13.1.015
Qualche come e qualche perché
NO, seriamente, adesso che forse v'apprestate a leggere queste paginette, dopo non penserete mica che non mi piacciano le navi da guerra italiane? E altre variegate e sorprendenti accuse (tipo 'antiitaliano', 'esterofilo', 'traditore' ecc ecc) che scoppiano come fichi a settembre, appena qualcuno fa un'analisi critica di qualcosa? Se non mi piacessero le navi italiane, mica me ne occuperei. Sono ben progettate, solide (almeno all'apparenza), razionali, e con tutti i gadget pensabili da gente che non pare avere nessuna idea di quel che significa 'compromesso'.
E non è così da ieri, ma da quando c'é stata l'Unità, dalle Duilio, dalle Italia ecc ecc. E questo, a mio avviso, si spiega in due modi: da un lato la velleità, mai nascosta, di 'grande potenza' della Marina, e dell'Italia in generale (del resto, Germania e Giappone procedevano in maniera sostanzialmente simile). Dall'altro, il sonoro ceffone rimediato a Lissa, cosa che ha reso gli ammiragli italiani particolarmente titubanti ogni volta che c'era da usare davvero le grandi navi, forse perché, più che pensare d'essere ricordati come un nuovo Nelson, temevano di finire nei libri come un altro Persano. E anche per questo, come 'assicurazione futura', la corsa affannosa a mettere nelle proprie navi ogni sorta di cannoni e armi ne è stata la prova più evidente (non ci credete? Allora tenete a mente che, per dirne una, la corazzata Doria del 1891, ebbe qualcosa come 39 cannoni di 6 tipi diversi tra 37 e 431 mm, più 5 lanciasiluri). Pensate che la stessa Duilio nacque per cannoni da circa 305 mm, poi aumentati a 356 e infine a 450 mm, tanto per 'tenere il passo': contro chi non è affatto chiaro, visto che nessun altro costruiva navi così armate! Gli stessi Britannici vollero stare al gioco di chi ce l'aveva più grosso, e molto svogliatamente, realizzarono una sola nave della categoria ('super-nonne della Dreadnought'), l'Inflexible.
Nel mentre, potenza del 'libero commercio', pur sapendo delle mire italiane per Malta (tanto che vi installeranno gli stessi cannoni da 450 mm-100 t), non si fecero problemi a vendere alla RM cannoni e macchine (mentre le corazze da 55 cm vennero richieste in Francia, che all'epoca era l'unica capace di costruirne di tale spessore).
E non contenti, i tecnici italiani riuscirono nell'intento di 'potenziare' pure il 450 mm (il cannone da 100 t inglese), nel senso che (pare) aumentarono la carica di lancio e in tal modo, semi-distrussero uno dei cannoni, salvo poi lamentarsi che erano di progettazione 'difettosa' (con il risultato che, poi, nel resto delle loro vite, quei cannoni non tirarono mai a carica piena, nemmeno quella regolamentare!).
Dire che gli ammiragli si sentono 'mancare la terra sotto i piedi' è tautologico, forse. Però è vero. E certo, dopo Taranto e Matapan, questa sindrome del perfezionismo non ha fatto altro che diventare più forte.
E personalmente, vedendo le specifiche delle navi italiane di nuova generazione, direi che non s'é mai allentata, complici anche le industrie nazionali, così convincenti nell'esporre il catalogo dei propri prodotti (tanto che la Cavour è stata criticata per il famoso 'tour pubblicitario' di qualche tempo fa: evidentemente non basta più imbottire le navi di armi e sensori anche superflui, bisogna pure mandarle a fare il 'porta a porta').
Insomma, per quello strano mondo che sono le marine militari, nulla è mai 'troppo costoso', ma questo è vero particolarmente per la RM/MM. Pensate per esempio alla seconda (e sostanzialmente inutile) DT per le artiglierie poppiere, installata sui ct 'Turbine'; o, 60 anni dopo, alla protervia con la quale hanno insistito nello sviluppo del missile ASW MILAS (abbandonato dai soci francesi), come se una nuova Guerra fredda fosse alle porte. O come riuscirono, negli anni '80, a infilare 'nel sottoscala' ben 4 cannoni da 40 mm Dardo nelle 'Maestrale' (uno dei rarissimi casi in cui una batteria di cannoni antimissile è incapace di tirare sia direttamente a prua che a poppa: sarebbe stato meno 'accettabile' piazzarne uno solo nella zona hangar, e i missili ai lati della sovrastruttura?) e addirittura quattro SR da 76 mm nuovi di zecca negli 'Audace', anch'essi senza alcun capo di tiro verso quei settori dove, teoricamente, la nave tenderebbe a lasciare le minacce (dando, per esempio, la prua a missili o aerei in avvicinamento).
Notare anche come gli 'Audace' (alla costruzione) e 'Maestrale' avessero il lusso di due calibri diversi di siluri. E che poi gli stessi 'Audace' siano stati ammodernati riducendo i lanciasiluri, ma raddoppiando i missili SAM di bordo (ma perché? Non sarebbe bastato un cannone SR prodiero, più due laterali, e lasciar perdere gli Aspide?). Soluzioni alquanto efficaci, ma con un desiderio 'cumulativo' alquanto discutibile (e chi paga, poi? Pantalone).
Se poi gli Audace siano stati davvero navi eccellenti, è opinabile, così come le 'Lupo'. Ma queste sono cose che si 'sanno sempre dopo'. Quando ci sono navi più grosse da ordinare (e invariabilmente più costose), infatti, si comincia ad ammettere che quelle precedenti avevano un rapporto armi-dislocamento lievissimamente esuberante, e che forse forse erano un pò troppo anguste per tutta quell'attrezzatura. Prova provata, i De la Penne (e anche le stesse Maestrale, praticamente armate quanto le Lupo, ma del 20% più pesanti): armatissimi pure loro, ma con dislocamento di 4.500 t anziché 3.600 (standard), eppure con un cannone da 76 mm in meno (3 anziché 4), e con un apparato motore ben più moderno e verosimilmente, compatto, avendo motori turbine-diesel anziché a vapore. Nel caso dei De la Penne è stato risolto il problema della difesa ravvicinata, semplicemente spostando due cannoni da 76 a prua, e uno a poppa, ottenendo un campo di tiro molto superiore rispetto ai 4 degli Audace. Eppure, c'é qualcosa che non torna: che senso ha, avere due cannoni da 76 mm a prua, quando già ci sono l'Aspide e il 127 mm, entrambi apparentemente capaci anche di difesa antimissile? E con due sole centrali radar di tiro anteriori.. per 4 armi di 3 tipi diversi?
Per ottenere una difesa ancora più che accettabile, tanto valeva usare un solo cannone da 76 mm al posto dell'Aspide, omettendo il resto dell'armamento. Risparmiavamo 1 cannone da 76 e un Aspide/Albatros, ma ben poca differenza questo avrebbe fatto (visto che i due SR di prua, sono pur sempre impossibilitati a fare fuoco assieme, a meno che il bersaglio non sia esattamente di fronte, o molto in alto). Due CIWS (per giunta al 'top' per gittata e potenza, particolari non irrilevanti!) sono più che sufficienti. I cuggini Cassard, francesi, nati più o meno allo stesso tempo, ebbero solo due minuscoli SADRAL come 'difesa ravvicinata'. Ma persino i possenti Arleigh Burke hanno avuto solo due Phalanx. Ah, già, poi c'é il costo: un Burke, malgrado le 8.000 tonnellate, malgrado l'AEGIS, costa poco di più dei De La Penne, ciascuno pagato ufficialmente circa 750 mld dell'epoca. (che è ancora una buona cifra, se si considera che l'acquisto delle 4 Lupo/artigliere ex-irakene ci costò circa 550 mld al pezzo, più o meno il prezzo della Cavour! C'é del metodo in questa follia?)
Voglio dire: capisco tutte le esigenze possibili: ma le navi italiane, nella NATO, erano quelle più armate rispetto al dislocamento (si pensi solo all'incredibile audacia di richiedere un pezzo da 76 per degli aliscafi da 60 tonnellate: un cannone da 40 non sarebbe bastato? gli 'Sparviero' giapponesi hanno solo un gatling da 20 mm, figurarsi); e solo quelle sovietiche avevano un rapporto armi-stazza superiore! Ma... le unità sovietiche in media erano abbastanza piccole, però con armi 'poco miniaturizzate' (si pensi ai missili Styx, che erano quelli 'piccoli' nell'arsenale navale sovietico!), e sopratutto, erano pensate per combattere contro l'US Navy. La Marina italiana, invece, contro CHI doveva combattere? Contro un altro sbarco angloamericano in Sicilia? No!
Molto più probabilmente: contro le 'motovedette di Gheddafi'? Contro lo 'squadrone russo' del Mediterraneo? Ma, assieme alla 6a Flotta americana (basata a Napoli), a mezza marina francese, a mezza marina spagnola, a quella greca e turca, a quella britannica (sempre presente in zone 'calde'). Non era un pochino un 'overkill'?
Massimo Annati (su RiD, 2005 circa) disse a suo tempo che nella MM vi era (ed è?) una lobby dei artiglieri. In effetti, non riesco a dubitarne, anche se non capisco se questo dipenda dall'esistenza della Otomelara, oppure al contrario, se la Otomelara esista perché abbiamo così tanti 'cannonieri'.
Diciamo che ammiro le navi italiane, ma al contempo, non posso nascondere una cordiale antipatia per le velleità di perfezionismo che danno loro forma. Certo che altre marine volano un pò troppo basso (per esempio, la stessa RN) in molte situazioni pratiche, ma almeno non sono slegate dalle possibilità produttive, nonché finanziarie, del Paese.
Oggi, tanto per dire, ho letto che comincia a scricchiolare anche l'impalcatura dei sussidi a chi perde il lavoro, previsti dal 'Job act'. E già si parla di 300 milioni di ammanco. Ma non è lo stesso governo che sta per approvare le ultime due FREMM da mezzo miliardo di euro l'una?
Quale è la priorità per il Paese? O forse vogliamo dire che le fregate di nuova generazione 'serviranno a localizzare i profughi in fondo al mare' come ho sentito dire in TV da un politico, qualche mese fa, dopo l'ennesima tragedia? E perché non cercare chi si suicida con una pietra al collo, allora? Siamo passati dalle fregate antisommergibile, a quelle della mortuaria! Tanto, le navi 'necessarie' non le pagano loro (.. ma il MISE, che ovviamente non ha di meglio da fare) e stranamente la stampa, così ligia alle critiche dei programmi-mostri del settore aerospaziale, e pure terrestre, è sempre molto 'buonista' quando si tratta di parlare dei programmi navali. Chissà come mai. Forse non capiscono nulla di navi, o forse non hanno coraggio o interesse a parlarne?
E non è un pelino 'antistorico' continuare a proporre il rinnovo della flotta con gli stessi schemi di pensiero, per cui se sparisce una fregata ASW (da 3.000 t) bisogna rimpiazzarla con un'altra fregata ASW (ma da 6.000 t, altro che 'miniaturizzazione')? Nel mentre, abbiamo i CONSUBIN a combattere, molto appropriatamente, in Afghanistan; che come si sà, è pieno di porti zeppi di corazzate.
In sostanza, sembra quasi che gli anni '80 non siano mai finiti veramente, nonostante gli impegni attuali siano chiaramente e inevitabilmente 'diversi'.
Del resto, un Paese che va alla bancarotta e che continua a comprare armi esiste già, in Mediterraneo: la Grecia. Capisc'ammé.
Questa è la ratio per la quale non sono per nulla ben impressionato, umanamente parlando (e parzialmente, in maniera tecnica, per quel che ne capisco), da quest'ostentata ambizione di potenza. Sono un appassionato di armamenti, ok, ma non penso che questi siano da preferire alla società civile. E meno che mai, quando leggo come certi elementi nella MM siano diventati vere associazioni a delinquere, con un giro di mazzette e di estorsioni a danno dei 'fornitori' (5 ufficiali arrestati a Taranto per associazione a delinquere)... Se il 'il sistema' è questo, vuol dire che non esistono divise che tengano, per quanto immacolatamente bianche.
Però, grazie alla crisi economica e alla potenza delle 'guerre asimmetriche' (= voraci succhiatrici di soldi e risorse), adesso la MM avrà quel che sogna: grazie all'amm. De Giorgi Jr, con i 6 mld stanziati dal governo Renzi, diventerà senz'altro la più potente marina europea (al netto delle armi nucleari, ovviamente), visto che nessun altro nostro 'vicino' è più interessato alle riedizioni della battaglia dello Jutland, nonostante l'approssimarsi del centenario. Stupidi loro, o fuori da ogni logica noaltri?
Aggiornamento: non bastando i 6 miliardi di cui sopra, pare che ne serviranno altri 7 (5 per le navi e 2 per velivoli, inclusi convertiplani ecc). Che diamine, mica ci si potrà accontentare della supremazia nella sola Europa! Il Kaiser Guglielmo II non sarebbe stato più ambizioso di così...
Ma adesso, andiamo al nostro 'core businness'...
Le Littorio sono un gioiello di stile: incredibilmente complete come armamento, e ben disposte come prospettica e spazio. Secondo me, solo le Yamato erano più belle e razionali come layout, beninteso, detto come IMPRESSIONE, che è altamente soggettiva, ovviamente.
E sono semplici, quasi un numero magico, anzi una serie.
Un torrione.
Due fumaioli.
Tre torri principali.
Quattro torri secondarie
Dodici torri antiaeree.
Meglio di così! Osservate questa filastrocca, che sembra uscire da una canzone di Morandi, e vi ricorderete come è fatta una Littorio (aggiungere due alberelli e una coffa, più la catapulta poppiera ed è fatta).
Bello il torrione, con forme pulite e definite. Quasi imperioso con quella specie di corona (o 'cappello da carabiniere'?) sopra il torrione di comando. Numerose centrali di tiro, sparse dappertutto, eppure quasi non si notano. Tutto complesso e tutto semplice al tempo stesso.
Eppure, le 'Littorio' non sono nemmeno da sopravvalutare. Qualcuno lo fa. Sono carine, sono veloci, sono armatissime (la maggiore % del dislocamento tra le navi da battaglia, però erano anche tra le minori quanto a % per la protezione). Per il teatro mediterraneo erano ottime, almeno sulla carta. Che però non siano state usate al meglio, pur avendo avuto potenzialmente più occasioni di chiunque altro per entrare nel vivo delle battaglie, è altrettanto evidente.
E io ho deciso di mettere in guardia chi pensa di elevarle a 'super-armi', perché sbaglierebbe, e sopratutto, non avrebbe un supporto storico credibile (anzi). Quindi faccio queste pagine per rendere possibile discernere al meglio pregi e difetti delle Littorio e delle loro contemporanee. Non pretendo di essere nel giusto assoluto, ma è pur sempre qualcosa con cui partire.
Qualche come e qualche perché
NO, seriamente, adesso che forse v'apprestate a leggere queste paginette, dopo non penserete mica che non mi piacciano le navi da guerra italiane? E altre variegate e sorprendenti accuse (tipo 'antiitaliano', 'esterofilo', 'traditore' ecc ecc) che scoppiano come fichi a settembre, appena qualcuno fa un'analisi critica di qualcosa? Se non mi piacessero le navi italiane, mica me ne occuperei. Sono ben progettate, solide (almeno all'apparenza), razionali, e con tutti i gadget pensabili da gente che non pare avere nessuna idea di quel che significa 'compromesso'.
E non è così da ieri, ma da quando c'é stata l'Unità, dalle Duilio, dalle Italia ecc ecc. E questo, a mio avviso, si spiega in due modi: da un lato la velleità, mai nascosta, di 'grande potenza' della Marina, e dell'Italia in generale (del resto, Germania e Giappone procedevano in maniera sostanzialmente simile). Dall'altro, il sonoro ceffone rimediato a Lissa, cosa che ha reso gli ammiragli italiani particolarmente titubanti ogni volta che c'era da usare davvero le grandi navi, forse perché, più che pensare d'essere ricordati come un nuovo Nelson, temevano di finire nei libri come un altro Persano. E anche per questo, come 'assicurazione futura', la corsa affannosa a mettere nelle proprie navi ogni sorta di cannoni e armi ne è stata la prova più evidente (non ci credete? Allora tenete a mente che, per dirne una, la corazzata Doria del 1891, ebbe qualcosa come 39 cannoni di 6 tipi diversi tra 37 e 431 mm, più 5 lanciasiluri). Pensate che la stessa Duilio nacque per cannoni da circa 305 mm, poi aumentati a 356 e infine a 450 mm, tanto per 'tenere il passo': contro chi non è affatto chiaro, visto che nessun altro costruiva navi così armate! Gli stessi Britannici vollero stare al gioco di chi ce l'aveva più grosso, e molto svogliatamente, realizzarono una sola nave della categoria ('super-nonne della Dreadnought'), l'Inflexible.
Nel mentre, potenza del 'libero commercio', pur sapendo delle mire italiane per Malta (tanto che vi installeranno gli stessi cannoni da 450 mm-100 t), non si fecero problemi a vendere alla RM cannoni e macchine (mentre le corazze da 55 cm vennero richieste in Francia, che all'epoca era l'unica capace di costruirne di tale spessore).
E non contenti, i tecnici italiani riuscirono nell'intento di 'potenziare' pure il 450 mm (il cannone da 100 t inglese), nel senso che (pare) aumentarono la carica di lancio e in tal modo, semi-distrussero uno dei cannoni, salvo poi lamentarsi che erano di progettazione 'difettosa' (con il risultato che, poi, nel resto delle loro vite, quei cannoni non tirarono mai a carica piena, nemmeno quella regolamentare!).
Dire che gli ammiragli si sentono 'mancare la terra sotto i piedi' è tautologico, forse. Però è vero. E certo, dopo Taranto e Matapan, questa sindrome del perfezionismo non ha fatto altro che diventare più forte.
E personalmente, vedendo le specifiche delle navi italiane di nuova generazione, direi che non s'é mai allentata, complici anche le industrie nazionali, così convincenti nell'esporre il catalogo dei propri prodotti (tanto che la Cavour è stata criticata per il famoso 'tour pubblicitario' di qualche tempo fa: evidentemente non basta più imbottire le navi di armi e sensori anche superflui, bisogna pure mandarle a fare il 'porta a porta').
Insomma, per quello strano mondo che sono le marine militari, nulla è mai 'troppo costoso', ma questo è vero particolarmente per la RM/MM. Pensate per esempio alla seconda (e sostanzialmente inutile) DT per le artiglierie poppiere, installata sui ct 'Turbine'; o, 60 anni dopo, alla protervia con la quale hanno insistito nello sviluppo del missile ASW MILAS (abbandonato dai soci francesi), come se una nuova Guerra fredda fosse alle porte. O come riuscirono, negli anni '80, a infilare 'nel sottoscala' ben 4 cannoni da 40 mm Dardo nelle 'Maestrale' (uno dei rarissimi casi in cui una batteria di cannoni antimissile è incapace di tirare sia direttamente a prua che a poppa: sarebbe stato meno 'accettabile' piazzarne uno solo nella zona hangar, e i missili ai lati della sovrastruttura?) e addirittura quattro SR da 76 mm nuovi di zecca negli 'Audace', anch'essi senza alcun capo di tiro verso quei settori dove, teoricamente, la nave tenderebbe a lasciare le minacce (dando, per esempio, la prua a missili o aerei in avvicinamento).
Notare anche come gli 'Audace' (alla costruzione) e 'Maestrale' avessero il lusso di due calibri diversi di siluri. E che poi gli stessi 'Audace' siano stati ammodernati riducendo i lanciasiluri, ma raddoppiando i missili SAM di bordo (ma perché? Non sarebbe bastato un cannone SR prodiero, più due laterali, e lasciar perdere gli Aspide?). Soluzioni alquanto efficaci, ma con un desiderio 'cumulativo' alquanto discutibile (e chi paga, poi? Pantalone).
Se poi gli Audace siano stati davvero navi eccellenti, è opinabile, così come le 'Lupo'. Ma queste sono cose che si 'sanno sempre dopo'. Quando ci sono navi più grosse da ordinare (e invariabilmente più costose), infatti, si comincia ad ammettere che quelle precedenti avevano un rapporto armi-dislocamento lievissimamente esuberante, e che forse forse erano un pò troppo anguste per tutta quell'attrezzatura. Prova provata, i De la Penne (e anche le stesse Maestrale, praticamente armate quanto le Lupo, ma del 20% più pesanti): armatissimi pure loro, ma con dislocamento di 4.500 t anziché 3.600 (standard), eppure con un cannone da 76 mm in meno (3 anziché 4), e con un apparato motore ben più moderno e verosimilmente, compatto, avendo motori turbine-diesel anziché a vapore. Nel caso dei De la Penne è stato risolto il problema della difesa ravvicinata, semplicemente spostando due cannoni da 76 a prua, e uno a poppa, ottenendo un campo di tiro molto superiore rispetto ai 4 degli Audace. Eppure, c'é qualcosa che non torna: che senso ha, avere due cannoni da 76 mm a prua, quando già ci sono l'Aspide e il 127 mm, entrambi apparentemente capaci anche di difesa antimissile? E con due sole centrali radar di tiro anteriori.. per 4 armi di 3 tipi diversi?
Per ottenere una difesa ancora più che accettabile, tanto valeva usare un solo cannone da 76 mm al posto dell'Aspide, omettendo il resto dell'armamento. Risparmiavamo 1 cannone da 76 e un Aspide/Albatros, ma ben poca differenza questo avrebbe fatto (visto che i due SR di prua, sono pur sempre impossibilitati a fare fuoco assieme, a meno che il bersaglio non sia esattamente di fronte, o molto in alto). Due CIWS (per giunta al 'top' per gittata e potenza, particolari non irrilevanti!) sono più che sufficienti. I cuggini Cassard, francesi, nati più o meno allo stesso tempo, ebbero solo due minuscoli SADRAL come 'difesa ravvicinata'. Ma persino i possenti Arleigh Burke hanno avuto solo due Phalanx. Ah, già, poi c'é il costo: un Burke, malgrado le 8.000 tonnellate, malgrado l'AEGIS, costa poco di più dei De La Penne, ciascuno pagato ufficialmente circa 750 mld dell'epoca. (che è ancora una buona cifra, se si considera che l'acquisto delle 4 Lupo/artigliere ex-irakene ci costò circa 550 mld al pezzo, più o meno il prezzo della Cavour! C'é del metodo in questa follia?)
Voglio dire: capisco tutte le esigenze possibili: ma le navi italiane, nella NATO, erano quelle più armate rispetto al dislocamento (si pensi solo all'incredibile audacia di richiedere un pezzo da 76 per degli aliscafi da 60 tonnellate: un cannone da 40 non sarebbe bastato? gli 'Sparviero' giapponesi hanno solo un gatling da 20 mm, figurarsi); e solo quelle sovietiche avevano un rapporto armi-stazza superiore! Ma... le unità sovietiche in media erano abbastanza piccole, però con armi 'poco miniaturizzate' (si pensi ai missili Styx, che erano quelli 'piccoli' nell'arsenale navale sovietico!), e sopratutto, erano pensate per combattere contro l'US Navy. La Marina italiana, invece, contro CHI doveva combattere? Contro un altro sbarco angloamericano in Sicilia? No!
Molto più probabilmente: contro le 'motovedette di Gheddafi'? Contro lo 'squadrone russo' del Mediterraneo? Ma, assieme alla 6a Flotta americana (basata a Napoli), a mezza marina francese, a mezza marina spagnola, a quella greca e turca, a quella britannica (sempre presente in zone 'calde'). Non era un pochino un 'overkill'?
Massimo Annati (su RiD, 2005 circa) disse a suo tempo che nella MM vi era (ed è?) una lobby dei artiglieri. In effetti, non riesco a dubitarne, anche se non capisco se questo dipenda dall'esistenza della Otomelara, oppure al contrario, se la Otomelara esista perché abbiamo così tanti 'cannonieri'.
Diciamo che ammiro le navi italiane, ma al contempo, non posso nascondere una cordiale antipatia per le velleità di perfezionismo che danno loro forma. Certo che altre marine volano un pò troppo basso (per esempio, la stessa RN) in molte situazioni pratiche, ma almeno non sono slegate dalle possibilità produttive, nonché finanziarie, del Paese.
Oggi, tanto per dire, ho letto che comincia a scricchiolare anche l'impalcatura dei sussidi a chi perde il lavoro, previsti dal 'Job act'. E già si parla di 300 milioni di ammanco. Ma non è lo stesso governo che sta per approvare le ultime due FREMM da mezzo miliardo di euro l'una?
Quale è la priorità per il Paese? O forse vogliamo dire che le fregate di nuova generazione 'serviranno a localizzare i profughi in fondo al mare' come ho sentito dire in TV da un politico, qualche mese fa, dopo l'ennesima tragedia? E perché non cercare chi si suicida con una pietra al collo, allora? Siamo passati dalle fregate antisommergibile, a quelle della mortuaria! Tanto, le navi 'necessarie' non le pagano loro (.. ma il MISE, che ovviamente non ha di meglio da fare) e stranamente la stampa, così ligia alle critiche dei programmi-mostri del settore aerospaziale, e pure terrestre, è sempre molto 'buonista' quando si tratta di parlare dei programmi navali. Chissà come mai. Forse non capiscono nulla di navi, o forse non hanno coraggio o interesse a parlarne?
E non è un pelino 'antistorico' continuare a proporre il rinnovo della flotta con gli stessi schemi di pensiero, per cui se sparisce una fregata ASW (da 3.000 t) bisogna rimpiazzarla con un'altra fregata ASW (ma da 6.000 t, altro che 'miniaturizzazione')? Nel mentre, abbiamo i CONSUBIN a combattere, molto appropriatamente, in Afghanistan; che come si sà, è pieno di porti zeppi di corazzate.
In sostanza, sembra quasi che gli anni '80 non siano mai finiti veramente, nonostante gli impegni attuali siano chiaramente e inevitabilmente 'diversi'.
Del resto, un Paese che va alla bancarotta e che continua a comprare armi esiste già, in Mediterraneo: la Grecia. Capisc'ammé.
Questa è la ratio per la quale non sono per nulla ben impressionato, umanamente parlando (e parzialmente, in maniera tecnica, per quel che ne capisco), da quest'ostentata ambizione di potenza. Sono un appassionato di armamenti, ok, ma non penso che questi siano da preferire alla società civile. E meno che mai, quando leggo come certi elementi nella MM siano diventati vere associazioni a delinquere, con un giro di mazzette e di estorsioni a danno dei 'fornitori' (5 ufficiali arrestati a Taranto per associazione a delinquere)... Se il 'il sistema' è questo, vuol dire che non esistono divise che tengano, per quanto immacolatamente bianche.
Però, grazie alla crisi economica e alla potenza delle 'guerre asimmetriche' (= voraci succhiatrici di soldi e risorse), adesso la MM avrà quel che sogna: grazie all'amm. De Giorgi Jr, con i 6 mld stanziati dal governo Renzi, diventerà senz'altro la più potente marina europea (al netto delle armi nucleari, ovviamente), visto che nessun altro nostro 'vicino' è più interessato alle riedizioni della battaglia dello Jutland, nonostante l'approssimarsi del centenario. Stupidi loro, o fuori da ogni logica noaltri?
Aggiornamento: non bastando i 6 miliardi di cui sopra, pare che ne serviranno altri 7 (5 per le navi e 2 per velivoli, inclusi convertiplani ecc). Che diamine, mica ci si potrà accontentare della supremazia nella sola Europa! Il Kaiser Guglielmo II non sarebbe stato più ambizioso di così...
Ma adesso, andiamo al nostro 'core businness'...
Le Littorio sono un gioiello di stile: incredibilmente complete come armamento, e ben disposte come prospettica e spazio. Secondo me, solo le Yamato erano più belle e razionali come layout, beninteso, detto come IMPRESSIONE, che è altamente soggettiva, ovviamente.
E sono semplici, quasi un numero magico, anzi una serie.
Un torrione.
Due fumaioli.
Tre torri principali.
Quattro torri secondarie
Dodici torri antiaeree.
Meglio di così! Osservate questa filastrocca, che sembra uscire da una canzone di Morandi, e vi ricorderete come è fatta una Littorio (aggiungere due alberelli e una coffa, più la catapulta poppiera ed è fatta).
Bello il torrione, con forme pulite e definite. Quasi imperioso con quella specie di corona (o 'cappello da carabiniere'?) sopra il torrione di comando. Numerose centrali di tiro, sparse dappertutto, eppure quasi non si notano. Tutto complesso e tutto semplice al tempo stesso.
Eppure, le 'Littorio' non sono nemmeno da sopravvalutare. Qualcuno lo fa. Sono carine, sono veloci, sono armatissime (la maggiore % del dislocamento tra le navi da battaglia, però erano anche tra le minori quanto a % per la protezione). Per il teatro mediterraneo erano ottime, almeno sulla carta. Che però non siano state usate al meglio, pur avendo avuto potenzialmente più occasioni di chiunque altro per entrare nel vivo delle battaglie, è altrettanto evidente.
E io ho deciso di mettere in guardia chi pensa di elevarle a 'super-armi', perché sbaglierebbe, e sopratutto, non avrebbe un supporto storico credibile (anzi). Quindi faccio queste pagine per rendere possibile discernere al meglio pregi e difetti delle Littorio e delle loro contemporanee. Non pretendo di essere nel giusto assoluto, ma è pur sempre qualcosa con cui partire.