I velocissimi! (16-4-015)
Recentemente mi è capitato di rileggere l'ottimo articolo sul Tashkent di Storia Militare 6-09, e mi sono chiesto quale sia effettivamente la velocità di quel velocissimo cacciatorpediniere, raggiunta con quale potenza e con quali capacità belliche. Anche perché, la palma del 'velocissimo' non è solo appannaggio di questo supercaccia. Ci sono altri duellanti molto interessanti. E la domanda è: CHI é il più veloce del reame? E non solo, Chi è il più potente del reame?
I pretendenti
Eccoli qua:
1- l'esploratore Tashkent.
2- i supercaccia classe Le Fantasque
2- i supercaccia classe Mogador
4- gli incrociatori leggeri Capitani Romani
Più qualche altra cosetta, di cui si parlerà poi..
Innanzi tutto, prima di andare oltre: non c'é da dimenticarsi nemmeno degli incrociatori tipo Da Giussano italiani; questi raggiunsero, alle prove, velocità mostruose, fino a circa 42 nodi.
Il Da Barbiano arrivò a 112.760 hp per 8 ore (39,6 kt) e addirittura ben 123.479 shp, a pesi leggeri, arrivando a 42,05 kt per 32 minuti! Ovviamente questo fu possibile super-forzando le turbine (che incredibilmente non esplosero) e con dislocamento di prova di 5.600 t, ma comunque sia tutte le navi mantennero oltre 39 nodi nella prova delle 8 ore, anche se il dislocamento p.c. era di quasi 7.000 tonnellate, e a bordo c'erano probabilmente solo le tonnellate di nafta sufficienti per fare la prova stessa (il massimo, ad ogni modo, era di 'sole' 1.200 circa, per cui non basta a spiegare la differenza tra prova in carico leggero e dislocamento p.c.) mentre armi e munizioni erano incompleti o assenti. Anche così, questi incrociatori erano i più veloci di tutti, e probabilmente lo sono rimasti anche in seguito, almeno nella loro categoria.
Perché, comunque sia, non includerli nel lotto dei 'velocissimi'? Perché qui mi preme maggiormente comparare gli 'esploratori' (categoria al limite tra caccia e incrociatori), perché già so che comunque i Da Giussano non sono le navi più veloci di tutte e perché durante il servizio effettivo, almeno in tempo di guerra, erano circa 8-10 nodi più lente. Del resto, non m'interessa in questa sede, nemmeno elencare le motosiluranti e MAS che potrebbero comodamente andare nel 'Club 40'. Sono 'navi' per modo di dire, essendo dei battelli (la definizione di 'nave' passa, nucleari a parte, spesso per.. numero di fumaioli: niente fumaioli, niente nave), sia pure ovviamente, dei mezzi navali.
Detto questo, cominciamo pure la disamina..
I Le Fantasque (o Le Malin, a seconda delle fonti), erano sei grandi e potenti vascelli, il gruppo di navi più veloci mai costruito: ben 6 navi, che sulla carta avevano 74.000 hp e potevano arrivare almeno al 10% extra, perché in realtà potevano superare i 43 nodi e arrivare secondo alcune fonti, a ben 45,03 nodi, ergo il massimo mai raggiunto da una nave da guerra (equipaggiata) di grandi dimensioni (diciamo sopra i 100 metri).
4 delle navi sopravvissero alla guerra, Le Fantasque, Le Terrible, Le Malin e le Triomphant, armati con cannoni e radar moderni. L'Audacieux venne invece danneggiato da un grosso incrociatore australiano, l'Australia, e successivamente affondato da bombe a Biserta nel maggio 1943. Le Malin venne danneggiato da una collisione con Le Terrible, perdendo la prua. Quanto al Le Triomphant, venne cattruato dai britannici e usato dal 1940 dalle forze francesi libere. Un solo caccia venne affondato a Tolone, il 27 novembre 1942, l'Indomptable, e poi -recuperato successivamente dai tedeschi- affondato ancora dalle bombe alleate. Alcune parti vennero poi usate per riparare il Le Malin.
Il dislocamento era, con i parametri alla 'Washington', ergo senza carburante e acqua di riserva (dolce): 2.612 t; con 100 e 80 rispettivamente, arrivava a 2.800 tonnellate, a pieno carico fino a 3.300 tonnellate; nel 1953 giungevano fino a 3.800 tonnellate, con radar e cannoni a.a., ma all'epoca erano navi assai diverse. E anche così, non erano ancora pari al dislocamento del Tashkent (2.800 t 'leggero'; 3.200 normale e 4.000 p.c.).
I due soli Mogador vennero realizzati per consolidare la superiorità contro la marina italiana nel settore delle navi 'veloci' in stile super-cacciatorpediniere, anche se questo innescò l'approntamento dei Capitani Romani. Solo 2 navi vennero realizzate, una delle quali, la Mogador, venne danneggiata dallo scoppio delle b.d.p. a causa delle navi inglesi (un colpo in pieno da 381, nemmeno esploso ma finito dentro il deposito delle bombe!), e poi affondato a Tolone.
Queste navi avevano uno scafo in acciaio che nei punti di maggiore sforzo era di 60 kg/m2 (circa 7,5 mm) e in quelle meno sollecitate da 50 kg/m2 (circa 6 mm); le parti interne erano addirittura costruite in duralluminio, così da avere il minor peso, ma al contempo usare il materiale leggero fuori dal rischio di corrosione da azione diretta del mare. Inizialmente si pensava di usare 3 torri e una catapulta, ma quest'ultima venne abbandonata perché comunque non c'era abbastanza stabilità per tenere il mare, anzi l'oceano, dato che erano pur sempre navi destinate ad essere impiegate in oceano. La costruzione era di tipo longitudinale, più robusta e semplice, con ossature ogni 1,8 metri. La costruzione dello scafo comportava l'uso dei rivetti (o bulloni?), forse per rendere più resistente e affidabile la struttura sotto forti stress; ma le altre parti erano in saldatura.
Nonostante tutto questo, i Mogador erano ancora navi più pesanti di quanto non fossero le precedenti, cosa non tanto imprevista data la presenza dei cannoni binati. La nave era piuttosto angusta per l'equipaggio, dato che gli elevatori delle torri passavano attraverso gli alloggi (beh, è tutto sommato inevitabile con una nave simile!).
Al contempo, i Mogador erano notevolmente buoni come capacità di tenere il mare: anche col mare forza 4 potevano ancora correre a 34 nodi, mentre il rollio era lento (7 secondi), e non si inclinavano più di 3° con forti venti laterali, e non più di 8 con il timone pienamente attivato.
Il che era ben fatto, ma le navi erano un pò inerti e il timone era piuttosto piccolo, per cui il raggio di virata era sugli 800 metri a 25 nodi e spesso anche di più; di fatto, navigando con le corazzate, come la Dunquerke, queste navi dovevano stare attente a virare bene assieme a loro, perché questi giganti, in realtà, erano molto più manovrieri!
L'apparato motore merita menzione: le caldaie erano di tipo ad alta pressione (510 psi), e le due turbine Rateau-Bretagne avevano in realtà ben 4 turbine interne: una ad alta, una a media e due a bassa pressione, per giunta ciascuna a bassa pressione aveva una turbina per la 'retromarcia'. Non solo, ma c'erano anche due piccole turbine da crociera per ciascun locale motori! A 25 nodi queste cedevano il passo alle turbine ad alta pressione. Nondimeno, l'accoppiamento e il disaccoppiamento erano tutt'altro che semplici e si pensava di eliminare le turbine da crociera per le navi successive. Un'altra cosa interessante è che essendo diverse le lunghezze degli assi porta-elica (essendo collegati a due diversi locali dove erano presenti, in serie, i gruppi-turbina) anche il raggio di virata era diverso a seconda della direzione. Le eliche, in ogni caso, erano tripala da 3,94 metri (nel caso dei Capitani Romani, 4,1 m). Il timone era da 14,95 mq semi-bilanciato ed era mosso da motori assai deboli, tanto che ci volevano circa 30 secondi per portarlo al massimo valore di deflessione di 32° quando la nave era ad alta velocità. Naturalmente, la navigazione in formazione andava fatta con cautela, per le ragioni di cui sopra, ma del resto i Mogador non erano esattamente concepiti per questo genere di operazioni, probabilmente la loro azione doveva essere più in piccoli gruppi omogenei con gli altri supercaccia francesi.
Come carico di carburante, portavano in condizioni 'leggere' appena 120 tonnellate di carburante; 360 a carico 'normale' e ben 710 a pieno carico. L'autonomia stimata di 4.345 nm a 15 kt -o di 2.664 a 24 kt- venne ottenuta in base alle prove, ma in realtà i consumi erano più alti perché si sottostimava il consumo di carburante delle macchine ausiliarie, a quanto pare sottostimato inizialmente.
La produzione di energia elettrica non era esuberante, a differenza delle navi maggiori. L'impianto elettrico era attivato da due generatori a turbina da 120 kW, e più due diesel-generatori da 52 kW (al massimo); la corrente era a 115V, quando gli incrociatori arrivavano a 230V; ma il problema era che i diesel erano troppo poco potenti e così una delle caldaie (già di manutenzione difficoltosa) doveva essere tenuta accesa se si voleva utilizzare le torri d'artiglieria e altri sistemi; inoltre i servo motori erano piuttosto scarsi a potenza, così che i cannoni avevano brandeggio lento, e debole era anche il timone.
Un'altra limitazione erano le torri di per sé: i cannoni erano sempre i Mod 1929 dei tipi meno recenti, ma le torri erano capaci sempre della loro limitata elevazione di -10/
+30°, per cui non potevano usare le armi per il tiro a.a. se non in maniera limitatissima, e nemmeno sfruttare il massimo raggio di tiro possibile. I motori erano inizialmente installati nelle torri (semi-torri in realtà), ma poi vennero spostati a lato in maniera da renderle più spaziose all'interno, anche se in questo modo l'attrezzatura era più ridotta. La torre era alimentata da un tamburo che seguiva la direzione dei cannoni, i colpi erano pesanti e così erano separati dalle cariche; l'alimentazione dei proiettili era meccanica, ma curiosamente le cariche di lancio (come spesso accade del resto, anche nei semoventi moderni terrestri) erano da inserire a mano. Altro limite, più serio, era che i cannoni, benché alimentabili ad ogni alzo, in realtà erano limitati da un sistema di caricamento troppo debole per caricare oltre i 10°. A questo aggiungiamo che ogni cannone aveva solo due caricatori umani, e problemi di costruzione dei cannoni, e il risultato fu che il tiro pratico era di appena 3-4 colpi/min anziché i 10 previsti! Senza contare i guasti, ovviamente.
Questo dà l'idea di come questi supercaccia fossero 'tirati' al massimo, per il loro dislocamento. La torre da 138 doveva essere quindi assistita da nuovi sistemi e meccanismi, ma nonostante gli aggiornamenti del gennaio 1940, non fu ancora possibile risolvere tutti i problemi, essendo necessario di fatto un nuovo sistema di caricamento. Tra le modifiche, 5 colpi per cannone vennero installati dentro le torri, per alimentare il potenziale di fuoco in caso di danni o guasti ai sistemi di elevazione dei proiettili. Ad ogni modo, il problema era davvero di sfruttare la potenza di fuoco dei cannoni, perché sotto, nei depositi, c'erano ben 1440 colpi da 138 (180 per cannone), oltre ad ulteriori 85 per la torre n.2 che era usata per il tiro illuminante. davvero non male per una nave così piccola e con una potenza di fuoco così alta.
I cannoni a.a. erano un pezzo da 37 binato davanti la torre n.3, purtroppo era a caricamento manuale (come i tipi tedeschi, ma non era stabilizzato, e i cannoni da 45 sovietici); questo perché un impianto binato apposito non era stato ancora prodotto, malgrado il progetto fosse per un cannone da 165 c/min, mentre questo era capace di spararne 30-40. I colpi erano ben 250 vicino all'affusto, e altri 1250 sottocoperta, vicino però al deposito anteriore da 138, ben 50 metri avanti; i caricatori erano da 12,8 kg e dovevano essere portati a mano, anche se data la bassa cadenza di tiro, non era poi così facile necessitare di rinforzi durante l'azione di fuoco..
L'armamento a.a. veniva completato da 4 mitragliere da 13,2 mm in due impianti binati; inizialmente scudati e siti nella sovrastruttura avanti, vennero poi spostati avanti al torrione comando e privati di scudi che erano un impiccio per la visuale. Caricatori da 30 colpi, ben 2.500 per arma, siti dentro il deposito munizioni anteriore.
Poi c'erano i siluri: due lanciasiluri tripli affiancati tra i fumaioli, e due binati sull'asse, per una bordata totale di 7 siluri, ma una disponibilità di ben 10 armi. Il che era una più dei Le Fantasque, ma con bordata di due in meno. Comunque, l'arco di tiro era di circa 150°, più dei Le Fantasque (100° max).
I siluri erano potenti, i Mod 1923 avevano ben 308 kg e peso di 2068 kg, con un motore ad alcool 4 cilindri e due velocità: 39 nodi su 9.000 metri, oppure 35 nodi a 13 km. Come si vede, non erano affatto siluri velocissimi rispetto ad altri tipi (quelli inglesi erano sui 45 nodi, quelli italiani e giapponesi dei tipi migliori, sui 50 e 48-50 nodi); nondimeno erano prestanti, per esempio la capacità di sostenere ben 35 nodi su 13 km era molto buona, così come la potenza della testata. Infine c'erano due lanciabombe con 8 ordigni di profondità a poppavia, e 2 ricariche per ciascuna (totale: 32 o anche 48 ordigni, nel deposito posteriore), però non c'era alcun sonar. Si potevano però lanciare in maniera telecomandata dalla centrale, con lanci per 4 ordigni su ciascun lato. Non mancavano nemmeno due paia di rotaie per ospitare le mine a poppa, ciascuna poteva portare 5 mine B4, ma se necessario esistevano delle sezioni che, una volta montate, estendevano il totale a ben 30 ordigni come massimo.
E infine, il sistema di direzione di tiro: un apparato centralizzato simile ai Le Fantasque, dotato di vari apparati ottici e meccanici. Inizialmente c'era, per la scoperta, un paio di cannocchiali 12x72 sui lati del ponte; tramite i sistemi Granat i dati raccolti venivano mandati alle direzioni di tiro, che erano due: una sopra il ponte, e un'altra posteriormente ai fumaioli (che erano due). Queste direzioni diro (DT) erano provviste di un telemetro stereoscopico Mod 35 da 5 metri di apertura. Questo calcolava la distanza e i dati venivano immessi in un computer Mod 29 modernizzato, un sistema elettromeccanico che poi calcolava la soluzione di tiro trasmettendola alle torrette, che quindi erano controllate dai sistemi principali, nonché -se necessario- in locale (probabilmente con altri sistemi di puntamento semplificati, a cannocchiale). Anche per i siluri c'era un sistema simile, ma con due binocoli di tipo più piccolo (8x30) sempre ai lati del ponte, che trasmettevano dati alla direzione di tiro siluri, che era sopra la DT dell'artiglieria del ponte. Con un computer Model 1933 era possibile calcolare la soluzione di tiro per i siluri e poi da lì si mandava la direzione ai lanciasiluri, che erano attivabili a distanza sia dalla direzione lanci siluri, che dai binocoli dei lati plancia, già visti sopra.
I due caccia vennero iniziati nel 1934 e approntati già nel gennaio-aprile 1938 per le prove con la marina. Però l'entrata in servizio pratica venne fatta solo l'8 aprile e il 6 marzo 1939, per il Mogador (X61) e Volta (X62). Nel mentre vennero ordinati altri 4 esemplari di tipo migliorato. La miglioria più evidente era quella dell'armamento a.a., inizialmente almeno inteso con impianti da 130 binati. Ad ogni modo, non vennero mai completati.
Nonostante tutto, le due navi erano pronte per la guerra e a novembre del 1939 contribuirono alla caccia delle gemelle Scharnorst e Gneisenau, ma queste sfuggirono grazie al maltempo, così non sapremo mai cosa sarebbe successo in uno scontro 'caldo'.
La loro carriera fu piuttosto breve, ma nella prima metà del 1940 ebbero miglioramenti alle artiglierie, e la tenda che riparava la parte posteriore delle torri venne sostituita da una porta, così come vennero installate nuove radio, nuovi scudi per armi e riflettori, e persino un sonar SS-6, installato, pare, appena nel giugno 1940, anche se non si dimostrò efficiente, era senz'altro tecnicamente degno di nota come aggiornamento e ne faceva dei veri cacciatorpediniere.
Purtroppo, l'unico effetto delle bombe di profondità fu che quelle pronte al lancio (16) esplosero sul Mogador, a seguito del bombardamento inglese di Mers el Kebir. La nave francese riuscì a ritornare in patria grazie ad una nuova poppa rifatta per l'emergenza (e accorciata!), ma entrambe le unità vennero perse a Tolone, malgrado fossero state risollevate dagli italiani nel 1943. Peccato davvero.
I cannoni erano di tipo assai prestante: i Mle (Model) 1929 erano dei 138/50 pesanti 4.275 kg, i Mle 1934 ben 4.650. Lunghi 7,28 metri, di cui 6,927 per la canna, tiravano granate da 40,6 kg e avevano un angolo di direzione di circa 300°, anche se l'alzo era come si è visto, troppo limitato. La velocità era di 800 m/sec e il raggio di 20 km circa.
L'arma era moderna, almeno tecnicamente, come versione allungata del Mle 1927, aveva funzionamento semiautomatico, e un otturatore orizzontale e canna 'autofrettata' (si dice così in italiano?).
La differenza tra i due tipi era che il Mle 29 era ad azionamento manuale, singolo, pesante 11,7 tonnellate, con scudo da 5 mm.
La cadenza di tiro teorica era di ben 10-12 colpi al minuto, ma gli elevatori (che poi portavano armi e cariche al 'tamburo' rotante sottocoperta) riducevano la potenza dell'arma ad un massimo di 7 colpi al minuto, ancora molto buono comunque sia (280+ kg/min, quasi al livello di un 152 mm). Il Mle 1934 era be più pesante, da 10 mm di spessore, che peraltro era ancora solo una corazza antischegge, e come prima, la parte posteriore dell'arma era scoperta. Il peso di quest'impianto binato era di ben 34,6 tonnellate. L'azionamento era elettrico, con una discreta velocità di 10°/sec laterale e 14°/sec d'elevazione. L'alimentazione col caricamento di proietitli ai tamburi era derivato dal tipo da 130 mm precedente, che però era più adatto al tipo di lavoro, avendo proiettili-cartoccio anziché separati. Nonostante fossero diversi, i cannoni da 138 di entrambi i modelli avevano essenzialmente due tipi di munizioni: il Mle 1932 HE e il Mle 1924 SAP, entrambi da 40,6 kg, solo che il primo dei due aveva 4,1 kg di esplosivo e 840 m/sec, mentre il secondo era a 800 m/sec (se è credibile questa cosa, visto che entrambi avevano una carica di lancio da 12,09 kg, in un apposito bossolo separato). DAl 1940 vennero anche usati proiettili con vernici colorate per distinguere gli 'splash' di più navi coinvolte in azione.
Da notare che i cannoni dei Le Fantasque, benché a brandeggio manuale, erano provvisti di una cadenza di fuoco superiore, per cui non è affatto detto che, a causa della complessità dell'affusto, gli 8 pezzi dei Mogador fossero realmente migliori dei 5 singoli dei Le Fantasque. Diciamo che i Mogador dovevano essere ancora perfezionati.
Del resto, anche il Tashkent, inizialmente, ebbe impianti singoli da 130 mm, che ne facevano una nave pesantemente sotto-armata per la sua stazza e per il suo costo.
I Capitani Romani vennero costruiti per rispondere ai supercacciatorpediniere Le Fantasque e Mogador, ultimo atto di una lunga faida tecnologica e propagandistica tra le due marine 'cuggine'. Erano tanti: originariamente previsti in 12 esemplari, come i vecchi 'Navigatori', contro appena 8 navi francesi analoghe.
Con la guerra, i programmi diventarono molto più ridotti e alla fine soltanto 4 navi vennero realizzate e messe in servizio.
Originariamente l'armamento a.a. doveva essere di 6 cannoni automatici da 65 mm, ma poi vennero adottati i pezzi da 37 binati (8 armi in tutto), mentre i lanciasiluri vennero messi in file sovrapposte (4 tls). Naturalmente il tutto era condito dai soliti impianti binati da 20 mm stabilizzati (e pesanti quasi 3 tonnellate l'uno, più di molti impianti da 30 mm moderni!), e da mine a volontà.
Lo scafo, dal canto suo, era spesso la bellezza di 4 millimetri, più o meno 3-4 volte lo spessore della lamiera di un'auto. Sorprende come questo potesse essere possibile, ma di sicuro non era stato concepito per la navigazione oceanica (il Mogador, che pure era leggerissimo, aveva almeno 5-6 mm di spessori); certo è che questi spessori non garantivano alcuna protezione, se non quella di evitare l'attivazione delle spolette esplosive durante la penetrazione delle granate AP.
Alla fine vennero realizzati, nel periodo bellico: Attilio Regolo, Scipione l'Africano, Giulio Germanico e Pompeo Magno, questi ultimi due rispettivamente diventati S.Marco e S.Giorgio, poi usati dalla MM nel dopoguerra per parecchi anni.
Le altre due diventarono invece due condutturi francesi, con armamento notevolmente ridotto nella batteria principale (6x105 mm, 10x57 e 12x533 mm), mentre le navi italiane ebbero 6x127 mm e 20x40 mm, più un lb. antisommergibile, ma niente più siluri.
Le altre navi: l'Ulpio Traiano venne affondato a Palermo il 3 gennaio 1943 quando era completo oltre il 90%, da mezzi insidiosi britannici; il Caio Mario venne affondato e poi distrutto dai tedeschi, l'Ottaviano Augusto (completato oltre il 90%) venne distrutto dagli aerei alleati ad Ancona, il Silla a Genova, lo stesso Germanico venne affondato dai tedeschi nel '43, ma poi venne riportato a galla nel dopoguerra. Del resto, già nel 1940 i lavori su 4 navi vennero arrestati e così la classe in ogni caso, non sarebbe andata oltre gli 8 esemplari.
Di queste navi c'é da ricordare che il Regolo, appena 2 mesi dopo l'entrata in servizio, nel novembre 1942 venne silurato a prua e danneggiato gravemente dall'HMS Unruffled, perdendo tutto a proravia della torre n.2, tanto che rimase ai lavori fino a metà 1943. La velocità delle navi, nella II guerra mondiale, non era più un vero merito: anche i più veloci caccia, incrociatori e torpediniere erano un bersaglio abbastanza facile per gli aerei e pure per i sommergibili (per non dire delle mine!), e il fatto che la nave da '40 nodi' dovette tornare a marcia indietro ad appena 4 nodi, la dice lunga sulla reale utilità di queste 'Lamborghini (anzi, Bugatti) dei mari', che per mobilitare una potenza offensiva di poco superiore a quella di un cacciatorpediniere richiedevano un costo enorme e uno sproposito di cavalli-vapore, sufficienti per mobilitare una portaerei! Il Regolo rientrò in servizio nel settembre successivo, appena in tempo per scappare dall'armistizio.
Sopratutto, se poi, la nave in questione era tesa al solo combattimento 'antinave', perché bene o male, i Mogador erano anche navi ASW quando necessario, mentre i Dido (certo non esuberanti a potenza ma comunque rispettabili mini-incrociatori) erano navi a.a., due esigenze che erano senz'altro molto sentite per le operazioni navali moderne. Per questo i 'Regolo' furono senza dubbio navi di realizzazione notevole, quanto di utilità dubbia. La loro trasformazione successiva, da navi antinave a unità multiruolo, con armi ASW e batterie di cannoni a.a. di calibro e gittata inferiori rispetto all'originale, ma molto più utili, fu senz'altro una scelta notevolmente migliore e sopratutto dimostrava COSA dovevano essere queste navi fin da subito. Mentre invece, l'insistere sulla lotta antinave fu un riproporre un modello di combattimento vecchio di una generazione. Anche i giapponesi caddero nello stesso errore, a dire il vero; ma almeno, nelle vastità del Pacifico avrebbero avuto poco da temere da sommergibili e aerei, se soltanto non si fossero scontrati con una potenza industriale invincibile come quella americana (contro cui, a dire il vero, il piccolo Giappone avrebbe perso a prescindere!). In Mediterraneo, invece, non c'era posto dove nascondersi davvero, e quindi navi super-specializzate senza capacità belliche 'tridimensionali' (le armi a.a. erano praticamente solo per autodifesa), non fu affatto la cosa più intelligente da farsi nel 1942, a maggior ragione considerando che la minaccia francese era sparita da un pezzo, e che l'Italia non riusciva a produrre nemmeno un numero apprezzabile di navi di livello superiore alla torpediniera!
In ogni caso, da un punto meramente potenziale e tecnico, i 'Regolo' (Capitani Romani) ebbero successo e così vennero considerati, sebbene nel dopoguerra almeno uno (convertito a nave scuola) ebbe apparato motore depotenziato.
Lo scafo del Taskhent, primo di una serie di 11 navi (di cui solo 2 altre impostate e mai finite) era soddiviso in ben 15 compartimenti, ma la resistenza della nave capoclasse pare non fosse al livello richiesto. Secondo fonti sovietiche la potenza dei motori era un incredibile 130.000 hp a 350 rpm, ma almeno ufficialmente era di 110.000 e nelle prove di cui si ha notizia in occidente era al massimo stata raggiunta la potenza di 118.000 hp. L'armamento era in tre torrette da 130 mm, due cannoni da 76, 6 da 45 mm, 6 da 12,7 mm, 9 siluri da 533 mm e mine e anche cariche di profondità. I sistemi di tiro erano due, uno principale sull'albero anteriore e un altro secondario.
La nave venne costruita dal gennaio 1937 (varata già nel dicembre di quell'anno) e consegnato ad Odessa il 28 aprile 1939, alla flotta russa del Mar Nero. Non aveva armamento a bordo; poi l'ebbe, ma di produzione sovietica. Ma non subito: inizialmente c'erano solo 3 cannoni singoli da 130 mm, mentre nel 1941 ebbe tre torri binate. La differenza era che mentre i cannoni scudati singoli pesavano appena 12 tonnellate, queste ultime pesavano 49 tonnellate. Quindi erano 147 tonnellate anziché 36, differenza di ben 112 tonnellate per una nave da 4.000 t a pieno carico. Ebbe anche due cannoni da 76 mm, 6 da 45, 6 da 12,7, e i pezzi semi-automatici vennero sostituiti da armi a.a. da 37 mm automatiche.
Il Taskhent venne colpito da attacchi aerei con danni seri ad agosto 1941, poi nel giugno 1942 (allagamento locali caldaie 1 e 2), tanto che venne rimorchiato da altre navi (aveva ben 3.500 feriti e sfollati a bordo!!) e infine affondato da altre tre bombe il 2 luglio.
Dopo avere fatto circa 40 missioni di rifornimento e altre attività nel Mar Nero, la nave venne ripetutamente coinvolta da attacchi aerei, avendo trasportato quasi 20.000 persone e 2.500+ tonnellate di materiali per Sevastopoli, oltre a partecipare a numerosi bombardamenti costieri grazie ai suoi cannoni capaci di ben 25 km di gittata. Le altre navi vennero completate per meno del 50%, anche quando avviate. Il Tashkent venne risollevato nel 1944, ma ci si rese conto che non era possibile ripararlo. Così rimase un 'elefante bianco', sebbene utile.
Capito tutto? Ricapitoliamo:
Classe Taskhent(1) Capitani Romani (4) Le Fantasque(6) Mogador(2)
Anno serv. 1939 1942 1936 1938-39
Dimensioni: 139,7x13,7x3,7 142,2x14,4x4,1-4,9 m 132,4x12,5x5,01 137,5x12,57x4,74
Dislocamento norm/p.c. 2836-4.000 t 3686/3810-5510** 2612-3380 t 2997-4018 t
Armamento princ: 6x130 mm 8x135 5x138 8x138
siluri: 9x533 mm 8x533 9x533 8x533
potenza hp: 110/118(130?).000 110.000 74.000 92.000
Velocità max 43,5-44(45?) 43 45 43
velocità ordinaria: 42 kt 36-41? 37 39
autonomia: 4000nm/20 kt 4350/18 (3000/25) 3000/14* 4345/18 o 3300/28
carburante: 1200? 1400 580 120-700
Equipaggio: 250 418 210 238
*Il raggio d'azione era teoricamente sulle 2.500 nm a 25 nodi; il Le Malin ottenne in pratica: 5.000 nm a 15 kt (9.250 a 27 km/h), un raggio di tutto rispetto per una nave del genere; 3.600/17 kt; 3.000/21 kt (5.500 km a 39 km/h); 1.750 nm/26 kt; 950 km/36 kt; 800 nm/40 kt (appena 20 ore, percorrendo 1480 km a 74 km/h!); e infine, 700 nm a 42,5 kt (circa 1300 km a 80 km/h). Come si vede, c'era parecchia differenza tra i calcoli teorici e quelli pratici (a 26 kt solo 1750 nm anziché 2500 a 25), forse perché malcalcolavasi i consumi delle sistemazioni ausiliarie.
**altri dati: 3.686-5.334 t
Ora il problema è:
QUALE di queste navi era la più veloce e potente? (notare bene la natura duale della domanda)
La risposta, almeno ufficialmente è i Le Fantasque. Ad ogni modo, la cosa merita più di una spiegazione.
Il Tashkent era una macchina da corsa notevole, se si pensa a quanto fosse già straordinario sistemare dentro i Capitani Romani la stessa potenza che anni prima era stata ficcata nel Tashkent, malgrado la taglia inferiore e un dislocamento più scarso del 25% circa. E nondimeno costava molto: 44.620.000 lire, più il 25% per avere superato la velocità prevista di 42 nodi.
Ma quant'era realmente veloce?
Dati disponibili:
-14 marzo 1939: velocità superiore ai 43 nodi per diverse ore su tratta misurata (tra due località geografiche note); massimo: 44,5 nodi con l'ultimo degli 8 passaggi (e quindi con nave 'scarica'), erogando 111.980CV (notare i CV e non gli HP, differenza -1,6%). In precedenza aveva fatto 42,72 nodi con 105.460 cv.
-altri dati parlano di 44,06 nodi con dislocamento di 3.269 t, che M.Brescia dice essere un pò improbabile dato che è piuttosto alto rispetto al massimo possibile.
-durante la prova con la marina russa, dopo la consegna (probabilmente ancora senza armamento) avrebbe ottenuto 45,3 nodi con 116.000 cv.
-secondo Navypedia, la potenza delle macchine era di 130.000 hp (cosa improbabile, le fonti italiane sono chiare e 110k è già miracoloso!), a meno che non fosse in super-potenza. Ma secondo le stesse prove, la velocità rilevata fu di 43,53 nodi con dislocamento di 3.422 tonnellate, quindi probabilmente quando aveva già l'armamento definitivo (nel 1941), o quanto meno quello iniziale (immesso nel 1939 o forse nel 1940).
Ora i Le Fantasque:
-l'unità base, la Le Fantasque, ottenne la velocità più bassa del gruppo: 42,71 nodi. Ancora a fine guerra, caricati di armi a.a. e radar, queste navi erano capaci di fare facilmente 37 nodi.
Nei dettagli: il Le Fantasque: 42,71 nodi; L'indomplable, 43,02; Le Malin, 43,11; L'Audacieux, 43,18; Le Triomphant: 43,24, Le Terrible, 45,02 nodi. Quest'ultimo pare che avesse due supporti per gli assi portaelica presi dai caccia tipo Vauquelin, perché i suoi appositi... non erano stati approntati in tempo. E così, finì paradossalmente per fare quasi 2 nodi in più solo per questo.
Per le navi oltre le 2.500 tonnellate questo è rimasto almeno fino al 2010, un record imbattuto, almeno dopo il completamento. I motori erano collegati a caldaie da 27 atm e 325°C e sviluppavano fino a circa 100.000 hp.
I più grossi e potenti Mogador, forse per qualche problema di cavitazione, non furono altrettanto rapidi: il Volta, 'solo' a 42,88 nodi.
La velocità dei Mogador era stata concepita in 39 nodi; ma il Mogador arrivò a 43,45 nodi (oltre 80 km/h!) per un'intera ora, sviluppando ben 118.320 shp.
-Altre informazioni sono date da una velocità di 41,67 nodi ottenuti forzando a 'soli' 108.424 shp, ma con dislocamento più pesante, di ben 3.731 tonnellate, vicino quindi al massimo pratico.
E i Capitani Romani?
-si dice che nelle prove superassero i 43 nodi, ma erano prove di guerra e non si curò molto l'implementazione di record; la velocità 'pratica' è variamente indicata tra 36 e 41 nodi!
Quindi, come potenza, se si accetta l'ultimo dato del Tashkent, sarebbe questo ad avere dimostrato più hp; però non è così per la velocità massima. Se si accetta la velocità massima di 45,3 nodi, invece, questa è una prova fatta con 118.000 hp per cui non è più potente dei Mogador, però sarebbe la nave più veloce.
Ad ogni modo, la prova venne fatta con ogni probabilità prima di installare l'armamento e certo prima di avere l'armamento completo e definitivo, cosa avvenuta solo nel 1941. Per cui come nave 'COMPLETA' il Tashkent non sarebbe veloce quanto i Le Fantasque, dando a questi ultimi comunque la palma delle grandi navi più veloci.
Come dimensioni, il Tashkent era appena più grosso dei Le Fantasque e appena più piccolo dei Mogador, tutti questi erano a loro volta più piccoli dei Capitani Romani.
Per cui, come si vede, la risposta è composita e non facile da sintetizzare.
Recentemente mi è capitato di rileggere l'ottimo articolo sul Tashkent di Storia Militare 6-09, e mi sono chiesto quale sia effettivamente la velocità di quel velocissimo cacciatorpediniere, raggiunta con quale potenza e con quali capacità belliche. Anche perché, la palma del 'velocissimo' non è solo appannaggio di questo supercaccia. Ci sono altri duellanti molto interessanti. E la domanda è: CHI é il più veloce del reame? E non solo, Chi è il più potente del reame?
I pretendenti
Eccoli qua:
1- l'esploratore Tashkent.
2- i supercaccia classe Le Fantasque
2- i supercaccia classe Mogador
4- gli incrociatori leggeri Capitani Romani
Più qualche altra cosetta, di cui si parlerà poi..
Innanzi tutto, prima di andare oltre: non c'é da dimenticarsi nemmeno degli incrociatori tipo Da Giussano italiani; questi raggiunsero, alle prove, velocità mostruose, fino a circa 42 nodi.
Il Da Barbiano arrivò a 112.760 hp per 8 ore (39,6 kt) e addirittura ben 123.479 shp, a pesi leggeri, arrivando a 42,05 kt per 32 minuti! Ovviamente questo fu possibile super-forzando le turbine (che incredibilmente non esplosero) e con dislocamento di prova di 5.600 t, ma comunque sia tutte le navi mantennero oltre 39 nodi nella prova delle 8 ore, anche se il dislocamento p.c. era di quasi 7.000 tonnellate, e a bordo c'erano probabilmente solo le tonnellate di nafta sufficienti per fare la prova stessa (il massimo, ad ogni modo, era di 'sole' 1.200 circa, per cui non basta a spiegare la differenza tra prova in carico leggero e dislocamento p.c.) mentre armi e munizioni erano incompleti o assenti. Anche così, questi incrociatori erano i più veloci di tutti, e probabilmente lo sono rimasti anche in seguito, almeno nella loro categoria.
Perché, comunque sia, non includerli nel lotto dei 'velocissimi'? Perché qui mi preme maggiormente comparare gli 'esploratori' (categoria al limite tra caccia e incrociatori), perché già so che comunque i Da Giussano non sono le navi più veloci di tutte e perché durante il servizio effettivo, almeno in tempo di guerra, erano circa 8-10 nodi più lente. Del resto, non m'interessa in questa sede, nemmeno elencare le motosiluranti e MAS che potrebbero comodamente andare nel 'Club 40'. Sono 'navi' per modo di dire, essendo dei battelli (la definizione di 'nave' passa, nucleari a parte, spesso per.. numero di fumaioli: niente fumaioli, niente nave), sia pure ovviamente, dei mezzi navali.
Detto questo, cominciamo pure la disamina..
I Le Fantasque (o Le Malin, a seconda delle fonti), erano sei grandi e potenti vascelli, il gruppo di navi più veloci mai costruito: ben 6 navi, che sulla carta avevano 74.000 hp e potevano arrivare almeno al 10% extra, perché in realtà potevano superare i 43 nodi e arrivare secondo alcune fonti, a ben 45,03 nodi, ergo il massimo mai raggiunto da una nave da guerra (equipaggiata) di grandi dimensioni (diciamo sopra i 100 metri).
4 delle navi sopravvissero alla guerra, Le Fantasque, Le Terrible, Le Malin e le Triomphant, armati con cannoni e radar moderni. L'Audacieux venne invece danneggiato da un grosso incrociatore australiano, l'Australia, e successivamente affondato da bombe a Biserta nel maggio 1943. Le Malin venne danneggiato da una collisione con Le Terrible, perdendo la prua. Quanto al Le Triomphant, venne cattruato dai britannici e usato dal 1940 dalle forze francesi libere. Un solo caccia venne affondato a Tolone, il 27 novembre 1942, l'Indomptable, e poi -recuperato successivamente dai tedeschi- affondato ancora dalle bombe alleate. Alcune parti vennero poi usate per riparare il Le Malin.
Il dislocamento era, con i parametri alla 'Washington', ergo senza carburante e acqua di riserva (dolce): 2.612 t; con 100 e 80 rispettivamente, arrivava a 2.800 tonnellate, a pieno carico fino a 3.300 tonnellate; nel 1953 giungevano fino a 3.800 tonnellate, con radar e cannoni a.a., ma all'epoca erano navi assai diverse. E anche così, non erano ancora pari al dislocamento del Tashkent (2.800 t 'leggero'; 3.200 normale e 4.000 p.c.).
I due soli Mogador vennero realizzati per consolidare la superiorità contro la marina italiana nel settore delle navi 'veloci' in stile super-cacciatorpediniere, anche se questo innescò l'approntamento dei Capitani Romani. Solo 2 navi vennero realizzate, una delle quali, la Mogador, venne danneggiata dallo scoppio delle b.d.p. a causa delle navi inglesi (un colpo in pieno da 381, nemmeno esploso ma finito dentro il deposito delle bombe!), e poi affondato a Tolone.
Queste navi avevano uno scafo in acciaio che nei punti di maggiore sforzo era di 60 kg/m2 (circa 7,5 mm) e in quelle meno sollecitate da 50 kg/m2 (circa 6 mm); le parti interne erano addirittura costruite in duralluminio, così da avere il minor peso, ma al contempo usare il materiale leggero fuori dal rischio di corrosione da azione diretta del mare. Inizialmente si pensava di usare 3 torri e una catapulta, ma quest'ultima venne abbandonata perché comunque non c'era abbastanza stabilità per tenere il mare, anzi l'oceano, dato che erano pur sempre navi destinate ad essere impiegate in oceano. La costruzione era di tipo longitudinale, più robusta e semplice, con ossature ogni 1,8 metri. La costruzione dello scafo comportava l'uso dei rivetti (o bulloni?), forse per rendere più resistente e affidabile la struttura sotto forti stress; ma le altre parti erano in saldatura.
Nonostante tutto questo, i Mogador erano ancora navi più pesanti di quanto non fossero le precedenti, cosa non tanto imprevista data la presenza dei cannoni binati. La nave era piuttosto angusta per l'equipaggio, dato che gli elevatori delle torri passavano attraverso gli alloggi (beh, è tutto sommato inevitabile con una nave simile!).
Al contempo, i Mogador erano notevolmente buoni come capacità di tenere il mare: anche col mare forza 4 potevano ancora correre a 34 nodi, mentre il rollio era lento (7 secondi), e non si inclinavano più di 3° con forti venti laterali, e non più di 8 con il timone pienamente attivato.
Il che era ben fatto, ma le navi erano un pò inerti e il timone era piuttosto piccolo, per cui il raggio di virata era sugli 800 metri a 25 nodi e spesso anche di più; di fatto, navigando con le corazzate, come la Dunquerke, queste navi dovevano stare attente a virare bene assieme a loro, perché questi giganti, in realtà, erano molto più manovrieri!
L'apparato motore merita menzione: le caldaie erano di tipo ad alta pressione (510 psi), e le due turbine Rateau-Bretagne avevano in realtà ben 4 turbine interne: una ad alta, una a media e due a bassa pressione, per giunta ciascuna a bassa pressione aveva una turbina per la 'retromarcia'. Non solo, ma c'erano anche due piccole turbine da crociera per ciascun locale motori! A 25 nodi queste cedevano il passo alle turbine ad alta pressione. Nondimeno, l'accoppiamento e il disaccoppiamento erano tutt'altro che semplici e si pensava di eliminare le turbine da crociera per le navi successive. Un'altra cosa interessante è che essendo diverse le lunghezze degli assi porta-elica (essendo collegati a due diversi locali dove erano presenti, in serie, i gruppi-turbina) anche il raggio di virata era diverso a seconda della direzione. Le eliche, in ogni caso, erano tripala da 3,94 metri (nel caso dei Capitani Romani, 4,1 m). Il timone era da 14,95 mq semi-bilanciato ed era mosso da motori assai deboli, tanto che ci volevano circa 30 secondi per portarlo al massimo valore di deflessione di 32° quando la nave era ad alta velocità. Naturalmente, la navigazione in formazione andava fatta con cautela, per le ragioni di cui sopra, ma del resto i Mogador non erano esattamente concepiti per questo genere di operazioni, probabilmente la loro azione doveva essere più in piccoli gruppi omogenei con gli altri supercaccia francesi.
Come carico di carburante, portavano in condizioni 'leggere' appena 120 tonnellate di carburante; 360 a carico 'normale' e ben 710 a pieno carico. L'autonomia stimata di 4.345 nm a 15 kt -o di 2.664 a 24 kt- venne ottenuta in base alle prove, ma in realtà i consumi erano più alti perché si sottostimava il consumo di carburante delle macchine ausiliarie, a quanto pare sottostimato inizialmente.
La produzione di energia elettrica non era esuberante, a differenza delle navi maggiori. L'impianto elettrico era attivato da due generatori a turbina da 120 kW, e più due diesel-generatori da 52 kW (al massimo); la corrente era a 115V, quando gli incrociatori arrivavano a 230V; ma il problema era che i diesel erano troppo poco potenti e così una delle caldaie (già di manutenzione difficoltosa) doveva essere tenuta accesa se si voleva utilizzare le torri d'artiglieria e altri sistemi; inoltre i servo motori erano piuttosto scarsi a potenza, così che i cannoni avevano brandeggio lento, e debole era anche il timone.
Un'altra limitazione erano le torri di per sé: i cannoni erano sempre i Mod 1929 dei tipi meno recenti, ma le torri erano capaci sempre della loro limitata elevazione di -10/
+30°, per cui non potevano usare le armi per il tiro a.a. se non in maniera limitatissima, e nemmeno sfruttare il massimo raggio di tiro possibile. I motori erano inizialmente installati nelle torri (semi-torri in realtà), ma poi vennero spostati a lato in maniera da renderle più spaziose all'interno, anche se in questo modo l'attrezzatura era più ridotta. La torre era alimentata da un tamburo che seguiva la direzione dei cannoni, i colpi erano pesanti e così erano separati dalle cariche; l'alimentazione dei proiettili era meccanica, ma curiosamente le cariche di lancio (come spesso accade del resto, anche nei semoventi moderni terrestri) erano da inserire a mano. Altro limite, più serio, era che i cannoni, benché alimentabili ad ogni alzo, in realtà erano limitati da un sistema di caricamento troppo debole per caricare oltre i 10°. A questo aggiungiamo che ogni cannone aveva solo due caricatori umani, e problemi di costruzione dei cannoni, e il risultato fu che il tiro pratico era di appena 3-4 colpi/min anziché i 10 previsti! Senza contare i guasti, ovviamente.
Questo dà l'idea di come questi supercaccia fossero 'tirati' al massimo, per il loro dislocamento. La torre da 138 doveva essere quindi assistita da nuovi sistemi e meccanismi, ma nonostante gli aggiornamenti del gennaio 1940, non fu ancora possibile risolvere tutti i problemi, essendo necessario di fatto un nuovo sistema di caricamento. Tra le modifiche, 5 colpi per cannone vennero installati dentro le torri, per alimentare il potenziale di fuoco in caso di danni o guasti ai sistemi di elevazione dei proiettili. Ad ogni modo, il problema era davvero di sfruttare la potenza di fuoco dei cannoni, perché sotto, nei depositi, c'erano ben 1440 colpi da 138 (180 per cannone), oltre ad ulteriori 85 per la torre n.2 che era usata per il tiro illuminante. davvero non male per una nave così piccola e con una potenza di fuoco così alta.
I cannoni a.a. erano un pezzo da 37 binato davanti la torre n.3, purtroppo era a caricamento manuale (come i tipi tedeschi, ma non era stabilizzato, e i cannoni da 45 sovietici); questo perché un impianto binato apposito non era stato ancora prodotto, malgrado il progetto fosse per un cannone da 165 c/min, mentre questo era capace di spararne 30-40. I colpi erano ben 250 vicino all'affusto, e altri 1250 sottocoperta, vicino però al deposito anteriore da 138, ben 50 metri avanti; i caricatori erano da 12,8 kg e dovevano essere portati a mano, anche se data la bassa cadenza di tiro, non era poi così facile necessitare di rinforzi durante l'azione di fuoco..
L'armamento a.a. veniva completato da 4 mitragliere da 13,2 mm in due impianti binati; inizialmente scudati e siti nella sovrastruttura avanti, vennero poi spostati avanti al torrione comando e privati di scudi che erano un impiccio per la visuale. Caricatori da 30 colpi, ben 2.500 per arma, siti dentro il deposito munizioni anteriore.
Poi c'erano i siluri: due lanciasiluri tripli affiancati tra i fumaioli, e due binati sull'asse, per una bordata totale di 7 siluri, ma una disponibilità di ben 10 armi. Il che era una più dei Le Fantasque, ma con bordata di due in meno. Comunque, l'arco di tiro era di circa 150°, più dei Le Fantasque (100° max).
I siluri erano potenti, i Mod 1923 avevano ben 308 kg e peso di 2068 kg, con un motore ad alcool 4 cilindri e due velocità: 39 nodi su 9.000 metri, oppure 35 nodi a 13 km. Come si vede, non erano affatto siluri velocissimi rispetto ad altri tipi (quelli inglesi erano sui 45 nodi, quelli italiani e giapponesi dei tipi migliori, sui 50 e 48-50 nodi); nondimeno erano prestanti, per esempio la capacità di sostenere ben 35 nodi su 13 km era molto buona, così come la potenza della testata. Infine c'erano due lanciabombe con 8 ordigni di profondità a poppavia, e 2 ricariche per ciascuna (totale: 32 o anche 48 ordigni, nel deposito posteriore), però non c'era alcun sonar. Si potevano però lanciare in maniera telecomandata dalla centrale, con lanci per 4 ordigni su ciascun lato. Non mancavano nemmeno due paia di rotaie per ospitare le mine a poppa, ciascuna poteva portare 5 mine B4, ma se necessario esistevano delle sezioni che, una volta montate, estendevano il totale a ben 30 ordigni come massimo.
E infine, il sistema di direzione di tiro: un apparato centralizzato simile ai Le Fantasque, dotato di vari apparati ottici e meccanici. Inizialmente c'era, per la scoperta, un paio di cannocchiali 12x72 sui lati del ponte; tramite i sistemi Granat i dati raccolti venivano mandati alle direzioni di tiro, che erano due: una sopra il ponte, e un'altra posteriormente ai fumaioli (che erano due). Queste direzioni diro (DT) erano provviste di un telemetro stereoscopico Mod 35 da 5 metri di apertura. Questo calcolava la distanza e i dati venivano immessi in un computer Mod 29 modernizzato, un sistema elettromeccanico che poi calcolava la soluzione di tiro trasmettendola alle torrette, che quindi erano controllate dai sistemi principali, nonché -se necessario- in locale (probabilmente con altri sistemi di puntamento semplificati, a cannocchiale). Anche per i siluri c'era un sistema simile, ma con due binocoli di tipo più piccolo (8x30) sempre ai lati del ponte, che trasmettevano dati alla direzione di tiro siluri, che era sopra la DT dell'artiglieria del ponte. Con un computer Model 1933 era possibile calcolare la soluzione di tiro per i siluri e poi da lì si mandava la direzione ai lanciasiluri, che erano attivabili a distanza sia dalla direzione lanci siluri, che dai binocoli dei lati plancia, già visti sopra.
I due caccia vennero iniziati nel 1934 e approntati già nel gennaio-aprile 1938 per le prove con la marina. Però l'entrata in servizio pratica venne fatta solo l'8 aprile e il 6 marzo 1939, per il Mogador (X61) e Volta (X62). Nel mentre vennero ordinati altri 4 esemplari di tipo migliorato. La miglioria più evidente era quella dell'armamento a.a., inizialmente almeno inteso con impianti da 130 binati. Ad ogni modo, non vennero mai completati.
Nonostante tutto, le due navi erano pronte per la guerra e a novembre del 1939 contribuirono alla caccia delle gemelle Scharnorst e Gneisenau, ma queste sfuggirono grazie al maltempo, così non sapremo mai cosa sarebbe successo in uno scontro 'caldo'.
La loro carriera fu piuttosto breve, ma nella prima metà del 1940 ebbero miglioramenti alle artiglierie, e la tenda che riparava la parte posteriore delle torri venne sostituita da una porta, così come vennero installate nuove radio, nuovi scudi per armi e riflettori, e persino un sonar SS-6, installato, pare, appena nel giugno 1940, anche se non si dimostrò efficiente, era senz'altro tecnicamente degno di nota come aggiornamento e ne faceva dei veri cacciatorpediniere.
Purtroppo, l'unico effetto delle bombe di profondità fu che quelle pronte al lancio (16) esplosero sul Mogador, a seguito del bombardamento inglese di Mers el Kebir. La nave francese riuscì a ritornare in patria grazie ad una nuova poppa rifatta per l'emergenza (e accorciata!), ma entrambe le unità vennero perse a Tolone, malgrado fossero state risollevate dagli italiani nel 1943. Peccato davvero.
I cannoni erano di tipo assai prestante: i Mle (Model) 1929 erano dei 138/50 pesanti 4.275 kg, i Mle 1934 ben 4.650. Lunghi 7,28 metri, di cui 6,927 per la canna, tiravano granate da 40,6 kg e avevano un angolo di direzione di circa 300°, anche se l'alzo era come si è visto, troppo limitato. La velocità era di 800 m/sec e il raggio di 20 km circa.
L'arma era moderna, almeno tecnicamente, come versione allungata del Mle 1927, aveva funzionamento semiautomatico, e un otturatore orizzontale e canna 'autofrettata' (si dice così in italiano?).
La differenza tra i due tipi era che il Mle 29 era ad azionamento manuale, singolo, pesante 11,7 tonnellate, con scudo da 5 mm.
La cadenza di tiro teorica era di ben 10-12 colpi al minuto, ma gli elevatori (che poi portavano armi e cariche al 'tamburo' rotante sottocoperta) riducevano la potenza dell'arma ad un massimo di 7 colpi al minuto, ancora molto buono comunque sia (280+ kg/min, quasi al livello di un 152 mm). Il Mle 1934 era be più pesante, da 10 mm di spessore, che peraltro era ancora solo una corazza antischegge, e come prima, la parte posteriore dell'arma era scoperta. Il peso di quest'impianto binato era di ben 34,6 tonnellate. L'azionamento era elettrico, con una discreta velocità di 10°/sec laterale e 14°/sec d'elevazione. L'alimentazione col caricamento di proietitli ai tamburi era derivato dal tipo da 130 mm precedente, che però era più adatto al tipo di lavoro, avendo proiettili-cartoccio anziché separati. Nonostante fossero diversi, i cannoni da 138 di entrambi i modelli avevano essenzialmente due tipi di munizioni: il Mle 1932 HE e il Mle 1924 SAP, entrambi da 40,6 kg, solo che il primo dei due aveva 4,1 kg di esplosivo e 840 m/sec, mentre il secondo era a 800 m/sec (se è credibile questa cosa, visto che entrambi avevano una carica di lancio da 12,09 kg, in un apposito bossolo separato). DAl 1940 vennero anche usati proiettili con vernici colorate per distinguere gli 'splash' di più navi coinvolte in azione.
Da notare che i cannoni dei Le Fantasque, benché a brandeggio manuale, erano provvisti di una cadenza di fuoco superiore, per cui non è affatto detto che, a causa della complessità dell'affusto, gli 8 pezzi dei Mogador fossero realmente migliori dei 5 singoli dei Le Fantasque. Diciamo che i Mogador dovevano essere ancora perfezionati.
Del resto, anche il Tashkent, inizialmente, ebbe impianti singoli da 130 mm, che ne facevano una nave pesantemente sotto-armata per la sua stazza e per il suo costo.
I Capitani Romani vennero costruiti per rispondere ai supercacciatorpediniere Le Fantasque e Mogador, ultimo atto di una lunga faida tecnologica e propagandistica tra le due marine 'cuggine'. Erano tanti: originariamente previsti in 12 esemplari, come i vecchi 'Navigatori', contro appena 8 navi francesi analoghe.
Con la guerra, i programmi diventarono molto più ridotti e alla fine soltanto 4 navi vennero realizzate e messe in servizio.
Originariamente l'armamento a.a. doveva essere di 6 cannoni automatici da 65 mm, ma poi vennero adottati i pezzi da 37 binati (8 armi in tutto), mentre i lanciasiluri vennero messi in file sovrapposte (4 tls). Naturalmente il tutto era condito dai soliti impianti binati da 20 mm stabilizzati (e pesanti quasi 3 tonnellate l'uno, più di molti impianti da 30 mm moderni!), e da mine a volontà.
Lo scafo, dal canto suo, era spesso la bellezza di 4 millimetri, più o meno 3-4 volte lo spessore della lamiera di un'auto. Sorprende come questo potesse essere possibile, ma di sicuro non era stato concepito per la navigazione oceanica (il Mogador, che pure era leggerissimo, aveva almeno 5-6 mm di spessori); certo è che questi spessori non garantivano alcuna protezione, se non quella di evitare l'attivazione delle spolette esplosive durante la penetrazione delle granate AP.
Alla fine vennero realizzati, nel periodo bellico: Attilio Regolo, Scipione l'Africano, Giulio Germanico e Pompeo Magno, questi ultimi due rispettivamente diventati S.Marco e S.Giorgio, poi usati dalla MM nel dopoguerra per parecchi anni.
Le altre due diventarono invece due condutturi francesi, con armamento notevolmente ridotto nella batteria principale (6x105 mm, 10x57 e 12x533 mm), mentre le navi italiane ebbero 6x127 mm e 20x40 mm, più un lb. antisommergibile, ma niente più siluri.
Le altre navi: l'Ulpio Traiano venne affondato a Palermo il 3 gennaio 1943 quando era completo oltre il 90%, da mezzi insidiosi britannici; il Caio Mario venne affondato e poi distrutto dai tedeschi, l'Ottaviano Augusto (completato oltre il 90%) venne distrutto dagli aerei alleati ad Ancona, il Silla a Genova, lo stesso Germanico venne affondato dai tedeschi nel '43, ma poi venne riportato a galla nel dopoguerra. Del resto, già nel 1940 i lavori su 4 navi vennero arrestati e così la classe in ogni caso, non sarebbe andata oltre gli 8 esemplari.
Di queste navi c'é da ricordare che il Regolo, appena 2 mesi dopo l'entrata in servizio, nel novembre 1942 venne silurato a prua e danneggiato gravemente dall'HMS Unruffled, perdendo tutto a proravia della torre n.2, tanto che rimase ai lavori fino a metà 1943. La velocità delle navi, nella II guerra mondiale, non era più un vero merito: anche i più veloci caccia, incrociatori e torpediniere erano un bersaglio abbastanza facile per gli aerei e pure per i sommergibili (per non dire delle mine!), e il fatto che la nave da '40 nodi' dovette tornare a marcia indietro ad appena 4 nodi, la dice lunga sulla reale utilità di queste 'Lamborghini (anzi, Bugatti) dei mari', che per mobilitare una potenza offensiva di poco superiore a quella di un cacciatorpediniere richiedevano un costo enorme e uno sproposito di cavalli-vapore, sufficienti per mobilitare una portaerei! Il Regolo rientrò in servizio nel settembre successivo, appena in tempo per scappare dall'armistizio.
Sopratutto, se poi, la nave in questione era tesa al solo combattimento 'antinave', perché bene o male, i Mogador erano anche navi ASW quando necessario, mentre i Dido (certo non esuberanti a potenza ma comunque rispettabili mini-incrociatori) erano navi a.a., due esigenze che erano senz'altro molto sentite per le operazioni navali moderne. Per questo i 'Regolo' furono senza dubbio navi di realizzazione notevole, quanto di utilità dubbia. La loro trasformazione successiva, da navi antinave a unità multiruolo, con armi ASW e batterie di cannoni a.a. di calibro e gittata inferiori rispetto all'originale, ma molto più utili, fu senz'altro una scelta notevolmente migliore e sopratutto dimostrava COSA dovevano essere queste navi fin da subito. Mentre invece, l'insistere sulla lotta antinave fu un riproporre un modello di combattimento vecchio di una generazione. Anche i giapponesi caddero nello stesso errore, a dire il vero; ma almeno, nelle vastità del Pacifico avrebbero avuto poco da temere da sommergibili e aerei, se soltanto non si fossero scontrati con una potenza industriale invincibile come quella americana (contro cui, a dire il vero, il piccolo Giappone avrebbe perso a prescindere!). In Mediterraneo, invece, non c'era posto dove nascondersi davvero, e quindi navi super-specializzate senza capacità belliche 'tridimensionali' (le armi a.a. erano praticamente solo per autodifesa), non fu affatto la cosa più intelligente da farsi nel 1942, a maggior ragione considerando che la minaccia francese era sparita da un pezzo, e che l'Italia non riusciva a produrre nemmeno un numero apprezzabile di navi di livello superiore alla torpediniera!
In ogni caso, da un punto meramente potenziale e tecnico, i 'Regolo' (Capitani Romani) ebbero successo e così vennero considerati, sebbene nel dopoguerra almeno uno (convertito a nave scuola) ebbe apparato motore depotenziato.
Lo scafo del Taskhent, primo di una serie di 11 navi (di cui solo 2 altre impostate e mai finite) era soddiviso in ben 15 compartimenti, ma la resistenza della nave capoclasse pare non fosse al livello richiesto. Secondo fonti sovietiche la potenza dei motori era un incredibile 130.000 hp a 350 rpm, ma almeno ufficialmente era di 110.000 e nelle prove di cui si ha notizia in occidente era al massimo stata raggiunta la potenza di 118.000 hp. L'armamento era in tre torrette da 130 mm, due cannoni da 76, 6 da 45 mm, 6 da 12,7 mm, 9 siluri da 533 mm e mine e anche cariche di profondità. I sistemi di tiro erano due, uno principale sull'albero anteriore e un altro secondario.
La nave venne costruita dal gennaio 1937 (varata già nel dicembre di quell'anno) e consegnato ad Odessa il 28 aprile 1939, alla flotta russa del Mar Nero. Non aveva armamento a bordo; poi l'ebbe, ma di produzione sovietica. Ma non subito: inizialmente c'erano solo 3 cannoni singoli da 130 mm, mentre nel 1941 ebbe tre torri binate. La differenza era che mentre i cannoni scudati singoli pesavano appena 12 tonnellate, queste ultime pesavano 49 tonnellate. Quindi erano 147 tonnellate anziché 36, differenza di ben 112 tonnellate per una nave da 4.000 t a pieno carico. Ebbe anche due cannoni da 76 mm, 6 da 45, 6 da 12,7, e i pezzi semi-automatici vennero sostituiti da armi a.a. da 37 mm automatiche.
Il Taskhent venne colpito da attacchi aerei con danni seri ad agosto 1941, poi nel giugno 1942 (allagamento locali caldaie 1 e 2), tanto che venne rimorchiato da altre navi (aveva ben 3.500 feriti e sfollati a bordo!!) e infine affondato da altre tre bombe il 2 luglio.
Dopo avere fatto circa 40 missioni di rifornimento e altre attività nel Mar Nero, la nave venne ripetutamente coinvolta da attacchi aerei, avendo trasportato quasi 20.000 persone e 2.500+ tonnellate di materiali per Sevastopoli, oltre a partecipare a numerosi bombardamenti costieri grazie ai suoi cannoni capaci di ben 25 km di gittata. Le altre navi vennero completate per meno del 50%, anche quando avviate. Il Tashkent venne risollevato nel 1944, ma ci si rese conto che non era possibile ripararlo. Così rimase un 'elefante bianco', sebbene utile.
Capito tutto? Ricapitoliamo:
Classe Taskhent(1) Capitani Romani (4) Le Fantasque(6) Mogador(2)
Anno serv. 1939 1942 1936 1938-39
Dimensioni: 139,7x13,7x3,7 142,2x14,4x4,1-4,9 m 132,4x12,5x5,01 137,5x12,57x4,74
Dislocamento norm/p.c. 2836-4.000 t 3686/3810-5510** 2612-3380 t 2997-4018 t
Armamento princ: 6x130 mm 8x135 5x138 8x138
siluri: 9x533 mm 8x533 9x533 8x533
potenza hp: 110/118(130?).000 110.000 74.000 92.000
Velocità max 43,5-44(45?) 43 45 43
velocità ordinaria: 42 kt 36-41? 37 39
autonomia: 4000nm/20 kt 4350/18 (3000/25) 3000/14* 4345/18 o 3300/28
carburante: 1200? 1400 580 120-700
Equipaggio: 250 418 210 238
*Il raggio d'azione era teoricamente sulle 2.500 nm a 25 nodi; il Le Malin ottenne in pratica: 5.000 nm a 15 kt (9.250 a 27 km/h), un raggio di tutto rispetto per una nave del genere; 3.600/17 kt; 3.000/21 kt (5.500 km a 39 km/h); 1.750 nm/26 kt; 950 km/36 kt; 800 nm/40 kt (appena 20 ore, percorrendo 1480 km a 74 km/h!); e infine, 700 nm a 42,5 kt (circa 1300 km a 80 km/h). Come si vede, c'era parecchia differenza tra i calcoli teorici e quelli pratici (a 26 kt solo 1750 nm anziché 2500 a 25), forse perché malcalcolavasi i consumi delle sistemazioni ausiliarie.
**altri dati: 3.686-5.334 t
Ora il problema è:
QUALE di queste navi era la più veloce e potente? (notare bene la natura duale della domanda)
La risposta, almeno ufficialmente è i Le Fantasque. Ad ogni modo, la cosa merita più di una spiegazione.
Il Tashkent era una macchina da corsa notevole, se si pensa a quanto fosse già straordinario sistemare dentro i Capitani Romani la stessa potenza che anni prima era stata ficcata nel Tashkent, malgrado la taglia inferiore e un dislocamento più scarso del 25% circa. E nondimeno costava molto: 44.620.000 lire, più il 25% per avere superato la velocità prevista di 42 nodi.
Ma quant'era realmente veloce?
Dati disponibili:
-14 marzo 1939: velocità superiore ai 43 nodi per diverse ore su tratta misurata (tra due località geografiche note); massimo: 44,5 nodi con l'ultimo degli 8 passaggi (e quindi con nave 'scarica'), erogando 111.980CV (notare i CV e non gli HP, differenza -1,6%). In precedenza aveva fatto 42,72 nodi con 105.460 cv.
-altri dati parlano di 44,06 nodi con dislocamento di 3.269 t, che M.Brescia dice essere un pò improbabile dato che è piuttosto alto rispetto al massimo possibile.
-durante la prova con la marina russa, dopo la consegna (probabilmente ancora senza armamento) avrebbe ottenuto 45,3 nodi con 116.000 cv.
-secondo Navypedia, la potenza delle macchine era di 130.000 hp (cosa improbabile, le fonti italiane sono chiare e 110k è già miracoloso!), a meno che non fosse in super-potenza. Ma secondo le stesse prove, la velocità rilevata fu di 43,53 nodi con dislocamento di 3.422 tonnellate, quindi probabilmente quando aveva già l'armamento definitivo (nel 1941), o quanto meno quello iniziale (immesso nel 1939 o forse nel 1940).
Ora i Le Fantasque:
-l'unità base, la Le Fantasque, ottenne la velocità più bassa del gruppo: 42,71 nodi. Ancora a fine guerra, caricati di armi a.a. e radar, queste navi erano capaci di fare facilmente 37 nodi.
Nei dettagli: il Le Fantasque: 42,71 nodi; L'indomplable, 43,02; Le Malin, 43,11; L'Audacieux, 43,18; Le Triomphant: 43,24, Le Terrible, 45,02 nodi. Quest'ultimo pare che avesse due supporti per gli assi portaelica presi dai caccia tipo Vauquelin, perché i suoi appositi... non erano stati approntati in tempo. E così, finì paradossalmente per fare quasi 2 nodi in più solo per questo.
Per le navi oltre le 2.500 tonnellate questo è rimasto almeno fino al 2010, un record imbattuto, almeno dopo il completamento. I motori erano collegati a caldaie da 27 atm e 325°C e sviluppavano fino a circa 100.000 hp.
I più grossi e potenti Mogador, forse per qualche problema di cavitazione, non furono altrettanto rapidi: il Volta, 'solo' a 42,88 nodi.
La velocità dei Mogador era stata concepita in 39 nodi; ma il Mogador arrivò a 43,45 nodi (oltre 80 km/h!) per un'intera ora, sviluppando ben 118.320 shp.
-Altre informazioni sono date da una velocità di 41,67 nodi ottenuti forzando a 'soli' 108.424 shp, ma con dislocamento più pesante, di ben 3.731 tonnellate, vicino quindi al massimo pratico.
E i Capitani Romani?
-si dice che nelle prove superassero i 43 nodi, ma erano prove di guerra e non si curò molto l'implementazione di record; la velocità 'pratica' è variamente indicata tra 36 e 41 nodi!
Quindi, come potenza, se si accetta l'ultimo dato del Tashkent, sarebbe questo ad avere dimostrato più hp; però non è così per la velocità massima. Se si accetta la velocità massima di 45,3 nodi, invece, questa è una prova fatta con 118.000 hp per cui non è più potente dei Mogador, però sarebbe la nave più veloce.
Ad ogni modo, la prova venne fatta con ogni probabilità prima di installare l'armamento e certo prima di avere l'armamento completo e definitivo, cosa avvenuta solo nel 1941. Per cui come nave 'COMPLETA' il Tashkent non sarebbe veloce quanto i Le Fantasque, dando a questi ultimi comunque la palma delle grandi navi più veloci.
Come dimensioni, il Tashkent era appena più grosso dei Le Fantasque e appena più piccolo dei Mogador, tutti questi erano a loro volta più piccoli dei Capitani Romani.
Per cui, come si vede, la risposta è composita e non facile da sintetizzare.
Caso due: i cacciatorpediniere
Quanto ai caccia:
ve ne sono stati diversi tipi 'veloci', tra cui i Navigatori e i Type 34, i Minekaze e i Soldati.
Ma forse quelli più interessanti, che rientrano nel CLUB 40(nodi) sono altri tipi: i Type 36 tedeschi, i Leningrad russi e un solitario esemplare giapponese, lo Shimakaze.
Quest'ultimo era un eccellente mezzo bellico entrato in servizio nel 1943, da 2.567-3.200 t, lungo 129,5 x 11,2 x 4,14 m. Potenza 75.000 shp su 2 assi. 6 cannoni da 127, ben 15 tubi da 610 mm (quintupli) e armi minori. Destinato ad una velocità di 39 nodi, aveva caldaie da 400° C ad altissima pressione. Era un esemplare ad alte prestazioni di una nuova generazione, di cui rimase esemplare unico; raggiunse ben 40,9 nodi a 79,240 hp alle prove, condotte in carico leggero.
Fu affondato da aerei americani, in porto.
I 6 caccia Leningrad russi erano altre navi interessanti: del 1936, 2.180-2.623 t; 127,5x11,7x 4,06 m; tre assi per 66.000 shp; 40 nodi; raggio 2.100 nm a 20 kt; 5x130 e 8x533 mm.
Essi erano ispirati ai Vaquelin e altri tipi francesi, e 4 di essi riuscirono a sopravvivere alla guerra, operando sopratutto nell'assedio di Leningrado, dove 2 vennero usati come artiglierie costiere, anche se alcuni altri venenro mandati in altri porti distanti.
I loro cannoni erano capaci di 25,6 km di gittata, proiettili da 33,5 kg, alzo fino a 45°, peso cannone 5,07 t circa. c'erano 150 colpi per cannone. Rateo di tiro 6-10 rpm.
Un'altra classe interessante era quella dei Type 36, 7 unità tedesche del 1938-39. Armi 7x128 mm e 8x533 mm, 70.000 hp, 2411-3415 t; 125,1x11,8 x 4,5 m; velocità designata 38,5 nodi; carburante 739 t, autonomia 2050 nm/19 kt.
I motori erano delle unità da ben 460°C/70 atm, e uno dei caccia ottenne, alle prove, 40,45 nodi.
E non potevano mancare i buoni vecchi Navigatori: 1935-2.580 t, 107,3x10,2x3,4 metri; 50.000 shp; 6x120 e 4x533 mm. Completati nel 1929-31.
Queste navi erano state ovviamente mandate a tutto gas alle prove: pare che il Da Mosto, uno dei 12 grandi caccia/esploratori di questa classe, raggiunse ben 43,5 kt! altre fonti dicono invece che arrivarono da poco più di 39 nodi dello Zeno, ai 41,57 (con 65.915 cv) del Pigafetta -ma ad appena 1826 tonnellate (praticamente...scarico di tutto); ma che il Da Mosto fu comunque il più veloce, con 42,7 nodi, o anche che il Tarigo non superò i 38,43 con 1.950 tonnellate standard. Ma in condizioni normali erano di meno, e ai tempi della II guerra mondiale, quando le navi erano state modificate per migliorarne le capacità marine, raggiunsero solo sui 28-30 nodi.
Ci sarebbero anche da considerare i posamine tipo Abdiel della RN inglese; in dislocamento leggero, queste navi (66.000 hp; 6x120 mm, 2.600-3.400 t, 127 m) erano capaci di viaggiare fino a circa 39,75 nodi (la velocità operativa continuativa, in carico normale, era però più bassa, circa 32-34 nodi); sebbene di pochissimo non siano stati capaci di raggiungere 'quota 40' (indicata come esigenza progettuale), sono senz'altro le navi alleate più rapide della guerra del Mediterraneo e la loro velocità poteva essere solo rivaleggiata da motosiluranti, supercaccia francesi e i 'Regolo' italiani, ma nessuna di queste navi giocò un compito rilevante e gli 'Adbdiel' ebbero solo perdite per bombe e siluri, ma nessuno di loro venne mai raggiunto dalle navi italiane, che pure tentarono di intercettarlo sistematicamente e senza alcun successo, mentre ogni tanto si facevano vedere per posare mine e portare rifornimenti a Malta. Per avere gabbato la 'velocissima' Regia Marina, queste navi britanniche si meritano un indubbio encomio: alla fine, le più veloci furono proprio loro!