Cannoni da incrociatore pesante, II Guerra mondiale.
6-2-015
Fonte: Naval Weapons
Modello: L55 Mk9/14 --L55 Mk 12/15----L50 Mk VIII ---- L60 SK C/34 -- L50 Mod 24I --L53 Mod 27 -- L50 Mod 24F-- L50 Type 1 - L50 Type 3
Nazione USA USA UK GER ITA ITA FRA JAP JAP
Calibro effettivo: 203/55 mm 203/55 203/50 203/60 203/50 203/53 203/50 200/50 203/50
Anno servizio: 1930 -------------- 1939 ----------------1927 -------------- 1939 --------------1928---------------1931---------------1928-----------------1923------------1931
Peso: 30,48 t ----------- 17,4 t ---------------17,5 t -------------- 20,7 t --------------29 t----------------27,16 t--------------20,7 m--------------17,3 t------------19 t
Lunghezza: 11,4 m ----------- 11,4 m -------------10,5 m ------------12,15 m -----------10,54 m----------11,18 m------------10,5 m---------------10 m-----------10,3 m
Proiettili AP: 118 kg ------------118 o 152 kg -----116 kg ------------ 122 kg -------------118 kg------------125 kg-------------123-134 kg--------110 kg----------126 kg
HE: 1,7-9,7 kg --------1,7-9,7 kg----------5,2-10 kg -------- 2,3-8,93 kg -------3,4-8,2------------3,4-8,2-------------8,1-8,3--------------2,9-7,3--------- 3,1-8,2 kg
C.Lancio: 40,4 kg ---------- 38,6 kg -------------30 kg -------------- 51 kg --------------47,3 kg------------41,8 kg-------------47 kg----------------33 kg-----------33,8 kg
v.iniz: 853 m/sec ------762-823-------------855 ----------------925------------------840-----------------900-----------------820-----------------870--------------840
v.utile: 715 ---------------715 -------------------550 ---------------- 300+ ------------------?-------------------?------------------600-----------------300--------------400
N.colpi: 100-150 ---------100-150-------------125-150 -----------140 ----------------216??-------------100-------------------?-------------------120--------------120+
pressione: 2,68 t/cm2 ------- 2,87-------------------2,87----------------3,2-----------------2,8-----------------3,25----------------3,2-------------------3,0-------------- 3,12
RPM: 3-4 ----------------- 3-4 --------------------3-5 ----------------4-5 ---------------1,5-3,4------------2-3,8---------------4-5-------------------2-3,5----------- 3-4
Gittata: 29,1 km -----------27,48 ----------------27,43 --------------28 --------------- 33,5----------------31,5 --------------30-31,4---------------28----------------29,4
Peso torri: 190-299 t --------254-319 t --------- 226-242 t -----------249 t ----------------?------------------181 t-------------180-240 t-------------175 t-------------166-175 t
Alzo: -10/+41° ------- -10/+41° ------------ 3/+50-70° -------- -9/+37° -----------1,5/+45°-------- -5/+45°---------- -5/+45°------------- -5/+70°---------- -5/+ 40-70°
Indip: NO -----------------SI' --------------------- SI' ------------------ SI' ----------------NO------------------NO-----------------SI'--------------------NO?--------------NO?
Moto: idraulico ------- idraulico -------------Elettrico ------------ ? ---------------- Elettrico----------Elettrico------------Elettrico-----------Misto--------------Misto
Distanza: 117 cm --------- 170 cm ------------- 213 cm ------------ 216 cm ---------100 cm----------100 cm?-----------188 cm-----------190 cm-----------190 cm
Protezione: 64 mm? ------- 203 mm ----------- 25 mm ------------ 80 mm --------- 100 mm-------- 203 mm? --------- 30-100 mm ---- 25 mm ---------- 40 mm
Perforazione:
-8,23 km 254 mm --------- idem
-9,88 km xxx--------------- 254 mm ----------------------------------240/9,5 km----------------------------------------------------------------------------------------------------190 mm
-11,34 km 203 mm
-14+ km 152 mm --------203 mm
-17,83 km 127 mm ------- 152 mm -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------120 mm
-19+ km x /51 mm
-21,58 km 102 mm ---------x/76 mm
-24/25 km x/76 mm -------x/102 mm
-27 km c.a. 76/102 mm --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------74 (29,4 km)
La protezione incideva sul peso di torrette anche apparentemente simili. Ad esempio, le torrette dei Duquesne e Suffren: 30 mm (15+15 mm rivettate) su tutta la superficie. L'Algérie invece, aveva torre frontale da 100 mm, lati 70 mm, tetto 70 mm, posteriore 50-85 mm, pavimento 40 mm.
Ecco il comportamento balistico delle munizioni tirate dai cannoni da 203/50 giapponesi:
Gittata Elevazione Discesa velocità impatto
5 km 2° 24′ 3° 650 m/s
10 km 5° 18′ 7° 30′ 498 m/s
15 km 10° 30′ 15° 48′ 396 m/s
20 km 18° 29° 364 m/s
25 km 30° 47° 380 m/s
Questo dà l'idea di come la penetrazione a lungo raggio possa essere molto più scarsa in termini di corazzatura verticale, dato l'angolo molto alto d'impatto, e la velocità che diventa appena transonica, già a 15 km. Però, l'angolo di caduta è micidialmente ripido: questo tra l'altro, produce il paradosso che a 25 km la velocità è MAGGIORE di quella a 20 km, e al contempo l'angolo di caduta aumenta di ben 18°, fino a 47°. Per cui è tutt'altro che sorprendente che a quel punto, la penetrazione di corazze verticali è minima, mentre la penetrazione dei ponti comincia ad essere molto rilevante!
Commenti (9-2-15)
Per quel che mi riguarda, l'elemento di maggior interesse, manco a dirlo, sono i cannoni (e le torri) all'italiana.
I cannoni italiani sono secondi, in potenza, solo al pezzo tedesco da 60 calibri, che del resto è anche il più lungo della categoria: 50 MJ vs 54 (ma la media 'all'inglese' era di circa . Cosa meno nota, è che a suo tempo, il Mod 24 era stato pensato con una carica maggiore, che poteva portare una granata da 125 kg a 32 km! Ma non basta: siccome gli italiani non sono secondi a nessuno, il Mod 27 la lanciava fino a 34 km, addirittura un km oltre il C/34 tedesco!
All'epoca, del resto, per gli ammiragli italiani tutto doveva essere 'più'. Era il tempo in cui si potevano vedere incrociatori 'alleggeriti' volare fino a 42 nodi, del resto! I 'Trento' avevano la mostruosa potenza di 150.000 hp, che non è mai stata ripetuta in nessuna nave militare italiana (e parliamo di navi dei tardi anni '20!), anche se tutto quello che se ne ottenne, di fatto, fu di aumentare la velocità massima da un tipico valore sui 32 nodi, a 35 nodi (davvero, non un grande vantaggio).
E i cannoni (nonché i siluri!) non facevano eccezione: non solo i 203 mm, ma anche i 152 mm dei 'Da Giussano' erano stati concepiti come armi 'super', tanto che tiravano proiettili da 58 km a 28.000 metri! Idem (pure) per i pezzi da 120 mm, che inizialmente arrivavano a ben 22 km! In seguito, le cariche vennero ridotte di parecchio, 'normalizzando' i cannoni di queste categorie, ma questo dà l'idea di come si volesse 'il massimo', anche senza curarsi dell'effettiva necessità di questo.
Per esempio, le 'super cariche' sarebbero state più utili per le distanze ravvicinate, essendo più penetranti nelle corazze (un paradosso, se vogliamo). E' per questo che i 381/50 tornarono nuovamente al vertice delle artiglierie in termini di gittata, anche se in questo caso non era per questo che li avevano costruiti così.
Non so se il cannone da 203 Mod 27 ebbe mai davvero queste super-cariche previste (probabilmente no, perché gli 'Zara' non erano più navi della 'gestione Pariani'), ma una cosa è sicura: a Punta Stilo, il Mod 24 aveva già le cariche 'depotenziate', che erano tipiche del II conflitto mondiale, tanto che Cernuschi diceva, negli articoli su Punta Stilo apparsi in Storia Militare, che il Trento aveva smesso di sparare quando la distanza era salita oltre la gittata massima di 28.000 metri.
All'epoca, cioé, i 'Trento' avevano già cannoni 'normalizzati', che in pratica, erano tali e quali ai colleghi inglesi.
Non così gli altri 5 incrociatori italiani, che avevano ancora armi più potenti degli avversari, lievemente superiori persino a quelli francesi (che comunque erano paragonabili essendo appena appena inferiori in gittata e peso granata).
I cannoni italiani, a parte l'unico, notevole caso dei primi 203/55 americani, erano però di gran lunga, i più pesanti di tutti! 27-29 tonnellate, quando gli altri erano sulle 17-20, incluso il pezzo 'lungo' tedesco. Per questo, non dev'essere stato certo difficile realizzare un'arma capace di operare a pressioni maggiori del normale, avendo un margine di circa 10 tonnellate(!) che sarebbe stato notevole persino con armi calibro 381 mm (e infatti, vedi le comparazioni tra cannoni delle corazzate), e invece era applicato ai 203 mm, che tra l'altro, nel caso italiano, non erano particolarmente più lunghi di quelli delle altre nazioni (anzi, erano decisamente 'nella media'). Come dire: peso medio del cannone italiano: circa 2,5 tonnellate per ogni metro di lunghezza! E sopratutto, circa 1 tonnellata di peso extra per ogni singolo metro di lunghezza, rispetto ai cannoni 'degli altri'!!
Detto questo, le torrette: eccezionalmente ben protette, anche quelle dei 'Trento' lo erano per la loro generazione, eppure... il peso era simile o inferiore a quello di altri modelli stranieri. Il rapporto tra peso armi e torre era di appena 3:1, quando all'estero era sui 5:1. Come è possibile? Evidentemente, perché erano più piccole. Così, erano anche un bersaglio più difficile da colpire.
E perché erano più piccole? Perché, sopratutto, la distanza tra i cannoni era di circa 100 cm (misurata probabilmente lungo l'asse centrale, e non alle pareti esterne!).
La cosa più notevole è il paragone che è possibile fare con i tipi britannici. Se, poniamo, gli inglesi avessero 'copiato' il concetto italiano, costruendo cannoni fin dall'inizio con un alzo ridotto (e con struttura più piccola della torre) e più potenti, avrebbero risparmiato circa 250 t PER NAVE, ergo il 2,5% del dislocamento standard! E questo, pur avendo cannoni del 50% più pesanti, assai più potenti, e con una protezione per le torri (non è chiaro se nei pesi risultassero però anche le barbette!) fino a 8 volte maggiore!! Nell'insieme, per i 'Kent' sarebbe stato un guadagno nettissimo, tanto i 203 mm erano marginali come armi a.a. (e comunque sia, era sempre possibile usare anche i '203 con torri 'normali' per eseguire tiro a.a.).
Detto questo, però, c'erano gli svantaggi: la velocità iniziale fu abbassata, ma la dispersione dipendeva anche dalla troppo 'chiusa' disposizione dei cannoni nelle torri: gli studi inglesi suggerivano almeno 10 calibri per evitare influenze reciproche, ma le navi italiane avevano metà di tale valore! E questo, specialmente con cariche potenziate, era davvero un'assurdità, che deve avere messo davvero in crisi i progettisti delle altre nazioni, dubbiosi se la logica, in Italia, si applicasse in maniera difforme che dalle loro parti.
La torre era più protetta e piccola, ma forse era un pò troppo minuscola, e la cadenza di tiro era tra le più basse della categoria (anzi, stando alle prove di tiro, era la più bassa), particolare che ai progettisti italiani (almeno fino alla II guerra mondiale) non è mai interessato granché. Inoltre, i pezzi non solo erano troppo vicini, ma erano anche a culla unica (a differenza di almeno alcuni dei tipi esteri). Del resto non si può avere tutto.
I proiettili erano di tipo assai normale, con un contenuto di esplosivo grossomodo medio, anche se non strabiliante. Probabilmente, erano l'unica categoria di cannoni italiani che, in questo senso, era all'altezza della concorrenza.
Ricapitolando:
Pregi:
-potenza del cannone (gittata x proiettile) maggiore rispetto alla media (energia 50 MJ vs una media di circa 42).
-elevata protezione della torre
-piccola sagoma della torre stessa
-peso ridotto della torre, ma con cannoni molto grandi
Difetti:
-culla unica
-cannoni tropo vicini tra di loro
-torre un pò angusta
-cadenza di tiro ridotta, inversamente proporzionale alla potenza dell'arma
Il tiro più lungo? (9-2-15)
Una parola, adesso, su di un fatto abbastanza ben noto avvenuto a P.Stilo, e spiegato dettagliatamente dal possente Enrico Cernuschi in alcuni articoli di Storia Militare (degli anni 2008 e 2012).
Nonostante la grande distanza, quel giorno, il Trento riuscì a piazzare quello che fu osservato essere un colpo a segno. I danni a bordo della Warspite, che di fatto, delle tre corazzate inglesi, fu l'unica a stare davvero al centro della mischia (le altre due avevano gittate e/o velocità troppo ridotte), furono dovuti allo scoppio e alle schegge, ma erano soltanto superficiali. Infatti, l'esplosione si verificò a diversi metri di distanza dalle sovrastrutture.
Alla luce di tutti gli elementi portati al riguardo dal certosino lavoro di Cernuschi, direi che quel giorno davvero il Trento colpì la Warspite, anche se i rapporti britannici successivamente parlarono di bombe esplose vicine alla nave.
Tuttavia, se questo potrebbe essere il tiro alla massima distanza a cui una nave abbia mai colpito un'altra unità in movimento (il record ufficiale è probabilmente detenuto proprio dalla Warspite, quello stesso giorno, ai danni del Cesare: notare che nella classificazione italiana, le navi sono maschili, mentre in altre marine sono definite con attribuzioni femminili), dire SE davvero lo si può considerare un 'centro' è difficile. Infatti, il meglio che fece il 203 mm fu di colpire uno strallo della nave inglese (un cavo del sistema radio) e fu davvero una gran dimostrazione di 'sensibilità' che poi esplose, per così poco! Chissà, se così non fosse stato, se andando avanti avrebbe colpito la nave (dipende dalla traiettoria, non facile da valutare), per cui non si può realmente dire se la Warspite sia stata fortunata oppure no. Sta di fatto che, se fosse passato appena 5 cm a lato, il proiettile avrebbe mancato lo strallo (tra l'altro, di suo assai 'mobile') e forse si sarebbe infilato in mare, anche se difficilmente non avrebbe fatto danni da schegge.
Il punto è se si possa considerare 'centro' oppure no. Io direi, che a tutti gli effetti, la risposta (nonché gli effetti) sia un NO. E' come dire di avere sparato in testa a Caparezza solo perché il proiettile gli è passato tra i capelli (che in effetti ... fanno parte della testa, anche se non sono la testa!).
Gli effetti pratici sono quelli di un 'near miss' in ogni caso, per cui è arduo definirlo un centro, anche se spesso, persino colpi in pieno non esplodono a bordo delle navi (ma se è per questo, nemmeno l'Exocet che affondò lo Sheffield pare sia esploso... però la nave affondò ugualmente).
La cosa ironica, però, è come Cernuschi (da sempre un 'anti RN' e 'pro -chiunqueabbiasuonatolaRN') liquidi negli stessi articoli il tiro-record della Warspite, definito 'fortunato'. Eccerto che lo era, ci mancherebbe! A quella distanza, poco più dell'1% dei proiettili va a segno!
Non solo, ma Cernuschi riesce pure a minimizzare l'effetto sulla nave italiana. In effetti, i danni (dovuti all'esplosione prematura del proietto dentro il fumaiolo) furono abbastanza limitati. Eppure, proprio in uno speciale di Storia Militare, è detto (per la PRIMA VOLTA a mia conoscenza), che quel proiettile causò 66 morti e 49 feriti, circa il 10% dell'intero equipaggio della nave. Ovviamente, Cernuschi era troppo intento a parlare delle singole schegge collezionate dalla Warspite (come se non fosse normale che una nave da battaglia al centro della mischia, non venisse danneggiata: la Warspite venne centrata 13 volte allo Jutland, ma un mese dopo era già stata riparata) per nominare questo minuscolo (e tragico) particolare.
Se si pensa che lo stesso Cernuschi ammetta come sia facile per i 381 mm, da lunga distanza, penetrare i ponti delle navi tipo 'Cavour', e la fine che fece la non tanto dissimile Bretagne pochi giorni prima (977 morti), allora la domanda andrebbe riformulata: CHI fu il 'fortunato'?
La Warspite a colpire il Cesare? Sicuro, ma non così tanto (sparò oltre 60 colpi, dopo tutto). Il Cesare, a non saltare in aria colpito fin dentro il suo ventre? Direi che questa fu una fortuna PIU' notevole.
E così il Trento nel colpire un cavo con un proiettile che altrimenti, forse sarebbe finito in mare.
E come direbbe Cernuschi 'per tacere' sui danni subiti dal Bolzano, centrato in pieno dal piccolo Neptune. Questi sono gli unici 4 colpi di cui vi sia sicurezza che abbiano centrato le navi contendenti durante Punta Stilo. Cernuschi liquida come 'fortunato' e minimizza gli effetti del più grosso e importante (che da solo cambiò l'esito della battaglia!), e OMETTE di parlare degli altri tre (eppure, parla ANCHE degli incrociatori, non solo delle corazzate).
Scommettiamo che se fosse stato il Garibaldi a colpire una nave inglese con tre centri pieni, ci avrebbe scritto un intero articolo e solo per quello? E invece, nell'articolo 'i cannoni di Punta Stilo', si premura solo di dimostrare che le navi italiane 'scheggiarono' quelle inglesi. BAH.
Per fortuna che, successivamente, Storia Militare ha pubblicato anche un bell'articolo dove, per la prima volta, si parla specificatamente del Bolzano.Ma certo, non è firmato Cernuschi.
Oltretutto, quando parla dei 320 mm, lui dice che i cannoni non avevano poi tutta questa dispersione, che era di 159 metri a 23 km alle prove nell'aprile 1940, mentre le navi inglesi dimostrarono una dispersione di circa 300 metri scarsi durante la battaglia.
Ora, a parte che le condizioni di una BATTAGLIA non sono come quelle di un'esercitazione da tempo di pace.. Cernuschi spaccia per 'dispersione' i 159 metri, peccato che questi siano l'APERTURA della salva, mentre la dispersione eccedette i 600 metri! Ah, la precisione!
L'unica cosa che riabilita in parte quell'articolo del 2012, è che Cernuschi ricostruisce il mito dello Swordfish incendiato a P.Stilo, arrivando alla conclusione che nessun aereo di quel tipo andò perduto, nonostante gli osservatori italiani parlassero di un incendio a bordo della Warspite.
Ma forse, la cosa più involontariamente ironica, è che Cernuschi, in questo modo (chissà se se ne accorge, bah), elogiando più del normale l'equipaggiamento italiano (per precisione di tiro di cannoni e telemetri), finisce per rendere onore proprio alla Royal Navy, nella stessa misura di questo upgrade nel conto del settore tecnico italiano. Così, però, degrada la parte 'umana' della marina italiana stessa, per ovvio sillogismo.
A meno che non volesse sostenere, con i suoi articoli... che la Marina italiana vinse la battaglia di Punta Stilo, ma non se ne accorse, perché gli inglesi sono infidi e dissimulano i danni e le scheggette qua e là.
Beh, se fosse così, ci si potrebbe almeno chiedere come mai, dopo lo Jutland, il Kaiser in persona non espropriasse Buckingham Palace, data la 'manifesta vittoria' sulla Royal Navy, che anche allora (come a Punta Stilo) inseguì la flotta 'vincente', salvo poi alfine ritrovarsi con 3 navi da battaglia perse contro una, e circa 6.000 morti contro 2.550.
Cannoni da incrociatore leggero (e armi secondarie per corazzate) (9-2-15)
Calibro: 152/47 152/53 152/50 152/50 150/55 150/60 152/53 152/55 155/50 152/50 152/55 152/57 155/60
Modello: Mk 16 Mk 12 Mk XXII Mk XXIII SK C/28 SK C/25 M1926 M1934 M1920 M1930 M1938 T.41 T.3
Nazione: USA USA UK UK GER GER ITA ITA FRA FRA URSS JAP JAP
Anno servizio: 1937 ---- 1923 --------1926 -----------1933 -------1934--------1929--------1928----------1936-------1926-------1935 ------ 1949------ 1913------1935
Peso: 6,5 t ------- 10,27 t ------ 9,17 t --------7,02 t --------8,2 t-------11,97 t------7,3/7,5 t----9,69 t------8,87 t------7,78 t -----17,5 t------ 8,36 ------12,7
Lunghezza: 7,62 m ---- 8,26 m ------7,86 m ------- 7,86 m -----8,2 m-------9,08--------8,55 m-------8,84 m---- 8,05 m---8,86 m ---8,93 m ------7,87-------9,61
Proiettili AP: 47-59 kg -- 47,7 kg ------45,3 kg -------50,8 kg ----45,3 kg----45,5 kg----50 kg---------50 kg-------56,5 kg---56-59----- 55 kg--- 45,3(he)-----55,9
HE: 0,9-6 kg ---1-6 kg---------5,2-10 kg -- 2,3-8,93 ---0,9-3,9------0,9-3,9----1-2,3---------1-2,3 kg----2,9-5,6---1,7-?------1,1-6,2-------2,9----1,15-3,1
C.Lancio: 15 kg------- 20 kg -------14,1 kg ------ 13,6 kg -----14,5 kg----19,3--------21,43 kg-----16,35-------19,81 kg---17,3 kg----24----------12,4-------19,5
v.iniz: 853 m/s --914------------898 -------------841-----------875----------960---------900------------910----------870----------870-------950-----------850------- 920+
v.utile: 750-1.050 -400-700 ----600 ----------- 1.100-------1.100--------500----------850-------------?------------700-----------350 ------450----------600------- 300
N.colpi: 200 ----------200-----------150 ------------200---------100-150-----120/150-----50-------------210?-------125/150----145-400---180----------165------ 150
pressione: 2,9 t/cm2 - 2,76---------3,15-------------2,76-----------3,0---------3,23----------3,3-3,05-----3,27---------3,05 ------- 3,2 ---------3,2----------2,9 ------- 3,4
RPM: 8-10 ----------6-7 ----------5 ---------------6-8--------------6-8---------6-12----------4-5-------------4-5----------3-5----------5-9 ---------6,5----------5-6 --------5-6
Gittata AP: 23,8 km ----23,1 --------23,6------------23,3 -----------23,0 -------25,7----------22,6(3)------25,74--------25 ------- 26,5-27 ---30,2--------21---------27,4
Peso torri (ton):156-176-----52,9 B ---76,2 B ----92-182 BT ----110-120B----137/47T------85B----------135+T------80 B ---112-172T----253T------ 73B --------180T
Alzo: -5/+40° -- -10/+30° - -5/+60° ------ -5/+45-60° -10/+40°-- -10/40°--- - 10/+45°---- -5/+45°---- -5/+40°- -10/+45°-----5/45°-- -5/+30---- -7/55°
Indip: NO ----------NO---------NO ------------- SI' -------------NO------------NO----------NO-----------SI'-----------SI' ----------SI'-----------SI' -------- NO---------- SI'
Moto: idraulico-- idra. -------idra. ----------- idra. -----------Elettrico?----M----------Elettrico-----Elettrico---Elettrico -EL------------?---------- idr------------M
Distanza: ? cm ------ ? cm ----- ? cm ----- 198-213 cm ------175 cm-----155 cm----75 cm------127 cm----150 cm------? ------------?----------155----------155
Protezione: 127 mm? - ? mm -----25 mm --- 25-101 mm(1) --100-170---30-80(2)----20-60 -- -- 135 mm -- 25 ? --- 100(4)--------127?--------25-----------50?
Perforazione:
--------------------------------------------------102 /5,76 km--------------------76/11,43 km----------------------------------60/3,2?-------------------------86/14 km------------------------122/10 km-------------------------------------108/15 km
--------------------------------------------------51 /12,6 km----------------------------------------------------------------------------------------------------------------40/18 km------------------------------------------------------------------------------100/ 20 km
------------------------------------------------- X/51 21,6 km---------------------x/51 /20 km--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
1: I modelli XXI (binati) pesavano 92 t; i Southpampton avevano gli Mk XXII, da 148 t e corazza da 25 mm; i Gloucester gli Mk XXII (185 t ma con corazza incrementata a 101 mm frontali e 51 mm per il resto); l'Edimbourgh gli Mk XXIII simili, i Fiji avevano gli Mk XXIII con corazza ridotta (169 t, corazza 51 mm frontale e tetto, resto 25 mm).
2: La corazza delle torri su uno dei tre incrociatori tedeschi, aumentava da 30 mm frontali e 20 retro, a 80 e 30 mm rispettivamente.
3: In origine la portata max era, con proiettili da 55 kg a 975 m/sec, fino a 28.400 m. La granata HE (da 44 kg), arrivava comunque a 935 m/sec e 24,6 km.
4: dati aggiuntivi sul cannone da 152/55 mm francese, effettivamente l'arma più potente della categoria:
Torri del tipo La Galissonnière: 100 mm frontale, 50 mm lati, 45 mm tetto, 40 mm posteriore. De Grasse: simile, ma 40 mm tetto e 40 mm posteriore.
Dotazione di munizioni: i La Galissonnière avevano 205 colpi per cannone, ovvero ben 1.945 colpi totali (i primi 'Condottieri' italiani, apparentemente, soltanto 400, ma i 6 successivi presumibilmente superavano nettamente i 100). I De Grasse arrivavano a circa 290.
Le Richelieu avevano, invece, 978 SAP, 1.956 HE e 656 illuminanti (poi non mandati in produzione), ovvero ben 5.390, ergo circa 400 per cannone. Il peso delle torri arrivava, a motivo della capacità DP e della maggiore corazza, a ben 228 t, mentre l'angolo massimo era di 75° (di progetto addirittura 90°). La cadenza di tiro, però, non eccedette mai i 5 c/min, aumentati leggermente a 6 nel dopoguerra.
Sugli incrociatori, il migliore era il Gloire, che poteva mantenere brevi raffiche a 8-9 colpi/minuto, ma il sistema di caricamento era stato opportunamente 'semplificato' (in pratica, maggiore uso delle braccia rispetto alle macchine), il che significa che in concreto l'equipaggio si sarebbe stancato più facilmente nel tiro prolungato.
Peso: il cannone italiano da 152 mm appare essere, nella sua categoria, il più pesante di tutti. Questo spiega anche le prestazioni superiori alla media, mentre davvero si volle pretendere troppo dai primi 152/53 mod 26 e 29 italiani, poi opportunamente 'deratati' (sigh). I soli cannoni più pesanti nella sua epoca/categoria, sono i pezzi da 149/60 tedeschi (dalla canna oblunga), e i 155/60 giapponesi (di calibro sensibilmente maggiore). Gli altri cannoni, americani, francesi e inglesi, erano tutti più leggeri essendo circa 7-8 tonnellate vs quasi 10. Un altro discorso sono sia i cannoni più vecchi, come i 152/53 americani, che quelli di disegno successivo, come i 152/55 mm sovietici. I primi erano di vecchia tecnologia, i secondi erano di tipo successivo, ma con prestazioni 'tiratissime' e gittate eccezionali, per cui erano armi di una generazione differente.
Il carico di munizioni, per le Littorio, era di 840 AP, 1.428 HE e 252 AA (malgrado l'alzo fosse comunque di soli 45°). In tutto erano quindi 2628, ergo 219 proiettili per arma, che per quanto pochi, erano pur sempre molti di più dei 108-130 delle Bismarck, anche se la metà delle Richelieu.
Il tiro più lungo, parte II (10-2-15)
Sopra abbiamo discettato su quale possa essere il tiro più lungo della storia. A mio avviso, il 'Trento' è un buon candidato, ma a tutti gli effetti è un 'near miss' piuttosto che un centro. L'esplosione E l'impatto, infatti, avvennero entrambi ben fuori dalla nave bersaglio (la Warspite).
Adesso parliamo del centro categoria 'leggeri'.
Secondo il solito Cernuschi, in un altro dettagliatissimo articolo, stavolta sulla battaglia del 15 giugno 1942, afferma che fu uno degli incrociatori italiani (il Montecuccoli?) ad ottenere il tiro alla maggior distanza messo a segno da un cannone calibro 152 mm. La distanza stimata, stando a Cernuschi, era di oltre 20 km ma non dice 'quanto' oltre tale distanza.
Dall'altro lato, abbiamo invece un altro 'forte' contendente. Gli incrociatori inglesi 'vecchia scuola'. Questi non deludettero mai, almeno in Mediterraneo. Già contro la Spee misero a segno non meno di 18 colpi (contro i due da 203 dell'Exeter), anche se gli effetti furono poca cosa (prevedibilmente), colpendo essenzialmente le torri e le sovrastrutture (ma non la cintura, apparentemente, che invece venne centrata e perforata da uno dei 2 colpi dell'incrociatore pesante).
A Capo Spada, gli incrociatori inglesi s'erano già messi in mostra: il SIDNEY, in realtà della Marina australiana (ma di concezione inglese), aveva affrontato praticamente da solo due incrociatori italiani, subendo un'unica cannonata nel fumaiolo, ma colpendo ripetutamente il 'Bande nere' e sopratutto, immobilizzando il 'Colleoni', poi finito dai cacciatorpediniere inglesi (quando, in realtà, aveva già acceso le cariche di auto-affondamento, per cui il successo è dell'incrociatore inglese al 100%). La battaglia era diventata
Poi abbiamo il caso del possente Aiace (Ajax), già protagonista contro la Spee, che facendo onore al proprio nome, sterminò letteralmente una formazione di siluranti italiane durante la 'non battaglia' di Capo Passero (SM s'é scagliata contro Wikipedia perché ha osato definirla 'battaglia', come se decine di navi e migliaia di uomini, con centinaia di vittime, non siano una 'battaglia': cos'altro, dunque, lo sarebbe?), affondando due torpediniere e colpendo due cacciatorpediniere del più moderno tipo italiano (i 'Soldati' e i loro potenti cannoni da 120/50), mettendone fuori uso uno, che poi verrà affondato all'indomani da altre forze inglesi, mentre veniva trainato da un suo 'fratello'. Malgrado 7 colpi subiti, l'Ajax era pressoché indenne dopo tale massacro, e sopratutto, aveva coperto il convoglio che scortava. Questa fu forse la più grave sconfitta delle forze leggere italiane nell'intero XX secolo, e sopratutto fu la dimostrazione di come i radar e un buon addestramento avessero annullato il vantaggio delle piccole navi nelle azioni notturne (i tempi dei Dardanelli forzati di notte erano oramai finiti!).
Gli incrociatori a 6 e 8 cannoni inglesi, si sarebbero dimostrati sempre degli avversari temibili (vedi anche la distruzione del convoglio 'Duisburg').
Non è stata la stessa cosa (in Mediterraneo) per i tipi più moderni, da 9-12 cannoni. Visto che queste sono navi nettamente più potenti, l'unica spiegazione è che essi erano armati da troppo poco tempo per avere un addestramento adeguato.
Quanto a gittata utile, i cannoni inglesi erano 'medi' e nulla di più. Ma la battaglia di Capo Spada fu combattuta per lo più attorno ai 18 km, e prima ancora, nel luglio del '40, un 'avviso costiero' francese, armato solo con 3 pezzi da 138 mm, fu inquadrato, vicino le coste africane, dagli incrociatori inglesi, e nonostante i 18 km di distanza, tosto colpito da tre colpi.
La prestazione forse più all'opposto, fu piuttosto l'affondamento del caccia 'Espero', che riuscì persino a tirare una cannonata a segno su un incrociatore inglese, prima di essere sopraffatto da una valanga di colpi (5.000!!!!) di cui solo una minima parte andò davvero a segno, in quello che resta forse il più grande spreco di munizioni mai fatto in una battaglia navale. Anche se alla fine vinsero gli inglesi, alla fine furono, paradossalmente, gli italiani a farci una miglior figura! La mancanza di sufficiente addestramento della Mediterranean Fleet era evidente, e come ricorda Cernuschi, persino i cacciatorpediniere inglesi, che in quella battaglia spararono pochissimo, venivano indicati come capaci di tirare solo entro i 7-8 km (la metà della gittata massima) suscitando le ire di Cunninghan, che ordinò poi un programma di addestramento molto serio per ovviare a questo dilemma. In termini di gittata, gli unici cacciatorpediniere inglesi che potevano dire la loro autorevolmente, però, erano gli L e M, nonché quelle navi con i cannoni da 114 mm, quasi altrettanto potenti e con una maggiore cadenza di tiro. Furono Matchless e Marne a piazzare a segno colpi sugli incrociatori italiani, il 15 giugno 1942, per giunta evitando d'essere colpiti se non da qualche scheggia. L'importanza di cannoni a lunga gittata (avevano anche loro i 120/50 mm!) nei giorni luminosi mediterranei, diventava così evidente, anche se nelle battaglie notturne le navi inglesi potevano serrare molto di più e far valere facilmente la maggiore cadenza di tiro (un Tribal poteva esplodere anche 80 colpi/min, come due 127 mm 'Compatto', mentre un 'Soldati' poteva arrivare a 24-30, e un 'Navigatori' a 36-42).
MA, tornando al tiro 'alla massima gittata' messo a segno dai 152 mm.
Il Neptune, altra 'bestia nera' della Regia Marina, si mise in mostra quel giorno, e stavolta non sprecò proiettili, tutt'altro. Colpì con 3 colpi il grosso Bolzano, che sulla carta averebbe dovuto farne polpette (8x203/53 mm vs 8x152/50), ma invece non si accorse probabilmente nemmeno di essere preso sotto tiro, cosa a quanto pare molto comune quando vi sono parecchie navi in azione, e tutte con cannoni capaci di lunghe gittate. Il Bolzano fu centrato da 3 colpi. Il primo entrò su di un fianco con 53° di angolo e direzione 45° verso prua, poi andò a penetrare il tetto del locale timone, bucandone facilmente la protezione da 30 mm, per poi esplodere al di sotto e mettere in avaria il timone.
Il secondo colpì un cannone da 203 mm danneggiando anche il compagno, anche se sul momento continuarono a sparare qualche colpo, anche se poi vennero rottamati.
Il terzo centrò il ponte di coperta, perforandolo facilmente (20 mm) per poi rimbalzare su qualche struttura e infine, colpire il ponte da 50 mm, quando poi esplose aprendo un piccolo squarcio, e sopratutto devastando l'interno dei locali, tra cui due lanciasiluri che fortunatamente, non esplosero (o altrimenti... addio Bolzano!). Questo colpo andò a segno con un angolo di caduta di ben 57° e laterale di 15°.
La nave imbarcò diverse tonnellate d'acqua per il colpo a poppa, mentre ebbe qualche danno all'armamento e alle attrezzature (anche per le schegge di colpi caduti vicini), ma non ebbe grossi problemi, una volta ripreso il controllo del timone. La corazza da 30 mm si dimostrò del tutto inefficace, mentre il ponte da 50 mm parò a stento il colpo, ma questo è verosimilmente stato possibile perché prima il proiettile ne ha perforato uno da 20 mm ed è stato deviato da qualche altra struttura. Dopo tutto, era solo un colpo da 51 kg, che oltre i 20 km poteva effettivamente perforre 51 mm di acciaio (ma NON 51+20 mm!).
Dove è l'interesse di tutto questo? Che l'angolo di caduta è comparabile a quelli riportati per la massima gittata. Se ipotizziamo che il Bolzano, in quel momento, fosse totalmente orizzontale sul mare (anche se aveva cominciato ad ondeggiare pericolosamente, una volta a corto di carburante, che per le navi italiane non era mai un orizzonte molto 'lontano'), allora avremmo una portata prossima a quella massima. Infatti, l'arma era capace, pare, di 841 m/sec, ma le tavole di tiro di parlando di 823 m/sec, probabilmente riferentesi a cannoni 'mediamente usurati'. Il risultato è un angolo di caduta, a 22.400 metri, di 56,7°. Con tutte le incertezze del caso, dunque, dovremmo dire che quel giorno il proiettile arrivò da distanze elevatissime, teoricamente, in base a questi dati, almeno 22.400 metri. Anche se la velocità o l'angolo d'impatto effettivo fosse diverso, è chiaro che si tratta di un tiro a lunghissima gittata, facilmente sopra i 21.000 metri in ogni caso, e probabilmente ben eccedente anche gli 'oltre 20.000 m' del Montecuccoli di cui parla Cernuschi. Questo è maggiormente vero, se si pensa a come per i 18.300 metri già l'impatto era sui 40°, per cui ben difficilmente, in ogni caso, sarebbe stato un tiro dalla gittata marcatamente differente rispetto ai 22.400 metri.
Per non parlare, ovviamente, del fatto che il Neptune sparò contro una formazione di incrociatori pesanti (mentre i suoi colleghi avevano solo i pezzi da 152 mm, malamente in grado di reggere il confronto in gittata), in manovra e ad alta velocità, non certo un grosso dragamine, incapace di arrivare a 18 nodi e quasi disarmato (scusate i finali enfatici, ma è che ogni tanto mi cernuschizzo pure io).
Battaglie di corazze.. minori
A quanto pare, in questa categoria le torri più protette erano quelle degli 'Abruzzi' italiani (per pochi mm).
Ma la cosa è ancora più notevole quando si consideri le corazze delle navi da battaglia:
Torri: trinate da 152/55 mm delle 'Littorio' - binate da 150/55 'Bismarck' - binate da 150/55 'Scharnorst' - trinate da 155/55 'Richelieu':
Frontale: 280 mm KC 100 mm 170 mm 130 mm
Lati anteriori: 130 mm KC 40 mm 60 mm 70 mm
Lati posteriori: 80 mm 40 mm 60 mm 70 mm
Retro: 80 mm 40 mm 70 mm 60 mm
Tetto anteriore: 150 mm 35 mm 50 mm 70 mm
Tetto posteriore: 105 mm 20 mm 30 mm 70 mm
Barbette: 150 mm 80 mm 150 mm ? mm
Da questa considerazione risulta bene come le 'Littorio' fossero state progettate dando un 'giusto peso' alla protezione delle torri secondarie, e NON solo contro navi minori (come gli incrociatori leggeri), ma anche contro le navi da battaglia. E' una cosa praticamente mai accaduta con altre realizzazioni, anche se non conosciamo il peso completo di queste torri. Se si pensa che lo spessore delle torri principali da 381 mm era solo di circa 70 mm superiore, questo da solo dà l'idea di quanto si 'impegnarono' per queste torri, che avrebbero potuto reggere abbastanza bene nell'arco frontale cannonate anche di grosso calibro (almeno in teoria) e ancora più vero era per il tetto. Un pelino esagerto, probabilmente, visto che in genere le torri secondarie devono essere più rapide e agili del normale, e quindi difficilmente troppo pesanti. E comunque, le batterie da 90 mm restavano inevitabilmente vulnerabili (torri 40 mm, retro appena 12), con i loro proiettili non propriamente leggeri pronti ad esplodere nelle riservette e un raggruppamento eccessivo tra di loro.
Le altre torri erano massiccie, ma erano capaci di reggere solo i colpi di incrociatori leggeri, o nel caso della Scharnorst (avvantaggiata dall'avere solo 4 torri anziché 6), anche il fuoco degli incrociatori pesanti. La Bismarck, piuttosto sorprendentemente, era l'ultima in classifica, mentre la Richelieu era in qualche modo 'a metà' tra le due tedesche.
Eppure, anche la Bismarck, che non ci fa una gran figura, è in realtà ben piazzata: i cannoni da 152/50 delle 'Rodney' avevano solo 25 mm di protezione, e i cannoni delle navi americane (calibro 127 mm) non superavano i 63 mm (che comunque, erano 10 volte lo spessore degli impianti sui cacciatorpediniere).
I cannoni di mezzo
C'erano diversi tipi di cannoni intermedi tra il 155 e il 203 mm. Erano nell'affascinante nowhere land che ampia e spopolata s'estendeva tra gli incrociatori leggeri e quelli pesanti. Il cannone da 190 inglese (e gli incrociatori Hawkins che lo portavano) ispirò poi la prima generazione di incrociatori Washington, dell'analogo tipo italiano, più moderno e notevolmente più potente (forse progettato come miniaturizzazione dei pezzi da 203 mm) ben poco si sà; mentre il 180 mm sovietico, evolutosi in una lunga stagione tecnologica, ha dato poi origine, così come altre valide armi navali (il 130 e 100 mm) al potente cannone a lungo raggio rimasto in servizio praticamente fino ai nostri giorni, nelle nazioni di influenza orientale (con munizioni normali superava i 30 km, con quelle RAP sfiorava i 50!).
Modello 190/52 mm OTO 190/45 mm Mk IV 180/56-60 mm Mod 1931-33
Nazione: ITA/Arg UK URSS
Anno servizio: 1931 1919 1931
Peso: ? 14 t 17,23 t
Lunghezza: 9,88 m 8,87 m 10,66 m
Proiettili AP: 90,7 kg 90,7 kg 97,5 kg
HE: ? ? 1,95-8 kg
C.Lancio: ? 28,1 kg 40 kg
v.iniz: 950 m/sec 844 m/sec 920 m/sec
v.utile: ? 650 55-320
N.colpi: 150 150 100-200c.a.
pressione: ? 3,23 t/cmq 3,2 t/cmq
RPM: 3-5 5-6 2-5
Gittata AP: 27,3 km 19,3 km 37,8 km
Peso torri: ? 46,17 t 195-375 t
Alzo: -7/+45° -5/+10° -4/+50°
Indip: NO? NO NO
Moto: ? ? Elettrico
Distanza: ? singoli ?
Protezione: 65 mm ? ?