La Nagato in dettaglio 1-3-015
Questa classe di navi da battaglia è talmente sconosciuta, che la maggior parte delle persone forse nemmeno sa che la Nagato aveva una gemella, dal nome assai più anonimo, la Mutsu. Che del resto, ebbe una sorte infausta e assai anonima, scomparendo in una potente e misteriosa esplosione, così come l'equipaggio superstite, tenuto accuratamente a distanza dalla patria per non far sapere della sua malasorte. Strano ma vero, sebbene la Nagato sia indubbiamente la più famosa delle due, è anche quella che ha visto meno azioni belliche, essendo l'ammiraglia della flotta fino a che non giunsero le Yamato, e quindi meno 'sacrificabile'.
Queste navi nacquero negli anni '20, ed erano equivalenti alle Colorado e alle Nelson. Rispetto ad esse avevano pregi e difetti, ma la loro velocità era più alta e alle prove sfiorava, con 80.000 hp, i 27 nodi, per cui erano vere corazzate 'veloci', in un certo senso delle navi paragonabili ad una classe di 'super Queen Elizabeth', visto che in fondo, all'epoca i giapponesi avevano ancora molta influenza britannica nella loro marina, per esempio nella progettazione delle torrette. Inizialmente esse avevano una lunghezza di 201 metri per 29 di larghezza, totalizzando 32.720 tonnellate standard e addirittura 38.498 a pieno carico, per 1.333 effettivi d'equipaggio, poi aumentati a circa 1.700 durante la guerra. Una delle loro caratteristiche più importanti e originali fu quella della struttura della torre, con un grande tubo centrale, che permetteva anche un ascensore interno, e sei laterali, che permettevano di rendere la struttura totalmente rigida e stabile, nonché ferma per l'osservazione e il tiro. La lunghezza di queste navi venne incrementata a 217 metri ricostruendo la prua, e poi, per sostenere maggiormente la massa della grande pagoda, fino a 224,94 metri e -con le controcarene- fino a 34,6 metri, benché l'immersione fosse comunque di ben 9,49 metri perché il dislocamento era salito a 46.690 tonnellate.
Le torri vennero corazzate fin dall'inizio in maniera massiccia, ma poi lo spessore aumentò a 460 mm frontali, 280 lati, 230-250 superiori, mentre le carente antisiluro erano alte 13,5 metri e larghe 2,84. La corazzatura dei ponti aumentò sensibilmente di 38 mm sul ponte superiore e 25 mm su quello principale. La corazzatura complessiva venne stimata, a quel punto, arrivare a 13.032 tonnellate o il 32,6% del dislocamento. Rinforzi vennero fatti anche successivamente, con corazze da 100 e 215 mm ai lati delle barbette, e i tubi nella parte superiore delle carene, stranamente però sopra il livello del galleggiamento e davanti alla struttura principale.
Ad ogni modo, la migliore descrizione delle 'Nagato' dal punto di vista della blindatura è contenuta in questo report: pagina di Lungrem su Navweapons.
Che le Nagato fossero le navi da battaglia più potenti del mondo fino al 1940 almeno, è a mio avviso, difficile da negare. Esse lo erano per varie ragioni, ma sopratutto perché avevano una grande velocità, armi a lunga gittata, inizialmente sui 30.200 metri, poi aumentati a quasi 40.000 con il rialzo delle torri fino a 43° dagli originali 35°. Questo, sebbene la velocità, a causa dell'aumento della massa, fosse caduta a meno di 25 nodi. Però la ricostruzione aveva comportato anche l'uso di turbine più moderne e l'autonomia, con 5.650 t di carburante, arrivava a 8.560 nm o 15.800 km a 16 nodi.
Piuttosto, la posizione dei fumaioli fu un problema costante, dando problemi con i fumi e il calore. Da qui le varie posizioni provate, con fumaioli storti e strani, fino ad adottare un unico grande fumaiolo abbastanza lontano dal torrione.
I cannoni da 140 mm dell'armamento secondario erano capaci di tirare proiettili da 38 kg fino a 15,8 km quando con alzo a 25°. Non era moltissimo, ma la cadenza di tiro arrivava a 10 colpi al minuto. I cannoni da 76 mm a.a. completavano l'armamento, così come 8 tubi da 533 con portata di 7 km a 37 nodi, per cariche da 203 kg (estensibili a 15,5 km a 26). I primi cannoni da 127 binati vennero provati nel 1926. In seguito ebbero modo di installare ben 8 cannoni da 127/40 dal 1932, con portata di 14,7 km e fino a 8-14 rpm. Anche i cannoni da 40 mm andarono a bordo all'epoca, ma solo due impianti binati. In seguito, alcuni cannoni da 140 vennero rimossi e gli altri ebbero aumenti di elevazione fino a 35°, per ottenere ben 20 km di portata. In seguito vennero anche 20 cannoni da 25 mm, oltre alle mitragliatrici da 13 mm.
La lunghezza della cintura era di 137,14 metri, la solita zona tra le barbette estreme delle artiglierie. La struttura era di 305 mm di spessore, e 2,7 metri d'altezza (1,8 metri sott'acqua); si riduceva tuttavia a 100 mm verso il fondo, mentre sopra di esso c'era un altro strato da 229 mm alto 1,7 metri. Le torri erano in origine, protette da corazze da 305 mm, così come le barbette (le casematte invece, solo 25 mm); il torrione arrivava a 369 mm.
Il ponte principale era costituito da 69 mm d'acciaio in tre strati di HTS (quindi acciaio ad alta elasticità, ma non propriamente 'balistico') di 25, 25 e 19 mm. Il ponte inferiore era da 75 mm (25x3 mm), che a 3 metri dai fianchi si piegava per congiungersi alla base della cintura. Sotto questa curvatura c'era un largo compartimento a tenuta stagna, e dietro di esso c'erano i serbatoi di carburante, spessi altri 3,13 metri.
Il sistema di controllo del tiro era basato su un telemetro da 10 metri principale e per le torri superiori, mentre i telemetri antiaerei erano da 3 e 6 metri. Inizialmente, l'FCS era il Type 13, di derivazione britannica della Grande guerra, mentre poi arrivò il Type 14 (poi 34), e il Type 31 per la lotta a.a. nel 1932; il sistema Type 95 controllava il fuoco delle armi da 25 mm. Per i radar, bisognerò aspettare un periodo attorno al 1944, sulla sola Nagato (un Type 21 da ricerca aerea, e due Type 22 da ricerca di superficie, più altri due Type 13 da scoperta aerea arrivarono dopo, attorno al giugno 1944).
Ma adesso analizziamo la corazzatura della Nagato, come è illustrata da Lundgren, che è veramente impressionante.
Analisi della corazzatura
Qui non voglio parlare della qualità della blindatura di per sé, perché c'é poco da dire, era un tipo di leghe in buona parte di vecchia scuola, rinforzate solo da alcune piastre più moderne di produzione più recente. Del resto, era normale per una nave da battaglia che aveva già migliaia di tonnellate di acciaio balistico, e che sarebbe stato enormemente costoso sostituire interamente.
Allora, almeno, guardiamo gli spessori. Bisogna dire, però, che la blindatura era talmente varia, che bisogna analizzare diverse sezioni della nave: non essendo affatto una corazza 'tutto o niente' (però, almeno in parte, gli somiglia) di tipo moderno, è una struttura complessa e difficile da spiegare. Roba che le corazze della Littorio sembrano semplici esercizi di stile.
Ordinata 53, ovvero la barbetta anteriore, la n.1.
La barbetta superiore della torre A era spessa, lateralmente, 122 mm di acciaio NVNC (nuova lega Vickers non cementata) su 299 mm di acciaio VC (cementata Vickers), per un totale di ben 421 mm!
La parte inferiore della barbetta era di 209 mm VC + 75 mm VNC. Ma non solo: se si voleva colpire in questa zona, davanti c'era anche la cintura corazzata superiore, altri 224 mm VC e 75 mm VNC!!!
Il che significa, che prima bisognava passare lo scafo esterno, probabilmente 19 mm di acciaio HT (ad alta elasticità); sebbene questa struttura non potesse scappucciare i grossi calibri, poi arrivava il bello: i 224 mm di VC, su 25 mm HT (249 mm!) superiore e verticale. Poi, se si voleva arrivare alla barbetta, altri 209 mm VC e 75 mm VNC. Se si somma il tutto, sono 249+284 mm = 533 mm di acciaio (in 4 piastre diverse, spesse fino a 224 mm), escluso lo scafo esterno!!!
Non saprei dire quanto equivalga a resistenza, ma di sicuro lo spessore esterno da 249 mm riesce sicuramente a scappucciare il proiettile. Immagino che persino proiettili come quelli da 381/50 e 406/50 siano fermabili da questa struttura, a distanze di 18-20 km teorici, e probabilmente anche prima, perché la barbetta è pur sempre una struttura curva e questo aumenta la resistenza della stessa, e non in piccola misura.
Inoltre, il ponte era da 75 mm (3x25 HT), su cui si basava la cintura superiore, che in realtà era molto all'interno della nave stessa.
Sotto il ponte, c'era la cintura principale, inclinata sensibilmente all'interno. Questa era spessa ben 299 mm VC su piastra da 17,5 mm HT, per un totale di 316,5 mm, il tutto inclinato -probabilmente di circa 15°. Inoltre era del tutto interna allo scafo, e quindi protetta dal primo impatto dei proiettili, anche se non potevano essere scappucciati dalle pareti esterne, troppo sottili. MA, sebbene non sia così difficile perforare una corazza inclinata di 316 mm, bisogna dire che questo era solo l'inizio! Eppure, era equivalente alle cinture di protezione delle navi americane dell'epoca!
Dietro a questi 299+16,5 mm (più forse, 19 mm per lo scafo esterno), c'era infatti un altro strato d'acciaio formidabile: una paratia d'acciaio che era molto inclinata, anche se all'indietro, fino a congiungersi alla barbetta inferiore. Questa paratia era spessa ben 274 mm nella parte superiore, anche se verso il basso (e sotto il livello di galleggiamento) si riduceva a 125 mm. Non solo: dietro questa struttura c'era una piastra tripla da 25 mm (altri 75 mm!). Anche se l'inclinazione era all'indietro, e quindi favorevole rispetto alla traiettoria dei proiettili, l'angolo era molto forte, e questo significava superare nettamente la traiettoria dei proiettili: probabilmente siamo attorno ai 45°, per cui se si vuole arrivare a vedere un proiettile di questo tipo a traiettorie d'attacco superiore all'inclinazione della corazza, bisognerebbe andare a portate superiori ai 30 km, troppi per perforare quella stessa piastra, probabilmente anche senza la cintura! Inoltre, il ponte principale sarebbe quasi certamente nella rotta per intercettare il proiettile in arrivo, per cui dovrebbe arrivare in una rotta tale da ridurre la sua capacità di penetrazione, in ogni caso, prima dell'impatto ultimo.
Al piede della corazza laterale la piastra si riduceva fino a 75 mm +17,5 mm, ma c'era anche il 'piede' della struttura 'a fungo', spessa ben 242 mm NVNC e 3x75 mm! E tutto questo, sott'acqua!
Ma anche se questa colossale massa d'acciaio fosse stata sconfitta, e parliamo di un massimo di 316,5 + 349 mm (665,5 mm!!! E senza considerare l'inclinazione delle piastre, né lo scafo esterno, sennò saremmo ben oltre i 700 mm!!!!).. prima di arrivare ai depositi munizioni, ci vorrebbe anche di passare la paratia interna della barbetta, da altri 13 mm HT, oppure, nella parte inferiore, i depositi di munizioni da 37,5 mm MMCNC.
Il 'tetto' dei depositi/ponte si unisce alla base della cintura, senza toccarsi, ma su di una piastra di 19+25+22 mm HT. SOTTO questo valore, ben sotto alla linea di galleggiamento, c'era un'altra paratia d'acciaio, stavolta piegata all'indietro, che faceva da paratia contro i colpi sott'acqua e i siluri. La parte superiore era di 44 mm CNC su 4 piastre da 25 mm HT, ed era fortemente inclinata verso l'interno. Poi curvava fino a diventare verticale, arrivando a spessori che progressivamente passavano da 107 a ben 220 mm VH su base 3x25 mm TH. Ergo, quasi 300 mm d'acciaio sotto diversi metri d'acqua!!
Poi, in fondo, la paratia finiva verticale: 75 mm (sempre 3x25 HT) che scendeva fino al doppio fondo e infine alla chiglia, spessa di suo ben 25 mm HT più 13 mm HT, per un totale di 38 mm.
Veramente impressionante, non trovate? Una protezione che -assieme alle controcarene esterne- dava resistenza alle granate subacquee e ai siluri, per giunta anche sotto i depositi c'erano quasi 38 mm di acciaio, tanto per non farsi mancare nulla, perché anche il fondo era blindato.
All'ordinata 77, c'erano disposizioni simili, ma diverse.
La barbetta n.2, più alta, si poggiava esternamente al ponte principale, che però era spesso solo 2x13 mm HT. La barbetta era sempre 122+299 mm come prima. La struttura che proteggeva ponte e barbetta inferiore, era spessa 2x13 mm con il ponte di castello, e 19 mm per il fianco della nave.
Sotto il ponte superiore c'era quello principale, da 3x25 mm (75 mm HT), ovvero il terzo ponte corazzato (26, 26 e 75 mm totali). Fuori c'era la cintura superiore, molto inclinata all'esterno e spessa 224 VC + 17,5 mm HT, sopra il ponte corazzato inferiore; e, meno inclinata, la cintura principale, la solita 299+17,5 mm. Dietro di questa c'era la struttura 'a fungo', 274-125 mm + 3x75 mm, ergo il solito super-ponte inclinato, spesso complessivamente fino a ben 349 mm, a cui aggiungere i 316,5 della cintura, le controcarene e l'inclinazione.
Oltre al ponte inclinato, c'era la parte piana, non meno mostruosa, arrivando a 125 NVNC + 2x25 HT, ergo 175 mm d'acciaio, che era sotto a 52 mm di due ponti superiori.
Per il resto, vedi la descrizione della barbetta 1.
All'ordinata 143 c'era invece la zona delle caldaie: 2x13 mm del ponte di castello, 2x25+19 mm per quello superiore, 25 mm HT per il ponte inferiore.
Sui lati c'erano tubi da 2 mm di spessore, 60 di essi da 225 mm.
La cintura superiore era da 224 mm VC e 25 mm HT, 299+17,5 mm HT, 149-75 mm+ 17,5 mm HT, con dietro 3x25 mm e 2x25 mm HT superiormente, sempre nella zona del ponte inclinato. Dietro tutto c'erano una paratia sopra il ponte inclinato di 2x25+19 mm, e sotto, una da 9 mm per proteggere le macchine. A lato c'era una paratia antisiluro da 3x25 mm HT. Controcarene esterne da 8-12 mm HT.
All'ordinata 239 c'era la struttura delle barbette, 122+299 mm superiore, 209+75 mm inferiore, spessore ponte superiore 2x13 mm, ponte corazzato principale 69 mm su 3 strati. Inferiormente c'era il solito ponte da 125 mm NVNC e 2x25 mm HT.
Esternamente, la protezione verticale era dietro le controcarene, poi una cintura leggermente inclinata di 299+17,5 mm, poi 3x25 mm inclinate, e 249-149 mm (decrescenti verso il basso). Sotto questa struttura c'era la solita paratia inclinata e curva fino al verticale, 3x25 mm e poi 2x25 mm verticale, mentre la barbetta inferiore era da 274-199 mm VC.
La parte inferiore del deposito era spessa 37,5 mm, 25 mm HT per il deposito, e 25+13 mm per i depositi superiori.
E la barbetta n.4? Il ponte superiore, 2x13 mm HT, 2x25+19 HT sotto di esso, e infine quello inferiore e più corazzato di 125 NVNC + 2x25 mm HT, che significano 270 mm di acciaio tra tutti e tre i ponti! Inoltre, la struttura protettiva era di 224 e 25 mm HT laterali alla barbetta. Questa era 122+299 mm sopra il ponte, 209+75 mm (284 mm) inferiore, dove era protetto dalla struttura di 249 mm verticale e 26 mm del ponte superiore.
3x25 mm erano la solita parte inclinata del ponte, DIETRO di cui c'era una struttura da 125-249 mm (aumentava con la profondità) VC. Sotto ancora c'era una struttura di 3x25 mm fortemente inclinata all'interno, che poi diventava verticale, mentre aumentava da 25 a 199 mm VH, su 3x25 mm HT. INfine, sotto ancora, c'erano 2x25 mm fini alla chiglia, dove continuavano con spessore di 25+13 mm.
Non solo, ma nel locale munizioni c'erano spessori di 25+13 mm HT, e sotto, nella zona cariche di lancio, 37,5 mm di spessore.
Una roba mostruosa, no? Un autentico labirinto di acciaio. Penso che avrebbe potuto resistere ad un'enormità di colpi a segno, siluri o proiettili, o anche bombe che fossero. Di sicuro era una corazza capace di reggere ad un pò tutto quel che era previsto potesse danneggiare la Nagato.
Tranne un'esplosione fatta da un sabotatore, ovviamente.
Protezione orizzontale (HT forse è il tipo Ducol):
-barbetta A: ponte di castello 2x13 mm HT + ponte superiore 2x13 mm HT + ponte principale 3x25 mm HT+ la corazza inclinata (fino ad oltre 300 mm!). Totale 127 mm + corazza inclinata sottostante.
-B: ponte di castello 2x13 mm HT + ponte superiore 2x13 mm HT + ponte principale 3x25 mm + corazza pinclinata oppure, a lato, 125 NVNC+2x25 mm HT = 26+26+75+175 mm = 302 mm (!!!).
-zona centrale (caldaie): castello 2x13 mm + p. superiore 2x25 +19 mm + ponte principale 2x25 mm o, dentro la paratia da 69 mm, 25 mm. Totale: 118 mm.
-zona centrale (macchine): castello 2x13 mm + p.superiore 2x25+19 mm + ponte principale principale 2x25 mm (esterno è solo 6 mm). Totale: 143 mm.
-barbetta C: castello 2x13 mm + ponte superiore 2x25+19 mm; struttura ponte principale 125+2x25 mm. Totale: 268 mm.
-barbetta D: ponte superiore 2x13 mm + ponte principale 2x25+19 mm; ponte inferiore 125+2x25 mm. Totale: 270 mm(!).
La Kirishima, nel 1942, per esempio, aveva (all'ordinata 148) la seguente disposizione:
Ponte di castello, 25 mm DS + 2x19 NS.
Ponte superiore: 19 mm NS
Ponte principale 7,6 mm NS
Ponte inferiore: 63,5 mm CNC + 19 mm NS (72,5 mm).
Protezione verticale: cintura superiore per le casematte: 149 mm VC su 12 mm NS (sopra il ponte da 19 mm fino al castello).
Cintura superiore: 149 mm VC + 50 mm teak + 2x12 mm NS (sopra il ponte principale).
Cintura principale: 199 mm (+50 mm teak)+16 mm NS.
Cintura inferiore: 75 mm VC (congiungente con il ponte inclinato laterale).
Paratie antisiluro: 2x25 mm DS. Struttura esterna della nave (o forse, delle controcarene): 9 mm DS.
Le strutture di protezione della parte superiore delle caldaie (che fuoriuscivano parzialmente dal ponte inferiore): 165 mm VC (verticale).
Fuori dalla cintura principale, poco sopra della linea di galleggiamento, c'era anche una struttura con 21 tubi cavi (2 mm?).
In tutto, la cintura arrivava ad un massimo di 215 mm. La struttura orizzontale era di 63 (25+19+19)+19+7,6+72,5(63,5+19) mm, totalizzando ben 172,1 mm, anche se solo 63,5 erano di acciaio moderno, il resto era di Ducol oppure acciaio al nickel. Anche così era uno spessore considerevole, certo molto migliore della protezione verticale della nave. Benché non avesse lo spessore paragonabile a quello di una corazzata moderna (con pochi ponti, ma molto spessi), era un valore superiore a quello di molte navi da battaglia, anche moderne: le Littorio, per esempio, solo nei depositi erano migliori, mentre le le Iowa erano a stento superiori in quella zona (184 mm). Le Bismarck erano particolarmente 'friabili' come zona orizzontale, avendo solo 50+80 oppure, 50+95 o 100 mm nelle zone dei depositi, per cui al massimo erano sui 150 mm (più, probabilmente, fino a 20 mm del ponte intermedio, per cui al massimo si arrivava a 170 mm, o più se sopra le zone inclinate, dove arrivava a 20 mm in più).
Da notare che queste corazzature erano, in cifre assolute, più spesse di quelle di una nave da battaglia MODERNA, strano no? Per dare un esempio in merito, la Bismarck, sulle sale macchine e depositi aveva 50+20(?)+80 e 50+20(?)+95(o 100?) mm, ergo tra 130 e nel migliore dei casi, 170 mm, ergo MENO della Kirishima!
La Veneto, per quanto meglio protetta (almeno in certe zone) aveva circa 45+12+112 mm a centro nave (=169 mm), e 45+12+162 mm sui depositi (219 o secondo altre fonti, 'solo' 207). Per cui, tranne che nei depositi, era inferiore, oltre ad essere SEMPRE inferiore nel 40% dell'estensione laterale, dove era 45(?)+12+99 o 109 mm, ovvero 156 o 166 mm. Quindi solo il 50% del 60% (circa) della cittadella corazzata era più spessa che nel caso della Kirishima, ergo circa il 30% della superficie totale. Questo per non parlare della Nagato, che aveva spessori complessivi anche di oltre 300 mm, sebbene nella zona macchine sembrasse assai più vulnerabile (118-143 mm).
Del resto, anche le vecchie 'Cesare' non erano messe male: ma a causa della difficoltà nel raccapezzarsi tra le varie indicazioni, per ora non posso essere abbastanza preciso: secondo uno degli schemi, lo spessore a centro nave era di 42 (forse 24+18), 30 (18+12) e 80 mm (? forse era una piastra multipla, basata sul ponte originario di 12+12 mm?). Ne riparleremo più avanti.
Questa classe di navi da battaglia è talmente sconosciuta, che la maggior parte delle persone forse nemmeno sa che la Nagato aveva una gemella, dal nome assai più anonimo, la Mutsu. Che del resto, ebbe una sorte infausta e assai anonima, scomparendo in una potente e misteriosa esplosione, così come l'equipaggio superstite, tenuto accuratamente a distanza dalla patria per non far sapere della sua malasorte. Strano ma vero, sebbene la Nagato sia indubbiamente la più famosa delle due, è anche quella che ha visto meno azioni belliche, essendo l'ammiraglia della flotta fino a che non giunsero le Yamato, e quindi meno 'sacrificabile'.
Queste navi nacquero negli anni '20, ed erano equivalenti alle Colorado e alle Nelson. Rispetto ad esse avevano pregi e difetti, ma la loro velocità era più alta e alle prove sfiorava, con 80.000 hp, i 27 nodi, per cui erano vere corazzate 'veloci', in un certo senso delle navi paragonabili ad una classe di 'super Queen Elizabeth', visto che in fondo, all'epoca i giapponesi avevano ancora molta influenza britannica nella loro marina, per esempio nella progettazione delle torrette. Inizialmente esse avevano una lunghezza di 201 metri per 29 di larghezza, totalizzando 32.720 tonnellate standard e addirittura 38.498 a pieno carico, per 1.333 effettivi d'equipaggio, poi aumentati a circa 1.700 durante la guerra. Una delle loro caratteristiche più importanti e originali fu quella della struttura della torre, con un grande tubo centrale, che permetteva anche un ascensore interno, e sei laterali, che permettevano di rendere la struttura totalmente rigida e stabile, nonché ferma per l'osservazione e il tiro. La lunghezza di queste navi venne incrementata a 217 metri ricostruendo la prua, e poi, per sostenere maggiormente la massa della grande pagoda, fino a 224,94 metri e -con le controcarene- fino a 34,6 metri, benché l'immersione fosse comunque di ben 9,49 metri perché il dislocamento era salito a 46.690 tonnellate.
Le torri vennero corazzate fin dall'inizio in maniera massiccia, ma poi lo spessore aumentò a 460 mm frontali, 280 lati, 230-250 superiori, mentre le carente antisiluro erano alte 13,5 metri e larghe 2,84. La corazzatura dei ponti aumentò sensibilmente di 38 mm sul ponte superiore e 25 mm su quello principale. La corazzatura complessiva venne stimata, a quel punto, arrivare a 13.032 tonnellate o il 32,6% del dislocamento. Rinforzi vennero fatti anche successivamente, con corazze da 100 e 215 mm ai lati delle barbette, e i tubi nella parte superiore delle carene, stranamente però sopra il livello del galleggiamento e davanti alla struttura principale.
Ad ogni modo, la migliore descrizione delle 'Nagato' dal punto di vista della blindatura è contenuta in questo report: pagina di Lungrem su Navweapons.
Che le Nagato fossero le navi da battaglia più potenti del mondo fino al 1940 almeno, è a mio avviso, difficile da negare. Esse lo erano per varie ragioni, ma sopratutto perché avevano una grande velocità, armi a lunga gittata, inizialmente sui 30.200 metri, poi aumentati a quasi 40.000 con il rialzo delle torri fino a 43° dagli originali 35°. Questo, sebbene la velocità, a causa dell'aumento della massa, fosse caduta a meno di 25 nodi. Però la ricostruzione aveva comportato anche l'uso di turbine più moderne e l'autonomia, con 5.650 t di carburante, arrivava a 8.560 nm o 15.800 km a 16 nodi.
Piuttosto, la posizione dei fumaioli fu un problema costante, dando problemi con i fumi e il calore. Da qui le varie posizioni provate, con fumaioli storti e strani, fino ad adottare un unico grande fumaiolo abbastanza lontano dal torrione.
I cannoni da 140 mm dell'armamento secondario erano capaci di tirare proiettili da 38 kg fino a 15,8 km quando con alzo a 25°. Non era moltissimo, ma la cadenza di tiro arrivava a 10 colpi al minuto. I cannoni da 76 mm a.a. completavano l'armamento, così come 8 tubi da 533 con portata di 7 km a 37 nodi, per cariche da 203 kg (estensibili a 15,5 km a 26). I primi cannoni da 127 binati vennero provati nel 1926. In seguito ebbero modo di installare ben 8 cannoni da 127/40 dal 1932, con portata di 14,7 km e fino a 8-14 rpm. Anche i cannoni da 40 mm andarono a bordo all'epoca, ma solo due impianti binati. In seguito, alcuni cannoni da 140 vennero rimossi e gli altri ebbero aumenti di elevazione fino a 35°, per ottenere ben 20 km di portata. In seguito vennero anche 20 cannoni da 25 mm, oltre alle mitragliatrici da 13 mm.
La lunghezza della cintura era di 137,14 metri, la solita zona tra le barbette estreme delle artiglierie. La struttura era di 305 mm di spessore, e 2,7 metri d'altezza (1,8 metri sott'acqua); si riduceva tuttavia a 100 mm verso il fondo, mentre sopra di esso c'era un altro strato da 229 mm alto 1,7 metri. Le torri erano in origine, protette da corazze da 305 mm, così come le barbette (le casematte invece, solo 25 mm); il torrione arrivava a 369 mm.
Il ponte principale era costituito da 69 mm d'acciaio in tre strati di HTS (quindi acciaio ad alta elasticità, ma non propriamente 'balistico') di 25, 25 e 19 mm. Il ponte inferiore era da 75 mm (25x3 mm), che a 3 metri dai fianchi si piegava per congiungersi alla base della cintura. Sotto questa curvatura c'era un largo compartimento a tenuta stagna, e dietro di esso c'erano i serbatoi di carburante, spessi altri 3,13 metri.
Il sistema di controllo del tiro era basato su un telemetro da 10 metri principale e per le torri superiori, mentre i telemetri antiaerei erano da 3 e 6 metri. Inizialmente, l'FCS era il Type 13, di derivazione britannica della Grande guerra, mentre poi arrivò il Type 14 (poi 34), e il Type 31 per la lotta a.a. nel 1932; il sistema Type 95 controllava il fuoco delle armi da 25 mm. Per i radar, bisognerò aspettare un periodo attorno al 1944, sulla sola Nagato (un Type 21 da ricerca aerea, e due Type 22 da ricerca di superficie, più altri due Type 13 da scoperta aerea arrivarono dopo, attorno al giugno 1944).
Ma adesso analizziamo la corazzatura della Nagato, come è illustrata da Lundgren, che è veramente impressionante.
Analisi della corazzatura
Qui non voglio parlare della qualità della blindatura di per sé, perché c'é poco da dire, era un tipo di leghe in buona parte di vecchia scuola, rinforzate solo da alcune piastre più moderne di produzione più recente. Del resto, era normale per una nave da battaglia che aveva già migliaia di tonnellate di acciaio balistico, e che sarebbe stato enormemente costoso sostituire interamente.
Allora, almeno, guardiamo gli spessori. Bisogna dire, però, che la blindatura era talmente varia, che bisogna analizzare diverse sezioni della nave: non essendo affatto una corazza 'tutto o niente' (però, almeno in parte, gli somiglia) di tipo moderno, è una struttura complessa e difficile da spiegare. Roba che le corazze della Littorio sembrano semplici esercizi di stile.
Ordinata 53, ovvero la barbetta anteriore, la n.1.
La barbetta superiore della torre A era spessa, lateralmente, 122 mm di acciaio NVNC (nuova lega Vickers non cementata) su 299 mm di acciaio VC (cementata Vickers), per un totale di ben 421 mm!
La parte inferiore della barbetta era di 209 mm VC + 75 mm VNC. Ma non solo: se si voleva colpire in questa zona, davanti c'era anche la cintura corazzata superiore, altri 224 mm VC e 75 mm VNC!!!
Il che significa, che prima bisognava passare lo scafo esterno, probabilmente 19 mm di acciaio HT (ad alta elasticità); sebbene questa struttura non potesse scappucciare i grossi calibri, poi arrivava il bello: i 224 mm di VC, su 25 mm HT (249 mm!) superiore e verticale. Poi, se si voleva arrivare alla barbetta, altri 209 mm VC e 75 mm VNC. Se si somma il tutto, sono 249+284 mm = 533 mm di acciaio (in 4 piastre diverse, spesse fino a 224 mm), escluso lo scafo esterno!!!
Non saprei dire quanto equivalga a resistenza, ma di sicuro lo spessore esterno da 249 mm riesce sicuramente a scappucciare il proiettile. Immagino che persino proiettili come quelli da 381/50 e 406/50 siano fermabili da questa struttura, a distanze di 18-20 km teorici, e probabilmente anche prima, perché la barbetta è pur sempre una struttura curva e questo aumenta la resistenza della stessa, e non in piccola misura.
Inoltre, il ponte era da 75 mm (3x25 HT), su cui si basava la cintura superiore, che in realtà era molto all'interno della nave stessa.
Sotto il ponte, c'era la cintura principale, inclinata sensibilmente all'interno. Questa era spessa ben 299 mm VC su piastra da 17,5 mm HT, per un totale di 316,5 mm, il tutto inclinato -probabilmente di circa 15°. Inoltre era del tutto interna allo scafo, e quindi protetta dal primo impatto dei proiettili, anche se non potevano essere scappucciati dalle pareti esterne, troppo sottili. MA, sebbene non sia così difficile perforare una corazza inclinata di 316 mm, bisogna dire che questo era solo l'inizio! Eppure, era equivalente alle cinture di protezione delle navi americane dell'epoca!
Dietro a questi 299+16,5 mm (più forse, 19 mm per lo scafo esterno), c'era infatti un altro strato d'acciaio formidabile: una paratia d'acciaio che era molto inclinata, anche se all'indietro, fino a congiungersi alla barbetta inferiore. Questa paratia era spessa ben 274 mm nella parte superiore, anche se verso il basso (e sotto il livello di galleggiamento) si riduceva a 125 mm. Non solo: dietro questa struttura c'era una piastra tripla da 25 mm (altri 75 mm!). Anche se l'inclinazione era all'indietro, e quindi favorevole rispetto alla traiettoria dei proiettili, l'angolo era molto forte, e questo significava superare nettamente la traiettoria dei proiettili: probabilmente siamo attorno ai 45°, per cui se si vuole arrivare a vedere un proiettile di questo tipo a traiettorie d'attacco superiore all'inclinazione della corazza, bisognerebbe andare a portate superiori ai 30 km, troppi per perforare quella stessa piastra, probabilmente anche senza la cintura! Inoltre, il ponte principale sarebbe quasi certamente nella rotta per intercettare il proiettile in arrivo, per cui dovrebbe arrivare in una rotta tale da ridurre la sua capacità di penetrazione, in ogni caso, prima dell'impatto ultimo.
Al piede della corazza laterale la piastra si riduceva fino a 75 mm +17,5 mm, ma c'era anche il 'piede' della struttura 'a fungo', spessa ben 242 mm NVNC e 3x75 mm! E tutto questo, sott'acqua!
Ma anche se questa colossale massa d'acciaio fosse stata sconfitta, e parliamo di un massimo di 316,5 + 349 mm (665,5 mm!!! E senza considerare l'inclinazione delle piastre, né lo scafo esterno, sennò saremmo ben oltre i 700 mm!!!!).. prima di arrivare ai depositi munizioni, ci vorrebbe anche di passare la paratia interna della barbetta, da altri 13 mm HT, oppure, nella parte inferiore, i depositi di munizioni da 37,5 mm MMCNC.
Il 'tetto' dei depositi/ponte si unisce alla base della cintura, senza toccarsi, ma su di una piastra di 19+25+22 mm HT. SOTTO questo valore, ben sotto alla linea di galleggiamento, c'era un'altra paratia d'acciaio, stavolta piegata all'indietro, che faceva da paratia contro i colpi sott'acqua e i siluri. La parte superiore era di 44 mm CNC su 4 piastre da 25 mm HT, ed era fortemente inclinata verso l'interno. Poi curvava fino a diventare verticale, arrivando a spessori che progressivamente passavano da 107 a ben 220 mm VH su base 3x25 mm TH. Ergo, quasi 300 mm d'acciaio sotto diversi metri d'acqua!!
Poi, in fondo, la paratia finiva verticale: 75 mm (sempre 3x25 HT) che scendeva fino al doppio fondo e infine alla chiglia, spessa di suo ben 25 mm HT più 13 mm HT, per un totale di 38 mm.
Veramente impressionante, non trovate? Una protezione che -assieme alle controcarene esterne- dava resistenza alle granate subacquee e ai siluri, per giunta anche sotto i depositi c'erano quasi 38 mm di acciaio, tanto per non farsi mancare nulla, perché anche il fondo era blindato.
All'ordinata 77, c'erano disposizioni simili, ma diverse.
La barbetta n.2, più alta, si poggiava esternamente al ponte principale, che però era spesso solo 2x13 mm HT. La barbetta era sempre 122+299 mm come prima. La struttura che proteggeva ponte e barbetta inferiore, era spessa 2x13 mm con il ponte di castello, e 19 mm per il fianco della nave.
Sotto il ponte superiore c'era quello principale, da 3x25 mm (75 mm HT), ovvero il terzo ponte corazzato (26, 26 e 75 mm totali). Fuori c'era la cintura superiore, molto inclinata all'esterno e spessa 224 VC + 17,5 mm HT, sopra il ponte corazzato inferiore; e, meno inclinata, la cintura principale, la solita 299+17,5 mm. Dietro di questa c'era la struttura 'a fungo', 274-125 mm + 3x75 mm, ergo il solito super-ponte inclinato, spesso complessivamente fino a ben 349 mm, a cui aggiungere i 316,5 della cintura, le controcarene e l'inclinazione.
Oltre al ponte inclinato, c'era la parte piana, non meno mostruosa, arrivando a 125 NVNC + 2x25 HT, ergo 175 mm d'acciaio, che era sotto a 52 mm di due ponti superiori.
Per il resto, vedi la descrizione della barbetta 1.
All'ordinata 143 c'era invece la zona delle caldaie: 2x13 mm del ponte di castello, 2x25+19 mm per quello superiore, 25 mm HT per il ponte inferiore.
Sui lati c'erano tubi da 2 mm di spessore, 60 di essi da 225 mm.
La cintura superiore era da 224 mm VC e 25 mm HT, 299+17,5 mm HT, 149-75 mm+ 17,5 mm HT, con dietro 3x25 mm e 2x25 mm HT superiormente, sempre nella zona del ponte inclinato. Dietro tutto c'erano una paratia sopra il ponte inclinato di 2x25+19 mm, e sotto, una da 9 mm per proteggere le macchine. A lato c'era una paratia antisiluro da 3x25 mm HT. Controcarene esterne da 8-12 mm HT.
All'ordinata 239 c'era la struttura delle barbette, 122+299 mm superiore, 209+75 mm inferiore, spessore ponte superiore 2x13 mm, ponte corazzato principale 69 mm su 3 strati. Inferiormente c'era il solito ponte da 125 mm NVNC e 2x25 mm HT.
Esternamente, la protezione verticale era dietro le controcarene, poi una cintura leggermente inclinata di 299+17,5 mm, poi 3x25 mm inclinate, e 249-149 mm (decrescenti verso il basso). Sotto questa struttura c'era la solita paratia inclinata e curva fino al verticale, 3x25 mm e poi 2x25 mm verticale, mentre la barbetta inferiore era da 274-199 mm VC.
La parte inferiore del deposito era spessa 37,5 mm, 25 mm HT per il deposito, e 25+13 mm per i depositi superiori.
E la barbetta n.4? Il ponte superiore, 2x13 mm HT, 2x25+19 HT sotto di esso, e infine quello inferiore e più corazzato di 125 NVNC + 2x25 mm HT, che significano 270 mm di acciaio tra tutti e tre i ponti! Inoltre, la struttura protettiva era di 224 e 25 mm HT laterali alla barbetta. Questa era 122+299 mm sopra il ponte, 209+75 mm (284 mm) inferiore, dove era protetto dalla struttura di 249 mm verticale e 26 mm del ponte superiore.
3x25 mm erano la solita parte inclinata del ponte, DIETRO di cui c'era una struttura da 125-249 mm (aumentava con la profondità) VC. Sotto ancora c'era una struttura di 3x25 mm fortemente inclinata all'interno, che poi diventava verticale, mentre aumentava da 25 a 199 mm VH, su 3x25 mm HT. INfine, sotto ancora, c'erano 2x25 mm fini alla chiglia, dove continuavano con spessore di 25+13 mm.
Non solo, ma nel locale munizioni c'erano spessori di 25+13 mm HT, e sotto, nella zona cariche di lancio, 37,5 mm di spessore.
Una roba mostruosa, no? Un autentico labirinto di acciaio. Penso che avrebbe potuto resistere ad un'enormità di colpi a segno, siluri o proiettili, o anche bombe che fossero. Di sicuro era una corazza capace di reggere ad un pò tutto quel che era previsto potesse danneggiare la Nagato.
Tranne un'esplosione fatta da un sabotatore, ovviamente.
Protezione orizzontale (HT forse è il tipo Ducol):
-barbetta A: ponte di castello 2x13 mm HT + ponte superiore 2x13 mm HT + ponte principale 3x25 mm HT+ la corazza inclinata (fino ad oltre 300 mm!). Totale 127 mm + corazza inclinata sottostante.
-B: ponte di castello 2x13 mm HT + ponte superiore 2x13 mm HT + ponte principale 3x25 mm + corazza pinclinata oppure, a lato, 125 NVNC+2x25 mm HT = 26+26+75+175 mm = 302 mm (!!!).
-zona centrale (caldaie): castello 2x13 mm + p. superiore 2x25 +19 mm + ponte principale 2x25 mm o, dentro la paratia da 69 mm, 25 mm. Totale: 118 mm.
-zona centrale (macchine): castello 2x13 mm + p.superiore 2x25+19 mm + ponte principale principale 2x25 mm (esterno è solo 6 mm). Totale: 143 mm.
-barbetta C: castello 2x13 mm + ponte superiore 2x25+19 mm; struttura ponte principale 125+2x25 mm. Totale: 268 mm.
-barbetta D: ponte superiore 2x13 mm + ponte principale 2x25+19 mm; ponte inferiore 125+2x25 mm. Totale: 270 mm(!).
La Kirishima, nel 1942, per esempio, aveva (all'ordinata 148) la seguente disposizione:
Ponte di castello, 25 mm DS + 2x19 NS.
Ponte superiore: 19 mm NS
Ponte principale 7,6 mm NS
Ponte inferiore: 63,5 mm CNC + 19 mm NS (72,5 mm).
Protezione verticale: cintura superiore per le casematte: 149 mm VC su 12 mm NS (sopra il ponte da 19 mm fino al castello).
Cintura superiore: 149 mm VC + 50 mm teak + 2x12 mm NS (sopra il ponte principale).
Cintura principale: 199 mm (+50 mm teak)+16 mm NS.
Cintura inferiore: 75 mm VC (congiungente con il ponte inclinato laterale).
Paratie antisiluro: 2x25 mm DS. Struttura esterna della nave (o forse, delle controcarene): 9 mm DS.
Le strutture di protezione della parte superiore delle caldaie (che fuoriuscivano parzialmente dal ponte inferiore): 165 mm VC (verticale).
Fuori dalla cintura principale, poco sopra della linea di galleggiamento, c'era anche una struttura con 21 tubi cavi (2 mm?).
In tutto, la cintura arrivava ad un massimo di 215 mm. La struttura orizzontale era di 63 (25+19+19)+19+7,6+72,5(63,5+19) mm, totalizzando ben 172,1 mm, anche se solo 63,5 erano di acciaio moderno, il resto era di Ducol oppure acciaio al nickel. Anche così era uno spessore considerevole, certo molto migliore della protezione verticale della nave. Benché non avesse lo spessore paragonabile a quello di una corazzata moderna (con pochi ponti, ma molto spessi), era un valore superiore a quello di molte navi da battaglia, anche moderne: le Littorio, per esempio, solo nei depositi erano migliori, mentre le le Iowa erano a stento superiori in quella zona (184 mm). Le Bismarck erano particolarmente 'friabili' come zona orizzontale, avendo solo 50+80 oppure, 50+95 o 100 mm nelle zone dei depositi, per cui al massimo erano sui 150 mm (più, probabilmente, fino a 20 mm del ponte intermedio, per cui al massimo si arrivava a 170 mm, o più se sopra le zone inclinate, dove arrivava a 20 mm in più).
Da notare che queste corazzature erano, in cifre assolute, più spesse di quelle di una nave da battaglia MODERNA, strano no? Per dare un esempio in merito, la Bismarck, sulle sale macchine e depositi aveva 50+20(?)+80 e 50+20(?)+95(o 100?) mm, ergo tra 130 e nel migliore dei casi, 170 mm, ergo MENO della Kirishima!
La Veneto, per quanto meglio protetta (almeno in certe zone) aveva circa 45+12+112 mm a centro nave (=169 mm), e 45+12+162 mm sui depositi (219 o secondo altre fonti, 'solo' 207). Per cui, tranne che nei depositi, era inferiore, oltre ad essere SEMPRE inferiore nel 40% dell'estensione laterale, dove era 45(?)+12+99 o 109 mm, ovvero 156 o 166 mm. Quindi solo il 50% del 60% (circa) della cittadella corazzata era più spessa che nel caso della Kirishima, ergo circa il 30% della superficie totale. Questo per non parlare della Nagato, che aveva spessori complessivi anche di oltre 300 mm, sebbene nella zona macchine sembrasse assai più vulnerabile (118-143 mm).
Del resto, anche le vecchie 'Cesare' non erano messe male: ma a causa della difficoltà nel raccapezzarsi tra le varie indicazioni, per ora non posso essere abbastanza preciso: secondo uno degli schemi, lo spessore a centro nave era di 42 (forse 24+18), 30 (18+12) e 80 mm (? forse era una piastra multipla, basata sul ponte originario di 12+12 mm?). Ne riparleremo più avanti.