La disfida di Barletta.. nel 1916! 12-5-015
Ecco la versione 'extended' della battaglia dello Jutland di cui prima ho parlato.
Ora, io ho fatto questa riflessione:
La flotta italiana era costituita da 6 monocalibre, no? E assieme ad esse, c'erano gli incrociatori corazzati, no? Però non furono mai davvero TUTTI e 10 in servizio, perché l'Amalfi andò a fondo prima delle ultime 'Duilio' in servizio. Quindi restarono soltanto 9 navi in simultanea.
Nel contempo, invece, le 4 'Vittorio Emanuele' andarono bene, restarono in servizio per tutta la guerra e sopravvissero al conflitto, raggiungendo quindi il dopoguerra ancora come navi da guerra efficienti, sebbene obsolete.
ORA, già che ci sono, mi sono interessato anche al resto dell'ordine di battaglia della Grand Fleet. Questo, guarda caso, comportava... la presenza di altri 3 incrociatori da battaglia, uno dei quali fu l'Invincible, che andò poi distrutto allo Jutland.
Quindi l'idea sarebbe così scontata: perché non espandere il confronto, OLTRE la squadra di Beatty?
E così avremmo 13 navi contro 13. Ergo
-le 4 QE (Barham, Warspite, Valiant, Malaya);
-i 4 incrociatori coi 343 mm (Lion, Tiger, Q.M e P.R);
-5 incrociatori coi 305 mm (Indefaticable, N.Z, Invincible, Inflexible, Indomable).
Dall'altra parte:
-6 corazzate D.Alighieri, Cavour, Da Vinci, Cesare, Doria, Duilio;
-4 corazzate policalibro Regina Elena, V.Emanuele, Napoli, Roma;
-3 incrociatori corazzati: Pisa, S.Giorgio e S.Marco.
Disposizione.
In questa battaglia, si suddivide più o meno come visto prima. Solo che si aggiunge il trio di navi extra, che per comodità, se la sbrigassero tra di loro.
Prima squadra (collabora vicina alle unità 'veloci' ma non si allontana molto): 4 QE contro Cavour, Cesare, Doria e Duilio;
Formazione veloce (fiancheggia la formazione 'pesante' e cerca di collaborare in combattimento, anche se ha prestazioni differenti):
Lion, Tiger, PR, QM, Indefaticable e N.Zealand, contro Alighieri, Da Vinci, le 4 policalibre (V.E, R.E, Roma, Napoli);
Formazione 'esplorante' (esplorazione e appoggio 'esterno', con le unità più leggere e meno potenti, e abbastanza veloci):
Invincible, Inflexible, Indomable contro Amalfi, S.M e S.G.
Svolgimento: più o meno come prima visto.
In aggiunta: l'Invincible e gli altri ingaggiano gli incrociatori corazzati italiani. L'Invincible, decano dei BB, combatte il San Marco (il più recente degli incrociatori italiani, e anche il più potente). In una battaglia condotta tra i 17.000 e i 15.000 metri, in circa un'ora di battaglia l'Invincible colpisce 9 volte l'S.M. anche se ne riporta 2 colpi in cambio: uno esplode a prua danneggiandone i ponti, ma senza danni gravi (era da 254 mm); un altro da 190 mm, colpisce una torre centrale danneggiandola e mettendola KO per alcuni minuti, ma senza provocare danni eccessivi.
L'S.M., dal canto suo, è colpito duramente da 9 proiettili, tutti da 305 mm (3,2 t circa vs 320 kg), e così la nave italiana, pesante circa la metà, è costretta a ritirarsi, con una torre primaria e una delle secondarie KO, e danni seri e incendi vari.
L'Inflexible tira invece contro l'S.G., riuscendo a dare un esempio di tiro micidiale di fuoco rapido e preciso. Colpisce l'S.G. ben 10 volte senza essere stato a sua volta colpito! Il tiro è stato sempre su distanze simili (probabilmente qualcuno di questi colpi è stato tirato a segno dall'Indomable) alle altre, quindi sui 15-17 km. L'S.G. è costretto a ritirarsi, anche se ha solo una torre secondaria KO, anche senza entrare nel dettaglio è messo male, ma non è colpito in maniera fatale, malgrado il numero di proiettili ricevuti.
Infine c'é l'Indomable, che ingaggia la nave in coda alla formazione, il Pisa. Questo è il più leggero e piccolo degli incrociatori corazzati italiani, nonché il più vecchio. Ma non di molto, a dire il vero. La battaglia è simile alle altre, l'Indomable è capace di sparare a segno senza problemi e colpisce con 3 proiettili la nave italiana, prima di ricevere un proiettile da 254 in pieno a mezza nave. E' un colpo serio, che avrebbe potuto distruggere la nave con qualche incendio ed esplosione a bordo, ma il proiettile rimbalza sul ponte principale ed esplode, danneggiando il centro nave e provocando anche qualche esplosione di proiettili da 102 mm delle riservette, danneggiando la nave, evidentemente la blindatura è appena sufficiente per quest'effetto (il ponte è da 38 mm appena).
Però l'Indomable non ha smesso di sparare, anche se accosta leggermente (5-10°), e da circa 14,6 km da cui era sceso (iniziando da circa 17,4 km) continua a sparare e mette a segno altri 5 colpi. Uno di questi sfonda la corazza di una torre laterale da 190 mm, causando l'esplosione di munizioni a catena, e il Pisa esplode a mezzanave e si rovescia sul fianco colpito.
A quel punto l'Indomable continua a sparare sull'S.G. prima che questo si ritiri.
Alla fine di questo scontro, dopo circa 60 minuti, i tre incrociatori hanno colpito gli avversari con 27 proiettili da 305 mm (circa 11 t), contro 3 colpi (2 da 254 e 1 da 190 per un totale di 550 kg circa). Alla fine, le navi italiane si ritirano, ma gli incrociatori inglesi li seguono. Il fuoco che ne deriva, nei 40 minuti successivi, 7 colpi vanno a segno sul San Marco, fermandolo in fiamme, dopo che aveva preso ben 16 colpi da 305 mm, con un motore in fiamme e la torre posteriore fuori uso, l'ultima funzionante di quelle principale. Il tiro è stato eseguito dalle navi nemiche (forse il solo Invincible) da distanze progressivamente decrescenti tra i 16 e gli 11 km, ed è proprio il tiro così da forte distanza, contro un bersaglio oramai capace di andare solo sui 20 nodi, che fa più danni, sfondando i ponti e causando distruzioni interne pesanti. Poi, arrivano altri proiettili ma non fanno probabilmente lo stesso tipo di danni allo scafo e ai ponti, anche se devastano zone come torri e sovrastrutture.
Nel mentre, il San Giorgio, probabilmente preso sotto tiro da 8 cannoni almeno da 305 mm, tra i 16 e i 12 km da due incrociatori inglesi, viene centrato altre 5 volte, con la messa fuori uso del timone principale, ed incendi vasti, nonché l'allagamento prudenziale di un deposito da 190 per questa ragione. Alla fine della battaglia, è quindi costretto a fermarsi visto che non può più manovrare, e finisce per dover arrendersi come il confratello.
Nessuno dei due è in grado di funzionare come macchina da guerra, avendo l'SM perso quasi tutti i cannoni e la velocità, e l'SG la capacità di direzionare la rotta, inoltre le centrali di tiro sono KO e acqua e fuoco stanno mettendo in crisi quello che resta di queste unità.
Questo a fronte di 3 navi inglesi di cui una del tutto indenne (a parte forse qualche near miss, ma poca roba), e le altre due poco danneggiate sebbene abbastanza fortunate a cavarsela senza troppi danni. In cambio, il San Marco ha preso 16 colpi da 305 mm, il San Giorgio altri 15, e il Pisa altri 8, per un totale di ben 39, di cui 27 nella fase più critica, quando c'é stato il confronto vero e proprio; nel mentre, il successivo atto dell'inseguimento e distruzione, ha richiesto altri 12 proiettili su appena altri due incrociatori, quindi 6 a testa, sufficienti per danneggiare un incrociatore anche se fosse indenne. A quel punto, hanno ridotto un incrociatore, il San Marco, a 6 nodi, e il San Giorgio ancora capace di almeno 15, ma senza più il timone funzionante, per cui entrambi non sono più capaci di resistere, specie se con dei cacciatori del genere. Il fatto che delle 4 torri principali, le uniche capaci di minacciare seriamente i battlecruiser, 3 erano fuori uso, fa la differenza. Inoltre, e sopratutto, le centrali di tiro erano danneggiate e praticamente inservibili per le schegge e gli scoppi, per cui le torri rimaste fanno fuoco solo a tiro locale.
Sono passati quindi circa 100 minuti dall'inizio della battaglia, e le flotte principali si stanno ancora inseguendo, ma questi incrociatori sono già finiti.
In tutto, la potenza di fuoco è stata importante, ma è la precisione e il tiro a lungo raggio che ha fatto la differenza, mentre la velocità di manovra è stata di circa 24-25 nodi, mentre le navi italiane hanno manovrato sui 21-22 nodi, quindi circa 3-4 nodi.
In tutto, quindi, le navi italiane hanno preso 184 colpi (da 305, 343 e 381 mm) per 13 unità, contro 14 colpi mandati a segno sulle navi inglesi (2x254 e 1x190 mm, più 11 da 305 mm), che hanno comportato una differenza incredibile, se la media del peso dei colpi a segno è stata sui 500+ kg, sono circa 100 tonnellate vs circa 5,8 tonnellate, ergo oltre 15:1, mentre la stazza delle navi inglesi era superiore a quella delle navi italiane di circa il 50%.
***
Quel che poi continua, è un massacro, non è una cosa 'da combattimento'. Delle 13 navi, quindi, 3 corazzate principali (la metà!) sono esplose (più che altro 'grazie' ai colpi calibro 381 mm), idem per una delle multicalibro e un incrociatore corazzato; le alte 8 sono rimaste a galla KO o in affondamento, catturate o affondate successivamente dagli inglesi.
MA, c'é anche un'altra ipotesi. Il San Giorgio, messo KO dal fuoco nemico, ha riparato il timone, ed è riuscito a ripartire dopo un primo momento in cui si era arreso. Mentre gli incrociatori inglesi sono intenti col San Marco, che comunque era in fiamme, quasi disarmato e quasi immobile, per cui era finito anche se aveva un motore più potente del fratello.
Il San Giorgio riparte poco dopo, risalendo a circa 16 nodi forzando i motori e facendo fumo, mentre le navi inglesi si erano radunate a circa 16 km di distanza vicine al San Marco. Gli inglesi se ne accorgono e ricominciano a sparare sul fuggitivo. Questo viene colpito da altri 7 colpi mentre spara continuamente con le artiglierie rimaste da 190 e 254 (una torre pare che fosse ancora efficiente, forse quella poppiera? Forse era stata riattata o mai messa fuori uso). La nave resta fuori uso definitivamente, il timone va fuori uso ancora, le armi praticamente KO, mentre gli incrociatori inglesi, in circa 20 minuti, si sono avvicinati a circa 11 km (6 miglia), poi si avvicinano ancora, con la nave italiana oramai imbelle dopo avere subito circa 22 salve ulteriori, e avere a bordo effettivamente ben 22 colpi da 305 mm. A circa 7,6 km, gli incrociatori inglesi ricominciano a sparare ancora, centrando quasi subito la nave italiana, ridotta a circa 8 nodi, sono andati a segno altri 9 colpi mentre la distanza cala a circa 4,5 km mentre barcolla e spara con i cannoni di una torre da 190 e alcuni da 76. Dopo che la torre da 190 è andata fuori uso, e due colpi alla linea di galleggiamento passati oltre la corazza o sotto di essa, la nave è stata fermata del tutto, dopo la bellezza di 31 (!) colpi da 305 mm. A quel punto il San Giorgio è fuori gioco, è basso sull'acqua e sta facendo la fine della Bismarck (o meglio, del Blucher o della Scharnorst, entrambe le guerre!). E' sott'acqua di circa 2 metri, forse ha imbarcato sulle 3.000 tonnellate d'acqua. Questa fase ultima di resistenza è durata circa 35 minuti, in cui la nave è stata colpita da altri 16 proiettili, più che raddoppiando il totale incassato. Sebbene robusto, e ben protetto, questa è una potenza troppo grande per una nave da 10.000 tonnellate! Sono circa 12 tonnellate di munizioni, circa 1:900 vs la nave stessa.
E così è andata. Il San Giorgio è fermo, basso sull'acqua, inclinato di circa 9°, circa 2 metri più immerso, e senza praticamente alcuna arma per difendersi. Le vie d'acqua lo stanno portando giù, specie a prua, e probabilmente è capace di reggere a galla per non più di 2 o 3 ore. Per finirlo prima, viene lanciato un siluro da 457 mm da 2,3 km, che con oltre 100 kg di esplosivo regolato ad oltre 3 metri di profondità, rovescia la nave in appena 7 minuti. Però questa battaglia finale, ammesso che sia andata davvero così, è stata un tale tiro a segno da non chiamarla più una battaglia, anche se 16 colpi hanno richiesto circa 210 proiettili ulteriori sparati, ovvero una grossa parte dei colpi AP rimasti (e forse anche alcuni HE, del resto più utili per fare effetto coi 'near miss'). E così è andata anche per il San Giorgio, che viene sconfitto con 10 colpi, poi messo fuori uso da altri 5, poi messo totalmente KO con altri 16 e infine affondato con un siluro.
***
Sembra una cosa un pò penalizzante, è inutile negarlo. 13:0 (o 10:0, nella versione precedente). Ma, come già visto: il punto è che le navi inglesi, stando alle informazioni raccolte all'epoca, erano indiscutibilmente migliori come 'gunners', e questo era vero rispetto a chiunque altro, tant'é che allo Jutland i tedeschi vennero risparmiati essenzialmente dal 'sabotatore' lyddite, responsabile di esplosioni anticipate prima che vi fossero delle penetrazioni delle corazze più spesse.
Eppure anche i tedeschi sparavano benissimo, come dimostrato dalla mesta fine di 3 BB inglesi. Il problema è quando hai sia una differenza notevole in potenziale di fuoco, protezione e velocità, che una differenza ancora più notevole in addestramento e preparazione in azioni singole e di squadra. La fine della marina russa a Tsushima ne è un esempio notevole, così come della squadra tedesca alle Falklands. Mettere un incrociatore corazzato contro un BB inglese non era una buona idea, anche considerando i BB meno recenti, contro navi armate di pezzi da 254 mm (che in teoria almeno, erano sufficienti per dare una capacità antinave adeguata contro i BB). Ma se il tiro, diciamo oltre i 15 km (8 miglia nautiche) era nettamente da parte inglese, allora non sarebbe stato difficile imporre il combattimento, anche grazie alla velocità più alta, stando fuori tiro pratico delle navi nemiche.
E sebbene allo Jutland tre BB esplodessero, bisogna dire che 2 di essi erano di vecchio tipo, mentre tra quelli più moderni, così come tra le navi da battaglia tipo QE, i britannici ebbero molti danni e colpi a segno (27 sulle sole QE, di cui 13 destinati alla Warspite!), ma nondimeno sopravvissero. Dunque, bisognava avere un nemico con cannoni sufficientemente potenti (e i pezzi da 280 mm erano certo più capaci dei 254, per non parlare dei 305 mm); proiettili efficaci (caricati col TNT, che aveva come unico vero problema la difficoltà ad esplodere dopo la penetrazione), e un sistema di controllo del tiro valido, e sopratutto eccellenti tiratori; infine, la condotta tattica delle azioni, come con le navi come quelle dell'amm. Hipper, era fondamentale per la riuscita delle azioni in mare e la sopravvivenza (il fatto che un solo BB tedesco andò perduto allo Jutland non fu certo un caso, ma frutto delle condizioni di cui sopra). Tutte cose che nello scenario RN vs RM sono, tragicamente, contro la seconda. E se cominci ad incassare colpi da 381 mm, la situazione può diventare molto seria e in poco tempo: vedi la Cesare, dopo l'ammodernamento, a Punta Stilo: un colpo da 15 pollici e l'esito della battaglia si delineò rapidamente. Al Bretagne, poi, successe anche di peggio. Per cui, se la squadra inglese riusciva a tirare per prima 3-4 colpi da 381 (o anche da 343 mm) poteva sperare di mettere poi una tale pressione sull'avversario, da rendergli praticamente impossibile rispondere al fuoco, specie se i telemetri venivano danneggiati.
Inoltre, nel wargame non c'é molta azione combinata, tipo taglio a T per intenderci; questo è un fattore fondamentale, ma difficile da modellare, e così ho parlato per lo più di azioni individuali, e le flotte ridotte a piccoli gruppi di navi (non più di 6) per armonizzare meglio queste simulazioni. Ma, visti i problemi di cui sopra (sopratutto, l'anno passato praticamente inerti, a Taranto), avrebbe solo rappresentato un ulteriore elemento peggiorativo per la resa della RM, mentre la RN era bella e pronta per l'azione, come già dimostrato in altre situazioni.
Ecco la versione 'extended' della battaglia dello Jutland di cui prima ho parlato.
Ora, io ho fatto questa riflessione:
La flotta italiana era costituita da 6 monocalibre, no? E assieme ad esse, c'erano gli incrociatori corazzati, no? Però non furono mai davvero TUTTI e 10 in servizio, perché l'Amalfi andò a fondo prima delle ultime 'Duilio' in servizio. Quindi restarono soltanto 9 navi in simultanea.
Nel contempo, invece, le 4 'Vittorio Emanuele' andarono bene, restarono in servizio per tutta la guerra e sopravvissero al conflitto, raggiungendo quindi il dopoguerra ancora come navi da guerra efficienti, sebbene obsolete.
ORA, già che ci sono, mi sono interessato anche al resto dell'ordine di battaglia della Grand Fleet. Questo, guarda caso, comportava... la presenza di altri 3 incrociatori da battaglia, uno dei quali fu l'Invincible, che andò poi distrutto allo Jutland.
Quindi l'idea sarebbe così scontata: perché non espandere il confronto, OLTRE la squadra di Beatty?
E così avremmo 13 navi contro 13. Ergo
-le 4 QE (Barham, Warspite, Valiant, Malaya);
-i 4 incrociatori coi 343 mm (Lion, Tiger, Q.M e P.R);
-5 incrociatori coi 305 mm (Indefaticable, N.Z, Invincible, Inflexible, Indomable).
Dall'altra parte:
-6 corazzate D.Alighieri, Cavour, Da Vinci, Cesare, Doria, Duilio;
-4 corazzate policalibro Regina Elena, V.Emanuele, Napoli, Roma;
-3 incrociatori corazzati: Pisa, S.Giorgio e S.Marco.
Disposizione.
In questa battaglia, si suddivide più o meno come visto prima. Solo che si aggiunge il trio di navi extra, che per comodità, se la sbrigassero tra di loro.
Prima squadra (collabora vicina alle unità 'veloci' ma non si allontana molto): 4 QE contro Cavour, Cesare, Doria e Duilio;
Formazione veloce (fiancheggia la formazione 'pesante' e cerca di collaborare in combattimento, anche se ha prestazioni differenti):
Lion, Tiger, PR, QM, Indefaticable e N.Zealand, contro Alighieri, Da Vinci, le 4 policalibre (V.E, R.E, Roma, Napoli);
Formazione 'esplorante' (esplorazione e appoggio 'esterno', con le unità più leggere e meno potenti, e abbastanza veloci):
Invincible, Inflexible, Indomable contro Amalfi, S.M e S.G.
Svolgimento: più o meno come prima visto.
In aggiunta: l'Invincible e gli altri ingaggiano gli incrociatori corazzati italiani. L'Invincible, decano dei BB, combatte il San Marco (il più recente degli incrociatori italiani, e anche il più potente). In una battaglia condotta tra i 17.000 e i 15.000 metri, in circa un'ora di battaglia l'Invincible colpisce 9 volte l'S.M. anche se ne riporta 2 colpi in cambio: uno esplode a prua danneggiandone i ponti, ma senza danni gravi (era da 254 mm); un altro da 190 mm, colpisce una torre centrale danneggiandola e mettendola KO per alcuni minuti, ma senza provocare danni eccessivi.
L'S.M., dal canto suo, è colpito duramente da 9 proiettili, tutti da 305 mm (3,2 t circa vs 320 kg), e così la nave italiana, pesante circa la metà, è costretta a ritirarsi, con una torre primaria e una delle secondarie KO, e danni seri e incendi vari.
L'Inflexible tira invece contro l'S.G., riuscendo a dare un esempio di tiro micidiale di fuoco rapido e preciso. Colpisce l'S.G. ben 10 volte senza essere stato a sua volta colpito! Il tiro è stato sempre su distanze simili (probabilmente qualcuno di questi colpi è stato tirato a segno dall'Indomable) alle altre, quindi sui 15-17 km. L'S.G. è costretto a ritirarsi, anche se ha solo una torre secondaria KO, anche senza entrare nel dettaglio è messo male, ma non è colpito in maniera fatale, malgrado il numero di proiettili ricevuti.
Infine c'é l'Indomable, che ingaggia la nave in coda alla formazione, il Pisa. Questo è il più leggero e piccolo degli incrociatori corazzati italiani, nonché il più vecchio. Ma non di molto, a dire il vero. La battaglia è simile alle altre, l'Indomable è capace di sparare a segno senza problemi e colpisce con 3 proiettili la nave italiana, prima di ricevere un proiettile da 254 in pieno a mezza nave. E' un colpo serio, che avrebbe potuto distruggere la nave con qualche incendio ed esplosione a bordo, ma il proiettile rimbalza sul ponte principale ed esplode, danneggiando il centro nave e provocando anche qualche esplosione di proiettili da 102 mm delle riservette, danneggiando la nave, evidentemente la blindatura è appena sufficiente per quest'effetto (il ponte è da 38 mm appena).
Però l'Indomable non ha smesso di sparare, anche se accosta leggermente (5-10°), e da circa 14,6 km da cui era sceso (iniziando da circa 17,4 km) continua a sparare e mette a segno altri 5 colpi. Uno di questi sfonda la corazza di una torre laterale da 190 mm, causando l'esplosione di munizioni a catena, e il Pisa esplode a mezzanave e si rovescia sul fianco colpito.
A quel punto l'Indomable continua a sparare sull'S.G. prima che questo si ritiri.
Alla fine di questo scontro, dopo circa 60 minuti, i tre incrociatori hanno colpito gli avversari con 27 proiettili da 305 mm (circa 11 t), contro 3 colpi (2 da 254 e 1 da 190 per un totale di 550 kg circa). Alla fine, le navi italiane si ritirano, ma gli incrociatori inglesi li seguono. Il fuoco che ne deriva, nei 40 minuti successivi, 7 colpi vanno a segno sul San Marco, fermandolo in fiamme, dopo che aveva preso ben 16 colpi da 305 mm, con un motore in fiamme e la torre posteriore fuori uso, l'ultima funzionante di quelle principale. Il tiro è stato eseguito dalle navi nemiche (forse il solo Invincible) da distanze progressivamente decrescenti tra i 16 e gli 11 km, ed è proprio il tiro così da forte distanza, contro un bersaglio oramai capace di andare solo sui 20 nodi, che fa più danni, sfondando i ponti e causando distruzioni interne pesanti. Poi, arrivano altri proiettili ma non fanno probabilmente lo stesso tipo di danni allo scafo e ai ponti, anche se devastano zone come torri e sovrastrutture.
Nel mentre, il San Giorgio, probabilmente preso sotto tiro da 8 cannoni almeno da 305 mm, tra i 16 e i 12 km da due incrociatori inglesi, viene centrato altre 5 volte, con la messa fuori uso del timone principale, ed incendi vasti, nonché l'allagamento prudenziale di un deposito da 190 per questa ragione. Alla fine della battaglia, è quindi costretto a fermarsi visto che non può più manovrare, e finisce per dover arrendersi come il confratello.
Nessuno dei due è in grado di funzionare come macchina da guerra, avendo l'SM perso quasi tutti i cannoni e la velocità, e l'SG la capacità di direzionare la rotta, inoltre le centrali di tiro sono KO e acqua e fuoco stanno mettendo in crisi quello che resta di queste unità.
Questo a fronte di 3 navi inglesi di cui una del tutto indenne (a parte forse qualche near miss, ma poca roba), e le altre due poco danneggiate sebbene abbastanza fortunate a cavarsela senza troppi danni. In cambio, il San Marco ha preso 16 colpi da 305 mm, il San Giorgio altri 15, e il Pisa altri 8, per un totale di ben 39, di cui 27 nella fase più critica, quando c'é stato il confronto vero e proprio; nel mentre, il successivo atto dell'inseguimento e distruzione, ha richiesto altri 12 proiettili su appena altri due incrociatori, quindi 6 a testa, sufficienti per danneggiare un incrociatore anche se fosse indenne. A quel punto, hanno ridotto un incrociatore, il San Marco, a 6 nodi, e il San Giorgio ancora capace di almeno 15, ma senza più il timone funzionante, per cui entrambi non sono più capaci di resistere, specie se con dei cacciatori del genere. Il fatto che delle 4 torri principali, le uniche capaci di minacciare seriamente i battlecruiser, 3 erano fuori uso, fa la differenza. Inoltre, e sopratutto, le centrali di tiro erano danneggiate e praticamente inservibili per le schegge e gli scoppi, per cui le torri rimaste fanno fuoco solo a tiro locale.
Sono passati quindi circa 100 minuti dall'inizio della battaglia, e le flotte principali si stanno ancora inseguendo, ma questi incrociatori sono già finiti.
In tutto, la potenza di fuoco è stata importante, ma è la precisione e il tiro a lungo raggio che ha fatto la differenza, mentre la velocità di manovra è stata di circa 24-25 nodi, mentre le navi italiane hanno manovrato sui 21-22 nodi, quindi circa 3-4 nodi.
In tutto, quindi, le navi italiane hanno preso 184 colpi (da 305, 343 e 381 mm) per 13 unità, contro 14 colpi mandati a segno sulle navi inglesi (2x254 e 1x190 mm, più 11 da 305 mm), che hanno comportato una differenza incredibile, se la media del peso dei colpi a segno è stata sui 500+ kg, sono circa 100 tonnellate vs circa 5,8 tonnellate, ergo oltre 15:1, mentre la stazza delle navi inglesi era superiore a quella delle navi italiane di circa il 50%.
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Quel che poi continua, è un massacro, non è una cosa 'da combattimento'. Delle 13 navi, quindi, 3 corazzate principali (la metà!) sono esplose (più che altro 'grazie' ai colpi calibro 381 mm), idem per una delle multicalibro e un incrociatore corazzato; le alte 8 sono rimaste a galla KO o in affondamento, catturate o affondate successivamente dagli inglesi.
MA, c'é anche un'altra ipotesi. Il San Giorgio, messo KO dal fuoco nemico, ha riparato il timone, ed è riuscito a ripartire dopo un primo momento in cui si era arreso. Mentre gli incrociatori inglesi sono intenti col San Marco, che comunque era in fiamme, quasi disarmato e quasi immobile, per cui era finito anche se aveva un motore più potente del fratello.
Il San Giorgio riparte poco dopo, risalendo a circa 16 nodi forzando i motori e facendo fumo, mentre le navi inglesi si erano radunate a circa 16 km di distanza vicine al San Marco. Gli inglesi se ne accorgono e ricominciano a sparare sul fuggitivo. Questo viene colpito da altri 7 colpi mentre spara continuamente con le artiglierie rimaste da 190 e 254 (una torre pare che fosse ancora efficiente, forse quella poppiera? Forse era stata riattata o mai messa fuori uso). La nave resta fuori uso definitivamente, il timone va fuori uso ancora, le armi praticamente KO, mentre gli incrociatori inglesi, in circa 20 minuti, si sono avvicinati a circa 11 km (6 miglia), poi si avvicinano ancora, con la nave italiana oramai imbelle dopo avere subito circa 22 salve ulteriori, e avere a bordo effettivamente ben 22 colpi da 305 mm. A circa 7,6 km, gli incrociatori inglesi ricominciano a sparare ancora, centrando quasi subito la nave italiana, ridotta a circa 8 nodi, sono andati a segno altri 9 colpi mentre la distanza cala a circa 4,5 km mentre barcolla e spara con i cannoni di una torre da 190 e alcuni da 76. Dopo che la torre da 190 è andata fuori uso, e due colpi alla linea di galleggiamento passati oltre la corazza o sotto di essa, la nave è stata fermata del tutto, dopo la bellezza di 31 (!) colpi da 305 mm. A quel punto il San Giorgio è fuori gioco, è basso sull'acqua e sta facendo la fine della Bismarck (o meglio, del Blucher o della Scharnorst, entrambe le guerre!). E' sott'acqua di circa 2 metri, forse ha imbarcato sulle 3.000 tonnellate d'acqua. Questa fase ultima di resistenza è durata circa 35 minuti, in cui la nave è stata colpita da altri 16 proiettili, più che raddoppiando il totale incassato. Sebbene robusto, e ben protetto, questa è una potenza troppo grande per una nave da 10.000 tonnellate! Sono circa 12 tonnellate di munizioni, circa 1:900 vs la nave stessa.
E così è andata. Il San Giorgio è fermo, basso sull'acqua, inclinato di circa 9°, circa 2 metri più immerso, e senza praticamente alcuna arma per difendersi. Le vie d'acqua lo stanno portando giù, specie a prua, e probabilmente è capace di reggere a galla per non più di 2 o 3 ore. Per finirlo prima, viene lanciato un siluro da 457 mm da 2,3 km, che con oltre 100 kg di esplosivo regolato ad oltre 3 metri di profondità, rovescia la nave in appena 7 minuti. Però questa battaglia finale, ammesso che sia andata davvero così, è stata un tale tiro a segno da non chiamarla più una battaglia, anche se 16 colpi hanno richiesto circa 210 proiettili ulteriori sparati, ovvero una grossa parte dei colpi AP rimasti (e forse anche alcuni HE, del resto più utili per fare effetto coi 'near miss'). E così è andata anche per il San Giorgio, che viene sconfitto con 10 colpi, poi messo fuori uso da altri 5, poi messo totalmente KO con altri 16 e infine affondato con un siluro.
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Sembra una cosa un pò penalizzante, è inutile negarlo. 13:0 (o 10:0, nella versione precedente). Ma, come già visto: il punto è che le navi inglesi, stando alle informazioni raccolte all'epoca, erano indiscutibilmente migliori come 'gunners', e questo era vero rispetto a chiunque altro, tant'é che allo Jutland i tedeschi vennero risparmiati essenzialmente dal 'sabotatore' lyddite, responsabile di esplosioni anticipate prima che vi fossero delle penetrazioni delle corazze più spesse.
Eppure anche i tedeschi sparavano benissimo, come dimostrato dalla mesta fine di 3 BB inglesi. Il problema è quando hai sia una differenza notevole in potenziale di fuoco, protezione e velocità, che una differenza ancora più notevole in addestramento e preparazione in azioni singole e di squadra. La fine della marina russa a Tsushima ne è un esempio notevole, così come della squadra tedesca alle Falklands. Mettere un incrociatore corazzato contro un BB inglese non era una buona idea, anche considerando i BB meno recenti, contro navi armate di pezzi da 254 mm (che in teoria almeno, erano sufficienti per dare una capacità antinave adeguata contro i BB). Ma se il tiro, diciamo oltre i 15 km (8 miglia nautiche) era nettamente da parte inglese, allora non sarebbe stato difficile imporre il combattimento, anche grazie alla velocità più alta, stando fuori tiro pratico delle navi nemiche.
E sebbene allo Jutland tre BB esplodessero, bisogna dire che 2 di essi erano di vecchio tipo, mentre tra quelli più moderni, così come tra le navi da battaglia tipo QE, i britannici ebbero molti danni e colpi a segno (27 sulle sole QE, di cui 13 destinati alla Warspite!), ma nondimeno sopravvissero. Dunque, bisognava avere un nemico con cannoni sufficientemente potenti (e i pezzi da 280 mm erano certo più capaci dei 254, per non parlare dei 305 mm); proiettili efficaci (caricati col TNT, che aveva come unico vero problema la difficoltà ad esplodere dopo la penetrazione), e un sistema di controllo del tiro valido, e sopratutto eccellenti tiratori; infine, la condotta tattica delle azioni, come con le navi come quelle dell'amm. Hipper, era fondamentale per la riuscita delle azioni in mare e la sopravvivenza (il fatto che un solo BB tedesco andò perduto allo Jutland non fu certo un caso, ma frutto delle condizioni di cui sopra). Tutte cose che nello scenario RN vs RM sono, tragicamente, contro la seconda. E se cominci ad incassare colpi da 381 mm, la situazione può diventare molto seria e in poco tempo: vedi la Cesare, dopo l'ammodernamento, a Punta Stilo: un colpo da 15 pollici e l'esito della battaglia si delineò rapidamente. Al Bretagne, poi, successe anche di peggio. Per cui, se la squadra inglese riusciva a tirare per prima 3-4 colpi da 381 (o anche da 343 mm) poteva sperare di mettere poi una tale pressione sull'avversario, da rendergli praticamente impossibile rispondere al fuoco, specie se i telemetri venivano danneggiati.
Inoltre, nel wargame non c'é molta azione combinata, tipo taglio a T per intenderci; questo è un fattore fondamentale, ma difficile da modellare, e così ho parlato per lo più di azioni individuali, e le flotte ridotte a piccoli gruppi di navi (non più di 6) per armonizzare meglio queste simulazioni. Ma, visti i problemi di cui sopra (sopratutto, l'anno passato praticamente inerti, a Taranto), avrebbe solo rappresentato un ulteriore elemento peggiorativo per la resa della RM, mentre la RN era bella e pronta per l'azione, come già dimostrato in altre situazioni.