Helldiver contro DE LA PENNE: 1) l'antefatto (ammiragli, Lissa e Matapan)
14-10-18
Direte voi: in che senso?
Beh, dico io, in questo senso. Quello che sto per raccontarvi.
In questo periodo di forzata inerzia dovuta alla negligenza di Tiscali, ho fatto molte ricerche per una battaglia speciale, tra mezzi e tempi diversi, ma comunque affascinante, che poi vi racconterò (nel senso che ho prodotto 'tanta narrativa' ergo battaglie simulate al meglio possibile) nelle prossime puntate.
Ma approfondendo quest'argomento, che come avrete capito, riguarda le navi della Marina italiana, ho anche letto e riletto tante di quelle fonti, da farmi un'idea sempre più precisa sulle navi italiane.
Ho sempre avuto una doppia reazione per le navi della Marina italiana. Da un lato, le ammiro per linea, per prestazioni, per completezza assoluta di sistemi elettronici (da quando esistono) e armamento. Non c'é che dire, sono sempre state tra le migliori del mondo, quando non addirittura le migliori. Si pensi alla corazzata DUILIO, che era la nave più potente del mondo (nel 1880). E come se non bastasse, aveva una gemella, e poi altre due che anni dopo divennero le navi da guerra più grandi, pesanti e veloci della loro epoca, le ITALIA, bestioni da 15.000 tonnellate e 122 metri di lunghezza (che adesso sembra poco, infatti con questa lunghezza troviamo, 100 anni dopo, le fregate Maestrale, da 3.000 tonnellate!)
Il discorso sulle navi della RM/MMI/MM sarebbe lungo e complesso, però qui c'é la seconda faccia della medaglia.
Il fatto che queste prestazioni ESTREME, costano, e chi paga non sono certo gli ammiragli che le chiedono.
Voglio dire... che a mio avviso le navi della marina italiana hanno sempre avuto capacità 'super' perché gli ammiragli italiani hanno dato il via ad una corsa alle volte veramente folle, verso il PERFEZIONISMO ASSOLUTO, accettando niente di meno che l'eccellenza.
Come spiegare, altrimenti, l'assurda fregola dell 'avercelo più grosso di tutti' già con le DUILIO? Pensate un pò, una marina parvenu, che non aveva una nave a vapore fino a 20 anni prima, all'improvviso vuole avere delle navi più potenti della più potente marina del mondo, la Royal Navy. E le DUILIO dovevano avere, originariamente, niente di meno che dei cannoni da 30 tonnellate! Poi, sentendo che la RN voleva fare di meglio, aumentarono e alla fine comprarono quelli da 100 tonnellate (450 mm) che peraltro, erano forniti dagli stessi britannici, contro cui sarebbero stati forse utilizzati (idem per i macchinari, mentre le corazze d'acciaio arrivarono... dalla Francia, altra potenziale nemica e vittima delle DUILIO! in pratica di italiano c'erano solo il progetto base e l'ambizione!)
Io penso che questo modo di ragionare, 'mai secondi a nessuno (e nemmeno a pari merito) fosse dovuto alla catastrofe di LISSA, quando l'Italia fu battuta dalla flotta austriaca che pure era nettamente inferiore rispetto alla nostra.
Questo 'imprinting' si è trascinato poi anche nei decenni a seguire e sarà tale anche nei decenni a venire.
Nel primo dopoguerra le altre marine si accontentavano di navi moderne, questa regola non valse soltanto per i francesi, tirati per i capelli in competizione con l'Italia, perché il trattato di Washington diede, del tutto immeritatamente, sia chiaro, la parità navale Italia-Francia, quando i francesi avevano un impero coloniale da difendere in tutto il mondo e la possibile ripresa delle ostilità con la Germania... mentre gli italiani non avevano nien'taltro da fare che proteggere il Mediterreaneo centrale e il Mar Rosso (entro certi limiti). Per giunta, la Francia pagò l'orrenda Grande Guerra con 1,3 mln di caduti, ovvero il doppio dell'Italia: un'intera generazione di morti, feriti e mutilati. Eppure, l'Italia ebbe la faccia tosta e la fortuna di avere lo stesso livello di tonnellaggio della Francia, e il tonnellaggio delle flotte all'epoca era il segno della potenza delle nazioni a cui appartenevano.
L'Italia, a metà prezzo, ebbe lo stesso valore della Francia! E da qui partì una gara accanita ma insensata, a chi faceva le navi migliori, con risultati spesso dubbi e che premiavano sopratutto la velocità.
MA, a parte questo, resta il fatto che per le marine 'normali' un incrociatore da 30 nodi e un cacciatorpediniere da 35 nodi erano più che sufficienti; per la Regia Marina, presa dal futurismo velocista, manco fosse la Regia Aeronautica, invece, un incrociatore doveva arrivare a 35 nodi se era pesante, a 40 nodi se era leggero, e così un cacciatorpediniere! Vi furono navi italiane che raggiunsero i 42 nodi!!! E questo sia per la loro costruzione leggera, che per la potenza ASSURDA dei loro motori: i Trento avevano sui 150.000 cv, quasi il doppio dei County inglesi. E per giunta, nelle prove, non bastando, 'forzavano' le macchine, e tenevano il dislocamento bassissimo. Come spiegare queste assurdità?
Non si spiegano, se non con il doppio effetto della smodata ambizione e del perenne incubo di Lissa.
Paradossalmente, negli anni '30, si tornò con i piedi per terra e si costruirono navi più lente ma più solide, spesso incredibilmente solide, tanto se serviva corazza in più, si oltrepassavano i limiti consentiti (non è facile misurare il peso delle corazzature, non sono mica cannoni), e così abbiamo spiegati gli ZARA o le LITTORIO.
Cosa dire delle LITTORIO, navi indubbiamente costruite a regola d'arte, spesso così elogiate che si assiste anche ai tentativi di quando in quando di 'riabilitare' il sistema di protezione antisiluro Pugliese, come se i nostri storici non l'avessero sempre coccolato come risultato del 'genio' italiano. Il fatto che di 6 siluri incassati dalle corazzate, solo 2 sono andati a segno nella zona difesa e nessuno in quella con il diametro maggiore (la metà della metà della lunghezza della nave, in pratica...), non li scoraggia dall'affermare senza paura d'arrossire, che quella protezione fosse migliore di quella di altre navi, come quelle tedesche (solo perché... era anche 1 metro più larga, magari, no? Facciamo una prova a parità di ingombro, così ci divertiamo?)
Ma fosse stato solo il Pugliese system. Queste navi avevano i cannoni che -per poco- ebbero la maggiore gittata tra tutti quelli della II Guerra mondiale (su navi). Gittata ottenuta forzando quei cannoni con vita media dell'anima pari a metà di quella delle altre artiglierie e con cadenze di tiro inferiori al desiderabile (1,3 colpi al minuto, e NON 3 come riportano alcune fonti), giustificata dalla possibilità di sfilare rapidamente l'anima e sostituirla con un'altra.
Corazze verticali di livello eccezionale, tanto che Nathan Okun le ha definite le migliori corazze multiruolo navali della II GM (discutibile, ma ipse dixit).
Ora, faccio presente che all'epoca le corazze dei carri armati dell'esercito, chiamato a combattere continuamente in Africa Settentrionale, erano poco più che cartapesta. E che con 12.000+ t di corazza per ciascuna LITTORIO, come per l'incompiuta Impero, per esempio, ci potevi raddoppiare la produzione di carri armati di tutta la guerra. E invece si preferì completare la totalmente inutile Roma, mentre le divisioni italiane venivano distrutte in Africa! E poi che fine farà la Roma? Il suo primo e unico combattimento fu quando venne affondata il giorno dopo l'Armistizio, dai Tedeschi, e in barba alle corazzature 'avanzate' di cui era dotata. Bell'investimento, non c'é che dire. Ma l'aver mandato i nostri valorosi soldati a combattere con le scatole di 'sardine' mentre tutte le migliori leghe e materiali venivano dati alla marina per le sue vanagloriose corazzate, è a mio avviso uno dei peccati impuniti più gravi della guerra passata. Un peccato di SUPERBIA, naturalmente. Osservo che, Giappone a parte, nessun'altra nazione fu così spoporzionata nell'assegnare risorse acciaiose tra la Marina che si pappa quasi tutto, e l'esercito, che non ha avuto quasi nulla, tanto da far languire pure la produzione di artiglierie, che pure erano state approntate con ottimi progetti tra i 20 e i 210 mm!
Ma nessuno storico si occupa di queste quisquiglie, ovviamente! Solo qualche critica 'tecnica' qua e là. Gli unici polemici sono gente come Cernuschi, che però è totalmente adagiato nelle lodi alla nostra marina, quindi niente da fare. Solo Giuseppe Pesce (dell'aeronautica) e Ferruccio Botti (pro-esercito) si sono ricordati di fare almeno alcuni appunti in merito, ma comunque senza mai centrare veramente questo punto, perché collegati alle loro sole questioni come la battaglia dei convogli, di stretta localizzazione nella sola II GM. Il 'male' originario, invece, non è stato nemmeno sfiorato da tali discussioni.
E ancora: come spiegare la follia di installazioni di cannone con stabilizzazione QUADRIASSIALE, come quella per i pezzi da 90 mm? Persino i tedeschi si fermarono agli impianti triassiali, altre nazioni nemmeno ci provarono a stabilizzare i pezzi, e in ogni caso, le armi tedesche erano due da 105, non una da 90, con ben 11 giroscopi al seguito.
Ma la follia non finì qui.
Non contenti ci si baloccò con i celebratissimi REGOLO, navi che ancora una volta, nonostante l'esperienza negativa con gli incrociatori DA GIUSSANO, arrivavano a 40 nodi. Senza corazzature avrebbero dovuto combattere contro le navi nemiche, incuranti che un singolo colpo di medio calibro avrebbe potuto raggiungerle fino alle caldaie o ai depositi munizioni, tanto non c'era alcuna protezione a schermarli!
Non parliamo poi di sistemi di tiro: anche qui, non c'é stata economia di sforzi. Basti dire, al riguardo, che i cacciatorpediniere degli anni '20-'30 come i NAVIGATORI e TURBINE (capisco i primi, che erano nati come esploratori, ma i secondi... via!), sono stati dotati di 2 centrali di tiro (scudate, oltretutto), cosa che nelle altre marine accadeva solo con gli incrociatori propriamente detti, salvo poi cancellare la seconda DT nelle navi più recenti perché manifestamente inutile.
Anche le torpediniere avevano delle torrette e controtorrette immense per la loro categoria, mentre al contrario, incrociatori e corazzate più moderni avevano un solo sistema super-centralizzato. Non so alla prova dei fatti cosa sarebbe accaduto, però pensateci: mettere tre centrali di tiro IMPILATE sul torrione delle LITTORIO, per quanto stilisticamente audace, significava che un solo colpo di medio calibro le avrebbe messe tutte KO, e parliamo di torrette prive di protezione (non che non avessero uno 'spessore', ma è un fatto che esso non figura nello schema protettivo delle navi, quindi dev'essere stato molto modesto, forse non più di 30 mm).
Insomma, queste navi erano un qualcosa di incredibilmente potente ed estremo, almeno come caratteristiche 'teoriche', che poi per esempio i 'cannoni con la gittata più lunga' abbiano fatto centro solo 1 volta su oltre 300 colpi tirati, è un altro discorso, naturalmente! Né miglior prova diedero il sistema Pugliese (la Littorio praticamente AFFONDO' dentro il porto di Taranto, salvata solo dai bassi fondali e incagliata), o le navi da '40 nodi' che affondarono quasi tutte durante la guerra (alla fine, su 19 unità, rimasero soltanto un incrociatore, i tre 'Regolo' praticamente nemmeno usati in guerra, e un solo NAVIGATORI, il Da Recco).
Ma in epoca moderna la musica... NON E' CAMBIATA. Per nulla.
INFATTI, dopo LISSA, è arrivata MATAPAN e gli incubi sono aumentati. Ecco perché per esempio, le nostre navi hanno un numero incredibile di radar di bordo: perché nel 1941 'non ce l'avevamo'. Eggià.
MA, dopo un minimo periodo di ragionevolezza, ecco che nuovamente si tornò, verso la fine degli anni '50, a sogni di 'gloria'...
Come spiegare, altrimenti, l'idea di costruire non dico gli incrociatori portaelicotteri da 6.000-9.000 tonnellate negli anni '60, provvisti sia di elicotteri, che di cannoni, che di missili, che per carità, ci potevano anche stare... e vada anche per essere stata la prima marina europea con un incrociatore lanciamissili, seguendo l'esempio americano, ma aggiungendo, nel caso del Garibaldi, dei lanciamissili Polaris che non sarebbero MAI stati concessi...
... ma gli AUDACE, via, saranno stati un pochino esagerati o no? Una nave normale si sarebbe accontentata di avere un sistema SAM a lungo raggio, più un cannone, due lanciasiluri e un lanciamissili ASW oppure un elicottero. Ma la MMI non è per le navi 'normali', così ci ha messo 6 cannoni, 4 lanciasiluri e 2 elicotteri. E questo con 73.000 hp (notare bene, questo tipo di apparato motore, in altre marine, dava 70.000 hp ma per noaltri questo non bastava, eh! Giammai!) e con un dislocamento poco più che da fregata (3.600-4.500 t) sennò poi qualcuno brontola che facciamo navi 'troppo grosse'.
Il meglio si è visto poi, negli anni '80, con navi come il GARIBALDI, che come tutte le portaerei... ha lanciamissili antinave e lanciasiluri antisommergibile, normale amminsitranzione, no? In fondo era un 'incrociatore portaelicotteri'.
E cosa dire delle LUPO/MAESTRALE? Altre navi eccellenti, per carità, ma tutte queste capacità condensate su scafi così piccoli erano davvero necessarie? E poi, con un equipaggio tanto numeroso (sennò in caso di 'emergenze' andavano giù), come e dove li hanno stivati, visto che secondo almeno i nostri giornalisti, erano pure 'comode'? Domanda: capisco l'italian style nell'arredamento, ma i volumi... sono volumi. Dentro una Lupo, per esempio, che volume c'é? Boh.
Il culmine è stato raggiunto con i DE LA PENNE. Ho sempre guardato con ammirazione a queste navi, specialmente considerando quanto sono state 'pompate' dalla stampa nazionale, del resto sono state l'unica novità di tutti gli anni '90.
Ma anche così, guardando la disposizione dell'armamento e delle attrezzature elettroniche qualche dubbio viene.
Per esempio: se è vero che i SUPER RAPIDO sono cannoni anti-missile, capaci, dicono alla OTO, di abbattere 4 missili antinave provenienti contemporaneamente... che motivazione ha la loro disposizione in quantità industriali, a bordo dei nostri cacciatorpediniere?
Mi spiego meglio: anzitutto, non ho capito come diavolo faccia un missile antinave ad essere ingaggiato, dice la stampa, a 6.000 metri... con i primi impatti a 5.500. Ora, o è un missile che si avvicina come uno squalo... oppure è un missile più lento del triplano FOKKER del Barone Rosso, visto che è impossibile che il rapporto di velocità media sia di 11:1!!! Ma ci rendiamo conto!
Ma anche posto che questi dati siano veri... se l'SR è così bbono, allora come mai la MM a prua dei DE LA PENNE ha messo 1 cannone da 127 mm, (che à già un potente ordigno antinave), 2 SR e 1 lanciamissili con gli 'infallibili' Aspide tipo Albatross, con tanto di ricaricatore rapido?? Ma quanti missili pensavano di affrontare, 20 per volta??
A poppa, altro capolavoro: lanciamissili SM-1 incastrato tra i due hangar elicotteri, e il cannone da 76 SR poppiero.
Qualcuno ha mai pensato di rendere più economiche le navi della Marina, per esempio togliendo qualche 'cannoncino' superfluo? Tanto per tornare ai nostri DE LA PENNE (che tra l'altro, pur essendo giudicati più piccoli, hanno un cannone SR in meno degli Audace, e dislocano il 25% in più, pensate come erano gli Audace, considerando anche l'apparato motore a vapore...), perché mai non mettere, a prua, un singolo SR?? Avremmo risparmiato l'Albatross (un controsenso avendo già l'SM-1) e un SR = risparmio di qualche decina di miliardi di lire! Mentre un elicottero solo sarebbe stato sufficiente per una nave eminentemente antiaerea.
Ma no, non sia mai!
Io ancora non capisco a che serva quell'accrocchio di armi prodiere sui DE LA PENNE, specialmente considerando che a prua ci sono soloe due DT, mentre paradossalmenet a poppa ce ne sono altrettante, ma lì c'é solo un cannone!
Oltretutto vi sono anche problemi di campo di tiro: le MAESTRALE, per esempio, hanno i sistemi Dardo/CIWS sistemati 'nel sottoscala', idem per gli AUDACE.
Guardateli bene, entrambi questi tipi di nave: scoprirete che, visti esattamente di prua e di poppa, i loro cannoni semplicemente NON possono sparare contro bersagli in arrivo a bassa quota!
Qui gli Audace visti da prua: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/b/b9/Ardito_Audace.jpg
Questo è un BEL PROBLEMA perché in genere le navi tendono a dare la prua verso gli attaccanti (o la poppa, se è troppo tardi), e i missili antinave in genere vengono scoperti tardi e sopratutto, volano bassi!
Ma dico io, come hanno fatto a progettare navi con 2 o 4 cannoni CIWS, che hanno settori di tiro ciechi a prua o a poppa?!?
E per giunta, mentre gli AUDACE almeno hanno l'SM-1, le MAESTRALE dietro non hanno nulla! Niente, e questo pur avendo 4 sistemi d'arma potentissimi tra la prua e mezzanave!
E sapete perché? Perché dietro, dovevano metterci il sistema VANESSA, dei lanciamissili multipli simili a quelli controcarri (!!!) che lanciavano missili che avrebbero intercettato i missili antinave in arrivo. Il sistema non è stato MAI installato, si parlava anche del Seaguard. Però pensateci bene: ma che cazzo di progetto è, hai già due DARDO, un COMPATTO e un ALBATROSS e poi per 'completare' la difesa a 360° ti serve anche un paio di VANESSA? Ma che si bevevano? Nessuna fregata ha un simile armamento, gli incrociatori americani si accontentano di due Phalanx e le MAESTRALE avrebbero dovuto avere 6 (SEI) sistemi antiaerei-antimissile??? per una 'difesa a 360°??
Ma per piacere!
Il bello è che tutto questo COSTA e costa tantissimo.
Costavano uno sproposito i programmi per 'aggiornare' le corazzate CAVOUR/DUILIO negli anni '30 (a proposito, complimenti alla MM per la scelta del nome della portaerei: Cavour è l'unica corazzata italiana affondata durante tutto il periodo ante-armistizio!!!), ogni due navi quando una LITTORIO nuova (ben superiore).
Ma anche i DE LA PENNE costavano uno sproposito: 1498 MLD per le due navi, valuta in lire anni '80-90, significano circa 1 MLD di euro abbondante oggi, non male davvero per navi da 5.000 tonnellate!
Un pò di sensatezza non sarebbe guastata: non dico di avere navi scarse come quelle britanniche della guerra delle Falklands (obsolete o senza cannone o senza missili SAM utilizzabili), ma almeno via... un pò di sensatezza! Qualcosa tipo i CASSARD francesi, che equivalenti ai De la Penne, hanno 7 radar, 1 elicottero, 1 cannone, 2 batterie missili, 2 CIWS (missilistici), 2 TLS e 1 elicottero, più 1 sonar.
Nel caso dei De la Penne, invece: 11 (UNDICI) radar, 2 sonar, 3 batterie missilistiche ad alte prestazioni, 4 cannoni, 2 elicotteri. Praticamente con un De la Penne ci fai 2 navi del resto del mondo!
Ma tutto questo COSTA e costa caro. Così come costano carissime le FREMM, le 'meglio fregate del mondo' (come a suo tempo le Lupo e forse anche le Maestrale) che la MM ha comprato in ben 10 esemplari, al costo di circa 500+ mln l'una. In origine, sappiate che dovevano essere 10 italiane + 17 francesi. POI l'amm. Di Paola (Dio l'abbia in gloria) decise che ne bastavano 6 (e solo 90 F-35). POI arrivarono i governi Letta e Renzi e rimisero un paio di fregate in cantiere per ciascuno, risultato? Noi sempre 10 fregate, e pure 6-7 NUMC o come diavolo si chiamano in aggiunta ('fregatine' da modiche 4.000 ton), più un'altra portaerei (per accontentare De Giorgi Jr, legge navale approvata da Renzi). I francesi, realisticamente, pensano a sole 8 FREMM, giudicate sufficienti. Così come per noi, sostituire 8 fregate da 3.000 tonnellate con 6 moderne da 6.000 tonnellate doveva essere sufficiente, o no?
Invece hanno voluto TUTTO (10 navi), a pieni optional (non sia mai!) incluso il costoso EMPAR, e di dimensioni raddoppiate. Risultato: da 24.000 t di fregate a 60.000 tonnellate. E questo, secondo un sottosegretario di qualche anno fa, era necessario per 'trovare i migranti in fondo al mare' (complimenti, passammo dalle fregate antisommergibile a quelle della mortuaria!).
Quanto agli equipaggiamenti di bordo, non c'é mai stata nessuna economia nemmeno in quelli.
Negli anni '80 dell'800, i cannoni da 450 mm e poi da 413 mm delle Duilio/Italia erano i più potenti disponibili in mare (e paradossalmente, entrambi di costruzione inglese).
Negli anni '10 del '900, i cannoni da 305/50 erano molto più potenti delle armi paricalibro di quasi tutte le altre marine (anche questi erano di progettazione inglese), anche grazie all'elevazione, molto maggiore, potendo tirare proiettili da 470 kg a 24 km, anzichè 380 a 18 km come le navi inglesi con pezzi 'apparentemente' analoghi!
Negli anni '30-40, la musica non cambiò affatto. Non solo i pezzi da 381/50, i veri 'signori' del mare, almeno sulla carta. I cannoni da 152/53 degli incrociatori, anche se poi ridotti a circa 24 km di gittata, inizialmente erano caricati così tanto che tiravano a circa 1.000 m/sec e conseguentemente raggiungevano ben 1.000 m/sec!!! Quindi non solo i Da Giussano andavano a 40 nodi, ma avevano anche questi super-cannoni da 1 km/sec. Queste armi surclassavano in gittata qualsiasi altra paricalibro, ma poi dovettero essere 'ridotte' perché quell'alta velocità di fatto, non serviva a niente se non a logorare le armi stesse.
I caccia/esploratori, a loro volta, avevano cannoni da 120/50 che inizialmente andavano a ben 22 km, e anche una volta ridotti per la stessa ragione, erano ancora ad oltre 19 km, ben di più dei 120 inglesi e dei 127 mm delle marine principali.
I pezzi da 203/53, almeno inizialmente, erano da 34 km di gittata, più dei cannoni da 33 km apparsi poi sugli incrociatori tedeschi. Solo dopo un certo periodo vennero peraltro anch'essi ridotti a 'soli' 31 km, che erano ancora più di quasi tutte le altre armi della categoria...
Poi parliamo dei pezzi da 90 girostabilizzati con 11 giroscopi? (già fatto).
Ma la RM non aveva mica solo quella, di passione...
... anche i pezzi da 37 mm, per esempio, erano pre-stabilizzati (e pesantissimi), salvo poi dimenticarsi di fare degli affusti a deformazione, cosa che annullava ogni sorta di accuratezza da parte dell'affusto... ah, nemmeno a farlo apposta, le caratteristiche balistiche erano da primato (circa 800 gr x 800 m/sec) nella categoria 37 mm, anche se l'arma non era nulla d'eccezionale e aveva una canna assai corta per le prestazioni che offriva.
... ma mentre le altre marine arrivarono anche ad affusti stabilizzati con armi di medio calibro... la RM, non contenta, fece installare i cannoni da 20 mm in affusti pre-stabilizzati, una roba che nessun altro ha mai fatto per quanto ne so. Pesavano ben 3 tonnellate l'uno, quando un affusto binato da 20 in genere ne pesa 3 volte di meno, e questo spiega come mai altri non vollero seguire questa follia. Il bello è che la RM riuscì anche a diffondere i cannoni a.a. in maniera molto più rapida degli altri belligeranti, almeno tra gli Alleati, negli anni d'anteguerra. Inoltre i pezzi da 37 erano automatici, a differenza (inspiegabilmente) delle armi francesi e tedesche.
Ma non è finita qui: i siluri italiani, manco a dirlo, negli anni '30 apparvero in un modello che era il più veloce del mondo (50-51 nodi, peraltro di pochissimo rispetto ai 46-48 di altre nazioni), anche se la carica esplosiva non era altrettanto stellare.
E i sistemi di tiro? Eh, anche quelli furono molto sviluppati, tanto che le LITTORIO avevano sistemi automatizzati e con telemetri sia a coincidenza che stereoscopici, cosa più unica che rara. Ma anche qui si va troppo sul tecnico.
E nei tempi moderni? MA che, scherziamo?
Già negli anni '40 la MMI non era più soddisfatta dei pezzi americani da 76 mm, appena entrati in servizio. E cominciarono a cercare nuove armi. Ma questo lo capisco anche (molto meno come mai altre nazioni non abbiano costruito cannoni altrettanto piccoli per le navi che poi hanno venduto a decine in giro per il mondo... ma questa è un'altra storia). Ma per il Compatto da 127/54 scelsero un modello pesantissimo, pienamente multiruolo e con ben 66 colpi pronti al tiro.
Come CIWS non furono da meno. Forse la prima marina in Occidente ad avere questi cannoni automatici per la difesa vicina, con il Dardo entrato in servizio effettivo nel 1977 con le Lupo (l'URSS aveva già l'AK-630 da qualche anno, ma anche qui è differenza ridotta) ad avere questi sistemi, visto che il Phalanx non entrò in servizio fino a circa il 1978-1980, e altri tipi arrivarono ancora dopo.
E poi, scherziamo? IL Phalanx è da 20 mm? Per la MMI ci vuole almeno il 40 mm con gittata doppia!
Il pezzo americano da 127/54 tira 20 colpi al minuto? Quello italiano 40 (o 45?), con una maggiore quantità di munizioni pronte, maggiore alzo, maggiore velocità.
Missili? Pensate un pò, quei gonzi di francesi e inglesi si baloccavano con gli Exocet da 40 km, mentre di lì a pochissimo l'Italia ebber gli OTOMAT che (grazie proprio ad un motore francese, visto che erano bi-nazionali , ma la MN non li volle) arrivavano ad almeno 180 km! E per giunta, con un sistema di designazione oltre l'orizzonte, perché la MMI aveva fatto sviluppare anche dei radar di scoperta in superficie con effetto tunnel e sistemi di mid-course su qualche elicottero AB-212.
Gli AB-212 stessi erano equipaggiatissimi e tra i migliori della loro categoria, forse i migliori quando apparvero (negli anni '70) anche se la cellula era già un pò vecchiotta.
E la MM ne volle comunque 2 per ciascuna nave principale prodotta dagli anni '80 in poi, quando nazioni come gli USA alle volte li hanno costruiti senza alcun elicottero a bordo (caccia come i Burke, intendo).
Ma la cosa ancora più folle, è stata di ordinarne circa 70, quando a bordo delle navi c'era spazio per circa 40 medi al massimo (15 per gli incrociatori, 4 per i caccia, 20 per le fregate, a metà anni '80). Vabbé che c'era la necessità di 'riserve strategiche', ma non fa forse pensare che la più grande marina francese, ordinò solo 40 Lynx, e che quelle tedesche e olandesi furono fin troppo parsimoniose nell'ordinare anch'esse questi elicotteri in quantità inferiori al minimo indispensabile? Perché erano stupidi? No, è che costavano assai. E da noi ancora di più, visto che l'Agusta aveva il totale monopolio delle vendite allo Stato, anzi, ce l'ha ancora visto che anni fa l'Europa se la prese con l'Italia proprio per questo, perché non rispettava i regolamenti europei sui concorsi internazionali, che noi, comodamente, andavamo a fare, salvo poi tenerci l'assoluto monopolio casalingo (comodo, no?) Non eravamo i soli, ma se siamo andati persino negli USA, con che faccia da noi dobbiamo sempre fare scudo 'allo straniero'?
E poi tutti gli altri sistemi di bordo: radar di tiro da difesa ravvicinata compattissimi, MA anche dotati di sistemi optronici alternativi IR, TV e laser come se piovesse; ECM disponibili tra i primissimi casi (se non i primi) in Occidente, per disturbare i radar nemici; sistemi C3I a bordo delle navi (SADOC) comparabili con quelli dell'US Navy.
Radar di scoperta? Beh, almeno quelli in superficie erano davvero particolari: avevano l'effetto tunnel per designare i target oltre l'orizzonte per i missili OTOMAT, una capacità duplice e micidiale rispetto a tante altre marine, incluse quelle dotate di Harpoon, dato che quest'ultimo, oltre che inferiore di gittata, era anche privo di sistema di designazione OTH e pure di datalink di mid-course, che noi avevamo sia sulle navi che sugli elicotteri (molto rudimentali: in pratica, il missile doveva passare circa sotto all'elicottero per essere 'aggiornato').
Per i nostri celebri CONSUBIN, che almeno non sono così 'costosi' e che vengono considerati i migliori incursori subacquei del mondo, venne addirittura approntato un mini-siluro, l'A.200, una specie di giocattolo da 007 (12-16 kg di peso!!!), originariamente usato per lanciarazzi antisommergibile (curioso di sapere quanto lontano e veloce potrà mai andare un tale aggeggio, eh..).
Persino i lanciarazzi ECM erano 'particolari': direte voi, saranno normali lanciatori di artifizi? NOoooooo; gli SCLAR non erano normali lanciarazzi per 'contromisure'! Così sono buoni tutti! Erano invece sistemi concepiti come torrette mobili, e capaci anche di bomabrdamento costiero, capacità unica nel panorama mondiale. E che, vogliamo usare dei sistemi 'normali', per una volta tanto? Giammai!
Lanciamissili NATO-Sea Sparrow? Prima li cloniamo spudoratamente e poi introduciamo anche il missile Aspide (dicendo che è frutto solo nostro e non dell'esperienza con lo Sparrow), e il sistema di ricarica Riva-Calzoni perché sennò 'solo' 8 missili pronti al tiro senza poterli ricaricare al volo, è 'troppo poco' (sigh) per affrontare 'attacchi di saturazione' (ma da parte di chi? Di quei 4 gatti della squadra sovietica del Mediterraneo?)
Siluri? Audace (prima dell'ammodernamento) e Maestrale hanno avuto siluri di calibro doppio, una rarità assoluta al mondo, per le armi 'leggere' difensive, e per quelle pesanti offensive. Ma come, non c'erano già 2 elicotteri per le azioni 'offensive'? E se hai i siluri pesanti a bordo (come i sovietici e i francesi), di quelli leggeri che te ne fai? NISBA, si prendono tutti e due, chi sei tu per dubitare della nostra saggezza, vile sabotatore antipatriottico e comunista?
Apparati motori? A parte il jolly d'aver collaborato con la G.M. per fare la turbina navale di maggior successo mondiale, non ci si è certo accontentati di così poco... motori come se piovesse, diesel ad alte prestazioni + turbine per le migliori prestazioni e autonomia, e le FREMM italiane sono più veloci di quelle francesi, da quel che ho capito, perché ci hanno messo (ammesso che sia vero) una seconda TAG oltre la prima già presente... eheh, magari torniamo ai 40 nodi dei bei tempi andati, chissà...
L'elenco potrebbe continuare. Di fronte ad una indubbia sagacia e capacità tecnica, e requisiti operativi stringenti, continuo a non capire a che servivano questi suddetti 'requisiti'. Come vedete, infatti, non solo le navi italiane erano 'piccole', ma al contempo, 'armatissime' quantitativamente, ma ovviamente, non accontentandosi mai, si volle anche l'armamento migliore qualitativamente. Altrimenti i sovietici ci fanno la bua!
E questo finché è durato almeno l'export, con le super-corvette Fincantieri (mai adottate dalla MMI, ma potenti quasi quanto una fregata) e le 14 Lupo, ma poi senza più successi rimarchevoli fino al giorno d'oggi. Ma la corsa al 'gold plating' continuava senza pietà, ovviamente, non dovendo pagare di tasca propria, questo non era visto come un problema, no? Tante volte dovessimo ri-combattere a MATAPAN... o a LISSA!
E' EVIDENTE, a questo punto, che, come già evidenziato dall'assurda spesa per le vecchie corazzate negli anni '30, o l'altrettanto assurdo (superficialmente motivato) per la 'squadra' di radar del De la Penne e l'accrocchio di armi degne di un rappresentate di armi più che di una nave, che i nostri ammiragli hanno sempre perseguito una linea di sviluppo a suo modo 'razionale', con tappe evolutive sensate, come dimostrano i caccia Impavido/Audace/De la Penne, ma senza farsi MAI influenzare da esigenze di contenimento dei costi, che secondo i nostri ineffabili strateghi, dovrebbero semplicemente essere assicurate dalla riduzione del dislocamento al minimo indispensabile per contenere tutte le armi, i sensori e l'equipaggio necessario. Altre nazioni si sono fatte condizionare anche troppo dal punto di vista politico (specie la RN), ma da noi si pecca all'opposto, dove il 'tanto non è mai troppo'.
Ora, ditemi voi se tutto questo è sensato. Così come se è stato sensato, a suo tempo, aggiungere 3 Dardo al V.VENETO senza sostituire nessuno degli 8 obsoleti cannoni che già aveva (M.Annati su RiD parlava della 'lobby dei cannonieri').
E l'ultimo capitolo, per ora, è quello della nuova legge navale, approvata ineffabilmente da Renzi, che essendo come tutta la 'ex-nuova-sinistra' innamorato delle armi e dei grossi affari correlati (con tanto di risse per accaparrarsi rolex arabi...), dà alla marina italiana altri 6 mld per costruire una nuova portaerei, ovviamente tre volte più pesante del vecchio Garibaldi, più altre 'fregatine' da modiche 4.000 tonnellate (almeno 6), e altra roba ancora, e meno male che De Giorgi Jr è stato 'spodestato' sennò, pare, si sarebbe continuato con altre navi, tra cui si dice, pure un'altra portaerei. Gli anni di magra ('90-inizio '00) sono definitivamente passati. E mentre chiudono gli ospedali e cascano i ponti, nell'Italia ambiziosa e vuota abbiamo le missioni spaziali per cercare l'acqua su Marte (ma quale è la vera ragione, per la quale noi siamo gli unici ad avere i piedi in due agenzie spaziali diverse, patriottica ed europea...) e per creare, udite udite, una flotta più potente di quella di qualsiasi altra nazione europea, a parte il deterrente nucleare, ovviamente (un SSBN è molto più convincente come deterrente, di qualsiasi portaerucola con qualche F-35B a decollo verticale).
Ma veramente, ci serve questa flotta? Dove vogliamo andare, a prenderci la rivincita contro i britannici per Matapan? Contro gli americani per la Sicilia? Contro i Russi per la Crimea? Contro gli austriaci per... Lissa? O la useremo giusto per controllare i gommoni degli scafisti, che oramai tra l'altro, si appellano direttamente alle stesse navi italiane per portare la loro folla di 'migranti da salvare in mare' (e il reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina? Ah, quello vale solo se sei un civile che dà un passaggio a degli extracomunitari... chiedere a Salvini, accusato di sequestro di persona per avere impedito per giorni lo sbarco di questi prepotenti 'profughi' che pare, non hanno alcun porto sicuro in Europa tranne i nostri).
Perché l'Italia funziona così. Costruiamo Lamborghini mentre le ASL hanno le Panda, partecipiamo avidamente ad ogni missione spaziale 'internazionale' mentre chiudiamo ospedali, costruiamo armi a profusione (a proposito, il Centauro 2 costa 15 mln al pezzo, credo un record assoluto per un mezzo terrestre) ma alziamo l'età pensionabile; scopriamo l'acqua su Marte ma non controlliamo il ponte di Genova prima che crolli.
Quale è la linea seguita? Quella dei soldi. E del prestigio internazionale, che all'Italia piace tanto, senza capire che in realtà siamo soltanto ascari dal medioevo in poi, con una breve parentesi fascista (che ci ha regalato la servitù perpetua agli americani).
In questo senso, i programmi della MM sono sempre stato solo un epifenomeno dello sciovinismo nazionale.
Ma almeno a suo tempo, nella Guerra fredda, c'era un certa logica, anche se si esagerò un pò nell'armare per esempio, fregate da 2.000 tonnellate con un cannone da 127 mentre altre nazioni avevano fregate da 3.000 tonnellate con pezzo da 76 mm (evidentemente meno esibizionisti di noi, perché è questa l'unica vera ragione per questa differente 'scelta').
Adesso, anche se non siamo tornati all'assurdità del periodo prebellico (quando c'erano corazzate da 35.000 tonnellate e carri armati per l'esercito da 3,5 tonnellate), questa corsa insensata a mantenere l'organico dei tempi della Guerra fredda (mentre per esempio, gli olandesi sono calati da 18 a 6 navi per la loro pur potente flotta), come se dovessimo perenemmente avere due 'incrociatori portaeromobili' (oramai dichiarate portaerei e basta), più due gruppi navali completi per la 'scorta'.
Tutto questo è folle, gli scenari rispetto a 30 anni fa, quando è finita la Guerra fredda, sono del tutto diversi, ci sono i barconi al posto degli incrociatori russi, ma non fa nulla. Anzi, già che ci siamo, raddoppiamo il dislocamento delle navi senza calarne il numero. Tutto assurdo, non c'é che dire. Ma funzionale alla logica malata che è fonte di tanto impegno sciovinista, oramai, nell'epoca dello spread, e con un miliardo di africani in arrivo nei prossimi anni (perché è questo quello che accadrà), è soltanto ridotto ad una farsa totale.
E sopratutto, qualcuno allontani il sospetto che tutta questa volontà di avere armi a profusione e sensori a iosa, sulle navi italiane, sia del tutto disinteressata da chi scrive le 'specifiche'. Io qualche dubbio ce l'avrei, ma si sa che quasi nessuno indaga sull'area grigia delle forniture militari, o no?
Del resto sarà anche un caso, ma quanti militari sono diventati poi, dei capaci dirigenti in qualche azienda del settore difesa?
Una ministra che faceva l'insegnante e le marce della pace a Porto Alegre che diventa poi una fervente sostenitrice dei programmi di riarmo, al punto da essere chiamata 'la generalessa', non fa un pò impressione? Cosa ha cambiato la sua indole in questo modo, o era sempre stata così?
Ma se quel che è successo con gli appalti a TARANTO (dove arrestarono persino l'ufficiale 'anticorruzione' inviata appositamente...), non fosse un caso isolato, allora... a pensar male si fa peccato ma... ditemi voi, che avete fatto la naja, se non vi è mai capitato di assistere a vergognose ruberie persino nella mensa. E nessuno poteva fiatare, ovviamente.
Ma ovviamente, questo non è campo per un wargame. Però come diceva Nanni Moretti, 'non c'entra, però c'entra'.
A risentirci per le puntate successive.
14-10-18
Direte voi: in che senso?
Beh, dico io, in questo senso. Quello che sto per raccontarvi.
In questo periodo di forzata inerzia dovuta alla negligenza di Tiscali, ho fatto molte ricerche per una battaglia speciale, tra mezzi e tempi diversi, ma comunque affascinante, che poi vi racconterò (nel senso che ho prodotto 'tanta narrativa' ergo battaglie simulate al meglio possibile) nelle prossime puntate.
Ma approfondendo quest'argomento, che come avrete capito, riguarda le navi della Marina italiana, ho anche letto e riletto tante di quelle fonti, da farmi un'idea sempre più precisa sulle navi italiane.
Ho sempre avuto una doppia reazione per le navi della Marina italiana. Da un lato, le ammiro per linea, per prestazioni, per completezza assoluta di sistemi elettronici (da quando esistono) e armamento. Non c'é che dire, sono sempre state tra le migliori del mondo, quando non addirittura le migliori. Si pensi alla corazzata DUILIO, che era la nave più potente del mondo (nel 1880). E come se non bastasse, aveva una gemella, e poi altre due che anni dopo divennero le navi da guerra più grandi, pesanti e veloci della loro epoca, le ITALIA, bestioni da 15.000 tonnellate e 122 metri di lunghezza (che adesso sembra poco, infatti con questa lunghezza troviamo, 100 anni dopo, le fregate Maestrale, da 3.000 tonnellate!)
Il discorso sulle navi della RM/MMI/MM sarebbe lungo e complesso, però qui c'é la seconda faccia della medaglia.
Il fatto che queste prestazioni ESTREME, costano, e chi paga non sono certo gli ammiragli che le chiedono.
Voglio dire... che a mio avviso le navi della marina italiana hanno sempre avuto capacità 'super' perché gli ammiragli italiani hanno dato il via ad una corsa alle volte veramente folle, verso il PERFEZIONISMO ASSOLUTO, accettando niente di meno che l'eccellenza.
Come spiegare, altrimenti, l'assurda fregola dell 'avercelo più grosso di tutti' già con le DUILIO? Pensate un pò, una marina parvenu, che non aveva una nave a vapore fino a 20 anni prima, all'improvviso vuole avere delle navi più potenti della più potente marina del mondo, la Royal Navy. E le DUILIO dovevano avere, originariamente, niente di meno che dei cannoni da 30 tonnellate! Poi, sentendo che la RN voleva fare di meglio, aumentarono e alla fine comprarono quelli da 100 tonnellate (450 mm) che peraltro, erano forniti dagli stessi britannici, contro cui sarebbero stati forse utilizzati (idem per i macchinari, mentre le corazze d'acciaio arrivarono... dalla Francia, altra potenziale nemica e vittima delle DUILIO! in pratica di italiano c'erano solo il progetto base e l'ambizione!)
Io penso che questo modo di ragionare, 'mai secondi a nessuno (e nemmeno a pari merito) fosse dovuto alla catastrofe di LISSA, quando l'Italia fu battuta dalla flotta austriaca che pure era nettamente inferiore rispetto alla nostra.
Questo 'imprinting' si è trascinato poi anche nei decenni a seguire e sarà tale anche nei decenni a venire.
Nel primo dopoguerra le altre marine si accontentavano di navi moderne, questa regola non valse soltanto per i francesi, tirati per i capelli in competizione con l'Italia, perché il trattato di Washington diede, del tutto immeritatamente, sia chiaro, la parità navale Italia-Francia, quando i francesi avevano un impero coloniale da difendere in tutto il mondo e la possibile ripresa delle ostilità con la Germania... mentre gli italiani non avevano nien'taltro da fare che proteggere il Mediterreaneo centrale e il Mar Rosso (entro certi limiti). Per giunta, la Francia pagò l'orrenda Grande Guerra con 1,3 mln di caduti, ovvero il doppio dell'Italia: un'intera generazione di morti, feriti e mutilati. Eppure, l'Italia ebbe la faccia tosta e la fortuna di avere lo stesso livello di tonnellaggio della Francia, e il tonnellaggio delle flotte all'epoca era il segno della potenza delle nazioni a cui appartenevano.
L'Italia, a metà prezzo, ebbe lo stesso valore della Francia! E da qui partì una gara accanita ma insensata, a chi faceva le navi migliori, con risultati spesso dubbi e che premiavano sopratutto la velocità.
MA, a parte questo, resta il fatto che per le marine 'normali' un incrociatore da 30 nodi e un cacciatorpediniere da 35 nodi erano più che sufficienti; per la Regia Marina, presa dal futurismo velocista, manco fosse la Regia Aeronautica, invece, un incrociatore doveva arrivare a 35 nodi se era pesante, a 40 nodi se era leggero, e così un cacciatorpediniere! Vi furono navi italiane che raggiunsero i 42 nodi!!! E questo sia per la loro costruzione leggera, che per la potenza ASSURDA dei loro motori: i Trento avevano sui 150.000 cv, quasi il doppio dei County inglesi. E per giunta, nelle prove, non bastando, 'forzavano' le macchine, e tenevano il dislocamento bassissimo. Come spiegare queste assurdità?
Non si spiegano, se non con il doppio effetto della smodata ambizione e del perenne incubo di Lissa.
Paradossalmente, negli anni '30, si tornò con i piedi per terra e si costruirono navi più lente ma più solide, spesso incredibilmente solide, tanto se serviva corazza in più, si oltrepassavano i limiti consentiti (non è facile misurare il peso delle corazzature, non sono mica cannoni), e così abbiamo spiegati gli ZARA o le LITTORIO.
Cosa dire delle LITTORIO, navi indubbiamente costruite a regola d'arte, spesso così elogiate che si assiste anche ai tentativi di quando in quando di 'riabilitare' il sistema di protezione antisiluro Pugliese, come se i nostri storici non l'avessero sempre coccolato come risultato del 'genio' italiano. Il fatto che di 6 siluri incassati dalle corazzate, solo 2 sono andati a segno nella zona difesa e nessuno in quella con il diametro maggiore (la metà della metà della lunghezza della nave, in pratica...), non li scoraggia dall'affermare senza paura d'arrossire, che quella protezione fosse migliore di quella di altre navi, come quelle tedesche (solo perché... era anche 1 metro più larga, magari, no? Facciamo una prova a parità di ingombro, così ci divertiamo?)
Ma fosse stato solo il Pugliese system. Queste navi avevano i cannoni che -per poco- ebbero la maggiore gittata tra tutti quelli della II Guerra mondiale (su navi). Gittata ottenuta forzando quei cannoni con vita media dell'anima pari a metà di quella delle altre artiglierie e con cadenze di tiro inferiori al desiderabile (1,3 colpi al minuto, e NON 3 come riportano alcune fonti), giustificata dalla possibilità di sfilare rapidamente l'anima e sostituirla con un'altra.
Corazze verticali di livello eccezionale, tanto che Nathan Okun le ha definite le migliori corazze multiruolo navali della II GM (discutibile, ma ipse dixit).
Ora, faccio presente che all'epoca le corazze dei carri armati dell'esercito, chiamato a combattere continuamente in Africa Settentrionale, erano poco più che cartapesta. E che con 12.000+ t di corazza per ciascuna LITTORIO, come per l'incompiuta Impero, per esempio, ci potevi raddoppiare la produzione di carri armati di tutta la guerra. E invece si preferì completare la totalmente inutile Roma, mentre le divisioni italiane venivano distrutte in Africa! E poi che fine farà la Roma? Il suo primo e unico combattimento fu quando venne affondata il giorno dopo l'Armistizio, dai Tedeschi, e in barba alle corazzature 'avanzate' di cui era dotata. Bell'investimento, non c'é che dire. Ma l'aver mandato i nostri valorosi soldati a combattere con le scatole di 'sardine' mentre tutte le migliori leghe e materiali venivano dati alla marina per le sue vanagloriose corazzate, è a mio avviso uno dei peccati impuniti più gravi della guerra passata. Un peccato di SUPERBIA, naturalmente. Osservo che, Giappone a parte, nessun'altra nazione fu così spoporzionata nell'assegnare risorse acciaiose tra la Marina che si pappa quasi tutto, e l'esercito, che non ha avuto quasi nulla, tanto da far languire pure la produzione di artiglierie, che pure erano state approntate con ottimi progetti tra i 20 e i 210 mm!
Ma nessuno storico si occupa di queste quisquiglie, ovviamente! Solo qualche critica 'tecnica' qua e là. Gli unici polemici sono gente come Cernuschi, che però è totalmente adagiato nelle lodi alla nostra marina, quindi niente da fare. Solo Giuseppe Pesce (dell'aeronautica) e Ferruccio Botti (pro-esercito) si sono ricordati di fare almeno alcuni appunti in merito, ma comunque senza mai centrare veramente questo punto, perché collegati alle loro sole questioni come la battaglia dei convogli, di stretta localizzazione nella sola II GM. Il 'male' originario, invece, non è stato nemmeno sfiorato da tali discussioni.
E ancora: come spiegare la follia di installazioni di cannone con stabilizzazione QUADRIASSIALE, come quella per i pezzi da 90 mm? Persino i tedeschi si fermarono agli impianti triassiali, altre nazioni nemmeno ci provarono a stabilizzare i pezzi, e in ogni caso, le armi tedesche erano due da 105, non una da 90, con ben 11 giroscopi al seguito.
Ma la follia non finì qui.
Non contenti ci si baloccò con i celebratissimi REGOLO, navi che ancora una volta, nonostante l'esperienza negativa con gli incrociatori DA GIUSSANO, arrivavano a 40 nodi. Senza corazzature avrebbero dovuto combattere contro le navi nemiche, incuranti che un singolo colpo di medio calibro avrebbe potuto raggiungerle fino alle caldaie o ai depositi munizioni, tanto non c'era alcuna protezione a schermarli!
Non parliamo poi di sistemi di tiro: anche qui, non c'é stata economia di sforzi. Basti dire, al riguardo, che i cacciatorpediniere degli anni '20-'30 come i NAVIGATORI e TURBINE (capisco i primi, che erano nati come esploratori, ma i secondi... via!), sono stati dotati di 2 centrali di tiro (scudate, oltretutto), cosa che nelle altre marine accadeva solo con gli incrociatori propriamente detti, salvo poi cancellare la seconda DT nelle navi più recenti perché manifestamente inutile.
Anche le torpediniere avevano delle torrette e controtorrette immense per la loro categoria, mentre al contrario, incrociatori e corazzate più moderni avevano un solo sistema super-centralizzato. Non so alla prova dei fatti cosa sarebbe accaduto, però pensateci: mettere tre centrali di tiro IMPILATE sul torrione delle LITTORIO, per quanto stilisticamente audace, significava che un solo colpo di medio calibro le avrebbe messe tutte KO, e parliamo di torrette prive di protezione (non che non avessero uno 'spessore', ma è un fatto che esso non figura nello schema protettivo delle navi, quindi dev'essere stato molto modesto, forse non più di 30 mm).
Insomma, queste navi erano un qualcosa di incredibilmente potente ed estremo, almeno come caratteristiche 'teoriche', che poi per esempio i 'cannoni con la gittata più lunga' abbiano fatto centro solo 1 volta su oltre 300 colpi tirati, è un altro discorso, naturalmente! Né miglior prova diedero il sistema Pugliese (la Littorio praticamente AFFONDO' dentro il porto di Taranto, salvata solo dai bassi fondali e incagliata), o le navi da '40 nodi' che affondarono quasi tutte durante la guerra (alla fine, su 19 unità, rimasero soltanto un incrociatore, i tre 'Regolo' praticamente nemmeno usati in guerra, e un solo NAVIGATORI, il Da Recco).
Ma in epoca moderna la musica... NON E' CAMBIATA. Per nulla.
INFATTI, dopo LISSA, è arrivata MATAPAN e gli incubi sono aumentati. Ecco perché per esempio, le nostre navi hanno un numero incredibile di radar di bordo: perché nel 1941 'non ce l'avevamo'. Eggià.
MA, dopo un minimo periodo di ragionevolezza, ecco che nuovamente si tornò, verso la fine degli anni '50, a sogni di 'gloria'...
Come spiegare, altrimenti, l'idea di costruire non dico gli incrociatori portaelicotteri da 6.000-9.000 tonnellate negli anni '60, provvisti sia di elicotteri, che di cannoni, che di missili, che per carità, ci potevano anche stare... e vada anche per essere stata la prima marina europea con un incrociatore lanciamissili, seguendo l'esempio americano, ma aggiungendo, nel caso del Garibaldi, dei lanciamissili Polaris che non sarebbero MAI stati concessi...
... ma gli AUDACE, via, saranno stati un pochino esagerati o no? Una nave normale si sarebbe accontentata di avere un sistema SAM a lungo raggio, più un cannone, due lanciasiluri e un lanciamissili ASW oppure un elicottero. Ma la MMI non è per le navi 'normali', così ci ha messo 6 cannoni, 4 lanciasiluri e 2 elicotteri. E questo con 73.000 hp (notare bene, questo tipo di apparato motore, in altre marine, dava 70.000 hp ma per noaltri questo non bastava, eh! Giammai!) e con un dislocamento poco più che da fregata (3.600-4.500 t) sennò poi qualcuno brontola che facciamo navi 'troppo grosse'.
Il meglio si è visto poi, negli anni '80, con navi come il GARIBALDI, che come tutte le portaerei... ha lanciamissili antinave e lanciasiluri antisommergibile, normale amminsitranzione, no? In fondo era un 'incrociatore portaelicotteri'.
E cosa dire delle LUPO/MAESTRALE? Altre navi eccellenti, per carità, ma tutte queste capacità condensate su scafi così piccoli erano davvero necessarie? E poi, con un equipaggio tanto numeroso (sennò in caso di 'emergenze' andavano giù), come e dove li hanno stivati, visto che secondo almeno i nostri giornalisti, erano pure 'comode'? Domanda: capisco l'italian style nell'arredamento, ma i volumi... sono volumi. Dentro una Lupo, per esempio, che volume c'é? Boh.
Il culmine è stato raggiunto con i DE LA PENNE. Ho sempre guardato con ammirazione a queste navi, specialmente considerando quanto sono state 'pompate' dalla stampa nazionale, del resto sono state l'unica novità di tutti gli anni '90.
Ma anche così, guardando la disposizione dell'armamento e delle attrezzature elettroniche qualche dubbio viene.
Per esempio: se è vero che i SUPER RAPIDO sono cannoni anti-missile, capaci, dicono alla OTO, di abbattere 4 missili antinave provenienti contemporaneamente... che motivazione ha la loro disposizione in quantità industriali, a bordo dei nostri cacciatorpediniere?
Mi spiego meglio: anzitutto, non ho capito come diavolo faccia un missile antinave ad essere ingaggiato, dice la stampa, a 6.000 metri... con i primi impatti a 5.500. Ora, o è un missile che si avvicina come uno squalo... oppure è un missile più lento del triplano FOKKER del Barone Rosso, visto che è impossibile che il rapporto di velocità media sia di 11:1!!! Ma ci rendiamo conto!
Ma anche posto che questi dati siano veri... se l'SR è così bbono, allora come mai la MM a prua dei DE LA PENNE ha messo 1 cannone da 127 mm, (che à già un potente ordigno antinave), 2 SR e 1 lanciamissili con gli 'infallibili' Aspide tipo Albatross, con tanto di ricaricatore rapido?? Ma quanti missili pensavano di affrontare, 20 per volta??
A poppa, altro capolavoro: lanciamissili SM-1 incastrato tra i due hangar elicotteri, e il cannone da 76 SR poppiero.
Qualcuno ha mai pensato di rendere più economiche le navi della Marina, per esempio togliendo qualche 'cannoncino' superfluo? Tanto per tornare ai nostri DE LA PENNE (che tra l'altro, pur essendo giudicati più piccoli, hanno un cannone SR in meno degli Audace, e dislocano il 25% in più, pensate come erano gli Audace, considerando anche l'apparato motore a vapore...), perché mai non mettere, a prua, un singolo SR?? Avremmo risparmiato l'Albatross (un controsenso avendo già l'SM-1) e un SR = risparmio di qualche decina di miliardi di lire! Mentre un elicottero solo sarebbe stato sufficiente per una nave eminentemente antiaerea.
Ma no, non sia mai!
Io ancora non capisco a che serva quell'accrocchio di armi prodiere sui DE LA PENNE, specialmente considerando che a prua ci sono soloe due DT, mentre paradossalmenet a poppa ce ne sono altrettante, ma lì c'é solo un cannone!
Oltretutto vi sono anche problemi di campo di tiro: le MAESTRALE, per esempio, hanno i sistemi Dardo/CIWS sistemati 'nel sottoscala', idem per gli AUDACE.
Guardateli bene, entrambi questi tipi di nave: scoprirete che, visti esattamente di prua e di poppa, i loro cannoni semplicemente NON possono sparare contro bersagli in arrivo a bassa quota!
Qui gli Audace visti da prua: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/b/b9/Ardito_Audace.jpg
Questo è un BEL PROBLEMA perché in genere le navi tendono a dare la prua verso gli attaccanti (o la poppa, se è troppo tardi), e i missili antinave in genere vengono scoperti tardi e sopratutto, volano bassi!
Ma dico io, come hanno fatto a progettare navi con 2 o 4 cannoni CIWS, che hanno settori di tiro ciechi a prua o a poppa?!?
E per giunta, mentre gli AUDACE almeno hanno l'SM-1, le MAESTRALE dietro non hanno nulla! Niente, e questo pur avendo 4 sistemi d'arma potentissimi tra la prua e mezzanave!
E sapete perché? Perché dietro, dovevano metterci il sistema VANESSA, dei lanciamissili multipli simili a quelli controcarri (!!!) che lanciavano missili che avrebbero intercettato i missili antinave in arrivo. Il sistema non è stato MAI installato, si parlava anche del Seaguard. Però pensateci bene: ma che cazzo di progetto è, hai già due DARDO, un COMPATTO e un ALBATROSS e poi per 'completare' la difesa a 360° ti serve anche un paio di VANESSA? Ma che si bevevano? Nessuna fregata ha un simile armamento, gli incrociatori americani si accontentano di due Phalanx e le MAESTRALE avrebbero dovuto avere 6 (SEI) sistemi antiaerei-antimissile??? per una 'difesa a 360°??
Ma per piacere!
Il bello è che tutto questo COSTA e costa tantissimo.
Costavano uno sproposito i programmi per 'aggiornare' le corazzate CAVOUR/DUILIO negli anni '30 (a proposito, complimenti alla MM per la scelta del nome della portaerei: Cavour è l'unica corazzata italiana affondata durante tutto il periodo ante-armistizio!!!), ogni due navi quando una LITTORIO nuova (ben superiore).
Ma anche i DE LA PENNE costavano uno sproposito: 1498 MLD per le due navi, valuta in lire anni '80-90, significano circa 1 MLD di euro abbondante oggi, non male davvero per navi da 5.000 tonnellate!
Un pò di sensatezza non sarebbe guastata: non dico di avere navi scarse come quelle britanniche della guerra delle Falklands (obsolete o senza cannone o senza missili SAM utilizzabili), ma almeno via... un pò di sensatezza! Qualcosa tipo i CASSARD francesi, che equivalenti ai De la Penne, hanno 7 radar, 1 elicottero, 1 cannone, 2 batterie missili, 2 CIWS (missilistici), 2 TLS e 1 elicottero, più 1 sonar.
Nel caso dei De la Penne, invece: 11 (UNDICI) radar, 2 sonar, 3 batterie missilistiche ad alte prestazioni, 4 cannoni, 2 elicotteri. Praticamente con un De la Penne ci fai 2 navi del resto del mondo!
Ma tutto questo COSTA e costa caro. Così come costano carissime le FREMM, le 'meglio fregate del mondo' (come a suo tempo le Lupo e forse anche le Maestrale) che la MM ha comprato in ben 10 esemplari, al costo di circa 500+ mln l'una. In origine, sappiate che dovevano essere 10 italiane + 17 francesi. POI l'amm. Di Paola (Dio l'abbia in gloria) decise che ne bastavano 6 (e solo 90 F-35). POI arrivarono i governi Letta e Renzi e rimisero un paio di fregate in cantiere per ciascuno, risultato? Noi sempre 10 fregate, e pure 6-7 NUMC o come diavolo si chiamano in aggiunta ('fregatine' da modiche 4.000 ton), più un'altra portaerei (per accontentare De Giorgi Jr, legge navale approvata da Renzi). I francesi, realisticamente, pensano a sole 8 FREMM, giudicate sufficienti. Così come per noi, sostituire 8 fregate da 3.000 tonnellate con 6 moderne da 6.000 tonnellate doveva essere sufficiente, o no?
Invece hanno voluto TUTTO (10 navi), a pieni optional (non sia mai!) incluso il costoso EMPAR, e di dimensioni raddoppiate. Risultato: da 24.000 t di fregate a 60.000 tonnellate. E questo, secondo un sottosegretario di qualche anno fa, era necessario per 'trovare i migranti in fondo al mare' (complimenti, passammo dalle fregate antisommergibile a quelle della mortuaria!).
Quanto agli equipaggiamenti di bordo, non c'é mai stata nessuna economia nemmeno in quelli.
Negli anni '80 dell'800, i cannoni da 450 mm e poi da 413 mm delle Duilio/Italia erano i più potenti disponibili in mare (e paradossalmente, entrambi di costruzione inglese).
Negli anni '10 del '900, i cannoni da 305/50 erano molto più potenti delle armi paricalibro di quasi tutte le altre marine (anche questi erano di progettazione inglese), anche grazie all'elevazione, molto maggiore, potendo tirare proiettili da 470 kg a 24 km, anzichè 380 a 18 km come le navi inglesi con pezzi 'apparentemente' analoghi!
Negli anni '30-40, la musica non cambiò affatto. Non solo i pezzi da 381/50, i veri 'signori' del mare, almeno sulla carta. I cannoni da 152/53 degli incrociatori, anche se poi ridotti a circa 24 km di gittata, inizialmente erano caricati così tanto che tiravano a circa 1.000 m/sec e conseguentemente raggiungevano ben 1.000 m/sec!!! Quindi non solo i Da Giussano andavano a 40 nodi, ma avevano anche questi super-cannoni da 1 km/sec. Queste armi surclassavano in gittata qualsiasi altra paricalibro, ma poi dovettero essere 'ridotte' perché quell'alta velocità di fatto, non serviva a niente se non a logorare le armi stesse.
I caccia/esploratori, a loro volta, avevano cannoni da 120/50 che inizialmente andavano a ben 22 km, e anche una volta ridotti per la stessa ragione, erano ancora ad oltre 19 km, ben di più dei 120 inglesi e dei 127 mm delle marine principali.
I pezzi da 203/53, almeno inizialmente, erano da 34 km di gittata, più dei cannoni da 33 km apparsi poi sugli incrociatori tedeschi. Solo dopo un certo periodo vennero peraltro anch'essi ridotti a 'soli' 31 km, che erano ancora più di quasi tutte le altre armi della categoria...
Poi parliamo dei pezzi da 90 girostabilizzati con 11 giroscopi? (già fatto).
Ma la RM non aveva mica solo quella, di passione...
... anche i pezzi da 37 mm, per esempio, erano pre-stabilizzati (e pesantissimi), salvo poi dimenticarsi di fare degli affusti a deformazione, cosa che annullava ogni sorta di accuratezza da parte dell'affusto... ah, nemmeno a farlo apposta, le caratteristiche balistiche erano da primato (circa 800 gr x 800 m/sec) nella categoria 37 mm, anche se l'arma non era nulla d'eccezionale e aveva una canna assai corta per le prestazioni che offriva.
... ma mentre le altre marine arrivarono anche ad affusti stabilizzati con armi di medio calibro... la RM, non contenta, fece installare i cannoni da 20 mm in affusti pre-stabilizzati, una roba che nessun altro ha mai fatto per quanto ne so. Pesavano ben 3 tonnellate l'uno, quando un affusto binato da 20 in genere ne pesa 3 volte di meno, e questo spiega come mai altri non vollero seguire questa follia. Il bello è che la RM riuscì anche a diffondere i cannoni a.a. in maniera molto più rapida degli altri belligeranti, almeno tra gli Alleati, negli anni d'anteguerra. Inoltre i pezzi da 37 erano automatici, a differenza (inspiegabilmente) delle armi francesi e tedesche.
Ma non è finita qui: i siluri italiani, manco a dirlo, negli anni '30 apparvero in un modello che era il più veloce del mondo (50-51 nodi, peraltro di pochissimo rispetto ai 46-48 di altre nazioni), anche se la carica esplosiva non era altrettanto stellare.
E i sistemi di tiro? Eh, anche quelli furono molto sviluppati, tanto che le LITTORIO avevano sistemi automatizzati e con telemetri sia a coincidenza che stereoscopici, cosa più unica che rara. Ma anche qui si va troppo sul tecnico.
E nei tempi moderni? MA che, scherziamo?
Già negli anni '40 la MMI non era più soddisfatta dei pezzi americani da 76 mm, appena entrati in servizio. E cominciarono a cercare nuove armi. Ma questo lo capisco anche (molto meno come mai altre nazioni non abbiano costruito cannoni altrettanto piccoli per le navi che poi hanno venduto a decine in giro per il mondo... ma questa è un'altra storia). Ma per il Compatto da 127/54 scelsero un modello pesantissimo, pienamente multiruolo e con ben 66 colpi pronti al tiro.
Come CIWS non furono da meno. Forse la prima marina in Occidente ad avere questi cannoni automatici per la difesa vicina, con il Dardo entrato in servizio effettivo nel 1977 con le Lupo (l'URSS aveva già l'AK-630 da qualche anno, ma anche qui è differenza ridotta) ad avere questi sistemi, visto che il Phalanx non entrò in servizio fino a circa il 1978-1980, e altri tipi arrivarono ancora dopo.
E poi, scherziamo? IL Phalanx è da 20 mm? Per la MMI ci vuole almeno il 40 mm con gittata doppia!
Il pezzo americano da 127/54 tira 20 colpi al minuto? Quello italiano 40 (o 45?), con una maggiore quantità di munizioni pronte, maggiore alzo, maggiore velocità.
Missili? Pensate un pò, quei gonzi di francesi e inglesi si baloccavano con gli Exocet da 40 km, mentre di lì a pochissimo l'Italia ebber gli OTOMAT che (grazie proprio ad un motore francese, visto che erano bi-nazionali , ma la MN non li volle) arrivavano ad almeno 180 km! E per giunta, con un sistema di designazione oltre l'orizzonte, perché la MMI aveva fatto sviluppare anche dei radar di scoperta in superficie con effetto tunnel e sistemi di mid-course su qualche elicottero AB-212.
Gli AB-212 stessi erano equipaggiatissimi e tra i migliori della loro categoria, forse i migliori quando apparvero (negli anni '70) anche se la cellula era già un pò vecchiotta.
E la MM ne volle comunque 2 per ciascuna nave principale prodotta dagli anni '80 in poi, quando nazioni come gli USA alle volte li hanno costruiti senza alcun elicottero a bordo (caccia come i Burke, intendo).
Ma la cosa ancora più folle, è stata di ordinarne circa 70, quando a bordo delle navi c'era spazio per circa 40 medi al massimo (15 per gli incrociatori, 4 per i caccia, 20 per le fregate, a metà anni '80). Vabbé che c'era la necessità di 'riserve strategiche', ma non fa forse pensare che la più grande marina francese, ordinò solo 40 Lynx, e che quelle tedesche e olandesi furono fin troppo parsimoniose nell'ordinare anch'esse questi elicotteri in quantità inferiori al minimo indispensabile? Perché erano stupidi? No, è che costavano assai. E da noi ancora di più, visto che l'Agusta aveva il totale monopolio delle vendite allo Stato, anzi, ce l'ha ancora visto che anni fa l'Europa se la prese con l'Italia proprio per questo, perché non rispettava i regolamenti europei sui concorsi internazionali, che noi, comodamente, andavamo a fare, salvo poi tenerci l'assoluto monopolio casalingo (comodo, no?) Non eravamo i soli, ma se siamo andati persino negli USA, con che faccia da noi dobbiamo sempre fare scudo 'allo straniero'?
E poi tutti gli altri sistemi di bordo: radar di tiro da difesa ravvicinata compattissimi, MA anche dotati di sistemi optronici alternativi IR, TV e laser come se piovesse; ECM disponibili tra i primissimi casi (se non i primi) in Occidente, per disturbare i radar nemici; sistemi C3I a bordo delle navi (SADOC) comparabili con quelli dell'US Navy.
Radar di scoperta? Beh, almeno quelli in superficie erano davvero particolari: avevano l'effetto tunnel per designare i target oltre l'orizzonte per i missili OTOMAT, una capacità duplice e micidiale rispetto a tante altre marine, incluse quelle dotate di Harpoon, dato che quest'ultimo, oltre che inferiore di gittata, era anche privo di sistema di designazione OTH e pure di datalink di mid-course, che noi avevamo sia sulle navi che sugli elicotteri (molto rudimentali: in pratica, il missile doveva passare circa sotto all'elicottero per essere 'aggiornato').
Per i nostri celebri CONSUBIN, che almeno non sono così 'costosi' e che vengono considerati i migliori incursori subacquei del mondo, venne addirittura approntato un mini-siluro, l'A.200, una specie di giocattolo da 007 (12-16 kg di peso!!!), originariamente usato per lanciarazzi antisommergibile (curioso di sapere quanto lontano e veloce potrà mai andare un tale aggeggio, eh..).
Persino i lanciarazzi ECM erano 'particolari': direte voi, saranno normali lanciatori di artifizi? NOoooooo; gli SCLAR non erano normali lanciarazzi per 'contromisure'! Così sono buoni tutti! Erano invece sistemi concepiti come torrette mobili, e capaci anche di bomabrdamento costiero, capacità unica nel panorama mondiale. E che, vogliamo usare dei sistemi 'normali', per una volta tanto? Giammai!
Lanciamissili NATO-Sea Sparrow? Prima li cloniamo spudoratamente e poi introduciamo anche il missile Aspide (dicendo che è frutto solo nostro e non dell'esperienza con lo Sparrow), e il sistema di ricarica Riva-Calzoni perché sennò 'solo' 8 missili pronti al tiro senza poterli ricaricare al volo, è 'troppo poco' (sigh) per affrontare 'attacchi di saturazione' (ma da parte di chi? Di quei 4 gatti della squadra sovietica del Mediterraneo?)
Siluri? Audace (prima dell'ammodernamento) e Maestrale hanno avuto siluri di calibro doppio, una rarità assoluta al mondo, per le armi 'leggere' difensive, e per quelle pesanti offensive. Ma come, non c'erano già 2 elicotteri per le azioni 'offensive'? E se hai i siluri pesanti a bordo (come i sovietici e i francesi), di quelli leggeri che te ne fai? NISBA, si prendono tutti e due, chi sei tu per dubitare della nostra saggezza, vile sabotatore antipatriottico e comunista?
Apparati motori? A parte il jolly d'aver collaborato con la G.M. per fare la turbina navale di maggior successo mondiale, non ci si è certo accontentati di così poco... motori come se piovesse, diesel ad alte prestazioni + turbine per le migliori prestazioni e autonomia, e le FREMM italiane sono più veloci di quelle francesi, da quel che ho capito, perché ci hanno messo (ammesso che sia vero) una seconda TAG oltre la prima già presente... eheh, magari torniamo ai 40 nodi dei bei tempi andati, chissà...
L'elenco potrebbe continuare. Di fronte ad una indubbia sagacia e capacità tecnica, e requisiti operativi stringenti, continuo a non capire a che servivano questi suddetti 'requisiti'. Come vedete, infatti, non solo le navi italiane erano 'piccole', ma al contempo, 'armatissime' quantitativamente, ma ovviamente, non accontentandosi mai, si volle anche l'armamento migliore qualitativamente. Altrimenti i sovietici ci fanno la bua!
E questo finché è durato almeno l'export, con le super-corvette Fincantieri (mai adottate dalla MMI, ma potenti quasi quanto una fregata) e le 14 Lupo, ma poi senza più successi rimarchevoli fino al giorno d'oggi. Ma la corsa al 'gold plating' continuava senza pietà, ovviamente, non dovendo pagare di tasca propria, questo non era visto come un problema, no? Tante volte dovessimo ri-combattere a MATAPAN... o a LISSA!
E' EVIDENTE, a questo punto, che, come già evidenziato dall'assurda spesa per le vecchie corazzate negli anni '30, o l'altrettanto assurdo (superficialmente motivato) per la 'squadra' di radar del De la Penne e l'accrocchio di armi degne di un rappresentate di armi più che di una nave, che i nostri ammiragli hanno sempre perseguito una linea di sviluppo a suo modo 'razionale', con tappe evolutive sensate, come dimostrano i caccia Impavido/Audace/De la Penne, ma senza farsi MAI influenzare da esigenze di contenimento dei costi, che secondo i nostri ineffabili strateghi, dovrebbero semplicemente essere assicurate dalla riduzione del dislocamento al minimo indispensabile per contenere tutte le armi, i sensori e l'equipaggio necessario. Altre nazioni si sono fatte condizionare anche troppo dal punto di vista politico (specie la RN), ma da noi si pecca all'opposto, dove il 'tanto non è mai troppo'.
Ora, ditemi voi se tutto questo è sensato. Così come se è stato sensato, a suo tempo, aggiungere 3 Dardo al V.VENETO senza sostituire nessuno degli 8 obsoleti cannoni che già aveva (M.Annati su RiD parlava della 'lobby dei cannonieri').
E l'ultimo capitolo, per ora, è quello della nuova legge navale, approvata ineffabilmente da Renzi, che essendo come tutta la 'ex-nuova-sinistra' innamorato delle armi e dei grossi affari correlati (con tanto di risse per accaparrarsi rolex arabi...), dà alla marina italiana altri 6 mld per costruire una nuova portaerei, ovviamente tre volte più pesante del vecchio Garibaldi, più altre 'fregatine' da modiche 4.000 tonnellate (almeno 6), e altra roba ancora, e meno male che De Giorgi Jr è stato 'spodestato' sennò, pare, si sarebbe continuato con altre navi, tra cui si dice, pure un'altra portaerei. Gli anni di magra ('90-inizio '00) sono definitivamente passati. E mentre chiudono gli ospedali e cascano i ponti, nell'Italia ambiziosa e vuota abbiamo le missioni spaziali per cercare l'acqua su Marte (ma quale è la vera ragione, per la quale noi siamo gli unici ad avere i piedi in due agenzie spaziali diverse, patriottica ed europea...) e per creare, udite udite, una flotta più potente di quella di qualsiasi altra nazione europea, a parte il deterrente nucleare, ovviamente (un SSBN è molto più convincente come deterrente, di qualsiasi portaerucola con qualche F-35B a decollo verticale).
Ma veramente, ci serve questa flotta? Dove vogliamo andare, a prenderci la rivincita contro i britannici per Matapan? Contro gli americani per la Sicilia? Contro i Russi per la Crimea? Contro gli austriaci per... Lissa? O la useremo giusto per controllare i gommoni degli scafisti, che oramai tra l'altro, si appellano direttamente alle stesse navi italiane per portare la loro folla di 'migranti da salvare in mare' (e il reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina? Ah, quello vale solo se sei un civile che dà un passaggio a degli extracomunitari... chiedere a Salvini, accusato di sequestro di persona per avere impedito per giorni lo sbarco di questi prepotenti 'profughi' che pare, non hanno alcun porto sicuro in Europa tranne i nostri).
Perché l'Italia funziona così. Costruiamo Lamborghini mentre le ASL hanno le Panda, partecipiamo avidamente ad ogni missione spaziale 'internazionale' mentre chiudiamo ospedali, costruiamo armi a profusione (a proposito, il Centauro 2 costa 15 mln al pezzo, credo un record assoluto per un mezzo terrestre) ma alziamo l'età pensionabile; scopriamo l'acqua su Marte ma non controlliamo il ponte di Genova prima che crolli.
Quale è la linea seguita? Quella dei soldi. E del prestigio internazionale, che all'Italia piace tanto, senza capire che in realtà siamo soltanto ascari dal medioevo in poi, con una breve parentesi fascista (che ci ha regalato la servitù perpetua agli americani).
In questo senso, i programmi della MM sono sempre stato solo un epifenomeno dello sciovinismo nazionale.
Ma almeno a suo tempo, nella Guerra fredda, c'era un certa logica, anche se si esagerò un pò nell'armare per esempio, fregate da 2.000 tonnellate con un cannone da 127 mentre altre nazioni avevano fregate da 3.000 tonnellate con pezzo da 76 mm (evidentemente meno esibizionisti di noi, perché è questa l'unica vera ragione per questa differente 'scelta').
Adesso, anche se non siamo tornati all'assurdità del periodo prebellico (quando c'erano corazzate da 35.000 tonnellate e carri armati per l'esercito da 3,5 tonnellate), questa corsa insensata a mantenere l'organico dei tempi della Guerra fredda (mentre per esempio, gli olandesi sono calati da 18 a 6 navi per la loro pur potente flotta), come se dovessimo perenemmente avere due 'incrociatori portaeromobili' (oramai dichiarate portaerei e basta), più due gruppi navali completi per la 'scorta'.
Tutto questo è folle, gli scenari rispetto a 30 anni fa, quando è finita la Guerra fredda, sono del tutto diversi, ci sono i barconi al posto degli incrociatori russi, ma non fa nulla. Anzi, già che ci siamo, raddoppiamo il dislocamento delle navi senza calarne il numero. Tutto assurdo, non c'é che dire. Ma funzionale alla logica malata che è fonte di tanto impegno sciovinista, oramai, nell'epoca dello spread, e con un miliardo di africani in arrivo nei prossimi anni (perché è questo quello che accadrà), è soltanto ridotto ad una farsa totale.
E sopratutto, qualcuno allontani il sospetto che tutta questa volontà di avere armi a profusione e sensori a iosa, sulle navi italiane, sia del tutto disinteressata da chi scrive le 'specifiche'. Io qualche dubbio ce l'avrei, ma si sa che quasi nessuno indaga sull'area grigia delle forniture militari, o no?
Del resto sarà anche un caso, ma quanti militari sono diventati poi, dei capaci dirigenti in qualche azienda del settore difesa?
Una ministra che faceva l'insegnante e le marce della pace a Porto Alegre che diventa poi una fervente sostenitrice dei programmi di riarmo, al punto da essere chiamata 'la generalessa', non fa un pò impressione? Cosa ha cambiato la sua indole in questo modo, o era sempre stata così?
Ma se quel che è successo con gli appalti a TARANTO (dove arrestarono persino l'ufficiale 'anticorruzione' inviata appositamente...), non fosse un caso isolato, allora... a pensar male si fa peccato ma... ditemi voi, che avete fatto la naja, se non vi è mai capitato di assistere a vergognose ruberie persino nella mensa. E nessuno poteva fiatare, ovviamente.
Ma ovviamente, questo non è campo per un wargame. Però come diceva Nanni Moretti, 'non c'entra, però c'entra'.
A risentirci per le puntate successive.
Helldiver vs De la Penne: fissiamo le regole fondamentali
16-10-18
Anche se non sono così entusiasta delle scelte tecniche della nostra marina, non per questo non ne ammiro i risultati. Ecco perché i miei wargames navali sono tipicamente con navi italiane come protagoniste, nel bene e nel male. Anzi, sono le navi che mi diverto di più ad affondare, così complicate e piene di risorse come sono, è sempre una sfida notevole. Pensate solo al De la Penne: con 4 cannoni, 3 batterie lanciamissili, 2 lanciasiluri, 2 elicotteri, 11 radar, 2 sonar, 1 sistema ECM, 2 lanciarazzi ECM, ecc ecc, tutta roba di altissima qualità (con quel che costava, in effetti, non si poteva certo lesinare sui modelli).
Ma per sperimentare le capacità di queste navi, in questo wargame, anzi in questa famiglia di wargame, userò un avversario che viene da un'era geologica oramai sparita dalla storia aeronautica. Userò delle bestie preistoriche di potenza enorme, ma vulnerabili e lenti per l'era moderna. Ma dalla loro avranno anche una qualità che è, da sola, sufficiente per sconfiggere qualsiasi nemico. Purché usata bene, naturalmente.
Il De la Penne ha una grande potenza di fuoco. Ricapitoliamo anzitutto le sue capacità, in special modo antiaeree:
-1 cannone da 127/54 mm OTO-Melara Compatto. Entrato in servizio nei tardi anni '60, curiosamente con i 4 cacciatorpediniere Iroquois canadesi, è diventato parte della MMI dal 1972 in poi con gli Audace. La sua cadenza di tiro è di 40 RPM (originariamente erano indicati 45, non so quando e perché sono stati ridotti, forse erano i 'setting' iniziali, poi ridotti per salvaguardarne l'affidabilità?), gittata circa 23 km, ma quella a.a. efficace sui 7 km. Proiettili con munizioni HE da 32 kg possono causare gravi problemi a qualsiasi aereo o missile riescano a intercettare. Ben 66 colpi presenti sulle 3 giostrine di tiro, sufficienti per oltre un minuto e mezzo di tiro continuo, sempre che l'arma, raffreddata ad acqua, non si surriscaldi prima. NB: nei filmati delle navi italiane come l'Impavido, il rateo di tiro è dell'ordine dei 36-38 RPM. O questa è una cadenza da 'tempo di pace', oppure è davvero così che sparano. In ogni caso NON a 45 RPM.
Quanto alla cadenza di tiro, i filmati in rete sono concordi: almeno nel caso delle navi rimodernate tipo Audace (da cui derivano anche i cannoni installati sui De la Penne alla costruzione), il ritmo di fuoco è un colpo ogni 1,6-1,7 secondi. Per esempio, tirare 7 colpi in 11,5 secondi. Un esempio è questo: http://www.naveardito.it/Video%C2%AD_On_Line/Video/Ardito%20Colpi%20di%20cannone%20127%2054.mp4
Fate molta attenzione: il cannone sembra tirare circa 5 colpi in 5 secondi, ma in realtà no, il video inizia dal primo colpo già caricato e sparato, per cui questo aumenta la cadenza di tiro apparente, cosa particolarmente rimarchevole se le raffiche sono di pochi colpi. Infatti, con questo criterio, potresti sparare 2 colpi in un secondo circa, anche se tiri 60 RPM. E questo non significa che spari a 120 RPM, notare la lieve differenza! Nel video, per esempio, il tiro del 2o colpo è seguito dal fuoco di altri due proiettili entro circa 3 secondi (tra il secondo 1 e 4), ergo circa 1,5+ secondi. In pratica, cronometrandolo attentamente, sarebbero sui 4,6 secondi per gli ultimi 3 colpi, ergo più di 1,5 secondi per colpo. Questo significa più del 1,5 secondo/colpo necessario per i 40 RPM, a maggior ragione per i 45 RPM (1,33 sec). Nel video si vedono ad un certo punto, 8 colpi di cui gli ultimi 7 sono tirati in circa 11,5 sec, circa 36-37 colpi al minuto: addirittura di meno dei 40 ufficiali, il che è paragonabile all'altro video (del resto, la nave è la stessa).
(22) Nave Ardito 1988 2006 - YouTube
L'unica esperienza con armi del genere in combattimento è quella delle Falklands, dove i pezzi da 114 mm inglesi ebbero un discreto successo, ma nulla di determinante per il successo o meno della difesa aerea. La cosa è particolarmente importante, se si considera che il resto della contraerea inglese era costituita da cannoncini da 20 mm e missili Seacat sulla maggior parte delle navi, ed erano armi obsolete, rendendo così più importante il cannone da 114 mm, l'unica arma davvero moderna di navi come le Type 21, pur non essendo particolarmente studiato per la lotta a.a.
-3 cannoni da 76/62 Super Rapido. 120 RPM, gittata a.a. circa 6 km, proiettili da 6,3 kg, 80 colpi pronti. Sono i potenti pezzi multi-uso della OTO-Melara, praticamente lo standard mondiale della categoria artiglierie di medio calibro. E' difficile capire come mai sia accaduto: i francesi potevano permettersi di ridurre le dimensioni dei loro pezzi da 100, così gli inglesi con i 76 mm, o gli svedesi con il 120 mm. Ma di fatto, dopo i tentativi falliti con i pezzi da 76 anglo-americani negli anni '50 (troppo complessi e pesanti), tutti costoro hanno lasciato perdere, mentre gli italiani continuavano lo sviluppo dei loro pezzi da 76/62, piuttosto inaffidabili e senza successo iniziale di vendite, ma quando, dopo circa 15 anni di sviluppo, venne fuori il Compatto da 76, le cose cambiarono. All'epoca era considerato troppo piccolo per le navi di media grandezza, ma la sua nascita coincide con quella delle unità veloci missilistiche, per le quali esse diventarono presto la scelta obbligata. Non c'erano altri pezzi, quelli da 100+ mm erano troppo pesanti, quelli da 57 o meno erano un pò troppo leggeri e somiglianti a delle mitragliere contraerei piuttosto che cannoni veri e propri. Così l'arma è stata migliorata progressivamente e negli anni '80 appare l'SR, più preciso, con una cadenza di tiro maggiore di 1/3 circa, munizioni migliori, sistema di tiro superiore, è un'arma micidiale, che ultimamente è stata trasformata addirittura con proiettili a gittata incrementata, nonché con munizioni guidate, idea questa, che in realtà esiste da ben prima del Davide/DART attuale: la OTO e la BAe avevano iniziato gli studi negli anni '80, ma ci sono voluti circa 30 anni prima di arrivare a qualcosa di operativo! In questo caso, noi abbiamo un'ambientazione anni '90, circa metà del decennio, quindi non abbiamo questi problemi 'futuristici'. Ufficialmente è stato dichiarato che possa distruggere 4 missili antinave in avvicinamento da 6 km, ma come diavolo possa essere che i primi impatti sarebbero ottenuti a 5.500 metri, è tutt'altro chiaro, infatti i missili antinave non volano tipicamente alla velocità del triplano Fokker del Barone Rosso! NB: notare che, a differenza del Compatto da 127, in questo caso i filmati di YT dimostrano che in effetti una raffica di 10 colpi può essere tirata sui 5 secondi, in sostanza sono confermati i 120 RPM.
- missili Aspide/Albatros. 8 pronti al lancio (probabilmente opzionali, visto che non è affatto certo che siano davvero celle perennemente occupate, non dimentichiamoci che persino i missili antinave sono spesso largamente assenti dalle loro rampe), e magazzino da 16 missili sottostante. 15-20 km di gittata, quota operativa ufficiale tra 15 e 5-6.000 metri. La sua efficacia è potenziata sia dal lanciatore a 8 colpi disponibili per il tiro, che da un caricatore rapido Riva-Calzoni, che può caricare fino a 4 missili contemporaneamente, in poco tempo. Quanto, è un fattore cruciale per capire se queste armi siano davvero utilizzabili contro attacchi di saturazione, ma purtroppo il dato non è noto. Peraltro è chiaro che ci vorranno almeno alcune decine di secondi per eseguire la prima carica, essendo aggeggi tutt'altro che semplici da maneggiare, i missili pesano 220 kg e sono lunghi 3,7 metri l'uno. Sia i missili che il lanciatore sono, concettualmente, spudorate copie non dichiarate degli originali Sea Sparrow, ma per qualche ragione non si dice mai nulla di questo, tanto meno nella stampa nazionale. Con questo non è che anche le tecnologie di dettaglio usate siano uguali: in realtà sono di generazione successiva e il miglioramento è stato molto esaustivo in tutti i campi, ma sempre sistemi d'arma direttamente ricavati dai tipi americani sono (basti pensare che la Selenia ha prodotto 1.000 Sparrow appena prima di iniziare con gli Aspide, notizia largamente sottaciuta dalla stampa nazionale). L'unica cosa, a parte l'FCS Dardo-E (dalle Maestrale in poi), realmente non presente all'inizio, è stato proprio il caricatore per i missili dal magazzino.
I missili sono di un'efficacia proverbiale, tanto che viene dichiarata una Pk del 97%, maggiore di quella di qualsiasi altro missile. O così dicono gli uffici di PR del produttore. D'altra parte, non è mai stato usato in combattimento, e quasi sempre, i missili sono notevolmente al di sotto delle loro qualifiche. Il babbo (mai dichiarato, ma evidente) dell'Aspide, lo Sparrow, dava il 60-70% di probabilità di abbattimento nei test di tiro, ma in Vietnam è stato solo dell'8%. In seguito è migliorato, ma non mai quanto si valutavano i missili in origine. Nemmeno gli AMRAAM hanno dato Pk così elevati in combattimento, per cui piano con gli entusiasmi.
4- missili Standard RIM-66B o E, ergo SM-1MR in breve. Prodotti dalla General Dynamics, sono bestioni da oltre 600 kg e circa 15 piedi di lunghezza. Bisogna dire che sono armi notevolmente evolutesi nel corso del tempo. Gittata 46 km, quota circa 20 km, testata HE-frag pesante oltre 50 kg, Velocità circa 2,5 Mach. Caricatore Mk 13 singolo, cadenza di tiro sui 5-6 colpi al minuto, con 40 missili nella giostrina di tiro. Guida SARH.
46 o 67? (sui missili SM-1MR)
Molto è stato detto delle prestazioni di questi diffusissimi missili. La loro efficacia non è da meno. Ma quali erano le loro VERE prestazioni? Beh, qui bisogna almeno cominciare a specificare meglio la questione. Infatti, il loro valore di gittata massima era definito, al riguardo, come pari a 46 km (25 NM), ma il modello B era capace di andare più lontano, grazie ad una struttura allungata e più pesante, che implicava un motore sostainer in aggiunta a quello principale di accelerazione. Il valore della gittata massima, incredibilmente, è aumentato di ben il 45%, e come se non bastasse, anche la tangenza pratica è aumentata del 25%. Così, secondo le vecchie definizioni, la prima versione aveva una gittata di 46 km e una tangenza di 15 km (25 NM e 50 kft). La seconda versione, invece, aveva ben 67 km e 19.000 m (36 NM e 63.000 ft). Sembra giusto, così dovremo avere una capacità di ingaggio, a media quota, ben maggiore di 50 km di raggio utile. Oppure no?
In realtà, le più recenti fonti, come il sito US designation.net e il navweapons.com sono di differente avviso: la gittata di 46 km, infatti, è quella del RIM-66B, e non del modello A originale! Strano, vero? Il fatto è che sia tra 32 e 46, che tra 46 e 67 km, ci sono il 45% di gittata massima in più. Perciò, quali sono i veri miglioramenti? Entrambi sembrano validi, ma visto che apparentemente le fonti più recenti parlano di 46 km per il RIM-66B, e questo significa molto. Significa ridurre tantissimo le salve disponibili per contrastare gli aerei nemici in avvicinamento a media quota. Questo è un fattore fondamentale, come si vedrà poi.
La cadenza di tiro: secondo i vari video disponibili in rete, è facile vedere una cadenza di tiro, nel caso delle salve missilistiche o della preparazione dell'arma sulla rampa, si arriva a 10-12 secondi. Questo significa che la cadenza di tiro di 6 RPM è grossomodo rispettata, ma con un pò di 'fortuna', è possibile che il lancio sia solo di un missile ogni 12 secondi, ergo 5 al minuto. Quanto durerebbe tale prestazione? Chi lo sa. Al massimo, in genere lanciano salve di 2 missili a breve distanza, praticamente mai lanci continuativi per qualche minuto a fila:
(22) [MISSILE SM1] Tir d'entraînement - YouTube
(22) French Navy Frigate Jean Bart Firing SM 1 Medium Range SAM In The Mediterranean Sea - YouTube
Le versioni sono in realtà suddivise in 'block': il RIM-66 è suddiviso in diverse versioni, dopo i primi lotti costruttivi arriva il RIM-66B con le prestazioni migliorate, come visto sopra. Quanto tempo dura il funzionamento del motore? Non è chiaro, ma stando ai filmati dei lanci, abbiamo circa 8 secondi (per l'Ardito), ma vi sono anche lanci differenti, circa 5-10 secondi, per cui potrebbero essere versioni diverse da quelle della MMI. In ogni caso, però, si vede chiaramente, oltre al pennacchio di fumo lungo chilometri iniziale, anche un bagliore posteriore che è il motore di sostentamento, anche se fa poca scia, per cui quanto sia davvero lunga la fase di combustione dell'arma è difficile dire. Di sicuro il similare HAWK dell'esercito ha una doppia azione del motore, massa simile, e un tempo di combustione totale di circa 20 secondi.
NB: per il missile Tartar abbiamo il dato di circa 6.000 kg/s per i primi 4 secondi, poi un sostainer di 22-27 secondi (a seconda delle fonti, forse 27 secondi sono quelle del consumo totale?) da circa 900 kg/s. La velocità massima era circa 1,8 M. Notare che questo è lo stesso motore dei primi SM-1MR (RIM-66A), probabilmente il tipo B ha un impulsore da 8 secondi (e i circa 5 secondi? Probabile che siano missili più vecchi tipo RIM-66A), arrivando verso mach 2,5 e tenendo poi la velocità (non saprei comunque per quanto, certo è che anch'essi hanno un sustainer).
Da notare che tutti i missili, e sopratutto quelli americani, prodotti ex novo o aggiornati, cambiano spesso e volentieri al loro interno, specie compattando l'elettronica interna e aumentando testata e motore. Nel caso dell'SM-1, l'evoluzione è impressionante. L'arma è stata sviluppata dal Tartar, ma all'inizio le prestazioni non erano diverse, solo 32 km per entrambe in termini di gittata. Il modello B è arrivato a 46 km, mentre l'SM-2MR, che è stato a sua volta sviluppato in numerose e molto perfezionate versioni, ha avuto come principale novità un nuovo sistema di navigazione capace di ottimizzare la gittata dell'arma sprecando nella navigazione, meno energia possibile. Questo rende possibile aumentare la gittata oltre che la possibilità di ingaggiare bersagli multipli.
Per le navi AEGIS è possibile controllare più missili aggiornandoli continuativamente finché non si avvicinano e si attiva la guida SARH; per le navi non AEGIS, significa lanciare le armi con la rotta per la navigazione già inserita. In tutti i casi si realizza un'arma migliore, ma proprio per questo, è assurdo che la gittata sia così poco migliore rispetto al RIM-66B, ovvero solo 74 km anziché 67 km. Questo significa solo il 10% in più, mentre si sa che la differenza tra l'SM-1MR mod B e l'SM-2MR (delle prime versioni!) è del 60%!!! Questa differenza è quella che passa, nemmeno a farlo apposta, tra 46 e 74 km. Il che mi pare evidentemente sufficiente per dire che si tratta della conferma di come questi missili siano effettivamente dotati di 3 gittate, 32 km RIM-66A, 46 km RIM-66B, 74 km RIM-66C (SM-2). Tra l'altro, in seguito gli SM-2 si evolveranno ancora, e in maniera impressionante, con i successivi blocks raddoppieranno addirittura la gittata utile, grazie anche ad un nuovo motore.
Nel mezzo tra SM-1 e SM-2, c'é anche un altro missile, però: il RIM-66E, un ultimo modello apparso nei primi anni '80 dell'SM-1, il quale aveva diverse innovazioni per questo tipo di arma, tanto da renderla non molto meno efficace dell'SM-2. Ovvero: la testata bellica più potente Mk 115, come l'SM-2, pesante ben 113 kg anziché circa 60; e un'altra innovazione importantissima, anche il seeker è quello dell'SM-2, ovvero un tipo mono-pulse, anziché a scansione, il che rende l'arma molto meno facile da ingannare con le ECM. Tuttavia, non c'é traccia di gittate incrementate (a rigor di logica, la testata aumentando il peso di circa il 10% rispetto al missile 'normale', dovrebbe ridurre effettivamente le sue prestazioni).
Ricapitolando: RIM-66A Block 1, in servizio dal 1967, ha lo stesso motore Mk 27 a doppia spinta del Tartar ultima produzione, testata Mk 51 da 62 kg e seeker a scansione conica. In seguito ha avuto vari lotti che hanno comportato migliori ECCM e un raggio d'azione minimo più ridotto oltre che minori tempi di acquisizione di bersagli di superficie (tutti i vari SAM navali americani della famiglia hanno capacità antinave!), migliorati fino al 1968.
Poi il RIM-66B Block V aveva un raggio d'azione maggiore del 45% e una tangenza del 25%, arrivando a 46 km e a 24 km rispettivamente (anziché 32/19 km), più lungo di 25 cm con motore Mk 56 a doppia azione.
Infine il RIM-66E (Block VI) è apparso dopo l'SM-2 (1978) e ha comportato il seeker monopulse dell'SM-2, spoletta di prossimità di nuovo modello, e nelle ultime di ben 8 sottoversioni, anche la testata Mk 115 dell'SM-2, pesante ben 113 kg. La letalità di queste armi è stata quindi molto migliorata anche rispetto all'SM-1B.
Dal 1978 apparve, come detto sopra, l'SM-2 con nuovo autopilota Mk 2 e INS per portarlo nella zona vicina a dove sarebbe stato aiutato dal radar, questo comportava un percorso meno dispendioso, il target aveva molto meno tempo per reagire, era possibile ingaggiare bersagli multipli in rapida sequenza, maggiore gittata utile grazie alla guida su comando da parte dell'AEGIS, più come si è visto, guida monopulse e nuova testata bellica. Le navi non AEGIS usano invece il lancio con setting iniziale del percorso, ma senza la possibilità di aggiornare l'arma durante il volo tramite comando radio. I tipi successivi sono apparsi da circa il 1983 in poi con gittata pratica e capacità di ingaggio aumentate contro i bersagli più difficili e altre migliorie minori.
Si era detto che la MMI avesse anche l'SM-2, ma stando all'articolo apparso anni fa su RiD, e ai commerci censiti dal SIPRI, non pare che in realtà, essa abbia avuto questi missili, nemmeno per i De la Penne ammodernati. Eppure sono armi esportate ampiamente anche per marine relativamente minori e con navi armate di sistema Mk 13, come quelli dei caccia italiani. Dell'Mk 13 diciamo che è un sistema affidabile e provato lungamente in mare, ma come reagirebbe se dovesse tirare 12 missili in qualche minuto? Funzionerebbe tutto OK? Vi sono molte parti in movimento e la cosa è difficile da credere. Il suo cugino binato, l'Mk 22, presenta invece la particolarità che è la rampa che ruota sopra il deposito di armi anziché essere questo che fa la giostrina sotto la rampa.
Certo che gli SM-1 originari sono piuttosto vecchi, ma del resto, sono senz'altro almeno un minimo validi sennò non li avrebbero usati nelle navi come i De la Penne, a tutt'oggi con essi apparentemente equipaggiati. Non sono disponibili le miracolose percentuali di pk, ma è facile pensare che sia, nei test, sopra l'80-90%.
Tuttavia, queste armi sono vecchiotte e possono giocare brutti scherzi. Di recente, due missili SM-2, del modello successivo, sono esplosi al lancio (il solo motore-razzo, non la testata, non ancora armata, ma comunque un bel botto), danneggiando una nave americana e una tedesca, e questo con lanciatori verticali Mk 41, figurarsi. Ma può sempre succedere che missili del genere riservino sorprese, per esempio questo lancio con il secondo ordigno che perde un'aletta e cade vicino alla stessa nave che lo ha lanciato. (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Altra questione ancora: la gittata minima. Sebbene essa non sia che 1,8 km per il vecchio Tartar, per l'SM-1 è indicata in 1,5 NM ovvero 2,7 km, che non è una bazzecola. Per l'SM-1ER si arriva a ben 6,5 km. Il similare britannico Sea Dart ha una portata minima di 3 km, il vecchio Sea Slug di ben 9 km (su un massimo di 32 km circa). Per cui anche questa non è una questione secondaria, come vedremo poi.
Dal sito Designation.net abbiamo questo, che aiuta a calcolare il raggio di tiro effettivo:
In 1995, Hughes (now Raytheon) proposed to convert obsolete RIM-2 Terrier missiles, of which more than 2000 were in storage, to supersonic low-altitude target (SLAT) configuration as a replacement of and/or successor to the MQM-8 Vandal. At 10 m altitude, range would have been 40 km (22 nm) with the MK 30 motor, or 64 km (35 nm) with the new MK 104 dual-thrust motor. As a ballistic missile target, maximum altitude and range could be 85 km (280000 ft) and 275 km (150 nm), respectively (168 km/550 km with MK 104 motor). The designation YRQM-67A was reserved for protoype conversions, but the Terrier conversion plan was eventually dropped. However, Raytheon has converted many surplus SM-2ER rounds (mostly RIM-67C) to TMT (Terrier Missile Target) configuration to serve as ballistic missile targets. Although I don't have firm evidence, these targets are probably designated RQM-67A.
Quanto all'Aspide, e al suo famoso sistema di ricarica parte dell'apparato Albatross, direi che è più o meno come mi aspettavo; la sua tempistica di ricarica è veloce, ma solo per infilare il missile (o più di uno, pare fino a 4, ma sarà così nel mondo 'reale'?) nel lanciatore ci vogliono quasi 10 secondi, per non dire di tutta la procedura d'estrazione della rastrelliera. Al confronto, è rapidissimo il dispiegamento dei missili SM-1 dal magazzino alla rampa, pur essendo oltre il doppio più pesanti. In termini di prestazioni, all'inizio degli anni '2000 si diceva che la portata fosse maggiore, fino quasi a 25 km, il che significa un aumento di circa il 25-30%, più una migliore capacità di ingaggio alle medie quote (quanto 'medie'? La parte 'più bassa' di queste, che vorrà dire cosa... 6.000 m? 8.000 m? Boh). Però qui siamo a circa metà anni '90 e siccome non ci sono dati al riguardo delle ultime sotto-versioni dell'Aspide (è importante che qui non si parla di Aspide 2000, che è una generazione successiva, anche se non così modificato come quel mini-SM-2 che è diventato l'ESSM), mi attengo (sorry) ai missili Aspide di 'vecchia' generazione. Magari si tratta semplicemente di lotti di produzione più anziana (1985-1990), del resto sono missili che costano un bel pò e non è che si rottamino gli imponenti stock accumulati durante la Guerra fredda in un batter d'occhio, no? Né è facie pensare che siano stati radicalmente aggiornati, per esempio con la sostituzione dell'intero motore con un'unità più potente. In ogni caso, ripeto, non ho argomenti per sostanziare tali migliorie e siccome la MMI è stata la prima e più prolifica utilizzatrice di queste armi, è chiaro che ne abbia accumulate tra gli anni '70 e '80 una tale quantità, che in tempi di 'vacche magre' (anni '90) non abbia esitato ad utilizzarli, magari anche per le navi più moderne, come in questo caso.
COME SI VEDE, ci sono un sacco di variabili da considerare. Non sappiamo, per esempio, quanti erano i proiettili per i cannoni da 76, visto che questi ultmi erano esclusivamente visti come armi antiaerei-antimissile, forse non erano molti, mentre erano maggiormente multiruolo i cannoni da 127/54, però con munizioni anche di tipo non antiaereo. Considerando quanto costosi fossero i proiettili antimissile di ultima generazione arrivati con l'SR, dubito che ne abbiano stivati molti, anche perché reputati così efficaci, grazie anche al loro raggio di tiro di prossimità fino a 10 metri dal target.
I radar e il cono di silenzio
Poi, ovviamente, ci sono i radar. Voi penserete che è facile calcolare la capacità di un radar: portata, potenza, frequenza, numero di rivoluzioni al minuto. Ma quasi mai vi dicono anche un altro fattore fondamentale: l'elevazione. Senza di essa, un radar di scoperta aerea non vale niente! L'elevazione dei vari radar imbarcati, però, non era confortante. A parte quelli di inseguimento, capaci di alzi notevolmente maggiori, quelli da scoperta non erano così eccezionali. L'SPS-774 (RAN-12S) è quello collegato al sistema Dardo, ma esso ha un'elevazione dell'ordine dei 45°. La stessa anche per il radar di scoperta 2D a lungo raggio, mentre l'SPS-52C, che è installato sugli Audace migliorati e sui De la Penne, aumenta l'angolazione dalla verticale da 15 a 25°, ma nonostante questo, risulta che abbia soltanto 45° di elevazione! Questo discorso è verificabile anche per via che nell'USN, questi radar sono stati soppiantati dall'SPS-48, che è provvisto di un alzo di ben 65°, nel modello E addirittura 69°
La cosa è anche più notevvole se si pensa che persino un radar modernissimo come il RAN-40L italiano, ha un'elevazione tra 20 e 50°, quest'ultima solo per la funzione 'antimissile balistico'.
Questa è una panoramica di alcuni radar italiani di ultima generazione:
RAN-40L: portata minima 180 m, massima 400 km; sorveglianza: 6 o 12 RPM. Elevazione: 0-20° sorveglianza, 0-30° antimissile balistico, 0-50° antimissile (antinave).
Portata massima e caratteristiche del RAN-30X nei vari modi di funzionamento: NB: 25° di angolo d'elevazione (e 1,2° di apertura orizzontale).
Mode 1 (15rpm) >100km air/surface surveillance
Mode 2 (30rpm) >40km navigation and heli control
Mode 3 (3rpm) >200km over-the-horizon surface
Mode 4 (30rpm) >25km anti-missile
RAT-31SL:
Frequency Band L
Instrumental range 400 Km
Elevation coverage -2° to 20° ABT
(30.5 Km height ABT ceiling)
ARGOS-73:
Antenna
• Type: Reflector feed
• Polarization: Horizontal, Circular (L/R)
• Scan rate: 10/12/15 r.p.m.
• IFF Antenna: Integrated
Transmitter
• Type: Solid State
• Frequency: S-band
• Peak power: 10 KW
• PRF: Fixed or stagger
• Modes: Fixed frequency, pulse-topulse
agility, burst-to-burst
agility
Coverage
• Range: 0.5 to 60 nm
. Elevazione: fino a 10.000 m.
(dal sito radartutorial.eu)
AN/SPS-52
Evoluzione del modello SPS-39. Il tipo più recente, dei primi anni '80, è il modello C. Nuova elettronica ma stessa antenna del -B, antenna inclinata di 25° anziché 15°; raggio in modalità 'high angles' di 180 NM e alzo di 45°; modalità long range, secondaria rispetto all'altra, ha ben 300 NM di portata, ma solo 13° di elevazione. La modalità di fuoco ravvicinato high data rate è da 110 NM e 45° e ne esistono anche altre, come la MTI che ha 70 NM/38°. Attualmente è presente sulle unità tipo WASP e TARAWA. Giri? Ufficialmente sono 5 al minuto, ma scommetto che sono soltanto quelli in modalità di sorveglianza a lungo raggio, mentre in condizioni di scoperta a breve distanza sono circa 10-15, come è normale in radar di questa categoria.
AN/SPS-48 (a titolo di paragone, non fa parte del wargame)
Questo è l'aggiornamento dell'altro e ha praticamente tutto nuovo, è sempre un 3D a lungo raggio con antenna phased array, con verie modalità di funzionamento e la possibilità di elevare di molto l'osservazione grazie a ben 9 fasci anziché 1, con 45° visti contemporaneamente, ma la capacità di elevare il campo d'osservazione fino a 65°. I modelli sono due: l'SPS-48C e l'SPS-48E, quest'ultimo ha il doppio della potenza e un'elevazione massima di 69° (65°, probabilmente, per il modello C). E' presente sulle portarerei classe NIMITZ e le grandi portaelicotteri anfibie e navi comando americane.
Soltanto i radar più moderni e multiruolo, per la guida dei missili, sono migliori di così. l'ARABEL arriva a 70°, mentre l'EMPAR, dove la MMI per una volta ha visto un'esigenza di coperture elevate, arriva addirittura a 90°. Ma questa non è una cosa che ci interessa qui.
Questa situazione è problematica, ovviamente, se si pensa che con 45° di angolo, un aereo in volo ad una tot quota entrerà nel 'cono di silenzio', ad una distanza paragonabile dalla nave. Se vola a 30 metri, no problem; ma se vola a 6 km, allora sì problem, e non pochi. Ed è qui che si gioca la credibilità delle azioni nemiche, delle loro tattiche e delle loro scelte operative. Anche questa è una cosa che vedremo in seguito.
Robustezza della nave: non mi è noto il numero di compartimenti stagni. Però le Lupo e le Maestrale hanno 14 compartimenti. Gli Audace addirittura 16. Questo però non è un fatto straordinario e non è scontato nemmeno che sia così. Il Garibaldi, per esempio, pare che abbia solo 13 compartimenti stagni malgrado sia più grande. Mentre i cacciatorpediniere Cassard francesi, hanno ben 16 compartimenti stagni, considerando che sono simili come dimensioni e dislocamento più agli Audace che ai De la Penne, è evidente che questo tipo di strutture sia uno standard, e le altre navi della categoria sono presumibilmente dello stesso livello: un compartimento stagno ogni qualcosa meno di 10 metri di lunghezza. Le sovrastrutture dei De la Penne, come per le Lupo, sono peraltro in acciaio su quasi tutti i punti (esclusi, ironicamente, proprio quelli 'caldi', i fumaioli, in alluminio!), mentre le Maestrale hanno sovrastrutture più grosse e in alluminio, così come i Cassard e probabilmente, gli Audace. Le aree di controllo danni sono pure importanti e le navi italiane sono molto popolate, anche per aumentare la manodopera (tanto c'era la leva...) per la sicurezza a bordo.
Il nemico oltre la collina
Dall'altra parte del ring, abbiamo niente di meno che gli aerei dell'USN della II Guerra mondiale. Sono loro gli antagonisti.
SBC Helldiver: presente nelle ultime versioni. E' lui il 're' della situazione. Non molto maneggevole e affidabile, è pur sempre dotato di un potente armamento di 2 cannoni da 20 o 4 da 12,7 (se sono delle versioni meno recenti), e circa 1.000 kg di armi, tra cui anche 6 HVAR. E' robusto e ha una buona autonomia, peraltro è un pò troppo grosso. Ma rispetto al Dauntless, ha almeno un pregio fondamentale: è molto più veloce, capace di circa 475 km/h, tangenza massima sugli 8.000 metri, autonomia circa 2.000 km.. Sono circa 100 in meno del corrispettivo giapponese Judy, ma comunque sono quasi 100 in più del Dauntless.
SBD Dauntless: è il classico bombardiere americano della categoria, il migliore per efficienza bellica e carriera, ma soppiantato progressivamente proprio dall'Helldiver. Con circa 1.200 hp, ha una velocità di circa 400 km/h a 5.000 m, tangenza di circa 7.000+ metri (in pratica è possibile mandare intere formazioni in volo a 6.100 metri con bombe fino a 1.000 lb, e probabilmente si può anche fare di meglio, almeno senza il pieno di carburante a bordo). Molto agile e affidabile, è meno armato e veloce dell'SBC, in altre parole, anche alla massima velocità, fa solo 6,6 km/min, anziché 7,5+ del rivale e successore. E' più piccolo e leggero, ma questo conta relativamente poco, casomai è interessante perché ha una maneggevolezza invidiabile, in stile caccia. Se necessario scende in picchiata a 550 km/h in modalità 'bombardiere (aerofreni aperti e fino a 70' di angolo di picchiata)', ma può arrivare a circa 800 km/h se buttato alla massima velocità di scampo! Come l'altro, è dotato di una coppia di mitragliatrici leggere dorsali per la difesa.
F6F Hellcat: cacciabombardiere, qui presente nelle versioni più recenti, i tipi F6F-5 cacciabombardieri, con coda rinforzata per essere un cacciabombardiere affidabile, motore sovrapotenziato da circa 2.000 hp. Circa 600 km/h a media quota e oltre 10.000 m di tangenza. Hanno la possibilità di portare 6x12,7 mm interne con ampio munizionamento, più fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno (solo F6F-5), talvolta 2 cannoni da 20 al posto di altrettante mitragliere. Può portare in alternativa portare fino a 6 razzi HVAR sotto le ali.
TBF Avenger: classico silurante americano, arrivato contemporaneamente all'estensione del predecessore Devastator (devastato a Midway). Circa 440 km/h, capace di portare 1 siluro o circa 1.000 kg di carico bellico. 2 armi da 12,7 mm o 2 da 20 mm, due mitragliere da 12,7 e 7,6 mm difensive, alle volte anche razzi.
Corsair F4U-1/4: cacciabombardiere multiruolo, velocità massima circa 680-710 km/h, a seconda dei modelli. 6x12,7 o (in pochi casi) 4x20 mm (armi più potenti ma con meno munizioni e sopratutto, minore affidabilità). Portano fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno, sotto le ali o talvolta sotto la fusoliera, tra cui due bombe da 1.000 lb oppure 8 razzi HVAR da 5 pollici e circa 60 kg complessivi di peso (unitario).
Tra le armi ci sono le onnipresenti Browning nelle versioni aeronautiche: con circa 850 m/sec, appena meno del normale, canna più corta ma il 50% extra di cadenza di tiro (fino a 800 rpm), affidabili, però senza proiettili esplosivi però con proiettili perforanti-incendiari. Ma sempre meglio dei cannoni M2/M3, copie malfattte degli Hispanici europei, meno affidabili purtroppo, così che l'USN faticò molto a liberarsi delle 12,7 mentre l'USAAF se le tenne fin quando nei primi anni '50, passò ai cannoni da 20 mm M39 e poi Vulcan, ma non in tutti gli aerei. Per quanto non molto efficienti, la loro affidabilità le rese molto popolari per gli aviatori americani. I cannoni M2/M3 potevano sparare a circa 600+ RPM.
Bombe: sono le armi fondamentali per distruggere una nave non corazzata. Una HE da 1.000 lb è la scelta migliore, circa 500+ di TNT, oltre 3 volte quello della bomba AP di pari peso, e potente anche come arma di prossimità con la stessa spoletta VT. Un'arma potente per impatto diretto, per esplosione di prossimità aerea, per esplosione in mare entro 15-30 metri almeno. Dunque non una risorsa banale.
Siluri: gli americani hanno quelli da 559 mm, molto larghi e tozzi, buoni per il lancio con i vani interni degli Avenger, non molto veloci, ma dal modello Mk 10 in poi, sicuramente disponibile nel 1944-45, con testata da circa 270 kg di esplosivo ad alto potenziale. Sono potentissimi, circa come un siluro pesante per navi e sottomarini.
Una parola la meritano i razzi HVAR. Di fatto, essi rappresentano una notevole risorsa, anche dal punto di vista psicologico: consentono ad un cacciabombardiere di presentarsi di fronte ad una nave, non armato di armi da 12,7 contro cannoni da 127 mm, ma a parità di 'calibro'! Incredibile, ma vero. Potenzialmente si tratta di un vero 'game changer' che rende possibile agli aerei una maggiore capacità distruttiva con sgancio prima del sorvolo del bersaglio, proprio quando si entra in quelle ridotte distanze tali da impedire all'aereo di scappare dalla fuoria della contraerea convenzionale. Ovvero sui 2-3 km, che corrispondono anche alla gittata minima di molti tipi di missili SAM. Finché questa distanza è coperta solo da armi automatiche, non è molto confortevole, anche con attacchi in picchiata; con le bombe bisogna avvicinarsi molto di più; ma con i razzi è tutta un'altra cosa...
Questi sono i predecessori dei successivi ZUNI che hanno una maggiore capacità per gli aerei moderni data tra l'altro anche dalle alette ripiegabili per farli entrare nei tubi di lancio. Ma i razzi HVAR sono molto simili come prestazioni: supersonici, con una gittata nominale di circa 5 km (ma quella effettiva è molto minore, visto che la precisione non è eccezionale).
A suo tempo i loro predecessori erano stati gli FFAR da 3,5 pollici, armi sopratutto usate dagli Avenger e altri velivoli, per compiti antisommergibile. Inizialmente erano razzi privi di testata HE, supersonici e capaci di bucare gli scafi degli U-Boote. Poi si pensò di usarli con testate esplosive, e arrivarono gli FFAR da 5 pollici, ma ancora con il corpo da 3,5! Il risultato fu piuttosto deludente. Entrambi i razzi vennero introdotti nel 1943.
Ma erano lenti e poco precisi, con una ridotta gittata utile. Così, entro metà 1944, vennero progettati e costruiti dei motori-razzo molto più potenti (anche esse da 5 in), con prestazioni nettamente supersoniche, prossime a mach 1,2 al termine della combustione. La balistite americana, con un impulso specifico di circa 200 sec, era di circa il 10% superiore ai propellenti di altre nazioni, così il risultato fu un razzo di elevate prestazioni.
Con un proiettile da 127 mm come testata bellica, tipo HE o SAP, ovviamente in questo caso HE, hanno una potenza di fuoco paragonabile alla salva di un cacciatorpediniere e indubbiamente, qualcosa con cui sostenere il proprio morale. La carica HE interna non è molto alta (sui 3 kg), ma è pur sempre quella tipica di una granata di questo calibro. La precisione sarebbe buona, ma bisogna considerare l'abilità effettiva dei piloti nel suo uso. La sua utilità comunque è stata evidente. La produzione, fino a metà anni '50, è stata enorme: si parla, solo per il periodo 1944-45, di oltre un milione di esemplari. Cenni sulla loro attività operativa:
1) i primi HVAR sono stati di sicuro impiegati già a metà 1944, come successori dei troppo lenti FFAR del 1943 sempre paricalibro (almeno come testata); risulta che nella campagna delle Marianne, gli americani con gli F6F-5 Hellcat ne abbiano tirati 5.000 in poche settimane, a partire dal giugno 1944. Questo dimostra sia che gli HVAR erano all'epoca in servizio, sia che lo erano gli F-6F-5 e che questi avevano anche i razzi in distribuzione già allora, anche se non è provato che li usarono contro le navi da guerra giapponesi. Risultarono comunque un tale successo, che prima di essere sostituiti dagli ZUNI (praticamente l'evoluzione con testate differenti e alette ripiegabili per lancio da tubi), ne realizzarono fino a metà degli anni '50, circa 1 milione di esemplari.
2) gli F6F-5 erano i primi veri cacciabombardieri Hellcat, infatti, a differenza dei precedenti Wildcat, gli Hellcat del modello iniziale, il tipo -3, erano poco adatti perché malgrado la loro generale robustezza, avevano piani di coda un pò deboli per la richiamata ad alta velocità. I -5 risolsero il problema in maniera marcata e diventarono mezzi offensivi di elevate capacità.
3) i razzi Tiny Tim erano stati impiegati mettendo praticamente un razzo alle bombe da 500 lb, ma solo pochi esemplari per Okinawa e dintorni, ebbero peraltro un pò di successo in Corea.
4) le spolette VT erano state usate già con successo entro la fine della guerra. Ma come le usavano con le granate da 127 mm dei cannoni, le potevano usare anche con i razzi che di fatto erano sempre granate da 127 con un razzo dietro. In effetti, questi razzi dimostrarono di essere, contro bersagli all'aperto, 5,2 volte più efficaci dei normali con spoletta ad esplosione a terra, esplodendo a circa 20 metri di quota. La cosa si dimostrò talmente buona, che fino ad un terzo non solo dei razzi, ma anche delle bombe, tirati negli ultimi mesi di guerra era con spoletta VT.
5) quanto agli aerei Corsair: non solo ci sono disegni di F4U-4 di ultima generazione in servizio con la Essex nell'aprile del 1945, con tanto di 8 razzi HVAR sotto le ali, ma vi sono anche foto del tardo 1944 di Corsair sulle portaerei americane armati con gli HVAR. Questo significa che per Okinawa e per il contrasto alla Yamato erano disponibili sicuramente anche i Corsair e i razzi HVAR.
6) esistono alcuni elementi di prova in cui i velivoli americani attaccarono anche con razzi le navi giapponesi quel fatale 7 aprile 1945.
Lotta ad armi impari
Anzitutto le premesse: tempo buono e giorno, ergo buone condizioni di visibilità, con poche nuvole (max 3/10). Mare aperto, senza comunicazioni ed interferenze da parte di qualcun altro fuori dalla zona di battaglia. Non è facile per un nemico arretrato tracciare il movimento di una nave da guerra che abbatte o affonda praticamente chiunque si avvicini a meno di 40 km in aria e a meno di 180 km in superficie. Ma anche così, non è detto che la localizzazione non avvenga e se avviene, a quel punto parte il wargame. Un grosso SE, immagino. Ma è un gioco e va bene così.
Ah, ovviamente: il nemico è noto, almeno nei principi generali. Altrimenti la cosa non sarebbe nemmeno pensabile, troppo grande è l'effetto sorpresa dei missili contro gli aerei convenzionali del periodo bellico. Il fuoco preciso della flak è concepibile, in fondo un SR è solo un cannone più preciso della controparte bellica; ma un missile è tutt'altro nemico e fa paura e tanta, ai piloti che lo affrontano, come ricordava anche Randy Cunningham (che in effetti, finì abbattuto da un SA-2 dopo l'ultimo, famoso combattimento che tenne in VN). L'intelligence alleata, così potente ed efficiente, aveva però avuto notizie della nuova 'super-nave' nemica, forse grazie alla decifrazione dei sistemi di trasmissione nemici, cosa che in effetti accadde durante la guerra ai danni della marina giapponese (e non solo). Per cui hanno studiato le tecniche e le tattiche migliori per permettere ai propri piloti di farcela, e li hanno istruiti e preparati un minimo almeno, per ottenere l'effetto voluto.
Lancio dei missili SM-1: sono lanciati con modalità shoot-look-shoot, quindi prima tirano un missile, poi guardano il risultato, poi sparano ancora se hanno mancato. Così il lancio è più lento, ma... se non fosse così, vedresti i missili attaccare un unico bersaglio, e quando in giro ce ne sono molti, o si spara missili come se non ci fosse un domani... oppure al contrario, si mira cercando lucidamente di non sprecare colpi. Conoscendo il rateo di colpi a segno prevedibile, con la maggior parte dei missili che abbatteranno i bersagli, non si capisce perché lanciare più armi contro un singolo target. Ovviamente questo è importante solo contro obiettivi molto lontani, così da avere tempo di lanciare più armi contro un singolo bersaglio, dato che il tempo di volo arriva sui 60 secondi. Però bisogna dire che questa problematica è molto meno sentita dopo che il raggio si riduce a distanze medio-brevi, quando comunque non ci sarebbe molto modo di lanciare più missili contro un singolo target, perché comunque vi sono due linee di mira e due missili sono lanciabili ogni 20 secondi, pari a circa 12-15 km di distanza percorsa dai missili. Quindi per il raddoppio, bisognerebbe lanciare da 20-30 km di distanza.
Raggio di tiro: a media quota, ritengo che 40 km siano una buona valutazione. Potrebbero essere di più, tipo 46 km per esempio, ma penso che nel rapporto drag-quota, è tale per cui la massima gittata utile è raggiunta a quote di 10.000-15.000 metri circa, sopra il missile fatica troppo a salire, e sotto c'é troppo drag indotto dall'atmosfera. Sarebbe interessante sapere che tipo di pilotaggio è possibile con questo missile, se per esempio è capace di salire in quota e poi ritornare giù, arrivando sul target in picchiata. Non lo so, onestamente, ma è una capacità che ha l'SM-2.
Ricarica: circa 10-12 secondi per l'SM-1. Dubito che il funzionamento sia molto favorito dallo sforzo dato dal lancio di missili sostenuto in diversi minuti, per cui è facile che con tante complicate parti meccaniche in movimento, si possa subire guasti più o meno seri, anche eliminabili ma con una certa perdita di tempo, da pochi secondi ad alcuni minuti, ma troppi durante una battaglia aeronavale.
Aspide e cannoni: distanze di tiro entro i 20 km circa per il missile, ma se gli aerei volano oltre la quota di tangenza pratica (5-6.000 metri), è di fatto impossibile usarli e allora saranno utilizzati soltanto per gli ingaggi più lunghi durante l'attacco in picchiata finale, entro i 10 km quindi. Uno dei canali di tiro, almeno sui De la Penne e le Maestrale, potrà essere dedicato a queste temibili armi anche per il tiro a corto raggio. Le fregate Maestrale e Lupo hanno un sistema dedicato di tiro per il cannone, ma nel primo caso è elettro-ottico, presumibilmente con una certa capacità antiaerea anche contro bersagli in quota (ma non è facile dire in maniera precisa quali siano le sue qualità). Tenete presente, che, a differenza di altre marine, quella italiana non è stata di manica stretta con le direzioni di tiro, e quando le armi a.a. sono state superiori rispetto a queste, è stato solo perché la MMI ha esagerato con il numero di armi a bordo (es Audace e De la Penne, rispettivamente con 6 e 5 armi, ma con 3 e 4 DT disponibili; le fregate hanno tutte 4 armi e 4 DT). I missili vengono lanciati singolarmente, ma è possibile che essi vengano anche lanciati in raffiche di due, a breve raggio almeno, tanto non c'é più nulla da perdere, specie entro i 3 km (sempre che le DT siano passate al tiro con i cannoni, che per quanto ne so, è incompatibile da farsi simultaneamente con il lancio missili). I cannoni sono sparati entro i 6-7 km di distanza, con raffiche di 5-6 colpi per il 127, 8-10 colpi per i 76 mm (probabilmente 6-8 colpi l'uno se operano assieme contro uno stesso target). La probabilità di colpire e abbattere il target è alta, probabilmente sia le raffiche di cannone che i missili arrivano all'80%.
Attacco degli aerei. Direi che la migliore azione dei volenterosi è a media quota. Perché? Tanto, i velivoli carichi sono costretti a volare non tanto più in alto di seimila metri. Si potrebbe attaccare a volo radente, ma dubito che le armi moderne siano particolarmente vulnerabili a questa tattica, volare a bassa quota va bene finché sei nella condizione di combattere passando sotto la cortina dei radar e sopratutto, sotto la quota minima pratica dei missili antiaerei. Ma se questo trucco non funziona, allora sarà una strage, costretti a volare a velocità ridotte e senza modo di variare in fretta le quote, quindi praticamente è come se fossero bersagli bi-dimensionali, capaci di volare in direzione e velocità, ma non in quota. Non so se è possibile fare questo tipo di attacchi. Ma se non lo è, gli attaccanti sono perduti. Mentre un volo a media-alta quota è vantaggioso perché è possibile scendere giù in picchiata dall'alto a velocità molto elevata, variando in fretta la quota e sopratutto, evitando i missili Aspide. La loro quota non è sufficiente, essa è ufficialmente definita in 15-5.000 o massimo, 6.000 metri. Sono Aspide di 1a generazione, massimo metà anni '90, per cui non è considerato un livello di prestazioni migliore, ammesso che i tipi più moderni siano migliori realmente. L'Aspide sale di velocità e a termine combustione ha raggiunto mach 2 circa, ma la combustione dura appena 3,5 secondi e il percorso è circa 1 km. La conseguenza è che poi il missile deve salire di ben 5 km e rotti, subendo anche un forte attrito aerodinamico, che comporta una riduzione rapida della velocità: generalmente è -25% in 5-10 secondi di volo, se l'Aspide arriva a 6.000 m in circa 15 secondi, ha perso praticamente la metà della velocità massima, il che significa perdere una grande capacità di manovra, non importa quanto l'Aspide sia omaggiato dalle bruchu... dagli articoli della stampa italiana. Anche per esso valgono le stesse leggi della fisica che condizionano il predecessore Sparrow. E un aereo della II GM è senz'altro poco prestante in termini di velocità pura, ma ha una marcata maneggevolezza che gli permette di stringere virate inarrivabili per i caccia moderni. Basti pensare che, nel confronto tra Lightning e Spitfire, quest'ultimo riusciva a chiudere la virata dentro quella del jet e arrivare seriamente a distanza di tiro utile. E questo con uno dei jet supersonici più maneggevoli.
Quindi non c'é nulla di banale nel caso dei velivoli bellici contro missili moderni. Sarà difficile sopravvivere, sì, ma non è impossibile. Quanto alle ECM, l'unica cosa che gli aerei americani potrebbero fare è usare i chaff, che sono sempre validi, come dimostrato da britannici e anche argentini alle Falklands, quando anche con mezzi triviali riuscirono a ingannare spesso i radar moderni, anche del calibro degli Skyguard. Gli americani conoscevano il chaff (il nome è loro), così come i tedeschi (duppel), inglesi (window), e persino i giapponesi, che furono i primi ad usarlo (ghimanshi, o 'carta che inganna'). Difficile che un velivolo monoposto possa averlo mai portato in guerra, ma per i pluriposto come gli Helldiver il problema non dovrebbe porsi, se si vuole si può usare a mio avviso, anche se non ne sono particolarmente entusiasta, preferendo un più affidabile studio dinamico che gli effetti 'speciali' imprevedibili dei chaff contro i radar moderni.
Quanto al riconoscimento della minaccia, questo può essere un problema. L'unica cosa che aiuta, è seguire la scia. Del missile in arrivo. Non potrà passare inosservato, e se è ad alta quota è possibile lasciare una scia di vapore anche a motore spento, e sopra i 5.000 metri questa è una seria possibilità. In questo caso facciamo che in effetti, data anche la forte umidità di un ambiente caldo, ma non troppo, si formino le scie. La loro produzione, per effetto adiabatico (la pressione cala dopo il passaggio dell'oggetto in volo ad alta velocità, condensando l'acqua presente come umidità atmosferica), è maggiormente facilitata tra 0 e 10°C e in atmosfera umida. Direi che nella zona grossomodo tropicale, è facile ottenere, a media quota, entrambi i fattori, per cui è certo plausibile che la scia si veda. Nel caso dei motori di sostentamento è più arduo dire, ma è probabile che siano comunque visibili, almeno entro certi limiti. Inoltre, i missili di per sé sono piuttosto grossi e anche arrivando ad alta velocità, è verosimile che la loro sagoma venga vista stagliata contro il cielo blu, o anche sopra il mare (pure esso blu), per non dire dei riflessi metallici che possono generare. Se c'é la scia, comunque sia, è meglio, perché aiuta il pilota a compiere la manovra di scampo calcolando meglio i tempi, la distanza e la velocità del missile. Il fatto di vedere partire i missili con la loro inconfondibile scia, aiuta indubitabilmente a capire quando (di lì a pochissimo) arriveranno in zona. Ecco un esempio di scie di condensazione in un ambiente tipico: il tiro al tacchino delle Marianne (giugno 1944): https://en.wikipedia.org/wiki/File:Fighter_plane_contrails_in_the_sky.jpg
Sfidare i missili è una brutta cosa quando sei a media quota e senza ECM, ma è l'unico modo che c'é, quello e il numero duro e puro di attaccanti, tanto per saturare le difese nemiche. Ma quando si avvicinano i potenti missili nemici, che cosa si può fare per ridurre la loro minaccia? Trattarli per quel che sono, dei piccoli aerei kamikaze, veloci ma pur sempre con limiti in manovra che si devono sfruttare.
Le manovre difensive degli aerei devono essere molto secche e molto rapide, idealmente dovranno affrontare il missile come un torero contro un toro, con manovre laterali di 60-80° in pochi secondi, e MAI in salita, al limite picchiata+richiamo finale; non sono richieste virate di 360° e comunque sia, sarebbero sia troppo lente (a che servono, con i missili avvistati giusto negli ultimi secondi?), sia troppo dannose per l'efficienza della formazione, costretta a perdere coesione e a rallentare, esponendosi ad altri e letali lanci di missili. Invece gli aerei dovranno correre verso la nave come se non ci fosse un domani, perché non c'é altro modo per impedirle di continuare il lancio di missili SM-1, che arrivare prima che li abbia esauriti! 40 km sono tanti, ma non tantissimi, a 600 km/h si fanno in 4 minuti mentre la maggior parte dei sistemi di superpotenza ne garantisce almeno 5, inoltre se si ha la cura di salire di quota (diciamo a 8.000 m) per poi discendere progressivamente fino a circa 6.000 metri, nei 3-4 minuti successivi, il risultato sarà continuare ad avvicinarsi con una forte velocità extra.
E ricordatevi che un missile supersonico, per intercettare un bersaglio subsonico, deve manovrare in maniera molto più dura di esso, se è già a corto di energia, tirare 8-9 G triplica la velocità di stallo e al contempo, consuma rapidamente l'energia disponibile. Uno stallo ad alta velocità, a quel punto, diventa molto facile e molto rapido, dopo appena pochi secondi. Guai se il missile manovrasse duramente a poco più di mach 1, per esempio, significherebbe stallare quasi subito.
Inoltre, sarà sempre necessario attaccare con il vento in poppa, anche 50 km/h sono tanti considerando tutte le prestazioni, averli pro o contro fa la differenza. Ricordatevi che un Hurricane Mk I, nel 1938, volò in un percorso misurato alla media di oltre 650 km/h. La cosa è incredibile, perché corrisponde alla velocità massima dello Spitfire, e non dell'Mk I ma dell'Mk VIII/IX del 1942. Ma si spiega perché l'Hurricane aveva un forte vento in poppa, che ha comportato presumibilmente almeno 97 km/h extra (che a me sembrano pochi comunque, come minimo sono stati circa 150). Questo fatto, da solo, ha reso possibile volare a circa 11 km al minuto, anziché 8,5, il che significa che in caso di avvicinamento alla nave, sarebbe possibile fare i 40 km in 1) 4 minuti (a 600 km/h) a vento zero; 3,5 minuti con vento in poppa; 4,5 minuti con vento in prua. La nave può sparare fino a 6 missili al minuto.
Volando sottovento, gli aerei saranno più veloci nell'avvicinarsi, mentre il raggio di tiro utile delle armi sarà inferiore. Quindi conviene eccome se conviene.
Sommando questo fattore del vento eventuale a favore (ma in quota ce n'é sempre, per cui bisogna considerare le correnti prevalenti in zona per capire da che parte avvicinarsi meglio), più la discesa progressiva in avvicinamento (che è certo più difficile da programmare, perché devi vedere la nave, o almeno avere un'idea di quale distanza vi sia da percorrere), si possono trovare facilmente 100-150 km/h extra, un lusso notevole per qualsiasi aereo arcaico che sfidi la tecnologia delle navi moderne.
Se sembra assurdo, ricordatevi che gli He 177, durante l'ultima offensiva sull'Inghilterra, salivano alla massima quota e poi scendevano progressivamente verso gli obiettivi, perdendo migliaia di metri ma avvicinandosi a velocità medie di circa 640 km/h, impossibili se non avessero avuto il vantaggio della quota. E questo pur non essendo, malgrado la notevole aerodinamica (quadrimotori bi-elica), capaci di salire molto in alto, e nonostante il fatto che i venti dominanti erano generalmente contrari alla loro direzione di volo. In questo modo, gli He 177 riuscirono a raggiungere il territorio inglese e se la cavarono subendo relativamente poche perdite. Per cui, una volta che si accetta il rischio, salire in quota conviene sempre.
E una volta arrivati sul bersaglio? Giù in picchiata, ma subito. In pratica, da media quota, è possibile cominciare la picchiata al limite del tiro dei cannoni e da sopra la quota di tangenza nominale dei missili Aspide. Scendendo giù a grande velocità, variando la quota e anche, per quanto possibile, la rotta, un aereo della II GM diventa quasi un 'jet', specie se è un cacciabombardiere. Aerei come l'Hellcat e il Corsair sono meno veloci dei velivoli moderni, vero; ma il vantaggio per un jet subsonico è generalmente tra un +1/3 e 1/2, 800-900 km/h. Non molto, mentre al contempo il caccia della II GM è più maneggevole dei jet e vira in uno spazio minore. Inoltre ha una struttura molto robusta ed essenziale, a differenza di aerei come l'AMX, è corazzato e dentro è 'vuoto', non ha la duplicazione degli impianti perché quelli principali sono così pochi e rudimentali che difficilmente smetteranno di funzionare per qualche scheggia. Voglio dire, è inutile duplicare i comandi quando hai l'aereo pieno di carburante e di elettronica, con ogni scheggia capace potenzialmente di causare danni seri al velivolo in ogni punto dove colpisca.
Mentre nel caso di queste macchine, basta che volano, che non si spacchino in aria, che il pilota non venga ucciso, il carburante non esploda e il motore funzioni. Tutto molto essenziale, nessuna necessità di duplicare un impianto idraulico di volo, perché non ci sono servocomandi (nel bene e nel male). Inoltre il pilota è protetto da circa 100 kg di corazzatura.
Certo che l'assenza di servocomandi si sente nelle manovre ad alta velocità. Un jet è molto più portato a volare E manovrare a velocità elevate. Un aereo ad elica può andare forte, specie se in picchiata, ma il suo margine migliore di manovra è di 200-400 km/h, anche se nel caso degli aerei americani si può fare discreti risultati anche a velocità più alte. Ma un jet ha il suo punto di forza tra i 400 e gli 800, per cui è tutt'altra bestia.
Naturalmente, le ali grandi aiutano la manovrabilità, ma sono anche un ostacolo ad un rollio molto forte. Nel caso degli aerei della II GM, il campione è il FW 190, capace di circa 160°/sec a 400 km/h, ma comunque capace di arrivare sui 100°/sec anche a circa 600 km/h. Solo ad alte velocità il Mustang poteva batterlo, ma si dice che anche il Corsair era capace di competere con esso. L'Hellcat, invece, era piuttosto inerte. A circa 250 km/h stava sui 50-60°/sec, più o meno come lo Zero; ma a 600 km/h era capace di confermare grossomodo la prestazione, mentre lo Zero dimezzava. E' superfluo ricordare che il rollio è fondamentale per un aereo, in combattimento, perché permette di iniziare manovre evasive in maniera sollecita. Consideriamo il fatto che quasi tutte le manovre, a parte il looping, iniziano con un rollio, anche la virata orizzontale. Per questo, per schivare un missile, e sopratutto, uscire dal raggio d'azione anche della spoletta e delle schegge, è necessario che l'aereo sia capace di rollare molto rapidamente, per cambiare direzione schivando il missile. Gli aerei americani non sono rollatori eccezionali, ma una volta lanciati ad alta velocità, mantengono più o meno quel che fanno alle velocità più basse e quindi restano assai temibili. Oltre i 600 km/h, per esempio, un P-40, per quanto mediocre, era capace di rollare meglio di un Fw 190 e di qualsiasi altro caccia dell'USAAF, con un 360° in meno di 4 secondi, contro quasi 6 per un P-47 e più di 8 per un P-38. Alle basse velocità, invece, era il FW che dominava con 4,8 sec, battuto solo dallo Spitfire con 4 sec, mentre il P-47 e 51 sopra i 10, il P-38 ben 15 secondi. Ma parliamo di 100 mph, quando gli aerei erano appena in grado di manovrare. A 300 mph, invece, il FW ci metteva 2,7 sec, seguito con circa 3 da Spitfire V e P-40 (nel primo caso, con ali tronche anziché quelle standard). Il P-51 era capace di quasi 95°/sec, lo Spitfire normale di 105, quello con ala mozza ben 150, ma questi erano i valori massimi.
Tuttavia, sopra i 600 km/h il FW 190 e i caccia americani si portavano ancora bene, con valori di 60-90°/sec. L'Hellcat, per esempio, perdeva contro lo Zero 52-55 a 255 km/h, ma a 610 poteva fare ben 63° mentre il rivale giapponese solo 29. Gli aerei inglesi non erano molto meglio, il Typhoon era come la macchina giapponese malgrado la sua velocità, e lo Spitfire normale superava di poco i 40°/sec. A quanto pare, ali molto caricate erano meglio indicate per il rollio veloce. Il Corsair è considerato simile al FW-190. Naturalmente, i bombardieri hanno una maggiore inerzia e sono in notevole difficoltà, ma essendo macchine buone per l'aerosiluramento o il bombardamento in picchiata non possono certo essere 'barconi' in termini di agilità, altrimenti non sarebbero utilizzabili per questi scopi, tutt'altro che banali (come la lunga lista di fallimenti in questi due settori testimonia).
Nell'insieme, è chiaro che gli aerei 'preistorici' della II GM sarebbero fatti a pezzi dalle navi moderne, e questo riguarda anche il nostro formidabile De la Penne (che tra l'altro, con l'ultimo aggiornamento ha perso una delle 4 DT e ha sostituito entrambi i radar principali con uno soltanto, portandosi così da 11 a 'solo' 9 radar). Ma ricordatevi, che persino una caverna è fatta da gocce d'acqua che scavano indefesse. Con il tempo e la pazienza, non è detto che la superiorità di una parte sia confermata dalla sconfitta dell'altra.
Voglio dire, anche ad Adua, Iswandala, Little Big Horn e Dogali il nemico aveva per lo più lance e frecce, mentre i 'bianchi' avevano moderni fucili a ripetizione come arma standard. Però non gli bastò, e non certo per una ragione qualitativa. 100 anni fa ancora si facevano cariche alla baionetta (e si sono fatte anche dopo) e anche mandare soldati all'attacco di trincee fortificate armate di mitragliatrici non era una bella prospettiva. Nella II GM gli americani diventarono progressivamente dei dominatori seriali, ma lo spirito del sacrificio e l'accettazione del rischio erano ancora presenti, altrimenti da Okinawa se ne sarebbero andati via a gambe levate. E la memoria del sacrificio dei Devastator a Midway era ancora viva (su circa 40 aerei ne tornarono una mezza dozzina). Dunque la questione non è così assurda come sembra, nemmeno in condizioni di tale differenza tecnologica. E' tutta una questione di organizzazione e di disciplina, la loro presenza o assenza possono causare un risultato che può essere tutto o il contrario di tutto. Come si vedrà anche dagli esempi successivi.
Così come sarà per lo sfruttamento dei punti deboli reciproci, specialmente quello strano fenomeno che permette di vedere con il radar a 300 km, ma non a 3 km di distanza, se il nemico è in volo ad alta quota. Ma tutto questo è un qualcosa che verrà poi detto nelle simulazioni proposte.
Ricapitolando: quota circa 7.000 m (per stare sopra la tangenza pratica dell'Aspide); velocità più elevata possibile; planata leggera per aumentare la velocità effettiva; volo rigorosamente tendente a seguire la direzione del vento per aumentare la velocità rispetto al suolo e costringere il nemico a tirare controvento; arrivo con il Sole possibilmente alle spalle, così da ridurre l'efficacia dei sistemi elettro-ottici di puntamento ausiliario (come le camere termiche).
Tattica di volo: gli aerei devono considerare che c'é la possibilità di essere teoricamente ingaggiati anche in maniera multipla da un singolo radar, così devono fare del loro meglio per attaccare in formazione e stare abbastanza 'larghi' per non essere presi, o non esserlo in maniera facile, dal fascio direttore dei radar SPG e Dardo. Per fare questo, occorre che le formazioni siano a livello di squadrone, con gli aerei distanti tra di loro, sul piano trasversale, almeno mezzo miglio (800 metri), così da rendere molto difficile l'aggancio di più di uno di essi da parte del radar di tiro. Non mi è facile in ogni caso capire come potrebbe una nave lanciare diversi SM-1 contro più di una formazione, anche perché richiederebbe molto tempo (30-40 secondi per una salva di 4 missili), e cosa succederebbe se poi la formazione, vedendo arrivare il missile, si allargasse, diventando difficile da tracciare per i radar SPG, che a quel punto dovrebbero puntare sicuramente solo su di un aereo per volta. Penso che quindi distanze di almeno 500-800 metri tra un aereo e l'altro, con gli squadroni che seguono a 30-60 secondi di distanza almeno (4-10 km), sarebbe ottimale per conservare la compattezza della formazione e al contempo, non essere un facile bersaglio di gruppo. Infine, abbiamo l'avvicinamento e più gli aerei si avvicinano e meglio è, così che possono anche ridurre la distanza fisica pur restando analoghi come distanza angolare. In altre parole, 1.000 metri a 40 km, e 500 metri a 20 km, o 250 metri a 10 km, sono la stessa cosa. Certo, non è facile coordinarsi quando hai una squadriglia dispersa su di un fronte di 10 km, ma di giorno e ad alta quota, con cielo pressochè sereno, non è nemmeno impossibile. Sicuramente, però, è necessario, almeno finché non si dimezza la distanza di tiro iniziale e a quel punto, si potrà sicuramente arrivare a distanze ridotte tra i singoli aerei, tanto è uguale. Insomma, non è un calcolo veniale, tutt'altro.
Probabilità di distruzione
Se dovessi dare retta ai dati degli uffici stampa delle ditte produttrici dovrei mettere ogni volta 'oltre il 90%' fino al 97% degli Aspide. SE, dovessi dare retta, per l'appunto, a questo tipo di dati. Ma siccome poi, nel mondo reale, può succedere di tirare probabilmente circa 200 tra Rapier e Blowpipe e ottenere solo 3 vittorie certe, è chiaro che non lo farò, con buona pace dell'Aspide.
Come visto sopra, non è che i missili 'moderni', solo in quanto tali, siano infallibili. Alle volte lo sono, o quasi: i missili SS-N-2 Styx, è usuale che vengano considerati paccottiglia grazie sopratutto alla propaganda di guerra israeliana, perché nel 1973 non fecero centri a fronte di qualche decina di lanci eseguiti. Ma proprio Israele diede involontaria dimostrazione di quanto fossero letali, almeno in condizioni ideali, con 3 missili su 4 a segno sull'EILAT. Era l'ottobre del 1967 (e NON la guerra dei Sei Giorni come spesso si sente dire). Dall'altra parte, abbiamo un'altra guerra, quella indo-pakistana del 1971, in cui i missili vennero lanciati in ben 12 esemplari, e di questi, ben 11 andarono a segno, inclusi alcuni contro obiettivi costieri. Pensare che missili così vecchi possano fare circa il 90% di centri è impressionante, ma accadde. Salvo poi andare a 0 nella guerra di due anni dopo. Non solo la tecnica, ma anche la tattica aiuta ad affrontare le minacce. I tanto vantati SA-6, per esempio, avrebbero, nella stessa guerra del Kippur che ridicolizzò gli Styx (mentre con gli AS-6 Kelt ci fu meno da ridere, visto che pur fallendo gli obiettivi navali, uno di essi distrusse una centrale radar israeliana), ottenuto sì, una meritata fama (le 'tre dita della Morte') per le loro prestazioni e indifferenza alle vecchie tecniche ECM. Però, dicono alcuni studi, per ogni aereo israeliano abbattuto, vennero tirati qualcosa come 88 (ottantotto) missili, più o meno come i vecchi SA-2 durante la guerra del VN, in particolare quella degli '11 giorni' 1972-73. Quindi non c'é molto da dire: le cose possono andare in un modo o in maniera del tutto diversa, a seconda delle esercitazioni e del nemico, anche non tecnicamente sofisticatissimo, come ben dimostra la SAAF e la sua quasi invulnerabilità alle più sofisticate difese aeree sovietiche e cubane negli anni '80. Anche volando con aerei obsoleti come gli Impala, Buccaneer e per certi versi, Mirage III/F.1.
No, i risultati reali contano molto di più. E devono essere interpretati bene. Non dimentichiamoci che nel 1991, i famosi Patriot si dimostrarono l'arma 'anti-Scud' per eccellenza, ma alla fine i risulati si dimostrarono molto diversi da come veniva pomposamente riportato. Già il fatto stesso che persino allora i missili Patriot vennero riconosciuti come gli autori dell'abbattimento di 45 Scud, ma con ben 140 missili, sono pur sempre quasi 4 per missile abbattuto. E poi sono arrivati studi post-bellici che hanno ridotto anche a meno di 10 i risultati effettivi contro questi preistorici missili balistici irakeni. Non so se questi numeri derivino più dal desiderio di lasciare il prodotto sul mercato, oppure per finanziare, visto che il Patriot era già ben affermato, i successivi upgrade con diverse innovazioni (molto costose, ovviamente). Però è un fatto che i Patriot non abbiano fato esattamente un risultato alla 'one shot, one kil', nemmeno nelle conferenze stampa (all'epoca molto nutrite, non è come negli ultimi 20 anni, quando fatto tutto e non dicono nulla! C'era Swarzkopf in persona a dirci cosa succedeva).
Poi ci sono le Falklands, e anche lì, le decine di missili navali lanciati (per non dire di quelli terrestri, ancora più scadenti come risultati) hanno comportato solo 11 abbattimenti sicuri. I missili Sea Dart hanno ottenuto il meglio, ma mentre quelli lanciati ad alta quota hanno effettivamente colpito il bersaglio nella maggioranza dei casi, quelli tirati a bassa quota hanno fatto quasi sempre cilecca, in pratica passiamo da un Pk del 70 a uno del 10% circa. E questi sono i 'meno peggio' del mazzo.
Quindi io diffido delle affermazioni pubblicitarie e pure di quelle delle forze armate ,che non dimentichiamo, sono coinvolte spesso nello sviluppo delle stesse armi e devono giustificare le enormi risorse spese per la loro acquisizione. Nel caso degli Aspide, i 12 sistemi Spada sono costati, pare, oltre 2000 mld di lire (il costo unitario di questi sistemi, pur essendo di due categorie inferiori, è circa la metà di quello di una batteria Patriot!), mentre i sistemi Skyguard-Aspide hanno comportato oltre 900 mld. Non sono cifre da poco. Anche se i clienti internazionali testimoniano la loro stima per gli Aspide, sono pur sempre soggetti allo stesso discorso di cui sopra. E senza collaudo bellico su ampia scala, ogni prestazione effettiva sarà sempre un indovinello soggettivamente interpretabile. Per quel che riguarda i sistemi d'arma americani, non si può dire certo che essi manchino di 'collaudi' bellici, ma quelli navali non sono stati coinvolti in molte operazioni a fuoco 'vero'. E l'unico abbattimento di guerra dell'intera carriera degli Standard americani, risulta la 'molto gloriosa' distruzione del povero Airbus iraniano del 1988. Un vero crimine di guerra, con una nave che ha abbattuto un aereo di linea volante in una rotta nota, e per giunta, dopo essere entrata in acque territoriali iraniane (era un periodo di guerra quasi continua tra l'Iran e gli allora alleati di Saddam, anche in faccia al danneggiamento della fregata Stark e al gasamento dei curdi e pure degli iraniani, di cui non parla nessuno). Che i missili Made in USA siano molto affidabili e letali nessuno lo nega, del resto, ma è anche vero che queste armi non sempre funzionino bene e alle volte possono riservare sorprese. E più un sistema è complesso, e più rischia di fare delle grosse sorprese (in negativo). Il fatto che non sempre i missili lanciati esplodano sulla nave, come è successo di recente in un paio di occasioni, non significa che non ci siano dei clamorosi 'miss', come questo (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Proiettili di cannone: secondo le statistiche americane, un proiettile da 127 mm aveva circa il 4% di probabilità di abbattere un aereo a 4,6 km. Presumo che i pezzi da 127/54 moderni siano più efficaci, mentre i proiettili da 76 sono probabilmente simili, essendo più moderni ma pesanti solo 1/4. La differenza la fa ovviamente l'FCS ma comunque sia, non si può certo pretendere che una granata, specie se tirata a lungo raggio, sia efficace quanto un missile. E anche in tempi recenti, i proiettili di cannone non sono stati sempre così convincenti: alle Falklands, per esempio, l'HMS Ardent tirò ben 190 colpi contro le formazioni argentine, con ZERO risultati. E parliamo di proiettili moderni, con spoletta di prossimità, peso 21 kg, frammentazione in oltre 3.000 schegge, e con direzione di tiro modernissima, niente di meno che con l'RTN-10X italiano, lo stesso delle Lupo e degli Audace (prima dell'ammodernamento). Non mi aspetto molto sulle capacità di tiro delle navi con questi cannoni, tranne che a distanze medio-brevi. Bastano pochi ondeggiamenti per uscire facilmente dalla soluzione di tiro, dellfinando un pò per evitare di perdere troppa energia (anziché le virate laterali), stare fuori dai 10 metri di raggio utile delle spolette non è difficile fino a pochi km dalla nave.
Secondo un documento di studio americano fatto con cannoni da 90-120 mm nel periodo bellico, per esempio, la gittata utile era stimata essere basicamente quella equivalente a circa 10 secondi di volo, dopo di che le incertezze balistiche diventano troppe anche per spolette VT. Questo significa 5-6 chilometri di raggio utile.
Dall'altra parte, i bombardieri in picchiata sono molto precisi e gli equipaggi, se non presi dal panico di fronte ad armi così letali, può essere che si diano da fare bene, visto che non saranno disturbati dal tiro delle armi nemiche. Infatti, è come paragonare un cobra ad un istrice . Il cobra, ovvero l'armamento a.a. moderno delle navi, è a maggiore gittata utile, ma può solo inquadrare un target alla volta, dovendo lungamente impegnarsi nella guida dei missili per abbattere l'avversario. Un istrice, però, può difendersi da tutti i lati e tutti gli attaccanti contemporaneamente. E' tale e quale alle difese a.a. della II GM, un fuoco di sbarramento poco efficace e preciso, ma che poteva ingaggiare un numero indefinibile di target aerei, non 4-6, ma tutti quelli che entrassero nello spazio aereo 'bombardato' dalle granate di innumerevoli armi. E alle volte funzionava: un incrociatore americano abbatté circa 40 kamikaze verso la fine della guerra, in poco più di un'ora. Una prestazione probabilmente impossibile per la maggior parte delle navi militari moderne. A Guadalcanal, la corazzata South Dakota abbatté in una sola battaglia ben 26 aerei giapponesi (o così è stato attribuito, anzi inizialmente, erano addirittura 32), pari a circa 1/4 del totale delle perdite nipponiche, e questo pur avendo un armamento inferiore a quello della fine della guerra, quando le armi da 28 erano state sostituite da quelle da 40 mm. Sarebbe interessante sapere quanti colpi vennero sparati, ma in ogni caso è chiaro, che il tiro a.a. anche 'vecchia scuola' non è poi così inoffensivo anche in termini di Pk, oltre che di disturbo pratico. Così come non è tanto efficace il tiro missilistico, visto che la maggior parte delle navi inglesi alle Falklands avevano missili a bordo, ma la loro difesa era inferiore rispetto ad un vecchio cacciatorpediniere GEARING del periodo bellico.
Ma come calcolare il rateo di kill per proiettile? Certo che i cannoni e le DT dell'epoca sono primitive rispetto a quelle moderne, ma non bisogna dimenticare che esse rappresentano la maggiore fonte di dati statistici disponibile in merito.
La meccanica è sempre la stessa: se il cannone inizia a tirare a 6 km di distanza, con il target che oltretutto è a circa 5 km di quota, il proiettile deve salire svendendo molta della sua energia cinetica (K) per costruire quella potenziale (U) nella salita nel campo gravitazionale, anche se trova atmosfera meno densa che riduce il drag. Quindi rallenterà piuttosto marcatamente. Difficile dire i tempi di volo in tal caso, ma non mi stupirei se fossero solo marginalmente migliori di quelli delle armi paricalibro della II GM. Queste, in circa 10 secondi di volo, ovvero il massimo raggio effettivo oltre cui è difficile mettere a segno qualche proiettile con sufficiente precisione, su bersagli aerei, ottenevano circa 4,5 km per i pezzi da 76, e circa 5 km per quelli da 127 (che pure, inizialmente, avevano una minore velocità, ma la dissipavano meno in fretta dei leggeri colpi da 3 pollici). Con un margine del genere, considerando l'elevata quota raggiunta dai proiettili e il prevedile, sensibile rallentamento anche in relazione alla distanza percorsa, a quel punto è facile che iniziando da 6 km di distanza, dopo 10 secondi si arrivi sui 4,5 km, che combacia con la distanza percorsa dai bombardieri in picchiata, ovvero circa 150 metri al secondo (540 km/h, e forse anche 600). Per cui, o si inizia il tiro da distanze maggiori di quella ottimale, oppure i proiettili arriveranno comunque con una distanza sensibilmente inferiore rispetto a quella della massima gittata. Anche se fosse un pò diverso, mi aspetto che al massimo i primi incroci vi siano a circa 4,8 km, il che porterebbe il rateo di velocità aereo: missile da 3:1 a ben 4:1, ovvero da 450 a ben 600 m/sec (media), cosa non facile né per i leggeri colpi SR da 76 mm (nonostante la velocità di oltre 900 m/sec, ma ricordiamo che l'attrito è al quadrato della velocità, per cui un oggetto molto leggero e molto veloce perderà più rapidamente energia...), né per i pesanti pezzi da 127 mm, efficienti come drag/massa, ma anche se perdono poca velocità, partono comunque da poco più di 800 m/sec. Aggiungiamo a questo punto che l'aereo nemico, anche se inquadrato, non sarà comunque confermabile come totalmente distrutto se non circa 5 secondi dopo, e arriviamo a circa 4 km. Oppure 5, nel caso del cannone da 127 (gittata a.a. 7 km effettivi). E' una cosa sensata, visto che corrisponde alla tipica raffica antiaerea da 5-10 colpi totali. La prima granata manca leggermente l'aereo, la seconda lo investe con la spoletta VT, idem la 3a, la 4a non funziona, la 5a gli strappa un'ala... dai un altro paio di secondi per confermare quel che vedi e che il bombardiere, pur continuando a scendere quasi in verticale, non è più una minaccia, ed ecco che stiamo già a 4 km di distanza. A quel punto, tutto si giocherà nei 20 secondi successivi, ovvero il tempo tra 4 e 1 km, quando il bombardiere sgancerà la bomba. E' un tempo dannatamente ridotto per trovare un piccolo bersaglio che viene giù quasi verticale e che probabilmente dopo appena 5-6 secondi comincia anche a sparare verso la nave, aumentando le sue possibilità di 'passare' le sue difese. Ma il vero problema è quello di tracciare il bersaglio, così che se anche distruggi un primo target, poi devi trovare l'altro con la sola azione della FCS, che è come guardare il cielo dal buco della serratura! Per questo, è già tanto se viene abbattuto un secondo target, il che comporta la necessità non solo di cercarlo e trovarlo, ma anche di sparargli e attendere poniamo, altri 5 secondi perché le granate arrivino a segno e altri 3 perché esse lo distruggano; fatto questo, poniamo con un tempo di ricerca di 5 sec, di fuoco di 5 sec e di conferma di altri 3, restano appena 7 secondi per cercare, trovare ed abbattere l'eventuale terzo target! E così il De la Penne non riesce a sfruttare completamente le sue potenzialità.
Analizzando le statistiche, per esempio, della Battaglia di Santa Cruz, si scopre che la South Dakota tirò complessivamente una cifra immane di colpi di tutti i calibri eccetto quelli principali, nel tentativo di fermare gli aerei giapponesi. Sappiamo che le spolette di prossimità, malgrado fonti autorevoli dicano il contrario, non vennero usate allora e per la prima volta (a meno che non fosse qualche lotto sperimentale, ma la cosa pare dubbia); ma oltretutto, la percentuale della loro efficacia complessiva fu notata con diligenza dal comandante Gatch e le sorprese non mancarono...
Complessivamente la corazzata sparò: 890 colpi da 127 mm, ben 4.000 da 40, 3.000 da 28 e addirittura 52.000 (!!) da 20 mm. Secondo il calcolo del comandante, la contraerea della corazzata ebbe un'efficacia così ripartita:
-cannoni da 127: 5% (!!!)
-da 40 e 28 mm: 30%
-da 20 mm, addirittura il 65%!!!
Questo ci dice che la battaglia fu veramente a distanze di tiro all'arma bianca, altrimenti i 20 mm non sarebbero mai stati così efficaci, essendo utili entro circa 1 miglio dalla nave. E che, anche con 26 kill attribuiti alla difesa della nave nel suo insieme, gli 890 colpi da 127 causarono soltanto 1-2 abbattimenti.
Finita qui? No, abbiamo anche altri dati.
http://www.navweaps.com/index_tech/tech-075.php
Secondo J. Campbell, per esempio, nel periodo ottobre 1944-gennaio 1945, i pezzi da 127 con spoletta normale hanno abbattuto:
-19 aerei con una media di 1.162 colpi per kill. Con spoletta VT, invece, hanno ottenuto 24,5 kill con appena 310 colpi per kill.
-I pezzi da 76 hanno ottenuto 6,5 kill = 1 ogni 710 colpi tirati
-quelli da 40 addirittura 114 ergo 1 ogni 2.272
-le armi da 28 abbatterono 1 aereo con 2.231
-i cannoni da 20 altri 62,5 ovvero 1 ogni 8.972
-le Browning da 12,7 solo 3, con addirittura 1 ogni 28.069 colpi tirati(!!!)
Bisogna stare attenti a queste cifre perché comunque sono su numeri piccoli, statisticamente piuttosto deboli per trarne delle conclusioni precise, MA la tendenza è ben chiara.
Bisogna tenere presente che i kamikaze arrivano fino all'impatto con la nave, mettendo in crisi la punteria 'tradizionale' più di quella con le spolette 'intelligenti' tipo VT, che si regolano 'da sole'. E somigliano molto ai missili antinave in qusto senso. Ma di nuovo, persino con spoletta VT, i pezzi da 127 hanno soltanto ottenuto un kill ogni 310 colpi.
Lo stesso discorso contro aerei non kamikaze ha comportato
-33,5 kill per i pezzi da 127 (960 colpi per kill)
-20 con le VT da 127 mm (624)
-4 per i pezzi da 76 (convenzionali, 752 cp)
-46 per i Bofors (3.361)
-0 per i 4.764 colpi da 28 mm
-50,5 per i 20 mm (7.152 cp/aereo)
-3 per le Browning (15.139).
Altri dati sulle spolette VT e normali, danno differenti risultati, ma molto simili a quelli sopra detti:
20 mm 40 mm 5"/38 MT1 5"/38 VT
Kamikaze 24 27,200 6,000 1,000 200
Non-Kamikaze 41 30,100 4,500 1,000 550
Nello studio fatto dopo la guerra si notava anche che i giapponesi persero da 3 a 10 aerei 'normali' in più, per ogni singola nave colpita, di quanto non facessero con gli aerei kamikaze. Questi ultimi ebbero complessivamente circa il 19% di successi (aerei che colpiscono la nave bersaglio). Quindi, benché terribilmente cinica, la tattica kamikaze funzionava.
ORA, naturalmente, non è che questa 'media del pollo' sia sempre e comunque giusta e giustificabile. Non voglio certo dire che un De la Penne deve stare a sparare mezz'ora di fila per tirare giù un paio di bombardieri nemici, assolutamente. Però aiuta a capire meglio come, persino quando il nemico si avvicina molto per l'attacco finale, sia difficile abbatterlo facilmente. Naturalmente vi sono anche delle eccezioni, è successo che dopo 2-3 salve con i proiettili VT sia stato abbattuto, alle volte, un aereo kamikaze, in un caso è successo addirittura a quella specie di missile antinave pilotato che era l'Okha.
Per questo, è difficile dire davvero come stiano le cose, ma di sicuro non è automatico che solo perché un bersaglio è ingaggiato da munizioni con spoletta VT, non è detto che venga anche abbattuto e se sì, con spreco di munizioni insospettabilmente alto. La Legge di Murphy, in poche parole, è più forte della tecnica.
Quanto all'altra parte del cielo, quella degli aerei, vorrei far notare che gli aerei della II GM saranno stati pure primordiali, ma GUAI a lasciarli avvicinare! Per la stessa ragione per cui un arco o una clava sono pericolosi anche per l'uomo 'moderno'.
Dei Dauntless attaccanti la flotta giapponese durante la battaglia di Midway c'é ampia letteratura, dico solo che distrussero 3 delle 4 portaerei giapponesi nell'arco di minuti, pur essendo solo 3 squadroni con circa 40 aerei in tutto.
Ecco come si potevano comportare: ''At 15:25, Musashi was attacked by 37 aircraft from Intrepid, the fleet carrier Franklin and Cabot. These aircraft scored hits with 13 bombs and 11 torpedoes during this attack, for the loss of three Avengers and three Helldivers.'' (da wikipedia)
Capito? Nonostante la perdita di 6 aerei su 37, che oggi sarebbe catastrofica (circa il 15%), questi velivoli, che certamente affrontarono il tiro di centinaia di armi a.a., riuscirono a piazzare ben 24 colpi tra bombe e siluri, praticamente i 2/3 delle armi disponibili!
Nel caso dei bombardieri giapponesi, nel periodo 1941-42, i bombardieri D3A Val riuscivano a piazzare fino all'80% dei colpi a segno. Anche bombe non molto potenti erano quindi devastanti quanto ad efficacia complessiva. La portaerei HMS HERMES, per esempio, venne centrata da almeno 40 bombe (oltre 10 tonnellate) ed essendo una nave assai piccola (la prima portaerei britannica costruita come tale), affondò rapidamente e senza speranza di salvezza. I due incrociatori HMS Cownwall e Dorsetshire non ebbero migliore fortuna, sempre vittime dei Val e non dei più logici Kate aerosiluranti e certo, meglio armati offensivamente.
Un'altra cosa non considerata fino ad adesso è il fatto che gli Helldiver hanno la possibilità almeno teorica di portare più bombe. Dentro il vano di fusoliera possono portare una bomba perforante da 726 kg, ma in alternativa 1 da 454 perforante o HE, e 2 da 45, o 113 o 227 kg (però del tipo AP: è opinabile, contro target non corazzati, usare una 500 lb AP piuttosto che una 250 lb HE, che contiene più esplosivo e sopratutto, rende l'aereo più leggero). Un grappolo di bombe, come 1 da 454 e 2 da 113, o anche e meglio, 1 da 454 e 2 da 227 kg, sarebbe anche peggio e l'unica ragione per cui non è stato fatto è che si pensava di aumentare la tangenza dell'aereo alleggerendolo. Ma visto, che comunque continua a volare a 5.000 metri e a velocità ridotte, tanto vale aumentare il totale delle bombe, altrimenti volerebbe a quote tali da sfuggire probabilmente anche al tiro degli Aspide finché non scende giù in picchiata, quando forse è troppo tardi. Infine, esistono sia le armi di bordo, sia fino a 8 razzi da 114 mm subalari, anche se ovviamente non sempre portati, ma potenzialmente micidiali fino a 1.000-2.000 metri durante le picchiate quasi in verticale la balistica sarebbe parecchio migliorata nel loro uso.
Ps: se qualcuno non se ne fosse accorto... la velocità, armamento e quota degli attaccanti è tale, da simulare di fatto anche gli SBD Dauntless, il leggerndari vincitori di Midway.
In alternativa, specialmente se parliamo di Helldiver 'robotici' o quanto meno, 'automatici'.
Un Helldiver delle ultime versioni (tali sono questi che attaccano) era capace non solo di portare una bomba da 1.000 lb HE, ma anche di portarne altre due da 250 lb HE sempre dentro la fusoliera, mentre sotto le ali potevano essere portati vari carichi come, per esempio, 8 razzi. Inoltre, dentro le ali c'erano 4 Browning da 12,7 oppure 2 cannoni da 20 mm. Un volume di fuoco difficile da gestire (data la differenze balistica delle armi usate), ma potenzialmente micidiale. Usare non una, ma due o addirittura tre di queste armi sarebbe micidiale, e lo sarebbe sopratutto entro i 3.000 metri, quando i cannoni da terra sono maggiormente efficaci.
Usare bombe multiple è altrettanto nefasto: una 'forcella perfetta' vedrebbe per esempio la bomba da 1.000 lb in pieno, ma anche le due più piccole che cadono entro i 15-20 metri su entrambi i lati dello scafo. Anche se non potessero danneggiarlo in maniera fondamentale, l'effetto combinato di queste esplosioni sarebbe devastante e probabilmente la concussione sufficiente per mettere in tilt praticamente tutte le difese della nave.
Già, ma quanti sono stati gli Helldiver prodotti: oltre 7.000 esemplari. Per cui ahi voglia a sparare contro con tutto quel che ha, il povero De la Penne è destinato a fare una brutta fine! L'unica speranza, nell'attacco uno-dietro l'altro- è di arrivare alla notte... ma gli Helldiver possono anche usare un radar e sopratutto, bengala. Caso mai, il vero motivo di speranza è che, se le nave sopravvive per diciamo, 24 ore, potrebbe salvarsi approdando a qualche porto, sempre che sia possibile.
Ma che resistenza hanno le navi moderne ai danni? Questa è una bella domanda. Le unità come le moderne fregate e cacciatorpediniere hanno facilmente tra 14 e 16 compartimenti stagni. In genere, a sentire i costruttori, sono capaci di reggere abbastanza bene 2 compartimenti stagni contigui allagati. Possono sopravvivere anche a 3 compartimenti contigui allagati a centro nave oppure 4 alle estremità. Ma se fosse così facile, non sarebbe in pratica possibile per un siluro affondare una nave, a meno di non affondarla con uno scoppio sotto la chiglia con rottura della stessa.
La realtà può essere migliore, ma anche peggiore. Nella casistica della storia navale ne abbiamo di esempi. Abbiamo il caso di un cacciatorpediniere americano colpito da ben 6 Kamikaze, varie bombe e persino un caccia Corsair caduto mentre inseguiva uno dei velivoli giapponesi, dopo essere impattato sull'albero dello stesso cacciatorpediniere. Eppure quella nave è sopravvissuta, il comandante si rifiutò di abbandonarla finché un cannone a bordo potesse ancora sparare! E quella nave è stata rimessa in sesto, è rimasta in servizio nel dopoguerra diventando l'ultima della sua classe a lasciarlo, nell'USN. Ed è ancora presente, visto che ne hanno fatto un museo galleggiante. Robe da pazzi. Al contempo abbiamo casi di navi affondate per molto meno, per esempio incrociatori giapponesi che sono stati distrutti dalle esplosioni dei loro siluri, alle volte addirittura senza colpi in pieno a segno oppure con pochissime granate. Il Mikuma venne affondato con 5 bombe, il gemello Mogami, nella stessa situazione, sopravvisse a 6 impatti, perché lanciò i siluri in mare piuttosto che 'risparmiarli' tenendoli a bordo durante l'attacco, quando sarebbero stati del tutto inutili e anzi, molto dannosi.
Di recente, poi, c'é la notizia che una delle 5 moderne fregate norvegesi classe Nansen ha avuto un gravissimo incidente navale. E' andata a 'sbattere' contro una petroliera e a 'strusciato' il fianco. Come è finita? Come nel caso della molto più grande Costa Concordia del 2012, o se vogliamo, del Titanic. La nave è affondata quasi interamente, in acque poco profonde. Difficile dire quale livello di sicurezza queste navi abbiano, ma parliamo di costruzioni norvegesi, non certo le più scarse quanto a robustezza e sistemi di sicurezza, con il mare che devono affrontare, per giunta quanto a costo, si tratta di navi dotate di radar SPY-1F, la versione leggera dell'AEGIS. In effetti questo è l'unico pezzo della nave nettamente sopra le onde. Certo che se si spendono tanti soldi per un radar del genere non si sarà lesinato per progettare bene il resto, voglio sperare, o no? Beh, malgrado sia una nave di ultima generazione, da 6.000 tonnellate, è bastato questo danno allo scafo, coinvolgente diversi compartimenti, per impedirle di galleggiare e financo di raggiungere qualche posto tra i fiordi abbastanza superficialmente coperto dal mare, da potersi lì incagliare. Caso più unico che raro, per carità, ma pur sempre indicativo di come anche le più moderne ed apparentemente efficienti navi del XXI secolo, giganti civili come la Concordia o pesi medi militari come la nave norvegese (per il divertimento dei commentatori russi, visto che l'esercitazione Trident Juncture era destinata sopratutto ad 'impressionarli' con il deterrente NATO ai loro confini...), obbediscano sempre alla solita regola già enunciata durante la perdita del Titanic: 'E' fatta di ferro. E il ferro affonda'.
NATO drills fallout: Norwegian frigate almost underwater after oil tanker collision (PHOTOS) — RT World News
Per cui, visto e considerato tutto quanto:
-Pk missili SM-1 e Aspide: li considero circa eguali (con gli SM-1 più potenti e subdoli, e gli Aspide più agili): circa il 75% (3 su 4), si può discutere se sia sul totale dei missili lanciati oppure degli ingaggi (non è la stessa cosa, alle volte sono ingaggi con più di un missile, ma attenzione anche al rischio che volando vicini, un singolo missile possa distruggere più di un aereo, evento in verità raro, ma che richiede oppurtune tattiche di volo per non renderlo facile come tirare ai tordi!)
-Pk cannoni: probabilmente circa il 5-10%, per avere probabilità elevate di distruzione sopra una distanza che non sia minima (1 km?) si dovrà tirare raffiche di almeno 5-6 colpi da 127 o 8-10 da 76 mm. Può essere di meno, ma se nei filmati sparano 10 colpi da 76 e 5-6 da 127 non è certo un caso, a mio modesto avviso... nella guerra aerea difficilmente c'é la modalità one-shot-one-kill. E certo non con l'artiglieria e a distanze medio-alte.
-Pk razzi aria-terra: probabilmente circa il 10% da 1,5 km
-Pk bombe: probabilmente il 30-50% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk siluri: probabilmente il 20-30% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk mitragliere: probabilmente il 20% a 1 km, il 10% a 1,5 km, circa il 5% a 2 km, probabilmente solo l'1% a 3 km.
Navi messe KO con:
-Fregate: 1 siluro o 2 bombe da 1.000 lb o 20 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
Navi affondate con:
-Fregate: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 3 siluri o 4 bombe da 1.000 lb o 50 HVAR
E i colpi tipo 'near miss'? Direi che una bomba da 1.000 lb HE, esplodente circa 1/20 sec dopo impatto con il mare, se scoppia entro i 15 metri, raggiunge un'efficacia pari al 50% di un colpo in pieno.
(editato 2-11-18) (editato 17-19-11-18)
16-10-18
Anche se non sono così entusiasta delle scelte tecniche della nostra marina, non per questo non ne ammiro i risultati. Ecco perché i miei wargames navali sono tipicamente con navi italiane come protagoniste, nel bene e nel male. Anzi, sono le navi che mi diverto di più ad affondare, così complicate e piene di risorse come sono, è sempre una sfida notevole. Pensate solo al De la Penne: con 4 cannoni, 3 batterie lanciamissili, 2 lanciasiluri, 2 elicotteri, 11 radar, 2 sonar, 1 sistema ECM, 2 lanciarazzi ECM, ecc ecc, tutta roba di altissima qualità (con quel che costava, in effetti, non si poteva certo lesinare sui modelli).
Ma per sperimentare le capacità di queste navi, in questo wargame, anzi in questa famiglia di wargame, userò un avversario che viene da un'era geologica oramai sparita dalla storia aeronautica. Userò delle bestie preistoriche di potenza enorme, ma vulnerabili e lenti per l'era moderna. Ma dalla loro avranno anche una qualità che è, da sola, sufficiente per sconfiggere qualsiasi nemico. Purché usata bene, naturalmente.
Il De la Penne ha una grande potenza di fuoco. Ricapitoliamo anzitutto le sue capacità, in special modo antiaeree:
-1 cannone da 127/54 mm OTO-Melara Compatto. Entrato in servizio nei tardi anni '60, curiosamente con i 4 cacciatorpediniere Iroquois canadesi, è diventato parte della MMI dal 1972 in poi con gli Audace. La sua cadenza di tiro è di 40 RPM (originariamente erano indicati 45, non so quando e perché sono stati ridotti, forse erano i 'setting' iniziali, poi ridotti per salvaguardarne l'affidabilità?), gittata circa 23 km, ma quella a.a. efficace sui 7 km. Proiettili con munizioni HE da 32 kg possono causare gravi problemi a qualsiasi aereo o missile riescano a intercettare. Ben 66 colpi presenti sulle 3 giostrine di tiro, sufficienti per oltre un minuto e mezzo di tiro continuo, sempre che l'arma, raffreddata ad acqua, non si surriscaldi prima. NB: nei filmati delle navi italiane come l'Impavido, il rateo di tiro è dell'ordine dei 36-38 RPM. O questa è una cadenza da 'tempo di pace', oppure è davvero così che sparano. In ogni caso NON a 45 RPM.
Quanto alla cadenza di tiro, i filmati in rete sono concordi: almeno nel caso delle navi rimodernate tipo Audace (da cui derivano anche i cannoni installati sui De la Penne alla costruzione), il ritmo di fuoco è un colpo ogni 1,6-1,7 secondi. Per esempio, tirare 7 colpi in 11,5 secondi. Un esempio è questo: http://www.naveardito.it/Video%C2%AD_On_Line/Video/Ardito%20Colpi%20di%20cannone%20127%2054.mp4
Fate molta attenzione: il cannone sembra tirare circa 5 colpi in 5 secondi, ma in realtà no, il video inizia dal primo colpo già caricato e sparato, per cui questo aumenta la cadenza di tiro apparente, cosa particolarmente rimarchevole se le raffiche sono di pochi colpi. Infatti, con questo criterio, potresti sparare 2 colpi in un secondo circa, anche se tiri 60 RPM. E questo non significa che spari a 120 RPM, notare la lieve differenza! Nel video, per esempio, il tiro del 2o colpo è seguito dal fuoco di altri due proiettili entro circa 3 secondi (tra il secondo 1 e 4), ergo circa 1,5+ secondi. In pratica, cronometrandolo attentamente, sarebbero sui 4,6 secondi per gli ultimi 3 colpi, ergo più di 1,5 secondi per colpo. Questo significa più del 1,5 secondo/colpo necessario per i 40 RPM, a maggior ragione per i 45 RPM (1,33 sec). Nel video si vedono ad un certo punto, 8 colpi di cui gli ultimi 7 sono tirati in circa 11,5 sec, circa 36-37 colpi al minuto: addirittura di meno dei 40 ufficiali, il che è paragonabile all'altro video (del resto, la nave è la stessa).
(22) Nave Ardito 1988 2006 - YouTube
L'unica esperienza con armi del genere in combattimento è quella delle Falklands, dove i pezzi da 114 mm inglesi ebbero un discreto successo, ma nulla di determinante per il successo o meno della difesa aerea. La cosa è particolarmente importante, se si considera che il resto della contraerea inglese era costituita da cannoncini da 20 mm e missili Seacat sulla maggior parte delle navi, ed erano armi obsolete, rendendo così più importante il cannone da 114 mm, l'unica arma davvero moderna di navi come le Type 21, pur non essendo particolarmente studiato per la lotta a.a.
-3 cannoni da 76/62 Super Rapido. 120 RPM, gittata a.a. circa 6 km, proiettili da 6,3 kg, 80 colpi pronti. Sono i potenti pezzi multi-uso della OTO-Melara, praticamente lo standard mondiale della categoria artiglierie di medio calibro. E' difficile capire come mai sia accaduto: i francesi potevano permettersi di ridurre le dimensioni dei loro pezzi da 100, così gli inglesi con i 76 mm, o gli svedesi con il 120 mm. Ma di fatto, dopo i tentativi falliti con i pezzi da 76 anglo-americani negli anni '50 (troppo complessi e pesanti), tutti costoro hanno lasciato perdere, mentre gli italiani continuavano lo sviluppo dei loro pezzi da 76/62, piuttosto inaffidabili e senza successo iniziale di vendite, ma quando, dopo circa 15 anni di sviluppo, venne fuori il Compatto da 76, le cose cambiarono. All'epoca era considerato troppo piccolo per le navi di media grandezza, ma la sua nascita coincide con quella delle unità veloci missilistiche, per le quali esse diventarono presto la scelta obbligata. Non c'erano altri pezzi, quelli da 100+ mm erano troppo pesanti, quelli da 57 o meno erano un pò troppo leggeri e somiglianti a delle mitragliere contraerei piuttosto che cannoni veri e propri. Così l'arma è stata migliorata progressivamente e negli anni '80 appare l'SR, più preciso, con una cadenza di tiro maggiore di 1/3 circa, munizioni migliori, sistema di tiro superiore, è un'arma micidiale, che ultimamente è stata trasformata addirittura con proiettili a gittata incrementata, nonché con munizioni guidate, idea questa, che in realtà esiste da ben prima del Davide/DART attuale: la OTO e la BAe avevano iniziato gli studi negli anni '80, ma ci sono voluti circa 30 anni prima di arrivare a qualcosa di operativo! In questo caso, noi abbiamo un'ambientazione anni '90, circa metà del decennio, quindi non abbiamo questi problemi 'futuristici'. Ufficialmente è stato dichiarato che possa distruggere 4 missili antinave in avvicinamento da 6 km, ma come diavolo possa essere che i primi impatti sarebbero ottenuti a 5.500 metri, è tutt'altro chiaro, infatti i missili antinave non volano tipicamente alla velocità del triplano Fokker del Barone Rosso! NB: notare che, a differenza del Compatto da 127, in questo caso i filmati di YT dimostrano che in effetti una raffica di 10 colpi può essere tirata sui 5 secondi, in sostanza sono confermati i 120 RPM.
- missili Aspide/Albatros. 8 pronti al lancio (probabilmente opzionali, visto che non è affatto certo che siano davvero celle perennemente occupate, non dimentichiamoci che persino i missili antinave sono spesso largamente assenti dalle loro rampe), e magazzino da 16 missili sottostante. 15-20 km di gittata, quota operativa ufficiale tra 15 e 5-6.000 metri. La sua efficacia è potenziata sia dal lanciatore a 8 colpi disponibili per il tiro, che da un caricatore rapido Riva-Calzoni, che può caricare fino a 4 missili contemporaneamente, in poco tempo. Quanto, è un fattore cruciale per capire se queste armi siano davvero utilizzabili contro attacchi di saturazione, ma purtroppo il dato non è noto. Peraltro è chiaro che ci vorranno almeno alcune decine di secondi per eseguire la prima carica, essendo aggeggi tutt'altro che semplici da maneggiare, i missili pesano 220 kg e sono lunghi 3,7 metri l'uno. Sia i missili che il lanciatore sono, concettualmente, spudorate copie non dichiarate degli originali Sea Sparrow, ma per qualche ragione non si dice mai nulla di questo, tanto meno nella stampa nazionale. Con questo non è che anche le tecnologie di dettaglio usate siano uguali: in realtà sono di generazione successiva e il miglioramento è stato molto esaustivo in tutti i campi, ma sempre sistemi d'arma direttamente ricavati dai tipi americani sono (basti pensare che la Selenia ha prodotto 1.000 Sparrow appena prima di iniziare con gli Aspide, notizia largamente sottaciuta dalla stampa nazionale). L'unica cosa, a parte l'FCS Dardo-E (dalle Maestrale in poi), realmente non presente all'inizio, è stato proprio il caricatore per i missili dal magazzino.
I missili sono di un'efficacia proverbiale, tanto che viene dichiarata una Pk del 97%, maggiore di quella di qualsiasi altro missile. O così dicono gli uffici di PR del produttore. D'altra parte, non è mai stato usato in combattimento, e quasi sempre, i missili sono notevolmente al di sotto delle loro qualifiche. Il babbo (mai dichiarato, ma evidente) dell'Aspide, lo Sparrow, dava il 60-70% di probabilità di abbattimento nei test di tiro, ma in Vietnam è stato solo dell'8%. In seguito è migliorato, ma non mai quanto si valutavano i missili in origine. Nemmeno gli AMRAAM hanno dato Pk così elevati in combattimento, per cui piano con gli entusiasmi.
4- missili Standard RIM-66B o E, ergo SM-1MR in breve. Prodotti dalla General Dynamics, sono bestioni da oltre 600 kg e circa 15 piedi di lunghezza. Bisogna dire che sono armi notevolmente evolutesi nel corso del tempo. Gittata 46 km, quota circa 20 km, testata HE-frag pesante oltre 50 kg, Velocità circa 2,5 Mach. Caricatore Mk 13 singolo, cadenza di tiro sui 5-6 colpi al minuto, con 40 missili nella giostrina di tiro. Guida SARH.
46 o 67? (sui missili SM-1MR)
Molto è stato detto delle prestazioni di questi diffusissimi missili. La loro efficacia non è da meno. Ma quali erano le loro VERE prestazioni? Beh, qui bisogna almeno cominciare a specificare meglio la questione. Infatti, il loro valore di gittata massima era definito, al riguardo, come pari a 46 km (25 NM), ma il modello B era capace di andare più lontano, grazie ad una struttura allungata e più pesante, che implicava un motore sostainer in aggiunta a quello principale di accelerazione. Il valore della gittata massima, incredibilmente, è aumentato di ben il 45%, e come se non bastasse, anche la tangenza pratica è aumentata del 25%. Così, secondo le vecchie definizioni, la prima versione aveva una gittata di 46 km e una tangenza di 15 km (25 NM e 50 kft). La seconda versione, invece, aveva ben 67 km e 19.000 m (36 NM e 63.000 ft). Sembra giusto, così dovremo avere una capacità di ingaggio, a media quota, ben maggiore di 50 km di raggio utile. Oppure no?
In realtà, le più recenti fonti, come il sito US designation.net e il navweapons.com sono di differente avviso: la gittata di 46 km, infatti, è quella del RIM-66B, e non del modello A originale! Strano, vero? Il fatto è che sia tra 32 e 46, che tra 46 e 67 km, ci sono il 45% di gittata massima in più. Perciò, quali sono i veri miglioramenti? Entrambi sembrano validi, ma visto che apparentemente le fonti più recenti parlano di 46 km per il RIM-66B, e questo significa molto. Significa ridurre tantissimo le salve disponibili per contrastare gli aerei nemici in avvicinamento a media quota. Questo è un fattore fondamentale, come si vedrà poi.
La cadenza di tiro: secondo i vari video disponibili in rete, è facile vedere una cadenza di tiro, nel caso delle salve missilistiche o della preparazione dell'arma sulla rampa, si arriva a 10-12 secondi. Questo significa che la cadenza di tiro di 6 RPM è grossomodo rispettata, ma con un pò di 'fortuna', è possibile che il lancio sia solo di un missile ogni 12 secondi, ergo 5 al minuto. Quanto durerebbe tale prestazione? Chi lo sa. Al massimo, in genere lanciano salve di 2 missili a breve distanza, praticamente mai lanci continuativi per qualche minuto a fila:
(22) [MISSILE SM1] Tir d'entraînement - YouTube
(22) French Navy Frigate Jean Bart Firing SM 1 Medium Range SAM In The Mediterranean Sea - YouTube
Le versioni sono in realtà suddivise in 'block': il RIM-66 è suddiviso in diverse versioni, dopo i primi lotti costruttivi arriva il RIM-66B con le prestazioni migliorate, come visto sopra. Quanto tempo dura il funzionamento del motore? Non è chiaro, ma stando ai filmati dei lanci, abbiamo circa 8 secondi (per l'Ardito), ma vi sono anche lanci differenti, circa 5-10 secondi, per cui potrebbero essere versioni diverse da quelle della MMI. In ogni caso, però, si vede chiaramente, oltre al pennacchio di fumo lungo chilometri iniziale, anche un bagliore posteriore che è il motore di sostentamento, anche se fa poca scia, per cui quanto sia davvero lunga la fase di combustione dell'arma è difficile dire. Di sicuro il similare HAWK dell'esercito ha una doppia azione del motore, massa simile, e un tempo di combustione totale di circa 20 secondi.
NB: per il missile Tartar abbiamo il dato di circa 6.000 kg/s per i primi 4 secondi, poi un sostainer di 22-27 secondi (a seconda delle fonti, forse 27 secondi sono quelle del consumo totale?) da circa 900 kg/s. La velocità massima era circa 1,8 M. Notare che questo è lo stesso motore dei primi SM-1MR (RIM-66A), probabilmente il tipo B ha un impulsore da 8 secondi (e i circa 5 secondi? Probabile che siano missili più vecchi tipo RIM-66A), arrivando verso mach 2,5 e tenendo poi la velocità (non saprei comunque per quanto, certo è che anch'essi hanno un sustainer).
Da notare che tutti i missili, e sopratutto quelli americani, prodotti ex novo o aggiornati, cambiano spesso e volentieri al loro interno, specie compattando l'elettronica interna e aumentando testata e motore. Nel caso dell'SM-1, l'evoluzione è impressionante. L'arma è stata sviluppata dal Tartar, ma all'inizio le prestazioni non erano diverse, solo 32 km per entrambe in termini di gittata. Il modello B è arrivato a 46 km, mentre l'SM-2MR, che è stato a sua volta sviluppato in numerose e molto perfezionate versioni, ha avuto come principale novità un nuovo sistema di navigazione capace di ottimizzare la gittata dell'arma sprecando nella navigazione, meno energia possibile. Questo rende possibile aumentare la gittata oltre che la possibilità di ingaggiare bersagli multipli.
Per le navi AEGIS è possibile controllare più missili aggiornandoli continuativamente finché non si avvicinano e si attiva la guida SARH; per le navi non AEGIS, significa lanciare le armi con la rotta per la navigazione già inserita. In tutti i casi si realizza un'arma migliore, ma proprio per questo, è assurdo che la gittata sia così poco migliore rispetto al RIM-66B, ovvero solo 74 km anziché 67 km. Questo significa solo il 10% in più, mentre si sa che la differenza tra l'SM-1MR mod B e l'SM-2MR (delle prime versioni!) è del 60%!!! Questa differenza è quella che passa, nemmeno a farlo apposta, tra 46 e 74 km. Il che mi pare evidentemente sufficiente per dire che si tratta della conferma di come questi missili siano effettivamente dotati di 3 gittate, 32 km RIM-66A, 46 km RIM-66B, 74 km RIM-66C (SM-2). Tra l'altro, in seguito gli SM-2 si evolveranno ancora, e in maniera impressionante, con i successivi blocks raddoppieranno addirittura la gittata utile, grazie anche ad un nuovo motore.
Nel mezzo tra SM-1 e SM-2, c'é anche un altro missile, però: il RIM-66E, un ultimo modello apparso nei primi anni '80 dell'SM-1, il quale aveva diverse innovazioni per questo tipo di arma, tanto da renderla non molto meno efficace dell'SM-2. Ovvero: la testata bellica più potente Mk 115, come l'SM-2, pesante ben 113 kg anziché circa 60; e un'altra innovazione importantissima, anche il seeker è quello dell'SM-2, ovvero un tipo mono-pulse, anziché a scansione, il che rende l'arma molto meno facile da ingannare con le ECM. Tuttavia, non c'é traccia di gittate incrementate (a rigor di logica, la testata aumentando il peso di circa il 10% rispetto al missile 'normale', dovrebbe ridurre effettivamente le sue prestazioni).
Ricapitolando: RIM-66A Block 1, in servizio dal 1967, ha lo stesso motore Mk 27 a doppia spinta del Tartar ultima produzione, testata Mk 51 da 62 kg e seeker a scansione conica. In seguito ha avuto vari lotti che hanno comportato migliori ECCM e un raggio d'azione minimo più ridotto oltre che minori tempi di acquisizione di bersagli di superficie (tutti i vari SAM navali americani della famiglia hanno capacità antinave!), migliorati fino al 1968.
Poi il RIM-66B Block V aveva un raggio d'azione maggiore del 45% e una tangenza del 25%, arrivando a 46 km e a 24 km rispettivamente (anziché 32/19 km), più lungo di 25 cm con motore Mk 56 a doppia azione.
Infine il RIM-66E (Block VI) è apparso dopo l'SM-2 (1978) e ha comportato il seeker monopulse dell'SM-2, spoletta di prossimità di nuovo modello, e nelle ultime di ben 8 sottoversioni, anche la testata Mk 115 dell'SM-2, pesante ben 113 kg. La letalità di queste armi è stata quindi molto migliorata anche rispetto all'SM-1B.
Dal 1978 apparve, come detto sopra, l'SM-2 con nuovo autopilota Mk 2 e INS per portarlo nella zona vicina a dove sarebbe stato aiutato dal radar, questo comportava un percorso meno dispendioso, il target aveva molto meno tempo per reagire, era possibile ingaggiare bersagli multipli in rapida sequenza, maggiore gittata utile grazie alla guida su comando da parte dell'AEGIS, più come si è visto, guida monopulse e nuova testata bellica. Le navi non AEGIS usano invece il lancio con setting iniziale del percorso, ma senza la possibilità di aggiornare l'arma durante il volo tramite comando radio. I tipi successivi sono apparsi da circa il 1983 in poi con gittata pratica e capacità di ingaggio aumentate contro i bersagli più difficili e altre migliorie minori.
Si era detto che la MMI avesse anche l'SM-2, ma stando all'articolo apparso anni fa su RiD, e ai commerci censiti dal SIPRI, non pare che in realtà, essa abbia avuto questi missili, nemmeno per i De la Penne ammodernati. Eppure sono armi esportate ampiamente anche per marine relativamente minori e con navi armate di sistema Mk 13, come quelli dei caccia italiani. Dell'Mk 13 diciamo che è un sistema affidabile e provato lungamente in mare, ma come reagirebbe se dovesse tirare 12 missili in qualche minuto? Funzionerebbe tutto OK? Vi sono molte parti in movimento e la cosa è difficile da credere. Il suo cugino binato, l'Mk 22, presenta invece la particolarità che è la rampa che ruota sopra il deposito di armi anziché essere questo che fa la giostrina sotto la rampa.
Certo che gli SM-1 originari sono piuttosto vecchi, ma del resto, sono senz'altro almeno un minimo validi sennò non li avrebbero usati nelle navi come i De la Penne, a tutt'oggi con essi apparentemente equipaggiati. Non sono disponibili le miracolose percentuali di pk, ma è facile pensare che sia, nei test, sopra l'80-90%.
Tuttavia, queste armi sono vecchiotte e possono giocare brutti scherzi. Di recente, due missili SM-2, del modello successivo, sono esplosi al lancio (il solo motore-razzo, non la testata, non ancora armata, ma comunque un bel botto), danneggiando una nave americana e una tedesca, e questo con lanciatori verticali Mk 41, figurarsi. Ma può sempre succedere che missili del genere riservino sorprese, per esempio questo lancio con il secondo ordigno che perde un'aletta e cade vicino alla stessa nave che lo ha lanciato. (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Altra questione ancora: la gittata minima. Sebbene essa non sia che 1,8 km per il vecchio Tartar, per l'SM-1 è indicata in 1,5 NM ovvero 2,7 km, che non è una bazzecola. Per l'SM-1ER si arriva a ben 6,5 km. Il similare britannico Sea Dart ha una portata minima di 3 km, il vecchio Sea Slug di ben 9 km (su un massimo di 32 km circa). Per cui anche questa non è una questione secondaria, come vedremo poi.
Dal sito Designation.net abbiamo questo, che aiuta a calcolare il raggio di tiro effettivo:
In 1995, Hughes (now Raytheon) proposed to convert obsolete RIM-2 Terrier missiles, of which more than 2000 were in storage, to supersonic low-altitude target (SLAT) configuration as a replacement of and/or successor to the MQM-8 Vandal. At 10 m altitude, range would have been 40 km (22 nm) with the MK 30 motor, or 64 km (35 nm) with the new MK 104 dual-thrust motor. As a ballistic missile target, maximum altitude and range could be 85 km (280000 ft) and 275 km (150 nm), respectively (168 km/550 km with MK 104 motor). The designation YRQM-67A was reserved for protoype conversions, but the Terrier conversion plan was eventually dropped. However, Raytheon has converted many surplus SM-2ER rounds (mostly RIM-67C) to TMT (Terrier Missile Target) configuration to serve as ballistic missile targets. Although I don't have firm evidence, these targets are probably designated RQM-67A.
Quanto all'Aspide, e al suo famoso sistema di ricarica parte dell'apparato Albatross, direi che è più o meno come mi aspettavo; la sua tempistica di ricarica è veloce, ma solo per infilare il missile (o più di uno, pare fino a 4, ma sarà così nel mondo 'reale'?) nel lanciatore ci vogliono quasi 10 secondi, per non dire di tutta la procedura d'estrazione della rastrelliera. Al confronto, è rapidissimo il dispiegamento dei missili SM-1 dal magazzino alla rampa, pur essendo oltre il doppio più pesanti. In termini di prestazioni, all'inizio degli anni '2000 si diceva che la portata fosse maggiore, fino quasi a 25 km, il che significa un aumento di circa il 25-30%, più una migliore capacità di ingaggio alle medie quote (quanto 'medie'? La parte 'più bassa' di queste, che vorrà dire cosa... 6.000 m? 8.000 m? Boh). Però qui siamo a circa metà anni '90 e siccome non ci sono dati al riguardo delle ultime sotto-versioni dell'Aspide (è importante che qui non si parla di Aspide 2000, che è una generazione successiva, anche se non così modificato come quel mini-SM-2 che è diventato l'ESSM), mi attengo (sorry) ai missili Aspide di 'vecchia' generazione. Magari si tratta semplicemente di lotti di produzione più anziana (1985-1990), del resto sono missili che costano un bel pò e non è che si rottamino gli imponenti stock accumulati durante la Guerra fredda in un batter d'occhio, no? Né è facie pensare che siano stati radicalmente aggiornati, per esempio con la sostituzione dell'intero motore con un'unità più potente. In ogni caso, ripeto, non ho argomenti per sostanziare tali migliorie e siccome la MMI è stata la prima e più prolifica utilizzatrice di queste armi, è chiaro che ne abbia accumulate tra gli anni '70 e '80 una tale quantità, che in tempi di 'vacche magre' (anni '90) non abbia esitato ad utilizzarli, magari anche per le navi più moderne, come in questo caso.
COME SI VEDE, ci sono un sacco di variabili da considerare. Non sappiamo, per esempio, quanti erano i proiettili per i cannoni da 76, visto che questi ultmi erano esclusivamente visti come armi antiaerei-antimissile, forse non erano molti, mentre erano maggiormente multiruolo i cannoni da 127/54, però con munizioni anche di tipo non antiaereo. Considerando quanto costosi fossero i proiettili antimissile di ultima generazione arrivati con l'SR, dubito che ne abbiano stivati molti, anche perché reputati così efficaci, grazie anche al loro raggio di tiro di prossimità fino a 10 metri dal target.
I radar e il cono di silenzio
Poi, ovviamente, ci sono i radar. Voi penserete che è facile calcolare la capacità di un radar: portata, potenza, frequenza, numero di rivoluzioni al minuto. Ma quasi mai vi dicono anche un altro fattore fondamentale: l'elevazione. Senza di essa, un radar di scoperta aerea non vale niente! L'elevazione dei vari radar imbarcati, però, non era confortante. A parte quelli di inseguimento, capaci di alzi notevolmente maggiori, quelli da scoperta non erano così eccezionali. L'SPS-774 (RAN-12S) è quello collegato al sistema Dardo, ma esso ha un'elevazione dell'ordine dei 45°. La stessa anche per il radar di scoperta 2D a lungo raggio, mentre l'SPS-52C, che è installato sugli Audace migliorati e sui De la Penne, aumenta l'angolazione dalla verticale da 15 a 25°, ma nonostante questo, risulta che abbia soltanto 45° di elevazione! Questo discorso è verificabile anche per via che nell'USN, questi radar sono stati soppiantati dall'SPS-48, che è provvisto di un alzo di ben 65°, nel modello E addirittura 69°
La cosa è anche più notevvole se si pensa che persino un radar modernissimo come il RAN-40L italiano, ha un'elevazione tra 20 e 50°, quest'ultima solo per la funzione 'antimissile balistico'.
Questa è una panoramica di alcuni radar italiani di ultima generazione:
RAN-40L: portata minima 180 m, massima 400 km; sorveglianza: 6 o 12 RPM. Elevazione: 0-20° sorveglianza, 0-30° antimissile balistico, 0-50° antimissile (antinave).
Portata massima e caratteristiche del RAN-30X nei vari modi di funzionamento: NB: 25° di angolo d'elevazione (e 1,2° di apertura orizzontale).
Mode 1 (15rpm) >100km air/surface surveillance
Mode 2 (30rpm) >40km navigation and heli control
Mode 3 (3rpm) >200km over-the-horizon surface
Mode 4 (30rpm) >25km anti-missile
RAT-31SL:
Frequency Band L
Instrumental range 400 Km
Elevation coverage -2° to 20° ABT
(30.5 Km height ABT ceiling)
ARGOS-73:
Antenna
• Type: Reflector feed
• Polarization: Horizontal, Circular (L/R)
• Scan rate: 10/12/15 r.p.m.
• IFF Antenna: Integrated
Transmitter
• Type: Solid State
• Frequency: S-band
• Peak power: 10 KW
• PRF: Fixed or stagger
• Modes: Fixed frequency, pulse-topulse
agility, burst-to-burst
agility
Coverage
• Range: 0.5 to 60 nm
. Elevazione: fino a 10.000 m.
(dal sito radartutorial.eu)
AN/SPS-52
Evoluzione del modello SPS-39. Il tipo più recente, dei primi anni '80, è il modello C. Nuova elettronica ma stessa antenna del -B, antenna inclinata di 25° anziché 15°; raggio in modalità 'high angles' di 180 NM e alzo di 45°; modalità long range, secondaria rispetto all'altra, ha ben 300 NM di portata, ma solo 13° di elevazione. La modalità di fuoco ravvicinato high data rate è da 110 NM e 45° e ne esistono anche altre, come la MTI che ha 70 NM/38°. Attualmente è presente sulle unità tipo WASP e TARAWA. Giri? Ufficialmente sono 5 al minuto, ma scommetto che sono soltanto quelli in modalità di sorveglianza a lungo raggio, mentre in condizioni di scoperta a breve distanza sono circa 10-15, come è normale in radar di questa categoria.
AN/SPS-48 (a titolo di paragone, non fa parte del wargame)
Questo è l'aggiornamento dell'altro e ha praticamente tutto nuovo, è sempre un 3D a lungo raggio con antenna phased array, con verie modalità di funzionamento e la possibilità di elevare di molto l'osservazione grazie a ben 9 fasci anziché 1, con 45° visti contemporaneamente, ma la capacità di elevare il campo d'osservazione fino a 65°. I modelli sono due: l'SPS-48C e l'SPS-48E, quest'ultimo ha il doppio della potenza e un'elevazione massima di 69° (65°, probabilmente, per il modello C). E' presente sulle portarerei classe NIMITZ e le grandi portaelicotteri anfibie e navi comando americane.
Soltanto i radar più moderni e multiruolo, per la guida dei missili, sono migliori di così. l'ARABEL arriva a 70°, mentre l'EMPAR, dove la MMI per una volta ha visto un'esigenza di coperture elevate, arriva addirittura a 90°. Ma questa non è una cosa che ci interessa qui.
Questa situazione è problematica, ovviamente, se si pensa che con 45° di angolo, un aereo in volo ad una tot quota entrerà nel 'cono di silenzio', ad una distanza paragonabile dalla nave. Se vola a 30 metri, no problem; ma se vola a 6 km, allora sì problem, e non pochi. Ed è qui che si gioca la credibilità delle azioni nemiche, delle loro tattiche e delle loro scelte operative. Anche questa è una cosa che vedremo in seguito.
Robustezza della nave: non mi è noto il numero di compartimenti stagni. Però le Lupo e le Maestrale hanno 14 compartimenti. Gli Audace addirittura 16. Questo però non è un fatto straordinario e non è scontato nemmeno che sia così. Il Garibaldi, per esempio, pare che abbia solo 13 compartimenti stagni malgrado sia più grande. Mentre i cacciatorpediniere Cassard francesi, hanno ben 16 compartimenti stagni, considerando che sono simili come dimensioni e dislocamento più agli Audace che ai De la Penne, è evidente che questo tipo di strutture sia uno standard, e le altre navi della categoria sono presumibilmente dello stesso livello: un compartimento stagno ogni qualcosa meno di 10 metri di lunghezza. Le sovrastrutture dei De la Penne, come per le Lupo, sono peraltro in acciaio su quasi tutti i punti (esclusi, ironicamente, proprio quelli 'caldi', i fumaioli, in alluminio!), mentre le Maestrale hanno sovrastrutture più grosse e in alluminio, così come i Cassard e probabilmente, gli Audace. Le aree di controllo danni sono pure importanti e le navi italiane sono molto popolate, anche per aumentare la manodopera (tanto c'era la leva...) per la sicurezza a bordo.
Il nemico oltre la collina
Dall'altra parte del ring, abbiamo niente di meno che gli aerei dell'USN della II Guerra mondiale. Sono loro gli antagonisti.
SBC Helldiver: presente nelle ultime versioni. E' lui il 're' della situazione. Non molto maneggevole e affidabile, è pur sempre dotato di un potente armamento di 2 cannoni da 20 o 4 da 12,7 (se sono delle versioni meno recenti), e circa 1.000 kg di armi, tra cui anche 6 HVAR. E' robusto e ha una buona autonomia, peraltro è un pò troppo grosso. Ma rispetto al Dauntless, ha almeno un pregio fondamentale: è molto più veloce, capace di circa 475 km/h, tangenza massima sugli 8.000 metri, autonomia circa 2.000 km.. Sono circa 100 in meno del corrispettivo giapponese Judy, ma comunque sono quasi 100 in più del Dauntless.
SBD Dauntless: è il classico bombardiere americano della categoria, il migliore per efficienza bellica e carriera, ma soppiantato progressivamente proprio dall'Helldiver. Con circa 1.200 hp, ha una velocità di circa 400 km/h a 5.000 m, tangenza di circa 7.000+ metri (in pratica è possibile mandare intere formazioni in volo a 6.100 metri con bombe fino a 1.000 lb, e probabilmente si può anche fare di meglio, almeno senza il pieno di carburante a bordo). Molto agile e affidabile, è meno armato e veloce dell'SBC, in altre parole, anche alla massima velocità, fa solo 6,6 km/min, anziché 7,5+ del rivale e successore. E' più piccolo e leggero, ma questo conta relativamente poco, casomai è interessante perché ha una maneggevolezza invidiabile, in stile caccia. Se necessario scende in picchiata a 550 km/h in modalità 'bombardiere (aerofreni aperti e fino a 70' di angolo di picchiata)', ma può arrivare a circa 800 km/h se buttato alla massima velocità di scampo! Come l'altro, è dotato di una coppia di mitragliatrici leggere dorsali per la difesa.
F6F Hellcat: cacciabombardiere, qui presente nelle versioni più recenti, i tipi F6F-5 cacciabombardieri, con coda rinforzata per essere un cacciabombardiere affidabile, motore sovrapotenziato da circa 2.000 hp. Circa 600 km/h a media quota e oltre 10.000 m di tangenza. Hanno la possibilità di portare 6x12,7 mm interne con ampio munizionamento, più fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno (solo F6F-5), talvolta 2 cannoni da 20 al posto di altrettante mitragliere. Può portare in alternativa portare fino a 6 razzi HVAR sotto le ali.
TBF Avenger: classico silurante americano, arrivato contemporaneamente all'estensione del predecessore Devastator (devastato a Midway). Circa 440 km/h, capace di portare 1 siluro o circa 1.000 kg di carico bellico. 2 armi da 12,7 mm o 2 da 20 mm, due mitragliere da 12,7 e 7,6 mm difensive, alle volte anche razzi.
Corsair F4U-1/4: cacciabombardiere multiruolo, velocità massima circa 680-710 km/h, a seconda dei modelli. 6x12,7 o (in pochi casi) 4x20 mm (armi più potenti ma con meno munizioni e sopratutto, minore affidabilità). Portano fino a circa 1.000 kg di carico bellico esterno, sotto le ali o talvolta sotto la fusoliera, tra cui due bombe da 1.000 lb oppure 8 razzi HVAR da 5 pollici e circa 60 kg complessivi di peso (unitario).
Tra le armi ci sono le onnipresenti Browning nelle versioni aeronautiche: con circa 850 m/sec, appena meno del normale, canna più corta ma il 50% extra di cadenza di tiro (fino a 800 rpm), affidabili, però senza proiettili esplosivi però con proiettili perforanti-incendiari. Ma sempre meglio dei cannoni M2/M3, copie malfattte degli Hispanici europei, meno affidabili purtroppo, così che l'USN faticò molto a liberarsi delle 12,7 mentre l'USAAF se le tenne fin quando nei primi anni '50, passò ai cannoni da 20 mm M39 e poi Vulcan, ma non in tutti gli aerei. Per quanto non molto efficienti, la loro affidabilità le rese molto popolari per gli aviatori americani. I cannoni M2/M3 potevano sparare a circa 600+ RPM.
Bombe: sono le armi fondamentali per distruggere una nave non corazzata. Una HE da 1.000 lb è la scelta migliore, circa 500+ di TNT, oltre 3 volte quello della bomba AP di pari peso, e potente anche come arma di prossimità con la stessa spoletta VT. Un'arma potente per impatto diretto, per esplosione di prossimità aerea, per esplosione in mare entro 15-30 metri almeno. Dunque non una risorsa banale.
Siluri: gli americani hanno quelli da 559 mm, molto larghi e tozzi, buoni per il lancio con i vani interni degli Avenger, non molto veloci, ma dal modello Mk 10 in poi, sicuramente disponibile nel 1944-45, con testata da circa 270 kg di esplosivo ad alto potenziale. Sono potentissimi, circa come un siluro pesante per navi e sottomarini.
Una parola la meritano i razzi HVAR. Di fatto, essi rappresentano una notevole risorsa, anche dal punto di vista psicologico: consentono ad un cacciabombardiere di presentarsi di fronte ad una nave, non armato di armi da 12,7 contro cannoni da 127 mm, ma a parità di 'calibro'! Incredibile, ma vero. Potenzialmente si tratta di un vero 'game changer' che rende possibile agli aerei una maggiore capacità distruttiva con sgancio prima del sorvolo del bersaglio, proprio quando si entra in quelle ridotte distanze tali da impedire all'aereo di scappare dalla fuoria della contraerea convenzionale. Ovvero sui 2-3 km, che corrispondono anche alla gittata minima di molti tipi di missili SAM. Finché questa distanza è coperta solo da armi automatiche, non è molto confortevole, anche con attacchi in picchiata; con le bombe bisogna avvicinarsi molto di più; ma con i razzi è tutta un'altra cosa...
Questi sono i predecessori dei successivi ZUNI che hanno una maggiore capacità per gli aerei moderni data tra l'altro anche dalle alette ripiegabili per farli entrare nei tubi di lancio. Ma i razzi HVAR sono molto simili come prestazioni: supersonici, con una gittata nominale di circa 5 km (ma quella effettiva è molto minore, visto che la precisione non è eccezionale).
A suo tempo i loro predecessori erano stati gli FFAR da 3,5 pollici, armi sopratutto usate dagli Avenger e altri velivoli, per compiti antisommergibile. Inizialmente erano razzi privi di testata HE, supersonici e capaci di bucare gli scafi degli U-Boote. Poi si pensò di usarli con testate esplosive, e arrivarono gli FFAR da 5 pollici, ma ancora con il corpo da 3,5! Il risultato fu piuttosto deludente. Entrambi i razzi vennero introdotti nel 1943.
Ma erano lenti e poco precisi, con una ridotta gittata utile. Così, entro metà 1944, vennero progettati e costruiti dei motori-razzo molto più potenti (anche esse da 5 in), con prestazioni nettamente supersoniche, prossime a mach 1,2 al termine della combustione. La balistite americana, con un impulso specifico di circa 200 sec, era di circa il 10% superiore ai propellenti di altre nazioni, così il risultato fu un razzo di elevate prestazioni.
Con un proiettile da 127 mm come testata bellica, tipo HE o SAP, ovviamente in questo caso HE, hanno una potenza di fuoco paragonabile alla salva di un cacciatorpediniere e indubbiamente, qualcosa con cui sostenere il proprio morale. La carica HE interna non è molto alta (sui 3 kg), ma è pur sempre quella tipica di una granata di questo calibro. La precisione sarebbe buona, ma bisogna considerare l'abilità effettiva dei piloti nel suo uso. La sua utilità comunque è stata evidente. La produzione, fino a metà anni '50, è stata enorme: si parla, solo per il periodo 1944-45, di oltre un milione di esemplari. Cenni sulla loro attività operativa:
1) i primi HVAR sono stati di sicuro impiegati già a metà 1944, come successori dei troppo lenti FFAR del 1943 sempre paricalibro (almeno come testata); risulta che nella campagna delle Marianne, gli americani con gli F6F-5 Hellcat ne abbiano tirati 5.000 in poche settimane, a partire dal giugno 1944. Questo dimostra sia che gli HVAR erano all'epoca in servizio, sia che lo erano gli F-6F-5 e che questi avevano anche i razzi in distribuzione già allora, anche se non è provato che li usarono contro le navi da guerra giapponesi. Risultarono comunque un tale successo, che prima di essere sostituiti dagli ZUNI (praticamente l'evoluzione con testate differenti e alette ripiegabili per lancio da tubi), ne realizzarono fino a metà degli anni '50, circa 1 milione di esemplari.
2) gli F6F-5 erano i primi veri cacciabombardieri Hellcat, infatti, a differenza dei precedenti Wildcat, gli Hellcat del modello iniziale, il tipo -3, erano poco adatti perché malgrado la loro generale robustezza, avevano piani di coda un pò deboli per la richiamata ad alta velocità. I -5 risolsero il problema in maniera marcata e diventarono mezzi offensivi di elevate capacità.
3) i razzi Tiny Tim erano stati impiegati mettendo praticamente un razzo alle bombe da 500 lb, ma solo pochi esemplari per Okinawa e dintorni, ebbero peraltro un pò di successo in Corea.
4) le spolette VT erano state usate già con successo entro la fine della guerra. Ma come le usavano con le granate da 127 mm dei cannoni, le potevano usare anche con i razzi che di fatto erano sempre granate da 127 con un razzo dietro. In effetti, questi razzi dimostrarono di essere, contro bersagli all'aperto, 5,2 volte più efficaci dei normali con spoletta ad esplosione a terra, esplodendo a circa 20 metri di quota. La cosa si dimostrò talmente buona, che fino ad un terzo non solo dei razzi, ma anche delle bombe, tirati negli ultimi mesi di guerra era con spoletta VT.
5) quanto agli aerei Corsair: non solo ci sono disegni di F4U-4 di ultima generazione in servizio con la Essex nell'aprile del 1945, con tanto di 8 razzi HVAR sotto le ali, ma vi sono anche foto del tardo 1944 di Corsair sulle portaerei americane armati con gli HVAR. Questo significa che per Okinawa e per il contrasto alla Yamato erano disponibili sicuramente anche i Corsair e i razzi HVAR.
6) esistono alcuni elementi di prova in cui i velivoli americani attaccarono anche con razzi le navi giapponesi quel fatale 7 aprile 1945.
Lotta ad armi impari
Anzitutto le premesse: tempo buono e giorno, ergo buone condizioni di visibilità, con poche nuvole (max 3/10). Mare aperto, senza comunicazioni ed interferenze da parte di qualcun altro fuori dalla zona di battaglia. Non è facile per un nemico arretrato tracciare il movimento di una nave da guerra che abbatte o affonda praticamente chiunque si avvicini a meno di 40 km in aria e a meno di 180 km in superficie. Ma anche così, non è detto che la localizzazione non avvenga e se avviene, a quel punto parte il wargame. Un grosso SE, immagino. Ma è un gioco e va bene così.
Ah, ovviamente: il nemico è noto, almeno nei principi generali. Altrimenti la cosa non sarebbe nemmeno pensabile, troppo grande è l'effetto sorpresa dei missili contro gli aerei convenzionali del periodo bellico. Il fuoco preciso della flak è concepibile, in fondo un SR è solo un cannone più preciso della controparte bellica; ma un missile è tutt'altro nemico e fa paura e tanta, ai piloti che lo affrontano, come ricordava anche Randy Cunningham (che in effetti, finì abbattuto da un SA-2 dopo l'ultimo, famoso combattimento che tenne in VN). L'intelligence alleata, così potente ed efficiente, aveva però avuto notizie della nuova 'super-nave' nemica, forse grazie alla decifrazione dei sistemi di trasmissione nemici, cosa che in effetti accadde durante la guerra ai danni della marina giapponese (e non solo). Per cui hanno studiato le tecniche e le tattiche migliori per permettere ai propri piloti di farcela, e li hanno istruiti e preparati un minimo almeno, per ottenere l'effetto voluto.
Lancio dei missili SM-1: sono lanciati con modalità shoot-look-shoot, quindi prima tirano un missile, poi guardano il risultato, poi sparano ancora se hanno mancato. Così il lancio è più lento, ma... se non fosse così, vedresti i missili attaccare un unico bersaglio, e quando in giro ce ne sono molti, o si spara missili come se non ci fosse un domani... oppure al contrario, si mira cercando lucidamente di non sprecare colpi. Conoscendo il rateo di colpi a segno prevedibile, con la maggior parte dei missili che abbatteranno i bersagli, non si capisce perché lanciare più armi contro un singolo target. Ovviamente questo è importante solo contro obiettivi molto lontani, così da avere tempo di lanciare più armi contro un singolo bersaglio, dato che il tempo di volo arriva sui 60 secondi. Però bisogna dire che questa problematica è molto meno sentita dopo che il raggio si riduce a distanze medio-brevi, quando comunque non ci sarebbe molto modo di lanciare più missili contro un singolo target, perché comunque vi sono due linee di mira e due missili sono lanciabili ogni 20 secondi, pari a circa 12-15 km di distanza percorsa dai missili. Quindi per il raddoppio, bisognerebbe lanciare da 20-30 km di distanza.
Raggio di tiro: a media quota, ritengo che 40 km siano una buona valutazione. Potrebbero essere di più, tipo 46 km per esempio, ma penso che nel rapporto drag-quota, è tale per cui la massima gittata utile è raggiunta a quote di 10.000-15.000 metri circa, sopra il missile fatica troppo a salire, e sotto c'é troppo drag indotto dall'atmosfera. Sarebbe interessante sapere che tipo di pilotaggio è possibile con questo missile, se per esempio è capace di salire in quota e poi ritornare giù, arrivando sul target in picchiata. Non lo so, onestamente, ma è una capacità che ha l'SM-2.
Ricarica: circa 10-12 secondi per l'SM-1. Dubito che il funzionamento sia molto favorito dallo sforzo dato dal lancio di missili sostenuto in diversi minuti, per cui è facile che con tante complicate parti meccaniche in movimento, si possa subire guasti più o meno seri, anche eliminabili ma con una certa perdita di tempo, da pochi secondi ad alcuni minuti, ma troppi durante una battaglia aeronavale.
Aspide e cannoni: distanze di tiro entro i 20 km circa per il missile, ma se gli aerei volano oltre la quota di tangenza pratica (5-6.000 metri), è di fatto impossibile usarli e allora saranno utilizzati soltanto per gli ingaggi più lunghi durante l'attacco in picchiata finale, entro i 10 km quindi. Uno dei canali di tiro, almeno sui De la Penne e le Maestrale, potrà essere dedicato a queste temibili armi anche per il tiro a corto raggio. Le fregate Maestrale e Lupo hanno un sistema dedicato di tiro per il cannone, ma nel primo caso è elettro-ottico, presumibilmente con una certa capacità antiaerea anche contro bersagli in quota (ma non è facile dire in maniera precisa quali siano le sue qualità). Tenete presente, che, a differenza di altre marine, quella italiana non è stata di manica stretta con le direzioni di tiro, e quando le armi a.a. sono state superiori rispetto a queste, è stato solo perché la MMI ha esagerato con il numero di armi a bordo (es Audace e De la Penne, rispettivamente con 6 e 5 armi, ma con 3 e 4 DT disponibili; le fregate hanno tutte 4 armi e 4 DT). I missili vengono lanciati singolarmente, ma è possibile che essi vengano anche lanciati in raffiche di due, a breve raggio almeno, tanto non c'é più nulla da perdere, specie entro i 3 km (sempre che le DT siano passate al tiro con i cannoni, che per quanto ne so, è incompatibile da farsi simultaneamente con il lancio missili). I cannoni sono sparati entro i 6-7 km di distanza, con raffiche di 5-6 colpi per il 127, 8-10 colpi per i 76 mm (probabilmente 6-8 colpi l'uno se operano assieme contro uno stesso target). La probabilità di colpire e abbattere il target è alta, probabilmente sia le raffiche di cannone che i missili arrivano all'80%.
Attacco degli aerei. Direi che la migliore azione dei volenterosi è a media quota. Perché? Tanto, i velivoli carichi sono costretti a volare non tanto più in alto di seimila metri. Si potrebbe attaccare a volo radente, ma dubito che le armi moderne siano particolarmente vulnerabili a questa tattica, volare a bassa quota va bene finché sei nella condizione di combattere passando sotto la cortina dei radar e sopratutto, sotto la quota minima pratica dei missili antiaerei. Ma se questo trucco non funziona, allora sarà una strage, costretti a volare a velocità ridotte e senza modo di variare in fretta le quote, quindi praticamente è come se fossero bersagli bi-dimensionali, capaci di volare in direzione e velocità, ma non in quota. Non so se è possibile fare questo tipo di attacchi. Ma se non lo è, gli attaccanti sono perduti. Mentre un volo a media-alta quota è vantaggioso perché è possibile scendere giù in picchiata dall'alto a velocità molto elevata, variando in fretta la quota e sopratutto, evitando i missili Aspide. La loro quota non è sufficiente, essa è ufficialmente definita in 15-5.000 o massimo, 6.000 metri. Sono Aspide di 1a generazione, massimo metà anni '90, per cui non è considerato un livello di prestazioni migliore, ammesso che i tipi più moderni siano migliori realmente. L'Aspide sale di velocità e a termine combustione ha raggiunto mach 2 circa, ma la combustione dura appena 3,5 secondi e il percorso è circa 1 km. La conseguenza è che poi il missile deve salire di ben 5 km e rotti, subendo anche un forte attrito aerodinamico, che comporta una riduzione rapida della velocità: generalmente è -25% in 5-10 secondi di volo, se l'Aspide arriva a 6.000 m in circa 15 secondi, ha perso praticamente la metà della velocità massima, il che significa perdere una grande capacità di manovra, non importa quanto l'Aspide sia omaggiato dalle bruchu... dagli articoli della stampa italiana. Anche per esso valgono le stesse leggi della fisica che condizionano il predecessore Sparrow. E un aereo della II GM è senz'altro poco prestante in termini di velocità pura, ma ha una marcata maneggevolezza che gli permette di stringere virate inarrivabili per i caccia moderni. Basti pensare che, nel confronto tra Lightning e Spitfire, quest'ultimo riusciva a chiudere la virata dentro quella del jet e arrivare seriamente a distanza di tiro utile. E questo con uno dei jet supersonici più maneggevoli.
Quindi non c'é nulla di banale nel caso dei velivoli bellici contro missili moderni. Sarà difficile sopravvivere, sì, ma non è impossibile. Quanto alle ECM, l'unica cosa che gli aerei americani potrebbero fare è usare i chaff, che sono sempre validi, come dimostrato da britannici e anche argentini alle Falklands, quando anche con mezzi triviali riuscirono a ingannare spesso i radar moderni, anche del calibro degli Skyguard. Gli americani conoscevano il chaff (il nome è loro), così come i tedeschi (duppel), inglesi (window), e persino i giapponesi, che furono i primi ad usarlo (ghimanshi, o 'carta che inganna'). Difficile che un velivolo monoposto possa averlo mai portato in guerra, ma per i pluriposto come gli Helldiver il problema non dovrebbe porsi, se si vuole si può usare a mio avviso, anche se non ne sono particolarmente entusiasta, preferendo un più affidabile studio dinamico che gli effetti 'speciali' imprevedibili dei chaff contro i radar moderni.
Quanto al riconoscimento della minaccia, questo può essere un problema. L'unica cosa che aiuta, è seguire la scia. Del missile in arrivo. Non potrà passare inosservato, e se è ad alta quota è possibile lasciare una scia di vapore anche a motore spento, e sopra i 5.000 metri questa è una seria possibilità. In questo caso facciamo che in effetti, data anche la forte umidità di un ambiente caldo, ma non troppo, si formino le scie. La loro produzione, per effetto adiabatico (la pressione cala dopo il passaggio dell'oggetto in volo ad alta velocità, condensando l'acqua presente come umidità atmosferica), è maggiormente facilitata tra 0 e 10°C e in atmosfera umida. Direi che nella zona grossomodo tropicale, è facile ottenere, a media quota, entrambi i fattori, per cui è certo plausibile che la scia si veda. Nel caso dei motori di sostentamento è più arduo dire, ma è probabile che siano comunque visibili, almeno entro certi limiti. Inoltre, i missili di per sé sono piuttosto grossi e anche arrivando ad alta velocità, è verosimile che la loro sagoma venga vista stagliata contro il cielo blu, o anche sopra il mare (pure esso blu), per non dire dei riflessi metallici che possono generare. Se c'é la scia, comunque sia, è meglio, perché aiuta il pilota a compiere la manovra di scampo calcolando meglio i tempi, la distanza e la velocità del missile. Il fatto di vedere partire i missili con la loro inconfondibile scia, aiuta indubitabilmente a capire quando (di lì a pochissimo) arriveranno in zona. Ecco un esempio di scie di condensazione in un ambiente tipico: il tiro al tacchino delle Marianne (giugno 1944): https://en.wikipedia.org/wiki/File:Fighter_plane_contrails_in_the_sky.jpg
Sfidare i missili è una brutta cosa quando sei a media quota e senza ECM, ma è l'unico modo che c'é, quello e il numero duro e puro di attaccanti, tanto per saturare le difese nemiche. Ma quando si avvicinano i potenti missili nemici, che cosa si può fare per ridurre la loro minaccia? Trattarli per quel che sono, dei piccoli aerei kamikaze, veloci ma pur sempre con limiti in manovra che si devono sfruttare.
Le manovre difensive degli aerei devono essere molto secche e molto rapide, idealmente dovranno affrontare il missile come un torero contro un toro, con manovre laterali di 60-80° in pochi secondi, e MAI in salita, al limite picchiata+richiamo finale; non sono richieste virate di 360° e comunque sia, sarebbero sia troppo lente (a che servono, con i missili avvistati giusto negli ultimi secondi?), sia troppo dannose per l'efficienza della formazione, costretta a perdere coesione e a rallentare, esponendosi ad altri e letali lanci di missili. Invece gli aerei dovranno correre verso la nave come se non ci fosse un domani, perché non c'é altro modo per impedirle di continuare il lancio di missili SM-1, che arrivare prima che li abbia esauriti! 40 km sono tanti, ma non tantissimi, a 600 km/h si fanno in 4 minuti mentre la maggior parte dei sistemi di superpotenza ne garantisce almeno 5, inoltre se si ha la cura di salire di quota (diciamo a 8.000 m) per poi discendere progressivamente fino a circa 6.000 metri, nei 3-4 minuti successivi, il risultato sarà continuare ad avvicinarsi con una forte velocità extra.
E ricordatevi che un missile supersonico, per intercettare un bersaglio subsonico, deve manovrare in maniera molto più dura di esso, se è già a corto di energia, tirare 8-9 G triplica la velocità di stallo e al contempo, consuma rapidamente l'energia disponibile. Uno stallo ad alta velocità, a quel punto, diventa molto facile e molto rapido, dopo appena pochi secondi. Guai se il missile manovrasse duramente a poco più di mach 1, per esempio, significherebbe stallare quasi subito.
Inoltre, sarà sempre necessario attaccare con il vento in poppa, anche 50 km/h sono tanti considerando tutte le prestazioni, averli pro o contro fa la differenza. Ricordatevi che un Hurricane Mk I, nel 1938, volò in un percorso misurato alla media di oltre 650 km/h. La cosa è incredibile, perché corrisponde alla velocità massima dello Spitfire, e non dell'Mk I ma dell'Mk VIII/IX del 1942. Ma si spiega perché l'Hurricane aveva un forte vento in poppa, che ha comportato presumibilmente almeno 97 km/h extra (che a me sembrano pochi comunque, come minimo sono stati circa 150). Questo fatto, da solo, ha reso possibile volare a circa 11 km al minuto, anziché 8,5, il che significa che in caso di avvicinamento alla nave, sarebbe possibile fare i 40 km in 1) 4 minuti (a 600 km/h) a vento zero; 3,5 minuti con vento in poppa; 4,5 minuti con vento in prua. La nave può sparare fino a 6 missili al minuto.
Volando sottovento, gli aerei saranno più veloci nell'avvicinarsi, mentre il raggio di tiro utile delle armi sarà inferiore. Quindi conviene eccome se conviene.
Sommando questo fattore del vento eventuale a favore (ma in quota ce n'é sempre, per cui bisogna considerare le correnti prevalenti in zona per capire da che parte avvicinarsi meglio), più la discesa progressiva in avvicinamento (che è certo più difficile da programmare, perché devi vedere la nave, o almeno avere un'idea di quale distanza vi sia da percorrere), si possono trovare facilmente 100-150 km/h extra, un lusso notevole per qualsiasi aereo arcaico che sfidi la tecnologia delle navi moderne.
Se sembra assurdo, ricordatevi che gli He 177, durante l'ultima offensiva sull'Inghilterra, salivano alla massima quota e poi scendevano progressivamente verso gli obiettivi, perdendo migliaia di metri ma avvicinandosi a velocità medie di circa 640 km/h, impossibili se non avessero avuto il vantaggio della quota. E questo pur non essendo, malgrado la notevole aerodinamica (quadrimotori bi-elica), capaci di salire molto in alto, e nonostante il fatto che i venti dominanti erano generalmente contrari alla loro direzione di volo. In questo modo, gli He 177 riuscirono a raggiungere il territorio inglese e se la cavarono subendo relativamente poche perdite. Per cui, una volta che si accetta il rischio, salire in quota conviene sempre.
E una volta arrivati sul bersaglio? Giù in picchiata, ma subito. In pratica, da media quota, è possibile cominciare la picchiata al limite del tiro dei cannoni e da sopra la quota di tangenza nominale dei missili Aspide. Scendendo giù a grande velocità, variando la quota e anche, per quanto possibile, la rotta, un aereo della II GM diventa quasi un 'jet', specie se è un cacciabombardiere. Aerei come l'Hellcat e il Corsair sono meno veloci dei velivoli moderni, vero; ma il vantaggio per un jet subsonico è generalmente tra un +1/3 e 1/2, 800-900 km/h. Non molto, mentre al contempo il caccia della II GM è più maneggevole dei jet e vira in uno spazio minore. Inoltre ha una struttura molto robusta ed essenziale, a differenza di aerei come l'AMX, è corazzato e dentro è 'vuoto', non ha la duplicazione degli impianti perché quelli principali sono così pochi e rudimentali che difficilmente smetteranno di funzionare per qualche scheggia. Voglio dire, è inutile duplicare i comandi quando hai l'aereo pieno di carburante e di elettronica, con ogni scheggia capace potenzialmente di causare danni seri al velivolo in ogni punto dove colpisca.
Mentre nel caso di queste macchine, basta che volano, che non si spacchino in aria, che il pilota non venga ucciso, il carburante non esploda e il motore funzioni. Tutto molto essenziale, nessuna necessità di duplicare un impianto idraulico di volo, perché non ci sono servocomandi (nel bene e nel male). Inoltre il pilota è protetto da circa 100 kg di corazzatura.
Certo che l'assenza di servocomandi si sente nelle manovre ad alta velocità. Un jet è molto più portato a volare E manovrare a velocità elevate. Un aereo ad elica può andare forte, specie se in picchiata, ma il suo margine migliore di manovra è di 200-400 km/h, anche se nel caso degli aerei americani si può fare discreti risultati anche a velocità più alte. Ma un jet ha il suo punto di forza tra i 400 e gli 800, per cui è tutt'altra bestia.
Naturalmente, le ali grandi aiutano la manovrabilità, ma sono anche un ostacolo ad un rollio molto forte. Nel caso degli aerei della II GM, il campione è il FW 190, capace di circa 160°/sec a 400 km/h, ma comunque capace di arrivare sui 100°/sec anche a circa 600 km/h. Solo ad alte velocità il Mustang poteva batterlo, ma si dice che anche il Corsair era capace di competere con esso. L'Hellcat, invece, era piuttosto inerte. A circa 250 km/h stava sui 50-60°/sec, più o meno come lo Zero; ma a 600 km/h era capace di confermare grossomodo la prestazione, mentre lo Zero dimezzava. E' superfluo ricordare che il rollio è fondamentale per un aereo, in combattimento, perché permette di iniziare manovre evasive in maniera sollecita. Consideriamo il fatto che quasi tutte le manovre, a parte il looping, iniziano con un rollio, anche la virata orizzontale. Per questo, per schivare un missile, e sopratutto, uscire dal raggio d'azione anche della spoletta e delle schegge, è necessario che l'aereo sia capace di rollare molto rapidamente, per cambiare direzione schivando il missile. Gli aerei americani non sono rollatori eccezionali, ma una volta lanciati ad alta velocità, mantengono più o meno quel che fanno alle velocità più basse e quindi restano assai temibili. Oltre i 600 km/h, per esempio, un P-40, per quanto mediocre, era capace di rollare meglio di un Fw 190 e di qualsiasi altro caccia dell'USAAF, con un 360° in meno di 4 secondi, contro quasi 6 per un P-47 e più di 8 per un P-38. Alle basse velocità, invece, era il FW che dominava con 4,8 sec, battuto solo dallo Spitfire con 4 sec, mentre il P-47 e 51 sopra i 10, il P-38 ben 15 secondi. Ma parliamo di 100 mph, quando gli aerei erano appena in grado di manovrare. A 300 mph, invece, il FW ci metteva 2,7 sec, seguito con circa 3 da Spitfire V e P-40 (nel primo caso, con ali tronche anziché quelle standard). Il P-51 era capace di quasi 95°/sec, lo Spitfire normale di 105, quello con ala mozza ben 150, ma questi erano i valori massimi.
Tuttavia, sopra i 600 km/h il FW 190 e i caccia americani si portavano ancora bene, con valori di 60-90°/sec. L'Hellcat, per esempio, perdeva contro lo Zero 52-55 a 255 km/h, ma a 610 poteva fare ben 63° mentre il rivale giapponese solo 29. Gli aerei inglesi non erano molto meglio, il Typhoon era come la macchina giapponese malgrado la sua velocità, e lo Spitfire normale superava di poco i 40°/sec. A quanto pare, ali molto caricate erano meglio indicate per il rollio veloce. Il Corsair è considerato simile al FW-190. Naturalmente, i bombardieri hanno una maggiore inerzia e sono in notevole difficoltà, ma essendo macchine buone per l'aerosiluramento o il bombardamento in picchiata non possono certo essere 'barconi' in termini di agilità, altrimenti non sarebbero utilizzabili per questi scopi, tutt'altro che banali (come la lunga lista di fallimenti in questi due settori testimonia).
Nell'insieme, è chiaro che gli aerei 'preistorici' della II GM sarebbero fatti a pezzi dalle navi moderne, e questo riguarda anche il nostro formidabile De la Penne (che tra l'altro, con l'ultimo aggiornamento ha perso una delle 4 DT e ha sostituito entrambi i radar principali con uno soltanto, portandosi così da 11 a 'solo' 9 radar). Ma ricordatevi, che persino una caverna è fatta da gocce d'acqua che scavano indefesse. Con il tempo e la pazienza, non è detto che la superiorità di una parte sia confermata dalla sconfitta dell'altra.
Voglio dire, anche ad Adua, Iswandala, Little Big Horn e Dogali il nemico aveva per lo più lance e frecce, mentre i 'bianchi' avevano moderni fucili a ripetizione come arma standard. Però non gli bastò, e non certo per una ragione qualitativa. 100 anni fa ancora si facevano cariche alla baionetta (e si sono fatte anche dopo) e anche mandare soldati all'attacco di trincee fortificate armate di mitragliatrici non era una bella prospettiva. Nella II GM gli americani diventarono progressivamente dei dominatori seriali, ma lo spirito del sacrificio e l'accettazione del rischio erano ancora presenti, altrimenti da Okinawa se ne sarebbero andati via a gambe levate. E la memoria del sacrificio dei Devastator a Midway era ancora viva (su circa 40 aerei ne tornarono una mezza dozzina). Dunque la questione non è così assurda come sembra, nemmeno in condizioni di tale differenza tecnologica. E' tutta una questione di organizzazione e di disciplina, la loro presenza o assenza possono causare un risultato che può essere tutto o il contrario di tutto. Come si vedrà anche dagli esempi successivi.
Così come sarà per lo sfruttamento dei punti deboli reciproci, specialmente quello strano fenomeno che permette di vedere con il radar a 300 km, ma non a 3 km di distanza, se il nemico è in volo ad alta quota. Ma tutto questo è un qualcosa che verrà poi detto nelle simulazioni proposte.
Ricapitolando: quota circa 7.000 m (per stare sopra la tangenza pratica dell'Aspide); velocità più elevata possibile; planata leggera per aumentare la velocità effettiva; volo rigorosamente tendente a seguire la direzione del vento per aumentare la velocità rispetto al suolo e costringere il nemico a tirare controvento; arrivo con il Sole possibilmente alle spalle, così da ridurre l'efficacia dei sistemi elettro-ottici di puntamento ausiliario (come le camere termiche).
Tattica di volo: gli aerei devono considerare che c'é la possibilità di essere teoricamente ingaggiati anche in maniera multipla da un singolo radar, così devono fare del loro meglio per attaccare in formazione e stare abbastanza 'larghi' per non essere presi, o non esserlo in maniera facile, dal fascio direttore dei radar SPG e Dardo. Per fare questo, occorre che le formazioni siano a livello di squadrone, con gli aerei distanti tra di loro, sul piano trasversale, almeno mezzo miglio (800 metri), così da rendere molto difficile l'aggancio di più di uno di essi da parte del radar di tiro. Non mi è facile in ogni caso capire come potrebbe una nave lanciare diversi SM-1 contro più di una formazione, anche perché richiederebbe molto tempo (30-40 secondi per una salva di 4 missili), e cosa succederebbe se poi la formazione, vedendo arrivare il missile, si allargasse, diventando difficile da tracciare per i radar SPG, che a quel punto dovrebbero puntare sicuramente solo su di un aereo per volta. Penso che quindi distanze di almeno 500-800 metri tra un aereo e l'altro, con gli squadroni che seguono a 30-60 secondi di distanza almeno (4-10 km), sarebbe ottimale per conservare la compattezza della formazione e al contempo, non essere un facile bersaglio di gruppo. Infine, abbiamo l'avvicinamento e più gli aerei si avvicinano e meglio è, così che possono anche ridurre la distanza fisica pur restando analoghi come distanza angolare. In altre parole, 1.000 metri a 40 km, e 500 metri a 20 km, o 250 metri a 10 km, sono la stessa cosa. Certo, non è facile coordinarsi quando hai una squadriglia dispersa su di un fronte di 10 km, ma di giorno e ad alta quota, con cielo pressochè sereno, non è nemmeno impossibile. Sicuramente, però, è necessario, almeno finché non si dimezza la distanza di tiro iniziale e a quel punto, si potrà sicuramente arrivare a distanze ridotte tra i singoli aerei, tanto è uguale. Insomma, non è un calcolo veniale, tutt'altro.
Probabilità di distruzione
Se dovessi dare retta ai dati degli uffici stampa delle ditte produttrici dovrei mettere ogni volta 'oltre il 90%' fino al 97% degli Aspide. SE, dovessi dare retta, per l'appunto, a questo tipo di dati. Ma siccome poi, nel mondo reale, può succedere di tirare probabilmente circa 200 tra Rapier e Blowpipe e ottenere solo 3 vittorie certe, è chiaro che non lo farò, con buona pace dell'Aspide.
Come visto sopra, non è che i missili 'moderni', solo in quanto tali, siano infallibili. Alle volte lo sono, o quasi: i missili SS-N-2 Styx, è usuale che vengano considerati paccottiglia grazie sopratutto alla propaganda di guerra israeliana, perché nel 1973 non fecero centri a fronte di qualche decina di lanci eseguiti. Ma proprio Israele diede involontaria dimostrazione di quanto fossero letali, almeno in condizioni ideali, con 3 missili su 4 a segno sull'EILAT. Era l'ottobre del 1967 (e NON la guerra dei Sei Giorni come spesso si sente dire). Dall'altra parte, abbiamo un'altra guerra, quella indo-pakistana del 1971, in cui i missili vennero lanciati in ben 12 esemplari, e di questi, ben 11 andarono a segno, inclusi alcuni contro obiettivi costieri. Pensare che missili così vecchi possano fare circa il 90% di centri è impressionante, ma accadde. Salvo poi andare a 0 nella guerra di due anni dopo. Non solo la tecnica, ma anche la tattica aiuta ad affrontare le minacce. I tanto vantati SA-6, per esempio, avrebbero, nella stessa guerra del Kippur che ridicolizzò gli Styx (mentre con gli AS-6 Kelt ci fu meno da ridere, visto che pur fallendo gli obiettivi navali, uno di essi distrusse una centrale radar israeliana), ottenuto sì, una meritata fama (le 'tre dita della Morte') per le loro prestazioni e indifferenza alle vecchie tecniche ECM. Però, dicono alcuni studi, per ogni aereo israeliano abbattuto, vennero tirati qualcosa come 88 (ottantotto) missili, più o meno come i vecchi SA-2 durante la guerra del VN, in particolare quella degli '11 giorni' 1972-73. Quindi non c'é molto da dire: le cose possono andare in un modo o in maniera del tutto diversa, a seconda delle esercitazioni e del nemico, anche non tecnicamente sofisticatissimo, come ben dimostra la SAAF e la sua quasi invulnerabilità alle più sofisticate difese aeree sovietiche e cubane negli anni '80. Anche volando con aerei obsoleti come gli Impala, Buccaneer e per certi versi, Mirage III/F.1.
No, i risultati reali contano molto di più. E devono essere interpretati bene. Non dimentichiamoci che nel 1991, i famosi Patriot si dimostrarono l'arma 'anti-Scud' per eccellenza, ma alla fine i risulati si dimostrarono molto diversi da come veniva pomposamente riportato. Già il fatto stesso che persino allora i missili Patriot vennero riconosciuti come gli autori dell'abbattimento di 45 Scud, ma con ben 140 missili, sono pur sempre quasi 4 per missile abbattuto. E poi sono arrivati studi post-bellici che hanno ridotto anche a meno di 10 i risultati effettivi contro questi preistorici missili balistici irakeni. Non so se questi numeri derivino più dal desiderio di lasciare il prodotto sul mercato, oppure per finanziare, visto che il Patriot era già ben affermato, i successivi upgrade con diverse innovazioni (molto costose, ovviamente). Però è un fatto che i Patriot non abbiano fato esattamente un risultato alla 'one shot, one kil', nemmeno nelle conferenze stampa (all'epoca molto nutrite, non è come negli ultimi 20 anni, quando fatto tutto e non dicono nulla! C'era Swarzkopf in persona a dirci cosa succedeva).
Poi ci sono le Falklands, e anche lì, le decine di missili navali lanciati (per non dire di quelli terrestri, ancora più scadenti come risultati) hanno comportato solo 11 abbattimenti sicuri. I missili Sea Dart hanno ottenuto il meglio, ma mentre quelli lanciati ad alta quota hanno effettivamente colpito il bersaglio nella maggioranza dei casi, quelli tirati a bassa quota hanno fatto quasi sempre cilecca, in pratica passiamo da un Pk del 70 a uno del 10% circa. E questi sono i 'meno peggio' del mazzo.
Quindi io diffido delle affermazioni pubblicitarie e pure di quelle delle forze armate ,che non dimentichiamo, sono coinvolte spesso nello sviluppo delle stesse armi e devono giustificare le enormi risorse spese per la loro acquisizione. Nel caso degli Aspide, i 12 sistemi Spada sono costati, pare, oltre 2000 mld di lire (il costo unitario di questi sistemi, pur essendo di due categorie inferiori, è circa la metà di quello di una batteria Patriot!), mentre i sistemi Skyguard-Aspide hanno comportato oltre 900 mld. Non sono cifre da poco. Anche se i clienti internazionali testimoniano la loro stima per gli Aspide, sono pur sempre soggetti allo stesso discorso di cui sopra. E senza collaudo bellico su ampia scala, ogni prestazione effettiva sarà sempre un indovinello soggettivamente interpretabile. Per quel che riguarda i sistemi d'arma americani, non si può dire certo che essi manchino di 'collaudi' bellici, ma quelli navali non sono stati coinvolti in molte operazioni a fuoco 'vero'. E l'unico abbattimento di guerra dell'intera carriera degli Standard americani, risulta la 'molto gloriosa' distruzione del povero Airbus iraniano del 1988. Un vero crimine di guerra, con una nave che ha abbattuto un aereo di linea volante in una rotta nota, e per giunta, dopo essere entrata in acque territoriali iraniane (era un periodo di guerra quasi continua tra l'Iran e gli allora alleati di Saddam, anche in faccia al danneggiamento della fregata Stark e al gasamento dei curdi e pure degli iraniani, di cui non parla nessuno). Che i missili Made in USA siano molto affidabili e letali nessuno lo nega, del resto, ma è anche vero che queste armi non sempre funzionino bene e alle volte possono riservare sorprese. E più un sistema è complesso, e più rischia di fare delle grosse sorprese (in negativo). Il fatto che non sempre i missili lanciati esplodano sulla nave, come è successo di recente in un paio di occasioni, non significa che non ci siano dei clamorosi 'miss', come questo (22) FFG-28 MK13 SM-1 Missile Launch - YouTube
Proiettili di cannone: secondo le statistiche americane, un proiettile da 127 mm aveva circa il 4% di probabilità di abbattere un aereo a 4,6 km. Presumo che i pezzi da 127/54 moderni siano più efficaci, mentre i proiettili da 76 sono probabilmente simili, essendo più moderni ma pesanti solo 1/4. La differenza la fa ovviamente l'FCS ma comunque sia, non si può certo pretendere che una granata, specie se tirata a lungo raggio, sia efficace quanto un missile. E anche in tempi recenti, i proiettili di cannone non sono stati sempre così convincenti: alle Falklands, per esempio, l'HMS Ardent tirò ben 190 colpi contro le formazioni argentine, con ZERO risultati. E parliamo di proiettili moderni, con spoletta di prossimità, peso 21 kg, frammentazione in oltre 3.000 schegge, e con direzione di tiro modernissima, niente di meno che con l'RTN-10X italiano, lo stesso delle Lupo e degli Audace (prima dell'ammodernamento). Non mi aspetto molto sulle capacità di tiro delle navi con questi cannoni, tranne che a distanze medio-brevi. Bastano pochi ondeggiamenti per uscire facilmente dalla soluzione di tiro, dellfinando un pò per evitare di perdere troppa energia (anziché le virate laterali), stare fuori dai 10 metri di raggio utile delle spolette non è difficile fino a pochi km dalla nave.
Secondo un documento di studio americano fatto con cannoni da 90-120 mm nel periodo bellico, per esempio, la gittata utile era stimata essere basicamente quella equivalente a circa 10 secondi di volo, dopo di che le incertezze balistiche diventano troppe anche per spolette VT. Questo significa 5-6 chilometri di raggio utile.
Dall'altra parte, i bombardieri in picchiata sono molto precisi e gli equipaggi, se non presi dal panico di fronte ad armi così letali, può essere che si diano da fare bene, visto che non saranno disturbati dal tiro delle armi nemiche. Infatti, è come paragonare un cobra ad un istrice . Il cobra, ovvero l'armamento a.a. moderno delle navi, è a maggiore gittata utile, ma può solo inquadrare un target alla volta, dovendo lungamente impegnarsi nella guida dei missili per abbattere l'avversario. Un istrice, però, può difendersi da tutti i lati e tutti gli attaccanti contemporaneamente. E' tale e quale alle difese a.a. della II GM, un fuoco di sbarramento poco efficace e preciso, ma che poteva ingaggiare un numero indefinibile di target aerei, non 4-6, ma tutti quelli che entrassero nello spazio aereo 'bombardato' dalle granate di innumerevoli armi. E alle volte funzionava: un incrociatore americano abbatté circa 40 kamikaze verso la fine della guerra, in poco più di un'ora. Una prestazione probabilmente impossibile per la maggior parte delle navi militari moderne. A Guadalcanal, la corazzata South Dakota abbatté in una sola battaglia ben 26 aerei giapponesi (o così è stato attribuito, anzi inizialmente, erano addirittura 32), pari a circa 1/4 del totale delle perdite nipponiche, e questo pur avendo un armamento inferiore a quello della fine della guerra, quando le armi da 28 erano state sostituite da quelle da 40 mm. Sarebbe interessante sapere quanti colpi vennero sparati, ma in ogni caso è chiaro, che il tiro a.a. anche 'vecchia scuola' non è poi così inoffensivo anche in termini di Pk, oltre che di disturbo pratico. Così come non è tanto efficace il tiro missilistico, visto che la maggior parte delle navi inglesi alle Falklands avevano missili a bordo, ma la loro difesa era inferiore rispetto ad un vecchio cacciatorpediniere GEARING del periodo bellico.
Ma come calcolare il rateo di kill per proiettile? Certo che i cannoni e le DT dell'epoca sono primitive rispetto a quelle moderne, ma non bisogna dimenticare che esse rappresentano la maggiore fonte di dati statistici disponibile in merito.
La meccanica è sempre la stessa: se il cannone inizia a tirare a 6 km di distanza, con il target che oltretutto è a circa 5 km di quota, il proiettile deve salire svendendo molta della sua energia cinetica (K) per costruire quella potenziale (U) nella salita nel campo gravitazionale, anche se trova atmosfera meno densa che riduce il drag. Quindi rallenterà piuttosto marcatamente. Difficile dire i tempi di volo in tal caso, ma non mi stupirei se fossero solo marginalmente migliori di quelli delle armi paricalibro della II GM. Queste, in circa 10 secondi di volo, ovvero il massimo raggio effettivo oltre cui è difficile mettere a segno qualche proiettile con sufficiente precisione, su bersagli aerei, ottenevano circa 4,5 km per i pezzi da 76, e circa 5 km per quelli da 127 (che pure, inizialmente, avevano una minore velocità, ma la dissipavano meno in fretta dei leggeri colpi da 3 pollici). Con un margine del genere, considerando l'elevata quota raggiunta dai proiettili e il prevedile, sensibile rallentamento anche in relazione alla distanza percorsa, a quel punto è facile che iniziando da 6 km di distanza, dopo 10 secondi si arrivi sui 4,5 km, che combacia con la distanza percorsa dai bombardieri in picchiata, ovvero circa 150 metri al secondo (540 km/h, e forse anche 600). Per cui, o si inizia il tiro da distanze maggiori di quella ottimale, oppure i proiettili arriveranno comunque con una distanza sensibilmente inferiore rispetto a quella della massima gittata. Anche se fosse un pò diverso, mi aspetto che al massimo i primi incroci vi siano a circa 4,8 km, il che porterebbe il rateo di velocità aereo: missile da 3:1 a ben 4:1, ovvero da 450 a ben 600 m/sec (media), cosa non facile né per i leggeri colpi SR da 76 mm (nonostante la velocità di oltre 900 m/sec, ma ricordiamo che l'attrito è al quadrato della velocità, per cui un oggetto molto leggero e molto veloce perderà più rapidamente energia...), né per i pesanti pezzi da 127 mm, efficienti come drag/massa, ma anche se perdono poca velocità, partono comunque da poco più di 800 m/sec. Aggiungiamo a questo punto che l'aereo nemico, anche se inquadrato, non sarà comunque confermabile come totalmente distrutto se non circa 5 secondi dopo, e arriviamo a circa 4 km. Oppure 5, nel caso del cannone da 127 (gittata a.a. 7 km effettivi). E' una cosa sensata, visto che corrisponde alla tipica raffica antiaerea da 5-10 colpi totali. La prima granata manca leggermente l'aereo, la seconda lo investe con la spoletta VT, idem la 3a, la 4a non funziona, la 5a gli strappa un'ala... dai un altro paio di secondi per confermare quel che vedi e che il bombardiere, pur continuando a scendere quasi in verticale, non è più una minaccia, ed ecco che stiamo già a 4 km di distanza. A quel punto, tutto si giocherà nei 20 secondi successivi, ovvero il tempo tra 4 e 1 km, quando il bombardiere sgancerà la bomba. E' un tempo dannatamente ridotto per trovare un piccolo bersaglio che viene giù quasi verticale e che probabilmente dopo appena 5-6 secondi comincia anche a sparare verso la nave, aumentando le sue possibilità di 'passare' le sue difese. Ma il vero problema è quello di tracciare il bersaglio, così che se anche distruggi un primo target, poi devi trovare l'altro con la sola azione della FCS, che è come guardare il cielo dal buco della serratura! Per questo, è già tanto se viene abbattuto un secondo target, il che comporta la necessità non solo di cercarlo e trovarlo, ma anche di sparargli e attendere poniamo, altri 5 secondi perché le granate arrivino a segno e altri 3 perché esse lo distruggano; fatto questo, poniamo con un tempo di ricerca di 5 sec, di fuoco di 5 sec e di conferma di altri 3, restano appena 7 secondi per cercare, trovare ed abbattere l'eventuale terzo target! E così il De la Penne non riesce a sfruttare completamente le sue potenzialità.
Analizzando le statistiche, per esempio, della Battaglia di Santa Cruz, si scopre che la South Dakota tirò complessivamente una cifra immane di colpi di tutti i calibri eccetto quelli principali, nel tentativo di fermare gli aerei giapponesi. Sappiamo che le spolette di prossimità, malgrado fonti autorevoli dicano il contrario, non vennero usate allora e per la prima volta (a meno che non fosse qualche lotto sperimentale, ma la cosa pare dubbia); ma oltretutto, la percentuale della loro efficacia complessiva fu notata con diligenza dal comandante Gatch e le sorprese non mancarono...
Complessivamente la corazzata sparò: 890 colpi da 127 mm, ben 4.000 da 40, 3.000 da 28 e addirittura 52.000 (!!) da 20 mm. Secondo il calcolo del comandante, la contraerea della corazzata ebbe un'efficacia così ripartita:
-cannoni da 127: 5% (!!!)
-da 40 e 28 mm: 30%
-da 20 mm, addirittura il 65%!!!
Questo ci dice che la battaglia fu veramente a distanze di tiro all'arma bianca, altrimenti i 20 mm non sarebbero mai stati così efficaci, essendo utili entro circa 1 miglio dalla nave. E che, anche con 26 kill attribuiti alla difesa della nave nel suo insieme, gli 890 colpi da 127 causarono soltanto 1-2 abbattimenti.
Finita qui? No, abbiamo anche altri dati.
http://www.navweaps.com/index_tech/tech-075.php
Secondo J. Campbell, per esempio, nel periodo ottobre 1944-gennaio 1945, i pezzi da 127 con spoletta normale hanno abbattuto:
-19 aerei con una media di 1.162 colpi per kill. Con spoletta VT, invece, hanno ottenuto 24,5 kill con appena 310 colpi per kill.
-I pezzi da 76 hanno ottenuto 6,5 kill = 1 ogni 710 colpi tirati
-quelli da 40 addirittura 114 ergo 1 ogni 2.272
-le armi da 28 abbatterono 1 aereo con 2.231
-i cannoni da 20 altri 62,5 ovvero 1 ogni 8.972
-le Browning da 12,7 solo 3, con addirittura 1 ogni 28.069 colpi tirati(!!!)
Bisogna stare attenti a queste cifre perché comunque sono su numeri piccoli, statisticamente piuttosto deboli per trarne delle conclusioni precise, MA la tendenza è ben chiara.
Bisogna tenere presente che i kamikaze arrivano fino all'impatto con la nave, mettendo in crisi la punteria 'tradizionale' più di quella con le spolette 'intelligenti' tipo VT, che si regolano 'da sole'. E somigliano molto ai missili antinave in qusto senso. Ma di nuovo, persino con spoletta VT, i pezzi da 127 hanno soltanto ottenuto un kill ogni 310 colpi.
Lo stesso discorso contro aerei non kamikaze ha comportato
-33,5 kill per i pezzi da 127 (960 colpi per kill)
-20 con le VT da 127 mm (624)
-4 per i pezzi da 76 (convenzionali, 752 cp)
-46 per i Bofors (3.361)
-0 per i 4.764 colpi da 28 mm
-50,5 per i 20 mm (7.152 cp/aereo)
-3 per le Browning (15.139).
Altri dati sulle spolette VT e normali, danno differenti risultati, ma molto simili a quelli sopra detti:
20 mm 40 mm 5"/38 MT1 5"/38 VT
Kamikaze 24 27,200 6,000 1,000 200
Non-Kamikaze 41 30,100 4,500 1,000 550
Nello studio fatto dopo la guerra si notava anche che i giapponesi persero da 3 a 10 aerei 'normali' in più, per ogni singola nave colpita, di quanto non facessero con gli aerei kamikaze. Questi ultimi ebbero complessivamente circa il 19% di successi (aerei che colpiscono la nave bersaglio). Quindi, benché terribilmente cinica, la tattica kamikaze funzionava.
ORA, naturalmente, non è che questa 'media del pollo' sia sempre e comunque giusta e giustificabile. Non voglio certo dire che un De la Penne deve stare a sparare mezz'ora di fila per tirare giù un paio di bombardieri nemici, assolutamente. Però aiuta a capire meglio come, persino quando il nemico si avvicina molto per l'attacco finale, sia difficile abbatterlo facilmente. Naturalmente vi sono anche delle eccezioni, è successo che dopo 2-3 salve con i proiettili VT sia stato abbattuto, alle volte, un aereo kamikaze, in un caso è successo addirittura a quella specie di missile antinave pilotato che era l'Okha.
Per questo, è difficile dire davvero come stiano le cose, ma di sicuro non è automatico che solo perché un bersaglio è ingaggiato da munizioni con spoletta VT, non è detto che venga anche abbattuto e se sì, con spreco di munizioni insospettabilmente alto. La Legge di Murphy, in poche parole, è più forte della tecnica.
Quanto all'altra parte del cielo, quella degli aerei, vorrei far notare che gli aerei della II GM saranno stati pure primordiali, ma GUAI a lasciarli avvicinare! Per la stessa ragione per cui un arco o una clava sono pericolosi anche per l'uomo 'moderno'.
Dei Dauntless attaccanti la flotta giapponese durante la battaglia di Midway c'é ampia letteratura, dico solo che distrussero 3 delle 4 portaerei giapponesi nell'arco di minuti, pur essendo solo 3 squadroni con circa 40 aerei in tutto.
Ecco come si potevano comportare: ''At 15:25, Musashi was attacked by 37 aircraft from Intrepid, the fleet carrier Franklin and Cabot. These aircraft scored hits with 13 bombs and 11 torpedoes during this attack, for the loss of three Avengers and three Helldivers.'' (da wikipedia)
Capito? Nonostante la perdita di 6 aerei su 37, che oggi sarebbe catastrofica (circa il 15%), questi velivoli, che certamente affrontarono il tiro di centinaia di armi a.a., riuscirono a piazzare ben 24 colpi tra bombe e siluri, praticamente i 2/3 delle armi disponibili!
Nel caso dei bombardieri giapponesi, nel periodo 1941-42, i bombardieri D3A Val riuscivano a piazzare fino all'80% dei colpi a segno. Anche bombe non molto potenti erano quindi devastanti quanto ad efficacia complessiva. La portaerei HMS HERMES, per esempio, venne centrata da almeno 40 bombe (oltre 10 tonnellate) ed essendo una nave assai piccola (la prima portaerei britannica costruita come tale), affondò rapidamente e senza speranza di salvezza. I due incrociatori HMS Cownwall e Dorsetshire non ebbero migliore fortuna, sempre vittime dei Val e non dei più logici Kate aerosiluranti e certo, meglio armati offensivamente.
Un'altra cosa non considerata fino ad adesso è il fatto che gli Helldiver hanno la possibilità almeno teorica di portare più bombe. Dentro il vano di fusoliera possono portare una bomba perforante da 726 kg, ma in alternativa 1 da 454 perforante o HE, e 2 da 45, o 113 o 227 kg (però del tipo AP: è opinabile, contro target non corazzati, usare una 500 lb AP piuttosto che una 250 lb HE, che contiene più esplosivo e sopratutto, rende l'aereo più leggero). Un grappolo di bombe, come 1 da 454 e 2 da 113, o anche e meglio, 1 da 454 e 2 da 227 kg, sarebbe anche peggio e l'unica ragione per cui non è stato fatto è che si pensava di aumentare la tangenza dell'aereo alleggerendolo. Ma visto, che comunque continua a volare a 5.000 metri e a velocità ridotte, tanto vale aumentare il totale delle bombe, altrimenti volerebbe a quote tali da sfuggire probabilmente anche al tiro degli Aspide finché non scende giù in picchiata, quando forse è troppo tardi. Infine, esistono sia le armi di bordo, sia fino a 8 razzi da 114 mm subalari, anche se ovviamente non sempre portati, ma potenzialmente micidiali fino a 1.000-2.000 metri durante le picchiate quasi in verticale la balistica sarebbe parecchio migliorata nel loro uso.
Ps: se qualcuno non se ne fosse accorto... la velocità, armamento e quota degli attaccanti è tale, da simulare di fatto anche gli SBD Dauntless, il leggerndari vincitori di Midway.
In alternativa, specialmente se parliamo di Helldiver 'robotici' o quanto meno, 'automatici'.
Un Helldiver delle ultime versioni (tali sono questi che attaccano) era capace non solo di portare una bomba da 1.000 lb HE, ma anche di portarne altre due da 250 lb HE sempre dentro la fusoliera, mentre sotto le ali potevano essere portati vari carichi come, per esempio, 8 razzi. Inoltre, dentro le ali c'erano 4 Browning da 12,7 oppure 2 cannoni da 20 mm. Un volume di fuoco difficile da gestire (data la differenze balistica delle armi usate), ma potenzialmente micidiale. Usare non una, ma due o addirittura tre di queste armi sarebbe micidiale, e lo sarebbe sopratutto entro i 3.000 metri, quando i cannoni da terra sono maggiormente efficaci.
Usare bombe multiple è altrettanto nefasto: una 'forcella perfetta' vedrebbe per esempio la bomba da 1.000 lb in pieno, ma anche le due più piccole che cadono entro i 15-20 metri su entrambi i lati dello scafo. Anche se non potessero danneggiarlo in maniera fondamentale, l'effetto combinato di queste esplosioni sarebbe devastante e probabilmente la concussione sufficiente per mettere in tilt praticamente tutte le difese della nave.
Già, ma quanti sono stati gli Helldiver prodotti: oltre 7.000 esemplari. Per cui ahi voglia a sparare contro con tutto quel che ha, il povero De la Penne è destinato a fare una brutta fine! L'unica speranza, nell'attacco uno-dietro l'altro- è di arrivare alla notte... ma gli Helldiver possono anche usare un radar e sopratutto, bengala. Caso mai, il vero motivo di speranza è che, se le nave sopravvive per diciamo, 24 ore, potrebbe salvarsi approdando a qualche porto, sempre che sia possibile.
Ma che resistenza hanno le navi moderne ai danni? Questa è una bella domanda. Le unità come le moderne fregate e cacciatorpediniere hanno facilmente tra 14 e 16 compartimenti stagni. In genere, a sentire i costruttori, sono capaci di reggere abbastanza bene 2 compartimenti stagni contigui allagati. Possono sopravvivere anche a 3 compartimenti contigui allagati a centro nave oppure 4 alle estremità. Ma se fosse così facile, non sarebbe in pratica possibile per un siluro affondare una nave, a meno di non affondarla con uno scoppio sotto la chiglia con rottura della stessa.
La realtà può essere migliore, ma anche peggiore. Nella casistica della storia navale ne abbiamo di esempi. Abbiamo il caso di un cacciatorpediniere americano colpito da ben 6 Kamikaze, varie bombe e persino un caccia Corsair caduto mentre inseguiva uno dei velivoli giapponesi, dopo essere impattato sull'albero dello stesso cacciatorpediniere. Eppure quella nave è sopravvissuta, il comandante si rifiutò di abbandonarla finché un cannone a bordo potesse ancora sparare! E quella nave è stata rimessa in sesto, è rimasta in servizio nel dopoguerra diventando l'ultima della sua classe a lasciarlo, nell'USN. Ed è ancora presente, visto che ne hanno fatto un museo galleggiante. Robe da pazzi. Al contempo abbiamo casi di navi affondate per molto meno, per esempio incrociatori giapponesi che sono stati distrutti dalle esplosioni dei loro siluri, alle volte addirittura senza colpi in pieno a segno oppure con pochissime granate. Il Mikuma venne affondato con 5 bombe, il gemello Mogami, nella stessa situazione, sopravvisse a 6 impatti, perché lanciò i siluri in mare piuttosto che 'risparmiarli' tenendoli a bordo durante l'attacco, quando sarebbero stati del tutto inutili e anzi, molto dannosi.
Di recente, poi, c'é la notizia che una delle 5 moderne fregate norvegesi classe Nansen ha avuto un gravissimo incidente navale. E' andata a 'sbattere' contro una petroliera e a 'strusciato' il fianco. Come è finita? Come nel caso della molto più grande Costa Concordia del 2012, o se vogliamo, del Titanic. La nave è affondata quasi interamente, in acque poco profonde. Difficile dire quale livello di sicurezza queste navi abbiano, ma parliamo di costruzioni norvegesi, non certo le più scarse quanto a robustezza e sistemi di sicurezza, con il mare che devono affrontare, per giunta quanto a costo, si tratta di navi dotate di radar SPY-1F, la versione leggera dell'AEGIS. In effetti questo è l'unico pezzo della nave nettamente sopra le onde. Certo che se si spendono tanti soldi per un radar del genere non si sarà lesinato per progettare bene il resto, voglio sperare, o no? Beh, malgrado sia una nave di ultima generazione, da 6.000 tonnellate, è bastato questo danno allo scafo, coinvolgente diversi compartimenti, per impedirle di galleggiare e financo di raggiungere qualche posto tra i fiordi abbastanza superficialmente coperto dal mare, da potersi lì incagliare. Caso più unico che raro, per carità, ma pur sempre indicativo di come anche le più moderne ed apparentemente efficienti navi del XXI secolo, giganti civili come la Concordia o pesi medi militari come la nave norvegese (per il divertimento dei commentatori russi, visto che l'esercitazione Trident Juncture era destinata sopratutto ad 'impressionarli' con il deterrente NATO ai loro confini...), obbediscano sempre alla solita regola già enunciata durante la perdita del Titanic: 'E' fatta di ferro. E il ferro affonda'.
NATO drills fallout: Norwegian frigate almost underwater after oil tanker collision (PHOTOS) — RT World News
Per cui, visto e considerato tutto quanto:
-Pk missili SM-1 e Aspide: li considero circa eguali (con gli SM-1 più potenti e subdoli, e gli Aspide più agili): circa il 75% (3 su 4), si può discutere se sia sul totale dei missili lanciati oppure degli ingaggi (non è la stessa cosa, alle volte sono ingaggi con più di un missile, ma attenzione anche al rischio che volando vicini, un singolo missile possa distruggere più di un aereo, evento in verità raro, ma che richiede oppurtune tattiche di volo per non renderlo facile come tirare ai tordi!)
-Pk cannoni: probabilmente circa il 5-10%, per avere probabilità elevate di distruzione sopra una distanza che non sia minima (1 km?) si dovrà tirare raffiche di almeno 5-6 colpi da 127 o 8-10 da 76 mm. Può essere di meno, ma se nei filmati sparano 10 colpi da 76 e 5-6 da 127 non è certo un caso, a mio modesto avviso... nella guerra aerea difficilmente c'é la modalità one-shot-one-kill. E certo non con l'artiglieria e a distanze medio-alte.
-Pk razzi aria-terra: probabilmente circa il 10% da 1,5 km
-Pk bombe: probabilmente il 30-50% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk siluri: probabilmente il 20-30% tra 2 e 1 km di distanza.
-Pk mitragliere: probabilmente il 20% a 1 km, il 10% a 1,5 km, circa il 5% a 2 km, probabilmente solo l'1% a 3 km.
Navi messe KO con:
-Fregate: 1 siluro o 2 bombe da 1.000 lb o 20 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
Navi affondate con:
-Fregate: 2 siluri o 3 bombe da 1.000 lb o 30 HVAR
-Cacciatorpediniere/incrociatori: 3 siluri o 4 bombe da 1.000 lb o 50 HVAR
E i colpi tipo 'near miss'? Direi che una bomba da 1.000 lb HE, esplodente circa 1/20 sec dopo impatto con il mare, se scoppia entro i 15 metri, raggiunge un'efficacia pari al 50% di un colpo in pieno.
(editato 2-11-18) (editato 17-19-11-18)
Helldiver contro De la Penne: nel Triangolo delle Bermuda-1
2-11-18
Visto che tanto abbiamo già parlato del wargame, non mi dilungo oltre nel descriverlo, così ecco come ho elaborato la battaglia aeronavale. E' sadica, lo so, alla fine il povero De la Penne finisce male come i tori nelle arene. Però è divertente. In fondo, è un gioco, mica un'apologia al male ;D
Ecco a voi una prima serie di elaborazioni fatte pensando anzitutto al De la Penne contro l'Helldiver.
Questo wargame è una specie di racconto horror. Del resto, la guerra cos'altro è? Ma di quegli horror al confine della realtà. Anche oltre.
Ma prima della battaglia, presentiamo brevemente i nostri protagonisti...
Helldiver: Velocità (profilo 'facile') 360 km/h a 5.000 m; profilo difficile, 450 km/h a 6.100-6.700 m; profilo intermedio, 450 km/h a 5.000 m o 400 km/h a 6.000 m. Max assoluto, circa 470-475 km/h a 5.000+ m.
Armamento minimo sindacale: una bomba HE da 450 kg. Massimo: fino a 1x450 kg HE + 2 bombe da 230 kg HE interne. Possibilità di portare 8 razzi da 127 mm. 2 mitragliere da 12,7 o 20 mm nelle ali più due da 7,62 difensive dorsali. Tangenza pratica oltre 8.000 metri.
Ct. De La Penne: armamento: 1 lanciatore SM-1MR da 40 missili, raggio di tiro pratico circa 40 km a media quota; 1 lanciamissili Albatros con 16 (o 24?) missili, raggio di tiro pratico circa 20 km; 1 cannone da 127 mm, raggio di tiro pratico 7 km a.a.; 3 cannoni SR da 76 mm, raggio di tiro pratico 6 km a.a.. 3 radar di scoperta aerea; 6 radar di controllo del tiro di cui 2 guidamissili e 4 misti guidamissili/artiglieria.
E' la prima e più semplice delle descrizioni, eppure c'é da accapponare la pelle. Perché adesso andiamo...
AI CONFINI DELLA REALTA'....(21-8-18)
---Anni '90. Da qualche parte al largo della Florida, in un bel giorno di Sole...
1-visita a sorpresa
Una crociera come tante altre, in mezzo all'oceano. Sono le 9.00 AM. E' estate e la giornata è lunga e calda. E' appena passato un forte uragano ma la nave sembra non avere subito danni in questa sua visita 'di cortesia' verso l'America Latina, specialmente verso le marine che hanno già navi italiane, o che vorrebbero averne. Diplomazie navali e industriali. Ma non sarà così semplice, perché oltre all'uragano che ha imperversato per un'intera giornata, c'é dell'altro. Tempesta magnetica fortissima, comunicazioni interrotte, tempo e visibilità buone, pieno giorno. Resta il fatto che non si riesce ad avere una comunicazione decente con nessuno, apparentemente sembra che non ci sia nessuno dall'altra parte. Niente satellite, e alla radio qualche frase sconnessa, con tonalità sconosciute, quasi minacciose, anzi, alle volte, senza 'quasi'. Poi, dopo circa mezz'ora che continua ad esservi questa strana atmosfera di isolamento, quasi all'alba del XXI secolo, il mare che diventa come bianco, chiaro, quasi di color panna. Strano fenomeno, specie verso i tropici. Come se la salinità fosse diversa, o forse c'entra il fatto che anche il cielo è bianco e il mare piatto lo riflette? Tutto molto singolare. Ma mai quel che sarebbe accaduto poi.
Il blip apparso sul radar è sospetto. Fino a pochi secondi fa non c'era. Ma l'operatore radar lo conferma. Sia il grande radar 2D che l'AN/APS-52 collegato con il sistema SM-1 ha identificato un aereo in avvicinamento. Amico? Non si sa: l'IFF non dà risposta. Quindi è sconosciuto. Sarà un aereo da diporto? Ma, in mezzo al mare? Già, ma quale mare? L'estremità orientale del Triangolo delle Bermuda, fantomatica zona 'misteriosa' dove si dice che navi e aerei scompaiano senza lasciare traccia. Ma che ne appaiano altri, è difficile da capire. Forse era anch'esso in difficoltà, aveva subito gli effetti della tempesta? Non riusciva a comunicare o nemmeno sapeva dove si trovava? Chissà. Nessuna comunicazione è possibile. Però per avvicinarsi, si avvicina. Questo lo fa notare l'operatore radar all'ufficiale in servizio nella COC, che a sua volta chiama il comandante in plancia. Ben presto sono tutti allertati. Non è un aereo veloce. Né vola veloce. Ha una velocità di circa 200 nodi, sui 360 km/h, mentre la quota è di 16.500 ft (5.000 metri circa). Quel che conta, però, è che si sta avvicinando diritto sulla nave, e che non comunica. Con quelle prestazioni, è chiaro che si tratta di un aereo ad elica, magari un bimotore da trasporto VIP, o forse un corriere di droga che è andato fuori rotta? Chissà. Però non risponde alla radio e non c'é da scherzarci troppo. In sostanza, è, espresso in termini metrici, in volo a 5.000 metri circa, e sarà pure lento, ma si avvicina sui 100 metri al secondo. Ma forse la cosa più inquietante, è che è apparso improvvisamente, a circa 30 km di distanza. Non c'é una ragione per la quale un radar capace di vedere a 300 km non possa avvistare un simile aereo, ad una simile quota, a distanze molto superiori. Qui, invece, è come se fosse apparso all'improvviso, come se non ci fosse mai stato prima. Sarà un effetto della tempesta magnetica? Chissà. Ad ogni modo, le chiamate della nave, con tono progressivamente più forte e imperativo, cominciando ad infittirsi. Non c'é veramente ragione per essere preoccupati, anche perché il tizio è in volo ad alta quota e non sembra ostile in nessun modo, però l'idea di essere sorvolati in mare aperto da un aereo che nemmeno risponde alle comunicazioni, forse perché in difficoltà, non fa molto piacere. Strano, sì. Ma del resto non è detto che la radio sia sintonizzata o funzionante e in acque internazionali, nessuno può impedirgli in ogni caso di farsi gli affari suoi.
Poi, mentre sulla plancia gli ufficiali stavano discutendo di questo strano aereo, osservandolo direttamente con i binocoli per vedere se avesse dei danni a bordo o qualcosa del genere, e che insegne mostrasse, si comincia a vedere che non si tratta di un aereo del tutto normale. E' di colore scuro, aspetto tozzo, grande coda. Sarà mica un warbird, di quelli che vanno tanto di moda negli States, forse finito anch'esso fuori rotta?
Sarà. Forse. Dopo alcuni minuti in cui non accade nient'altro che l'avvicinamento dello stesso velivolo in rotta con la nave, sospetto ma nient'affatto terrificante, per qualche ragione la sua presenza sembra quasi suscitare meno attenzione. Sono passati circa 5 minuti dall'apparizione dell'aereo misterioso. Ma ad un certo punto il puntino scuro perde quota. Prima si pensa che sia in difficoltà, forse sta cadendo? E' a circa 6 km dalla nave, molto distante ancora. Ma, misurato sull'orizzontale, sono solo 2 km. Però che strano: sta aumentando la velocità e la rotta è stabile... Ma che succede? Dopo una quindicina di secondi si vede che l'aereo si dirige testardamente verso la nave, aumentando l'angolo di picchiata fin quasi alla verticale, probabilmente attorno ai 60-70°. Ma... ma.. non sarà mica che... no, non è possibile! In circa 15 secondi ha perso circa 2 km di quota e sta andando dritto verso la nave. A quel punto il comandante, giunto sul posto, ordina un'accostata immediata, anche se la velocità, in quel momento, è ancora piuttosto esigua: solo 14 nodi. L'aereo nemico a quel punto apre gli aerofreni. Incredibile! Non sapendo cos'altro fare, ordina l'apertura del fuoco con i cannoni Super Rapido di prua. Questi sono armi potentissime per la difesa ravvicinata. Ma bisogna allertarli per tempo, altrimenti non funzionano! Dopo pochi altri fatidici secondi, l'aereo sgancia una bomba, mentre la centrale dei Super Rapido è appena stata allertata e i cannoni stanno andando in punteria. Sceso a velocità più ridotte, l'aereo nemico sarebbe un facile bersaglio, ma solo per difese accorte: rilascia la bomba da circa 800 metri di quota, mirando preciso alla zona prodiera della nave. Tempo cinque secondi, e la bomba si schianta contro la nave stessa, mentre uno dei Super Rapido sta appena sparando un primo proiettile, seguito da un secondo, ma entrambi inefficaci data la rapida manovra di richiamo dell'aereo che manda la punteria in difficoltà in quell'improvviso attacco. Sono passati circa 30 secondi dall'inizio della picchiata. Ne passano pochi altri, prima che la nave venga scossa dall'esplosione della bomba, una da 1.000 lb caricata con circa 200 kg di Amatol. E purtroppo per il De La Penne, scoppia centrando la zona anteriore della nave. Lì è pieno di depositi munizioni e di missili. Le armi che avrebbero dovuto proteggere la nave e che tanto è piaciuto di tenere sia in gran numero in un piccolo scafo, esplodono una dietro l'altra, e il De La Penne fa più o meno la fine di tutte le navi che esplodono per detonazione della Santabarbara. Dopo circa un'ora si rovescia e va a picco, a causa delle imponenti vie d'acqua e degli incendi incontrollabili.
L'aereo è sparito. I superstiti confermeranno: giurano che fosse un Helldiver. Vecchia conoscenza della Marina essendo stato ironicamente, il primo bombardiere (e forse anche l'unico) dell'aviazione navale del dopoguerra.
BEH, tutto qui? In questo universo sì. O forse no. O forse qui sotto è descritto in azione, in realtà, il suo gemello Mimbelli. Chissà. Però abbiamo una seconda versione della storia, molto più movimentata...
2-fino all'ultima pallottola!
La manovra riesce all'ultimo momento. Avesse calato un pò la quota, diciamo sui 3.000 o 4.500 metri (ma non troppo basso per non destare comunque eccessivi sospetti e farsi riconoscere più facilmente), l'aereo nemico sarebbe riuscito ad avvicinarsi con maggiore facilità e a sorprendere il De La Penne. Invece una manovra all'ultimo momento ha permesso di impedire il peggio. Lo scoppio è avvenuto a circa 11 metri di profondità e a circa 32 metri dalla prua della nave. Uno scossone non da poco, lievi danni a bordo; ma appena prima, il Super Rapido attivato ha sparato altri 3 colpi praticamente a bruciapelo sull'aereo in fuga, e il secondo e il terzo hanno preso l'assalitore, che poi è precipitato in mare, oramai incendiato (un proiettile scoppiato per prossimità, un altro o per prossimità stretta, oppure diretto). Gli ufficiali non credono ai loro occhi. Quell'enorme e tozza coda, quel muso altrettanto enorme e arrotondato, quel lungo abitacolo vetrato... non può essere... o sì? E' un Helldiver, lo stesso tipo di aereo che a suo tempo conobbe servizio anche nella Marina Militare del dopoguerra. 46 Helldiver, che peraltro non ebbero fortuna, perché lasciati arrugginire e in abbandono, non ebbero che un servizio effimero quando la marina italiana ne prese possesso, e per tornare nell'era dell'ala fissa dovrà aspettare quasi mezzo secolo con gli AV-8 Harrier. Ma questa è un'altra storia. Che ci faceva un dannato Helldiver in giro, a bombardare una nave in tempo di pace? Un pazzo fanatico di warbird? Ma esistono ancora Helldiver volanti? Bah!
Sarebbe il caso di chiedere al pilota. L'aereo non è caduto troppo malamente in acqua, l'angolo e la velocità sembravano discretamente modesti, forse è sopravvissuto? Ma al di là dei rottami fiammeggianti, non si vede nient'altro, nemmeno un battellino o un salvagente. E' andato.
Ma il mistero non si risolve certo così. Infatti, circa un minuto dopo avere abbattuto questo attaccante, mentre sulla nave è allarme generale, ecco che dagli operatori radar giunge un nuovo avvistamento: un altro blip in tutto simile al primo. Stessa quota, velocità e sopratutto... direzione. Nemmeno questo risponde ai richiami radio.
A quel punto, legittimamente, il De la Penne è autorizzato a sparare per difendersi. Ma come mai è sotto attacco? Questo forse, è il problema minore. Adesso c'é da sparare. Il De la Penne, quando c'é da sparare, non è secondo a nessuno, specie nella difesa aerea ravvicinata. E' diventato un campionario galleggiante dell'industria armaiola italiana, con un ben poco razionale accrocchio di ben 4 cannoni di 2 tipi diversi, più due lanciamissili antiaerei. In genere, le navi o hanno i missili a media gittata più cannoncini per la difesa ravvicinata, oppure hanno missili a corto raggio con i soliti pezzi d'artiglieria di medio e piccolo calibro. Quasi mai accade che essi coesistano. Basti vedere il similare Cassard francese: ha il sistema SM-1 Standard, un cannone da 100 mm, due da 20, due lanciamissili leggeri Sadral che peraltro fanno parte della difesa ravvicinata. Un complesso d'armi completo e rispettabile, ma per gli ammiragli italiani sarebbe stato troppo poco: ecco perché, a parte lo Standard, e il potente cannone da 127 mm automatico, anziché mettere sulla nave 1 o 2 sistemi d'arma per la difesa ravvicinata... ne hanno addirittura infilati 4. E per giunta, tutte armi molto potenti e di gittata inusitatamente lunga per essere sistemi per la 'difesa ravvicinata'. Come definire altrimenti un cannone da 76 mm rispetto ad una mitragliera da 20 o 30 mm, che ha a stento 1/3 della gittata utile, oppure il fatto che, benché due soli di questi sistemi (Albatross anteriore e e Super Rapido posteriore, per esempio, oppure due Super Rapido) sarebbero stati ottimi e abbondanti, ne abbiano sistemati ben 3 (2 SR e l'Albatross) a prua (in appena 20 metri di scafo, inclusi quelli con il pezzo da 127), mentre a poppa, oltre al lanciamissili SM-1, cannone da 76 (con ben due DT Dardo) e due elicotteri, il tutto nella sovrastruttura poppiera. Tutto quest'apparato difensivo è controllato da ben 4 modernissime DT NA-30 (RTN-30X) capaci di controllare sia cannoni che missili (ancorché, presumibilmente, non in contemporanea). Assurdo? Beh, gli Audace avevano un sistema difensivo, con 1 SR in più! (4, tutti a mezzanave, da cui tuttavia non potevano sparare né direttamente a prua o a poppa...), anche se apparentemente con una DT in meno. Oltretutto gli Audace erano più piccoli, leggeri e con più equipaggio, oltre ad un apparato motore a vapore presumibilmente più grosso, e certo più potente. Incredibile, ma vero, i De La Penne appaiono, da questo punto di vista, notevolmente migliori avendo un cannone in meno e il 25% di dislocamento in più. Naturalmente con il loro costo: 800 mld a nave (valori anni '80-90) tutt'altro che economico, e dovuto in non piccola misura allo strabordare di armi e sensori, tra cui 5 radar di scoperta e 6 di controllo del tiro, più 2 sonar, ECM, comunicazioni, due elicotteri con radio, sonar e sistemi elettronici di bordo, più come si è visto, una quantità industriale di armi di bordo, tra cui un'insuperabile difesa ravvicinata, che punta addirittura su dei cannoni SR che hanno, detto dalla 'ditta', la capacità di abbattere 4 missili antinave in rapida sequenza dai 6.000 metri fino a 1.000 (con la strana evenienza che il primo colpo va a segno a 5.500 metri, saranno missili-lumaca, evidentemente).
Però, al di là di considerazioni sull'inusitato costo e complessità di queste navi, è sicuro che possono dire la loro se chiamate a combattere per davvero. E questa è proprio l'occasione giusta, anche se certo non contro i bombardieri del Patto di Varsavia...
Con cosa difendersi? Come si è visto, c'é solo l'imbarazzo della scelta. Il De la Penne ha un cannone Compatto da 127 mm automatico, ben 3 Super Rapido da 76 mm, un lanciamissili Albatross ottuplo e un lanciamissili Mk 13 per gli Standard SM-1MR. Il problema è quante munizioni sono disponibili, ma non pare uno di quelli gravi. Il De La Penne, in questo viaggio, ha la dotazione completa di missili SM-1MR, ben 40 armi. Il lanciamissili Albatross ne ha soltanto 16, ovvero quelle dentro il magazzino. In teoria, potrebbe anche averne altre 8 pronte al lancio nelle celle del lanciatore, che fanno anche da contenitori, ma visto che è una lunga crociera, esporle comunque ad intemperie per periodi prolungati non pare una grande idea e si pensa che le 16 in magazzino, con un sistema di ricarica rapida, siano più che sufficienti.
Le munizioni da 127 e da 76 mm sono assai più difficili da conoscere nei loro numeri, ma in questo caso quelle da 127 sono probabilmente circa 500, di cui peraltro soltanto 200 sono di modelli con spoletta di prossimità (VT), le altre sono ad impatto oppure illuminanti o forse anche di altri tipi, per cui la difesa aerea non può di fatto che essere limitata dal numero di proiettili con questo tipo di spoletta.
Nessun problema, invece, per i 76 mm, che hanno, sui De la Penne, solo compiti antimissile/antiaereo (qui siamo negli anni '90, non c'erano stati aggiornamenti importanti). Però, proprio per questo, non è necessario avere una grande quantità di munizioni a bordo come sarebbe se per esempio, vi fosse anche la necessità di eseguire bombardamenti a terra. Il numero di proiettili disponibili nelle giostrine di caricamento per ciascun cannone è di 80, pari a circa 40 secondi di fuoco continuato (non consigliabile, dato il surriscaldamento inevitabile). Certamente ve ne sono anche di ricarica, ma bisogna considerare una cosa dei proiettili 'antimissile': saranno solo proiettili, ma specialmente per il tipo di spolette che hanno, costano dannatamente (Massimo Annati, a proposito dei proiettili da 40 mm di ultima generazione, parlava di migliaia di dollari). Per cui è facile che, visto sia il costo, che la complessità, che la presenza di più armi a bordo, il totale imbarcato per l'occasione sia di 'soli' 200 proiettili per cannone (escludendo eventuali munizioni d'addestramento, anti-superficie o simili). In tutto fanno 56 missili ad alte capacità di distruzione, e 800 colpi con spoletta di prossimità, anch'essi micidiali killer per chi si avvicini troppo. Benché i Super Rapido siano 3 volte più veloci dei Compatto da 127, e con una gittata utile solo marginalmente inferiore apparentemente (6 km vs 7), va detto che questi ultimi hanno munizioni con circa 5 volte tanto sia di peso complessivo che di esplosivo interno, quindi sono decisamente più temibili per un aeroplano, potendo distruggerlo anche per scoppio di prossimità ad alcuni metri di distanza.
Avvisato il nuovo intruso di identificarsi, il De La Penne aspetta circa due minuti prima di passare alle vite di fatto. Carica sulla rampa Mk 13 un missile SM-1MR e lo punta sul bersaglio. Lancia da circa 12 km, quando il target era tenuto sotto controllo anche dalla rampa Albatros, tanto per non farsi mancare nulla. Subito il lancio del missile infiamma l'aria e la scia si dirige verso la sua preda, almeno per evitare che divenga un predatore. L'impatto non manca: un boato distrugge il velivolo nemico, apparentemente senza che nemmeno questo abbia tentato di manovrare per evitarlo.
Ogni dubbio di avere reagito eccessivamente contro questo secondo visitatore, viene presto smentito subito dopo. Appena dissipato il boato del secondo target distrutto, mentre i pezzi erano appena spariti alla vista... ancora una volta, un altro intruso si avvicina. Appena sparito uno, ne arriva un altro. Eppure non sono illusioni. Sono veri, e tutti loro appaiono da circa 30 km di distanza, immancabilmente.
A quel punto inizia il tiro a segno contro questo nuovo arrivato, con lancio da circa 18 km dopo circa 2 minuti. Anche stavolta, arriva a segno il missile e il Curtiss cade giù in fiamme, senza più l'ala destra, circa mezzo minuto dopo dal lancio, circa 15 km di distanza.
Appena appena sparisce questo, o giusto pochi secondi dopo, ne arriva un altro. A quel punto viene aperto il fuoco con un altro SM-1 lanciato da circa 25 km, mentre la nave mette potenza e corre a circa 30 nodi utilizzando le turbine. Freneticamente cerca di farsi ascoltare essendo sotto attacco, dai vicini (?) Stati Uniti o da chiunque altro, ma non c'é niente che possano fare. Sembra quasi che non ci sia rimasto un mondo là fuori.
Poi, dopo questi 4 Helldiver(?), la nave viene prontamente ingaggiata da un altro velivolo di tipo analogo. Visto che questi aerei sono relativamente lenti e ci mettono circa 5 minuti per raggiungere la nave, e sopratutto che non ne appaiono altri finché il precedente non sparisce, si pensa di prolungare l'attesa lasciando che l'aereo nemico si avvicini, nel mentre si guadagnerà tempo fuggendo via. Lancio da 12 km, ma stavolta -paura! il missile non funziona! Ha avuto un guasto al motore sostainer (sarà perché vecchiotto?) ed è caduto pochi chilometri dopo la nave. A quel punto viene prontamente lanciato un secondo SM-1, che era stato rapidamente fatto salire sulla rampa, e questo invece abbatte in fiamme l'aereo nemico.
E cinque. Ma anche i missili SM-1 lanciati sono cinque. Cos'altro succederà?
Sono passati, dall'inizio dell'emergenza: 5+3+2+2+4 minuti circa, uguale a 16 minuti. Non male, o forse non bene. Ci sono centinaia di km da percorrere per arrivare ad una qualunque terraferma e anche a 30 nodi non è che si possa fare miracoli.
Subito dopo, il gioco ricomincia implacabile: gli SM-1, visti come armi di sicuro affidamento, vengono lanciati con la massima generosità, ma attendendo sempre che l'avversario sia tra 10 e 15 km. In una serie di azioni successive, infatti, vengono lanciati altri 7 missili SM-1, e ciascuno distrugge l'aereo nemico, tranne uno che lo danneggia e incendia, ma l'Helldiver continua ad avvicinarsi dopo essere stato colpito da circa 11 km: tecnicamente sarebbe un successo essendo sicuramente perduto per il rientro alla sua 'base', visto che è ridotto ad un rottame: ma si avvicina ancora come se nulla fosse, e così viene lanciato un altro missile SM-1. Questo è il nono missile lanciato, e abbatte l'ottavo Helldiver. Seguono altri tre lanci di pieno successo, portando il tutto a ben 12 lanci complessivi, di cui 10 in pieno centro o comunque sufficienti per eliminare altrettanti aerei, uno che ha fallito per guasto, e un altro che ha colpito ma senza sufficiente potenza. In tutto, vengono così abbattuti 10 aerei su 12 missili lanciati, e su 11 velivoli in tutto giunti a importunare il De la Penne, perché il primo è stato abbattuto da cinque proiettili da 76 mm.
Ma anche così, siamo giusto all'inizio: questi altri 6 Helldiver hanno comportato un ulteriore tempo d'ingaggio di circa 21 minuti considerandoli tutti, e quindi oramai siamo ad almeno 37 dall'inizio della crisi.
Dopo avere lanciato 12 missili, il 30% del totale disponibile, di cui 1 con successo parziale e 10 pieno, la serie positiva s'interrompe poco dopo: un altro SM-1 malfunziona durante il lancio, con il sustainer che non ne vuole sapere di accendersi. Segue prontamente un altro lancio, e poi altri 5 in pieno successo, con centri diretti oppure esplosioni entro i 5-6 metri dall'aereo bersaglio. Tutti velivoli abbattuti, mentre il De La Penne continua a scappare ed è per questo, che torna particolarmente utile il sistema SM-1, che è a poppavia. Arrivato al 19o missile, viene registrato un altro lancio fallito, con incrocio a circa 16 km ma senza che vi sia né l'impatto né l'esplosione per prossimità, evidentemente un malfunzionamento della spoletta. Lanciato in fretta il 20o missile, stavolta senza problemi, segue un'altra serie di altri 4 missili senza alcun dilemma. Sono affidabili e potenti, indubbiamente. Ma sempre di meno. Nel frattempo, durante quest'ultimo arco di tempo, sono passati altri 30 minuti esatti, portando così il tempo a circa 67 minuti dall'inizio della crisi.
Malgrado tutto, la situazione diventa progressivamente più difficile. Adesso i missili lanciati sono ben 24, e sebbene di queste armi, 21 abbiano funzionato e in particolar modo, 20 abbiano distrutto il target... ne arrivano di continuo. Come è possibile?
Arriva anche il 22o aereo, ovviamente, e sempre puntualissimo. La nave corre eppure non ha ancora potuto contattare nessuno per la propria protezione, mentre cerca di sottrarsi a questo tipo di attenzioni non propriamente gradite. Lancio missile, ma anche questo non funziona, pare per problema nel sistema di guida nella fase finale dell'ingaggio. Forse si sta raschiando il fondo del barile come qualità delle armi utilizzate? Chissà. Lancio secondo missile da 11 km di distanza, centro pieno. Sembra che vada tutto OK.
Lancio 27o missile, ma ancora una volta non funziona come dovrebbe: l'aereo nemico viene colpito chiaramente, perde pezzi e fumo, ma continua a volare indifferente rispetto ai danni. Probabilmente nemmeno il motore funziona più, ma è a 5.000 metri e da lì può ancora scendere e beccare la nave, anche come attacco kamikaze. Urge altro missile, detto e fatto: boom. Ma intanto siamo al 28o missile, ovvero le riserve sono scese al 30%. E meno male che il magazzino era stato pienato per l'occasione.
Seguono altri sette magnifici missili tutti a segno. Siamo oramai al n.35, con ben 29 target distrutti. Non è certo un problema di missili. Oramai il tempo è volato via: la battaglia sta durando da qualcosa come 102 minuti.
Gli ultimi missili chiudono in bruttezza: uno non parte (non c'é verso di lanciarlo e bisogna rimetterlo in deposito) e un altro perde il contatto durante il volo. Sono rispettivamente il n.36 e il n.39. Il missile N.40, lanciato, fa un botto spettacolare contro l'aereo, ma ancora una volta non basta a distruggerlo totalmente, tanto che questo continua a volare, robusto e corazzato come è, anche se forse non sarebbe mai arrivato alla nave prima di cadere. Sta di fatto, che, sentitasi braccata, l'unità italiana risponde al fuoco sparando un Aspide da 8 km, che centra il bersaglio dopo che si era avvicinato di almeno 4 km rispetto al raggio a cui era stato colpito.
Per gli amanti delle statistiche, dunque, i 40 SM-1MR avevano ottenuto i seguenti risultati:
-1 missile non partito
-2 missili guasto al motore
-3 per problemi di guida o spoletta.
-34 missili a segno di cui:
--3 con successo parziale
--31 totale. In tutto la Pk effettiva dimostrata è di un confortante 77%, o addirittura si potrebbe dire il 79% se si considerano i missili effettivamente partiti. Se si considerano anche gli aerei colpiti, avremmo l'85% di successo visto che erano velivoli quasi certamente condannati a cadere, e se si considerano 34 successi su 39 allora abbiamo l'87% di successi. Tutto molto confortante e molto vero, ma intanto gli Standard sono finiti anche se sono andati vicini a 'one shot, one kill' visto che su 40 soltanto 6 non hanno colpito nulla o non sono partiti.
Fino a quel punto sono arrivati qualcosa come 33 aerei. Non sono certo pochi. 40 Standard, 1 Aspide, 5 colpi da 76 mm sono quel che è servito per farli fuori. E adesso?
Sono già passati circa 115 minuti dall'inizio di questa pazzia. Ma non è ancora finita, anzi. Abbattuto l'ultimo aereo con la collaborazione inedita tra Aspide e Standard, ecco che arriva il 34o visitatore.
A quel punto la nave lancia un Aspide da 12 km e lo abbatte. Riserva lo stesso trattamento anche ad altri 4 successivi, finché anche il celebre missile 'autarchico' (un pò come il Reggiane Re.2000...) fallisce un colpo, spoletta non attivata in tempo con scoppio in ritardo. Segue il lancio di altri 7 missili e poi un altro fallimento per ragioni legate al sistema di guida, che ha avuto un qualche tipo di guasto. Infine altri 3 missili, gli ultimi, tutti centri o quasi. Alla fine, 14 su 16 hanno preso il bersaglio (87% di successo, come gli SM-1), ma pur essendo così precisi e letali... ora sono finiti pure questi!
Il De La Penne ha almeno guadagnato tempo. Ha dovuto cambiare leggermente rotta per tirare con il lanciamissili Aspide da prua, ma almeno lo ha potuto fare per tempo utile. Adesso, però, restano soltanto le artiglierie.
Sono oramai passati 161 minuti dall'inizio di quest'incubo e nessuno capisce ancora cosa stia succedendo.
Adesso ci sono solo i cannoni, ma funzioneranno? Il problema dei 76 mm è che hanno una carica esplosiva piuttosto ridotta, circa 700 grammi. Per quanto efficaci contro i missili a breve raggio, lo saranno anche contro gli aerei? E sopratutto, lo saranno contro degli aerei che per quanto lenti, arrivano giù in picchiata, pertanto anche se colpiti mortalmente, continueranno ad avanzare in maniera apparentemente ancora 'minacciosa'? E se così non sarà, quanti colpi ci vorranno per essere sicuri di averli 'neutralizzati'?
Il tiro ricomincia daccapo, con il cannone da 76 mm di poppa ovviamente, a cui viene delegato il compito di abbattere l'Helldiver. Questo si avvicina a circa 5 km di distanza, solo a quel punto viene aperto il fuoco, sperando di distruggerlo mentre sta scendendo a circa 600 km/h. Pam-pam-pam, il cannone spara una serie di dieci colpi contro l'attaccante. I proiettili cominciano ad incrociarlo a circa 3,5 km di distanza, un raggio entro cui è possibile ottenere ancora un'ottima precisione. Per quando l'ultimo dei proiettili arriva a segno, c'è rimasto poco da distruggere. Un proiettile è addirittura esploso contro l'Helldiver, ma per colmo di sventura, contro una pala dell'elica, la quale è stata strappata via dall'esplosione, mentre il motore è stato scoperchiato. Altri proiettili sono andati a segno con le schegge, e alla fine i serbatoi sono esplosi in fiamme. L'aereo è caduto giù ed è esploso in mare. E' stato colpito in pieno e distrutto totalmente a circa 2,5 km. Non male davvero.
Ma siamo sempre lì. Il secondo aereo non tarda ad arrivare e a farsi abbattere anch'esso con le stesse modalità, e così il terzo. Dopo 3 aerei distrutti con 30 colpi, a quel punto si tenta di fare l'impossibile: eliminare l'attaccante da distanza ancora minore, da circa 4 km come inizio tiro, e con soli 6 colpi iniziali. E funziona! Helldiver esploso in aria a circa 2,4 km. Ma la volta successiva non funziona: l'Helldiver viene danneggiato e incendiato, ma continua ad avanzare anche se oramai finito. Altra raffica di 6 colpi circa, e l'aereo esplode a circa 1,8 km per via della bomba a bordo, tanto che qualche frammento arriva fino sul caccia. Dopo quest'esperienza si decide di ritornare a distanze maggiori, per non correre troppi rischi.
A quel punto gli Helldiver stesi sono ben 4, con appena 42 colpi in tutto. Ottimo, con un Phalanx non sarebbe stato certo possibile, ma ancora c'é da faticare. Un altro Helldiver attacca con grande velocità e angolo di almeno 70°. A quel punto entrano in azione contemporaneamente sia il cannone da 127 mm che il Super Rapido di poppa. Con rispettivamente 4 e 7 colpi, abbattono anche quest'aereo, ma è chiaro che se si vuole che il velivolo nemico venga eliminato non c'é molto di cui far economia.
Altro aereo in azione, sempre in picchiata netta sulla nave: apertura del fuoco stavolta con il solo Super Rapido di poppa: questo spara da circa 4,5 km, colpisce fatalmente l'Helldiver già a 3,3 km con due dei primi 3 colpi, ma la farsa è appena iniziata, infatti l'aereo continua a volare verso la nave e questa continua a sparare a tiro ininterrotto, distruggendolo pezzo per pezzo. Ma il radar continua a tenere agganciato persino il motore che scende verso la nave, effettivamente 'in traiettoria', quando questo si separa dal resto dell'aereo frantumatosi. Così facendo vengono sparati almeno altri 9 preziosi proiettili, visto che non è stato subito ordinato il cessate il fuoco, forse per stanchezza o forse perché ci si fidava troppo del tiro automatico. Resta il fatto che questa volta sono stati sparati, tra 4,5 e 0,9 km, qualcosa come 23 proiettili da 76 mm, preziosissimi. E non sarà l'unica volta.
Guastatosi il cannone di poppa per un cortocircuito, viene usato per il momento il cannone da 127 mm, che distrugge con maggiore disinvoltura i successivi Helldiver, abbattendone 5 con appena 31 colpi in tutto, tirati tra 4 e 2 km generalmente.
Ma niente, non c'é verso. I Super Rapido ricominciano a tirare e ancora una volta, abbattono altri 4 bersagli, ma uno dei bombardieri, dopo essere stato incendiato, arriva a circa 1,5 km e sgancia la bomba, che scoppia a meno di 100 metri di distanza, mentre l'aereo in frantumi esplode a meno di 30 metri. Il De La Penne viene danneggiato leggermente da entrambi gli impatti, dopo avere apparentemente distrutto il nemico con appena 5 colpi. Per questi ultimi centri, hanno tirato in tutto 44 colpi precisi, portando il totale ad almeno 114.
Dopo di allora, viene ricominciato a sparare all'impazzata, il Compatto fa sentire la sua voce tuonante in più occasioni, distruggendo in rapida sequenza altri 7 Helldiver, ma data l'esigenza di non farli avvicinare troppo, viene aperto il fuoco a distanze maggiori, utilizzando così un totale di 47 proiettili, un pò più del normale, ma ancora ottimo (circa 10 secondi di fuoco contro ciascun bersaglio, rigorosamente oltre i 2 km,spesso continuando a sparare finchè il bersaglio non viene disintegrato). Rottami cadono spesso a bordo, alle volte anche munizioni. Ma niente che faccia pensare a dei corpi.
Il Compatto ha quasi esaurito le munizioni. Ha tirato complessivamente 188 colpi, con gli altri 100 extra ha tirato giù altri 18 aerei, sparando oramai a distanze davvero ridotte, spesso a meno di 4 km come prima salva, raffiche di 3-5 secondi per volta.
A quel punto, però, ha finito le munizioni VT (o quasi), mentre i cannoni da 76 ne hanno ancora molte. Il 127 comincia a sparare proiettili ad impatto diretto, cercando di distruggere il bersaglio con centri pieni, il che peraltro sopra i 1.000 metri è difficile assai, specie se spari mentre ad ogni colpi il target si muove di un quarto di chilometro. Nel mentre i cannoni da 76 mm cominciano a sparare, distruggendo un Helldiver dopo l'altro. Assieme al 127, alle volte uno dei SR è attivo, e infatti durante questi ultimi tiri del cannone principale quelli secondari hanno tirato almeno altri 41 colpi, a quel punto consumando il 25% del totale.
Questo duello d'artiglieria è diventato sempre più tragico. Ogni circa 5 minuti è arrivato un nuovo Helldiver. Circa 200 colpi da 127 e 160 da 76 sono stati tirati di conseguenza, arrivando a non meno di altri 39 Helldiver abbattuti. Sono qualcosa come altre 3 ore e 20 minuti circa di agonia, che si aggiungono alle 2 e 40 circa iniziali. Questa pazzia sta andando avanti da qualcosa come 6 ore!
La nave ha abbattuto complessivamente circa 40 aerei con le artiglierie e 45 con i missili, uno sproposito senza alcun dubbio. Ma non è finita.
E nel frattempo l'equipaggio si chiede dove siano tutti. Non trovano una nave. Non c'é un aereo. E non c'é una frequenza radio che li aiuti. Corrono verso la costa, hanno fatto in teoria oltre 300 km, ma non sembra che la cosa li aiuti minimamente.
Adesso, a parte i proiettili da 127 convenzionali, hanno soltanto circa 450 colpi da 76 mm: quanto potranno durare ancora? Se si spara da distanze più ridotte, si riduce il numero di colpi, ma si aumenta anche il rischio di essere effettivamente colpiti.
Questa sensazione è vera anche perché, a quanto pare, alcuni degli aerei nemici, serrando entro i 3 km, hanno aperto il fuoco con le mitragliere contro il De la Penne, cercando di danneggiarlo durante la picchiata mentre continuano inesorabili l'azione.
Il De La Penne cerca comunque, a tutti i costi, di 'tirare' a campare. Nei 102 minuti successivi, riesce ad abbattere altri 19 aerei limitando il consumo di munizioni ad appena 121 (più alcune da 127 mm che in qualche caso, forse 1 o 2, hanno centrato davvero il bersaglio). Poi succede qualcosa: uno degli Helldiver, abbattuto e in fiamme, riesce ad avvicinarsi comunque e a lanciare la bomba da circa 1 km sulla nave, per poi schiantarsi contro la sua prua! La bomba di per sé esplode a circa 30 metri da prua, danneggiando per concussione molta parte dell'impiantistica e della struttura prodiera, tanto che il Compatto va fuori uso (per quel che vale, oramai). Cosa è successo? Il Super Rapido destinato a tirare contro l'Helldiver ha un guasto, spara 3 colpi da 3.600 metri appena, incendia l'aereo, ma poi si inceppa sul più bello e non riesce ad essere supplemententato subito da uno degli altri Super Rapido. Il De La Penne è danneggiato, per la prima volta seriamente.
Peggio, mentre il cielo è ancora chiaro, dopo 7 ore e tre quarti di battaglia, le munizioni sono sempre di meno. Dato che il disastro è stato così da vicino evitato, viene ordinato un altro tipo di tiro: a volontà, costi quel che costi. Così, però, le munizioni vengono sparate a ritmi rafforzati. Subito il numero di colpi necessari per abbattere un Helldiver sale ad almeno 14 per aereo. In un'ora appena vengono abbattuti altri 12 aerei esatti, ma la situazione è sempre peggiore: anzitutto, vengono sparati altri 168 colpi, inoltre questi non bastano per evitare che un Helldiver riesca a sganciare una bomba e addirittura a scampare al tiro di due Super Rapido: il tiro di una centralina di tiro era probabilmente difettoso, mentre l'altra semplicemente non è riuscita a fare danni sufficienti e il robusto Helldiver è riuscito a scappare dopo avere sganciato una bomba, che esplode a meno di 15 metri dal fasciame dello scafo, cosa che riduce subito la velocità a 22 nodi, perché uno degli assi si deforma e deve essere staccato, mentre entra acqua a bordo.
L'Helldiver torna indietro, e raggiunge ancora il De La Penne, cercando di prenderlo sotto tiro con le mitragliere. Il Super Rapido di destra ha aperto il fuoco prontamente appena si è avvicinato in leggera planata, abbattendolo con altri 5, preziosi, colpi.
Di proiettili da 127 mm VT non ce ne sono più, e il cannone è fuori uso in ogni caso. Restano solo circa 160 proiettili da 76 mm. Basteranno? All'orizzonte, per quanto il cielo possa sembrare così strano, si nota una certa diminuzione di luce, il Sole sta abbassandosi. Sono 8 ore e 3/4 oramai di questa pazzia. Se si arriverà a notte, forse gli attacchi cesseranno. E per l'alba successiva, arriveranno in Florida, a far visita ai colleghi dell'US Navy. Saranno in salvo. O così si spera.
La nave è danneggiata, ma non in maniera drastica. La cosa peggiore è l'aver perso uno degli assi e la velocità ridotta da 30 e oltre nodi a soli 22. Danneggiata la prua da impatto, danneggiato lo scafo a sinistra, ma non solo: schegge e pallottole ovunque. Gli Helldiver, scesi sotto i 3.000 metri, hanno alle volte aperto il fuoco con le mitragliere da 12,7 o da 20 mm, e molti colpi hanno fatto centro. Hanno danneggiato anche almeno da una delle D.T. della nave, e altre attrezzature elettroniche. Diversi feriti in infermeria. La situazione diventa seria, anche se non ancora critica.
Arriva l'ennesimo Helldiver, il De La Penne spara ancora con il Super Rapido di poppa, tirando da circa 5.500 metri, evidentemente i nervi stanno cedendo e lasciano posto al fatalismo. Non c'é molto da dire al riguardo. L'Helldiver, picchiando da circa 5.000 metri a 70°, scende giù come un falco a 600 km/h. Due Super Rapido aprono il fuoco (quello poppiero e quello di sinistra), fin dai 4.400 metri di distanza. Bam-bam-bam. Almeno 18 colpi a testa, la più grande 'sparata' della giornata. L'Helldiver si è disintegrato sul cielo della nave. Pezzi da tutte le parti, dopo l'esplosione a circa 1.900 metri. Il motore si è conficcato dentro l'hangar, incendiandolo e bruciando anche uno degli elicotteri AB-212. I cannoni da 76 mm hanno sparato anche al motore, centrandolo con un colpo in pieno e altri per prossimità, spaccandolo, ma una delle due stelle e il mozzo dell'elica (peso complessivo sui 350 kg) si sono schiantati a circa 700 km/h sul soffitto della sovrastruttura.
Circa 130 colpi rimasti da 76 mm, quando arrivano altri bombardieri, non possono pertanto fare molto. Altri 15 colpi stendono un Helldiver che esplode in aria a circa 2.200 metri dopo che l'apertura del fuoco era stata fatta da 3.900 metri circa.
Altra bestia in avvicinamento, inesorabile. Un Super Rapido apre il fuoco da 3.000 metri, ma l'Helldiver spara a sua volta con tutte le armi disponibili praticamente allo stesso tempo. Un Super Rapido viene messo fuori uso, è quello di sinistra, centrato in pieno da parecchi proiettili. Per giunta, uno scoppio nell'hangar incendiato qualche minuto prima, mette fuori uso definitivamente anche il cannone SR da 76 mm poppiero, che a sua volta spara all'Helldiver, praticamente si eliminano a vicenda. 8 colpi appena, ma uno ha fatto esplodere l'Helldiver, che si è schiantato in mare a circa 200 metri dalla nave. Ma ancora una volta, questo scoppio ha fatto danni da schegge, perché la bomba è esplosa. E' la settima volta almeno che succede, più l'impatto diretto di un altro Helldiver e i rottami, schegge e munizioni cadute dappertutto. Molte delle schegge sono persino quelle degli stessi cannoni antiaerei, cosa ovvia visto che il tiro è contro aerei in volo quasi sulla verticale della nave.
Resta solo quello di destra e il cannone da 127 che ha ripreso a funzionare. I marinai trafelati portano tutte le munizioni ancora disponibili ancora al cannone da 76 mm di destra. Basterà? Sta per fare sera, e forse questo salverà la nave.
Le incursioni continuano senza requie. Un Helldiver si getta in picchiata e l'unico Super Rapido ancora efficiente gli spara contro fin dai 6.000 metri di distanza, più disperazione che altro, anche perché gli Helldiver si sono dimostrati pericolosi se lasciati avvicinare. Ha successo: un altro Helldiver abbattuto, anche se tirando due scariche da 6 colpi l'una. E così si scende a raccattare gli ultimi cento colpi disponibili. Anche il cannone da 127 ha tirato 6 proiettili di tipo esplosivo cercando di colpire l'aereo.
E' così che si arriva alle otto ore di battaglia consecutiva. Gli Helldiver continuano implacabili, mentre all'orizzonte comincia a fare sempre più scuro. Ma ogni cinque minuti circa, arriva una nuova Nemesi: l'Helldiver, probabilmente il 116o che appare, viene ingaggiato ancora una volta da raffiche di colpi, una, due, addirittura tre, mentre le munizioni esplodono dappertutto attorno all'aereo crivellandolo di schegge. A quel punto, a circa 1.300 metri, mentre sta già cadendo a pezzi e senza controllo, la bomba nel ventre dell'aereo esplode con grande violenza. Il motore e numerose schegge vengono sparati via come un'enorme pistola a tappo e fiammeggiando continuano la loro corsa pazza verso la superficie, centrando anche la plancia comando, ferendo gravemente il comandante e uccidendo diversi altri ufficiali che stavano osservando la situazione.
L'attacco successivo non è meno devastante, ma bastano appena i primi sei colpi tirati da circa 5.000 metri per abbattere l'aereo (centrato definitivamente attorno ai 3.500). Non è così con il successivo Helldiver, che riesce a passare attraverso tutto quel che gli viene tirato contro, probabilmente la centrale di tiro era danneggiata dalle concussioni degli stessi cannoni, in quel momento spara anche il pezzo da 127 oltre a quello da 76. Niente da fare: 5 proiettili da 127 mm tirati entro i 3 km mancano il bersaglio, forse di poco, altri 15 da 76 mm non hanno miglior fortuna, incendiando l'aereo ma senza riuscire a distruggerlo totalmente, infine l'aereo sgancia la bomba che manca il bersaglio e poi cade in mare dopo avere mitragliato le sovrastrutture della nave.
Arriviamo agli sgoccioli: altri due Helldiver vengono eliminati tirando da oltre 4.500 metri sparando alla massima cadenza di tiro, comportando però il consumo di 23 preziosi proiettili da 76 e alcuni da 127.
La sera comincia ad allungare le ombre, per quel che se ne capacita l'equipaggio. Resistere, sperare, resistere. Ci fossero soltanto pochi colpi da 76 in più...
Altri 19 colpi servono per abbattere un Helldiver tirato giù da circa 2.000 metri di quota.
Ma poi doveva arrivare. Un altro Helldiver, precisamente il 123o. Il cannone apre il fuoco ancora una volta, e riesce ad abbattere anche quello. Ma con gli ultimi 29 proiettili, iniziando il tiro da 4.700 metri, provocandone lo scoppio in aria e sparando anche alla bomba che si è separata dall'aereo, ancora puntata sulla nave, anche se l'ha mancata. Peraltro anche la bomba manca la nave. Ma è l'ultima cosa che riesce a fare.
Il 124o Helldiver arriva dopo circa 8 ore e 45 minuti dall'inizio, poco prima delle 18. Dallo schermo radar si vede ancora questo maledetto arnese che si avvicina, come se tutte le volte ci fosse da rifare la stessa scena mostruosa. Ma stavolta senza munizioni per recitare la propria parte. I cannoni da 76 mm le hanno finite tutte, e il pezzo da 127, dopo avere sparato l'ultima scarica di 4 colpi dopo l'ultimo ingaggio, si è rotto un'altra volta. E adesso non c'é rimasto più molto su cui fare affidamento: soltanto navigare e manovrare al meglio possibile. Ma non si può sperare solo su quello. Su ponte e sovrastrutture si schierano dozzine di marinai armati di fucili, ma cosa possono fare contro un bombardiere in picchiata? Oltretutto non è sicuro che vi fossero i fucili AR da 5,56, forse erano armi da 7,62 tipo Garand, o forse addirittura i moschetti MAB da 9 mm, che la MMI ha tenuto, a quanto pare, molto tempo in servizio, ben oltre un livello ragionevole.
Il dannato Helldiver attacca ancora una volta. La nave si muove virando stretta per cercare di rovinare la mira dell'aereo nemico. Ma questo si avvicina il più possibile e prima spara da circa 2.500 metri per circa 4 secondi, poi punta diritto sul target. Da 700 metri di quota sgancia la sua micidiale bomba. E' una HE di vecchio tipo, ma da 1.000 libbre. Metà circa sono di esplosivo, TNT o amatol. E' abbastanza in ogni caso.
La bomba colpisce la nave con la stessa precisione riservata dalle difese della nave ai 123 predecessori di questo Helldiver. Entra vicino alla torre di comando, appena a poppavia sulla destra, vicina al fumaiolo. Non è un'arma perforante, ma questo non conta nulla se non hai a che fare con una struttura protetta, anzi è meglio che non sia così, perché il carico di esplosivo è del 50% anziché del 14% o giù di lì. E per passare, passa. Parliamo di un oggetto metallico pesante mezza tonnellata e veloce qualcosa come quasi 200 metri al secondo, poco meno di una pallottola. Penetra il ponte di coperta e poi scoppia circa 7 metri più sotto. L'esplosione distrugge un locale turbine e la COC, oltre a squarciare la nave con un cratere largo almeno 12 metri al ponte di coperta. Da un lato rompe il fasciame esterno in alcuni punti per schegge o per urto, mentre dall'altro provoca un grande incendio. La nave è fuori uso e rallenta a circa 10 nodi, appesa letteralmente ad un motore diesel per navigare ancora.
L'Helldiver torna e mitraglia due volte la nave, colpendo le sovrastrutture, prima quella di prua e poi quella di poppa. Dopo di che, va via e sparisce.
Il danno è grave, a bordo è una strage, ma la nave può ancora sopravvivere. Se soltanto la lasciassero fare.
Dopo altri 5 minuti, arriva il 125o Helldiver. Scende giù in picchiata e punta con la massima tranquillità, senza nemmeno sparare: sgancia una bomba sulla nave. Incredibilmente la manca, ma comunque l'ordigno la scombussola un pò, cadendo a meno di 60 metri. L'Helldiver se ne va dopo un paio di passaggi di mitragliatrice, ma non è deluso. I missili Teseo, a mezza nave, già danneggiati dai colpi precendenti, prendono fuoco e qualcuno esplode. Le armi leggere da bordo colpiscono l'aereo, ma ben poco effetto sortiscono, tanto che se ne va senza danni apprezzabili.
Poi arriva il 126o Helldiver, sempre dopo 5 minuti. La mercé del secondo Helldiver non dura con il terzo: un'altra bomba da 1.000 libbre viene sganciata da circa 800 metri di quota e centra in pieno la nave, stavolta nella zona del lanciamissili SM-1MR. Altra tremenda esplosione, e un uragano di fiamme che erutta dalla zona disastrata. Così finisce la nona ora di battaglia.
Finché la barca va... un altro Helldiver arriva circa 5 minuti dopo e centra ancora la nave distruggendo la zona poppiera e il timone. Dalla chiglia danneggiata entra un fiume d'acqua che invade diversi compartimenti a poppa.
Dopo circa 5 minuti, il 127o mostro arriva e colpisce il De La Penne, ma stavolta non in maniera diretta. Forse è stata una cosa voluta. Lo scoppio di circa 220 kg di TNT (o di Amatol?) avviene a circa 5 metri dalla murata di dritta dello scafo, a circa 9 metri di profondità. Forcella perfetta, lo scoppio schianta lo scafo lungo circa venti metri di murata, rompendo o superando le paratie di almeno tre compartimenti.
Non bastando ancora, dopo circa 5 minuti un'altra 'bestia' arriva con la stessa missione, la 128a. Piazzare un'ennesima bomba sulla sventurata nave italiana. Un'altra esplosione a segno dentro lo scafo della nave, aprendo altre vie d'acqua fin sotto la chiglia e rompendo altri compartimenti stagni. Una falla di circa 4 metri per 2 e mezzo, nella zona poppiera vicina alla sovrastruttura, fa entrare una quantità enorme di acqua dentro uno scafo oramai disgregato, inizialmente una valanga che comporta qualcosa come 5 tonnellate d'acqua al secondo. Dopo appena un minuto circa 250 tonnellate d'acqua sono entrate dentro lo scafo da 5.000 tonnellate. Dopo due minuti sono diventate circa 400 e l'angolo di inclinazione sulla dritta della nave è salito a 10 gradi. Nel mentre sta arrivando un altro, ennesimo Helldiver.
Dopo altri tre minuti circa, mentre quest'altro Helldiver sta andando in picchiata verso l'inerme De La Penne, quest'ultimo ha già a bordo almeno 700 tonnellate di acqua e un'inclinazione di circa 10° e il ponte di coperta sta toccando il mare. La nave è già in affondamento, visto che oltretutto non c'é più energia e forse nemmeno personale per salvarla.
Ll'ennesima bomba finisce alla dritta della zona poppiera, esplodendo dopo avere passato il ponte di coperta e detonando sul fasciame esterno. La nave viene quasi spezzata in due all'altezza della sovrastruttura poppiera. Il movimento di rollio sale ancora, arriva a circa 40° mentre l'acqua entrata dentro lo scafo è superiore a 2.000 tonnellate e in rapido aumento.
Pochi minuti dopo, mentre il 130o Helldiver sta arrivando, la nave sta già capovolgendosi. La bomba infatti la prende sulla fiancata di sinistra, con l'ennesima esplosione. Dopo pochi secondi la nave si rovescia totalmente e affonda rapidamente, a causa dei danni della chiglia dove era già presente una moltitudine di falle.
Una nave di appena 150 metri e 5.400 tonnellate a pieno carico non poteva fare di meglio di così. Una bomba dietro la plancia a destra, poi una nella sovrastruttura poppiera, una sul ponte di volo poppiero, una vicina alla sovrastruttura poppiera a dritta, nonché altre due vicine di cui una a distanza letale dallo scafo, ancora una volta a dritta, tanto da averlo rovinato totalmente per almeno novanta metri di lunghezza, tra un danno e l'altro. Ecco perché non riesce a restare a galla. Un'altra bomba sul fianco sinistro quando era già fatta. Dopo 123 fallimenti, sono bastati 7 bombardieri per fare questo. 5 bombe in pieno, una near miss e un'altra più lontano, forse l'unica del lotto che non ha fatto danni apprezzabili.
Prima va giù a poppa, poi la prua. Poi solo fumo e rottami.
L'ultimo Helldiver si avvicina, ma a galla non c'é più niente, gira in tondo tre volte, e poi se ne va da dove è venuto.
Il Sole, sparito fino ad allora, torna a splendere per un istante almeno. Erano passate quasi 10 ore dall'inizio di questa follia.
La mattina dopo, un naufrago del cacciatorpediniere viene ripescato mentre è aggrappato ad una zattera. E' l'unico superstite e gli spetterà di raccontare dell'incredibile fato che ha coinvolto la sua nave. Nessun altro rottame verrà mai ritrovato, né corpi né scialuppe.
E nemmeno i resti di 123 Helldiver, di cui 45 abbattuti da missili e 78 da cannoni, né testimonianze dei 55 missili sparati, con una Pk dell'81%, o dei circa 800 proiettili con spolette di prossimità e altri ancora di tipo convenzionale, tirati con una probabilità di distruzione del 10%. Niente, non c'era nulla di nulla, né sopra né sotto il mare.
Solo un mistero chiuso nelle parole di un giovane marinaio di leva, poi internato per dieci anni in un ospedale psichiatrico.
Un altro mistero insoluto del Triangolo delle Bermuda.
No destroyer was destroyed in the making of this post.
2-11-18
Visto che tanto abbiamo già parlato del wargame, non mi dilungo oltre nel descriverlo, così ecco come ho elaborato la battaglia aeronavale. E' sadica, lo so, alla fine il povero De la Penne finisce male come i tori nelle arene. Però è divertente. In fondo, è un gioco, mica un'apologia al male ;D
Ecco a voi una prima serie di elaborazioni fatte pensando anzitutto al De la Penne contro l'Helldiver.
Questo wargame è una specie di racconto horror. Del resto, la guerra cos'altro è? Ma di quegli horror al confine della realtà. Anche oltre.
Ma prima della battaglia, presentiamo brevemente i nostri protagonisti...
Helldiver: Velocità (profilo 'facile') 360 km/h a 5.000 m; profilo difficile, 450 km/h a 6.100-6.700 m; profilo intermedio, 450 km/h a 5.000 m o 400 km/h a 6.000 m. Max assoluto, circa 470-475 km/h a 5.000+ m.
Armamento minimo sindacale: una bomba HE da 450 kg. Massimo: fino a 1x450 kg HE + 2 bombe da 230 kg HE interne. Possibilità di portare 8 razzi da 127 mm. 2 mitragliere da 12,7 o 20 mm nelle ali più due da 7,62 difensive dorsali. Tangenza pratica oltre 8.000 metri.
Ct. De La Penne: armamento: 1 lanciatore SM-1MR da 40 missili, raggio di tiro pratico circa 40 km a media quota; 1 lanciamissili Albatros con 16 (o 24?) missili, raggio di tiro pratico circa 20 km; 1 cannone da 127 mm, raggio di tiro pratico 7 km a.a.; 3 cannoni SR da 76 mm, raggio di tiro pratico 6 km a.a.. 3 radar di scoperta aerea; 6 radar di controllo del tiro di cui 2 guidamissili e 4 misti guidamissili/artiglieria.
E' la prima e più semplice delle descrizioni, eppure c'é da accapponare la pelle. Perché adesso andiamo...
AI CONFINI DELLA REALTA'....(21-8-18)
---Anni '90. Da qualche parte al largo della Florida, in un bel giorno di Sole...
1-visita a sorpresa
Una crociera come tante altre, in mezzo all'oceano. Sono le 9.00 AM. E' estate e la giornata è lunga e calda. E' appena passato un forte uragano ma la nave sembra non avere subito danni in questa sua visita 'di cortesia' verso l'America Latina, specialmente verso le marine che hanno già navi italiane, o che vorrebbero averne. Diplomazie navali e industriali. Ma non sarà così semplice, perché oltre all'uragano che ha imperversato per un'intera giornata, c'é dell'altro. Tempesta magnetica fortissima, comunicazioni interrotte, tempo e visibilità buone, pieno giorno. Resta il fatto che non si riesce ad avere una comunicazione decente con nessuno, apparentemente sembra che non ci sia nessuno dall'altra parte. Niente satellite, e alla radio qualche frase sconnessa, con tonalità sconosciute, quasi minacciose, anzi, alle volte, senza 'quasi'. Poi, dopo circa mezz'ora che continua ad esservi questa strana atmosfera di isolamento, quasi all'alba del XXI secolo, il mare che diventa come bianco, chiaro, quasi di color panna. Strano fenomeno, specie verso i tropici. Come se la salinità fosse diversa, o forse c'entra il fatto che anche il cielo è bianco e il mare piatto lo riflette? Tutto molto singolare. Ma mai quel che sarebbe accaduto poi.
Il blip apparso sul radar è sospetto. Fino a pochi secondi fa non c'era. Ma l'operatore radar lo conferma. Sia il grande radar 2D che l'AN/APS-52 collegato con il sistema SM-1 ha identificato un aereo in avvicinamento. Amico? Non si sa: l'IFF non dà risposta. Quindi è sconosciuto. Sarà un aereo da diporto? Ma, in mezzo al mare? Già, ma quale mare? L'estremità orientale del Triangolo delle Bermuda, fantomatica zona 'misteriosa' dove si dice che navi e aerei scompaiano senza lasciare traccia. Ma che ne appaiano altri, è difficile da capire. Forse era anch'esso in difficoltà, aveva subito gli effetti della tempesta? Non riusciva a comunicare o nemmeno sapeva dove si trovava? Chissà. Nessuna comunicazione è possibile. Però per avvicinarsi, si avvicina. Questo lo fa notare l'operatore radar all'ufficiale in servizio nella COC, che a sua volta chiama il comandante in plancia. Ben presto sono tutti allertati. Non è un aereo veloce. Né vola veloce. Ha una velocità di circa 200 nodi, sui 360 km/h, mentre la quota è di 16.500 ft (5.000 metri circa). Quel che conta, però, è che si sta avvicinando diritto sulla nave, e che non comunica. Con quelle prestazioni, è chiaro che si tratta di un aereo ad elica, magari un bimotore da trasporto VIP, o forse un corriere di droga che è andato fuori rotta? Chissà. Però non risponde alla radio e non c'é da scherzarci troppo. In sostanza, è, espresso in termini metrici, in volo a 5.000 metri circa, e sarà pure lento, ma si avvicina sui 100 metri al secondo. Ma forse la cosa più inquietante, è che è apparso improvvisamente, a circa 30 km di distanza. Non c'é una ragione per la quale un radar capace di vedere a 300 km non possa avvistare un simile aereo, ad una simile quota, a distanze molto superiori. Qui, invece, è come se fosse apparso all'improvviso, come se non ci fosse mai stato prima. Sarà un effetto della tempesta magnetica? Chissà. Ad ogni modo, le chiamate della nave, con tono progressivamente più forte e imperativo, cominciando ad infittirsi. Non c'é veramente ragione per essere preoccupati, anche perché il tizio è in volo ad alta quota e non sembra ostile in nessun modo, però l'idea di essere sorvolati in mare aperto da un aereo che nemmeno risponde alle comunicazioni, forse perché in difficoltà, non fa molto piacere. Strano, sì. Ma del resto non è detto che la radio sia sintonizzata o funzionante e in acque internazionali, nessuno può impedirgli in ogni caso di farsi gli affari suoi.
Poi, mentre sulla plancia gli ufficiali stavano discutendo di questo strano aereo, osservandolo direttamente con i binocoli per vedere se avesse dei danni a bordo o qualcosa del genere, e che insegne mostrasse, si comincia a vedere che non si tratta di un aereo del tutto normale. E' di colore scuro, aspetto tozzo, grande coda. Sarà mica un warbird, di quelli che vanno tanto di moda negli States, forse finito anch'esso fuori rotta?
Sarà. Forse. Dopo alcuni minuti in cui non accade nient'altro che l'avvicinamento dello stesso velivolo in rotta con la nave, sospetto ma nient'affatto terrificante, per qualche ragione la sua presenza sembra quasi suscitare meno attenzione. Sono passati circa 5 minuti dall'apparizione dell'aereo misterioso. Ma ad un certo punto il puntino scuro perde quota. Prima si pensa che sia in difficoltà, forse sta cadendo? E' a circa 6 km dalla nave, molto distante ancora. Ma, misurato sull'orizzontale, sono solo 2 km. Però che strano: sta aumentando la velocità e la rotta è stabile... Ma che succede? Dopo una quindicina di secondi si vede che l'aereo si dirige testardamente verso la nave, aumentando l'angolo di picchiata fin quasi alla verticale, probabilmente attorno ai 60-70°. Ma... ma.. non sarà mica che... no, non è possibile! In circa 15 secondi ha perso circa 2 km di quota e sta andando dritto verso la nave. A quel punto il comandante, giunto sul posto, ordina un'accostata immediata, anche se la velocità, in quel momento, è ancora piuttosto esigua: solo 14 nodi. L'aereo nemico a quel punto apre gli aerofreni. Incredibile! Non sapendo cos'altro fare, ordina l'apertura del fuoco con i cannoni Super Rapido di prua. Questi sono armi potentissime per la difesa ravvicinata. Ma bisogna allertarli per tempo, altrimenti non funzionano! Dopo pochi altri fatidici secondi, l'aereo sgancia una bomba, mentre la centrale dei Super Rapido è appena stata allertata e i cannoni stanno andando in punteria. Sceso a velocità più ridotte, l'aereo nemico sarebbe un facile bersaglio, ma solo per difese accorte: rilascia la bomba da circa 800 metri di quota, mirando preciso alla zona prodiera della nave. Tempo cinque secondi, e la bomba si schianta contro la nave stessa, mentre uno dei Super Rapido sta appena sparando un primo proiettile, seguito da un secondo, ma entrambi inefficaci data la rapida manovra di richiamo dell'aereo che manda la punteria in difficoltà in quell'improvviso attacco. Sono passati circa 30 secondi dall'inizio della picchiata. Ne passano pochi altri, prima che la nave venga scossa dall'esplosione della bomba, una da 1.000 lb caricata con circa 200 kg di Amatol. E purtroppo per il De La Penne, scoppia centrando la zona anteriore della nave. Lì è pieno di depositi munizioni e di missili. Le armi che avrebbero dovuto proteggere la nave e che tanto è piaciuto di tenere sia in gran numero in un piccolo scafo, esplodono una dietro l'altra, e il De La Penne fa più o meno la fine di tutte le navi che esplodono per detonazione della Santabarbara. Dopo circa un'ora si rovescia e va a picco, a causa delle imponenti vie d'acqua e degli incendi incontrollabili.
L'aereo è sparito. I superstiti confermeranno: giurano che fosse un Helldiver. Vecchia conoscenza della Marina essendo stato ironicamente, il primo bombardiere (e forse anche l'unico) dell'aviazione navale del dopoguerra.
BEH, tutto qui? In questo universo sì. O forse no. O forse qui sotto è descritto in azione, in realtà, il suo gemello Mimbelli. Chissà. Però abbiamo una seconda versione della storia, molto più movimentata...
2-fino all'ultima pallottola!
La manovra riesce all'ultimo momento. Avesse calato un pò la quota, diciamo sui 3.000 o 4.500 metri (ma non troppo basso per non destare comunque eccessivi sospetti e farsi riconoscere più facilmente), l'aereo nemico sarebbe riuscito ad avvicinarsi con maggiore facilità e a sorprendere il De La Penne. Invece una manovra all'ultimo momento ha permesso di impedire il peggio. Lo scoppio è avvenuto a circa 11 metri di profondità e a circa 32 metri dalla prua della nave. Uno scossone non da poco, lievi danni a bordo; ma appena prima, il Super Rapido attivato ha sparato altri 3 colpi praticamente a bruciapelo sull'aereo in fuga, e il secondo e il terzo hanno preso l'assalitore, che poi è precipitato in mare, oramai incendiato (un proiettile scoppiato per prossimità, un altro o per prossimità stretta, oppure diretto). Gli ufficiali non credono ai loro occhi. Quell'enorme e tozza coda, quel muso altrettanto enorme e arrotondato, quel lungo abitacolo vetrato... non può essere... o sì? E' un Helldiver, lo stesso tipo di aereo che a suo tempo conobbe servizio anche nella Marina Militare del dopoguerra. 46 Helldiver, che peraltro non ebbero fortuna, perché lasciati arrugginire e in abbandono, non ebbero che un servizio effimero quando la marina italiana ne prese possesso, e per tornare nell'era dell'ala fissa dovrà aspettare quasi mezzo secolo con gli AV-8 Harrier. Ma questa è un'altra storia. Che ci faceva un dannato Helldiver in giro, a bombardare una nave in tempo di pace? Un pazzo fanatico di warbird? Ma esistono ancora Helldiver volanti? Bah!
Sarebbe il caso di chiedere al pilota. L'aereo non è caduto troppo malamente in acqua, l'angolo e la velocità sembravano discretamente modesti, forse è sopravvissuto? Ma al di là dei rottami fiammeggianti, non si vede nient'altro, nemmeno un battellino o un salvagente. E' andato.
Ma il mistero non si risolve certo così. Infatti, circa un minuto dopo avere abbattuto questo attaccante, mentre sulla nave è allarme generale, ecco che dagli operatori radar giunge un nuovo avvistamento: un altro blip in tutto simile al primo. Stessa quota, velocità e sopratutto... direzione. Nemmeno questo risponde ai richiami radio.
A quel punto, legittimamente, il De la Penne è autorizzato a sparare per difendersi. Ma come mai è sotto attacco? Questo forse, è il problema minore. Adesso c'é da sparare. Il De la Penne, quando c'é da sparare, non è secondo a nessuno, specie nella difesa aerea ravvicinata. E' diventato un campionario galleggiante dell'industria armaiola italiana, con un ben poco razionale accrocchio di ben 4 cannoni di 2 tipi diversi, più due lanciamissili antiaerei. In genere, le navi o hanno i missili a media gittata più cannoncini per la difesa ravvicinata, oppure hanno missili a corto raggio con i soliti pezzi d'artiglieria di medio e piccolo calibro. Quasi mai accade che essi coesistano. Basti vedere il similare Cassard francese: ha il sistema SM-1 Standard, un cannone da 100 mm, due da 20, due lanciamissili leggeri Sadral che peraltro fanno parte della difesa ravvicinata. Un complesso d'armi completo e rispettabile, ma per gli ammiragli italiani sarebbe stato troppo poco: ecco perché, a parte lo Standard, e il potente cannone da 127 mm automatico, anziché mettere sulla nave 1 o 2 sistemi d'arma per la difesa ravvicinata... ne hanno addirittura infilati 4. E per giunta, tutte armi molto potenti e di gittata inusitatamente lunga per essere sistemi per la 'difesa ravvicinata'. Come definire altrimenti un cannone da 76 mm rispetto ad una mitragliera da 20 o 30 mm, che ha a stento 1/3 della gittata utile, oppure il fatto che, benché due soli di questi sistemi (Albatross anteriore e e Super Rapido posteriore, per esempio, oppure due Super Rapido) sarebbero stati ottimi e abbondanti, ne abbiano sistemati ben 3 (2 SR e l'Albatross) a prua (in appena 20 metri di scafo, inclusi quelli con il pezzo da 127), mentre a poppa, oltre al lanciamissili SM-1, cannone da 76 (con ben due DT Dardo) e due elicotteri, il tutto nella sovrastruttura poppiera. Tutto quest'apparato difensivo è controllato da ben 4 modernissime DT NA-30 (RTN-30X) capaci di controllare sia cannoni che missili (ancorché, presumibilmente, non in contemporanea). Assurdo? Beh, gli Audace avevano un sistema difensivo, con 1 SR in più! (4, tutti a mezzanave, da cui tuttavia non potevano sparare né direttamente a prua o a poppa...), anche se apparentemente con una DT in meno. Oltretutto gli Audace erano più piccoli, leggeri e con più equipaggio, oltre ad un apparato motore a vapore presumibilmente più grosso, e certo più potente. Incredibile, ma vero, i De La Penne appaiono, da questo punto di vista, notevolmente migliori avendo un cannone in meno e il 25% di dislocamento in più. Naturalmente con il loro costo: 800 mld a nave (valori anni '80-90) tutt'altro che economico, e dovuto in non piccola misura allo strabordare di armi e sensori, tra cui 5 radar di scoperta e 6 di controllo del tiro, più 2 sonar, ECM, comunicazioni, due elicotteri con radio, sonar e sistemi elettronici di bordo, più come si è visto, una quantità industriale di armi di bordo, tra cui un'insuperabile difesa ravvicinata, che punta addirittura su dei cannoni SR che hanno, detto dalla 'ditta', la capacità di abbattere 4 missili antinave in rapida sequenza dai 6.000 metri fino a 1.000 (con la strana evenienza che il primo colpo va a segno a 5.500 metri, saranno missili-lumaca, evidentemente).
Però, al di là di considerazioni sull'inusitato costo e complessità di queste navi, è sicuro che possono dire la loro se chiamate a combattere per davvero. E questa è proprio l'occasione giusta, anche se certo non contro i bombardieri del Patto di Varsavia...
Con cosa difendersi? Come si è visto, c'é solo l'imbarazzo della scelta. Il De la Penne ha un cannone Compatto da 127 mm automatico, ben 3 Super Rapido da 76 mm, un lanciamissili Albatross ottuplo e un lanciamissili Mk 13 per gli Standard SM-1MR. Il problema è quante munizioni sono disponibili, ma non pare uno di quelli gravi. Il De La Penne, in questo viaggio, ha la dotazione completa di missili SM-1MR, ben 40 armi. Il lanciamissili Albatross ne ha soltanto 16, ovvero quelle dentro il magazzino. In teoria, potrebbe anche averne altre 8 pronte al lancio nelle celle del lanciatore, che fanno anche da contenitori, ma visto che è una lunga crociera, esporle comunque ad intemperie per periodi prolungati non pare una grande idea e si pensa che le 16 in magazzino, con un sistema di ricarica rapida, siano più che sufficienti.
Le munizioni da 127 e da 76 mm sono assai più difficili da conoscere nei loro numeri, ma in questo caso quelle da 127 sono probabilmente circa 500, di cui peraltro soltanto 200 sono di modelli con spoletta di prossimità (VT), le altre sono ad impatto oppure illuminanti o forse anche di altri tipi, per cui la difesa aerea non può di fatto che essere limitata dal numero di proiettili con questo tipo di spoletta.
Nessun problema, invece, per i 76 mm, che hanno, sui De la Penne, solo compiti antimissile/antiaereo (qui siamo negli anni '90, non c'erano stati aggiornamenti importanti). Però, proprio per questo, non è necessario avere una grande quantità di munizioni a bordo come sarebbe se per esempio, vi fosse anche la necessità di eseguire bombardamenti a terra. Il numero di proiettili disponibili nelle giostrine di caricamento per ciascun cannone è di 80, pari a circa 40 secondi di fuoco continuato (non consigliabile, dato il surriscaldamento inevitabile). Certamente ve ne sono anche di ricarica, ma bisogna considerare una cosa dei proiettili 'antimissile': saranno solo proiettili, ma specialmente per il tipo di spolette che hanno, costano dannatamente (Massimo Annati, a proposito dei proiettili da 40 mm di ultima generazione, parlava di migliaia di dollari). Per cui è facile che, visto sia il costo, che la complessità, che la presenza di più armi a bordo, il totale imbarcato per l'occasione sia di 'soli' 200 proiettili per cannone (escludendo eventuali munizioni d'addestramento, anti-superficie o simili). In tutto fanno 56 missili ad alte capacità di distruzione, e 800 colpi con spoletta di prossimità, anch'essi micidiali killer per chi si avvicini troppo. Benché i Super Rapido siano 3 volte più veloci dei Compatto da 127, e con una gittata utile solo marginalmente inferiore apparentemente (6 km vs 7), va detto che questi ultimi hanno munizioni con circa 5 volte tanto sia di peso complessivo che di esplosivo interno, quindi sono decisamente più temibili per un aeroplano, potendo distruggerlo anche per scoppio di prossimità ad alcuni metri di distanza.
Avvisato il nuovo intruso di identificarsi, il De La Penne aspetta circa due minuti prima di passare alle vite di fatto. Carica sulla rampa Mk 13 un missile SM-1MR e lo punta sul bersaglio. Lancia da circa 12 km, quando il target era tenuto sotto controllo anche dalla rampa Albatros, tanto per non farsi mancare nulla. Subito il lancio del missile infiamma l'aria e la scia si dirige verso la sua preda, almeno per evitare che divenga un predatore. L'impatto non manca: un boato distrugge il velivolo nemico, apparentemente senza che nemmeno questo abbia tentato di manovrare per evitarlo.
Ogni dubbio di avere reagito eccessivamente contro questo secondo visitatore, viene presto smentito subito dopo. Appena dissipato il boato del secondo target distrutto, mentre i pezzi erano appena spariti alla vista... ancora una volta, un altro intruso si avvicina. Appena sparito uno, ne arriva un altro. Eppure non sono illusioni. Sono veri, e tutti loro appaiono da circa 30 km di distanza, immancabilmente.
A quel punto inizia il tiro a segno contro questo nuovo arrivato, con lancio da circa 18 km dopo circa 2 minuti. Anche stavolta, arriva a segno il missile e il Curtiss cade giù in fiamme, senza più l'ala destra, circa mezzo minuto dopo dal lancio, circa 15 km di distanza.
Appena appena sparisce questo, o giusto pochi secondi dopo, ne arriva un altro. A quel punto viene aperto il fuoco con un altro SM-1 lanciato da circa 25 km, mentre la nave mette potenza e corre a circa 30 nodi utilizzando le turbine. Freneticamente cerca di farsi ascoltare essendo sotto attacco, dai vicini (?) Stati Uniti o da chiunque altro, ma non c'é niente che possano fare. Sembra quasi che non ci sia rimasto un mondo là fuori.
Poi, dopo questi 4 Helldiver(?), la nave viene prontamente ingaggiata da un altro velivolo di tipo analogo. Visto che questi aerei sono relativamente lenti e ci mettono circa 5 minuti per raggiungere la nave, e sopratutto che non ne appaiono altri finché il precedente non sparisce, si pensa di prolungare l'attesa lasciando che l'aereo nemico si avvicini, nel mentre si guadagnerà tempo fuggendo via. Lancio da 12 km, ma stavolta -paura! il missile non funziona! Ha avuto un guasto al motore sostainer (sarà perché vecchiotto?) ed è caduto pochi chilometri dopo la nave. A quel punto viene prontamente lanciato un secondo SM-1, che era stato rapidamente fatto salire sulla rampa, e questo invece abbatte in fiamme l'aereo nemico.
E cinque. Ma anche i missili SM-1 lanciati sono cinque. Cos'altro succederà?
Sono passati, dall'inizio dell'emergenza: 5+3+2+2+4 minuti circa, uguale a 16 minuti. Non male, o forse non bene. Ci sono centinaia di km da percorrere per arrivare ad una qualunque terraferma e anche a 30 nodi non è che si possa fare miracoli.
Subito dopo, il gioco ricomincia implacabile: gli SM-1, visti come armi di sicuro affidamento, vengono lanciati con la massima generosità, ma attendendo sempre che l'avversario sia tra 10 e 15 km. In una serie di azioni successive, infatti, vengono lanciati altri 7 missili SM-1, e ciascuno distrugge l'aereo nemico, tranne uno che lo danneggia e incendia, ma l'Helldiver continua ad avvicinarsi dopo essere stato colpito da circa 11 km: tecnicamente sarebbe un successo essendo sicuramente perduto per il rientro alla sua 'base', visto che è ridotto ad un rottame: ma si avvicina ancora come se nulla fosse, e così viene lanciato un altro missile SM-1. Questo è il nono missile lanciato, e abbatte l'ottavo Helldiver. Seguono altri tre lanci di pieno successo, portando il tutto a ben 12 lanci complessivi, di cui 10 in pieno centro o comunque sufficienti per eliminare altrettanti aerei, uno che ha fallito per guasto, e un altro che ha colpito ma senza sufficiente potenza. In tutto, vengono così abbattuti 10 aerei su 12 missili lanciati, e su 11 velivoli in tutto giunti a importunare il De la Penne, perché il primo è stato abbattuto da cinque proiettili da 76 mm.
Ma anche così, siamo giusto all'inizio: questi altri 6 Helldiver hanno comportato un ulteriore tempo d'ingaggio di circa 21 minuti considerandoli tutti, e quindi oramai siamo ad almeno 37 dall'inizio della crisi.
Dopo avere lanciato 12 missili, il 30% del totale disponibile, di cui 1 con successo parziale e 10 pieno, la serie positiva s'interrompe poco dopo: un altro SM-1 malfunziona durante il lancio, con il sustainer che non ne vuole sapere di accendersi. Segue prontamente un altro lancio, e poi altri 5 in pieno successo, con centri diretti oppure esplosioni entro i 5-6 metri dall'aereo bersaglio. Tutti velivoli abbattuti, mentre il De La Penne continua a scappare ed è per questo, che torna particolarmente utile il sistema SM-1, che è a poppavia. Arrivato al 19o missile, viene registrato un altro lancio fallito, con incrocio a circa 16 km ma senza che vi sia né l'impatto né l'esplosione per prossimità, evidentemente un malfunzionamento della spoletta. Lanciato in fretta il 20o missile, stavolta senza problemi, segue un'altra serie di altri 4 missili senza alcun dilemma. Sono affidabili e potenti, indubbiamente. Ma sempre di meno. Nel frattempo, durante quest'ultimo arco di tempo, sono passati altri 30 minuti esatti, portando così il tempo a circa 67 minuti dall'inizio della crisi.
Malgrado tutto, la situazione diventa progressivamente più difficile. Adesso i missili lanciati sono ben 24, e sebbene di queste armi, 21 abbiano funzionato e in particolar modo, 20 abbiano distrutto il target... ne arrivano di continuo. Come è possibile?
Arriva anche il 22o aereo, ovviamente, e sempre puntualissimo. La nave corre eppure non ha ancora potuto contattare nessuno per la propria protezione, mentre cerca di sottrarsi a questo tipo di attenzioni non propriamente gradite. Lancio missile, ma anche questo non funziona, pare per problema nel sistema di guida nella fase finale dell'ingaggio. Forse si sta raschiando il fondo del barile come qualità delle armi utilizzate? Chissà. Lancio secondo missile da 11 km di distanza, centro pieno. Sembra che vada tutto OK.
Lancio 27o missile, ma ancora una volta non funziona come dovrebbe: l'aereo nemico viene colpito chiaramente, perde pezzi e fumo, ma continua a volare indifferente rispetto ai danni. Probabilmente nemmeno il motore funziona più, ma è a 5.000 metri e da lì può ancora scendere e beccare la nave, anche come attacco kamikaze. Urge altro missile, detto e fatto: boom. Ma intanto siamo al 28o missile, ovvero le riserve sono scese al 30%. E meno male che il magazzino era stato pienato per l'occasione.
Seguono altri sette magnifici missili tutti a segno. Siamo oramai al n.35, con ben 29 target distrutti. Non è certo un problema di missili. Oramai il tempo è volato via: la battaglia sta durando da qualcosa come 102 minuti.
Gli ultimi missili chiudono in bruttezza: uno non parte (non c'é verso di lanciarlo e bisogna rimetterlo in deposito) e un altro perde il contatto durante il volo. Sono rispettivamente il n.36 e il n.39. Il missile N.40, lanciato, fa un botto spettacolare contro l'aereo, ma ancora una volta non basta a distruggerlo totalmente, tanto che questo continua a volare, robusto e corazzato come è, anche se forse non sarebbe mai arrivato alla nave prima di cadere. Sta di fatto, che, sentitasi braccata, l'unità italiana risponde al fuoco sparando un Aspide da 8 km, che centra il bersaglio dopo che si era avvicinato di almeno 4 km rispetto al raggio a cui era stato colpito.
Per gli amanti delle statistiche, dunque, i 40 SM-1MR avevano ottenuto i seguenti risultati:
-1 missile non partito
-2 missili guasto al motore
-3 per problemi di guida o spoletta.
-34 missili a segno di cui:
--3 con successo parziale
--31 totale. In tutto la Pk effettiva dimostrata è di un confortante 77%, o addirittura si potrebbe dire il 79% se si considerano i missili effettivamente partiti. Se si considerano anche gli aerei colpiti, avremmo l'85% di successo visto che erano velivoli quasi certamente condannati a cadere, e se si considerano 34 successi su 39 allora abbiamo l'87% di successi. Tutto molto confortante e molto vero, ma intanto gli Standard sono finiti anche se sono andati vicini a 'one shot, one kill' visto che su 40 soltanto 6 non hanno colpito nulla o non sono partiti.
Fino a quel punto sono arrivati qualcosa come 33 aerei. Non sono certo pochi. 40 Standard, 1 Aspide, 5 colpi da 76 mm sono quel che è servito per farli fuori. E adesso?
Sono già passati circa 115 minuti dall'inizio di questa pazzia. Ma non è ancora finita, anzi. Abbattuto l'ultimo aereo con la collaborazione inedita tra Aspide e Standard, ecco che arriva il 34o visitatore.
A quel punto la nave lancia un Aspide da 12 km e lo abbatte. Riserva lo stesso trattamento anche ad altri 4 successivi, finché anche il celebre missile 'autarchico' (un pò come il Reggiane Re.2000...) fallisce un colpo, spoletta non attivata in tempo con scoppio in ritardo. Segue il lancio di altri 7 missili e poi un altro fallimento per ragioni legate al sistema di guida, che ha avuto un qualche tipo di guasto. Infine altri 3 missili, gli ultimi, tutti centri o quasi. Alla fine, 14 su 16 hanno preso il bersaglio (87% di successo, come gli SM-1), ma pur essendo così precisi e letali... ora sono finiti pure questi!
Il De La Penne ha almeno guadagnato tempo. Ha dovuto cambiare leggermente rotta per tirare con il lanciamissili Aspide da prua, ma almeno lo ha potuto fare per tempo utile. Adesso, però, restano soltanto le artiglierie.
Sono oramai passati 161 minuti dall'inizio di quest'incubo e nessuno capisce ancora cosa stia succedendo.
Adesso ci sono solo i cannoni, ma funzioneranno? Il problema dei 76 mm è che hanno una carica esplosiva piuttosto ridotta, circa 700 grammi. Per quanto efficaci contro i missili a breve raggio, lo saranno anche contro gli aerei? E sopratutto, lo saranno contro degli aerei che per quanto lenti, arrivano giù in picchiata, pertanto anche se colpiti mortalmente, continueranno ad avanzare in maniera apparentemente ancora 'minacciosa'? E se così non sarà, quanti colpi ci vorranno per essere sicuri di averli 'neutralizzati'?
Il tiro ricomincia daccapo, con il cannone da 76 mm di poppa ovviamente, a cui viene delegato il compito di abbattere l'Helldiver. Questo si avvicina a circa 5 km di distanza, solo a quel punto viene aperto il fuoco, sperando di distruggerlo mentre sta scendendo a circa 600 km/h. Pam-pam-pam, il cannone spara una serie di dieci colpi contro l'attaccante. I proiettili cominciano ad incrociarlo a circa 3,5 km di distanza, un raggio entro cui è possibile ottenere ancora un'ottima precisione. Per quando l'ultimo dei proiettili arriva a segno, c'è rimasto poco da distruggere. Un proiettile è addirittura esploso contro l'Helldiver, ma per colmo di sventura, contro una pala dell'elica, la quale è stata strappata via dall'esplosione, mentre il motore è stato scoperchiato. Altri proiettili sono andati a segno con le schegge, e alla fine i serbatoi sono esplosi in fiamme. L'aereo è caduto giù ed è esploso in mare. E' stato colpito in pieno e distrutto totalmente a circa 2,5 km. Non male davvero.
Ma siamo sempre lì. Il secondo aereo non tarda ad arrivare e a farsi abbattere anch'esso con le stesse modalità, e così il terzo. Dopo 3 aerei distrutti con 30 colpi, a quel punto si tenta di fare l'impossibile: eliminare l'attaccante da distanza ancora minore, da circa 4 km come inizio tiro, e con soli 6 colpi iniziali. E funziona! Helldiver esploso in aria a circa 2,4 km. Ma la volta successiva non funziona: l'Helldiver viene danneggiato e incendiato, ma continua ad avanzare anche se oramai finito. Altra raffica di 6 colpi circa, e l'aereo esplode a circa 1,8 km per via della bomba a bordo, tanto che qualche frammento arriva fino sul caccia. Dopo quest'esperienza si decide di ritornare a distanze maggiori, per non correre troppi rischi.
A quel punto gli Helldiver stesi sono ben 4, con appena 42 colpi in tutto. Ottimo, con un Phalanx non sarebbe stato certo possibile, ma ancora c'é da faticare. Un altro Helldiver attacca con grande velocità e angolo di almeno 70°. A quel punto entrano in azione contemporaneamente sia il cannone da 127 mm che il Super Rapido di poppa. Con rispettivamente 4 e 7 colpi, abbattono anche quest'aereo, ma è chiaro che se si vuole che il velivolo nemico venga eliminato non c'é molto di cui far economia.
Altro aereo in azione, sempre in picchiata netta sulla nave: apertura del fuoco stavolta con il solo Super Rapido di poppa: questo spara da circa 4,5 km, colpisce fatalmente l'Helldiver già a 3,3 km con due dei primi 3 colpi, ma la farsa è appena iniziata, infatti l'aereo continua a volare verso la nave e questa continua a sparare a tiro ininterrotto, distruggendolo pezzo per pezzo. Ma il radar continua a tenere agganciato persino il motore che scende verso la nave, effettivamente 'in traiettoria', quando questo si separa dal resto dell'aereo frantumatosi. Così facendo vengono sparati almeno altri 9 preziosi proiettili, visto che non è stato subito ordinato il cessate il fuoco, forse per stanchezza o forse perché ci si fidava troppo del tiro automatico. Resta il fatto che questa volta sono stati sparati, tra 4,5 e 0,9 km, qualcosa come 23 proiettili da 76 mm, preziosissimi. E non sarà l'unica volta.
Guastatosi il cannone di poppa per un cortocircuito, viene usato per il momento il cannone da 127 mm, che distrugge con maggiore disinvoltura i successivi Helldiver, abbattendone 5 con appena 31 colpi in tutto, tirati tra 4 e 2 km generalmente.
Ma niente, non c'é verso. I Super Rapido ricominciano a tirare e ancora una volta, abbattono altri 4 bersagli, ma uno dei bombardieri, dopo essere stato incendiato, arriva a circa 1,5 km e sgancia la bomba, che scoppia a meno di 100 metri di distanza, mentre l'aereo in frantumi esplode a meno di 30 metri. Il De La Penne viene danneggiato leggermente da entrambi gli impatti, dopo avere apparentemente distrutto il nemico con appena 5 colpi. Per questi ultimi centri, hanno tirato in tutto 44 colpi precisi, portando il totale ad almeno 114.
Dopo di allora, viene ricominciato a sparare all'impazzata, il Compatto fa sentire la sua voce tuonante in più occasioni, distruggendo in rapida sequenza altri 7 Helldiver, ma data l'esigenza di non farli avvicinare troppo, viene aperto il fuoco a distanze maggiori, utilizzando così un totale di 47 proiettili, un pò più del normale, ma ancora ottimo (circa 10 secondi di fuoco contro ciascun bersaglio, rigorosamente oltre i 2 km,spesso continuando a sparare finchè il bersaglio non viene disintegrato). Rottami cadono spesso a bordo, alle volte anche munizioni. Ma niente che faccia pensare a dei corpi.
Il Compatto ha quasi esaurito le munizioni. Ha tirato complessivamente 188 colpi, con gli altri 100 extra ha tirato giù altri 18 aerei, sparando oramai a distanze davvero ridotte, spesso a meno di 4 km come prima salva, raffiche di 3-5 secondi per volta.
A quel punto, però, ha finito le munizioni VT (o quasi), mentre i cannoni da 76 ne hanno ancora molte. Il 127 comincia a sparare proiettili ad impatto diretto, cercando di distruggere il bersaglio con centri pieni, il che peraltro sopra i 1.000 metri è difficile assai, specie se spari mentre ad ogni colpi il target si muove di un quarto di chilometro. Nel mentre i cannoni da 76 mm cominciano a sparare, distruggendo un Helldiver dopo l'altro. Assieme al 127, alle volte uno dei SR è attivo, e infatti durante questi ultimi tiri del cannone principale quelli secondari hanno tirato almeno altri 41 colpi, a quel punto consumando il 25% del totale.
Questo duello d'artiglieria è diventato sempre più tragico. Ogni circa 5 minuti è arrivato un nuovo Helldiver. Circa 200 colpi da 127 e 160 da 76 sono stati tirati di conseguenza, arrivando a non meno di altri 39 Helldiver abbattuti. Sono qualcosa come altre 3 ore e 20 minuti circa di agonia, che si aggiungono alle 2 e 40 circa iniziali. Questa pazzia sta andando avanti da qualcosa come 6 ore!
La nave ha abbattuto complessivamente circa 40 aerei con le artiglierie e 45 con i missili, uno sproposito senza alcun dubbio. Ma non è finita.
E nel frattempo l'equipaggio si chiede dove siano tutti. Non trovano una nave. Non c'é un aereo. E non c'é una frequenza radio che li aiuti. Corrono verso la costa, hanno fatto in teoria oltre 300 km, ma non sembra che la cosa li aiuti minimamente.
Adesso, a parte i proiettili da 127 convenzionali, hanno soltanto circa 450 colpi da 76 mm: quanto potranno durare ancora? Se si spara da distanze più ridotte, si riduce il numero di colpi, ma si aumenta anche il rischio di essere effettivamente colpiti.
Questa sensazione è vera anche perché, a quanto pare, alcuni degli aerei nemici, serrando entro i 3 km, hanno aperto il fuoco con le mitragliere contro il De la Penne, cercando di danneggiarlo durante la picchiata mentre continuano inesorabili l'azione.
Il De La Penne cerca comunque, a tutti i costi, di 'tirare' a campare. Nei 102 minuti successivi, riesce ad abbattere altri 19 aerei limitando il consumo di munizioni ad appena 121 (più alcune da 127 mm che in qualche caso, forse 1 o 2, hanno centrato davvero il bersaglio). Poi succede qualcosa: uno degli Helldiver, abbattuto e in fiamme, riesce ad avvicinarsi comunque e a lanciare la bomba da circa 1 km sulla nave, per poi schiantarsi contro la sua prua! La bomba di per sé esplode a circa 30 metri da prua, danneggiando per concussione molta parte dell'impiantistica e della struttura prodiera, tanto che il Compatto va fuori uso (per quel che vale, oramai). Cosa è successo? Il Super Rapido destinato a tirare contro l'Helldiver ha un guasto, spara 3 colpi da 3.600 metri appena, incendia l'aereo, ma poi si inceppa sul più bello e non riesce ad essere supplemententato subito da uno degli altri Super Rapido. Il De La Penne è danneggiato, per la prima volta seriamente.
Peggio, mentre il cielo è ancora chiaro, dopo 7 ore e tre quarti di battaglia, le munizioni sono sempre di meno. Dato che il disastro è stato così da vicino evitato, viene ordinato un altro tipo di tiro: a volontà, costi quel che costi. Così, però, le munizioni vengono sparate a ritmi rafforzati. Subito il numero di colpi necessari per abbattere un Helldiver sale ad almeno 14 per aereo. In un'ora appena vengono abbattuti altri 12 aerei esatti, ma la situazione è sempre peggiore: anzitutto, vengono sparati altri 168 colpi, inoltre questi non bastano per evitare che un Helldiver riesca a sganciare una bomba e addirittura a scampare al tiro di due Super Rapido: il tiro di una centralina di tiro era probabilmente difettoso, mentre l'altra semplicemente non è riuscita a fare danni sufficienti e il robusto Helldiver è riuscito a scappare dopo avere sganciato una bomba, che esplode a meno di 15 metri dal fasciame dello scafo, cosa che riduce subito la velocità a 22 nodi, perché uno degli assi si deforma e deve essere staccato, mentre entra acqua a bordo.
L'Helldiver torna indietro, e raggiunge ancora il De La Penne, cercando di prenderlo sotto tiro con le mitragliere. Il Super Rapido di destra ha aperto il fuoco prontamente appena si è avvicinato in leggera planata, abbattendolo con altri 5, preziosi, colpi.
Di proiettili da 127 mm VT non ce ne sono più, e il cannone è fuori uso in ogni caso. Restano solo circa 160 proiettili da 76 mm. Basteranno? All'orizzonte, per quanto il cielo possa sembrare così strano, si nota una certa diminuzione di luce, il Sole sta abbassandosi. Sono 8 ore e 3/4 oramai di questa pazzia. Se si arriverà a notte, forse gli attacchi cesseranno. E per l'alba successiva, arriveranno in Florida, a far visita ai colleghi dell'US Navy. Saranno in salvo. O così si spera.
La nave è danneggiata, ma non in maniera drastica. La cosa peggiore è l'aver perso uno degli assi e la velocità ridotta da 30 e oltre nodi a soli 22. Danneggiata la prua da impatto, danneggiato lo scafo a sinistra, ma non solo: schegge e pallottole ovunque. Gli Helldiver, scesi sotto i 3.000 metri, hanno alle volte aperto il fuoco con le mitragliere da 12,7 o da 20 mm, e molti colpi hanno fatto centro. Hanno danneggiato anche almeno da una delle D.T. della nave, e altre attrezzature elettroniche. Diversi feriti in infermeria. La situazione diventa seria, anche se non ancora critica.
Arriva l'ennesimo Helldiver, il De La Penne spara ancora con il Super Rapido di poppa, tirando da circa 5.500 metri, evidentemente i nervi stanno cedendo e lasciano posto al fatalismo. Non c'é molto da dire al riguardo. L'Helldiver, picchiando da circa 5.000 metri a 70°, scende giù come un falco a 600 km/h. Due Super Rapido aprono il fuoco (quello poppiero e quello di sinistra), fin dai 4.400 metri di distanza. Bam-bam-bam. Almeno 18 colpi a testa, la più grande 'sparata' della giornata. L'Helldiver si è disintegrato sul cielo della nave. Pezzi da tutte le parti, dopo l'esplosione a circa 1.900 metri. Il motore si è conficcato dentro l'hangar, incendiandolo e bruciando anche uno degli elicotteri AB-212. I cannoni da 76 mm hanno sparato anche al motore, centrandolo con un colpo in pieno e altri per prossimità, spaccandolo, ma una delle due stelle e il mozzo dell'elica (peso complessivo sui 350 kg) si sono schiantati a circa 700 km/h sul soffitto della sovrastruttura.
Circa 130 colpi rimasti da 76 mm, quando arrivano altri bombardieri, non possono pertanto fare molto. Altri 15 colpi stendono un Helldiver che esplode in aria a circa 2.200 metri dopo che l'apertura del fuoco era stata fatta da 3.900 metri circa.
Altra bestia in avvicinamento, inesorabile. Un Super Rapido apre il fuoco da 3.000 metri, ma l'Helldiver spara a sua volta con tutte le armi disponibili praticamente allo stesso tempo. Un Super Rapido viene messo fuori uso, è quello di sinistra, centrato in pieno da parecchi proiettili. Per giunta, uno scoppio nell'hangar incendiato qualche minuto prima, mette fuori uso definitivamente anche il cannone SR da 76 mm poppiero, che a sua volta spara all'Helldiver, praticamente si eliminano a vicenda. 8 colpi appena, ma uno ha fatto esplodere l'Helldiver, che si è schiantato in mare a circa 200 metri dalla nave. Ma ancora una volta, questo scoppio ha fatto danni da schegge, perché la bomba è esplosa. E' la settima volta almeno che succede, più l'impatto diretto di un altro Helldiver e i rottami, schegge e munizioni cadute dappertutto. Molte delle schegge sono persino quelle degli stessi cannoni antiaerei, cosa ovvia visto che il tiro è contro aerei in volo quasi sulla verticale della nave.
Resta solo quello di destra e il cannone da 127 che ha ripreso a funzionare. I marinai trafelati portano tutte le munizioni ancora disponibili ancora al cannone da 76 mm di destra. Basterà? Sta per fare sera, e forse questo salverà la nave.
Le incursioni continuano senza requie. Un Helldiver si getta in picchiata e l'unico Super Rapido ancora efficiente gli spara contro fin dai 6.000 metri di distanza, più disperazione che altro, anche perché gli Helldiver si sono dimostrati pericolosi se lasciati avvicinare. Ha successo: un altro Helldiver abbattuto, anche se tirando due scariche da 6 colpi l'una. E così si scende a raccattare gli ultimi cento colpi disponibili. Anche il cannone da 127 ha tirato 6 proiettili di tipo esplosivo cercando di colpire l'aereo.
E' così che si arriva alle otto ore di battaglia consecutiva. Gli Helldiver continuano implacabili, mentre all'orizzonte comincia a fare sempre più scuro. Ma ogni cinque minuti circa, arriva una nuova Nemesi: l'Helldiver, probabilmente il 116o che appare, viene ingaggiato ancora una volta da raffiche di colpi, una, due, addirittura tre, mentre le munizioni esplodono dappertutto attorno all'aereo crivellandolo di schegge. A quel punto, a circa 1.300 metri, mentre sta già cadendo a pezzi e senza controllo, la bomba nel ventre dell'aereo esplode con grande violenza. Il motore e numerose schegge vengono sparati via come un'enorme pistola a tappo e fiammeggiando continuano la loro corsa pazza verso la superficie, centrando anche la plancia comando, ferendo gravemente il comandante e uccidendo diversi altri ufficiali che stavano osservando la situazione.
L'attacco successivo non è meno devastante, ma bastano appena i primi sei colpi tirati da circa 5.000 metri per abbattere l'aereo (centrato definitivamente attorno ai 3.500). Non è così con il successivo Helldiver, che riesce a passare attraverso tutto quel che gli viene tirato contro, probabilmente la centrale di tiro era danneggiata dalle concussioni degli stessi cannoni, in quel momento spara anche il pezzo da 127 oltre a quello da 76. Niente da fare: 5 proiettili da 127 mm tirati entro i 3 km mancano il bersaglio, forse di poco, altri 15 da 76 mm non hanno miglior fortuna, incendiando l'aereo ma senza riuscire a distruggerlo totalmente, infine l'aereo sgancia la bomba che manca il bersaglio e poi cade in mare dopo avere mitragliato le sovrastrutture della nave.
Arriviamo agli sgoccioli: altri due Helldiver vengono eliminati tirando da oltre 4.500 metri sparando alla massima cadenza di tiro, comportando però il consumo di 23 preziosi proiettili da 76 e alcuni da 127.
La sera comincia ad allungare le ombre, per quel che se ne capacita l'equipaggio. Resistere, sperare, resistere. Ci fossero soltanto pochi colpi da 76 in più...
Altri 19 colpi servono per abbattere un Helldiver tirato giù da circa 2.000 metri di quota.
Ma poi doveva arrivare. Un altro Helldiver, precisamente il 123o. Il cannone apre il fuoco ancora una volta, e riesce ad abbattere anche quello. Ma con gli ultimi 29 proiettili, iniziando il tiro da 4.700 metri, provocandone lo scoppio in aria e sparando anche alla bomba che si è separata dall'aereo, ancora puntata sulla nave, anche se l'ha mancata. Peraltro anche la bomba manca la nave. Ma è l'ultima cosa che riesce a fare.
Il 124o Helldiver arriva dopo circa 8 ore e 45 minuti dall'inizio, poco prima delle 18. Dallo schermo radar si vede ancora questo maledetto arnese che si avvicina, come se tutte le volte ci fosse da rifare la stessa scena mostruosa. Ma stavolta senza munizioni per recitare la propria parte. I cannoni da 76 mm le hanno finite tutte, e il pezzo da 127, dopo avere sparato l'ultima scarica di 4 colpi dopo l'ultimo ingaggio, si è rotto un'altra volta. E adesso non c'é rimasto più molto su cui fare affidamento: soltanto navigare e manovrare al meglio possibile. Ma non si può sperare solo su quello. Su ponte e sovrastrutture si schierano dozzine di marinai armati di fucili, ma cosa possono fare contro un bombardiere in picchiata? Oltretutto non è sicuro che vi fossero i fucili AR da 5,56, forse erano armi da 7,62 tipo Garand, o forse addirittura i moschetti MAB da 9 mm, che la MMI ha tenuto, a quanto pare, molto tempo in servizio, ben oltre un livello ragionevole.
Il dannato Helldiver attacca ancora una volta. La nave si muove virando stretta per cercare di rovinare la mira dell'aereo nemico. Ma questo si avvicina il più possibile e prima spara da circa 2.500 metri per circa 4 secondi, poi punta diritto sul target. Da 700 metri di quota sgancia la sua micidiale bomba. E' una HE di vecchio tipo, ma da 1.000 libbre. Metà circa sono di esplosivo, TNT o amatol. E' abbastanza in ogni caso.
La bomba colpisce la nave con la stessa precisione riservata dalle difese della nave ai 123 predecessori di questo Helldiver. Entra vicino alla torre di comando, appena a poppavia sulla destra, vicina al fumaiolo. Non è un'arma perforante, ma questo non conta nulla se non hai a che fare con una struttura protetta, anzi è meglio che non sia così, perché il carico di esplosivo è del 50% anziché del 14% o giù di lì. E per passare, passa. Parliamo di un oggetto metallico pesante mezza tonnellata e veloce qualcosa come quasi 200 metri al secondo, poco meno di una pallottola. Penetra il ponte di coperta e poi scoppia circa 7 metri più sotto. L'esplosione distrugge un locale turbine e la COC, oltre a squarciare la nave con un cratere largo almeno 12 metri al ponte di coperta. Da un lato rompe il fasciame esterno in alcuni punti per schegge o per urto, mentre dall'altro provoca un grande incendio. La nave è fuori uso e rallenta a circa 10 nodi, appesa letteralmente ad un motore diesel per navigare ancora.
L'Helldiver torna e mitraglia due volte la nave, colpendo le sovrastrutture, prima quella di prua e poi quella di poppa. Dopo di che, va via e sparisce.
Il danno è grave, a bordo è una strage, ma la nave può ancora sopravvivere. Se soltanto la lasciassero fare.
Dopo altri 5 minuti, arriva il 125o Helldiver. Scende giù in picchiata e punta con la massima tranquillità, senza nemmeno sparare: sgancia una bomba sulla nave. Incredibilmente la manca, ma comunque l'ordigno la scombussola un pò, cadendo a meno di 60 metri. L'Helldiver se ne va dopo un paio di passaggi di mitragliatrice, ma non è deluso. I missili Teseo, a mezza nave, già danneggiati dai colpi precendenti, prendono fuoco e qualcuno esplode. Le armi leggere da bordo colpiscono l'aereo, ma ben poco effetto sortiscono, tanto che se ne va senza danni apprezzabili.
Poi arriva il 126o Helldiver, sempre dopo 5 minuti. La mercé del secondo Helldiver non dura con il terzo: un'altra bomba da 1.000 libbre viene sganciata da circa 800 metri di quota e centra in pieno la nave, stavolta nella zona del lanciamissili SM-1MR. Altra tremenda esplosione, e un uragano di fiamme che erutta dalla zona disastrata. Così finisce la nona ora di battaglia.
Finché la barca va... un altro Helldiver arriva circa 5 minuti dopo e centra ancora la nave distruggendo la zona poppiera e il timone. Dalla chiglia danneggiata entra un fiume d'acqua che invade diversi compartimenti a poppa.
Dopo circa 5 minuti, il 127o mostro arriva e colpisce il De La Penne, ma stavolta non in maniera diretta. Forse è stata una cosa voluta. Lo scoppio di circa 220 kg di TNT (o di Amatol?) avviene a circa 5 metri dalla murata di dritta dello scafo, a circa 9 metri di profondità. Forcella perfetta, lo scoppio schianta lo scafo lungo circa venti metri di murata, rompendo o superando le paratie di almeno tre compartimenti.
Non bastando ancora, dopo circa 5 minuti un'altra 'bestia' arriva con la stessa missione, la 128a. Piazzare un'ennesima bomba sulla sventurata nave italiana. Un'altra esplosione a segno dentro lo scafo della nave, aprendo altre vie d'acqua fin sotto la chiglia e rompendo altri compartimenti stagni. Una falla di circa 4 metri per 2 e mezzo, nella zona poppiera vicina alla sovrastruttura, fa entrare una quantità enorme di acqua dentro uno scafo oramai disgregato, inizialmente una valanga che comporta qualcosa come 5 tonnellate d'acqua al secondo. Dopo appena un minuto circa 250 tonnellate d'acqua sono entrate dentro lo scafo da 5.000 tonnellate. Dopo due minuti sono diventate circa 400 e l'angolo di inclinazione sulla dritta della nave è salito a 10 gradi. Nel mentre sta arrivando un altro, ennesimo Helldiver.
Dopo altri tre minuti circa, mentre quest'altro Helldiver sta andando in picchiata verso l'inerme De La Penne, quest'ultimo ha già a bordo almeno 700 tonnellate di acqua e un'inclinazione di circa 10° e il ponte di coperta sta toccando il mare. La nave è già in affondamento, visto che oltretutto non c'é più energia e forse nemmeno personale per salvarla.
Ll'ennesima bomba finisce alla dritta della zona poppiera, esplodendo dopo avere passato il ponte di coperta e detonando sul fasciame esterno. La nave viene quasi spezzata in due all'altezza della sovrastruttura poppiera. Il movimento di rollio sale ancora, arriva a circa 40° mentre l'acqua entrata dentro lo scafo è superiore a 2.000 tonnellate e in rapido aumento.
Pochi minuti dopo, mentre il 130o Helldiver sta arrivando, la nave sta già capovolgendosi. La bomba infatti la prende sulla fiancata di sinistra, con l'ennesima esplosione. Dopo pochi secondi la nave si rovescia totalmente e affonda rapidamente, a causa dei danni della chiglia dove era già presente una moltitudine di falle.
Una nave di appena 150 metri e 5.400 tonnellate a pieno carico non poteva fare di meglio di così. Una bomba dietro la plancia a destra, poi una nella sovrastruttura poppiera, una sul ponte di volo poppiero, una vicina alla sovrastruttura poppiera a dritta, nonché altre due vicine di cui una a distanza letale dallo scafo, ancora una volta a dritta, tanto da averlo rovinato totalmente per almeno novanta metri di lunghezza, tra un danno e l'altro. Ecco perché non riesce a restare a galla. Un'altra bomba sul fianco sinistro quando era già fatta. Dopo 123 fallimenti, sono bastati 7 bombardieri per fare questo. 5 bombe in pieno, una near miss e un'altra più lontano, forse l'unica del lotto che non ha fatto danni apprezzabili.
Prima va giù a poppa, poi la prua. Poi solo fumo e rottami.
L'ultimo Helldiver si avvicina, ma a galla non c'é più niente, gira in tondo tre volte, e poi se ne va da dove è venuto.
Il Sole, sparito fino ad allora, torna a splendere per un istante almeno. Erano passate quasi 10 ore dall'inizio di questa follia.
La mattina dopo, un naufrago del cacciatorpediniere viene ripescato mentre è aggrappato ad una zattera. E' l'unico superstite e gli spetterà di raccontare dell'incredibile fato che ha coinvolto la sua nave. Nessun altro rottame verrà mai ritrovato, né corpi né scialuppe.
E nemmeno i resti di 123 Helldiver, di cui 45 abbattuti da missili e 78 da cannoni, né testimonianze dei 55 missili sparati, con una Pk dell'81%, o dei circa 800 proiettili con spolette di prossimità e altri ancora di tipo convenzionale, tirati con una probabilità di distruzione del 10%. Niente, non c'era nulla di nulla, né sopra né sotto il mare.
Solo un mistero chiuso nelle parole di un giovane marinaio di leva, poi internato per dieci anni in un ospedale psichiatrico.
Un altro mistero insoluto del Triangolo delle Bermuda.
No destroyer was destroyed in the making of this post.
Helldiver vs De la Penne parte 2: la potenza dei numeri secondi
3-11-18
PRIMA DI PROCEDERE OLTRE...
Cosa abbiamo visto prima, nel post precedente? Una serie di analisi probabilistiche, vista e e raccontata come thriller fantascientifico (per gli amanti del cinema, un riferimento ovvio potrebbe essere Dimensione Zero, giusto?), sulle capacità di fuoco e l'analisi delle capacità effettive di tiro dei missili e dei cannoni delle navi italiane. Questo contro un bersaglio facile, anche se qualche volta tutt'altro che collaborativo (alle volte gli aerei nemici sparavano durante la picchiata, che non so quanto fosse normale per le azioni di picchiata fatte da piloti 'umani', che tuttavia non erano certo alla guida di questi 'mostri' preistorici).
Ci sono molte altre valutazioni che si possono fare su questa battaglia con il sacrificio finale del cacciatorpediniere e ognuno se ne può immaginare una ricca serie.
Da notare, in ogni caso, che gli aerei attaccanti erano tutt'altro che prede difficili. Nessun avvicinamento radente, nessun volo oltre la quota massima dell'Aspide, nessun volo alla massima velocità (ebbene sì, il profilo di volo scelto, in questo caso, infatti, è compatibile non solo con il potente Helldiver, ma anche con il suo predecessore, ovvero l'agile e ben noto DAUNTLESS! Eppure l'Helldiver era stato scelto originariamente, proprio perché più veloce del Dauntless e quindi meno vulnerabile prima di arrivare a tiro!); addirittura, nessuna vera manovra difensiva, nemmeno con i missili in avvicinamento. Come un robot, senza paura e senza molta consapevolezza. Un target facile.
Nell'insieme è fiction, ma in condizioni tali da trasformare una realtà 'normale' in un Matrix. Perché sapete, erano disponibili tutti gli Helldiver prodotti (diverse migliaia) per cui l'unica salvezza del De la Penne era scappare fino alla costa americana. Ma questo significava navigare per almeno un giorno e per farlo, doveva combattere centinaia di aerei nemici, visto che almeno 12 ore di luce avrebbero comportato non meno di 144 aerei nemici. E come abbiamo visto, è stato tutto risolto poco oltre il 130° aereo. Poteva farcela il De la Penne? Forse. Spero che il numero di colpi di cannone sia stato logicamente dedotto, in tempo di pace non c'é bisogno di di portare il pieno di munizioni e generalmente non accade, tanto che con i missili antinave, che effettivamente sono ben visibili all'esterno della nave, spesso si assiste a soltanto 2-4 armi presenti su 4-8 totalmente previste. Per i SAM penso che sia la stessa cosa, e per le armi balistiche non è meno vero.
A parte questo, si noti come il discorso del 'cono radar' non è stato messo in luce. Questo per via del fatto che l'aereo era uno solo, quindi veniva tracciato dalle DT prima che entrasse dentro la zona cieca della nave, continuando a tracciarlo in tutto il suo percorso.
Adesso vediamo quel che succede se si cambia la modalità di funzionamento del wargame. Notare bene come nemmeno qui il 'cono di silenzio' appare, il che è spiegato soltanto perché all'epoca non l'avevo ancora ben compreso, evidentemente. Ma anche così, è molto interessante notare come le cose andrebbero in questa battaglia simulata.
Da notare che la storia che segue è una storia di 'escalation', per così dire. Se sapete la storia del tale che voleva farsi compensare dal re con i chicchi di riso sistemati sulla scacchiera, con la sola condizione di raddoppiarne il numero per ogni casella... ci siamo capiti. Solo che qui non è certo il re che vince. Piuttosto, questo è un esempio di come una forza d'attacco multipla possa battere anche la più potente delle difese. E sopratutto, possa farlo in maniera meno costosa e più efficiente. Del resto, se i bombardieri SBD si fossero presentati uno per uno a Midway... oppure gli aerei americani contro la Yamato o la Musashi si fossero presentati uno per uno, comodamente, per gli artiglieri nemici... ve lo immaginate cosa sarebbe successo?
E invece sappiamo come è andata. E adesso vediamo come andrebbe in questo wargame, ai nostri eroi del De la Penne.
3- chicchi di riso e scacchi
Atto I. La sorpresa.
L'aereo sconosciuto si avvicina e cerca di attaccare. L'attacco fallisce di poco e il Super Rapido di diritta abbatte l'Helldiver con 5 colpi a breve distanza. Ok, questo l'abbiamo già visto. Adesso andiamo oltre.
Atto II. La conferma.
Subito dopo appaiono altri due aerei, stesso tipo. Stessa rotta, nessuna notizia. Viene ordinata la massima allerta e ai posti di combattimento. Ok, siamo pronti. Lancio di ultimatum per chiedere agli aerei di retrocedere dai loro intenti e cambiare rotta. Niente. Lancio di due missili Aspide con i suoi sistemi RTN-30X (Dardo-E) di prua. Entrambi gli aerei, ingaggiati a circa 11 chilometri, vengono abbattuti.
Assurdo. Ma non si è visto ancora tutto, anzi è appena iniziato lo spettacolo ai confini della Realtà.
Atto III. Guerra a tutto gas.
Subito dopo avere abbattuto questi due aerei, viene lanciato un altro allarme. Dalla stessa direzione si vedono arrivare ben quattro aerei. Ma come? Cosa sta succedendo? Allora si è in guerra per davvero, ma contro chi?
Non importa. A quel punto bisogna aprire il fuoco prima che sia troppo tardi. Viene lanciato almeno tre volte l'ammonimento a non avvicinarsi oltre, ma è ignorato. A quel punto vengono lanciati due Aspide. E poi altri due. Gli Aspide non sono da meno rispetto alla loro fama commerciale, iniziando l'ingaggio a 12 km, ma uno degli ultimi due non riesce a distruggere del tutto il target. Incendiato, l'Helldiver continua ad avvicinarsi come un demonio, arrancando nell'aria e descrivendo un lungo arco di planata, a soli 7 km di distanza. Presto viene lanciato un altro missile Aspide, che stavolta distrugge totalmente quel diavolo d'aereo.
Atto IV. La rabbia e la gloria.
Finita? Beh, per il momento sì. Ma solo per il momento. Subito dopo, infatti, riappare un gruppo di aerei. Ancora! No, è peggio che pria. Stavolta sono OTTO aerei. Ancora una volta, sono due volte quelli che erano presenti nel round precedente! Ma come affrontare una simile minaccia? Beh, sicuramente dando piena potenza alla macchina difensiva. I sette missili Aspide lanciati sono già quasi la metà del totale, ma gli SM-1 non sono stati toccati, e sono come un vulcano pronto ad esplodere con la loro enorme potenza distruttiva.
Attivati, vengono lanciati in rapida sequenza due SM-1: due enormi esplosioni, a circa 10 secondi l'una dall'altra. Il lancio è avvenuto da circa 25 km di distanza, centro attorno a 22-21 km. Non c'é tempo da perdere: lancio di un altro SM-1, seguito da un altro ancora. Ma quest'ultimo non va da nessuna parte, c'é un problema di accensione del sustainer e il missile ricade in mare. L'altro invece va a segno e distrugge innancambilmente il target, con una testata da oltre 60 kg (o se è degli ultimi Block, da 112) non c'é da stupirsi. Siamo a circa 18 km di distanza.
Lancio di altri missili, in rapida sequenza altri due per poter utilizzare la coppia di radar. Dopo circa 30 secondi il primo va a segno attorno ai 15 km di distanza, seguito pochi secondi dopo dall'altro.
A quel punto viene dato il via per il lancio di tutte le armi possibili. Vengono lanciati due missili SM-1 in rapida sequenza, mentre frontalmente viene lanciato un Aspide contro il terzo aereo rimasto. Il lancio viene eseguito bene, tanto che tutti e tre gli aerei rimasti vengono abbattuti.
Sono rimasti ancora 32 SM e 8 Aspide, per cui tutto sommato è una riserva ancora notevole. E il nemico pare annientato. Dopo questo, c'é quasi da essere orgogliosi: il nemico è stato cancellato, la nave ha dato dimostrazione di grande solidità difensiva.
Atto IV. Sgomento e furia.
Ma solo per il momento. Vengono subito tracciati altri 16 target, appena pochi secondi dopo i primi. Appaiono sempre attorno ai 30 km, così nemmeno è possibile sfruttare appieno la gittata degli Standard.
E quindi, come potranno essere affrontati ben 16 target? Il sistema difensivo dei De la Penne è fin troppo grande e dimensionato, ma è abbastanza per un'impresa del genere? E sopratutto, come si può avere speranza se ogni volta che combatti il nemico e lo sconfiggi, si ripresenta qualche secondo dopo, raddoppiando di forza? Ora si può solo urlare ordini e attivare tutto quel che c'é di disponibile. Si prova con tutto quel che c'é sotto mano. Ma la paura è nel cuore di tutti gli uomini a bordo: anche il potente cacciatorpediniere, potrà mai sconfiggere un nemico del genere?
A quel punto viene ordinato subito il tiro dei sistemi d'arma, lancio dei due SM-1MR in rapida sequenza, impatto a circa 23 e 24 km circa.
Inizia bene, ma poi continua bene oppure no? Il lancio viene rinnovato attorno ai 22 km, con impatto attorno ai 18-19 km, ma stavolta uno dei missili fallisce il bersaglio non esplodendo pur passandoci vicino.
La situazione è ancora difficile da gestire. Vengono lanciati contemporaneamente ben 4 missili, due Aspide e due SM-1MR. I due SM-1MR colpiscono ancora i target distruggendoli, ma nessuno degli aerei vola così vicino all'altro da poter essere distrutto in mucchio. Uno degli Aspide, però, fallisce a sua volta il tiro, un guasto probabilmente al sensore di ricerca. Alla fine, altri tre missili vanno a segno su distanze sui 15 km circa.
A questo punto viene lanciata un'ultima coppiola di missili SM-1, così come più o meno nello stesso momento vengono lanciati due Aspide e impattano tra i 10 e i 12 km. Restano appena 6 aerei da abbattere, incredibile, ben 10 kill in circa 3 minuti.
Gli ultimi 6 Helldiver, però, senza alcun problema apparente, continuano ad avvicinarsi verso la nave. Vengono lanciati altri 4 missili, sempre tra SM-1 e Aspide, tanto per gradire. Stavolta a fallire il colpo è un SM-1, che danneggia il bersaglio, ma non così tanto da abbatterlo sul colpo, tanto che continua ad avvicinarsi. Ma oramai sono soltanto 3 gli aerei rimasti ancora in aria. Sono a circa 7-8 km.
Adesso c'é da fare un ultimo sforzo, gli ultimi tre aerei. Viene lanciata una coppiola di SM-1 e un'altra di Aspide, correndo il rischio di sovrapporsi, perché le prede sono solo tre. Forse è stato un errore di coordinamento, può capitare. Ad ogni modo, tutti i missili centrano i bersagli. Nessuno dei 16 bersagli è sceso sotto i 5 km di distanza.
Il problema è che sono finiti gli Aspide, e anche gli SM-1MR non si sentono tanto bene. Ne sono stati lanciati, contro l'ultima formazione, 12 in totale. Questo significa che adesso ci sono solo la metà degli SM-1MR disponibili e lo 0% degli Aspide.
Il De la Penne ha superato bene la prova, anche meglio di quel che ci si aspettava. E non ha dovuto ancora nemmeno sparare con i cannoni, che sono un altro punto forte della sua difesa. Il problema è che oramai sono anche quasi l'unico.
Atto VI. ' fino all'ultima munizione!'
Ancora lì, da 30 km circa. Altri 32 aerei, nemmeno a farlo apposta! Questo gela ogni residua speranza, perché è chiaro che, senza aiuti esterni e senza che questa mostruosità cessi, è chiaro come finirà, e nemmeno tra molto. Ma ogni esitazione, adesso, non è più possibile, ci si aggrappa alla speranza in questo sforzo di Sisifo. Dalla COC partono gli ordini non meno che dalla plancia, da dove osservano ad occhio quel che succede. L'azione è disperata, ma lucida. A quel punto è partita una salva di missili SM-1, e anche stavolta l'impatto è stato fatto attorno ai 23 km, il che significa che la velocità media è stata di meno di mach 1,5. Non sembrano molti, ma considerando che i missili partono da fermi e poi devono affrontare una forte resistenza aerodinamica durante il volo a quota medio-bassa, salendo di 5 km al contempo, a quel punto è più facile capire come mai la velocità media è più bassa di quel che si potrebbe immaginare.
A questo punto viene lanciato un altro paio di missili SM-1 e circa 18 km per l'impatto, ma anche stavolta senza uno dei missili distrugga il target.
Il lancio, una volta in più, viene eseguito senza problemi, circa 15 km ed arriviamo a segno. E ancora a 11-12 km per la quarta coppia, ma ancora una volta niente successo pieno (solo un Helldiver killato). Bene, con otto missili e 6 centri, ecco che si arriva rapidamente al colpo successivo, altri 7-8 km. A quel punto iniziano i tiri con le artiglierie, tutto quel che potrebbe sparare.
Il lancio di ulteriori due missili SM-1MR, da circa 5 km a far tanto, contro target che già stanno scendendo giù in picchiata, è quello finale, e si capisce bene perché.. Sono stati tirati 12 missili in tutto, come l'altra volta, con 10 kill complessivi. Il problema è che ci sono altri 22 Helldiver. A quel punto non c'é più modo di usare gli SM-1, è troppo vicino la minacci, mentre vengono usati i cannoni e il caccia si dirige verso i bombardieri per cercare di contromanovrarli. Questi stanno oramai buttandosi in picchiata, da circa 5.000 metri e circa 7 km di distanza. Presto accelerano a circa 600 km/h, che è un km ogni sei secondi. Circa 40 secondi, in realtà anche meno perché non sganceranno certo all'ultimo momento.
Stanno scendendo tutti quanti a pochi secondi di distanza tra il primo e l'ultimo. Il cannone da 127 mm prende sotto tiro un Helldiver e apre il fuoco da circa 7 km, sparando una serie di proiettili, circa 10, e lo centra a 5 km di distanza. Poi arriva a selezionare un secondo aereo e spara a raffica anche contro di questo. Anche stavolta il tiro è micidiale: già a circa 3 km viene incendiato, ma il target è stato bersagliato ancora per qualche secondo perché seguito dal radar, finché non lo disintegra a circa 2,5 km. A questo punto, il cannone apre il tiro anche stavolta, una potenza di fuoco che abbatte anche quest'ultimo target, distruggendolo a circa 1,5 km. Tre bersagli.
Uno dei due cannoni Super Rapido ha aperto il fuoco da oltre 6 km di distanza, così come gli altri due SR (uno dei quali quasi certamente collegato al 127 mm, se non tutte le 4 DT riescono a seguire i target). Aprono il tiro più o meno in simultanea, iniziano a distruggere gli Helldiver uno dietro l'altro, ma essendo proiettili piccoli, a meno di non centrare in pieno l'aereo è difficile distruggerli totalmente. Inoltre i radar tendono naturalmente a seguire i frammenti più grandi, esiste anche una telecamera di accompagnamento ma se il sistema opera in maniera automatica è difficile fermare subito il tiro. Inoltre, cadendo su angoli da circa 60-70°, anche un aereo ridotto ad un rottame incendiato, appare ancora una minaccia finché non viene disintegrato, e anche così è possibile che il radar segua il motore mentre cade. Il tiro in effetti è rapido per davvero: dei tre SR, uno distrugge il target a circa 4,5 km, un altro a 4 km, l'altro invece colpisce l'Helldiver, ma non riesce a discernere bene quando lo sta distruggendo, tanto che lo segue finché non lo distrugge a circa 2,9 km di distanza.
La seconda parte del match vede i tre SR sparare quasi sulla verticale degli incursori. Le raffiche da 76 abbattono in rapida sequenza altri tre aerei, ma non tutto va bene. Il cannone che ha tirato fino a 2,9 km di distanza apre ancora il tiro ma mentre sta centrando anche quest'aereo ottiene anche un guasto meccanico, dovuto al tiro prolungato alla massima cadenza di tiro e ad alto angolo di tiro. In teoria questo non dovrebbe essere un vero problema, ma si vede che nessuno è perfetto. Un altro SR è riuscito ad incorrere ancora nello stesso errore dell'altro, solo che nel secondo round. Ha sparato da circa 4 km sul bersaglio (dopo avere distrutto il primo a 4,5 km), a meno di 3 km dal momento dello sgancio. Ha sparato altri proiettili eliminando anche questo bombardiere, ma poi non ha dismesso subito l'inseguimento ma ha continuato a sparare. Ha distrutto l'aereo fino a devastare anche il motore con almeno un colpo in pieno nel motore, ma poi con tutti i frammenti in volo il radar ha avuto difficoltà di capire quali fossero i bersagli da inseguire e quali no. Così questo cannone è anch'esso ridotto a 'solo' 2 bersagli distrutti pur sparando all'impazzata. Resta solo un SR che ha funzionato bene in questo senso: dopo avere distrutto un Helldiver a 4 km, ha sfasciato un secondo aereo a 2,5 km e infine ne ha fatto esplodere un altro a circa 1,8 km. Tre centri, così come il Compatto da 127 mm.
Così facendo, i 4 cannoni, nell'arco di poche decine di secondi, forse circa trenta, hanno distrutto ben 10 Helldiver, cosa davvero notevole. L'unico problema è che ce ne sono pur sempre altri 12. Dodici! Non tutti riescono a mirare bene e a colpire la nave. Sganciano da distanze tra 1 e 1,5 km, con grande precisione in ogni caso. Delle 12 bombe, 4 vanno a segno pieno, un'altra scoppia a distanza minore di 15 metri e causa una falla nello scafo, altre ancora esplodono entro i 100-150 metri, e fanno danni minori.
Il De La Penne è bell'e spennato. 4 bombe da 1.000 libbre, equivalenti a circa 2.000 libbre di tritolo o altro esplosivo simile, oltretutto ben distribuiti: una prima bomba ha demolito la parte posteriore della sovrastruttura anteriore, esplodendo nel ponte di corridoio sottostante, distruggendo la COC, un locale macchine e praticamente tutta la parte anteriore dello schieramento di radar ed elettronica. Un altro ordigno ha colpito invece il ponte elicotteri e addirittura due hanno colpito la zona della sovrastruttura poppiera, uno in pieno, l'altro sul fianco dove poi è esploso praticamente a contatto con la murata ma sott'acqua. Ma l'effetto peggiore l'ha fatto l'altro ordigno. Gli otto missili SM-1 ancora dentro il deposito sono stati investiti in pieno dall'esplosione e hanno cominciato a detonare. In pratica, vi sono state una serie di esplosioni successive nei depositi siluri e munizioni, distruggendo anche i due elicotteri AB-212 nell'hangar. Per giunta, le due enormi falle formatesi nel fianco destro della nave (quello verso cui stava virando mentre è stata colpita), hanno causato un enorme allagamento, anche perché la bomba N.1, che ha colpito i ponti, ha crivellato le paratie di almeno tre compartimenti stagni, per giunta ha messo in collegamento diretto lo scafo con il mare, tanto che hanno cominciato ad entrare circa 1.000 litri d'acqua al secondo. E questo senza considerare un quantitativo probabilmente almeno doppio che entrava nella zona poppiera, attraverso almeno altri tre compartimenti. I dodici Helldiver rimasti si sono messi a mitragliare il De La Penne anziché allontanarsi subito cercando di danneggiarlo il più possibile, riuscendo anche a far detonare almeno uno dei missili OTOMAT a centro nave, oltre a provocare un forte incendio e a falciare il personale tutt'attorno. La brutalità dei vecchi 'arnesi' è palesemente micidiale, non importa se obsoleti. Anche le clave possono uccidere, del resto.
Gli Helldiver si allontanano, oramai è chiaro che non c'é molto da fare. Dopo circa 10 minuti la nave ha imbarcato circa 2.500 tonnellate d'acqua ed è inclinata di circa 25°, con la zona poppiera quasi affondata. Dopo circa 10 altri minuti si rovescia sul fianco destro e affonda.
Sono spariti tutti tranne il mozzo, come nelle migliori tradizioni del mistero marinaro. Niente Moby Dick, forse persino peggio. Per affondare il possente De la Penne c'é voluta una mezza dozzina di ondate d'attacco, con un totale di 63 Helldiver. Di questi, 51 sono finiti in mare. 8 missili e circa 1.000 dei 1.200 proiettili con spoletta VT, che dovevano fermarli, hanno fatto la stessa fine.
Per gli amanti delle statistiche:
Atto I: 76 mm: 1 kill (5 colpi)
Atto II: Aspide: 2 kill (2 missili)
Atto III: Aspide: 4 kill (5 missili)
Atto IV: Aspide: 1 kill (1 missile) SM-1: 7 kill (8 missili)
Atto V: Aspide: 6 kill (8 missili) SM-1: 10 kill (12 missili)
Atto VI: SM-1: 10 kill (12 missili) 127 mm: 3 kill (30 colpi?) 76 mm: 7 kill (100+ colpi?)
4-Uno più uno
Alternativamente abbiamo l'addizione, per farla breve. In questo caso, ogni volta che si presenta un'ulteriore ondata d'attacco, essa è aumentata di un aereo. Non è certo altrettanto veloce rispetto all'altra versione, ma è pur sempre molto superiore rispetto alla versione '1 per volta'.
Riprendiamo la battaglia da dove è iniziata al 1o round. Il bombardiere ha sbagliato mira mancando, di poco, il potente cacciatorpediniere italiano. A quel punto, il tiro del 76 mm abbatte il bersaglio. Sconcerto a bordo, tutto così assurdo e inatteso.
Il blip successivo sul radar, a circa 30 km, non aiuta a calmare il sorpreso equipaggio. Dopo circa due minuti, si decide il lancio di due Aspide che abbattono entrambi i bersagli a circa 12 km.
Sembra finita, ma in realtà non è che l'inizio. A quel punto arrivano 3 blip. E' chiaro che anche questi hanno intenti ostili e stavolta si perde poco tempo a cercare di parlare con loro. Una prima salva di SM-1 abbatte un target, ma ci si mette anche la sfortuna: un altro missile finisce in mare poco dopo il lancio. A quel punto viene lanciato un altro paio di missili SM-1 che stavolta, a circa 18 km, abbattono entrambi i bersagli rimasti.
Dopo qualche secondo, come al solito, appaiono altri target sullo schermo. Stavolta sono ben quattro. Quattro! E' preoccupante. A quel punto vengono lanciati subito i missili SM-1, e tutti loro, malgrado l'inizio non felicissimo, colpiscono i bersagli. Dopo poco più di un minuto essi erano stati tutti abbattuti. Sarà finita? Macché.
Pochi secondi dopo, ecco che l'operatore radar esclama l'avvistamento di altri bersagli. Uno, due, tre, quattro, cinque. E ancora una volta i sistemi d'arma iniziano a sparare contro di loro. I missili SM-1 vengono lanciati subito, senza porre che qualche secondo in mezzo tra avvistamento e ingaggio. I primi due missili centrano il bersaglio, gli altri due fanno un solo centro, ma gli ultimi due target vengono comunque abbattuti dalla 3a salva, ovvero entro i circa 15 km.
A quel punto arriva un'altra formazione. Stavolta sono ben sei target. Il lancio degli SM-1 è ancora più frenetico, tirando complessivamente sei missili per centrare cinque dei sei velivoli, uno è mancato proprio all'ultima salva. Viene tirato un altro missile che lo centra entro i 12 km.
A quel punto il sistema SM-1 è stato utilizzato largamente. In tutto ha tirato ben 21 missili, ovvero oltre la metà del totale. Basta così? Purtroppo no.
Poco dopo, ecco che arrivano altri velivoli nemici... sono ben sette! A questo punto è chiaro che hanno uno schema preciso. Ora l'unica cosa è: potrà il De la Penne sopravvivere a questo gioco mortale, abbastanza tempo prima di essere sopraffatto da una quantità crescente di nemici?
A quel punto iniziano i lanci degli SM-1: anche stavolta uno fallisce, ma gli altri hanno successo. Dopo 4 salve, spazzano via tutti gli Helldiver (o Dauntless?), con l'unica eccezione di un bersaglio abbattuto con un secondo missile dopo che uno della 3a salva ha mancato il bersaglio. Il tiro è stato rapido: 8 missili in circa 3 minuti, totalizzando 7 target che vengono distrutti entro i 12 km.
La nevrosi si espande anche a bordo, la paura è tanta anche se mista a soddisfazione per avere sopportato un attacco in massa così consistente. Però, adesso, i missili lanciati sono ben 29 e questo comporta il consumo di oltre il 70% del totale. Non giova nemmeno considerare che la Pk è arrivata a ben 18 target su 25 su 29, ovvero l'86%, niente male davvero, solo 4 miss o comunque con danni insufficienti per l'abbattimento.
L'ottava ondata, però, non sorprende nessuno. Sgomento, sì, ma non sorpresa. Rabbia, paura, ma fredda determinazione avendo ancora il De la Penne molte risorse. Però tutti sanno che, con un attacco di saturazione esteso, non avrebbero potuto contare soltanto sui cannoni: una volta finiti gli SM-1 per 'diradare' i target a distanza, la nave sarebbe stata estremamente vulnerabile. E si sa bene quanto un bombardiere in picchiata sia preciso, anche se il De la Penne ha avuto fortuna manovrando all'ultimo momento quando il primo di loro si è fatto avanti. A questo punto, però, non c'é più tempo per fare calcoli elaborati e si dà fuoco alle polveri: prima tre salve di missili SM-1 da soli, poi altri due missili di questo tipo e due Aspide. Un missile SM-1 malfunziona, un altro colpisce ma non abbastanza duramente il target (esplosione prematura?), gli altri fanno centro e distruggono il bersaglio, così come fanno i due Aspide con i loro. In tutto sono ben 10 missili contro 8 kill. Tutti gli aerei nemici sono stati abbattuti, anche stavolta, ad almeno 12 km di distanza. Confortante, ma adesso c'é solo il timore di cos'altro potrà accadere di lì a poco.
E infatti ritorna la stessa maledizione. Altri blip, ben... nove! Incredibile! I missili SM-1 sono quasi finiti, ben 37 lanciati su non più di 40. Malgrado abbiano abbattuto ben 31 target ovvero l'83% dei lanci (circa 5/6), il timore è ancora alto. Ora i magazzini sono praticamente vuoti e non si potrà far conto su queste potenti armi. Certamente non dopo quest'ennesima ondata d'attacco, vada come vada. Intanto vengono lanciati gli ultimi 3 missili, e assieme a questi, anche ben 6 Aspide. Incredibile ma vero, in questo 'gran finale', tutte le armi colpiscono il bersaglio. Gli SM-1, quindi, terminano la loro azione con un totale di 34 su 40, ovvero l'85% preciso, di abbattimenti (6/7imi). Per essere dei missili già all'epoca 'vecchiotti' si sono comportati molto bene. Ma non è certo questo il punto.
Il punto è che... adesso arrivano altri blip. Dieci! E ora non ci sono più gli SM-1. Subito vengono caricati altri Aspide, ma nemmeno questi sono più una quantità abbondante. In tutto se ne possono mettere insieme appena sei esemplari, tutto quel che resta dei 56 ordigni inizialmente presenti nei due depositi missilistici di bordo. Per il resto, le munizioni di cannone non mancano, ma basteranno per fermarli? Il timore gravissimo è che i bombardieri arrivino quasi sulla verticale della nave, approfittando del 'cono di silenzio' radar potranno a quel punto scendere come falchi sulla preda senza essere più tracciati, a meno di non essere seguiti uno per uno dai radar di tiro di bordo. Ma per far questo, prima devono essere 'sfoltiti'.
Il risultato è che il De la Penne lancia tutti i missili entro gli 8 km di distanza, abbattendo 5 bersagli (15 Aspide a segno su 16 lanci). Ne restano altrettanti che a quel punto iniziano la picchiata sulla nave. Il De la Penne deve arrabattarsi nel seguirli uno per uno con i radar di bordo nonostante che sia quasi impossibile usare tutti e 4 i Dardo contemporaneamente, per via degli ingombri delle antenne e degli alberi. Ad ogni modo, uno per volta, riesce ad abbattere i target: uno dai 127 mm e gli altri 4 dai Super Rapido, uno distrutto da quello di poppa e gli altri 3 dai due di prua. In genere sono tirate raffiche da 10 colpi da 76 e da 5-6 colpi da 127 per ingaggio, e il 127 mm ha partecipato al tiro assieme ad uno dei 76 mm, sparando a due diversi target, uno dei quali attribuito ai suoi colpi. I 76 mm hanno tenuto fede alla propria fama, distruggendo entro i 2 km tutti e 4 gli altri aerei, appena prima che possano sganciare le bombe. Però uno, benché in fiamme, sgancia ugualmente prima di essere distrutto dal tiro di uno o più SR. La bomba, non attaccata dai cannoni, manca di poco la nave, causando qualche danno leggero a bordo per concussione.
E' già tanto. Ma adesso è l'ora dell'11ima ondata. E stavolta non ci sono missili ad 'ammorbidire' il nemico prima che giunga in picchiata sulla nave. Il 127 mm apre il tiro appena prima che i bombardieri inizino la picchiata, ma i proiettili ci mettono un bel pò per arrivare e ottengono poco sul momento, per poi diventare più precisi mentre gli Helldiver si avvicinano. Ma basterà? I Super Rapido vengono considerati capaci di abbattere 4 missili antinave per ciascuno di essi, ma questa è più che altro pubblicità. Qui si tratta di fare sul serio ma sopratutto, i missili antinave in genere non attaccano da alta quota in picchiata. Arrivati sulla verticale o quasi, della nave, i bombardieri scendono giù in rapida sequenza e a quel punto soltanto i radar di tiro possono seguirli, mentre quello di scoperta SPS-774 e i due a lungo raggio non possono fare nulla perché non vedono a quella angolazione così elevata. Per cui, i 4 target selezionati inizialmente sono presi sotto un tiro micidiale e uno dopo l'altro, abbattuti da altrettante artiglierie di bordo. Però gli altri 7 non sono tracciati. Mentre l'ultimo Helldiver dei primi 4 viene abbattuto e distrutto sulla verticale della nave, a circa 2 km di distanza, dal tiro dei due 76 mm prodieri; gli altri 7 scendono in picchiata e puntano al De la Penne. Le loro bombe non sono meno precise del tiro della nave. Quest'ultima riesce a localizzare soltanto 2 altri bombardieri ma il suo tiro riesce a distruggerne soltanto 1, almeno prima che sgancino le bombe. L'altro riesce però a mirare e rilasciare la sua potente arma da 1.000 lb, prima di essere abbattuto anch'esso. La bomba non pare che colpisca la nave, ma esplode vicinissima in mare, aprendo vie d'acqua importanti a metà scafo. Seguono altre 3 bombe sganciate dai 5 bombardieri che non sono stati per nulla tracciati. Esse vanno a segno sulle due sovrastrutture e sullo specchio di poppa, causando distruzioni immense e allagando almeno 3 compartimenti stagni (a poppa), più i due allagati almeno parzialmente a metà nave dal near miss. Il De la Penne è praticamente un rottame galleggiante, e i 5 velivoli superstiti infieriscono su di esso mitragliandolo con almeno 3 passaggi, mirando specialmente alle armi e all'hangar, così da causare altri danni. La batteria di missili antinave esplode in fiamme. Il De la Penne è oramai spacciato, con i timoni fuori uso e così l'apparato motore, fiamme a bordo e circa 1.000 tonnellate d'acqua. Sopravvivere senza aiuto diventa impossibile.
Ma la nave è ancora a galla, mentre 'loro' se ne vanno, per la prima volta. Poi risalgono in quota e da circa 3.000 metri, si gettano in picchiata, stavolta senza aerofreni! E' un'azione kamikaze che centra con 4 aerei la nave, mentre un quinto finisce in mare. L'impatto, a circa 750 km/h, è micidiale e rottami e motore in fiamme penetrano nei ponti. L'hangar, centrato in pieno, esplode con gli elicotteri e i siluri leggeri sistemati lì vicino, così come le munizioni da 76 mm ancora da sparare. Altro centro a mezza nave, dove già sono esplosi i missili, e due nella zona più a prua, mirando al settore artiglieresco. Uno dei velivoli entra nel deposito vuoto degli Aspide, l'altro invece riesce davvero ad arrivare al Santo Graal della nave, ovvero il deposito principale da 127 mm. L'esplosione di questo causa la distruzione della parte prodiera del De la Penne, ovvero l'unica ancora relativamente intatta. La fine arriva poi, circa mezz'ora dopo la nave scompare nel mare, senza che vi siano altri attacchi.
Un finale alternativo è quello con la 12a ondata. Ovviamente 12 Helldiver, che bersagliano il povero De la Penne distruggendolo pezzo per pezzo con almeno 8 bombe da 1.000 lb in pieno.
Riassunto:
Prima attacca 1 Helldiver. = 1 SR 76 mm (5 cp)
Attacco mancato e aereo abbattuto subito dopo.
Seconda ondata: attaccano 2 Helldiver = 2 Aspide.
Entrambi abbattuti a medio-breve raggio dopo ammonimento a non avvicinarsi.
Terza ondata: attaccano 3 Helldiver = 4 SM-1MR.
Lancio di missili fin dalla massima distanza. Entro i circa 18-20 km sono tutti abbattuti.
Quarta ondata: attaccano 4 Helldiver = 4 SM-1MR.
Lancio dalla massima distanza, anche stavolta entro i 18-20 km eliminati tutti i target.
Quinta ondata: attaccano 5 Helldiver = 6 SM-1MR.
Lancio con successo entro i 15-16 km circa.
Sesta ondata: attaccano 6 Helldiver = 7 SM-1MR
Eliminati entro i 12 km da 4 salve di missili che arrivano al 50% rispetto al totale.
Settima ondata: attaccano 7 Helldiver = 8 SM-1MR
Entro i 12 km sono stati fatti fuori tutti i target.
Ottava ondata: attaccano 8 Helldiver = 8 SM-1MR+ 2 Aspide
Entro i 12 km sono stati eliminati tutti i target ma per farlo è stato necessario distruggerli anche con gli Aspide.
Nona ondata: attaccano 9 Helldiver = 3 SM-1MR+ 6 Aspide
Entro i 10 km sono stati abbattuti tutti i target.
Decima ondata: attaccano 10 Helldiver = 6 Aspide e 10 colpi da 127 mm + 40 da 76 mm.
Entro gli 8 km spariscono tutti gli Aspide, ma restano ancora due Helldiver, che vengono abbattuti dal cannone da 127 mm e dai due di prua da 76 mm.
Undicesima ondata: attaccano 11 Helldiver = 20 colpi da 127 mm e 80 colpi da 76 mm.
Senza più missili, vengono usate solo le artiglierie. Il cannone da 127 mm
Totale degli aerei abbattuti, quindi, 61 aerei di cui 49 dai missili e 12 dalle artiglierie, questi ultimi solo nella 1a, 10a e 11a ondata.
5-Tutti insieme appassionatamente
Ennesima (ma non ultima!) variazione sul tema. Chi sfiderà il potente De la Penne stavolta? E sopratutto, come lo sfideranno?
Sui radar compare la flotta nemica. Sono tanti aerei. Uno, due, tre, dieci, undici, venti, ventuno... ventinove, trenta, trentuno e trentadue.
Il lancio dei missili parte da subito con l'SM-1MR. Lancio di dodici missili in pochi minuti, mentre gli Aspide tirano a loro volta altri 8 missili pronti al lancio. Naturalmente non c'é tempo per ricaricare...
1a salva: 2 centri (SM-1) a circa 25 km. -30
2a salva a circa 21 km, con due kill. -28
3a salva, circa 18 km, ma un solo kill. -27
Poi iniziano il tiro con i missili Aspide, due e due SM-1MR, con 2 e 1 missili a segno attorno ai 15 km: -24.
Lancio di altri 2 SM e 2 Aspide, altri 2+1 centri (stavolta a mancare è stato un Aspide) = -21, mentre 'essi' sono a circa 12 km di distanza.
A circa 9 km arriva un'altra salva di missili, 2 Aspide e 2 SM, sono 4 centri micidiali, ma siamo ancora a -17.
A quel punto resta in opzione il tiro con i cannoni. Un radar 30X guida un missile e abbatte un Helldiver da circa 7 km, e poi l'ultimo Aspide tira ancora a circa 5 km. Poi è troppo tardi per ricaricare. Nel contempo l'altro radar di prua controlla il tiro del pezzo da 127 mm che abbatte un altro aereo.
A questo punto la situazione è la seguente: l'orda si sta avvicinando a circa 5 km e meno ancora. Ma, pur essendo sfoltita, in aria ci sono ancora 14 aerei.
Il fuoco dei cannoni da 76 mm continua a fare qualcosa, due target sono già sotto tiro dai 3 cannoni, che operano a coppie e singolo (quello di poppa) con tutte le DT contemporaneamente attive. Il sistema SM-1 non è in quel momento operativo, stando fuori campo di tiro mentre la nave mostra la prua agli attaccanti (oppure, ipotesi alternativa: perché soggetto ad un guasto, dopo avere sparato ben 12 missili in circa 3,5 minuti). Un Helldiver viene distrutto a circa 4 km dal tiro della coppia di prua, e più o meno simultaneamente un altro viene distrutto dal cannone di poppa, ma non cambia subito il bersaglio come dovrebbe. -12 aerei.
Infine, abbiamo la resa dei conti per davvero. Il cannone da 127 mm distrugge poco dopo un altro aereo a circa 2,5 km, mentre i 2 cannoni da 76 mm prodieri sparano all'impazzata e abbattono un altro aereo a circa 2 km: -10. Ma è troppo tardi. E l'angolo molto elevato dei bombardieri, almeno 60°, fa sì che da un lato essi risultino molto precisi nel tiro, e dall'altro che i radar di avvistamento della nave non possano più tracciarli, stando ben al di sopra del loro massimo settore verticale di circa 45°. Il che significa, che nonostante il cannone da 127 sia riuscito ad agganciare e ad abbattere un secondo target, la potenzialità di ingaggio di bersagli multipli del successivo strato difensivo da 76 mm non è più applicabile, perché non c'é alcun radar agganciabile sul bersaglio: per cercarli autonomamente devono metterci del tempo, maledettamente prezioso, che non c'é più nella loro disponibilità. Terribile, sì, ma è una lotta mortale, dopotutto.
I cannoni a.a. sono stati certamente efficaci, tanto che hanno distrutto ben 2 target con il solo Compatto da 127 mm; ma i 3 pezzi da 76 SR hanno distrutto altri 3 aerei, totalizzando ben 5 bombardieri distrutti in appena 3 km di percorso ovvero circa 20 secondi di tempo.
-1 bombardiere distrutto a circa 5 km dal 127; 2 distrutti da circa 4 km dai 76 mm; 1 distrutto dal 127 a 2,5 km; 1 distrutto dai 76 mm a 2 km.
Notare come gli ultimi 2 aerei sono stati vittime delle FCS dopo che esse, annientati i primi bersagli, sono riuscite, pur in quei pochi secondi, a trovare un secondo target, e parliamo di distanze percorse a 600 km/h, ergo circa 30 secondi dall'inizio del tiro allo sgancio delle bombe, e forse persino di meno.
Niente male, se non fosse per il livello di minaccia da affrontare, chiaramente...
Ma poi, anche se venissero distrutti un altro paio di bombardieri, questo farebbe una grande differenza? Ce ne sono ancora 10 e tutti loro hanno elevate possibilità di distruggere il De la Penne. I bombardieri giapponesi D3A, nel 1942, arrivavano anche all'80% dei colpi a segno, quindi 10 aerei potrebbero essere persino il doppio di quelli strettamente necessari, anche ammettendo delle probabilità di colpire inferiori a questo valore.
Un ultimo Helldiver viene abbattuto mentre sta richiamando dopo la picchiata, sempre da una raffica da 76 mm.
Le 10 bombe sganciate vanno a segno e centrano la nave con 4 colpi in pieno e alcuni vicini. Dopo circa 2 ore viene abbandonata a causa degli incendi. I 9 Helldiver rimasti mitragliano la nave da prua a poppa prima di andarsene, causando esplosioni e incendi a bordo, tra cui la batteria di missili antinave. Immobilizzata e impossibilitata a muoversi, non andrà certo lontano!
In tutto, dunque, la difesa a.a. ravvicinata ha fatto questo risultato:
127 mm: -1 (5 km); -1 (2,5 km)
76 mm-1: -1/2 (4 km); -1 (2 km)
76 mm-2: -1/2 (4 km);
76 mm-3: -1 (4 km); -1 (1 km)
Aspide: - 2 (15 km); - 1 (12 km); -2 (9 km); -1(7 km); -1 (5 km).
Da confrontarsi con il risultato che avevo calcolato senza la correzione dovuta alla mancata copertura radar ad alto angolo:
127 mm: -1 (5 km); -1 (2,5 km)
76 mm-1: -1/2 (4 km); -1 (2 km) -1 (0,5 km)
76 mm-2: -1/2 (4 km); -1 (1,8 km) -1 (1 km)
76 mm-3: -1 (4 km); -1 (2 km)
Aspide: - 2 (15 km); - 1 (12 km); -2 (9 km); -1(7 km); -1 (5 km).
Questo è un totale per la difesa ravvicinata notevole, comunque sia, in tutto vi sono stati 6 aerei abbattuti dalle artiglierie, più i 7 degli Aspide e ovviamente, quelli abbattuti dai SM-1 ovvero altri 10.
In tutto hanno beccato 23 aerei su 32, ma gli Helldiver sono riusciti malgrado tutto a beccare la nave. Di sicuro il numero di 32 è veramente il limite entro cui è possibile ancora difendersi.
Una cosa evidente che salta all'occhio è come questi bombardieri usino una sola arma anche se con buona precisione. Ma se non volano a quote maggiori, a che serve portare un'arma soltanto? Lo sgancio migliore per evitare al più la contraerea è a circa 1.500 metri di distanza, ma se si vuole maggiore precisione, magari sparando anche con le armi di bordo, allora va bene per aumentare la probabilità di sganciare, ma non certo di colpire. Entro i 1-1,2 km avvicinarsi diventa sempre più pericoloso, anche contro munizioni di tipo normale. Sganciare con tre bombe per volta significa aumentare le probabilità che almeno una di queste vada a segno, probabilmente sono le stesse di fare centro da 700-800 metri con una singola bomba. In ogni caso la 'forcella' potrebbe distruggere o danneggiare lo scafo, visto che sono oltre 300 kg di esplosivo che detonano praticamente insieme al massimo entro qualche decina di metri dalla mezzeria dello scafo. Un singolo bombardiere 'fortunato' potrebbe distruggere la nave, specie se poi si schianta sulla stessa a causa dei danni riportati.
Un'altra cosa evidente che salta all'occhio è come i frammenti di ogni sorta piovano comunque sulla nave, tra cui anche munizioni e bombe, nonché rottami abbastanza grossi da fare danni seri, spesso ancora in fiamme. Del resto, quando sul cielo della nave si disintegrando decine di aerei che la stanno puntando in forte picchiata, non dovrebbe stupire: sono centinaia di tonnellate di materiali che cadono giù a circa la metà della velocità del suono, sotto forma di migliaia di pezzi se l'aereo è disintegrato, peggio ancora, sotto forma di un aereo ancora integro con le bombe a bordo pronte ad esplodere all'impatto o peggio, subito dopo, in profondità.
Adesso rifacciamo l'attacco con gli Helldiver che sparano di brutto con tutto quel che hanno a bordo.
Per l'avvicinamento c'é poco da dire, è da distanze tali che non fa differenza. Caso mai, il primo Helldiver, quello che attacca di sorpresa, potrebbe davvero fare qualche scherzo non da poco: mitragliare la plancia del De la Penne e/o lanciare razzi da 127 mm, e poi tirare non una, ma tre bombe. Oppure addirittura, sganciarne cinque, perché anche sotto le ali è possibile portare bombe. Se qualche razzo, o peggio, qualche bomba va a segno, questo menomerà la nave per il resto dell'ingaggio, con conseguenze tali che potrebbe essere addirittura indifesa rispetto già ai successivi bombardieri (si pensi solo se razzi o bombe mettessero fuori uso la COC).
Adesso, però, studiamo l'attacco portato dalla forza di 32 Helldiver. Stavolta sono ad armamento completo, e pronti a dimostrarlo appieno. Ripartiamo da quel che è successo prima: a 9 km, sono stati abbattuti già allora complessivamente 15 Helldiver, con il lancio complessivo di circa 12 SM-1MR e 6 Aspide.
Poi inizia la folle corsa verso il basso. Uno dei radar RTN-30X continua ad essere agganciato al sistema Aspide, che ha ancora 2 missili pronti dopo le tre salve tirate in precedenza, su target che fanno 360-400 km/h di velocità d'avvicinamento e forse più (perché limitarsi a 360-370?). A quel punto scendono giù in picchiata da circa 5.000 metri a 600 km/h, con angoli prossimi ai 70°.
Scendono giù in picchiata, ma si fanno precedere da qualcosa di molto sgradevole. Infatti, sotto le ali hanno razzi da 127 mm, otto per aereo, probabilmente del tipo HVAR (molto più preciso e potente del vecchio VAR). Quando scendono giù in picchiata vengono fatti segno al tiro dei missili e cannoni nemici, in pratica sotto i 5 km solo da parte dei cannoni perché gli Aspide sono finiti e c'é bisogno di tempo per ricaricarli, anche con il sistema di riarmo automatico Riva-Calzoni ci vorrà sicuramente un certo numero di secondi e oramai le centrali di tiro sono passate al controllo dei cannoni, funzionando in modalità diversa rispetto ai missili e ai loro sensori di guida, ovviamente. Non è come passare al controllo di due tipi diversi di cannoni.
Il cannone da 127 mm abbatte uno degli Helldiver da circa 5 km, mentre altri due vengono eliminati da circa 4 km dal tiro delle armi da 76 mm. Però a quel punto la palla passa agli altri Helldiver. Ora le distanze sono buone, l'attacco in picchiata è ottimo per questo tipo di azione, con angolo probabilmente di circa 60° il che minimizza l'effetto della gravità e aumenta la velocità dei razzi stessi durante la caduta. Da circa 2 miglia (3 km), mentre il pezzo da 127 ricomincia a sparare contro un altro target, e così stanno cercando di fare, stavolta in maniera indipendente, tutti i cannoni da 76 della nave, partono le prime salve di razzi: almeno 16, otto per ciascuno dei due aerei. Qualche secondo dopo, ne partono altri 24, ovvero il tiro di altri 3 aerei. Brutta cosa! 40 HVAR in volo sul De La Penne, a velocità supersonica. Questo non impedisce al De la Penne di distruggere altri tre Helldiver con il tiro dei cannoni, ma nemmeno impedisce ad un'ottima raffica di razzi di centrare il De la Penne pagandolo con la stessa moneta: tre HVAR colpiscono la nave, uno a prua davanti al cannone da 127, che resta messo fuori uso, un altro sul fumaiolo posteriore destro, che coinvolge con l'esplosione anche i radar lì vicini relativi al sistema SM-1, e sopratutto un altro centra la sovrastruttura scoppiando tra l'albero e il fumaiolo anteriore, e causando danni e interruzioni di circuiti, oltre a principi d'incendio. Altri razzi scoppiano vicini e fanno volare schegge dappertutto. Queste salve di razzi mettono momentaneamente in 'tilt' la nave, ma non è finita: altri razzi arrivano giù a pioggia; mentre i primi sono stati tirati tra i 3,7 e i 3,3 km da parte di cinque aerei, per cui la precisione era piuttosto marginale, poi ne partono altri 24 da parte di altri 3 aerei, gli ultimi che ce li hanno ancora, da circa 2,5-2,7 km. Infatti dei 17 aerei rimasti, già 3 sono stati abbattuti prima che vengono lanciati i primi razzi, altri tre successivamente; ma oramai i razzi li hanno già lanciati. In tutto dei 17 superstiti arrivati a tiro di artiglieria, tre sono abbattuti prima di lanciarli, 3 subito dopo, ma alla fine otto aerei riescono sicuramente a lanciare un totale di 64 HVAR.
Se i primi 40 hanno piazzato a segno 3 colpi, che è già buono, i successivi 24 razzi sfruttano il fato di essere stati lanciati da distanze inferiori di quasi 1 km per ottenere un risultato analogo: altri tre razzi beccano la nave, uno sfonda la coperta appena a lato della sovrastruttura anteriore, uno il ponte di volo elicotteri, e un altro centra l'alberatura posteriore, abbattendola assieme al radar di scoperta a medio raggio. Con 11 radar, 4 cannoni, 3 lanciamissili, 2 lanciasiluri, 2 lanciarazzi e 2 elicotteri, qualsiasi punto in cui vai a toccare questa nave finisce che becchi qualcosa di importante! Questi sei razzi, e gli altri 58 scoppiati tutt'attorno mettono momentaneamente KO la difesa aerea, anche per il colpo strategico che ha subito.
Gli Helldiver continuano a picchiare verso la nave, e da circa 1,5 km sganciano le bombe. Circa 10 secondi dopo lo sgancio, queste esplodono tutt'attorno alla nave, ma una la centra in pieno, diritta sulla grossa sovrastruttura di plancia, perforata dietro con l'ordigno che esplode distruggendo la COC ancora una volta bersaglio fondamentale.
A quel punto, mentre la nave è fuori uso, arrivano gli ultimi 6 Helldiver, in questo caso però armati di due bombe da 500 lb sotto le ali e di una da 1.000 lb dentro la fusoliera. Lo sgancio viene eseguito in genere entro i 1.000 metri, approfittando dell'assenza momentanea di armi a.a. e fa forcella almeno due volte: in una di queste, la 1.000 lb centra la sovrastruttura poppiera, mentre le due da 500 cadono entro i 15 metri dalle fiancate, esplodendo a circa 8 metri e provocando danni considerevoli in entrambi i lati del fasciame, che comincia a cedere e a imbarcare acqua. Nell'altro caso, invece, la situazione è più netta. Sia la 1.000 che una delle 500 (caduta praticamente ai lati della coperta, ed esplosa contro il fasciame), colpiscono in pieno, mentre l'altra cade comunque a meno di 20 metri. Si genera un'enorme falla a mezzanave dovuta all'arma da 500 libbre, mentre quella da 1.000 ha centrato il target a mezza nave, sotto l'albero, ed esplode nel locale poppiero delle macchine. Un ultimo aereo fa forcella con un'altra bomba da 1.000 lb HC a centro nave, sfondando lo scafo anche sotto il livello di galleggiamento.
Ridotta ad un relitto da 4 colpi in pieno (4 da 1.000 e 1 da 500 lb), la nave italiana è ferma e indifesa. Gli Helldiver rimasti ne approfittano. Sono 12, e tutti loro hanno qualcosa come 2 cannoni da 20 mm con 400 colpi. Gli Helldiver eseguono un'infinità di passaggi mitragliando tutto quel che sembra vulnerabile della nave, financo la linea di galleggiamento. Non solo, ma anche gli ultimi missili disponibili nel tamburo Standard, raggiunto dalle fiamme, esplodono distruggendo la sovrastruttura poppiera. Quando gli Helldiver se ne vanno, la nave è un relitto in fiamme, che affonda circa 5 ore più tardi. Peraltro, hanno pagato caro l'attacco, con ben 20 perdite. Ma la possibilità di sparare i razzi è senz'altro micidiale per rispondere al fuoco antiaerei proprio quando ci si avvicina entro i 3 km di distanza, ovvero il settore più pericoloso della difesa aerea nemica.
6-Terrore da alta quota
Fino ad adesso gli Helldiver hanno volato 'facile'. Ma cosa succederebbe se volassero in maniera tutt'altro che semplice da contrastare? La loro tangenza pratica supera, almeno sulla carta, gli 8.000 metri. Almeno sulla carta, gli Aspide non hanno validità oltre i 6.000 metri. Volare a 6.000 metri è già dunque, al limite delle loro possibilità, ma salire oltre? Facciamo che gli Helldiver anziché a 16.000, volino a 25.000 ft, circa 7.600 metri. Questo dà l'idea di come le cose possano cambiare. I missili SM-1MR sarebbero più efficaci, a parte i guasti, ma la distanza d'ingaggio cambierebbe poco anche perché i 'bogey' appaiono comunque attorno ai 30 km.
Caso mai, a quel punto cambierebbe la situazione nell'attacco finale. Gli Helldiver si butterebbero giù da quote troppo alte per essere inquadrati prima dai cannoni e dagli Aspide, che quindi dovrebbero eliminarli mentre scendono giù. Hanno circa 40 secondi di tempo, a 600 km/h con sgancio a 1.000-1.500 metri di distanza. Ci riusciranno? Mettiamo che le linee di mira, a quel punto, possono essere comunque soltanto quattro, una per gli Aspide, le altre tre per i cannoni: probabilmente, il pezzo da 127, i due cannoni di prua e quello di poppa, oppure quest'ultimo è associato a uno di prua. Ingaggiano 4 bersagli alla volta, bisogna considerare che gli altri sono stati abbattuti dagli SM-1MR, che tra l'altro, da una tale quota si può ammettere che possano lanciare un'ultima coppiola di missili prima che la nave manovrando verso gli attaccanti, o prima che gli attaccanti siano troppo sulla verticale, non riescano più ad essere ingaggiati. Prima vengono abbattuti 10 aerei, poi vengono abbattuti più aerei ancora.
Escludendo i razzi, sarebbero a mio avviso 4 per linea di mira, più un paio per gli SM-1.
Ma anche così, devono affrontare probabilmente 20 aerei in un tempo di circa 30-40 secondi. Sopratutto, sebbene ad alte angolazioni probabilmente tutte e 4 le DT Dardo (SPG-76 per essere precisi, secondo la denominazione della MMI) possano mirare a questi velivoli, è anche vero che i radar di avvistamento non possono fare lo stesso e così dopo il 1o ingaggio (di successo), ne segue a stento un secondo. In tutto, in altre parole, 'soltanto' 8 target vengono distrutti, ma ne restano ben 12 esemplari. Il risultato è ovviamente, pirotecnico: anche con una sola arma da 1.000 lb, centrano la nave almeno 4 o 5 volte, quando 3 sono il limite assoluto in termini di resistenza senza affondare. Mitragliano il caccia e poi se ne vanno, lasciandolo affondare in circa 20 minuti (in caso di 5 centri, se soltanto 4 allora è circa 1 ora).
Inoltre, non è detto che gli aerofreni siano da estrarre fin da subito: il vecchio Dauntless con questi estratti non faceva più di 550 km/h, ma senza poteva arrivare verso gli 800, per cui l'avvicinamento iniziale potrebbe essere fatto a velocità degne di un jet, molto più difficili da seguire per la direzione di tiro di terra, e con molto meno tempo per reagire. Quindi, volare a quote e/o velocità maggiori porta bene per l'attaccante, cosa abbastanza intuibile.
7- Avenger, Avenger a dozzine!
Il Triangolo delle Bermuda è famoso per la sparizione di cinque TBF Avenger, no?
Tuttavia, non ho particolare fiduca nella pericolosità dell'Avenger. L'unica è che il primo, a sorpresa, come si è visto prima, arrivi e centri con un siluro la nave, mettendola a quel punto seriamente KO, possibilmente incapace di difendersi dalle ondate successive o con la capacità di difesa ridotta almeno almeno al 50%.
Se il volo radente rende più difficile la localizzazione, con i sistemi moderni questo non è molto serio e i missili non subiscono eccessivo degrado di prestazioni rispetto ai lanci da media quota, anche se gli SM-1, almeno in teoria, sarebbero inefficaci sotto i 45 metri (ma non c'é da mettere la mano sul fuoco nemmeno su questo, sebbene certamente siano in maggiore difficoltà e con minore Pk). Basicamente, o gli Avenger lanciano da distanze troppo elevate e specie se tirano singolarmente, questo significa non riuscire a colpire la nave pressoché MAI, oppure serrano le distanze e allora vengono abbattuti, in altre parole entro i 1.000 metri si può provare, ma da 2.000 metri è troppo, specie con i poderosi ma lenti siluri americani; a meno che la nave non sia stata danneggiata di già al primo tentativo 'a sorpresa', anche se non fosse messa fuori uso, almeno non eccessivamente, nelle sue capacità di difesa aerea. Gli Avenger attaccherebbero da distanze simili agli Helldiver, ma volando radenti e quindi, su due dimensioni, per giunta più lenti e peggio ancora, se vengono abbattuti cascano in mare anziché continuare a 'puntare' verso la nave. Di buono hanno che, come in genere fanno gli aerosiluranti, tendono a manovrare assai strettamente, cercando di non rendere la loro posizione futura troppo facile da prevedere e mandando in crisi la punteria dei cannoni che tirano ad 'inseguimento' anziché a sbarramento. Ma se attaccano singolarmente, dubito che questo faccia molta differenza. Se peraltro eseguono missioni manovre valide a sufficienza, è facile che possano causare un maggiore sciupio di munizioni al difensore rispetto alla picchiata diritta dell'Helldiver, almeno finché non vengono colpiti per bene.
A mio avviso per provare ad intaccare il De la Penne 'sano' ci vorrebbero almeno 16 Avenger, se le manovre evasive sono sufficienti per ridurre la percentuale mostruosa (il 10%!) di Pk dei proiettili (non guidati!) della nave italiana.
Non sempre del resto le cose vanno come dicono i commercianti di armi: alla Falklands, la HMS Ardent, prima di essere affondata, sparò con tutte le armi a sua disposizione e si dice che tirasse ben 190 proiettili da 114 mm, ben più potenti dei 76 mm, più 5 missili Sea Cats, senza alcun successo, e questo pur avendo entrambi i sistemi diretti da un sistema RTN-10X Argo (lo stesso delle Lupo italiane per il loro pezzo da 127 mm).
Questo è vero specialmente se gli attacchi precedenti hanno depauperato la dotazione di missili SM e hanno eliminato i missili Aspide dai depositi, lasciando di fatto solo ai cannoni l'onere di fermare gli incursori nemici. Volando a bassa quota, rendono impossibile tirargli con più di 3 cannoni (se attaccano tutti da una parte) e questo fa il gioco degli attaccanti: anche se i cannoni ne abbattessero 10, gli altri sei potrebbero ancora attaccare, e forse silurare con uno o due ordigni la nave italiana. Con un singolo ordigno potrebbe forse sopravvivere (ma quasi certamente, senza più difese almeno per il momento), con due quasi sicuramente affonderebbe, specie se poi gli Avenger gli eseguono numerosi passaggi di mitragliamento.
Nell'ipotesi delle ondate con la tecnica del raddoppio, ad ogni modo, questi aerei seguirebbero soltanto 15 altri Avenger, per cui è praticamente impossibile che abbiano svuotato i depositi della nave.
Caso mai, l'ipotesi potrebbe essere quella del rapporto incrementale +1, in tal caso peraltro sarebbero persino troppi, visto che i predecessori ammonterebbero a ben 120 esemplari.
In tal caso, è probabile che già dai 12 in poi sia possibile che un siluro vada a segno, quindi basterebbero 91 aerei fino ad allora. I 13 successivi, senza più missili e con la nave danneggiata gravemente e quasi immobile, potrebbero esplodere altri siluri a segno sulla nave, un paio ulteriori bastano e probabilmente avanzano. Totale: 104 aerei necessari, di cui un numero non noto abbattuto, ma probabilmente tra i 90 e i 100.
Quindi, senza alcun incremento (ovvero con la solita tecnica dell'uno alla volta), potremmo vedere il De la Penne che stermina una lunga lista di Avenger. Non è facile dire quanti, ma sparando 'a colpo sicuro' (tanto ce n'é soltanto uno...), si aumenta la probabilità di abbattimento. Considerando la % di successo dei missili pari al 75%, abbiamo 42 kill. Poi, con comodo, il De la Penne distrugge altri 80 (ottanta!) aerei tirando in media 10 granate per ciascuno, da 76 o da 127 mm. Bisogna dire che questi siluranti sono comunque capaci di eseguire lanci da circa 1.000 metri e pertanto la loro minaccia non è elevata, ma al contempo abbattere un velivolo così manovrabile e in volo a bassa quota, capace di attaccare da distanze significative, è tutt'altro che scontatamente facile. Per cui penso che queste % di abbattimento siano nell'insieme sensate, anche se preferisco ovviamente gli Helldiver (o i Dauntless, se è per questo) come possibilità di sopravvivenza.
Altra possibilità, come detto, gli aerei in modalità 'raddoppio'. In tal caso, all'ondata N.5 ovvero 16 aerei, gli ultimi di 31 in tutto, potrebbero 'forse' asfaltare il De la Penne, ma io penso che non basterebbero perché la difesa mista missili-aa. potrebbe ancora distruggerli. Tutto dipende dalle capacità degli SM-1 in questo scenario con avversari in volo a quote davvero minime, sui 15-30 metri. Se le spolette detonano troppo presto, per esempio, sono dolori, mentre gli Aspide sono buoni fino a 15 metri di quota e quindi non hanno praticamente problemi a distruggerli, ma non è detto che non subiscano qualche imprevisto con detonazione anticipata: a bassa quota, tutto si paga più caro.
Le munizioni non dovrebbero avere problemi, almeno quelle da 76 mm SR. Nell'insieme dichiaro l'impossibilità di valutare correttamente questo scenario, per le variabili legate agli SM-1.
Nondimeno, penso che una successiva ondata, la N.6 da 32 aerei, avrebbe quasi sicuramente la meglio, essendo decisamente troppi per abbatterli tutti, specie se in volo a bassissima quota come sicuramente farebbero. Va bene che sono molto più lenti di un missile antinave, va bene che sono molto più grossi come bersaglio, va bene che volano a quote leggermente maggiori... però 32 sono 32. Non possono essere ingannati dalle contromisure elettroniche, tanto per cominciare, quindi bye bye a chaff, flare, disturbatori ecc ecc, cosa non di poco conto nella guerra navale. E possono volare in maniera molto manovriera, rendendo difficile la tracciabilità mentre ronzano a bassa quota. Infine, la loro corporatura sarà massiccia, ma sono capaci di incassare una grande quantità di danni, senza per questo essere messi in crisi con il rischio di cadere subito in mare. Tutto questo i missili non possono farlo, o quanto meno non a questo livello. Per cui, anche se l'Avenger vola a circa 1/3 della velocità di un missile come l'Exocet (o più probabilmente, circa il 40%), e anche se la traccia radar sarà almeno 100 volte maggiore, esso ha comunque una buona possibilità di sopravvivere quel tanto che basta per lanciare il siluro, anche se fosse poi incendiato e perduto in mare.
Come aerei in aumento +1, ho già detto, alla 12a ondata, con 91 aerei coinvolti, è probabile che una intera squadriglia di questi bestioni possa portarsi abbastanza vicina per lanciare qualche siluro prima di essere totalmente annientata. Il che è confortevolmente confermabile anche dal fatto che a quel punto, i missili SAM disponibili saranno sicuramente finiti e quindi soltanto le artiglierie potranno sparare, con un massimo di 3 alla volta, se gli Avenger arrivano tutti da una parte. Inoltre il numero degli attaccanti è tale, che per neutralizzarli bisognerà iniziare a sparargli da forte distanza, quando la probabilità di distruggerli è ancora bassa, ovvero con grande spreco di munizioni, specie se essi volano in maniera agile e imprevedibile. Alla 13a ondata, quasi sicuramente, gli ultimi di 104 velivoli sarebbero sufficienti per distruggere il De la Penne.
Resta qualche altra opportunità? Massì, come no. Mandare gli Avenger a gruppi di 5 aerei per volta. Come quelli spariti nel famoso incidente del 1945. Tornano, ma non come nel film Incontri Ravvicinati.
Arrivati a gruppi di 5 per ogni volta, riusciranno a lanciare i siluri prima di essere abbattuti? Penso che ci vorranno almeno 15-20 ondate per questo risultato. Magari saranno necessari 100 aerei, perché onestamente, soltanto 5 non bastano come 'attacco di saturazione'. Però sempre meglio che mandarne uno per volta, anche se la nave dovesse sparare il 20-30% di colpi in più per compensare la distanza maggiore a cui aprire il fuoco (con minore precisione, anche perché non puoi ingaggiare contemporaneamente 5 target con le sole artiglierie!), questo significherà restare a secco di munizioni un pò prima del normale. E magari beccarsi almeno 2 siluri dall'ultima ondata, rimasta pressoché incontrastata per 'esaurimento scorte' di fischioni e botti vari.
Però in tutta onestà non c'ho voglia di fare anche questa simulazione, sorry...
PS: ogni riferimento, in questo wargame, all'episodio 7 della serie originale Capitan Harlock, è puramente casuale.
3-11-18
PRIMA DI PROCEDERE OLTRE...
Cosa abbiamo visto prima, nel post precedente? Una serie di analisi probabilistiche, vista e e raccontata come thriller fantascientifico (per gli amanti del cinema, un riferimento ovvio potrebbe essere Dimensione Zero, giusto?), sulle capacità di fuoco e l'analisi delle capacità effettive di tiro dei missili e dei cannoni delle navi italiane. Questo contro un bersaglio facile, anche se qualche volta tutt'altro che collaborativo (alle volte gli aerei nemici sparavano durante la picchiata, che non so quanto fosse normale per le azioni di picchiata fatte da piloti 'umani', che tuttavia non erano certo alla guida di questi 'mostri' preistorici).
Ci sono molte altre valutazioni che si possono fare su questa battaglia con il sacrificio finale del cacciatorpediniere e ognuno se ne può immaginare una ricca serie.
Da notare, in ogni caso, che gli aerei attaccanti erano tutt'altro che prede difficili. Nessun avvicinamento radente, nessun volo oltre la quota massima dell'Aspide, nessun volo alla massima velocità (ebbene sì, il profilo di volo scelto, in questo caso, infatti, è compatibile non solo con il potente Helldiver, ma anche con il suo predecessore, ovvero l'agile e ben noto DAUNTLESS! Eppure l'Helldiver era stato scelto originariamente, proprio perché più veloce del Dauntless e quindi meno vulnerabile prima di arrivare a tiro!); addirittura, nessuna vera manovra difensiva, nemmeno con i missili in avvicinamento. Come un robot, senza paura e senza molta consapevolezza. Un target facile.
Nell'insieme è fiction, ma in condizioni tali da trasformare una realtà 'normale' in un Matrix. Perché sapete, erano disponibili tutti gli Helldiver prodotti (diverse migliaia) per cui l'unica salvezza del De la Penne era scappare fino alla costa americana. Ma questo significava navigare per almeno un giorno e per farlo, doveva combattere centinaia di aerei nemici, visto che almeno 12 ore di luce avrebbero comportato non meno di 144 aerei nemici. E come abbiamo visto, è stato tutto risolto poco oltre il 130° aereo. Poteva farcela il De la Penne? Forse. Spero che il numero di colpi di cannone sia stato logicamente dedotto, in tempo di pace non c'é bisogno di di portare il pieno di munizioni e generalmente non accade, tanto che con i missili antinave, che effettivamente sono ben visibili all'esterno della nave, spesso si assiste a soltanto 2-4 armi presenti su 4-8 totalmente previste. Per i SAM penso che sia la stessa cosa, e per le armi balistiche non è meno vero.
A parte questo, si noti come il discorso del 'cono radar' non è stato messo in luce. Questo per via del fatto che l'aereo era uno solo, quindi veniva tracciato dalle DT prima che entrasse dentro la zona cieca della nave, continuando a tracciarlo in tutto il suo percorso.
Adesso vediamo quel che succede se si cambia la modalità di funzionamento del wargame. Notare bene come nemmeno qui il 'cono di silenzio' appare, il che è spiegato soltanto perché all'epoca non l'avevo ancora ben compreso, evidentemente. Ma anche così, è molto interessante notare come le cose andrebbero in questa battaglia simulata.
Da notare che la storia che segue è una storia di 'escalation', per così dire. Se sapete la storia del tale che voleva farsi compensare dal re con i chicchi di riso sistemati sulla scacchiera, con la sola condizione di raddoppiarne il numero per ogni casella... ci siamo capiti. Solo che qui non è certo il re che vince. Piuttosto, questo è un esempio di come una forza d'attacco multipla possa battere anche la più potente delle difese. E sopratutto, possa farlo in maniera meno costosa e più efficiente. Del resto, se i bombardieri SBD si fossero presentati uno per uno a Midway... oppure gli aerei americani contro la Yamato o la Musashi si fossero presentati uno per uno, comodamente, per gli artiglieri nemici... ve lo immaginate cosa sarebbe successo?
E invece sappiamo come è andata. E adesso vediamo come andrebbe in questo wargame, ai nostri eroi del De la Penne.
3- chicchi di riso e scacchi
Atto I. La sorpresa.
L'aereo sconosciuto si avvicina e cerca di attaccare. L'attacco fallisce di poco e il Super Rapido di diritta abbatte l'Helldiver con 5 colpi a breve distanza. Ok, questo l'abbiamo già visto. Adesso andiamo oltre.
Atto II. La conferma.
Subito dopo appaiono altri due aerei, stesso tipo. Stessa rotta, nessuna notizia. Viene ordinata la massima allerta e ai posti di combattimento. Ok, siamo pronti. Lancio di ultimatum per chiedere agli aerei di retrocedere dai loro intenti e cambiare rotta. Niente. Lancio di due missili Aspide con i suoi sistemi RTN-30X (Dardo-E) di prua. Entrambi gli aerei, ingaggiati a circa 11 chilometri, vengono abbattuti.
Assurdo. Ma non si è visto ancora tutto, anzi è appena iniziato lo spettacolo ai confini della Realtà.
Atto III. Guerra a tutto gas.
Subito dopo avere abbattuto questi due aerei, viene lanciato un altro allarme. Dalla stessa direzione si vedono arrivare ben quattro aerei. Ma come? Cosa sta succedendo? Allora si è in guerra per davvero, ma contro chi?
Non importa. A quel punto bisogna aprire il fuoco prima che sia troppo tardi. Viene lanciato almeno tre volte l'ammonimento a non avvicinarsi oltre, ma è ignorato. A quel punto vengono lanciati due Aspide. E poi altri due. Gli Aspide non sono da meno rispetto alla loro fama commerciale, iniziando l'ingaggio a 12 km, ma uno degli ultimi due non riesce a distruggere del tutto il target. Incendiato, l'Helldiver continua ad avvicinarsi come un demonio, arrancando nell'aria e descrivendo un lungo arco di planata, a soli 7 km di distanza. Presto viene lanciato un altro missile Aspide, che stavolta distrugge totalmente quel diavolo d'aereo.
Atto IV. La rabbia e la gloria.
Finita? Beh, per il momento sì. Ma solo per il momento. Subito dopo, infatti, riappare un gruppo di aerei. Ancora! No, è peggio che pria. Stavolta sono OTTO aerei. Ancora una volta, sono due volte quelli che erano presenti nel round precedente! Ma come affrontare una simile minaccia? Beh, sicuramente dando piena potenza alla macchina difensiva. I sette missili Aspide lanciati sono già quasi la metà del totale, ma gli SM-1 non sono stati toccati, e sono come un vulcano pronto ad esplodere con la loro enorme potenza distruttiva.
Attivati, vengono lanciati in rapida sequenza due SM-1: due enormi esplosioni, a circa 10 secondi l'una dall'altra. Il lancio è avvenuto da circa 25 km di distanza, centro attorno a 22-21 km. Non c'é tempo da perdere: lancio di un altro SM-1, seguito da un altro ancora. Ma quest'ultimo non va da nessuna parte, c'é un problema di accensione del sustainer e il missile ricade in mare. L'altro invece va a segno e distrugge innancambilmente il target, con una testata da oltre 60 kg (o se è degli ultimi Block, da 112) non c'é da stupirsi. Siamo a circa 18 km di distanza.
Lancio di altri missili, in rapida sequenza altri due per poter utilizzare la coppia di radar. Dopo circa 30 secondi il primo va a segno attorno ai 15 km di distanza, seguito pochi secondi dopo dall'altro.
A quel punto viene dato il via per il lancio di tutte le armi possibili. Vengono lanciati due missili SM-1 in rapida sequenza, mentre frontalmente viene lanciato un Aspide contro il terzo aereo rimasto. Il lancio viene eseguito bene, tanto che tutti e tre gli aerei rimasti vengono abbattuti.
Sono rimasti ancora 32 SM e 8 Aspide, per cui tutto sommato è una riserva ancora notevole. E il nemico pare annientato. Dopo questo, c'é quasi da essere orgogliosi: il nemico è stato cancellato, la nave ha dato dimostrazione di grande solidità difensiva.
Atto IV. Sgomento e furia.
Ma solo per il momento. Vengono subito tracciati altri 16 target, appena pochi secondi dopo i primi. Appaiono sempre attorno ai 30 km, così nemmeno è possibile sfruttare appieno la gittata degli Standard.
E quindi, come potranno essere affrontati ben 16 target? Il sistema difensivo dei De la Penne è fin troppo grande e dimensionato, ma è abbastanza per un'impresa del genere? E sopratutto, come si può avere speranza se ogni volta che combatti il nemico e lo sconfiggi, si ripresenta qualche secondo dopo, raddoppiando di forza? Ora si può solo urlare ordini e attivare tutto quel che c'é di disponibile. Si prova con tutto quel che c'é sotto mano. Ma la paura è nel cuore di tutti gli uomini a bordo: anche il potente cacciatorpediniere, potrà mai sconfiggere un nemico del genere?
A quel punto viene ordinato subito il tiro dei sistemi d'arma, lancio dei due SM-1MR in rapida sequenza, impatto a circa 23 e 24 km circa.
Inizia bene, ma poi continua bene oppure no? Il lancio viene rinnovato attorno ai 22 km, con impatto attorno ai 18-19 km, ma stavolta uno dei missili fallisce il bersaglio non esplodendo pur passandoci vicino.
La situazione è ancora difficile da gestire. Vengono lanciati contemporaneamente ben 4 missili, due Aspide e due SM-1MR. I due SM-1MR colpiscono ancora i target distruggendoli, ma nessuno degli aerei vola così vicino all'altro da poter essere distrutto in mucchio. Uno degli Aspide, però, fallisce a sua volta il tiro, un guasto probabilmente al sensore di ricerca. Alla fine, altri tre missili vanno a segno su distanze sui 15 km circa.
A questo punto viene lanciata un'ultima coppiola di missili SM-1, così come più o meno nello stesso momento vengono lanciati due Aspide e impattano tra i 10 e i 12 km. Restano appena 6 aerei da abbattere, incredibile, ben 10 kill in circa 3 minuti.
Gli ultimi 6 Helldiver, però, senza alcun problema apparente, continuano ad avvicinarsi verso la nave. Vengono lanciati altri 4 missili, sempre tra SM-1 e Aspide, tanto per gradire. Stavolta a fallire il colpo è un SM-1, che danneggia il bersaglio, ma non così tanto da abbatterlo sul colpo, tanto che continua ad avvicinarsi. Ma oramai sono soltanto 3 gli aerei rimasti ancora in aria. Sono a circa 7-8 km.
Adesso c'é da fare un ultimo sforzo, gli ultimi tre aerei. Viene lanciata una coppiola di SM-1 e un'altra di Aspide, correndo il rischio di sovrapporsi, perché le prede sono solo tre. Forse è stato un errore di coordinamento, può capitare. Ad ogni modo, tutti i missili centrano i bersagli. Nessuno dei 16 bersagli è sceso sotto i 5 km di distanza.
Il problema è che sono finiti gli Aspide, e anche gli SM-1MR non si sentono tanto bene. Ne sono stati lanciati, contro l'ultima formazione, 12 in totale. Questo significa che adesso ci sono solo la metà degli SM-1MR disponibili e lo 0% degli Aspide.
Il De la Penne ha superato bene la prova, anche meglio di quel che ci si aspettava. E non ha dovuto ancora nemmeno sparare con i cannoni, che sono un altro punto forte della sua difesa. Il problema è che oramai sono anche quasi l'unico.
Atto VI. ' fino all'ultima munizione!'
Ancora lì, da 30 km circa. Altri 32 aerei, nemmeno a farlo apposta! Questo gela ogni residua speranza, perché è chiaro che, senza aiuti esterni e senza che questa mostruosità cessi, è chiaro come finirà, e nemmeno tra molto. Ma ogni esitazione, adesso, non è più possibile, ci si aggrappa alla speranza in questo sforzo di Sisifo. Dalla COC partono gli ordini non meno che dalla plancia, da dove osservano ad occhio quel che succede. L'azione è disperata, ma lucida. A quel punto è partita una salva di missili SM-1, e anche stavolta l'impatto è stato fatto attorno ai 23 km, il che significa che la velocità media è stata di meno di mach 1,5. Non sembrano molti, ma considerando che i missili partono da fermi e poi devono affrontare una forte resistenza aerodinamica durante il volo a quota medio-bassa, salendo di 5 km al contempo, a quel punto è più facile capire come mai la velocità media è più bassa di quel che si potrebbe immaginare.
A questo punto viene lanciato un altro paio di missili SM-1 e circa 18 km per l'impatto, ma anche stavolta senza uno dei missili distrugga il target.
Il lancio, una volta in più, viene eseguito senza problemi, circa 15 km ed arriviamo a segno. E ancora a 11-12 km per la quarta coppia, ma ancora una volta niente successo pieno (solo un Helldiver killato). Bene, con otto missili e 6 centri, ecco che si arriva rapidamente al colpo successivo, altri 7-8 km. A quel punto iniziano i tiri con le artiglierie, tutto quel che potrebbe sparare.
Il lancio di ulteriori due missili SM-1MR, da circa 5 km a far tanto, contro target che già stanno scendendo giù in picchiata, è quello finale, e si capisce bene perché.. Sono stati tirati 12 missili in tutto, come l'altra volta, con 10 kill complessivi. Il problema è che ci sono altri 22 Helldiver. A quel punto non c'é più modo di usare gli SM-1, è troppo vicino la minacci, mentre vengono usati i cannoni e il caccia si dirige verso i bombardieri per cercare di contromanovrarli. Questi stanno oramai buttandosi in picchiata, da circa 5.000 metri e circa 7 km di distanza. Presto accelerano a circa 600 km/h, che è un km ogni sei secondi. Circa 40 secondi, in realtà anche meno perché non sganceranno certo all'ultimo momento.
Stanno scendendo tutti quanti a pochi secondi di distanza tra il primo e l'ultimo. Il cannone da 127 mm prende sotto tiro un Helldiver e apre il fuoco da circa 7 km, sparando una serie di proiettili, circa 10, e lo centra a 5 km di distanza. Poi arriva a selezionare un secondo aereo e spara a raffica anche contro di questo. Anche stavolta il tiro è micidiale: già a circa 3 km viene incendiato, ma il target è stato bersagliato ancora per qualche secondo perché seguito dal radar, finché non lo disintegra a circa 2,5 km. A questo punto, il cannone apre il tiro anche stavolta, una potenza di fuoco che abbatte anche quest'ultimo target, distruggendolo a circa 1,5 km. Tre bersagli.
Uno dei due cannoni Super Rapido ha aperto il fuoco da oltre 6 km di distanza, così come gli altri due SR (uno dei quali quasi certamente collegato al 127 mm, se non tutte le 4 DT riescono a seguire i target). Aprono il tiro più o meno in simultanea, iniziano a distruggere gli Helldiver uno dietro l'altro, ma essendo proiettili piccoli, a meno di non centrare in pieno l'aereo è difficile distruggerli totalmente. Inoltre i radar tendono naturalmente a seguire i frammenti più grandi, esiste anche una telecamera di accompagnamento ma se il sistema opera in maniera automatica è difficile fermare subito il tiro. Inoltre, cadendo su angoli da circa 60-70°, anche un aereo ridotto ad un rottame incendiato, appare ancora una minaccia finché non viene disintegrato, e anche così è possibile che il radar segua il motore mentre cade. Il tiro in effetti è rapido per davvero: dei tre SR, uno distrugge il target a circa 4,5 km, un altro a 4 km, l'altro invece colpisce l'Helldiver, ma non riesce a discernere bene quando lo sta distruggendo, tanto che lo segue finché non lo distrugge a circa 2,9 km di distanza.
La seconda parte del match vede i tre SR sparare quasi sulla verticale degli incursori. Le raffiche da 76 abbattono in rapida sequenza altri tre aerei, ma non tutto va bene. Il cannone che ha tirato fino a 2,9 km di distanza apre ancora il tiro ma mentre sta centrando anche quest'aereo ottiene anche un guasto meccanico, dovuto al tiro prolungato alla massima cadenza di tiro e ad alto angolo di tiro. In teoria questo non dovrebbe essere un vero problema, ma si vede che nessuno è perfetto. Un altro SR è riuscito ad incorrere ancora nello stesso errore dell'altro, solo che nel secondo round. Ha sparato da circa 4 km sul bersaglio (dopo avere distrutto il primo a 4,5 km), a meno di 3 km dal momento dello sgancio. Ha sparato altri proiettili eliminando anche questo bombardiere, ma poi non ha dismesso subito l'inseguimento ma ha continuato a sparare. Ha distrutto l'aereo fino a devastare anche il motore con almeno un colpo in pieno nel motore, ma poi con tutti i frammenti in volo il radar ha avuto difficoltà di capire quali fossero i bersagli da inseguire e quali no. Così questo cannone è anch'esso ridotto a 'solo' 2 bersagli distrutti pur sparando all'impazzata. Resta solo un SR che ha funzionato bene in questo senso: dopo avere distrutto un Helldiver a 4 km, ha sfasciato un secondo aereo a 2,5 km e infine ne ha fatto esplodere un altro a circa 1,8 km. Tre centri, così come il Compatto da 127 mm.
Così facendo, i 4 cannoni, nell'arco di poche decine di secondi, forse circa trenta, hanno distrutto ben 10 Helldiver, cosa davvero notevole. L'unico problema è che ce ne sono pur sempre altri 12. Dodici! Non tutti riescono a mirare bene e a colpire la nave. Sganciano da distanze tra 1 e 1,5 km, con grande precisione in ogni caso. Delle 12 bombe, 4 vanno a segno pieno, un'altra scoppia a distanza minore di 15 metri e causa una falla nello scafo, altre ancora esplodono entro i 100-150 metri, e fanno danni minori.
Il De La Penne è bell'e spennato. 4 bombe da 1.000 libbre, equivalenti a circa 2.000 libbre di tritolo o altro esplosivo simile, oltretutto ben distribuiti: una prima bomba ha demolito la parte posteriore della sovrastruttura anteriore, esplodendo nel ponte di corridoio sottostante, distruggendo la COC, un locale macchine e praticamente tutta la parte anteriore dello schieramento di radar ed elettronica. Un altro ordigno ha colpito invece il ponte elicotteri e addirittura due hanno colpito la zona della sovrastruttura poppiera, uno in pieno, l'altro sul fianco dove poi è esploso praticamente a contatto con la murata ma sott'acqua. Ma l'effetto peggiore l'ha fatto l'altro ordigno. Gli otto missili SM-1 ancora dentro il deposito sono stati investiti in pieno dall'esplosione e hanno cominciato a detonare. In pratica, vi sono state una serie di esplosioni successive nei depositi siluri e munizioni, distruggendo anche i due elicotteri AB-212 nell'hangar. Per giunta, le due enormi falle formatesi nel fianco destro della nave (quello verso cui stava virando mentre è stata colpita), hanno causato un enorme allagamento, anche perché la bomba N.1, che ha colpito i ponti, ha crivellato le paratie di almeno tre compartimenti stagni, per giunta ha messo in collegamento diretto lo scafo con il mare, tanto che hanno cominciato ad entrare circa 1.000 litri d'acqua al secondo. E questo senza considerare un quantitativo probabilmente almeno doppio che entrava nella zona poppiera, attraverso almeno altri tre compartimenti. I dodici Helldiver rimasti si sono messi a mitragliare il De La Penne anziché allontanarsi subito cercando di danneggiarlo il più possibile, riuscendo anche a far detonare almeno uno dei missili OTOMAT a centro nave, oltre a provocare un forte incendio e a falciare il personale tutt'attorno. La brutalità dei vecchi 'arnesi' è palesemente micidiale, non importa se obsoleti. Anche le clave possono uccidere, del resto.
Gli Helldiver si allontanano, oramai è chiaro che non c'é molto da fare. Dopo circa 10 minuti la nave ha imbarcato circa 2.500 tonnellate d'acqua ed è inclinata di circa 25°, con la zona poppiera quasi affondata. Dopo circa 10 altri minuti si rovescia sul fianco destro e affonda.
Sono spariti tutti tranne il mozzo, come nelle migliori tradizioni del mistero marinaro. Niente Moby Dick, forse persino peggio. Per affondare il possente De la Penne c'é voluta una mezza dozzina di ondate d'attacco, con un totale di 63 Helldiver. Di questi, 51 sono finiti in mare. 8 missili e circa 1.000 dei 1.200 proiettili con spoletta VT, che dovevano fermarli, hanno fatto la stessa fine.
Per gli amanti delle statistiche:
Atto I: 76 mm: 1 kill (5 colpi)
Atto II: Aspide: 2 kill (2 missili)
Atto III: Aspide: 4 kill (5 missili)
Atto IV: Aspide: 1 kill (1 missile) SM-1: 7 kill (8 missili)
Atto V: Aspide: 6 kill (8 missili) SM-1: 10 kill (12 missili)
Atto VI: SM-1: 10 kill (12 missili) 127 mm: 3 kill (30 colpi?) 76 mm: 7 kill (100+ colpi?)
4-Uno più uno
Alternativamente abbiamo l'addizione, per farla breve. In questo caso, ogni volta che si presenta un'ulteriore ondata d'attacco, essa è aumentata di un aereo. Non è certo altrettanto veloce rispetto all'altra versione, ma è pur sempre molto superiore rispetto alla versione '1 per volta'.
Riprendiamo la battaglia da dove è iniziata al 1o round. Il bombardiere ha sbagliato mira mancando, di poco, il potente cacciatorpediniere italiano. A quel punto, il tiro del 76 mm abbatte il bersaglio. Sconcerto a bordo, tutto così assurdo e inatteso.
Il blip successivo sul radar, a circa 30 km, non aiuta a calmare il sorpreso equipaggio. Dopo circa due minuti, si decide il lancio di due Aspide che abbattono entrambi i bersagli a circa 12 km.
Sembra finita, ma in realtà non è che l'inizio. A quel punto arrivano 3 blip. E' chiaro che anche questi hanno intenti ostili e stavolta si perde poco tempo a cercare di parlare con loro. Una prima salva di SM-1 abbatte un target, ma ci si mette anche la sfortuna: un altro missile finisce in mare poco dopo il lancio. A quel punto viene lanciato un altro paio di missili SM-1 che stavolta, a circa 18 km, abbattono entrambi i bersagli rimasti.
Dopo qualche secondo, come al solito, appaiono altri target sullo schermo. Stavolta sono ben quattro. Quattro! E' preoccupante. A quel punto vengono lanciati subito i missili SM-1, e tutti loro, malgrado l'inizio non felicissimo, colpiscono i bersagli. Dopo poco più di un minuto essi erano stati tutti abbattuti. Sarà finita? Macché.
Pochi secondi dopo, ecco che l'operatore radar esclama l'avvistamento di altri bersagli. Uno, due, tre, quattro, cinque. E ancora una volta i sistemi d'arma iniziano a sparare contro di loro. I missili SM-1 vengono lanciati subito, senza porre che qualche secondo in mezzo tra avvistamento e ingaggio. I primi due missili centrano il bersaglio, gli altri due fanno un solo centro, ma gli ultimi due target vengono comunque abbattuti dalla 3a salva, ovvero entro i circa 15 km.
A quel punto arriva un'altra formazione. Stavolta sono ben sei target. Il lancio degli SM-1 è ancora più frenetico, tirando complessivamente sei missili per centrare cinque dei sei velivoli, uno è mancato proprio all'ultima salva. Viene tirato un altro missile che lo centra entro i 12 km.
A quel punto il sistema SM-1 è stato utilizzato largamente. In tutto ha tirato ben 21 missili, ovvero oltre la metà del totale. Basta così? Purtroppo no.
Poco dopo, ecco che arrivano altri velivoli nemici... sono ben sette! A questo punto è chiaro che hanno uno schema preciso. Ora l'unica cosa è: potrà il De la Penne sopravvivere a questo gioco mortale, abbastanza tempo prima di essere sopraffatto da una quantità crescente di nemici?
A quel punto iniziano i lanci degli SM-1: anche stavolta uno fallisce, ma gli altri hanno successo. Dopo 4 salve, spazzano via tutti gli Helldiver (o Dauntless?), con l'unica eccezione di un bersaglio abbattuto con un secondo missile dopo che uno della 3a salva ha mancato il bersaglio. Il tiro è stato rapido: 8 missili in circa 3 minuti, totalizzando 7 target che vengono distrutti entro i 12 km.
La nevrosi si espande anche a bordo, la paura è tanta anche se mista a soddisfazione per avere sopportato un attacco in massa così consistente. Però, adesso, i missili lanciati sono ben 29 e questo comporta il consumo di oltre il 70% del totale. Non giova nemmeno considerare che la Pk è arrivata a ben 18 target su 25 su 29, ovvero l'86%, niente male davvero, solo 4 miss o comunque con danni insufficienti per l'abbattimento.
L'ottava ondata, però, non sorprende nessuno. Sgomento, sì, ma non sorpresa. Rabbia, paura, ma fredda determinazione avendo ancora il De la Penne molte risorse. Però tutti sanno che, con un attacco di saturazione esteso, non avrebbero potuto contare soltanto sui cannoni: una volta finiti gli SM-1 per 'diradare' i target a distanza, la nave sarebbe stata estremamente vulnerabile. E si sa bene quanto un bombardiere in picchiata sia preciso, anche se il De la Penne ha avuto fortuna manovrando all'ultimo momento quando il primo di loro si è fatto avanti. A questo punto, però, non c'é più tempo per fare calcoli elaborati e si dà fuoco alle polveri: prima tre salve di missili SM-1 da soli, poi altri due missili di questo tipo e due Aspide. Un missile SM-1 malfunziona, un altro colpisce ma non abbastanza duramente il target (esplosione prematura?), gli altri fanno centro e distruggono il bersaglio, così come fanno i due Aspide con i loro. In tutto sono ben 10 missili contro 8 kill. Tutti gli aerei nemici sono stati abbattuti, anche stavolta, ad almeno 12 km di distanza. Confortante, ma adesso c'é solo il timore di cos'altro potrà accadere di lì a poco.
E infatti ritorna la stessa maledizione. Altri blip, ben... nove! Incredibile! I missili SM-1 sono quasi finiti, ben 37 lanciati su non più di 40. Malgrado abbiano abbattuto ben 31 target ovvero l'83% dei lanci (circa 5/6), il timore è ancora alto. Ora i magazzini sono praticamente vuoti e non si potrà far conto su queste potenti armi. Certamente non dopo quest'ennesima ondata d'attacco, vada come vada. Intanto vengono lanciati gli ultimi 3 missili, e assieme a questi, anche ben 6 Aspide. Incredibile ma vero, in questo 'gran finale', tutte le armi colpiscono il bersaglio. Gli SM-1, quindi, terminano la loro azione con un totale di 34 su 40, ovvero l'85% preciso, di abbattimenti (6/7imi). Per essere dei missili già all'epoca 'vecchiotti' si sono comportati molto bene. Ma non è certo questo il punto.
Il punto è che... adesso arrivano altri blip. Dieci! E ora non ci sono più gli SM-1. Subito vengono caricati altri Aspide, ma nemmeno questi sono più una quantità abbondante. In tutto se ne possono mettere insieme appena sei esemplari, tutto quel che resta dei 56 ordigni inizialmente presenti nei due depositi missilistici di bordo. Per il resto, le munizioni di cannone non mancano, ma basteranno per fermarli? Il timore gravissimo è che i bombardieri arrivino quasi sulla verticale della nave, approfittando del 'cono di silenzio' radar potranno a quel punto scendere come falchi sulla preda senza essere più tracciati, a meno di non essere seguiti uno per uno dai radar di tiro di bordo. Ma per far questo, prima devono essere 'sfoltiti'.
Il risultato è che il De la Penne lancia tutti i missili entro gli 8 km di distanza, abbattendo 5 bersagli (15 Aspide a segno su 16 lanci). Ne restano altrettanti che a quel punto iniziano la picchiata sulla nave. Il De la Penne deve arrabattarsi nel seguirli uno per uno con i radar di bordo nonostante che sia quasi impossibile usare tutti e 4 i Dardo contemporaneamente, per via degli ingombri delle antenne e degli alberi. Ad ogni modo, uno per volta, riesce ad abbattere i target: uno dai 127 mm e gli altri 4 dai Super Rapido, uno distrutto da quello di poppa e gli altri 3 dai due di prua. In genere sono tirate raffiche da 10 colpi da 76 e da 5-6 colpi da 127 per ingaggio, e il 127 mm ha partecipato al tiro assieme ad uno dei 76 mm, sparando a due diversi target, uno dei quali attribuito ai suoi colpi. I 76 mm hanno tenuto fede alla propria fama, distruggendo entro i 2 km tutti e 4 gli altri aerei, appena prima che possano sganciare le bombe. Però uno, benché in fiamme, sgancia ugualmente prima di essere distrutto dal tiro di uno o più SR. La bomba, non attaccata dai cannoni, manca di poco la nave, causando qualche danno leggero a bordo per concussione.
E' già tanto. Ma adesso è l'ora dell'11ima ondata. E stavolta non ci sono missili ad 'ammorbidire' il nemico prima che giunga in picchiata sulla nave. Il 127 mm apre il tiro appena prima che i bombardieri inizino la picchiata, ma i proiettili ci mettono un bel pò per arrivare e ottengono poco sul momento, per poi diventare più precisi mentre gli Helldiver si avvicinano. Ma basterà? I Super Rapido vengono considerati capaci di abbattere 4 missili antinave per ciascuno di essi, ma questa è più che altro pubblicità. Qui si tratta di fare sul serio ma sopratutto, i missili antinave in genere non attaccano da alta quota in picchiata. Arrivati sulla verticale o quasi, della nave, i bombardieri scendono giù in rapida sequenza e a quel punto soltanto i radar di tiro possono seguirli, mentre quello di scoperta SPS-774 e i due a lungo raggio non possono fare nulla perché non vedono a quella angolazione così elevata. Per cui, i 4 target selezionati inizialmente sono presi sotto un tiro micidiale e uno dopo l'altro, abbattuti da altrettante artiglierie di bordo. Però gli altri 7 non sono tracciati. Mentre l'ultimo Helldiver dei primi 4 viene abbattuto e distrutto sulla verticale della nave, a circa 2 km di distanza, dal tiro dei due 76 mm prodieri; gli altri 7 scendono in picchiata e puntano al De la Penne. Le loro bombe non sono meno precise del tiro della nave. Quest'ultima riesce a localizzare soltanto 2 altri bombardieri ma il suo tiro riesce a distruggerne soltanto 1, almeno prima che sgancino le bombe. L'altro riesce però a mirare e rilasciare la sua potente arma da 1.000 lb, prima di essere abbattuto anch'esso. La bomba non pare che colpisca la nave, ma esplode vicinissima in mare, aprendo vie d'acqua importanti a metà scafo. Seguono altre 3 bombe sganciate dai 5 bombardieri che non sono stati per nulla tracciati. Esse vanno a segno sulle due sovrastrutture e sullo specchio di poppa, causando distruzioni immense e allagando almeno 3 compartimenti stagni (a poppa), più i due allagati almeno parzialmente a metà nave dal near miss. Il De la Penne è praticamente un rottame galleggiante, e i 5 velivoli superstiti infieriscono su di esso mitragliandolo con almeno 3 passaggi, mirando specialmente alle armi e all'hangar, così da causare altri danni. La batteria di missili antinave esplode in fiamme. Il De la Penne è oramai spacciato, con i timoni fuori uso e così l'apparato motore, fiamme a bordo e circa 1.000 tonnellate d'acqua. Sopravvivere senza aiuto diventa impossibile.
Ma la nave è ancora a galla, mentre 'loro' se ne vanno, per la prima volta. Poi risalgono in quota e da circa 3.000 metri, si gettano in picchiata, stavolta senza aerofreni! E' un'azione kamikaze che centra con 4 aerei la nave, mentre un quinto finisce in mare. L'impatto, a circa 750 km/h, è micidiale e rottami e motore in fiamme penetrano nei ponti. L'hangar, centrato in pieno, esplode con gli elicotteri e i siluri leggeri sistemati lì vicino, così come le munizioni da 76 mm ancora da sparare. Altro centro a mezza nave, dove già sono esplosi i missili, e due nella zona più a prua, mirando al settore artiglieresco. Uno dei velivoli entra nel deposito vuoto degli Aspide, l'altro invece riesce davvero ad arrivare al Santo Graal della nave, ovvero il deposito principale da 127 mm. L'esplosione di questo causa la distruzione della parte prodiera del De la Penne, ovvero l'unica ancora relativamente intatta. La fine arriva poi, circa mezz'ora dopo la nave scompare nel mare, senza che vi siano altri attacchi.
Un finale alternativo è quello con la 12a ondata. Ovviamente 12 Helldiver, che bersagliano il povero De la Penne distruggendolo pezzo per pezzo con almeno 8 bombe da 1.000 lb in pieno.
Riassunto:
Prima attacca 1 Helldiver. = 1 SR 76 mm (5 cp)
Attacco mancato e aereo abbattuto subito dopo.
Seconda ondata: attaccano 2 Helldiver = 2 Aspide.
Entrambi abbattuti a medio-breve raggio dopo ammonimento a non avvicinarsi.
Terza ondata: attaccano 3 Helldiver = 4 SM-1MR.
Lancio di missili fin dalla massima distanza. Entro i circa 18-20 km sono tutti abbattuti.
Quarta ondata: attaccano 4 Helldiver = 4 SM-1MR.
Lancio dalla massima distanza, anche stavolta entro i 18-20 km eliminati tutti i target.
Quinta ondata: attaccano 5 Helldiver = 6 SM-1MR.
Lancio con successo entro i 15-16 km circa.
Sesta ondata: attaccano 6 Helldiver = 7 SM-1MR
Eliminati entro i 12 km da 4 salve di missili che arrivano al 50% rispetto al totale.
Settima ondata: attaccano 7 Helldiver = 8 SM-1MR
Entro i 12 km sono stati fatti fuori tutti i target.
Ottava ondata: attaccano 8 Helldiver = 8 SM-1MR+ 2 Aspide
Entro i 12 km sono stati eliminati tutti i target ma per farlo è stato necessario distruggerli anche con gli Aspide.
Nona ondata: attaccano 9 Helldiver = 3 SM-1MR+ 6 Aspide
Entro i 10 km sono stati abbattuti tutti i target.
Decima ondata: attaccano 10 Helldiver = 6 Aspide e 10 colpi da 127 mm + 40 da 76 mm.
Entro gli 8 km spariscono tutti gli Aspide, ma restano ancora due Helldiver, che vengono abbattuti dal cannone da 127 mm e dai due di prua da 76 mm.
Undicesima ondata: attaccano 11 Helldiver = 20 colpi da 127 mm e 80 colpi da 76 mm.
Senza più missili, vengono usate solo le artiglierie. Il cannone da 127 mm
Totale degli aerei abbattuti, quindi, 61 aerei di cui 49 dai missili e 12 dalle artiglierie, questi ultimi solo nella 1a, 10a e 11a ondata.
5-Tutti insieme appassionatamente
Ennesima (ma non ultima!) variazione sul tema. Chi sfiderà il potente De la Penne stavolta? E sopratutto, come lo sfideranno?
Sui radar compare la flotta nemica. Sono tanti aerei. Uno, due, tre, dieci, undici, venti, ventuno... ventinove, trenta, trentuno e trentadue.
Il lancio dei missili parte da subito con l'SM-1MR. Lancio di dodici missili in pochi minuti, mentre gli Aspide tirano a loro volta altri 8 missili pronti al lancio. Naturalmente non c'é tempo per ricaricare...
1a salva: 2 centri (SM-1) a circa 25 km. -30
2a salva a circa 21 km, con due kill. -28
3a salva, circa 18 km, ma un solo kill. -27
Poi iniziano il tiro con i missili Aspide, due e due SM-1MR, con 2 e 1 missili a segno attorno ai 15 km: -24.
Lancio di altri 2 SM e 2 Aspide, altri 2+1 centri (stavolta a mancare è stato un Aspide) = -21, mentre 'essi' sono a circa 12 km di distanza.
A circa 9 km arriva un'altra salva di missili, 2 Aspide e 2 SM, sono 4 centri micidiali, ma siamo ancora a -17.
A quel punto resta in opzione il tiro con i cannoni. Un radar 30X guida un missile e abbatte un Helldiver da circa 7 km, e poi l'ultimo Aspide tira ancora a circa 5 km. Poi è troppo tardi per ricaricare. Nel contempo l'altro radar di prua controlla il tiro del pezzo da 127 mm che abbatte un altro aereo.
A questo punto la situazione è la seguente: l'orda si sta avvicinando a circa 5 km e meno ancora. Ma, pur essendo sfoltita, in aria ci sono ancora 14 aerei.
Il fuoco dei cannoni da 76 mm continua a fare qualcosa, due target sono già sotto tiro dai 3 cannoni, che operano a coppie e singolo (quello di poppa) con tutte le DT contemporaneamente attive. Il sistema SM-1 non è in quel momento operativo, stando fuori campo di tiro mentre la nave mostra la prua agli attaccanti (oppure, ipotesi alternativa: perché soggetto ad un guasto, dopo avere sparato ben 12 missili in circa 3,5 minuti). Un Helldiver viene distrutto a circa 4 km dal tiro della coppia di prua, e più o meno simultaneamente un altro viene distrutto dal cannone di poppa, ma non cambia subito il bersaglio come dovrebbe. -12 aerei.
Infine, abbiamo la resa dei conti per davvero. Il cannone da 127 mm distrugge poco dopo un altro aereo a circa 2,5 km, mentre i 2 cannoni da 76 mm prodieri sparano all'impazzata e abbattono un altro aereo a circa 2 km: -10. Ma è troppo tardi. E l'angolo molto elevato dei bombardieri, almeno 60°, fa sì che da un lato essi risultino molto precisi nel tiro, e dall'altro che i radar di avvistamento della nave non possano più tracciarli, stando ben al di sopra del loro massimo settore verticale di circa 45°. Il che significa, che nonostante il cannone da 127 sia riuscito ad agganciare e ad abbattere un secondo target, la potenzialità di ingaggio di bersagli multipli del successivo strato difensivo da 76 mm non è più applicabile, perché non c'é alcun radar agganciabile sul bersaglio: per cercarli autonomamente devono metterci del tempo, maledettamente prezioso, che non c'é più nella loro disponibilità. Terribile, sì, ma è una lotta mortale, dopotutto.
I cannoni a.a. sono stati certamente efficaci, tanto che hanno distrutto ben 2 target con il solo Compatto da 127 mm; ma i 3 pezzi da 76 SR hanno distrutto altri 3 aerei, totalizzando ben 5 bombardieri distrutti in appena 3 km di percorso ovvero circa 20 secondi di tempo.
-1 bombardiere distrutto a circa 5 km dal 127; 2 distrutti da circa 4 km dai 76 mm; 1 distrutto dal 127 a 2,5 km; 1 distrutto dai 76 mm a 2 km.
Notare come gli ultimi 2 aerei sono stati vittime delle FCS dopo che esse, annientati i primi bersagli, sono riuscite, pur in quei pochi secondi, a trovare un secondo target, e parliamo di distanze percorse a 600 km/h, ergo circa 30 secondi dall'inizio del tiro allo sgancio delle bombe, e forse persino di meno.
Niente male, se non fosse per il livello di minaccia da affrontare, chiaramente...
Ma poi, anche se venissero distrutti un altro paio di bombardieri, questo farebbe una grande differenza? Ce ne sono ancora 10 e tutti loro hanno elevate possibilità di distruggere il De la Penne. I bombardieri giapponesi D3A, nel 1942, arrivavano anche all'80% dei colpi a segno, quindi 10 aerei potrebbero essere persino il doppio di quelli strettamente necessari, anche ammettendo delle probabilità di colpire inferiori a questo valore.
Un ultimo Helldiver viene abbattuto mentre sta richiamando dopo la picchiata, sempre da una raffica da 76 mm.
Le 10 bombe sganciate vanno a segno e centrano la nave con 4 colpi in pieno e alcuni vicini. Dopo circa 2 ore viene abbandonata a causa degli incendi. I 9 Helldiver rimasti mitragliano la nave da prua a poppa prima di andarsene, causando esplosioni e incendi a bordo, tra cui la batteria di missili antinave. Immobilizzata e impossibilitata a muoversi, non andrà certo lontano!
In tutto, dunque, la difesa a.a. ravvicinata ha fatto questo risultato:
127 mm: -1 (5 km); -1 (2,5 km)
76 mm-1: -1/2 (4 km); -1 (2 km)
76 mm-2: -1/2 (4 km);
76 mm-3: -1 (4 km); -1 (1 km)
Aspide: - 2 (15 km); - 1 (12 km); -2 (9 km); -1(7 km); -1 (5 km).
Da confrontarsi con il risultato che avevo calcolato senza la correzione dovuta alla mancata copertura radar ad alto angolo:
127 mm: -1 (5 km); -1 (2,5 km)
76 mm-1: -1/2 (4 km); -1 (2 km) -1 (0,5 km)
76 mm-2: -1/2 (4 km); -1 (1,8 km) -1 (1 km)
76 mm-3: -1 (4 km); -1 (2 km)
Aspide: - 2 (15 km); - 1 (12 km); -2 (9 km); -1(7 km); -1 (5 km).
Questo è un totale per la difesa ravvicinata notevole, comunque sia, in tutto vi sono stati 6 aerei abbattuti dalle artiglierie, più i 7 degli Aspide e ovviamente, quelli abbattuti dai SM-1 ovvero altri 10.
In tutto hanno beccato 23 aerei su 32, ma gli Helldiver sono riusciti malgrado tutto a beccare la nave. Di sicuro il numero di 32 è veramente il limite entro cui è possibile ancora difendersi.
Una cosa evidente che salta all'occhio è come questi bombardieri usino una sola arma anche se con buona precisione. Ma se non volano a quote maggiori, a che serve portare un'arma soltanto? Lo sgancio migliore per evitare al più la contraerea è a circa 1.500 metri di distanza, ma se si vuole maggiore precisione, magari sparando anche con le armi di bordo, allora va bene per aumentare la probabilità di sganciare, ma non certo di colpire. Entro i 1-1,2 km avvicinarsi diventa sempre più pericoloso, anche contro munizioni di tipo normale. Sganciare con tre bombe per volta significa aumentare le probabilità che almeno una di queste vada a segno, probabilmente sono le stesse di fare centro da 700-800 metri con una singola bomba. In ogni caso la 'forcella' potrebbe distruggere o danneggiare lo scafo, visto che sono oltre 300 kg di esplosivo che detonano praticamente insieme al massimo entro qualche decina di metri dalla mezzeria dello scafo. Un singolo bombardiere 'fortunato' potrebbe distruggere la nave, specie se poi si schianta sulla stessa a causa dei danni riportati.
Un'altra cosa evidente che salta all'occhio è come i frammenti di ogni sorta piovano comunque sulla nave, tra cui anche munizioni e bombe, nonché rottami abbastanza grossi da fare danni seri, spesso ancora in fiamme. Del resto, quando sul cielo della nave si disintegrando decine di aerei che la stanno puntando in forte picchiata, non dovrebbe stupire: sono centinaia di tonnellate di materiali che cadono giù a circa la metà della velocità del suono, sotto forma di migliaia di pezzi se l'aereo è disintegrato, peggio ancora, sotto forma di un aereo ancora integro con le bombe a bordo pronte ad esplodere all'impatto o peggio, subito dopo, in profondità.
Adesso rifacciamo l'attacco con gli Helldiver che sparano di brutto con tutto quel che hanno a bordo.
Per l'avvicinamento c'é poco da dire, è da distanze tali che non fa differenza. Caso mai, il primo Helldiver, quello che attacca di sorpresa, potrebbe davvero fare qualche scherzo non da poco: mitragliare la plancia del De la Penne e/o lanciare razzi da 127 mm, e poi tirare non una, ma tre bombe. Oppure addirittura, sganciarne cinque, perché anche sotto le ali è possibile portare bombe. Se qualche razzo, o peggio, qualche bomba va a segno, questo menomerà la nave per il resto dell'ingaggio, con conseguenze tali che potrebbe essere addirittura indifesa rispetto già ai successivi bombardieri (si pensi solo se razzi o bombe mettessero fuori uso la COC).
Adesso, però, studiamo l'attacco portato dalla forza di 32 Helldiver. Stavolta sono ad armamento completo, e pronti a dimostrarlo appieno. Ripartiamo da quel che è successo prima: a 9 km, sono stati abbattuti già allora complessivamente 15 Helldiver, con il lancio complessivo di circa 12 SM-1MR e 6 Aspide.
Poi inizia la folle corsa verso il basso. Uno dei radar RTN-30X continua ad essere agganciato al sistema Aspide, che ha ancora 2 missili pronti dopo le tre salve tirate in precedenza, su target che fanno 360-400 km/h di velocità d'avvicinamento e forse più (perché limitarsi a 360-370?). A quel punto scendono giù in picchiata da circa 5.000 metri a 600 km/h, con angoli prossimi ai 70°.
Scendono giù in picchiata, ma si fanno precedere da qualcosa di molto sgradevole. Infatti, sotto le ali hanno razzi da 127 mm, otto per aereo, probabilmente del tipo HVAR (molto più preciso e potente del vecchio VAR). Quando scendono giù in picchiata vengono fatti segno al tiro dei missili e cannoni nemici, in pratica sotto i 5 km solo da parte dei cannoni perché gli Aspide sono finiti e c'é bisogno di tempo per ricaricarli, anche con il sistema di riarmo automatico Riva-Calzoni ci vorrà sicuramente un certo numero di secondi e oramai le centrali di tiro sono passate al controllo dei cannoni, funzionando in modalità diversa rispetto ai missili e ai loro sensori di guida, ovviamente. Non è come passare al controllo di due tipi diversi di cannoni.
Il cannone da 127 mm abbatte uno degli Helldiver da circa 5 km, mentre altri due vengono eliminati da circa 4 km dal tiro delle armi da 76 mm. Però a quel punto la palla passa agli altri Helldiver. Ora le distanze sono buone, l'attacco in picchiata è ottimo per questo tipo di azione, con angolo probabilmente di circa 60° il che minimizza l'effetto della gravità e aumenta la velocità dei razzi stessi durante la caduta. Da circa 2 miglia (3 km), mentre il pezzo da 127 ricomincia a sparare contro un altro target, e così stanno cercando di fare, stavolta in maniera indipendente, tutti i cannoni da 76 della nave, partono le prime salve di razzi: almeno 16, otto per ciascuno dei due aerei. Qualche secondo dopo, ne partono altri 24, ovvero il tiro di altri 3 aerei. Brutta cosa! 40 HVAR in volo sul De La Penne, a velocità supersonica. Questo non impedisce al De la Penne di distruggere altri tre Helldiver con il tiro dei cannoni, ma nemmeno impedisce ad un'ottima raffica di razzi di centrare il De la Penne pagandolo con la stessa moneta: tre HVAR colpiscono la nave, uno a prua davanti al cannone da 127, che resta messo fuori uso, un altro sul fumaiolo posteriore destro, che coinvolge con l'esplosione anche i radar lì vicini relativi al sistema SM-1, e sopratutto un altro centra la sovrastruttura scoppiando tra l'albero e il fumaiolo anteriore, e causando danni e interruzioni di circuiti, oltre a principi d'incendio. Altri razzi scoppiano vicini e fanno volare schegge dappertutto. Queste salve di razzi mettono momentaneamente in 'tilt' la nave, ma non è finita: altri razzi arrivano giù a pioggia; mentre i primi sono stati tirati tra i 3,7 e i 3,3 km da parte di cinque aerei, per cui la precisione era piuttosto marginale, poi ne partono altri 24 da parte di altri 3 aerei, gli ultimi che ce li hanno ancora, da circa 2,5-2,7 km. Infatti dei 17 aerei rimasti, già 3 sono stati abbattuti prima che vengono lanciati i primi razzi, altri tre successivamente; ma oramai i razzi li hanno già lanciati. In tutto dei 17 superstiti arrivati a tiro di artiglieria, tre sono abbattuti prima di lanciarli, 3 subito dopo, ma alla fine otto aerei riescono sicuramente a lanciare un totale di 64 HVAR.
Se i primi 40 hanno piazzato a segno 3 colpi, che è già buono, i successivi 24 razzi sfruttano il fato di essere stati lanciati da distanze inferiori di quasi 1 km per ottenere un risultato analogo: altri tre razzi beccano la nave, uno sfonda la coperta appena a lato della sovrastruttura anteriore, uno il ponte di volo elicotteri, e un altro centra l'alberatura posteriore, abbattendola assieme al radar di scoperta a medio raggio. Con 11 radar, 4 cannoni, 3 lanciamissili, 2 lanciasiluri, 2 lanciarazzi e 2 elicotteri, qualsiasi punto in cui vai a toccare questa nave finisce che becchi qualcosa di importante! Questi sei razzi, e gli altri 58 scoppiati tutt'attorno mettono momentaneamente KO la difesa aerea, anche per il colpo strategico che ha subito.
Gli Helldiver continuano a picchiare verso la nave, e da circa 1,5 km sganciano le bombe. Circa 10 secondi dopo lo sgancio, queste esplodono tutt'attorno alla nave, ma una la centra in pieno, diritta sulla grossa sovrastruttura di plancia, perforata dietro con l'ordigno che esplode distruggendo la COC ancora una volta bersaglio fondamentale.
A quel punto, mentre la nave è fuori uso, arrivano gli ultimi 6 Helldiver, in questo caso però armati di due bombe da 500 lb sotto le ali e di una da 1.000 lb dentro la fusoliera. Lo sgancio viene eseguito in genere entro i 1.000 metri, approfittando dell'assenza momentanea di armi a.a. e fa forcella almeno due volte: in una di queste, la 1.000 lb centra la sovrastruttura poppiera, mentre le due da 500 cadono entro i 15 metri dalle fiancate, esplodendo a circa 8 metri e provocando danni considerevoli in entrambi i lati del fasciame, che comincia a cedere e a imbarcare acqua. Nell'altro caso, invece, la situazione è più netta. Sia la 1.000 che una delle 500 (caduta praticamente ai lati della coperta, ed esplosa contro il fasciame), colpiscono in pieno, mentre l'altra cade comunque a meno di 20 metri. Si genera un'enorme falla a mezzanave dovuta all'arma da 500 libbre, mentre quella da 1.000 ha centrato il target a mezza nave, sotto l'albero, ed esplode nel locale poppiero delle macchine. Un ultimo aereo fa forcella con un'altra bomba da 1.000 lb HC a centro nave, sfondando lo scafo anche sotto il livello di galleggiamento.
Ridotta ad un relitto da 4 colpi in pieno (4 da 1.000 e 1 da 500 lb), la nave italiana è ferma e indifesa. Gli Helldiver rimasti ne approfittano. Sono 12, e tutti loro hanno qualcosa come 2 cannoni da 20 mm con 400 colpi. Gli Helldiver eseguono un'infinità di passaggi mitragliando tutto quel che sembra vulnerabile della nave, financo la linea di galleggiamento. Non solo, ma anche gli ultimi missili disponibili nel tamburo Standard, raggiunto dalle fiamme, esplodono distruggendo la sovrastruttura poppiera. Quando gli Helldiver se ne vanno, la nave è un relitto in fiamme, che affonda circa 5 ore più tardi. Peraltro, hanno pagato caro l'attacco, con ben 20 perdite. Ma la possibilità di sparare i razzi è senz'altro micidiale per rispondere al fuoco antiaerei proprio quando ci si avvicina entro i 3 km di distanza, ovvero il settore più pericoloso della difesa aerea nemica.
6-Terrore da alta quota
Fino ad adesso gli Helldiver hanno volato 'facile'. Ma cosa succederebbe se volassero in maniera tutt'altro che semplice da contrastare? La loro tangenza pratica supera, almeno sulla carta, gli 8.000 metri. Almeno sulla carta, gli Aspide non hanno validità oltre i 6.000 metri. Volare a 6.000 metri è già dunque, al limite delle loro possibilità, ma salire oltre? Facciamo che gli Helldiver anziché a 16.000, volino a 25.000 ft, circa 7.600 metri. Questo dà l'idea di come le cose possano cambiare. I missili SM-1MR sarebbero più efficaci, a parte i guasti, ma la distanza d'ingaggio cambierebbe poco anche perché i 'bogey' appaiono comunque attorno ai 30 km.
Caso mai, a quel punto cambierebbe la situazione nell'attacco finale. Gli Helldiver si butterebbero giù da quote troppo alte per essere inquadrati prima dai cannoni e dagli Aspide, che quindi dovrebbero eliminarli mentre scendono giù. Hanno circa 40 secondi di tempo, a 600 km/h con sgancio a 1.000-1.500 metri di distanza. Ci riusciranno? Mettiamo che le linee di mira, a quel punto, possono essere comunque soltanto quattro, una per gli Aspide, le altre tre per i cannoni: probabilmente, il pezzo da 127, i due cannoni di prua e quello di poppa, oppure quest'ultimo è associato a uno di prua. Ingaggiano 4 bersagli alla volta, bisogna considerare che gli altri sono stati abbattuti dagli SM-1MR, che tra l'altro, da una tale quota si può ammettere che possano lanciare un'ultima coppiola di missili prima che la nave manovrando verso gli attaccanti, o prima che gli attaccanti siano troppo sulla verticale, non riescano più ad essere ingaggiati. Prima vengono abbattuti 10 aerei, poi vengono abbattuti più aerei ancora.
Escludendo i razzi, sarebbero a mio avviso 4 per linea di mira, più un paio per gli SM-1.
Ma anche così, devono affrontare probabilmente 20 aerei in un tempo di circa 30-40 secondi. Sopratutto, sebbene ad alte angolazioni probabilmente tutte e 4 le DT Dardo (SPG-76 per essere precisi, secondo la denominazione della MMI) possano mirare a questi velivoli, è anche vero che i radar di avvistamento non possono fare lo stesso e così dopo il 1o ingaggio (di successo), ne segue a stento un secondo. In tutto, in altre parole, 'soltanto' 8 target vengono distrutti, ma ne restano ben 12 esemplari. Il risultato è ovviamente, pirotecnico: anche con una sola arma da 1.000 lb, centrano la nave almeno 4 o 5 volte, quando 3 sono il limite assoluto in termini di resistenza senza affondare. Mitragliano il caccia e poi se ne vanno, lasciandolo affondare in circa 20 minuti (in caso di 5 centri, se soltanto 4 allora è circa 1 ora).
Inoltre, non è detto che gli aerofreni siano da estrarre fin da subito: il vecchio Dauntless con questi estratti non faceva più di 550 km/h, ma senza poteva arrivare verso gli 800, per cui l'avvicinamento iniziale potrebbe essere fatto a velocità degne di un jet, molto più difficili da seguire per la direzione di tiro di terra, e con molto meno tempo per reagire. Quindi, volare a quote e/o velocità maggiori porta bene per l'attaccante, cosa abbastanza intuibile.
7- Avenger, Avenger a dozzine!
Il Triangolo delle Bermuda è famoso per la sparizione di cinque TBF Avenger, no?
Tuttavia, non ho particolare fiduca nella pericolosità dell'Avenger. L'unica è che il primo, a sorpresa, come si è visto prima, arrivi e centri con un siluro la nave, mettendola a quel punto seriamente KO, possibilmente incapace di difendersi dalle ondate successive o con la capacità di difesa ridotta almeno almeno al 50%.
Se il volo radente rende più difficile la localizzazione, con i sistemi moderni questo non è molto serio e i missili non subiscono eccessivo degrado di prestazioni rispetto ai lanci da media quota, anche se gli SM-1, almeno in teoria, sarebbero inefficaci sotto i 45 metri (ma non c'é da mettere la mano sul fuoco nemmeno su questo, sebbene certamente siano in maggiore difficoltà e con minore Pk). Basicamente, o gli Avenger lanciano da distanze troppo elevate e specie se tirano singolarmente, questo significa non riuscire a colpire la nave pressoché MAI, oppure serrano le distanze e allora vengono abbattuti, in altre parole entro i 1.000 metri si può provare, ma da 2.000 metri è troppo, specie con i poderosi ma lenti siluri americani; a meno che la nave non sia stata danneggiata di già al primo tentativo 'a sorpresa', anche se non fosse messa fuori uso, almeno non eccessivamente, nelle sue capacità di difesa aerea. Gli Avenger attaccherebbero da distanze simili agli Helldiver, ma volando radenti e quindi, su due dimensioni, per giunta più lenti e peggio ancora, se vengono abbattuti cascano in mare anziché continuare a 'puntare' verso la nave. Di buono hanno che, come in genere fanno gli aerosiluranti, tendono a manovrare assai strettamente, cercando di non rendere la loro posizione futura troppo facile da prevedere e mandando in crisi la punteria dei cannoni che tirano ad 'inseguimento' anziché a sbarramento. Ma se attaccano singolarmente, dubito che questo faccia molta differenza. Se peraltro eseguono missioni manovre valide a sufficienza, è facile che possano causare un maggiore sciupio di munizioni al difensore rispetto alla picchiata diritta dell'Helldiver, almeno finché non vengono colpiti per bene.
A mio avviso per provare ad intaccare il De la Penne 'sano' ci vorrebbero almeno 16 Avenger, se le manovre evasive sono sufficienti per ridurre la percentuale mostruosa (il 10%!) di Pk dei proiettili (non guidati!) della nave italiana.
Non sempre del resto le cose vanno come dicono i commercianti di armi: alla Falklands, la HMS Ardent, prima di essere affondata, sparò con tutte le armi a sua disposizione e si dice che tirasse ben 190 proiettili da 114 mm, ben più potenti dei 76 mm, più 5 missili Sea Cats, senza alcun successo, e questo pur avendo entrambi i sistemi diretti da un sistema RTN-10X Argo (lo stesso delle Lupo italiane per il loro pezzo da 127 mm).
Questo è vero specialmente se gli attacchi precedenti hanno depauperato la dotazione di missili SM e hanno eliminato i missili Aspide dai depositi, lasciando di fatto solo ai cannoni l'onere di fermare gli incursori nemici. Volando a bassa quota, rendono impossibile tirargli con più di 3 cannoni (se attaccano tutti da una parte) e questo fa il gioco degli attaccanti: anche se i cannoni ne abbattessero 10, gli altri sei potrebbero ancora attaccare, e forse silurare con uno o due ordigni la nave italiana. Con un singolo ordigno potrebbe forse sopravvivere (ma quasi certamente, senza più difese almeno per il momento), con due quasi sicuramente affonderebbe, specie se poi gli Avenger gli eseguono numerosi passaggi di mitragliamento.
Nell'ipotesi delle ondate con la tecnica del raddoppio, ad ogni modo, questi aerei seguirebbero soltanto 15 altri Avenger, per cui è praticamente impossibile che abbiano svuotato i depositi della nave.
Caso mai, l'ipotesi potrebbe essere quella del rapporto incrementale +1, in tal caso peraltro sarebbero persino troppi, visto che i predecessori ammonterebbero a ben 120 esemplari.
In tal caso, è probabile che già dai 12 in poi sia possibile che un siluro vada a segno, quindi basterebbero 91 aerei fino ad allora. I 13 successivi, senza più missili e con la nave danneggiata gravemente e quasi immobile, potrebbero esplodere altri siluri a segno sulla nave, un paio ulteriori bastano e probabilmente avanzano. Totale: 104 aerei necessari, di cui un numero non noto abbattuto, ma probabilmente tra i 90 e i 100.
Quindi, senza alcun incremento (ovvero con la solita tecnica dell'uno alla volta), potremmo vedere il De la Penne che stermina una lunga lista di Avenger. Non è facile dire quanti, ma sparando 'a colpo sicuro' (tanto ce n'é soltanto uno...), si aumenta la probabilità di abbattimento. Considerando la % di successo dei missili pari al 75%, abbiamo 42 kill. Poi, con comodo, il De la Penne distrugge altri 80 (ottanta!) aerei tirando in media 10 granate per ciascuno, da 76 o da 127 mm. Bisogna dire che questi siluranti sono comunque capaci di eseguire lanci da circa 1.000 metri e pertanto la loro minaccia non è elevata, ma al contempo abbattere un velivolo così manovrabile e in volo a bassa quota, capace di attaccare da distanze significative, è tutt'altro che scontatamente facile. Per cui penso che queste % di abbattimento siano nell'insieme sensate, anche se preferisco ovviamente gli Helldiver (o i Dauntless, se è per questo) come possibilità di sopravvivenza.
Altra possibilità, come detto, gli aerei in modalità 'raddoppio'. In tal caso, all'ondata N.5 ovvero 16 aerei, gli ultimi di 31 in tutto, potrebbero 'forse' asfaltare il De la Penne, ma io penso che non basterebbero perché la difesa mista missili-aa. potrebbe ancora distruggerli. Tutto dipende dalle capacità degli SM-1 in questo scenario con avversari in volo a quote davvero minime, sui 15-30 metri. Se le spolette detonano troppo presto, per esempio, sono dolori, mentre gli Aspide sono buoni fino a 15 metri di quota e quindi non hanno praticamente problemi a distruggerli, ma non è detto che non subiscano qualche imprevisto con detonazione anticipata: a bassa quota, tutto si paga più caro.
Le munizioni non dovrebbero avere problemi, almeno quelle da 76 mm SR. Nell'insieme dichiaro l'impossibilità di valutare correttamente questo scenario, per le variabili legate agli SM-1.
Nondimeno, penso che una successiva ondata, la N.6 da 32 aerei, avrebbe quasi sicuramente la meglio, essendo decisamente troppi per abbatterli tutti, specie se in volo a bassissima quota come sicuramente farebbero. Va bene che sono molto più lenti di un missile antinave, va bene che sono molto più grossi come bersaglio, va bene che volano a quote leggermente maggiori... però 32 sono 32. Non possono essere ingannati dalle contromisure elettroniche, tanto per cominciare, quindi bye bye a chaff, flare, disturbatori ecc ecc, cosa non di poco conto nella guerra navale. E possono volare in maniera molto manovriera, rendendo difficile la tracciabilità mentre ronzano a bassa quota. Infine, la loro corporatura sarà massiccia, ma sono capaci di incassare una grande quantità di danni, senza per questo essere messi in crisi con il rischio di cadere subito in mare. Tutto questo i missili non possono farlo, o quanto meno non a questo livello. Per cui, anche se l'Avenger vola a circa 1/3 della velocità di un missile come l'Exocet (o più probabilmente, circa il 40%), e anche se la traccia radar sarà almeno 100 volte maggiore, esso ha comunque una buona possibilità di sopravvivere quel tanto che basta per lanciare il siluro, anche se fosse poi incendiato e perduto in mare.
Come aerei in aumento +1, ho già detto, alla 12a ondata, con 91 aerei coinvolti, è probabile che una intera squadriglia di questi bestioni possa portarsi abbastanza vicina per lanciare qualche siluro prima di essere totalmente annientata. Il che è confortevolmente confermabile anche dal fatto che a quel punto, i missili SAM disponibili saranno sicuramente finiti e quindi soltanto le artiglierie potranno sparare, con un massimo di 3 alla volta, se gli Avenger arrivano tutti da una parte. Inoltre il numero degli attaccanti è tale, che per neutralizzarli bisognerà iniziare a sparargli da forte distanza, quando la probabilità di distruggerli è ancora bassa, ovvero con grande spreco di munizioni, specie se essi volano in maniera agile e imprevedibile. Alla 13a ondata, quasi sicuramente, gli ultimi di 104 velivoli sarebbero sufficienti per distruggere il De la Penne.
Resta qualche altra opportunità? Massì, come no. Mandare gli Avenger a gruppi di 5 aerei per volta. Come quelli spariti nel famoso incidente del 1945. Tornano, ma non come nel film Incontri Ravvicinati.
Arrivati a gruppi di 5 per ogni volta, riusciranno a lanciare i siluri prima di essere abbattuti? Penso che ci vorranno almeno 15-20 ondate per questo risultato. Magari saranno necessari 100 aerei, perché onestamente, soltanto 5 non bastano come 'attacco di saturazione'. Però sempre meglio che mandarne uno per volta, anche se la nave dovesse sparare il 20-30% di colpi in più per compensare la distanza maggiore a cui aprire il fuoco (con minore precisione, anche perché non puoi ingaggiare contemporaneamente 5 target con le sole artiglierie!), questo significherà restare a secco di munizioni un pò prima del normale. E magari beccarsi almeno 2 siluri dall'ultima ondata, rimasta pressoché incontrastata per 'esaurimento scorte' di fischioni e botti vari.
Però in tutta onestà non c'ho voglia di fare anche questa simulazione, sorry...
PS: ogni riferimento, in questo wargame, all'episodio 7 della serie originale Capitan Harlock, è puramente casuale.