-
Clicca qui per modificare.
-
Clicca qui per modificare.
<
>
Clicca qui per modificare.
C'erano una volta i Giganti (8-6-15)
Questo è un sito di wargames e tecnologie belliche, quindi un articolo sulla Natura non pare avere molto senso: ma a pensarci bene, non è forse un enorme wargame l'evoluzione e la della vita e la relativa, truce competizione? Parliamo di milioni di anni e di un intero pianeta, un campo 'da gioco' difficile da superare, a meno di non diventare fan di Guerre Stellari. Ma non c'é bisogno della fantasia, qua sulla Terra. C'é bisogno di tanta buona volontà e di un pò di coerenza.
Abbiamo i cinema affollati da quegli stupidi lucertoloni verdi ricreati in qualche maniera e tornati a molestarci da un sonno di milioni di anni. Solo raramente ci si preoccupa di quel che è successo nelle ultime migliaia di anni, e per giunta sta ancora accadendo, sotto i nostri occhi distratti.
Del resto sapete, il mio editore è rimasto stupito che uomini e dinosauri NON fossero coevi. Capite l'importanza di una corretta informazione, anche laddove sembrerebbe esservi uno strato di cultura sufficientemente robusto? Dai politici non mi aspetto più nulla (vedere l'intervista, settimane fa, al 'ministro' Martina, probabilmente scelto giusto perché somiglia a Buffon, e la sua reazione alla 'demagogica' domanda su come alleviamo quelle splendide e delicate creature chiamate 'suini'). Ma dai miei 25 lettori, mi aspetto il meglio così come cerco di offrirlo.
E allora, ecco a voi un piccolo eBook per parlare di una delle cose che mi stanno da sempre a cuore. Lasciando perdere le estinzioni dei dinosauri, che mi pare poco serio sperare di riportare un giorno in vita... c'é molto di più di cui parlare. E ne parleremo.
Perché vedete, certe posizioni scientifiche si possono spiegare soltanto con una robusta dose di fede e di ideologia, a mio immodesto avviso. E' una cosa contraddittoria? Forse, ma è nella natura umana. E se c'é un orientamento 'prevalente' non è facile uscire dal gregge e guardare il mondo con una diversa capacità d'osservazione. Io però, non ho paura di farlo e lo farò, anche se forse sbaglierò a mia volta. Ma io sono io, e mi sento obbligato a dire quel che penso di certe cose, e questa.. è una delle più importanti. Forse la più importante. E' un qualcosa che ci riguarda tutti, anche se facciamo finta di nulla. E' la storia recente (e anche attuale) della vita sulla Terra. Come inizia, e come finisce.
Questo è un sito di wargames e tecnologie belliche, quindi un articolo sulla Natura non pare avere molto senso: ma a pensarci bene, non è forse un enorme wargame l'evoluzione e la della vita e la relativa, truce competizione? Parliamo di milioni di anni e di un intero pianeta, un campo 'da gioco' difficile da superare, a meno di non diventare fan di Guerre Stellari. Ma non c'é bisogno della fantasia, qua sulla Terra. C'é bisogno di tanta buona volontà e di un pò di coerenza.
Abbiamo i cinema affollati da quegli stupidi lucertoloni verdi ricreati in qualche maniera e tornati a molestarci da un sonno di milioni di anni. Solo raramente ci si preoccupa di quel che è successo nelle ultime migliaia di anni, e per giunta sta ancora accadendo, sotto i nostri occhi distratti.
Del resto sapete, il mio editore è rimasto stupito che uomini e dinosauri NON fossero coevi. Capite l'importanza di una corretta informazione, anche laddove sembrerebbe esservi uno strato di cultura sufficientemente robusto? Dai politici non mi aspetto più nulla (vedere l'intervista, settimane fa, al 'ministro' Martina, probabilmente scelto giusto perché somiglia a Buffon, e la sua reazione alla 'demagogica' domanda su come alleviamo quelle splendide e delicate creature chiamate 'suini'). Ma dai miei 25 lettori, mi aspetto il meglio così come cerco di offrirlo.
E allora, ecco a voi un piccolo eBook per parlare di una delle cose che mi stanno da sempre a cuore. Lasciando perdere le estinzioni dei dinosauri, che mi pare poco serio sperare di riportare un giorno in vita... c'é molto di più di cui parlare. E ne parleremo.
Perché vedete, certe posizioni scientifiche si possono spiegare soltanto con una robusta dose di fede e di ideologia, a mio immodesto avviso. E' una cosa contraddittoria? Forse, ma è nella natura umana. E se c'é un orientamento 'prevalente' non è facile uscire dal gregge e guardare il mondo con una diversa capacità d'osservazione. Io però, non ho paura di farlo e lo farò, anche se forse sbaglierò a mia volta. Ma io sono io, e mi sento obbligato a dire quel che penso di certe cose, e questa.. è una delle più importanti. Forse la più importante. E' un qualcosa che ci riguarda tutti, anche se facciamo finta di nulla. E' la storia recente (e anche attuale) della vita sulla Terra. Come inizia, e come finisce.
Quando si parla di preistoria, un'ormai ricchissima filmografia ci rimanda quasi by default ai dinosauri. Ma i dinosauri, che hanno mai avuto a che fare con gli esseri umani? Nulla. Forse è il fascino per creature così diverse da quelle che conosciamo attualmente? Forse è l'eco del mito dei draghi, che sono così diffusi nelle leggende antiche e nelle storie popolari. Forse questo, forse quell'altro. Che poi i dinosauri non fossero che marginalmente più grandi delle grandi (e ben più intelligenti) bestie di oggi, è un particolare non così importante. Certo che dev'essere un'esperienza incontrare un brontosauro, anche soltanto fossilizzato (che fino a non molti anni fa era forse il più famoso dei dinosauri, prima di cedere il posto al T.Rex e alle sue possenti fauci). Ma questo fa dei dinosauri un elemento culturale così valido?
Io direi che è invece l'ennesima dimostrazione di come la cultura popolare possa fare danni, anche se apparentemente innocui. Riuscire a cancellare 65 milioni di anni è già cosa grave, ma è anche da assommare con l'ignoranza galoppante che l'istruzione garantisce in non pochi aspetti che 'contano', dalla conoscenza della storia del XX secolo all'educazione civica.
E cosa resta in mezzo? Beh, un vero e proprio 'mondo perduto' di creature straordinarie. Pensate agli animali che ci circondano: sono apparsi quasi tutti nel Cenozoico, ovvero l'epoca dei mammiferi. Questi, a dire il vero, erano apparsi già in tempi remoti, addirittura PRIMA dei dinosauri veri e propri, sebbene pure loro fossero un'evoluzione proveniente dai rettili primitivi. Ora, in questi milioni di anni, i mammiferi e gli uccelli hanno dominato le terre emerse e parzialmente, anche i mari.
La loro evoluzione è affascinante, ma poco nota e forse anche poco ricercata. Ma tenete solo presente che razza di bestie fossero: ordini scomparsi, come i carnivori primitivi detti Creodonti (denti da carne) o i mammiferi erbivori come i Condilartri sono un esempio di questo. Gli antenati di elefanti, tapiri, cavalli, rinoceronti e scimmie sono antichissimi, spesso le linee evolutive si perdono oltre i 50 milioni di anni fa! E in tutto questo tempo, la lotta per la sopravvivenza e i cambiamenti climatici hanno selezionato le specie e generato tantissimi rami evolutivi. Poi è apparso l'uomo, e tristemente, il rateo di estinzioni naturali è diventato fino a 1000 volte più rapido del normale ciclo naturale.
La ragione per la quale scrivo questa pagina è per valutare le ipotesi sull'evento noto come 'grande estinzione del Quaternario'.
Oramai vi sono sempre più studi sull'argomento, con una chiara tendenza ad addossare agli uomini primitivi la responsabilità di quello che è avvenuto.
Già, ma cosa è che è andato perduto in quelle gigantesche estinzioni di massa?
Io direi che è invece l'ennesima dimostrazione di come la cultura popolare possa fare danni, anche se apparentemente innocui. Riuscire a cancellare 65 milioni di anni è già cosa grave, ma è anche da assommare con l'ignoranza galoppante che l'istruzione garantisce in non pochi aspetti che 'contano', dalla conoscenza della storia del XX secolo all'educazione civica.
E cosa resta in mezzo? Beh, un vero e proprio 'mondo perduto' di creature straordinarie. Pensate agli animali che ci circondano: sono apparsi quasi tutti nel Cenozoico, ovvero l'epoca dei mammiferi. Questi, a dire il vero, erano apparsi già in tempi remoti, addirittura PRIMA dei dinosauri veri e propri, sebbene pure loro fossero un'evoluzione proveniente dai rettili primitivi. Ora, in questi milioni di anni, i mammiferi e gli uccelli hanno dominato le terre emerse e parzialmente, anche i mari.
La loro evoluzione è affascinante, ma poco nota e forse anche poco ricercata. Ma tenete solo presente che razza di bestie fossero: ordini scomparsi, come i carnivori primitivi detti Creodonti (denti da carne) o i mammiferi erbivori come i Condilartri sono un esempio di questo. Gli antenati di elefanti, tapiri, cavalli, rinoceronti e scimmie sono antichissimi, spesso le linee evolutive si perdono oltre i 50 milioni di anni fa! E in tutto questo tempo, la lotta per la sopravvivenza e i cambiamenti climatici hanno selezionato le specie e generato tantissimi rami evolutivi. Poi è apparso l'uomo, e tristemente, il rateo di estinzioni naturali è diventato fino a 1000 volte più rapido del normale ciclo naturale.
La ragione per la quale scrivo questa pagina è per valutare le ipotesi sull'evento noto come 'grande estinzione del Quaternario'.
Oramai vi sono sempre più studi sull'argomento, con una chiara tendenza ad addossare agli uomini primitivi la responsabilità di quello che è avvenuto.
Già, ma cosa è che è andato perduto in quelle gigantesche estinzioni di massa?
Il tempo dei giganti
Beh, torniamo indietro di circa 10.000 anni, nel passato lontano, ma nondimeno vicinissimo dal punto di vista dell'evoluzione della vita.
E scopriamo alcune delle creature più straordinarie mai esistite sul pianeta. Alcune terribili, altre curiose, ma quasi tutte IMMENSE. Dei giganti, insomma.
Perché così grandi? Perché la massa corporea è efficiente: se aumenti un qualcosa dimensionalmente, la superficie ingrandisce al quadrato e il volume al cubo. Quindi, se per esempio fa molto freddo, è opportuno avere un rapporto massa-superficie superiore. Per esempio, i neanderthalesi erano robusti e avevano arti piuttosto tozzi e corti. Inoltre le grandi dimensioni aiutano a conservare grasso (e quindi energia per i periodi 'di magra') e a difendersi dagli aggressori. Però certo, non aiutano una gestazione e un allevamento veloci e prolifici (la gestazione dell'elefante arriva a circa 22 mesi e sempre viene partorito un unico figlio per volta!).
Ora, in Africa è ancora possibile vedere davvero la 'mega- fauna'. In parte è rimasta in Africa, in Nord America, mentre è quasi sparita in Sud America, Europa, Australia e Asia. E' praticamente sparita in Madagascar e Nuova Zelanda.
Ma circa 10.000 anni fa non era così. Dico 10.000, ma le date sono incerte, ovviamente. In un periodo tra 10.000 e 50.000 anni fa, tornando indietro, avremmo potuto vedere un modo propolato da creature meravigliose e terribili, ma certo affascinanti e sopratutto, sparite senza alcuna discendenza, quindi lasciando un vero e proprio 'vuoto' nell'ecosistema.
Se l'Africa, con la sua eccezionale popolazione di grandi animali (sebbene oramai relegati per lo più nella zona meridionale ed orientale, purtroppo la caccia è stata spietata così come grande la stupidità degli esseri umani!), è ancora provvista di quella megafauna sparita in altre zone del pianeta, milllenni fa avremmo potuto vedere ecosistemi persino PIU' ricchi in certe zone del mondo.
Beh, torniamo indietro di circa 10.000 anni, nel passato lontano, ma nondimeno vicinissimo dal punto di vista dell'evoluzione della vita.
E scopriamo alcune delle creature più straordinarie mai esistite sul pianeta. Alcune terribili, altre curiose, ma quasi tutte IMMENSE. Dei giganti, insomma.
Perché così grandi? Perché la massa corporea è efficiente: se aumenti un qualcosa dimensionalmente, la superficie ingrandisce al quadrato e il volume al cubo. Quindi, se per esempio fa molto freddo, è opportuno avere un rapporto massa-superficie superiore. Per esempio, i neanderthalesi erano robusti e avevano arti piuttosto tozzi e corti. Inoltre le grandi dimensioni aiutano a conservare grasso (e quindi energia per i periodi 'di magra') e a difendersi dagli aggressori. Però certo, non aiutano una gestazione e un allevamento veloci e prolifici (la gestazione dell'elefante arriva a circa 22 mesi e sempre viene partorito un unico figlio per volta!).
Ora, in Africa è ancora possibile vedere davvero la 'mega- fauna'. In parte è rimasta in Africa, in Nord America, mentre è quasi sparita in Sud America, Europa, Australia e Asia. E' praticamente sparita in Madagascar e Nuova Zelanda.
Ma circa 10.000 anni fa non era così. Dico 10.000, ma le date sono incerte, ovviamente. In un periodo tra 10.000 e 50.000 anni fa, tornando indietro, avremmo potuto vedere un modo propolato da creature meravigliose e terribili, ma certo affascinanti e sopratutto, sparite senza alcuna discendenza, quindi lasciando un vero e proprio 'vuoto' nell'ecosistema.
Se l'Africa, con la sua eccezionale popolazione di grandi animali (sebbene oramai relegati per lo più nella zona meridionale ed orientale, purtroppo la caccia è stata spietata così come grande la stupidità degli esseri umani!), è ancora provvista di quella megafauna sparita in altre zone del pianeta, milllenni fa avremmo potuto vedere ecosistemi persino PIU' ricchi in certe zone del mondo.
In Nord America
Il Nord America è forse l'esempio più studiato di ecosistema 'perduto'. E non certo per sole ragioni di prestigio statunitense: il nuovo mondo, almeno dai tempi dei dinosauri, è un terreno fertilissimo per le ricerche paleontologiche, con una fauna da sempre ricchissima. In Nord America, per esempio, si sono originati i cavalli preistorici.
Lì avremmo visto, fino a circa 10.000 anni fa, una quantità di specie difficile da descrivere al giorno d'oggi.
C'era anzitutto il mammuth, presenza abbastanza ovvia per la fauna preistorica, del resto i proboscidati hanno iniziato la carriera 55 milioni di anni fa. Ma è meno ovvio che di mammuth ce n'erano parecchie specie (grazie all'evoluzione dovuta anche ai cambiamenti ambientali), e in questo caso in particolare, c'erano -a Nord- il mammuth lanoso (quello 'tradizionale', e spesso rinvenuto nei ghiacci abbastanza conservato, tipicamente attorno ai 40.000 anni fa, perché all'epoca il clima era PIU' freddo che nei millenni più recenti dell'ultima glaciazione) e il mammuth columbiano, specie meridionale. A sorpresa, era QUESTA la specie di maggiori dimensioni: oltre 4 metri di altezza, zanne che potevano arrivare a 5 metri e pesi probabilmente fino a 10 tonnellate.
Il Mammuth columbiano (ma alle volte noto come M.colombiano visto che emigrò anche in centro America), evolutosi dal mammuth delle steppe, diede origine anche al mammuth pigmeo. Sparirono tutti circa 11-12.000 anni fa. I loro principali parenti attuali sono gli elefanti, ma non quelli africani, ma quelli, più piccoli, indiani (Elephas Maximus).
I mammuth si originarono, però, proprio in Africa, attorno al Pliocene (5 milioni di anni fa), ed arrivarono in Europa 3 milioni d'anni fa. Le specie attualmente riconosciute sono il Mammuthus rumanus, poi il M. meridionalis (2-1,7 mln anni fa), poi quello delle steppe (M. tronghterii, circa 2 mln d'anni fa, entrato circa 1,5 mln d'anni fa in America), quello lanoso (M.primigenius) e quello colombiano (sempre originato da quello delle steppe).
I mammuth columbiani vennero cacciati dagli uomini e vi sono ossa lavorate fin da circa 13.000 anni fa. Nondimeno, dei 76 siti Clovis esaminati, solo 14 dimostrano di avere resti di caccia sui mammuth (12) o mastodonti (2).
La specie nana, delle isole del Canale (California), è vissuto tra 80.000 e 13.000 anni fa, ma era la metà degli originali (le versioni 'ridotte' dei proboscidati sono esistite anche in Sicilia e a Cipro, per dirne altre). Era alto sui 172 cm e pesava circa 760 kg.
Altri due mammuth nani esistettero altrove: quello dell'Isola di S.Paul, in Alaska, che sopravvisse addirittura fino a circa 6.000 anni fa; e quello dell'isola di Wrangel, estinto circa 3.700 anni fa. Quest'ultimo fu molto probabilmente estinto dall'arrivo degli uomini, il primo, invece, non pare li conobbe mai.
Quanto al mammuth pigmeo, le indicazioni sono contrastanti: uno dei lavori più recenti, per esempio, nel 2008, afferma che i mammuth pigmei (M. exilis) decaddero da 18.000 anni fa in poi, a causa del sollevamento del mare (che inghiottì gran parte dell'isola, spezzettandola in diverse terre separate), della caccia da parte degli uomini, ma anche -si dice- a causa di una distruzione dell'ecosistema su scala continentale, dovuta alla mini-glaciazione nota come Yunger Dryas, circa 13.000 anni fa, e si cita addirittura un impatto di un meteorite in quel periodo (come se non ci fossero già abbastanza pericoli sulla Terra!).
Ma il Re della fauna del periodo era senz'altro il Mammuth lanoso (M. primigenius), evoluzione di quello delle steppe (400.000 anni fa) nell'Asia orientale, tanto che il suo parente più stretto è l'elefante indiano. Non era colossale: altezza tra 2,7 e 3,4 metri (per i maschi, le femmine erano più piccole a circa 2,6-2,9 m), peso fino a 6 tonnellate (4 per le femmine), 90 kg per i neonati.
I resti dei mammouth, così abbondanti, misero in crisi la scienza del XVIII secolo, che sulle prime pensava che fossero elefanti morti durante il Diluvio universale e trasportati fino in Siberia. G.Couvier riuscì poi a descrivere questi animali come una specie del tutto diversa e oramai estinta.
In Nord America pare che i mammuth lanosi passarono già centinaia di migliaia di anni fa per lo Stretto di Bering, ma sorprendentemente, circa 300.000 anni fa tornarono anche indietro e rimpiazzarono i mammuth asiatici entro 40.000 anni fa. Alle volte coesisterono e si ibridarono con i mammuth colombiani.
Quanto spesso i mammuth lanosi venivano cacciati dagli antichi umani? Chissà. Alcune testimonianze esistono, ma non sono molte.
I mammuth, comunque sia, sparirono quasi dappertutto attorno a 10.000 anni fa. Le date non sono sicurissime: il grosso delle 'sparizioni' avvenne grossomodo tra 14.000 e 10.000 anni fa.
Decine di questi colossi sono stati scoperti, magari solo parzialmente conservati, ma di essi sappiamo un pò tutte le caratteristiche basilari. Forse non tutti sanno che buona parte del cosidetto 'avorio nero' è in realtà, avorio di mammuth (per il resto sono zanne di tricheco), attivamente cercato per secoli e usato largamente. In verità, fin dalla preistoria le zanne colossali di questi animali sono ben note per i manufatti, incluse le 'veneri' (dee della fertilità).
Il Nord America è forse l'esempio più studiato di ecosistema 'perduto'. E non certo per sole ragioni di prestigio statunitense: il nuovo mondo, almeno dai tempi dei dinosauri, è un terreno fertilissimo per le ricerche paleontologiche, con una fauna da sempre ricchissima. In Nord America, per esempio, si sono originati i cavalli preistorici.
Lì avremmo visto, fino a circa 10.000 anni fa, una quantità di specie difficile da descrivere al giorno d'oggi.
C'era anzitutto il mammuth, presenza abbastanza ovvia per la fauna preistorica, del resto i proboscidati hanno iniziato la carriera 55 milioni di anni fa. Ma è meno ovvio che di mammuth ce n'erano parecchie specie (grazie all'evoluzione dovuta anche ai cambiamenti ambientali), e in questo caso in particolare, c'erano -a Nord- il mammuth lanoso (quello 'tradizionale', e spesso rinvenuto nei ghiacci abbastanza conservato, tipicamente attorno ai 40.000 anni fa, perché all'epoca il clima era PIU' freddo che nei millenni più recenti dell'ultima glaciazione) e il mammuth columbiano, specie meridionale. A sorpresa, era QUESTA la specie di maggiori dimensioni: oltre 4 metri di altezza, zanne che potevano arrivare a 5 metri e pesi probabilmente fino a 10 tonnellate.
Il Mammuth columbiano (ma alle volte noto come M.colombiano visto che emigrò anche in centro America), evolutosi dal mammuth delle steppe, diede origine anche al mammuth pigmeo. Sparirono tutti circa 11-12.000 anni fa. I loro principali parenti attuali sono gli elefanti, ma non quelli africani, ma quelli, più piccoli, indiani (Elephas Maximus).
I mammuth si originarono, però, proprio in Africa, attorno al Pliocene (5 milioni di anni fa), ed arrivarono in Europa 3 milioni d'anni fa. Le specie attualmente riconosciute sono il Mammuthus rumanus, poi il M. meridionalis (2-1,7 mln anni fa), poi quello delle steppe (M. tronghterii, circa 2 mln d'anni fa, entrato circa 1,5 mln d'anni fa in America), quello lanoso (M.primigenius) e quello colombiano (sempre originato da quello delle steppe).
I mammuth columbiani vennero cacciati dagli uomini e vi sono ossa lavorate fin da circa 13.000 anni fa. Nondimeno, dei 76 siti Clovis esaminati, solo 14 dimostrano di avere resti di caccia sui mammuth (12) o mastodonti (2).
La specie nana, delle isole del Canale (California), è vissuto tra 80.000 e 13.000 anni fa, ma era la metà degli originali (le versioni 'ridotte' dei proboscidati sono esistite anche in Sicilia e a Cipro, per dirne altre). Era alto sui 172 cm e pesava circa 760 kg.
Altri due mammuth nani esistettero altrove: quello dell'Isola di S.Paul, in Alaska, che sopravvisse addirittura fino a circa 6.000 anni fa; e quello dell'isola di Wrangel, estinto circa 3.700 anni fa. Quest'ultimo fu molto probabilmente estinto dall'arrivo degli uomini, il primo, invece, non pare li conobbe mai.
Quanto al mammuth pigmeo, le indicazioni sono contrastanti: uno dei lavori più recenti, per esempio, nel 2008, afferma che i mammuth pigmei (M. exilis) decaddero da 18.000 anni fa in poi, a causa del sollevamento del mare (che inghiottì gran parte dell'isola, spezzettandola in diverse terre separate), della caccia da parte degli uomini, ma anche -si dice- a causa di una distruzione dell'ecosistema su scala continentale, dovuta alla mini-glaciazione nota come Yunger Dryas, circa 13.000 anni fa, e si cita addirittura un impatto di un meteorite in quel periodo (come se non ci fossero già abbastanza pericoli sulla Terra!).
Ma il Re della fauna del periodo era senz'altro il Mammuth lanoso (M. primigenius), evoluzione di quello delle steppe (400.000 anni fa) nell'Asia orientale, tanto che il suo parente più stretto è l'elefante indiano. Non era colossale: altezza tra 2,7 e 3,4 metri (per i maschi, le femmine erano più piccole a circa 2,6-2,9 m), peso fino a 6 tonnellate (4 per le femmine), 90 kg per i neonati.
I resti dei mammouth, così abbondanti, misero in crisi la scienza del XVIII secolo, che sulle prime pensava che fossero elefanti morti durante il Diluvio universale e trasportati fino in Siberia. G.Couvier riuscì poi a descrivere questi animali come una specie del tutto diversa e oramai estinta.
In Nord America pare che i mammuth lanosi passarono già centinaia di migliaia di anni fa per lo Stretto di Bering, ma sorprendentemente, circa 300.000 anni fa tornarono anche indietro e rimpiazzarono i mammuth asiatici entro 40.000 anni fa. Alle volte coesisterono e si ibridarono con i mammuth colombiani.
Quanto spesso i mammuth lanosi venivano cacciati dagli antichi umani? Chissà. Alcune testimonianze esistono, ma non sono molte.
I mammuth, comunque sia, sparirono quasi dappertutto attorno a 10.000 anni fa. Le date non sono sicurissime: il grosso delle 'sparizioni' avvenne grossomodo tra 14.000 e 10.000 anni fa.
Decine di questi colossi sono stati scoperti, magari solo parzialmente conservati, ma di essi sappiamo un pò tutte le caratteristiche basilari. Forse non tutti sanno che buona parte del cosidetto 'avorio nero' è in realtà, avorio di mammuth (per il resto sono zanne di tricheco), attivamente cercato per secoli e usato largamente. In verità, fin dalla preistoria le zanne colossali di questi animali sono ben note per i manufatti, incluse le 'veneri' (dee della fertilità).
Non bastando questi, nelle foreste si aggirava anche un lontano parente del mammuth: il mastondonte (a dx nella foto). Questo colosso (il cui nome significa 'denti a mammella': proprio così, l'evoluzione dei proboscidati passa essenzialmente dai denti, sopratutto... dai molari) era più basso ma più tozzo, un animale molto muscolare e robusto, alto pur sempre sui 2,3-3 metri. Più robusto e muscolare degli elefanti moderni, corpo più lungo, zampe più corte, peso circa 4.500 kg. Il genere è Mammut, notare bene questo NON è lo stesso genere dei Mammuth veri e propri (Mammuthus). Si estinse circa 10.000 anni fa.
MA... non bastando, c'erano anche alcuni degli ultimi tipi di un altro modello ancora, di proboscidati: i Gomphoteri, elefanti primitivi provvisti di ben 4 zanne, nessuna delle quali molto lunga, ma pur sempre appartenenti a degli erbivori giganti.
La loro evoluzione ultima fu quella di due ulteriori (!!!) specie, Cuveieronius e Stegomastodon (con 2 zanne, ma pesante 6 tonnellate e alto 2,8 metri, molto robusto e possente). Non solo, ma c'erano anche cuggini asiatici, gli Stegodon. E' incredibile, ma questi colossi erano addirittura più grandi degli elefanti attuali, pur dando origine anche a delle versioni 'nane' come una sottospecie rinvenuta a Flores, dove era simile in dimensioni ad un bue, o anche più piccolo. E dire che questi bestioni avevano zanne lunghe oltre 3 metri e pressoché dritte, tanto per capire di che parliamo (e NON ricurve come nel caso dei mammuth).
Dei Gomphoterium si pensava che non ne fossero rimasti più al tempo dell'arrivo degli uomini in Nord America, invece di recente ne sono stati rinvenuti due, cacciati e uccisi con frecce dagli indiani Clovis circa 13.000 anni fa, in uno dei più antichi siti archeologici americani. In Sud America è invece assodato che siano stati cacciati da indiani, ma la vera sorpresa è che in alcune vallate essi sopravvissero molto a lungo: si pensa che arrivarono a non meno di circa 6.000 anni fa, quindi MOLTO dentro l'Olocene, come dimostra questo studio.
Dei Gomphoteri si è detto che le cause dell'estinzione sono state anche le variazioni dell'alimentazione dovute alla disponibilità dei vegetali. Ma fu anche cacciato dagli uomini.
I Cuvieronius e gli Stegomaston riuscirono ad arrivare in Sud America ben 3 milioni di anni fa, e raggiunsero addirittura il Cile meridionale nel caso dei primi. I Cuvieronius sopravvissero fino a circa 9.100 anni fa nella zona di Monte Verde (Cile).
MA... non bastando, c'erano anche alcuni degli ultimi tipi di un altro modello ancora, di proboscidati: i Gomphoteri, elefanti primitivi provvisti di ben 4 zanne, nessuna delle quali molto lunga, ma pur sempre appartenenti a degli erbivori giganti.
La loro evoluzione ultima fu quella di due ulteriori (!!!) specie, Cuveieronius e Stegomastodon (con 2 zanne, ma pesante 6 tonnellate e alto 2,8 metri, molto robusto e possente). Non solo, ma c'erano anche cuggini asiatici, gli Stegodon. E' incredibile, ma questi colossi erano addirittura più grandi degli elefanti attuali, pur dando origine anche a delle versioni 'nane' come una sottospecie rinvenuta a Flores, dove era simile in dimensioni ad un bue, o anche più piccolo. E dire che questi bestioni avevano zanne lunghe oltre 3 metri e pressoché dritte, tanto per capire di che parliamo (e NON ricurve come nel caso dei mammuth).
Dei Gomphoterium si pensava che non ne fossero rimasti più al tempo dell'arrivo degli uomini in Nord America, invece di recente ne sono stati rinvenuti due, cacciati e uccisi con frecce dagli indiani Clovis circa 13.000 anni fa, in uno dei più antichi siti archeologici americani. In Sud America è invece assodato che siano stati cacciati da indiani, ma la vera sorpresa è che in alcune vallate essi sopravvissero molto a lungo: si pensa che arrivarono a non meno di circa 6.000 anni fa, quindi MOLTO dentro l'Olocene, come dimostra questo studio.
Dei Gomphoteri si è detto che le cause dell'estinzione sono state anche le variazioni dell'alimentazione dovute alla disponibilità dei vegetali. Ma fu anche cacciato dagli uomini.
I Cuvieronius e gli Stegomaston riuscirono ad arrivare in Sud America ben 3 milioni di anni fa, e raggiunsero addirittura il Cile meridionale nel caso dei primi. I Cuvieronius sopravvissero fino a circa 9.100 anni fa nella zona di Monte Verde (Cile).
Ma questo è solo l'inizio! Sapete dell'esistenza del bisonte americano, quindi non dovrò spiegarvi oltre. Ma... nell'era glaciale c'erano anche bisonti 'speciali', e nemmeno a dirlo, di dimensioni gigantesche. Questi erano del tipo Bison Latifrons, colossi alti 2,5 metri, con delle corna enormi (apertura oltre 210 cm, 3 volte i bisonti moderni!!) e peso sui 2.000 kg. Queste bestie, comunque sia, hanno una storia particolare e sono esistite fino a circa 20-30.000 anni fa.
In Africa soltanto è rilevato un loro concorrente per il titolo del più grande bovide di tutti i tempi: il genere Pelorovis con le sue 4 specie. Apparso 2,5 milioni di anni fa, si estinse attorno a 12.000 anni addietro nell'Africa meridionale (quindi una delle poche specie africane che si estinsero nel Pleistocene!), ma in altre parti sopravvisse più a lungo, tanto che in Nord Africa, prima che il Sahara diventasse così arido, pare che resistette fino a 4.000 anni fa.
Non solo, ma contemporaneamente c'era anche il Bisonte delle Steppe, un colosso alto oltre 2 metri (e pesante 900 kg), dai corni larghi e robusti, ma ben armonizzati, da cui il Latifrons si era evoluto. Nondimeno, il bisonte delle steppe è presumibilmente sopravvissuto anche al 'figlio gigante', salvo poi dare origine ad un terzo tipo di bisonte, il Bison Antiqqus (a destra sopra) che è soltanto un pò più piccolo ('appena' 2,25 metri alla spalla e 1.500 kg di peso), che si sa perfettamente essere stato cacciato (e intensamente!) dagli indiani. Questo visse circa tra 18.000 e 10.000 anni fa, per poi essere sostituito dal Bison Occidentalis (10-5.000 anni fa), molto più piccolo, che poi divenne infine l'attuale bisonte moderno, alto 'solo' 1,5-1,86 metri e pesante sui 900 kg (in cattività anche 1700!), e portato da 60 milioni di individui nel '700 ad appena circa 300 nel 1890. Prima che la carneficina avesse 'successo', il bisonte (cacciato intensamente per varie ragioni, sopratutto per affamare gli indiani ma evidentemente non solo per questo) venne protetto da Yellowstone (uno dei primi, se non il primo, parco nazionale) e nel 1950 era risalito sui 20.000 esemplari, e attualmente è sui 300.000+. Purtroppo, però, solo poche migliaia (tra cui la mandria di Yellowstone) sono 'puri', mentre la maggior parte degli altri contiene (sempre più piccole parti di) DNA di bovini domestici, visto che per molti anni venne tentato di farne un animale addomesticato da parte di molti allevatori.
Si conoscono i veri e propri 'salti dei bisonti', precipizi in cui intere mandrie di questi bestioni venivano dirette e poi massacrate senza pietà dagli indiani. I bisonti 'storici' non conoscevano molti predatori e come le alci, non sono considerati molto pericolosi da cacciare.
Doveva essere diverso con il Latifrons, che aveva a che fare con i mega-predatori dell'epoca, così come il bufalo africano che contrattacca i suoi aggressori (uomini o bestie) mettendoli in grave pericolo. E anche così, i bisonti 'moderni', a Yellowstone, sono responsabili di circa il doppio degli attacchi alle persone di quanto non facciano gli orsi, anche se sono raramente mortali.
Da notare che, come nel caso dei mammuth, qualche carcassa di bisonte preistorico è stata trovata, in particolare il 'blue babe', morto oltre 30.000 anni fa (e ... parzialmente mangiato dai suoi scopritori, e non parlo del XIX secolo, è stato a quanto pare un 'esperimento' di paleocucina.. incredibile!).
Ma mica è finita qui, con i bovidi: il bue muschiato, per esempio, è a tutt'oggi di casa nell'America settentrionale e in Groenlandia (sebbene abbia corso seri rischi di estinsione). Questa bestia ha una storia particolare, e nemmeno a dirlo, dei parenti glaciali!
In Africa soltanto è rilevato un loro concorrente per il titolo del più grande bovide di tutti i tempi: il genere Pelorovis con le sue 4 specie. Apparso 2,5 milioni di anni fa, si estinse attorno a 12.000 anni addietro nell'Africa meridionale (quindi una delle poche specie africane che si estinsero nel Pleistocene!), ma in altre parti sopravvisse più a lungo, tanto che in Nord Africa, prima che il Sahara diventasse così arido, pare che resistette fino a 4.000 anni fa.
Non solo, ma contemporaneamente c'era anche il Bisonte delle Steppe, un colosso alto oltre 2 metri (e pesante 900 kg), dai corni larghi e robusti, ma ben armonizzati, da cui il Latifrons si era evoluto. Nondimeno, il bisonte delle steppe è presumibilmente sopravvissuto anche al 'figlio gigante', salvo poi dare origine ad un terzo tipo di bisonte, il Bison Antiqqus (a destra sopra) che è soltanto un pò più piccolo ('appena' 2,25 metri alla spalla e 1.500 kg di peso), che si sa perfettamente essere stato cacciato (e intensamente!) dagli indiani. Questo visse circa tra 18.000 e 10.000 anni fa, per poi essere sostituito dal Bison Occidentalis (10-5.000 anni fa), molto più piccolo, che poi divenne infine l'attuale bisonte moderno, alto 'solo' 1,5-1,86 metri e pesante sui 900 kg (in cattività anche 1700!), e portato da 60 milioni di individui nel '700 ad appena circa 300 nel 1890. Prima che la carneficina avesse 'successo', il bisonte (cacciato intensamente per varie ragioni, sopratutto per affamare gli indiani ma evidentemente non solo per questo) venne protetto da Yellowstone (uno dei primi, se non il primo, parco nazionale) e nel 1950 era risalito sui 20.000 esemplari, e attualmente è sui 300.000+. Purtroppo, però, solo poche migliaia (tra cui la mandria di Yellowstone) sono 'puri', mentre la maggior parte degli altri contiene (sempre più piccole parti di) DNA di bovini domestici, visto che per molti anni venne tentato di farne un animale addomesticato da parte di molti allevatori.
Si conoscono i veri e propri 'salti dei bisonti', precipizi in cui intere mandrie di questi bestioni venivano dirette e poi massacrate senza pietà dagli indiani. I bisonti 'storici' non conoscevano molti predatori e come le alci, non sono considerati molto pericolosi da cacciare.
Doveva essere diverso con il Latifrons, che aveva a che fare con i mega-predatori dell'epoca, così come il bufalo africano che contrattacca i suoi aggressori (uomini o bestie) mettendoli in grave pericolo. E anche così, i bisonti 'moderni', a Yellowstone, sono responsabili di circa il doppio degli attacchi alle persone di quanto non facciano gli orsi, anche se sono raramente mortali.
Da notare che, come nel caso dei mammuth, qualche carcassa di bisonte preistorico è stata trovata, in particolare il 'blue babe', morto oltre 30.000 anni fa (e ... parzialmente mangiato dai suoi scopritori, e non parlo del XIX secolo, è stato a quanto pare un 'esperimento' di paleocucina.. incredibile!).
Ma mica è finita qui, con i bovidi: il bue muschiato, per esempio, è a tutt'oggi di casa nell'America settentrionale e in Groenlandia (sebbene abbia corso seri rischi di estinsione). Questa bestia ha una storia particolare, e nemmeno a dirlo, dei parenti glaciali!
Gli antenati di questo grosso bovide entrarono in America dal solito stretto di Bering, circa 2 milioni di anni fa con il genere
Euceratherium che visse fino a circa 11.000 anni fa e si stima, avesse una massa corporea di circa 600 kg negli esemplari più grandi. Poi arrivò il Praeovibos che era il gigante della situazione, e dominò Europa e Alasca, ma scomparve circa mezzo milione di anni fa e quindi non ci interessa. Piuttosto comparve successivamente qualche forma evoluta, nota come Bootherium e anch'esso durò a lungo e c'erano anche altre due specie di 'buoi muschiati' negli USA, meno note.
I moderni buoi muschiati comparvero circa un milione di anni fa in Germania e poi spostatisi in Nord America oltre 90.000 anni fa. Il loro momento di massimo picco fu attorno a 20.000 anni fa, ma poi declinarono. Tuttavia sopravvissero all'estinzione della fine del Quaternario circa 11.000 anni fa. Nel vecchio mondo scomparvero del tutto: in Svezia circa 9.000 anni fa, in Siberia 2.000. Quindi, in pratica sopravvissero solo le popolazioni americane, confinate nelle zone sub-artiche o artiche, a cui erano ben adattate. Hanno rischiato l'estinzione in tempi recenti a causa della caccia, ma attualmente superano i 100.000 esemplari e non corrono rischi particolari di estinzione. Curioso no? Proprio in America, dove s'é verificata la grande estinzione, riuscirono a sopravvivere salvando la specie.
Eppure, questi colossi sono ancora poca cosa: almeno rimandano a forme di vita che in un modo o nell'altro conosciamo già.
Ma in America c'erano anche bestie totalmente diverse da quello che vediamo attualmente. Mentre i rinoceronti, nel Pleistocene, erano spariti, c'era in compenso altra mega- fauna incredibile da descrivere adesso, perché di essi non è rimasto che il ricordo e qualche 'mini parente'.
Euceratherium che visse fino a circa 11.000 anni fa e si stima, avesse una massa corporea di circa 600 kg negli esemplari più grandi. Poi arrivò il Praeovibos che era il gigante della situazione, e dominò Europa e Alasca, ma scomparve circa mezzo milione di anni fa e quindi non ci interessa. Piuttosto comparve successivamente qualche forma evoluta, nota come Bootherium e anch'esso durò a lungo e c'erano anche altre due specie di 'buoi muschiati' negli USA, meno note.
I moderni buoi muschiati comparvero circa un milione di anni fa in Germania e poi spostatisi in Nord America oltre 90.000 anni fa. Il loro momento di massimo picco fu attorno a 20.000 anni fa, ma poi declinarono. Tuttavia sopravvissero all'estinzione della fine del Quaternario circa 11.000 anni fa. Nel vecchio mondo scomparvero del tutto: in Svezia circa 9.000 anni fa, in Siberia 2.000. Quindi, in pratica sopravvissero solo le popolazioni americane, confinate nelle zone sub-artiche o artiche, a cui erano ben adattate. Hanno rischiato l'estinzione in tempi recenti a causa della caccia, ma attualmente superano i 100.000 esemplari e non corrono rischi particolari di estinzione. Curioso no? Proprio in America, dove s'é verificata la grande estinzione, riuscirono a sopravvivere salvando la specie.
Eppure, questi colossi sono ancora poca cosa: almeno rimandano a forme di vita che in un modo o nell'altro conosciamo già.
Ma in America c'erano anche bestie totalmente diverse da quello che vediamo attualmente. Mentre i rinoceronti, nel Pleistocene, erano spariti, c'era in compenso altra mega- fauna incredibile da descrivere adesso, perché di essi non è rimasto che il ricordo e qualche 'mini parente'.
Abbiamo visto proboscidati e bovidi, ma la megafauna erbivora non era soltanto questa. Attualmente si conoscono piccole e strane creature arboree, i lentissimi bradipi. Ma in passato avevano dei cuggini formidabili: i cosidetti 'ground sloth', del quale il maggiore -ma non il solo!- era il Megatherium. Questo gruppo di animali visse per decine di milioni di anni, con diverse famiglie e oltre 80 generi (!!!), di cui alcuni insulari, con forme nane grandi poco più di un gatto e quindi, non tanto diverse dai bradipi. Altre erano colossi incredibili: i megateri erano alti fino ad oltre 5 metri, lunghi oltre 6 e pesanti sulle 6 tonnellate!! E non solo: avevano una costruzione incredibile, ossa spesse e articolazioni eccezionalmente robuste, nonché artigli colossali.
Attorno a 11.000 anni fa però, anche questi titani si estinsero in Nord America. Gli ultimi tipi di queste creature sopravvissero fino a circa 5-6.000 anni fa nei Caraibi, poi scomparvero quando gli uomini arrivarono lì. Furono gli uomini ad estinguere questi mostri? O fu il cambio del clima? Non è facile dirlo (qui c'é uno studio che analizza entrambe le ipotesi e sopratutto, punta sul fatto che i cambiamenti climatici ridussero l'habitat di questi giganti). Anche perché, sebbene l'estinzione sia più o meno coincidente con l'arrivo degli uomini, non è affatto detto che ne sia stata causata direttamente. Anche perché... non si sa di preciso QUANDO gli uomini arrivarono in America. E poi queste bestie, per quanto lente e probabilmente scarse come sensitività, erano pur sempre cresciute in un'area dove trovavano predatori colossali e agguerriti. Se fossero state solo lente e stupide, sarebbero state spazzate via senza problemi PRIMA degli uomini. E i loro artigli, qualcosa dovrebbero dire in merito. Inoltre la pelle era difesa sia dalla pelliccia, che da osteodermi (lamelle ossee, di fatto una 'quasi-corazza'). Non mancava l'Eremotherium, altro colosso con diverse specie, scomparse a seconda dei siti, anche molto indietro nel tempo (400.000 anni), ma almeno in alcune zone, circa 11.000 anni fa. E come non dimenticare un'altra famiglia ancora, vissuta per oltre 10 milioni di anni, di cui tra gli ultimi (o l'ultimo) campioni fu il Megalonyx scomparso -indovinate un pò pare, attorno a 11.000 anni fa.
Tra gli ultimissimi mostri di questa famiglia, il Megalocnus che in realtà, pesava sui 90 kg, e sparì poco più di 4.000 anni fa, quando comunque gli uomini erano arrivati in zona già da circa 1.200 anni.
Un'altro modello di successo era la famiglia dei mylodontidi, a cui fa capo il Mylodon che era un altro colosso (quasi 3 tonnellate), ma in questo caso essenzialmente quadrupede. Questa famiglia è sopravvissuta oltre 20 milioni di anni a tutte le avversità, poi è sparita alla fine dell'ultima glaciazione. Il Mylodon era accompagnato da altri 4 generi nella sua famiglia, tra cui il Glossotherium (circa 4 metri e 1 tonnellata) E il Paramylodon di simili dimensioni e simile fato (estinto sui 10.000 anni fa), benché fosse presente tra il Canada e il Guatemala. E ancora, il 'piccolo' Nothorheriops (uno dei tanti della sua famiglia di bestie vissute per quasi 12 milioni di anni), classe 2,7 metri e 300 kg.
Attorno a 11.000 anni fa però, anche questi titani si estinsero in Nord America. Gli ultimi tipi di queste creature sopravvissero fino a circa 5-6.000 anni fa nei Caraibi, poi scomparvero quando gli uomini arrivarono lì. Furono gli uomini ad estinguere questi mostri? O fu il cambio del clima? Non è facile dirlo (qui c'é uno studio che analizza entrambe le ipotesi e sopratutto, punta sul fatto che i cambiamenti climatici ridussero l'habitat di questi giganti). Anche perché, sebbene l'estinzione sia più o meno coincidente con l'arrivo degli uomini, non è affatto detto che ne sia stata causata direttamente. Anche perché... non si sa di preciso QUANDO gli uomini arrivarono in America. E poi queste bestie, per quanto lente e probabilmente scarse come sensitività, erano pur sempre cresciute in un'area dove trovavano predatori colossali e agguerriti. Se fossero state solo lente e stupide, sarebbero state spazzate via senza problemi PRIMA degli uomini. E i loro artigli, qualcosa dovrebbero dire in merito. Inoltre la pelle era difesa sia dalla pelliccia, che da osteodermi (lamelle ossee, di fatto una 'quasi-corazza'). Non mancava l'Eremotherium, altro colosso con diverse specie, scomparse a seconda dei siti, anche molto indietro nel tempo (400.000 anni), ma almeno in alcune zone, circa 11.000 anni fa. E come non dimenticare un'altra famiglia ancora, vissuta per oltre 10 milioni di anni, di cui tra gli ultimi (o l'ultimo) campioni fu il Megalonyx scomparso -indovinate un pò pare, attorno a 11.000 anni fa.
Tra gli ultimissimi mostri di questa famiglia, il Megalocnus che in realtà, pesava sui 90 kg, e sparì poco più di 4.000 anni fa, quando comunque gli uomini erano arrivati in zona già da circa 1.200 anni.
Un'altro modello di successo era la famiglia dei mylodontidi, a cui fa capo il Mylodon che era un altro colosso (quasi 3 tonnellate), ma in questo caso essenzialmente quadrupede. Questa famiglia è sopravvissuta oltre 20 milioni di anni a tutte le avversità, poi è sparita alla fine dell'ultima glaciazione. Il Mylodon era accompagnato da altri 4 generi nella sua famiglia, tra cui il Glossotherium (circa 4 metri e 1 tonnellata) E il Paramylodon di simili dimensioni e simile fato (estinto sui 10.000 anni fa), benché fosse presente tra il Canada e il Guatemala. E ancora, il 'piccolo' Nothorheriops (uno dei tanti della sua famiglia di bestie vissute per quasi 12 milioni di anni), classe 2,7 metri e 300 kg.
Ma non c'erano solo questi giganti. Un altro tipo tipo, ancora più potentemente corazzato, erano i 'super armadilli' del tipo Glyptodon e Pampatherium. Si tratta di numerosi generi, molto diffusi e di lunga vita, nonché ben più grossi degli armadilli normali attuali, e pure dell'armadillo gigante (ancora esistente, sempre che l'uomo moderno non lo stermini in breve tempo). Per capire che razza di colossi fossero: il Glyptodon (a lato) era lungo circa 3,3 metri, alto 150 cm e pesante 2.000 kg, con una corazza rigida e spessa circa 2,5 centimetri. La testa non era retrattile, ma anch'essa corazzata. Originari del Sud America, gli animali di questo gruppo -comprendente molti generi e sottofamiglie- si diffusero anche al Nord quando l'Istmo di Panama saldò le due Americhe.
Il più impressionante, però, era il Doedicurus, un gigante che poteva arrivare anche a 2.300 kg, e che si distingueva per la coda lunga e provvista di una vera e propria mazza chiodata (v. sotto a sinistra), molto simile agli antichissimi anchilosauri. Questo mostro visse -indovinate un pò- fino alla fine del Pleistocene, circa 11.000 anni fa.
Ma non basta ancora: c'erano anche i Pamphateri, sensibilmente più piccoli ma pur sempre classe '200 kg', che si differenziarono dagli altri 'armadilli' quasi 50 (!) milioni di anni fa. Essi erano riusciti anche a colonizzare il Nord America con il tipo Holmesina, ma poi sono spariti attorno ai 12.000 anni fa, pur avendo una struttura più agile dei Gliptodonti e certo più simile ai moderni armadilli.
Il più impressionante, però, era il Doedicurus, un gigante che poteva arrivare anche a 2.300 kg, e che si distingueva per la coda lunga e provvista di una vera e propria mazza chiodata (v. sotto a sinistra), molto simile agli antichissimi anchilosauri. Questo mostro visse -indovinate un pò- fino alla fine del Pleistocene, circa 11.000 anni fa.
Ma non basta ancora: c'erano anche i Pamphateri, sensibilmente più piccoli ma pur sempre classe '200 kg', che si differenziarono dagli altri 'armadilli' quasi 50 (!) milioni di anni fa. Essi erano riusciti anche a colonizzare il Nord America con il tipo Holmesina, ma poi sono spariti attorno ai 12.000 anni fa, pur avendo una struttura più agile dei Gliptodonti e certo più simile ai moderni armadilli.
Ma le sorprese non sono mica finite, tutt'altro..
In Nord America erano presenti anche un'intera famiglia di cavalli preistorici, cammelli, antilopi e così via.
Proprio così. I cavalli, che pure vennero estinti alla fine del Pleistocene, erano originari del Nord America. 'Qualcosa' li eliminò, eppure i cavalli moderni sono riusciti a ristabilirsi nella stessa zona come esemplari rinselvatichiti, i cosidetti Mustang. Uno era il cavallo di Haregman (a lato), una sorta di zebra preistorica, apparsa 3,5 mln di anni fa e alta sui 145 cm al massimo, ma pesante fino a 385 kg. Sparì circa 10.000 anni fa (ma no!).
Un altro tipo di cavallo fu il messicano Equus conversidens che probabilmene visse fino a circa 9.000 anni fa. Il Cavallo di Scott era un altro esemplare, apparso quasi 5 milioni di anni fa e sparito anch'esso circa la stessa epoca dell'altro. Poi c'era l'Equus fransasci, e l'E.Lambei, stesso fato degli altri.
E non solo: in quello stesso periodo è sparito anche il Tapiro della California (13-11.000 anni fa), altro bisteccone da 225 kg e 1,4 m di lunghezza corporea stimata.
In Nord America erano presenti anche un'intera famiglia di cavalli preistorici, cammelli, antilopi e così via.
Proprio così. I cavalli, che pure vennero estinti alla fine del Pleistocene, erano originari del Nord America. 'Qualcosa' li eliminò, eppure i cavalli moderni sono riusciti a ristabilirsi nella stessa zona come esemplari rinselvatichiti, i cosidetti Mustang. Uno era il cavallo di Haregman (a lato), una sorta di zebra preistorica, apparsa 3,5 mln di anni fa e alta sui 145 cm al massimo, ma pesante fino a 385 kg. Sparì circa 10.000 anni fa (ma no!).
Un altro tipo di cavallo fu il messicano Equus conversidens che probabilmene visse fino a circa 9.000 anni fa. Il Cavallo di Scott era un altro esemplare, apparso quasi 5 milioni di anni fa e sparito anch'esso circa la stessa epoca dell'altro. Poi c'era l'Equus fransasci, e l'E.Lambei, stesso fato degli altri.
E non solo: in quello stesso periodo è sparito anche il Tapiro della California (13-11.000 anni fa), altro bisteccone da 225 kg e 1,4 m di lunghezza corporea stimata.
E poi c'era il Camelops, proprio così: non mancavano i cammelli e inutile dire che erano grossi, e che si estinsero attorno a 10.000 anni fa, dopo 2,5 milioni di anni di carriera. Del resto la famiglia camelidae (lama e cammelli) nacque proprio in Nord America, almeno 44 milioni di anni fa. Era, il nostro Camelops, alto sui 2,1 metri alla spalla, per cui era leggermente più grosso dei cammelli battriani (asiatici) e pesante sui 800 kg, forse anche 1.200 per i maschi più grandi. Ovviamente, non è mancato chi associa la loro sparizione all'azione dei cacciatori indiani e famelici, però intanto non c'é una prova sicura una che siano stati mai cacciati dagli esseri umani. Vedesi qui per ulteriori elementi: nell'opera in questione, M.W.Beck sviluppa l'idea della 'blitzkrieg' che secondo alcuni ricercatori sarebbe stata compiuta dai cacciatori contro la sventurata fauna americana. Ma -sorpresa- non solo le ipotesi non vengono suffragate, ma i siti d'estinzione sono cronologicamente in posizione *inversa* rispetto all'espansione umana.
''I first test an assumption of the blitzkrieg and other extinction models that the megafaunal extinctions occurred in the terminal Wisconsin (12-10 Ka). This assumption has been disputed by Grayson (1989, 1991), but I find that both a reanalysis of Grayson's data and an analysis of new reliable data support a terminal Wisconsin extinction. The blitzkrieg model predicts that the ranges of megafauna in North America were constricted as the semicircular front of hunters moved southeastward; hence the extinctions should be time-transgressive from northwest to southeast. I test this prediction in three separate analyses that examine (1) the location of terminal sites for each taxon relative to all their other late Wisconsin fossil sites, (2) the location of terminal sites for each taxon relative to all their other reliably dated late Wisconsin fossil sites, and (3) the spatio-temporal pattern of all the reliably dated terminal Wisconsin sites without regard to taxonomy. The geographic distribution of the megafaunal remains does not support the blitzkrieg hypothesis in any of the three analyses. Moreover, all of the patterns in the data are in a direction opposite to that predicted by the blitzkrieg hypothesis.''
Interessante, no? Poi c'erano i similari Hermiauchenia, sempre cammellidi.
E ancora: non mancava la fauna più piccola, come l'Antilocapra che è simile alle antilopi. Durante il Pleistocene c'erano ben 12 specie di questa creatura. Ebbene, 11 di esse sono 'evaporate' alla fine dell'era glaciale (5 erano presenti circa 10.000 anni fa, quando arrivarono gli uomini). Per fortuna, almeno una è rimasta a noi. L'antilocapra è piuttosto piccola, lunga 1,5 metri, alta sui 100 cm, pesante entro i 65 kg (le femmine sono più piccole). Sono velocissime bestie, capaci di fare circa 56 km/h per circa 6 km consecutivi, ma se necessario anche 88 km/h per 800 metri circa di percorso, seconde solo al ghepardo in velocità massima, ma capaci di sostenere velocità elevate per molto più tempo.
Un tempo c'erano anche le Saiga, antilopi molto particolari, che però si sono estinte in America. Sopravvissero in Asia, ma attualmente la popolazione è decimata dalla caccia di frodo per quel cazzo di medicina cinese e la sua passione per i corni (quelli della saiga valgono circa 4.600 dollari l'uno!!), oltre che per una misteriosa epidemia che ha falciato oltre 120.000 animali in poche settimane, il mese scorso (sì, maggio 2015).
''I first test an assumption of the blitzkrieg and other extinction models that the megafaunal extinctions occurred in the terminal Wisconsin (12-10 Ka). This assumption has been disputed by Grayson (1989, 1991), but I find that both a reanalysis of Grayson's data and an analysis of new reliable data support a terminal Wisconsin extinction. The blitzkrieg model predicts that the ranges of megafauna in North America were constricted as the semicircular front of hunters moved southeastward; hence the extinctions should be time-transgressive from northwest to southeast. I test this prediction in three separate analyses that examine (1) the location of terminal sites for each taxon relative to all their other late Wisconsin fossil sites, (2) the location of terminal sites for each taxon relative to all their other reliably dated late Wisconsin fossil sites, and (3) the spatio-temporal pattern of all the reliably dated terminal Wisconsin sites without regard to taxonomy. The geographic distribution of the megafaunal remains does not support the blitzkrieg hypothesis in any of the three analyses. Moreover, all of the patterns in the data are in a direction opposite to that predicted by the blitzkrieg hypothesis.''
Interessante, no? Poi c'erano i similari Hermiauchenia, sempre cammellidi.
E ancora: non mancava la fauna più piccola, come l'Antilocapra che è simile alle antilopi. Durante il Pleistocene c'erano ben 12 specie di questa creatura. Ebbene, 11 di esse sono 'evaporate' alla fine dell'era glaciale (5 erano presenti circa 10.000 anni fa, quando arrivarono gli uomini). Per fortuna, almeno una è rimasta a noi. L'antilocapra è piuttosto piccola, lunga 1,5 metri, alta sui 100 cm, pesante entro i 65 kg (le femmine sono più piccole). Sono velocissime bestie, capaci di fare circa 56 km/h per circa 6 km consecutivi, ma se necessario anche 88 km/h per 800 metri circa di percorso, seconde solo al ghepardo in velocità massima, ma capaci di sostenere velocità elevate per molto più tempo.
Un tempo c'erano anche le Saiga, antilopi molto particolari, che però si sono estinte in America. Sopravvissero in Asia, ma attualmente la popolazione è decimata dalla caccia di frodo per quel cazzo di medicina cinese e la sua passione per i corni (quelli della saiga valgono circa 4.600 dollari l'uno!!), oltre che per una misteriosa epidemia che ha falciato oltre 120.000 animali in poche settimane, il mese scorso (sì, maggio 2015).
E poi c'erano i Neocherus pinckneyi ergo dei grandi capibara (roditori) da 113 kg di peso (40% più di quelli attuali del sud America). Non mancavano i Platygonus, (e i più piccoli Mylohyus) grossomodo simili a dei cinghiali e pesanti fino a circa 100 kg (quest'ultimo genere arrivò fino a circa 9.000 anni fa); e come dimenticare i colossali Castoroidi (a lato) che erano dei castori giganti (ma và!) lunghi sui 190 cm e passa, con pesi fino a 125 kg(!!!), anch'essi presenti in Nord America (specie Florida) per qualche milioni di anni, finché puff, 11.000 anni fa circa andarono dispersi. Non ci sono evidenze che siano stati cacciati, dato anche l'ambiente paludoso che frequentavano.
Come si vede, tutto si può dire fuorché che non vi fosse cibo in Nord America, con tutti questi giganteschi animali che sciamavano sulle pianure, nelle foreste, vicini ai ghiacciai. Chi li mangiava? Qui c'é solo... l'imbarazzo della scelta.
Uno dei predatori era l'Homoterium, ovvero una 'tigre dai denti a scimitarra' (ebbene sì, c'erano anche queste). Questo genere apparve attorno a 5 milioni di anni fa, ma non era specifico dell'America. Le sue varie specie sparirono dall'Africa 1,5 milioni di anni fa, e dall'Eurasia circa 30.000 anni fa. In Sud America è poco documentato, ma in Nord America sopravvisse fino a forse 10.000 anni fa. Era una bestia notevole, alta 110 cm, pesante fino a 225 kg e quindi comparabile ad un leone, nemmeno di quelli piccoli. Era un corridore e predatore sopratutto diurno, ma meno diffuso di un suo terribile cugino.
Questo era lo Smilodonte ovvero il principe delle 'tigri dai denti a sciabola'. Questo colosso era dotato di enormi zanne e visse probabilmente tra 2,5 milioni e 10.000 anni fa. Quant'era grosso questo 'gatto azzannatore'? Lo Smilodon Gracilis (vissuto fino a 500.000 anni fa) pesava al massimo 100 kg; lo S. fatalis visse tra 1,6 e 10.000 anni fa, sempre in Nord America ma anche capace di arrivare in quella meridionale; il peso stimato era 160-280 kg e l'altezza di 100 cm x una lunghezza di 175 circa. Poi c'era lo S.populator, vissuto tra 1 e 0,01 mln d'anni fa, tipico del Sud America. Era probabilmente il più grande tra tutti i felini, avendo peso di 220-400 kg e 120 cm di altezza alla spalla.
Come gli altri mostruosi predatori del tipo 'azzannatori' (da non confondere con i felini moderni che sono 'solo' morsicatori), aveva struttura robusta, mascelle che si aprivano di oltre 100° e parte posteriore piccola, con coda corta e residuale. Ancora non si sa bene come usasse le sue zanne, malgrado i tanti esemplari raccolti, come quelli dei pozzi di catrame-killer di Rancho la Brea. E non si sa se era molto intelligente e aveva una vita sociale, oppure no. E' un fatto che nei pozzi di catrame è più diffuso dei leoni veri e propri.
Uno dei predatori era l'Homoterium, ovvero una 'tigre dai denti a scimitarra' (ebbene sì, c'erano anche queste). Questo genere apparve attorno a 5 milioni di anni fa, ma non era specifico dell'America. Le sue varie specie sparirono dall'Africa 1,5 milioni di anni fa, e dall'Eurasia circa 30.000 anni fa. In Sud America è poco documentato, ma in Nord America sopravvisse fino a forse 10.000 anni fa. Era una bestia notevole, alta 110 cm, pesante fino a 225 kg e quindi comparabile ad un leone, nemmeno di quelli piccoli. Era un corridore e predatore sopratutto diurno, ma meno diffuso di un suo terribile cugino.
Questo era lo Smilodonte ovvero il principe delle 'tigri dai denti a sciabola'. Questo colosso era dotato di enormi zanne e visse probabilmente tra 2,5 milioni e 10.000 anni fa. Quant'era grosso questo 'gatto azzannatore'? Lo Smilodon Gracilis (vissuto fino a 500.000 anni fa) pesava al massimo 100 kg; lo S. fatalis visse tra 1,6 e 10.000 anni fa, sempre in Nord America ma anche capace di arrivare in quella meridionale; il peso stimato era 160-280 kg e l'altezza di 100 cm x una lunghezza di 175 circa. Poi c'era lo S.populator, vissuto tra 1 e 0,01 mln d'anni fa, tipico del Sud America. Era probabilmente il più grande tra tutti i felini, avendo peso di 220-400 kg e 120 cm di altezza alla spalla.
Come gli altri mostruosi predatori del tipo 'azzannatori' (da non confondere con i felini moderni che sono 'solo' morsicatori), aveva struttura robusta, mascelle che si aprivano di oltre 100° e parte posteriore piccola, con coda corta e residuale. Ancora non si sa bene come usasse le sue zanne, malgrado i tanti esemplari raccolti, come quelli dei pozzi di catrame-killer di Rancho la Brea. E non si sa se era molto intelligente e aveva una vita sociale, oppure no. E' un fatto che nei pozzi di catrame è più diffuso dei leoni veri e propri.
Poi c'erano anche i 'gatti morsicatori', che vi credete.. E tra questi c'erano i leoni. Ma non dei leoni normali, ma i possenti Leoni americani. La differenza erano le dimensioni, ovviamente maggiori, come si conviene in questa 'dreamland' della paleontologia che sono sempre state le Americhe.
In questo caso, le dimensioni sono stimate circa il 25% maggiori di quelle dei moderni leoni!
Non si sa bene da dove siano venuti fuori questi mostri, e secondo alcuni sono più vicini alle tigri che ai leoni moderni.
Era probabilmente simile come dimensioni e peso ai ligre moderni (incrocio tra leone e tigre), ma più massiccio ed equilibrato come forma. I fossili più recenti marcano sui 11.350 anni circa.
Nonostante la sua temibilità, ne sono stati trovati resti in accampamenti di paleoindiani, per cui è verosimile che sia stato cacciato, seppure non si sia in grado di dire quanto e come questo sia avvenuto. Del resto, anche i leoni africani sono cacciati dagli uomini eppure non si sono mai estinti. A Rancho la Brea ne sono stati trovati solo un centinaio finora, molti meno deggli Smilodon.
Ma poteva mancare il 'velocista' della situazione? Nooo! Ecco a voi il misterioso genere Miracinonyx, il ghepardo americano! Visse in America per oltre 2 milioni di anni e si estinse attorno ai 12.000 anni fa. Nemmeno sarebbe necessario dirlo, ma era un bestione più grande dei ghepardi africani, con lunghezze di circa 170 cm + 90 di coda, altezza 85 cm, ma alcuni esemplari erano quasi 1 metro e il peso arrivava a 70-90 kg. Delle specie riconosciute, una era simile ad un giaguaro, l'altra, più piccola, era maggiormente paragonabile al vero ghepardo (i cui antenati, a loro volta, erano della taglia di un leone).
In questo caso, le dimensioni sono stimate circa il 25% maggiori di quelle dei moderni leoni!
Non si sa bene da dove siano venuti fuori questi mostri, e secondo alcuni sono più vicini alle tigri che ai leoni moderni.
Era probabilmente simile come dimensioni e peso ai ligre moderni (incrocio tra leone e tigre), ma più massiccio ed equilibrato come forma. I fossili più recenti marcano sui 11.350 anni circa.
Nonostante la sua temibilità, ne sono stati trovati resti in accampamenti di paleoindiani, per cui è verosimile che sia stato cacciato, seppure non si sia in grado di dire quanto e come questo sia avvenuto. Del resto, anche i leoni africani sono cacciati dagli uomini eppure non si sono mai estinti. A Rancho la Brea ne sono stati trovati solo un centinaio finora, molti meno deggli Smilodon.
Ma poteva mancare il 'velocista' della situazione? Nooo! Ecco a voi il misterioso genere Miracinonyx, il ghepardo americano! Visse in America per oltre 2 milioni di anni e si estinse attorno ai 12.000 anni fa. Nemmeno sarebbe necessario dirlo, ma era un bestione più grande dei ghepardi africani, con lunghezze di circa 170 cm + 90 di coda, altezza 85 cm, ma alcuni esemplari erano quasi 1 metro e il peso arrivava a 70-90 kg. Delle specie riconosciute, una era simile ad un giaguaro, l'altra, più piccola, era maggiormente paragonabile al vero ghepardo (i cui antenati, a loro volta, erano della taglia di un leone).
Ma non erano gli Smilodon, né i leoni americani i più grandi predatori della loro epoca. Questo titolo spetta probabilmente all'Orso dalla 'faccia piatta', un altro mostruoso bestione dell'epoca. Questo
orso era sopratutto presente negli USA e Messico, e particolarmente
in California; aveva due specie (Arctodus pristinus e il gigantesco
A. simus). Forse non è un caso, ma in California c'erano anche, fino
al XX secolo, i grizzly più grandi mai visti. Questo mostro visse
tra 1,8 mln e 11600 anni fa. Attualmente i suoi più vicini cugini
sono il Grizzly e l'orso delle Ande. Dimensioni e stazza: attorno a 900-1.000
kg, 150-180 cm di altezza su 4 zampe, 3-3,7 metri su quelle
posteriori, e 'allungo' fino a circa 4,5 metri(!!)
Esisteva anche un orso più piccolo, quello noto come 'orso delle caverne della Florida', che visse in Nord America per quasi 5 milioni di anni e sparì forse non oltre gli 8.000 anni fa. Sembra piccolo? Niente paura: c'era anche l'
Ursus_maritimus_tyrannus, un mostruoso cugino dell'orso polare, noto infatti come 'orso polare gigante'. Non è chiaro però quando e come abbia vissuto e secondo alcuni ricercatori è un parente dell'orso bruno. L'ulna di un sub-adulto era lunga circa 48 cm, ma poco altro è stato trovato.
Esisteva anche un orso più piccolo, quello noto come 'orso delle caverne della Florida', che visse in Nord America per quasi 5 milioni di anni e sparì forse non oltre gli 8.000 anni fa. Sembra piccolo? Niente paura: c'era anche l'
Ursus_maritimus_tyrannus, un mostruoso cugino dell'orso polare, noto infatti come 'orso polare gigante'. Non è chiaro però quando e come abbia vissuto e secondo alcuni ricercatori è un parente dell'orso bruno. L'ulna di un sub-adulto era lunga circa 48 cm, ma poco altro è stato trovato.
E poi c'erano i canidi, eh dove finiremmo mai senza di loro! C'erano i lupi tra i ghiacci. Ma che tipo di lupi?
I Lupi terribili, ovviamente! Era questo un altro mostro, lungo 1,5 metri e che pesava anche 80 kg circa o circa il 25% in più. Era massiccio: il suo morso, in particolare, era del 130% più potente di quello del lupo! Nondimeno non vi è accordo sulle sue reali capacità, e secondo alcuni era meno capace di frantumare le ossa dei lupi grigi moderni. A La Brea sono stati ritrovati finora circa 4000 esemplari(!!!) Il lupo terribile era diffuso tra il Canada e il Sud America, per cui era davvero una specie di grande successo. Nondimeno, attorno a circa 10.000 anni fa, sparì dalla circolazione.
I Lupi terribili, ovviamente! Era questo un altro mostro, lungo 1,5 metri e che pesava anche 80 kg circa o circa il 25% in più. Era massiccio: il suo morso, in particolare, era del 130% più potente di quello del lupo! Nondimeno non vi è accordo sulle sue reali capacità, e secondo alcuni era meno capace di frantumare le ossa dei lupi grigi moderni. A La Brea sono stati ritrovati finora circa 4000 esemplari(!!!) Il lupo terribile era diffuso tra il Canada e il Sud America, per cui era davvero una specie di grande successo. Nondimeno, attorno a circa 10.000 anni fa, sparì dalla circolazione.
Ma poi tutto questo non era nemmeno tutto, no: in cielo c'era anche una presenza tutt'altro che rassicurante. In questo mondo di titani, poteva mancare mai anche qualcuno di loro provvisto di ali? No. Ecco quindi il super-condor della famiglia 'teratornidi', colossaili animali come il T.merriami, che aveva un'apertura
alare di 3,5-3,8 metri, peso sui 15 kg e altezza a terra sui 75 cm.
Estinto circa 10.000 anni fa. Il Teratornis woodburnensis era oltre i
4 metri e si estinse oltre 11.000 anni fa; l'Aiolornis incredibilis è
poco noto, anch'esso stazionante attorno alla California: pare che
pesasse sui 23 kg e sopratutto, con un'apertura alare di 5,5 metri
(!!!)
Ma in mare e nelle acque dolci, non mancava nemmeno un'altra sorpresa: una specie di enorme salmone, lungo 2,7 metri e con una sorta di paio di zanne laterali!
Ma in mare e nelle acque dolci, non mancava nemmeno un'altra sorpresa: una specie di enorme salmone, lungo 2,7 metri e con una sorta di paio di zanne laterali!
E tutto questo, oltretutto, non esclude mica la presenza... dei predatori moderni! Nossignori. Da circa mezzo milione di anni fa, erano presenti i puma (circa 2 metri di lunghezza e fino a 100 kg di peso), i giaguari (simili in dimensioni, ma pesanti anche 150 kg, e con una forza di morso tale da bucare un guscio di tartaruga), le linci, il lupo grigio, competitore del lupo 'terribile' e di altri carnivori e comparso addirittura prima (attorno a 700.000 anni fa). Senza dimenticare gli orsi bruni, bianchi, grizzly, neri e delle ande (!!!), i ghiottoni, i coyote le aquile, falchi e quant'altro.
In Sud America
Non c'é molto da aggiungere a quanto accennato sopra, dato che molte specie sono state già viste. Però almeno qualche eccezione esiste. Un animale tipicamente sudamericano era il Toxodon (sotto a sx), bestione alto 1,5 metri, lungo 2,7 e pesante 1.500 kg.
Altra presenza notevole era quella del Macrauchenia (dx), un grande erbivoro che arrivava a circa 3 metri di lunghezza e 1 tonnellata di peso. Esso faceva parte di un'intera famiglia, ma sparisce circa 10-20 mila anni fa, dopo essere andato a zonzo per il Sud America nell'arco di milioni di anni. Uno dei suoi predatori era il Thylacosmilus, un marsupiale predatore con i denti a sciabola. Questo però sparì molto prima, tanto che persino l'arrivo degli Smilodon in Sud America non avvenne se non circa 1,5 milioni di anni dopo. Questa sparizione, in effetti, è notevole perché questo predatore era analogo alle tigri dai denti a sciabola e ne ha improvvisamente preceduto il destino, pur se le grandi prede NON sparirono al contempo.
Non mancavano nemmeno gli equidi, del tipo Hippidion.
Tra i predatori c'erano i già visti Smilodon, i giaguari e altre belve. Ma non mancava nemmeno un tipo di predatore eccezionale e indigeno, l'Arctotherium. Questo era un orso colossale, simile a quello a 'faccia piatta' del Nord America. Un esemplare ritrovato, a seconda delle valutazioni, da vivo avrebbe pesato tra 1 e 2 tonnellate! La sua decadenza, tuttavia, pare sia nota, con una diminuzione di dimensioni verso il periodo più recente, forse per la concorrenza con altri predatori come lo Smilodon o i giaguari.
Non c'é molto da aggiungere a quanto accennato sopra, dato che molte specie sono state già viste. Però almeno qualche eccezione esiste. Un animale tipicamente sudamericano era il Toxodon (sotto a sx), bestione alto 1,5 metri, lungo 2,7 e pesante 1.500 kg.
Altra presenza notevole era quella del Macrauchenia (dx), un grande erbivoro che arrivava a circa 3 metri di lunghezza e 1 tonnellata di peso. Esso faceva parte di un'intera famiglia, ma sparisce circa 10-20 mila anni fa, dopo essere andato a zonzo per il Sud America nell'arco di milioni di anni. Uno dei suoi predatori era il Thylacosmilus, un marsupiale predatore con i denti a sciabola. Questo però sparì molto prima, tanto che persino l'arrivo degli Smilodon in Sud America non avvenne se non circa 1,5 milioni di anni dopo. Questa sparizione, in effetti, è notevole perché questo predatore era analogo alle tigri dai denti a sciabola e ne ha improvvisamente preceduto il destino, pur se le grandi prede NON sparirono al contempo.
Non mancavano nemmeno gli equidi, del tipo Hippidion.
Tra i predatori c'erano i già visti Smilodon, i giaguari e altre belve. Ma non mancava nemmeno un tipo di predatore eccezionale e indigeno, l'Arctotherium. Questo era un orso colossale, simile a quello a 'faccia piatta' del Nord America. Un esemplare ritrovato, a seconda delle valutazioni, da vivo avrebbe pesato tra 1 e 2 tonnellate! La sua decadenza, tuttavia, pare sia nota, con una diminuzione di dimensioni verso il periodo più recente, forse per la concorrenza con altri predatori come lo Smilodon o i giaguari.
Australia, il Paradiso perduto
Questa è una delle terre più lontane dal 'vecchio mondo', eppure è -sorprendentemente- una delle più anticamente popolate, certo molto prima di quel che accadde con le Americhe. E' difficile descrivere quel che era l'Australia anticamente: dei circa 16 generi di mega-fauna, 15 sono estinti. Tuttavia, i fossili rimasti sono sufficienti per farsi almeno un'idea.
Anzitutto i canguri, ovviamente. Il più grande di tutti è, attualmente, il canguro gigante rosso, che arriva fino a circa 1,8 metri di altezza. Ma questa specie non è certo la più grande mai apparsa. Nonostante l'Australia non abbia avuto ere glaciali, anche qua esistevano bestie colossali.
Il Diprotodon è un marsupiale, precisamente il più grosso mai vissuto. La sua esistenza è stata abbastanza lunga: tra 1,6 e 46.000 anni fa, quindi una creatura del Pleistocene. Era alto sui 2 metri alla spalla, lungo 3 e pesante circa 2.800-3.100 kg (!!) Attualmente, i suoi parenti sono i wombati (lunghi circa un metro) e i koala.
Devono avere fatto impressione, quando gli europei ne scoprirono le ossa nel XIX secolo. Molti esemplari sono apparentemente morti per la siccità, e in quanto tali ritrovati spesso nelle zone dove c'erano (o ci sono) laghi (attualmente, spesso, sono laghi salati). Questa specie di pachidermi devono essere stati davvero impressionanti, simili ma più grossi dei Toxodon sudamericani e paragonabili per certi versi anche ai 'bradipi giganti' e ai rinoceronti. In realtà era un tipo d'animale del tutto diverso. In tutto sono indicate 8 specie, o forse solo 3, o forse... 20.
Ma ad ogni modo, si presume che siano andati tutti nel paradiso dei marsupiali entro 50 o entro 28-30 mila anni fa. Si è pensato a tre teorie per spiegare la sparizione: cambiamento climatico, caccia o cambiamento ambientale dovuto all'uso del fuoco.
C'é chi ha indicato l'estinsione nella zona del Queesland a 41.000 anni fa.
Lo Zygomaturus è un altro gigante marsupiale, simile all'ippopotamo come dimensioni e forma, ed abitante nelle zone australiane marine. Divenne estinto attorno ai 45.000 anni fa. Pesava sui 500 kg, era alto 1,5 metri e lungo 2,5.
L'Huliterium era un altro animale molto simile, ma più piccolo e vivente in zone di montagna nella Nuova Guinea, era lungo circa 2 metri e alto 1.
Il Phascolonus era molto simile al wombato, tanto da essere incluso nella sua stessa famiglia. Pesava circa 200 kg.
Il Palorchestes era di taglia quasi pari ad un cavallo, anzi forse senza quasi visto che pesava (stima!) sui 200 kg ed era lungo 2,5 metri. Probabilmente la sua forma era più simile a quella di un tapiro, però aveva anche artigli simili a quelli di un koala.
Tra i grandi canguri c'erano il Macropus titan, e il Procoptodon. Quest'ultimo era un genere comprendente numerose specie, di cui il P. goliah era il più grande di tutti i canguri, alto 2,7 metri e pesante sui 230 kg; altre specie scendevano ad appena 1 metro di altezza.
I giganteschi canguri di questo tipo erano coevi di quelli normali, ma avevano una dieta che era relativa alle foglie anziché all'erba. Inoltre ogni zampa era a dito -e unghia simile a zoccolo- unico. Inoltre avevano due dita extra sulle zampe anteriori, con grandi artigli. Probabilmente non potevano saltare a causa del loro peso.
Secondo alcune ricerche recenti, vi fu un'elevata aridificazione del clima attorno ai 50 mila anni fa, più o meno quando arrivarono anche gli uomini. Furono forse queste cause combinate ad estinguere i giganteschi marsupiali come questo? Secondo altre fonti sarebbe sparito attorno ai 18.000 anni fa. Il fatto è che, benché i sostenitori facciano notare che le estinzioni sarebbero avvenute in contemporanea alla diffusione degli uomini... non ci sono prove chiare se mai siano stati cacciati da qualcuno. Un'altra teoria è che i canguri si siano estinti perché gli uomini hanno dato fuoco alla vegetazione rimpiazzandola con vegetali poco vulnerabili alle fiamme. Ma anche questa è una cosa discutibile, perché l'Australia stava già inaridendosi da molti millenni prima dell'arrivo degli uomini, e tra l'altro... ancora non si sa quando gli uomini arrivarono in Australia. Inoltre, i Proptodon mangiavano anche piante non afflitte dagli incendi.
Forse, l'attitudine a dipendere da fonti d'acqua, come da certi indizi si è ipotizzato, di questa specie l'ha resa più vulnerabile ai cambiamenti climatici, mentre i canguri moderni sono molto più adatti ai climi aridi e a certi episodi di aridità avvenuti attorno a 55.000 anni fa nella zona interna dell'Australia. Dice wikipedia che ''stable isotopic data suggested its diet consisted of plants utilising a C4 photosynthetic pathway, typically associated with grasses. In this case, however, chenopod saltbushes found throughout semi-arid Australia were considered a more likely source of the C4 signature. Due to the saltbushes being their main food source, Procoptodon goliah was heavily dependent on free-standing water to help promote the processing of its salt-laten diet.''
Lo Sthenurus è un altro genere di super-canguro, con circa 10 specie e una lunghezza di 3 metri per un peso di circa 240 kg nei tipi più grossi. Anch'esso aveva un solo dito, che attorno a 30.000 anni fa pare passò da una dieta di foglie ad una di erba o anche mista, se è credibile che sopravvissero fino a 19.000 anni fa o anche meno. Esso difficilmente saltava, specie a bassa velocità, e tendeva a muoversi più come una persona vera e propria. Si sa che gli uomini coesistettero con questi bestioni, ma non è affatto chiaro cosa li estinte.
Il Simosthenurus è un altro gigante, la cui genia (almeno due specie) arrivava ad oltre 118 kg e di sicuro era un bipede non saltatore.
Il Protemnodon era un tipo simile ai Wallaby ma pesante 45-110+ kg. Ne sono state identificate 10 specie ed era diffuso anche in Tasmania e Papua.
Il Propleopus era più inquietante, dato che, pur essendo grosso, era probabilmente onnivoro, come il simile e attuale canguro-ratto.
I giganteschi canguri di questo tipo erano coevi di quelli normali, ma avevano una dieta che era relativa alle foglie anziché all'erba. Inoltre ogni zampa era a dito -e unghia simile a zoccolo- unico. Inoltre avevano due dita extra sulle zampe anteriori, con grandi artigli. Probabilmente non potevano saltare a causa del loro peso.
Secondo alcune ricerche recenti, vi fu un'elevata aridificazione del clima attorno ai 50 mila anni fa, più o meno quando arrivarono anche gli uomini. Furono forse queste cause combinate ad estinguere i giganteschi marsupiali come questo? Secondo altre fonti sarebbe sparito attorno ai 18.000 anni fa. Il fatto è che, benché i sostenitori facciano notare che le estinzioni sarebbero avvenute in contemporanea alla diffusione degli uomini... non ci sono prove chiare se mai siano stati cacciati da qualcuno. Un'altra teoria è che i canguri si siano estinti perché gli uomini hanno dato fuoco alla vegetazione rimpiazzandola con vegetali poco vulnerabili alle fiamme. Ma anche questa è una cosa discutibile, perché l'Australia stava già inaridendosi da molti millenni prima dell'arrivo degli uomini, e tra l'altro... ancora non si sa quando gli uomini arrivarono in Australia. Inoltre, i Proptodon mangiavano anche piante non afflitte dagli incendi.
Forse, l'attitudine a dipendere da fonti d'acqua, come da certi indizi si è ipotizzato, di questa specie l'ha resa più vulnerabile ai cambiamenti climatici, mentre i canguri moderni sono molto più adatti ai climi aridi e a certi episodi di aridità avvenuti attorno a 55.000 anni fa nella zona interna dell'Australia. Dice wikipedia che ''stable isotopic data suggested its diet consisted of plants utilising a C4 photosynthetic pathway, typically associated with grasses. In this case, however, chenopod saltbushes found throughout semi-arid Australia were considered a more likely source of the C4 signature. Due to the saltbushes being their main food source, Procoptodon goliah was heavily dependent on free-standing water to help promote the processing of its salt-laten diet.''
Lo Sthenurus è un altro genere di super-canguro, con circa 10 specie e una lunghezza di 3 metri per un peso di circa 240 kg nei tipi più grossi. Anch'esso aveva un solo dito, che attorno a 30.000 anni fa pare passò da una dieta di foglie ad una di erba o anche mista, se è credibile che sopravvissero fino a 19.000 anni fa o anche meno. Esso difficilmente saltava, specie a bassa velocità, e tendeva a muoversi più come una persona vera e propria. Si sa che gli uomini coesistettero con questi bestioni, ma non è affatto chiaro cosa li estinte.
Il Simosthenurus è un altro gigante, la cui genia (almeno due specie) arrivava ad oltre 118 kg e di sicuro era un bipede non saltatore.
Il Protemnodon era un tipo simile ai Wallaby ma pesante 45-110+ kg. Ne sono state identificate 10 specie ed era diffuso anche in Tasmania e Papua.
Il Propleopus era più inquietante, dato che, pur essendo grosso, era probabilmente onnivoro, come il simile e attuale canguro-ratto.
Il Leone Marsupiale era in realtà, una specie di tigre dai denti (quasi) a sciabola, vissuta tra 1,6 e 0,046 milioni di anni fa. La sua massa era sui 100-160 kg, e l'altezza sui 75 centimetri per 150 di lunghezza, più o meno come un grosso leopardo/giaguaro, ma era molto robusto e le sue zanne erano azionate da muscoli eccezionali, tanto che questo mostro, quando pesante 100 kg, era stimato avere una una forza di morso paragobabile ad un enorme leone da 250 kg. Inoltre aveva zampe robuste e gli artigli erano retrattili. Era anche capace di reggersi sulle zampe posteriori, almeno per brevi periodi. La cosa strana è che, per quanto provvisto del morso più forte in relazione alla taglia, era in realtà parente dei wombati, i più docili erbivori che si possano immaginare!! Chissà come avvenne la trasformazione in 'tigre dai denti a sciabola'.
Era un animale capace di uccidere con un morso solo, ma non era un grande corridore e si collegava sopratutto agli agguati per sorprendere le prede. Aveva una buona vista e sensi. Ma niente di tutto questo lo aiutò: specializzato nella caccia ai grandi erbivori, sparì senza lasciare alternative, dopo che le prede usuali erano svanite. Della sua famiglia (Thylacoleonidae), sono noti 3 generi e 11 specie. Un esemplare è stato ritrovato ancora non fossilizzato, pur essendo vecchio di 500.000 anni (in una caverna fredda e poco umida). Secondo una teoria, gli uomini bruciarono le piante dove la belva abitava, rendendone più difficile aggredire le sue prede. Come se il Tilacino fosse diverso da questo punto di vista, pur sopravvivendo fino almeno al XX secolo.
Era un animale capace di uccidere con un morso solo, ma non era un grande corridore e si collegava sopratutto agli agguati per sorprendere le prede. Aveva una buona vista e sensi. Ma niente di tutto questo lo aiutò: specializzato nella caccia ai grandi erbivori, sparì senza lasciare alternative, dopo che le prede usuali erano svanite. Della sua famiglia (Thylacoleonidae), sono noti 3 generi e 11 specie. Un esemplare è stato ritrovato ancora non fossilizzato, pur essendo vecchio di 500.000 anni (in una caverna fredda e poco umida). Secondo una teoria, gli uomini bruciarono le piante dove la belva abitava, rendendone più difficile aggredire le sue prede. Come se il Tilacino fosse diverso da questo punto di vista, pur sopravvivendo fino almeno al XX secolo.
E poi i rettili, ah, come potrebbero non essere presenti in una terra così primitiva? E che rettili.
II genere Megalania si riferisce ad una gigantesca 'lucertola' (una specie di varano), la più grande conosciuta, le cui dimensioni -non chiare- si stima, a seconda delle fonti, arrivassero tra 4,5 e 7-8 metri, con pesi fino a 2 tonnellate(!) Si estinse tra 40 e 30 mila anni fa.
Non bastando, c'era anche un altro mostro: il Quinkana, un coccodrillo di terra lungo fino a 6 metri. Esistette tra 24 mln e 40.000 anni fa, aumentando le dimensioni con le varie specie note.
Il Wonambi era un gigantesco serpente, a quanto pare conosciuto anche dagli indigeni australiani, anche se pare si sia estinto sui 50.000 anni fa. Era un genere con qualche specie conosciuta, ma sopratutto faceva capo ad una famiglia che in altre parti del mondo si era estinta già 55 milioni di anni fa! Era provvisto di una testa piccola, ma la lunghezza poteva arrivare anche a 6 metri. Probabilmente è per questo che nelle zone vicine alle sorgenti i bambini aborigeni non dovevano recarsi a giocare se non accompagnati da un adulto (mah NdA).
In Australia e dintorni esisteva anche una gigantesca tartaruga, la Meiolania. Questa era presente tra l'oligocene e l'holocene, e si suppone che le ultime popolazioni in Nuova Caledonia arrivarono fino a circa 2000 anni fa. Era un colosso il cui cranio era largo sui 60 cm a causa dei 'corni' che aveva di lato, la coda era protetta da anelli corazzati, come negli anchilosauri o nei glyptodon, con tanto di mazza ferrata alla fine! In tutto questo splendido rettile era lungo sui 2,5 metri, tanto da far sembrare piccole le tartarughe giganti moderne, come quelle delle Galapagos e Seychelles. Solo la Megalochelys era ancora più grossa, ma va detto che queste tartarughe presenti nelle isole al di fuori dell'Australia erano più piccole. Era terrestre e non deve essere stata una preda difficile per gli aborigeni e gli indigeni delle isole circostanti. In Nuova Caledonia, pare che venne cacciata a morte in circa 300 anni, attorno ai 3000 anni fa, dal popolo Lapita.
Non poteva nemmeno mancare nemmeno l'uccello gigante, il tipo Dromornithidae (v. sotto a sx), un colosso da 1,5-3 metri d'altezza e 80-240 kg, con un becco molto forte (non è chiaro se fosse un onnivoro o carnivoro), zampe relativamente corte ma probabilmente molto veloce negli spunti di velocità. Un tipo decisamente temibile. La vita di questo tipo di animali è durata tantissimo: 25 milioni di anni, ma vennero estinti attorno a 30.000 anni fa. Ne sono noti ben 5 generi diversi. C'era anche un altro grande pennuto, probabilmente un predatore e pure questo, sparito circa 50.000 anni fa.
E poi, ancora: uno zaglosso/echidna(?) gigante di circa 1 metro (il più grande monotremo noto); un suo parente (un grosso echidna)
II genere Megalania si riferisce ad una gigantesca 'lucertola' (una specie di varano), la più grande conosciuta, le cui dimensioni -non chiare- si stima, a seconda delle fonti, arrivassero tra 4,5 e 7-8 metri, con pesi fino a 2 tonnellate(!) Si estinse tra 40 e 30 mila anni fa.
Non bastando, c'era anche un altro mostro: il Quinkana, un coccodrillo di terra lungo fino a 6 metri. Esistette tra 24 mln e 40.000 anni fa, aumentando le dimensioni con le varie specie note.
Il Wonambi era un gigantesco serpente, a quanto pare conosciuto anche dagli indigeni australiani, anche se pare si sia estinto sui 50.000 anni fa. Era un genere con qualche specie conosciuta, ma sopratutto faceva capo ad una famiglia che in altre parti del mondo si era estinta già 55 milioni di anni fa! Era provvisto di una testa piccola, ma la lunghezza poteva arrivare anche a 6 metri. Probabilmente è per questo che nelle zone vicine alle sorgenti i bambini aborigeni non dovevano recarsi a giocare se non accompagnati da un adulto (mah NdA).
In Australia e dintorni esisteva anche una gigantesca tartaruga, la Meiolania. Questa era presente tra l'oligocene e l'holocene, e si suppone che le ultime popolazioni in Nuova Caledonia arrivarono fino a circa 2000 anni fa. Era un colosso il cui cranio era largo sui 60 cm a causa dei 'corni' che aveva di lato, la coda era protetta da anelli corazzati, come negli anchilosauri o nei glyptodon, con tanto di mazza ferrata alla fine! In tutto questo splendido rettile era lungo sui 2,5 metri, tanto da far sembrare piccole le tartarughe giganti moderne, come quelle delle Galapagos e Seychelles. Solo la Megalochelys era ancora più grossa, ma va detto che queste tartarughe presenti nelle isole al di fuori dell'Australia erano più piccole. Era terrestre e non deve essere stata una preda difficile per gli aborigeni e gli indigeni delle isole circostanti. In Nuova Caledonia, pare che venne cacciata a morte in circa 300 anni, attorno ai 3000 anni fa, dal popolo Lapita.
Non poteva nemmeno mancare nemmeno l'uccello gigante, il tipo Dromornithidae (v. sotto a sx), un colosso da 1,5-3 metri d'altezza e 80-240 kg, con un becco molto forte (non è chiaro se fosse un onnivoro o carnivoro), zampe relativamente corte ma probabilmente molto veloce negli spunti di velocità. Un tipo decisamente temibile. La vita di questo tipo di animali è durata tantissimo: 25 milioni di anni, ma vennero estinti attorno a 30.000 anni fa. Ne sono noti ben 5 generi diversi. C'era anche un altro grande pennuto, probabilmente un predatore e pure questo, sparito circa 50.000 anni fa.
E poi, ancora: uno zaglosso/echidna(?) gigante di circa 1 metro (il più grande monotremo noto); un suo parente (un grosso echidna)
Europa e Asia
Del Mammuth abbiamo già parlato, per cui andiamo con decisione sul suo inseparabile compagno delle raffigurazioni, incluse quelle rupestri: il rinoceronte lanoso è un altro esempio di giganti dell'era glaciale. In realtà è arrivato a partire da circa 3,6 milioni di anni fa, salvo poi sparire totalmente circa 10.000 anni orsono.
Era una bestia robusta e con una pelliccia fitta, il cui parente più prossimo, attualmente, è probabilmente il rinoceronte di Sumatra (che incidentalmente, pur essendo piccolo, ha sia due corni che una rada pelliccia). Era lungo circa 3-4 metri e alto 2, per cui pesava qualcosa come 1,8-2,7 tonnellate, di qualcosa forse più grande persino del rinoceronte bianco moderno. Una femmina di questo colosso è stata ritrovata in Polonia perfettamente conservata, e altri esemplari sono stati rinvenuti in quel grande frigo a cielo aperto/macchina del tempo che è la Siberia.
Questi bestioni sparirono, nella Siberia occidentale, attorno a 10.000 anni fa, probabilmente in corrispondenza con quella che è stato l'ultimo colpo di coda dell'era glaciale, il 'yunger Dryas', che durò circa 1.000 anni.
Un suo parente molto meno noto, è l'Elasmotherium.
Questo colossale rinoceronte è vissuto in tempi relativamente recenti, tra 2,6 e 0,05 milioni di anni fa, stavolta in Eurasia. Era talmente grande, che delle tre specie, lo E. sibiricum, era grosso come un mammuth! Aveva un unico enorme corno lungo oltre un metro a metà del muso, dall'uso abbastanza macchinoso, ma a quanto pare, efficiente, così come lo era la dentatura, i cui molari -a differenza di ogni altro rinoceronte- crescevano sempre. Le zampe erano lunghe e similmente ai cavalli era possibile galoppare con una certa scioltezza. Era alto 2 metri e lungo sui 4,5, con una sottospecie persino capace di arrivare a 5, con pesi dell'ordine delle 5 tonnellate. Però, a differenza del rinoceronte lanoso, non è stato ritrovato molto di questa bestia, meno che mai delle preziosissime mummie congelate.
Non è chiaro quando si estinsero: esistono addirittura leggende di 'unicorni' di cui parlano le cronache, alle volte descrivendoli come 'tori con un corno solo'. C'é persino il racconto del viaggiatore arabo Ibn Fadlan, che nella zona del Volga, esisteva un animale grande come un toro e con un corno in mezzo alla fronte lungo fino a 5 cubiti, e se vedeva un cavaliere gli andava addosso e lo disarcionava per poi ucciderlo col corno, ma non attaccava il cavallo. Per uccidere questo mostro gli venivano tesi agguati dagli alberi, con frecce avvelenate.
Lo Stephanorhinus era un rinoceronte vissuto nel pleistocene e stazzante ben 3 tonnellate, con altezza 1,8-2 e lunghezza 3,2-4 metri. Aveva due corni come i rinoceronti attuali ed era presente con in 2-3 specie, evolutesi dal Rinoceronte etrusco. Ebbe una vasta diffusione, poi però sparì verso la fine del Pleistocene.
Tra i parenti stretti, da non dimenticare le specie viventi e tra queste, il Rinoceronte di Sumatra, per quanto raro e piccolo, è l'unico asiatico con due corna e l'unico in assoluto con una rada pelliccia rossa. Infatti, quest'animale è il parente più stretto del rinoceronte lanoso!
Ma questi pachidermi non furono gli unici ad abitare l'Europa: c'era anche l'Hippopotamus antiquus, peraltro sparito prima dell'ultima glaciazione del pleistocene. Era anche presente in una forma nana con l'ippopotamo di Creta.
Tra i colossi erbivori c'era il Libralces, vissuto però fino a circa 800 mila anni fa, un cervo gigante simile al Megaloceros, di cui probabilmente è stato addirittura antenato.
Il Megaloceros, apparso già attorno a 3 milioni di anni fa, sparì probabilmente soltanto 8000 anni addietro. Questo colosso, con la sua decina di specie, era differente in taglia a seconda delle zone ed epoche, ma quel che stupisce è la forma e le dimensioni dei corni, così come l'altezza degli esemplari più grandi, circa 2 metri. Le corna erano larghe oltre 3 metri e molto larghe.
In Asia non è mancato nemmeno uno scimmione gigante, il Gigantopithecus. E' un vero peccato che esso sia noto sopratutto per i denti (spesso usati dalla medicina cinese!) ma da quel poco che si è trovato è probabile che fosse alto sui 3 metri (e oltre 500 kg di peso, il più grande primate mai esistito!), anche se una specie più piccola era più vicina all'uomo come taglia. Esso visse probabilmente tra 9 e 0,1 milioni di anni fa, ma chissà se lo Yeti non ne sia un estremo discendente?
Era una bestia robusta e con una pelliccia fitta, il cui parente più prossimo, attualmente, è probabilmente il rinoceronte di Sumatra (che incidentalmente, pur essendo piccolo, ha sia due corni che una rada pelliccia). Era lungo circa 3-4 metri e alto 2, per cui pesava qualcosa come 1,8-2,7 tonnellate, di qualcosa forse più grande persino del rinoceronte bianco moderno. Una femmina di questo colosso è stata ritrovata in Polonia perfettamente conservata, e altri esemplari sono stati rinvenuti in quel grande frigo a cielo aperto/macchina del tempo che è la Siberia.
Questi bestioni sparirono, nella Siberia occidentale, attorno a 10.000 anni fa, probabilmente in corrispondenza con quella che è stato l'ultimo colpo di coda dell'era glaciale, il 'yunger Dryas', che durò circa 1.000 anni.
Un suo parente molto meno noto, è l'Elasmotherium.
Questo colossale rinoceronte è vissuto in tempi relativamente recenti, tra 2,6 e 0,05 milioni di anni fa, stavolta in Eurasia. Era talmente grande, che delle tre specie, lo E. sibiricum, era grosso come un mammuth! Aveva un unico enorme corno lungo oltre un metro a metà del muso, dall'uso abbastanza macchinoso, ma a quanto pare, efficiente, così come lo era la dentatura, i cui molari -a differenza di ogni altro rinoceronte- crescevano sempre. Le zampe erano lunghe e similmente ai cavalli era possibile galoppare con una certa scioltezza. Era alto 2 metri e lungo sui 4,5, con una sottospecie persino capace di arrivare a 5, con pesi dell'ordine delle 5 tonnellate. Però, a differenza del rinoceronte lanoso, non è stato ritrovato molto di questa bestia, meno che mai delle preziosissime mummie congelate.
Non è chiaro quando si estinsero: esistono addirittura leggende di 'unicorni' di cui parlano le cronache, alle volte descrivendoli come 'tori con un corno solo'. C'é persino il racconto del viaggiatore arabo Ibn Fadlan, che nella zona del Volga, esisteva un animale grande come un toro e con un corno in mezzo alla fronte lungo fino a 5 cubiti, e se vedeva un cavaliere gli andava addosso e lo disarcionava per poi ucciderlo col corno, ma non attaccava il cavallo. Per uccidere questo mostro gli venivano tesi agguati dagli alberi, con frecce avvelenate.
Lo Stephanorhinus era un rinoceronte vissuto nel pleistocene e stazzante ben 3 tonnellate, con altezza 1,8-2 e lunghezza 3,2-4 metri. Aveva due corni come i rinoceronti attuali ed era presente con in 2-3 specie, evolutesi dal Rinoceronte etrusco. Ebbe una vasta diffusione, poi però sparì verso la fine del Pleistocene.
Tra i parenti stretti, da non dimenticare le specie viventi e tra queste, il Rinoceronte di Sumatra, per quanto raro e piccolo, è l'unico asiatico con due corna e l'unico in assoluto con una rada pelliccia rossa. Infatti, quest'animale è il parente più stretto del rinoceronte lanoso!
Ma questi pachidermi non furono gli unici ad abitare l'Europa: c'era anche l'Hippopotamus antiquus, peraltro sparito prima dell'ultima glaciazione del pleistocene. Era anche presente in una forma nana con l'ippopotamo di Creta.
Tra i colossi erbivori c'era il Libralces, vissuto però fino a circa 800 mila anni fa, un cervo gigante simile al Megaloceros, di cui probabilmente è stato addirittura antenato.
Il Megaloceros, apparso già attorno a 3 milioni di anni fa, sparì probabilmente soltanto 8000 anni addietro. Questo colosso, con la sua decina di specie, era differente in taglia a seconda delle zone ed epoche, ma quel che stupisce è la forma e le dimensioni dei corni, così come l'altezza degli esemplari più grandi, circa 2 metri. Le corna erano larghe oltre 3 metri e molto larghe.
In Asia non è mancato nemmeno uno scimmione gigante, il Gigantopithecus. E' un vero peccato che esso sia noto sopratutto per i denti (spesso usati dalla medicina cinese!) ma da quel poco che si è trovato è probabile che fosse alto sui 3 metri (e oltre 500 kg di peso, il più grande primate mai esistito!), anche se una specie più piccola era più vicina all'uomo come taglia. Esso visse probabilmente tra 9 e 0,1 milioni di anni fa, ma chissà se lo Yeti non ne sia un estremo discendente?
E poi non bisogna dimenticare altri giganti, sia pure sopravvissuti fino ad epoche recenti: uno è il grande e potente Uro, un antenato delle razze di bovini attuali. Un gigante alto circa quanto un uomo, potente e aggressivo, pesante fino a circa 1.000 kg. Sorprendentemente, esso non si originò in Europa, dove è molto noto, ma in India, dove esistono fossili di circa 2 milioni di anni. Passò in Europa, ma soltanto circa 200.000 anni fa. Era presente in almeno 3 sottospecie di cui una era in Nord Africa. La sottospecie indiana è l'antenata, a quanto pare, dello Zebù. Notissimo fin dalla preistoria e dall'antichità, esso venne cacciato estensivamente e progressivamente estinto finché, sparì totalmente attorno al 1600.
Fin da prima ancora che sparisse, però, l'Uro, il cui habitat si era ristretto nonostante la diminuzione della popolazione umana dopo la Peste nera del XIV secolo, alle sole regioni dell'Europa Centrale, venne protetto in qualche modo. Il diritto di cacciarli venne ristretto prima ai soli nobili... poi alla sola famiglia reale... e infine, quando si appurò che comunque stava calando in numero, venne istituita una protezione assoluta e punizione mortale per chi l'avesse cacciato. I guardiacaccia erano esentati dal pagare le tasse, dando così un grosso contributo alla loro 'motivazione'. Eppure, nonostante tutto, nel 1564 c'erano solo 38 animali, e nel 1627 l'ultimo, una femmina, morì per cause naturali, in Polonia. Evidentemente i bracconieri continuarono ad agire, ma anche la riduzione del territorio utile fu una causa importante, per tale 'ingombrante' bestia selvatica (orsi e lupi, per esempio, erano spariti dalla Gran Bretagna già attorno al 1500), e malattie prese dalle mucche domestiche potrebbero avere concorso alla fine della specie. Certo che l'uomo era consapevole di questo problema, ma nonostante le intenzioni serissime mostrate, non si riuscì a salvare questa bestia dall'estinzione. Ma non tutto andò perduto.
Da allora, l'uomo ha avuto una rara e fortissima azione di pentimento per questo perduto gigante, tanto che si è cercato di ricrearlo con diversi incroci selettivi, riportando alla luce almeno animali che -sebbene più piccoli- ne fanno rivivere le caratteristiche così ammirate persino da Giulio Cesare. Tra gli esempi, la mandria del progetto TaurOs.
L'altro è il bisonte europeo, anch'esso reduce dalle glaciazioni e a buon diritto, parte della megafauna europea: infatti è alto fino a ben 2,2 metri, e sopravvissuto rocambolescamente ad ogni avversità. In Polonia, ad un certo punto, fu addirittura protetto (nella foresta di Bialoweska) fin dal rinascimento, e venne promulgata la pena di morte per chi lo avesse cacciato. Purtroppo, nella Prima guerra mondiale gli occupanti tedeschi spararono a piacimento uccidendo tutti gli animali tranne 9, che verranno poi uccisi l'anno dopo (1919) dai polacchi stessi, ora che non c'era più la protezione reale. E così quest'animale sparì, così come le due sottospecie orientali, l'ultima delle quali sterminata nel Caucaso entro il 1927. Però, la specie occidentale era conservata in parchi con circa 50 esemplari, e così è stato possibile salvarla e reintrodurla anche in spazi liberi. Per questo il 'wisent' è ancora tra noi, malgrado tutto! Ed esiste anche un qualche erede del bisonte delle steppe orientale, infatti un maschio venne tenuto in cattività dando degli ibridi con animali della sottospecie principale (B. bonasus bonasu) e dando origine ad una discendenza che è a tutt'oggi vivente. I bisonti europei, più alti e snelli di quelli americani, esistono a tutt'oggi in oltre 4.000 esemplari, e la loro popolazione è in aumento. Segno di come i bovini siano capaci di sopravvivere anche ad estinzioni quasi integrali e riprendersi piuttosto bene se ci sono le condizioni. In ogni caso, nessun uomo preistorico è riuscito ad annientare né loro né gli Uri e il wisent è riuscito a raggiungere il XX secolo nonostante tutti i problemi causati dall'uomo moderno. Perché loro sì e gli altri giganti no? Bella domanda!
Fin da prima ancora che sparisse, però, l'Uro, il cui habitat si era ristretto nonostante la diminuzione della popolazione umana dopo la Peste nera del XIV secolo, alle sole regioni dell'Europa Centrale, venne protetto in qualche modo. Il diritto di cacciarli venne ristretto prima ai soli nobili... poi alla sola famiglia reale... e infine, quando si appurò che comunque stava calando in numero, venne istituita una protezione assoluta e punizione mortale per chi l'avesse cacciato. I guardiacaccia erano esentati dal pagare le tasse, dando così un grosso contributo alla loro 'motivazione'. Eppure, nonostante tutto, nel 1564 c'erano solo 38 animali, e nel 1627 l'ultimo, una femmina, morì per cause naturali, in Polonia. Evidentemente i bracconieri continuarono ad agire, ma anche la riduzione del territorio utile fu una causa importante, per tale 'ingombrante' bestia selvatica (orsi e lupi, per esempio, erano spariti dalla Gran Bretagna già attorno al 1500), e malattie prese dalle mucche domestiche potrebbero avere concorso alla fine della specie. Certo che l'uomo era consapevole di questo problema, ma nonostante le intenzioni serissime mostrate, non si riuscì a salvare questa bestia dall'estinzione. Ma non tutto andò perduto.
Da allora, l'uomo ha avuto una rara e fortissima azione di pentimento per questo perduto gigante, tanto che si è cercato di ricrearlo con diversi incroci selettivi, riportando alla luce almeno animali che -sebbene più piccoli- ne fanno rivivere le caratteristiche così ammirate persino da Giulio Cesare. Tra gli esempi, la mandria del progetto TaurOs.
L'altro è il bisonte europeo, anch'esso reduce dalle glaciazioni e a buon diritto, parte della megafauna europea: infatti è alto fino a ben 2,2 metri, e sopravvissuto rocambolescamente ad ogni avversità. In Polonia, ad un certo punto, fu addirittura protetto (nella foresta di Bialoweska) fin dal rinascimento, e venne promulgata la pena di morte per chi lo avesse cacciato. Purtroppo, nella Prima guerra mondiale gli occupanti tedeschi spararono a piacimento uccidendo tutti gli animali tranne 9, che verranno poi uccisi l'anno dopo (1919) dai polacchi stessi, ora che non c'era più la protezione reale. E così quest'animale sparì, così come le due sottospecie orientali, l'ultima delle quali sterminata nel Caucaso entro il 1927. Però, la specie occidentale era conservata in parchi con circa 50 esemplari, e così è stato possibile salvarla e reintrodurla anche in spazi liberi. Per questo il 'wisent' è ancora tra noi, malgrado tutto! Ed esiste anche un qualche erede del bisonte delle steppe orientale, infatti un maschio venne tenuto in cattività dando degli ibridi con animali della sottospecie principale (B. bonasus bonasu) e dando origine ad una discendenza che è a tutt'oggi vivente. I bisonti europei, più alti e snelli di quelli americani, esistono a tutt'oggi in oltre 4.000 esemplari, e la loro popolazione è in aumento. Segno di come i bovini siano capaci di sopravvivere anche ad estinzioni quasi integrali e riprendersi piuttosto bene se ci sono le condizioni. In ogni caso, nessun uomo preistorico è riuscito ad annientare né loro né gli Uri e il wisent è riuscito a raggiungere il XX secolo nonostante tutti i problemi causati dall'uomo moderno. Perché loro sì e gli altri giganti no? Bella domanda!
E chi li mangiava?
Non poteva mancare il Leone delle Caverne, un colosso quasi pari al cuggino americano, ma non si sa nemmeno se sia un genere a sé oppure addirittura una sottospecie del leone africano! Visse tra 370.000 e 10.000 o 12.500 anni fa, alla fine della glaciazione ultima (Würm). Inoltre è confermato come parente stretto anche del leone americano. Era grande: un esemplare è stato stimato 1,2 metri alla spalla, e 2,1 di lunghezza senza coda, e non era il più grosso esemplare. Pare che esso venne anche cacciato dagli uomini, ma non è certo una novità nemmeno questa.
Né mancava l'Orso delle caverne, altro abitante tipico dell'era glaciale, vissuto tra 250 e 27 mila anni fa. Questo animale, a differenza degli altri giganti, andò perduto molto tempo fa, al tempo dell'ultimo glaciale al suo picco. Ne sono stati trovati un'enormità nelle caverne, tanto che addirittura, durante la I guerra mondiale, vennero usate per ricavarne fosfati(!!) ma a tutt'oggi sono molte le caverne che li ospitano. Solo in una di queste, in Romania, vennero scoperti 140 scheletri alcuni decenni fa; ma questo è niente rispetto al fatto che nella caverna di Drachenloch (Svizzera) ne vennero scoperti... più di 30.000, alla faccia dei tanti animali fossili di cui non si riesce ad avere uno scheletro completo. Questi orsi fossili discendono dall'Orso Etrusco, così come del resto gli attuali orsi bruni. Da notare che quest'ultimo, tanto per incasinare ancora di più la cosa, visse da 5,3 milioni di anni fa, ad appena 10.000, quindi di fatto sopravvisse al discendente. Quest'ultimo si è differenziato oltre 1 milione di anni fa dall'orso bruno, ma l'anello mancante durante quest'evoluzione è l'orso Deringeri (1800000-100.000 anni fa). Da notare che l'orso delle caverne ha cambiato più volte la dentatura, prima ha tolto i tre premolari e poi ha aumentato i molari per masticare la vegetazione più dura e ibernarsi pur avendo mangiato meno. Le dimensioni erano sui 500 kg per i maschi e la metà per le femmine, grossomodo paragonabili ai grizzly o ai grandi orsi bruni. Le dimensioni erano diverse: nei periodi glaciali crescevano di più per far fronte meglio al freddo. Questo animale, nonostante le dimensioni e la forza, era sopratutto vegetariano, ma anche qui non c'é unanimità di consensi sebbene sia considerato meno carnivoro degli orsi moderni.
Come si estinse? Non è chiaro, forse perché gli uomini lo cacciarono, forse perché gli contendevano le caverne dove ritirarsi per l'ibernazione. Ma sebbene sia plausibile che lo abbiano cacciato, è un fatto che gli uomini ritrassero meno frequentemente l'orso delle caverne che l'orso bruno (che invece è sopravvissuto). Forse quest'ultimo era comunque più flessibile e capace di trovarsi rifugi migliori per passare il letargo? Forse fu la competizione tra specie che causò l'estinzione anticipata (del resto, quasi coeva a quella del Neanderthal) dell'orso delle caverne. Di sicuro, non c'é nessuna prova che l'uomo abbia mai voluto incontrare troppo 'spesso' quest'orso.
L'Orso etrusco era un tipo vissuto per circa 5,3 milioni di anni, finché non divenne estinto attorno a 11.000 anni fa, ed è l'antenato dei vari orsi come quello delle caverne e quello bruno. Nonostante il nome, ne sono stati scoperti persino nelle steppe russe e in Israele!
Ma non era finita qui, all'epoca girava anche la temibile Iena delle Caverne (sotto a dx), certo meno nota di orsi e leoni. Era un predatore attivo e temibile. Nemmeno a dirlo, questo mostro era molto più grosso delle iene africane, arrivando a 102 kg di peso stimato (forse per una femmina adulta, visto che i maschi erano più piccoli). Nonostante essa fosse in Europa, non mancava di conservare la maculatura delle antenate africane, e la cosa si sa perché è stata ritratta spesso dai cavernicoli. Questa belva predava quasi qualunque altro animale, alle volte nelle sue tane sono stati anche scoperti resti di lupi, orsi e leoni, ma le prede erano sopratutto cavalli, cervi e persino bisonti e rinoceronti. Nonostante la sua enorme potenza, la iena preistorica appare essere della stessa specie della sua parente africana, che pesa a stento un terzo.
Non è chiaro perché sparì dalla scena, forse perché le pianure aperte sparirono sostituite largamente dalle foreste, e altri predatori (uomini o lupi) avrebbero potuto trovarsi a loro agio. Le iene, tuttavia, avevano almeno in teoria cibo sufficiente per sopravvivere, essendoci bisonti, cervi, cavalli ecc ecc. La popolazione cominciò a calare sui 20.000 anni fa, poi sparì entro gli 11.000 in Europa occidentale, ma probabilmente andò avanti di più in Siberia e dintorni, dove del resto le pianure sono sempre rimaste piuttosto sgombre. Non è chiaro quindi perché questo predatore sparì dalla circolazione, specie considerando quanto pochi fossero gli umani all'epoca. Questi cacciarono alle volte la iena, ma di sicuro non era una loro preda abituale, casomai un competitore molto seccante per le prede già abbattute.
Non poteva mancare il Leone delle Caverne, un colosso quasi pari al cuggino americano, ma non si sa nemmeno se sia un genere a sé oppure addirittura una sottospecie del leone africano! Visse tra 370.000 e 10.000 o 12.500 anni fa, alla fine della glaciazione ultima (Würm). Inoltre è confermato come parente stretto anche del leone americano. Era grande: un esemplare è stato stimato 1,2 metri alla spalla, e 2,1 di lunghezza senza coda, e non era il più grosso esemplare. Pare che esso venne anche cacciato dagli uomini, ma non è certo una novità nemmeno questa.
Né mancava l'Orso delle caverne, altro abitante tipico dell'era glaciale, vissuto tra 250 e 27 mila anni fa. Questo animale, a differenza degli altri giganti, andò perduto molto tempo fa, al tempo dell'ultimo glaciale al suo picco. Ne sono stati trovati un'enormità nelle caverne, tanto che addirittura, durante la I guerra mondiale, vennero usate per ricavarne fosfati(!!) ma a tutt'oggi sono molte le caverne che li ospitano. Solo in una di queste, in Romania, vennero scoperti 140 scheletri alcuni decenni fa; ma questo è niente rispetto al fatto che nella caverna di Drachenloch (Svizzera) ne vennero scoperti... più di 30.000, alla faccia dei tanti animali fossili di cui non si riesce ad avere uno scheletro completo. Questi orsi fossili discendono dall'Orso Etrusco, così come del resto gli attuali orsi bruni. Da notare che quest'ultimo, tanto per incasinare ancora di più la cosa, visse da 5,3 milioni di anni fa, ad appena 10.000, quindi di fatto sopravvisse al discendente. Quest'ultimo si è differenziato oltre 1 milione di anni fa dall'orso bruno, ma l'anello mancante durante quest'evoluzione è l'orso Deringeri (1800000-100.000 anni fa). Da notare che l'orso delle caverne ha cambiato più volte la dentatura, prima ha tolto i tre premolari e poi ha aumentato i molari per masticare la vegetazione più dura e ibernarsi pur avendo mangiato meno. Le dimensioni erano sui 500 kg per i maschi e la metà per le femmine, grossomodo paragonabili ai grizzly o ai grandi orsi bruni. Le dimensioni erano diverse: nei periodi glaciali crescevano di più per far fronte meglio al freddo. Questo animale, nonostante le dimensioni e la forza, era sopratutto vegetariano, ma anche qui non c'é unanimità di consensi sebbene sia considerato meno carnivoro degli orsi moderni.
Come si estinse? Non è chiaro, forse perché gli uomini lo cacciarono, forse perché gli contendevano le caverne dove ritirarsi per l'ibernazione. Ma sebbene sia plausibile che lo abbiano cacciato, è un fatto che gli uomini ritrassero meno frequentemente l'orso delle caverne che l'orso bruno (che invece è sopravvissuto). Forse quest'ultimo era comunque più flessibile e capace di trovarsi rifugi migliori per passare il letargo? Forse fu la competizione tra specie che causò l'estinzione anticipata (del resto, quasi coeva a quella del Neanderthal) dell'orso delle caverne. Di sicuro, non c'é nessuna prova che l'uomo abbia mai voluto incontrare troppo 'spesso' quest'orso.
L'Orso etrusco era un tipo vissuto per circa 5,3 milioni di anni, finché non divenne estinto attorno a 11.000 anni fa, ed è l'antenato dei vari orsi come quello delle caverne e quello bruno. Nonostante il nome, ne sono stati scoperti persino nelle steppe russe e in Israele!
Ma non era finita qui, all'epoca girava anche la temibile Iena delle Caverne (sotto a dx), certo meno nota di orsi e leoni. Era un predatore attivo e temibile. Nemmeno a dirlo, questo mostro era molto più grosso delle iene africane, arrivando a 102 kg di peso stimato (forse per una femmina adulta, visto che i maschi erano più piccoli). Nonostante essa fosse in Europa, non mancava di conservare la maculatura delle antenate africane, e la cosa si sa perché è stata ritratta spesso dai cavernicoli. Questa belva predava quasi qualunque altro animale, alle volte nelle sue tane sono stati anche scoperti resti di lupi, orsi e leoni, ma le prede erano sopratutto cavalli, cervi e persino bisonti e rinoceronti. Nonostante la sua enorme potenza, la iena preistorica appare essere della stessa specie della sua parente africana, che pesa a stento un terzo.
Non è chiaro perché sparì dalla scena, forse perché le pianure aperte sparirono sostituite largamente dalle foreste, e altri predatori (uomini o lupi) avrebbero potuto trovarsi a loro agio. Le iene, tuttavia, avevano almeno in teoria cibo sufficiente per sopravvivere, essendoci bisonti, cervi, cavalli ecc ecc. La popolazione cominciò a calare sui 20.000 anni fa, poi sparì entro gli 11.000 in Europa occidentale, ma probabilmente andò avanti di più in Siberia e dintorni, dove del resto le pianure sono sempre rimaste piuttosto sgombre. Non è chiaro quindi perché questo predatore sparì dalla circolazione, specie considerando quanto pochi fossero gli umani all'epoca. Questi cacciarono alle volte la iena, ma di sicuro non era una loro preda abituale, casomai un competitore molto seccante per le prede già abbattute.
Nelle isole attorno
Gli elefanti nani sono diventati così per l'isolamento che hanno avuto anche in grandi territori come la Sicilia. Sono scesi anche ad appena un metro di altezza. Erano presenti in un pò tutte le grandi isole del Mediterraneo, persino nel Dodecanneso; non mancavano anche esemplari in Indonesia. In Sicilia almeno, non pare che siano stati spazzati via dagli uomini, probabilmente arrivati dopo. Quelli di Cipro sopravvissero almeno fino all'11000 AC (13.000 anni fa, già vista come data, eh?). Gli elefanti di Tilos, addirittura sopravvissero fino a 6000 anni fa. Anche i mammuth e gli Stegodon diedero origine a forme nane.
L'ippopotamo nano attuale, ancora esistente nonostante che gli uomini facciano di tutto per farlo estinguere, ha avuto parenti estinti nel Pleistocene ed Olocene, come gli ippopotami nani di Sicilia e Creta, quello di Malta e quello di Cipro.
Il Pika della sardegna era un grande roditore, che somigliava ad un gigantesco coniglio senza coda. Venne estinto in tempi recenti, addirittura verso la fine del XVIII secolo.
In Sardegna esisteva anche un canide apposito, ma scomparso attorno a 9.000 anni fa.
Non mancava nemmeno il Cygnus falconeri, un colosso lungo 1,9 metri vissuto in Sicilia e Malta e che competeva in dimensioni con gli elefanti nani dell'isola. Ad ogni modo, sparì dalla zona prima ancora che gli esseri umani apparissero in qualche numero significativo in quelle terre.
Nuova Zelanda
Non c'é dubbio che l'animale di maggiore importanza è il Moa, che era il gigante, anzi i giganti, che dominava(no) la Nuova Zelanda. Con diversi generi e 9(?)specie, questi colossi arrivavano tra 1 e 3,6 metri di altezza a seconda della specie e sesso (le femmine erano più grandi), pesando fino a 250 kg. Si stima che quando arrivarono i polinesiani nel 1280, queste bestie fossero circa 58.000 esemplari di popolazione media. Ma entro 100-150 anni sparirono, o almeno così è ufficialmente accertato. Alcuni di questi colossi avevano la possibilità di emettere suoni molto bassi e potenti, a lungo raggio un pò come gli elefanti se vogliamo fare un paragone. In genere le femmine erano più alte del 50% e quasi tre volte più pesanti, tanto che spesso venivano semplicemente classificate in altre specie anziché come dimorfia sessuale e ancora, per certe specie, il problema non è stato risolto. In tutto è probabile che siano arrivati in Nuova Zelanda un tempo veramente remoto: si parla di circa 60 milioni di anni, appena dopo l'estinzione dei dinosauri. Il che rende ancora più tragica la sciagurata estinzione di cui furono oggetto da parte dei Maori. Che dal canto loro negano che siano stati la causa, e comunque sia, 'dopo' sono diventati molto scrupolosi nel conservare l'ambiente per avere imparato che le risorse vanno 'gestite' invece che distrutte pensando che tanto ce ne saranno sempre. I Moa sono stati trovati un pò dappertutto in Nuova Zelanda, tra il livello del mare e le montagne.
Avevano una lunga fase di crescita, tanto che arrivavano alla maturità in circa 10 anni. Non erano molto fecondi, del resto non ne avevano molto bisogno.
Le uova erano lunghe fino a 240 mm e larghe quasi altrettanto, in genere bianche ma alle volte blu. Però erano assai fragili (1 mm). I Moa ufficialmente sono spariti attorno al 1400-1450, ma ancora nel '700 ci sono stati avvistamenti da parte di cacciatori, marinai e indigeni. Persino adesso c'é qualcuno ancora in cerca di ultimi esemplari di questo perduto colosso. E a mio avviso, è ben probabile che quanto meno siano arrivati a 2-3 secoli fa piuttosto che sparire totalmente nel '400, altrimenti certi avvistamenti non si spiegherebbero di sicuro (nel '700, quando la paleontologia non c'era ancora).
Tra gli altri esemplari c'era il Moa gigante dell'isola del Sud (Dinornis robustus), le cui femmine erano alte 2 metri senza considerare il lungo collo.
Il Moa della boscaglia, invece, era alto 130 cm e pesava sui 30 kg. L'Emeus crassus, invece, era un bestione di medie dimensioni (2 metri di altezza scarsi), e come gli altri del genere e famiglia, non aveva alcuna vestigia delle zampe anteriori, in netto contrasto con gli struzzi. Era un animale molto robusto con piedi giganteschi, anche se certo piuttosto lento.
Tra le altre specie interessanti, anche il Moa dell'Est, presente nell'isola meridionale e soltanto nelle zone pianeggianti. Era anch'esso provvisto di grandi zampe posteriori e scheletro enormemente robusto, testa a parte (piccola come per gli altri moa).
L'ultimo, e forse più piccolo Moa, fu quello di montagna, alto circa 1 metro.
Non c'é dubbio che l'animale di maggiore importanza è il Moa, che era il gigante, anzi i giganti, che dominava(no) la Nuova Zelanda. Con diversi generi e 9(?)specie, questi colossi arrivavano tra 1 e 3,6 metri di altezza a seconda della specie e sesso (le femmine erano più grandi), pesando fino a 250 kg. Si stima che quando arrivarono i polinesiani nel 1280, queste bestie fossero circa 58.000 esemplari di popolazione media. Ma entro 100-150 anni sparirono, o almeno così è ufficialmente accertato. Alcuni di questi colossi avevano la possibilità di emettere suoni molto bassi e potenti, a lungo raggio un pò come gli elefanti se vogliamo fare un paragone. In genere le femmine erano più alte del 50% e quasi tre volte più pesanti, tanto che spesso venivano semplicemente classificate in altre specie anziché come dimorfia sessuale e ancora, per certe specie, il problema non è stato risolto. In tutto è probabile che siano arrivati in Nuova Zelanda un tempo veramente remoto: si parla di circa 60 milioni di anni, appena dopo l'estinzione dei dinosauri. Il che rende ancora più tragica la sciagurata estinzione di cui furono oggetto da parte dei Maori. Che dal canto loro negano che siano stati la causa, e comunque sia, 'dopo' sono diventati molto scrupolosi nel conservare l'ambiente per avere imparato che le risorse vanno 'gestite' invece che distrutte pensando che tanto ce ne saranno sempre. I Moa sono stati trovati un pò dappertutto in Nuova Zelanda, tra il livello del mare e le montagne.
Avevano una lunga fase di crescita, tanto che arrivavano alla maturità in circa 10 anni. Non erano molto fecondi, del resto non ne avevano molto bisogno.
Le uova erano lunghe fino a 240 mm e larghe quasi altrettanto, in genere bianche ma alle volte blu. Però erano assai fragili (1 mm). I Moa ufficialmente sono spariti attorno al 1400-1450, ma ancora nel '700 ci sono stati avvistamenti da parte di cacciatori, marinai e indigeni. Persino adesso c'é qualcuno ancora in cerca di ultimi esemplari di questo perduto colosso. E a mio avviso, è ben probabile che quanto meno siano arrivati a 2-3 secoli fa piuttosto che sparire totalmente nel '400, altrimenti certi avvistamenti non si spiegherebbero di sicuro (nel '700, quando la paleontologia non c'era ancora).
Tra gli altri esemplari c'era il Moa gigante dell'isola del Sud (Dinornis robustus), le cui femmine erano alte 2 metri senza considerare il lungo collo.
Il Moa della boscaglia, invece, era alto 130 cm e pesava sui 30 kg. L'Emeus crassus, invece, era un bestione di medie dimensioni (2 metri di altezza scarsi), e come gli altri del genere e famiglia, non aveva alcuna vestigia delle zampe anteriori, in netto contrasto con gli struzzi. Era un animale molto robusto con piedi giganteschi, anche se certo piuttosto lento.
Tra le altre specie interessanti, anche il Moa dell'Est, presente nell'isola meridionale e soltanto nelle zone pianeggianti. Era anch'esso provvisto di grandi zampe posteriori e scheletro enormemente robusto, testa a parte (piccola come per gli altri moa).
L'ultimo, e forse più piccolo Moa, fu quello di montagna, alto circa 1 metro.
L'Aquila di Haarst era il più grande predatore neozelandese, principalmente attaccava gli stessi Moa. Pesava sui 15 kg (mentre le aquile moderne non superano i 9) ed aveva un'apertura alare di circa 3 metri al massimo, e le femmine erano più grandi dei maschi. Il becco era lungo oltre 11 centimetri, il 50% più delle aquile più grandi tra quelle esistenti, e il tarso era fino a circa 25 cm contro circa 15 di quelle moderne. La lunghezza era sui 140 cm, anche per via di una coda larga e potente, forse sui 50 cm. Le sue tecniche predatorie erano una picchiata sulla preda ad alta velocità, e poi colpi mortali alla testa o al collo, entrambi vulnerabili, sui poveri Moa. Questa gigantesca creatura è l'aquila più grande di cui si abbia notizia, ma venne estinta probabilmente attorno al 1400.
All'epoca dell'arrivo dei maori, in Nuova Zelanda c'erano solo tre specie di mammiferi, tutti pipistrelli (uno dei quali poi estinto). Pare che le aquile giganti potessero anche attaccare e uccidere gli uomini, cosa tutt'altro che sorprendente se si pensa alla potenza che avevano: già l'impatto in picchiata era sufficiente per mettere KO una preda. |
L'Adzebill era un genere di grandi uccelli terricoli della Nuova Zelanda, però non erano moa ma gruiformi, pesanti sui 18 kg e lunghi 80 cm. Probabilmente onnivori, mai diffusi quanto i moa, non sopravvissero comunque ai Maori e agli animali che introdussero.
Un altro disgraziato genere era l'anatra di Finch, molto grande e la più diffusa in Nuova Zelanda. Pesava un paio di chili e aveva grandi zampe, ma le ali erano ridotte. Tuttavia, non sparì del tutto e subito, tanto che vi sono racconti su questo tipo di animali fino al 1870. Il kiwi, per fortuna, è invece riuscito ad arrivare ai nostri giorni.
Un altro disgraziato genere era l'anatra di Finch, molto grande e la più diffusa in Nuova Zelanda. Pesava un paio di chili e aveva grandi zampe, ma le ali erano ridotte. Tuttavia, non sparì del tutto e subito, tanto che vi sono racconti su questo tipo di animali fino al 1870. Il kiwi, per fortuna, è invece riuscito ad arrivare ai nostri giorni.
Madagascar
Terra isolata, colonizzata soltanto negli ultimi 2000 anni circa, essa è un paradiso perduto con una storia biologica che è unica e irripetibile. Lì c'erano gli uccelli elefanti, appartenenti ai generi Aepyornis e Mullerornis, con un totale di 7 specie. Il primo è particolarmente noto. Essi scomparvero solo di recente, attorno al 1000, o addirittura, 1600-1700, altra disgraziatissima perdita dovuta probabilmente all'attività umana e alle specie non indigene introdotte. Nonostante possano sembrare degli struzzi giganti (alti fino a 3 metri e pesanti sui 500 kg), il loro parente più prossimo è il kiwi neozelandese (!)
Le uova arrivavano a ben 10 kg di peso, 34 cm di lunghezza e 1 metro di circonferenza, 160 volte più voluminose di quelle di gallina.
Ma il Madagascar è stato anche e sopratutto il regno dei primati, l'unica terra dove questi hanno dominato, anche se nella loro molto primitiva forma detta proscimmie. O lemuri, fantasmi in latino, date le loro abitudini notturne.
In passato, in Madagascar c'erano oltre 20 specie viventi, mentre attualmente sono 10-12 appena. Non solo, ma quelle estinte spesso sono state proprio quelle più grandi, oltre i 10 kg di peso, arrivando persino a 160 (la taglia di un gorilla). Tra le caratteristiche delle proscimmie, sia estinte che recenti, vi sono la visione ottimizzata per la notte, i cervelli piccoli e l'assenza di dominio maschile sulla specie. Tuttavia, le proscimmie sparite erano di terra e grosse. Tutte brutte caratteristiche per reggere la concorrenza con gli uomini. Non si sa bene come sia accaduto, ma la megafauna malgascia è stata spazzata via letteralmente, da un'azione combinata di caccia, concorrenza con animali domestici, probabilmente malattie, e sopratutto, cambiamento ambientale con la distruzione di molta della foresta. Tuttavia, il clima si stava già inaridendo già da circa 3000 anni fa, per cui non è chiaro se, quando gli uomini giunsero attorno al III secolo AC abbiano fatto davvero tutti questi danni, anche perché la foresta malgascia è sopravvissuta parzialmente a tutt'oggi.
Dei lemuri giganti c'erano 3 famiglie diverse, le Palaopropitheciade (i lemuri-bradipi), i lemuri-koala e i lemuri-scimmia.
Gli Archeoindris pesavano sui 160 kg ed erano le proscimmie-bradipo più grosse, e ovviamente lente nel movimento.
Anche i lemuri-koala erano grossi, ed essenzialmente foglivori.
Poi c'erano i lemuri-scimmia, abbastanza buoni per la visione notturna e persino cervelli abbastanza sviluppati.
Il Pachylemur è l'unico genere estinto della famiglia lemuridae, pesava sui 10-13 kg ed era più grande dei suoi equivalenti moderni.
In tutto, si dice che almeno 17 specie di lemuri giganti sparirono durante gli ultimi secoli, e un totale di 25 specie di grande taglia (tutte quelle oltre i 10 kg!) sono scomparse. L'uomo è arrivato tardi nell'unica isola dominata dai suoi cuggini (i primati, che comprendono per l'appunto anche le proscimmie), ma purtroppo ha fatto danni devastanti.
Dell'Aye aye, una delle proscimmie più schive e grandi, non sono rimasti molti esemplari. Ma in passato c'era anche la versione 'gigante', dai cui pochi fossili abbiamo ricavato che fosse 2-2,5 volte più grande dell'attuale forma, raggiungendo forse i 14 kg.
Il Pachylemur, probabilmente estintosi attorno all'anno 1000, è una forma delle tante ad essere state estinte in tempi recenti. Esso è simile ad alcune specie viventi a tutt'oggi, ma molto più grande.
Il lemure-scimmia, una famiglia con due generi, è sparito a sua volta.
Il Megaladapis era una grande proscimmia della famiglia omonima. Il solo cranio era lungo sui 35 cm (ma il cervello era solo da 250 cc) e l'animale nel suo insieme era lungo sui 150 cm e pesava sui 50 kg. Nondimeno, era una specie altamente arboricola.
In Madagascar esistevano anche gli ippopotami nani, per giunta in diverse specie (2, o forse 3 stando a scoperte più recenti). Erano animali piccoli, sui 2 metri di lunghezza e 70 cm di altezza. Purtroppo anche questi pare siano spariti attorno ai 1000 anni fa. 'Pare' perché, come anche con le proscimmie e le Fossa giganti, racconti orali continuano a dire che alcuni siano sopravvissuti fino a tempi recenti se non attuali. Magari.
Terra isolata, colonizzata soltanto negli ultimi 2000 anni circa, essa è un paradiso perduto con una storia biologica che è unica e irripetibile. Lì c'erano gli uccelli elefanti, appartenenti ai generi Aepyornis e Mullerornis, con un totale di 7 specie. Il primo è particolarmente noto. Essi scomparvero solo di recente, attorno al 1000, o addirittura, 1600-1700, altra disgraziatissima perdita dovuta probabilmente all'attività umana e alle specie non indigene introdotte. Nonostante possano sembrare degli struzzi giganti (alti fino a 3 metri e pesanti sui 500 kg), il loro parente più prossimo è il kiwi neozelandese (!)
Le uova arrivavano a ben 10 kg di peso, 34 cm di lunghezza e 1 metro di circonferenza, 160 volte più voluminose di quelle di gallina.
Ma il Madagascar è stato anche e sopratutto il regno dei primati, l'unica terra dove questi hanno dominato, anche se nella loro molto primitiva forma detta proscimmie. O lemuri, fantasmi in latino, date le loro abitudini notturne.
In passato, in Madagascar c'erano oltre 20 specie viventi, mentre attualmente sono 10-12 appena. Non solo, ma quelle estinte spesso sono state proprio quelle più grandi, oltre i 10 kg di peso, arrivando persino a 160 (la taglia di un gorilla). Tra le caratteristiche delle proscimmie, sia estinte che recenti, vi sono la visione ottimizzata per la notte, i cervelli piccoli e l'assenza di dominio maschile sulla specie. Tuttavia, le proscimmie sparite erano di terra e grosse. Tutte brutte caratteristiche per reggere la concorrenza con gli uomini. Non si sa bene come sia accaduto, ma la megafauna malgascia è stata spazzata via letteralmente, da un'azione combinata di caccia, concorrenza con animali domestici, probabilmente malattie, e sopratutto, cambiamento ambientale con la distruzione di molta della foresta. Tuttavia, il clima si stava già inaridendo già da circa 3000 anni fa, per cui non è chiaro se, quando gli uomini giunsero attorno al III secolo AC abbiano fatto davvero tutti questi danni, anche perché la foresta malgascia è sopravvissuta parzialmente a tutt'oggi.
Dei lemuri giganti c'erano 3 famiglie diverse, le Palaopropitheciade (i lemuri-bradipi), i lemuri-koala e i lemuri-scimmia.
Gli Archeoindris pesavano sui 160 kg ed erano le proscimmie-bradipo più grosse, e ovviamente lente nel movimento.
Anche i lemuri-koala erano grossi, ed essenzialmente foglivori.
Poi c'erano i lemuri-scimmia, abbastanza buoni per la visione notturna e persino cervelli abbastanza sviluppati.
Il Pachylemur è l'unico genere estinto della famiglia lemuridae, pesava sui 10-13 kg ed era più grande dei suoi equivalenti moderni.
In tutto, si dice che almeno 17 specie di lemuri giganti sparirono durante gli ultimi secoli, e un totale di 25 specie di grande taglia (tutte quelle oltre i 10 kg!) sono scomparse. L'uomo è arrivato tardi nell'unica isola dominata dai suoi cuggini (i primati, che comprendono per l'appunto anche le proscimmie), ma purtroppo ha fatto danni devastanti.
Dell'Aye aye, una delle proscimmie più schive e grandi, non sono rimasti molti esemplari. Ma in passato c'era anche la versione 'gigante', dai cui pochi fossili abbiamo ricavato che fosse 2-2,5 volte più grande dell'attuale forma, raggiungendo forse i 14 kg.
Il Pachylemur, probabilmente estintosi attorno all'anno 1000, è una forma delle tante ad essere state estinte in tempi recenti. Esso è simile ad alcune specie viventi a tutt'oggi, ma molto più grande.
Il lemure-scimmia, una famiglia con due generi, è sparito a sua volta.
Il Megaladapis era una grande proscimmia della famiglia omonima. Il solo cranio era lungo sui 35 cm (ma il cervello era solo da 250 cc) e l'animale nel suo insieme era lungo sui 150 cm e pesava sui 50 kg. Nondimeno, era una specie altamente arboricola.
In Madagascar esistevano anche gli ippopotami nani, per giunta in diverse specie (2, o forse 3 stando a scoperte più recenti). Erano animali piccoli, sui 2 metri di lunghezza e 70 cm di altezza. Purtroppo anche questi pare siano spariti attorno ai 1000 anni fa. 'Pare' perché, come anche con le proscimmie e le Fossa giganti, racconti orali continuano a dire che alcuni siano sopravvissuti fino a tempi recenti se non attuali. Magari.
Il Voay era un coccodrillo locale, vissuto da 126.000 anni fa a tempi recenti. Era un bestione lungo fino a 5 metri e da 170 kg, con due caratteristici corni sopra le orbite. Non si sa come sia sparito, né se sia vero che i coccodrilli 'normali' siano arrivati soltanto dopo la sua sparizione.
La Cryptoprocta spelea era un predatore del Madagascar, noto anche come 'Fossa gigante' (dove Fossa è il nome di un predatore a tutt'oggi esistente, una sorta di parente della mangusta). La stima delle dimensioni era sui 17-20 kg, contro i 5-10 delle attuali creature della stessa famiglia. Non si sa quando sia sparita, ma è un fatto che in Madagascar spesso vengono indicate due diverse fosse, una delle quali nera e di grandi dimensioni, lunga anche 2 metri e pesante 30 kg. Chissà se la 'fossa gigante' è davvero sparita? In fondo, sarebbe avvenuto solo qualche secolo fa e il Madagascar è grande.
Il Plesiorycteropus è stato un altro mammifero estinto recentemente in Madagascar, pesava sui 6-18 kg. Non si sa bene quando venne estinto e perché. Era una sorta di armadillo locale.
In Madagascar non mancava nemmeno un'aquila locale, probabilmente sopravvissuta fino a circa il 1500 DC.
La Cryptoprocta spelea era un predatore del Madagascar, noto anche come 'Fossa gigante' (dove Fossa è il nome di un predatore a tutt'oggi esistente, una sorta di parente della mangusta). La stima delle dimensioni era sui 17-20 kg, contro i 5-10 delle attuali creature della stessa famiglia. Non si sa quando sia sparita, ma è un fatto che in Madagascar spesso vengono indicate due diverse fosse, una delle quali nera e di grandi dimensioni, lunga anche 2 metri e pesante 30 kg. Chissà se la 'fossa gigante' è davvero sparita? In fondo, sarebbe avvenuto solo qualche secolo fa e il Madagascar è grande.
Il Plesiorycteropus è stato un altro mammifero estinto recentemente in Madagascar, pesava sui 6-18 kg. Non si sa bene quando venne estinto e perché. Era una sorta di armadillo locale.
In Madagascar non mancava nemmeno un'aquila locale, probabilmente sopravvissuta fino a circa il 1500 DC.
Miscellanea
Il Moa-nalo (a sx) era una grande anatra che viveva alle Hawaii, finché non venne provvidenzialmente estinta dall'arrivo degli uomini. Prima di allora era il più grande erbivoro di quelle isole per ben 3 milioni di anni. Avendo perso, col tempo, la capacità di volare, finirono rapidamente per soccombere agli indigeni attorno al 1000 DC.
La Nēnē-nui era un altro grande animale di questo tipo, simile all'oca ne-ne attuale, che se non altro è ancora esistente, forse perché è rimasta più piccola e capace di volare (la sua cuggina più grossa, invece, si stava evolvendo proprio per diventare incapace di volare, riducendo le ali). Probabilmente arrivò dal Canada e si estinse attorno al 1000 dopo Cristo.
Il Sylviornis era un altro tipo di uccelli, stavolta un galliforme, che viveva nella lontana Nuova Caledonia. Era un colosso lungo 1,7 metri e pesante 30 kg di media, il più grande galliforme mai esistito, con un grande cranio e becco. Purtroppo è stato estinto attorno al 1500 AC a causa degli uomini, nonché dei loro animali domestici (cani, maiali e topi).
L'Ibis sacro delle isole Réunion è stato un altro animale estinto in tempi molto recenti, attorno al 1700. E meno male che era sacro. Purtroppo volava con difficoltà e questo non gli ha allungato la vita quando ha avuto a che fare con gli uomini. Era bello a vedersi (a differenza del dodo) e buono a mangiarsi (e così ha fatto la fine del dodo pur essendo il contrario di quest'ultimo). A quanto pare erano -almeno nel '600- facili da catturare e uccidere a bastonate, ce n'erano tanti ed era divertente ed economico farlo. Sigh.
Il tipo di coccodrilli noto come Mekosuchinae è esistito per un tempo lunghissimo, tra 56 milioni e 10.000 anni fa, con numerosi generi e specie. In Nuova Caledonia, una delle ultime specie probabilmente era addirittura capace di muoversi sugli alberi. Estintisi in Australia presumibilmente a causa della competizione con i coccodrilli moderni, sopravvissero in Nuova Caledonia e Vanuatu, ma poi sparirono anche lì, forse per l'attività di caccia umana.
L'Ikanogavialis era un tipo di coccodrillo gavialoide, che riuscì a sopravvivere in alcune zone come le Salomone, fino al Pleistocene.
Le tartarughe sono creature antichissime, che nella loro marcia lenta hanno seminato più di un Pelide Achille. Le loro versioni 'giganti', però, ultimamente hanno subito non poche perdite. Quelle attuali sono capaci di arrivare fino a 300 kg di peso e 1,3 metri di lunghezza del carapace (ma tipicamente è difficile che superino il metro). In molte isole sono arrivate e tosto hanno sviluppato dimensioni enormi. Attualmente le meglio conosciute sono quelle delle Galapagos, anche se alcune loro sottospecie sono estinte (a causa, in genere, della caccia a cui le hanno sottoposte bracconieri e pirati vari). In realtà molte tartarughe giganti hanno cominciato a sparire circa 100.000 anni fa, ma 250 anni fa c'erano ancora 20 specie e sottospecie nel solo oceano Indiano e 14-15 alle Galapagos. Quelle dell'oceano indiano sono praticamente sparite (sigh). Entro le ultime migliaia o decine di migliaia di anni, le forme giganti indiane (Colossochelys), nord e sud americane, australiane (Meilania), indonesiane, maltesi e malgasce sono svanite, così come quelle africane, sparite nel tardo Pliocene (quando nemmeno esistevano gli uomini 'veri e propri').
Attualmente vi sono ancora le tartarughe di Aldabra (atollo su cui sono presenti oltre 150.000 esemplari), ma in Madagascar i suoi corrispettivi parenti si sono estinti.
Alle Galapagos c'erano forse 14 specie, ma i viaggiatori, specie i balenieri, ne fecero incetta: la carne era meglio di qualsiasi altra, il grasso era come il burro, e per giunta era possibile ibernare queste bestie per un anno a bordo. Attualmente, ne esistono ancora 10 specie con almeno 20.000 esemplari.
Le tartarughe delle Mauritius sono state molto meno fortunate: le 5 specie esistenti sono state spazzate via. In pratica, erano animali indifesi, con un guscio ridotto e spesso solo 1 mm. Quando i governatori locali cercarono di salvarle, non riuscirono nell'intento e finirono per assistere alla loro fine senza poter fare nulla con i pochi mezzi a disposizione.
In India esisteva anche una tartaruga colossale, la Megalochelys atlas (è quella in cima alla pagina). Questa era esistente sopratutto in India e dev'essere stata una vera tartaruga-elefante: esistente tra il Miocene e il tardo Pleistocene-Holocene, era presente negli interglaciali caldi e aridi, tra Timor e il Pakistan. Questo colosso aveva zampe colonnari, un carapace lungo circa 250 centimetri (molte tartarughe moderne non arrivano a un decimo di questa cifra!!!) e la sua altezza era probabilmente, collo escluso, 1,8 metri. I pesi erano variamente stimati: tra 1 e 4 tonnellate!!! Si estinse probabilmente attorno a 8000 o più anni fa, per ragioni difficili da stabilire, a parte la probabilità che un simile titano sia stato cacciato dall'uomo (che era presente da moolto prima dell'estinzione di questa specie!)
L'Aldrabrachampsus era un coccodrillo estinto durante il Pleistocene, nell'oceano indiano (Atollo di Aldabra),
Nelle Indie occidentali c'era un gruppo di roditori adesso indicati come Hutia Gigante, pesanti anche 200 kg. Probabilmente esistettero fino a tempi storici. Alcuni tipi non giganti di questo gruppo esistono a tutt'oggi nei Caraibi.
A Cuba c'era un altro animale roditore, il Geocapromys columbianus e probabilmente sopravvisse fino al 1500 circa.
Un altro indigeno cubano era l' Ornimegalonyx, un gufo gigante che era capace di misurare in altezza qualcosa come 110 cm! Però era praticamente incapace di volare e anche per questo, il gufo forse più grande mai esistito non è sopravvissuto fino a noi anche se c'era ancora attorno ai 10.000 anni fa.
Il Metriodiochoerus era una specie di suide africano, noto anche come facocero gigante. Era lungo circa 150 cm.
Il Sivatherium era un altro animale dell'Africa che adesso non esiste più: apparso circa 5 milioni di anni fa, scomparve probabilmente attorno a 8.000 anni fa, presumibilmente a seguito dei grandi cambiamenti climatici che inaridirono il Nord Africa. Era alto 2,2 metri alla spalla, 3 in tutto e pesava sui 500 kg.
In Africa è pure esistita, al pari della iena delle Caverne, una gigantesca iena, sparita attorno ai 400.000 anni fa: la Pachycrocuta, da circa 110 kg. Pare che predasse anche i primi ominidi (cosa non tanto sorprendente!)
Il Megalotragus era vissuto tra 5 e 0,011 mln di anni fa, una sorta di grande gnu, alto circa 140 cm alla spalla. Sparì alla fine del Pleistocene.
***
E tanti altri sarebbero da citare! Alcune creature qui descritte si sono estinte ben dopo la grande estinzione del quaternario, ma le cito lo stesso perché certamente esistenti anche a quell'epoca e quindi facevano parte di quel mondo, così come presumibilmente esistevano già altri giganti poi spariti negli ultimi secoli, come la Ritina di Steller, l'Uro, alcune specie di tigri (quella del Caspio in particolare), di leopardi, di leoni (il leone berbero e quello del capo), di orsi (il gigantesco grizzly della California, quello del Messico, e l'orso dell'Atlante, nonché il Quagga, l'antilope blu, il tarpan, l'uro, la colomba migratrice, un mucchio di fauna delle Mauritius, Seychelles ecc ecc) e certamente l'elenco potrebbe continuare a lungo, includendo anche l'Uomo di Neandhertal e quello di Flores, anche se non propriamente 'animali' nel senso più comune del termine. Ma, dopotutto, quello che mi prefiggevo di fare era parlare del mondo di 10.000 anni fa, e di come cambiò, e sopratutto, del perché accadde.
Il Moa-nalo (a sx) era una grande anatra che viveva alle Hawaii, finché non venne provvidenzialmente estinta dall'arrivo degli uomini. Prima di allora era il più grande erbivoro di quelle isole per ben 3 milioni di anni. Avendo perso, col tempo, la capacità di volare, finirono rapidamente per soccombere agli indigeni attorno al 1000 DC.
La Nēnē-nui era un altro grande animale di questo tipo, simile all'oca ne-ne attuale, che se non altro è ancora esistente, forse perché è rimasta più piccola e capace di volare (la sua cuggina più grossa, invece, si stava evolvendo proprio per diventare incapace di volare, riducendo le ali). Probabilmente arrivò dal Canada e si estinse attorno al 1000 dopo Cristo.
Il Sylviornis era un altro tipo di uccelli, stavolta un galliforme, che viveva nella lontana Nuova Caledonia. Era un colosso lungo 1,7 metri e pesante 30 kg di media, il più grande galliforme mai esistito, con un grande cranio e becco. Purtroppo è stato estinto attorno al 1500 AC a causa degli uomini, nonché dei loro animali domestici (cani, maiali e topi).
L'Ibis sacro delle isole Réunion è stato un altro animale estinto in tempi molto recenti, attorno al 1700. E meno male che era sacro. Purtroppo volava con difficoltà e questo non gli ha allungato la vita quando ha avuto a che fare con gli uomini. Era bello a vedersi (a differenza del dodo) e buono a mangiarsi (e così ha fatto la fine del dodo pur essendo il contrario di quest'ultimo). A quanto pare erano -almeno nel '600- facili da catturare e uccidere a bastonate, ce n'erano tanti ed era divertente ed economico farlo. Sigh.
Il tipo di coccodrilli noto come Mekosuchinae è esistito per un tempo lunghissimo, tra 56 milioni e 10.000 anni fa, con numerosi generi e specie. In Nuova Caledonia, una delle ultime specie probabilmente era addirittura capace di muoversi sugli alberi. Estintisi in Australia presumibilmente a causa della competizione con i coccodrilli moderni, sopravvissero in Nuova Caledonia e Vanuatu, ma poi sparirono anche lì, forse per l'attività di caccia umana.
L'Ikanogavialis era un tipo di coccodrillo gavialoide, che riuscì a sopravvivere in alcune zone come le Salomone, fino al Pleistocene.
Le tartarughe sono creature antichissime, che nella loro marcia lenta hanno seminato più di un Pelide Achille. Le loro versioni 'giganti', però, ultimamente hanno subito non poche perdite. Quelle attuali sono capaci di arrivare fino a 300 kg di peso e 1,3 metri di lunghezza del carapace (ma tipicamente è difficile che superino il metro). In molte isole sono arrivate e tosto hanno sviluppato dimensioni enormi. Attualmente le meglio conosciute sono quelle delle Galapagos, anche se alcune loro sottospecie sono estinte (a causa, in genere, della caccia a cui le hanno sottoposte bracconieri e pirati vari). In realtà molte tartarughe giganti hanno cominciato a sparire circa 100.000 anni fa, ma 250 anni fa c'erano ancora 20 specie e sottospecie nel solo oceano Indiano e 14-15 alle Galapagos. Quelle dell'oceano indiano sono praticamente sparite (sigh). Entro le ultime migliaia o decine di migliaia di anni, le forme giganti indiane (Colossochelys), nord e sud americane, australiane (Meilania), indonesiane, maltesi e malgasce sono svanite, così come quelle africane, sparite nel tardo Pliocene (quando nemmeno esistevano gli uomini 'veri e propri').
Attualmente vi sono ancora le tartarughe di Aldabra (atollo su cui sono presenti oltre 150.000 esemplari), ma in Madagascar i suoi corrispettivi parenti si sono estinti.
Alle Galapagos c'erano forse 14 specie, ma i viaggiatori, specie i balenieri, ne fecero incetta: la carne era meglio di qualsiasi altra, il grasso era come il burro, e per giunta era possibile ibernare queste bestie per un anno a bordo. Attualmente, ne esistono ancora 10 specie con almeno 20.000 esemplari.
Le tartarughe delle Mauritius sono state molto meno fortunate: le 5 specie esistenti sono state spazzate via. In pratica, erano animali indifesi, con un guscio ridotto e spesso solo 1 mm. Quando i governatori locali cercarono di salvarle, non riuscirono nell'intento e finirono per assistere alla loro fine senza poter fare nulla con i pochi mezzi a disposizione.
In India esisteva anche una tartaruga colossale, la Megalochelys atlas (è quella in cima alla pagina). Questa era esistente sopratutto in India e dev'essere stata una vera tartaruga-elefante: esistente tra il Miocene e il tardo Pleistocene-Holocene, era presente negli interglaciali caldi e aridi, tra Timor e il Pakistan. Questo colosso aveva zampe colonnari, un carapace lungo circa 250 centimetri (molte tartarughe moderne non arrivano a un decimo di questa cifra!!!) e la sua altezza era probabilmente, collo escluso, 1,8 metri. I pesi erano variamente stimati: tra 1 e 4 tonnellate!!! Si estinse probabilmente attorno a 8000 o più anni fa, per ragioni difficili da stabilire, a parte la probabilità che un simile titano sia stato cacciato dall'uomo (che era presente da moolto prima dell'estinzione di questa specie!)
L'Aldrabrachampsus era un coccodrillo estinto durante il Pleistocene, nell'oceano indiano (Atollo di Aldabra),
Nelle Indie occidentali c'era un gruppo di roditori adesso indicati come Hutia Gigante, pesanti anche 200 kg. Probabilmente esistettero fino a tempi storici. Alcuni tipi non giganti di questo gruppo esistono a tutt'oggi nei Caraibi.
A Cuba c'era un altro animale roditore, il Geocapromys columbianus e probabilmente sopravvisse fino al 1500 circa.
Un altro indigeno cubano era l' Ornimegalonyx, un gufo gigante che era capace di misurare in altezza qualcosa come 110 cm! Però era praticamente incapace di volare e anche per questo, il gufo forse più grande mai esistito non è sopravvissuto fino a noi anche se c'era ancora attorno ai 10.000 anni fa.
Il Metriodiochoerus era una specie di suide africano, noto anche come facocero gigante. Era lungo circa 150 cm.
Il Sivatherium era un altro animale dell'Africa che adesso non esiste più: apparso circa 5 milioni di anni fa, scomparve probabilmente attorno a 8.000 anni fa, presumibilmente a seguito dei grandi cambiamenti climatici che inaridirono il Nord Africa. Era alto 2,2 metri alla spalla, 3 in tutto e pesava sui 500 kg.
In Africa è pure esistita, al pari della iena delle Caverne, una gigantesca iena, sparita attorno ai 400.000 anni fa: la Pachycrocuta, da circa 110 kg. Pare che predasse anche i primi ominidi (cosa non tanto sorprendente!)
Il Megalotragus era vissuto tra 5 e 0,011 mln di anni fa, una sorta di grande gnu, alto circa 140 cm alla spalla. Sparì alla fine del Pleistocene.
***
E tanti altri sarebbero da citare! Alcune creature qui descritte si sono estinte ben dopo la grande estinzione del quaternario, ma le cito lo stesso perché certamente esistenti anche a quell'epoca e quindi facevano parte di quel mondo, così come presumibilmente esistevano già altri giganti poi spariti negli ultimi secoli, come la Ritina di Steller, l'Uro, alcune specie di tigri (quella del Caspio in particolare), di leopardi, di leoni (il leone berbero e quello del capo), di orsi (il gigantesco grizzly della California, quello del Messico, e l'orso dell'Atlante, nonché il Quagga, l'antilope blu, il tarpan, l'uro, la colomba migratrice, un mucchio di fauna delle Mauritius, Seychelles ecc ecc) e certamente l'elenco potrebbe continuare a lungo, includendo anche l'Uomo di Neandhertal e quello di Flores, anche se non propriamente 'animali' nel senso più comune del termine. Ma, dopotutto, quello che mi prefiggevo di fare era parlare del mondo di 10.000 anni fa, e di come cambiò, e sopratutto, del perché accadde.