26-1-2016
La differenza tra i Bofors L60 e i Bofors L70
Queste due armi, nonostante qualcuno possa non saperlo, in comune hanno soltanto due cose: il calibro e il nome della fabbrica.
Questo cannone, che con il tempo è persino riuscito a scalzare l'Oerlikon da 20 mm dal trono delle armi a.a. leggere più importanti della Storia, è in effetti apparso dopo di quest'ultimo. Venti anni dopo. E venti millimetri più grande. Sono cose che fanno la differenza. E il bello è, che poi ha resistito ad armi venti anni più giovani.
Il Bofors, anzitutto, venne costruito fin dal 1932, su disegno congelato attorno al 1930. La sua versione originale era un'arma lunga 60 calibri nominali, e pesante sui 1981 kg, probabilmente escludendo l'affusto. L'L/70, invece, pesa sui 5.150 kg. L'alzo è, nel primo caso, tra -5 e +90°, mentre nel secondo è tra -20 e + 80. La velocità di spostamento trasversale è nell'L/60, di 50°/sec, nell'L/70 di 92; l'elevazione è di 55° vs 57°/sec.
La munizione è, nel caso dell'L60, una 40x311R, nell'L70 è la 40x364R.
Velocità iniziale: L60, 881 m/sec; L70, 1021 m/sec;
Raggio di tiro massimo: 7160 (a.a.) m vs 12.500 m (superficie).
La genesi del Bofors fu data dal fatto che la marina svedese comprò alcuni 2 Libbre 'Pom-Pom' inglesi nel 1922, quando, strano ma vero, esistevano già cannoni antiaerei automatici, pure di buona cadenza di tiro. Il Pom-Pom rimase un'arma popolare anche nella II GM, ma la sua principale pecca era la bassa velocità iniziale, essendo tra l'altro un'arma da circa 50 calibri e con una munizione piuttosto lenta, con poca carica di lancio, e capace di arrivare poco sopra i 600 m/sec, che solo con i tipi HV divennero poco oltre 700. La gittata pratica era di 2-2,5 km e nell'insieme era un'arma adeguata per l'epoca, ma certo destinata a cedere il passo con aerei più veloci. Nella II GM venne usata spesso in affusti quadrupli oppure -nel caso delle navi più grandi- addirittura ottupli, ma essi erano inevitabilmente complessi e soggetti a rotture. Presto venne così sostituita dai Bofors, che i britannici comprarono quanto prima, anche se industrializzare questa complessa e potente arma non era poi così semplice.
In pratica, la marina svedese, giustamente, voleva un cannone che sarebbe stato adatto anche per le minacce future, e la Bofors prese a modello il suo pezzo da 57 mm (un'altro 'calibro celebre' in casa Bofors), che era all'epoca non il tipo automatico moderno da 200-220 RPM, ma un vecchio cannone. Questo era stato costruito come arma anti-siluranti, già nel tardo XIX secolo, e poi reso semi-automatico durante i test per la nuova arma, con una nuova canna. La vera sfida era però quella di costruire un meccanismo che fosse sia forte a sufficienza per sostenere un fuoco prolungato e veloce, sia che fosse abbastanza leggero da non rendere la cadenza di tiro troppo limitata per giustificare l'esistenza stessa di un costoso cannone automatico.
Si provò anche ad eliminare il problema dell'estrazione dei bossoli costruendoli in zinco, in maniera da renderli combustibili, ma poi la canna si sporcava di residui di questo metallo e così la cosa non ebbe seguito. Nel 1930 un nuovo tipo di alimentazione permise di sparare il bossolo da dietro, mentre un altro meccanismo ricaricava la camera di scoppio a culatta aperta. Nonostante che la Kruppo, all'epoca, comprasse un terzo della Bofors, questo progetto venne tenuto segreto, ma al contempo, certo beneficiò delle tecnologie tedesche che stavano aggiornando la ditta svedese. Il prototipo venne alfine completato nel novembre 1931, con clip di due e tre colpi, e presto raggiunse i 130 RPM. Nell'ottobre del 1933 divenne pronto per la produzione come 40 mm akan M/32.
L'arma aveva una canna da 56,25 calibri effettivi, e tirava proiettili da 900 gr con munizioni 40x311R, a velocità prossime ai 900 m/sec e 120 RPM teorici (80-100 pratici, per via del rimpiazzo manuale dei clip da 4 colpi). La gittata teorica arrivava, come arma a.a., a 7.200 m, ma quella pratica era sui 3.800 m. Aveva un mirino a riflessione per entrambi gli uomini sull'affusto in avanti (cannoniere e puntatore) e un computer meccanico per un terzo elemento, per affinare la mira, il tutto alimentato da una batteria a 6V.
Strano ma vero, a quel punto la marina svedese decise di cambiare idea e adottò un cannone più piccolo, da 25 mm. Però questo non ci riguarda.
Il 40/60 rimase comunque in auge, perché usato niente di meno che sui sottomarini, grazie al fatto che aveva capacità sia a.a. che antisuperficie, ma con canna ridotta ad appena 42 calibri e velocità tagliata a 700 m/sec.
Dopo queste false partenze, la prima cliente del Bofors fu la marina olandese, una delle 'minori' dell'epoca, malgrado il grosso impero coloniale che si trovava a gestire. Ad ogni modo, nell'agosto del 1934 la marina olandese -destinata a diventare una grossa cliente per la Bofors- ordinò i primi cannoni. Questi cannoni erano in impianti binati stabilizzati di tipo Hazemeyer, con uno dei cannonieri che controllava i Bofors, e l'altro lo stabilizzatore. Questi cinque impianti, tutti installati sull'incrociatore De Ruyter, e tutti controllati da un singolo sistema di puntamento centralizzato, diventarono i primi della dinastia che poi cambierà la Storia delle armi navali.
Ma nell'aprile del 1935 la Bofors presentò in Belgio anche un altro affusto, questa volta terrestre e trainabile, capace di sparare anche dalle ruote in posizione di traino (SE necessario, e certo non senza problemi di precisione). In meno di un minuto, comunque sia, era possibile abbassarlo a terra e usarlo come stabile arma A/A. Quello stesso mese di agosto il Belgio ne ordinò otto, e fu un crescendo che poi coinvolse Polonia (dove verranno anche prodotti su licenza), Norvegia, Finlandia, e poi la stessa Svezia (nel 1936), sia nel tipo terrestre, che in una versione binata navale e motorizzata, con canne raffreddate ad acqua. Seguiranno numerosissimi altri modelli, e il British Army lo adottò dopo l'esame fatto nel 1937. Dato che era possibile brandeggiare rapidamente il Bofors, ma non era così semplice seguire al contempo i bersagli, vennero così introdotti un computer analogico meccanico, il Kerrison Director, che era capace di movimentare il cannone tramite un sistema di puntamento con motori elettrici (con generatore a scoppio), asservito alle ottiche di puntamento. Esistevano anche reticoli ausiliari di mira.
La Marina inglese seguì solo dopo la ritirata norvegese, e la produzione iniziò soltanto nel 1942.
Ne vennero poi prodotti tipi con stabilizzazione triassiale, binati o quadrupli, con o senza RPC (controllo remoto), arrivarono persino a sistemi sestupli; ma il tipo migliore fu un modello stabilizzato binato e con sistema di puntamento radar.
Gli USA cercarono di semplificare al massimo il Bofors, per produrne il massimo numero e a costi ridotti, e così fu, finendo per raggiungere circa 60.000 armi complessive.
L'L60 rimase poi in servizio per un tempo sorprendentemente elevato. La RN, per esempio, a differenza di RAF e del RA, non ha MAI adottato il Bofors L70, nemmeno per le navi più moderne, come le Type 22! E persino le cannoniere AC-130H hanno gli L60 nella loro panoplia, e non i più recenti L70, che invece sono stati adottati per il fallimentare Srg York. Pare che quando vennero prodotti gli ultimi AC-130U, i cannoni L60 vennero prelevati dai semoventi M24 Duster usati come bersagli nei poligoni...
Nel secondo dopoguerra, la Bofors mise in campo un nuovo disegno, sempre da 40 mm, che usava la 40x364R mm, con una munizione da 870 gr, ma a 1030 m/sec circa. Il primo di questi sistemi, che aveva canna più lunga, munizione più potente, cadenza di tiro aumentata, e sistema di motorizzazione dell'affusto, venne prodotto nel 1947 e accettato nel 1948, anche se l'entrata in servizio avvenne solo nel 1951.
Presto il Regno Unito e l'Olanda divennero clienti di questa nuova e potente arma a.a., così necessaria per contrastare i veloci jet da combattimento moderni. Nel 1953 il Bofors divenne un'arma a.a. standard per la NATO, presto prodotto a migliaia. Nel mentre, la produzione partiva anche in Spagna e in Italia, dove è stato costruito sopratutto nei tipi navali, con numerosi modelli di affusto indigeni, culminati nelle torrette automatiche binate Dardo e Fast Forty.
E dunque, quale fu l'iter evolutivo di questi cannoni? E quali in dettaglio, i loro vantaggi sui vecchi L60? E quanti ne vennero prodotti?
Cominciamo dalla domanda n.2.
Il Bofors L70, anzitutto, è un'arma a canna allungata. Quanto allungata? 70 calibri. Questa è una dimensione importante, che permette di sfruttare gran parte dell'energia residua delle cariche di lancio. Però attenzione: se la canna è oblunga, il proiettile sarà RALLENTATO dall'attrito con le pareti, e quindi il cannone sarà pesante, lungo, costoso e poco performante. Quindi ci vuole una carica adeguata. Questa è la ragione per la quale i cannoni del XIX secolo erano corti e tozzi: la polvere da sparo, ancorché un esplosivo 'a basso potenziale', era pur sempre un esplosivo vero e proprio, capace di scoppiare in maniera violenta e non di un'azione progressiva e propulsiva. Per cui i cannoni erano tozzi e corti, per sfruttarne le caratteristiche in maniera adatta.
Con propellenti avanzati, come la cordite, le cose cambiarono parecchio, ed ecco i cannoni moderni ad alta velocità e con canne sottili, nonché con la retrocarica, diventata più sicura grazie al tipo di polveri usate.
Un cannone da 70 calibri, ad ogni modo, è senz'altro un'arma al 'limite', specie se è di calibro decente (40 mm), per cui serve una munizione potentemente sparata. Ecco che l'L70 tira con una cartuccia da 364 mm anziché 311. Inoltre il proiettile è più leggero. Il risultato netto è impressionante, anche perché la differenza di lunghezza del cannone non è di un sesto in più (17%), perché il tipo originario è di circa 56 calibri, il che significa che in realtà l'aumento è di ben il 25%. Più la munizione leggera, più la carica di lancio potenziata. Il risultato è passare da oltre 800 m/sec a oltre 1000 m/sec. L'aumento di energia cinetica complessiva dovrebbe essere di circa il 15%.
Queste innovazioni sarebbero state già micidiali nella II GM da sole, rendendo il Bofors ancora più temibile di quanto non fosse.
La gittata massima arriva da quasi 10 a 12,5 km. La massima gittata a.a. pratica passa da 3 a 4 km. La traiettoria è più tesa, più precisa, e il proiettile ci mette meno a farla. Ridurre di mezzo secondo, per esempio, il tempo di volo a 3 km, significa togliere ad un aereo da 900 km/h, ben 125 metri di spazio percorribile (circa 10 lunghezze per un piccolo cacciabombardiere!), e significa anche colpirlo meglio mentre si allontana, con una maggiore gittata pratica. E meglio anche mentre si muove lateralmente, ovvio.
Questo da solo non sarebbe stato sufficiente? Evidentemente no, da quel che si capisce nello sviluppo. Il ciclo di fuoco passò infatti da 5 a 2,5 decimi di secondo, così che la cadenza passò da 120 a 240 RPM.
Il che significa che un singolo Bofors L70 poteva tirare il doppio delle munizioni su di una distanza pratica il 33% maggiore, ergo poteva sparare 2,7 volte le munizioni del vecchio L60 su di un singolo bersaglio.
Ma questo non era ancora tutto, perché la maggiore cadenza di tiro sarebbe stata inutile se non ci fosse stato un migliore sistema di alimentazione. Il Bofors L60 aveva clip da 4 colpi in quasi tutti i suoi modelli. L'L70 invece ha una cucchiaia di alimentazione da ben 26 colpi. Questo significa 3 raffiche da due secondi l'una, la prima per aggiustamento, le altre per uccidere.... è un'altra cosa. E gli impianti hanno anche una riservetta di 96 colpi di pronto impiego, sempre in clip da 4 colpi (ma perché allora la cucchiaia ha 26 proiettili? Mah...).
Inoltre, l'affusto è motorizzato. Esistono due modelli, A e B, uno ha motore elettrico con alimentazione esterna, più economico e adatto per la difesa di obiettivi statici; l'altro, sebbene paradossalmente un pò più pesante, ha un motogeneratore e può operare come arma campale indipendente. La velocità è maggiore di quella del vecchio L60, che oltretutto, non sempre era provvisto di motore di funzionamento (molte versioni terrestri, specialmente, appaiono in realtà con volantini di movimentazione).
La maggiore gittata, naturalmente, rende più facile seguire bersagli veloci, per via che alle maggiori distanze la velocità angolare è minore.
Ma anche questo non sarebbe sufficiente, senza adeguati 'occhi'. I sistemi di mira ottici e radar sono migliorati molto rispetto ai tipi bellici, e questo processo ha visto un'evoluzione senza soluzioni di continuità nel tempo.
Ma questo non è stato tutto, no.
In qualche momento, tra gli anni '60 e i primi '70, la cadenza di tiro aumentò da 240 a 300 RPM. Come dire che una batteria da 8 pezzi sparava come se ne avesse 10. La cosa era necessaria, perché gli aerei erano sempre più veloci (anche supersonici a bassa quota), e perché sulla scena internazionale era giunto un nuovo, pericoloso concorrente. L'Oerlikon GDF, che in questi wargames poco ci interessa, al più solo nel caso della Germania per la sua presenza sul Gepard. Questo cannone ha proiettili più leggeri, ma pur sempre potenti, tirati ad oltre 1.100 m/sec. Il che gli dà una gittata massima di 9.500 m, e una a.a. di 3,5-4 km. Ma sopratutto, ha ben 550 RPM. E ogni affusto ha ben due cannoni, il che significa 1.100 RPM ovvero circa 18 per secondo. Questa combinazione di precisione e cadenza di tiro, rende possibile un tiro micidiale anche senza la spoletta di prossimità. Che a quel punto la Bofors dovette tirare fuori, volesse o meno, perché nemmeno l'aumentata cadenza di tiro era sufficiente, dato che si trattava pur sempre di proiettili con spoletta a tempo o a contatto, ma tirati a 300 RPM vs 550, su distanze paragonabili.
Inizialmente, il Bofors non aveva comunque spolette VT di prossimità. Tra l'altro, queste munizioni costano molto e questo aiuta a capire come mai sono state adottate con ritrosia con i cannoni inferiori al 76 mm. Ma da qualche parte, negli anni '60-70, cominciarono ad apparire, specie per impiego navale, ma non solo per quello. Già negli anni '80 ne erano apparse ben tre generazioni: la prima, essenzialmente buona per gli aerei, la seconda capace di distruggere anche i missili, con la capacità di generare oltre 2400 frammenti di cui 600 pallini di tungsteno capaci di bucare fino a 12 mm; e l'ultima con il Bofors Trinity, più pesante per un cannone in generale molto più potente dei tipi precedenti.
Questa cadenza di tiro aumentata, e/o le spolette di prossimità, hanno dato al Bofors L70 una potenza di fuoco micidiale. In seguito il Trinity è arrivato, negli anni '80, a ben 330 RPM, mentre il Fast Forty italiano, specializzato nel tiro antimissili, ha raggiunto ben 450 RPM! E anche così, è pur sempre -100 rispetto al GDF di 20 anni prima, mentre la Oerlikon di lì a poco ha presentato il Millennium, da ben 1000 RPM, tanto che -assieme alle munizioni AHEAD- è stato possibile ridurre gli affusti da binati a singoli. Per cui nemmeno il Fast Forty è simbolo di eccezionalità, piuttosto di come il Bofors sia rimasto buono, ma non strabiliante nell'evoluzione dell'artiglieria.
Nell'insieme, insomma, i vantaggi del Bofors L70 rispetto all'L60 sono: carica più potente+canna più lunga+ munizione più leggera = gittata maggiore del 33%, maggiore precisione, maggiore velocità di volo. Maggiore cadenza di tiro, da 2 a 2,5 volte e passa; motorizzazione per tutti gli affusti, e comunque più veloce; superiore sistema di tiro e visione; munizioni di prossimità (non per tutti gli affusti!); maggiore quantità di proiettili pronti al tiro.
Il tutto, direi, darebbe un'efficacia da 5 a 10 volte maggiore (a seconda di FCS, spolette, e cadenza di tiro) rispetto a quella del Bofors L60, praticamente un ordine di grandezza diverso.
GIA', ma quanti Bofors sono stati costruiti?
Su questo è difficile dare un'informazione precisa.
Ad ogni modo, gli L70 sono in produzione da circa 60 anni a questa parte, per dire. Ma qui ci interessano solo A- le armi terrestri e B- quelle realizzate comunque entro circa metà 1992.
Ad ogni modo, la produzione, dovrebbe essere così stata ripartita.
SVEZIA (e in parte anche Norvegia), oltre 1000 esemplari inclusi quelli esportati.
UK: ne ha realizzati oltre 1000 esemplari (nessuno con spolette di prossimità).
Olanda: altri 132 esemplari.
INDIA: in teoria attorno ai 1000 esemplari, ma non è certissimo che tutti siano stati costruiti.
SPAGNA: circa 400.
ITALIA: probabilmente altri 300-500, l'EI ha avuto oltre 250 esemplari, altri sono stati prodotti per la Grecia, altri ancora per il Venezuela (l'affusto binato Skyguard, 36 esemplari), e forse anche per altri (Libia?).
GERMANIA OCCIDENTALE: non si sa, ma come nel caso di Londra, anche Bonn vide nel Bofors l'arma standard per la propria difesa, e lo fornì a tutte le sue FFAA. Come nel caso britannico, entro la fine anni '70-inizi anni '80 venne sostituito dai missili SAM (Roland o Rapier nel caso inglese). Non è chiaro che fine hanno fatto tutti questi cannoni 'giovani'. E' incerto il numero di armi prodotte, ma potrebbero essere soltanto in base di centinaia di esemplari, diciamo tra 500 e 1000. Dove siano finiti tutti questi cannoni tedeschi e inglesi, una volta ritirati, è francamente difficile da dire!
Tutto questo però, non tiene quasi sicuramente in conto i cannoni di seconda generazione BOFI, apparsi negli anni '70, con munizioni, FCS e ROF aumentate; e tantomeno i Trinity degli anni '80.
In tutto, avremmo dunque una produzione totale difficile da quantificare, ma probabilmente di 1000+1000+132+1000+400+400+500, che rappresentano una stima MINIMA e non rappresentativa delle produzioni svedesi di nuova generazione, ma che comportano già così ben 4432 unità!
Ora, consideriamo il potenziale di questi cannoni. Le basi svedesi, nell'ipotesi standard a 55 squadroni e quindi, con 10 principali e 25 secondarie, avrebbero facilmente una media di 120 cannoni e 60 rispettivamente, pari a 20 e 10 batterie, ovvero 1200+1500 cannoni, quindi 2.700 totali. Ne restano liberi almeno altri 1600...
Un volume di fuoco del genere è micidiale, considerando anche la lunga gittata di queste armi. Se i cannoni da 20 mm sono facili da occultare e da produrre in quantità, i pezzi da 40 saranno anche più visibili, ma possono sparare con precisione al doppio della distanza, e di fatto sono l'equivalente della soluzione sovietica che prese in pratica la stessa linea che ad un certo punto gli svedesi abbandonarono (ovvero, sostituire i cannoni di vecchio tipo con i 57 mm S-60).
Se le batterie vengono schierate entro i 5 km di raggio dal centro degli aeroporti (che di per sé sono grandi, circa 3 km di lunghezza per le sole piste principali), significa che è possibile controllare uno spazio aereo con un raggio di ben 9 km e quindi un diametro di 18.
Non solo, ma le assegnazioni vanno per le fasce.
La prima (0-200 km) vede probabilmente 144 cannoni (24 batterie) su di una distanza di 6 km (e quindi un raggio di ben 10 km).
La seconda ha 120 cannoni (200-350 km) e la terza 96 (350-500 km).
Le basi secondarie avrebbero, nello stesso discorso, 80, 60 e 40 cannoni.
Le batterie di RBS-70 sarebbero 1 per ciascuna base secondaria (non ha molto senso ridurre a meno di così), 2-4 per quelle primarie. In altri termini:
-Fascia primaria (0-200 km, in realtà la distanza minima delle basi principali dal fronte è 100 km, 50 per quelle secondarie): 144 Bofors da 40, e 24 RBS-70 per base primaria, circa 80 Bofors e 6 RBS per quelle secondarie.
-fascia secondaria (200-350 km), 120 Bofors e 18 RBS-70 per le basi primarie, 60+6 per le secondarie.
-fascia terziaria (350-500 km), 96 (100?) Bofors e 12 RBS per le basi primarie, circa 40 (36?) e 6 RBS per le secondarie.
Va detto che le basi primarie sono tutte note, quelle secondarie NO, tranne forse alcune di quelle di prima fascia, troppo vicine per essere nascondibili, ma l'argomento è ancora poco chiaro.
Del resto, stiamo parlando di una difesa a.a. talmente potente che è persino controproducente per i caccia intercettori, quelli sì micidiali.
E io ero già più che soddisfatto se ci fossero stati 60 Bofors per le basi principali e 36 per quelle secondarie (valori medi).
Invece abbiamo quasi 1000 RBS e poco meno di 5000 L70.
Questo significa un ampio margine anche per le modalità con più aerei, con circa 80 o 120 squadroni schierabili dagli svedesi al massimo delle loro possibilità.
In pratica, questo comporterebbe almeno il doppio delle basi sia primarie che secondarie, ma un numero enorme di armi a.a. sarebbe comunque disponibile. Probabilmente tutto quel che si dovrebbe fare sarebbe ridurre a circa 100 i cannoni Bofors delle basi primarie, e 40 quelli delle secondarie. Non una grandissima differenza (20 basi primarie e 50 secondarie = 4000 armi).
In alternativa, si potrebbero benissimo distribuire altri 1000 cannoni, così assegnati: 300 all'esercito campale, 300 per la difesa (a coppie o quartetti) delle basi radar grandi o piccole (Giraffe), e 400 per una fascia a.a. per accoppare tutto quel che capita a tiro, con 2 cannoni sistemati ogni 4 km o anche batterie di 4 ogni 8 km, in ogni caso gittate sufficienti per portare il fuoco di 4 cannoni contro ogni aereo che varchi il fronte, in una lunghezza di 800 km dei 1000 complessivi. Il tutto da farsi a decine di km dal confine, probabilmente sui 50-60 km, anche a protezione dei numerosi radar Giraffe, che sarebbero probabilmente schierati nel seguente modo: tre fasce di avvistamento, a partire da 30-50 km di distanza dal fronte, ciascuna con 30, 40 e 30 radar, a circa 30 km una dietro l'altra, per tenere sott'occhio tutto quanto nel tempo di almeno 4-5 minuti di sorvolo in una zona di 1000x60 km circa. Più 3 Giraffe per ciascuna base principale e 1 per ciascuna secondaria, ed eventualmente anche 3-5 radar davanti a ciascuna base principale (anche di tipo diverso dai Giraffe) per fare una catena d'avvistamento a fferro di cavallo, 50-70 km distante dalla base di per sé.
La differenza tra i Bofors L60 e i Bofors L70
Queste due armi, nonostante qualcuno possa non saperlo, in comune hanno soltanto due cose: il calibro e il nome della fabbrica.
Questo cannone, che con il tempo è persino riuscito a scalzare l'Oerlikon da 20 mm dal trono delle armi a.a. leggere più importanti della Storia, è in effetti apparso dopo di quest'ultimo. Venti anni dopo. E venti millimetri più grande. Sono cose che fanno la differenza. E il bello è, che poi ha resistito ad armi venti anni più giovani.
Il Bofors, anzitutto, venne costruito fin dal 1932, su disegno congelato attorno al 1930. La sua versione originale era un'arma lunga 60 calibri nominali, e pesante sui 1981 kg, probabilmente escludendo l'affusto. L'L/70, invece, pesa sui 5.150 kg. L'alzo è, nel primo caso, tra -5 e +90°, mentre nel secondo è tra -20 e + 80. La velocità di spostamento trasversale è nell'L/60, di 50°/sec, nell'L/70 di 92; l'elevazione è di 55° vs 57°/sec.
La munizione è, nel caso dell'L60, una 40x311R, nell'L70 è la 40x364R.
Velocità iniziale: L60, 881 m/sec; L70, 1021 m/sec;
Raggio di tiro massimo: 7160 (a.a.) m vs 12.500 m (superficie).
La genesi del Bofors fu data dal fatto che la marina svedese comprò alcuni 2 Libbre 'Pom-Pom' inglesi nel 1922, quando, strano ma vero, esistevano già cannoni antiaerei automatici, pure di buona cadenza di tiro. Il Pom-Pom rimase un'arma popolare anche nella II GM, ma la sua principale pecca era la bassa velocità iniziale, essendo tra l'altro un'arma da circa 50 calibri e con una munizione piuttosto lenta, con poca carica di lancio, e capace di arrivare poco sopra i 600 m/sec, che solo con i tipi HV divennero poco oltre 700. La gittata pratica era di 2-2,5 km e nell'insieme era un'arma adeguata per l'epoca, ma certo destinata a cedere il passo con aerei più veloci. Nella II GM venne usata spesso in affusti quadrupli oppure -nel caso delle navi più grandi- addirittura ottupli, ma essi erano inevitabilmente complessi e soggetti a rotture. Presto venne così sostituita dai Bofors, che i britannici comprarono quanto prima, anche se industrializzare questa complessa e potente arma non era poi così semplice.
In pratica, la marina svedese, giustamente, voleva un cannone che sarebbe stato adatto anche per le minacce future, e la Bofors prese a modello il suo pezzo da 57 mm (un'altro 'calibro celebre' in casa Bofors), che era all'epoca non il tipo automatico moderno da 200-220 RPM, ma un vecchio cannone. Questo era stato costruito come arma anti-siluranti, già nel tardo XIX secolo, e poi reso semi-automatico durante i test per la nuova arma, con una nuova canna. La vera sfida era però quella di costruire un meccanismo che fosse sia forte a sufficienza per sostenere un fuoco prolungato e veloce, sia che fosse abbastanza leggero da non rendere la cadenza di tiro troppo limitata per giustificare l'esistenza stessa di un costoso cannone automatico.
Si provò anche ad eliminare il problema dell'estrazione dei bossoli costruendoli in zinco, in maniera da renderli combustibili, ma poi la canna si sporcava di residui di questo metallo e così la cosa non ebbe seguito. Nel 1930 un nuovo tipo di alimentazione permise di sparare il bossolo da dietro, mentre un altro meccanismo ricaricava la camera di scoppio a culatta aperta. Nonostante che la Kruppo, all'epoca, comprasse un terzo della Bofors, questo progetto venne tenuto segreto, ma al contempo, certo beneficiò delle tecnologie tedesche che stavano aggiornando la ditta svedese. Il prototipo venne alfine completato nel novembre 1931, con clip di due e tre colpi, e presto raggiunse i 130 RPM. Nell'ottobre del 1933 divenne pronto per la produzione come 40 mm akan M/32.
L'arma aveva una canna da 56,25 calibri effettivi, e tirava proiettili da 900 gr con munizioni 40x311R, a velocità prossime ai 900 m/sec e 120 RPM teorici (80-100 pratici, per via del rimpiazzo manuale dei clip da 4 colpi). La gittata teorica arrivava, come arma a.a., a 7.200 m, ma quella pratica era sui 3.800 m. Aveva un mirino a riflessione per entrambi gli uomini sull'affusto in avanti (cannoniere e puntatore) e un computer meccanico per un terzo elemento, per affinare la mira, il tutto alimentato da una batteria a 6V.
Strano ma vero, a quel punto la marina svedese decise di cambiare idea e adottò un cannone più piccolo, da 25 mm. Però questo non ci riguarda.
Il 40/60 rimase comunque in auge, perché usato niente di meno che sui sottomarini, grazie al fatto che aveva capacità sia a.a. che antisuperficie, ma con canna ridotta ad appena 42 calibri e velocità tagliata a 700 m/sec.
Dopo queste false partenze, la prima cliente del Bofors fu la marina olandese, una delle 'minori' dell'epoca, malgrado il grosso impero coloniale che si trovava a gestire. Ad ogni modo, nell'agosto del 1934 la marina olandese -destinata a diventare una grossa cliente per la Bofors- ordinò i primi cannoni. Questi cannoni erano in impianti binati stabilizzati di tipo Hazemeyer, con uno dei cannonieri che controllava i Bofors, e l'altro lo stabilizzatore. Questi cinque impianti, tutti installati sull'incrociatore De Ruyter, e tutti controllati da un singolo sistema di puntamento centralizzato, diventarono i primi della dinastia che poi cambierà la Storia delle armi navali.
Ma nell'aprile del 1935 la Bofors presentò in Belgio anche un altro affusto, questa volta terrestre e trainabile, capace di sparare anche dalle ruote in posizione di traino (SE necessario, e certo non senza problemi di precisione). In meno di un minuto, comunque sia, era possibile abbassarlo a terra e usarlo come stabile arma A/A. Quello stesso mese di agosto il Belgio ne ordinò otto, e fu un crescendo che poi coinvolse Polonia (dove verranno anche prodotti su licenza), Norvegia, Finlandia, e poi la stessa Svezia (nel 1936), sia nel tipo terrestre, che in una versione binata navale e motorizzata, con canne raffreddate ad acqua. Seguiranno numerosissimi altri modelli, e il British Army lo adottò dopo l'esame fatto nel 1937. Dato che era possibile brandeggiare rapidamente il Bofors, ma non era così semplice seguire al contempo i bersagli, vennero così introdotti un computer analogico meccanico, il Kerrison Director, che era capace di movimentare il cannone tramite un sistema di puntamento con motori elettrici (con generatore a scoppio), asservito alle ottiche di puntamento. Esistevano anche reticoli ausiliari di mira.
La Marina inglese seguì solo dopo la ritirata norvegese, e la produzione iniziò soltanto nel 1942.
Ne vennero poi prodotti tipi con stabilizzazione triassiale, binati o quadrupli, con o senza RPC (controllo remoto), arrivarono persino a sistemi sestupli; ma il tipo migliore fu un modello stabilizzato binato e con sistema di puntamento radar.
Gli USA cercarono di semplificare al massimo il Bofors, per produrne il massimo numero e a costi ridotti, e così fu, finendo per raggiungere circa 60.000 armi complessive.
L'L60 rimase poi in servizio per un tempo sorprendentemente elevato. La RN, per esempio, a differenza di RAF e del RA, non ha MAI adottato il Bofors L70, nemmeno per le navi più moderne, come le Type 22! E persino le cannoniere AC-130H hanno gli L60 nella loro panoplia, e non i più recenti L70, che invece sono stati adottati per il fallimentare Srg York. Pare che quando vennero prodotti gli ultimi AC-130U, i cannoni L60 vennero prelevati dai semoventi M24 Duster usati come bersagli nei poligoni...
Nel secondo dopoguerra, la Bofors mise in campo un nuovo disegno, sempre da 40 mm, che usava la 40x364R mm, con una munizione da 870 gr, ma a 1030 m/sec circa. Il primo di questi sistemi, che aveva canna più lunga, munizione più potente, cadenza di tiro aumentata, e sistema di motorizzazione dell'affusto, venne prodotto nel 1947 e accettato nel 1948, anche se l'entrata in servizio avvenne solo nel 1951.
Presto il Regno Unito e l'Olanda divennero clienti di questa nuova e potente arma a.a., così necessaria per contrastare i veloci jet da combattimento moderni. Nel 1953 il Bofors divenne un'arma a.a. standard per la NATO, presto prodotto a migliaia. Nel mentre, la produzione partiva anche in Spagna e in Italia, dove è stato costruito sopratutto nei tipi navali, con numerosi modelli di affusto indigeni, culminati nelle torrette automatiche binate Dardo e Fast Forty.
E dunque, quale fu l'iter evolutivo di questi cannoni? E quali in dettaglio, i loro vantaggi sui vecchi L60? E quanti ne vennero prodotti?
Cominciamo dalla domanda n.2.
Il Bofors L70, anzitutto, è un'arma a canna allungata. Quanto allungata? 70 calibri. Questa è una dimensione importante, che permette di sfruttare gran parte dell'energia residua delle cariche di lancio. Però attenzione: se la canna è oblunga, il proiettile sarà RALLENTATO dall'attrito con le pareti, e quindi il cannone sarà pesante, lungo, costoso e poco performante. Quindi ci vuole una carica adeguata. Questa è la ragione per la quale i cannoni del XIX secolo erano corti e tozzi: la polvere da sparo, ancorché un esplosivo 'a basso potenziale', era pur sempre un esplosivo vero e proprio, capace di scoppiare in maniera violenta e non di un'azione progressiva e propulsiva. Per cui i cannoni erano tozzi e corti, per sfruttarne le caratteristiche in maniera adatta.
Con propellenti avanzati, come la cordite, le cose cambiarono parecchio, ed ecco i cannoni moderni ad alta velocità e con canne sottili, nonché con la retrocarica, diventata più sicura grazie al tipo di polveri usate.
Un cannone da 70 calibri, ad ogni modo, è senz'altro un'arma al 'limite', specie se è di calibro decente (40 mm), per cui serve una munizione potentemente sparata. Ecco che l'L70 tira con una cartuccia da 364 mm anziché 311. Inoltre il proiettile è più leggero. Il risultato netto è impressionante, anche perché la differenza di lunghezza del cannone non è di un sesto in più (17%), perché il tipo originario è di circa 56 calibri, il che significa che in realtà l'aumento è di ben il 25%. Più la munizione leggera, più la carica di lancio potenziata. Il risultato è passare da oltre 800 m/sec a oltre 1000 m/sec. L'aumento di energia cinetica complessiva dovrebbe essere di circa il 15%.
Queste innovazioni sarebbero state già micidiali nella II GM da sole, rendendo il Bofors ancora più temibile di quanto non fosse.
La gittata massima arriva da quasi 10 a 12,5 km. La massima gittata a.a. pratica passa da 3 a 4 km. La traiettoria è più tesa, più precisa, e il proiettile ci mette meno a farla. Ridurre di mezzo secondo, per esempio, il tempo di volo a 3 km, significa togliere ad un aereo da 900 km/h, ben 125 metri di spazio percorribile (circa 10 lunghezze per un piccolo cacciabombardiere!), e significa anche colpirlo meglio mentre si allontana, con una maggiore gittata pratica. E meglio anche mentre si muove lateralmente, ovvio.
Questo da solo non sarebbe stato sufficiente? Evidentemente no, da quel che si capisce nello sviluppo. Il ciclo di fuoco passò infatti da 5 a 2,5 decimi di secondo, così che la cadenza passò da 120 a 240 RPM.
Il che significa che un singolo Bofors L70 poteva tirare il doppio delle munizioni su di una distanza pratica il 33% maggiore, ergo poteva sparare 2,7 volte le munizioni del vecchio L60 su di un singolo bersaglio.
Ma questo non era ancora tutto, perché la maggiore cadenza di tiro sarebbe stata inutile se non ci fosse stato un migliore sistema di alimentazione. Il Bofors L60 aveva clip da 4 colpi in quasi tutti i suoi modelli. L'L70 invece ha una cucchiaia di alimentazione da ben 26 colpi. Questo significa 3 raffiche da due secondi l'una, la prima per aggiustamento, le altre per uccidere.... è un'altra cosa. E gli impianti hanno anche una riservetta di 96 colpi di pronto impiego, sempre in clip da 4 colpi (ma perché allora la cucchiaia ha 26 proiettili? Mah...).
Inoltre, l'affusto è motorizzato. Esistono due modelli, A e B, uno ha motore elettrico con alimentazione esterna, più economico e adatto per la difesa di obiettivi statici; l'altro, sebbene paradossalmente un pò più pesante, ha un motogeneratore e può operare come arma campale indipendente. La velocità è maggiore di quella del vecchio L60, che oltretutto, non sempre era provvisto di motore di funzionamento (molte versioni terrestri, specialmente, appaiono in realtà con volantini di movimentazione).
La maggiore gittata, naturalmente, rende più facile seguire bersagli veloci, per via che alle maggiori distanze la velocità angolare è minore.
Ma anche questo non sarebbe sufficiente, senza adeguati 'occhi'. I sistemi di mira ottici e radar sono migliorati molto rispetto ai tipi bellici, e questo processo ha visto un'evoluzione senza soluzioni di continuità nel tempo.
Ma questo non è stato tutto, no.
In qualche momento, tra gli anni '60 e i primi '70, la cadenza di tiro aumentò da 240 a 300 RPM. Come dire che una batteria da 8 pezzi sparava come se ne avesse 10. La cosa era necessaria, perché gli aerei erano sempre più veloci (anche supersonici a bassa quota), e perché sulla scena internazionale era giunto un nuovo, pericoloso concorrente. L'Oerlikon GDF, che in questi wargames poco ci interessa, al più solo nel caso della Germania per la sua presenza sul Gepard. Questo cannone ha proiettili più leggeri, ma pur sempre potenti, tirati ad oltre 1.100 m/sec. Il che gli dà una gittata massima di 9.500 m, e una a.a. di 3,5-4 km. Ma sopratutto, ha ben 550 RPM. E ogni affusto ha ben due cannoni, il che significa 1.100 RPM ovvero circa 18 per secondo. Questa combinazione di precisione e cadenza di tiro, rende possibile un tiro micidiale anche senza la spoletta di prossimità. Che a quel punto la Bofors dovette tirare fuori, volesse o meno, perché nemmeno l'aumentata cadenza di tiro era sufficiente, dato che si trattava pur sempre di proiettili con spoletta a tempo o a contatto, ma tirati a 300 RPM vs 550, su distanze paragonabili.
Inizialmente, il Bofors non aveva comunque spolette VT di prossimità. Tra l'altro, queste munizioni costano molto e questo aiuta a capire come mai sono state adottate con ritrosia con i cannoni inferiori al 76 mm. Ma da qualche parte, negli anni '60-70, cominciarono ad apparire, specie per impiego navale, ma non solo per quello. Già negli anni '80 ne erano apparse ben tre generazioni: la prima, essenzialmente buona per gli aerei, la seconda capace di distruggere anche i missili, con la capacità di generare oltre 2400 frammenti di cui 600 pallini di tungsteno capaci di bucare fino a 12 mm; e l'ultima con il Bofors Trinity, più pesante per un cannone in generale molto più potente dei tipi precedenti.
Questa cadenza di tiro aumentata, e/o le spolette di prossimità, hanno dato al Bofors L70 una potenza di fuoco micidiale. In seguito il Trinity è arrivato, negli anni '80, a ben 330 RPM, mentre il Fast Forty italiano, specializzato nel tiro antimissili, ha raggiunto ben 450 RPM! E anche così, è pur sempre -100 rispetto al GDF di 20 anni prima, mentre la Oerlikon di lì a poco ha presentato il Millennium, da ben 1000 RPM, tanto che -assieme alle munizioni AHEAD- è stato possibile ridurre gli affusti da binati a singoli. Per cui nemmeno il Fast Forty è simbolo di eccezionalità, piuttosto di come il Bofors sia rimasto buono, ma non strabiliante nell'evoluzione dell'artiglieria.
Nell'insieme, insomma, i vantaggi del Bofors L70 rispetto all'L60 sono: carica più potente+canna più lunga+ munizione più leggera = gittata maggiore del 33%, maggiore precisione, maggiore velocità di volo. Maggiore cadenza di tiro, da 2 a 2,5 volte e passa; motorizzazione per tutti gli affusti, e comunque più veloce; superiore sistema di tiro e visione; munizioni di prossimità (non per tutti gli affusti!); maggiore quantità di proiettili pronti al tiro.
Il tutto, direi, darebbe un'efficacia da 5 a 10 volte maggiore (a seconda di FCS, spolette, e cadenza di tiro) rispetto a quella del Bofors L60, praticamente un ordine di grandezza diverso.
GIA', ma quanti Bofors sono stati costruiti?
Su questo è difficile dare un'informazione precisa.
Ad ogni modo, gli L70 sono in produzione da circa 60 anni a questa parte, per dire. Ma qui ci interessano solo A- le armi terrestri e B- quelle realizzate comunque entro circa metà 1992.
Ad ogni modo, la produzione, dovrebbe essere così stata ripartita.
SVEZIA (e in parte anche Norvegia), oltre 1000 esemplari inclusi quelli esportati.
UK: ne ha realizzati oltre 1000 esemplari (nessuno con spolette di prossimità).
Olanda: altri 132 esemplari.
INDIA: in teoria attorno ai 1000 esemplari, ma non è certissimo che tutti siano stati costruiti.
SPAGNA: circa 400.
ITALIA: probabilmente altri 300-500, l'EI ha avuto oltre 250 esemplari, altri sono stati prodotti per la Grecia, altri ancora per il Venezuela (l'affusto binato Skyguard, 36 esemplari), e forse anche per altri (Libia?).
GERMANIA OCCIDENTALE: non si sa, ma come nel caso di Londra, anche Bonn vide nel Bofors l'arma standard per la propria difesa, e lo fornì a tutte le sue FFAA. Come nel caso britannico, entro la fine anni '70-inizi anni '80 venne sostituito dai missili SAM (Roland o Rapier nel caso inglese). Non è chiaro che fine hanno fatto tutti questi cannoni 'giovani'. E' incerto il numero di armi prodotte, ma potrebbero essere soltanto in base di centinaia di esemplari, diciamo tra 500 e 1000. Dove siano finiti tutti questi cannoni tedeschi e inglesi, una volta ritirati, è francamente difficile da dire!
Tutto questo però, non tiene quasi sicuramente in conto i cannoni di seconda generazione BOFI, apparsi negli anni '70, con munizioni, FCS e ROF aumentate; e tantomeno i Trinity degli anni '80.
In tutto, avremmo dunque una produzione totale difficile da quantificare, ma probabilmente di 1000+1000+132+1000+400+400+500, che rappresentano una stima MINIMA e non rappresentativa delle produzioni svedesi di nuova generazione, ma che comportano già così ben 4432 unità!
Ora, consideriamo il potenziale di questi cannoni. Le basi svedesi, nell'ipotesi standard a 55 squadroni e quindi, con 10 principali e 25 secondarie, avrebbero facilmente una media di 120 cannoni e 60 rispettivamente, pari a 20 e 10 batterie, ovvero 1200+1500 cannoni, quindi 2.700 totali. Ne restano liberi almeno altri 1600...
Un volume di fuoco del genere è micidiale, considerando anche la lunga gittata di queste armi. Se i cannoni da 20 mm sono facili da occultare e da produrre in quantità, i pezzi da 40 saranno anche più visibili, ma possono sparare con precisione al doppio della distanza, e di fatto sono l'equivalente della soluzione sovietica che prese in pratica la stessa linea che ad un certo punto gli svedesi abbandonarono (ovvero, sostituire i cannoni di vecchio tipo con i 57 mm S-60).
Se le batterie vengono schierate entro i 5 km di raggio dal centro degli aeroporti (che di per sé sono grandi, circa 3 km di lunghezza per le sole piste principali), significa che è possibile controllare uno spazio aereo con un raggio di ben 9 km e quindi un diametro di 18.
Non solo, ma le assegnazioni vanno per le fasce.
La prima (0-200 km) vede probabilmente 144 cannoni (24 batterie) su di una distanza di 6 km (e quindi un raggio di ben 10 km).
La seconda ha 120 cannoni (200-350 km) e la terza 96 (350-500 km).
Le basi secondarie avrebbero, nello stesso discorso, 80, 60 e 40 cannoni.
Le batterie di RBS-70 sarebbero 1 per ciascuna base secondaria (non ha molto senso ridurre a meno di così), 2-4 per quelle primarie. In altri termini:
-Fascia primaria (0-200 km, in realtà la distanza minima delle basi principali dal fronte è 100 km, 50 per quelle secondarie): 144 Bofors da 40, e 24 RBS-70 per base primaria, circa 80 Bofors e 6 RBS per quelle secondarie.
-fascia secondaria (200-350 km), 120 Bofors e 18 RBS-70 per le basi primarie, 60+6 per le secondarie.
-fascia terziaria (350-500 km), 96 (100?) Bofors e 12 RBS per le basi primarie, circa 40 (36?) e 6 RBS per le secondarie.
Va detto che le basi primarie sono tutte note, quelle secondarie NO, tranne forse alcune di quelle di prima fascia, troppo vicine per essere nascondibili, ma l'argomento è ancora poco chiaro.
Del resto, stiamo parlando di una difesa a.a. talmente potente che è persino controproducente per i caccia intercettori, quelli sì micidiali.
E io ero già più che soddisfatto se ci fossero stati 60 Bofors per le basi principali e 36 per quelle secondarie (valori medi).
Invece abbiamo quasi 1000 RBS e poco meno di 5000 L70.
Questo significa un ampio margine anche per le modalità con più aerei, con circa 80 o 120 squadroni schierabili dagli svedesi al massimo delle loro possibilità.
In pratica, questo comporterebbe almeno il doppio delle basi sia primarie che secondarie, ma un numero enorme di armi a.a. sarebbe comunque disponibile. Probabilmente tutto quel che si dovrebbe fare sarebbe ridurre a circa 100 i cannoni Bofors delle basi primarie, e 40 quelli delle secondarie. Non una grandissima differenza (20 basi primarie e 50 secondarie = 4000 armi).
In alternativa, si potrebbero benissimo distribuire altri 1000 cannoni, così assegnati: 300 all'esercito campale, 300 per la difesa (a coppie o quartetti) delle basi radar grandi o piccole (Giraffe), e 400 per una fascia a.a. per accoppare tutto quel che capita a tiro, con 2 cannoni sistemati ogni 4 km o anche batterie di 4 ogni 8 km, in ogni caso gittate sufficienti per portare il fuoco di 4 cannoni contro ogni aereo che varchi il fronte, in una lunghezza di 800 km dei 1000 complessivi. Il tutto da farsi a decine di km dal confine, probabilmente sui 50-60 km, anche a protezione dei numerosi radar Giraffe, che sarebbero probabilmente schierati nel seguente modo: tre fasce di avvistamento, a partire da 30-50 km di distanza dal fronte, ciascuna con 30, 40 e 30 radar, a circa 30 km una dietro l'altra, per tenere sott'occhio tutto quanto nel tempo di almeno 4-5 minuti di sorvolo in una zona di 1000x60 km circa. Più 3 Giraffe per ciascuna base principale e 1 per ciascuna secondaria, ed eventualmente anche 3-5 radar davanti a ciascuna base principale (anche di tipo diverso dai Giraffe) per fare una catena d'avvistamento a fferro di cavallo, 50-70 km distante dalla base di per sé.