesanti, alta velocità iniziale e ridotta lunghezza della vita della b.d.f.
Sapete quale era il tipico profilo d'accettazione dei cannoni da 280 mm della Marina tedesca? Circa 0,5 calibri/30°/500 m/sec. Infatti, persino i cannoni successivi alla I guerra mondiale, quelli delle Panzerschiffe, erano appena migliori: 160 mm/30°/500 m/sec.
Sapete cosa dice la curva di penetrazione calcolata secondo i dati tedeschi originali? Angolo d'impatto di 10°, corazza omogenea, 300 m/sec: +3%, corazza effettivamente perforata 155 mm; a 20°, 142 mm (+12%); a 30°, 123 mm, ergo ben 30% di resistenza in più. A 40° è 103 mm, ergo +55%. A 60°, abbiamo appena 63 mm, ergo aumento della resistenza del 153%.
Ma non è che l'inizio: con le corazze temperate non solo i valori sono diversi, certo inferiori: 125 mm a 0°; 112 mm/20°; 95 mm/30°; 76 mm/40°.
Aumentando la velocità, non cambia molto: a 500 m/sec: 242 mm a 0°; 227 mm a 10° (+5%); 198 mm a 20° (+22%); 158 mm a 30° (+53%); 120 mm a 40° (+101%); 92 mm a 50° (+163%); meno di 80 mm a 60° (200% e passa!).
Questo con i pezzi da 280 mm.
Con quelli da 380 mm la cosa è solo marginalmente diversa: per esempio, contro corazze indurite, + 48% a 30° e 500 m/sec (circa 21 km di raggio).
Queste cifre danno l'idea di cosa significhino gli angoli d'impatto. Del resto, per gli stessi tedeschi, il 380 mm poteva perforare 460 mm a circa 21 km e 500 m/sec. (con un cannone nuovo, perché dopo un certo numero di colpi, alla fine la velocità cala e quindi anche la penetrazione).
Con 15° di angolo d'impatto, probabilmente quello attorno ai 21 km, questa perforazione si riduce a circa 400 mm. A dire il vero i tedeschi parlavano di 350 mm a 21 km, ma questo, in base alle curve di penetrazione, comporta un impatto a circa 25°, troppo a quella distanza (per cui non mi è chiaro come sia possibile questo valore).
Ad ogni modo, poco importa: la penetrazione è comunque sia MOLTO dipendente dall'angolo.
Tornando al 280 mm, a 30° dovremmo avere il 15% di resistenza extra della corazza. In realtà, 30° abbiamo: una corazza di acciaio omogeneo regge con un margine extra del 30%; una corazza indurita, oltre a partire da livelli di resistenza più alti, parte poi in alto con delle curve amplissime, circa il 53% a 30°. I 380 mm, con proiettili più pesanti e lenti (820 m/sec per colpi da 800 kg, contro 890 m/sec per colpi da 300 kg), l'effetto è solo poco meno grande, ergo 48% extra con 500 m/sec e 30°.
In altre parole: una corazza omogenea (impossibile, almeno per quel che riguarda la cintura) da 300 mm, a 30° significa aumentare vs i 280 mm, la resistenza a 390 mm. Con le corazze indurite, in queste condizioni, si arriva a circa 450 mm sia con i 280 mm che con i 380 mm! No dico, parliamo di 30°, che non è affatto eccezionale.
Questo anche perché bisogna considerare che gli angoli sono compositi: queste curve, a quanto pare, vengono computate con risultati assolutamente NETTI da tutto. Gli angoli, in altre parole, sono tutti quelli esistenti, quindi anche quelli di caduta del proiettile. Quindi devi aggiungere l'angolo laterale, così da ottenere l'angolo composito complessivo. E questo significa che in realtà bastano meno di 30° orizzontali per cambiare le cose e ottenere un effetto netto di 30°. Questa cosa diventa anche più evidente se la cintura corazzata di 300 mm in realtà è equivalente a 300 mm, ma non è una corazza verticale a murata, ma è per dire, una corazza da 270 mm a circa 25° o qualcosa del genere (sempre 300 mm equivalente).
Un proiettile, quindi potrebbe essere incredibilmente deflesso dalle corazze anche solo moderatamente inclinate. Anche ignorando l'angolo di caduta (tanto più vero quando le distanze si riducono), 450 mm anziché 300 mm significano ridurre la distanza di penetrazione da 20 a 10 o meno km!
E se la corazza è inclinata, il proiettile, relativamente veloce e leggero, è ancora più incline a rimbalzare, perché a quel punto ha ben tre angolazioni: corazza, proiettile in discesa, angolo orizzontale della nave.
Anche se la corazzata si avvicina con forti angoli, ci sarebbe più probabilità di colpire la corazza della paratia trasversale. Ma se questa è inclinata di un certo livello, le cose non cambierebbero. Non è un caso se le Iowa avevano una corazza trasversale più spessa delle navi precedenti: la ragione è che le Iowa erano pensate per avvicinarsi facilmente senza correre molti rischi nei punti vitali. Pensate quel che significa anche un angolo di circa 45°: sarebbero 45° per la cintura e 45° per la paratia trasversale: se entrambe sono di 300 mm di spessore, lo spessore virtuale aumenta tantissimo. Un proiettile da 800 kg, a 500 m/sec, a 45° ha solo 220 mm di perforazione, ergo il 209% rispetto al valore della corazzatura normale. Significa che la blindatura da 300 mm aumenta ad un valore di circa 630 mm!! Un valore del genere significa calare la distanza di penetrazione molto inferiore a 10 km, quando altrimenti i 300 mm sarebbero perforati persino ad oltre 30 km.
Questo significa che una corazza verticale anche non spessa in maniera eccessiva, potrebbe essere di fatto imperforabile dai cannoni nemici. L'angolazione di tiro, quindi, non solo conta, ma, oltre i 10°, è FONDAMENTALE per ridurre la capacità di perforazione dei proiettili nemici.
Tanto per capire la questione: quando il Bolzano fu colpito a Punta Stilo, ebbe a bordo 3 cannonate dal pur ben inferiore HMS Neptune. Di queste, una colpì i cannoni di una torretta. Un'altra entrò su di un fianco, penetrando facilmente il ponte da 30 mm che proteggeva le macchine del timone. Questa cannonata arrivò con un'angolazione di ben 53° sul piano orizzontale, e al contempo, cadde con un'angolazione di ben 45° (verso prua) sul piano longitudinale. Un altro proiettile colpì i cannoni stessi di una torretta (centrandone uno, ma le schegge ne danneggiarono anche il compagno) e infine un ulteriore colpo centrò il ponte di coperta da 20 mm, con angolo di 57° orizzontale, e 15° verso prua sul piano longitudinale. Tanto per intendersi, in base alle tavole di tiro tedesche, di circa il 200 e il 10% rispettivamente (senza contare l'angolo d'impatto verticale, ovviamente! L'angolo TOTALE ne sarebbe stato una risultante, così per esempio, se abbiamo 15° sul piano orizzontale e 15° su quello verticale, dovremmo avere complessivamente attorno a 20-21°! Ergo una resistenza presumibilmente più elevata del 20% rispetto ai proiettili di tipo tedesco (e non solo, pare che anche quelli italiani non fossero molto buoni ad alti angoli, mentre quelli britannici e americani fossero assai più 'tolleranti'). Fonte: Storia Militare, aprile 2013.
Questo, però, NON vale per i ponti corazzati!
Infatti, al proiettile che arriva da forti angolazioni, NON IMPORTA che direzione abbia la nave bersaglio, che sia di prua, poppa o al traverso. E questo è fondamentale.
La nave, naturalmente, può rollare e beccheggiare: ma sotto i 10°, come si è visto, non fa quasi differenza pratica. E non solo: i ponti sono generalmente di acciaio omogeneo, per cui l'incremento di efficacia è di circa il 3% per le corazze omogenee a 10° e il 5% per quelle indurite. Questo significa che gli angoli anomali dei ponti sono praticamente irrilevanti per il risultato.
Oltretutto, le rollate e i beccheggi possono essere sia favorevoli, che sfavorevoli, che neutri rispetto ai proiettili: visto che non c'é modo di prevedere questi risultati, bisogna considerare che il totale è una risultante di zero (0) differenza. Un proiettile sarà svantaggiato e magari non penetrerà anche se potesse; un altro magari penetra anche se non potrebbe, però al dunque se ci sono almeno due colpi su punti vitali, il risultato non cambia!
Non solo, c'é l'effetto n.2.
Un proiettile che si schiaccia contro la cintura, se non riesce a perforarla, farà solo una gobba, e circa un metro quadro di superficie sverniciata dall'impatto e dall'esplosione. SE non c'é una penetrazione efficace, anche solo parziale, questo è tutto quello che si può vedere da un colpo in pieno, ma non penetrante.
Ma non è la stessa cosa se il proiettile entra nei ponti, oppure colpisce i ponti attraverso i fianchi delle navi.
Un proiettile che si schiaccia contro il ponte, potrà anche non penetrare, ma intanto entra dentro uno o anche due ponti della nave.
Poi questo bestione da 1 tonnellata si scontra col ponte principale.
A quel punto: 1- esplode sul bersaglio senza penetrare 2- esplode sul bersaglio e lo sfonda anche se non penetra 3- entra ed esplode (o anche resta inesploso); 4- rimbalza ed esplode dentro la nave 5- rimbalza ed esce dal fianco della nave, senza esplodere, o anche scoppiando poco dopo, magari sott'acqua a breve raggio della nave (schegge e concussione) 5- si frantuma senza esplodere, probabilmente però si incendia ugualmente.
Questa serie di possibilità non è esaustiva, ma fatevi un'idea.
E' sufficiente dire cosa significa un proiettile molto pesante e con una traiettoria d'impatto molto ripida. Certo, la traiettoria è molto meno pericolosa perché dà una minore 'zona di pericolo' rispetto alla traiettoria radente dei colpi 'veloci'.
Ma questo è davvero importante? NO.
Il record del centro alla massima distanza, su di una nave in movimento, pare appartenga infatti alla HMS Warspite, che da quasi 24 km centrò la Cesare, tutt'altro che lenta, e tutt'altro che grossa. Eppure la beccò in pieno.
Quando il proiettile scoppiò dentro la nave, non arrivò a perforare il ponte corazzato, che almeno in teoria avrebbe dovuto penetrare da quel raggio (probabilmente c'é stata un'esplosione anticipata; da quel raggio, sarebbe stato possibile minacciare anche i ponti delle 'Littorio'), ma gli effetti furono gravissimi! Circa 120 morti e feriti, ergo il 10% dell'equipaggio! Contiamo anche gli incendi, le riservette di munizioni esplose, i soccorritori, abbiamo circa il 20% dell'equipaggio messo fuori uso o impegnato nei soccorsi! con un colpo solo, cioé, abbiamo avuto più vittime dei siluri che colpirono le navi tipo Littorio, almeno episodio per episodio.
Questo dà l'idea di cosa stiamo parlando. Per queste due ragioni, l'importanza dell'angolazione e l'effetto reale dei proiettili sulla cintura, è chiarissimo che i proiettili lenti e pesanti sono MOLTO più pericolosi di quelli a traiettoria tesa che offrono una grande capacità di perforazione verticale, che però è poco efficace in pratica.
Le torri, barbette e torrioni sono più vulnerabili, ma è anche vero che le loro pareti sono arrotondate e le torri sono orientate e orientabili, e offrono più o meno le stesse problematiche dello scafo, e forse di più. Per giunta, i torrioni, barbette e torri sono in genere più spesse delle cinture e spesso hanno anche inclinazioni ulteriori (in alternativa alle forme arrotondate) per evitare la perforazione. E sopratutto, sono PICCOLI bersagli, specie il torrione, rispetto alle cinture e ai ponti.
Consideriamo che le cinture sono circa 500-800 mq l'una, mentre i ponti superano i 2000 mq! E per quello che riguarda le torri, c'é da rilevare anche che i britannici, che hanno praticamente eliminato i torrioni in quanto giudicati poco utili ma molto pesanti (tanto i comandanti britannici avevano l'abitudine di dirigere la nave stando sopra il torrione stesso), avevano anche delle torrette non molto spesse, ma con zero inclinazione. Questo significa che i colpi da forte distanza è possibile migliorare l'efficacia della protezione, perché se hai un proiettile che da 20 km cade giù a 15°, se la corazza delle torri è inclinate verso l'alto di 20°, saranno un netto di 5°. Mentre invece, se sono verticali, sono 15° e quindi un livello di protezione migliore. Finché la distanza non è troppo ridotta, questo sarà sempre un vantaggio balistico, probabilmente la situazione si inverte se arrivi sotto i 15 km, ma questa è una distanza relativamente ridotta per una nave da battaglia contro un'altra nave da battaglia.
E poi, c'é da ricordare che dei 10 colpi messi a segno tra Bismarck e P.o.W. il risultato è stato che nessun colpo andò a segno nelle strutture corazzate principali, incluse le cinture principali, e nonostante la metà dei colpi sotto il galleggiamento. Le Littorio hanno messo a segno circa un colpo su 300 in guerra, con 666 proiettili (74x9) inclusi quelli HE, quanti colpi dovremmo aspettarci in pratica? 2-3? E come potrebbe esserci un colpo diretto in un deposito di munizioni, con una tale probabilità?
Volete una fonte ancora più intrigante?
La battaglia tra USS Washington e Kirishima, o forse sarebbe meglio dire, un 'triello' a sorpresa (la Kirishima stava infatti sparando contro la S.Dakota). E di questa celebre disfida c'é anche il rapporto dettagliato, molto interessante: nella pagina di naval weapons apposita.
Gli americani rivendicarono almeno 9 colpi (o 8?) più circa 40 colpi da 127 mm, tirando quasi 100 colpi da 406 mm e oltre 100 da 127 mm. Tuttavia, questo avrebbe significato circa il 10% dei colpi principali a segno, contro circa il 40% di quelli secondari! Impossibile, specie considerando le distanze pur sempre discrete (circa 7-8 km) per i cannoni da 127 mm. In realtà, le cose sono andate diversamente, secondo il rapporto giapponese, stilato di prima mano, i colpi a segno secondari furono solo circa 17... ma quelli primari ammontarono a ben 20! E la spedizione del solito Ballard, ha almeno in parte confermato quanto asserito dai Giapponesi. Semplicemente, molti colpi, 'ammarati' vicino alla nave ed esplosi contro il suo fianco, non sono stati conteggiati dagli americani, che quindi, ebbero addirittura una sottovalutazione dell'efficacia del loro tiro! Il fatto è che, per quel che ci riguarda, malgrado l'alzo quasi a zero, dei 20 colpi tirati, pare che quelli andati a segno contro la cintura corazzata principale della Kirishima, furono solo 4! Quindi, di nuovo: nemmeno ad alzo zero, nemmeno con 20 colpi a segno, si registrarono più di 4 colpi sulla cintura, ovvero appena il 20% del totale. E nonostante questo, nonostante l'enorme potere perforante e la sottile corazza della Kirishima (circa 200 mm), nemmeno un deposito di munizioni principali esplose (paradossalmente, sembra che sia accaduto solo quando la nave toccò il fondale, e nemmeno subito, ma dopo diversi minuti!). Di più: nemmeno i proiettili entrati nella cintura a centro nave, riuscirono a distruggere l'apparato motore, che più che altro venne fermato dagli allagamenti (un proiettile da 406 praticamente venne 'fermato' da un serbatoio d'acqua per caldaie incontrato sul suo cammino, dove presumibilmente esplose, ma senza fare molto danno!). E questo, malgrado che la Kirishima avesse una blindatura pari a forse un terzo di quello che i 406 potevano perforare a quel raggio, sebbene la struttura orizzontale fosse molto migliore (25+19x2 mm = 63 mm ponte superiore, poi 19 mm, 7.6 mm ponte principale, e infine ponte corazzato da 63+19 mm, totalizzando la non disprezzabile cifra di circa 170 mm in 4 ponti, di cui 2 corazzati e uno rinforzato, sebbene le piastre di acciaio balistico vere e proprie fossero solo 88 mm).
Quindi, vedete bene come, nemmeno in casi terribili come questo, 'perforare la cintura' sia un qualcosa di realmente devastante, e i depositi munizioni non ne vogliono sapere di scoppiare con la facilità con cui ci si potrebbe attendere.
A questo aggiungiamo che la stessa Bismarck, una volta ritrovata, pare abbia dimostrato soltanto 3 colpi sulla cintura di cui 2 penetrati (entrambi da 406 mm). Si sa per certo, ad ogni modo, che vi furono almeno due proiettili esplosi nei locali macchine/caldaie, per cui almeno in parte qualcosa dev'essere entrato. Tuttavia, se questi colpi a segno siano stati quelli passati per la cintura (dopo la quale, avrebbero dovuto trovare anche il ponte e poi la paratia antischegge), oppure SE questi proiettili siano passati al di sotto di essa, come già accaduto con la P.o.W., colpendo lo scafo in profondità, non è chiaro. Da notare che già un proiettile della P.o.W. riuscì a passare sotto la cintura, esplodendo contro la paratia da 45 mm, ma poi causando degli allagamenti da schegge su di un locale caldaie e uno di generatori (questi ultimi erano esterni alle caldaie, grazie alla larghezza della nave). Mentre l'altro colpo, che centrò la nave a prua, ironicamente colpì la cintura di prua, ma questa era totalmente insufficiente per fermare un tale proiettile, e l'aver allagato due compartimenti rese irraggiungibili oltre 1.000 tonnellate di nafta, causando un'effettiva 'mission kill' per la corsara tedesca.
Sui pezzi 'grandi e lenti'
Abbiamo visto la capacità di 'rimbalzo' che generano angoli d'impatto anche modesti, quando il proiettile è 'leggero e veloce', o comunque non molto buono per questo tipo di impatti. Giova dire che, al contrario, i proiettili della Marina USA erano eccellenti nel perforare corazze anche a forti angoli (45° e passa), superiori a quelli di qualsiasi altra marina estera. Probabilmente, al secondo posto c'erano appaiate la RN e la Marina Giapponese. Questo è un altro motivo per non sottovalutare i cannoni da 406 mm americani, solo perché magari hanno una gittata non eccezionale. Essi, in combattimenti anche 'd'incontro' o di 'inseguimento' (quando le navi non mostrano il fianco, cioé), sono estremamente efficaci, anche in situazioni dove altri proiettili 'altamente penetranti' sulla carta, rimbalzerebbero come sassi tirati sull'acqua.
Ma che significa 'distanza di penetrazione'?
Infine, abbiamo un altro problema da tenere in conto, anzi due..
Uno, è che un colpo nelle zone sui punti (o sulle sovrastrutture) rendono molto probabile danneggiare sistemi fondamentali, dalle artiglierie ai sistemi di tiro, radio, radar ecc ecc. Niente di simile accade con i colpi sulla cintura.
L'altro, è che le distanze di penetrazione non sono tutto e non sono univoche. La distanza è generalmente intesa come quella a cui il proiettile può perforare la protezione restando poco danneggiato e al contempo, ancora nella condizione di esplodere.
Ma poi vi sono le distanze entro cui il proiettile penetra parzialmente, magari in frantumi e in fiamme, assieme ovviamente a pezzi della cintura. E' meno pericoloso, ma è ancora dannoso.
E vi è anche la perforazione della cintura, ma con il proiettile che non entra proprio, solo che fa collassare la corazza e la scaglia all'indietro o all'indentro.
Infine, è possibile che il colpo non entri, ma la faccia interna della corazza si scheggia e viene 'sparata' indietro, anche se apparentemente è rimasta intatta.
Questo senza considerare l'effetto dell'esplosione e delle schegge (il muso di un proiettile arriva a circa 50 cm di lunghezza, pensate un pò!).
Quindi, è possibile che un colpo esploda sul ponte e lo faccia collassare sopra la sala macchine o munizioni, anche se non lo perfora. Non è uno scherzetto.
La cintura può frantumarsi e collassare, ma in genere le paratie interne trattengono le schegge e i danni sono relativamente pochi.
Una granata che perfora i ponti a 22 km, può benissimo danneggiare il ponte in maniera grave, per gli effetti di cui sopra, anche a raggi inferiori, magari a 20 km o anche meno. Inoltre, deviazioni del proiettile dentro la nave (anche la canna di un cannone, per esempio), possono aumentare o diminuire l'angolo di caduta del proiettile. Se lo deviano in alto è meglio, ma se lo deviano aumentando l'angolo?
Anche se il proiettile non perfora il ponte e rimbalza, potrebbe benissimo trovarsi a percorrere 50-60 metri, a velocità supersonica, travolgendo qualsiasi cosa, ed esplodendo sul fianco, o in mare (o anche per nulla).
Da notare che le Littorio sono blindate con 70 mm laterali, ma questo spessore non è sufficiente per fermare un colpo di grosso calibro, però riesce sempre ad armarlo (a meno che non sia difettoso). Mentre le navi da battaglia americane, con fianchi molto più leggeri, anche se non totalmente sprotetti, è molto probabile che il colpo NON sia attivato e quindi finisca per uscire dal lato opposto della nave dopo essere rimbalzato sul ponte principale. Ad ogni modo è poco probabile che sia così, perché c'é un solo ponte sotto quello di coperta, prima di quello blindato principale. Le Richelieu e le KG V, invece, sono esattamente così.
In definitiva, i proiettili curvi, ficcanti, sono capaci di perforare in maniera affidabile i ponti molto più di quanto non possano i tipi 'veloci' per le cinture. E inoltre sono più pericolosi perché esplodendo possono fare strage e devastazione ogni volta che colpiscono duro.
Che la protezione verticale fosse una sorta di retaggio del passato, da sostituire più che altro con una protezione antisiluro, e una leggera cintura protettiva esterna (che torna utile sia per ridurre i danni da esplosioni subacquee, sia per tenere 'fuori' i missili antinave a volo radente, quelli SI', per la prima volta forse, arma che affidabilmente colpisce 'a pelo d'acqua' e quindi, teoricamente, sulla stessa cintura corazzata che i cannoni usualmente lasciano tranquilla), lo ha ribadito anche recentemente Nathan Okun, con queste parole, che riporto qui:
"...the advent of radar-controlled long-range gunfire and much more effective aircraft dive bombers during WWII made deck armor much more important." Side hits are also less likely than deck hits, and irrelevant at the ranges where you would likely engage in: "... few hits on the main side belt armor of battleships happen in most cases unless the ship is already helpless and can be fired on point-blank, at which point the side armor is of little consequence!" "If the enemy can get close enough to frequently punch through an Iowa-type belt, the battle is probably already lost, anyway, as the last battle of the BISMARCK demonstrates." Sure, Littorio/Vittorio Veneto made its deck protections for magazines invulnerable at the expense of the deck protection for its machinery, but Okun criticizes this logic: "Note that this deck armor thickness arrangement is the opposite of that used in the USS SOUTH DAKOTA which had the outer deck region the thickest. The Italians simply added up the effective-plate thicknesses of the deck and the 0.94" splinter plate and shaved the outer deck until it and the inner deck region gave the same weight of armor to be passed through. This logic has some major flaws! Outboard of the 0.94" plate, damage would be primarily to non-essential spaces, if the projectile's filler explosion effects and its fragments cannot pierce the 0.94" plate. However, the 0.94" plate would not stop many of the fragments and, through the holes made by these fragments, incendiary material from a large-caliber projectile explosion such as the German 38 cm projectile would cause, so the division is rather weak unless the projectile is a dud or only undergoes a low-order explosion that the 0.94" plate can contain. Also, if the projectile was a dud, it has a much greater chance of hitting the 0.94" bulkhead and piercing it due to its 30o inboard inclination reducing impact obliquity and its thinness. Thus, the concept of reducing the deck armor where additional plates are spaced behind it is not a good idea unless the last plate in the series can contain blast and fragments from an exploding projectile if it fails to get all of the way through the protection system." In a similar criticism for the Bismarck: "There is no point in making one part of a ship invulnerable, as the sloped armor deck did to the lower hull against gun projectiles, when equally important parts of the ship, such as the rudders and the main armament directors and range-finders, are going to be destroyed anyway due to inadequate protection. No matter how powerful, no single ship can go up against an entire enemy fleet of roughly equal opponents and equipped with many important capabilities, such as aircraft carriers, radar, long-range scouting planes, and numerous small ships to use as snoops. Nothing can function by itself when it has no hope of any support when needed." Da www.combinedfleet.com
Da Warship.org c'é un'altra considerazione interessante:
The U.S. and British tended toward guns with rather heavy projectiles fired at a lower muzzle velocity. While the best for reducing barrel wear and for hitting deck armor at long range, this was noticeably inferior as to hit probability at closer ranges compared to a high-velocity guns firing lighter projectiles at a flatter trajectory. The "danger space" behind the target ship where the shell would splash except that the target ship stopped it first is larger for a flat trajectory than a steep one and this greatly eases the fire control problem at close range - also, the faster projectile gives the target less time to dodge using "salvo chasing" and similar techniques. This better chance of hitting can make up for a number of otherwise poor design features. German guns were of the flat-trajectory school, which was best for low-visibility regions such as the North Atlantic, but poor for large areas such as the South Pacific. The advent of radar changed things considerably, as the destruction of the KM SCHARNHORST by the HMS DUKE OF YORK later in WWII proved.
Mr. Robertson has restated my idea regarding the Littorio armor correctly. It would have taken a very great deal of full-scale testing to determine how the Littorio type schemes might have worked, and very few -- if any -- navies had the resources to conduct such a series, especially when it was difficult enough to predict the performance of relatively regular projectiles against relatively regular plates. If the results of testing were erratic, or -- more likely -- the results of testing did not permit reasonable predictive algorithms to be developed, it would have been impossible for a designer to determine exactly what configuration of spaced armor was best. One can't rationally execute a design for something you don't really understand. What the Italians might have hoped -- perhaps legitimately -- was that positive results in the testing the actually did do would translate into positive results in other cases as well. It appears that most other navies came to different conclusions, i.e. that one couldn't really get a good 'handle' on how spaced armor schemes might behave over a wide range of impact conditions.
Bill Jurens
Altre caratteristiche importanti da notare sono i pesi e le estensioni delle corazzature:
Bismarck: 17.550 t di corazzatura (altre fonti dissentono e parlano di oltre 18.000, forse sono 'long tons'?) per il 70% della lunghezza e 17 dei 22 compartimenti (il 77%).
Hood: 13.650 t, distribuite per proteggere il 65% della lunghezza e 12 dei 19 compartimenti (63%).
KGV: 12.600 t per il 59% della lunghezza ( 10 su 21 compartimenti, ergo il 48%)
Nelson: 14.250 t per il 53% della lunghezza (e il 50% dei compartimenti)
Richelieu: 16.400 t per il 54% della lunghezza, 50% dei compartimenti
Littorio: 13.500 t per proteggere il 55% della lunghezza e solo 8 dei 18 compartimenti principali (44%).
http://www.kbismarck.org/forum/viewtopic.php?t=1145
http://www.navweaps.com/index_nathan/metalprpsept2009.htm
Adesso è anche interessante notare come gli americani arrivarono alla sorprendente (e alquanto scioccante) soluzione di usare la corazzatura omogenea (Class B) per le loro torrette frontali. Apparentemente, non erano capaci di fare corazze indurite di spessori sufficienti, avendo perso tale capacità anni prima!
"The use of homogeneous Class "B" armor in turret faces (either as a single thick plate or as a not-quite-so-thick plate laminated to a 2-2.5" (5.08-6.35cm) Class "B" support plate) was an extension of the results of the 1921 tests of 13" (33cm) STS (see above), where the even more indestructible World War II U.S. armor-piercing projectiles made the situation even worse for Class "A" armor compared to Class "B" armor. (It turned out that most foreign projectiles were not nearly as good as U.S. designs at oblique impact, but this was not known at the time and might not have made enough of a difference in any event to alter the turret face plate material.) The thinner face plates used on U.S. cruiser turrets had less of a resistance difference between Class "A" and "B" against the smaller projectiles used against them and much more chance of being hit by uncapped projectiles that might be able to penetrate if the hard face was not there to shatter them, so Class "A" armor was retained for turret faces when U.S. Navy cruisers switched to Class "A" armor for new ships circa 1937.
Also, Class "A" armor was retained on the sides and rear of the all turrets and on the cylindrical barbettes under the turrets, where the armor was somewhat thinner--but still thicker than in most non-US Navy World War II battleships--and was much more likely to be hit at a medium-to-high obliquity (30o and up) where the face could destroy even a high-quality projectile, though at over about 55o obliquity a ductile Class "B" armor plate would again be desirable because a ricocheting projectile might punch out a very dangerous, cork-like armor plug from a Class "A" plate, which rarely happens with good Class "B" armor, especially at high obliquity. "
http://forum.worldofwarships.com/index.php?/topic/8278-community-discussion-gun-penetration-vs-armor-thickness/page__st__20
E' per queste ragioni che, basicamente, la protezione di molti tipi di navi da battaglia non era davvero all'altezza della situazione. Ma sopratutto, sacrificare la protezione orizzontale per quella verticale, nel settore Mediterraneo, NON poteva essere una buona idea, specialmente se poi si lasciavano dei punti 'deboli' (come le 'ali' esterne dei ponti italiani) che potevano diventare delle comode autostrade per penetrare più in basso. Non che abbia fatto molta differenza (anzi, a pensarci bene forse ne ha fatta in positivo), ma la prima Fritz-X che colpì la Roma passò proprio per questa zona (la seconda, in compenso, venne 'rallentata' dal ponte corazzato e scoppiò dentro lo scafo, distruggendo la nave!).
In altri termini, come espresso in precedenza anche in altre pagine di questo sito, avere puntato praticamente tutto sulla cintura corazzata e sulle virtù salvifiche dei cannoni ad altissima velocità, era un concetto che probabilmente avrebbe funzionato molto meglio nella I GM che nella II. E' ben vero che la blindatura di protezione ai depositi munizioni e ai ponti in generale, non era molto meglio (quand'era meglio) nemmeno in altre navi, al di fuori delle Littorio: però, il fatto è che molte altre navi avevano cannoni più capaci di perforare profondamente i ponti corazzati di quelli 'ad alta velocità'. Abbinare questi ai radar di tiro fece diventare, con ogni evidenza, possibile colpire anche a forti distanze, rendendo vulnerabili navi da guerra altrimenti poco suscettibili al fuoco nemico. La Bismarck, da questo punto di vista, era anche peggio della Littorio (a meno che non avesse davvero 80 mm sopra la coperta nella zona dei depositi munizioni), ma in ogni caso, poteva sempre vantare sia cospicue sovrastrutture (per la protezione dell'asse centrale sono senz'altro molto meglio di niente), che paratie da 30 mm antischegge longitudinali, capaci di intercettare praticamente tutti i colpi che arrivassero al di fuori della zona delle sovrastrutture stesse, per non parlare poi delle fiancate da 145 mm e del ponte intermedio da 20 mm (un vero e proprio ponte corazzato 'leggero'). La Littorio, al di fuori delle fiancate da 70 mm e del ponte di coperta, non aveva praticamente niente sopra il ponte corazzato che potesse ostacolare un proiettile (posto che questo non avesse colpito le barbette o il torrione!), per cui, date anche le sovrastrutture limitate, avrebbe potuto soffrire non poco da bombardamenti aerei e tiri a forte distanza, almeno nella zona centrale della nave stessa, dove la blindatura era più sottile. Né le 'ali' della coperta nella stessa zona dei depositi munizioni era abbastanza resistente da garantire molto, a meno di non fidarsi ciecamente della paratia antischegge da 24 mm interna. E parliamo di una larghezza del 40% sul totale della struttura del ponte, quindi statisticamente non sarebbe stato così difficile colpirla.
Sui dai di Naval Weapons: (8-2-015)
Un altro discorso è riguardante le gittate dei cannoni. Secondo il mio immodesto avviso, non sono sempre corrette. Infatti, i cannoni da 254/45 italiani, installati sugli incrociatori corazzati di ultima generazione, sono riportati essere un modello Elswich da 35 tonnellate, sparante proiettili da 227 kg (un peso standard: 500 lb per un cannone da 10 in) per velocità di 870 m/sec. Questo ci dà un'energia di circa 86 MJ (se non ricordo male!), e per quello che ci concerne, una gittata, a 25° di alzo (massimo delle torrette) di ben 25 km!
MA... c'é un 'ma' e anche grosso. Se si vede l'equivalente cannone Vickers venduto ai Russi per l'incrociatore Rurik (entrambi i cannoni, nelle rispettive marine 'clienti' sono noti come Modello 1908, MA non sono gli stessi cannoni!), allora si vede che si tratta di un'arma 'parecchio' interessante.
Compariamo: Modello 1908 Elswick Modello 1908 Vickers
Lunghezza: 45 calibri 50 calibri
Peso: 35 t 28 t
Proiettile: 227 kg 225,8 kg
V.iniziale: 870 m/sec 899 m/sec
Energia: 86 MJ 91 MJ (K = +6%)
Quindi il modello Vickers è nettamente MIGLIORE dell'Elswick. E' più lungo dell'11%, pesa di meno del 20%, eroga un'energia alla bocca del 106%.
Poi si va a guardare le tavole di tiro, e vediamo che:
-Gittata a 21°: 18.250 metri.
-Gittata a 40°: 22.224 m
E l'arma italiana?
-Gittata a 25°: 25.000 metri (!)
Questi dati, senza giri di parole, sono assurdi.
Anzitutto: una qualsiasi arma di grosso calibro, nelle tavole di tiro, tra i 20 e i 40° ottiene una differenza di circa 10 km di raggio d'azione, certo non appena 4 km scarsi! Ad esempio, il pezzo da 280/54 tedesco passava, tra 22 e 40° da 30 a 40,9 km. Pressoché idem per il 343 inglese (22 km a 20°, 40 km a 40°),
In sostanza, SE il cannone russo aveva una munizione da 18 km a 25°, allora avrebbe dovuto ottenere probabilmente almeno 25-28 km a 40°. Non si scappa. Il tipo di proiettile, di suo, non era particolarmente 'strano', il peso era del tutto normale per un'arma di questo calibro e così doveva esserne la lunghezza totale. L'arma italiana ha munizioni di tipo non noto, ma il peso è dello 0,7% maggiore, quindi la differenza era pressoché nulla. L'aerodinamica e il relativo coefficiente, insomma, non potevano essere sensibilmente diversi. MA, anche se fosse stato così, per quale dannata ragione l'arma 'russa' avrebbe dovuto perdere efficienza in maniera così drammatica, una volta passati i 18 km? Allora, avrebbe dovuto arrivare che so, a non più di 12-15 km a 21°. Non poteva perdere così tanta efficienza oltre i 18 km, dunque che senso ha?
Non mi pare, in sostanza, che 1,8 kg di differenza (su 227) possano giustificare la dissipazione totale di un'energia superiore del 6% (4-5 MJ). A mio modesto parare, se c'é un cannone che dovrebbe essere superiore all'altro, in termini di gittata, questo dovrebbe essere, sia pure non di gran misura, proprio il pezzo da 254/50. Del resto, i cannoni L/50 li hanno fatti proprio per questo, per ottenere una superiore portata e velocità rispetto agli L/45, e questi erano cannoni coevi, e con ogni evidenza, il Vickers era nettamente superiore.
Un altro elemento interessante: secondo Naval Weapons la gittata dei cannoni da 254/40 della R.Marina era di 18 km (Garibaldi, St.Bon), però secondo il sito di Pietro Cristini, la portata massima era invece di 14.000 metri.
Altra ragione per non credere a tutto quel che è scritto, perché secondo il mio immodesto avviso, era piuttosto il cannone 'russo' ad avere un margine di un paio di km su quello 'italiano'.
Ma c'é di più.
Compariamo, in base agli stessi dati di Naval Weapons, armi di gittata comparabile. I cannoni inglesi da 152/50 mm 'moderni'.
Ecco la comparazione tra i celebri cannoni da 152/50 degli incrociatori inglesi e quelli meno celebri, sempre da 152/50, delle corazzate tipo 'Nelson'
152/50 Mk XXIII 152/50 Mk XXII
- Peso proiettile 50,8 kg 45,3 kg
- Peso carica lancio: 13,6 kg 14,1 kg (entrambi i casi era la polvere SC 150!)
- Velocità iniziale: 823 m/sec 884 m/sec (-3% K)
- Gittata a 45°: 23.300 m 23.590 m. (+1,2%)
Dunque, sebbene pesasse circa un 1/9 di meno, il proiettile da 45 kg era capace di SUPERARE in portata, il proiettile da 51 kg, sebbene questo fosse ben più pesante l'11% in più, e sebbene più lento di circa 60 m/sec, aveva un'energia del 3% maggiore.
In altre parole, l'arma inglese con la maggior gittata era quella con -11% di massa e -3% di K (e presumibilmente, un'aerodinamica inferiore), quando l'arma russa rispetto a quella italiana era -0,7% in massa, ma +6% di K. DUNQUE, la velocità iniziale, malgrado tutto, era quella che contava di più per assicurare la massima gittata (si pensi anche ai 406 americani con lo stesso proiettile, ma differenze di 6 km in raggio tra gli L45 e gli L50).
In base a questo semplice e lampante paragone, mi pare del tutto impossibile che, a parità di alzo (e nel caso dei cannoni russi, pare che fosse maggiore: 30° anziché 25°), il pezzo russo NON fosse in vantaggio, anziché in svantaggio -e di ben il 20%- rispetto al pezzo italiano. Quindi, o il pezzo italiano era sopravvalutato (arrivando a 20 km??), oppure l'arma russa arrivava verso i 30 km!
Questa valutazione è importante, vedi l'altra pagina in cui si comparano le navi italiane contro il Graf Spee. Sapere se davvero i cannoni italiani ottenessero 25 km servirebbe parecchio.
AD ogni modo, se vogliamo comparare la questione tra incrociatori corazzati, è evidente che i 254/50 abbiano un'energia cinetica maggiore, e a prescindere dalla gittata, penetrino di più nelle corazze, vanificando almeno in parte il vantaggio dello spessore delle cinture dei 'Pisa/S.Giorgio'. Del resto, è proprio per questo che hanno realizzato i cannoni L50 come successori degli L45!
***
C'é anche di più: la marina russa aveva anche un altro cannone, un pezzo da 254/40 di sua concezione, il Mod 1891. Esso era un'arma davvero all'avanguardia per l'epoca (uno dei primi 'grossi cannoni' moderni creati in Russia di sana pianta) e aveva sempre proiettili da 225,2 kg (come nel successivo Mod 1908!), ma tirati a 693 m/sec e 35°, arrivava a circa 16,8 km... e quando sparati a 777 m/sec, arrivavano a circa 20,5 km. Per cui, bastava aumentare di circa 80 m/sec la velocità iniziale e si arrivava a quasi 4 km extra. Come è possibile, che aumentare di oltre 120 m/sec ulteriori, portasse soltanto altri 2 km scarsi? A me pare semplicemente assurdo.
I cannoni americani, a loro volta, calibro 254/40, con circa 823 m/sec, erano capaci di 18,3 km per proiettili da 231 kg, ma con un alzo di appena 14,5°.
I pezzi inglesi, da 254/45, arrivavano a 13,5 km con 13,5°, proiettili da 227 kg, e velocità iniziale sugli 810 m/sec.
Nell'insieme, sarei propenso per valutare i cannoni da 254/45 italiani effettivamente capaci di portate sui 25 km, anche se va detto che con 25° la portata non poteva essere sfruttata al meglio. I cannoni da 203 mm, con granate ultra-pesanti da 152 kg, per esempio, passavano da circa 23 km a 27 se si elevavano da circa 25° a 40°. Il punto, in ogni caso, è che i cannoni da 254/50 russi avevano una portata notevolmente maggiore, avendo un'energia largamente superiore e una migliore efficienza di un tipico proiettile da 203 mm, probabilmente comparabile con quelli 'pesanti' da 152 kg che però avevano una portata inficiata dalla velocità iniziale di circa 760 m/sec.
Alzo, raggio e penetrazione comparati
Alle massime distanze di tiro pratiche (per provare a colpire qualcosa), abbiamo:
-Cannone ITA da 381/50 (885 kg x 850 m/sec): a 25 km, alzo 14,5° caduta 524 m/sec a 19,3°: a 28 km, perfora 380 mm e 130 mm.
-Cannone GER da 380/52 (800 kg x 820 m/sec): a 25 km, alzo 16,8°, caduta 473 m/sec a 23,8°: a 27 km perfora 304 mm e 128 mm.
-Cannone FRA da 380/45 (884 kg x 830 m/sec): a 25 km, alzo 14,9°, caduta 514 m/sec a 20,2°: a 27 km perfora 330 mm e 138 mm (a 26,8°)
-Cannone USA da 406/45 (1.225 kg x 701 m/s): a 27 km, alzo 25°; a 27 km: 324 mm e 194 mm (a 34,1° e 454 m/sec).
-Cannone USA da 406/50 (1.225 kg x 762 m/s): a 26,5 km, alzo 20°; a 27 km: 380 mm e 169 mm (a 28,25° e 478 m/sec).
-Cannone JAP da 460/45 (1.460 kg x 780 m/s): a 25 km, alzo 17,2°, caduta 490 m/sec a 23°: a 30 km: 360 mm e 189 mm
Ecco quindi plasticamente spiegato come mai il cannone da 381 mm italiano era migliore di quasi tutti gli altri come penetrazione delle corazze verticali. La traiettoria era notevolmente più piatta degli altri cannoni, specie oltre una certa distanza, e 'atterrava' sul bersaglio con un angolo ridotto, quindi meglio contro le cinture, ma peggio contro i ponti, cosa che paradossalmente era più importante proprio nelle gittate maggiori per le quali era stato progettato (come anche gli altri cannoni della sua generazione).
12-1-015*
Nota bene: qui si parla dei principali cannoni della II guerra mondiale, utilizzati dalle navi da battaglia più potenti dell'epoca (ok, non proprio tutti, ma almeno quelli più importanti).
Le fonti: principalmente NAVAL WEAPONS:
Ma non manca RiD (Rivista Italiana Difesa), per esempio maggio 1999.
Per guardare come funziona una torretta navale, vedi qui (è simile al sistema poi adottato, per esempio, dai T-64/72 sovietici anni dopo):
I riferimenti 'libro' sono quelli citati, in realtà, dalla stessa Naval Weapons, mentre USN sta per penetrazioni calcolate con la formula empirica dell'USN.
Quando si cita invece una nazione specifica, allora significa che è un documento diverso, citato da Naval Weapons e che si riferisce ai calcoli ufficiali delle armi, quelli fatti cioé dai produttori/utilizzatori (è così per Germania e Italia), con valori spesso assai discordanti tra con quelli americani. Chiaramente, la differenza di qualità delle corazze può avere giocato un ruolo importante, così come la % di colpi penetranti e la % di questi che effettivamente 'passava' (calcolata 'per massa').
Detto in altri termini: a parte la durezza della corazza (se era che so, 600 brinell non è uguale a 700, anche se quest'ultima corazza può essere un pò troppo fragile e tendente a frantumarsi..) c'erano da calcolare anche le probabilità effettive di penetrazione. Se ci si accontentava del 10, 20, o più spesso, 50 o 80%, o addirittura si pretendeva il 100% di penetrazioni, questo porta a valori diversi. Una delle ragioni per cui i cannoni tedeschi erano considerati meno penetranti nei test sovietici (relativi a materiale terrestre!) di quanto detto dai documenti tedeschi, per quello che ne so, è che la probabilità pretesa dai sovietici era maggiore: V80 anziché V50.
Poi c'é da dire che i colpi potevano penetrare parzialmente, oppure non penetrare per niente ma frantumare la corazza e produrre pericolose schegge. Non era come se il proiettile penetrasse quasi integro la corazza, e potesse poi esplodere regolarmente dietro (o sotto) di essa: ma -vedi proiettili HESH- l'effetto delle schegge (di proiettile e-o di corazza) è tutt'altro che irrilevante! Per cui esistono diversi valori di penetrazione e di raggio di tiro a parità di perforazione.
Inoltre, non è affatto detto che molti documenti fossero 'sinceri'. Se la Regia Marina, del resto, provava le sue nuove navi con dislocamenti così leggeri da imbarcare giusto il carburante per la prova, perché non avrebbero potuto essere 'ottimisti' anche nel raggio dei cannoni? Intendo: canne assolutamente nuove (e non logorate anche solo in maniera moderata), proiettili fatti 'come si deve' (nell'USN pare che i proiettili venissero testati 'casualmente', mentre in Italia venivano preparati appositi lotti 'ad alta qualità') ecc ecc. Ma il discorso, al solito, ci porterebbe molto lontano.
Se volete farvi del male, e avete mooolto tempo a disposizione, divertitevi con questa pagina di Nathan Okun: è una miniera di informazioni (sebbene non sempre corrette al 100%, come fanno notare pure su wikipedia.en) per ogni appassionato: http://www.combinedfleet.com/okun_biz.htm
Tanto per capire cosa significhi, basti citare quello che calcolava lui in base ai tre criteri base: penetrazione completa (HL), parziale (NL), colpi non penetranti (EL) ma generanti schegge: distanze in 1000 yd (914 m) e tra parentesi, in km:
HL NL EL
KM BISMARCK 35 (32) 29 (26.5) 27.9 (25.5)
HMS KING GEORGE V
-Amidships 28.4 (26) 23.8 (21.6) 22.9 (20.9)
-Magazines 27 (24.7) 21.5 (19.7) 20.8 (19)
RICHELIEU 24.5 (22.4) 20.8 (19) 18.6 (17)
VITTORIO VENETO 22.6 (20.7) 17.5 (16) MAI (solo come schegge)
IJN YAMATO 21 (19.2) 17.7 (16.2) 15.5 (14.2)
USS SOUTH DAKOTA 20.3 (18.5) 16.4 (15) MAI (solo come schegge)
Notare come l'impatto sia comunque stimato a 90° (praticamente IMPOSSIBILE!) e quindi, alla massima distanza a cui poteva arrivare la perforazione. In altre parole, questi dati NON sono rappresentativi di una normale condizione 'di battaglia', e abbiamo già visto come l'inclinazione CONTI, per esempio 10° sono efficaci con un 5% di resistenza extra (praticamente come nello spessore virtuale teorico), ma 20° arrivino al 20% in più, 30° al 50% e 60° a circa il 200% e passa!
Tanto per capire la questione: quando il Bolzano fu colpito a Punta Stilo, ebbe a bordo 3 cannonate dal pur ben inferiore HMS Neptune. Di queste, una colpì i cannoni di una torretta. Un'altra entrò su di un fianco, penetrando facilmente il ponte da 30 mm che proteggeva le macchine del timone. Questa cannonata arrivò con un'angolazione di ben 53° sul piano orizzontale, e al contempo, cadde con un'angolazione di ben 45° (verso prua) sul piano longitudinale. Un altro proiettile colpì i cannoni stessi di una torretta (centrandone uno, ma le schegge ne danneggiarono anche il compagno) e infine un ulteriore colpo centrò il ponte di coperta da 20 mm, con angolo di 57° orizzontale, e 15° verso prua sul piano longitudinale. Tanto per intendersi, in base alle tavole di tiro tedesche, di circa il 200 e il 10% rispettivamente (senza contare l'angolo d'impatto verticale, ovviamente! L'angolo TOTALE ne sarebbe stato una risultante, così per esempio, se abbiamo 15° sul piano orizzontale e 15° su quello verticale, dovremmo avere complessivamente attorno a 20-21°! Ergo una resistenza presumibilmente più elevata del 20% rispetto ai proiettili di tipo tedesco (e non solo, pare che anche quelli italiani non fossero molto buoni ad alti angoli, mentre quelli britannici e americani fossero assai più 'tolleranti'). Fonte: Storia Militare, aprile 2013.
Tenete presente anche che vi sono molte questioni sulla qualità delle corazze. In genere vi sono due tipi principali: quelle indurite e quelle omogenee. Tuttavia, ogni cosa è potenzialmente 'corazza', persino, nell'800, degli spezzoni di catena (in mancanza di meglio) oppure, durante la II GM, a bordo di alcune navi secondarie, la 'plastic armour', che altro non era se non catrame con roccia tritata. Per quello che riguarda la II GM, spesso gli acciai da costruzione erano comunque, di qualità così elevata, da essere usati come armatura, magari in spessori e punti in cui si potevano usare senza troppi problemi e qualità eccezionali, quanto a resistenza al fuoco nemico. Ecco una serie di dati che ha a che fare con la loro 'qualità', riferita alle corazze di tipo 'omogeneo' o assimilabili:
Class B (USA) e NCA (UK): 1,00
MNC (JAP): 0,97
STS (USA) e NVNC e CNC (JAP): 0,95
Type D (UK): 0,9
Corazza omogenea di fusione: 0,9
HT (JAP): 0,85
Acciaio da costruzione di media durezza (meno di 200 BNH): 0,78
Quanto ai proiettili, praticamente tutti erano compresi tra 1,5 e 2 m di lunghezza complessiva (escluse le cariche!) il che significa, essenzialmente, tra 4 e 4,5 calibri, sebbene i tipi francesi arrivassero anche a 5 (1,9 m). Gli HE, in genere, erano lunghi circa mezzo calibro in meno (4-4,5L). La velocità è in genere relativa a cannoni nuovi; per quelli 'mediamente usati' in genere bisogna sottrarre sui 20-25 m/sec, con conseguente decadimento delle prestazioni, sia in penetrazione, che in gittata (-1 km circa) e precisione.
Ordinati per tipo
Cannone da 280/52 tedesco Sk C/28: Servizio 1930, peso 48,2 t x 14,8 m; proiettile 300 kg (carica lancio 107 kg, HE 6,6-22 kg); v.iniziale 910 m/s, 3,2 t/cm2; 40°, raggio per 36,5 km; vita circa 340 c, colpi 120x cannone.
Penetrazione: richiesta 0,5Lx30°x500 m/sec (140 mm a 30° a 15 km); 2,5 RPM.
Cannone da 280/54 mm tedesco Sk C/34: Servizio 1938, peso 53,2 t x 15,4 m; proiettile 330 kg (carica lancio 119 kg, HE 7,8-22 kg); v.iniziale 890 m/s, 40°, 3,2 t/cm2; gittata 40,9 km; vita circa 300 c, colpi 150x cannone; 3,5 RPM.
-0 m/ 604 mm
-7,9 km/ 460 mm
-18,3 km/ 291 --- 48 mm (NB: 342 mm è la penetrazione verticale, la SECONDA CIFRA è quella del ponte orizzontale)
-27,3 km/205 --- 76 mm
Cannone da 320/44 mm italiano Mod 34 e 36: Servizio 1937, peso 69,67 t x 14,5 m; proiettile 525 kg AP o 458 kg HE (carica lancio 175 kg, HE 6,38 o 23,4 kg); v.iniziale 830 m/sec, 27 o 30°, 3,1 t/cm2; gittata (AP 525 kg): 28,6 km a 27° (Cavour) e 29,4 km a 30° (Doria); HE: 30 km (Cavour, forse Doria arrivava a 31 km?). Vita utile 150 cp; colpi 100x cannone, 2 RPM. Peso torri 548 e 745 t.
-10 km/ 330 mm
-20 km/ ?--- 75 mm
-26 km/ ? --- 108 mm
Cannone da 330/50 francese Mod 31: Servizio 1939; peso 70 t per 17,17 m; AP: 560 kg a 870 m/sec; carica 192 kg; alzo max 35° per 41.700 m; HE 20,3 kg o 63,5 kg; 110-114 rpg; vita: 250 cp; pressione 3,15 t/cm2; cadenza 1,5-2 RPM:
-0 km/ 713 mm
-23 km: 342--105 mm
-27,5 km: 292--110 mm (libro più USN)
Cannone francese da 340/45 mm Mod 1912
Anno di servizio 1915, peso 66,95 t per 16,115 m, munizioni APC 575 kg (HE 382-465); carica HE 21,7 kg (APC); propellente 153,5 kg. V.iniziale 780 m/sec (575 kg), max 921 m/sec; pressione 2,8 t/cmq. Colpi: 100. Alzo a 26°: 26,6 km (max assoluta 35,4).
Torri -5/+12 (14,5 km) e fino a 23-26° nelle ricostruzioni. Cadenza 2 RPM.
Cannone da 356/45 britannico Mk VII (1940); peso 80 t per 16,52 m; AP 721 kg a 757 m/sec; carica HE 22 kg, propellente 153 kg; alzo max 40° per 35,2 km; HE 22 kg; 100 rpg; vita 340 cp; pressione 3,23 t/cm2; cadenza 2 RPM:
-0 km/ 668 mm
-9.144 m/ 396 mm---- 29 mm
-13.716 m/ 335---50 mm
-18.288 m/ 285---73 mm
-22.860 m/ 241 ---- 102 mm
-25.603 m/ ?---- 121 mm (dati presi da US formula e libro Allied Warships, per velocità iniziale di 732 m.sec).
Cannone da 380/45 francese Mod 1935 (1940); peso 94 t x 17,9 m; peso AP 890 kg a 830 m/sec; carica 288 kg; alzo max 35° per 41,7 km; HE 21,9 kg; 104 rpg; vita 200 cp; pressione 3,2 t/cm2; cadenza 1,2-2 RPM:
-0 km/ 748 mm
-22 km/ 393----105 mm
-27 km/ 331---- 138 mm
-35 km/ 280---- 211 mm
-38 km/ 249---- 270 mm (USN)
Cannone da 380/52 tedesco Skc 1934 (1940); peso 111 t per 18,63 m; peso AP 800 kg a 820 m/sec; carica 222 kg; alzo max 30° per 36,5 km; HE 18,8-64,2 kg; 108-130 rpg; vita 180-210 cp; pressione 3,2 t/cm2; cadenza 2,3-3 RPM
-0 km/ 742 mm
-4,5 km/ 616 ----19 mm
-18 km/ 419 ----- 75 mm
-22 km / 393 ----- 104 mm
-27 km / 304----- 126 mm (libro e USN)
-10 km / 510 mm
-20 km / 364 mm
-21 km / 350 mm
-25 km / 308 mm
-30 km/ ? --- 120 mm
-35 km/ ? --- 170 mm (germania)
Cannone da 381/50 italiano Mod 34 (1940); peso 111,6 t x 20,7 m; peso AP 885 kg a 850 m/sec; carica 222 kg; alzo max 36° per 42,8 km; HE 10,16--29,5 kg; 74 rpg; vita 140 cp; pressione 3,2 t/cm2; cadenza 1,3 RPM
-0 km/ 814 mm
-18 km/ 510 ---- 73 mm
-28 km/ 380 ---- 130 mm (fonte: libri e formula USN)
-19 km/ 416 --- 67 mm
-20 km/ 402--- 74 mm
-24 km/ 348--- 105 mm
-26 km/ 325--- 124 mm (fonti: documenti ufficiali prodotti in Italia)
Cannone da 381/42 inglese Mk I (1915); peso 101,6 t x 16,5 m t; peso AP 871-79 kg a 730-800 m/sec; carica 196-222 kg; alzo max 30° per 29-33 km; HE 22-59 kg; 100 rpg; vita 335 cp; pressione 3,15 t/cm2; cadenza 2 RPM
-0 km/ 687 mm
-9.144 m/ 422 mm---- 32 mm
-13.716 m/ 353---50 mm
-18.288 m/ 297---72 mm
-22.860 m/ 259 ---- 121 mm
-27.432 m/ 229---- 145 mm (dati per 732 m/sec, basati su libro Allied Battleships e formula empirica USA e dati di prova).
Cannone da 406/45 inglese Mk I (1927); peso 108 t per 18,85 m; peso AP 929 kg a 797 m/sec; carica 225 kg; alzo max 40° per 36,4 km; HE 23,2 kg; 105 rpg; vita 200-250 cp; pressione 3,15 t/cm2; cadenza 1,5-2 RPM
-13.716 m/ 366---50 mm
-18.288 m/ 310---72 mm
-22.860 m/ 261 ---- 99 mm
-27.432 m/ 224---- 130 mm
-32.004 m/ 193---- 165 mm (fonti: le stesse degli altri cannoni UK).
Cannone da 406/45 USA Mk 6 (1941); peso 97 t per 18,7 m; peso AP 1.225 kg a 701 m/sec; carica 242 kg; alzo max 45° 33,7 km; HE 18,55-69,7 kg; 130 rpg; vita 395 cp; pressione 2,83 t/cm2; cadenza 2 RPM: la Washington ottenne oltre 1,5 in azione contro la Kirishima, tirando 117 colpi in meno di 8 minuti e mezzo!) Notare che i colpi a carica ridotta potevano aumentare 12x la vita utile del cannone, gli HE del 33%.
-0 km / 755 mm
-4,5 km/ 676---19 mm
-9 km/ 597 --- 28 mm
-13,7 km/ 520 --- 77 mm
-18,2 km/ 448 --- 109 mm
-22,9 km/ 382 --- 146 mm
-27,4 km/ 324 --- 194 mm
-32 km/ 266 ---- 268 mm (USN)
Cannone da 406/50 USA Mk 7 (1943); peso 108,5 t per 20,3 m; peso AP 1.225 kg a 762 m/sec; carica 299 kg; alzo max 45° per 38 km; HE 18,5-69,7 kg; 130 rpg; vita 290-350 cp; pressione 2,9 t/cm2; cadenza 2 RPM) Accuratezza: nel 1987, dimostrati 200 metri a 32 km. Vs una 'Bismarck': 10,5% Pk a 18,3 km e 4 a 27 km (ma solo 4 e 1% se tirando da prua/poppa).
-0 km / 829 mm
-4,5 km/ 747---17 mm
-9 km/ 664--- 43 mm
-13,7 km/ 585 --- 71 mm
-18,2 km/ 509 --- 99 mm
-22,9 km/ 441 --- 131 mm
-27,4 km/ 380--- 169 mm
-32 km/ 329---- 215 mm
-36,5 km/ 280 ----286 mm
-38,7 km/ 241 ----357 mm (USN)
Cannone giapponese da 406/45 mm Type 3: (1921); peso 101,6 t per 18,8 m; peso AP 1.000 kg a 806 m/sec; carica 299 kg; alzo max 43° per 38,7 km; HE 14,9-44,3 kg; 130 rpg; vita 250-300 cp; pressione 3 t/cm2; cadenza 1,5-2+ RPM
Cannone da 460/45 giapponese Type 94: (1941); peso 165 t per 21,1 m; peso AP 1.460 kg a 780 m/sec; carica 360 kg; alzo max 45° per 42 km; HE 33,9-61,7 kg; 100 rpg; vita 150-250 cp; pressione 3-3,2 t/cm2; cadenza 1,5-2 RPM
-0 km/ 864 mm
-20 km/ 494 --- 109 mm
-30 km/ 360 --- 189 mm (USN)
-20 km/ 566 ---- 167 mm
-30 km/ 416 ------ 230 mm (LIBRO)
Ordinati per RAGGIO
0 km: 0 m/ 604 mm (283/54 mm); 713 mm (330 mm); 668 mm (356/45); 748 mm (380/45); 742 mm (380/47); 687 mm (381/42); 814 mm (381/50); 864 mm (460/45); 755 mm (406/45); 829 mm (406/50)
4,5 km: 616---19 mm (380/47); 676---19 mm (406/45); 747--17 mm (406/50)
9 km: 396---29 mm (356/45); 422---32 mm (381/42); 597--28 mm (406/45 USA); 664---43 mm (406/50)
10 km: 250 mm (320/44); 510 mm (380/47 G); 550--35 mm (380/47 RiD); 490--38 mm (381/45 RiD); 637---36 mm (381/50 RiD); 580---42 mm (406/45 RiD); 645--49 mm (406/50 RiD); 675--51 (460/45 mm RiD)
13,7 km: 335---50 mm (356/45); 353---50 mm (381/42); 366--50 mm (406/45 UK); 520--77 mm (406/45 USA); 585 ---71 mm (406/50 UK)
18 km: 285---73 mm (356/45); 297--72 mm (381/42); 419--75 mm (380/47); 510---73 mm (381/50); 310---72 mm (406/45 UK)
18,2 km: 291--48 mm (283/54 mm); 448--109 mm (406/45); 509---99 mm (406/50)
19 km: 416---67 mm (381/50 I);
20 km: 364 mm (380/47 G); 430---80 mm (380/52 RiD); 402---74 mm (381/50 I); 494--109 mm (460/45); 566--167 mm (460/45 G); 380--96 mm (380/45 RiD); 480--83 mm (381/50 RiD); 420---125 mm (406/45 RiD); 490---112 mm (406/50 RiD); 494---109 mm (460/45 RiD)
21 km: 350 mm (380/47 G);
23 km: 241---102 mm (356/45); 393--105 mm (380/45); 393--104 mm (380/47); 261---99 mm (406/45 UK)
22,9 km: 259 --- 121 mm (381/42); 382--146 mm (406/45); 441--131 (406/50)
23 km 342--105 mm (330 mm);
24 km: 348--105 (381/50 I);
25 km: x---121 mm (a 25,6 km, 356/45); 308 mm (380/47 G); 400-105 (380/47 mm RiD); 350--126 mm (380/45 RiD); 415---112 mm (381/50 RiD); 369---180 mm (406/45 RiD); 412--295 mm (406/50 RiD, dove 295 è chiaramente un refuso); 422--143 mm (460/45 RiD).
26 km: 325--124 mm (381/50 I);
27 km 205 --- 76 mm (283/54 mm); 331---138 mm (380/45); 304--- 126 mm (380/47); 229---- 145 mm (381/42) 224---- 130 mm (406/45 UK)
27,5 km: 292--110 mm (330); 324---194 mm (406/45); 380--169 mm (406/50)
28 km: 380--130 mm (381/50);
30 km: xxx---- 120 mm (380/47 mm G); 360--189 mm (460/45); 416--230 mm (460/45 G)
32 km: 266-268 mm (406/45 USA); 193--165 mm (406/45 UK) 329--215 mm (406/50)
35 km: 280---211 mm (380/45); xxx ---170 mm (380/47 mm G)
36,5 km: 280--286 mm (406/50)
38 km: 249--270 mm (380/45);
38,7 km: 241--357 mm (406/50).
Riassunto per TABELLA
Calibro: 280/52mm 280/54 305/50 320/44 330/50 356/45 380/45 380/52 381/42 381/50 406/45 406/45 406/50 460/45
Nazione: GER GER USA ITA FRA UK FRA GER UK ITA UK USA USA JAP
Modello: SK C/28 C/32 Mk8 Mod 34 Mod 31 Mk VII Mod 35 C/34 Mk 1 Mod 34 Mk I Mk6 Mk 7 Type 94
Anno servizio: 1930 1938 1944 1940 1939? 1940 1940 1940 1915 1940 1927 1941 1943 1941
Peso: 48,2 t 53,2 52,3 69,7 70 80 94,1 111 101,6 111,6 108 97 108,5 165
Lunghezza: 14,8 m 15,4 17,54 14,5 17,2 16,52 17,9 18,63 16,5 20,7 18,85 18,7 20,3 21,1
Proiettili AP: 300 kg 330 517 525 560 721 890 800 871-79 885 929 1225 1225 1460
HE: 6,6-33 kg 7,8-22 8-36 6,34-23,4 20-63,5 22 21,9 18,8-64 29-101 10,2-29,5 23,2 18,6-70 18,6-70 34-62
C.Lancio: 107 119 125 175 192 153 288 222 196-222 222 225 242 299 360
v.iniz: 910 m/s 890 762 830 870 757 830 820 752-800 850 797 701 762 780
K iniziale: 124MJ 130 150 180 211 206 285 268 285? 319 295 300 355 444
v.utile: 340 300 344 150 250 340 200 180-210 335 130 200-250 395 290-350 150-250
N.colpi: 120 150 166 100 110+ 100 104 108-130 100 74 105 130 130 100
pressione: 3,2 t/cm2 3,2 2,83 3,1 3,15 3,23 3,2 3,2 3,15 3,2 3,15 2,83 2,9 3-3,2
RPM: 2,5 3,5 2,4-3 2 1,5-2 2 1,2-2 2,3-3 1,6-2 1,3 1,5-2 2 2 1,5-2
Gittata: 36,5 40,9 35,7 28,6/29,4+ 41,7 35,2 41,7 36,5 29 42,8 36,4-38 33,7 38,7 42
Max assoluta: 46,63 42-55 40,3 46-48
Peso torri: 600 750 937 548-745 1497 900/1557------2476--------1052----------782---------1595--------1508-----1426/1460--1735--------2774
Alzo: -10/40° -8/40° -3/45 -5/27-30° -5/35° -3/40° -5/35° -5,5/30° -2/30° -5,5/36 -3/40° -2/45° -2/45° -5/45°
Moto: -------------M-----------M---------M--------M------------100I----140-320---------------------------M----------------------------E------------------------300E/I--------300E/I----500I
Velocità:----------8°/7,2°/s- -8/7,2--12/5-6/5----------------6/5----- 8/2°----------5,5/5-------------6/5-------- 5/2 ------------6/6------------10/4-----12/4-----------12/4------10/2
Distanza: -------------------------249----229---------169-254----244---------195-295---------375---------229----------- 264----------------------- 297-----------310--------350
Fronte/retro 150-152------------------------------------------------------324-174------------------------360-320---324-174----350-190----400-224--472-319--496-324----650-190
Fianchi/tetto ----------------------------------------------------------------174-149------------------------220-150---------------200/150-200--274-180--268-197-273-251
Perforazione: 0 m--------604--------------622----------------713------- 668--------------748-------742---------687--------------814-----------------------755----------829-----------864
10 km c.a.------------------460----------463/32----330-----------------396/29------------------------------------422/32-------------------------------------597/19-----664/43
15 km c.a.140/30°------291/48------------------------------------------ 335/50--------419/75-----------------366/50--------------------------------------520/77-----585/71----494/109
20 km c.a.--------------------------------323/77 --?/75------------------ 285/73------------------------------------297/72---------510/73----310/72----448/109---509/99
25 km c.a.----------------205/76-------?/108--------------342/105-- 241/102------331/138----304/126--229/145------325/124I--224/130---324/194---380/169
30 km c.a. ------------------------------231/130------------------------------------------------------------------------------------------380/130-------------------266/268---329/215--360/189
I cannoni da 356/45 inglesi dimostrarono, contro la Bismarck, un ROF di circa 1,7 c/min; i pezzi da 406 arrivarono a 1,5.
Particolari corazzature delle torri:
Warspite: 324 mm frontale; lati 274 mmm; retro 274 mm; tetto 124 mm
Hood: 373 mm frontale; lati ant. 299 mm, lati post. 274 mm; retro 274 mm; tetto 124 mm.
Repulse: 224 mm frontale; lati ant. 224 mm, lati post 174 mm; retro 274 mm?? tetto 106 mm
Vanguard: 324 mm frontale; lati ant 224 mm, lati post 174 mm; retro 274 mm; tetto 149 mm
Alaska: 325 mm frontale; lati ant. 152 mm, posteriori 133 mm; retro 133 mm; 127 mm tetto.
KG V: 324 mm frontale; lati ant. 224 mm, posteriori 174 mm; retro 174 mm; 149 mm tetto.
Bismarck: 360 mm KC frontali anteriori, 180 mm frontali superiori, 220 e 150 mm lati, 320 e 150 mm retro, 180 mm tetto. Barbette 340-220 mm.
Littorio: 350 mm frontali (alcune fonti dicono 380 mm), lati 200 mm anteriori, 200-150 mm tetto. Barbette 350 mm sopra ponte, 280 mm sotto.
North Carolina: 406 mm B + 64 mm STS (=502 mm!); lati 268 mm (249A+19 mm); retro 319 mm (300A+19). Tetto: 197 mm (178A +19).
South Dakota: 457 mm B + 64 mm STS (=521mm!); lati 258 mm (241A+19 mm); retro 319 mm (300A+19). Tetto: 203 mm (184A +19).
Iowa: 432 mm B+64 mm STS (496 mm!); lati 258 mm (241A+19 mm); retro 324 mm (305A+19). Tetto: 203 mm (184A+19)
Montana: 457 mm B+114 STS (561 mm!); lati 273 mm (254A+19 mm); retro 320 mm (305A+19). Tetto: 251 mm (232A+19)
E ora che abbiamo visto i numeri duri e puri... Ci sono anche altre cose che vale la pena di precisare.
Cariche esplosive interne
Ovviamente, sparare e mettere un colpo a segno è un conto... ottenere un risultato è un altro. E questo non è uno scontro tra carri armati, le granate 'perforanti' DEVONO avere cariche esplosive, e per giunta, di affidabile funzionamento.
Il pezzo da 381 italiano sparava colpi da 885 kg, ma attenzione:
secondo Naval Weapons, il peso delle cariche delle HE era di 29,51 kg appena... ma peggio che mai, le AP avevano appena 10,16 kg di esplosivo.
La differenza con le granate tedesche è fondamentale, pur pesando queste ultime ben 85 kg in meno (per le AP):
-380/52 mm: con APC L/4,4 - 18.8 kg --HE L/4,5 spoletta posteriore: 32.6 kg ---HE L/4,6, spoletta anteriore: (ben) 64.2 kg.
-280/52 mm (330 kg): APC, 6,6 kg, HE 16-21 kg
Quindi, con i 280 mm hanno una carica esplosiva di 1/3 inferiore, ma pesano anche mezza tonnellata in meno. Le granate da 380, invece, sono superiori di quasi l'80% per le AP (nonché, tra il 10 e il 110% per le HE).
Quindi, riassumendo:
Italia
-320/44 mm (29 km, 2 RPM); granata AP 525 kg (6,28 kg), HE 458 kg (? 23,4 kg)
-381/50 mm (42,8 km, 1,3 RPM):
-885 kg AP (10,16 kg HE); 824 (o 774 kg?): 29,51 kg ----------------------------RIFERIMENTO per le altre granate
Germania
380/52 mm: (36,5 km, fino a 3 RPM teorici)
-con granate APC L/4,4 - 18.8 kg --HE L/4,5 spoletta posteriore: 32.6 kg ---HE L/4,6, spoletta anteriore: (ben) 64.2 kg.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------(+85% per granate AP, +10-120% per HE = 1,85 volte)
280/52 mm (41 km, fino a 3+ RPM)
-con proiettili APC (330 kg): 6,6 kg, granate HE 16-21 kg-----------------------(-35% AP = 0,65 volte)
UK
356/45 mm (35,2 km--2 RPM):
-le granate AP da 356 mm (721 kg) avevano 22 kg di HE; ------------------------ (+120% rispetto ai 381 AP italiani = 2,2 volte)
381/42 mm (29 km--2 RPM):
-quelle da 381/42 mm (879 kg), 22 kg di HE se AP, o 59 HE. ------------------ (+120% = 2,2 volte)
406/45 mm (34,7 km--1,5-1,9 RPM)
-quelle da 406/45 mm (921 kg), avevano 27 kg di HE (shellite) ----------------- (+170% = 2,7 volte)
USA:
406/45 mm (33,7 km) e 406/50 (38,7 km; 2 RPM per entrambe)
-i 406 mm AP (1.225 kg)/HE (862 kg) avevano 18 e 67 kg circa---------------- (+80% = 1,8 volte)
Giappone
460/45 mm (41 km --- 1,3 RPM)
-granate AP (1.360): 33 kg (AP) e HE (1.400 kg): 67 kg ------------------------(+220% = 3,2 volte)
- 406/45 mm:15 kg (AP) e 44 kg (HE) -------------------------------------------------( +50% = 1,5 volte)
-356/50 mm: 11 kg (AP) e 29 kg (HE) ------------------------------------------------- ( +8% = 1,08 volte)
Francia
380/45 mm (38 o 41,7 km, 1,2-2,2 RPM)
-granate APC (884 kg): 22 kg --------------------------------------------------------------(+120% = 2,2 volte)
340/45 mm (26 km, 2 RPM)
-granate (575 kg) APC: 21,7 kg------------------------------------------------------------(+110% = 2,1 volte)
330/50 mm (41 km, 2 RPM)
-granate 330/50 mm: APC (560 kg): 20,3 kg; HE (552 kg): 63,5 kg---------(+100% = 2 volte)
URSS (45,7 km, 1,5-2 RMP, mai entrato in servizio su navi)
-406/50 mm (1.108 kg) AP: 25 kg, HE 88 kg ---------------------------------------(+150% = 2,5 volte)
Ci sono anche altre cose che vale la pena di precisare, per quel che riguarda il cannone da 381 italiano: la precisione effettiva, che tra l'altro va anche al di fuori della pura dispersione teorica, che nel 1940, per i cannoni OTO da 381 era calcolata in 422x500 metri con la 2a carica, e 290x267 m con la 1a, a circa 20 km; i cannoni Ansaldo, invece, a 1a carica erano molto più imprecisi (416x364 metri a 22,5 km), anche se andavano meglio con la 2a (309x360 m a 18,8 km). Notare che i pezzi OTO e Ansaldo erano abbastanza 'mischiati' nelle varie navi, anche se probabilmente, con una complessiva superiorità numerica degli OTO.
Cadenza: i pezzi da 381 erano capaci di sparare anche 2 colpi al minuto, ma... con la 2a carica. Purtroppo non è chiaro quanto fosse meno potente rispetto alla 1a, ma non è irragionevole aspettarsi prestazioni non tanto diverse da quelle del 381/42 inglese, e quindi largamente inferiori rispetto al massimo teorico dell'arma (il 406/50 americano, a quanto pare, con la carica 'ridotta' tirava le AP a circa 24 km!).
Quindi è chiaro, che con i cannoni sparanti in condizioni di 'guerra totale' (e non in addestramento, o anche in azioni di bombardamento costiero), bisognava considerare fattori che limitavano la cadenza di tiro. Uno era l'alzo, molto più ampio di quello (fisso e assai basso) per la ricarica (elevazione di circa 5-6°/sec), e poi bisognava calcolare il tiro a piena potenza (il che richiedeva molto più tempo visto che bisognava caricare oltre 200 kg di polveri). In questo caso, il ritmo di fuoco osservato dai 381/50 fu di circa 1 colpo/min nel 1939-40 (purtroppo non esistono altre statistiche, successive, al riguardo). Nella battaglia reale, di circa 20-24 minuti, a Gaudo, la V.Veneto riuscì a tirare -esclusivamente o quasi- con i 6 cannoni prodieri, 92 colpi (di cui 11 falliti), che danno circa 0,6 c/min, ergo la metà del ROF calcolato (circa 0,72 se si considerano 92 colpi per 20 minuti e solo dalle torri prodiere; se si considerano 81 colpi per le torri prodiere e 24 minuti, scendiamo a 0,56; come metro di paragone, la Bismarck riuscì a tenere circa 1 c/min contro Hood e PoW; mentre la Rodney, malgrado i tanti problemi degli affusti da 406 e un equipaggio inesperto, riuscì a mantenere, nel tempo di fuoco effettivo, ben 1,5 c/min, praticamente la massima cadenza di tiro prevista teoricamente).
In sostanza, la penetrazione e la gittata sono una cosa, e fanno molto 'figo' per chi calcola solo i dati di pura potenza (ogni riferimento ai 'fanss' che discettano sulla Rete di cose di cui poco capiscono, è puramente intenzionale).
MA, oltre a questi, esistono anche altri parametri: avvistamento nemico ed identificazione; precisione, cadenza di tiro, riserva di munizioni, distruttività delle stesse.
In altre parole, prima devi vedere la nave nemica, nonché riconoscerla correttamente; POI devi calcolare correttamente i dati di tiro; POI, devi avere la gittata per sparargli contro; POI, devi avere la cadenza di tiro per aumentare la possibilità di colpirla (ripetutamente); POI devi avere la precisione per colpirla; POI devi avere la penetrazione per penetrarla; POI devi avere la spoletta funzionante correttamente E una carica esplosiva utile per causare danni gravi; POI devi avere una riserva di munizioni sufficiente per la battaglia.
Se si calcola tutto questo, ecco perché le armi delle Littorio, non sono affatto così efficaci. Hanno la forza bruta, e quindi gittata e penetrazione; però, a parte la precisione discutibile (aggravata da una vita utile della canna che è di gran lunga la peggiore di tutte le armi della categoria: circa 130-140 colpi vs almeno 180-200), non sono molto efficaci contro cinture angolate (tendenza al rimbalzo), sono tra le meno efficienti contro i ponti corazzati; e sopratutto, TUTTE, ma proprio tutte le armi straniere, da 330 mm in su, esprimono una carica esplosiva interna superiore dal 10 al 200% (il triplo!). Così, accade che le granate da 356 e 381 inglesi, o quelle da 380 francesi e tedesche, o quelle da 406 americane, abbiano una carica di HE superiore dall'80 al 120%. Persino i proiettili da 330 francesi (meno di 600 kg!) sono superiori nella stessa misura.
Inutile dire cosa significhi, una volta che un proiettile entri, un'esplosione data da una carica circa doppia: sebbene le schegge siano più piccole, questo non può contrastare i danni che vengono causati, altrimenti... tanto vale restare con i tipi di proiettili della 1a Guerra mondiale, quando potevi vedere, per esempio, granate da 105 dell'Esercito con circa 600 gr di esplosivo o giù di lì, anziché i circa 1,5 kg introdotti successivamente, con munizioni modernizzate!
In conclusione, al di là valori di penetrazione e gittata, i pezzi da 381/50 erano superati da TUTTI gli altri quanto a carica esplosiva interna. Anche se i tipi di esplosivo, ovviamente, non erano tutti dello stesso tipo (i Giapponesi, probabilmente, avevano quello più potente, però anche più suscettibile, tanto da doverlo 'ammortizzare' sacrificando una parte della cavità interna con un blocco di legno), è ragionevole pensare che la loro potenza fosse comparabile, così come l'efficacia pratica. Le spolette non sempre erano dello stesso livello di affidabilità, ma anche qui non c'era moltissimo da scegliere, visto che alcune erano troppo 'tarde' o inaffidabili nell'esplosione, altre scoppiavano fin troppo rapidamente (prima del tempo). Il che, ovviamente, dice che c'era una pesantissima ipoteca sulla capacità di causare danni devastanti, una volta che pure i proiettili passassero all'interno delle protezioni. Quanto determinante, è difficile dire: un centro in un deposito non avrebbe fatto molta differenza! Ma non c'era certo solo questo come 'ipotesi', altrimenti potremmo anche dire che un calibro 22 LR sia ugualmente letale che un 9 para, basta centrare al cuore la vittima!
Sono tutte cose che vanno valutate attentamente, in una simulazione. Ed è chiaro, che maggiore è la quantità di esplosivo che una granata AP/APC contiene, e maggiore sarà l'effetto che ci si può attendere.
Se le differenze sono, diciamo, del 10-20%, forse si può considerare irrilevante tale discrepanza, non conoscendo appieno l'esplosivo usato dai vari contendenti. Però, tenete presente una cosa: per esplosivi anche 'solo' il 60% superiori al TNT, bisogna arrivare all'RDX, dinamite o pentrite! La maggior parte dei proiettili d'artiglieria non aveva, né ha, tali munizioni, ma piuttosto composti vari, con diverse percentuali di TNT e RDX o simili: di conseguenza è praticamente impossibile, data anche la suscettibilità alle accelerazioni e alle decelarioni (impatti!), che vi fossero, dentro i proiettili navali, composti più potenti del 20-30% rispetto al TNT stesso.
MA, per differenze di oltre il 50%, è impossibile NON notare il vantaggio netto di una parte rispetto all'altra, specie se i proiettili sono della stessa epoca di produzione!
E' altresì evidente che, per i 381/50, i progettisti hanno voluto accentuare le capacità di perforazione... aumentando lo spessore della 'punta', ma necessariamente... a scapito della carica esplosiva interna, nella concezione che era meglio portare il proiettile dietro la corazza nemica, piuttosto che lasciarlo fuori a scoppiare senza far molto danno. Decisione forse comprensibile, ma un pò troppo sbilanciata, e che prevedeva uno scoppio praticamente 'al cuore' della nave nemica. E che, sopratutto, non teneva in alcun conto gli effetti -pur notevoli- che si sarebbero ottenuti colpendo con proiettili AP anche le parti non protette/poco protette della nave. Né i colpi HE erano un qualche miglioramento apprezzabile in questa narrazione, perché pure essi erano, di fatto, gravemente carenti in carica di scoppio; ed essendo assai pesanti, questo fa quasi pensare, stando anche a quello che hanno scritto su navaweapons, che si trattasse in realtà di una sorta di SAP (semi-perforante, o meglio, 'semi-semi-perforante', visto che tutte le granate navali 'AP' in realtà sono SAP, per definizione, non essendo più da un bel pezzo 'a palla piena'!). Nondimeno, non si capisce bene a che sarebbe servito, se poi le corazze più robuste non erano probabilmente accessibili, e per quelle più leggere o nulle, sarebbe stato una sorta di Overkill (NB: probabilmente fu questo tipo di proiettile 'a palla' che colpì un cacciatorpediniere inglese -forse il Kingston- trapassato prima dell'esplosione; e certo fu da queste munizioni che gli italiani, sfruttandone le migliori capacità perforanti rispetto alle bombe normali, ricavarono le speciali 630PD, allargando la cavità interna fino a 120 kg di HE, riducendo il peso complessivo a circa 630 kg). Né sarebbe stato un tipo particolarmente indicato per i bombardamenti costieri, ovviamente bisognosi del massimo carico 'utile' interno, piuttosto che di una penetrazione 'superiore'.
Quindi, comunque la si veda, i 381/50 sono ai vertici della gittata teorica (e quindi, piuttosto inutile) e tra i migliori quanto a penetrazione verticale; ma sono assolutamente mediocri -almeno in pratica- quanto a precisione e penetrazione di ponti; e vanno assolutamente 'a terra' quando si consideri l'efficacia della carica esplosiva vera e propria, la vita utile della canna -con associato decadimento delle prestazioni balistiche anche 'entro' la stessa-, la cadenza di tiro (in fondo alla classifica, assieme ai 460/45 giapponesi!), e infine, la dotazione di proiettili a bordo delle navi (appena 74, quando il 'normale' era tra 100 e 130 per cannone).
In altre parole, ecco come un'arma dalle capacità ovviamente elevatissime, come il 381/50 italiano, fosse in realtà molto più mediocre di quel che sembra. Per comparazioni moderne: vedesi alla voce 'cannone da 115 mm russo', per il quale valgono (in ambito terrestre) molti degli stessi rilievi (a parte la carica dei proiettili HE, ai vertici assoluti della categoria, tanto da superare anche quella di armi occidentali di calibro superiore, come nella più pura tradizione sovietica).
E l'obiettivo giusto? Ponti o cinture...das ist der problem!
Cosa è meglio, secondo voi?
Perché la maggior parte delle fonti fanno il paragone tra corazze perforate, ma tra navi che si sparano sui fianchi. Come tra i carri armati, quando si leggono le analisi che comportano pressoché invariabilmente cannone vs corazza frontale superiore (scudo).
Ma ci sono molti altri elementi da considerare.
La risposta che molti danno è essenzialmente 'lo spessore e resistenza della corazzatura di cintura'. Questa è una cosa che sembra, SEMBRA, razionale, ma in realtà non è affatto un metro affidabile per la valutazione. E adesso spiegherò il perché.
Faccio un esempio tanto per capire la questione.
Poniamo che un cannone possa perforare una nave da battaglia a una tot distanza. Diciamo 20 km contro la cintura corazzata, e 22 km contro i ponti corazzati. Queste valutazioni, specie quella contro la cintura, erano effettivamente MOLTO importanti e citate nelle stesse documentazioni ufficiali, così non è difficile comprendere come ancora oggi ci siano persone affascinate da questo tipo di ingaggi, specie considerando l'elevatissima capacità perforante in millimetri, della corazza di cintura. Fa certo più effetto sentire valori tipo 700 mm a 0 metri, piuttosto che 400 mm a 10 km, o meglio ancora, a 20 km sentiremo di 300 mm di cintura e 100 mm di ponti.
Ma il problema non è così semplice da risolvere.
INFATTI, ci sono ben due ragioni per cui non si riesce a capire come la perforazione della cintura NON fosse davvero così importante in pratica. Prendiamo l'esempio di cui sopra. Abbiamo 300 mm di cintura corazzata a 20 km, ponendo questo valore analogo alla cintura della nave bersaglio, e perforazione dei ponti da 22 km in poi.
PERO', esiste un problema che questi calcoli non si parla di effetti non facilmente prevedibili con questi calcoli. Se parlassimo di un mondo perfetto e ideale, in cui le navi arrivano, e si sfidano come su due binari paralleli a quella tot distanza (ovviamente... concordata preventivamente, tipo contiamo 10 passi e poi ci spariamo addosso), allora non ci sarebbe alcuna differenza.
Qui parliamo invece di un altro fenomeno da studiare. Una nave, in manovra, praticamente non sarà MAI in quella condizione di ideale vulnerabilità. In realtà, è possibile che l'impatto sia tra 0 e 90° lateralmente parlando. Per capire come questo fatto sia importante, facciamo un esempio su di un tipico angolo d'impatto che potrebbe verificarsi in caso di impatto di un proiettile. Poniamo che esso sia relativamente ridotto, ergo 30°. Questo valore è tale, per cui lo spessore virtuale aumenta del 15% e quindi lo spessore aumenta da 300 a 345 mm. Questo significa che da solo, questo angolo riduce probabilmente la distanza utile di perforazione da 20 a 12-15 km!
Ma non è solo questo. Guardiamo l'effetto pratico di questi angoli d'impatto. I cannoni tedeschi, per esempio, sono relativamente simili a quelli da 381 mm italiani: ergo, proiettili non particolarmente pesanti, alta velocità iniziale e ridotta lunghezza della vita della b.d.f.
Sapete quale era il tipico profilo d'accettazione dei cannoni da 280 mm della Marina tedesca? Circa 0,5 calibri/30°/500 m/sec. Infatti, persino i cannoni successivi alla I guerra mondiale, quelli delle Panzerschiffe, erano appena migliori: 160 mm/30°/500 m/sec.
Sapete cosa dice la curva di penetrazione calcolata secondo i dati tedeschi originali? Angolo d'impatto di 10°, corazza omogenea, 300 m/sec: +3%, corazza effettivamente perforata 155 mm; a 20°, 142 mm (+12%); a 30°, 123 mm, ergo ben 30% di resistenza in più. A 40° è 103 mm, ergo +55%. A 60°, abbiamo appena 63 mm, ergo aumento della resistenza del 153%.
Ma non è che l'inizio: con le corazze temperate non solo i valori sono diversi, certo inferiori: 125 mm a 0°; 112 mm/20°; 95 mm/30°; 76 mm/40°.
Aumentando la velocità, non cambia molto: a 500 m/sec: 242 mm a 0°; 227 mm a 10° (+5%); 198 mm a 20° (+22%); 158 mm a 30° (+53%); 120 mm a 40° (+101%); 92 mm a 50° (+163%); meno di 80 mm a 60° (200% e passa!).
Questo con i pezzi da 280 mm.
Con quelli da 380 mm la cosa è solo marginalmente diversa: per esempio, contro corazze indurite, + 48% a 30° e 500 m/sec (circa 21 km di raggio).
Queste cifre danno l'idea di cosa significhino gli angoli d'impatto. Del resto, per gli stessi tedeschi, il 380 mm poteva perforare 460 mm a circa 21 km e 500 m/sec. (con un cannone nuovo, perché dopo un certo numero di colpi, alla fine la velocità cala e quindi anche la penetrazione).
Con 15° di angolo d'impatto, probabilmente quello attorno ai 21 km, questa perforazione si riduce a circa 400 mm. A dire il vero i tedeschi parlavano di 350 mm a 21 km, ma questo, in base alle curve di penetrazione, comporta un impatto a circa 25°, troppo a quella distanza (per cui non mi è chiaro come sia possibile questo valore).
Ad ogni modo, poco importa: la penetrazione è comunque sia MOLTO dipendente dall'angolo.
Tornando al 280 mm, a 30° dovremmo avere il 15% di resistenza extra della corazza. In realtà, 30° abbiamo: una corazza di acciaio omogeneo regge con un margine extra del 30%; una corazza indurita, oltre a partire da livelli di resistenza più alti, parte poi in alto con delle curve amplissime, circa il 53% a 30°. I 380 mm, con proiettili più pesanti e lenti (820 m/sec per colpi da 800 kg, contro 890 m/sec per colpi da 300 kg), l'effetto è solo poco meno grande, ergo 48% extra con 500 m/sec e 30°.
In altre parole: una corazza omogenea (impossibile, almeno per quel che riguarda la cintura) da 300 mm, a 30° significa aumentare vs i 280 mm, la resistenza a 390 mm. Con le corazze indurite, in queste condizioni, si arriva a circa 450 mm sia con i 280 mm che con i 380 mm! No dico, parliamo di 30°, che non è affatto eccezionale.
Questo anche perché bisogna considerare che gli angoli sono compositi: queste curve, a quanto pare, vengono computate con risultati assolutamente NETTI da tutto. Gli angoli, in altre parole, sono tutti quelli esistenti, quindi anche quelli di caduta del proiettile. Quindi devi aggiungere l'angolo laterale, così da ottenere l'angolo composito complessivo. E questo significa che in realtà bastano meno di 30° orizzontali per cambiare le cose e ottenere un effetto netto di 30°. Questa cosa diventa anche più evidente se la cintura corazzata di 300 mm in realtà è equivalente a 300 mm, ma non è una corazza verticale a murata, ma è per dire, una corazza da 270 mm a circa 25° o qualcosa del genere (sempre 300 mm equivalente).
Un proiettile, quindi potrebbe essere incredibilmente deflesso dalle corazze anche solo moderatamente inclinate. Anche ignorando l'angolo di caduta (tanto più vero quando le distanze si riducono), 450 mm anziché 300 mm significano ridurre la distanza di penetrazione da 20 a 10 o meno km!
E se la corazza è inclinata, il proiettile, relativamente veloce e leggero, è ancora più incline a rimbalzare, perché a quel punto ha ben tre angolazioni: corazza, proiettile in discesa, angolo orizzontale della nave.
Anche se la corazzata si avvicina con forti angoli, ci sarebbe più probabilità di colpire la corazza della paratia trasversale. Ma se questa è inclinata di un certo livello, le cose non cambierebbero. Non è un caso se le Iowa avevano una corazza trasversale più spessa delle navi precedenti: la ragione è che le Iowa erano pensate per avvicinarsi facilmente senza correre molti rischi nei punti vitali. Pensate quel che significa anche un angolo di circa 45°: sarebbero 45° per la cintura e 45° per la paratia trasversale: se entrambe sono di 300 mm di spessore, lo spessore virtuale aumenta tantissimo. Un proiettile da 800 kg, a 500 m/sec, a 45° ha solo 220 mm di perforazione, ergo il 209% rispetto al valore della corazzatura normale. Significa che la blindatura da 300 mm aumenta ad un valore di circa 630 mm!! Un valore del genere significa calare la distanza di penetrazione molto inferiore a 10 km, quando altrimenti i 300 mm sarebbero perforati persino ad oltre 30 km.
Questo significa che una corazza verticale anche non spessa in maniera eccessiva, potrebbe essere di fatto imperforabile dai cannoni nemici. L'angolazione di tiro, quindi, non solo conta, ma, oltre i 10°, è FONDAMENTALE per ridurre la capacità di perforazione dei proiettili nemici.
Tanto per capire la questione: quando il Bolzano fu colpito a Punta Stilo, ebbe a bordo 3 cannonate dal pur ben inferiore HMS Neptune. Di queste, una colpì i cannoni di una torretta. Un'altra entrò su di un fianco, penetrando facilmente il ponte da 30 mm che proteggeva le macchine del timone. Questa cannonata arrivò con un'angolazione di ben 53° sul piano orizzontale, e al contempo, cadde con un'angolazione di ben 45° (verso prua) sul piano longitudinale. Un altro proiettile colpì i cannoni stessi di una torretta (centrandone uno, ma le schegge ne danneggiarono anche il compagno) e infine un ulteriore colpo centrò il ponte di coperta da 20 mm, con angolo di 57° orizzontale, e 15° verso prua sul piano longitudinale. Tanto per intendersi, in base alle tavole di tiro tedesche, di circa il 200 e il 10% rispettivamente (senza contare l'angolo d'impatto verticale, ovviamente! L'angolo TOTALE ne sarebbe stato una risultante, così per esempio, se abbiamo 15° sul piano orizzontale e 15° su quello verticale, dovremmo avere complessivamente attorno a 20-21°! Ergo una resistenza presumibilmente più elevata del 20% rispetto ai proiettili di tipo tedesco (e non solo, pare che anche quelli italiani non fossero molto buoni ad alti angoli, mentre quelli britannici e americani fossero assai più 'tolleranti'). Fonte: Storia Militare, aprile 2013.
Questo, però, NON vale per i ponti corazzati!
Infatti, al proiettile che arriva da forti angolazioni, NON IMPORTA che direzione abbia la nave bersaglio, che sia di prua, poppa o al traverso. E questo è fondamentale.
La nave, naturalmente, può rollare e beccheggiare: ma sotto i 10°, come si è visto, non fa quasi differenza pratica. E non solo: i ponti sono generalmente di acciaio omogeneo, per cui l'incremento di efficacia è di circa il 3% per le corazze omogenee a 10° e il 5% per quelle indurite. Questo significa che gli angoli anomali dei ponti sono praticamente irrilevanti per il risultato.
Oltretutto, le rollate e i beccheggi possono essere sia favorevoli, che sfavorevoli, che neutri rispetto ai proiettili: visto che non c'é modo di prevedere questi risultati, bisogna considerare che il totale è una risultante di zero (0) differenza. Un proiettile sarà svantaggiato e magari non penetrerà anche se potesse; un altro magari penetra anche se non potrebbe, però al dunque se ci sono almeno due colpi su punti vitali, il risultato non cambia!
Non solo, c'é l'effetto n.2.
Un proiettile che si schiaccia contro la cintura, se non riesce a perforarla, farà solo una gobba, e circa un metro quadro di superficie sverniciata dall'impatto e dall'esplosione. SE non c'é una penetrazione efficace, anche solo parziale, questo è tutto quello che si può vedere da un colpo in pieno, ma non penetrante.
Ma non è la stessa cosa se il proiettile entra nei ponti, oppure colpisce i ponti attraverso i fianchi delle navi.
Un proiettile che si schiaccia contro il ponte, potrà anche non penetrare, ma intanto entra dentro uno o anche due ponti della nave.
Poi questo bestione da 1 tonnellata si scontra col ponte principale.
A quel punto: 1- esplode sul bersaglio senza penetrare 2- esplode sul bersaglio e lo sfonda anche se non penetra 3- entra ed esplode (o anche resta inesploso); 4- rimbalza ed esplode dentro la nave 5- rimbalza ed esce dal fianco della nave, senza esplodere, o anche scoppiando poco dopo, magari sott'acqua a breve raggio della nave (schegge e concussione) 5- si frantuma senza esplodere, probabilmente però si incendia ugualmente.
Questa serie di possibilità non è esaustiva, ma fatevi un'idea.
E' sufficiente dire cosa significa un proiettile molto pesante e con una traiettoria d'impatto molto ripida. Certo, la traiettoria è molto meno pericolosa perché dà una minore 'zona di pericolo' rispetto alla traiettoria radente dei colpi 'veloci'.
Ma questo è davvero importante? NO.
Il record del centro alla massima distanza, su di una nave in movimento, pare appartenga infatti alla HMS Warspite, che da quasi 24 km centrò la Cesare, tutt'altro che lenta, e tutt'altro che grossa. Eppure la beccò in pieno.
Quando il proiettile scoppiò dentro la nave, non arrivò a perforare il ponte corazzato, che almeno in teoria avrebbe dovuto penetrare da quel raggio (probabilmente c'é stata un'esplosione anticipata; da quel raggio, sarebbe stato possibile minacciare anche i ponti delle 'Littorio'), ma gli effetti furono gravissimi! Circa 120 morti e feriti, ergo il 10% dell'equipaggio! Contiamo anche gli incendi, le riservette di munizioni esplose, i soccorritori, abbiamo circa il 20% dell'equipaggio messo fuori uso o impegnato nei soccorsi! con un colpo solo, cioé, abbiamo avuto più vittime dei siluri che colpirono le navi tipo Littorio, almeno episodio per episodio.
Questo dà l'idea di cosa stiamo parlando. Per queste due ragioni, l'importanza dell'angolazione e l'effetto reale dei proiettili sulla cintura, è chiarissimo che i proiettili lenti e pesanti sono MOLTO più pericolosi di quelli a traiettoria tesa che offrono una grande capacità di perforazione verticale, che però è poco efficace in pratica.
Le torri, barbette e torrioni sono più vulnerabili, ma è anche vero che le loro pareti sono arrotondate e le torri sono orientate e orientabili, e offrono più o meno le stesse problematiche dello scafo, e forse di più. Per giunta, i torrioni, barbette e torri sono in genere più spesse delle cinture e spesso hanno anche inclinazioni ulteriori (in alternativa alle forme arrotondate) per evitare la perforazione. E sopratutto, sono PICCOLI bersagli, specie il torrione, rispetto alle cinture e ai ponti.
Consideriamo che le cinture sono circa 500-800 mq l'una, mentre i ponti superano i 2000 mq! E per quello che riguarda le torri, c'é da rilevare anche che i britannici, che hanno praticamente eliminato i torrioni in quanto giudicati poco utili ma molto pesanti (tanto i comandanti britannici avevano l'abitudine di dirigere la nave stando sopra il torrione stesso), avevano anche delle torrette non molto spesse, ma con zero inclinazione. Questo significa che i colpi da forte distanza è possibile migliorare l'efficacia della protezione, perché se hai un proiettile che da 20 km cade giù a 15°, se la corazza delle torri è inclinate verso l'alto di 20°, saranno un netto di 5°. Mentre invece, se sono verticali, sono 15° e quindi un livello di protezione migliore. Finché la distanza non è troppo ridotta, questo sarà sempre un vantaggio balistico, probabilmente la situazione si inverte se arrivi sotto i 15 km, ma questa è una distanza relativamente ridotta per una nave da battaglia contro un'altra nave da battaglia.
E poi, c'é da ricordare che dei 10 colpi messi a segno tra Bismarck e P.o.W. il risultato è stato che nessun colpo andò a segno nelle strutture corazzate principali, incluse le cinture principali, e nonostante la metà dei colpi sotto il galleggiamento. Le Littorio hanno messo a segno circa un colpo su 300 in guerra, con 666 proiettili (74x9) inclusi quelli HE, quanti colpi dovremmo aspettarci in pratica? 2-3? E come potrebbe esserci un colpo diretto in un deposito di munizioni, con una tale probabilità?
Volete una fonte ancora più intrigante?
La battaglia tra USS Washington e Kirishima, o forse sarebbe meglio dire, un 'triello' a sorpresa (la Kirishima stava infatti sparando contro la S.Dakota). E di questa celebre disfida c'é anche il rapporto dettagliato, molto interessante: nella pagina di naval weapons apposita.
Gli americani rivendicarono almeno 9 colpi (o 8?) più circa 40 colpi da 127 mm, tirando quasi 100 colpi da 406 mm e oltre 100 da 127 mm. Tuttavia, questo avrebbe significato circa il 10% dei colpi principali a segno, contro circa il 40% di quelli secondari! Impossibile, specie considerando le distanze pur sempre discrete (circa 7-8 km) per i cannoni da 127 mm. In realtà, le cose sono andate diversamente, secondo il rapporto giapponese, stilato di prima mano, i colpi a segno secondari furono solo circa 17... ma quelli primari ammontarono a ben 20! E la spedizione del solito Ballard, ha almeno in parte confermato quanto asserito dai Giapponesi. Semplicemente, molti colpi, 'ammarati' vicino alla nave ed esplosi contro il suo fianco, non sono stati conteggiati dagli americani, che quindi, ebbero addirittura una sottovalutazione dell'efficacia del loro tiro! Il fatto è che, per quel che ci riguarda, malgrado l'alzo quasi a zero, dei 20 colpi tirati, pare che quelli andati a segno contro la cintura corazzata principale della Kirishima, furono solo 4! Quindi, di nuovo: nemmeno ad alzo zero, nemmeno con 20 colpi a segno, si registrarono più di 4 colpi sulla cintura, ovvero appena il 20% del totale. E nonostante questo, nonostante l'enorme potere perforante e la sottile corazza della Kirishima (circa 200 mm), nemmeno un deposito di munizioni principali esplose (paradossalmente, sembra che sia accaduto solo quando la nave toccò il fondale, e nemmeno subito, ma dopo diversi minuti!). Di più: nemmeno i proiettili entrati nella cintura a centro nave, riuscirono a distruggere l'apparato motore, che più che altro venne fermato dagli allagamenti (un proiettile da 406 praticamente venne 'fermato' da un serbatoio d'acqua per caldaie incontrato sul suo cammino, dove presumibilmente esplose, ma senza fare molto danno!). E questo, malgrado che la Kirishima avesse una blindatura pari a forse un terzo di quello che i 406 potevano perforare a quel raggio, sebbene la struttura orizzontale fosse molto migliore (25+19x2 mm = 63 mm ponte superiore, poi 19 mm, 7.6 mm ponte principale, e infine ponte corazzato da 63+19 mm, totalizzando la non disprezzabile cifra di circa 170 mm in 4 ponti, di cui 2 corazzati e uno rinforzato, sebbene le piastre di acciaio balistico vere e proprie fossero solo 88 mm).
Quindi, vedete bene come, nemmeno in casi terribili come questo, 'perforare la cintura' sia un qualcosa di realmente devastante, e i depositi munizioni non ne vogliono sapere di scoppiare con la facilità con cui ci si potrebbe attendere.
A questo aggiungiamo che la stessa Bismarck, una volta ritrovata, pare abbia dimostrato soltanto 3 colpi sulla cintura di cui 2 penetrati (entrambi da 406 mm). Si sa per certo, ad ogni modo, che vi furono almeno due proiettili esplosi nei locali macchine/caldaie, per cui almeno in parte qualcosa dev'essere entrato. Tuttavia, se questi colpi a segno siano stati quelli passati per la cintura (dopo la quale, avrebbero dovuto trovare anche il ponte e poi la paratia antischegge), oppure SE questi proiettili siano passati al di sotto di essa, come già accaduto con la P.o.W., colpendo lo scafo in profondità, non è chiaro. Da notare che già un proiettile della P.o.W. riuscì a passare sotto la cintura, esplodendo contro la paratia da 45 mm, ma poi causando degli allagamenti da schegge su di un locale caldaie e uno di generatori (questi ultimi erano esterni alle caldaie, grazie alla larghezza della nave). Mentre l'altro colpo, che centrò la nave a prua, ironicamente colpì la cintura di prua, ma questa era totalmente insufficiente per fermare un tale proiettile, e l'aver allagato due compartimenti rese irraggiungibili oltre 1.000 tonnellate di nafta, causando un'effettiva 'mission kill' per la corsara tedesca.
Sui pezzi 'grandi e lenti'
Abbiamo visto la capacità di 'rimbalzo' che generano angoli d'impatto anche modesti, quando il proiettile è 'leggero e veloce', o comunque non molto buono per questo tipo di impatti. Giova dire che, al contrario, i proiettili della Marina USA erano eccellenti nel perforare corazze anche a forti angoli (45° e passa), superiori a quelli di qualsiasi altra marina estera. Probabilmente, al secondo posto c'erano appaiate la RN e la Marina Giapponese. Questo è un altro motivo per non sottovalutare i cannoni da 406 mm americani, solo perché magari hanno una gittata non eccezionale. Essi, in combattimenti anche 'd'incontro' o di 'inseguimento' (quando le navi non mostrano il fianco, cioé), sono estremamente efficaci, anche in situazioni dove altri proiettili 'altamente penetranti' sulla carta, rimbalzerebbero come sassi tirati sull'acqua.
Ma che significa 'distanza di penetrazione'?
Infine, abbiamo un altro problema da tenere in conto, anzi due..
Uno, è che un colpo nelle zone sui punti (o sulle sovrastrutture) rendono molto probabile danneggiare sistemi fondamentali, dalle artiglierie ai sistemi di tiro, radio, radar ecc ecc. Niente di simile accade con i colpi sulla cintura.
L'altro, è che le distanze di penetrazione non sono tutto e non sono univoche. La distanza è generalmente intesa come quella a cui il proiettile può perforare la protezione restando poco danneggiato e al contempo, ancora nella condizione di esplodere.
Ma poi vi sono le distanze entro cui il proiettile penetra parzialmente, magari in frantumi e in fiamme, assieme ovviamente a pezzi della cintura. E' meno pericoloso, ma è ancora dannoso.
E vi è anche la perforazione della cintura, ma con il proiettile che non entra proprio, solo che fa collassare la corazza e la scaglia all'indietro o all'indentro.
Infine, è possibile che il colpo non entri, ma la faccia interna della corazza si scheggia e viene 'sparata' indietro, anche se apparentemente è rimasta intatta.
Questo senza considerare l'effetto dell'esplosione e delle schegge (il muso di un proiettile arriva a circa 50 cm di lunghezza, pensate un pò!).
Quindi, è possibile che un colpo esploda sul ponte e lo faccia collassare sopra la sala macchine o munizioni, anche se non lo perfora. Non è uno scherzetto.
La cintura può frantumarsi e collassare, ma in genere le paratie interne trattengono le schegge e i danni sono relativamente pochi.
Una granata che perfora i ponti a 22 km, può benissimo danneggiare il ponte in maniera grave, per gli effetti di cui sopra, anche a raggi inferiori, magari a 20 km o anche meno. Inoltre, deviazioni del proiettile dentro la nave (anche la canna di un cannone, per esempio), possono aumentare o diminuire l'angolo di caduta del proiettile. Se lo deviano in alto è meglio, ma se lo deviano aumentando l'angolo?
Anche se il proiettile non perfora il ponte e rimbalza, potrebbe benissimo trovarsi a percorrere 50-60 metri, a velocità supersonica, travolgendo qualsiasi cosa, ed esplodendo sul fianco, o in mare (o anche per nulla).
Da notare che le Littorio sono blindate con 70 mm laterali, ma questo spessore non è sufficiente per fermare un colpo di grosso calibro, però riesce sempre ad armarlo (a meno che non sia difettoso). Mentre le navi da battaglia americane, con fianchi molto più leggeri, anche se non totalmente sprotetti, è molto probabile che il colpo NON sia attivato e quindi finisca per uscire dal lato opposto della nave dopo essere rimbalzato sul ponte principale. Ad ogni modo è poco probabile che sia così, perché c'é un solo ponte sotto quello di coperta, prima di quello blindato principale. Le Richelieu e le KG V, invece, sono esattamente così.
In definitiva, i proiettili curvi, ficcanti, sono capaci di perforare in maniera affidabile i ponti molto più di quanto non possano i tipi 'veloci' per le cinture. E inoltre sono più pericolosi perché esplodendo possono fare strage e devastazione ogni volta che colpiscono duro.
Che la protezione verticale fosse una sorta di retaggio del passato, da sostituire più che altro con una protezione antisiluro, e una leggera cintura protettiva esterna (che torna utile sia per ridurre i danni da esplosioni subacquee, sia per tenere 'fuori' i missili antinave a volo radente, quelli SI', per la prima volta forse, arma che affidabilmente colpisce 'a pelo d'acqua' e quindi, teoricamente, sulla stessa cintura corazzata che i cannoni usualmente lasciano tranquilla), lo ha ribadito anche recentemente Nathan Okun, con queste parole, che riporto qui:
"...the advent of radar-controlled long-range gunfire and much more effective aircraft dive bombers during WWII made deck armor much more important." Side hits are also less likely than deck hits, and irrelevant at the ranges where you would likely engage in: "... few hits on the main side belt armor of battleships happen in most cases unless the ship is already helpless and can be fired on point-blank, at which point the side armor is of little consequence!" "If the enemy can get close enough to frequently punch through an Iowa-type belt, the battle is probably already lost, anyway, as the last battle of the BISMARCK demonstrates." Sure, Littorio/Vittorio Veneto made its deck protections for magazines invulnerable at the expense of the deck protection for its machinery, but Okun criticizes this logic: "Note that this deck armor thickness arrangement is the opposite of that used in the USS SOUTH DAKOTA which had the outer deck region the thickest. The Italians simply added up the effective-plate thicknesses of the deck and the 0.94" splinter plate and shaved the outer deck until it and the inner deck region gave the same weight of armor to be passed through. This logic has some major flaws! Outboard of the 0.94" plate, damage would be primarily to non-essential spaces, if the projectile's filler explosion effects and its fragments cannot pierce the 0.94" plate. However, the 0.94" plate would not stop many of the fragments and, through the holes made by these fragments, incendiary material from a large-caliber projectile explosion such as the German 38 cm projectile would cause, so the division is rather weak unless the projectile is a dud or only undergoes a low-order explosion that the 0.94" plate can contain. Also, if the projectile was a dud, it has a much greater chance of hitting the 0.94" bulkhead and piercing it due to its 30o inboard inclination reducing impact obliquity and its thinness. Thus, the concept of reducing the deck armor where additional plates are spaced behind it is not a good idea unless the last plate in the series can contain blast and fragments from an exploding projectile if it fails to get all of the way through the protection system." In a similar criticism for the Bismarck: "There is no point in making one part of a ship invulnerable, as the sloped armor deck did to the lower hull against gun projectiles, when equally important parts of the ship, such as the rudders and the main armament directors and range-finders, are going to be destroyed anyway due to inadequate protection. No matter how powerful, no single ship can go up against an entire enemy fleet of roughly equal opponents and equipped with many important capabilities, such as aircraft carriers, radar, long-range scouting planes, and numerous small ships to use as snoops. Nothing can function by itself when it has no hope of any support when needed." Da www.combinedfleet.com
Da Warship.org c'é un'altra considerazione interessante:
The U.S. and British tended toward guns with rather heavy projectiles fired at a lower muzzle velocity. While the best for reducing barrel wear and for hitting deck armor at long range, this was noticeably inferior as to hit probability at closer ranges compared to a high-velocity guns firing lighter projectiles at a flatter trajectory. The "danger space" behind the target ship where the shell would splash except that the target ship stopped it first is larger for a flat trajectory than a steep one and this greatly eases the fire control problem at close range - also, the faster projectile gives the target less time to dodge using "salvo chasing" and similar techniques. This better chance of hitting can make up for a number of otherwise poor design features. German guns were of the flat-trajectory school, which was best for low-visibility regions such as the North Atlantic, but poor for large areas such as the South Pacific. The advent of radar changed things considerably, as the destruction of the KM SCHARNHORST by the HMS DUKE OF YORK later in WWII proved.
Mr. Robertson has restated my idea regarding the Littorio armor correctly. It would have taken a very great deal of full-scale testing to determine how the Littorio type schemes might have worked, and very few -- if any -- navies had the resources to conduct such a series, especially when it was difficult enough to predict the performance of relatively regular projectiles against relatively regular plates. If the results of testing were erratic, or -- more likely -- the results of testing did not permit reasonable predictive algorithms to be developed, it would have been impossible for a designer to determine exactly what configuration of spaced armor was best. One can't rationally execute a design for something you don't really understand. What the Italians might have hoped -- perhaps legitimately -- was that positive results in the testing the actually did do would translate into positive results in other cases as well. It appears that most other navies came to different conclusions, i.e. that one couldn't really get a good 'handle' on how spaced armor schemes might behave over a wide range of impact conditions.
Bill Jurens
Altre caratteristiche importanti da notare sono i pesi e le estensioni delle corazzature:
Bismarck: 17.550 t di corazzatura (altre fonti dissentono e parlano di oltre 18.000, forse sono 'long tons'?) per il 70% della lunghezza e 17 dei 22 compartimenti (il 77%).
Hood: 13.650 t, distribuite per proteggere il 65% della lunghezza e 12 dei 19 compartimenti (63%).
KGV: 12.600 t per il 59% della lunghezza ( 10 su 21 compartimenti, ergo il 48%)
Nelson: 14.250 t per il 53% della lunghezza (e il 50% dei compartimenti)
Richelieu: 16.400 t per il 54% della lunghezza, 50% dei compartimenti
Littorio: 13.500 t per proteggere il 55% della lunghezza e solo 8 dei 18 compartimenti principali (44%).
http://www.kbismarck.org/forum/viewtopic.php?t=1145
http://www.navweaps.com/index_nathan/metalprpsept2009.htm
Adesso è anche interessante notare come gli americani arrivarono alla sorprendente (e alquanto scioccante) soluzione di usare la corazzatura omogenea (Class B) per le loro torrette frontali. Apparentemente, non erano capaci di fare corazze indurite di spessori sufficienti, avendo perso tale capacità anni prima!
"The use of homogeneous Class "B" armor in turret faces (either as a single thick plate or as a not-quite-so-thick plate laminated to a 2-2.5" (5.08-6.35cm) Class "B" support plate) was an extension of the results of the 1921 tests of 13" (33cm) STS (see above), where the even more indestructible World War II U.S. armor-piercing projectiles made the situation even worse for Class "A" armor compared to Class "B" armor. (It turned out that most foreign projectiles were not nearly as good as U.S. designs at oblique impact, but this was not known at the time and might not have made enough of a difference in any event to alter the turret face plate material.) The thinner face plates used on U.S. cruiser turrets had less of a resistance difference between Class "A" and "B" against the smaller projectiles used against them and much more chance of being hit by uncapped projectiles that might be able to penetrate if the hard face was not there to shatter them, so Class "A" armor was retained for turret faces when U.S. Navy cruisers switched to Class "A" armor for new ships circa 1937.
Also, Class "A" armor was retained on the sides and rear of the all turrets and on the cylindrical barbettes under the turrets, where the armor was somewhat thinner--but still thicker than in most non-US Navy World War II battleships--and was much more likely to be hit at a medium-to-high obliquity (30o and up) where the face could destroy even a high-quality projectile, though at over about 55o obliquity a ductile Class "B" armor plate would again be desirable because a ricocheting projectile might punch out a very dangerous, cork-like armor plug from a Class "A" plate, which rarely happens with good Class "B" armor, especially at high obliquity. "
http://forum.worldofwarships.com/index.php?/topic/8278-community-discussion-gun-penetration-vs-armor-thickness/page__st__20
E' per queste ragioni che, basicamente, la protezione di molti tipi di navi da battaglia non era davvero all'altezza della situazione. Ma sopratutto, sacrificare la protezione orizzontale per quella verticale, nel settore Mediterraneo, NON poteva essere una buona idea, specialmente se poi si lasciavano dei punti 'deboli' (come le 'ali' esterne dei ponti italiani) che potevano diventare delle comode autostrade per penetrare più in basso. Non che abbia fatto molta differenza (anzi, a pensarci bene forse ne ha fatta in positivo), ma la prima Fritz-X che colpì la Roma passò proprio per questa zona (la seconda, in compenso, venne 'rallentata' dal ponte corazzato e scoppiò dentro lo scafo, distruggendo la nave!).
In altri termini, come espresso in precedenza anche in altre pagine di questo sito, avere puntato praticamente tutto sulla cintura corazzata e sulle virtù salvifiche dei cannoni ad altissima velocità, era un concetto che probabilmente avrebbe funzionato molto meglio nella I GM che nella II. E' ben vero che la blindatura di protezione ai depositi munizioni e ai ponti in generale, non era molto meglio (quand'era meglio) nemmeno in altre navi, al di fuori delle Littorio: però, il fatto è che molte altre navi avevano cannoni più capaci di perforare profondamente i ponti corazzati di quelli 'ad alta velocità'. Abbinare questi ai radar di tiro fece diventare, con ogni evidenza, possibile colpire anche a forti distanze, rendendo vulnerabili navi da guerra altrimenti poco suscettibili al fuoco nemico. La Bismarck, da questo punto di vista, era anche peggio della Littorio (a meno che non avesse davvero 80 mm sopra la coperta nella zona dei depositi munizioni), ma in ogni caso, poteva sempre vantare sia cospicue sovrastrutture (per la protezione dell'asse centrale sono senz'altro molto meglio di niente), che paratie da 30 mm antischegge longitudinali, capaci di intercettare praticamente tutti i colpi che arrivassero al di fuori della zona delle sovrastrutture stesse, per non parlare poi delle fiancate da 145 mm e del ponte intermedio da 20 mm (un vero e proprio ponte corazzato 'leggero'). La Littorio, al di fuori delle fiancate da 70 mm e del ponte di coperta, non aveva praticamente niente sopra il ponte corazzato che potesse ostacolare un proiettile (posto che questo non avesse colpito le barbette o il torrione!), per cui, date anche le sovrastrutture limitate, avrebbe potuto soffrire non poco da bombardamenti aerei e tiri a forte distanza, almeno nella zona centrale della nave stessa, dove la blindatura era più sottile. Né le 'ali' della coperta nella stessa zona dei depositi munizioni era abbastanza resistente da garantire molto, a meno di non fidarsi ciecamente della paratia antischegge da 24 mm interna. E parliamo di una larghezza del 40% sul totale della struttura del ponte, quindi statisticamente non sarebbe stato così difficile colpirla.
Sui dai di Naval Weapons: (8-2-015)
Un altro discorso è riguardante le gittate dei cannoni. Secondo il mio immodesto avviso, non sono sempre corrette. Infatti, i cannoni da 254/45 italiani, installati sugli incrociatori corazzati di ultima generazione, sono riportati essere un modello Elswich da 35 tonnellate, sparante proiettili da 227 kg (un peso standard: 500 lb per un cannone da 10 in) per velocità di 870 m/sec. Questo ci dà un'energia di circa 86 MJ (se non ricordo male!), e per quello che ci concerne, una gittata, a 25° di alzo (massimo delle torrette) di ben 25 km!
MA... c'é un 'ma' e anche grosso. Se si vede l'equivalente cannone Vickers venduto ai Russi per l'incrociatore Rurik (entrambi i cannoni, nelle rispettive marine 'clienti' sono noti come Modello 1908, MA non sono gli stessi cannoni!), allora si vede che si tratta di un'arma 'parecchio' interessante.
Compariamo: Modello 1908 Elswick Modello 1908 Vickers
Lunghezza: 45 calibri 50 calibri
Peso: 35 t 28 t
Proiettile: 227 kg 225,8 kg
V.iniziale: 870 m/sec 899 m/sec
Energia: 86 MJ 91 MJ (K = +6%)
Quindi il modello Vickers è nettamente MIGLIORE dell'Elswick. E' più lungo dell'11%, pesa di meno del 20%, eroga un'energia alla bocca del 106%.
Poi si va a guardare le tavole di tiro, e vediamo che:
-Gittata a 21°: 18.250 metri.
-Gittata a 40°: 22.224 m
E l'arma italiana?
-Gittata a 25°: 25.000 metri (!)
Questi dati, senza giri di parole, sono assurdi.
Anzitutto: una qualsiasi arma di grosso calibro, nelle tavole di tiro, tra i 20 e i 40° ottiene una differenza di circa 10 km di raggio d'azione, certo non appena 4 km scarsi! Ad esempio, il pezzo da 280/54 tedesco passava, tra 22 e 40° da 30 a 40,9 km. Pressoché idem per il 343 inglese (22 km a 20°, 40 km a 40°),
In sostanza, SE il cannone russo aveva una munizione da 18 km a 25°, allora avrebbe dovuto ottenere probabilmente almeno 25-28 km a 40°. Non si scappa. Il tipo di proiettile, di suo, non era particolarmente 'strano', il peso era del tutto normale per un'arma di questo calibro e così doveva esserne la lunghezza totale. L'arma italiana ha munizioni di tipo non noto, ma il peso è dello 0,7% maggiore, quindi la differenza era pressoché nulla. L'aerodinamica e il relativo coefficiente, insomma, non potevano essere sensibilmente diversi. MA, anche se fosse stato così, per quale dannata ragione l'arma 'russa' avrebbe dovuto perdere efficienza in maniera così drammatica, una volta passati i 18 km? Allora, avrebbe dovuto arrivare che so, a non più di 12-15 km a 21°. Non poteva perdere così tanta efficienza oltre i 18 km, dunque che senso ha?
Non mi pare, in sostanza, che 1,8 kg di differenza (su 227) possano giustificare la dissipazione totale di un'energia superiore del 6% (4-5 MJ). A mio modesto parare, se c'é un cannone che dovrebbe essere superiore all'altro, in termini di gittata, questo dovrebbe essere, sia pure non di gran misura, proprio il pezzo da 254/50. Del resto, i cannoni L/50 li hanno fatti proprio per questo, per ottenere una superiore portata e velocità rispetto agli L/45, e questi erano cannoni coevi, e con ogni evidenza, il Vickers era nettamente superiore.
Un altro elemento interessante: secondo Naval Weapons la gittata dei cannoni da 254/40 della R.Marina era di 18 km (Garibaldi, St.Bon), però secondo il sito di Pietro Cristini, la portata massima era invece di 14.000 metri.
Altra ragione per non credere a tutto quel che è scritto, perché secondo il mio immodesto avviso, era piuttosto il cannone 'russo' ad avere un margine di un paio di km su quello 'italiano'.
Ma c'é di più.
Compariamo, in base agli stessi dati di Naval Weapons, armi di gittata comparabile. I cannoni inglesi da 152/50 mm 'moderni'.
Ecco la comparazione tra i celebri cannoni da 152/50 degli incrociatori inglesi e quelli meno celebri, sempre da 152/50, delle corazzate tipo 'Nelson'
152/50 Mk XXIII 152/50 Mk XXII
- Peso proiettile 50,8 kg 45,3 kg
- Peso carica lancio: 13,6 kg 14,1 kg (entrambi i casi era la polvere SC 150!)
- Velocità iniziale: 823 m/sec 884 m/sec (-3% K)
- Gittata a 45°: 23.300 m 23.590 m. (+1,2%)
Dunque, sebbene pesasse circa un 1/9 di meno, il proiettile da 45 kg era capace di SUPERARE in portata, il proiettile da 51 kg, sebbene questo fosse ben più pesante l'11% in più, e sebbene più lento di circa 60 m/sec, aveva un'energia del 3% maggiore.
In altre parole, l'arma inglese con la maggior gittata era quella con -11% di massa e -3% di K (e presumibilmente, un'aerodinamica inferiore), quando l'arma russa rispetto a quella italiana era -0,7% in massa, ma +6% di K. DUNQUE, la velocità iniziale, malgrado tutto, era quella che contava di più per assicurare la massima gittata (si pensi anche ai 406 americani con lo stesso proiettile, ma differenze di 6 km in raggio tra gli L45 e gli L50).
In base a questo semplice e lampante paragone, mi pare del tutto impossibile che, a parità di alzo (e nel caso dei cannoni russi, pare che fosse maggiore: 30° anziché 25°), il pezzo russo NON fosse in vantaggio, anziché in svantaggio -e di ben il 20%- rispetto al pezzo italiano. Quindi, o il pezzo italiano era sopravvalutato (arrivando a 20 km??), oppure l'arma russa arrivava verso i 30 km!
Questa valutazione è importante, vedi l'altra pagina in cui si comparano le navi italiane contro il Graf Spee. Sapere se davvero i cannoni italiani ottenessero 25 km servirebbe parecchio.
AD ogni modo, se vogliamo comparare la questione tra incrociatori corazzati, è evidente che i 254/50 abbiano un'energia cinetica maggiore, e a prescindere dalla gittata, penetrino di più nelle corazze, vanificando almeno in parte il vantaggio dello spessore delle cinture dei 'Pisa/S.Giorgio'. Del resto, è proprio per questo che hanno realizzato i cannoni L50 come successori degli L45!
***
C'é anche di più: la marina russa aveva anche un altro cannone, un pezzo da 254/40 di sua concezione, il Mod 1891. Esso era un'arma davvero all'avanguardia per l'epoca (uno dei primi 'grossi cannoni' moderni creati in Russia di sana pianta) e aveva sempre proiettili da 225,2 kg (come nel successivo Mod 1908!), ma tirati a 693 m/sec e 35°, arrivava a circa 16,8 km... e quando sparati a 777 m/sec, arrivavano a circa 20,5 km. Per cui, bastava aumentare di circa 80 m/sec la velocità iniziale e si arrivava a quasi 4 km extra. Come è possibile, che aumentare di oltre 120 m/sec ulteriori, portasse soltanto altri 2 km scarsi? A me pare semplicemente assurdo.
I cannoni americani, a loro volta, calibro 254/40, con circa 823 m/sec, erano capaci di 18,3 km per proiettili da 231 kg, ma con un alzo di appena 14,5°.
I pezzi inglesi, da 254/45, arrivavano a 13,5 km con 13,5°, proiettili da 227 kg, e velocità iniziale sugli 810 m/sec.
Nell'insieme, sarei propenso per valutare i cannoni da 254/45 italiani effettivamente capaci di portate sui 25 km, anche se va detto che con 25° la portata non poteva essere sfruttata al meglio. I cannoni da 203 mm, con granate ultra-pesanti da 152 kg, per esempio, passavano da circa 23 km a 27 se si elevavano da circa 25° a 40°. Il punto, in ogni caso, è che i cannoni da 254/50 russi avevano una portata notevolmente maggiore, avendo un'energia largamente superiore e una migliore efficienza di un tipico proiettile da 203 mm, probabilmente comparabile con quelli 'pesanti' da 152 kg che però avevano una portata inficiata dalla velocità iniziale di circa 760 m/sec.
Alzo, raggio e penetrazione comparati
Alle massime distanze di tiro pratiche (per provare a colpire qualcosa), abbiamo:
-Cannone ITA da 381/50 (885 kg x 850 m/sec): a 25 km, alzo 14,5° caduta 524 m/sec a 19,3°: a 28 km, perfora 380 mm e 130 mm.
-Cannone GER da 380/52 (800 kg x 820 m/sec): a 25 km, alzo 16,8°, caduta 473 m/sec a 23,8°: a 27 km perfora 304 mm e 128 mm.
-Cannone FRA da 380/45 (884 kg x 830 m/sec): a 25 km, alzo 14,9°, caduta 514 m/sec a 20,2°: a 27 km perfora 330 mm e 138 mm (a 26,8°)
-Cannone USA da 406/45 (1.225 kg x 701 m/s): a 27 km, alzo 25°; a 27 km: 324 mm e 194 mm (a 34,1° e 454 m/sec).
-Cannone USA da 406/50 (1.225 kg x 762 m/s): a 26,5 km, alzo 20°; a 27 km: 380 mm e 169 mm (a 28,25° e 478 m/sec).
-Cannone JAP da 460/45 (1.460 kg x 780 m/s): a 25 km, alzo 17,2°, caduta 490 m/sec a 23°: a 30 km: 360 mm e 189 mm
Ecco quindi plasticamente spiegato come mai il cannone da 381 mm italiano era migliore di quasi tutti gli altri come penetrazione delle corazze verticali. La traiettoria era notevolmente più piatta degli altri cannoni, specie oltre una certa distanza, e 'atterrava' sul bersaglio con un angolo ridotto, quindi meglio contro le cinture, ma peggio contro i ponti, cosa che paradossalmente era più importante proprio nelle gittate maggiori per le quali era stato progettato (come anche gli altri cannoni della sua generazione).
to be continued...