De la Penne contro tutti: battaglia di Okinawa (Ten-Go) reload
19-11-18
Come penso molti di voi sapranno, chiunque voi siate intendo, la più grande e (forse) potente corazzata mai realizzata era la Yamato e -forse ancora migliore-, la sua gemella Musashi. Questo record è stato eroso parzialmente dalle IOWA, che sono leggermente più lunghe (parlo al presente, del resto esistono ancora), e in termini di potenziale di fuoco, probabilmente superiori grazie al miglior set dei radar e calcolatori di tiro, per non parlare di quel che è successo negli anni '80, quando sono state aggiornate in maniera molto più consistente, addirittura con missili nucleari BGM-109 Tomawhak. Ma già negli anni '50 ebbero i proiettili nucleari KATIE che ovviamente, avrebbero dato un vantaggio non da poco in una competizione con la 'povera' Yamato. Anche così, per calibro e potenza dei cannoni, peso delle munizioni, spessore della corazza, e ovviamente, dislocamento, la possente Yamato è ancora la più citata delle navi da battaglia 'super', grazie anche alla sua notevole eleganza e magnificenza delle forme (ma perché, invece, le pur fantastiche Iowa non sono altrettanto elogiate? Boh).
Ma nella II GM, gli aeroplani, per citare Badoglio, nient'altro che 'cannoni allungati', risultarono letali per le grandi navi da battaglia. Roma, Tirpiz e Yamato furono gli epigoni delle rispettive marine dell'Asse, e tutte affondarono (con tanto di esplosione) per colpa di attacchi aerei. Fatti con bombe teleguidate, con super-bombe perforanti o con un mix di armi 'tradizionali' ma distribuite a pioggia, poco conta. Alla fine si sono ritrovate a picco.
E pensare che ancora nel secondo dopoguerra, i nostri ammiragli volevano rimettere in servizio le Littorio, perché, c'era chi scriveva, la qualità di una nave da guerra è quella di galleggiare (come diceva Tirpiz...). Ma come, vi hanno affondato l'ammiraglia con un paio di bombe telecomandate e ancora non avete imparato che la corazza non è più nient'altro che un peso morto per la protezione di una nave? Evidentemente certe abitudini mentali erano dure a morire, persino l'USN e la RN misero quasi tutte le loro navi da battaglia in riserva, figurarsi gli 'sconfitti'.
Ma almeno all'inizio della guerra, navi simili, con la copertura aerea, potevano ancora permettersi di fare molto male a chi le avesse affrontate. E le Yamato avevano un senso in una flotta equilibrata. Quel che non era certo, però, durante la primavera del 1945. La Yamato non combatté a Midway; l'avesse fatto, spariti come erano gli aerosiluranti americani, avrebbe corso pochi rischi (dai bombardieri in picchiata) e forse avrebbe vinto, chissà. Ma quando fu mandata assieme ad una piccola scorta, con 2.500 tonnellate di carburante (in teoria dovevano essere soltanto quelle sufficienti per l'andata, ma in realtà vennero tacitamente cedute tonnellate extra, nell'ipotetico caso che la corazzata potesse anche 'tornare' da quell'assurda missione) a rinforzare le difese di Okinawa, questa non era nient'altro che un tipo particolare di missione kamikaze. Né più e né meno.
L'Operazione Ten-Go è stata pertanto solo una colossale perdita di uomini giovani e coraggiosi, che si trovarono circondati e massacrati dagli aerei americani ben prima di arrivare alle coste di Okinawa. Era il 7 aprile 1945 e la battaglia iniziò poco dopo mezzogiorno, chiudendosi circa due ore più tardi.
Curiosamente, 'ten-go' in inglese significa 'dieci vanno'. Sarà un caso (come il nome Ken, Kenneth in inglese, Kenshiro in giapponese), ma in effetti dieci navi salparono per quest'operazione: la Yamato, l'incrociatore leggero Yahagi e 8 cacciatorpediniere.
La mattina dopo, mentre un caccia era rimasto indietro per noie meccaniche, la flotta avvistò un'enorme massa di aerei americani levatisi in volo. Lo Yahagi a quel punto si distanziò dalla flotta principale e si offrì per fare da 'parafulmine', correndo a 35 nodi e allontanandosi dalla flotta giapponese. Pochi aerei lo inseguirono, ma le sue modeste difese (gli incrociatori leggeri non sono mai stati il punto di forza dei giapponesi...), non gli permisero di sopravvivere nemmeno in questo caso. Fu il primo ad affondare, colpito da ogni sorta di arma, e in particolare, da ben 7 siluri e 12 bombe.
La forza d'attacco era costituita da ben 386 aerei, di cui 180 caccia Hellcat e Corsair, 75 Helldiver e 131 Avenger.
La tattica fu quella che più sembrava adatta, visto che non c'erano caccia nemici di copertura.
The American F6F Hellcat fighters "were supposed to go first, strafing, rocketing, dropping light ordnance, distracting the enemy gunners while the SB2C Helldivers plunged almost straight down with their heavy bombs". This was because the TBM Avenger torpedo bombers "needed all the distraction and diversion they could get when they made their dangerous low altitude runs straight at the enemy ships".[17] The Avengers mainly attacked from the port side so that if the torpedoes hit that side, it would increase the likelihood of the target ship capsizing.[23]
La Yamato era rimasta soltanto con sette cacciatorpediniere di scorta, visto che l'ottavo era indietro e lo Yahagi si era allontanato. I sette Samurai, o sette nani, non poterono assistere la loro regina e tanto meno salvare la 'gloria' con la quale erano stati convinti (molto a malincuore, ma si sa che l'Imperatore era molto rispettato all'epoca...) gli ufficiali giapponesi. La Yamato incassò una decina di bombe e almeno 11 siluri, capovolgendosi ed esplodendo. 4 degli 8 caccia e l'incrociatore finirono allo stesso modo. Il 90% dell'equipaggio della Yamato morì, anche perché quei criminali degli americani non esitarono a mitragliare i naufraghi in mare (ma loro sono quelli 'buoni' eh), molto peggio del 40% di vittime della Musashi, che tra l'altro restò a galla 4 ore e affondò soltanto perché colpita da almeno 19 siluri (il che fa pensare che fosse costruite sensibilmente meglio rispetto alla capoclasse, o no?).
La Yamato, comunque sia, aveva apparentemente i mezzi per difendersi. Come anche le altre navi di scorta era stata super-armata per combattere meglio la sempre più schiacciante minaccia aerea americana. Nata con 24 cannoni da 25 mm in 8 impianti tripli, moltiplicherà per ogni dove le sue armi leggere a.a. La gemella Musashi, prima di essere affondata nell'ottobre precedente, aveva già 115 cannoni. Ma la Yamato, che pure sopravvisse pur avendo soltanto 98 armi di questo tipo, nei mesi successivi arrivò a un valore dell'ordine dei 146 pezzi, con ben 40 sistemi tripli, ergo 5 volte quelli originali e 6 volte se si considerano tutti i tipi di impianti da 25 presenti a bordo! Non solo: nata con 12 cannoni da 155 e 12 da 127 mm a doppio impiego, cambiò metà dei primi con il raddoppio dei secondi, ergo il 7 aprile possedeva solo 6 pezzi da 155 mm, ma ben 24 da 127 mm. E gli stessi cannoni da 460 mm avevano un potente munizionamento a grappolo-incendiario con spoletta a tempo, utile proprio per tirare contro le formazioni aeree nemiche. Benché i direttori di tiro fossero piuttosto scarsi rispetto a quelli alleati, e benché i cannoni di per sé non fossero così eccezionali, non si può negare che si trattasse di un armamento di assoluta eccellenza nel settore antiaerei. Purtroppo, però, i giapponesi non avevano degli efficaci radar di tiro come gli anglo-americani; i cannoni da 155 non erano sufficientemente adatti per il tiro a.a. anche se qualcosa potevano fare (anche in negativo, visto che una delle torri, incendiata, fu forse l'inizio degli eventi che portarono la Yamato a quella spettacolare esplosione...); i pezzi da 127 erano buoni, ma non strabilianti. Ma a tutti loro mancava la spoletta di prossimità. Un'arma su cui poco si è scritto, una meraviglia della tecnologia elettronica (degli anni '40), ma che per gli alleati servì soltanto ad accentuare una superiorità già manifesta, visto che la Battaglia d'Inghilterra, quella di Malta, quella di El Alamein, quella di Stalingrado, quella di Kursk, quella di Midway furono vinte senza di essa. Per cui gli oltre 20 mln di pezzi realizzati in pochi anni, in realtà, si dimostrarono utili soltanto quando vi fu da abbattere le V-1 e i kamikaze, ma oramai, eravamo davvero alla fine dei giochi! Mentre, al contrario, queste spolette miracolose sarebbero state una manna per l'Asse, se soltanto fossero state realizzate. E stupisce che non lo furono, perché i britannici realizzarono i primi esemplari addirittura per i razzi antiaerei d'inizio guerra, mentre i tedeschi, pur sperimentando circa 30 tipi diversi di spolette, non riuscirono a schierarne un modello adatto fino alla fine della guerra!
La presenza di spolette VT sarebbe stata micidiale per le formazioni alleate e forse, nel 1943, avrebbe potuto anche comportare la fine delle incursioni sul territorio tedesco. Ma così non fu. Né è stato per la marina giapponese.
Quanto alle mitragliere da 25 mm, esse erano basate su di un modello francese di discrete capacità, un pò meglio del 20 mm, ma certo non così buono come i tipi di maggio calibro. Eppure rimpiazzarono le vecchie armi Vickers da 40 mm automatiche. Nell'insieme erano affidabili e benché meno potenti balisticamente, sono considerate unanimemente migliori di quelle da 28 mm americane. Ma la loro alimentazione ad astuccio rendeva molto difficile sostenere un elevato ritmo di fuoco e siccome rinculava indietro anche il caricatore, sostituirlo con un nastro o un tamburo era pressoché impossibile.
Il risultato di tutte le debolezze giapponesi e di tutti i vantaggi americani, fu che quel giorno gli USA persero soltanto 10 aerei e 12 uomini, su quasi 400 velivoli coinvolti.
La IOWA avrebbe senz'altro fatto meglio. Molto meglio. Ma nonostante tutta la sua potenza di fuoco, avrebbe potuto sopravvivere? Difficile dirlo. L'unica cosa che appare certa è che avrebbe venduto la pelle ad un prezzo molto superiore. Magari 20-30 aerei, ma comunque più di quel che ottenne la Yamato.
Sarebbe stato possibile armare meglio la Yamato, già allora? Per i giapponesi, in pratica, no, anche se i cannoni da 100 mm a.a. potevano essere utili (ma senza radar efficaci di tiro e senza spolette VT...). Con le tecnologie americane, sarebbe stata molto superiore.
E, visto che siamo in un wargame, con le tecnologie moderne? Magari con quelle della marina giapponese moderna, per esempio? Sempre escludendo i sistemi missilistici, intendo.
Certo che cannoni come i tipi da 127/54 moderni (specie il Compatto) e da 76 mm, nonché CIWS da 20 mm Phalanx, avrebbero potuto fare molti più danni. Teniamo però in mente che a parte il Phalanx, gli altri tipi hanno tutti controllo del tiro remoto, e quindi richiedono tassativamente un radar (parziale eccezione è il vecchio impianto Mk 42). Inoltre sono privi di protezione e il loro peso massiccio non è un ostacolo di poco conto. Un pezzo Mk 42 o Compatto pesa, pur essendo singolo, più di uno binato da 127/40 giapponese. Inoltre richiedono elevatori e altre attrezzature sofisticate sotto il ponte, più naturalmente una FCS.
I Phalanx sono una classe a sé stante, ma il problema è che essi non hanno una grande gittata utile. Buoni per difendersi da missili antinave e magari, anche da kamikaze, ma con una portata pratica di 1,5 km, qualsiasi aereo nemico che arrivi con razzi, bombe, siluri, mitragliere, può iniziare a sparare da una distanza 'sicura' con un minimo di precisione, oppure, correndo qualche rischio, da distanze più ridotte (1000-1500 m) ma ancora buone. Il Phalanx può forse abbatterlo, ma non è facile. Per esempio, un aereo americano con il motore R-2800, come l'Hellcat, ha davanti a sé un bestione a 18 cilindri a doppia stella, con una massa di circa 1.000 kg che occupa una sezione di circa 1,3 mq, ovvero circa 700+ kg a metro quadro. Questa è l'equivalente massa di circa 100 mm di acciaio. Anche se non è acciaio balistico, si tratta di una serie di superfici curve e dure, con parti in movimento come i pistoni. Un proiettile che le passasse, rischierebbe di essere deviato o ghigliottinato dalle parti in movimento o dalle superfici curve. Anche se incendiasse l'aereo, non gli impedirebbe di rilasciare le sue armi e solo alle distanze più ridotte (500-600 metri al massimo) potrebbe distruggere con proiettili perforanti o esplosivi, l'aereo nemico, ma a quel punto sarebbe solo una futile vendetta.
R-2800:
Per ragionamenti sul riarmo della Yamato, vedi questa discussione: www.tapatalk.com/groups/warships1discussionboards/yamato-modernized-vs-ii-ww-aircrafts-t38080.html
Naturalmente queste discussioni presentano soluzioni che sono molto arbitrarie. Potremmo dare alla Yamato l'armamento a.a. della portaerei Kutsentsov (22 canne Gatling da 30 mm, tra le altre cose), oppure trasformarle in un'astronave spaziale con il super-cannone a prua e un reparto di caccia sistemato tutt'attorno ad essa. Ma sono solo congetture, per l'appunto.
Ma è questo il bello di un wargame, no?
La frase forse più azzeccata della discussione di cui sopra è questa:
A far greater number of planes were involved in the attack against the Yamato than the total number of surface to air missiles carried by any modern warship.
The Air attack against the Yamato, if pressed home with determination, would overwhelm any single modern surface warship, including those with Aegis or equivalent.
But any modern air defence destroyer would shoot down far more of her attackers before succumbing than the Yamato did.
Altra informazione molto interessante è l'efficacia delle armi a.a. dotate di spolette VT:
Per the USN post war test quoted on the Post War Gun thread 5" had a maximum effective range of about 5,000yds and 3" of about 4,500yds (NDA: questo per via del fatto che oltre i '10 secondi' di volo la precisione del proiettile diventava molto aleatoria). Replace all the 5" with the IJN Type 98 3" unless you can get the 3"/50RF.
Per Navweaps the USN rated the 3"/50 non RF as about equal to a quad Bofors per barrel. Replace all the Bofors with 3" Type 98 too.
While you're at it swap the 20mm for...you get the picture.
Notevole, no? Il pur tanto vantato Bofors, di fatto, era considerato circa eguale ad un semplice cannone da 76/50 mm, senza, ripeto SENZA le spolette VT. E meno male che i Bofors quadrinati erano le installazioni antiaeree più potenti disponibili. Si pensi che il Bofors, unanimemente considerato il miglior cannone automatico della II GM, era considerato, dai britannici, talmente superiore che un singolo cannone poteva superare uno dei loro amati Vickers quadrinati. Tanto per capire come le cose possano essere manipolate a livello statistico (è un pò difficile pensare che un pezzo da 76 sia superiore a 16 da 40, anche se non dell'ultimo modello!)
Quanto alle spolette VT, ne ho già parlato in altri post ed esse erano davvero armi notevoli. Strano ma vero, un cannone da 76/50 senza VT riusciva, da un punto di vista statistico, a superare alle volte persino i pezzi da 127 con le VT, il che detto così non ha nessun senso, vista la superiorità di dette spolette.
Per chi è interessato alle munizioni VT in un'ambiente moderno, un altro post è illuminante:
1. The USN estimated the automatic 3"/50 would be around as effective as 5"/38 per barrel and each about equivalent to four 40mm barrels, assuming similar fire control for all three (Mk.51, 57 or 63 lightweight systems, latter was the common system on actual 3"/50 and 40mm mounts postwar, angle rate based with ranging radar) against prop speed a/c. The estimate expanded to 10:1 against Baka suicide rocket speed a/c. That assumed no range advantage for the heavier guns, but within the envelope of 40mm*. The basic difference was VT fuze systems firing at a target of effectively 40-50 times larger area because they didn't have to get direct hits. And the smaller shells of the 3"/50, apparently, were estimated to be approximately offset by the greater rate of fire compared 5"/38. From Friedman, "Naval Antiaircraft Guns and Gunnery", p. 273 for the ratio's, and he gives two different examples given of the estimated effective area of target to VT rounds, p. 255 and note 56 to that page.
It's fair to question how these estimates would have panned out in extensive combat test since that never occurred with the automatic 3"/50. Hand loaded 3"/50's happened to have a pretty favorable estimate of rounds per a/c downed even without VT fuzes (which they sometimes did use late in the war). Even live action numbers though were subject to variation between claims and actual enemy losses, not necessarily the same variation for all types of gun/ammo.
2. The Type 96 25mm? It was ubiquitous by late war. And it was certainly not useless. The USN by its estimate lost 1,982 a/c to AA fire in WWII, all but a tiny % to Japanese AA fire and mostly to IJN AA fire. Friedman in the same book as above p. 291 quotes USN 1944 estimate that 20-40mm fire accounted for 2/3's of USN a/c losses to J AA fire, v ~22% to heavy AA and ~11% to small caliber (mg etc), "25mm Hotchkiss being the most effective". The main IJA automatic AA weapon was a 20mm, otherwise almost all guns in this class were 25mm, very few of the old Vickers guns or captured/copied 40mm Bofors. So probably well in excess of 1,000 USN a/c shot down by 25mm, hardly useless. Arguably not as capable in basic gun performance relative to weight and space requirement as 20/40mm combination in the USN, and in particular no gyro based angle rate computing sight/directors as on USN (and to a limited degree RN) light AA guns later in the war**. The Le Prieur type computing sights used with the Type 96 required an estimate of target speed and course as input, somewhat similar systems were used in other navies (France naturally, Italy). Sometimes 25mm just had ring sights, but so did loads of light AA guns in other navies for a lot of the war.
*as discussed here recently, in the same general period of ca. end of WWII USN came to doubt that any conventional velocity unguided projectile gun was highly effective beyond around 5,000 yds because time of flight just too long, 40mm effective range was believed to extend to 4,000 so not a big difference there, but in any case the ratio is quotes as within 40mm range.
**not to mention the angle rate plus radar ranging systems on some 40mm's very late in the war.
''The effectiveness of VT was because of being able to get the shells closer to the target. 40mm guns (& most of the AA guns used by other navies) relied on guessing a) at what altitude the target would be when the shell came within its effective radius, b) how long it would take the shell to get there, & c) aiming the gun so that the shell would actually arrive at the right spot. That's why it took such a high volume of fire to get even minor damage onto the targets, because it was a lot of guesswork & guesstimation. Fire director control towers (especially when using radar) helped to some extent, but it still didn't incorporate any kind of tracking of the shells themselves to bring them more accurately onto the targets. VT was useful because as long as you got the shell within the effective radius, it would go off (thereby taking some of the guesswork out of the equation). Directly hitting the target with every single shell is really, really hard to do.''
''Yes. But any single modern air defence destroyer can begin to engage incoming air raid from from at very least 30-40 miles away, and be able to engage at least 3-4 different targets a minute. Given the target’s slow speed, high altitude, and lack of any countermeasures, any missile that doesn’t malfunction will hit its target. So they can expect to take out at very least 30-40 air targets with missiles during the 10 minutes or so from when the raid enters engagement the destryer’s Engagement envelope to when it is on top of the destroyer.
Most air defence destroyers in service today can probably do much better in both size of engagement envelope and number of targets that can be engaged per minute.''
''Without going through all these 7 pages of replies (so I may repeat), which I can already see SAMs mentioned, As I understand the question you are asking what modern GUN systems to replace hers (which SAMa are not and obvious) as she sat in ’45 for her final voyage. Well the answer would depend both on time frame and nation. If we go with US/NATO then the Mk42 (from ‘50s through ‘90s) would definitely replace the 12x12.7cm. That’s 6 guns per side x 40 r/m so 240 5”/54 per min or 4/second (per side) Most may say the Mk45 is ‘newer’ and therefor better but it’s actually a downgrade of the Mk42 with half the r/f to save a little weight (not a factor here). The 15.5cm are replaced with the Mk16 6”/47 twin DP turrets (used on the Worchesters – though the RN had a similar twin 6” DP turret that could be subbed). The type 96 25mm was (as discussed elsewhere) a completely worthless piece of junk so replacing it with a 1890s hand cranked 37mm Gatling gun wouldn’t be a downgrade, in my opinion, literally ANYTHING else would be an improvement. For early upgrades (50-70s) 8-12 Mk-33 3”/50s would provide increased close-range high-rate defense and were designed specifically to replace the 40mm quad, which was prolific in allied battleships superstructures at the time, so fitting the sponsors around the Yamato structure, stern and bow to replace the 96’s would be minor work. A few 20mm (still in use on smaller ships in the 50-60s) could be placed in upper areas if desired. For later (70-80s) upgrade, perhaps 4 Italian compact 76s (not to be confused with the Americanized Mk75 76mm which was a major downgrade to the original Italian system) mounted in the lower superstructure along with some Breda 40mm twin turrets there and on the bow and stern. Goalkeepers with GAU-8 30mm could be placed elsewhere. The Mk71 8”/55 replaces the 15.5cm fore and aft.
As for Russian/WP upgrade then: Early No Russian equivalent for 15.5cm triples replaced by 152 mm/57 B-38 Pattern 1938 with a 45’ elevation, 12 x 100 mm/70 (3.9") CM-5 replace 12.7cm (though 2 more could replace the 15.5s). 57mm quad mounts – probably 6-8 around the superstructure and 25 mm/79 (1") 2M-3 twin (over-under) mounting (not a great improvement over the type 96 but some) though (60s) these may be replace with AK-230 30mm turrets (4-8) for 60-70s 57 mm/75 (2.24") AK-725 (ZIF-72) twin, 76.2 mm/59 (3") AK-726 Twin or AK-100s replace 12x12.7cm and 4-8 AK-630 30 mm/54 (1.2") AO-18 Gun mounted around the superstructure. Late 80s the 130 mm/70 (5.1") AK-130 replace all 12.7 and 15.5mm mounts (14 total !)
Against 2000 determined air crews from the largest carrier fleet ever assembled in history - none of these could save her from destruction, just cost the US more planes and crews, but she was just plane overwhelmed (pun not intended), she was sunk the moment she left port. More of her escorts may have gotten away though''
Altre informazioni utili sull'efficacia 'nel mondo reale' delle spolette VT vengono da questa discussione:
www.tapatalk.com/groups/warships1discussionboards/how-much-more-effective-were-post-ww2-naval-guns-a-t37968-s40.html
''Those expenditures (190 colpi NdA) would presumably be for the all the actions of May 21 involving Ardent which included not only a number of AA actions but also bombardment of Goose Green airfield. The ship was reported to have fired 150 rounds just against the airfield on May 20 ("Royal Navy in the Falklands War", RNFW). AA actions May 21 included
-drove off two Pucara's with 4.5" and Seacat: this isn't reported from the Argentine side at least not clearly, Benitez and Brest were the first section, Benitez downed by an SAS Stinger
-Fired 4.5" at two Daggers, reported in RNFW as the survivors of 'Nandu' flight after Bean was shot down by a Broadsword Sea Wolf, but not clear. Proximity bursts reported but none of the other Daggers in this series of attacks were lost.
-drove off another pair of Pucara's with 4.5" and one Seacat: the second section, Micheloud and Tomba, did report being near missed by two missiles but not attacking any ship. Diverted to attack a British observation post directing Ardent's fire at the airfield, intercepted by Sea Harriers, Tomba downed but survived, Micheloud evaded.
-A-4B of Carballo popped out of ground cover two miles distant, 4.5" could not be a brought to bear in time, a few rounds of 20mm only, bomb near misses and a/c clipped the Type 992 radar antenna passing overhead.
British and Argentine accounts of the two attacks which sank Ardent are conflicting. per Argentine accounts, Daggers scored the first successful attack and the second A-4Q attack only near misses, per Ardent, in terms of defensive reaction:
-3 CANA A-4Q's bomb Ardent from astern, 4.5" cannot bear, Seacat launcher won't fire (and according to RNFW had only fired 3 Seacats so far that day), 20mm and GPMG fire only, score 3 500# hits including a dud.
-3 CANA A-4Q's bomb again bomb from astern met by only 20mm, mgs, and chaff rockets fired as a distraction, at least two hits. Arca believed his a/c was hit by GPMG fire, besides being hit later by Sea Harrier 30mm, but the a/c reached based (the other two were downed by Sea Harriers)
No Dagger attack in the afternoon is recognized.
Just to given an idea, there were sudden attacks from ground clutter but the lethality of the ship's AA armament was clearly not that high practically speaking against those targets in that situation. Of course as was mentioned in high level statistical form, even effective WWII shipboard AA didn't 'wipe out' attacking a/c in most cases. The Argentine losses were not light by WWII standards overall including by fighter defence though some attacking forces in WWII suffered worse, many suffered less. Kamikaze are probably as hard to compare in some ways to conventional WWII attackers as conventional WWII attackers are to a/c like the A-4 or Dagger (though the Pucara wasn't as different from WWII a/c), because of the lesser element of ruining the attackers aim or forcing unfavorable attack profile (Argentine a/c not giving bombs time to arm). Though AA fire which failed to destroy Kamikaze surely still had some effect on their accuracy compared to nothing. A missile would be totally indifferent to hard kill misses, though subject to electronic countermeasures that a piloted a/c would not be.
Joe''
Ok, ok, abbiamo capito un pò di cose di come funzionano le battaglie aeronavali e le loro mille variabili (ed opinioni) annesse. Ma questo che c'entra con il De la Penne?
C'entra, c'entra. Eccome se c'entra.
Ma ne riparliamo un'altra volta.
19-11-18
Come penso molti di voi sapranno, chiunque voi siate intendo, la più grande e (forse) potente corazzata mai realizzata era la Yamato e -forse ancora migliore-, la sua gemella Musashi. Questo record è stato eroso parzialmente dalle IOWA, che sono leggermente più lunghe (parlo al presente, del resto esistono ancora), e in termini di potenziale di fuoco, probabilmente superiori grazie al miglior set dei radar e calcolatori di tiro, per non parlare di quel che è successo negli anni '80, quando sono state aggiornate in maniera molto più consistente, addirittura con missili nucleari BGM-109 Tomawhak. Ma già negli anni '50 ebbero i proiettili nucleari KATIE che ovviamente, avrebbero dato un vantaggio non da poco in una competizione con la 'povera' Yamato. Anche così, per calibro e potenza dei cannoni, peso delle munizioni, spessore della corazza, e ovviamente, dislocamento, la possente Yamato è ancora la più citata delle navi da battaglia 'super', grazie anche alla sua notevole eleganza e magnificenza delle forme (ma perché, invece, le pur fantastiche Iowa non sono altrettanto elogiate? Boh).
Ma nella II GM, gli aeroplani, per citare Badoglio, nient'altro che 'cannoni allungati', risultarono letali per le grandi navi da battaglia. Roma, Tirpiz e Yamato furono gli epigoni delle rispettive marine dell'Asse, e tutte affondarono (con tanto di esplosione) per colpa di attacchi aerei. Fatti con bombe teleguidate, con super-bombe perforanti o con un mix di armi 'tradizionali' ma distribuite a pioggia, poco conta. Alla fine si sono ritrovate a picco.
E pensare che ancora nel secondo dopoguerra, i nostri ammiragli volevano rimettere in servizio le Littorio, perché, c'era chi scriveva, la qualità di una nave da guerra è quella di galleggiare (come diceva Tirpiz...). Ma come, vi hanno affondato l'ammiraglia con un paio di bombe telecomandate e ancora non avete imparato che la corazza non è più nient'altro che un peso morto per la protezione di una nave? Evidentemente certe abitudini mentali erano dure a morire, persino l'USN e la RN misero quasi tutte le loro navi da battaglia in riserva, figurarsi gli 'sconfitti'.
Ma almeno all'inizio della guerra, navi simili, con la copertura aerea, potevano ancora permettersi di fare molto male a chi le avesse affrontate. E le Yamato avevano un senso in una flotta equilibrata. Quel che non era certo, però, durante la primavera del 1945. La Yamato non combatté a Midway; l'avesse fatto, spariti come erano gli aerosiluranti americani, avrebbe corso pochi rischi (dai bombardieri in picchiata) e forse avrebbe vinto, chissà. Ma quando fu mandata assieme ad una piccola scorta, con 2.500 tonnellate di carburante (in teoria dovevano essere soltanto quelle sufficienti per l'andata, ma in realtà vennero tacitamente cedute tonnellate extra, nell'ipotetico caso che la corazzata potesse anche 'tornare' da quell'assurda missione) a rinforzare le difese di Okinawa, questa non era nient'altro che un tipo particolare di missione kamikaze. Né più e né meno.
L'Operazione Ten-Go è stata pertanto solo una colossale perdita di uomini giovani e coraggiosi, che si trovarono circondati e massacrati dagli aerei americani ben prima di arrivare alle coste di Okinawa. Era il 7 aprile 1945 e la battaglia iniziò poco dopo mezzogiorno, chiudendosi circa due ore più tardi.
Curiosamente, 'ten-go' in inglese significa 'dieci vanno'. Sarà un caso (come il nome Ken, Kenneth in inglese, Kenshiro in giapponese), ma in effetti dieci navi salparono per quest'operazione: la Yamato, l'incrociatore leggero Yahagi e 8 cacciatorpediniere.
La mattina dopo, mentre un caccia era rimasto indietro per noie meccaniche, la flotta avvistò un'enorme massa di aerei americani levatisi in volo. Lo Yahagi a quel punto si distanziò dalla flotta principale e si offrì per fare da 'parafulmine', correndo a 35 nodi e allontanandosi dalla flotta giapponese. Pochi aerei lo inseguirono, ma le sue modeste difese (gli incrociatori leggeri non sono mai stati il punto di forza dei giapponesi...), non gli permisero di sopravvivere nemmeno in questo caso. Fu il primo ad affondare, colpito da ogni sorta di arma, e in particolare, da ben 7 siluri e 12 bombe.
La forza d'attacco era costituita da ben 386 aerei, di cui 180 caccia Hellcat e Corsair, 75 Helldiver e 131 Avenger.
La tattica fu quella che più sembrava adatta, visto che non c'erano caccia nemici di copertura.
The American F6F Hellcat fighters "were supposed to go first, strafing, rocketing, dropping light ordnance, distracting the enemy gunners while the SB2C Helldivers plunged almost straight down with their heavy bombs". This was because the TBM Avenger torpedo bombers "needed all the distraction and diversion they could get when they made their dangerous low altitude runs straight at the enemy ships".[17] The Avengers mainly attacked from the port side so that if the torpedoes hit that side, it would increase the likelihood of the target ship capsizing.[23]
La Yamato era rimasta soltanto con sette cacciatorpediniere di scorta, visto che l'ottavo era indietro e lo Yahagi si era allontanato. I sette Samurai, o sette nani, non poterono assistere la loro regina e tanto meno salvare la 'gloria' con la quale erano stati convinti (molto a malincuore, ma si sa che l'Imperatore era molto rispettato all'epoca...) gli ufficiali giapponesi. La Yamato incassò una decina di bombe e almeno 11 siluri, capovolgendosi ed esplodendo. 4 degli 8 caccia e l'incrociatore finirono allo stesso modo. Il 90% dell'equipaggio della Yamato morì, anche perché quei criminali degli americani non esitarono a mitragliare i naufraghi in mare (ma loro sono quelli 'buoni' eh), molto peggio del 40% di vittime della Musashi, che tra l'altro restò a galla 4 ore e affondò soltanto perché colpita da almeno 19 siluri (il che fa pensare che fosse costruite sensibilmente meglio rispetto alla capoclasse, o no?).
La Yamato, comunque sia, aveva apparentemente i mezzi per difendersi. Come anche le altre navi di scorta era stata super-armata per combattere meglio la sempre più schiacciante minaccia aerea americana. Nata con 24 cannoni da 25 mm in 8 impianti tripli, moltiplicherà per ogni dove le sue armi leggere a.a. La gemella Musashi, prima di essere affondata nell'ottobre precedente, aveva già 115 cannoni. Ma la Yamato, che pure sopravvisse pur avendo soltanto 98 armi di questo tipo, nei mesi successivi arrivò a un valore dell'ordine dei 146 pezzi, con ben 40 sistemi tripli, ergo 5 volte quelli originali e 6 volte se si considerano tutti i tipi di impianti da 25 presenti a bordo! Non solo: nata con 12 cannoni da 155 e 12 da 127 mm a doppio impiego, cambiò metà dei primi con il raddoppio dei secondi, ergo il 7 aprile possedeva solo 6 pezzi da 155 mm, ma ben 24 da 127 mm. E gli stessi cannoni da 460 mm avevano un potente munizionamento a grappolo-incendiario con spoletta a tempo, utile proprio per tirare contro le formazioni aeree nemiche. Benché i direttori di tiro fossero piuttosto scarsi rispetto a quelli alleati, e benché i cannoni di per sé non fossero così eccezionali, non si può negare che si trattasse di un armamento di assoluta eccellenza nel settore antiaerei. Purtroppo, però, i giapponesi non avevano degli efficaci radar di tiro come gli anglo-americani; i cannoni da 155 non erano sufficientemente adatti per il tiro a.a. anche se qualcosa potevano fare (anche in negativo, visto che una delle torri, incendiata, fu forse l'inizio degli eventi che portarono la Yamato a quella spettacolare esplosione...); i pezzi da 127 erano buoni, ma non strabilianti. Ma a tutti loro mancava la spoletta di prossimità. Un'arma su cui poco si è scritto, una meraviglia della tecnologia elettronica (degli anni '40), ma che per gli alleati servì soltanto ad accentuare una superiorità già manifesta, visto che la Battaglia d'Inghilterra, quella di Malta, quella di El Alamein, quella di Stalingrado, quella di Kursk, quella di Midway furono vinte senza di essa. Per cui gli oltre 20 mln di pezzi realizzati in pochi anni, in realtà, si dimostrarono utili soltanto quando vi fu da abbattere le V-1 e i kamikaze, ma oramai, eravamo davvero alla fine dei giochi! Mentre, al contrario, queste spolette miracolose sarebbero state una manna per l'Asse, se soltanto fossero state realizzate. E stupisce che non lo furono, perché i britannici realizzarono i primi esemplari addirittura per i razzi antiaerei d'inizio guerra, mentre i tedeschi, pur sperimentando circa 30 tipi diversi di spolette, non riuscirono a schierarne un modello adatto fino alla fine della guerra!
La presenza di spolette VT sarebbe stata micidiale per le formazioni alleate e forse, nel 1943, avrebbe potuto anche comportare la fine delle incursioni sul territorio tedesco. Ma così non fu. Né è stato per la marina giapponese.
Quanto alle mitragliere da 25 mm, esse erano basate su di un modello francese di discrete capacità, un pò meglio del 20 mm, ma certo non così buono come i tipi di maggio calibro. Eppure rimpiazzarono le vecchie armi Vickers da 40 mm automatiche. Nell'insieme erano affidabili e benché meno potenti balisticamente, sono considerate unanimemente migliori di quelle da 28 mm americane. Ma la loro alimentazione ad astuccio rendeva molto difficile sostenere un elevato ritmo di fuoco e siccome rinculava indietro anche il caricatore, sostituirlo con un nastro o un tamburo era pressoché impossibile.
Il risultato di tutte le debolezze giapponesi e di tutti i vantaggi americani, fu che quel giorno gli USA persero soltanto 10 aerei e 12 uomini, su quasi 400 velivoli coinvolti.
La IOWA avrebbe senz'altro fatto meglio. Molto meglio. Ma nonostante tutta la sua potenza di fuoco, avrebbe potuto sopravvivere? Difficile dirlo. L'unica cosa che appare certa è che avrebbe venduto la pelle ad un prezzo molto superiore. Magari 20-30 aerei, ma comunque più di quel che ottenne la Yamato.
Sarebbe stato possibile armare meglio la Yamato, già allora? Per i giapponesi, in pratica, no, anche se i cannoni da 100 mm a.a. potevano essere utili (ma senza radar efficaci di tiro e senza spolette VT...). Con le tecnologie americane, sarebbe stata molto superiore.
E, visto che siamo in un wargame, con le tecnologie moderne? Magari con quelle della marina giapponese moderna, per esempio? Sempre escludendo i sistemi missilistici, intendo.
Certo che cannoni come i tipi da 127/54 moderni (specie il Compatto) e da 76 mm, nonché CIWS da 20 mm Phalanx, avrebbero potuto fare molti più danni. Teniamo però in mente che a parte il Phalanx, gli altri tipi hanno tutti controllo del tiro remoto, e quindi richiedono tassativamente un radar (parziale eccezione è il vecchio impianto Mk 42). Inoltre sono privi di protezione e il loro peso massiccio non è un ostacolo di poco conto. Un pezzo Mk 42 o Compatto pesa, pur essendo singolo, più di uno binato da 127/40 giapponese. Inoltre richiedono elevatori e altre attrezzature sofisticate sotto il ponte, più naturalmente una FCS.
I Phalanx sono una classe a sé stante, ma il problema è che essi non hanno una grande gittata utile. Buoni per difendersi da missili antinave e magari, anche da kamikaze, ma con una portata pratica di 1,5 km, qualsiasi aereo nemico che arrivi con razzi, bombe, siluri, mitragliere, può iniziare a sparare da una distanza 'sicura' con un minimo di precisione, oppure, correndo qualche rischio, da distanze più ridotte (1000-1500 m) ma ancora buone. Il Phalanx può forse abbatterlo, ma non è facile. Per esempio, un aereo americano con il motore R-2800, come l'Hellcat, ha davanti a sé un bestione a 18 cilindri a doppia stella, con una massa di circa 1.000 kg che occupa una sezione di circa 1,3 mq, ovvero circa 700+ kg a metro quadro. Questa è l'equivalente massa di circa 100 mm di acciaio. Anche se non è acciaio balistico, si tratta di una serie di superfici curve e dure, con parti in movimento come i pistoni. Un proiettile che le passasse, rischierebbe di essere deviato o ghigliottinato dalle parti in movimento o dalle superfici curve. Anche se incendiasse l'aereo, non gli impedirebbe di rilasciare le sue armi e solo alle distanze più ridotte (500-600 metri al massimo) potrebbe distruggere con proiettili perforanti o esplosivi, l'aereo nemico, ma a quel punto sarebbe solo una futile vendetta.
R-2800:
- Type: 18-cylinder air-cooled twin-row radial engine with water injection
- Bore: 5.75 in (146.05 mm)
- Stroke: 6 in (152.4 mm)
- Displacement: 2,804.5 in³ (45.96 L)
- Length: 81.4 in (2,068 mm)
- Diameter: 52.8 in (1,342 mm)
- Dry weight: 2,360 lb (1,073 kg)
Per ragionamenti sul riarmo della Yamato, vedi questa discussione: www.tapatalk.com/groups/warships1discussionboards/yamato-modernized-vs-ii-ww-aircrafts-t38080.html
Naturalmente queste discussioni presentano soluzioni che sono molto arbitrarie. Potremmo dare alla Yamato l'armamento a.a. della portaerei Kutsentsov (22 canne Gatling da 30 mm, tra le altre cose), oppure trasformarle in un'astronave spaziale con il super-cannone a prua e un reparto di caccia sistemato tutt'attorno ad essa. Ma sono solo congetture, per l'appunto.
Ma è questo il bello di un wargame, no?
La frase forse più azzeccata della discussione di cui sopra è questa:
A far greater number of planes were involved in the attack against the Yamato than the total number of surface to air missiles carried by any modern warship.
The Air attack against the Yamato, if pressed home with determination, would overwhelm any single modern surface warship, including those with Aegis or equivalent.
But any modern air defence destroyer would shoot down far more of her attackers before succumbing than the Yamato did.
Altra informazione molto interessante è l'efficacia delle armi a.a. dotate di spolette VT:
Per the USN post war test quoted on the Post War Gun thread 5" had a maximum effective range of about 5,000yds and 3" of about 4,500yds (NDA: questo per via del fatto che oltre i '10 secondi' di volo la precisione del proiettile diventava molto aleatoria). Replace all the 5" with the IJN Type 98 3" unless you can get the 3"/50RF.
Per Navweaps the USN rated the 3"/50 non RF as about equal to a quad Bofors per barrel. Replace all the Bofors with 3" Type 98 too.
While you're at it swap the 20mm for...you get the picture.
Notevole, no? Il pur tanto vantato Bofors, di fatto, era considerato circa eguale ad un semplice cannone da 76/50 mm, senza, ripeto SENZA le spolette VT. E meno male che i Bofors quadrinati erano le installazioni antiaeree più potenti disponibili. Si pensi che il Bofors, unanimemente considerato il miglior cannone automatico della II GM, era considerato, dai britannici, talmente superiore che un singolo cannone poteva superare uno dei loro amati Vickers quadrinati. Tanto per capire come le cose possano essere manipolate a livello statistico (è un pò difficile pensare che un pezzo da 76 sia superiore a 16 da 40, anche se non dell'ultimo modello!)
Quanto alle spolette VT, ne ho già parlato in altri post ed esse erano davvero armi notevoli. Strano ma vero, un cannone da 76/50 senza VT riusciva, da un punto di vista statistico, a superare alle volte persino i pezzi da 127 con le VT, il che detto così non ha nessun senso, vista la superiorità di dette spolette.
Per chi è interessato alle munizioni VT in un'ambiente moderno, un altro post è illuminante:
1. The USN estimated the automatic 3"/50 would be around as effective as 5"/38 per barrel and each about equivalent to four 40mm barrels, assuming similar fire control for all three (Mk.51, 57 or 63 lightweight systems, latter was the common system on actual 3"/50 and 40mm mounts postwar, angle rate based with ranging radar) against prop speed a/c. The estimate expanded to 10:1 against Baka suicide rocket speed a/c. That assumed no range advantage for the heavier guns, but within the envelope of 40mm*. The basic difference was VT fuze systems firing at a target of effectively 40-50 times larger area because they didn't have to get direct hits. And the smaller shells of the 3"/50, apparently, were estimated to be approximately offset by the greater rate of fire compared 5"/38. From Friedman, "Naval Antiaircraft Guns and Gunnery", p. 273 for the ratio's, and he gives two different examples given of the estimated effective area of target to VT rounds, p. 255 and note 56 to that page.
It's fair to question how these estimates would have panned out in extensive combat test since that never occurred with the automatic 3"/50. Hand loaded 3"/50's happened to have a pretty favorable estimate of rounds per a/c downed even without VT fuzes (which they sometimes did use late in the war). Even live action numbers though were subject to variation between claims and actual enemy losses, not necessarily the same variation for all types of gun/ammo.
2. The Type 96 25mm? It was ubiquitous by late war. And it was certainly not useless. The USN by its estimate lost 1,982 a/c to AA fire in WWII, all but a tiny % to Japanese AA fire and mostly to IJN AA fire. Friedman in the same book as above p. 291 quotes USN 1944 estimate that 20-40mm fire accounted for 2/3's of USN a/c losses to J AA fire, v ~22% to heavy AA and ~11% to small caliber (mg etc), "25mm Hotchkiss being the most effective". The main IJA automatic AA weapon was a 20mm, otherwise almost all guns in this class were 25mm, very few of the old Vickers guns or captured/copied 40mm Bofors. So probably well in excess of 1,000 USN a/c shot down by 25mm, hardly useless. Arguably not as capable in basic gun performance relative to weight and space requirement as 20/40mm combination in the USN, and in particular no gyro based angle rate computing sight/directors as on USN (and to a limited degree RN) light AA guns later in the war**. The Le Prieur type computing sights used with the Type 96 required an estimate of target speed and course as input, somewhat similar systems were used in other navies (France naturally, Italy). Sometimes 25mm just had ring sights, but so did loads of light AA guns in other navies for a lot of the war.
*as discussed here recently, in the same general period of ca. end of WWII USN came to doubt that any conventional velocity unguided projectile gun was highly effective beyond around 5,000 yds because time of flight just too long, 40mm effective range was believed to extend to 4,000 so not a big difference there, but in any case the ratio is quotes as within 40mm range.
**not to mention the angle rate plus radar ranging systems on some 40mm's very late in the war.
''The effectiveness of VT was because of being able to get the shells closer to the target. 40mm guns (& most of the AA guns used by other navies) relied on guessing a) at what altitude the target would be when the shell came within its effective radius, b) how long it would take the shell to get there, & c) aiming the gun so that the shell would actually arrive at the right spot. That's why it took such a high volume of fire to get even minor damage onto the targets, because it was a lot of guesswork & guesstimation. Fire director control towers (especially when using radar) helped to some extent, but it still didn't incorporate any kind of tracking of the shells themselves to bring them more accurately onto the targets. VT was useful because as long as you got the shell within the effective radius, it would go off (thereby taking some of the guesswork out of the equation). Directly hitting the target with every single shell is really, really hard to do.''
''Yes. But any single modern air defence destroyer can begin to engage incoming air raid from from at very least 30-40 miles away, and be able to engage at least 3-4 different targets a minute. Given the target’s slow speed, high altitude, and lack of any countermeasures, any missile that doesn’t malfunction will hit its target. So they can expect to take out at very least 30-40 air targets with missiles during the 10 minutes or so from when the raid enters engagement the destryer’s Engagement envelope to when it is on top of the destroyer.
Most air defence destroyers in service today can probably do much better in both size of engagement envelope and number of targets that can be engaged per minute.''
''Without going through all these 7 pages of replies (so I may repeat), which I can already see SAMs mentioned, As I understand the question you are asking what modern GUN systems to replace hers (which SAMa are not and obvious) as she sat in ’45 for her final voyage. Well the answer would depend both on time frame and nation. If we go with US/NATO then the Mk42 (from ‘50s through ‘90s) would definitely replace the 12x12.7cm. That’s 6 guns per side x 40 r/m so 240 5”/54 per min or 4/second (per side) Most may say the Mk45 is ‘newer’ and therefor better but it’s actually a downgrade of the Mk42 with half the r/f to save a little weight (not a factor here). The 15.5cm are replaced with the Mk16 6”/47 twin DP turrets (used on the Worchesters – though the RN had a similar twin 6” DP turret that could be subbed). The type 96 25mm was (as discussed elsewhere) a completely worthless piece of junk so replacing it with a 1890s hand cranked 37mm Gatling gun wouldn’t be a downgrade, in my opinion, literally ANYTHING else would be an improvement. For early upgrades (50-70s) 8-12 Mk-33 3”/50s would provide increased close-range high-rate defense and were designed specifically to replace the 40mm quad, which was prolific in allied battleships superstructures at the time, so fitting the sponsors around the Yamato structure, stern and bow to replace the 96’s would be minor work. A few 20mm (still in use on smaller ships in the 50-60s) could be placed in upper areas if desired. For later (70-80s) upgrade, perhaps 4 Italian compact 76s (not to be confused with the Americanized Mk75 76mm which was a major downgrade to the original Italian system) mounted in the lower superstructure along with some Breda 40mm twin turrets there and on the bow and stern. Goalkeepers with GAU-8 30mm could be placed elsewhere. The Mk71 8”/55 replaces the 15.5cm fore and aft.
As for Russian/WP upgrade then: Early No Russian equivalent for 15.5cm triples replaced by 152 mm/57 B-38 Pattern 1938 with a 45’ elevation, 12 x 100 mm/70 (3.9") CM-5 replace 12.7cm (though 2 more could replace the 15.5s). 57mm quad mounts – probably 6-8 around the superstructure and 25 mm/79 (1") 2M-3 twin (over-under) mounting (not a great improvement over the type 96 but some) though (60s) these may be replace with AK-230 30mm turrets (4-8) for 60-70s 57 mm/75 (2.24") AK-725 (ZIF-72) twin, 76.2 mm/59 (3") AK-726 Twin or AK-100s replace 12x12.7cm and 4-8 AK-630 30 mm/54 (1.2") AO-18 Gun mounted around the superstructure. Late 80s the 130 mm/70 (5.1") AK-130 replace all 12.7 and 15.5mm mounts (14 total !)
Against 2000 determined air crews from the largest carrier fleet ever assembled in history - none of these could save her from destruction, just cost the US more planes and crews, but she was just plane overwhelmed (pun not intended), she was sunk the moment she left port. More of her escorts may have gotten away though''
Altre informazioni utili sull'efficacia 'nel mondo reale' delle spolette VT vengono da questa discussione:
www.tapatalk.com/groups/warships1discussionboards/how-much-more-effective-were-post-ww2-naval-guns-a-t37968-s40.html
''Those expenditures (190 colpi NdA) would presumably be for the all the actions of May 21 involving Ardent which included not only a number of AA actions but also bombardment of Goose Green airfield. The ship was reported to have fired 150 rounds just against the airfield on May 20 ("Royal Navy in the Falklands War", RNFW). AA actions May 21 included
-drove off two Pucara's with 4.5" and Seacat: this isn't reported from the Argentine side at least not clearly, Benitez and Brest were the first section, Benitez downed by an SAS Stinger
-Fired 4.5" at two Daggers, reported in RNFW as the survivors of 'Nandu' flight after Bean was shot down by a Broadsword Sea Wolf, but not clear. Proximity bursts reported but none of the other Daggers in this series of attacks were lost.
-drove off another pair of Pucara's with 4.5" and one Seacat: the second section, Micheloud and Tomba, did report being near missed by two missiles but not attacking any ship. Diverted to attack a British observation post directing Ardent's fire at the airfield, intercepted by Sea Harriers, Tomba downed but survived, Micheloud evaded.
-A-4B of Carballo popped out of ground cover two miles distant, 4.5" could not be a brought to bear in time, a few rounds of 20mm only, bomb near misses and a/c clipped the Type 992 radar antenna passing overhead.
British and Argentine accounts of the two attacks which sank Ardent are conflicting. per Argentine accounts, Daggers scored the first successful attack and the second A-4Q attack only near misses, per Ardent, in terms of defensive reaction:
-3 CANA A-4Q's bomb Ardent from astern, 4.5" cannot bear, Seacat launcher won't fire (and according to RNFW had only fired 3 Seacats so far that day), 20mm and GPMG fire only, score 3 500# hits including a dud.
-3 CANA A-4Q's bomb again bomb from astern met by only 20mm, mgs, and chaff rockets fired as a distraction, at least two hits. Arca believed his a/c was hit by GPMG fire, besides being hit later by Sea Harrier 30mm, but the a/c reached based (the other two were downed by Sea Harriers)
No Dagger attack in the afternoon is recognized.
Just to given an idea, there were sudden attacks from ground clutter but the lethality of the ship's AA armament was clearly not that high practically speaking against those targets in that situation. Of course as was mentioned in high level statistical form, even effective WWII shipboard AA didn't 'wipe out' attacking a/c in most cases. The Argentine losses were not light by WWII standards overall including by fighter defence though some attacking forces in WWII suffered worse, many suffered less. Kamikaze are probably as hard to compare in some ways to conventional WWII attackers as conventional WWII attackers are to a/c like the A-4 or Dagger (though the Pucara wasn't as different from WWII a/c), because of the lesser element of ruining the attackers aim or forcing unfavorable attack profile (Argentine a/c not giving bombs time to arm). Though AA fire which failed to destroy Kamikaze surely still had some effect on their accuracy compared to nothing. A missile would be totally indifferent to hard kill misses, though subject to electronic countermeasures that a piloted a/c would not be.
Joe''
Ok, ok, abbiamo capito un pò di cose di come funzionano le battaglie aeronavali e le loro mille variabili (ed opinioni) annesse. Ma questo che c'entra con il De la Penne?
C'entra, c'entra. Eccome se c'entra.
Ma ne riparliamo un'altra volta.
De la Penne contro tutti - Operazione Ten Go rivisitata
23-11----13-12-18
E così abbiamo visto l'ultima battaglia della Yamato 'rivisitata', spiegata nel post di qualche giorno fa. E con queste informazioni in mente, abbiamo provato a cambiare l'esito con il miglioramento delle armi della nave. Già, chissà come sarebbe andata con la contraerea della IOWA oppure con i cannoni da 25 mm moderni, non necessariamente CIWS, anche semplici sistemi d'arma leggeri da 25 mm come ce ne sono tanti, ad azionamento ottico. Però alimentazione a nastro e cadenza di 500 RPM se non oltre, allora sì che ci sarebbe stato da divertirsi. Ma l'esito finale? Sarebbe stato simile, temo, solo con 3-4 volte il numero di aerei americani abbattuti, peraltro storicamente solo 10 su 386 ergo poco più del 2,5% del totale. Pensate un pò: di fronte ad una tale vittoria, oltre il 97% dei partecipanti della parte vincente, tornarono effettivamente vittoriosi.
Poi abbiamo studiato non tanto il riarmo della Yamato, ma la sua sostituzione con il nostro gagliardissimo De la Penne. Si potrebbe usare una nave giapponese equivalente al posto suo? Sicuro, per esempio un caccia classe Kongo. Uno dei quali, tra l'altro, abbatté accidentalmente, proprio con un cannone Phalanx, un A-6 americano durante un'esercitazione anni fa. Ma pur essendo delle potenti navi AEGIS (di fatto sono delle versioni locali dei 'Burke'), queste unità non le conosco particolarmente bene, anche se si distinguono facilmente dalle cuggine americane avendo sia un albero principale a traliccio (assai più sgraziato) che il cannone OTO da 127 a prua. Però come difesa ravvicinata mi paiono relativamente deboli, mentre è proprio quest'ultima caratteristica che mi interessa. E quindi andiamo con il nostro De la Penne, che non è una nave AEGIS, ma come difesa ravvicinata è a prova di macchie, anche quelle più difficili. Proprio quello che fa al caso nostro, visto che parliamo della II GM dove gli aerei arrivavano come le cavallette!
Notare bene che questa vicenda è parzialmente riattata rispetto al contesto storico. Sarebbe assurdo che si rimpiazzasse una nave di quell'epoca con una moderna, A MENO CHE, ovviamente, non si omettessero i sistemi missilististici superficie-aria, specialmente quelli a medio-lungo raggio.
Questi, e non certo delle artiglierie che, sebbene precise e letali più di qualsiasi altra dell'epoca (II GM), sono pur sempre quello che era già abbastanza noto all'epoca, ovvero cannoni antiaerei a tiro rapido. Voglio dire: i piloti dell'epoca potevano temere i cannoni Super Rapido, certo; ma potevano benissimo apprezzare che mentre un incrociatore portava 12 cannoni antiaerei, qui ne abbiamo soltanto 4. Notare che un caccia GEARING, per esempio, aveva ben 6 cannoni da 127 mm con spolette VT e guida radar, mentre per la difesa ravvicinata schierava ben 4 impianti quadrupli da 40 mm, sebbene privi di spolette di prossimità (all'epoca impossibili da implementare su proiettili così piccoli, a meno di non togliere praticamente tutto l'esplosivo che in teoria avrebbero dovuto portare all'esplosione...). Erano le migliori armi a.a. esistenti all'epoca a livello mondiale. A distanze limitate (entro i 2.000-3.000 m) questo dava un volume di fuoco impressionante, certamente maggiore di uno o due Phalanx e un cannone Mk 45. Oltretutto potevano sparare a più bersagli in simultanea di quanto possano fare le navi moderne. Proprio così, un Gearing poteva tirare almeno 80 RPM con i 127 mm, più fino a circa 1500 con i cannoni da 40 mm. Se avessimo l'equivalente moderno, dovremmo vedere sparare 2 Compatto e circa 3 Dardo. Ma con la possibilità nominale di ingaggiare fino ad una mezza dozzina di target contemporaneamente, anche se in maniera ovviamente meno efficace.
Ma le navi moderne possono schierare armi di grande gittata, tale da rendere impossibile avvicinarsi senza pagare un caro prezzo. Ma quanto 'caro'?
Un sistema Standard SM-1, per esempio, ha una funzionalità tattica limitata. C'é un radar 2D a lungo raggio, che può essere di vari modelli americani o nazionali, come nel caso del De la Penne; poi c'é il radar 3D che in genere è l'SPS-52, che assegna ai singoli radar di tiro i dati su cui puntare; e poi c'é il sistema di controllo del tiro, che ha generalmente due radar SPG-55 con le loro grandi antenne paraboliche, il tutto associato ad un lanciatore Mk 13 singolo, capace di tirare fino ad un massimo teorico di 6 colpi al minuto. Dico massimo teorico perché effettivamente, un singolo missile deve essere comunque capace di acquisire il target e per farlo deve vederlo tramite il riflesso dato dalle onde radar. Un singolo sistema SM-1 può conseguentemente controllare soltanto 2 bersagli per volta. Peraltro, se questi volano vicini vicini, può anche ingaggiarne di più. I missili, invece, sono autonomi e possono essere lanciati in quantità industriale se è possibile e comodo farlo, sempre contro lo stesso bersaglio. In sostanza, i sistemi radar illuminano i bersagli, e i missili li vanno a prendere.
Se fossero sistemi missilistici con armi tipo SM-2, invece, sarebbe possibile pre-programmare i missili aumentando la gittata e la possibilità, con illuminazione alternata nel tempo, di ingaggiare anche 3-4 bersagli per ciascun radar. Ma questa possibilità è maggiormente favorita, se è disponibile un sistema AEGIS, che permette sia la programmazione al lancio, che quella d'aggiornamento durante il volo.
Il De la Penne non ha né AEGIS né SM-2, per cui si deve arrangiare con le procedure standard. Questo significa lanciare un missile ogni 10-12 secondi, ma a quel punto è difficile poter cambiare il target una volta in volo, cosa che invece fa l'SM-2/AEGIS. Tanto meno è facile fare un profilo di volo energicamente efficiente come nell'SM-2, che riesce a trovare una maggiore gittata grazie alla maggiore 'intelligenza' rispetto al progenitore. La gittata è di circa 45 km; una volta si pensava che questa fosse la gittata della prima versione, e si sapeva che la gittata massima del RIM-66B fosse stata aumentata del 45%; ma adesso pare che in realtà la gittata originale fosse di soli 32 km, del resto il motore era lo stesso degli ultimi tipi di Tartar (e anzi: i primi Tartar arrivavano a soli 13 km).
Come faranno dunque gli americani ad affrontare questa nuova nave, che supponiamo navighi da sola (volendo, si potrebbe anche farla navigare con la scorta giapponese originale, ergo 8 caccia e 1 incrociatore leggero, ma francamente non so quanto sarebbe utile e sopratutto, quanto sarebbe prevedibile l'esito), come primo e più semplice esercizio.
Il trucco è duplice:
1- anzitutto arrivare lì ASAP, ergo IL PRIMA POSSIBILE. Questo significa che il De la Penne avrà pure un deposito con 40 missili SM-1, ma non bisogna dargli il tempo di svuotarlo! A 6 RPM questo avviene in 6,6 minuti. Questo significa che aprire il fuoco o meno a distanza di oltre 40 km è fondamentale. Se, per esempio, la nave aprisse il fuoco a 67 km di raggio, avremmo un tempo sufficiente per il tiro di tutti i missili (almeno in teoria) disponibili. Persino i più veloci caccia americani ci metterebbero circa 6 minuti per avvicinarsi, e i bombardieri anche 10.
MA se il raggio è di 45 km, il che significa a quote medie, probabilmente non più di 40 km, allora la situazione è diversa. In ogni caso, è verosimile che il De la Penne non sparerebbe fino a circa 40 km di distanza. Perché? Perché oltre quella distanza sarebbe ben difficile che gli americani potrebbero avvistare la nave otticamente, mentre i pochi radar aeroportati potrebbero essere ingannati dal sistema ECM della nave o semplicemente non riuscire a vederla. E poi entro i 40 km la gittata è abbastanza ridotta da poter lanciare i missili con le migliori probabilità di colpire il target. Quindi vada per il dato a 40 km.
2- gli aerei devono volare a media quota perché così facendo, possono restare fuori dal tiro dei micidiali Aspide a corto raggio, ma sopratutto di limitata gittata. E' ben vero che così ci si espone al tiro degli SM-1, ma la distanza ravvicinata per l'attacco finale sarà più facilmente percorribile in picchiata a 700 km/h, piuttosto che volare radenti. Sopratutto, sfruttare il limite di circa 45° dei radar di scoperta aerea della nave, cosa impossibile volando bassi, ma possibilissima volando 'medi'. Meglio che mai, dunque, se si considera che volando a media quota, si potrà arrivare dentro il 'cono di silenzio' già a distanze (orizzontali) analoghe alla quota. Ergo, 6.000 metri di quota = 6.000 metri di distanza orizzontale. Il che significa una diagonale di ben 8,4 km!!! Questo porta gli aerei a 'sparire' prima ancora che arrivino a gittata utile dei cannoni OTO, e questo volando al limite della quota operativa dell'Aspide (5-6.000 metri). Certamente i radar di tiro possono trovare target anche a quote maggiori e seguire quelli agganciati prima che i target finiscano nel 'cono'. Però saranno solo tanti target quanti sono i radar ('na cifra! NdA). Per gli altri ci vorrà da cercarli individualmente, e non è così facile.
Se si riesce a fare questo, è fatta. O meglio: è una cosa che diventa possibile fare.
Quando i velivoli americani scendono, quindi, devono ondeggiare verticalmente, variando il valore dell'angolo di picchiata, diciamo tra 45 e 60° o giù di lì. Un paio di 'serpeggiamenti' (o anche uno solo, ma ampio) e in un momento sono riusciti ad arrivare da 7 a 3 km, a quel punto aprono il fuoco. A 200 m/sec, la distanza effettiva è coperta in appena 20 secondi! Non molti davvero, considerando che i primi proiettili arriveranno a segno a 5 km circa dalla nave, oppure che questa apre il tiro da almeno 8-9 km e quindi sprecherà sicuramente molte munizioni per beccare questi bersagli così distanti, altro che 'one shot, one kill'.
Comunque sia, per i preistorici aerei americani, il problema non è certo di semplice soluzione e sottintende sicuramente molte perdite da sostenere, già durante l'avvicinamento, per non dire dell'attacco diretto.
Anzitutto deve essere giorno e con buone condizioni meteo, con una visibilità ottimale, almeno decente, perché le nuvole avvantaggiano soltanto la nave!
La questione principale, comunque sia, è l'organizzazione (riusciranno a tracciare il target in maniera continuativa, nonostante che lanci missili contro i ricognitori?). I gruppi di portaerei non potranno lanciare i loro attacchi isolati, sennò davvero verranno annientati uno dopo l'altro. Non è un viaggio di piacere.
La potenza di fuoco delle formazioni d'attacco americane deve essere adattata in modulazione e frequenza, per così dire.
Abbiamo a disposizione 180 caccia, che sono per lo più Hellcat, ma in realtà vi sono sicuramente anche parecchi Corsair, che all'epoca erano diventati uno standard su molte portaerei, e sempre più importanti per le loro maggiori prestazioni contro i kamikaze, dove servivano intercettori velocissimi piuttosto che duellatori relativamente lenti come i Grumman. Infine vi sono ben 75 Helldiver ma sopratutto 131 Avenger, lenti ma inesorabili (però vulnerabili).
La tattica è stata già descritta prima: i caccia arrivano, mitragliano la nave nemica, poi arrivano i bombardieri sganciando le armi e infine gli aerosiluranti, aiutati dagli altri aerei in ogni modo possibile.
Ma per fare questo, bisogna fare in fretta e bene.
Ipotizziamo che l'intelligence americana, sempre così attiva, abbia fatto un ottimo lavoro per captare le capacità della nuova 'super-nave'. Sanno che armi ha, che prestazioni hanno, che capacità hanno i suoi radar e così via. Magari non nel dettaglio, ma comunque sia molto accurati nella descrizione.
A quel punto il piano di battaglia sarà chiaro e cercheranno di sfruttare ogni possibilità a proprio vantaggio e ogni possibilità a svantaggio del nemico, minimizzandone le possibilità difensive.
3) MA, cosa succede se per esempio, vi è una copertura nuvolosa (o addirittura piove)? In tal caso tenersi alla larga, finché non vi siano migliori condizioni.
In alternativa, almeno con una buona visuale, c'é però un'altra possibilità.
L'attacco a volo radente! Esatto. Fino a 30-40 anni fa sarebbe stato un elemento vincente di ogni tattica aerea. Ma ora come ora, non so se ne valga la pena perché il De la Penne è ben armato anche contro i missili sea skimming, figurarsi contro aerei che vanno 2-3 volte più lenti e sono molto più grossi come RCS. Però... non è detto che i missili SM-1 possano abbattere con facilità target sotto una certa quota. Se la tangenza nominale minima è di 45 metri ma i target volano a circa 15, potrebbero forse scamparla, e mettere anche in seria difficoltà gli Aspide (la spoletta è effettivamente garantita per 15 metri).
Non è facile dire quale livello di efficacia abbia questo tipo di attacco, ma i giapponesi, storicamente, o eseguivano attacchi kamikaze da alta quota, oppure radenti con cabrata fino a circa 1.500 m per poi attaccare in picchiata finale. Se una formazione di caccia scendesse a bassa quota e cominciasse da 2 km a sparare razzi e mitragliere, potrebbe forse ottenere dei risultati prima di essere annientata? Probabile.
Ad ogni modo, un attacco a bassa quota richiede molta coordinazione e addestramento. Sicuramente lo potranno eseguire gli Avenger, ma non è detto che sia la stessa cosa per i caccia e men che mai per i bombardieri in picchiata. In ogni caso, quando ci si avvicinerebbe alla nave, gli aerei americani avrebbero circa 40 secondi di tempo 'vulnerabile', a 100-150 m/sec, tra 7 e 1-3 km, quando inizierebbero anche loro a sparare con le proprie armi contro la nave. Questo tempo è rimarchevolmente simile a quello dei bombardieri in picchiata, o solo leggermente maggiore. Tutto sta, quindi, se A) sia più difficile per gli SM-1 abbattere bersagli a quote molto basse e a distanze rilevanti (diciamo oltre 10-15 km); B), se sia possibile coordinare l'attacco a bassa quota con sufficiente competenza.
SE, per esempio, vi fosse questa possibilità (e magari, in cielo, troppe nuvole), allora non penso ci sarebbero troppi problemi se gli aerei americani, alle prime salve dei missili nemici, si gettassero dalle quote a cui volano (che a quel punto potrebbero benissimo essere più basse, per esempio, anziché 6.000-7.600 m, potrebbero essere 1.500, 3.000, 4.500, o 5.100 m circa), scendendo velocissimi in picchiata o planata, fino ad arrivare a pelo d'acqua, per poi continuare ad avvicinarsi verso la nave 'giapponese'. Questa è una possibilità molto concreta ed è quasi sicuro che, visto il tipo di armi che hanno, i siluranti farebbero DAVVERO così, il che tra l'altro darebbe loro un probabile VANTAGGIO... sulla stessa ondata di bombardieri in picchiata, appena più veloci in volo orizzontale, ma più lenti rispetto agli Avenger che viaggiano in planata, perdendo circa 3.000 m al minuto e scendendo in due minuti da 6.000 (esempio) a circa 15 metri, cosa che comporta qualcosa come una componente di velocità verticale di ben 180 km/h! Questo renderà questi velivoli estremamente veloci, non c'é dubbio alcuno. Probabilmente terranno sui 500-550 km/h di velocità d'avvicinamento, se non oltre, potendo addirittura quasi competere con i caccia, per cui sarà bene che siano mandati in coda alla formazione e ben distanziati, se vogliono arrivare per ultimi!
Come si vede, non c'é niente di così scontato. SE poi gli aerei americani usano 'falsi bersagli' è ancora meglio. Pensate soltanto alla confusione che si genererebbe se, almeno i multiposto, utilizzassero sacchi di chaff, mentre si avvicinano e magari perdono pure quota in planata/picchiata. Oppure, se i caccia monoposto, visti i primi missili, sganciassero gli eventuali serbatoi esterni che, sebbene non di natura metallica, potrebbero figurare comunque come bersagli sui radar della nave.
Poi gli aerei siluranti Avenger hanno anche razzi HVAR: potrebbero anche utilizzare quelli e in teoria almeno, potrebbero usare sia quelli che il siluro. Si potrebbe arrangiare una squadriglia di Avenger con 6-8 HVAR, oppure dare a tutti gli aerei diciamo 4 HVAR più il siluro, in maniera da non essere troppo appesantiti.
Guai a sottostimare gli americani!
Ecco un immaginario ordine di battaglia stilato dai comandi alleati per affrontare la 'wunderwaffe' dei giapponesi (ovvero... il nostro De la Penne). Notare che esso NON comprende il discorso del volo radente in maniera generalizzata, che invece è probabilmente una scelta saggia e certamente svolta dai siluranti (che serviranno a dare il colpo di grazia alla nave nemica).
DECALOGO (per così dire...)
1- gli aerei dovranno arrivare a media quota, tra i 7.000 e gli 8.000 metri. Più no, ma nemmeno più in basso.
2- gli aerei dovranno radunarsi in gran numero per fare l'attacco iniziale, potendo sfruttare la loro lunga autonomia oraria e chilometrica
3- gli aerei che aprono la formazione sono i caccia. Quelli più veloci, il che significa quanti più Corsair possibile.
4- i caccia devono essere armati in maniera leggera, ma per quanto possibile, completa: oltre al potente armamento interno abbiamo una batteria di razzi HVAR, fino a 8 per aereo. Però pesano, per cui l'ideale sarebbe usare soltanto 4 razzi con spoletta VT che li rende oltre 5 volte più efficaci
5- appena vedono le scie dei missili aprono in formazione di combattimento, allargandosi il più possibile ma restando compatti a sufficienza, specie quando si avvicina alla nave nemica. Inizialmente, dovrebbero essere sui 500 metri almeno tra ogni aereo, il che rende la formazione sparpagliata ma riduce drasticamente la possibilità di tiro con ingaggio multiplo da parte dei missili SM-1. E siccome ogni missile ha la capacità di abbattere un target con probabilità di successo molto elevata, lanciare 2-3 missili contro lo stesso target sarebbe probabilmente solo uno spreco. Questo metterebbe in difficoltà la difesa della nave, impossibilitata a lanciare tutti i missili che potrebbe.
6- la rotta: assolutamente evitare attacchi se questi non sono SOTTOVENTO, se è vento di una certa forza e costanza è meglio ancora. Consultare ovviamente il servizio 'meteo' per i venti dominanti e le quote. Scendere gradatamente di quota, circa 500-600 metri al minuto, per accelerare ulteriormente. Dare al contempo tutto gas, il che da solo significa oltre 600 km/h. Con la discesa in lieve planata (3 minuti per circa 1.500 metri), più vento in coda, si potrebbero ottenere velocità effettive al suolo dell'ordine dei 720 km/h, specie con i Corsair.
7- arrivare a media quota con la nave nemica a più di 45° di angolo in basso per essere sicuri di essere nel suo cono di silenzio
8- scendere a circa 700 km/h, non troppo veloci per non perdere la propria manovrabilità, gas relativamente ridotto, a circa 50-60°. A quel punto ondeggiare di +/- 5/10° per evitare di essere un target troppo facile, delfinando cambiando l'inclinazione e rovinando la soluzione di tiro della nave oltre i 3 km circa
9- aprire il fuoco da circa 3 km, con un paio di lunghe raffiche da 5 secondi l'una. Lancio di razzi tra la prima e la seconda, a circa 2 km possibilmente.
10- se è possibile utilizzare il chaff. Non è chiaro quanto l'USN ne avesse, visto che i radar giapponesi erano così primitivi. Però era disponibile almeno teoricamente. I giapponesi, per esempio, usavano il loro 'gimanshi' (carta che inganna) con un certo successo contro i radar americani. Il chaff, come dimostrato alle Falklands, persino nelle sue forme più primitive, può essere una soluzione sorprendentemente efficace contro minacce anche sofisticate, specie se usato al momento giusto e/o in grandi quantità. I caccia, però, ben difficilmente potrebbero averlo, mentre per i bombardieri e siluranti non c'é problema, hanno le postazioni difensive posteriori da cui poter buttare i pacchi di chaff, o addirittura i vani portabombe interni che potrebbero essere caricati anche con questi oltre che con le armi normali. Ma questi aerei sono troppo lenti per precedere i caccia.
11- ovviamente arrivano poi i bombardieri in picchiata, a 60-70°. Le loro armi: bombe HE da 1.000 lb. In alternativa, potrebbero essere anche gruppi di bombe, se questo è considerato più vantaggioso (lo è?), per esempio 1 bomba da 500 lb e 2 da 250 lb, facendo 'forcella' anche senza colpire direttamente il target sono comunque dolori. Inoltre anche una singola bomba da 250 lb HE è pur sempre pericolosa, qui parliamo, dopotutto, di un bersaglio assolutamente sprotetto, a parte qualche pannello balistico nei punti più sensibili (depositi munizioni? COC?)
12 - infine arrivano i TBF Avenger, a circa 360-400 km/h a bassa quota, radenti, dopo avere fatto una planata rapida per tenere più o meno il passo dei caccia e dei bombardieri. Hanno un siluro da 559 mm, Mk 10-13 che ha ben 260 kg di HE, equivalenti a circa 400 kg di TNT. Una testata potentissima, oltre il doppio rispetto alle versioni fino alla Mk 9. Questo può fare la differenza, per esempio tra danneggiare una nave silurata, oppure spaccarle la chiglia e affondarla. La spoletta: possibilmente una a contatto, quella magnetica è buona ma potrebbe essere insufficiente perché la demagnetizzazione della nave è probabilmente efficace al punto da mettere in dubbio l'efficacia della spoletta. Però anche settata a 3 metri di profondità, è sufficientemente potente per squassare l'intera fiancata della nave bersaglio e mandarla in seria crisi.
13- tattiche: uso delle mitragliere, possibilmente fin dalla massima distanza, a seconda della necessità si usano o meno durante lo sgancio delle bombe (se la nave ancora ha una certa capacità difensiva, può valerne la pena), oppure ci si concentra solo sulla bomba da sganciare.
14 - tattiche: manovre evasive, secche e rapide, tenere d'occhio i missili in avvicinamento cercando di vederli anche quando volano con il motore in crociera o per inerzia (se ci sono le scie di condensazione sarebbe ok). Virate secche, picchiate/richiamate rapide, ma mai salite in quota durante la manovra, anche se il missile arrivasse da quota maggiore.
Possibilità di sopravvivenza: quelli americani della II GM erano tipicamente aerei robustissimi, ben corazzati nei punti vitali, pressoché vuoti in molti altri. Non era facile buttarli giù anche con danni che incenerirebbero molti aerei moderni 'pieni' di carburante ed elettronica.
Possibilità di colpi a segno:
missili 65%
proiettili sul 5-10% (raffica di 5-10 colpi: circa 80% Pk entro i 3 km, circa il 50% oltre).
Da parte degli aerei:
-proiettili circa il 2% di media;
-razzi, circa il 2% (ma il 4% con spolette VT);
-bombe, circa il 30% diretti, 50% considerando tutti i colpi 'utili' (entro i 15 metri circa dalla nave).
-siluri: circa il 20%
Adesso standardizziamo anche i risultati diretti.
Lo so, odio i risultati standard, ma almeno è più facile fare comparazioni, perché ovviamente, ci saranno PARECCHIE versioni anche in questa battaglia:
Modello: da 1.000 lb HE (500+ lb TNT)
-1a bomba a segno: sovrastruttura anteriore-settore posteriore = tutti i radar della sovrastruttura KO, fumaiolo demolito, batteria missili SSM distrutta e probabilmente esplosa (ma concedo il beneficio del dubbio), molto probabile la messa KO anche dei radar di scoperta poppieri.
-2a bomba a segno: sovrastruttura posteriore-settore anteriore (sigh, a parte l'estremità di prua, queste sono le uniche due zone dove puoi distruggere un pezzo di nave senza calcolare quante esplosioni secondarie cagionerai) = tutti i radar di poppa KO, anche i due fumaioli poppieri KO (notare come praticamente la nave sia 'duplicata' quanto a capacità operative)
-3a bomba a segno: specchio di poppa = timoni KO, falla a poppa con 3 compartimenti allagati, circa 500 t d'acqua imbarcate inizialmente, KO operazioni elicotteri e probabilmente anche cannone poppiero (comunque a quel punto inutilizzabile)
-4a bomba a segno: centro nave sulla coperta = penetrazione ponti, esplosione, falla centrale, almeno 3 compartimenti allagati, incendi sala macchine, incendio/esplosione missili SSM (almeno 1-3 testate OTOMAT esplose)
-(5a) bomba a segno (near-miss): vicina a fianco nave centrale (sx?) con almeno 1 compartimento allagato.
-5a bomba a segno: a prua, davanti al cannone con esplosione all'uscita dallo scafo, falla e almeno 2 compartimenti allagati
-6a bomba a segno: lato della sovrastruttura anteriore, almeno 2 compartimenti allagati.
Affondamento: dalla 4a bomba in poi è possibile che avvenga con le sole bombe e senza considerare le esplosioni secondarie.
Più o meno i risultati sarebbero questi qua. Non so dire se sono stato troppo buono con la nave, ma almeno ho evitato che la 1a bomba andasse sul deposito munizioni da 127 e la 2a sul tamburo lanciamissili SM-1 ancora mezzo pieno.
Siluri:
1o siluro: a prua, davanti al cannone da 127, fuori appena dal deposito munizioni. Non affonda (almeno per questo solo risultato)
2o siluro: a centro nave, almeno 2 compartimenti allagati. Non è detto che affondi e se sì, non prima di 12 ore.
3o siluro: a centro nave, almeno altri 2 compartimenti allagati. Affonda, entro 1-2 ore al massimo, così come più probabilmente, sui 30 minuti.
4o siluro: zona centro-poppiera, lato opposto (sx?), almeno 1 compartimento extra allagato, lo scafo si spacca e la nave affonda in circa 4-5 minuti.
Razzi:
1a salva a segno: 2-3 razzi sulla sovrastruttura di prua: almeno il 50% dei radar KO
2a salva a segno: 2-3 razzi sulla sovrastruttura di poppa: almeno il 50% dei radar KO
3a salva a segno: 2-3 razzi sulla sovrastruttura di prua: tutti i radar eventualmente attivi, KO
Potrebbe andare? Mah, un pò così. Ma non mi è venuto meglio. Notare come con 2 bombe e 1 siluro a segno la nave, benché totalmente disarmata, sarebbe ancora capace di tornare indietro (con la prua sfasciata), anche di più se qualcuno l'aiuta da fuori.
Le ambiguità e le (in)certezze
Tenete presente che queste cifre sono solo indicative. Massimo Annati, per esempio, raccontava su di un vecchio numero di RiD, che la difesa delle navi italiane, negli anni '80, fu trovata gravemente manchevole. Infatti, i famosi cannoni antimissile Dardo, che sono stati probabilmente il primo CIWS occidentale (l'entrata in servizio, infatti, è anteriore anche rispetto al Phalanx americano, ma posteriore di qualche anno rispetto ai tipi AK-630 russi), ha avuto non pochi problemi pratici. Nei primi collaudi ufficiali (1976), malgrado tutte le migliorie, a cominciare dalle spolette di prossimità, fu rilevato come soltanto il 30% dei missili antinave subsonici sarebbero stati abbattuti a distanze superiori ai 900 metri. E questo con un cannone che ha 4.000 metri di gittata antiaerea nominale.
Ma negli anni '80 successe qualcos'altro. In pratica, si scoprì che dopo circa 5 anni di vita, le spolette dei cannoncini Breda... non funzionavano. Il modello, prodotto (probabilmente dalla Borletti) in Italia su licenza Bofors, era talmente sensibile ai 'segni dell'età', che soltanto il 25% delle spolette funzionava ancora, ad appena 5 anni dalla produzione. Questo significa, a parte gli impatti diretti naturalmente, che le torri Dardo, che basavano sulla gittata e la potenza della spoletta di prossimità il loro potenziale, non erano poi così temibili! Già il fatto che ben il 70% dei missili, stando ai primi collaudi, sarebbe passato a meno di 900 metri dalla nave (circa 3 secondi dall'impatto, detto in altri termini! E con molto rischio per le schegge 'volanti' verso la nave), smentiva di fatto la gittata utile contro il tipo di minaccia maggiore (i missili). Se poi abbiano ottenuto valori migliori non lo so, ma in questo modo non erano superiori alla gittata pratica dei Phalanx da 20 mm americani. Certo è che i collaudi li fecero con le munizioni originali. Ma negli anni '80, il modello, prodotto su licenza, aveva dimostrato di scendere, quanto ad affidabilità, a soltanto il 25%. Questo comporta come conseguenza, che il complesso Breda Dardo, che nominalmente sparava 600 colpi al minuto, è come se ne avesse tirati appena 150. Chissà la percentuale di successo, in tal caso, a che valore sarebbe scesa? (forse ad una sola cifra?). Notare bene, che all'epoca la MMI non faceva soltanto esercitazioni 'in casa', ma aveva cominciato anche a pattugliare le acque del Golfo Persico, dove arrivavano missili da tutte le parti durante la Guerra del Golfo (Irak-Iran).
A quel punto la MMI, da sempre attentissima alla minaccia contraerei, passò subito alla modalità 'emergenza', infatti si era verificato che il lotto di munizioni originali svedesi non presentava tale decadimento. Così, in attesa della fornitura di spolette affidabili anche dall'industria italiana, si dovette sopperire comprando altre spolette svedesi originali! Ovviamente, da allora ne hanno fatti tanti di progressi, e questo era vero anche negli anni '90, ma vale comunque come monito. Certamente l'industria italiana (e non solo, ovviamente), non è particolarmente lieta di ammettere le sue defaillance quando si verificano, e se poi si leggono notizie in merito nella stampa di settore (con la pubblicità delle stesse industrie, Borletti inclusa...), è soltanto dopo anni e quando il problema è stato 'fissato'. Non so se mi spiego. Eppure il Dardo era stato già all'epoca testato per oltre 10 anni, per cui di sorprese non dovevano essercene.
Inutile dire poi delle problematiche emerse dai moderni missili inglesi durante le Falklands, dai Sea Wolf che spesso 'congelavano' prima del lancio, ai Sea Dart che non vedevano bene a bassa quota, ai Rapier con gli affusti che si mostravano 'delicati' durante il dispiegamento operativo nell'arcipelago, e così via.
E notare bene che certi problemi, mentre si cerca (sperabilmente con successo) di risolverli, sono ben tenuti sotto silenzio, sia in tempo di pace, che in tempo di guerra (i Rapier erano visti come uno dei migliori prodotti inglesi e c'era molto imbarazzo a dover ammettere, per esempio, che gli oltre 10 kill registrati sono stati probabilmente solo tra 1 e 5).
Del resto, se persino su RiD, alla fine si è realizzato (lettera di risposta di RiD ad un lettore), dopo lustri di lusinghe, che le Lupo sono talmente anguste da rendere la manutenzione problematica (e te credo, ficcare in un piccolo scafo tutte quelle armi, sensori e uomini...), è stato soltanto perché adesso bisogna comprare le FREMM/Bergamini, che con un armamento inferiore... hanno un dislocamento circa 2,5 volte maggiore (per non parlare del costo). Chiaro, no?
Un'altra rivelazione è l'affidabiltà dei cannoni da 76 mm italiani dei primissimi modelli. Si dice, sempre stando ad Annati, che quando un cannone da 76 mm di prima generazione tirava una tipica raffica da 10 colpi (a tutt'oggi, a quanto pare, questo è lo 'standard' degli ingaggi: nelle esercitazioni appare tipico utilizzare raffiche da 10 colpi da 76 o 5-6 da 127 mm), SENZA inceppamenti e problemi tecnici vari, vi fossero festeggiamenti e brindisi. Quasi certamente si trattava di cannoni da 76 MMI (prima ancora c'erano altri due modelli, il sovrapposto e l'SMT). Certamente saranno stati migliorati con il tempo, ma il disegno base non era probabilmente molto affidabile, anche se garantiva prestazioni migliori, almeno sulla carta, dei vecchi pezzi da 76/50 americani (canna il 25% più lunga, cadenza di tiro maggiore di circa il 30%, torretta chiusa con leggera protezione balistica, raffreddamento parziale ad acqua -senza manicotto, solo dopo ogni raffica- e maggiore quantità di munizioni, presumibilmente almeno, pronte al tiro).
Persino i primi cannoni da 76/62 Compatto non è che abbiano dato grande prova di efficienza, forse il materiale era troppo leggero. Benché utilizzati con successo in guerra già nel 1973 (quando erano entrati in servizio da appena qualche anno), la loro precisione è stata oggetto di numerosi 'miglioramenti', il che qualcosa dice. Stando ad alcune testimonianze, alla massima cadenza di tiro l'affusto tendeva ad 'autodistruggersi' e quanto a precisione, una raffica di 10 colpi non poteva essere mantenuta entro un bersaglio di ben 6 metri di lato a distanze di appena 460 metri.
Questi problemi saranno certo stati superati, tanto che il Super Rapido è capace di precisione sotto il millirad a 1 km (significa meno di 10 cm!), però è sempre bene non fidarsi al 100%. Il fatto che tiri raffiche da 8-10 colpi per volta, significa che con tutti progressi della balistica interna, aerodinamica del proiettile, spoletta, FCS, alla fine la munizione non è ancora 'perfetta'. Persino i proiettili guidati DART vengono generalmente tirati in raffiche da 3 colpi.
Quanto al cannone Compatto da 127 mm, è un'arma potente, non c'é che dire; peraltro, inizialmente la davano a 45 RPM, adesso parlano di 40 RPM, ma nelle esercitazioni si vede che la cadenza è piuttosto 36-38 RPM, a meno che questa non sia da 'tempo di pace'. Però i cannoni SR sparano davvero a 120 RPM anche nelle esercitazioni.
Anche la gittata utile di tutte le armi, per via della densità dell'aria, è minore. SE è vero che i missili supersonici perdono il 25% di velocità ogni 5 secondi SLM, significa che gli Aspide, dopo circa 10 secondi (e 13,5 dal lancio) avrebbero percorso soltanto 6 km, 1 km accelerazione, e 5 km decelerazione (tra 600 e 400 m/sec). Non so come sia possibile dire che essi abbiano una gittata di ben 15 km a bassa quota, ma per ottenere tale prestazione dovrebbero andare alla massima velocità ottenibile solo a termine combustione, per ben 25 secondi filati! E' difficile pensare che questo sia anche solo teoricamente possibile. Ci vorrebbe un sustainer di almeno 10-15 secondi per ottenere questo, oppure una velocità molto alta, tipo mach 3,5-4. Ma entrambi i casi sono contro l'Aspide: esso è molto rapido nell'arrivare alla massima velocità, con 3.500 kg/s per 3,5 sec (120.000N), ma poi è altrettanto rapido nel perdere quel che guadagna.
In volo radente perde sicuramente in fretta l'energia. Salendo in quota, del resto, non è molto meglio: c'é una ragione per cui la tangenza pratica è variamente indicata in 5.000-6.000 m (questa è la prima generazione di Aspide, l'unica per la quale abbiamo dati dettagliati, curiosamente... e ci rifacciamo ad essa perché a metà anni '90 è facile che il De la Penne non avesse armi di nuova generazione; in ogni caso, mancano i dati). A 6.000 m la perdita del 25% di velocità accade in 10 secondi, la media sarà circa 6-7 secondi, ma durante la salita il missile perde comunque molta energia K diventata U (potenziale) che è del tutto inutile perché il missile non potrà sfruttarla tornando 'giù'.
Solo un profilo balistico da media-alta quota potrebbe portare sui 15 km contro bersagli SLM, ma per farlo il missile deve aumentare il percorso e quindi la velocità media sarà più bassa. Del resto, il Sea Sparrow americano va a mach 2 ma la media sulla max distanza è mach 1; l'Evolved Sea Sparow è capace di mach 4, e raddoppia anche la velocità media. Resta il fatto che essa è molto inferiore rispetto a quella di punta e paradossalmente, un missile subsonico come l'Harpoon o l'Exocet può quasi competere con il bisonico Sparrow quanto a tempi di percorrenza sulla distanza massima (diciamo 15 km in circa 1 minuto?)
Una volta che il missile Aspide arrivasse a quote e/o distanze tali da ridurre la velocità di due cicli, quindi su mach 1,1-1,2, allora la sua capacità di manovra, intesa come numero di G, sarebbe molto limitata. Tecnicamente può virare ad almeno 40G, che è prodigioso come valore ma è altrettanto drammatico come perdita di velocità. MA se anziché a mach 2 questo accade a velocità inferiori? Non può. A poco più di mach 1, l'Aspide, come tutti i missili, potrà virare a valori di poco sopra, se ci riesce, ai 10 G. Considerando che a 6.000 m la velocità di 'stallo' del missile potrebbe essere, diciamo, sui 400 km/h (e circa 300 SLM), e che a 9G ti serve una velocità tripla rispetto al valore di stallo, anche se hai sotto mano 1.300-1.400 km/h di velocità massima, a 9G potresti esaurire questo valore in forse appena 2 secondi, visto che non c'é un motore attivo, che possa compensare nemmeno parzialmente l'attrito. Dopo di che, avviene uno stallo ad alta velocità, per cui se c'é bisogno anche 'solo' di 3 secondi a 9G per riuscire a prendere il target, puff... mancato (magari di 20 metri). Se l'alternativa è virare più lento, ma così facendo non riuscire a prendere il target in manovra (volando lenti, bastano anche 3-4 G per mettere in difficoltà un avversario supersonico...), allora questo non sarà comunque preso, ma mancato perché limitandosi a 5-6 G puoi incrociarlo, ma non dove sta lui.
Resta il dubbio delle capacità degli SM-1 RIM-66B a bassa quota, anche al di là della quota minima di 45 metri ufficiale (che se fosse vera, darebbe una 'autostrada' all'attaccante in volo a 15-30 metri, ma anche basso fino a 6 metri sul livello del mare... se necessario... addirittura più in basso di molti missili antinave! Chiaramente, però, a quel punto senza alcuna possibilità di manovra... o la va, o la spacca... ), ma è facile che la loro gittata effettiva sia inferiore di circa la metà in questi contesti.
Se così è, gli attaccanti pagherebbero la maggiore esposizione ai sistemi CIWS e Aspide, con una minore esposizione ai micidiali SM-1 ad alta quota.
In effetti l'SM-1, se ha circa 25 secondi di spinta, e una velocità massima sui 3.000 km/h (ma non necessariamente a bassa quota), allora avrà una spinta effettiva, tra accelerazione e traiettoria, che probabilmente a bassa quota sarà tra 15 e 20 km. Dopo di che scenderà di velocità anch'esso, per cui o seguirà una traiettoria molto parabolica (ma anche qui, con maggiore percoso complessivo e quindi, velocità media più bassa), oppure se si tiene a bassa quota, probabimente andrà fino a circa 15 km di distanza, e poi perderà velocità come l'Aspide, e da mach 2,5 scenderà in 2 cicli appena a 1,5 a far tanto, in 3 cicli attorno a mach 1,1, il limite per la manovra. Questo potrebbe significare, nell'ipotesi del profilo di volo a quote molto basse (non più di 1-2 km), una gittata effettiva di circa 20-22 km prima di scendere a valori critici. Inoltre, operando a bassa quota, la spoletta è limitata in raggio di intercettazione, altrimenti esploderà prematuramente: questo significa che la 'miss distance' è inferiore e la possibilità di scampare è maggiore per il target.
Quindi nulla è perduto, e chissà se non sia persino meglio per gli aerei... magari un giorno proveremo ad elaborare anche questo piano tattico.
Tecniche di sopravvivenza per gli aerei americani
1) contro i SAM navali.
Non conosco moltissimo degli SM-1, anche perché sono pur sempre missili navali, pochissimo diffusi rispetto ai corrispettivi terrestri (HAWK), e quasi mai usati in guerra, per cui ben poco si può dire di essi, a parte il fatto che DEVONO essere ottime armi visto che sono la principale risorsa antiaerea e pure antimissile, persino anti-balistica e infine, addirittura anti-satellite, della potente US Navy. La più forte marina del mondo sarà incapace di far progettare navi sensate, come ultimamente fin troppo spesso gli è capitato (LCS = Little Crappy Ship, DD-21, Seawolf ecc ecc), ma di sicuro non è rimasta indietro con le tecnologie belliche. Nessuno, nemmeno l'Europa e la Russia, possono schierare un sistema d'arma potente come l'anonimo 'standard missile'. In origine, questo non era altro che un progetto rudimentale, di SAM di seconda generazione. Questo era il tempo dei famosi missili T, che iniziò con il Terrier, seguito dal Talos a lunga gittata e statoreattore, e infine con il piccolo Tartar, che era molto simile al Terrier di 2a generazione. La principale differenza era la mancanza di booster, il che limitava la gittata, ma questo inconveniente venne poi risolto parzialmente con un motore a doppia spinta, comparso sul Tartar mod B e sul primo SM-1MR (RIM-66A). Esso dava circa 4 secondi di spinta a tutta potenza (quasi 7 t/sec) e poi 24-28 sec a circa 900 kg/s. In seguito apparve un nuovo motore con il booster potenziato (apparentemente, 8 secondi) e un numero imprecisato di secondi per la sostentazione.
Degli altri tipi, vuoi del missile SM-2, come dei fantascientifici sviluppi previsti Typhoon e Triton, nonché dei recentissimi SM-3 e SM-6, qui non ci interessa nulla.
L'SM-1MR era differente rispetto al Tartar, essenzialmente per la compontistica più affidabile: motori elettrici anziché idraulici, ed elettronica a stato solido. Differentemente, in termini aerodinamici, era quasi indistinguibile e inizialmente ha avuto lo stesso motore, testata, spoletta, e sistema di guida. In parte, peraltro, la situazione è cambiata successivamente. Il motore migliorato ha portato la gittata a 46 km e la velocità, presumibilmente, da 1,8 è passata a 2,5 mach. La testata, spoletta e sistema di guida (passato dalla scansione al monopulse) sono cambiati negli ultimi lotti, perché hanno ricevuto le migliorie previste per l'SM-2 (RIM-66C), ottenendo una versione speciale (RIM-66D) che peraltro, latitava ancora del sofisticato autopilota per governare il volo nella maniera più efficiente e ingaggiare più bersagli in sequenza dalla stessa FCS (sempre che... ve ne sia il tempo, naturalmente, un missile antinave, per esempio, è avvistato solitamente a distanze molto ridotte e ben difficilmente sarà possibile 'suddividere' il tempo di ingaggio contro più minacce prima che arrivino a destinazione...).
Ora, a noi ci interessa questo missile. Non è chiaro quale sia il modello della MMI ma è sicuro che abbia avuto almeno il RIM-66B, se non anche il D; inoltre vi sono molti blocks costruttivi ed è facile che i mod. B siano in realtà aggiornati in maniera almeno parzialmente comparabile ai modelli D. Un certo numero di missili (il SIPRI dice 8 ma temo che gli manchi uno 'zero') fu comprato negli USA proprio in occasione del completamento dei De la Penne. Sicuramente saranno stati gli ultimi lotti costruttivi, anche perché questo missile era considerato obsoleto dall'USN e in via di sostituzione con l'SM-2MR già negli anni '80. Però non è detto che abbiano voluto cedere i missili con le tecnologie più 'delicate' e condivise con il tipo successivo. Chissà.
Ad ogni modo. Per evitare il missile (o meglio: provare ad evitarlo), gli aerei americani dovranno anzitutto avvicinarsi con buone condimeteo visto che le nubi sono un ostacolo, ovviamente, solo per loro. Dovranno vedere la scia levarsi in aria per chilometri, e poi allertati da questo, seguire il missile otticamente mentre questo si avvicina. In Vietnam e anche in altri contesti i piloti americani e non, facevano davvero così. Ma i missili russi tipo SA-2 e anche SA-3, pur avendo un sostainer, sono sensibilmente più fumosi e quindi più semplici da seguire. Il che, peraltro, non significa che non si possa fare lo stesso. In particolare, arrivare con il Sole alle spalle è cosa buona e giusta, perché fa sì che il missile venga illuminato dalla sua luce e visto con molta più facilità grazie ai riflessi del suo corpo (usualmente bianco).
Manovra (incrociando le dita): lanciare l'aereo in una virata stretta di 60-90° all'ultimo secondo utile. Oppure una breve picchiata con richiamata e virata (sui 30-60°). Mai tentare di batterlo con una cabrata, specie considerando che arriva probabilmente dall'alto e in ogni caso, non avrà problemi a seguire gli aerei Yankee. Il trucco è portarsi fuori dall'arrivo del missile, sfruttando l'estrema maneggevolezza dell'aereo con un raggio di virata ridotto, superando quel che il missile supersonico potrà fare per contrastarlo (l'SM-1 non è molto agile, apparentemente almeno). E al contempo, portarsi fuori dal raggio efficace della spoletta (e della testata), che probabilmente, ad alta quota, è sui 30 metri, che è più o meno anche il raggio utile di scoppio delle testate (almeno quelle originali da 63 kg anziché 113 di nuova generazione, che peraltro dovrebbero rendere il missile meno veloce e agile).
Per gli aerei multiposto: qualcosa di simile, e se disponibile, lanciare il chaff.
Per tutti gli aerei: se hanno tank ausiliari, prima della manovra evasiva... mollarli. Un trucco è quello di cabrare leggermente, sganciare il serbatoio, e poi virare stretti. Con un pò di buona fortuna il radar si aggancerà al tank anziché all'aereo. Una virata di circa 30° per allontanarsi (senza perdere troppo il 'ritmo') di un pò di centinaia di metri dalla traiettoria del tank, sarà certo la migliore cosa in tale occasione.
In ogni caso, appena avvistato il missile: scendere di quota di 200-300 m, usare max potenza (WEP) e continuare a scendere di circa 500-600 m/min, così da avere una velocità di planata maggiore di quella orizzontale. Usando tecniche di planata a tutto gas, gli He-177 eseguivano missioni sulla Gran Bretagna nel 1944 senza troppe perdite, arrivando sui 650 km/h per tutto il viaggio d'andata (e rientrando radenti al terreno poi). Abbastanza per mettere in difficoltà i Mosquito. Questo dà l'idea di come volendo si possa fare affidamento sulla quota. Però la quota finale, prima dell'ulteriore picchiata, sarà comunque di almeno 6.000 m a circa 6 km dalla nave. Altrimenti si rischia di cadere sotto il tiro degli Aspide.
Gli Aspide sono simili per certi versi agli SM-1, sono più agili, ma di gittata e velocità minori, senza motore sustainer, quindi perdono velocità subito dopo la fine della partenza. Finché vanno veloci sono molto agili e precisi, ma dopo alcuni chilometri sono inevitabilmente più lenti e diventa più facile batterli. Restando a 6.000 o più metri, si costringono a salire per oltre 5.000 metri netti, senza alcuna propulsione residua dopo i 3,5 secondi iniziali, pertanto, considerando che ogni 6-8 secondi perderanno circa il 25% di velocità, a quel punto saranno probabilmente poco più che supersonici, quindi molto meno agili e temibili e con minori probabilità di colpi a segno.
Poi c'é l'avvicinamento, da farsi oltre i 45°. Questo renderà impossibile (almeno contro una nave isolata) tracciare i target e acquisirli automaticamente per le FCS, che saranno così costrette, con il loro ridotto campo visivo, a cercarsi da soli i target. Serpeggiare è la cosa migliore per questi aerei, anche se allunga leggermente la durata dell'avvicinamento. Contro i missili non varrà molto, ma contro i proiettili sì. Le moderne FCS potrebbero facilmente abbattere un aereo che restasse 'prevedibile'. Ondeggiare tra 50 e 60° di discesa significherebbe ridurre sensibilmente la possibilità che la FCS riesca a trovare l'aereo, e poi contrasta meglio l'armamento artiglieresco.
Nel caso dei cannoni SR il raggio utile è di circa 6 km, i Compatto arrivano a 7. Il De la Penne ha questa potentissima e surdimensionata batteria d'artiglieria a corto raggio e bisogna che gli attaccanti non si facciano distruggere troppo facilmente prima di avvicinarsi.
ORA, nel caso di un aereo che arrivi sul bersaglio, la velocità migliore è probabilmente sui 720 km/h, ergo 450 MPH (TAS) ovvero 200 metri al secondo.
Questo comporta, però, che tra entrata nel raggio di tiro del cannone, e sorvolo (o impatto?) sulla nave, passeranno ben 30 o 35 secondi. Un'eternità.
Però il diavolo non è così brutto come lo si dipinge. Infatti, sebbene questo tempo consenta in teoria di quasi svuotare il caricatore di un SR (80 o forse, 85 colpi, a 120 RPM), in realtà, la questione non è così semplice.
Anziutto, se l'artiglieria apre il tiro solo entro il raggio consigliato, i proiettili, sparati dal Compatto da 127 a 7 km, arriveranno all'incrocio probabilmente solo 10 secondi dopo, ovvero a 5 km, quando il caccia farà 2 km di percorso netto in avvicinamento alla nave. Questo già riduce molto la distanza effettiva.
Per giunta, i Corsair o gli Hellcat, che sono quasi veloci come diversi tipi di jet (a basse prestazioni), possono a loro volta, aprire il fuoco. Quando? Entro i 3 km dal target, anche se inizialmente non sarà un granché, bastano 5 secondi per scendere a 2.000 metri e 10 secondi per arrivare a 1.000. Non ci vuole molto.
A questo unto, quindi, la vera finestra di maggiori problemi sarà, da un punto di vista balistico, quella entro i 3 km, perché a quel punto è difficile manovrare per evitare le granate con spoletta VT (circa 10 m di raggio), però si può sparare a propria volta iniziando a fare la propria missione (danneggiare la nave nemica). Dall'altro lato, c'é questo spazio tra 5 e 3 km in cui gli aerei possono soltanto incassare colpi e zitti. Tuttavia, questo comporta appena 10 secondi di volo effettivo! Non molto, dunque, che per un Compatto significano circa 6-7 colpi sparati. Per evitare di essere buttati giù come tordi, a quel punto gli aerei faranno semplicemente un ondeggiamento verticale, scendendo prima sui 60°, poi risalendo fin verso a 45°, e poi ridiscendendo ancora (se necessario) quando dovranno mirare (con le mitragliere e anche con le bombe, non c'é problema, ma con i razzi probabilmente non consigliato tirare oltre i 40°). Questa manovra farà perdere molta dell'efficacia della flak navale, perché rende il percorso dell'aereo bersaglio imprevedibile, e con oltre 5-6 secondi di tempo, potrà ben portarsi oltre i 10-15 metri distante rispetto alla stima al momento del tiro del proiettile.
Con questa mossa a delfino/cobra che sia, gli aerei americani potranno portarsi fino a distanza relativamente breve dalla nave per aprire il fuoco. A quel punto saranno a loro volta vulnerabili, ma la contraerea della nave non potrà impedir loro di colpire il bersaglio e sarà ben difficile abbattere più di uno, massimo due, aerei per ciascuna FCS, specialmente se l'angolazione resta molto alta. Sotto i 500 metri la FCS nemmeno è utilizzabile e quindi se l'aereo sorvolasse la nave durante la richiamata, potrebbe persino ritrovarsi al sicuro (nell'occhio del ciclone, eh...), proprio nel momento in cui sarebbe più facilmente abbattibile.
Pensate un pò come i piloti ben addestrati possano gabbare anche difese aeree potenti. Per le navi è più facile, perché il nemico, a meno che non si avvicini a bassa quota, non ha posti dove nascondersi rispetto ai paesaggi terrestri. Ma del resto, la nave è a sua volta molto appariscente e vulnerabile una volta avvicinata: bastano pochi danni causati da qualche attacco ben disposto per handicappare seriamente le sue difese aeree, rendendola quindi un bersaglio più facile rispetto all'arrivo degli aerei successivi.
E SE provassero ad avvicinare la nave a mò di missile antinave, volando radenti? Possibile anche questo, ma non so quanto ne valga la pena. Il De la Penne non è una vecchia nave anni '60-'70, può localizzare anche aerei a bassissima quota e peggio, ha i missili per abbatterli, più i cannoni. Gli SM-1 in teoria hanno una quota minima di 45 metri ma non mi fiderei troppo a volarci 'sotto' (i Sea Dart, con 30 metri di quota minima, hanno alle volte abbattuto aerei sotto i 15 metri). Gli Aspide sono ufficialmente capaci di abbattere bersagli a 15 metri circa (il che dipende dalla spoletta più che dal missile). I cannoni da 127 e 76 mm sono anch'essi micidiali, anche contro missili a volo radente. Considerando la relativamente bassa velocità degli aerei e la relativamente alta traccia radar, non mi pare molto consigliabile avvicinarsi ad una nave come il De la Penne. Magari conviene contro un Burke, ma non contro il De la Penne. Inoltre, avvicinandosi a media quota si coordina meglio l'attacco.
Tuttavia, nulla vieta, anche se questo scritto non lo considera, di eseguire davvero l'attacco a bassa quota, con cabrata e attacco finale a distanze ridotte. Così facevano i kamikaze quando utilizzavano un profilo 'basso' (con cabrata fino a 1.500 metri). Qui non si tratta di kamikaze, ma potrebbe funzionare proprio perché ci si affida al lancio di armi di discreta gittata.
Le mitragliere anche volando radenti, hanno forse sui 2.000 m di portata. I razzi potrebbero benissimo essere lanciati da circa 2.000 m con leggera picchiata. I siluri, tra 600 e 2.000 metri (meglio è 600-1.200 metri). Potrebbero bastare? Potrebbero, forse. Gli aerei muniti di razzi potrebbero farci un pensierino, per esempio (con gli HVAR). Per gli aerosiluranti, invece, questo profilo è standard. Semplicemente arriveranno in volo a media quota, per poi scendere con una rapida planata verso la nave cominciando l'attacco con gli ultimi km fatti a tutto gas e a pelo d'acqua. Non proprio un Exocet ma... nemmeno male.
In questo modo, tra i caccia e i bombardieri che si avvicineranno a media quota, sopra quella d'ingaggio tipica dei missili Aspide e dei cannoni, per poi attaccare quando oramai sono nel cono di silenzio radar (specialmente i bombardieri) e delfinando per evitare di essere tracciati troppo facilmente (specialmente i caccia, che hanno un ruolo chiave in questa azione), mentre i siluranti arrivano radenti alla superficie e dopo gli altri, l'attacco potrebbe farsi molto 'interessante'.
Quindi:
1) - prima lo stormo si raduna e poi si avvicina alla nave, a volo di crociera (sui 320 km/h a 7.000-8.000 m), controsole (possibilmente) e sottovento (specie se forte, in caso non sia la stessa direzione del Sole, forse è meglio comunque scegliere il sottovento).
2)- appena la nave apre il fuoco i caccia scendono, prima forte, poi leggermente (e in maniera continuata), accelerano a tutto gas e allargano la formazione, per evitare ingaggi multipli da parte di singoli radar nemici
3)- i caccia si portano in avanti, manovrano con manovre brevi e secche se vengono avvicinati dai missili.
4)- scendono continuativamente di quota e alla fine si devono trovare a circa 6.000 m a circa 6 km dalla nave. Poi si buttano sui 720 km/h a 50-60° di angolo, delfinando e poi aprendo il fuoco da circa 3.000 metri, tipicamente due lunghe raffiche e lancio di razzi (se ci sono) in mezzo ad esse.
5)- i bombardieri arrivano dopo e si gettano sul target a circa 60-70° e sui 500-600 km/h
6)- i siluranti attaccano successivamente al volo in planata e si presentano in formazione, a volo radente, attaccando possibilmente su di un solo lato per sopraffare meglio le difese residue della nave.
7)- i chaff, se ci sono, meglio usarli. Idem per i radar di scoperta degli aerei.
Anche così, aspettarsi perdite salate, cari yankee. E' il De la Penne, mica la Yamato.
23-11----13-12-18
E così abbiamo visto l'ultima battaglia della Yamato 'rivisitata', spiegata nel post di qualche giorno fa. E con queste informazioni in mente, abbiamo provato a cambiare l'esito con il miglioramento delle armi della nave. Già, chissà come sarebbe andata con la contraerea della IOWA oppure con i cannoni da 25 mm moderni, non necessariamente CIWS, anche semplici sistemi d'arma leggeri da 25 mm come ce ne sono tanti, ad azionamento ottico. Però alimentazione a nastro e cadenza di 500 RPM se non oltre, allora sì che ci sarebbe stato da divertirsi. Ma l'esito finale? Sarebbe stato simile, temo, solo con 3-4 volte il numero di aerei americani abbattuti, peraltro storicamente solo 10 su 386 ergo poco più del 2,5% del totale. Pensate un pò: di fronte ad una tale vittoria, oltre il 97% dei partecipanti della parte vincente, tornarono effettivamente vittoriosi.
Poi abbiamo studiato non tanto il riarmo della Yamato, ma la sua sostituzione con il nostro gagliardissimo De la Penne. Si potrebbe usare una nave giapponese equivalente al posto suo? Sicuro, per esempio un caccia classe Kongo. Uno dei quali, tra l'altro, abbatté accidentalmente, proprio con un cannone Phalanx, un A-6 americano durante un'esercitazione anni fa. Ma pur essendo delle potenti navi AEGIS (di fatto sono delle versioni locali dei 'Burke'), queste unità non le conosco particolarmente bene, anche se si distinguono facilmente dalle cuggine americane avendo sia un albero principale a traliccio (assai più sgraziato) che il cannone OTO da 127 a prua. Però come difesa ravvicinata mi paiono relativamente deboli, mentre è proprio quest'ultima caratteristica che mi interessa. E quindi andiamo con il nostro De la Penne, che non è una nave AEGIS, ma come difesa ravvicinata è a prova di macchie, anche quelle più difficili. Proprio quello che fa al caso nostro, visto che parliamo della II GM dove gli aerei arrivavano come le cavallette!
Notare bene che questa vicenda è parzialmente riattata rispetto al contesto storico. Sarebbe assurdo che si rimpiazzasse una nave di quell'epoca con una moderna, A MENO CHE, ovviamente, non si omettessero i sistemi missilististici superficie-aria, specialmente quelli a medio-lungo raggio.
Questi, e non certo delle artiglierie che, sebbene precise e letali più di qualsiasi altra dell'epoca (II GM), sono pur sempre quello che era già abbastanza noto all'epoca, ovvero cannoni antiaerei a tiro rapido. Voglio dire: i piloti dell'epoca potevano temere i cannoni Super Rapido, certo; ma potevano benissimo apprezzare che mentre un incrociatore portava 12 cannoni antiaerei, qui ne abbiamo soltanto 4. Notare che un caccia GEARING, per esempio, aveva ben 6 cannoni da 127 mm con spolette VT e guida radar, mentre per la difesa ravvicinata schierava ben 4 impianti quadrupli da 40 mm, sebbene privi di spolette di prossimità (all'epoca impossibili da implementare su proiettili così piccoli, a meno di non togliere praticamente tutto l'esplosivo che in teoria avrebbero dovuto portare all'esplosione...). Erano le migliori armi a.a. esistenti all'epoca a livello mondiale. A distanze limitate (entro i 2.000-3.000 m) questo dava un volume di fuoco impressionante, certamente maggiore di uno o due Phalanx e un cannone Mk 45. Oltretutto potevano sparare a più bersagli in simultanea di quanto possano fare le navi moderne. Proprio così, un Gearing poteva tirare almeno 80 RPM con i 127 mm, più fino a circa 1500 con i cannoni da 40 mm. Se avessimo l'equivalente moderno, dovremmo vedere sparare 2 Compatto e circa 3 Dardo. Ma con la possibilità nominale di ingaggiare fino ad una mezza dozzina di target contemporaneamente, anche se in maniera ovviamente meno efficace.
Ma le navi moderne possono schierare armi di grande gittata, tale da rendere impossibile avvicinarsi senza pagare un caro prezzo. Ma quanto 'caro'?
Un sistema Standard SM-1, per esempio, ha una funzionalità tattica limitata. C'é un radar 2D a lungo raggio, che può essere di vari modelli americani o nazionali, come nel caso del De la Penne; poi c'é il radar 3D che in genere è l'SPS-52, che assegna ai singoli radar di tiro i dati su cui puntare; e poi c'é il sistema di controllo del tiro, che ha generalmente due radar SPG-55 con le loro grandi antenne paraboliche, il tutto associato ad un lanciatore Mk 13 singolo, capace di tirare fino ad un massimo teorico di 6 colpi al minuto. Dico massimo teorico perché effettivamente, un singolo missile deve essere comunque capace di acquisire il target e per farlo deve vederlo tramite il riflesso dato dalle onde radar. Un singolo sistema SM-1 può conseguentemente controllare soltanto 2 bersagli per volta. Peraltro, se questi volano vicini vicini, può anche ingaggiarne di più. I missili, invece, sono autonomi e possono essere lanciati in quantità industriale se è possibile e comodo farlo, sempre contro lo stesso bersaglio. In sostanza, i sistemi radar illuminano i bersagli, e i missili li vanno a prendere.
Se fossero sistemi missilistici con armi tipo SM-2, invece, sarebbe possibile pre-programmare i missili aumentando la gittata e la possibilità, con illuminazione alternata nel tempo, di ingaggiare anche 3-4 bersagli per ciascun radar. Ma questa possibilità è maggiormente favorita, se è disponibile un sistema AEGIS, che permette sia la programmazione al lancio, che quella d'aggiornamento durante il volo.
Il De la Penne non ha né AEGIS né SM-2, per cui si deve arrangiare con le procedure standard. Questo significa lanciare un missile ogni 10-12 secondi, ma a quel punto è difficile poter cambiare il target una volta in volo, cosa che invece fa l'SM-2/AEGIS. Tanto meno è facile fare un profilo di volo energicamente efficiente come nell'SM-2, che riesce a trovare una maggiore gittata grazie alla maggiore 'intelligenza' rispetto al progenitore. La gittata è di circa 45 km; una volta si pensava che questa fosse la gittata della prima versione, e si sapeva che la gittata massima del RIM-66B fosse stata aumentata del 45%; ma adesso pare che in realtà la gittata originale fosse di soli 32 km, del resto il motore era lo stesso degli ultimi tipi di Tartar (e anzi: i primi Tartar arrivavano a soli 13 km).
Come faranno dunque gli americani ad affrontare questa nuova nave, che supponiamo navighi da sola (volendo, si potrebbe anche farla navigare con la scorta giapponese originale, ergo 8 caccia e 1 incrociatore leggero, ma francamente non so quanto sarebbe utile e sopratutto, quanto sarebbe prevedibile l'esito), come primo e più semplice esercizio.
Il trucco è duplice:
1- anzitutto arrivare lì ASAP, ergo IL PRIMA POSSIBILE. Questo significa che il De la Penne avrà pure un deposito con 40 missili SM-1, ma non bisogna dargli il tempo di svuotarlo! A 6 RPM questo avviene in 6,6 minuti. Questo significa che aprire il fuoco o meno a distanza di oltre 40 km è fondamentale. Se, per esempio, la nave aprisse il fuoco a 67 km di raggio, avremmo un tempo sufficiente per il tiro di tutti i missili (almeno in teoria) disponibili. Persino i più veloci caccia americani ci metterebbero circa 6 minuti per avvicinarsi, e i bombardieri anche 10.
MA se il raggio è di 45 km, il che significa a quote medie, probabilmente non più di 40 km, allora la situazione è diversa. In ogni caso, è verosimile che il De la Penne non sparerebbe fino a circa 40 km di distanza. Perché? Perché oltre quella distanza sarebbe ben difficile che gli americani potrebbero avvistare la nave otticamente, mentre i pochi radar aeroportati potrebbero essere ingannati dal sistema ECM della nave o semplicemente non riuscire a vederla. E poi entro i 40 km la gittata è abbastanza ridotta da poter lanciare i missili con le migliori probabilità di colpire il target. Quindi vada per il dato a 40 km.
2- gli aerei devono volare a media quota perché così facendo, possono restare fuori dal tiro dei micidiali Aspide a corto raggio, ma sopratutto di limitata gittata. E' ben vero che così ci si espone al tiro degli SM-1, ma la distanza ravvicinata per l'attacco finale sarà più facilmente percorribile in picchiata a 700 km/h, piuttosto che volare radenti. Sopratutto, sfruttare il limite di circa 45° dei radar di scoperta aerea della nave, cosa impossibile volando bassi, ma possibilissima volando 'medi'. Meglio che mai, dunque, se si considera che volando a media quota, si potrà arrivare dentro il 'cono di silenzio' già a distanze (orizzontali) analoghe alla quota. Ergo, 6.000 metri di quota = 6.000 metri di distanza orizzontale. Il che significa una diagonale di ben 8,4 km!!! Questo porta gli aerei a 'sparire' prima ancora che arrivino a gittata utile dei cannoni OTO, e questo volando al limite della quota operativa dell'Aspide (5-6.000 metri). Certamente i radar di tiro possono trovare target anche a quote maggiori e seguire quelli agganciati prima che i target finiscano nel 'cono'. Però saranno solo tanti target quanti sono i radar ('na cifra! NdA). Per gli altri ci vorrà da cercarli individualmente, e non è così facile.
Se si riesce a fare questo, è fatta. O meglio: è una cosa che diventa possibile fare.
Quando i velivoli americani scendono, quindi, devono ondeggiare verticalmente, variando il valore dell'angolo di picchiata, diciamo tra 45 e 60° o giù di lì. Un paio di 'serpeggiamenti' (o anche uno solo, ma ampio) e in un momento sono riusciti ad arrivare da 7 a 3 km, a quel punto aprono il fuoco. A 200 m/sec, la distanza effettiva è coperta in appena 20 secondi! Non molti davvero, considerando che i primi proiettili arriveranno a segno a 5 km circa dalla nave, oppure che questa apre il tiro da almeno 8-9 km e quindi sprecherà sicuramente molte munizioni per beccare questi bersagli così distanti, altro che 'one shot, one kill'.
Comunque sia, per i preistorici aerei americani, il problema non è certo di semplice soluzione e sottintende sicuramente molte perdite da sostenere, già durante l'avvicinamento, per non dire dell'attacco diretto.
Anzitutto deve essere giorno e con buone condizioni meteo, con una visibilità ottimale, almeno decente, perché le nuvole avvantaggiano soltanto la nave!
La questione principale, comunque sia, è l'organizzazione (riusciranno a tracciare il target in maniera continuativa, nonostante che lanci missili contro i ricognitori?). I gruppi di portaerei non potranno lanciare i loro attacchi isolati, sennò davvero verranno annientati uno dopo l'altro. Non è un viaggio di piacere.
La potenza di fuoco delle formazioni d'attacco americane deve essere adattata in modulazione e frequenza, per così dire.
Abbiamo a disposizione 180 caccia, che sono per lo più Hellcat, ma in realtà vi sono sicuramente anche parecchi Corsair, che all'epoca erano diventati uno standard su molte portaerei, e sempre più importanti per le loro maggiori prestazioni contro i kamikaze, dove servivano intercettori velocissimi piuttosto che duellatori relativamente lenti come i Grumman. Infine vi sono ben 75 Helldiver ma sopratutto 131 Avenger, lenti ma inesorabili (però vulnerabili).
La tattica è stata già descritta prima: i caccia arrivano, mitragliano la nave nemica, poi arrivano i bombardieri sganciando le armi e infine gli aerosiluranti, aiutati dagli altri aerei in ogni modo possibile.
Ma per fare questo, bisogna fare in fretta e bene.
Ipotizziamo che l'intelligence americana, sempre così attiva, abbia fatto un ottimo lavoro per captare le capacità della nuova 'super-nave'. Sanno che armi ha, che prestazioni hanno, che capacità hanno i suoi radar e così via. Magari non nel dettaglio, ma comunque sia molto accurati nella descrizione.
A quel punto il piano di battaglia sarà chiaro e cercheranno di sfruttare ogni possibilità a proprio vantaggio e ogni possibilità a svantaggio del nemico, minimizzandone le possibilità difensive.
3) MA, cosa succede se per esempio, vi è una copertura nuvolosa (o addirittura piove)? In tal caso tenersi alla larga, finché non vi siano migliori condizioni.
In alternativa, almeno con una buona visuale, c'é però un'altra possibilità.
L'attacco a volo radente! Esatto. Fino a 30-40 anni fa sarebbe stato un elemento vincente di ogni tattica aerea. Ma ora come ora, non so se ne valga la pena perché il De la Penne è ben armato anche contro i missili sea skimming, figurarsi contro aerei che vanno 2-3 volte più lenti e sono molto più grossi come RCS. Però... non è detto che i missili SM-1 possano abbattere con facilità target sotto una certa quota. Se la tangenza nominale minima è di 45 metri ma i target volano a circa 15, potrebbero forse scamparla, e mettere anche in seria difficoltà gli Aspide (la spoletta è effettivamente garantita per 15 metri).
Non è facile dire quale livello di efficacia abbia questo tipo di attacco, ma i giapponesi, storicamente, o eseguivano attacchi kamikaze da alta quota, oppure radenti con cabrata fino a circa 1.500 m per poi attaccare in picchiata finale. Se una formazione di caccia scendesse a bassa quota e cominciasse da 2 km a sparare razzi e mitragliere, potrebbe forse ottenere dei risultati prima di essere annientata? Probabile.
Ad ogni modo, un attacco a bassa quota richiede molta coordinazione e addestramento. Sicuramente lo potranno eseguire gli Avenger, ma non è detto che sia la stessa cosa per i caccia e men che mai per i bombardieri in picchiata. In ogni caso, quando ci si avvicinerebbe alla nave, gli aerei americani avrebbero circa 40 secondi di tempo 'vulnerabile', a 100-150 m/sec, tra 7 e 1-3 km, quando inizierebbero anche loro a sparare con le proprie armi contro la nave. Questo tempo è rimarchevolmente simile a quello dei bombardieri in picchiata, o solo leggermente maggiore. Tutto sta, quindi, se A) sia più difficile per gli SM-1 abbattere bersagli a quote molto basse e a distanze rilevanti (diciamo oltre 10-15 km); B), se sia possibile coordinare l'attacco a bassa quota con sufficiente competenza.
SE, per esempio, vi fosse questa possibilità (e magari, in cielo, troppe nuvole), allora non penso ci sarebbero troppi problemi se gli aerei americani, alle prime salve dei missili nemici, si gettassero dalle quote a cui volano (che a quel punto potrebbero benissimo essere più basse, per esempio, anziché 6.000-7.600 m, potrebbero essere 1.500, 3.000, 4.500, o 5.100 m circa), scendendo velocissimi in picchiata o planata, fino ad arrivare a pelo d'acqua, per poi continuare ad avvicinarsi verso la nave 'giapponese'. Questa è una possibilità molto concreta ed è quasi sicuro che, visto il tipo di armi che hanno, i siluranti farebbero DAVVERO così, il che tra l'altro darebbe loro un probabile VANTAGGIO... sulla stessa ondata di bombardieri in picchiata, appena più veloci in volo orizzontale, ma più lenti rispetto agli Avenger che viaggiano in planata, perdendo circa 3.000 m al minuto e scendendo in due minuti da 6.000 (esempio) a circa 15 metri, cosa che comporta qualcosa come una componente di velocità verticale di ben 180 km/h! Questo renderà questi velivoli estremamente veloci, non c'é dubbio alcuno. Probabilmente terranno sui 500-550 km/h di velocità d'avvicinamento, se non oltre, potendo addirittura quasi competere con i caccia, per cui sarà bene che siano mandati in coda alla formazione e ben distanziati, se vogliono arrivare per ultimi!
Come si vede, non c'é niente di così scontato. SE poi gli aerei americani usano 'falsi bersagli' è ancora meglio. Pensate soltanto alla confusione che si genererebbe se, almeno i multiposto, utilizzassero sacchi di chaff, mentre si avvicinano e magari perdono pure quota in planata/picchiata. Oppure, se i caccia monoposto, visti i primi missili, sganciassero gli eventuali serbatoi esterni che, sebbene non di natura metallica, potrebbero figurare comunque come bersagli sui radar della nave.
Poi gli aerei siluranti Avenger hanno anche razzi HVAR: potrebbero anche utilizzare quelli e in teoria almeno, potrebbero usare sia quelli che il siluro. Si potrebbe arrangiare una squadriglia di Avenger con 6-8 HVAR, oppure dare a tutti gli aerei diciamo 4 HVAR più il siluro, in maniera da non essere troppo appesantiti.
Guai a sottostimare gli americani!
Ecco un immaginario ordine di battaglia stilato dai comandi alleati per affrontare la 'wunderwaffe' dei giapponesi (ovvero... il nostro De la Penne). Notare che esso NON comprende il discorso del volo radente in maniera generalizzata, che invece è probabilmente una scelta saggia e certamente svolta dai siluranti (che serviranno a dare il colpo di grazia alla nave nemica).
DECALOGO (per così dire...)
1- gli aerei dovranno arrivare a media quota, tra i 7.000 e gli 8.000 metri. Più no, ma nemmeno più in basso.
2- gli aerei dovranno radunarsi in gran numero per fare l'attacco iniziale, potendo sfruttare la loro lunga autonomia oraria e chilometrica
3- gli aerei che aprono la formazione sono i caccia. Quelli più veloci, il che significa quanti più Corsair possibile.
4- i caccia devono essere armati in maniera leggera, ma per quanto possibile, completa: oltre al potente armamento interno abbiamo una batteria di razzi HVAR, fino a 8 per aereo. Però pesano, per cui l'ideale sarebbe usare soltanto 4 razzi con spoletta VT che li rende oltre 5 volte più efficaci
5- appena vedono le scie dei missili aprono in formazione di combattimento, allargandosi il più possibile ma restando compatti a sufficienza, specie quando si avvicina alla nave nemica. Inizialmente, dovrebbero essere sui 500 metri almeno tra ogni aereo, il che rende la formazione sparpagliata ma riduce drasticamente la possibilità di tiro con ingaggio multiplo da parte dei missili SM-1. E siccome ogni missile ha la capacità di abbattere un target con probabilità di successo molto elevata, lanciare 2-3 missili contro lo stesso target sarebbe probabilmente solo uno spreco. Questo metterebbe in difficoltà la difesa della nave, impossibilitata a lanciare tutti i missili che potrebbe.
6- la rotta: assolutamente evitare attacchi se questi non sono SOTTOVENTO, se è vento di una certa forza e costanza è meglio ancora. Consultare ovviamente il servizio 'meteo' per i venti dominanti e le quote. Scendere gradatamente di quota, circa 500-600 metri al minuto, per accelerare ulteriormente. Dare al contempo tutto gas, il che da solo significa oltre 600 km/h. Con la discesa in lieve planata (3 minuti per circa 1.500 metri), più vento in coda, si potrebbero ottenere velocità effettive al suolo dell'ordine dei 720 km/h, specie con i Corsair.
7- arrivare a media quota con la nave nemica a più di 45° di angolo in basso per essere sicuri di essere nel suo cono di silenzio
8- scendere a circa 700 km/h, non troppo veloci per non perdere la propria manovrabilità, gas relativamente ridotto, a circa 50-60°. A quel punto ondeggiare di +/- 5/10° per evitare di essere un target troppo facile, delfinando cambiando l'inclinazione e rovinando la soluzione di tiro della nave oltre i 3 km circa
9- aprire il fuoco da circa 3 km, con un paio di lunghe raffiche da 5 secondi l'una. Lancio di razzi tra la prima e la seconda, a circa 2 km possibilmente.
10- se è possibile utilizzare il chaff. Non è chiaro quanto l'USN ne avesse, visto che i radar giapponesi erano così primitivi. Però era disponibile almeno teoricamente. I giapponesi, per esempio, usavano il loro 'gimanshi' (carta che inganna) con un certo successo contro i radar americani. Il chaff, come dimostrato alle Falklands, persino nelle sue forme più primitive, può essere una soluzione sorprendentemente efficace contro minacce anche sofisticate, specie se usato al momento giusto e/o in grandi quantità. I caccia, però, ben difficilmente potrebbero averlo, mentre per i bombardieri e siluranti non c'é problema, hanno le postazioni difensive posteriori da cui poter buttare i pacchi di chaff, o addirittura i vani portabombe interni che potrebbero essere caricati anche con questi oltre che con le armi normali. Ma questi aerei sono troppo lenti per precedere i caccia.
11- ovviamente arrivano poi i bombardieri in picchiata, a 60-70°. Le loro armi: bombe HE da 1.000 lb. In alternativa, potrebbero essere anche gruppi di bombe, se questo è considerato più vantaggioso (lo è?), per esempio 1 bomba da 500 lb e 2 da 250 lb, facendo 'forcella' anche senza colpire direttamente il target sono comunque dolori. Inoltre anche una singola bomba da 250 lb HE è pur sempre pericolosa, qui parliamo, dopotutto, di un bersaglio assolutamente sprotetto, a parte qualche pannello balistico nei punti più sensibili (depositi munizioni? COC?)
12 - infine arrivano i TBF Avenger, a circa 360-400 km/h a bassa quota, radenti, dopo avere fatto una planata rapida per tenere più o meno il passo dei caccia e dei bombardieri. Hanno un siluro da 559 mm, Mk 10-13 che ha ben 260 kg di HE, equivalenti a circa 400 kg di TNT. Una testata potentissima, oltre il doppio rispetto alle versioni fino alla Mk 9. Questo può fare la differenza, per esempio tra danneggiare una nave silurata, oppure spaccarle la chiglia e affondarla. La spoletta: possibilmente una a contatto, quella magnetica è buona ma potrebbe essere insufficiente perché la demagnetizzazione della nave è probabilmente efficace al punto da mettere in dubbio l'efficacia della spoletta. Però anche settata a 3 metri di profondità, è sufficientemente potente per squassare l'intera fiancata della nave bersaglio e mandarla in seria crisi.
13- tattiche: uso delle mitragliere, possibilmente fin dalla massima distanza, a seconda della necessità si usano o meno durante lo sgancio delle bombe (se la nave ancora ha una certa capacità difensiva, può valerne la pena), oppure ci si concentra solo sulla bomba da sganciare.
14 - tattiche: manovre evasive, secche e rapide, tenere d'occhio i missili in avvicinamento cercando di vederli anche quando volano con il motore in crociera o per inerzia (se ci sono le scie di condensazione sarebbe ok). Virate secche, picchiate/richiamate rapide, ma mai salite in quota durante la manovra, anche se il missile arrivasse da quota maggiore.
Possibilità di sopravvivenza: quelli americani della II GM erano tipicamente aerei robustissimi, ben corazzati nei punti vitali, pressoché vuoti in molti altri. Non era facile buttarli giù anche con danni che incenerirebbero molti aerei moderni 'pieni' di carburante ed elettronica.
Possibilità di colpi a segno:
missili 65%
proiettili sul 5-10% (raffica di 5-10 colpi: circa 80% Pk entro i 3 km, circa il 50% oltre).
Da parte degli aerei:
-proiettili circa il 2% di media;
-razzi, circa il 2% (ma il 4% con spolette VT);
-bombe, circa il 30% diretti, 50% considerando tutti i colpi 'utili' (entro i 15 metri circa dalla nave).
-siluri: circa il 20%
Adesso standardizziamo anche i risultati diretti.
Lo so, odio i risultati standard, ma almeno è più facile fare comparazioni, perché ovviamente, ci saranno PARECCHIE versioni anche in questa battaglia:
Modello: da 1.000 lb HE (500+ lb TNT)
-1a bomba a segno: sovrastruttura anteriore-settore posteriore = tutti i radar della sovrastruttura KO, fumaiolo demolito, batteria missili SSM distrutta e probabilmente esplosa (ma concedo il beneficio del dubbio), molto probabile la messa KO anche dei radar di scoperta poppieri.
-2a bomba a segno: sovrastruttura posteriore-settore anteriore (sigh, a parte l'estremità di prua, queste sono le uniche due zone dove puoi distruggere un pezzo di nave senza calcolare quante esplosioni secondarie cagionerai) = tutti i radar di poppa KO, anche i due fumaioli poppieri KO (notare come praticamente la nave sia 'duplicata' quanto a capacità operative)
-3a bomba a segno: specchio di poppa = timoni KO, falla a poppa con 3 compartimenti allagati, circa 500 t d'acqua imbarcate inizialmente, KO operazioni elicotteri e probabilmente anche cannone poppiero (comunque a quel punto inutilizzabile)
-4a bomba a segno: centro nave sulla coperta = penetrazione ponti, esplosione, falla centrale, almeno 3 compartimenti allagati, incendi sala macchine, incendio/esplosione missili SSM (almeno 1-3 testate OTOMAT esplose)
-(5a) bomba a segno (near-miss): vicina a fianco nave centrale (sx?) con almeno 1 compartimento allagato.
-5a bomba a segno: a prua, davanti al cannone con esplosione all'uscita dallo scafo, falla e almeno 2 compartimenti allagati
-6a bomba a segno: lato della sovrastruttura anteriore, almeno 2 compartimenti allagati.
Affondamento: dalla 4a bomba in poi è possibile che avvenga con le sole bombe e senza considerare le esplosioni secondarie.
Più o meno i risultati sarebbero questi qua. Non so dire se sono stato troppo buono con la nave, ma almeno ho evitato che la 1a bomba andasse sul deposito munizioni da 127 e la 2a sul tamburo lanciamissili SM-1 ancora mezzo pieno.
Siluri:
1o siluro: a prua, davanti al cannone da 127, fuori appena dal deposito munizioni. Non affonda (almeno per questo solo risultato)
2o siluro: a centro nave, almeno 2 compartimenti allagati. Non è detto che affondi e se sì, non prima di 12 ore.
3o siluro: a centro nave, almeno altri 2 compartimenti allagati. Affonda, entro 1-2 ore al massimo, così come più probabilmente, sui 30 minuti.
4o siluro: zona centro-poppiera, lato opposto (sx?), almeno 1 compartimento extra allagato, lo scafo si spacca e la nave affonda in circa 4-5 minuti.
Razzi:
1a salva a segno: 2-3 razzi sulla sovrastruttura di prua: almeno il 50% dei radar KO
2a salva a segno: 2-3 razzi sulla sovrastruttura di poppa: almeno il 50% dei radar KO
3a salva a segno: 2-3 razzi sulla sovrastruttura di prua: tutti i radar eventualmente attivi, KO
Potrebbe andare? Mah, un pò così. Ma non mi è venuto meglio. Notare come con 2 bombe e 1 siluro a segno la nave, benché totalmente disarmata, sarebbe ancora capace di tornare indietro (con la prua sfasciata), anche di più se qualcuno l'aiuta da fuori.
Le ambiguità e le (in)certezze
Tenete presente che queste cifre sono solo indicative. Massimo Annati, per esempio, raccontava su di un vecchio numero di RiD, che la difesa delle navi italiane, negli anni '80, fu trovata gravemente manchevole. Infatti, i famosi cannoni antimissile Dardo, che sono stati probabilmente il primo CIWS occidentale (l'entrata in servizio, infatti, è anteriore anche rispetto al Phalanx americano, ma posteriore di qualche anno rispetto ai tipi AK-630 russi), ha avuto non pochi problemi pratici. Nei primi collaudi ufficiali (1976), malgrado tutte le migliorie, a cominciare dalle spolette di prossimità, fu rilevato come soltanto il 30% dei missili antinave subsonici sarebbero stati abbattuti a distanze superiori ai 900 metri. E questo con un cannone che ha 4.000 metri di gittata antiaerea nominale.
Ma negli anni '80 successe qualcos'altro. In pratica, si scoprì che dopo circa 5 anni di vita, le spolette dei cannoncini Breda... non funzionavano. Il modello, prodotto (probabilmente dalla Borletti) in Italia su licenza Bofors, era talmente sensibile ai 'segni dell'età', che soltanto il 25% delle spolette funzionava ancora, ad appena 5 anni dalla produzione. Questo significa, a parte gli impatti diretti naturalmente, che le torri Dardo, che basavano sulla gittata e la potenza della spoletta di prossimità il loro potenziale, non erano poi così temibili! Già il fatto che ben il 70% dei missili, stando ai primi collaudi, sarebbe passato a meno di 900 metri dalla nave (circa 3 secondi dall'impatto, detto in altri termini! E con molto rischio per le schegge 'volanti' verso la nave), smentiva di fatto la gittata utile contro il tipo di minaccia maggiore (i missili). Se poi abbiano ottenuto valori migliori non lo so, ma in questo modo non erano superiori alla gittata pratica dei Phalanx da 20 mm americani. Certo è che i collaudi li fecero con le munizioni originali. Ma negli anni '80, il modello, prodotto su licenza, aveva dimostrato di scendere, quanto ad affidabilità, a soltanto il 25%. Questo comporta come conseguenza, che il complesso Breda Dardo, che nominalmente sparava 600 colpi al minuto, è come se ne avesse tirati appena 150. Chissà la percentuale di successo, in tal caso, a che valore sarebbe scesa? (forse ad una sola cifra?). Notare bene, che all'epoca la MMI non faceva soltanto esercitazioni 'in casa', ma aveva cominciato anche a pattugliare le acque del Golfo Persico, dove arrivavano missili da tutte le parti durante la Guerra del Golfo (Irak-Iran).
A quel punto la MMI, da sempre attentissima alla minaccia contraerei, passò subito alla modalità 'emergenza', infatti si era verificato che il lotto di munizioni originali svedesi non presentava tale decadimento. Così, in attesa della fornitura di spolette affidabili anche dall'industria italiana, si dovette sopperire comprando altre spolette svedesi originali! Ovviamente, da allora ne hanno fatti tanti di progressi, e questo era vero anche negli anni '90, ma vale comunque come monito. Certamente l'industria italiana (e non solo, ovviamente), non è particolarmente lieta di ammettere le sue defaillance quando si verificano, e se poi si leggono notizie in merito nella stampa di settore (con la pubblicità delle stesse industrie, Borletti inclusa...), è soltanto dopo anni e quando il problema è stato 'fissato'. Non so se mi spiego. Eppure il Dardo era stato già all'epoca testato per oltre 10 anni, per cui di sorprese non dovevano essercene.
Inutile dire poi delle problematiche emerse dai moderni missili inglesi durante le Falklands, dai Sea Wolf che spesso 'congelavano' prima del lancio, ai Sea Dart che non vedevano bene a bassa quota, ai Rapier con gli affusti che si mostravano 'delicati' durante il dispiegamento operativo nell'arcipelago, e così via.
E notare bene che certi problemi, mentre si cerca (sperabilmente con successo) di risolverli, sono ben tenuti sotto silenzio, sia in tempo di pace, che in tempo di guerra (i Rapier erano visti come uno dei migliori prodotti inglesi e c'era molto imbarazzo a dover ammettere, per esempio, che gli oltre 10 kill registrati sono stati probabilmente solo tra 1 e 5).
Del resto, se persino su RiD, alla fine si è realizzato (lettera di risposta di RiD ad un lettore), dopo lustri di lusinghe, che le Lupo sono talmente anguste da rendere la manutenzione problematica (e te credo, ficcare in un piccolo scafo tutte quelle armi, sensori e uomini...), è stato soltanto perché adesso bisogna comprare le FREMM/Bergamini, che con un armamento inferiore... hanno un dislocamento circa 2,5 volte maggiore (per non parlare del costo). Chiaro, no?
Un'altra rivelazione è l'affidabiltà dei cannoni da 76 mm italiani dei primissimi modelli. Si dice, sempre stando ad Annati, che quando un cannone da 76 mm di prima generazione tirava una tipica raffica da 10 colpi (a tutt'oggi, a quanto pare, questo è lo 'standard' degli ingaggi: nelle esercitazioni appare tipico utilizzare raffiche da 10 colpi da 76 o 5-6 da 127 mm), SENZA inceppamenti e problemi tecnici vari, vi fossero festeggiamenti e brindisi. Quasi certamente si trattava di cannoni da 76 MMI (prima ancora c'erano altri due modelli, il sovrapposto e l'SMT). Certamente saranno stati migliorati con il tempo, ma il disegno base non era probabilmente molto affidabile, anche se garantiva prestazioni migliori, almeno sulla carta, dei vecchi pezzi da 76/50 americani (canna il 25% più lunga, cadenza di tiro maggiore di circa il 30%, torretta chiusa con leggera protezione balistica, raffreddamento parziale ad acqua -senza manicotto, solo dopo ogni raffica- e maggiore quantità di munizioni, presumibilmente almeno, pronte al tiro).
Persino i primi cannoni da 76/62 Compatto non è che abbiano dato grande prova di efficienza, forse il materiale era troppo leggero. Benché utilizzati con successo in guerra già nel 1973 (quando erano entrati in servizio da appena qualche anno), la loro precisione è stata oggetto di numerosi 'miglioramenti', il che qualcosa dice. Stando ad alcune testimonianze, alla massima cadenza di tiro l'affusto tendeva ad 'autodistruggersi' e quanto a precisione, una raffica di 10 colpi non poteva essere mantenuta entro un bersaglio di ben 6 metri di lato a distanze di appena 460 metri.
Questi problemi saranno certo stati superati, tanto che il Super Rapido è capace di precisione sotto il millirad a 1 km (significa meno di 10 cm!), però è sempre bene non fidarsi al 100%. Il fatto che tiri raffiche da 8-10 colpi per volta, significa che con tutti progressi della balistica interna, aerodinamica del proiettile, spoletta, FCS, alla fine la munizione non è ancora 'perfetta'. Persino i proiettili guidati DART vengono generalmente tirati in raffiche da 3 colpi.
Quanto al cannone Compatto da 127 mm, è un'arma potente, non c'é che dire; peraltro, inizialmente la davano a 45 RPM, adesso parlano di 40 RPM, ma nelle esercitazioni si vede che la cadenza è piuttosto 36-38 RPM, a meno che questa non sia da 'tempo di pace'. Però i cannoni SR sparano davvero a 120 RPM anche nelle esercitazioni.
Anche la gittata utile di tutte le armi, per via della densità dell'aria, è minore. SE è vero che i missili supersonici perdono il 25% di velocità ogni 5 secondi SLM, significa che gli Aspide, dopo circa 10 secondi (e 13,5 dal lancio) avrebbero percorso soltanto 6 km, 1 km accelerazione, e 5 km decelerazione (tra 600 e 400 m/sec). Non so come sia possibile dire che essi abbiano una gittata di ben 15 km a bassa quota, ma per ottenere tale prestazione dovrebbero andare alla massima velocità ottenibile solo a termine combustione, per ben 25 secondi filati! E' difficile pensare che questo sia anche solo teoricamente possibile. Ci vorrebbe un sustainer di almeno 10-15 secondi per ottenere questo, oppure una velocità molto alta, tipo mach 3,5-4. Ma entrambi i casi sono contro l'Aspide: esso è molto rapido nell'arrivare alla massima velocità, con 3.500 kg/s per 3,5 sec (120.000N), ma poi è altrettanto rapido nel perdere quel che guadagna.
In volo radente perde sicuramente in fretta l'energia. Salendo in quota, del resto, non è molto meglio: c'é una ragione per cui la tangenza pratica è variamente indicata in 5.000-6.000 m (questa è la prima generazione di Aspide, l'unica per la quale abbiamo dati dettagliati, curiosamente... e ci rifacciamo ad essa perché a metà anni '90 è facile che il De la Penne non avesse armi di nuova generazione; in ogni caso, mancano i dati). A 6.000 m la perdita del 25% di velocità accade in 10 secondi, la media sarà circa 6-7 secondi, ma durante la salita il missile perde comunque molta energia K diventata U (potenziale) che è del tutto inutile perché il missile non potrà sfruttarla tornando 'giù'.
Solo un profilo balistico da media-alta quota potrebbe portare sui 15 km contro bersagli SLM, ma per farlo il missile deve aumentare il percorso e quindi la velocità media sarà più bassa. Del resto, il Sea Sparrow americano va a mach 2 ma la media sulla max distanza è mach 1; l'Evolved Sea Sparow è capace di mach 4, e raddoppia anche la velocità media. Resta il fatto che essa è molto inferiore rispetto a quella di punta e paradossalmente, un missile subsonico come l'Harpoon o l'Exocet può quasi competere con il bisonico Sparrow quanto a tempi di percorrenza sulla distanza massima (diciamo 15 km in circa 1 minuto?)
Una volta che il missile Aspide arrivasse a quote e/o distanze tali da ridurre la velocità di due cicli, quindi su mach 1,1-1,2, allora la sua capacità di manovra, intesa come numero di G, sarebbe molto limitata. Tecnicamente può virare ad almeno 40G, che è prodigioso come valore ma è altrettanto drammatico come perdita di velocità. MA se anziché a mach 2 questo accade a velocità inferiori? Non può. A poco più di mach 1, l'Aspide, come tutti i missili, potrà virare a valori di poco sopra, se ci riesce, ai 10 G. Considerando che a 6.000 m la velocità di 'stallo' del missile potrebbe essere, diciamo, sui 400 km/h (e circa 300 SLM), e che a 9G ti serve una velocità tripla rispetto al valore di stallo, anche se hai sotto mano 1.300-1.400 km/h di velocità massima, a 9G potresti esaurire questo valore in forse appena 2 secondi, visto che non c'é un motore attivo, che possa compensare nemmeno parzialmente l'attrito. Dopo di che, avviene uno stallo ad alta velocità, per cui se c'é bisogno anche 'solo' di 3 secondi a 9G per riuscire a prendere il target, puff... mancato (magari di 20 metri). Se l'alternativa è virare più lento, ma così facendo non riuscire a prendere il target in manovra (volando lenti, bastano anche 3-4 G per mettere in difficoltà un avversario supersonico...), allora questo non sarà comunque preso, ma mancato perché limitandosi a 5-6 G puoi incrociarlo, ma non dove sta lui.
Resta il dubbio delle capacità degli SM-1 RIM-66B a bassa quota, anche al di là della quota minima di 45 metri ufficiale (che se fosse vera, darebbe una 'autostrada' all'attaccante in volo a 15-30 metri, ma anche basso fino a 6 metri sul livello del mare... se necessario... addirittura più in basso di molti missili antinave! Chiaramente, però, a quel punto senza alcuna possibilità di manovra... o la va, o la spacca... ), ma è facile che la loro gittata effettiva sia inferiore di circa la metà in questi contesti.
Se così è, gli attaccanti pagherebbero la maggiore esposizione ai sistemi CIWS e Aspide, con una minore esposizione ai micidiali SM-1 ad alta quota.
In effetti l'SM-1, se ha circa 25 secondi di spinta, e una velocità massima sui 3.000 km/h (ma non necessariamente a bassa quota), allora avrà una spinta effettiva, tra accelerazione e traiettoria, che probabilmente a bassa quota sarà tra 15 e 20 km. Dopo di che scenderà di velocità anch'esso, per cui o seguirà una traiettoria molto parabolica (ma anche qui, con maggiore percoso complessivo e quindi, velocità media più bassa), oppure se si tiene a bassa quota, probabimente andrà fino a circa 15 km di distanza, e poi perderà velocità come l'Aspide, e da mach 2,5 scenderà in 2 cicli appena a 1,5 a far tanto, in 3 cicli attorno a mach 1,1, il limite per la manovra. Questo potrebbe significare, nell'ipotesi del profilo di volo a quote molto basse (non più di 1-2 km), una gittata effettiva di circa 20-22 km prima di scendere a valori critici. Inoltre, operando a bassa quota, la spoletta è limitata in raggio di intercettazione, altrimenti esploderà prematuramente: questo significa che la 'miss distance' è inferiore e la possibilità di scampare è maggiore per il target.
Quindi nulla è perduto, e chissà se non sia persino meglio per gli aerei... magari un giorno proveremo ad elaborare anche questo piano tattico.
Tecniche di sopravvivenza per gli aerei americani
1) contro i SAM navali.
Non conosco moltissimo degli SM-1, anche perché sono pur sempre missili navali, pochissimo diffusi rispetto ai corrispettivi terrestri (HAWK), e quasi mai usati in guerra, per cui ben poco si può dire di essi, a parte il fatto che DEVONO essere ottime armi visto che sono la principale risorsa antiaerea e pure antimissile, persino anti-balistica e infine, addirittura anti-satellite, della potente US Navy. La più forte marina del mondo sarà incapace di far progettare navi sensate, come ultimamente fin troppo spesso gli è capitato (LCS = Little Crappy Ship, DD-21, Seawolf ecc ecc), ma di sicuro non è rimasta indietro con le tecnologie belliche. Nessuno, nemmeno l'Europa e la Russia, possono schierare un sistema d'arma potente come l'anonimo 'standard missile'. In origine, questo non era altro che un progetto rudimentale, di SAM di seconda generazione. Questo era il tempo dei famosi missili T, che iniziò con il Terrier, seguito dal Talos a lunga gittata e statoreattore, e infine con il piccolo Tartar, che era molto simile al Terrier di 2a generazione. La principale differenza era la mancanza di booster, il che limitava la gittata, ma questo inconveniente venne poi risolto parzialmente con un motore a doppia spinta, comparso sul Tartar mod B e sul primo SM-1MR (RIM-66A). Esso dava circa 4 secondi di spinta a tutta potenza (quasi 7 t/sec) e poi 24-28 sec a circa 900 kg/s. In seguito apparve un nuovo motore con il booster potenziato (apparentemente, 8 secondi) e un numero imprecisato di secondi per la sostentazione.
Degli altri tipi, vuoi del missile SM-2, come dei fantascientifici sviluppi previsti Typhoon e Triton, nonché dei recentissimi SM-3 e SM-6, qui non ci interessa nulla.
L'SM-1MR era differente rispetto al Tartar, essenzialmente per la compontistica più affidabile: motori elettrici anziché idraulici, ed elettronica a stato solido. Differentemente, in termini aerodinamici, era quasi indistinguibile e inizialmente ha avuto lo stesso motore, testata, spoletta, e sistema di guida. In parte, peraltro, la situazione è cambiata successivamente. Il motore migliorato ha portato la gittata a 46 km e la velocità, presumibilmente, da 1,8 è passata a 2,5 mach. La testata, spoletta e sistema di guida (passato dalla scansione al monopulse) sono cambiati negli ultimi lotti, perché hanno ricevuto le migliorie previste per l'SM-2 (RIM-66C), ottenendo una versione speciale (RIM-66D) che peraltro, latitava ancora del sofisticato autopilota per governare il volo nella maniera più efficiente e ingaggiare più bersagli in sequenza dalla stessa FCS (sempre che... ve ne sia il tempo, naturalmente, un missile antinave, per esempio, è avvistato solitamente a distanze molto ridotte e ben difficilmente sarà possibile 'suddividere' il tempo di ingaggio contro più minacce prima che arrivino a destinazione...).
Ora, a noi ci interessa questo missile. Non è chiaro quale sia il modello della MMI ma è sicuro che abbia avuto almeno il RIM-66B, se non anche il D; inoltre vi sono molti blocks costruttivi ed è facile che i mod. B siano in realtà aggiornati in maniera almeno parzialmente comparabile ai modelli D. Un certo numero di missili (il SIPRI dice 8 ma temo che gli manchi uno 'zero') fu comprato negli USA proprio in occasione del completamento dei De la Penne. Sicuramente saranno stati gli ultimi lotti costruttivi, anche perché questo missile era considerato obsoleto dall'USN e in via di sostituzione con l'SM-2MR già negli anni '80. Però non è detto che abbiano voluto cedere i missili con le tecnologie più 'delicate' e condivise con il tipo successivo. Chissà.
Ad ogni modo. Per evitare il missile (o meglio: provare ad evitarlo), gli aerei americani dovranno anzitutto avvicinarsi con buone condimeteo visto che le nubi sono un ostacolo, ovviamente, solo per loro. Dovranno vedere la scia levarsi in aria per chilometri, e poi allertati da questo, seguire il missile otticamente mentre questo si avvicina. In Vietnam e anche in altri contesti i piloti americani e non, facevano davvero così. Ma i missili russi tipo SA-2 e anche SA-3, pur avendo un sostainer, sono sensibilmente più fumosi e quindi più semplici da seguire. Il che, peraltro, non significa che non si possa fare lo stesso. In particolare, arrivare con il Sole alle spalle è cosa buona e giusta, perché fa sì che il missile venga illuminato dalla sua luce e visto con molta più facilità grazie ai riflessi del suo corpo (usualmente bianco).
Manovra (incrociando le dita): lanciare l'aereo in una virata stretta di 60-90° all'ultimo secondo utile. Oppure una breve picchiata con richiamata e virata (sui 30-60°). Mai tentare di batterlo con una cabrata, specie considerando che arriva probabilmente dall'alto e in ogni caso, non avrà problemi a seguire gli aerei Yankee. Il trucco è portarsi fuori dall'arrivo del missile, sfruttando l'estrema maneggevolezza dell'aereo con un raggio di virata ridotto, superando quel che il missile supersonico potrà fare per contrastarlo (l'SM-1 non è molto agile, apparentemente almeno). E al contempo, portarsi fuori dal raggio efficace della spoletta (e della testata), che probabilmente, ad alta quota, è sui 30 metri, che è più o meno anche il raggio utile di scoppio delle testate (almeno quelle originali da 63 kg anziché 113 di nuova generazione, che peraltro dovrebbero rendere il missile meno veloce e agile).
Per gli aerei multiposto: qualcosa di simile, e se disponibile, lanciare il chaff.
Per tutti gli aerei: se hanno tank ausiliari, prima della manovra evasiva... mollarli. Un trucco è quello di cabrare leggermente, sganciare il serbatoio, e poi virare stretti. Con un pò di buona fortuna il radar si aggancerà al tank anziché all'aereo. Una virata di circa 30° per allontanarsi (senza perdere troppo il 'ritmo') di un pò di centinaia di metri dalla traiettoria del tank, sarà certo la migliore cosa in tale occasione.
In ogni caso, appena avvistato il missile: scendere di quota di 200-300 m, usare max potenza (WEP) e continuare a scendere di circa 500-600 m/min, così da avere una velocità di planata maggiore di quella orizzontale. Usando tecniche di planata a tutto gas, gli He-177 eseguivano missioni sulla Gran Bretagna nel 1944 senza troppe perdite, arrivando sui 650 km/h per tutto il viaggio d'andata (e rientrando radenti al terreno poi). Abbastanza per mettere in difficoltà i Mosquito. Questo dà l'idea di come volendo si possa fare affidamento sulla quota. Però la quota finale, prima dell'ulteriore picchiata, sarà comunque di almeno 6.000 m a circa 6 km dalla nave. Altrimenti si rischia di cadere sotto il tiro degli Aspide.
Gli Aspide sono simili per certi versi agli SM-1, sono più agili, ma di gittata e velocità minori, senza motore sustainer, quindi perdono velocità subito dopo la fine della partenza. Finché vanno veloci sono molto agili e precisi, ma dopo alcuni chilometri sono inevitabilmente più lenti e diventa più facile batterli. Restando a 6.000 o più metri, si costringono a salire per oltre 5.000 metri netti, senza alcuna propulsione residua dopo i 3,5 secondi iniziali, pertanto, considerando che ogni 6-8 secondi perderanno circa il 25% di velocità, a quel punto saranno probabilmente poco più che supersonici, quindi molto meno agili e temibili e con minori probabilità di colpi a segno.
Poi c'é l'avvicinamento, da farsi oltre i 45°. Questo renderà impossibile (almeno contro una nave isolata) tracciare i target e acquisirli automaticamente per le FCS, che saranno così costrette, con il loro ridotto campo visivo, a cercarsi da soli i target. Serpeggiare è la cosa migliore per questi aerei, anche se allunga leggermente la durata dell'avvicinamento. Contro i missili non varrà molto, ma contro i proiettili sì. Le moderne FCS potrebbero facilmente abbattere un aereo che restasse 'prevedibile'. Ondeggiare tra 50 e 60° di discesa significherebbe ridurre sensibilmente la possibilità che la FCS riesca a trovare l'aereo, e poi contrasta meglio l'armamento artiglieresco.
Nel caso dei cannoni SR il raggio utile è di circa 6 km, i Compatto arrivano a 7. Il De la Penne ha questa potentissima e surdimensionata batteria d'artiglieria a corto raggio e bisogna che gli attaccanti non si facciano distruggere troppo facilmente prima di avvicinarsi.
ORA, nel caso di un aereo che arrivi sul bersaglio, la velocità migliore è probabilmente sui 720 km/h, ergo 450 MPH (TAS) ovvero 200 metri al secondo.
Questo comporta, però, che tra entrata nel raggio di tiro del cannone, e sorvolo (o impatto?) sulla nave, passeranno ben 30 o 35 secondi. Un'eternità.
Però il diavolo non è così brutto come lo si dipinge. Infatti, sebbene questo tempo consenta in teoria di quasi svuotare il caricatore di un SR (80 o forse, 85 colpi, a 120 RPM), in realtà, la questione non è così semplice.
Anziutto, se l'artiglieria apre il tiro solo entro il raggio consigliato, i proiettili, sparati dal Compatto da 127 a 7 km, arriveranno all'incrocio probabilmente solo 10 secondi dopo, ovvero a 5 km, quando il caccia farà 2 km di percorso netto in avvicinamento alla nave. Questo già riduce molto la distanza effettiva.
Per giunta, i Corsair o gli Hellcat, che sono quasi veloci come diversi tipi di jet (a basse prestazioni), possono a loro volta, aprire il fuoco. Quando? Entro i 3 km dal target, anche se inizialmente non sarà un granché, bastano 5 secondi per scendere a 2.000 metri e 10 secondi per arrivare a 1.000. Non ci vuole molto.
A questo unto, quindi, la vera finestra di maggiori problemi sarà, da un punto di vista balistico, quella entro i 3 km, perché a quel punto è difficile manovrare per evitare le granate con spoletta VT (circa 10 m di raggio), però si può sparare a propria volta iniziando a fare la propria missione (danneggiare la nave nemica). Dall'altro lato, c'é questo spazio tra 5 e 3 km in cui gli aerei possono soltanto incassare colpi e zitti. Tuttavia, questo comporta appena 10 secondi di volo effettivo! Non molto, dunque, che per un Compatto significano circa 6-7 colpi sparati. Per evitare di essere buttati giù come tordi, a quel punto gli aerei faranno semplicemente un ondeggiamento verticale, scendendo prima sui 60°, poi risalendo fin verso a 45°, e poi ridiscendendo ancora (se necessario) quando dovranno mirare (con le mitragliere e anche con le bombe, non c'é problema, ma con i razzi probabilmente non consigliato tirare oltre i 40°). Questa manovra farà perdere molta dell'efficacia della flak navale, perché rende il percorso dell'aereo bersaglio imprevedibile, e con oltre 5-6 secondi di tempo, potrà ben portarsi oltre i 10-15 metri distante rispetto alla stima al momento del tiro del proiettile.
Con questa mossa a delfino/cobra che sia, gli aerei americani potranno portarsi fino a distanza relativamente breve dalla nave per aprire il fuoco. A quel punto saranno a loro volta vulnerabili, ma la contraerea della nave non potrà impedir loro di colpire il bersaglio e sarà ben difficile abbattere più di uno, massimo due, aerei per ciascuna FCS, specialmente se l'angolazione resta molto alta. Sotto i 500 metri la FCS nemmeno è utilizzabile e quindi se l'aereo sorvolasse la nave durante la richiamata, potrebbe persino ritrovarsi al sicuro (nell'occhio del ciclone, eh...), proprio nel momento in cui sarebbe più facilmente abbattibile.
Pensate un pò come i piloti ben addestrati possano gabbare anche difese aeree potenti. Per le navi è più facile, perché il nemico, a meno che non si avvicini a bassa quota, non ha posti dove nascondersi rispetto ai paesaggi terrestri. Ma del resto, la nave è a sua volta molto appariscente e vulnerabile una volta avvicinata: bastano pochi danni causati da qualche attacco ben disposto per handicappare seriamente le sue difese aeree, rendendola quindi un bersaglio più facile rispetto all'arrivo degli aerei successivi.
E SE provassero ad avvicinare la nave a mò di missile antinave, volando radenti? Possibile anche questo, ma non so quanto ne valga la pena. Il De la Penne non è una vecchia nave anni '60-'70, può localizzare anche aerei a bassissima quota e peggio, ha i missili per abbatterli, più i cannoni. Gli SM-1 in teoria hanno una quota minima di 45 metri ma non mi fiderei troppo a volarci 'sotto' (i Sea Dart, con 30 metri di quota minima, hanno alle volte abbattuto aerei sotto i 15 metri). Gli Aspide sono ufficialmente capaci di abbattere bersagli a 15 metri circa (il che dipende dalla spoletta più che dal missile). I cannoni da 127 e 76 mm sono anch'essi micidiali, anche contro missili a volo radente. Considerando la relativamente bassa velocità degli aerei e la relativamente alta traccia radar, non mi pare molto consigliabile avvicinarsi ad una nave come il De la Penne. Magari conviene contro un Burke, ma non contro il De la Penne. Inoltre, avvicinandosi a media quota si coordina meglio l'attacco.
Tuttavia, nulla vieta, anche se questo scritto non lo considera, di eseguire davvero l'attacco a bassa quota, con cabrata e attacco finale a distanze ridotte. Così facevano i kamikaze quando utilizzavano un profilo 'basso' (con cabrata fino a 1.500 metri). Qui non si tratta di kamikaze, ma potrebbe funzionare proprio perché ci si affida al lancio di armi di discreta gittata.
Le mitragliere anche volando radenti, hanno forse sui 2.000 m di portata. I razzi potrebbero benissimo essere lanciati da circa 2.000 m con leggera picchiata. I siluri, tra 600 e 2.000 metri (meglio è 600-1.200 metri). Potrebbero bastare? Potrebbero, forse. Gli aerei muniti di razzi potrebbero farci un pensierino, per esempio (con gli HVAR). Per gli aerosiluranti, invece, questo profilo è standard. Semplicemente arriveranno in volo a media quota, per poi scendere con una rapida planata verso la nave cominciando l'attacco con gli ultimi km fatti a tutto gas e a pelo d'acqua. Non proprio un Exocet ma... nemmeno male.
In questo modo, tra i caccia e i bombardieri che si avvicineranno a media quota, sopra quella d'ingaggio tipica dei missili Aspide e dei cannoni, per poi attaccare quando oramai sono nel cono di silenzio radar (specialmente i bombardieri) e delfinando per evitare di essere tracciati troppo facilmente (specialmente i caccia, che hanno un ruolo chiave in questa azione), mentre i siluranti arrivano radenti alla superficie e dopo gli altri, l'attacco potrebbe farsi molto 'interessante'.
Quindi:
1) - prima lo stormo si raduna e poi si avvicina alla nave, a volo di crociera (sui 320 km/h a 7.000-8.000 m), controsole (possibilmente) e sottovento (specie se forte, in caso non sia la stessa direzione del Sole, forse è meglio comunque scegliere il sottovento).
2)- appena la nave apre il fuoco i caccia scendono, prima forte, poi leggermente (e in maniera continuata), accelerano a tutto gas e allargano la formazione, per evitare ingaggi multipli da parte di singoli radar nemici
3)- i caccia si portano in avanti, manovrano con manovre brevi e secche se vengono avvicinati dai missili.
4)- scendono continuativamente di quota e alla fine si devono trovare a circa 6.000 m a circa 6 km dalla nave. Poi si buttano sui 720 km/h a 50-60° di angolo, delfinando e poi aprendo il fuoco da circa 3.000 metri, tipicamente due lunghe raffiche e lancio di razzi (se ci sono) in mezzo ad esse.
5)- i bombardieri arrivano dopo e si gettano sul target a circa 60-70° e sui 500-600 km/h
6)- i siluranti attaccano successivamente al volo in planata e si presentano in formazione, a volo radente, attaccando possibilmente su di un solo lato per sopraffare meglio le difese residue della nave.
7)- i chaff, se ci sono, meglio usarli. Idem per i radar di scoperta degli aerei.
Anche così, aspettarsi perdite salate, cari yankee. E' il De la Penne, mica la Yamato.
De la Penne contro Helldiver reload (Okinawa 1945)
11/12-12-18
E così, dopo esserci dilungati su Bossetti, la sovrappopolazione, concetti filosofici vari, torniamo ai nostri beneamati wargames.
ALLORA, avevo detto giorni fa di Okinawa e della fine della Yamato.
Yamato obtained her first radar contact with aircraft at 10:00; an hour later, American F6F Hellcat fighters appeared overhead to deal with any Japanese aircraft that might appear. None did.[43]
The first wave of U.S. carrier planes were spotted by a Japanese lookout on the bridge at 12:32. Two minutes later, Yamato opened fire with her 460 mm main batteries. The Japanese ships stopped zigzagging and increased speed to 24 kn (28 mph; 44 km/h), beginning evasive maneuvers, and opened fire with their anti-aircraft guns. Yamato carried almost 150 anti-aircraft guns, including her massive 460 mm guns.[22]
The American F6F Hellcat fighters "were supposed to go first, strafing, rocketing, dropping light ordnance, distracting the enemy gunners while the SB2C Helldivers plunged almost straight down with their heavy bombs". This was because the TBM Avenger torpedo bombers "needed all the distraction and diversion they could get when they made their dangerous low altitude runs straight at the enemy ships".[17] The Avengers mainly attacked from the port side so that if the torpedoes hit that side, it would increase the likelihood of the target ship capsizing.[23]
At about 12:30, 280 bomber and torpedo bomber aircraft arrived over the Japanese force. Asashimo, which had fallen out of formation due to engine trouble, was caught and sunk by a detachment of aircraft from San Jacinto. The Surface Special Attack Force increased speed to 24 knots (28 mph; 44 km/h), and following standard Japanese anti-aircraft defensive measures, the destroyers began circling Yamato. The first aircraft swooped in to attack at 12:37. Yahagi turned and raced away at 35 knots (40 mph; 65 km/h) in an attempt to draw off some of the attackers; it drew off only an insignificant number.
Yamato was not hit for four minutes, but at 12:41 two bombs obliterated two of her triple 25 mm anti-aircraft mounts and blew a hole in the deck. A third bomb then destroyed her radar room and the starboard aft 127 mm mount. At 12:46, another two bombs struck the battleship's port side, one slightly ahead of the aft 155 mm centreline turret and the other right on top of the gun. These caused a great deal of damage to the turret and its magazines; only one man survived.[43][N 7] At 12:45 a single torpedo struck Yamato far forward on her port side, sending shock waves throughout the ship. Because many of the ship's crew who didn't go down with the vessel were killed by strafing aircraft as they swam in the oily water, the details are uncertain, but authors Garzke and Dulin record that little damage was caused.[43] Shortly afterward, up to three more torpedoes struck Yamato. Two impacts, on the port side near the engine room and on one of the boiler rooms, are confirmed; the third is disputed but is regarded by Garzke and Dulin as probable because it would explain the reported flooding in Yamato's auxiliary steering room.
The attack ended around 12:47, leaving the battleship listing 5–6° to port; counterflooding—deliberately flooding compartments on the other side of the ship—reduced the list to 1°. One boiler room had been disabled, slightly reducing Yamato's top speed, and strafing had incapacitated many of the gun crews who manned Yamato's unprotected 25 mm anti-aircraft weapons, sharply curtailing their effectiveness.[43]
A large area of ocean with a warship in the middle distance. A plume of smoke is coming from the rear of the ship's superstructure, and the ship appears to be leaning to the left.
Yamato photographed during the battle by an aircraft from USS Yorktown (CV-10). The battleship is on fire and visibly listing to port.
The second attack started just before 13:00. In a coordinated strike, dive bombers flew high overhead to begin their runs while torpedo bombers approached from all directions at just above sea level. Overwhelmed by the number of targets, the battleship's anti-aircraft guns were ineffective, and the Japanese tried desperate measures to break up the attack. Yamato's main guns were loaded with Beehive shells fused to explode one second after firing—a mere 1,000 m (3,300 ft) from the ship—but these had little effect. Three or four torpedoes struck the battleship on the port side and one to starboard.
At that same moment, the Americans launched another 110 aircraft from Task Group 58. Twenty Avengers made a new torpedo run from 60 degrees to port. Yamato started a sharp turn to port but three torpedoes ripped into her port side amidships, jamming her auxiliary rudder in position hard port.[32]
Three hits, close together on the port side, are confirmed: one struck a fireroom that had already been hit, one impacted a different fireroom, and the third hit the hull adjacent to a damaged outboard engine room, increasing the water flow into that space and possibly flooding nearby locations. The fourth hit, unconfirmed, may have struck aft of the third; Garzke and Dulin believe this would explain the rapid flooding reported in that location.[44] This attack left Yamato in a perilous position, listing 15–18° to port. Counterflooding of all remaining starboard void spaces lessened this to 10°, but further correction would have required repairs or flooding the starboard engine and fire rooms. Although the battleship was not yet in danger of sinking, the list meant that the main battery was unable to fire and her speed was limited to 18 knots (33 km/h; 21 mph).[45]
The third and most damaging attack developed at about 13:40. At least four bombs hit the ship's superstructure and caused heavy casualties among her 25 mm anti-aircraft gun crews. Many near misses drove in her outer plating, compromising her defense against torpedoes. Most serious were four more torpedo impacts. Three exploded on the port side, increasing water flow into the port inner engine room and flooding yet another fireroom and the steering gear room. With the auxiliary steering room already under water, the ship lost maneuverability and became stuck in a starboard turn. The fourth torpedo most likely hit the starboard outer engine room, which, along with three other rooms on the starboard side, was being counterflooded to reduce the port list. The torpedo strike accelerated the rate of flooding and trapped many crewmen.[46]
Adesso prendiamo il nostro amatissimo De la Penne (ma perché non ho scelto il gemello MIMBELLI? Almeno era più corto da scrivere. Sarà perché mi ricorda Lupin III? Boh) e facciamogli combattere contro la flotta ammerigana in quel fatidico 7 aprile 1945.
Escludo, in questa prima versione, la presenza di una scorta di navi giapponesi (che avrebbe allungato il brodo ma non di molto) e battaglie precedenti (con gli SM-1 che sicuramente sarebbero calati a forza di scacciare la ricognizione americana).
Ecco come mi immagino la prima versione della battaglia. Tenete presente che abbiamo in questo caso gruppi di aerei imbarcati che attaccano senza coesione e in ondate successive, suddivisi per portaerei d'origine, insomma qualcosa di simile a quel che accadde davvero quel giorno. I piloti sono stati istruiti in maniera vaga e non sanno moltissimo dei missili nemici, se non che si tratta di 'big rockets with a supersonic speed and a guidance system with VT fuses and radar control by the ship, with over 20 miles range' o qualcosa del genere).
Di conseguenza sono poco preparati a quel che accade. Ma la grinta non gli manca.
Qui vediamo come il De la Penne potrebbe essere ingaggiato in quel mezzogiorno di fuoco del 7 aprile 1945.
L'attacco è condotto da una forza aeronavale con una serie di formazioni che provengono individualmente dalle varie portaerei americane, senza una grossa coordinazione alla base, che sarebbe invece utile per ridurre le perdite.
Prima giungono baldanzosamente 24 aerei di una portaerei leggera, si tratta di 18 Hellcat e di 6 Avenger. Nulla di speciale, dunque, con gli Hellcat che non hanno nemmeno i razzi HVAR. Né avrebbero avuto modo di usarli. Quota circa 6.000 metri per tutti gli aerei, velocità sui 320 km/h.
Con questi criteri non è difficile per il De la Penne disgregare la formazione senza quasi sforzo. Lancia 6 missili SM-1MR da distanze iniziali di circa 40 km, che abbattono 5 velivoli, almeno 4 sono Hellcat e presumibilmente 1 è un Avenger. Gli altri, vista la malparata, attaccati da distanze così ampie, si allontanano dopo essersi avvicinati fino a circa 30 km di distanza.
Quasi storditi da questa capacità di distruzione a distanza del cacciatorpediniere nemico, gli americani cedono il passo alla successiva ondata, arrivata attorno a 5 minuti dopo. Sono ben 48 aerei: 24 Hellcat, 12 Helldiver e 12 TBF (i numeri si intendono per approssimati, diciamo 'circa xx aerei'). Se avessero attaccato tutti insieme e alla massima velocità, sarebbe stata tutt'altra storia. Invece...
Il De la Penne attacca anche questa forza aeronavale, e lo fa a modo suo: lancia una coppia di SM-1 da circa 40 km, seguita da un'altra a circa 34 km (i missili vengono lanciati ad almeno 10 secondi l'uno dall'altro). Un'ulteriore salva è scatenata a circa 30 km. Gli Hellcat accennano ad un attacco rapido, avendo visto i missili lanciati contro di loro. Si avvicinano rombando a circa 600 km/h, ma vengono poi messi in crisi dalla salva di missili tirata dal caccia. Poi ne arriva un'altra, lanciata per l'appunto a 30 km, e infine un'altra ancora a circa 25 km. E' evidente che i velivoli americani non attaccano con la dovuta compattezza e risolutezza, esponendosi così a perdite inutili, visto che in 2 minuti almeno potevano scendere forse a soli 20 km di distanza e cominciare a fare un pò di paura. Dopo questi otto missili, gli Hellcat si dividono e ritirano, mentre arrivano gli Helldiver, lenti e vulnerabili ben più dei Grumman. Il lancio di missili prosegue contro di loro, tirando da circa 27 km con gli SM-1, seguita da un'altra a 22 km. Gli Helldiver vengono sorpresi da questo lancio così preciso e perdono 3 dei loro velivoli.
Poi il caccia dismette l'uso dei missili a medio raggio e comincia a sparare gli Aspide. La cosa è probabilmente dettata dal fatto che a questo punto sono stati lanciati già qualcosa come 18 missili SM-1 dei 40 disponibili, praticamente dimezzando le riserve, ora ridotte al 55%. Con questi vengono attaccati così gli ultimi della formazione, gli Avenger, che perdono 4 dei loro goffi gregari a causa del tiro dei missili da distanze di circa 18 km, con due salve una delle quali tirata a soli 14 km di distanza, con impatti ad appena 11 km. A quel punto, gli Avenger capiscono l'antifona e scappano anche loro, quando oramai sono pronti anche i cannoni per sparare a breve termine.
E nel mentre, i 24 Aspide sono ancora disponibili. Ecco perché si pensa di usare quelli. Del resto, nessuno a bordo si fa illusioni: sui radar compaiono un gran numero di bersagli e sono in avvicinamento da diverse direzioni. A quel punto, tanto vale cercare di risparmiare i missili più grossi per altre prede, scombinando le formazioni precedenti, come è accaduto con la prima e più piccola di queste.
I missili SM e Aspide fanno effettivamente il loro lavoro: abbattono ben 7 Hellcat e poi altri 7 Avenger, ovvero 14 su 16 missili lanciati (mancano il bersaglio solo 2 SM-1 dei 12 lanciati).
La fuga dei superstiti è sufficientemente convincente per ritenere valida la tattica utilizzata. In effetti lo è.
Ma altri aerei vengono avanti. Fino ad allora, sono stati abbattuti ben 12 Hellcat, 3 Helldiver e 5 Avenger, ma la battaglia è appena iniziata.
Dopo lo stormo d'attacco di una portaerei leggera e quello di una portaerei di squadra, ecco che arriva un secondo stormo di portaerei di squadra, anch'esso simile come potenza a quello appena sconfitto e messo in fuga. Il De la Penne a quel punto spara a tutto gas, come se non ci fosse un domani, visto che è chiaro come gli avversari non vogliano mollarlo. Questa terza formazione si presenta circa 11 minuti dopo la prima, e viene attaccata anch'essa alla massima distanza pratica, oltre 40 km di raggio.
I missili SM disarticolano ancora una volta la formazione, con gli Hellcat che iniziano l'accelerazione per scendere verso la nave e mitragliarla, attirando il fuoco della contraerea. Purtroppo per loro, l'attirano anche troppo bene, infatti ben 8 missili SM li attaccano con 4 salve tirate tra oltre 40 km e meno di 22.
Nel mentre questo accade, i micidiali missili abbattono almeno 6 Hellcat, il 25% del totale, e costringono gli altri a disimpegnarsi. Gli Helldiver che arrivano di rincalzo vedono tutto, ma poco possono fare e così si inoltrano verso il bersaglio, ben sapendo che i veri bersagli sono loro. Così vengono attaccati e abbattuti dagli SM-1. Rimasti indietro, vengono ingaggiati da circa 27 km anche loro con una prima salva di missili, seguita da un'altra a circa 22 km. Anche questa formazione viene rotta, ma non è l'ultima che avanza verso il bersaglio. Poco dopo scendono quasi a pelo d'acqua gli Avenger della formazione d'attacco finale, e gli SM-1 fanno in tempo solo a tirare loro contro una salva. Poi i 10 aerei rimasti si portano a pelo d'acqua a circa 16 km dalla nave, la quale passa al tiro dei missili Aspide, con i quali abbatte altri 3 Avenger con 4 armi tirate tra 15 e 12 km. Gli altri aerei si allontanano, capendo che non è l'aria giusta.
Nel mentre, gli SM-1 hanno lanciato un'altra coppia di armi contro 4 Hellcat che facendosi coraggio, hanno ripreso l'avanzata verso la nave per coprire gli Avenger. Ma incappano in questi missili micidiali e uno di loro viene abbattuto, però l'altro riesce ad evitare il missile.
A quel punto, anche la 3a formazione è battuta. Sono stati però spesi ben 34 missili, ergo l'85%, del totale degli SM-1 disponibili, oltre a 1/3 degli Aspide. Non è poco, anche se nemmeno un proiettile pare sia stato fino ad allora sparato.
Poi arriva la 4a ondata di aerei d'attacco imbarcati. Non è che cambi molto, anche loro hanno la loro razione, infatti la nave, oramai esasperata, lancia tutti e 6 i suoi SM rimasti, contro gli Hellcat di questa portaerei leggera; mentre gli Avenger si avvicinano, ma vengono presi sotto tiro da una coppia di Aspide e due di essi abbattuti.
A questo punto, gli altri velivoli scappano via, almeno per ora.
In tutto, i 40 SM-1 hanno abbattuto ben 5(6)+10(12)+13(16)+5(6) aerei = 33 (82%).
E gli Aspide hanno abbattuto altri 9 aerei (su 10 lanciati).
Poi arriva la 5a ondata d'attacco, ed è di una portaerei 'pesante'. Il caccia, però, non può più fermarla a distanza elevata, e così deve aspettare che si avvicini. A quel punto gli Hellcat si sono lanciati a oltre 600 km/h in leggera picchiata, cercando di arrivare rapidamente sulla nave. Questa apre il fuoco da circa 18 km con gli Aspide, tirando in sequenza coppie di missili poi anche a 14 km, a 10 km e a 7 km. Nel mentre, inizia anche a sparare con i cannoni da circa 7 km. Gli Hellcat, però, non ci stanno particolarmente a farsi abbattere e così solo 6 Aspide abbattono un Hellcat. Solo, per modo di dire... poi inizia il tiro della nave con i cannoni. Dal momento che questi aerei si sono avvicinati abbastanza da vedere bene la nave e il lancio dei missili, sono maggiormente invogliati, con i giovani piloti nel pieno dei loro anni ruggenti, a farsi sotto e a vendicare i loro compari. Ma il tiro dei cannoni da 127 e 76 mm fa piuttosto male, tanto che altri 6 aeri vengono abbattuti tra 7 e 1 km di distanza. Solo 18 aerei erano sopravvissuti al lancio dei missili, e di questi solo 10 hanno serrato le distanze, ma sono stati presi sotto tiro, in genere prima che arrivassero ad un paio di km, quando c'é da sparare con la miglior precisione, dal tiro di almeno 2 linee di mira dei cannoni. In poche decine di secondi i cannoni hanno distrutto così altri 6 aerei, mentre a bordo piovono un paio di raffiche poco efficaci.
Ma a quel punto, il problema è che non ci sono più i tempi per poter ricaricare anche quel poco di SAM che restano (soltanto sei Aspide dei 64 missili in tutto disponibili). I 12 Helldiver si sono nel frattempo avvicinati a sufficienza da restare sopra la nave, nel cono di silenzio (d'ombra) dei radar principali, e si sono potuti avvicinare quel tanto che basta per iniziare il loro micidiale attacco in picchiata a circa 70°. A quel punto la nave inizia a sparare anche contro di loro, abbattendone 4 con il tiro dei cannoni. Altri si disimpegnano, ma non tutti: almeno 4 riescono ad avvicinarsi e a lanciare le bombe da circa 1.000-1.500 metri.
Ora, sarebbe andata anche bene alla nave fino ad allora, se soltanto non fosse che la mira ai piloti nemici non difettava. E così, una delle bombe da 1.000 lb HE degli Helldiver, trova effettivamente il bersaglio colpendo la nave nella parte posteriore della sovrastruttura anteriore, mettendo KO praticamente tutto il sistema d'arma. Per giunta, un'altra arriva a distanza ravvicinata e scoppia causando danni da concussione, schegge ecc.
La nave è ancora capace di navigare e potrebbe anche essere capace di combattere, ma sul momento è come un pugile suonato. Nel mentre, si avvicinano gli Avenger di un ultimo squadrone. Con tutti i radar della sovrastruttura anteriore KO, il De la Penne non è in grado di contrastarli, per giunta i radar SPG posteriori non servono a niente non essendoci più missili SM-1 disponibili, e non c'é stato il tempo materiale per ricaricare il lanciamissili Aspide nemmeno con il sistema automatico, cosa oltretutto poco raccomandabile quando i cannoni LATERALI da 76 sparano ad alto angolo e a tutto fuoco.
A quel punto, arrivano gli Avenger e c'é soltanto il cannone SR di poppa che può fermarli. Ma anch'esso ha un problema, ha quasi finito le munizioni negli ingaggi precedenti. Il problema è però che l'effetto della bomba ha messo KO per il momento il sistema di combattimento, e sono passati giusto un paio di minuti da quando è giunta a segno la bomba a quando arriva il potente squadrone silurante.
Ecco la tabella dei tempi.
T0: arrivo 1o stormo
T5: arrivo 2o stormo
T16: arrivo 3o stormo
T28: arrivo 4o stormo
T33: arrivo 5o stormo.
A questo punto, prima che il De la Penne possa ritrovare un minimo di capacità belliche, arrivano gli attacchi con i siluri ed è già tanto che non siano molto precisi, a causa delle distanze. Ma quando si vede come la nave non riesca a rispondere al fuoco, gli ultimi aerei si avvicinano a meno di 1.000 metri e lanciano, portando a segno un siluro a prua e un altro a mezzanave.
Per capire quanto gli Avenger possano essere pericolosi, basta citare la fine dell'incrociatore Chikuma a Leyte. DA wikipedia.en:
Il 25 ottobre 1944, durante la Battaglia di Samar, il Chikuma ingaggiò le portaerei di scorta americane, aiutando ad affondare la USS Gambier Bay, ma venne preso di mira dal cacciatorpediniere USS Heermann e da un pesante attacco aereo. Il Chikuma inflisse seri danni all'Heermann, ma poi venne presto attaccato da quattro (4) TBF Avenger della USS Manila Bay (e forse di altre navi). Uno di essi riuscì a colpire la nave con il suo siluro Mk 13 (NB: questo ci dice che già allora l'Mk 13, con la sua testata potenziata con 262 kg di Torpex pari a circa 400 kg di TNT, anziché la vecchia testata da 184 kg di TNT, praticamente il doppio più potente di un'arma già temibile!), spezzando la zona poppiera della nave (1 siluro su 4 tentativi contro bersaglio armato e manovrante) a sinistra, mettendo fuori uso il timone e l'elica di sinistra. La velocità cadde a 18 e poi a 9 nodi, ma sopratutto la nave non poté più virare. Alle 11.05, altri 5 TBF della USS Kitkun Bay attaccarono la nave e venne colpita ancora, a sinistra, a metà nave, da ben due siluri (2/5) con l'allagamento dei locali turbine. Dopo altre 3 ore, ulteriori 3 TBF di due portaerei di scorta si avvicinarono. Il comandate Cady venne poi premiato per quest'azione, che comportò altri siluri (al plurale...) sullo stesso lato (sinistro) con la Navy Cross. In generale è ritenuto che il cacciatorpediniere Nowaki prese i sopravvissuti dall'incrociatore e poi lo affondò con i suoi siluri nel primo pomeriggio del 25 ottobre, ma uno studio più recente suggerisce che il Chikuma affondò per gli effetti dell'attacco aereo e il Nowaki recuperò soltanto i sopravvissuti dall'acqua.
Abbiamo dunque un totale di 12 TBF che piazzarono ben 1+2+x(max 3) siluri, quindi presumibilmente tra 4 e 6 siluri, e questo anche quando la nave era nel primo caso in movimento ed efficienza, con i due siluri successivi invece era a moto lento e incapace di manovrare (ma di difendersi attivamente sì), e infine solo nel terzo caso, totalmente ferma (ma ancora capace di sparare). Quasi il 50% dei siluri (inizialmente il 25%) andarono a segno, dunque non c'é ragione per cui il De la Penne non possa essere centrato da diverse armi. Con 10 siluri disponibili, è facile che i colpi a segno siano almeno 2, ma più probabilmente, non essendovi molto contrasto antiaereo, forse anche 3. Se invece i TBF non vengono ingaggiati da una linea di tiro antiaerea, allora saranno disponibili 12 siluri e con la capacità di lanciarli senza che la nave possa difendersi, anche se può ancora navigare (però non è detto che possa anche eseguire manovre evasive). Il risultato è che in tal caso, è facile che almeno 3 siluri (affondamento in circa mezz'ora-2 ore) o 4 siluri (affondamento in circa 5 minuti) possano centrare la nave. Quindi, solo nel primo caso è possibile (ma non sicuro) che sia necessario un altro aiuto per affondarla, oltre a quello dato già dai siluri degli Avenger.
Queste armi immobilizzano il De la Penne. A quel punto arriva anche uno degli Helldiver che era stato respinto prima dal tiro a.a. e che si rifà sotto, lanciando a segno la bomba a metà nave, centrando anche la sovrastruttura poppiera.
Immobilizzato, indifeso, il De la Penne è poi mitragliato massicciamente da almeno 30 aerei americani e lasciato in fiamme e immobile.
Ma la fine della nave è poi ulteriormente accelerata.
Le ipotesi su come avviene sono due:
1)- due Avenger delle formazioni precedenti, respinti, ma ancora vicini, si accorgono anche dalle comunicazioni radio che la nave è KO e tornano, con il cuore in gola, ma tornano, e silurano la nave al centro. Il De la Penne affonda spaccato in due, circa 5 minuti dopo. Del resto, perché no? L'Helldiver era tornato, del resto ce n'erano disponibili ancora ben 26 in giro (su 36 arrivati in zona inizialmente). Degli Avenger (che significa 'vendicatore', senza giri di parole...), v'erano ancora disponibili un totale di almeno 31 (o 33) sulla forza complessiva di 48 iniziali (meno 15 abbattuti, o forse addirittura 17). Anche togliendo gli aerei dell'ultima ondata, che si presume abbiano lanciato i siluri, c'erano ancora 21 aerei, per cui può ben essere stato il caso che alcuni di essi, magari della 4a ondata, giunta appena 5 minuti prima e quindi certamente non lontana dalla battaglia anche con gli aerei ritornati sui loro passi, abbia mandato almeno alcuni dei 4 aerei superstiti verso la nave una volta sentito per radio (e visto direttamente) l'effetto sulla nave dell'ultima, micidiale ondata d'attacco aeronavale.
2)- arriva il 6o stormo e attacca la nave. Sono i 24 aerei di uno stormo da portaerei leggera e affondano la nave con almeno 2 siluri. Considerando la % di colpi a segno, è facile che siano stati altri 3 o 4, ad ogni modo, più che sufficienti per affondare l'intrepido cacciatorpediniere.
In tutto, il De la Penne ha abbattuto 33 aerei con gli SM-1, altri 15 con gli Aspide, più altri 10 con i cannoni, totale sui 58 aerei di oltre 180 andati all'attacco.
1a ondata: 18 Hellcat e 6 TBF: lancio 6 SM-1MR ( 5 kill: 4 F6F e 1 Avenger)
2a ondata: 24 Hellcat, 12 Helldiver e 12 TBF: lancio 12 SM-1MR e 4 Aspide ( 15 kill: 6 F6F, 3 SBC, 6 TBF)
3a ondata: 24 Hellcat, 12 Helldiver e 12 TBF: lancio 16 SM-1MR e 4 Aspide ( 16 kill: 7 F6F, 3 SBC, 6 TBF)
4a ondata: 18 Hellcat e 6 TBF: lancio di 6 SM-1MR e 2 Aspide ( 6 kill: 4 F6F e 2 TBF)
5a ondata: 24 Hellcat, 12 Helldiver e 12 TBF: lancio di 8 Aspide ( 16 kill: 12 F6F, 4 SBC, possibili anche 2 TBF)
Totale: 108 Hellcat/Corsair, 36 Helldiver e 42 TBF = 186 aerei (ne mancano ancora 200... 72 Hellcat, 39 Helldiver e 89 TBF)
Armi incassate: 1 bomba e 2 siluri (poi diventati 2 bombe e 4 siluri)
Perdite: 33 F6F(forse anche F4U), 10 SBC, 15-17 TBF.
Ad ogni modo, anche senza queste azioni, la mission kill era assicurata. Il De la Penne si trovava: senza più la principale arma a.a. ovvero i missili SM-1, e in generale con appena 6 dei 64 missili SAM che aveva, e 6 dei 72 missili di tutti i tipi. Come capacità antinave, aveva perso l'uso degli 8 missili OTOMAT. Al dunque, non poteva contare che sui 4 cannoni, il lanciamissili Aspide e i due elicotteri. Quanto ai radar, presumibilmente i 5 della sovrastruttura anteriore sono inservibili, quindi si riducono a metà, anche le centrali di tiro Dardo. Dei sonar, quello a prua è inutilizzabile.
Una nave così è ben poco temibile: nessuna capacità antiaerei a medio raggio, nessuna capacità antinave, solo una buona difesa a.a. ravvicianta e una minimo di capacità antisommergibile.
Ma il peggio è che il siluro a centro nave ha allagato almeno 3 compartimenti stagni, il near miss ne ha allagato, almeno parzialmente, un altro, e a prua ci sono altri 2 compartimenti stagni allagati. L'apparato motore è praticamente KO, quello del gruppo posteriore totalmente allagato, quello anteriore è utilizzabile teoricamente ma il fumaiolo è distrutto e al massimo funziona il diesel in queste condizioni, il che significa che la nave può andare a non più di 10-12 nodi. Per giunta, con la falla a prua e circa 1.000+ tonnellate d'acqua dentro lo scafo, è talmente lenta e malmessa, che difficilmente supera i 6 nodi a quel punto. Praticamente un'anatra zoppa, anche raggiungendo Okinawa non potrebbe fare nulla, quindi quel che le resta è tornare indietro, se può. Ma con altri 200 aerei in giro, non penso proprio che possa.
***
Tosto il De la Penne, eh? E meno male per l'USN che una 'fortunata' bomba ha beccato la nave mettendola KO prima dell'arrivo degli Avenger.
E questo è quel che accade con una forza d'attacco NON COESA E COMPATTA.
Ma che succede se invece l'attacco viene portato con la massima determinazione, consapevolezza e sopratutto, en masse?
Questo lo scopriremo presto.
IPOTESI DUE: TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE
E adesso divertiamoci a provare il test di 'rottura' del nostro amatissimo De la Penne, se l'attacco è portato in maniera massiccia.
Adesso le formazioni della 1a ondata americana attaccano tutte insieme, sempre contro il De la Penne, e soltanto contro di esso, ovviamente. Le navi di scorta giapponesi, già irrilevanti ai tempi della Yamato, non sono state conteggiate in questo wargame ('semplifichiamo') e ben poco avrebbero comunque potuto fare in ogni caso.
Adesso abbiamo 108 caccia F6F e F4U, 36 SBC e 42 TBF.
Radunatisi oltre il raggio di tiro della nave, si avvicinano come un'enorme armata aerea (nemmeno tanto grande per gli standard della II GM), caccia in avanti, bombardieri dietro, a chiudere gli aerosiluranti. Pronti a dare tutto gas, i caccia sono i primi a farsi avanti e volano leggermente più in alto degli altri, oltre che alla testa dello stormo.
Il De la Penne inizia a tirare i missili contro i caccia da circa 42 km, mentre questi si avvicinano sempre più rapidamente alla nave, scendendo leggermente di quota e avvantaggiati, probabilmente, anche dal vento favorevole. Le salve di missili partono con i target a 42, 33, 25, 19, 15, 10, 7 km circa (in realtà, la differenza tra 1o e 2o missile è di 1,6-2 km di range), prima che gli aerei entrino nel cono di silenzio radar e la nave debba fronteggiarli dando loro la prua, rendendo impossibile sparare anche con la rampa posteriore. In tutto ha tirato (almeno?) 14 missili, i quali hanno abbattuto 10 caccia (2 SM malfunzionanti e 2 evitati).
Al contempo lancia anche i missili Aspide, perché i target non volano abbastanza in alto per impedirlo (purtroppo per loro). Da circa 18 km, e poi 14, poi 10 e poi 7 km circa, lancia tutti e 8 i missili prima di 'cambiare' con i cannoni. Il risultato è un totale di altri 6 aerei abbattuti. Ne ha distrutti ben 16 esemplari.
Ne restano ancora 92, che in gran parte si gettano in massa contro la nave italiana, eseguendo picchiate tra 40 e 60° verso di essa, rombando sui 700+ kmh, e sparando da circa 3 km in poi mentre si avvicinano, tirando pressoché continuamente, salvo 1-2 secondi di pausa per raffreddare le armi.
Il De la Penne è in grave difficoltà a seguirli con quegli angoli di attacco. Apre il tiro con 3 FCS e i cannoni. Una prima formazione di circa 10 aerei viene ingaggiata tenendola sotto tiro con tutti e 4 i cannoni, e questa subisce malamente: tra 5 e 2 km perde ben 6 aerei, e solo 2-3 di essi riescono ad arrivare a distanza di tiro e sparare qualche inefficace raffica.
MA al contempo, altri 8 caccia scendono in picchiata da quota più alta e con angolo superiore, sui 60°. Sparano una quantità industriale di proiettili da 0.50'' contro la nave, senza essere minimamente disturbati, anche perché Il De la Penne sta già fronteggiando un altro squadrone. Dei circa 5000 sparati dagli 8 aerei, circa il 9% arrivano a segno, per lo più sulle sovrastrutture, specie quella anteriore, che probabilmente si becca circa 1 colpo per mq, perforanti-incendiari in genere. Questo mette fuori uso una FCS anteriore e pure un cannone da 76 mm, quello di poppa.
Proprio adesso! E a quel punto si presentano altri 12 Hellcat o Corsair in avanti, a soli 5.000 metri e ad appena 10 secondi dall'aprire il fuoco. Un tempo appena maggiore di quello che serve per far arrivare i primi colpi a 3.000 metri di distanza, specie considerando 1-2 secondi di cambio bersaglio. Uno degli SR apre il fuoco e distrugge un Hellcat a circa 3.000 metri, ma gli altri aprono il fuoco più o meno allo stesso tempo: 60 mitragliere da 12,7 e forse anche da 20 mm (proiettili HE o API) diretti per lo più sulla sovrastruttura. A quel punto la nave riesce ad abbattere un secondo Hellcat a circa 1.800 metri. Ma nel frattempo già cominciano ad arrivare i primi colpi a segno. E' questione di un paio di secondi e a quel punto arriva una vera 'grandinata' di proiettili su tutta la tuga e la sovrastruttura, al ritmo iniziale di circa 20 al secondo, saliti fino a circa 80 con gli aerei a circa 600 metri, quando richiamano.
Questa tempesta di fuoco mette fuori uso anche la 2a FCS già nei primi secondi, e qui la fortuna della nave finisce davvero, perché sul momento non può più coordinare il fuoco delle proprie artiglierie.
Poi arrivano altri 10 caccia da alto angolo e sparano altre centinaia di colpi a segno sulla nave, malgrado vi siano almeno 1 o 2 FCS (a poppa) teoricamente capaci di ingaggiarli (ma rimaste a quanto pare, senza armi collegate).
Questa serie di mitragliate ha comportato risultati pesanti: circa 100 colpi da parte della 1a squadriglia (per lo più merito... di un singolo aereo che ha serrato fino a 800 metri), altri 400 da parte della 2a, poi ce ne aggiungiamo 400 da parte della 3a e infine altri 500 da parte della 4a, totalizzando ben 1.400 colpi a segno, quasi 10 per ogni metro lineare della nave. Naturale che causano molti danni a bordo, sono praticamente uno per mq e alcuni di essi sono da 20 mm. Scoppiano anche incendi a bordo, anche se di piccola scala.
Questo l'hanno ottenuto solo 4 squadroni (o equivalente), con appena 40 aerei. Il De la Penne attiva un'ultima FCS ancora operativa dopo questo diluvio di proiettili, ma oramai la confusione regna sovrana. Il totale di aerei arrivati in zona, almeno in teoria, è di 92 anche se in pratica non più di 70 attaccano davvero la nave, perché molti scappano a causa del tiro dei missili (più di quelli abbattuti! 22:16). Alla fine, però, ci sono altre due enormi formazioni in arrivo. Una è di ben 18 aerei, che scendono giù come una roccia da alta quota a circa 65° e sparano come matti sulla nave, mettendo a segno circa 800 proiettili, contro 1 da parte del 76 mm della nave italiana, che abbatte un Hellcat durante l'azione con una scarica di colpi da parte di uno dei cannoni da 76 anteriori.
Dopo avere 'gruvierato' la nave con quest'ultima scarica delle armi di bordo, il De la Penne appare incapace di difendersi con tutti i sistemi radar KO (oltre 2.000 colpi da 12,7 e anche da 20 mm, sfido io...), quando arriva anche un'altra squadriglia. Sarebbero già stati sufficienti, a dire il vero, questi primi aerei per fare il lavoro, ma questi ultimi 12 sono 'speciali', infatti si tratta di caccia (non è chiaro se Hellcat o Corsair) che oltre le armi di bordo hanno anche una batteria di razzi HVAR. Attaccano in linea di fila e visto che la nave non accenna a difendersi, scendono molto vicini, prima sparano tra 2.500 e 1.200 m con le armi tirando a segno almeno 200 colpi, poi lanciano almeno 72 HVAR (se erano Helcatt non più di così, i Corsair fino a 8 ma può essere che abbiano portato solo parte del carico, in ogni caso sono veloci quanto gli Hellcat senza niente). Il lancio ha facile gioco e solo lo scarso numero di aerei armati di razzi sopravvissuti e avvicinatisi rende possibile limitare i danni, comunque gravi: 12 HVAR a segno sulla parte anteriore e centrale della nave, diversi dei quali sulla sovrastruttura. Ciascuno di essi è un vero proiettile da 127 mm con motore a razzo supersonico, quindi non sono affatto giocattoli. E' come se un caccia Gearing avesse tirato 2 salve piene a segno sul DDG italiano.
Il resto è facile: dopo 2.400 colpi (100 dai 10 aerei della N.1; 400 dagli 8 della N.2; 400 dai 12 della N.3, 500 dai 10 della N.4, 800 dai 18 della N.5 e 200 dalla N.6) e 12 HVAR, la nave è stata messa in pratica fuori uso e se gli aerei americani avessero portato più HVAR, probabilmente l'avrebbero affondata da soli.
Le perdite sono state comunque pesanti: a parte i primi 16 aerei con i SAM, altri sono stati distrutti: 6 della N.1, 2 della N.3, 1 della N.5 = 9 aerei + 16 = 25 kill su 108 aerei iniziali, tante ma forse non tantissime. Il tutto l'attacco è durato circa 3 minuti abbondati, prima dell'inizio del combattimento ravvicinato (entro i 10 km), poi gli aerei si sono avventati in tale numero, che i 70 Hellcat che effettivamente hanno partecipato all'assalto sono riusciti a piombare, con 5 (cinque) squadroni, in meno di 2 minuti!
Adesso arrivano i 36 SBC, a squadroni di 12 l'uno. Mentre il caccia sotto barcolla sotto colpi ed esplosioni, iniziano a scendere giù in picchiata da circa 5.000 metri, dopo essere scesi in planata veloce di un migliaio di metri nell'ultimo minuto o due. Così passano non più di 60 secondi quando arrivano in zona di battaglia, attaccando a quasi 70°. Ma il De la Penne non è in grado di difendersi, e viene preso sotto tiro dallo squadrone senza che possa sparare un colpo. I bombardieri non hanno questa premura: 3 da 1.000 lb più almeno 1 o 2 near miss sarebbero già sufficienti per chiudere la questione.
Poi arrivano gli aerei della 2a formazione e anche loro scaricano una valanga di fuoco su quella nave disgraziata, altre 4 HE da 1.000 lb in pieno, che causano anche l'esplosione di un deposito armi interno, forse siluri ASW. Arriva la 3a e la centrano con altre 2 bombe soltanto, perché c'é troppo fumo, gli aerei vanno in azione a circa 60 secondi l'uno squadrone dall'altro. Altre 4 bombe complessivamente sono i 'near miss' più le 9 in pieno, risultato è che la nave affonda rovesciandosi rapidamente sul lato destro: dentro, nello scafo, praticamente tutte le paratie sono state schiantate dalle detonazioni, così almeno due falle provocate da near miss e una da un ordigno scoppiato a poppa, sotto il ponte di volo, non trovano praticamente alcun ostacolo, imbarcando circa 200 t d'acqua al minuto. Di conseguenza, la nave è destinata ad affondare in circa 5 minuti, visto che il flusso d'acqua poi aumenterà mano a mano che l'immersione aumenta. Con 3 falle di circa 6-10 mq l'una (circa 3x5 metri come altezza e larghezza max), è facile capire come andrà a finire: come se avessero tolto il tappo ad un'enorme vasca (da riempire).
Così l'attacco degli Avenger è del tutto superfluo, e solo uno squadrone si muove all'attacco, ma appena 2 degli aerei lanciano le armi, perché tanto oramai la nave, circa 2 minuti dopo l'ultimo attacco degli SBC, è già in fiamme e sbandata, distrutta da prua a poppa. Proprio mentre si avvicinano, scoppia anche il deposito degli SM-1 distruggendo la sovrastruttura poppiera. Un solo siluro va a segno ma è chiaramente superfluo nell'insieme, tanto che il bastimento va giù circa 3 minuti più tardi.
In tutto, l'attacco ha comportato la perdita di 'soli' 25 aerei (tutti caccia monoposto) e sarebbero stati di meno (forse 19?) se avessero volato più in alto. Molto meglio che nell'azione precedente, comunque sia. Particolarmente pesante la punizione per la nave italiana: ben 9 bombe da 1.000 lb e 1 siluro in pieno, più 12 razzi.
A stormo secco, stormo secco e mezzo.
Certo e così è anche troppo facile, in effetti. Appurato che nemmeno una nave come il DlP può reggere un'azione d'attacco così massiccia, adesso facciamo una riduzione. Proviamo con uno stormo 'secco' contro il De la Penne.
Adesso proviamo con uno stormo solo di portaerei. Ovviamente, una portaerei pesante. Abbiamo già visto come questo non sia sufficiente per superare le difese del De la Penne, ma sarà sempre vero? Ovviamente no.
Anzitutto selezioniamo bene gli aerei: i caccia saranno i Corsair. E non gli F4U-1 normali ma gli F4U-1D. Poi le tattiche: volo ad alta quota, a circa 7.000 metri e passa, specie per i caccia; anche se lì sono più lenti che ai 6.000 m, saranno più al sicuro.
Inoltre aumentiamo il numero dei caccia: almeno 36, con un terzo squadrone. Forse gli aerosiluranti perdono 2 dei loro, poco importa. In tutto, quindi, non più 48, ma almeno 58 e possibilmente 60 aerei. Ed è già una cosa diversa.
Come detto sopra, se la CVL e la CV avessero unito le loro forze iniziali, avrebbero colpito con la potenza di 72 aerei, ergo 42 Hellcat (?), 12 Helldiver e 18 Avenger. Dopo analizziamo anche questa modalità.
La nave li avvista a grande distanza. Apre il tiro a circa 40 km, ma i caccia non restano a guardare: subito scendono di qualche centinaio di metri dai circa 7.600 a cui volano, e acquistano velocità, al contempo si sparpagliano in maniera che ciascuno di essi sia ad almeno 500 metri dall'altro, così da rendere difficile se non impossibile, tenere sotto tiro più aerei con un solo radar SPG; nel mentre arrivano rapidamente, con la WEP, alla massima velocità orizzontale e anche oltre. Infatti, parte della tecnica è quella di perdere progressivamente quota, scendendo in circa 3 minuti da 7.600 m a circa 6.000, e al contempo passando da circa 40-42 km, alla distanza di circa 6, quando entrano nell'agognato 'cono del silenzio' radar. Per fare questo, la formazione arriva nella direzione dei venti dominanti, che aggiungono circa 60 km/h extra rispetto alla velocità della nave, la quale inizialmente è tutt'altro che lieta di correre incontro agli aerei nemici.
A quel punto, la velocità d'avvicinamento è prossima ai 720 km/h, ovvero 600 degli aerei in volo orizzontale, circa 60 kmh per il vento a favore e 60 km/h per la discesa di circa 500 m/min. Questo dà ben 12 km/minuto per l'avvicinamento, paragonabile ad un jet a basse prestazioni!
La nave apre il fuoco e subito gli aerei americani arrivano alla massima velocità, vedendo le colonne bianche di fumo ergersi nel cielo per chilometri, e cercando di avvistare i SAM mentre questi si avvicinano. Per evitarli, niente manovre prolungate: una virata secca, o una richiamata dopo picchiata, a quel punto tutto si decide, non c'é bisogno di scomporre la formazione, perdere troppa quota oppure virare in maniera tale da perdere velocità e dare più tempo alla difesa di abbatterti con altri missili.
I SAM vengono lanciati sui 40 km (prima la nave cerca di non essere avvistata otticamente), e incrociano con la prima salva gli aerei a circa 32 km (rateo di velocità sul 4:1, circa 2.500 km/h abbondanti).
I secondi tiri vengono fatti subito dopo, a circa 31 km, lanciando altri missili che colpiscono gli aerei attaccanti attorno ai 24 km.
I terzi tiri vengono fatti sui 24 km, e colpiscono a circa 18 km di distanza (ora che il raggio si riduce, la differenza di quota si fa sentire di più nel percorso netto, essendo queste distanze considerate sul solo piano orizzontale).
Quarta salva di due missili: lanciati a circa 18 km, raggiungono i bersagli a circa 14 km.
Quinta salva: lancio a circa 13 km, incrocio target a circa 10 km.
Sesta salva: lancio a circa 10 km, incrocio target sui 7 km.
A quel punto succedono alcune cose: i Corsair entrano nella zona d'ombra del radar della nave, e non sono più rilevati, mentre il De la Penne si muove verso la massa di attaccanti dando la prua.
Li ha 'ridotti' assai. Infatti, da 36 sono calati a 28: 8 abbattuti da altrettanti missili, mentre altri due SM sono stati evitati e altri 2 non hanno funzionato in maniera appropriata. Un 67%, ma pur sempre buono.
I Corsair a quel punto sono ridotti a 28, ma sono anche a circa 7 km dalla nave, in picchiata a circa 720 km/h effettivi (200 m/sec) e circa 50-55°; prima delfinano scendendo giù a circa 55-60°, poi risalgono fino a circa 45°, poi ancora giù a circa 50°; in tal modo rendono difficile la mira, ondeggiando mentre si muovono a quella velocità, per le difese della nave italiana, che spara con i cannoni da 76 e 127, i quali hanno 6-7 km di gittata utile, ma di fatto questa si riduce a circa la metà-2/3, perché con i movimenti rapidi e non prevedibili, gli aerei nemici non consentono una mira adeguata se c'é da aspettare più di 5-6 secondi. Un guaio serio!
Le linee di mira usate sono almeno 3: una a poppa, e le due a prua (la 2a a poppa è probabilmente inutilizzabile, perché i target sono troppo ostruiti dalle stesse sovrastrutture vicine all'FCS). Questo comporta che una FCS usi i missili Aspide, tirandone complessivamente 2 salve, probabilmente però la seconda è con 2 missili, tanto per 'impressionare di più'. Bisogna dire che con queste angolazioni il radar SPS-774/RAN-10S è pressoché inutilizzabile e quindi non è possibile una designazione automatica, i singoli target devono essere inquadrati manualmente con i radar stessi e le relative optroniche asservite, ma non è facile, piuttosto sembra come guardare il cielo da un buco di serratura, e i Corsair che arrivano rapidamente a 1/5 di km al secondo, in picchiata, variando la quota e pure l'angolazione di discesa, non sono poi così semplici da tracciare.
In tutto, però, subiscono perdite considerevoli: la 1a formazione, che è più in avanti alle altre, subisce infatti molto e male, perdendo prima 6 aerei degli 8 distrutti dagli SM-1, poi viene anche devastata dal tiro della contraerea e dei missili, perdendo ben 3 velivoli dei 6 rimasti!
Questi aerei sono i più leggeri e maneggevoli, a quanto pare non hanno niente fuori, ma sono molto probabilmente armati con i 4 cannoni da 20 mm.
Però... subito dopo di loro, a circa 30 secondi a far tanto, c'é la seconda formazione. Questi hanno una sorpresa: sono munti di razzi HVAR. Non razzi qualsiasi, però: per poter volare senza troppi pesi e drag, hanno a bordo appena 4 razzi (che, anche se non è confermabile, sono presenti anche sui velivoli della 1a squadriglia). Questi razzi sono pochi, ma hanno la spoletta VT, che li rende, su bersagli in superficie poco protetti, ben 5,2 volte più efficaci (sulla fanteria, ma per i radar è lo stesso, più o meno...). Il ragionamento è semplice: i razzi con spoletta VT sono capaci di scoppiare a circa 20 metri di altezza, e mandano schegge dappertutto. In Vietnam, un missile Shrike (secondo altre fonti, 2) scoppiò accidentalmente vicino ad una nave verso cui era stato lanciato. La nave era l'USS Worden, un grosso incrociatore tipo Leahy. La testata esplose a 30 metri di distanza. Lo Shrike derivava dallo Sparrow, ma aveva una testata più potente (e prestazioni un pò inferiori), tanto che anzichè circa 30, pesava sui 66 kg, di cui 22 di esplosivo. Ma, nonostante la distanza, tanto bastò a mettere totalmente KO i sistemi d'arma della nave, che recuperò solo dopo molti minuti il 50% della propria capacità difensiva, tempo in cui sarebbe stata altamente vulnerabile a qualsiasi attacco. I razzi HVAR non sono altrettanto potenti, ma i 12 velivoli ne portano ben 48 in tutto.
2 di questi aerei sono abbattuti dal tiro degli SM, ma gli altri? La nave riesce ad agganciarli, dopo avere spazzato via gran parte degli ultimi, disgraziati Corsair della 1a formazione (che hanno svolto egregiamente il compito di 'distrarre' la nave dalle forze successive), ma è tardi: lanciano i razzi da circa 2 km sebbene altri 2 vengano abbattuti dal tiro dei sistemi della nave stessa.
I razzi, almeno 32 effettivamente lanciati, scoppiano tutt'attorno alla nave, causandole danni da schegge micidiali, almeno da parte di 3-4 di questi razzi, che mettono KO una FCS anteriore e diversi altri sistemi elettronici. Poi i Corsair prosieguono con il tiro delle mitragliere e colpiscono la nave con altri 300 colpi.
A quel punto, giungono gli ultimi 12 Corsair, questi armati di razzi HVAR 'normali'. Non è chiaro se ne hanno 6 oppure 8, in quest'ultimo caso con una certa penalizzazione di peso e drag (per questo è meglio limitarli a 6), con spolette che dovrebbero essere, almeno in parte, semplice PD (ad impatto). A quel punto, il De la Penne è ancora in grado di difendersi, sorprendentemente, e tira con la torretta poppiera contro questi avversari, che si sono avvicinati ad angolo un pò meno elevato (in genere i razzi non venivano lanciati oltre i 40-45°, proprio al limite insomma, dell'elevazione dei radar). Uno dei Corsair viene così abbattuto (è il 14o), ma questo non impedisce che degli oltre 60 razzi HVAR tirati (da circa 1.000-1.200 metri), almeno 7 vadano a segno, tra cui 3 sulla sovrastruttura anteriore e 2 in quella posteriore. Poi proseguono il tiro, mettendo a segno anche loro sui 300 colpi delle mitragliere.
La missione è stata fatta con successo e la nave è adesso fuori uso, colpita da circa 600 colpi di mitragliera, 7 HVAR diretti e diversi altri (almeno 3-4) VT, con i sistemi d'arma difensivi pressoché inutilizzabili.
A quel punto scendono i bombardieri SBC in picchiata, le solite tattiche e armi già descritti. Entrando nel cono d'ombra radar, sarebbero comunque difficili da affrontare in tutti i casi, ma in questo momento sono davvero impossibili da neutralizzare. Sarà passato poco più di un minuto dall'attacco dell'ultimo squadrone di Corsair ed eccoli lì.
La nave viene centrata da 3 ordigni: 1 da 1.000 lb su ciascuna sovrastruttura, 1 sul ponte di volo, in pratica vengono distrutti i fumaioli e i radar di scoperta (la parte delle sovrastrutture colpite è quella posteriore nel caso del 1o, e quella anteriore nel caso del 2o). 3 compartimenti stagni vengono allagati a poppa, perché l'ordigno caduto lì, esplodendo circa 1/20 di secondo dopo l'impatto, va ad esplodere vicino alla chiglia, dove apre un varco di circa 3 mq, mentre al contempo sfascia le ultime due paratie stagne. Ecco perché c'é un rapido allagamento di circa 500 t d'acqua. Per giunta, un quarto ordigno allaga parzialmente uno dei compartimenti centro-poppieri (un near-miss).
Totalmente incapace di difendersi, viene attaccata dagli Avenger (10-12 esemplari). Questi si avvicinano e attaccano, ma il primo terzetto fallisce perché lancia da troppo distante. Il secondo, capito che la nave non è più capace di difendersi, si avvicina entro i 1.000 m sparando, e mette a segno un siluro a prua, allagando altri 2 compartimenti (200 t).
I risultati non sono del tutto soddisfacenti anche se la nave è sicuramente fuori uso (timone incluso), per cui non potrà più raggiungere Okinawa. A quel punto viene sotto un altro terzetto che si avvicina e lancia con precisione, forse senza nemmeno sparare, ma piazzando due siluri a centro-nave. Uno interessa 2 compartimenti stagni e quello già parzialmente allagato, l'altro, che pure lui causa una falla da circa 12x10 metri, allaga altri 2 compartimenti stagni.
Alla fine la nave è spacciata, tutto l'apparato motore è allagato, ci sono 3 compartimenti a poppa con almeno 500 t d'acqua a bordo, 2 a prua con altre 200, ma poi ve ne sono addirittura cinque (cinque!) a metà nave, con 2.000 t d'acqua a bordo. E' fatta.
Anche se il De la Penne ha probabilmente sui 15-16 compartimenti stagni (l'Audace e i Cassard francesi ne hanno 16, le Lupo 14 e così anche le Maestrale, apparentemente), non può certo restare a galla così malconcio: 3 compartimenti a centro nave sono sopportabili, anche 4 alle estremità, ma NON insieme. Qui abbiamo ben 10 compartimenti su 15-16 allagati, e pertanto la nave è destinata ad affondare. Ha circa 30-120 minuti di vita sopra il livello del mare.
A quel punto, arriva anche un ultimo Avenger, che si è avvicinato dal lato opposto e lancia a segno un siluro (non è chiaro se vi fossero altri 1-2 aerei con lui: se sì, uno ha mancato il bersaglio e nell'altro caso il siluro non è esploso), il quale colpisce anch'esso il centro nave. Non allaga altri compartimenti, ma in compenso spacca lo scafo della nave e prima va giù la poppa in circa 3 minuti e poi un paio di minuti dopo anche la prua, appesantita dall'allagamento di due compartimenti, va a picco. In tutto ha preso a segno 3 bombe e 4 siluri (più almeno 7 razzi).
In tutto sono andati perduti, dunque 'solo' 14 Corsair. E sorpresa, il singolo stormo imbarcato vince. Azz.
E se l'attacco è dato dalle prime due formazioni del caso originario?
A quel punto il concetto è simile, con gli aerei meno efficienti, ma più numerosi del 20%. In pratica, ci sono 42 Hellcat, 12 Helldiver e 18 Avenger.
La nave apre il tiro nelle condizioni simili, ma ha tempo per un settimo lancio di missili, totalizzando 14 SM-1 tirati (il 35% del totale nominale). Lancia a segno un bel pò di armi, 10 kill totali sui caccia e meno male che sono ben 42.
Circa 24 dei superstiti attaccano comunque testardamente la nave e vengono sottoposti al solito, micidiale tiro a.a. delle armi nemiche da difesa ravvicinata. Anzitutto, andando a quote ancora elevate, ma non troppo, non conoscendo la quota effettiva dei missili Aspide con precisione, vengono attaccati da questi e con 8 lanci, 6 vengono abbattuti. Le distanze, anche qui, sono simili a quelle viste prima.
Così sono aumente le perdite già a ben 16 aerei. A quel punto, restano solo circa 18 aerei che attaccano la nave, la quale con i cannoni cerca di sterminarli, approfittando che non arrivno ad angoli troppo forti. E in effetti riesce nel suo intento, tirando giù complessivamente la metà degli attaccanti e riportando soltanto circa 200 colpi a segno, con danni trascurabili.
Ma non è finita qui, perché a questo punto... arrivano gli Helldiver. Essendo più veloci dei Dauntless, essi hanno una capacità chiave per questo scenario, la possibilità di volare a circa 7,5 km/min anziché 6-6,5. Mentre gli ultimi Hellcat vengono miseramente respinti, dopo avere subito l'incredibile perdita di 27 perdite su 42 aerei, a quel punto si presentano i bombardieri SBC, circa 1 minuto dopo gli Hellcat. Essi sono già sopra la nave, nella zona d'ombra del radar. Così scendono giù a circa 70° e la nave non riesce ad ingaggiarli con altrettanta micidiale efficacia, pur potendoli vedere con tutte e 4 le FCS e pure le 2 dell'SM-1. Ma dato l'angolo, non riesce a vederli con i radar d'avvistamento, inoltre avere tirato giù tutti quegli Hellcat, per lo più con il tiro dei cannoni, ha lasciato questi ultimi con relativamente poche munizioni.
Anche così, abbatte fino a 4 bersagli (gli SM-1 non vengono lanciati, probabilmente c'é un'avaria o un guasto nel lanciatore a seguito dell'attacco oppure del lancio forsennato di quasi 15 missili in pochi minuti). Altri Helldiver scappano, ma 4 restano e tirano a segno una bomba e un near miss, insomma come sopra.
A quel punto arrivano gli Avenger, sono come si è detto, ben 18 aerei, ed essi possono giovarsi del fatto che la nave, almeno per ora, non può difendersi visto che ha i radar di prua KO e di fatto non riesce ad usare quelli poppieri, ammesso che siano ancora operativi, ovviamente. Non si sa nemmeno qui, se 1-2 Avenger non siano abbattuti, ma il fatto è che non sono 12, ma 18 esemplari.
Arrivando sui 400 km/h, prima mitragliano la nave da circa 2.000 m, poi attaccano con i siluri inizialmente da 1.600 m, poi 1.200, poi 1.000, infine 600 metri. Un primo attacco fallisce, un altro colpisce la nave a prua, e il terzo la centra con 2 siluri a mezza nave.
A quel punto uno degli Helldiver torna sulla nave e la centra con l'ordigno di bordo sulla sovrastruttura poppiera, portando a 3 siluri e 2 bombe il totale andato a segno. Visto che oramai è immobilizzata, viene mitragliata dagli altri aerei rimasti, e i 3 Helldiver rimasti in gioco, armati con una bomba l'uno, tornano in azione dopo essersi disimpegnati. Il loro compare ha già eseguito l'attacco con successo, gli altri 3 riescono a fare altri danni, del resto facili, colpendo la nave a poppa e a centro nave, più un near miss laterale.
Il De la Penne, pur difendendosi valorosamente, fa la solita fine (perdonami!) dopo circa 10 minuti. Stavolta ha distrutto complessivamente ben 27 caccia e 4 bombardieri = 31 aerei dei 72 usati. Un pò meno bene dell'altra ipotesi. La nave è stata centrata da 3 siluri e 1 (poi aumentata a 4) bombe.
Si potrebbe fare meglio con i razzi a bordo degli Hellcat e/o con i Corsair (armati o meno di razzi). Non molto meglio, ma meglio. E facendo volare i caccia come prima, con arrivo sugli 8.000 m, e discesa planata ad alta velocità e sottovento fino a circa 6.000 m, con picchiata finale sul bersaglio. Ma questo l'abbiamo visto già prima, per cui non è così necessario ripeterlo.
Beh, ricapitoliamo: (lo so, lo so, che palle...)
1) caso: attacchi ad ondate.
Il De la Penne soccombe alla 5a ondata, totale 186 aerei (108 caccia, 36 SBC, 42 TBF) con 58-60 perdite americane , incassando 2 bombe e 4 siluri (1 bomba e 2 siluri nei primi passaggi degli aerei)
Armi incassate: 1 bomba e 2 siluri (poi diventati 2 bombe e 4 siluri)
Perdite: 33 F6F(forse anche F4U), 10 SBC, 15-17 TBF.
2) caso: attacco tutti insieme.
Stesso numero di aerei. Il De la Penne abbatte 25 caccia, incassando 9 bombe e 1 siluro.
3) caso: attacco di stormo singolo 'istruito'. 60 aerei (36 F4U, 12 SBC, 12 TBF), con 14 perdite (caccia), contro 3 bombe e 4 siluri.
4) caso: attacco di 1 stormo e mezzo. 72 aerei (42 caccia, 12 SBC, 18 TBF), con 31 perdite (27 caccia e 4 SBC) contro 3 siluri e 1 (poi 4) bombe.
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