P40 e gli altri, 1943-44
27.01.015
E adesso parliamo di dei veri pesi 'massimi' italiani, il carro P40.
Questo mezzo, va subito detto, non ebbe modo di entrare MAI in servizio con l'Esercito italiano, perché i pochi che vennero prodotti erano o prototipi (un paio, prima dell'armistizio) oppure vennero prodotti direttamente sotto controllo tedesco.
Quindi i nostri sfortunati carristi non ebbero mai un mezzo corazzato al pari degli Sherman, nonostante che questi ultimi fossero controbattibili, almeno in certe condizioni, dai piccoli ma temibili 'Semoventi' su scafo M.
Il P40 o P26/40, era un carro nato in qualche modo già nel 1940, come è implicito nella definizione (infatti, purtroppo per gli italiani, '40' non era il peso in tonnellate). In realtà, però, la gestazione del progetto fu molto lunga, tanto che dopo 3 anni ancora non era in produzione.
In origine era stato infatti richiesto nel 1940, con un peso di 25 tonnellate, corazza frontale 40 mm e laterale di 30, obice da 75/18 e cannone da 20 mm in torretta, più due Breda da 8 mm nella casamatta dello scafo. La potenza doveva essere di 330 hp (o più probabilmente cv), fornita da un motore diesel 12V, per una velocità di 32 km/h. L'intero progetto era noto come P75 (carro pesante con cannone da 75 mm).
Il prototipo venne fuori già nel 1941, inizialmente con l'armamento finto (in legno). Dopo il marzo 1942 si decise di andare sul pezzo da 75/32 mm, più arma da 8 mm coassiale. Dopo di che, venne studiato il carro T-34 e la protezione venne rivista, mentre il cannone venne sostituito con un pezzo L34, ancora più potente. Strano ma vero, ben prima di El Alamein, nel luglio del 1942, il prototipo venne già mandato alle prove di tiro.
C'era quindi, APPARENTEMENTE, il tempo per svilupparlo in maniera soddisfacente prima dell'armistizio. Ma già allora, sebbene non si potesse prevedere, mancava appena un anno alla fine del regime mussoliniano, e poco di più all'Armistizio. Difficilmente sarebbe stato possibile mettere in servizio questo carro in quantità apprezzabili prima della fine di questo periodo. E' un fatto, che due battaglioni fossero stati costituiti prima del 9 settembre, ma queste 'armi del crepuscolo' non si concretizzarono più di quanto riuscì a fare l'Horten 229 un paio d'anni dopo. Due prototipi, come già detto altrove. Né ebbe alcun esito l'evoluzione P43 con corazza inspessita (80-100 mm) da 30 tonnellate, motore da 480 hp a benzina e di fornitura tedesca e 40 km/h. Ne erano stati ordinati 150, ma non andò al di là del progetto. Idem per il P40bis, con armamento potenziato (il pezzo da 90 mm, probabilmente).
In effetti, per una nazione che riusciva a costruire 60-70 carri M, non ci si poteva certo attendere miracoli da questo così breve lasso di tempo, anche se fossero riusciti a riorganizzare la produzione per tempo.
Che tipo di carro era il P.40 definitivo? Un AFV pesante teoricamente sulle 26 tonnellate, che era già un grande passo avanti rispetto agli M. Questo significò avere una grande libertà di manovra per aggiungere armi e corazze. In teoria non era affatto male: un cannone da 75 mm L34, corazza da 50 mm (nello scafo, più in torretta). Motore diesel da circa 420 cv.
Sulla carta un carro che poteva ancora dire la sua, e pareggiare il conto col nemico, giusto come gli M13/14 contro i 'cruiser' (armati col pezzo da 40 mm) nel 1940-41. Del resto, nel 1942-43, gli Sherman e i carri inglesi col 57 mm erano diventati troppo superiori agli 'M' per poterli ancora 'contenere', anche se il problema maggiore era che ce n'erano semplicemente troppi per poterli affrontare, a meno di non avere una divisione corazzata con i Tiger (e possibilmente, qualche stormo extra coi Fw 190 per copertura aerea).
Il P40 rispondeva a questa esigenza, ora che era diventato chiaro come non fosse possibile continuare ad usare i pochi M13/14/15, e ora che era altrettanto chiaro come si dovesse costruire un carro moderno, dopo avere visto un T-34 catturato e portato fino in Italia. In origine, infatti, il P40 era solo un'ulteriore evoluzione degli 'M', ed era armato, a quanto pare, con un obice da 75/18 mm. In sostanza, era il mezzo che permetteva di avere una corazza e un cannone simili a quelli dei semoventi M.40 (forse gli unici mezzi di comprovato successo del parco corazzato italiano), ma con una torretta girevole, cosa che continuava ad essere giustamente vista come la migliore soluzione per un mezzo corazzato di uso generale (anche se a dire il vero... gli M40 si dimostrarono parecchio più 'flessibili' degli M13..).
Caratteristiche:
Peso 26 t; dimensioni 5,7 x 2,75 x 2,5 m; protezione 50 mm (scafo); motore Fiat-Spa 342 da 330 cv (o 420, dipende dalle fonti) 5A+1RM; v.max 35 km/h, trincea 2,5 m, gradino 1 m, pendenza 45°, guado 1,15 m; autonomia 275 km. Armi 1x75/34 mm + 2x8 mm (munizioni: 64 da 75 mm, 576 da 8 mm).
Con corazze inclinate 'alla sovietica' (cosa in verità già vista con l'L3! Ma successivamente poco coltivata, anche se non con il supremo disprezzo dei carri inglesi e tedeschi), e con un cannone 'allungato' dal migliore potere perforante, probabilmente derivato dal potente pezzo Mod 37 da 75/32 (perché no, visto che il 75/18 era per l'appunto, un obice divisionale adattato), a quel punto il P40 era diventato competitivo con i mezzi alleati e nemici (indipendentemente da chi fosse 'l'alleato' e il 'nemico'). O forse no?
A parte che arrivò almeno 12 mesi in ritardo, il P40 non era ancora realmente adatto alla sua epoca. Non era così terribile, ma non era eccezionale.
Potenza di fuoco: Apparentemente buona, con un cannone da 75 mm L34. In realtà non era così eccezionale, essendo semplicemente un parente strettissimo del Mod 37 dell'artiglieria divisionale, solo che era ancora del tipo 'lungo' da 34 anziché 32 calibri. Per cui è facile che le prestazioni fossero simili (sui 630 m/sec per proiettili da circa 6 kg).
Le due mitragliatrici anteriori erano state finalmente cancellate (ma poi perché tutte e due? Il R.E. passava da un estremo all'altro!). Ne restavano 6, di cui una coassiale e l'altra a.a. (quando c'era, almeno). Il cannone era di calibro normale per il 1943, ma la lunghezza della canna era assai ridotta. Non era peggio di quella di altri mezzi, però lo Sherman aveva un 75/37 e il T-34 un 76/40 mm. Sebbene le differenze balistiche non fossero probabilmente apprezzabili (proiettili da 600-650 m/sec), non era certo un punto di merito avercelo 'più corto'. Peggio ancora, con i Panzer IV, che avevano un cannone da 75/43, o un L46 o addirittura un L48 (v. 700-750 m/sec), oltre che ottimi proiettili e sistemi di tiro. Però il Panzer era privo di corazze inclinate, per cui non è detto che fosse un migliore compromesso. Nulla da dire con il Panther (75/70 mm) e il Tiger, erano mezzi troppo superiori per categoria di peso.
Ma non era questo il problema, veramente. I proiettili del P40 pare fossero solo circa 60. Peggio ancora, le mitragliatrici ne avevano appena 600, ergo un minuto di fuoco continuo teorico (da una sola di esse). Non era davvero molto! Evidentemente, infilare proiettili a sufficienza dentro questo carro era fuori discussione, dev'essere stato assai angusto per operarvi con facilità. Se non altro, i colpi erano al centro dello scafo, in due cassette facilmente accessibili. Questo aiutava ad impiegare i proiettili di bordo, almeno quei pochi che c'erano.
Una cosa altamente negativa era che la torretta era NON era triposto, ma biposto, con il capocarro che era anche cannoniere, per giunta i sistemi di puntamento erano buoni, ma non eccellenti. Per peggiorare le cose, essa era anche priva di cupola. Possedeva solo una specie di portellone ribaltabile per ciascuno dei due carristi. Se questa era semplice come soluzione, di sicuro non era la cosa migliore da un punto di vista dell'efficienza e della modernità. In verità, più che ai carri M, il P40 sembrava somigliare ai semoventi M40!
Protezione: la più appariscente delle caratteristiche del P40, assieme forse al cannone 'lungo'. Ma era una corazza ancora di tipo imbullonato, anziché fuso o saldato. Per giunta, la qualità non era propriamente di altissimo livello. O almeno, i tedeschi non considerarono mai molto bene la qualità delle corazze dei mezzi italiani, nemmeno nel 1944-45, quando producevano i migliori AFV nazionali -ma sotto controllo dell'occupante- mezzi frutto di 4 anni di esperienza bellica. Purtroppo, come nel caso dei giapponesi, tutte le migliori risorse erano di fatto date alla marina per le sue corazzate, come ho già detto in altre parti. Se così non è, che qualcuno mi smentisca pure: come è possibile che le corazze dei carri fossero così mediocri, quando la marina aveva leghe tra le migliori esistenti? Come se i nostri carristi non avessero bisogno di 'qualità'.
Né la qualità, né lo spessore (circa 40 mm sui lati, 50 mm frontali, forse fino a 60 mm in torretta anteriore), e nemmeno l'inclinazione (una via di mezzo tra T-34 e 'M') erano del tutto all'altezza della situazione. In altre parole, questo carro poteva reggere i colpi da 47 mm a breve raggio, ma di sicuro non era a prova dei pezzi da 57 o 75-76 mm, se non su distanze elevate (1 km con proiettili APC?).
Schema protezione secondo wwiivehicles.com:
Frontale scafo: 50 mm a 45° superiore (spessore equivalente o LOS, pari a 64 mm), 50 mm a 55° inferiore; lati superiori a 45 mm a 35°, 40 mm/0° inferiori; retro, 40 mm/10° e 40 mm/40°; tetto 20 mm/7° o 0°; fondo 15 mm/0°
Torretta: 60 mm/15°, mantello 60 mm arrotondato; lati torretta 45 mm/25°, retro 40 mm/25°, tetto 20 mm a 8 o 0°.
Ma c'é di più: il layout del veicolo, anche se visto di lato non sembrava, in realtà era ancora quello dell'M13. In sostanza, esisteva pur sempre una casamatta per l'equipaggio e una per il motore. Quest'ultimo era più grosso e l'altezza era apparentemente raccordata con la parte anteriore, ma in realtà, visto di sezione, è chiaro che i fianchi non fossero affatto analoghi, continuando ad essere più stretti nella zona motore, probabilmente per risparmiare peso e rendere più accessibile i sistemi, tramite appositi portelli.
Durante lo sviluppo, inoltre, venne adottato un sistema di filtri per l'aria mutuato direttamente dal carro britannico Crusader, mezzo vulnerabile ma molto ammirato dagli italiani (tanto da quasi 'clonarlo' con il carro Celere, da 13 t, rimasto peraltro prototipo). Anche le protezioni per i due periscopi della torretta erano come quelle del mezzo inglese.
Ora, vanno aggiunti un altro paio di elementi, uno positivo e uno negativo. Quello positivo era la presenza di una cassetta per sganciare 5 candelotti fumogeni, dietro il veicolo. Era una novità per i mezzi italiani, e non si capisce come mai tanta lentezza, visto che per esempio, i britannici li usarono su larga scala, ovviando spesso alla scarsa protezione o alla scarsa velocità dei loro veicoli blindati. Ad ogni modo, sempre meglio che nulla.
Poi c'era un dolentissima nota. Il motore diesel, malgrado fosse poco pericoloso dato il tipo di carburante usato, malgrado fosse apparentemente relegato in una sua apposita sovrastruttura, in realtà, pare che fosse sistemato senza alcuna protezione a contatto con il vano equipaggio. Questo avrà semplificato la manutenzione (e il riscaldamento in climi freddi, ma certo non in Africa!), ma era un pericolo evidentissimo in caso di incendio. Non solo: i due serbatoi di carburante erano sistemati ai lati del motore, il che significa che a loro volta erano a pochissima distanza dai carristi. NON era una buona garanzia di sopravvivenza, se qualcosa penetrava la corazza e incendiava il gasolio! Ma poi, ERA gasolio?
Mobilità: Il mezzo aveva una buona capacità fuori strada, in base a quanto è stato pubblicato. TEORICAMENTE, però.
Infatti, da un lato è chiaro che le sospensioni fossero ancora di tipo alquanto antiquato, sebbene ragionevolmente robusto e affidabile. Con simili sistemi, nettamente inferiori a quelle a barre di torsione, Horstmann o Christie, non si sarebbe mai potuti andare davvero 'veloci'. Non è un caso se il 'carro celere' era provvisto di 4 grandi ruote in stile Crusader.
Poi, c'era il problema dei problemi: il motore. Questo era un Fiat (anziché la solita SPA), e pure assai potente, non funzionò mai bene. Inizialmente, pare che si volesse un V12 diesel della Spa, da 330 hp (o cv?). Poi, però, anche se le cose sono assai confuse in quest'ambito, venne fuori piuttosto un motore da 420 hp Fiat, che però, a quanto pare, NON era diesel, ma a benzina!
Ecco la ratio della scarsa velocità di sviluppo. Non fu quindi possibile, per l'industria italiana, clonare il motore del T-34, che sebbene leggero e affidabile, era un diesel e da quasi 500 hp, motore che -trasmissione e filtri d'aria a parte, entrambi molto deficitari inizialmente- era praticamente ideale per un carro del periodo bellico.
Il motore deve avere dato davvero dei grossi problemi: a parte che si nota un numero notevole di griglie di aerazione esterne (anche più di quel che ci si potrebbe aspettare, ma forse è solo l'impressione che dà per via che è una struttura pur sempre piccola), certo un pò 'amiche' delle molotov.. il fatto è che persino i carri prodotti sotto controllo tedesco non ebbero mai un livello soddisfacente di efficienza, tanto da essere relegati ad unità minori. Di più e peggio: su almeno 101 mezzi costruiti, solo 60 ebbero i motori, gli altri vennero al più usati solo come bunker, ma comunque rimasero incompleti e immobili, quindi per definizione non erano mezzi corazzati.
Fu questo, dunque, il problema maggiore del P40. Senza un'unità affidabile, è chiaro che il carro di per sé non era credibile. Questo spiega come mai per i suoi sviluppi si sperava in motori a benzina tedeschi, e perché i mezzi di maggiore successo della produzione bellica italiana fossero i piccoli ma efficaci semoventi M.40/43.
Constetualizzando il P26/40:
P40 vs M4 Sherman:
Il carro americano era più alto, più affollato (5 persone), non era significativamente meglio protetto (51 mm@56° frontale, 76 mm torretta, 38 mm lati scafo, 51 torretta, ergo 2, 3, 1,5 e 2 pollici), però le corazze erano migliori e sopratutto, di fusione o saldate. L'armamento era simile, ma con molte più munizioni. La mobilità era un pò migliore, ma sopratutto, i motori erano affidabili. E' chiaro che lo Sherman era, dei due, il più efficace ed efficiente.
P40 vs T-34:
Il carro russo, apparentemente, era 'più di tutto'.
Cannone più grande (anche se non necessariamente più potente); corazza di spessore simile ma meglio inclinata (45-50 mm @60° frontale, 45 mm@40° laterale) e interamente di saldatura o fusione; munizioni molto più consistenti (circa 90-100 colpi anziché 64); per giunta, era grandemente superiore come mobilità, avendo sia sospensioni che motore largamente migliori e oltretutto, più affidabili. Altro da aggiungere? Sì, che nel 1943-44 venne sviluppato anche il T-34/85, che introduceva: torretta triposto (e meglio corazzata, sebbene sensibilmente più grossa come bersaglio); cupola d'osservazione; cannone da 85 mm, il tutto senza drammatici incrementi di peso, e una mobilità probabilmente migliore di quella dei primi T-34, a motivo della superiore affidabilità delle componenti meccaniche.
Dati penetrazione cannone da 76 mm: Il tipo F-11 da 30 calibri, inizialmente installato, tirava proiettili da circa 6,2 kg a 610 m/sec; ma quello di gran lunga più usato, dal 1941 in particolare, era l'F-34 da 41 calibri e 680 m/sec. Penetrazione: circa 62 mm a 500 m e 56 mm a 1000 m; con il tipo più potente, 69 mm/500 m e 61 mm/1000 m.
Il tipo APCR, però, era pesante solo 3 kg e, con una velocità di 960 m/sec, perforava 92 mm/500 m e 60 mm/1000 m.
L'HEAT da 76 mm, pure disponibile, perforava 75 mm.
Questi dati erano simili, malgrado la potenza fosse maggiore, a quella degli altri cannoni, e del pezzo italiano. Però, il proiettile leggero era capace di perforare nettamente di più, sebbene solo fino a 1 km.
Il cannone da 85 mm, però, era nettamente superiore, potendo perforare circa 100 mm/30°/500 metri. Qui non c'era nemmeno partita, anche per come era il T-34/85 di suo. Non mancarono i tipi semoventi, come l'SU-100, che poteva perforare oltre 120 mm a 2 km, un ammazzasette potenzialmente letale, ma arrivato troppo tardi.
Un altro tipo di T-34, invece, venne fuori in tempo: il T-34/57, che sparava con il potente cannone ZiS-4.
Quest'arma tirava proiettili da 3,16 kg a 990 m/sec tipo APHE (18 gr interni), che permetteva di perforare:
a 0°: 112 mm a 100 m, 94 mm/500 m, 74 mm/1 km, 57 mm/1,5 km, 44 mm/2 km.
A 30°: 91 mm/100 m, 76 mm/500 m; 60 mm/1 km; 46 mm/1,5 km, 35 mm/2 km.
Tipi perforanti APCBC (14 gr, 3,16 kg):
a 0°: 114 mm a 100 m, 103 mm/500 m, 91 mm/1 km, 79 mm/1,5 km, 69 mm/2 km.
A 30°: 93 mm/100 m, 84 mm/500 m; 74 mm/1 km; 64 mm/1,5 km, 56 mm/2 km.
E non solo: quando apparvero gli APCR, la perforazione aumentò, grazie a granate da 1,8 kg e 1.250 m/sec:
a 0°: 190 mm a 100 m, 147 mm/500 m, 101 mm/1 km
A 30°: 155 mm/100 m, 120 mm/500 m; 83 mm/1 km
Il che significa, a quanto pare: perforazione superiore di oltre 20 mm/30% a 500 metri, oppure la stessa ma ad un km, di quanto potesse fare il cannone F-41 da 76 mm.
Questi sono valori veramente impressionanti, ma pur sempre probabilistici! La penetrazione può essere definitiva in vari modi, dalla proiezione di schegge all'interno, alla penetrazione parziale del proiettile, ad un passaggio completo. Inoltre, bisogna vedere quali siano le % di probabilità che si vuole ottenere: il 10%? Il 50? Il 100? In genere, vengono usati valori tra il 50 e l'80%. In questo caso, pare siano del 75%. Ovviamente, anche il tipo di corazza è importante, ma purtroppo non c'é indicazione su quale sia. Il fatto che però l'APCBC sia così potente rispetto al tipo base, fa pensare che forse questi test siano stati fatti contro corazze se non di tipo indurito, quanto meno ad altissima resistenza e durezza, anche se fossero state omogenee.
I cannoni inglesi da 6 libbre (57 mm) erano disponibili in due formati: L43 e L50, quest'ultimo garantiva circa 50 m/sec extra e venne progressivamente a sostituire il più maneggevole ma più leggero fratello. Con circa 850 m/sec, tirando proiettili da circa 3 kg contro corazze omogenee (e FH, indurite superficiali), questo cannone inglese poteva perforare, a 30°:
con l'AP: -79 mm (69 FH) a 460 m 66 mm (55 FH) a 915 m 44 mm (34 FH) a 1.830 m
con l'APC: - 72 mm (88 FH) a 460 m 61 mm (72 FH) a 815 m 40 mm (45 FH) a 1.830 m
con l'APCBC: - 86 mm (97 FH) a 460 m, 80 mm (82 FH) a 915 m, 68 mm (64 FH) a 1.830 m.
Notare come a quasi 2 km, le corazze 'indurite' tornavano in vantaggio quanto a resistenza contro questo tipo di munizione.
con l'APCR: -109 mm a 460 m 90 mm a 915 m 75 mm a 1.830 m
Ma fu solo con gli APDS che le cose cambiarono davvero:
a 0° -173 mm/460 m; 153 mm a 915 m, 119 mm a 1830 m.
A 30°: -138 mm 123 mm 95 mm.
Questo grazie ad una velocità di circa 1.200 m/sec. Acciaio omogeneo, perché apparentemente quello FH non era più considerato un problema vero.
Ad ogni modo, è chiaro quanto diversa fosse la categoria di questi due cannoni: il pezzo sovietico, tirando 3,16x990 m/sec, arrivava a circa 1,5 MJ, mentre quello britannico si limitava a poco più di 1 MJ. Entrambi i cannoni rimasero in servizio per molti anni, nel dopoguerra, essendo maneggevoli ed efficaci, nonché molto bassi.
Nondimeno, malgrado l'enorme differenza in potenza bruta, come si vede, i dati britannici sono più alti di quelli sovietici. Quale che sia la ragione (legata alla qualità del munizionamento, a quella delle corazze, o ai criteri probabilistici), non è dato sapere, ma almeno abbiamo raggio e angolo comparabili.
Ad ogni modo, se la cosa può interessare, i test iugoslavi dimostrarono che il cannone da 57 mm russo era sensibilmente superiore a quello britannico, sia contro lo Sherman che contro il T-34/85, distrutti a distanze assai maggiori. L'ideale sarebbe stato, probabilmente, munizionamento britannico con cannone sovietico: avremmo avuto prestazioni 'calibro 90'! E persino così,
La cosa ci può riguardare, perché anche i primi Cromwell (vedi sotto) nonché i Crusader erano armati con questi cannoni (il Crusader, verosimilmente, con l'L43, che perforava tra 5-6 e 3-4 mm in meno, alle stesse distanze di cui sopra, scendendo a 31 mm/30°/1830 m con le AP). I T-34/57, invece, vennero prodotti in pochi esemplari nel 1941. Si rivelarono ottimi distruttori di carri, ma la granata HE era poco potente e si frammentava in maniera parziale, inoltre il calibro era inconsueto per l'esercito e non era condiviso dall'artiglieria, a differenza del 76 mm, che era certo meno potente, ma anche più versatile.
Per giunta, questi cannoni erano potentissimi, ma anche costosi e con vita utile limitata. Successivamente, dovettero essere rispolverati perché i pezzi da 45 mm, nemmeno quando allungati a 66 calibri, erano del tutto adeguati. Ma il T-34/57, quasi rimesso in produzione, venne tuttavia battuto dal T-34/85, che offriva simili capacità perforanti, ma con una grossa granata HE/Frag (che in realtà aveva meno esplosivo di quella da 76, pur pesando il 50% in più!).
27.01.015
E adesso parliamo di dei veri pesi 'massimi' italiani, il carro P40.
Questo mezzo, va subito detto, non ebbe modo di entrare MAI in servizio con l'Esercito italiano, perché i pochi che vennero prodotti erano o prototipi (un paio, prima dell'armistizio) oppure vennero prodotti direttamente sotto controllo tedesco.
Quindi i nostri sfortunati carristi non ebbero mai un mezzo corazzato al pari degli Sherman, nonostante che questi ultimi fossero controbattibili, almeno in certe condizioni, dai piccoli ma temibili 'Semoventi' su scafo M.
Il P40 o P26/40, era un carro nato in qualche modo già nel 1940, come è implicito nella definizione (infatti, purtroppo per gli italiani, '40' non era il peso in tonnellate). In realtà, però, la gestazione del progetto fu molto lunga, tanto che dopo 3 anni ancora non era in produzione.
In origine era stato infatti richiesto nel 1940, con un peso di 25 tonnellate, corazza frontale 40 mm e laterale di 30, obice da 75/18 e cannone da 20 mm in torretta, più due Breda da 8 mm nella casamatta dello scafo. La potenza doveva essere di 330 hp (o più probabilmente cv), fornita da un motore diesel 12V, per una velocità di 32 km/h. L'intero progetto era noto come P75 (carro pesante con cannone da 75 mm).
Il prototipo venne fuori già nel 1941, inizialmente con l'armamento finto (in legno). Dopo il marzo 1942 si decise di andare sul pezzo da 75/32 mm, più arma da 8 mm coassiale. Dopo di che, venne studiato il carro T-34 e la protezione venne rivista, mentre il cannone venne sostituito con un pezzo L34, ancora più potente. Strano ma vero, ben prima di El Alamein, nel luglio del 1942, il prototipo venne già mandato alle prove di tiro.
C'era quindi, APPARENTEMENTE, il tempo per svilupparlo in maniera soddisfacente prima dell'armistizio. Ma già allora, sebbene non si potesse prevedere, mancava appena un anno alla fine del regime mussoliniano, e poco di più all'Armistizio. Difficilmente sarebbe stato possibile mettere in servizio questo carro in quantità apprezzabili prima della fine di questo periodo. E' un fatto, che due battaglioni fossero stati costituiti prima del 9 settembre, ma queste 'armi del crepuscolo' non si concretizzarono più di quanto riuscì a fare l'Horten 229 un paio d'anni dopo. Due prototipi, come già detto altrove. Né ebbe alcun esito l'evoluzione P43 con corazza inspessita (80-100 mm) da 30 tonnellate, motore da 480 hp a benzina e di fornitura tedesca e 40 km/h. Ne erano stati ordinati 150, ma non andò al di là del progetto. Idem per il P40bis, con armamento potenziato (il pezzo da 90 mm, probabilmente).
In effetti, per una nazione che riusciva a costruire 60-70 carri M, non ci si poteva certo attendere miracoli da questo così breve lasso di tempo, anche se fossero riusciti a riorganizzare la produzione per tempo.
Che tipo di carro era il P.40 definitivo? Un AFV pesante teoricamente sulle 26 tonnellate, che era già un grande passo avanti rispetto agli M. Questo significò avere una grande libertà di manovra per aggiungere armi e corazze. In teoria non era affatto male: un cannone da 75 mm L34, corazza da 50 mm (nello scafo, più in torretta). Motore diesel da circa 420 cv.
Sulla carta un carro che poteva ancora dire la sua, e pareggiare il conto col nemico, giusto come gli M13/14 contro i 'cruiser' (armati col pezzo da 40 mm) nel 1940-41. Del resto, nel 1942-43, gli Sherman e i carri inglesi col 57 mm erano diventati troppo superiori agli 'M' per poterli ancora 'contenere', anche se il problema maggiore era che ce n'erano semplicemente troppi per poterli affrontare, a meno di non avere una divisione corazzata con i Tiger (e possibilmente, qualche stormo extra coi Fw 190 per copertura aerea).
Il P40 rispondeva a questa esigenza, ora che era diventato chiaro come non fosse possibile continuare ad usare i pochi M13/14/15, e ora che era altrettanto chiaro come si dovesse costruire un carro moderno, dopo avere visto un T-34 catturato e portato fino in Italia. In origine, infatti, il P40 era solo un'ulteriore evoluzione degli 'M', ed era armato, a quanto pare, con un obice da 75/18 mm. In sostanza, era il mezzo che permetteva di avere una corazza e un cannone simili a quelli dei semoventi M.40 (forse gli unici mezzi di comprovato successo del parco corazzato italiano), ma con una torretta girevole, cosa che continuava ad essere giustamente vista come la migliore soluzione per un mezzo corazzato di uso generale (anche se a dire il vero... gli M40 si dimostrarono parecchio più 'flessibili' degli M13..).
Caratteristiche:
Peso 26 t; dimensioni 5,7 x 2,75 x 2,5 m; protezione 50 mm (scafo); motore Fiat-Spa 342 da 330 cv (o 420, dipende dalle fonti) 5A+1RM; v.max 35 km/h, trincea 2,5 m, gradino 1 m, pendenza 45°, guado 1,15 m; autonomia 275 km. Armi 1x75/34 mm + 2x8 mm (munizioni: 64 da 75 mm, 576 da 8 mm).
Con corazze inclinate 'alla sovietica' (cosa in verità già vista con l'L3! Ma successivamente poco coltivata, anche se non con il supremo disprezzo dei carri inglesi e tedeschi), e con un cannone 'allungato' dal migliore potere perforante, probabilmente derivato dal potente pezzo Mod 37 da 75/32 (perché no, visto che il 75/18 era per l'appunto, un obice divisionale adattato), a quel punto il P40 era diventato competitivo con i mezzi alleati e nemici (indipendentemente da chi fosse 'l'alleato' e il 'nemico'). O forse no?
A parte che arrivò almeno 12 mesi in ritardo, il P40 non era ancora realmente adatto alla sua epoca. Non era così terribile, ma non era eccezionale.
Potenza di fuoco: Apparentemente buona, con un cannone da 75 mm L34. In realtà non era così eccezionale, essendo semplicemente un parente strettissimo del Mod 37 dell'artiglieria divisionale, solo che era ancora del tipo 'lungo' da 34 anziché 32 calibri. Per cui è facile che le prestazioni fossero simili (sui 630 m/sec per proiettili da circa 6 kg).
Le due mitragliatrici anteriori erano state finalmente cancellate (ma poi perché tutte e due? Il R.E. passava da un estremo all'altro!). Ne restavano 6, di cui una coassiale e l'altra a.a. (quando c'era, almeno). Il cannone era di calibro normale per il 1943, ma la lunghezza della canna era assai ridotta. Non era peggio di quella di altri mezzi, però lo Sherman aveva un 75/37 e il T-34 un 76/40 mm. Sebbene le differenze balistiche non fossero probabilmente apprezzabili (proiettili da 600-650 m/sec), non era certo un punto di merito avercelo 'più corto'. Peggio ancora, con i Panzer IV, che avevano un cannone da 75/43, o un L46 o addirittura un L48 (v. 700-750 m/sec), oltre che ottimi proiettili e sistemi di tiro. Però il Panzer era privo di corazze inclinate, per cui non è detto che fosse un migliore compromesso. Nulla da dire con il Panther (75/70 mm) e il Tiger, erano mezzi troppo superiori per categoria di peso.
Ma non era questo il problema, veramente. I proiettili del P40 pare fossero solo circa 60. Peggio ancora, le mitragliatrici ne avevano appena 600, ergo un minuto di fuoco continuo teorico (da una sola di esse). Non era davvero molto! Evidentemente, infilare proiettili a sufficienza dentro questo carro era fuori discussione, dev'essere stato assai angusto per operarvi con facilità. Se non altro, i colpi erano al centro dello scafo, in due cassette facilmente accessibili. Questo aiutava ad impiegare i proiettili di bordo, almeno quei pochi che c'erano.
Una cosa altamente negativa era che la torretta era NON era triposto, ma biposto, con il capocarro che era anche cannoniere, per giunta i sistemi di puntamento erano buoni, ma non eccellenti. Per peggiorare le cose, essa era anche priva di cupola. Possedeva solo una specie di portellone ribaltabile per ciascuno dei due carristi. Se questa era semplice come soluzione, di sicuro non era la cosa migliore da un punto di vista dell'efficienza e della modernità. In verità, più che ai carri M, il P40 sembrava somigliare ai semoventi M40!
Protezione: la più appariscente delle caratteristiche del P40, assieme forse al cannone 'lungo'. Ma era una corazza ancora di tipo imbullonato, anziché fuso o saldato. Per giunta, la qualità non era propriamente di altissimo livello. O almeno, i tedeschi non considerarono mai molto bene la qualità delle corazze dei mezzi italiani, nemmeno nel 1944-45, quando producevano i migliori AFV nazionali -ma sotto controllo dell'occupante- mezzi frutto di 4 anni di esperienza bellica. Purtroppo, come nel caso dei giapponesi, tutte le migliori risorse erano di fatto date alla marina per le sue corazzate, come ho già detto in altre parti. Se così non è, che qualcuno mi smentisca pure: come è possibile che le corazze dei carri fossero così mediocri, quando la marina aveva leghe tra le migliori esistenti? Come se i nostri carristi non avessero bisogno di 'qualità'.
Né la qualità, né lo spessore (circa 40 mm sui lati, 50 mm frontali, forse fino a 60 mm in torretta anteriore), e nemmeno l'inclinazione (una via di mezzo tra T-34 e 'M') erano del tutto all'altezza della situazione. In altre parole, questo carro poteva reggere i colpi da 47 mm a breve raggio, ma di sicuro non era a prova dei pezzi da 57 o 75-76 mm, se non su distanze elevate (1 km con proiettili APC?).
Schema protezione secondo wwiivehicles.com:
Frontale scafo: 50 mm a 45° superiore (spessore equivalente o LOS, pari a 64 mm), 50 mm a 55° inferiore; lati superiori a 45 mm a 35°, 40 mm/0° inferiori; retro, 40 mm/10° e 40 mm/40°; tetto 20 mm/7° o 0°; fondo 15 mm/0°
Torretta: 60 mm/15°, mantello 60 mm arrotondato; lati torretta 45 mm/25°, retro 40 mm/25°, tetto 20 mm a 8 o 0°.
Ma c'é di più: il layout del veicolo, anche se visto di lato non sembrava, in realtà era ancora quello dell'M13. In sostanza, esisteva pur sempre una casamatta per l'equipaggio e una per il motore. Quest'ultimo era più grosso e l'altezza era apparentemente raccordata con la parte anteriore, ma in realtà, visto di sezione, è chiaro che i fianchi non fossero affatto analoghi, continuando ad essere più stretti nella zona motore, probabilmente per risparmiare peso e rendere più accessibile i sistemi, tramite appositi portelli.
Durante lo sviluppo, inoltre, venne adottato un sistema di filtri per l'aria mutuato direttamente dal carro britannico Crusader, mezzo vulnerabile ma molto ammirato dagli italiani (tanto da quasi 'clonarlo' con il carro Celere, da 13 t, rimasto peraltro prototipo). Anche le protezioni per i due periscopi della torretta erano come quelle del mezzo inglese.
Ora, vanno aggiunti un altro paio di elementi, uno positivo e uno negativo. Quello positivo era la presenza di una cassetta per sganciare 5 candelotti fumogeni, dietro il veicolo. Era una novità per i mezzi italiani, e non si capisce come mai tanta lentezza, visto che per esempio, i britannici li usarono su larga scala, ovviando spesso alla scarsa protezione o alla scarsa velocità dei loro veicoli blindati. Ad ogni modo, sempre meglio che nulla.
Poi c'era un dolentissima nota. Il motore diesel, malgrado fosse poco pericoloso dato il tipo di carburante usato, malgrado fosse apparentemente relegato in una sua apposita sovrastruttura, in realtà, pare che fosse sistemato senza alcuna protezione a contatto con il vano equipaggio. Questo avrà semplificato la manutenzione (e il riscaldamento in climi freddi, ma certo non in Africa!), ma era un pericolo evidentissimo in caso di incendio. Non solo: i due serbatoi di carburante erano sistemati ai lati del motore, il che significa che a loro volta erano a pochissima distanza dai carristi. NON era una buona garanzia di sopravvivenza, se qualcosa penetrava la corazza e incendiava il gasolio! Ma poi, ERA gasolio?
Mobilità: Il mezzo aveva una buona capacità fuori strada, in base a quanto è stato pubblicato. TEORICAMENTE, però.
Infatti, da un lato è chiaro che le sospensioni fossero ancora di tipo alquanto antiquato, sebbene ragionevolmente robusto e affidabile. Con simili sistemi, nettamente inferiori a quelle a barre di torsione, Horstmann o Christie, non si sarebbe mai potuti andare davvero 'veloci'. Non è un caso se il 'carro celere' era provvisto di 4 grandi ruote in stile Crusader.
Poi, c'era il problema dei problemi: il motore. Questo era un Fiat (anziché la solita SPA), e pure assai potente, non funzionò mai bene. Inizialmente, pare che si volesse un V12 diesel della Spa, da 330 hp (o cv?). Poi, però, anche se le cose sono assai confuse in quest'ambito, venne fuori piuttosto un motore da 420 hp Fiat, che però, a quanto pare, NON era diesel, ma a benzina!
Ecco la ratio della scarsa velocità di sviluppo. Non fu quindi possibile, per l'industria italiana, clonare il motore del T-34, che sebbene leggero e affidabile, era un diesel e da quasi 500 hp, motore che -trasmissione e filtri d'aria a parte, entrambi molto deficitari inizialmente- era praticamente ideale per un carro del periodo bellico.
Il motore deve avere dato davvero dei grossi problemi: a parte che si nota un numero notevole di griglie di aerazione esterne (anche più di quel che ci si potrebbe aspettare, ma forse è solo l'impressione che dà per via che è una struttura pur sempre piccola), certo un pò 'amiche' delle molotov.. il fatto è che persino i carri prodotti sotto controllo tedesco non ebbero mai un livello soddisfacente di efficienza, tanto da essere relegati ad unità minori. Di più e peggio: su almeno 101 mezzi costruiti, solo 60 ebbero i motori, gli altri vennero al più usati solo come bunker, ma comunque rimasero incompleti e immobili, quindi per definizione non erano mezzi corazzati.
Fu questo, dunque, il problema maggiore del P40. Senza un'unità affidabile, è chiaro che il carro di per sé non era credibile. Questo spiega come mai per i suoi sviluppi si sperava in motori a benzina tedeschi, e perché i mezzi di maggiore successo della produzione bellica italiana fossero i piccoli ma efficaci semoventi M.40/43.
Constetualizzando il P26/40:
P40 vs M4 Sherman:
Il carro americano era più alto, più affollato (5 persone), non era significativamente meglio protetto (51 mm@56° frontale, 76 mm torretta, 38 mm lati scafo, 51 torretta, ergo 2, 3, 1,5 e 2 pollici), però le corazze erano migliori e sopratutto, di fusione o saldate. L'armamento era simile, ma con molte più munizioni. La mobilità era un pò migliore, ma sopratutto, i motori erano affidabili. E' chiaro che lo Sherman era, dei due, il più efficace ed efficiente.
P40 vs T-34:
Il carro russo, apparentemente, era 'più di tutto'.
Cannone più grande (anche se non necessariamente più potente); corazza di spessore simile ma meglio inclinata (45-50 mm @60° frontale, 45 mm@40° laterale) e interamente di saldatura o fusione; munizioni molto più consistenti (circa 90-100 colpi anziché 64); per giunta, era grandemente superiore come mobilità, avendo sia sospensioni che motore largamente migliori e oltretutto, più affidabili. Altro da aggiungere? Sì, che nel 1943-44 venne sviluppato anche il T-34/85, che introduceva: torretta triposto (e meglio corazzata, sebbene sensibilmente più grossa come bersaglio); cupola d'osservazione; cannone da 85 mm, il tutto senza drammatici incrementi di peso, e una mobilità probabilmente migliore di quella dei primi T-34, a motivo della superiore affidabilità delle componenti meccaniche.
Dati penetrazione cannone da 76 mm: Il tipo F-11 da 30 calibri, inizialmente installato, tirava proiettili da circa 6,2 kg a 610 m/sec; ma quello di gran lunga più usato, dal 1941 in particolare, era l'F-34 da 41 calibri e 680 m/sec. Penetrazione: circa 62 mm a 500 m e 56 mm a 1000 m; con il tipo più potente, 69 mm/500 m e 61 mm/1000 m.
Il tipo APCR, però, era pesante solo 3 kg e, con una velocità di 960 m/sec, perforava 92 mm/500 m e 60 mm/1000 m.
L'HEAT da 76 mm, pure disponibile, perforava 75 mm.
Questi dati erano simili, malgrado la potenza fosse maggiore, a quella degli altri cannoni, e del pezzo italiano. Però, il proiettile leggero era capace di perforare nettamente di più, sebbene solo fino a 1 km.
Il cannone da 85 mm, però, era nettamente superiore, potendo perforare circa 100 mm/30°/500 metri. Qui non c'era nemmeno partita, anche per come era il T-34/85 di suo. Non mancarono i tipi semoventi, come l'SU-100, che poteva perforare oltre 120 mm a 2 km, un ammazzasette potenzialmente letale, ma arrivato troppo tardi.
Un altro tipo di T-34, invece, venne fuori in tempo: il T-34/57, che sparava con il potente cannone ZiS-4.
Quest'arma tirava proiettili da 3,16 kg a 990 m/sec tipo APHE (18 gr interni), che permetteva di perforare:
a 0°: 112 mm a 100 m, 94 mm/500 m, 74 mm/1 km, 57 mm/1,5 km, 44 mm/2 km.
A 30°: 91 mm/100 m, 76 mm/500 m; 60 mm/1 km; 46 mm/1,5 km, 35 mm/2 km.
Tipi perforanti APCBC (14 gr, 3,16 kg):
a 0°: 114 mm a 100 m, 103 mm/500 m, 91 mm/1 km, 79 mm/1,5 km, 69 mm/2 km.
A 30°: 93 mm/100 m, 84 mm/500 m; 74 mm/1 km; 64 mm/1,5 km, 56 mm/2 km.
E non solo: quando apparvero gli APCR, la perforazione aumentò, grazie a granate da 1,8 kg e 1.250 m/sec:
a 0°: 190 mm a 100 m, 147 mm/500 m, 101 mm/1 km
A 30°: 155 mm/100 m, 120 mm/500 m; 83 mm/1 km
Il che significa, a quanto pare: perforazione superiore di oltre 20 mm/30% a 500 metri, oppure la stessa ma ad un km, di quanto potesse fare il cannone F-41 da 76 mm.
Questi sono valori veramente impressionanti, ma pur sempre probabilistici! La penetrazione può essere definitiva in vari modi, dalla proiezione di schegge all'interno, alla penetrazione parziale del proiettile, ad un passaggio completo. Inoltre, bisogna vedere quali siano le % di probabilità che si vuole ottenere: il 10%? Il 50? Il 100? In genere, vengono usati valori tra il 50 e l'80%. In questo caso, pare siano del 75%. Ovviamente, anche il tipo di corazza è importante, ma purtroppo non c'é indicazione su quale sia. Il fatto che però l'APCBC sia così potente rispetto al tipo base, fa pensare che forse questi test siano stati fatti contro corazze se non di tipo indurito, quanto meno ad altissima resistenza e durezza, anche se fossero state omogenee.
I cannoni inglesi da 6 libbre (57 mm) erano disponibili in due formati: L43 e L50, quest'ultimo garantiva circa 50 m/sec extra e venne progressivamente a sostituire il più maneggevole ma più leggero fratello. Con circa 850 m/sec, tirando proiettili da circa 3 kg contro corazze omogenee (e FH, indurite superficiali), questo cannone inglese poteva perforare, a 30°:
con l'AP: -79 mm (69 FH) a 460 m 66 mm (55 FH) a 915 m 44 mm (34 FH) a 1.830 m
con l'APC: - 72 mm (88 FH) a 460 m 61 mm (72 FH) a 815 m 40 mm (45 FH) a 1.830 m
con l'APCBC: - 86 mm (97 FH) a 460 m, 80 mm (82 FH) a 915 m, 68 mm (64 FH) a 1.830 m.
Notare come a quasi 2 km, le corazze 'indurite' tornavano in vantaggio quanto a resistenza contro questo tipo di munizione.
con l'APCR: -109 mm a 460 m 90 mm a 915 m 75 mm a 1.830 m
Ma fu solo con gli APDS che le cose cambiarono davvero:
a 0° -173 mm/460 m; 153 mm a 915 m, 119 mm a 1830 m.
A 30°: -138 mm 123 mm 95 mm.
Questo grazie ad una velocità di circa 1.200 m/sec. Acciaio omogeneo, perché apparentemente quello FH non era più considerato un problema vero.
Ad ogni modo, è chiaro quanto diversa fosse la categoria di questi due cannoni: il pezzo sovietico, tirando 3,16x990 m/sec, arrivava a circa 1,5 MJ, mentre quello britannico si limitava a poco più di 1 MJ. Entrambi i cannoni rimasero in servizio per molti anni, nel dopoguerra, essendo maneggevoli ed efficaci, nonché molto bassi.
Nondimeno, malgrado l'enorme differenza in potenza bruta, come si vede, i dati britannici sono più alti di quelli sovietici. Quale che sia la ragione (legata alla qualità del munizionamento, a quella delle corazze, o ai criteri probabilistici), non è dato sapere, ma almeno abbiamo raggio e angolo comparabili.
Ad ogni modo, se la cosa può interessare, i test iugoslavi dimostrarono che il cannone da 57 mm russo era sensibilmente superiore a quello britannico, sia contro lo Sherman che contro il T-34/85, distrutti a distanze assai maggiori. L'ideale sarebbe stato, probabilmente, munizionamento britannico con cannone sovietico: avremmo avuto prestazioni 'calibro 90'! E persino così,
La cosa ci può riguardare, perché anche i primi Cromwell (vedi sotto) nonché i Crusader erano armati con questi cannoni (il Crusader, verosimilmente, con l'L43, che perforava tra 5-6 e 3-4 mm in meno, alle stesse distanze di cui sopra, scendendo a 31 mm/30°/1830 m con le AP). I T-34/57, invece, vennero prodotti in pochi esemplari nel 1941. Si rivelarono ottimi distruttori di carri, ma la granata HE era poco potente e si frammentava in maniera parziale, inoltre il calibro era inconsueto per l'esercito e non era condiviso dall'artiglieria, a differenza del 76 mm, che era certo meno potente, ma anche più versatile.
Per giunta, questi cannoni erano potentissimi, ma anche costosi e con vita utile limitata. Successivamente, dovettero essere rispolverati perché i pezzi da 45 mm, nemmeno quando allungati a 66 calibri, erano del tutto adeguati. Ma il T-34/57, quasi rimesso in produzione, venne tuttavia battuto dal T-34/85, che offriva simili capacità perforanti, ma con una grossa granata HE/Frag (che in realtà aveva meno esplosivo di quella da 76, pur pesando il 50% in più!).
P40 vs Cromwell:
Questo carro inglese è molto interessante, perché è poco noto e perché possiede non poche qualità. A parte il P40, esso era il più piccolo della sua categoria (25-30 t circa); ma era anche il più veloce e potente, con un motore da ben 600 hp Meteor (nato come parente del Merlin, ovviamente depotenziato per l'uso terrestre, ma con l'80% delle componenti in comune, praticamente un carro 'spitfire'!); considerando che era a benzina, era davvero mettere 'un tigre' nel carro armato, dandogli un rapporto potenza:peso paragonabile a quello di un Leopard o del T-34, e il doppio di un Tiger.
Il Cromwell era in un certo senso, l'interpretazione britannica del T-34, giusto come il P40. Ma, nonostante la categoria di peso simile, era ancora privo di corazze apprezzabilmente inclinate (chissà poi perché, visto che davvero non era così difficile applicarle: oltretutto il Crusader, suo predecessore, aveva davvero avuto un certo livello di 'inclinazione', specie sui lati della torre). In compenso, la blindatura era sostanziosa: 63 mm frontale scafo, 76 mm torretta, circa 40 mm lati scafo, 50 mm torretta. In seguito ebbe anche corazze aggiuntive, almeno su alcuni mezzi, tanto da avere corazze spesse anche 101 mm (4 pollici), ergo paragonabili, nel suo piccolo, a quelle di un Tiger!
Il Cromwell era quindi un mezzo da non sottovalutare. Bassissimo, specie a confronto con l'M4 Sherman, (vedi qui)veloce come il vento (oltre 60 km/h, rapporto potenza: peso sopra 20 hp/t!: praticamente, era paragonabile al Leopard di vent'anni dopo), e a differenza di molti carri inglesi, russi, italiani e persino tedeschi (Panther e Tiger II), pure affidabile, era un nemico temibile. Il cannone da 75 mm, invece, non era particolarmente potente, essendo il temibile 57/50 mm, 'allargato' opportunamente per avere un proiettile HE apprezzabile. La conseguenza fu quella di avere proiettili più pesanti di oltre il 100%, ma anche più lenti. Nondimeno, la qualità delle munizioni era ottima, e la capacità di perforazione corazze eccedeva probabilmente quella dello Sherman e del T-34/76, sia pure di poco.
Altre buone qualità del Cromwell: una torretta capace di ruotare in circa 15 secondi, e con ottima precisione. Il Cromwell poteva essere distrutto dal Tiger, certo: ma era pericoloso per ogni carro medio. Si è anche detto, al riguardo, che il carro inglese, messo a confronto con il Panzer IV, ottenere una media di colpi a segno di circa 2 volte superiore. Il che non è scontato, dato che il Panzer tedesco è probabilmente il migliore del suo esercito, in base alla produzione e alla flessibilità che ha avuto dal 1939 al 1945. Per giunta, il Panzer IV era a sua volta assai piccolo. Forse la ragione più importante, era che il Cromwell aveva una torre motorizzata, mentre il P.IV, nelle sue ultime versioni, pare che fosse dotato solo di un sistema manuale, ovviamente più lento. Di certo, i carri tedeschi non sono mai stati particolarmente veloci nel fuoco. Accurati, questo sì; ma onestamente, assai lenti nella punteria, mentre gli M4 Sherman avevano niente di meno che un sistema girostabilizzato per sparare anche in movimento, il che faceva passare a confronto i Panzer IV come preistorico, certo non adatto ad una battaglia d'incontro e condotta in mobilità. Era l'abilità degli equipaggi che faceva la differenza, nonché la potenza e precisione dei proiettili tedeschi.
In termini di corazzatura: il Cromwell aveva circa 63 mm frontali nello scafo e 32 sui lati, ma purtroppo non inclinati. La torre era pure verticale, ma aveva 76 mm frontali e 63 mm laterali. Difficile dire se fosse migliore del P40, ma il cannone di quest'ultimo, se è vero che perforava sui 70 mm a 500 metri (con le AP, ma esistevano anche le HEAT), era a malapena sufficiente per perforarlo. Inoltre il Cromwell era dotato di torre triposto, non biposto come il P40.
Riassumendo:
-corazzatura/protezione: non molto da scegliere tra i due, nelle configurazione base. Il Cromwell aveva un frontale per molti versi simile a quello del P40, essendo a 'mento', come gran parte dei veicoli dell'epoca (evidentemente aveva anch'esso trazione anteriore). La parte inferiore era spessa 57 mm (2,2 in); la parte inclinata superiore era spessa 25 mm (1 in), la casamatta frontale arrivava però a 63 mm (2,5 in). Questa era peraltro l'unica parte verticale, per giunta indebolita dal portello del guidatore e dalla casamatta della mitragliatrice, punti deboli che erano meno presenti nel P40. Sopratutto, quest'ultimo aveva blindatura di tipo inclinato, sebbene i 45° non fossero particolarmente impressionanti in questo senso. Però... era spessa solo 50 mm, per cui lo spessore virtuale era identico. Una granata HEAT l'avrebbe ugualmente attraversata, quindi, a prescindere dall'inclinazione (a meno che la spoletta fallisse ad attivarsi), ma per fortuna del P40, i carri inglesi -a parte quelli con gli obici da 95!- non avevano granate HEAT.
Sui lati, la musica era simile, ma il P-40 sembrava avvantaggiato. Lo spessore era di 45 mm a 35°, vs circa 44 mm a 0°. Però nella zona inferiore, anche la corazza del P-40 diventava verticale, e spessa solo 40 mm, contro 32 mm+ 12 (presumibilmente la piastra che reggeva le sospensioni), per cui il vantaggio era leggermente per il Cromwell.
La corazza frontale era similmente verticale anche per la torretta. In verità, tutto questo 'muro' perimetrale della torre del Cromwell era verticale, ma anche molto spesso: 76 mm frontale, 63 mm laterale e 57 mm posteriore. Il P40, ancora una volta, aveva protezione meno spessa, ma inclinata, per cui è difficile dire chi fosse meglio protetto dei due! All'epoca, i proiettili tendevano facilmente a rimbalzare dalle piastre inclinate, non era solo un fatto di spessore 'virtuale', per cui era vantaggioso (v. T-34) avere delle corazze inclinate, benché queste da sole non diano nessun vantaggio in termini di peso, sulle corazze verticali. Erano i proiettili instabili dell'epoca, che le rendevano convenienti, e più erano leggeri e veloci, e più il vantaggio aumentava, tanto che gli AP, contro corazze a 60°, erano ridotti di quasi 3 volte, ma gli APDS sfioravano il 4:1!
Il tetto era pressoché analogo (20 mm l'uno), e l'unica parte in cui il P-40 era più spesso era il fondo: 15 mm vs 10, però in questo caso, ironicamente, non c'era inclinazione! La torretta del Cromwell, peraltro, aveva anch'essa un pavimento, spesso 14 mm. Questo presumibilmente faceva sia da piano di calpestio per i tre in torretta, che protezione da mine esplose sotto il veicolo.
Quindi, è difficile dire chi dei due fosse più avvantaggiato sull'altro. I proiettili più leggeri erano più facilmente deflessi dal P40, quelli più pesanti erano forse più facilmente fermabili dallo spessore del Cromwell, che negava l'effetto di 'overmatching' (quando un proiettile ha un calibro molto maggiore dello spessore della corazza, la 'sfonda' anche se in teoria dovrebbe esserne fermato, vedi i JS-2 Stalin). Però, lo spessore di per sé non era così elevato, e quindi non è facile che sarebbe comunque riuscito a fermare armi come l'88 tedesco.
Il margine per esprimere la superiorità in armatura del Cromwell, quindi, non c'era. Non inizialmente, almeno. Anche la sagoma, sebbene bassa, del Cromwell, in realtà non era più piccola di quella del P40, anzi era più lunga e per giunta, di sagoma scatolata, tutt'altro che di forme sfuggenti.
Però il Cromwell si basava anche su una velocità eccezionale, ripresa e accelerazione senza pari. Inoltre, sulla torretta esisteva un mortaio lanciabombe da 51 mm, caricabile con 30 granate di tipo fumogeno, per la difesa ravvicinata e una rapida 'sparizione' dai mirini nemici. Anche se tecnicamente è un'arma, in realtà, quindi, questo mortaio era usato come protezione e non come sistema d'attacco.
La vera differenza in protezione l'ha fatta poi l'adozione di corazze aggiuntive, specialmente sul frontale dello scafo (non molto spesso a dire il vero, e probabilmente il più vulnerabile bersaglio di questo carro), e della torretta. Lo spessore arrivò a 101 mm (4 pollici), con un modesto aumento di peso (25-38 mm pesano sui 200-300 kg/mq, quindi probabilmente non si andò oltre una tonnellata). A quel punto, però, la protezione complessiva era paragonabile a quella di un Tiger, per cui si può dire che il Cromwell, paragonabile come protezione base, diventò superiore con le blindature extra e un trascurabile decadimento delle prestazioni.
Infine, almeno gli ultimi Cromwell, ergo il modello VII, aveva corazza saldata anziché imbullonata. E ne vennero prodotti circa 1.500, anche se entrarono in servizio tardi rispetto alla guerra in corso. Però, tecnicamente, erano un'ulteriore passo avanti.
Internamente, il Cromwell era pure superiore al P-40, perché aveva paratie che separavano sia il comparto anteriore di guida, che quello di combattimento e motore. Inoltre la torre aveva un cesto con pavimento corazzato, che presumibilmente non c'era nel P40, che a dire il vero, non era nemmeno dotato di paratia tra equipaggio e motore!
Potenza di fuoco e capacità di combattimento:
Il pezzo da 75/34 italiano era un'arma assai moderna, capace di sparare proiettili da circa 600 m/sec e oltre 6 kg.
Quest'arma si poteva confrontare balisticamente, con il pezzo inglese da 75 mm e con l'equivalente americano M3, lunghi entrambi sui 40 calibri.
L'arma italiana, per quel poco che se ne sa, perforava sui 75 mm a 500 metri, presumibilmente a 0°.
L'arma inglese tirava proiettili HE da ben 6,76 kg a 625 m/sec. Quando usata con proiettili AP, perforava 68 mm di acciaio omogeneo, a 460 m, ma anche a 30° di impatto. Il peso della munizione era di 6,8 kg, ma la carica esplosiva (appena 60 g) era usualmente rimossa nel servizio inglese (infatti questo era, a quanto pare, nient'altro che il proiettile americano APC tipo M61). La carica di lancio era di 907 gr, ma la velocità iniziale non era altissima (610 m/sec, stranamente meno della granata esplosiva).
L'arma americana M3, invece, tirava colpi a 619 m/sec (con le granate M72 AP da 6,32 kg), perforando 72 mm di acciaio indurito a 100 m e 30° di angolo; oppure 88 mm se era acciaio omogeneo.
La M61 APC, invece, pesava 6,8 kg, e lanciata a circa 620 m/sec, perforava a 460 m/30°, sui 70 mm di acciaio. Oppure, 84 mm a 0°/460 m.
A soli 100 m/30°, arrivava a 77 mm di acciaio indurito oppure 76 di corazza omogenea. Notare l'inversione, grazie alla granata APC, della resistenza tra acciaio omogeneo e indurito.
Quindi, nell'insieme, la penetrazione delle munizioni americane e inglesi appariva leggermente migliore, seppure non di moltissimo. Però, se davvero i 70 mm venivano perforati a 500 m e 0°, la superiorità appare netta. In altre parole, il fianco del P-40, per esempio, sarebbe perforabile a quasi 2 km di raggio, né la parte anteriore avrebbe avuto più fortuna, perché sotto il km sarebbe stata senz'altro vulnerabile.
Nel mentre, con 75 mm/500 m/0°, il cannone italiano avrebbe avuto malamente la possibilità di perforare lo scafo (con pochi gradi di angolazione), e la torretta era anche più impervia. Quando infine venne installata la corazza aggiuntiva, il Cromwell diventava pressoché invulnerabile al tiro del 75/34 frontalmente. La granata EP poteva probabilmente perforare più o meno lo stesso valore (forse sui 70 mm/30°), ma questo non sarebbe apparentemente bastato contro la torre del Cromwell, e tanto meno contro le corazze aggiuntive, visto che la perforazione teorica si sarebbe assestata sugli 80 mm totali.
Ad ogni modo, il raggio di tiro utile delle EP, così come delle AP, contro il Cromwell sarebbe stato probabilmente, di fronte, di circa 500 metri (le prime per la precisione, le seconde per la perforazione). Il Cromwell, così come lo Sherman, sarebbero stati capaci di minacciare il P-40 da distanze sensibilmente superiori, forse anche 1 km di raggio utile.
Ma non era solo questo, naturalmente. Il Cromwell aveva anche altre caratteristiche interessanti:
-pur privo di cupola, il capocarro (che sedeva dietro il caricatore) aveva degli iposcopi, ruotanti a mano (praticamente, una cupola 'a filo' della torretta). Nel primo modello erano solo due, ma dal Cromwell VII apparve un tipo a 8 iposcopi, di cui uno allungabile (e quindi, un vero e proprio periscopio d'osservazione). Questo modello dev'essere stato efficace, se poi venne applicato anche ai Cromwell precedenti.
A confronto, il P40 non aveva apparentemente nulla se non il periscopio del capocarro.
-la torretta era triposto, e questo significava un netto vantaggio su quella biposto. Inoltre, il porgitore aveva 23 colpi di pronto impiego, più che sufficienti per sostenere una battaglia. Il P40 ne aveva una biposto.
-la torre del Cromwell era molto veloce e precisa nei movimenti, niente di simile esisteva nei carri dell'Asse.
-il Cromwell non era un semovente, ma poteva eseguire anche tiri indiretti grazie alla strumentazione di bordo. Non risulta che i mezzi dell'Asse potessero fare altro e certo non ci sono fonti che parlano dei carri italiani usati in questo modo (semoventi a parte, ovviamente).
-il cannocchiale di puntamento era un 3x, campo di tiro 13°, sicuramente un sistema migliore di quello dei carri italiani, a meno che non fosse stato implementato un qualche sistema più moderno con il P40 (però non c'é molto di reperibile: gli M avevano 1,25x!). Persino la mitragliatrice di casamatta aveva un mirino 1,9x.
Tutto questo assicurava un tiro più celere e superiore rispetto al P40, anche a prescindere dal numero di proiettili di bordo, e dalla capacità di perforazione delle corazze. Specie se ammodernato con le corazze inspessite, il Cromwell era quindi assai avvantaggiato. Ricordatevi, che in una battaglia reale, conta sopratutto chi colpisce per primo, a parità (e non solo) di tutto il resto.
Quanto alla potenza di fuoco secondaria, il Cromwell era avvantaggiato nel tiro contro bersagli di terra, grazie alla mitragliatrice frontale. Sulla torretta aveva un mortaio lancianebbiogeni, piuttosto che una più usuale mitragliatrice a.a., per cui il P40 poteva teoricamente difendersi da attacchi dall'alto e aerei, mentre il Cromwell non poteva farlo. Però, il P40 aveva solo 600 colpi circa (sui 24 caricatori), e questo significava che le sue due armi leggere erano nettissimamente sotto-alimentate, perché una battaglia anche moderatamente intensa avrebbe richiesto ben più proiettili per essere combattuta. Il fatto si spiega evidentemente, perché lo spazio interno era stato lasciato solo alle munizioni del cannone, che non erano moltissime, ma in buona quantità. Paradossalmente, l'arma di bordo non avrebbe avuto quindi semplicemente le munizioni per un fuoco prolungato.
Mobilità:
Sebbene in zone molto inclinate e scoscese, il Cromwell fosse apparentemente inferiore, in realtà l'esubero di potenza era tale, da renderlo quasi sempre superiore al P40 e a qualsiasi altro carro medio-pesante della guerra. La potenza era tale, che in realtà pare che persino venisse limitata a 520 hp, con riduzione della velocità a 51 km/h, anziché 600 e 64. L'autonomia era simile. Il cambio del Cromwell era ottimo e affidabile, forse per la prima volta nei mezzi inglesi medio-pesante. In zone aperte, quanto meno, non c'era partita: il P40 sarebbe andato meno veloce e meno lontano, e avrebbe avuto meno garanzie di arrivare dove avrebbe voluto.
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Ci sarebbero da citare anche altri carri inglesi: il Centaur, con motore da circa 400 hp a benzina, era simile al Cromwell ma con cannone da 57 mm e una velocità inferiore (sui 40 km/h), usato sopratutto come mezzo 'speciale' anziché come carro. Tutto sommato, comparabile al P.40. Il Crusader III, con cannone da 57 mm, sarebbe stato anch'esso un avversario temibile, veloce e basso com'era. I carri da fanteria sono meno facili da valutare, ma il Valentine con il potente cannone da 57 mm era un cacciacarri temibile. Tenete presente che questi ultimi due tipi di mezzi, per ottenere un cannone da 57 mm, dovettero sia ridurre la quantità di munizioni, sia ridursi ad una torre biposto (nel caso del Valentine, anche ridurre la blindatura e inizialmente, addirittura omettere la mitragliatrice ausiliaria). Il Churchill era un mezzo decisamente pesante (circa 40 t) per cui, per le ragioni opposte a Crusader e Valentine, è un pò fuori questa classe di mezzi.
P40 vs il Panzer IV:
Questi carri tedeschi erano nati negli anni '30, per cui è un paragone un pò ingiusto visto che sono mezzi prebellici. Ad ogni modo, secondo i tedeschi, erano mezzi comparabili con il P40.
E va aggiunto, che gli M4 Sherman, a loro volta, non hanno mai dimostrato d'essere migliori nettamente del Panzer in parola, perché molto dipendeva dalla tattica, addestramento e precisione di tiro. Idem per gli altri protagonisti di questa categoria, naturalmente.
Tecnicamente: il Panzer era provvisto di un cannone che, a differenza della categoria, si poteva tranquillamente definire superiore alla media, con canna e velocità iniziale, quindi energia cinetica, nettamente maggiori e conseguentemente, un raggio utile molto elevato. La corazza anteriore degli ultimi Panzer IV, come gli H e i J, era spessa fino a 80-88 mm (probabilmente 80+8 mm), che è probabilmente comparabile rispetto a quella inclinata del P40. Tuttavia, i lati erano ancora da 30 mm, e verticali, per cui -anche mettendo in conto la differenza di qualità (però in decadenza anche per i tedeschi, a quel punto della guerra), era un set inferiore rispetto a quella del P40.
Non solo, ma la torre anteriore era spessa ancora soltanto 50 mm, che in effetti è stupefacente, ma evidentemente la distribuzione dei pesi (il carro dev'essere già stato molto stressato dall'aumento della corazza frontale e della lunghezza del cannone) e la mancanza di una motorizzazione per la torre, resero necessario limitare il peso della corazza. A dire il vero, a differenza d'oggi, il bersaglio non era, tipicamente, la torretta, ma lo scafo, specie i fianchi o la parte anteriore. I fianchi erano troppo lunghi per essere ben difesi, quindi la scelta di mettere una corazza anteriore rinforzata quel tanto che bastava per rendere ardua la penetrazione da parte di cannoni fino al 76 mm, era certo razionale. Oggi, probabilmente, si avrebbe fatto il contrario, cercando di privilegiare la torre. Ma nella II guerra mondiale, gli scafi erano molto più grossi rispetto alle torri, e le distanze di tiro spesso erano inferiori. Per cui, tanto valeva mirare a questi, a meno che ovviamente i carri sparavano a scafo sotto. In tal caso la torre era l'unica che si potesse colpire, ma qui il vantaggio era che essa era anche piccola, come si è visto, e quindi era un bersaglio pur sempre difficile da beccare. Ad ogni modo, è chiaro che questa sistemazione non fosse considerata realmente soddisfacente dai tedeschi, che tuttavia dovettero fare di necessità virtù.
Tutto dipendeva quindi da chi poteva mettere a segno i primi colpi. I tedeschi giudicarono, al riguardo, positivamente i sistemi di puntamento dei mezzi blindati italiani, anche se francamente non è chiaro come avessero raggiunto tale conclusione, visto l'ingrandimento pressoché nullo dei cannocchiali di puntamento italiani (sebbene, al contrario, con un elevato campo visivo, che tuttavia sarebbe stato meglio per il capocarro che per il cannoniere).
La penetrazione del cannone KwK40:
a 30°, con la Panzergranade 39 (circa 6 kg):
KwK 37/24: 385 m/sec, 41 mm/100 m, 39 mm/500 m, 35 mm/1000 m, 30 mm/2000 m
KwK 40/43: 740 m/sec, 99 mm/100 m, 91 mm/500 m(132 mm/0°), 82 mm/1000 m, 63 mm/2000 m
KwK 40/48: 790 m/sec, 106 mm/100 m, 96 mm/500 m, 85 mm/1000 m, 64 mm/2000 m
Con la Pzgr 40 (4 kg, 990 m/sec):
KwK 40/48: 990 m/sec, 143 mm/100 m; 120 mm/500 m (154/0°); 97 mm/1000 m.
Con le granate HEAT (450 m/sec): 75 mm/30°.
Come si vede, è un'arma largamente superiore a qualunque altra della categoria.
Però, i problemi stavano a monte: le radio italiane di bordo, generalmente erano poco efficienti, certo meno di quelle alleate e tedesche; il Panzer IV aveva una torre triposto e cupolata, con sistemi di mira superiori; quindi era nettamente avvantaggiato, avendo ampiamente dimostrato la superiorità della torre triposto su quella biposto (ai danni dei T-34, specialmente, così come i carri inglesi contro gli 'M', del resto).
Infine, c'era il discorso del motore: la scarsa affidabilità e addirittura l'indisponibilità numerica di questo rendeva praticamente ininfluente ogni altra considerazione teorica, inclusa l'ottima autonomia di quasi 300 km, possibile grazie all'alimentazione a gasolio.
Nell'insieme, almeno come mezzo difensivo, i tedeschi considerarono il P40 come comparabile al Panzer IV. Ma quando questo avveniva, nel 1944-45, la battaglia era in difensiva, quindi poteva anche starci. Inoltre, questi carri erano usati per lo più da unità di seconda linea.
Avessero dovuto utilizzare il P40 in maniera dinamica e offensiva, i limiti della torre (biposto e priva di cupola), radio, e sopratutto motore, avrebbero reso i giudizi molto più duri su questo cingolato.
Non è forse un caso che i mezzi di maggior successo e produzione italiani siano stati su scafo M. I semoventi, come il tipo M43 con obice da 105 mm, ma probabilmente persino un vecchio M40 da 75 mm, erano mezzi più efficienti del P40.
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Basicamente, si può dire che il P40 fosse una brutta copia del T-34 (per via delle corazze imbullonate e del motore meno potente e molto meno affidabile, così come le minori prestazioni, riserva di munizioni e armamento in generale). Oppure, che fosse una sorta di M13 pantografato e raddoppiato in massa. Ma, in ogni caso, è arrivato troppo tardi (il servizio arrivò attorno al 1944, quando c'erano gli M4E8, i T-34/85, Comet, Stalin, Panther e Tiger II!) e ha avuto troppi problemi al motore (mai totalmente risolti, tra l'altro) per essere considerato un mezzo da combattimento credibile.
Per certi versi si può considerare paragonabile a certi progetti giapponesi di fine guerra, anch'essi prodotti in quantità limitatissime e troppo tardi, ma non è una grande consolazione.
Tabella riassuntiva:
P26/40 M4 Sherman T-34/76 T-34/85 Cromwell Panzer Mk IV
Anno: 1944 1942 1941 1944 1944 1939
Peso: 26 t 28 t 28 t 32 t 28 t 25 t
Dimensioni:
-lunghezza: 5,7 m 6,04 m 6,58 m 8,15 m 6,35 m 7,02 m
-larghezza: 2,75 m 2,6 m 2,98 m 3,02 m 2,9 m 3,29 m
-altezza: 2,5 m 2,71 m 2,44 m 2,72 m 2,48 m 2,68 m
Protezione:
-scafo 50 mm, 40 mm 51 mm, 38 mm 45-50 mm, 40 mm 45 mm, 40 mm 63, 43 mm 80 mm, 30 mm
-torre 60 mm 76 mm, 51 mm 60 mm, 40 mm? 90 mm 76, 63 mm 50 mm, 30 mm
Motore: 330 cv diesel(?) 350-400 hp vari 500 hp diesel 500 hp diesel 600 hp benzina 300 hp benzina
420 cv benzina(??)
Prestazioni:
-v.max 35 km/h 38-40 km/h 53 km/h 53 km/h 61 km/h 38 km/h
-trincea 2,5 m 1,9-2,5 m 3 m 2,5 m 2,29 m 2,2 m
-gradino 1 m 0,6 m 0,9 m 0,73 m 0,91 m 0,6 m
-pendenza 45° 58% 35° 35° 24° 60%
-guado 1,15 m 0,9 m 1,38 m 1,3 m 0,91-1,2 m 1 m
-autonomia 275 km 300 km 302 km 300 km 278 km 200 km
Armamento:
-principale 75/34 mm (64) 75/37 mm (90) 76/40 (77) 85/51 (56) 75/40 (64) 75/48 (87)
-secondario 2x8 mm (576) 3 mtg (7.000 ca) 2x7,62 (3.000) 2x7,61 (2.400) 2x7,92 (4.950) 2x7,92 (3.192)
Notare il tipo di prestazioni: il P40 era il più lento di tutti, ma come autonomia era vicino ai vertici (anche se, km per km, superiore solo al Panzer IV tedesco), era buono per il guado, in seconda posizione per la trincea, primo per gradino, ai vertici anche come pendenza. Il che, ovviamente, era assai prevedibile per un mezzo destinato all'ambiente montano tipico dell'Italia, dove la velocità non conta granché, rispetto alle doti di superamento ostacoli. Però, va anche detto, che le prestazioni pratiche sarebbero comunque dipese dall'efficienza meccanica. Un motore sottopotenziato, inaffidabile o con problemi di surriscaldamento, per esempio, non sarebbe mai stato davvero capace di onorare le proprie capacità teoriche.
Nell'insieme, il P40 era un mezzo capace di battersi con discreta efficacia contro i suoi pariclasse. Ma, per tutta una serie di ragioni (corazza imbullonata, treno inadatto alle alte velocità anche se buono per il cross-country, torretta biposto, assenza di cupola, munizionamento scarso, radio probabilmente non delle migliori) era davvero, niente di più che un M13/15 'viagrizzato', per citare una (tristemente) celebre pubblicità Fiat.
Per ulteriori caratteristiche del P40 e la sua genesi, vedi anche il sito esterno:
http://www.soldatinionline.it/Articoli/Eserciti-Uniformi/Un-carro-moderno-per-il-Regio-Esercito-il-P.40.html