15/21-8-17
In questa pagina proverò a calcolare lo scenario standard con i mezzi italiani opposti ai carri cruiser di seconda generazione. Voglio indagare, diciamo, la capacità di combattimento in scontri diretti tra uno degli elementi più importanti dell'arsenale britannico e i mezzi corazzati italiani prodotti nell'intero periodo bellico. Per iniziare, però, farò conto soltanto dei tipi medi e derivati.
Le condizioni: niente fanteria, niente artiglieria, niente aviazione; niente battaglie notturne; visibilità perfetta; temperatura primaverile; terreno piatto; campo di tiro di circa 2 km. Essenzialmente è tutto un rischierarsi di unità, probabilmente dalla compagnia in sù, affrontandosi a viso aperto. Abilità degli opponenti: paragonabile.
Quanto ai risultati prevedibili, sono perfettamente consapevole che i semoventi italiani, nonostante molte limitazioni, ottennero spesso successi notevolissimi contro i pur potenti mezzi anglo-americani. Ma questo dipende da una varietà di fattori, mentre io cerco di analizzare solo il lato tecnico. Non è il mio compito del resto, immaginare da una parte truppe schiappe, e dall'altra i cuggini di Michael Wittmann. Vamos!
Personalmente, ritengo che dato l'enorme numero di mezzi corazzati inglesi costruiti, qualcosa come 30.000 solo considerando i carri armati, a cui aggiungere circa 15.000 blindo e un numero prossimo forse ai 100.000 carrier, non ci siano molti dubbi su chi avrebbe vinto, anche senza considerare l'aiuto americano o la superiorità aerea.
Per cui proverò a suddividere la questione in diversi scenari ridotti, in maniera da non rendere troppo facile la vittoria britannica.
In questa pagina proverò a calcolare lo scenario standard con i mezzi italiani opposti ai carri cruiser di seconda generazione. Voglio indagare, diciamo, la capacità di combattimento in scontri diretti tra uno degli elementi più importanti dell'arsenale britannico e i mezzi corazzati italiani prodotti nell'intero periodo bellico. Per iniziare, però, farò conto soltanto dei tipi medi e derivati.
Le condizioni: niente fanteria, niente artiglieria, niente aviazione; niente battaglie notturne; visibilità perfetta; temperatura primaverile; terreno piatto; campo di tiro di circa 2 km. Essenzialmente è tutto un rischierarsi di unità, probabilmente dalla compagnia in sù, affrontandosi a viso aperto. Abilità degli opponenti: paragonabile.
Quanto ai risultati prevedibili, sono perfettamente consapevole che i semoventi italiani, nonostante molte limitazioni, ottennero spesso successi notevolissimi contro i pur potenti mezzi anglo-americani. Ma questo dipende da una varietà di fattori, mentre io cerco di analizzare solo il lato tecnico. Non è il mio compito del resto, immaginare da una parte truppe schiappe, e dall'altra i cuggini di Michael Wittmann. Vamos!
Personalmente, ritengo che dato l'enorme numero di mezzi corazzati inglesi costruiti, qualcosa come 30.000 solo considerando i carri armati, a cui aggiungere circa 15.000 blindo e un numero prossimo forse ai 100.000 carrier, non ci siano molti dubbi su chi avrebbe vinto, anche senza considerare l'aiuto americano o la superiorità aerea.
Per cui proverò a suddividere la questione in diversi scenari ridotti, in maniera da non rendere troppo facile la vittoria britannica.
I contendenti:
Qui ne scelgo tre, ma in realtà essi sono più numerosi. Per adesso atteniamoci a questi mezzi da battaglia:
Semovente da 75/18:
Costruito all'inizio del 1941 come prototipo, si basava su di un misto di esperienze pregresse, che vertevano anche su di un carro -non entrato in produzione- con una casamatta da 65 mm e un peso di 8 tonnellate. Questo 'carro di rottura' era a tutti gli effetti un cannone d'assalto, apparso durante gli anni '30. Il semovente vero e proprio, prodotto assemblando lo scafo del nuovo carro M13 con un obice da 75/18 divisionale, era molto semplice e speditivo, e verosimilmente era una sorta di replica italiana dello StuG tedesco, già protagonista (in piccolo numero) della Campagna di Francia. La sua allocazione, però, era diversa: si trattava, forse per la prima volta nella Storia, di artiglieria semovente divisionale, e non di un mezzo di 1a linea da appoggio alle truppe. Fu il col.Berlese che ebbe notizie sul successo di questi corazzati, e ne rimase impressionato abbastanza da studiare poi una versione 'nazionale'. Comunque sia, la sua struttura, bassa e corazzata, non era chiaramente quella di un normale semovente d'artiglieria a lungo raggio, e infatti finirà ben presto per combattere contro i carri nemici. Era quindi un vero paradosso: nato come semovente divisionale sulla base però di un mezzo d'appoggio a corto raggio, si ritroverà anch'esso a fare questo ruolo, pur nascendo per tutt'altra vocazione. E nonostante questo, ebbe successo.
La sua carriera operativa iniziò dai primi mesi del 1942. In seguito ne vennero prodotti modelli migliorati con motori, corazze e cannoni più potenti. Ma arrivarono tardi per le esigenze del Regio Esercito! Fu senz'altro un'occasione sprecata visto che costavano di meno e valevano di più, ma peggio per l'esercito fascista che per i suoi nemici. Mors tua...
Elenco degli altri mezzi italiani (dal sito tarrif.net, ora reperibile qui):
Carro leggero L3/35:Prodotto dal 1935.
Peso 3,5 t circa; potenza 43 CV benzina; 3,15x1,5 x 1,28 m;
v.max 42 km/h; trincea 1,45 m, guado 0,77 m, gradino 0,7 m; gradiente 35°;
armi 2 da 8 mm Breda 38 (3200 rds);
corazzatura: sovrastruttura anteriore 15 mm, lati 9 mm; scafo 15 mm, lati 9 mm; retro 9 mm; sopra 6 mm; pavimento 6-14 mm (?)
Carro leggero L6/40: prodotto dal febbraio 1941;
Dimensioni Lu 3,78x La 1,92 x h x 2,03 m; peso 6,8 t;
potenza 68 cv benzina; 42 km/h su strada; 25 km/h fuoristrada; 200-80 km (200 l); 10 cv/t; trincea 1,7 m, gradiente 31°, gradino 0,7 m, guado 0,8 m.
Armamento Breda 35 da 20 mm (312 rds) e 8 mm coax M38 (1560).
Corazzatura: scafo frontale 30 mm a 80°; inferiore 30° a 80° (?); lati 15 mm a 80 e 90°, retro 15 mm a 90°; torretta 40 mm a 80° (mantello 40 mm a 75°); lati 15 mm a 75°; retro 15 mm (a 75°). Tetto 6 mm; fondo 6 mm.
Carro M11/39: Prodotto dal luglio 1937:
dimensioni 4,74 x 2,17 x 2,25 m; peso 11 ton,
potenza 105 cv D; v.max 33 km/h, 13 fuoristrada, autonomia 200 km (227 l); trincea 2 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, angolo 40°.
Armamento 1x37/40 mm e 2x8 mm.
Corazzatura: scafo superiore 30 mm a 79°; inferiore 14 mm sferico; lati superioi 14 mm a 81°, inferiore 14 mm a 90°; retro 14 mm a 60°; sopra 8 mm, fondo 8 mm; torretta 30 mm a 85° frontale, 30 mm mantello rotondo; lati 30 mm a 80°; retro 14 mm a 78°; sopra 7 mm a 85° (?)
Carro M13/40: Apparso febbraio (o marzo) 1940:
dimensioni 4,94 x 2,21 x 2,38 m; peso 14 t;
potenza 125 cv D; 32 (? l'M13 è dato per 30 NdA) kmh, 14 fuori strada; autonomia 199-88 km (227 l), cambio 4+1; trincea 2,1 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, pendenza 40°.
Armamento 1x47/32 mm (104) e 4x8 mm (104 e 732 per ciascuna arma).
Corazza: scafo frontale superiore 30 mm a 79°, 30 mm rotondo; lati 25 mm a 81° superiore, 25 mm a 90° inferiore; retro 25 mm a 60°; superiore 14 mm; inferiore 6 mm.
Torretta: 37 mm a 74°, mantello 37 mm rodondo; lati 25 mm a 78°; retro 25 mm a 78°; tetto 14 mm a 85°
Carro M15/42: Apparso gennaio 1943 (??);
dimensioni 5,04 x 2,23 x 2,39 m; peso 15,5 t;
potenza 192 cv (benzina); v.max 40 km/h, fuoristrada 17 km/h; autonomia 220-140 km (227 l ???). Trincea 2,1 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, angolo 31°.
Armamento 1x47/40 mm (111 cp), 4x8 mm M38 (762 cp l'una).
Corazza : scafo superiore 12+30 mm a 79°; scafo inferiore 30 mm arrotondato; lati superiori 25 mm a 81°, inferiore 25 mm a 90°, retro 25 mm a 60°, superiore 14, inferiore 6 mm.
Torretta: 12+37 mm a 74°; mantello 37 mm rotondo; lati torretta 25 mm a 78°; retro 25 mm a 78°; sopra 14 mm a 85°.
Carro pesante P.26/40: Prodotto da aprile 1943:
dimensioni 5,8 x 2,8 x 2,5 m; peso 26 t (? sul sito è citato quello dell'M15, 15,5 t);
potenza 330 cv (D?); trincea 2,1 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, angolo 45°;
armamento 1x75/34 M39 (alzo tra -10 e +23°, 63 cp); 2 M38 (576 cp l'una, ma quella a.a. in genere non era installata come standard).
Corazza: frontale scafo superiore: 50 mm a 45°; inferiore 50 mm a 35°; lati superiore 45 mm a 55°, inferiore 40 mm a 90°; retro 40 mm a 80°, tetto 20 mm a 7-0°; inferiore 15 mm.
Torretta, frontale: 60 mm a 75°, mantello cannone 75 mm rotondo; lati 45 mm a 65°; retro 40 mm a 65°, tetto 20 mm a 8-0°.
Semovente M41 da 75/18:
dimensioni 4,92 x 2,2 x 1,85 m; peso 13.100 kg;
potenza 145 cv diesel; prestazioni 33 kmh; autonomia 200 km; trincea 2 m; guado 1 m; gradino 0,8 m.
Arma: pezzo M34 da 75/18 (44 rd) e 1x 8 mm
Corazza: mantello 50 mm sferico; frontale casamatta 25+25 mm a 85°; lati: 25 mm a 78°; scafo 30 mm rotondo; lati 25 mm a 90°;
retro 25 mm a 70°; tetto 15 mm; fondo 11 mm.
Semovente M41 da 90/53: apparso nel marzo 1942.
dimensioni: 5,3 x 2,26 x 2,18 m; peso 17 t.
potenza: 145 cv D; prestazioni 32 km/h (in realtà fino a 35, ma in pratica mai andare oltre i 25 per evitare 'guai' NdA), fuoristrada 15 km/h; autonomia 200 km; trincea 2,13 m, guado 1 m, gradino 0,89 m, angolo 40° (ahah).
Corazza: frontale superiore 41 mm a 28° (scudo cannone?); frontale inferiore 30 mm rotondo; lati (scudo cannone?) 10 mm a 0° superiore, 25 mm a 0° inferiore. fondo 6 mm.
Semovente M43: apparso all'inizio del 1943.
dimensioni 5,8x 2,4 x 1,74 m. Peso 15,8 t;
potenza 192 cv; v.max 38 km/h, 17 fuori strada; autonomia 150 km (360 l).
Cannone M34 da 105/25 (derivato dall'obice da 105/23), 48 rds, e 1x8 mm.
Corazza: mantello 50 mm sferico; casamatta 75 mm a circa 90° (?) frontale, 45 mm (?) laterali a 75° ; scafo frontale 50 mm a circa 45°; lati 25 mm; retro 25 mm a 13° (77°?); tetto 15 mm a 0-4°; fondo 11 mm.
Carro Cromwell:
Alla fine del 1940 era già chiaro che i motori Liberty, che avrebbero poi motorizzato i Crusader, erano troppo vecchi (motori d'aviazione americani della I GM...) benché potenti. Ci voleva qualcosa di meglio. E così si pensò al meglio disponibile: presero un motore R.R. Merlin III, gli tolsero il sovralimentatore, lo modificarono, e con un prototipo Crusader ottennero velocità di circa 80+ km/h, così rapido che era difficile cronometrarlo! Presto apparvero numerosi modelli derivati, più pesanti dei normali carri incrociatori e più armati. Tra questi vi fu il Cromwell:
l'A24 Cromwell I divenne poi il Cavalier; 500 esemplari con il vecchio Nuffield Liberty.
l'A27L Cromwell II diventerà il Centaur, entrambi con il Liberty (nell'ultimo caso, però, modernizzato estesamente);
l'A27M Cromwell III ebbe invece il Meteor, ovvero la versione per carri del Merlin, che richiese tra l'altro 9 mesi di prove per trovare un adeguato sistema di raffreddamento (sembra facile, no?), che con le sole ventole consumava 30 hp (inizialmente erano 90!).
Il prototipo (in acciaio 'dolce', come è normale), apparve nel marzo del 1942, cosa notevole se si pensa che precedette di mesi il fratello A24 (che nelle intenzioni, avrebbe dovuto invece fargli da apripista, con il vecchio motore...). In realtà, il carro Cromwell diventerà molto più esteso della sigla iniziale, appariranno diversi tipi di questo mezzo (da non confondersi con gli altri di cui sopra), verrà anche allungato con una sesta ruota e trasformato nel potente A30 Challenger, circa 200 mezzi con il cannone da 17 lb, anche se di moderato successo (di fatto, superati dagli Sherman Firefly) ma pur sempre potenti.
Tutto questo può sembrare interessante, ma va detto che le risorse, a metà guerra, erano talmente ridotte che il Cromwell ebbe motori Meteor costruiti con i Merlin recuperati.. da aerei distrutti, spesso addirittura con i danni ancora visibili. Pensate un pò, prima erano motori di aerei, poi si schiantarono al suolo e infine si ritrovarono dentro il corpo di un carro armato.
Prodotto sopratutto per merito della Leyland in oltre 3.000 esemplari più i cuggini, il Cromwell andò oltre e dopo vari aggiornamenti in termini di corazza e di armamento, diventerà il
Carro Comet:
Apparso verso la fine della guerra, entrato in servizio nel 1944, era un mezzo finalmente di elevato livello, ma per l'appunto, giunto tardi. L'unico appunto è la mancanza di corazze inclinate frontali, il che lo rendeva notevolmente vulnerabile sullo scafo anteriore... a condizione, ovviamente, di avere un'arma abbastanza potente. La torretta era molto meglio, la meccanica era migliorata, sospensioni incluse, il motore era OK come sempre, il cannone era un 76 mm 17 lbr depotenziato con una canna più corta e -pare- carica ridotta (non tutte le fonti sono d'accordo su questo punto, ma è molto probabile). Servì a lungo nel dopoguerra, ma ne vennero prodotti solo circa 1.200 esemplari.
Corazze:
Argomento mai banale, nonostante l'apparente semplicità (eh, sono solo pezzi di lamiera, che problemi saranno mai?), ecco un riassunto delle caratteristiche di questi gusci d'acciaio che rivestivano i nostri protagonisti:
M4 Sherman: (NB. dei carri Sherman si parla, in questa pagina, solo come 'metro' di paragone)
-frontale scafo: 51 mm (2 in ) a 56° = circa 90 mm equivalente
---ultimi M4 Sherman: 64mm (2,5 in) a 47° = circa 93 mm equivalente
---Sherman Jumbo: 101 mm (4 in) a 47°
-frontale torretta: 76 mm (3 in) a 30° = circa 88 mm equivalente (scudo cannone: 51 mm/2 in);
----ultimi M4 Sherman: 89 mm frontale, 64 mm lati e retro (a 13°)
----Sherman Jumbo: 178 mm frontale, 178 mm lati e retro (7 in !!)
-lati scafo: 38 mm (1,5 in) (Jumbo: 76 mm)
-lati torretta: 51 mm (2 in) a 5°
-trasmissione (frontale basso dello scafo): 50-108 mm (2-4,25 in), retro carro: 51 o 63 mm (2-25,5 in(torretta), 38 mm (1,5 in scafo, a 0-22°), tetto 25 mm (1 inc), pavimento 25-12,7 mm (1-0,5 in da fronte a retro).
Non è meravigliosamente semplice? Tutto lo Sherman è fatto solo di poche strutture corazzate di spessori standard. Al solito, se in misure metriche sembrano fatti con la massima attenzione e cura al dettaglio dei mm e persino frazioni di mm di spessore, in realtà si tratta di cifre incluse in poche formule standard: 0,5 pollici per il pavimento posteriore; 1 pollice per quello anteriore e per il soffitto; 1,5 pollici per i fianchi e il retro dello scafo; 2 pollici per la parte anteriore dello scafo e laterale-posteriore della torretta; 3 pollici per la parte anteriore della torretta, e poi c'é la parte bassa dello scafo frontale, dove si raggiungono spessori incredibili, ma probabilmente si tratta solo delle giunture delle sezioni di scafo sopra la trasmissione.
Notare come lo Sherman, che pure passava per essere facile da distruggere e incendiare dai proiettili nemici, era secondo gli stessi report tedeschi, invulnerabile al tiro del Tiger con il pezzo da 88 mm, se l'angolo era di almeno 30° (che si aggiungevano ai 56 verticali). Sembra strano, ma se guardiamo il calcolatore balistico di David Boyd, in effetti, lo Sherman appare ben poco vulnerabile frontalmente: evidentemente, per i proiettili dell'epoca, la corazza inclinata era un problema quasi insolubile, molto maggiore dello 'spessore virtuale' che provvedeva.
Stando alle ricerche fatte in Normandia il 6-10 luglio 1944 dai britannici, su 40 carri Sherman ben 33 (82%) bruciarono con una media di 1,89 penetrazioni a bordo; i Panzer IV erano solo poco migliori con l'80% dei carri bruciati (4 su 5) ma appena 1,5 penetrazioni. Il Panther bruciò invece solo 14 volte su 22 (63%) e richiese ben 3,24 penetrazioni per carro colpito; il Tiger fu un pò peggio, con l'80% (4 su 5) ma 3,25 penetrazioni per carro. In seguito venne anche studiato più dettagliatamente il problema delle munizioni bruciate dopo le penetrazioni: tra il 60 e l'80% di quelli normali bruciava dopo essere stati penetrati, mentre quelli con il wet-storage scendevano al 10-15%. Nel 1943 vennero aggiunte piastre da 25 mm sui lati dello Sherman nelle zone dove erano stivati i proiettili, ma questo non è chiaro se abbia mai avuto un effetto pratico. Spostare i proiettili sul pavimento del mezzo in una rastrelliera con una paratia riempita d'acqua, invece, fu molto più efficace, come detto sopra. Da notare come il carburante non fosse un problema reale per gli incendi, malgrado che quasi tutti gli Sherman avessero motori a benzina. Il soprannome di tommy cooker o Ronson (accendino) era certo un brutto segnale per i 'tommy' che erano costretti a combatterci. Tra gli aggiornamenti vi furono i soliti spezzoni di cingolo, piastre aggiuntive, e sacchetti di sabbia, che furono trovati efficaci contro i Panzerfaust, ma solo contro la corazza frontale e con un certo angolo (beh, sempre meglio di niente).
Il peso di questi sacchetti di sabbia, però, rendeva il carro più lento e facile ai guasti. Patton ad un certo punto vietò l'applicazione di questi sacchetti di sabbia, che dal suo punto di vista -non necessariamente sbagliato- erano, materialmente parlando, più un danno che un utile. Piuttosto vennero aumentate le piastre d'acciaio di protezione extra.
Ma l'M43E2 Jumbo fu un ammodernamento ben più pesante dei normali M4 con la sabbia attorno. Frontalmente avevano altri 38 mm di acciaio aggiunti al normale spessore, il che dava complessivamente ben 101 mm (38+63 mm ovvero 4 in). I lati raddoppiavano allo stesso modo così da fare 76 mm (38+38 mm); la parte frontale della trasmissione era probabilmente altrettanto rinforzata, mentre la torretta era di un tipo più grande e squadrato, con ben 178 mm (7 in!) frontali, laterali e posteriori (!!!!), e 25,4 mm superiori, più un mantello del cannone con 89 mm (altri 3,5 in) extra, che raggiungeva a quel punto 178 mm. Questo mostro da 40 tonnellate venne costruito in soli 254 esemplari tra maggio e luglio 1944; in origine doveva avere anche il cannone da 76 mm, così che avrebbe potuto essere usato anche contro i carri armati pesanti nemici; ma il suo compito maggiore era il supporto alla fanteria e quindi ebbe sopratutto il pezzo da 75 mm, il quale peraltro era quasi inefficace contro i Tiger o i Panther. Però questo mezzo era davvero un formidabile 'bestione' e va annotato assieme ai 'super-carri' di altre tipologie, sopratutto ai carri in versione 'super-corazzata', come il Panzer I in modello extra-blindato (corazze da 80 mm), o il T-43 sovietico (corazze spesse sui 100 mm). A differenza di questi, però, il Jumbo ebbe successo, anche se le prestazioni erano scarse (ma pur sempre buone: 22 mph sono 35 km/h, almeno 2 in più degli M14). Nell'insieme era un mezzo di notevole successo, come dimostrato dal suo servizio iniziato dall'autunno 1944. La sua dimostrazione più importante, però, è quella di avere fatto vedere i limiti reali a cui lo Sherman poteva essere spinto: corazze superiori a quelle del Churchill VII, pressoché impenetrabili da qualsiasi arma (a parte i fianchi dello scafo), eppure ancora un buon armamento e una velocità dignitosa.
Semovente M40/41: frontale 50 mm (o 25+25 mm)
frontale scafo 30 mm (?) arrotondato
lati: 25 mm.
Non è chiaro come mai il semovente avesse 2 piastre da 25 mm l'una, forse semplicemente non erano disponibili formati diversi dai 25 mm usati già per i lati. O forse si stimava più efficace tale tipo di protezione. Però è un fatto che in seguito i corazzati abbiano abbandonato questa disposizione per piastre monoblocco. In realtà la migliore protezione la dava la piccola e bassa sagoma del mezzo italiano, che in genere non era reputato molto buono come resistenza balistica, ma pur sempre -almeno- capace di reggere i proiettili da 40 mm AP. Anzi, a dire il vero, secondo il calcolatore balistico, la piastra monoblocco è meglio di quella 25+25 mm.
Prime versioni Standard ultime versioni
Cromwell: frontale torretta 64+12 (2,5+0,5 in) 76 76+25 (3+1 in)
frontale scafo: 64 64 64 (2,5 in)
lati torretta: 51+12 64 64 (2,5 in)
lato scafo: 32+12 44 44 (1,8 in) (NB: lato inferiore 29+14 mm in tutti i casi ,post 25+14)
Quanto alla corazzatura, internamente il Cromwell aveva, secondo tanksencycolpedia: A bulkhead with access doors separated the front compartment from the central fighting compartment. On later models, protection was increased, with 3.1 in (79 mm) welded plates (Mark IVw/Vw), then to 4 in (102 mm) on the Mark VII. Questo significa: 63 mm per i carri normali, 79 mm per quelli saldati (pochi esemplari, ignoto il loro numero), e 102 mm per i carri con corazza extra. Inoltre era ben compartimentato internamente, con 3 sezioni diverse malgrado le piccole dimensioni, incluso comparto guida, combattimento, e motore. Niente male, insomma.
Comet: frontale torretta: 101 mm (4 in)
frontale scafo: 74 mm (o molto più probabilmente 76 mm, 3 in)
lati torretta: 64 mm (2,5 in)
lati scafo: 44 mm (1,8 in)
NB: il frontale complessivo era: 64 mm (2,5 in) superiore; 25-30 (1-1,2 in) medio (a 70°?); 57 mm (2,25 in) inferiore (a 10°?)
Il lato del mezzo era, superiore: 32+14 o 44 mm; inferiore, 29+14 o 32+14 mm.
Qui ne scelgo tre, ma in realtà essi sono più numerosi. Per adesso atteniamoci a questi mezzi da battaglia:
Semovente da 75/18:
Costruito all'inizio del 1941 come prototipo, si basava su di un misto di esperienze pregresse, che vertevano anche su di un carro -non entrato in produzione- con una casamatta da 65 mm e un peso di 8 tonnellate. Questo 'carro di rottura' era a tutti gli effetti un cannone d'assalto, apparso durante gli anni '30. Il semovente vero e proprio, prodotto assemblando lo scafo del nuovo carro M13 con un obice da 75/18 divisionale, era molto semplice e speditivo, e verosimilmente era una sorta di replica italiana dello StuG tedesco, già protagonista (in piccolo numero) della Campagna di Francia. La sua allocazione, però, era diversa: si trattava, forse per la prima volta nella Storia, di artiglieria semovente divisionale, e non di un mezzo di 1a linea da appoggio alle truppe. Fu il col.Berlese che ebbe notizie sul successo di questi corazzati, e ne rimase impressionato abbastanza da studiare poi una versione 'nazionale'. Comunque sia, la sua struttura, bassa e corazzata, non era chiaramente quella di un normale semovente d'artiglieria a lungo raggio, e infatti finirà ben presto per combattere contro i carri nemici. Era quindi un vero paradosso: nato come semovente divisionale sulla base però di un mezzo d'appoggio a corto raggio, si ritroverà anch'esso a fare questo ruolo, pur nascendo per tutt'altra vocazione. E nonostante questo, ebbe successo.
La sua carriera operativa iniziò dai primi mesi del 1942. In seguito ne vennero prodotti modelli migliorati con motori, corazze e cannoni più potenti. Ma arrivarono tardi per le esigenze del Regio Esercito! Fu senz'altro un'occasione sprecata visto che costavano di meno e valevano di più, ma peggio per l'esercito fascista che per i suoi nemici. Mors tua...
Elenco degli altri mezzi italiani (dal sito tarrif.net, ora reperibile qui):
Carro leggero L3/35:Prodotto dal 1935.
Peso 3,5 t circa; potenza 43 CV benzina; 3,15x1,5 x 1,28 m;
v.max 42 km/h; trincea 1,45 m, guado 0,77 m, gradino 0,7 m; gradiente 35°;
armi 2 da 8 mm Breda 38 (3200 rds);
corazzatura: sovrastruttura anteriore 15 mm, lati 9 mm; scafo 15 mm, lati 9 mm; retro 9 mm; sopra 6 mm; pavimento 6-14 mm (?)
Carro leggero L6/40: prodotto dal febbraio 1941;
Dimensioni Lu 3,78x La 1,92 x h x 2,03 m; peso 6,8 t;
potenza 68 cv benzina; 42 km/h su strada; 25 km/h fuoristrada; 200-80 km (200 l); 10 cv/t; trincea 1,7 m, gradiente 31°, gradino 0,7 m, guado 0,8 m.
Armamento Breda 35 da 20 mm (312 rds) e 8 mm coax M38 (1560).
Corazzatura: scafo frontale 30 mm a 80°; inferiore 30° a 80° (?); lati 15 mm a 80 e 90°, retro 15 mm a 90°; torretta 40 mm a 80° (mantello 40 mm a 75°); lati 15 mm a 75°; retro 15 mm (a 75°). Tetto 6 mm; fondo 6 mm.
Carro M11/39: Prodotto dal luglio 1937:
dimensioni 4,74 x 2,17 x 2,25 m; peso 11 ton,
potenza 105 cv D; v.max 33 km/h, 13 fuoristrada, autonomia 200 km (227 l); trincea 2 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, angolo 40°.
Armamento 1x37/40 mm e 2x8 mm.
Corazzatura: scafo superiore 30 mm a 79°; inferiore 14 mm sferico; lati superioi 14 mm a 81°, inferiore 14 mm a 90°; retro 14 mm a 60°; sopra 8 mm, fondo 8 mm; torretta 30 mm a 85° frontale, 30 mm mantello rotondo; lati 30 mm a 80°; retro 14 mm a 78°; sopra 7 mm a 85° (?)
Carro M13/40: Apparso febbraio (o marzo) 1940:
dimensioni 4,94 x 2,21 x 2,38 m; peso 14 t;
potenza 125 cv D; 32 (? l'M13 è dato per 30 NdA) kmh, 14 fuori strada; autonomia 199-88 km (227 l), cambio 4+1; trincea 2,1 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, pendenza 40°.
Armamento 1x47/32 mm (104) e 4x8 mm (104 e 732 per ciascuna arma).
Corazza: scafo frontale superiore 30 mm a 79°, 30 mm rotondo; lati 25 mm a 81° superiore, 25 mm a 90° inferiore; retro 25 mm a 60°; superiore 14 mm; inferiore 6 mm.
Torretta: 37 mm a 74°, mantello 37 mm rodondo; lati 25 mm a 78°; retro 25 mm a 78°; tetto 14 mm a 85°
Carro M15/42: Apparso gennaio 1943 (??);
dimensioni 5,04 x 2,23 x 2,39 m; peso 15,5 t;
potenza 192 cv (benzina); v.max 40 km/h, fuoristrada 17 km/h; autonomia 220-140 km (227 l ???). Trincea 2,1 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, angolo 31°.
Armamento 1x47/40 mm (111 cp), 4x8 mm M38 (762 cp l'una).
Corazza : scafo superiore 12+30 mm a 79°; scafo inferiore 30 mm arrotondato; lati superiori 25 mm a 81°, inferiore 25 mm a 90°, retro 25 mm a 60°, superiore 14, inferiore 6 mm.
Torretta: 12+37 mm a 74°; mantello 37 mm rotondo; lati torretta 25 mm a 78°; retro 25 mm a 78°; sopra 14 mm a 85°.
Carro pesante P.26/40: Prodotto da aprile 1943:
dimensioni 5,8 x 2,8 x 2,5 m; peso 26 t (? sul sito è citato quello dell'M15, 15,5 t);
potenza 330 cv (D?); trincea 2,1 m, guado 1 m, gradino 0,8 m, angolo 45°;
armamento 1x75/34 M39 (alzo tra -10 e +23°, 63 cp); 2 M38 (576 cp l'una, ma quella a.a. in genere non era installata come standard).
Corazza: frontale scafo superiore: 50 mm a 45°; inferiore 50 mm a 35°; lati superiore 45 mm a 55°, inferiore 40 mm a 90°; retro 40 mm a 80°, tetto 20 mm a 7-0°; inferiore 15 mm.
Torretta, frontale: 60 mm a 75°, mantello cannone 75 mm rotondo; lati 45 mm a 65°; retro 40 mm a 65°, tetto 20 mm a 8-0°.
Semovente M41 da 75/18:
dimensioni 4,92 x 2,2 x 1,85 m; peso 13.100 kg;
potenza 145 cv diesel; prestazioni 33 kmh; autonomia 200 km; trincea 2 m; guado 1 m; gradino 0,8 m.
Arma: pezzo M34 da 75/18 (44 rd) e 1x 8 mm
Corazza: mantello 50 mm sferico; frontale casamatta 25+25 mm a 85°; lati: 25 mm a 78°; scafo 30 mm rotondo; lati 25 mm a 90°;
retro 25 mm a 70°; tetto 15 mm; fondo 11 mm.
Semovente M41 da 90/53: apparso nel marzo 1942.
dimensioni: 5,3 x 2,26 x 2,18 m; peso 17 t.
potenza: 145 cv D; prestazioni 32 km/h (in realtà fino a 35, ma in pratica mai andare oltre i 25 per evitare 'guai' NdA), fuoristrada 15 km/h; autonomia 200 km; trincea 2,13 m, guado 1 m, gradino 0,89 m, angolo 40° (ahah).
Corazza: frontale superiore 41 mm a 28° (scudo cannone?); frontale inferiore 30 mm rotondo; lati (scudo cannone?) 10 mm a 0° superiore, 25 mm a 0° inferiore. fondo 6 mm.
Semovente M43: apparso all'inizio del 1943.
dimensioni 5,8x 2,4 x 1,74 m. Peso 15,8 t;
potenza 192 cv; v.max 38 km/h, 17 fuori strada; autonomia 150 km (360 l).
Cannone M34 da 105/25 (derivato dall'obice da 105/23), 48 rds, e 1x8 mm.
Corazza: mantello 50 mm sferico; casamatta 75 mm a circa 90° (?) frontale, 45 mm (?) laterali a 75° ; scafo frontale 50 mm a circa 45°; lati 25 mm; retro 25 mm a 13° (77°?); tetto 15 mm a 0-4°; fondo 11 mm.
Carro Cromwell:
Alla fine del 1940 era già chiaro che i motori Liberty, che avrebbero poi motorizzato i Crusader, erano troppo vecchi (motori d'aviazione americani della I GM...) benché potenti. Ci voleva qualcosa di meglio. E così si pensò al meglio disponibile: presero un motore R.R. Merlin III, gli tolsero il sovralimentatore, lo modificarono, e con un prototipo Crusader ottennero velocità di circa 80+ km/h, così rapido che era difficile cronometrarlo! Presto apparvero numerosi modelli derivati, più pesanti dei normali carri incrociatori e più armati. Tra questi vi fu il Cromwell:
l'A24 Cromwell I divenne poi il Cavalier; 500 esemplari con il vecchio Nuffield Liberty.
l'A27L Cromwell II diventerà il Centaur, entrambi con il Liberty (nell'ultimo caso, però, modernizzato estesamente);
l'A27M Cromwell III ebbe invece il Meteor, ovvero la versione per carri del Merlin, che richiese tra l'altro 9 mesi di prove per trovare un adeguato sistema di raffreddamento (sembra facile, no?), che con le sole ventole consumava 30 hp (inizialmente erano 90!).
Il prototipo (in acciaio 'dolce', come è normale), apparve nel marzo del 1942, cosa notevole se si pensa che precedette di mesi il fratello A24 (che nelle intenzioni, avrebbe dovuto invece fargli da apripista, con il vecchio motore...). In realtà, il carro Cromwell diventerà molto più esteso della sigla iniziale, appariranno diversi tipi di questo mezzo (da non confondersi con gli altri di cui sopra), verrà anche allungato con una sesta ruota e trasformato nel potente A30 Challenger, circa 200 mezzi con il cannone da 17 lb, anche se di moderato successo (di fatto, superati dagli Sherman Firefly) ma pur sempre potenti.
Tutto questo può sembrare interessante, ma va detto che le risorse, a metà guerra, erano talmente ridotte che il Cromwell ebbe motori Meteor costruiti con i Merlin recuperati.. da aerei distrutti, spesso addirittura con i danni ancora visibili. Pensate un pò, prima erano motori di aerei, poi si schiantarono al suolo e infine si ritrovarono dentro il corpo di un carro armato.
Prodotto sopratutto per merito della Leyland in oltre 3.000 esemplari più i cuggini, il Cromwell andò oltre e dopo vari aggiornamenti in termini di corazza e di armamento, diventerà il
Carro Comet:
Apparso verso la fine della guerra, entrato in servizio nel 1944, era un mezzo finalmente di elevato livello, ma per l'appunto, giunto tardi. L'unico appunto è la mancanza di corazze inclinate frontali, il che lo rendeva notevolmente vulnerabile sullo scafo anteriore... a condizione, ovviamente, di avere un'arma abbastanza potente. La torretta era molto meglio, la meccanica era migliorata, sospensioni incluse, il motore era OK come sempre, il cannone era un 76 mm 17 lbr depotenziato con una canna più corta e -pare- carica ridotta (non tutte le fonti sono d'accordo su questo punto, ma è molto probabile). Servì a lungo nel dopoguerra, ma ne vennero prodotti solo circa 1.200 esemplari.
Corazze:
Argomento mai banale, nonostante l'apparente semplicità (eh, sono solo pezzi di lamiera, che problemi saranno mai?), ecco un riassunto delle caratteristiche di questi gusci d'acciaio che rivestivano i nostri protagonisti:
M4 Sherman: (NB. dei carri Sherman si parla, in questa pagina, solo come 'metro' di paragone)
-frontale scafo: 51 mm (2 in ) a 56° = circa 90 mm equivalente
---ultimi M4 Sherman: 64mm (2,5 in) a 47° = circa 93 mm equivalente
---Sherman Jumbo: 101 mm (4 in) a 47°
-frontale torretta: 76 mm (3 in) a 30° = circa 88 mm equivalente (scudo cannone: 51 mm/2 in);
----ultimi M4 Sherman: 89 mm frontale, 64 mm lati e retro (a 13°)
----Sherman Jumbo: 178 mm frontale, 178 mm lati e retro (7 in !!)
-lati scafo: 38 mm (1,5 in) (Jumbo: 76 mm)
-lati torretta: 51 mm (2 in) a 5°
-trasmissione (frontale basso dello scafo): 50-108 mm (2-4,25 in), retro carro: 51 o 63 mm (2-25,5 in(torretta), 38 mm (1,5 in scafo, a 0-22°), tetto 25 mm (1 inc), pavimento 25-12,7 mm (1-0,5 in da fronte a retro).
Non è meravigliosamente semplice? Tutto lo Sherman è fatto solo di poche strutture corazzate di spessori standard. Al solito, se in misure metriche sembrano fatti con la massima attenzione e cura al dettaglio dei mm e persino frazioni di mm di spessore, in realtà si tratta di cifre incluse in poche formule standard: 0,5 pollici per il pavimento posteriore; 1 pollice per quello anteriore e per il soffitto; 1,5 pollici per i fianchi e il retro dello scafo; 2 pollici per la parte anteriore dello scafo e laterale-posteriore della torretta; 3 pollici per la parte anteriore della torretta, e poi c'é la parte bassa dello scafo frontale, dove si raggiungono spessori incredibili, ma probabilmente si tratta solo delle giunture delle sezioni di scafo sopra la trasmissione.
Notare come lo Sherman, che pure passava per essere facile da distruggere e incendiare dai proiettili nemici, era secondo gli stessi report tedeschi, invulnerabile al tiro del Tiger con il pezzo da 88 mm, se l'angolo era di almeno 30° (che si aggiungevano ai 56 verticali). Sembra strano, ma se guardiamo il calcolatore balistico di David Boyd, in effetti, lo Sherman appare ben poco vulnerabile frontalmente: evidentemente, per i proiettili dell'epoca, la corazza inclinata era un problema quasi insolubile, molto maggiore dello 'spessore virtuale' che provvedeva.
Stando alle ricerche fatte in Normandia il 6-10 luglio 1944 dai britannici, su 40 carri Sherman ben 33 (82%) bruciarono con una media di 1,89 penetrazioni a bordo; i Panzer IV erano solo poco migliori con l'80% dei carri bruciati (4 su 5) ma appena 1,5 penetrazioni. Il Panther bruciò invece solo 14 volte su 22 (63%) e richiese ben 3,24 penetrazioni per carro colpito; il Tiger fu un pò peggio, con l'80% (4 su 5) ma 3,25 penetrazioni per carro. In seguito venne anche studiato più dettagliatamente il problema delle munizioni bruciate dopo le penetrazioni: tra il 60 e l'80% di quelli normali bruciava dopo essere stati penetrati, mentre quelli con il wet-storage scendevano al 10-15%. Nel 1943 vennero aggiunte piastre da 25 mm sui lati dello Sherman nelle zone dove erano stivati i proiettili, ma questo non è chiaro se abbia mai avuto un effetto pratico. Spostare i proiettili sul pavimento del mezzo in una rastrelliera con una paratia riempita d'acqua, invece, fu molto più efficace, come detto sopra. Da notare come il carburante non fosse un problema reale per gli incendi, malgrado che quasi tutti gli Sherman avessero motori a benzina. Il soprannome di tommy cooker o Ronson (accendino) era certo un brutto segnale per i 'tommy' che erano costretti a combatterci. Tra gli aggiornamenti vi furono i soliti spezzoni di cingolo, piastre aggiuntive, e sacchetti di sabbia, che furono trovati efficaci contro i Panzerfaust, ma solo contro la corazza frontale e con un certo angolo (beh, sempre meglio di niente).
Il peso di questi sacchetti di sabbia, però, rendeva il carro più lento e facile ai guasti. Patton ad un certo punto vietò l'applicazione di questi sacchetti di sabbia, che dal suo punto di vista -non necessariamente sbagliato- erano, materialmente parlando, più un danno che un utile. Piuttosto vennero aumentate le piastre d'acciaio di protezione extra.
Ma l'M43E2 Jumbo fu un ammodernamento ben più pesante dei normali M4 con la sabbia attorno. Frontalmente avevano altri 38 mm di acciaio aggiunti al normale spessore, il che dava complessivamente ben 101 mm (38+63 mm ovvero 4 in). I lati raddoppiavano allo stesso modo così da fare 76 mm (38+38 mm); la parte frontale della trasmissione era probabilmente altrettanto rinforzata, mentre la torretta era di un tipo più grande e squadrato, con ben 178 mm (7 in!) frontali, laterali e posteriori (!!!!), e 25,4 mm superiori, più un mantello del cannone con 89 mm (altri 3,5 in) extra, che raggiungeva a quel punto 178 mm. Questo mostro da 40 tonnellate venne costruito in soli 254 esemplari tra maggio e luglio 1944; in origine doveva avere anche il cannone da 76 mm, così che avrebbe potuto essere usato anche contro i carri armati pesanti nemici; ma il suo compito maggiore era il supporto alla fanteria e quindi ebbe sopratutto il pezzo da 75 mm, il quale peraltro era quasi inefficace contro i Tiger o i Panther. Però questo mezzo era davvero un formidabile 'bestione' e va annotato assieme ai 'super-carri' di altre tipologie, sopratutto ai carri in versione 'super-corazzata', come il Panzer I in modello extra-blindato (corazze da 80 mm), o il T-43 sovietico (corazze spesse sui 100 mm). A differenza di questi, però, il Jumbo ebbe successo, anche se le prestazioni erano scarse (ma pur sempre buone: 22 mph sono 35 km/h, almeno 2 in più degli M14). Nell'insieme era un mezzo di notevole successo, come dimostrato dal suo servizio iniziato dall'autunno 1944. La sua dimostrazione più importante, però, è quella di avere fatto vedere i limiti reali a cui lo Sherman poteva essere spinto: corazze superiori a quelle del Churchill VII, pressoché impenetrabili da qualsiasi arma (a parte i fianchi dello scafo), eppure ancora un buon armamento e una velocità dignitosa.
Semovente M40/41: frontale 50 mm (o 25+25 mm)
frontale scafo 30 mm (?) arrotondato
lati: 25 mm.
Non è chiaro come mai il semovente avesse 2 piastre da 25 mm l'una, forse semplicemente non erano disponibili formati diversi dai 25 mm usati già per i lati. O forse si stimava più efficace tale tipo di protezione. Però è un fatto che in seguito i corazzati abbiano abbandonato questa disposizione per piastre monoblocco. In realtà la migliore protezione la dava la piccola e bassa sagoma del mezzo italiano, che in genere non era reputato molto buono come resistenza balistica, ma pur sempre -almeno- capace di reggere i proiettili da 40 mm AP. Anzi, a dire il vero, secondo il calcolatore balistico, la piastra monoblocco è meglio di quella 25+25 mm.
Prime versioni Standard ultime versioni
Cromwell: frontale torretta 64+12 (2,5+0,5 in) 76 76+25 (3+1 in)
frontale scafo: 64 64 64 (2,5 in)
lati torretta: 51+12 64 64 (2,5 in)
lato scafo: 32+12 44 44 (1,8 in) (NB: lato inferiore 29+14 mm in tutti i casi ,post 25+14)
Quanto alla corazzatura, internamente il Cromwell aveva, secondo tanksencycolpedia: A bulkhead with access doors separated the front compartment from the central fighting compartment. On later models, protection was increased, with 3.1 in (79 mm) welded plates (Mark IVw/Vw), then to 4 in (102 mm) on the Mark VII. Questo significa: 63 mm per i carri normali, 79 mm per quelli saldati (pochi esemplari, ignoto il loro numero), e 102 mm per i carri con corazza extra. Inoltre era ben compartimentato internamente, con 3 sezioni diverse malgrado le piccole dimensioni, incluso comparto guida, combattimento, e motore. Niente male, insomma.
Comet: frontale torretta: 101 mm (4 in)
frontale scafo: 74 mm (o molto più probabilmente 76 mm, 3 in)
lati torretta: 64 mm (2,5 in)
lati scafo: 44 mm (1,8 in)
NB: il frontale complessivo era: 64 mm (2,5 in) superiore; 25-30 (1-1,2 in) medio (a 70°?); 57 mm (2,25 in) inferiore (a 10°?)
Il lato del mezzo era, superiore: 32+14 o 44 mm; inferiore, 29+14 o 32+14 mm.
Quanto alla corazzatura, internamente il Cromwell aveva, secondo tanksencycolpedia: A bulkhead with access doors separated the front compartment from the central fighting compartment. On later models, protection was increased, with 3.1 in (79 mm) welded plates (Mark IVw/Vw), then to 4 in (102 mm) on the Mark VII. Questo significa: 63 mm per i carri normali, 79 mm per quelli saldati (pochi esemplari, ignoto il loro numero), e 102 mm per i carri con corazza extra. Inoltre era ben compartimentato internamente, con 3 sezioni diverse malgrado le piccole dimensioni, incluso comparto guida, combattimento, e motore. Niente male, insomma.
Potenza di fuoco e vulnerabilità varie:
Capacità di perforazione carri inglesi (e nel caso del 75 mm, anche americani), stima approssimata:
57 mm: circa 60-80 mm a 1000 m e a 30° (a seconda dei modelli di cannone, da 43 o 50 calibri, e di proiettile AP/APBC, ma esclusi gli APDS)
75 mm: circa 60-90 (???) mm a 1000 m e 30° (in questo caso non c'erano gli APDS, ma alle volte i proiettili americani M61 ebbero la cavità esplosiva riempita di materiale inerte per migliorare le capacità perforanti)
Capacità di perforazione dei Comet: 77 mm APCBC, 110 mm a 900 m, 90 mm a 1800 m; APDS, 165 a 900 m, 130 mm a 1800 m.
Sherman: pezzo da 75 mm: 89 mm a 100 m, 73 mm a 1000 m (a 90°); cannone da 76 mm, 125 mm a 100 m, 101 mm a 900 m; Firefly, attorno a 130 mm a 900 m; con APDS o HVAP: fino a 175 mm. Con pezzo da 105 mm: circa 150 mm.
Dal sito Tarrif.net (ora Kaputt, ma vabbé...) Ecco a voi la perforazione dei cannoni italiani e inglesi: (il tutto a 30°, dice il sito, ma almeno sulle cifre italiane ho la pratica certezza che spesso lo confonda con l'angolo a 0° ovvero perpendicolare!)
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
20/65 mm:
AP (0,13 kg?) a 850 m/s 29 mm 14 mm 6 mm (?)
37/40 mm:
AP: 0,68 kg a 640 m/s: 47 mm 38 mm 28 mm 22 mm 16 mm
47/32 mm M37:
AP (1,45 kg) a 650 m/s 57 mm 43-44 mm 32 mm 23 mm 17 mm
EP 112 mm (??) 60 mm (??) 40-45 mm (??) 25 mm (??) a 0°
47/40 mm M39:
AP (1,45 kg) 900 m/s (???) 71 mm 57 mm 43 mm 32 mm 24 mm
EP 112 mm 60 mm 40 mm 25 mm a 0°
EPS: 115 mm a 0° (?)
75/18 mm M34:
AP (6,3 kg) a 400 m/s(o 430?) 59 mm 48 mm 37 mm 29 mm 22 mm
EP (4,2 kg) a 280 m/s 70 mm fino a 1000 m di distanza (? quanto meno meno di 1.500)
75/34 mm M39:
AP (5,2 kg) a 557 m/s (??) 90 mm 70 mm 51 mm 37 mm 28 mm
EP (4,2 kg) a 310 m/s 120 mm fino a 1000 m di distanza (? quanto meno meno di 1.500).
90/53 mm M41:
AP (11,25 kg) a 830 m/s (?) 126 mm 109 mm 90 mm 75 mm 62 mm
EP (10,5 kg) a 773 m/s 206 mm fino ad almeno 2.000 m.
105/25 mm M34 :
AP 16,3 kg a 510 m/s 89 mm 76 mm 62 mm 51 mm 40 mm
EP (EPS?) 13,7 kg a 390 m/s: 121 mm costante fino alla max distanza di circa 1.500 metri (?)
57/50 mm Mk 6:
AP 2,86 kg a 892 m/s 116/88 94/68 72/48 55/34 42/24
APC 2,86 kg a 884 m/s 88/88 78/79 65/68 55/59 47/52
APCBC 3,23 kg a 831 m/s 92/95 82/86 71/76 61/67 52/59
APDS 1,42 kg a 1.219 m/s 142 127 110 95 83
75/36,5 mm Q.F. Mk.V:
APC M62 6,55 kg a 618 m/s 81/80 67/65 52/49 40/37 31/28
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
E adesso Warthunder speficatamente questa discussione fatta per i proiettili italiani: (NB: questi COGLIONI di warthunder a cui avevo fatto notare delle inesattezze/incongruenze hanno cancellato l'altro giorno, attorno al 16 settembre 2017, la pagina!!!!!)
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
20/65
AP: 0,32 kg 850 m/s 45 mm 41 mm 29 mm 20 mm 13 mm 7 mm
37/40:
AP: 0,68 kg 640 m/s 41 mm 39 mm 36 mm 31 mm 24 mm
47/32
AP M35 630 m/s 55 mm 50 mm 45 mm 38 mm
58 50 42 36 30 mm
AP M39 630 m/s 60 57 mm 49 mm 41 mm 35 mm 29 mm
APBC M39 1,4 kg 40 mm a 650m 30° 30 a 1.600 m a 30°
Gittata massima 7km (gittata utile nel tiro controcarri 700 m)
40 mm
68 50 42 36 30
67 58 50 44 39
68 60 52 47 41
AP 630 m/s 56 mm 44 mm 33 mm 25 mm 19 mm
APBC 630 m/s 47 mm 41 mm 34 mm 28 mm 23 mm
APBC 630 m/s 57 mm 49 mm 41 mm 35 mm 29 mm
provoca danni utili entro 300-400 m al T-34 su tutti i lati (bah!)
EP: 630 m/s è efficace solo entro 500 metri
EPS: 410 m/s
47/40 mm:
AP M35: 1,5 kg, 819 m/s 71 mm 68 57 43 32
APC M39: 1,42 k, 819 m/s idem (calcolato con i criteri del gioco, ma assurdo)
EP: 1,23 kg, 819 m/s (??) 112 mm (??) 60 mm 43 mm 33 mm
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
75/18:
AP 60 57 52 45 39 34
AP 475 m/s 57 48 40 32 27
APBC 475 m/s 57 52 45 39 34
APBC(?) 6,2 kg 476 m/s 45 a 45°(35 a 60°) 40 mm (30 a 60°)
EP 80 mm a 0°
EPS 120 mm a 0° (NB: più probabilmente 70 mm a 30°, come misurato coi mezzi della RSI)
HE 7 mm
75/27
AP 6,2 kg 502 m/s 76 72 64 49 38 30
Nome: AP 65 a 30° -32 a 60°
AP: 50 a 0°, 45 a 30° 45 a 0°, 35 mm a 30°
(convertito formula USN: 63 56 mm)
EP 55mm a 0° e 50mm a 30° nessun effetto sensibile sul T-34
EPS mod.42 5,31 kg, 399m/s 70mm a 30°
75/32:
APBC: 8,6 kg 637 m/s (NB: dato SBAGLIATO, in realtà è pesante circa 6,5 kg e quindi perfora molto meno, hanno ammesso sui 90 mm max)
137 mm 135 122 112 97 75
75/34:
AP 637 m/sec 125 123 110 100 85 67
AP 50mm a 60°
EP 80 mm a 0°
EPS 120 mm a 0°
HE 7 mm
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
75/46:
AP 6,5 kg 750 m/s 135 mm 130 mm 116 mm 100 mm 85 mm 74 mm
90 a 30° 44 a 60°
EP 80 mm a 0°
EPS 120 mm a 0°
HE 7 mm
76/30
AP 5,9 kg 520 m/s 81 77 71 65 61 55 (50 a 30°, 24 a 60°)
76/40
AP 5,9 kg 660 m/s 120 mm 117 98 80 64 51
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
90/42: (per il P.43bis)
AP: 140 mm 136 130 122 114 107
AP 12,16 kg 780 m/s 173 mm 171 148 123 113 96
108 a 30°
56 a 60°
AP 708 m/s 169 166 154 140 125 110 mm
(10/100/500/1000/1500/2000 Metri) 173 mm/171 mm/148 mm/123mm/113mm/96mm angle of attack 0°
151 mm/149 mm/129 mm/108mm/99 mm/84mm angle of attack 30°
79 mm/78 mm/67 mm/56mm/51mm/44mm angle of attack 60°
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
90/53:
SAP: 100 mm 80 mm
SAP: 138 125 113 100 87
AP 12,16 kg 830 m/s 200 198 175 150 130 113
200 194 173 143 121 102
175 173 153 131 114 99 a 30°
AP 750 m/s 70mm a 75°
AP-43 773 m/s 100mm a 60°
91 mm a 60°
EPS: 239 mm (206 a 30°)
HE: 16 mm
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
NB: inizialmente le munizioni da 90/53 erano date in questo modo, notare le evoluzioni successive (riga sotto riga):
AP da 9,8 kg 830 m/s 130 115 mm 105 91 70 mm a 0°
AP da 11,25 kg 830 m/s 116 mm 111 mm 105 97 a 0°
AP da 11,25 kg 830 m/s 126 mm 109 mm 90 75 62 mm a 30°
AP da ? ? 164 142 (112 a 30°) 117 98 81 mm a 0°
AP: 170 165 149 141 132 125 mm a 0°
AP da 758 m/s 195 192 180 165 151 137
Inzialmente c'era anche questo set di valori:
HE da 9,8 kg 753 m/s 10 mm a 0 m
EP da 10,1 kg 753 m/s 70 mm a tutte le distanze
Ora ditemi voi: ma che razza di BUFFONI sono questi di Warthunder, a cominciare da Bellezza03?
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
100/17 EP: EP 80 mm a 0° EPS 135 mm a 0° all ranges danneggia il KV-1 (corazza di 75 mm a 15°)
100/17 AP: 84 mm 72 mm 68 mm 64 mm 60 mm 56 mm
100/17 HE: 17 mm all ranges
102/35:
APC 16 kg 755 m/s 206 196 178 168 153 137
HE: 30 mm
105/25 mm
AP: 110 mm 102 89 71 58 46 a 0°
96 89 78 62 51 40 a 30°
39 36 31 25 21 16 a 60°
Notare come la diminuzione della perforazione, per 30°, è mediamente del 13-15%, qualcosina di meno del valore teorico, forse per l'elevato calibro della munizione (overmatching)? Ma a 60° il valore aumenta a 2,8:1 ovvero cala del 66%, quando dovrebbe solo dimezzarsi a 2:1 ovvero -50%. Bah!
EPS 500 m/s 100mm a 30°
EPS: 140 mm a 0°, 121 a 30°, 69 mm a 60°
EP: 135 mm a 0°, 116 mm a 30° (bah)
Dati dall'intelligence alleata:
Cannone da 90/53 (autocannone): v.iniziale 840 m/sec per 10 kg di munizione HE, su raggio di ben 17.400 m (HE), 15-20 rpm (pratico), alzo fino a 85°. Un tipo di munizione AP di tipo non noto, è riportato capace di perforare:
-460 m: 112 mm a 30°, oppure 143 mm a 0°
-1830 m: 80 mm a 30° oppure 105 mm a 0°
Wikipedia: EP: 45 mm a 45° a 1000 m (o 35 mm a 60°), oppure 90 mm a 40° a 500 metri (o soltanto 60 mm a 30°)
E ora pò di dati da Warthunder (wiki):
Corazze perforate a 90° (non chiara la Pk, forse il 50%?) NB: i pezzi da 75 inglesi usavano solo l'M61 APC, più efficace dell'AP contro corazze indurite e superiore anche all'AP quanto a corazze omogenee, ma solo oltre i 1.000 m e in maniera sensibile, solo oltre 1.500 metri.
57 mm: 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
-Mk 5 AP 807 m/s 100 83 67 51 45 mm (a 90°)
-Mk 5 HV 853 m/s 111 92 74 57 50 mm
-Mk 8 APC 853 m/s 92 83 72 63 52 mm
-Mk 9 APCBC 801m/s 112 100 90 84 80 mm
-Mk 10 HE 807 m/s 4 4 4 4 4 mm
NB: da quel che è scritto su warthunder, appare che il Cromwell abbia usato i cannoni L/43 (o L/45??) e quindi con minore capacità di perforazione. MA, stando alle poche fonti che notano la cosa, il Centaur aveva il cannone da 57 mm Mk I che era un L/50, e, guarda caso... il Cromwell Mk I era 'virtualmente un duplicato' del Centaur e quindi... 10:1 vincente che aveva anch'esso il 57/50 e NON il 57/43, che nel 1942 era stato già dichiarato superato dalle nuove esigenze, figurarsi nel 1943. Questo è l'unico appiglio che abbiamo per capire che tipo di cannone avesse il Cromwell: il fatto non è marginale, perché permette, per esempio, di perforare 80 mm anziché 60 mm a 910 m e a 30° con le APBCB.
75 mm (vs corazze omogenee a 90°)
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
-M 72 (AP) 619 m/s 109 92 76 62 51 mm
-M 61 (APC) 618 m/s 91 84 75 67 61 mm
-M48 (HE) 463 m/s 8 8 8 8 8 mm
Da wwiiequipment:
Perforazione, 30°:
57 mm: 450 m 910 m 1800 m
Mk IV/V APCBC 30° MQ 86 80 68 mm
30° FH 97 82 64 mm
Notare bene come la perforazione delle blindature a 1000 yd sia quasi uguale, e a 2000 yd la corazza omogenea sia perforata meno di quella indurita. Quanto al valore massimo, è chiaro che se a 1.000 m la corazza perforata è di 90 mm a 0°, è facile che sia compatibile con 80-82 mm a 30° (del resto 30° = 1,15x teorici quindi 80x1,15 = 92 mm). Diciamo che sono dati 'abbastanza compatibili' (ma senza esagerare).
77 mm: 30° RHA 450 m 910 m 1800 m
77 mm APCBC 785 m/s 120 110 90 mm
77 mm APDS ? 182 165 130 mm
Peso delle 77 mm: circa 7,7 kg. NB: i 17 lb normali avevano una v.iniziale di 2900 fps (884 m/s).
Ancora, abbiamo molti argomenti interessanti sui cannoni italiani e le loro capacità di perforazione con questi due siti:
Quanto ai proiettili da 47 mm, abbiamo anche questa pagina modellistica, http://www.cmpr.it/art.%20Granate%2047/granate%2047%20mm.htm che dice cose molto interessanti. Dalle istruzioni ufficiali dell'Esercito, scritte nel 1940, sul 47/32, abbiamo che:
-Proiettile Mod 35 da 2,860 kg totali (dice che era un proiettile-cartoccio, ma non dice che era AP).
-Proiettile AP Mod 35, ?
-Proiettile Mod 39, peso 2,055 kg totali, di cui esisteva anche la versione 'inerte' (senza HE?). Esistevano anche le munizioni inerti da addestramento del Mod 35 e 39, e quello a salve da 0,6 kg Mod 35.
La spoletta, per l'M35 era ad alta sensibilità e funzionamento istantaneo, ovviamente per l'M35 del tipo HE.
Come capacità perforante, contro acciaio 'di buona qualità' per carro armato:
- proiettili AP Mod 35: 25 mm a 15° a 500 metri.
- proiettili AP(APC) Mod 39: 30 mm a 15° a 500 metri. (+20%, quindi)
- efficaci contro strutture di calcestruzzo da 1 metro, se con proiettili multipli e tirati da breve raggio (100 metri).
Non c'é una grande perforazione, dunque; l'unica cosa che deve essere sottolineata è che il proiettile, contro questo tipo di corazze, è capace di perforare 'intatto', ovvero di esplodere (avendo una minuscola carica HE interna) una volta entrato in maniera regolare. Questo presuppone che la capacità di perforazione 'massima assoluta' sia sensibilmente maggiore.
Però, considerando che 15° sono pochissimi, probabilmente danno appena un 10% di resistenza extra, la capacità di perforazione non mi pare eccezionale. Probabilmente, è possibile causare danni seri con perforazioni almeno parziali e/o schegge anche con corazze spesse almeno il 10% in più. Quindi potremmo forse avere:
Contro 'buon acciaio', abbiamo infatti, vedendo questo criterio: AP Mod 35: 25 mm x 1,1 x 1,1 = 30 mm; AP Mod 39 = 36 mm.
Considerando tutto, non mi pare una grande capacità di perforazione, stando a quel che dice l'esercito. Non si sa con che % i colpi dovrebbero penetrare, ma comunque questa è la capacità che si può attribuire a queste armi: probabilmente sono efficaci per minacciare seriamente corazze spesse solo 30-35 mm, al più 35-40 mm. Il valore teorico è sui 43-44 mm, almeno stando a quel che si dice in molte fonti. Ma è chiaro, a questo punto, che non sono certo misure ottenute con corazze inclinate a 30°!
Su quest'altro sito, http://www.miniatures.de/anti-tank-weapons-italian.html abbiamo una serie di misure stimate, NB, prese a 0° e a breve raggio (0-100 m): attenzione, che è notevolmente impreciso e spesso in errore, ma almeno spero che i dati di perforazione siano tutto sommato, giusti.
8 mm Breda AP: 13 mm
13,2 mm Breda AP: 29 mm
20 mm Solothurn AP : 38 mm
20 mm L65 Breda AP: 36 mm
20 mm L77 Scotti AP: 43 mm
37 mm L33 AP: 42 mm (era sui carri Fiat 3000)
37/40 mm Vickers AP: 58 mm (11/39)
37/45 mm (Pak 35): 65 mm
37/54 mm Breda AP: 78 mm (?)
47/32 mm M37, AP: 58 mm (AP M35) (il sito dice che è un L36 ma a me risulta un L32 per davvero!)
47/32 mm M37, EP: 112 mm
47/32 mm M35 c/c: 64 mm
47/40 mm: 78 mm (il sito dice che è un L44)
47/43 mm (cecoslovacco). 86 mm a 0-100 m
65/13 mm, AP: 37 mm
65/13 mm, EP: 120 mm.
75/18 mm, AP: 59 mm (è definito L25; a me risulta L21)
75/18 mm, EP: 120 mm
75/27 (L30) mm, AP: 71 mm ( il Mod 06 è un L30, il Mod 11 un L28, ma stranamente entrambi hanno la stessa Vo!)
75/36 M1897: 90 mm
75/32 mm, AP: 86 mm (il sito dice 75/36 ma a me risulta essere solo un L34, comunque 2 calibri extra)
75/34 mm, AP: 90 mm (il sito dice che è una L38, vista la differenza di nomenclatura e di prestazioni, potrebbe essere almeno una L36?)
75/46 mm, AP: 115 mm (apparentemente confermato da prove in poligono; altre fonti danno 90 mm a 500 m; sito dice in errore che è 75/50)
88/59 mm AP: 206 mm (versione del 90/53 modificata all'88)
90/53 mm, AP: 206 mm (Il sito dice che è un L59, ma in realtà è lievemente sotto quota 53 calibri!)
100/17 mm, AP: 75 mm (il sito dice che è una L22 ma risulta essere lunga 24 calibri!)
102/35 mm, AP: 157 mm (il sito dice che è una L39, io non posso confermare)
105/25 mm, AP: 76 mm (il sito dice che è una L28!)
105/25 mm, EP: 121 mm
149/44 mm, AP: 259 mm (il sito dice che è una L44)
Quanto ai proiettili da 47 mm, abbiamo anche questa pagina modellistica, http://www.cmpr.it/art.%20Granate%2047/granate%2047%20mm.htm che dice cose molto interessanti. Dalle istruzioni ufficiali dell'Esercito, scritte nel 1940, sul 47/32, abbiamo che:
-Proiettile Mod 35 da 2,860 kg totali (dice che era un proiettile-cartoccio, ma non dice che era AP).
-Proiettile AP Mod 35, ?
-Proiettile Mod 39, peso 2,055 kg totali, di cui esisteva anche la versione 'inerte' (senza HE?). Esistevano anche le munizioni inerti da addestramento del Mod 35 e 39, e quello a salve da 0,6 kg Mod 35.
La spoletta, per l'M35 era ad alta sensibilità e funzionamento istantaneo, ovviamente per l'M35 del tipo HE.
Come capacità perforante, contro acciaio 'di buona qualità' per carro armato:
- proiettili AP Mod 35: 25 mm a 15° a 500 metri.
- proiettili AP(APC) Mod 39: 30 mm a 15° a 500 metri.
- efficaci contro strutture di calcestruzzo da 1 metro, se con proiettili multipli e tirati da breve raggio (100 metri).
Non c'é una grande perforazione, dunque; l'unica cosa che deve essere sottolineata è che il proiettile, contro questo tipo di corazze, è capace di perforare 'intatto', ovvero di esplodere (avendo una minuscola carica HE interna) una volta entrato in maniera regolare. Questo presuppone che la capacità di perforazione 'massima assoluta' sia sensibilmente maggiore.
Però, considerando che 15° sono pochissimi, probabilmente danno appena un 10% di resistenza extra, la capacità di perforazione non mi pare eccezionale. Probabilmente, è possibile causare danni seri con perforazioni almeno parziali e/o schegge anche con corazze spesse almeno il 10% in più. Quindi potremmo forse avere:
Contro 'buon acciaio', abbiamo infatti, vedendo questo criterio: AP Mod 35: 25 mm x 1,1 x 1,1 = 30 mm; AP Mod 39 = 36 mm.
Considerando tutto, non mi pare una grande capacità di perforazione, stando a quel che dice l'esercito. Non si sa con che % i colpi dovrebbero penetrare, ma comunque questa è la capacità che si può attribuire a queste armi: probabilmente sono efficaci per minacciare seriamente corazze spesse solo 30-35 mm, al più 35-40 mm. Il valore teorico è sui 43-44 mm, almeno stando a quel che si dice in molte fonti. Ma è chiaro, a questo punto, che non sono certo misure ottenute con corazze inclinate a 30°!
E' interessante anche leggere in merito quel che ne dicono in articoli su Storia Militare n. 198 e 257.
Cannone corto da 75 mm: esisteva nel dopoguerra (ma nato nel 1943!) un cannone da 75/21 su affusto del vecchio 47/32, poco più di un lanciagrante, ma che tirava 6-12 rpm, proiettili da 3,7 kg EP leggera (notare bene!), a 284 m/s, potere distruttivo 80-100 mm di perforazione, 300-350 m di gittata utile.
Cannone da 75/34 mm: con la munizione M61 era possibile ottenere 619 m/s, perforare 80 mm, gittata utile 500 m. Praticamente era come il cannone dello Sherman o del Cromwell. Da notare che entrambi i tipi da 75 mm, nelle fortificazioni (l'unico posto dove il 75 mm era sopravvissuto) vennero poi rimpiazzati dai MECAR da 90/32, con capacità di perforazione circa tripla (260-300 mm).
Obice da 105/25 mm : poteva sparare munizioni americane, anche se non è chiaro che tipo di HEAT avesse. Ad ogni modo, poteva perforare 110 mm, cadenza 4-6 rpm (a scopo di paragone lo Sherman Firefly era capace di 6-10 rpm), munizione da 400 m/sec. gittata utile 500 metri.
Da wikipedia, cannone L/40: 0'° e 50% Pk (NB: M61= APBC, M72 = AP semplice!)
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m 2500 m
M61 vs FHA 618 m/s 102 95 86 79 72 65 mm
M61 vs RHA 618 m/s 88 81 73 65 59 53
M72 vs FHA 618 m/s 91 75 58 45 35 27
M72 vs RHA 618 m/s 109 92 76 62 51 41
Strano come i dati per il proiettile M72 vs RHA siano uguali sia su warthunder che su wikipedia, ma invece divergano (non di molto: es. a 1000 m 76 vs 73 mm) per l'M61.
Bisogna considerare che l'M61 usata in genere con i carri inglesi aveva la carica esplosiva 'inertizzata' ovvero presumibilmente sostituita con qualcosa come cemento o metallo extra. Questo spiegherebbe come mai secondo warthunder vi è una migliore capacità di penetrazione delle corazze, rispetto al dato di wikipedia: perché quest'ultimo si riferisce ai cannoni M3 da 75 mm degli Sherman che presumibilmente non usavano tale tecnica; invece i britannici avevano questo trucco, fatto a vantaggio di qualche mm di penetrazione extra (2-3 mm soltanto, per esempio a 1000 m 75 vs 73 mm), e a discapito sia di un minimo di versatilità del proiettile AP (che con un minimo di esplosivo era ancora utilizzabile per il tiro contro altri tipi di bersagli) e come effetto 'post penetrazione' (ma poco serviva, se il proiettile non fosse riuscito a penetrare per nulla!).
Notevole, comunque sia, che se il bersaglio aveva solo corazza RHA, il vecchio M72 potesse garantire la penetrazione teorica di un carro Tiger, facciamo fino a 250 m (100 mm frontali) e circa 800 m laterali (80 mm) quando l'M61, a 100 m con appena 88-91 mm (vs 109) non avrebbe potuto riuscirci nemmeno a bruciapelo. Ad ogni modo ho come l'impressione che questi dati siano alquanto ottimistici nelle figure di penetrazione, del resto essendo al 50% e a 90° che altro ci si potrebbe aspettare? Dagli un angolo extra che so, di 10° e probabilmente a parità di blindatura e distanza, la % di penetrazione scenderebbe al 20-25%!
Il pezzo da 57 mm è meglio a causa della sua elevata velocità iniziale, ma poi essendo più leggero, tende a perdere: a 1 km la sua capacità di perforazione, a parità del tipo di proiettile, cala sensibilmente rispetto ai pezzi da 75; però il proiettile APCBC è talmente prodigioso nel conservare la velocità iniziale, che a 2 km riesce ancora a perforare 80 mm d'acciaio !!! E' meglio dei pezzi da 75 a 1 km!! E da lì potrebbe ancora minacciare il Tiger, sebbene i colpi normali non possano farlo, in pratica, a più di 500 metri (contro i fianchi) e a 0 distanza frontalmente.
Chiaramente, SE il proiettile da 57 APCBC venisse usato dal Cromwell, allora i carri muniti di questo cannone avrebbero un netto vantaggio nel tiro c/c rispetto a quelli con il 75 mm. Probabilmente avrebbero anche più proiettili e questi avrebbero più precisione data la loro velocità, specie contro bersagli in movimento.
Notare che questi proiettili, sulla carta, dovrebbero perforare i carri italiani e i semoventi, da almeno 2 km, ovvero la massima distanza pratica di tiro. Da quel raggio, non c'é proiettile che non perfori almeno 40 mm di corazza omogenea; quanto ai colpi che ci interessano, l'APCBC da 57 e l'M61 da 75, essi possono entrambi arrivare almeno a 60 mm d'acciaio, ovvero più che sufficienti per minacciare non solo tutti i carri M, ma anche i semoventi fino all'M42 (50 mm d'acciaio max); da 1.500 metri i 57 mm potrebbero già minacciare le corazze dell'M43 e probabilmente anche quelle del P40. Per il 75 mm, invece, contro tali avversari ci si deve rassegnare a tirare da circa 1.000 metri contando sulla magigore precisione e cadenza di tiro. Nonché sul fatto che mentre i Cromwell hanno quasi sempre il pezzo da 57 o da 75 (a parte i tipi comando -disarmati- e i CS che peraltro hanno un obice potente, ma a corto raggio, che tuttavia potrebbe ancora distruggere qualsiasi mezzo italiano), mentre i pezzi da 105 (o da 75 lungo, ma per davvero), sono circa il 5% del totale.
I pezzi da 75/34 sono pure un grave problema d'interscambio, ma una cadenza presumibilmente migliore e una corazza da 12 a 26 mm più spessa (senza contare le piastre aggiuntive) possono fare un grosso lavoro a vantaggio del Cromwell. E comunque sia, nemmeno questi mezzi col 75 medio sono molto numerosi. Infine i pezzi da 90 sono pericolosi, ma contro la corazza del Cromwell non lo sono più di quanto non lo sia il Cromwell contro i semoventi italiani, appena riesce a vederli chiaramente. Il fatto che questi non siano stati mandati né in Russia (come inizialmente previsto) né in Africa non depone molto a favore della loro reale efficacia, malgrado il potente cannone installato. E comunque, sono solo 30, portando il totale dei mezzi 'ben armati' a circa 300 ovvero circa 1/8 del totale.
Quanto ai colpi da 77 mm, nonostante la loro netta inferiorità in velocità (785 vs 884 m/sec), la capacità di perforazione era tale, con munizioni più pesanti di circa il 25% malgrado il calibro simile, da rendere possibile di perforare, a 1.800 metri, più di quanto non riuscissero a fare i pezzi da 57 mm a 900 metri, e ancora di più rispetto ai pezzi da 75 mm (circa 75 mm a 0° a 1 km), rispetto ai quali ultimi il 77 mm poteva perforare circa il 50% in più a parità di distanza, oppure qualcosa di più al doppio della distanza! E questo senza scomodare i proiettili APDS che potevano, ancora a 1.800 m, perforare 119 mm a 0°, oppure 95 mm a 30°. Meno male che... erano imprecisi.
Quanto alle munizioni prodotte: non c'era certo scarsità, perché vennero montagne di proiettili da 57 mm APCBC, una quantità non nota da 75 mm (probabilmente le munizioni le fornivano direttamente gli USA visto che erano i loro modelli in produzione, al punto che nemmeno un APDS da 75 venne posto in produzione), oltre ai tipi da 77 mm. Il totale era: 57 mm, oltre 13.000.000 di AP, oltre 500.000 di APC, oltre 2.200.000 APCBC, 370.000 APDS, e oltre 2.000.000 HE. (NB: questo non include le munizioni fabbricate oltremare).
Il pezzo da 77 mm: oltre 240.000 APCBC, circa 50.000 APDS, oltre 190.000 HE, e questo per circa 740 carri prodotti fino a fine maggio; a circa 60 colpi per mezzo, avremmo una media di circa 600 colpi per carro ovvero circa 10 cariche complete. Solo gli APDS sono circa 70 per carro armato. Ahi voglia a sparare! Qualsiasi risultato sarà ottenuto, non sarà per esaurimento munizioni (posto che, ovviamente, siano facilmente reperibili, cosa data per scontato nel wargame).
Peraltro i pezzi da 75 devono funzionare solo con i proiettili presi dagli USA. Però questo non si può 'scollegare', pena la totale inutilizzabilità dei Cromwell (sì, OK, quelli con il 57 o il 95 mm resterebbero utilizzabili, ma sarebbero decisamente troppo pochi per sostenere con probabilità di successo elevate, la battaglia, e certo non sarebbe nemmeno una buona idea far partecipare i Cromwell IV/VII senza munizioni per il cannone! Sarebbe decisamente assurdo, anche se teoricamente tutti gli scenari sono fattibili: ricordate che su YT potete vedere anche Chuck Norris contro 30.000 zombie).
Del resto, anche gli Sherman Firefly e gli Achilless avevano il cannone da 17 pdr eppure erano ancora mezzi bellici tecnicamente 'americani' (diversamente bisognerebbe includerli... nello schieramento inglese, che non sarebbe certo una grave perdita in termini di scambio con i Cromwell col 75 mm). Per questo le munizioni si possono trattare come 'accessorio', tanto più che il pezzo da 75 dei Cromwell, di per sé, è inglese e non un pezzo americano (che poi a sua volta era di... discendenza francese).
Quanto alle dimensioni:
lunghezza larghezza altezza peso
Semovente: 4,915 m 2,28 m 1,85 m 13 t
Semovente 105/25: 5,07 m 2,4 m 1,74 m 15,7 t
Carro M13: 4,915 m 2,2 m 2,37 m 14 t
Cromwell: 6,35 m 2,9 m 2,48 m 28 t
Comet: 7,65 m 3,125 m 2,59 m 29,7 t
M4: 6,04 m 2,6 m 2,71 m 28 t
Come si vede, i carri M non sono poi tanto più grandi dei semoventi, che per giunta sono molto più 'squadrati' nella forma e più caratteristici, con migliore facilità anche nello stimarne la distanza, dato che essi sono di altezza nota e la sovrastruttura è ben individuabile.
Naturalmente, i carri M sono molto più piccoli dei tipi angloamericani; non c'é grandissima differenza tra Cromwell e Comet, e tra Comet e Sherman, ma nell'insieme ce n'é parecchia tra Cromwell e Sherman, anche se curiosamente questa vale più che altro per l'altezza, mentre la lunghezza è maggiore, e head on, i carri inglesi hanno lo svantaggio di essere più larghi di quelli americani. Però che la loro sagoma fosse complessivamente più piccola e molto più difficile da vedere, non è certo un mistero, malgrado l'aria squadrata che avevano. La differenza, in pratica, la faceva tutta lo scafo, molto più basso e meno visibile da tutte le angolazioni.
Quanto alla velocità, i carri inglesi facevano mangiare polvere a tutti, tanto che ad un certo punto gli ultimi modelli ridussero la velocità massima da 64 a 51 km/h per non affaticare troppo la meccanica: ma anche così erano nettamente meglio dei 40 km/h degli Sherman e dei 30-40 km/h dei mezzi italiani (che solitamente oscillavano tra 30 e 35). Quanto all'accelerazione, con 540 hp per 28 t, i Cromwell erano probabilmente quasi uguali ai Leopard postbellici, per cui -come già i BT russi- non avevano certo il problema di un motore insufficiente. Se c'era da fuggire o da inseguire, erano i migliori, e la loro sagoma bassa li aiutava ulteriormente. Non molto distanti venivano i Comet (che col loro cannone, potevano rapidamente entrare in raggio utile per 'killare' i nemici, e la loro corazza li aiutava a non rischiare molto in caso di avvicinamento da parte nemica). Gli Sherman erano piuttosto sfavoriti dal rapporto dimensioni:velocità, mentre i carri italiani erano discreti, e sopratutto i semoventi erano pericolosi se si comparavano le dimensioni alla velocità. Però la velocità di punta non era un granché e i carri su base M15 probabilmente ebbero parecchi problemi di affidabilità per via del motore più potente, comunque sia arrivarono tardi. L'autonomia era discreta per un pò tutti questi mezzi, sui 150-220 km. Certamente i carri con potenti motori a benzina erano più costosi e assetati dei piccoli M con i diesel, ma del resto la guerra è costosa di suo e i vantaggi in battaglia erano ampiamente superiori ai costi. Solo motori diesel di grande potenza come quelli sovietici, potevano cambiare davvero la situazione e del resto, con l'M15 anche gli italiani dovettero arrendersi all'evidenza: che il diesel, adottato come misura più economica che di innovazione tecnica, non valeva abbastanza rispetto ai costi indiretti (perdite operative). Così l'M13 aveva 125 cv con 145+35 (R) di gasolio, per 190-210 km; mentre l'M15 conservava una buona autonomia, ma per 220 km su strada, ma con un motore da 192 cv, aveva bisogno di ben 367+40 litri di benzina. Notare come l'autonomia oraria fuoristrada era sempre di 10 ore, il che significa (se è inclusa anche la riserva) un consumo di 40 l/h anziché 18. Inoltre, il rapporto potenza:peso passava da circa 9 cv/ton a 12,8 cv/ton, che erano meglio, ma lontani ancora dai 15-20 cv/ton dei migliori carri alleati e tedeschi (Pz III, per esempio, 14 cv/t; Sherman 13 hp/ton; Crusader 17 hp/ton; T-34 quasi 18 cv/ton; Cromwell 19 hp/ton).
L'affidabilità, invece, vedeva lo Sherman troneggiare su tutti gli altri, inclusi i Cromwell, ancora di più i cuggini Centaur, anche se i Comet erano sicuramente un buon mezzo e i Cromwell stessi, una volta sviluppati e debuggati, finirono per essere assai buoni. I mezzi italiani non furono mai straordinari, ma i semoventi, strano ma vero (in fondo, la meccanica era la stessa), erano considerati migliori dei carri M da cui derivavano e nell'insieme assai affidabili e durevoli, sebbene i tedeschi continuarono a criticare anche i mezzi prodotti dopo l'Armistizio.
Le corazze erano buone ma non straordinarie per i mezzi inglesi e americani, ma questi ultimi erano saldati o fusi; i carri italiani, quasi sempre, avevano corazze di scarsa qualità e imbullonate, anche se durante la guerra ebbero dei progressi.
Potenza di fuoco e vulnerabilità varie:
Capacità di perforazione carri inglesi (e nel caso del 75 mm, anche americani), stima approssimata:
57 mm: circa 60-80 mm a 1000 m e a 30° (a seconda dei modelli di cannone, da 43 o 50 calibri, e di proiettile AP/APBC, ma esclusi gli APDS)
75 mm: circa 60-90 (???) mm a 1000 m e 30° (in questo caso non c'erano gli APDS, ma alle volte i proiettili americani M61 ebbero la cavità esplosiva riempita di materiale inerte per migliorare le capacità perforanti)
Capacità di perforazione dei Comet: 77 mm APCBC, 110 mm a 900 m, 90 mm a 1800 m; APDS, 165 a 900 m, 130 mm a 1800 m.
Sherman: pezzo da 75 mm: 89 mm a 100 m, 73 mm a 1000 m (a 90°); cannone da 76 mm, 125 mm a 100 m, 101 mm a 900 m; Firefly, attorno a 130 mm a 900 m; con APDS o HVAP: fino a 175 mm. Con pezzo da 105 mm: circa 150 mm.
Dal sito Tarrif.net (ora Kaputt, ma vabbé...) Ecco a voi la perforazione dei cannoni italiani e inglesi: (il tutto a 30°, dice il sito, ma almeno sulle cifre italiane ho la pratica certezza che spesso lo confonda con l'angolo a 0° ovvero perpendicolare!)
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
20/65 mm:
AP (0,13 kg?) a 850 m/s 29 mm 14 mm 6 mm (?)
37/40 mm:
AP: 0,68 kg a 640 m/s: 47 mm 38 mm 28 mm 22 mm 16 mm
47/32 mm M37:
AP (1,45 kg) a 650 m/s 57 mm 43-44 mm 32 mm 23 mm 17 mm
EP 112 mm (??) 60 mm (??) 40-45 mm (??) 25 mm (??) a 0°
47/40 mm M39:
AP (1,45 kg) 900 m/s (???) 71 mm 57 mm 43 mm 32 mm 24 mm
EP 112 mm 60 mm 40 mm 25 mm a 0°
EPS: 115 mm a 0° (?)
75/18 mm M34:
AP (6,3 kg) a 400 m/s(o 430?) 59 mm 48 mm 37 mm 29 mm 22 mm
EP (4,2 kg) a 280 m/s 70 mm fino a 1000 m di distanza (? quanto meno meno di 1.500)
75/34 mm M39:
AP (5,2 kg) a 557 m/s (??) 90 mm 70 mm 51 mm 37 mm 28 mm
EP (4,2 kg) a 310 m/s 120 mm fino a 1000 m di distanza (? quanto meno meno di 1.500).
90/53 mm M41:
AP (11,25 kg) a 830 m/s (?) 126 mm 109 mm 90 mm 75 mm 62 mm
EP (10,5 kg) a 773 m/s 206 mm fino ad almeno 2.000 m.
105/25 mm M34 :
AP 16,3 kg a 510 m/s 89 mm 76 mm 62 mm 51 mm 40 mm
EP (EPS?) 13,7 kg a 390 m/s: 121 mm costante fino alla max distanza di circa 1.500 metri (?)
57/50 mm Mk 6:
AP 2,86 kg a 892 m/s 116/88 94/68 72/48 55/34 42/24
APC 2,86 kg a 884 m/s 88/88 78/79 65/68 55/59 47/52
APCBC 3,23 kg a 831 m/s 92/95 82/86 71/76 61/67 52/59
APDS 1,42 kg a 1.219 m/s 142 127 110 95 83
75/36,5 mm Q.F. Mk.V:
APC M62 6,55 kg a 618 m/s 81/80 67/65 52/49 40/37 31/28
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
E adesso Warthunder speficatamente questa discussione fatta per i proiettili italiani: (NB: questi COGLIONI di warthunder a cui avevo fatto notare delle inesattezze/incongruenze hanno cancellato l'altro giorno, attorno al 16 settembre 2017, la pagina!!!!!)
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
20/65
AP: 0,32 kg 850 m/s 45 mm 41 mm 29 mm 20 mm 13 mm 7 mm
37/40:
AP: 0,68 kg 640 m/s 41 mm 39 mm 36 mm 31 mm 24 mm
47/32
AP M35 630 m/s 55 mm 50 mm 45 mm 38 mm
58 50 42 36 30 mm
AP M39 630 m/s 60 57 mm 49 mm 41 mm 35 mm 29 mm
APBC M39 1,4 kg 40 mm a 650m 30° 30 a 1.600 m a 30°
Gittata massima 7km (gittata utile nel tiro controcarri 700 m)
40 mm
68 50 42 36 30
67 58 50 44 39
68 60 52 47 41
AP 630 m/s 56 mm 44 mm 33 mm 25 mm 19 mm
APBC 630 m/s 47 mm 41 mm 34 mm 28 mm 23 mm
APBC 630 m/s 57 mm 49 mm 41 mm 35 mm 29 mm
provoca danni utili entro 300-400 m al T-34 su tutti i lati (bah!)
EP: 630 m/s è efficace solo entro 500 metri
EPS: 410 m/s
47/40 mm:
AP M35: 1,5 kg, 819 m/s 71 mm 68 57 43 32
APC M39: 1,42 k, 819 m/s idem (calcolato con i criteri del gioco, ma assurdo)
EP: 1,23 kg, 819 m/s (??) 112 mm (??) 60 mm 43 mm 33 mm
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
75/18:
AP 60 57 52 45 39 34
AP 475 m/s 57 48 40 32 27
APBC 475 m/s 57 52 45 39 34
APBC(?) 6,2 kg 476 m/s 45 a 45°(35 a 60°) 40 mm (30 a 60°)
EP 80 mm a 0°
EPS 120 mm a 0° (NB: più probabilmente 70 mm a 30°, come misurato coi mezzi della RSI)
HE 7 mm
75/27
AP 6,2 kg 502 m/s 76 72 64 49 38 30
Nome: AP 65 a 30° -32 a 60°
AP: 50 a 0°, 45 a 30° 45 a 0°, 35 mm a 30°
(convertito formula USN: 63 56 mm)
EP 55mm a 0° e 50mm a 30° nessun effetto sensibile sul T-34
EPS mod.42 5,31 kg, 399m/s 70mm a 30°
75/32:
APBC: 8,6 kg 637 m/s (NB: dato SBAGLIATO, in realtà è pesante circa 6,5 kg e quindi perfora molto meno, hanno ammesso sui 90 mm max)
137 mm 135 122 112 97 75
75/34:
AP 637 m/sec 125 123 110 100 85 67
AP 50mm a 60°
EP 80 mm a 0°
EPS 120 mm a 0°
HE 7 mm
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
75/46:
AP 6,5 kg 750 m/s 135 mm 130 mm 116 mm 100 mm 85 mm 74 mm
90 a 30° 44 a 60°
EP 80 mm a 0°
EPS 120 mm a 0°
HE 7 mm
76/30
AP 5,9 kg 520 m/s 81 77 71 65 61 55 (50 a 30°, 24 a 60°)
76/40
AP 5,9 kg 660 m/s 120 mm 117 98 80 64 51
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
90/42: (per il P.43bis)
AP: 140 mm 136 130 122 114 107
AP 12,16 kg 780 m/s 173 mm 171 148 123 113 96
108 a 30°
56 a 60°
AP 708 m/s 169 166 154 140 125 110 mm
(10/100/500/1000/1500/2000 Metri) 173 mm/171 mm/148 mm/123mm/113mm/96mm angle of attack 0°
151 mm/149 mm/129 mm/108mm/99 mm/84mm angle of attack 30°
79 mm/78 mm/67 mm/56mm/51mm/44mm angle of attack 60°
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
90/53:
SAP: 100 mm 80 mm
SAP: 138 125 113 100 87
AP 12,16 kg 830 m/s 200 198 175 150 130 113
200 194 173 143 121 102
175 173 153 131 114 99 a 30°
AP 750 m/s 70mm a 75°
AP-43 773 m/s 100mm a 60°
91 mm a 60°
EPS: 239 mm (206 a 30°)
HE: 16 mm
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
NB: inizialmente le munizioni da 90/53 erano date in questo modo, notare le evoluzioni successive (riga sotto riga):
AP da 9,8 kg 830 m/s 130 115 mm 105 91 70 mm a 0°
AP da 11,25 kg 830 m/s 116 mm 111 mm 105 97 a 0°
AP da 11,25 kg 830 m/s 126 mm 109 mm 90 75 62 mm a 30°
AP da ? ? 164 142 (112 a 30°) 117 98 81 mm a 0°
AP: 170 165 149 141 132 125 mm a 0°
AP da 758 m/s 195 192 180 165 151 137
Inzialmente c'era anche questo set di valori:
HE da 9,8 kg 753 m/s 10 mm a 0 m
EP da 10,1 kg 753 m/s 70 mm a tutte le distanze
Ora ditemi voi: ma che razza di BUFFONI sono questi di Warthunder, a cominciare da Bellezza03?
10 m 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
100/17 EP: EP 80 mm a 0° EPS 135 mm a 0° all ranges danneggia il KV-1 (corazza di 75 mm a 15°)
100/17 AP: 84 mm 72 mm 68 mm 64 mm 60 mm 56 mm
100/17 HE: 17 mm all ranges
102/35:
APC 16 kg 755 m/s 206 196 178 168 153 137
HE: 30 mm
105/25 mm
AP: 110 mm 102 89 71 58 46 a 0°
96 89 78 62 51 40 a 30°
39 36 31 25 21 16 a 60°
Notare come la diminuzione della perforazione, per 30°, è mediamente del 13-15%, qualcosina di meno del valore teorico, forse per l'elevato calibro della munizione (overmatching)? Ma a 60° il valore aumenta a 2,8:1 ovvero cala del 66%, quando dovrebbe solo dimezzarsi a 2:1 ovvero -50%. Bah!
EPS 500 m/s 100mm a 30°
EPS: 140 mm a 0°, 121 a 30°, 69 mm a 60°
EP: 135 mm a 0°, 116 mm a 30° (bah)
Dati dall'intelligence alleata:
Cannone da 90/53 (autocannone): v.iniziale 840 m/sec per 10 kg di munizione HE, su raggio di ben 17.400 m (HE), 15-20 rpm (pratico), alzo fino a 85°. Un tipo di munizione AP di tipo non noto, è riportato capace di perforare:
-460 m: 112 mm a 30°, oppure 143 mm a 0°
-1830 m: 80 mm a 30° oppure 105 mm a 0°
Wikipedia: EP: 45 mm a 45° a 1000 m (o 35 mm a 60°), oppure 90 mm a 40° a 500 metri (o soltanto 60 mm a 30°)
E ora pò di dati da Warthunder (wiki):
Corazze perforate a 90° (non chiara la Pk, forse il 50%?) NB: i pezzi da 75 inglesi usavano solo l'M61 APC, più efficace dell'AP contro corazze indurite e superiore anche all'AP quanto a corazze omogenee, ma solo oltre i 1.000 m e in maniera sensibile, solo oltre 1.500 metri.
57 mm: 100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
-Mk 5 AP 807 m/s 100 83 67 51 45 mm (a 90°)
-Mk 5 HV 853 m/s 111 92 74 57 50 mm
-Mk 8 APC 853 m/s 92 83 72 63 52 mm
-Mk 9 APCBC 801m/s 112 100 90 84 80 mm
-Mk 10 HE 807 m/s 4 4 4 4 4 mm
NB: da quel che è scritto su warthunder, appare che il Cromwell abbia usato i cannoni L/43 (o L/45??) e quindi con minore capacità di perforazione. MA, stando alle poche fonti che notano la cosa, il Centaur aveva il cannone da 57 mm Mk I che era un L/50, e, guarda caso... il Cromwell Mk I era 'virtualmente un duplicato' del Centaur e quindi... 10:1 vincente che aveva anch'esso il 57/50 e NON il 57/43, che nel 1942 era stato già dichiarato superato dalle nuove esigenze, figurarsi nel 1943. Questo è l'unico appiglio che abbiamo per capire che tipo di cannone avesse il Cromwell: il fatto non è marginale, perché permette, per esempio, di perforare 80 mm anziché 60 mm a 910 m e a 30° con le APBCB.
75 mm (vs corazze omogenee a 90°)
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m
-M 72 (AP) 619 m/s 109 92 76 62 51 mm
-M 61 (APC) 618 m/s 91 84 75 67 61 mm
-M48 (HE) 463 m/s 8 8 8 8 8 mm
Da wwiiequipment:
Perforazione, 30°:
57 mm: 450 m 910 m 1800 m
Mk IV/V APCBC 30° MQ 86 80 68 mm
30° FH 97 82 64 mm
Notare bene come la perforazione delle blindature a 1000 yd sia quasi uguale, e a 2000 yd la corazza omogenea sia perforata meno di quella indurita. Quanto al valore massimo, è chiaro che se a 1.000 m la corazza perforata è di 90 mm a 0°, è facile che sia compatibile con 80-82 mm a 30° (del resto 30° = 1,15x teorici quindi 80x1,15 = 92 mm). Diciamo che sono dati 'abbastanza compatibili' (ma senza esagerare).
77 mm: 30° RHA 450 m 910 m 1800 m
77 mm APCBC 785 m/s 120 110 90 mm
77 mm APDS ? 182 165 130 mm
Peso delle 77 mm: circa 7,7 kg. NB: i 17 lb normali avevano una v.iniziale di 2900 fps (884 m/s).
Ancora, abbiamo molti argomenti interessanti sui cannoni italiani e le loro capacità di perforazione con questi due siti:
Quanto ai proiettili da 47 mm, abbiamo anche questa pagina modellistica, http://www.cmpr.it/art.%20Granate%2047/granate%2047%20mm.htm che dice cose molto interessanti. Dalle istruzioni ufficiali dell'Esercito, scritte nel 1940, sul 47/32, abbiamo che:
-Proiettile Mod 35 da 2,860 kg totali (dice che era un proiettile-cartoccio, ma non dice che era AP).
-Proiettile AP Mod 35, ?
-Proiettile Mod 39, peso 2,055 kg totali, di cui esisteva anche la versione 'inerte' (senza HE?). Esistevano anche le munizioni inerti da addestramento del Mod 35 e 39, e quello a salve da 0,6 kg Mod 35.
La spoletta, per l'M35 era ad alta sensibilità e funzionamento istantaneo, ovviamente per l'M35 del tipo HE.
Come capacità perforante, contro acciaio 'di buona qualità' per carro armato:
- proiettili AP Mod 35: 25 mm a 15° a 500 metri.
- proiettili AP(APC) Mod 39: 30 mm a 15° a 500 metri. (+20%, quindi)
- efficaci contro strutture di calcestruzzo da 1 metro, se con proiettili multipli e tirati da breve raggio (100 metri).
Non c'é una grande perforazione, dunque; l'unica cosa che deve essere sottolineata è che il proiettile, contro questo tipo di corazze, è capace di perforare 'intatto', ovvero di esplodere (avendo una minuscola carica HE interna) una volta entrato in maniera regolare. Questo presuppone che la capacità di perforazione 'massima assoluta' sia sensibilmente maggiore.
Però, considerando che 15° sono pochissimi, probabilmente danno appena un 10% di resistenza extra, la capacità di perforazione non mi pare eccezionale. Probabilmente, è possibile causare danni seri con perforazioni almeno parziali e/o schegge anche con corazze spesse almeno il 10% in più. Quindi potremmo forse avere:
Contro 'buon acciaio', abbiamo infatti, vedendo questo criterio: AP Mod 35: 25 mm x 1,1 x 1,1 = 30 mm; AP Mod 39 = 36 mm.
Considerando tutto, non mi pare una grande capacità di perforazione, stando a quel che dice l'esercito. Non si sa con che % i colpi dovrebbero penetrare, ma comunque questa è la capacità che si può attribuire a queste armi: probabilmente sono efficaci per minacciare seriamente corazze spesse solo 30-35 mm, al più 35-40 mm. Il valore teorico è sui 43-44 mm, almeno stando a quel che si dice in molte fonti. Ma è chiaro, a questo punto, che non sono certo misure ottenute con corazze inclinate a 30°!
Su quest'altro sito, http://www.miniatures.de/anti-tank-weapons-italian.html abbiamo una serie di misure stimate, NB, prese a 0° e a breve raggio (0-100 m): attenzione, che è notevolmente impreciso e spesso in errore, ma almeno spero che i dati di perforazione siano tutto sommato, giusti.
8 mm Breda AP: 13 mm
13,2 mm Breda AP: 29 mm
20 mm Solothurn AP : 38 mm
20 mm L65 Breda AP: 36 mm
20 mm L77 Scotti AP: 43 mm
37 mm L33 AP: 42 mm (era sui carri Fiat 3000)
37/40 mm Vickers AP: 58 mm (11/39)
37/45 mm (Pak 35): 65 mm
37/54 mm Breda AP: 78 mm (?)
47/32 mm M37, AP: 58 mm (AP M35) (il sito dice che è un L36 ma a me risulta un L32 per davvero!)
47/32 mm M37, EP: 112 mm
47/32 mm M35 c/c: 64 mm
47/40 mm: 78 mm (il sito dice che è un L44)
47/43 mm (cecoslovacco). 86 mm a 0-100 m
65/13 mm, AP: 37 mm
65/13 mm, EP: 120 mm.
75/18 mm, AP: 59 mm (è definito L25; a me risulta L21)
75/18 mm, EP: 120 mm
75/27 (L30) mm, AP: 71 mm ( il Mod 06 è un L30, il Mod 11 un L28, ma stranamente entrambi hanno la stessa Vo!)
75/36 M1897: 90 mm
75/32 mm, AP: 86 mm (il sito dice 75/36 ma a me risulta essere solo un L34, comunque 2 calibri extra)
75/34 mm, AP: 90 mm (il sito dice che è una L38, vista la differenza di nomenclatura e di prestazioni, potrebbe essere almeno una L36?)
75/46 mm, AP: 115 mm (apparentemente confermato da prove in poligono; altre fonti danno 90 mm a 500 m; sito dice in errore che è 75/50)
88/59 mm AP: 206 mm (versione del 90/53 modificata all'88)
90/53 mm, AP: 206 mm (Il sito dice che è un L59, ma in realtà è lievemente sotto quota 53 calibri!)
100/17 mm, AP: 75 mm (il sito dice che è una L22 ma risulta essere lunga 24 calibri!)
102/35 mm, AP: 157 mm (il sito dice che è una L39, io non posso confermare)
105/25 mm, AP: 76 mm (il sito dice che è una L28!)
105/25 mm, EP: 121 mm
149/44 mm, AP: 259 mm (il sito dice che è una L44)
Quanto ai proiettili da 47 mm, abbiamo anche questa pagina modellistica, http://www.cmpr.it/art.%20Granate%2047/granate%2047%20mm.htm che dice cose molto interessanti. Dalle istruzioni ufficiali dell'Esercito, scritte nel 1940, sul 47/32, abbiamo che:
-Proiettile Mod 35 da 2,860 kg totali (dice che era un proiettile-cartoccio, ma non dice che era AP).
-Proiettile AP Mod 35, ?
-Proiettile Mod 39, peso 2,055 kg totali, di cui esisteva anche la versione 'inerte' (senza HE?). Esistevano anche le munizioni inerti da addestramento del Mod 35 e 39, e quello a salve da 0,6 kg Mod 35.
La spoletta, per l'M35 era ad alta sensibilità e funzionamento istantaneo, ovviamente per l'M35 del tipo HE.
Come capacità perforante, contro acciaio 'di buona qualità' per carro armato:
- proiettili AP Mod 35: 25 mm a 15° a 500 metri.
- proiettili AP(APC) Mod 39: 30 mm a 15° a 500 metri.
- efficaci contro strutture di calcestruzzo da 1 metro, se con proiettili multipli e tirati da breve raggio (100 metri).
Non c'é una grande perforazione, dunque; l'unica cosa che deve essere sottolineata è che il proiettile, contro questo tipo di corazze, è capace di perforare 'intatto', ovvero di esplodere (avendo una minuscola carica HE interna) una volta entrato in maniera regolare. Questo presuppone che la capacità di perforazione 'massima assoluta' sia sensibilmente maggiore.
Però, considerando che 15° sono pochissimi, probabilmente danno appena un 10% di resistenza extra, la capacità di perforazione non mi pare eccezionale. Probabilmente, è possibile causare danni seri con perforazioni almeno parziali e/o schegge anche con corazze spesse almeno il 10% in più. Quindi potremmo forse avere:
Contro 'buon acciaio', abbiamo infatti, vedendo questo criterio: AP Mod 35: 25 mm x 1,1 x 1,1 = 30 mm; AP Mod 39 = 36 mm.
Considerando tutto, non mi pare una grande capacità di perforazione, stando a quel che dice l'esercito. Non si sa con che % i colpi dovrebbero penetrare, ma comunque questa è la capacità che si può attribuire a queste armi: probabilmente sono efficaci per minacciare seriamente corazze spesse solo 30-35 mm, al più 35-40 mm. Il valore teorico è sui 43-44 mm, almeno stando a quel che si dice in molte fonti. Ma è chiaro, a questo punto, che non sono certo misure ottenute con corazze inclinate a 30°!
E' interessante anche leggere in merito quel che ne dicono in articoli su Storia Militare n. 198 e 257.
Cannone corto da 75 mm: esisteva nel dopoguerra (ma nato nel 1943!) un cannone da 75/21 su affusto del vecchio 47/32, poco più di un lanciagrante, ma che tirava 6-12 rpm, proiettili da 3,7 kg EP leggera (notare bene!), a 284 m/s, potere distruttivo 80-100 mm di perforazione, 300-350 m di gittata utile.
Cannone da 75/34 mm: con la munizione M61 era possibile ottenere 619 m/s, perforare 80 mm, gittata utile 500 m. Praticamente era come il cannone dello Sherman o del Cromwell. Da notare che entrambi i tipi da 75 mm, nelle fortificazioni (l'unico posto dove il 75 mm era sopravvissuto) vennero poi rimpiazzati dai MECAR da 90/32, con capacità di perforazione circa tripla (260-300 mm).
Obice da 105/25 mm : poteva sparare munizioni americane, anche se non è chiaro che tipo di HEAT avesse. Ad ogni modo, poteva perforare 110 mm, cadenza 4-6 rpm (a scopo di paragone lo Sherman Firefly era capace di 6-10 rpm), munizione da 400 m/sec. gittata utile 500 metri.
Da wikipedia, cannone L/40: 0'° e 50% Pk (NB: M61= APBC, M72 = AP semplice!)
100 m 500 m 1000 m 1500 m 2000 m 2500 m
M61 vs FHA 618 m/s 102 95 86 79 72 65 mm
M61 vs RHA 618 m/s 88 81 73 65 59 53
M72 vs FHA 618 m/s 91 75 58 45 35 27
M72 vs RHA 618 m/s 109 92 76 62 51 41
Strano come i dati per il proiettile M72 vs RHA siano uguali sia su warthunder che su wikipedia, ma invece divergano (non di molto: es. a 1000 m 76 vs 73 mm) per l'M61.
Bisogna considerare che l'M61 usata in genere con i carri inglesi aveva la carica esplosiva 'inertizzata' ovvero presumibilmente sostituita con qualcosa come cemento o metallo extra. Questo spiegherebbe come mai secondo warthunder vi è una migliore capacità di penetrazione delle corazze, rispetto al dato di wikipedia: perché quest'ultimo si riferisce ai cannoni M3 da 75 mm degli Sherman che presumibilmente non usavano tale tecnica; invece i britannici avevano questo trucco, fatto a vantaggio di qualche mm di penetrazione extra (2-3 mm soltanto, per esempio a 1000 m 75 vs 73 mm), e a discapito sia di un minimo di versatilità del proiettile AP (che con un minimo di esplosivo era ancora utilizzabile per il tiro contro altri tipi di bersagli) e come effetto 'post penetrazione' (ma poco serviva, se il proiettile non fosse riuscito a penetrare per nulla!).
Notevole, comunque sia, che se il bersaglio aveva solo corazza RHA, il vecchio M72 potesse garantire la penetrazione teorica di un carro Tiger, facciamo fino a 250 m (100 mm frontali) e circa 800 m laterali (80 mm) quando l'M61, a 100 m con appena 88-91 mm (vs 109) non avrebbe potuto riuscirci nemmeno a bruciapelo. Ad ogni modo ho come l'impressione che questi dati siano alquanto ottimistici nelle figure di penetrazione, del resto essendo al 50% e a 90° che altro ci si potrebbe aspettare? Dagli un angolo extra che so, di 10° e probabilmente a parità di blindatura e distanza, la % di penetrazione scenderebbe al 20-25%!
Il pezzo da 57 mm è meglio a causa della sua elevata velocità iniziale, ma poi essendo più leggero, tende a perdere: a 1 km la sua capacità di perforazione, a parità del tipo di proiettile, cala sensibilmente rispetto ai pezzi da 75; però il proiettile APCBC è talmente prodigioso nel conservare la velocità iniziale, che a 2 km riesce ancora a perforare 80 mm d'acciaio !!! E' meglio dei pezzi da 75 a 1 km!! E da lì potrebbe ancora minacciare il Tiger, sebbene i colpi normali non possano farlo, in pratica, a più di 500 metri (contro i fianchi) e a 0 distanza frontalmente.
Chiaramente, SE il proiettile da 57 APCBC venisse usato dal Cromwell, allora i carri muniti di questo cannone avrebbero un netto vantaggio nel tiro c/c rispetto a quelli con il 75 mm. Probabilmente avrebbero anche più proiettili e questi avrebbero più precisione data la loro velocità, specie contro bersagli in movimento.
Notare che questi proiettili, sulla carta, dovrebbero perforare i carri italiani e i semoventi, da almeno 2 km, ovvero la massima distanza pratica di tiro. Da quel raggio, non c'é proiettile che non perfori almeno 40 mm di corazza omogenea; quanto ai colpi che ci interessano, l'APCBC da 57 e l'M61 da 75, essi possono entrambi arrivare almeno a 60 mm d'acciaio, ovvero più che sufficienti per minacciare non solo tutti i carri M, ma anche i semoventi fino all'M42 (50 mm d'acciaio max); da 1.500 metri i 57 mm potrebbero già minacciare le corazze dell'M43 e probabilmente anche quelle del P40. Per il 75 mm, invece, contro tali avversari ci si deve rassegnare a tirare da circa 1.000 metri contando sulla magigore precisione e cadenza di tiro. Nonché sul fatto che mentre i Cromwell hanno quasi sempre il pezzo da 57 o da 75 (a parte i tipi comando -disarmati- e i CS che peraltro hanno un obice potente, ma a corto raggio, che tuttavia potrebbe ancora distruggere qualsiasi mezzo italiano), mentre i pezzi da 105 (o da 75 lungo, ma per davvero), sono circa il 5% del totale.
I pezzi da 75/34 sono pure un grave problema d'interscambio, ma una cadenza presumibilmente migliore e una corazza da 12 a 26 mm più spessa (senza contare le piastre aggiuntive) possono fare un grosso lavoro a vantaggio del Cromwell. E comunque sia, nemmeno questi mezzi col 75 medio sono molto numerosi. Infine i pezzi da 90 sono pericolosi, ma contro la corazza del Cromwell non lo sono più di quanto non lo sia il Cromwell contro i semoventi italiani, appena riesce a vederli chiaramente. Il fatto che questi non siano stati mandati né in Russia (come inizialmente previsto) né in Africa non depone molto a favore della loro reale efficacia, malgrado il potente cannone installato. E comunque, sono solo 30, portando il totale dei mezzi 'ben armati' a circa 300 ovvero circa 1/8 del totale.
Quanto ai colpi da 77 mm, nonostante la loro netta inferiorità in velocità (785 vs 884 m/sec), la capacità di perforazione era tale, con munizioni più pesanti di circa il 25% malgrado il calibro simile, da rendere possibile di perforare, a 1.800 metri, più di quanto non riuscissero a fare i pezzi da 57 mm a 900 metri, e ancora di più rispetto ai pezzi da 75 mm (circa 75 mm a 0° a 1 km), rispetto ai quali ultimi il 77 mm poteva perforare circa il 50% in più a parità di distanza, oppure qualcosa di più al doppio della distanza! E questo senza scomodare i proiettili APDS che potevano, ancora a 1.800 m, perforare 119 mm a 0°, oppure 95 mm a 30°. Meno male che... erano imprecisi.
Quanto alle munizioni prodotte: non c'era certo scarsità, perché vennero montagne di proiettili da 57 mm APCBC, una quantità non nota da 75 mm (probabilmente le munizioni le fornivano direttamente gli USA visto che erano i loro modelli in produzione, al punto che nemmeno un APDS da 75 venne posto in produzione), oltre ai tipi da 77 mm. Il totale era: 57 mm, oltre 13.000.000 di AP, oltre 500.000 di APC, oltre 2.200.000 APCBC, 370.000 APDS, e oltre 2.000.000 HE. (NB: questo non include le munizioni fabbricate oltremare).
Il pezzo da 77 mm: oltre 240.000 APCBC, circa 50.000 APDS, oltre 190.000 HE, e questo per circa 740 carri prodotti fino a fine maggio; a circa 60 colpi per mezzo, avremmo una media di circa 600 colpi per carro ovvero circa 10 cariche complete. Solo gli APDS sono circa 70 per carro armato. Ahi voglia a sparare! Qualsiasi risultato sarà ottenuto, non sarà per esaurimento munizioni (posto che, ovviamente, siano facilmente reperibili, cosa data per scontato nel wargame).
Peraltro i pezzi da 75 devono funzionare solo con i proiettili presi dagli USA. Però questo non si può 'scollegare', pena la totale inutilizzabilità dei Cromwell (sì, OK, quelli con il 57 o il 95 mm resterebbero utilizzabili, ma sarebbero decisamente troppo pochi per sostenere con probabilità di successo elevate, la battaglia, e certo non sarebbe nemmeno una buona idea far partecipare i Cromwell IV/VII senza munizioni per il cannone! Sarebbe decisamente assurdo, anche se teoricamente tutti gli scenari sono fattibili: ricordate che su YT potete vedere anche Chuck Norris contro 30.000 zombie).
Del resto, anche gli Sherman Firefly e gli Achilless avevano il cannone da 17 pdr eppure erano ancora mezzi bellici tecnicamente 'americani' (diversamente bisognerebbe includerli... nello schieramento inglese, che non sarebbe certo una grave perdita in termini di scambio con i Cromwell col 75 mm). Per questo le munizioni si possono trattare come 'accessorio', tanto più che il pezzo da 75 dei Cromwell, di per sé, è inglese e non un pezzo americano (che poi a sua volta era di... discendenza francese).
Quanto alle dimensioni:
lunghezza larghezza altezza peso
Semovente: 4,915 m 2,28 m 1,85 m 13 t
Semovente 105/25: 5,07 m 2,4 m 1,74 m 15,7 t
Carro M13: 4,915 m 2,2 m 2,37 m 14 t
Cromwell: 6,35 m 2,9 m 2,48 m 28 t
Comet: 7,65 m 3,125 m 2,59 m 29,7 t
M4: 6,04 m 2,6 m 2,71 m 28 t
Come si vede, i carri M non sono poi tanto più grandi dei semoventi, che per giunta sono molto più 'squadrati' nella forma e più caratteristici, con migliore facilità anche nello stimarne la distanza, dato che essi sono di altezza nota e la sovrastruttura è ben individuabile.
Naturalmente, i carri M sono molto più piccoli dei tipi angloamericani; non c'é grandissima differenza tra Cromwell e Comet, e tra Comet e Sherman, ma nell'insieme ce n'é parecchia tra Cromwell e Sherman, anche se curiosamente questa vale più che altro per l'altezza, mentre la lunghezza è maggiore, e head on, i carri inglesi hanno lo svantaggio di essere più larghi di quelli americani. Però che la loro sagoma fosse complessivamente più piccola e molto più difficile da vedere, non è certo un mistero, malgrado l'aria squadrata che avevano. La differenza, in pratica, la faceva tutta lo scafo, molto più basso e meno visibile da tutte le angolazioni.
Quanto alla velocità, i carri inglesi facevano mangiare polvere a tutti, tanto che ad un certo punto gli ultimi modelli ridussero la velocità massima da 64 a 51 km/h per non affaticare troppo la meccanica: ma anche così erano nettamente meglio dei 40 km/h degli Sherman e dei 30-40 km/h dei mezzi italiani (che solitamente oscillavano tra 30 e 35). Quanto all'accelerazione, con 540 hp per 28 t, i Cromwell erano probabilmente quasi uguali ai Leopard postbellici, per cui -come già i BT russi- non avevano certo il problema di un motore insufficiente. Se c'era da fuggire o da inseguire, erano i migliori, e la loro sagoma bassa li aiutava ulteriormente. Non molto distanti venivano i Comet (che col loro cannone, potevano rapidamente entrare in raggio utile per 'killare' i nemici, e la loro corazza li aiutava a non rischiare molto in caso di avvicinamento da parte nemica). Gli Sherman erano piuttosto sfavoriti dal rapporto dimensioni:velocità, mentre i carri italiani erano discreti, e sopratutto i semoventi erano pericolosi se si comparavano le dimensioni alla velocità. Però la velocità di punta non era un granché e i carri su base M15 probabilmente ebbero parecchi problemi di affidabilità per via del motore più potente, comunque sia arrivarono tardi. L'autonomia era discreta per un pò tutti questi mezzi, sui 150-220 km. Certamente i carri con potenti motori a benzina erano più costosi e assetati dei piccoli M con i diesel, ma del resto la guerra è costosa di suo e i vantaggi in battaglia erano ampiamente superiori ai costi. Solo motori diesel di grande potenza come quelli sovietici, potevano cambiare davvero la situazione e del resto, con l'M15 anche gli italiani dovettero arrendersi all'evidenza: che il diesel, adottato come misura più economica che di innovazione tecnica, non valeva abbastanza rispetto ai costi indiretti (perdite operative). Così l'M13 aveva 125 cv con 145+35 (R) di gasolio, per 190-210 km; mentre l'M15 conservava una buona autonomia, ma per 220 km su strada, ma con un motore da 192 cv, aveva bisogno di ben 367+40 litri di benzina. Notare come l'autonomia oraria fuoristrada era sempre di 10 ore, il che significa (se è inclusa anche la riserva) un consumo di 40 l/h anziché 18. Inoltre, il rapporto potenza:peso passava da circa 9 cv/ton a 12,8 cv/ton, che erano meglio, ma lontani ancora dai 15-20 cv/ton dei migliori carri alleati e tedeschi (Pz III, per esempio, 14 cv/t; Sherman 13 hp/ton; Crusader 17 hp/ton; T-34 quasi 18 cv/ton; Cromwell 19 hp/ton).
L'affidabilità, invece, vedeva lo Sherman troneggiare su tutti gli altri, inclusi i Cromwell, ancora di più i cuggini Centaur, anche se i Comet erano sicuramente un buon mezzo e i Cromwell stessi, una volta sviluppati e debuggati, finirono per essere assai buoni. I mezzi italiani non furono mai straordinari, ma i semoventi, strano ma vero (in fondo, la meccanica era la stessa), erano considerati migliori dei carri M da cui derivavano e nell'insieme assai affidabili e durevoli, sebbene i tedeschi continuarono a criticare anche i mezzi prodotti dopo l'Armistizio.
Le corazze erano buone ma non straordinarie per i mezzi inglesi e americani, ma questi ultimi erano saldati o fusi; i carri italiani, quasi sempre, avevano corazze di scarsa qualità e imbullonate, anche se durante la guerra ebbero dei progressi.
Il semovente da 75 vivisezionato
Quello che non capisco del semovente da 75/18, essenzialmente, sono tre cose: 1) come mai riusciva a colpire con precisione i carri nemici pur avendo un pezzo a bassa velocità iniziale
2) come potesse distruggerli e
3) sopratutto, come mai questi ultimi glielo lasciassero fare senza ricambiarlo, visto che le sue corazze, benché fatte apposta per resistere ai colpi da 40 mm, non erano certo formidabili, anzi...
Cerco di rispondere alla prima delle questioni:
Anzitutto: il semovente era certo utilizzato, quanto meno fino al '42, da personale particolarmente preparato. Del resto era nell'artiglieria, non nei carristi, per cui la cosa che sapevano fare bene, era sopratutto sparare più ancora che combattere. Peraltro molti di loro venivano dai carri armati, per cui non so se questo facesse davvero tanta differenza. Certo è che, per chi era passato dai carri M ai semoventi, la differenza era positiva (nonostante la scarsa capacità di brandeggio del pezzo e la modesta balistica) e netta. Quanto alla precisione balistica, il pezzo da 75/18 italiano, nonostante fosse più corto di quello tedesco montato sui Panzer IV iniziali (nonché su StuG III, Panzer III e qualche altro tipo) era in realtà leggermente più potente, probabilmente perché concepito fin dall'inizio come vera arma d'artiglieria divisionale, ancorché buona solo per le distanze medio-corte. Di sicuro era un'arma balisticamente buona, ma la sua stessa bassa velocità iniziale gli rendeva pressoché impossibile mitare con la dovuta precisione su distanze sufficientemente ampie. In altre parole, le distanze di tiro ottimali erano probabilmente sui 500-700 metri. Dopo di che, il tiro diventava sempre più erratico e a 1.000 metri il cannone era già ai limiti d'impiego massimi, il che significa che la dispersione aveva assunto valori tali, contro un mezzo corazzato, da rendere difficile (specie se con vento laterale) colpirlo in maniera affidabile.
1) Quanto alla 'precisione', il pezzo divisionale da 75/18 fu senz'altro buono, anche se non certo a lungo raggio (in genere, il tiro diretto veniva fatto, al peggio, a circa 1.000 metri, ma spesso a solo la metà di questa distanza); al proposito, io vorrei mettere in chiaro questo: stando alla documentazione sopravvissuta, la Littorio ad El Alamein sparò, con un solo gruppo (8 armi?) dei suoi obici, qualcosa come 421 colpi mettendo fuori combattimento 'almeno una ventina di Grant e Sherman' e diversi Valentine e Crusader. Presumo che i colpi in questione fossero quelli EP. I rapporti sono tanti: dicono che uno dei gruppi, il 25, con una sola batteria, 'distrugge o danneggia 12 carri e 19 mezzi inglesi'; il 26 'vengono distrutti con le EP 5 carri, 11 mezzi e 3 pezzi c.c.''; il 27 tocca ad altri circa 10 carri e circa 20 mezzi; altre 'gravi perdite' vengono inflitte il 28 (un pezzo da 75 ha eliminato 4 piccole e veloci cingolette, con appena... 4 colpi!), 29, 31 ottobre. Il 2 novembre un singolo pezzo della 1a batteria distrugge 4 carri inglesi, alle 12 di quel giorno un altro distrugge ben 6 carri (!!!), mentre il 27 ottobre, l'altro gruppo della Littorio distrugge 8 Sherman della XXIV brigata inglese. Sarà, ma alla fine alla Littorio vengono attribuiti circa 70 carri nemici distrutti, mentre all'Ariete solo 40. EPPURE, stando alla sola conta dei semoventi, avremmo già circa 45 carri. Altri circa 15 carri vennero distrutti il 2 novembre dalle artiglierie da 88 e 100 mm, e una decina dai cannoni da 75... Sarà vero? Già con questi episodi, sicuramente solo parziali, arriviamo già alla somma di 70 carri distrutti dai mezzi italiani... e i carri M? Quel che è vero, però, è che il 2 novembre la Littorio viene praticamente annientata dalla 1st AD inglese.
E non è certo solo questo: i carri e i cannoni dell'Ariete, in circa due mesi, spararono qualcosa come 20.000 colpi tra perforanti ed EP. Anche se vi furono ovviamente casi particolarmente buoni di tiro, è chiaro che con una tale massa di proiettili si sarebbe potuto eliminare l'intero british army! La Littorio, invece, aveva sparato, nei soli 12 giorni di El Alamein, una massa di circa 39.000 colpi, dei quali ben 1.219 erano perforanti e addirittura 1.640 del tipo EP. Non so come abbiano fatto tali conti, visto il numero di morti e prigionieri e le distruzioni di mezzi e rapporti, però è un fatto che questi numeri esistano e ci dicono che oltre 2.800 colpi vennero tirati, del tipo controcarri, dalla sola Littorio. Se fossero andati a segno con esiti letali, anche solo nel 33-50% dei casi, avrebbero eliminato tutti i carri inglesi; invece ne tolsero di mezzo solo circa 70. Si tratta di ben 40 colpi per 'kill', e anche se aggiungiamo blindo e cingolette varie non è che cambi drammaticamente la situazione, anche perché non è affatto detto che contro tali mezzi, a meno di non sparare con i cannoni da 20 mm, fosse necessario o vantaggioso tirare con i colpi controcarri. Quindi, al netto di tutto, avremmo qualcosa come circa il 2,5% dei colpi 'mortali' contro i carri armati nemici, gli altri o hanno mancato il bersaglio oppure hanno colpito ma senza esito. I soli EP sono circa 23 volte il numero complessivo di mezzi corazzati eliminati, vale a dire che hanno un'efficacia di circa il 4%, mentre il restante 96% non ha avuto successo.
2) quanto alla distruttività, i dati sono presenti più sotto; ma per quel che riguarda la relazione del XX corpo d'armata, dopo la battaglia, ed essi sono chiari nel notare che: 1- i carri M erano superati e in particolar modo, i proiettili, anche se EP, non riuscivano nella quasi totalità dei casi a danneggiare i carri nemici. 2- i proiettili EP da 75 e da 100 mm hanno invece ottenuto risultati definiti 'buoni' 3- il cannone da 88 mm è stato definito invece 'particolarmente efficace' per via dell'alta velocità iniziale. Quindi diciamo, che questo è il podio della situazione, dove il vincitore è il pezzo da 88 e non il fantasmagorico pezzo con proiettile EP. Quanto a quest'ultimo, un'altra relazione diceva che gli equipaggi 'sapevano' che il proiettile EP da 47, anche se di effetto considerevole, era comunque 'già in decadenza e dipendente dalla distanza di tiro utile, di tale esiguità 'da frustrare il pregio della granata'.
Ma ora chiediamoci sopratutto: che diavolo era il proiettile 'E.P.'? EP sta per Effetto Pronto, un nome che sembra più di una lacca per capelli che di un efficace munizionamento controcarri! Che vuol dire, di preciso? Come è fatto questo proiettile?
Spesso è considerato come una sorta di proiettile primitivo a carica cava. Però la spoletta è posteriore, come quella dei proiettili perforanti o a schiacciamento HESH. Ed è proprio quest'ultimo che somiglia di più all''Effetto Pronto'. Infatti le relazioni lo accomunano alle cariche cave, e al funzionamento del fantomatico 'effetto Neumann', ma parlano dell'efficacia basandosi sul distacco 'di un menisco' nella corazza interna. Proprio come nell'HESH, dove un discoide si stacca e si frantuma a circa 200 m/sec dalla piastra interna.
Questo produce la stranissima conseguenza che da un lato il munizionamento è esplosivo... e dall'altra è dipendente dalla distanza, come se fosse un perforante! Questo perché più va veloce e più riesce a schiacciarsi bene prima di perforare. Questo spiega la sua dipendenza dalla distanza d'ingaggio, come se fosse un proiettile perforante. Almeno un vantaggio ce l'aveva: era utilizzabile anche contro bersagli generici, ma in tutta onestà è difficile vedere questa munizione, dalle origini assai oscure (ma diffusa alla fine del 1941 alle unità del fronte) come una 'botta di cul.... err dello 'stellone' italico.
Un fatto notevole, però, è che questa munizione è neutralizzabile con facilità da corazze multistrato. Infatti, nonostante l'efficacia declamata (tipo 112 mm a 100 m, 45 mm a 1000 m, ancora 25 mm a 2000 m), il discoide o 'menisco' è neutralizzabile da una corazza interna anti-schegge o semplicemente, di supporto al mezzo stesso. I carri inglesi, spesso, avevano una struttura base di acciaio ad alta elasticità, su cui era imbullonato quello balistico. Non era una struttura della massima efficienza in termini di resistenza alla penetrazione, però era facile da costruire, aggiornare e riparare. E sopratutto, se la piastra balistica veniva 'smeniscata', il discoide finiva contro l'acciaio della struttura interna. Non so quanto esso fosse a contatto di quello esterno, quanto fosse ampia eventualmente la fessura (ma immagino almeno alcuni mm, se non qualche cm), ma questo è già usualmente sufficiente per impedire che la forza di pressione non si trasmetta. Dal canto suo questa struttura diventa sufficiente per eliminare il discoide: qui non parliamo di qualche mm d'acciaio, parliamo di mezzo pollicie, 12,7 mm, che sarebbe sufficiente per fermare una fucilata a velocità trisonica, figurarsi un ben più pesante, ma piatto e lentissimo, discoide. Nell'Africa Settentrionale questa questione non era molto chiara perché gli unici carri ad avere corazze di questo tipo erano i Crusader, che erano decisamente poco protetti anche se con una struttura ingegnosamente elaborata. Però i primi Cromwell, per dirne uno, erano decisamente più robusti e potevano probabilmente fermare la EP senza danni particolari grazie alla struttura multistrato.
Anche gli italiani realizzarono che la EPS fosse migliore della EP e questo è un fatto, essendo più costante nella capacità di penetrazione e meno incline all'effetto delle piastre stratificate. Ma nulla batteva le munizioni perforanti ad alta velocità, possibilmente a pieno calibro anche se, in pratica, non fu possibile durante il conflitto assicurare la penetrazione con questi proiettili delle corazze sempre più spesse che apparvero nella seconda metà della guerra.
3- infine la sopravvivenza. Certo che i semoventi erano decisamente meno suscettibili di finire arrosto rispetto ai carri M. Basti vedere queste statistiche.
La Littorio era stata impegnata fin dall'inizio delle operazioni, con una forza originaria di 116 carri M di tre battaglioni, un gruppo da 75, uno da 100 (12+8 cannoni in totale) e sopratutto, 18 semoventi.
Impegnata duramente in azioni continue, il 23 ottobre perse 1 carro e 5 artiglierie; il 24 perse 7 carri; il 25 perse 5 carri, 1 semovente e 2 cannoni; il 26 perse 40 carri e 3 semoventi oltre a 2 cannoni; il 27 perse altri 16 carri e 2 semoventi, più 5 pezzi da 88; il 28 altri 14 carri e un '88'. Nonostante questi danni, al 1o novembre, schierava ancora, tra carri superstiti, rinforzi e mezzi riparati, 30 carri, 15 semoventi, 9 cannoni (tra cui più nessuno dei 10 '88' iniziali, che erano fin dall'inizio il bersaglio n.1 dei nemici). Notare come i semoventi erano calati di appena 1/6 (perdita netta: 3, su 6 KO totali); mentre i carri erano scesi da 116 a circa 30 (perdita netta: 86! ovvero circa i 3/4, con un totale valutato nei vari giorni, pari a 83 mezzi, che curiosamente, non sono nemmeno sufficienti per spiegare le perdite subite), praticamente tutti del XI btg. Tra gli altri carri, il IV btg, durante una battaglia (forse il 26 ottobre?) perse 39 carri su 41 in poche ore.
Quando l'Ariete combatté ad El Alamein, essa aveva 120 carri M e 15 semoventi da 75 (al 23 ottobre 1942). La sua giornata 'di gloriosa disfatta' avvenne in pratica soltanto il 4 novembre, quando aveva 107 carri e 12 semoventi. Dopo questa prima battaglia avvenuta per coprire la ritirata dell'Asse, si ritrovò con appena 31 carri e sette semoventi (il che significa che le perdite erano state di 66 carri ovvero circa il 60% e 5 semoventi, ovvero circa il 40%). Altri 20 carri e sei semoventi si unirono alla battaglia, rimasti in riserva nelle retrovie. Così, alle 5 del mattino del giorno dopo affrontarono, con 51 carri e 13 semoventi, la 10a AD inglese vicino Galal. Altri 29 carri M vennero però distrutti o catturati e quindi di fatto terminò l'attività dell'Ariete.
Quanto ai semoventi: al tardo 1942, Ariete e Littorio avevano rispettivamente circa 33 semoventi e altri 8 in riparazione. In riserva, non è chiaro come e dove, erano disponibili altri 8 semoventi. Quindi in tutto, senza ovviamente considerare i semoventi presumibilmente persi durante i mesi di guerra, ci sarebbero stati ben 49 semoventi complessivi, nonché probabilmente almeno 17 carri comando. Se si considera che i primi semoventi, gli M40, vennero prodotti in 60 esemplari complessivi, c'é poco da scialare. A questi si aggiungeranno poi almeno 33 semoventi della divisione Centauro, tra i 160 corazzati mandati in Tunisia fino al febbraio 1943 (più 340 tedeschi tra cui 19 Tiger). Non è chiaro se altri mezzi vennero poi spediti in Africa, visto che almeno fino ad aprile continuarono i viaggi di rifornimento anche via mare. Però già così facciamo almeno 82 semoventi, per cui è certa la presenza anche degli M41.
Aggiungiamo anche che i carri erano 120 M13/14 per l'Ariete; 27 per la Trieste; 116 per la Littorio; altri 83 carri in riparazione. Il totale era dunque di circa 263+83 = 346 carri.
Tra i carri leggeri, vale la pena di ricordare i 14 L6 per la sola Littorio; nel gruppo Lodi c'erano 44 mezzi, ma ben 41 erano in riparazione! Questo spiega come mai gli L6 non abbiano fatto propriamente fatto parlare di sé ad El Alamein, eppure in teoria c'erano ben 58 veicoli, che non sono certo pochi visto che la produzione totale è di circa 300 esemplari e certo altri erano giunti fino ad allora, e molti altri sarebbero giunti dopo (per non parlare di un buon numero, sulla cinquantina, mandati in Russia); quanto alle blindo, esse erano già ben 63, presumibilmente del tipo AB-41. I dati sono al 15 settembre 1942.
Se torniamo indietro nel tempo, vediamo che nel 1940-41 vennero persi il I e II btg con 36 (o 35, o 37?) M11 ciascuno; i btg III e V, con 37 M13 ciascuno; il VI con ben 47 M13; e infine il XXI, con altri 36 M13.
I semoventi erano 'terribili pulci che non perdonano', ma non si può seriamente pensare che essi fossero così difficili da vedere e da contrastare, specialmente considerando le distese pianeggianti senza ripari e le corte distanze di tiro. Strano davvero no?
Che la protezione dei semoventi fosse migliore è vero, ma bisogna dire che rispetto ai carri M non erano poi così superiori. La loro blindatura era comunque sia debole, e per evitare guai dovevano fare azioni rapide, fermarsi, tirare e poi muoversi. Ad ogni modo, è veramente incredibile come il semovente, pur riconosciuto migliore del carro M, pur essendo un mezzo tutt'altro che esoterico, limitandosi ad una sovrastruttura su scafo M, ospitante un pezzo divisionale da 75 mm corto, non sia stato costruito in maniera consistente. E dire che era, oltre che migliore come blindatura e armamento, anche più leggero e maneggevole del carro, era PIU' economico, e PIU' rapido da costruire. Ebbene, nel 1941, a fronte di oltre 800 carri M, solo 60 semoventi vennero costruiti! Per tacere degli inutili carri comando, armati solo con una 13,2 mm, mentre avrebbero probabilmente potuto avere anch'essi un cannone. Ma questo, come s'é visto sopra, era il minore dei mali.
Ma era davvero difficile vedere un semovente? A mio avviso non era poi così necessario il telescopio Hubble per vedere uno di questi cingolati. Il caso più importante è quello dovuto ai carri L3. Questi erano a loro volta nient'altro che 'mitragliatrici(binate) semoventi', non tanto diverse, proporzioni a parte, dai 'cannoni d'assalto'. Ebbene, anche gli L3 erano visibili e vulnerabili. Bisogna tenere presente che la loro altezza era di circa 130 centimetri contro circa 185 dei semoventi; erano anche nettamente più corti (meno di 4 metri) e più stretti. Inoltre erano veloci, fino a circa 40 km/h.
Eppure, nemmeno questo bastava. Per esempio, il 23 novembre 1941, durante l'Operazione Crusader, il btg della divisione Trento ebbe l'ardire di contrastare una formazione di fanteria che stava avvicinandosi ad una linea d'artiglierie pesanti, e che era appoggiata da ben 20 carri cruiser e da fanteria (Valentine? Matilda? Crusader? In ogni caso con il pezzo da 2 lb). Il battaglione aprì il fuoco da 600 metri e si avvicinò mitragliettando tutto quel che poteva; i fanti si ripararono dietro i carri mentre i 29 carri italiani scendevano di distanza fino a 200 metri, per poi ritirarsi. Di 29 mezzi partecipanti, 4 non rientrarono mentre 16 risultarono colpiti (non è chiaro se include anche i 4 colpiti e messi KO). Alcuni vennero addirittura rimorchiati da altri carri L. Significa che i carri inglesi con i pezzi da 40 mm colpirono in media un carro italiano, mentre i carristi persero 13 tra morti e feriti. Avessero avuto cannoni più potenti di quelli da 40 mm, le perdite sarebbero state anche maggiori. Però resta il fatto che persino carri così piccoli, su distanze variabili tra 600 e non meno di 200 metri, fu ancora possibile colpirli quasi tutti.
Nonostante tutto, i carri L3 tornarono in azione il 26 novembre, con 14 mezzi (tutti quelli efficienti), ebbero un grosso successo (conquistarono un caposaldo con una manovra aggirante, respinsero un contrattacco, oltretutto parte dei prigionieri venne uccisa dal tiro delle stesse artiglierie inglesi..), ma ben 10 carri vennero colpiti e di questi 4 fuori uso e un altro disperso. Il 29 i carri tentarono un altro attacco per occupare un ulteriore caposaldo, ma rimasti senza appoggio della fanteria, su 12 mezzi che erano, ben 3 rimasero dispersi e 7 vennero colpiti, ovvero 10 su 12, da parte del tiro controcarri nemico. Stavolta non andò bene come il 26, e ben pochi mezzi rimasero efficienti dopo quest'azione (con altri 5 tra morti, dispersi e feriti). Avessero avuto i britannici, cannoni più efficaci dei 40 mm, avrebbero causato senz'altro perdite maggiori, ma resta il fatto che colpirono 10 veicoli su 12. I carri L3 non andavano sottovalutati: con due mitragliatrici, bassi, veloci e sfuggenti, se attaccavano in buon numero ad alta velocità, sferragliando e mitragliando tutto quel che potevano, erano capaci di far vedere i sorci verdi alla fanteria sorpresa allo scoperto. Ma con quell'armamento non potevano sperare di battere i carri nemici e nemmeno le blindo più moderne.
I semoventi erano decisamente più grossi e lenti degli L3, inoltre i pezzi da 57 mm erano più che sufficienti per distruggerli.
Se i carri L potevano essere visti -e distrutti- da 600 metri di distanza, è facile che i semoventi da 75 fossero visibili da almeno 1 km. Poi certo, magari stavano fermi, con corazze aggiuntive di fortuna, possibilmente riparati. Però erano visibili, eccome se lo erano. E i cannonieri nemici potevano beccarli. Se volete fare una prova, portate in pianura un SUV e vedete se, allo scoperto, è facile o meno da vedere... Infine, va detto che i tipi di munizioni più recenti da 40 mm erano probabilmente validi anche contro i semoventi. Per cui cosa aggiungere? Cosa impediva di colpire i semoventi? The Fog of War?
Una possibilità, a mio avviso, è quella che si vede qua sopra: la massa di carri armati M che sferragliava correndo verso il nemico, mentre i semoventi restavano indietro e sparavano da distanza. Non una 'grande distanza', ma abbastanza per renderli meno visibili mentre i carri nemici erano impegnati a distruggere gli inermi carri italiani. Ma se fossero stati anch'essi gettati all'assalto, usati come carri armati (verso la fine della guerra si introdussero battaglioni carri con una compagnia di semoventi; alla fine, con l'Ariete II, addirittura si passò a un battaglione con due compagnie semoventi e una sola compagnia M15!), allora avrebbero perso questa loro 'alterità' rispetto alla prima linea. A quel punto i puntatori nemici non avrebbero avuto più nessuna scusa...
Criticità nel semovente M40/42:
Nonostante sia un mezzo temiibile e molto lodato dalla storiografia, non ci si deve esimere dall'esaminare i punti deboli dell'Italian 'Semovente'. Che c'erano, e non erano nemmeno pochi:
1- il cannone non ha un otturatore semi-automatico per cui la cadenza di tiro è ridotta rispetto ad un 'vero' cannone per carri o controcarri
2- il capocarro non può sparare direttamente ma deve dare il via al caricatore (non è chiaro chi dei due carichi materialmente il pezzo, forse il capocarro? la relazione del 1 aprile 1942 parlava di capo-pezzo puntatore che doveva dare l'ordine al tiratore -che sarebbe quindi anche il caricatore)
3- lo spazio è presumibilmente ridotto (altro problema per la cadenza di tiro)
4- non c'é un addetto al caricamento, ma solo capocarro e cannoniere/radiofonista.
5- il mezzo preferibilmente deve sparare con i portelli superiori aperti (perché non ha un sistema scacciafumo, almeno nei primi M40 era così).
6- il telescopio di puntamento è fragile e non è usualmente portato innestato sul supporto del mezzo quando questo è in veloce movimento fuoristrada, così per sparare bisogna A- fermarsi (è pressoché tassativo); B- aprire i portelli C- installare il telescopio di puntamento.
Per tutti questi motivi il semovente ha una cadenza di fuoco ridotta.
A questo aggiungiamo la quantità ridotta di colpi (anche se in guerra possono essere aumentati notevolmente, maalmeno nominalmente sono 44-45), e la dispersione di tiro considerevole alle medie distanze, tanto che il tiro C/C in addestramento era fatto su raggi di 500-700 metri, francamente non molto per il 1943.
Inoltre, non avendo una mitragliatrice coassiale, non è possibile un tiro di aggiustamento efficace prima di sparare.
Quanto alle munizioni, le uniche con buone capacità C/C sono le EP ed EPS, ma entrambe hanno difficoltà a penetrare in maniera affidabile, a lungo raggio, corazze di un certo spessore: le EP perché sono progressivamente meno efficaci e le EPS perché sono progressivamente meno precise, essendo tirate a velocità assai limitate. Sulle AP ed HE c'é poco da far affidamento. Quindi anche un mezzo come il Cromwell, con i suoi 64-76, talvolta 101 mm frontali, era un cliente tutt'altro che semplice: a differenza dei primi cruiser o dei carri per fanteria, aveva sia una corazza spessa che multistrato (anche se in seguito è diventato provvisto di una corazza monostrato ma spessa).
Come questo casotto cingolato abbia potuto imporsi in molte occasioni distruggendo numerosi Grant, Sherman o Crusader, è qualcosa che non mi so realmente spiegare, perché a parte la bassa sagoma, per tutto il resto è inferiore a loro. Forse saranno state le tattiche, forse il personale ben addestrato, forse la capacità di cooperare assieme ai carri (che nel frattempo erano costretti ad avvicinarsi i l più possibile per sparare e quindi erano generalmente in prima linea, mentre i semoventi stavano dietro a loro e prendevano la mira con calma).
Bisognerebbe esserci, nella 'fog of war', ma a parte questo, tecnicamente non c'é una ragione specifica per dare la superiorità all'M40. Era più pesante dell'M13, senza brandeggio della torretta, con meno munizioni e meno precise alle medie e lunghe distanze, e con solo 3 uomini anziché 4, senza nient'altro che una singola mitragliatrice sul tetto per la difesa, e persino con la necessità di aprire i portelli per sparare, cosa che certo non aiutava se in giro c'erano i mortai o l'aviazione. La velocità e i sistemi radio (almeno quelli iniziali) non erano molto riusciti.
Contro i semoventi, meno rari, ma più potenti, era più difficile vincere: l'M42 con il pezzo da 75/34 o l'M43 con il pezzo da 75/34, 75/46 o 105/25 mm, o l'M41 con quello da 90/53, erano tutti potenti e pericolosi. Anche se permanevano dei limiti nella loro modalità di azione, come la cadenza di tiro e ovviamente, la mancanza di torretta (il cannone poteva brandeggiare poco più di 30°), erano capaci di far danni al Cromwell. Tuttavia, il Cromwell aveva dalla sua una velocità molto maggiore e la possibilità di disimpegnarsi molto rapidamente se in pericolo. Inoltre, in attacco la sua velocità e piccole dimensioni tornavano comode se c'era da serrare le distanze.
Ad ogni modo, il Cromwell avrebbe dovuto stringere il raggio di tiro solo contro gli ultimi semoventi con il 75/46. Solo che questi erano circa 10, dunque davvero non molti, non tali da cambiare le cose.
Il fatto che i Cromwell avrebbero potuto restare i padroni del campo di battaglia gli avrebbe consentito, il più delle volte, di prendere il controllo di tutto, recuperando i propri mezzi KO e catturando quelli nemici.
Va anche detto che il Cromwell, nella sua struttura interna, aveva una paratia tra posto di guida e quello di combattimento, per cui se veniva perforato nello scafo anteriore non significava automaticamente che tutto il carro era messo KO, poteva per esempio ancora continuare a sparare anche se immobilizzato.
Ma il semovente era tanto meglio del carro M?
Anche questa è una bella domanda. E' vero che aveva un cannone di calibro maggiore, ma con la canna più corta. Avesse avuto almeno un pezzo da 75/27 Mod 06 o 11, sarebbe stato già diverso. Ma una granata con poco più della velocità del suono è davvero pochino. Al dunque, il carro M è avvantaggiato per diverse ragioni tecniche:
1- è dotato di un armamento più rapido sia nel tiro (15-20 rpm? vs circa 6-10 max),
2- sia nella traiettoria (mach 2 anziché 1+);
3- il semovente ha una sagoma più ridotta in altezza, ma il carro M è capace di sparare a scafo sotto esponendo solo la torretta e quindi dimostrandosi un bersaglio ancora più piccolo e dalla forma molto più sfuggente.
4- La torretta di per sé è il vantaggio principale, specie in una battaglia in campo aperto, e quasi altrettanto corazzata della struttura del semovente, però meglio inclinata.
5- il carro M ha circa 87-111 colpi contro 44 ed è probabilmente capace di spararli prima, e certo con maggiore precisione, di quanto non possa fare il semovente con il suo pezzo da 75.
7- l'equipaggio è di 4 persone e non 3, cosa che può tornare molto utile, per esempio per la sorveglianza e la manutenzione;
8- vi sono ben 4 (spesso solo 3) mitragliatrici, di cui una coassiale su di un totale di ben 3 azionabili dall'interno del carro, contro una sola arma, e nessuna azionabile da dentro il carro (tanto meno per prendere la mira). Per la difesa ravvicinata non c'era di meglio da chiedere all'epoca.
9- quanto alla potenza di fuoco, a parte il maggior numero di colpi e la migliore cadenza e precisione, osservo che le granate EP erano date (mooolto ottimisticamente) come aventi una capacità perforante paragonabile (ovviamente a breve raggio) a quella delle armi da 75/18 analoghe; anche in termini di perforanti erano pressoché uguali. E questo con il vantaggio della maggiore cadenza di tiro e precisione, sebbene lo svantaggio fosse dato dalla minore distruttività effettiva per ciascun colpo.
A vederla così, in altri termini, modificare lo scafo del carro M perdendo un'arma ad alta velocità e una torretta, per guadagnare un cannoncino corto con una casamatta limitatamente protetta, non è poi 'sta grande rivoluzione. Avesse avuto il cannone Mod 37 sarebbe stato diverso. Del resto le sorprese non finiscono mai: nel mondo reale, per quanto strano, effettivamente il semovente è stato valutato unanimemente migliore del carro M e quanto al pezzo da 47, incredibile ma vero ma non solo il 75/18, ma addirittura il 65/17 è stato giudicato un'arma di capacità superiori, malgrado una velocità più da 'lancia-granate' che da cannone. Per cui cosa volete che vi dica? Strano, sì. Decisamente.
La cosa è ancora più accentuata se si pensa che i semoventi italiani sono stati costruiti in buon numero, ma impiegati solo in piccola parte in Africa, e mai nelle loro versioni più potenti. In altre parole, i carri M mandati in Africa sono stati circa 1.000+, ma i semoventi saranno stati forse 100 o giù di lì. Per giunta tutti col cannone di calibro più piccolo e più corto. Cosa avrebbero potuto fare se fossero stati più numerosi e per giunta, con i cannoni più grossi e potenti? Certo molto di più di quel che fecero, anche se vale la pena ricordare come i tedeschi non hanno praticamente inviato in Africa i loro StuG.
La difficoltà nel valutare i semoventi italiani aumenta a dismisura, quindi, se si pensa che essi non ebbero che limitato uso in battaglie importanti, e che in mano italiana, ironia della sorte, combatterono sopratutto per la difesa di Roma dagli stessi tedeschi, ottenendo tra l'altro risultati piuttosto modesti e discontinui (i semoventi da 105 vennero fermati dai Pak tedeschi, per esempio). L'unica cosa che si può dire è che fossero più potenti sia come qualità che come capacità dei pochi esemplari inviati in Africa, dove causarono sicuramente al nemico molte più perdite di quel che ebbero (magari facendosi scudo dei poveri carri M mandati 'alla carica'). Ma anche i Cromwell e i Comet erano più potenti dei Crusader e anche degli Sherman. Quindi non è facile dire che risultato darebbero davvero e la domanda sulla reale efficacia di questi veicoli deve quindi considerarsi largamente irrisolta. Anche la loro capacità di 'battere gli Sherman' è ambigua, visto che la blindatura frontale di questi avrebbe dovuto metterli al riparo dal tiro dei 75 mm, ma va detto che al di là dell'arco frontale (60°) lo Sherman era tutt'altro che imperforabile.
Immagino che l'addestramento e la capacità di combattimento siano fondamentali, comunque sia. Del resto, i carri britannici causarono agli italiani molti più danni quando erano pochi e preistorici, ovvero nell'Operazione Compass, di quanto non riuscirono a fare poi nelle battaglie successive con mezzi più numerosi e potenti.
Quello che non capisco del semovente da 75/18, essenzialmente, sono tre cose: 1) come mai riusciva a colpire con precisione i carri nemici pur avendo un pezzo a bassa velocità iniziale
2) come potesse distruggerli e
3) sopratutto, come mai questi ultimi glielo lasciassero fare senza ricambiarlo, visto che le sue corazze, benché fatte apposta per resistere ai colpi da 40 mm, non erano certo formidabili, anzi...
Cerco di rispondere alla prima delle questioni:
Anzitutto: il semovente era certo utilizzato, quanto meno fino al '42, da personale particolarmente preparato. Del resto era nell'artiglieria, non nei carristi, per cui la cosa che sapevano fare bene, era sopratutto sparare più ancora che combattere. Peraltro molti di loro venivano dai carri armati, per cui non so se questo facesse davvero tanta differenza. Certo è che, per chi era passato dai carri M ai semoventi, la differenza era positiva (nonostante la scarsa capacità di brandeggio del pezzo e la modesta balistica) e netta. Quanto alla precisione balistica, il pezzo da 75/18 italiano, nonostante fosse più corto di quello tedesco montato sui Panzer IV iniziali (nonché su StuG III, Panzer III e qualche altro tipo) era in realtà leggermente più potente, probabilmente perché concepito fin dall'inizio come vera arma d'artiglieria divisionale, ancorché buona solo per le distanze medio-corte. Di sicuro era un'arma balisticamente buona, ma la sua stessa bassa velocità iniziale gli rendeva pressoché impossibile mitare con la dovuta precisione su distanze sufficientemente ampie. In altre parole, le distanze di tiro ottimali erano probabilmente sui 500-700 metri. Dopo di che, il tiro diventava sempre più erratico e a 1.000 metri il cannone era già ai limiti d'impiego massimi, il che significa che la dispersione aveva assunto valori tali, contro un mezzo corazzato, da rendere difficile (specie se con vento laterale) colpirlo in maniera affidabile.
1) Quanto alla 'precisione', il pezzo divisionale da 75/18 fu senz'altro buono, anche se non certo a lungo raggio (in genere, il tiro diretto veniva fatto, al peggio, a circa 1.000 metri, ma spesso a solo la metà di questa distanza); al proposito, io vorrei mettere in chiaro questo: stando alla documentazione sopravvissuta, la Littorio ad El Alamein sparò, con un solo gruppo (8 armi?) dei suoi obici, qualcosa come 421 colpi mettendo fuori combattimento 'almeno una ventina di Grant e Sherman' e diversi Valentine e Crusader. Presumo che i colpi in questione fossero quelli EP. I rapporti sono tanti: dicono che uno dei gruppi, il 25, con una sola batteria, 'distrugge o danneggia 12 carri e 19 mezzi inglesi'; il 26 'vengono distrutti con le EP 5 carri, 11 mezzi e 3 pezzi c.c.''; il 27 tocca ad altri circa 10 carri e circa 20 mezzi; altre 'gravi perdite' vengono inflitte il 28 (un pezzo da 75 ha eliminato 4 piccole e veloci cingolette, con appena... 4 colpi!), 29, 31 ottobre. Il 2 novembre un singolo pezzo della 1a batteria distrugge 4 carri inglesi, alle 12 di quel giorno un altro distrugge ben 6 carri (!!!), mentre il 27 ottobre, l'altro gruppo della Littorio distrugge 8 Sherman della XXIV brigata inglese. Sarà, ma alla fine alla Littorio vengono attribuiti circa 70 carri nemici distrutti, mentre all'Ariete solo 40. EPPURE, stando alla sola conta dei semoventi, avremmo già circa 45 carri. Altri circa 15 carri vennero distrutti il 2 novembre dalle artiglierie da 88 e 100 mm, e una decina dai cannoni da 75... Sarà vero? Già con questi episodi, sicuramente solo parziali, arriviamo già alla somma di 70 carri distrutti dai mezzi italiani... e i carri M? Quel che è vero, però, è che il 2 novembre la Littorio viene praticamente annientata dalla 1st AD inglese.
E non è certo solo questo: i carri e i cannoni dell'Ariete, in circa due mesi, spararono qualcosa come 20.000 colpi tra perforanti ed EP. Anche se vi furono ovviamente casi particolarmente buoni di tiro, è chiaro che con una tale massa di proiettili si sarebbe potuto eliminare l'intero british army! La Littorio, invece, aveva sparato, nei soli 12 giorni di El Alamein, una massa di circa 39.000 colpi, dei quali ben 1.219 erano perforanti e addirittura 1.640 del tipo EP. Non so come abbiano fatto tali conti, visto il numero di morti e prigionieri e le distruzioni di mezzi e rapporti, però è un fatto che questi numeri esistano e ci dicono che oltre 2.800 colpi vennero tirati, del tipo controcarri, dalla sola Littorio. Se fossero andati a segno con esiti letali, anche solo nel 33-50% dei casi, avrebbero eliminato tutti i carri inglesi; invece ne tolsero di mezzo solo circa 70. Si tratta di ben 40 colpi per 'kill', e anche se aggiungiamo blindo e cingolette varie non è che cambi drammaticamente la situazione, anche perché non è affatto detto che contro tali mezzi, a meno di non sparare con i cannoni da 20 mm, fosse necessario o vantaggioso tirare con i colpi controcarri. Quindi, al netto di tutto, avremmo qualcosa come circa il 2,5% dei colpi 'mortali' contro i carri armati nemici, gli altri o hanno mancato il bersaglio oppure hanno colpito ma senza esito. I soli EP sono circa 23 volte il numero complessivo di mezzi corazzati eliminati, vale a dire che hanno un'efficacia di circa il 4%, mentre il restante 96% non ha avuto successo.
2) quanto alla distruttività, i dati sono presenti più sotto; ma per quel che riguarda la relazione del XX corpo d'armata, dopo la battaglia, ed essi sono chiari nel notare che: 1- i carri M erano superati e in particolar modo, i proiettili, anche se EP, non riuscivano nella quasi totalità dei casi a danneggiare i carri nemici. 2- i proiettili EP da 75 e da 100 mm hanno invece ottenuto risultati definiti 'buoni' 3- il cannone da 88 mm è stato definito invece 'particolarmente efficace' per via dell'alta velocità iniziale. Quindi diciamo, che questo è il podio della situazione, dove il vincitore è il pezzo da 88 e non il fantasmagorico pezzo con proiettile EP. Quanto a quest'ultimo, un'altra relazione diceva che gli equipaggi 'sapevano' che il proiettile EP da 47, anche se di effetto considerevole, era comunque 'già in decadenza e dipendente dalla distanza di tiro utile, di tale esiguità 'da frustrare il pregio della granata'.
Ma ora chiediamoci sopratutto: che diavolo era il proiettile 'E.P.'? EP sta per Effetto Pronto, un nome che sembra più di una lacca per capelli che di un efficace munizionamento controcarri! Che vuol dire, di preciso? Come è fatto questo proiettile?
Spesso è considerato come una sorta di proiettile primitivo a carica cava. Però la spoletta è posteriore, come quella dei proiettili perforanti o a schiacciamento HESH. Ed è proprio quest'ultimo che somiglia di più all''Effetto Pronto'. Infatti le relazioni lo accomunano alle cariche cave, e al funzionamento del fantomatico 'effetto Neumann', ma parlano dell'efficacia basandosi sul distacco 'di un menisco' nella corazza interna. Proprio come nell'HESH, dove un discoide si stacca e si frantuma a circa 200 m/sec dalla piastra interna.
Questo produce la stranissima conseguenza che da un lato il munizionamento è esplosivo... e dall'altra è dipendente dalla distanza, come se fosse un perforante! Questo perché più va veloce e più riesce a schiacciarsi bene prima di perforare. Questo spiega la sua dipendenza dalla distanza d'ingaggio, come se fosse un proiettile perforante. Almeno un vantaggio ce l'aveva: era utilizzabile anche contro bersagli generici, ma in tutta onestà è difficile vedere questa munizione, dalle origini assai oscure (ma diffusa alla fine del 1941 alle unità del fronte) come una 'botta di cul.... err dello 'stellone' italico.
Un fatto notevole, però, è che questa munizione è neutralizzabile con facilità da corazze multistrato. Infatti, nonostante l'efficacia declamata (tipo 112 mm a 100 m, 45 mm a 1000 m, ancora 25 mm a 2000 m), il discoide o 'menisco' è neutralizzabile da una corazza interna anti-schegge o semplicemente, di supporto al mezzo stesso. I carri inglesi, spesso, avevano una struttura base di acciaio ad alta elasticità, su cui era imbullonato quello balistico. Non era una struttura della massima efficienza in termini di resistenza alla penetrazione, però era facile da costruire, aggiornare e riparare. E sopratutto, se la piastra balistica veniva 'smeniscata', il discoide finiva contro l'acciaio della struttura interna. Non so quanto esso fosse a contatto di quello esterno, quanto fosse ampia eventualmente la fessura (ma immagino almeno alcuni mm, se non qualche cm), ma questo è già usualmente sufficiente per impedire che la forza di pressione non si trasmetta. Dal canto suo questa struttura diventa sufficiente per eliminare il discoide: qui non parliamo di qualche mm d'acciaio, parliamo di mezzo pollicie, 12,7 mm, che sarebbe sufficiente per fermare una fucilata a velocità trisonica, figurarsi un ben più pesante, ma piatto e lentissimo, discoide. Nell'Africa Settentrionale questa questione non era molto chiara perché gli unici carri ad avere corazze di questo tipo erano i Crusader, che erano decisamente poco protetti anche se con una struttura ingegnosamente elaborata. Però i primi Cromwell, per dirne uno, erano decisamente più robusti e potevano probabilmente fermare la EP senza danni particolari grazie alla struttura multistrato.
Anche gli italiani realizzarono che la EPS fosse migliore della EP e questo è un fatto, essendo più costante nella capacità di penetrazione e meno incline all'effetto delle piastre stratificate. Ma nulla batteva le munizioni perforanti ad alta velocità, possibilmente a pieno calibro anche se, in pratica, non fu possibile durante il conflitto assicurare la penetrazione con questi proiettili delle corazze sempre più spesse che apparvero nella seconda metà della guerra.
3- infine la sopravvivenza. Certo che i semoventi erano decisamente meno suscettibili di finire arrosto rispetto ai carri M. Basti vedere queste statistiche.
La Littorio era stata impegnata fin dall'inizio delle operazioni, con una forza originaria di 116 carri M di tre battaglioni, un gruppo da 75, uno da 100 (12+8 cannoni in totale) e sopratutto, 18 semoventi.
Impegnata duramente in azioni continue, il 23 ottobre perse 1 carro e 5 artiglierie; il 24 perse 7 carri; il 25 perse 5 carri, 1 semovente e 2 cannoni; il 26 perse 40 carri e 3 semoventi oltre a 2 cannoni; il 27 perse altri 16 carri e 2 semoventi, più 5 pezzi da 88; il 28 altri 14 carri e un '88'. Nonostante questi danni, al 1o novembre, schierava ancora, tra carri superstiti, rinforzi e mezzi riparati, 30 carri, 15 semoventi, 9 cannoni (tra cui più nessuno dei 10 '88' iniziali, che erano fin dall'inizio il bersaglio n.1 dei nemici). Notare come i semoventi erano calati di appena 1/6 (perdita netta: 3, su 6 KO totali); mentre i carri erano scesi da 116 a circa 30 (perdita netta: 86! ovvero circa i 3/4, con un totale valutato nei vari giorni, pari a 83 mezzi, che curiosamente, non sono nemmeno sufficienti per spiegare le perdite subite), praticamente tutti del XI btg. Tra gli altri carri, il IV btg, durante una battaglia (forse il 26 ottobre?) perse 39 carri su 41 in poche ore.
Quando l'Ariete combatté ad El Alamein, essa aveva 120 carri M e 15 semoventi da 75 (al 23 ottobre 1942). La sua giornata 'di gloriosa disfatta' avvenne in pratica soltanto il 4 novembre, quando aveva 107 carri e 12 semoventi. Dopo questa prima battaglia avvenuta per coprire la ritirata dell'Asse, si ritrovò con appena 31 carri e sette semoventi (il che significa che le perdite erano state di 66 carri ovvero circa il 60% e 5 semoventi, ovvero circa il 40%). Altri 20 carri e sei semoventi si unirono alla battaglia, rimasti in riserva nelle retrovie. Così, alle 5 del mattino del giorno dopo affrontarono, con 51 carri e 13 semoventi, la 10a AD inglese vicino Galal. Altri 29 carri M vennero però distrutti o catturati e quindi di fatto terminò l'attività dell'Ariete.
Quanto ai semoventi: al tardo 1942, Ariete e Littorio avevano rispettivamente circa 33 semoventi e altri 8 in riparazione. In riserva, non è chiaro come e dove, erano disponibili altri 8 semoventi. Quindi in tutto, senza ovviamente considerare i semoventi presumibilmente persi durante i mesi di guerra, ci sarebbero stati ben 49 semoventi complessivi, nonché probabilmente almeno 17 carri comando. Se si considera che i primi semoventi, gli M40, vennero prodotti in 60 esemplari complessivi, c'é poco da scialare. A questi si aggiungeranno poi almeno 33 semoventi della divisione Centauro, tra i 160 corazzati mandati in Tunisia fino al febbraio 1943 (più 340 tedeschi tra cui 19 Tiger). Non è chiaro se altri mezzi vennero poi spediti in Africa, visto che almeno fino ad aprile continuarono i viaggi di rifornimento anche via mare. Però già così facciamo almeno 82 semoventi, per cui è certa la presenza anche degli M41.
Aggiungiamo anche che i carri erano 120 M13/14 per l'Ariete; 27 per la Trieste; 116 per la Littorio; altri 83 carri in riparazione. Il totale era dunque di circa 263+83 = 346 carri.
Tra i carri leggeri, vale la pena di ricordare i 14 L6 per la sola Littorio; nel gruppo Lodi c'erano 44 mezzi, ma ben 41 erano in riparazione! Questo spiega come mai gli L6 non abbiano fatto propriamente fatto parlare di sé ad El Alamein, eppure in teoria c'erano ben 58 veicoli, che non sono certo pochi visto che la produzione totale è di circa 300 esemplari e certo altri erano giunti fino ad allora, e molti altri sarebbero giunti dopo (per non parlare di un buon numero, sulla cinquantina, mandati in Russia); quanto alle blindo, esse erano già ben 63, presumibilmente del tipo AB-41. I dati sono al 15 settembre 1942.
Se torniamo indietro nel tempo, vediamo che nel 1940-41 vennero persi il I e II btg con 36 (o 35, o 37?) M11 ciascuno; i btg III e V, con 37 M13 ciascuno; il VI con ben 47 M13; e infine il XXI, con altri 36 M13.
I semoventi erano 'terribili pulci che non perdonano', ma non si può seriamente pensare che essi fossero così difficili da vedere e da contrastare, specialmente considerando le distese pianeggianti senza ripari e le corte distanze di tiro. Strano davvero no?
Che la protezione dei semoventi fosse migliore è vero, ma bisogna dire che rispetto ai carri M non erano poi così superiori. La loro blindatura era comunque sia debole, e per evitare guai dovevano fare azioni rapide, fermarsi, tirare e poi muoversi. Ad ogni modo, è veramente incredibile come il semovente, pur riconosciuto migliore del carro M, pur essendo un mezzo tutt'altro che esoterico, limitandosi ad una sovrastruttura su scafo M, ospitante un pezzo divisionale da 75 mm corto, non sia stato costruito in maniera consistente. E dire che era, oltre che migliore come blindatura e armamento, anche più leggero e maneggevole del carro, era PIU' economico, e PIU' rapido da costruire. Ebbene, nel 1941, a fronte di oltre 800 carri M, solo 60 semoventi vennero costruiti! Per tacere degli inutili carri comando, armati solo con una 13,2 mm, mentre avrebbero probabilmente potuto avere anch'essi un cannone. Ma questo, come s'é visto sopra, era il minore dei mali.
Ma era davvero difficile vedere un semovente? A mio avviso non era poi così necessario il telescopio Hubble per vedere uno di questi cingolati. Il caso più importante è quello dovuto ai carri L3. Questi erano a loro volta nient'altro che 'mitragliatrici(binate) semoventi', non tanto diverse, proporzioni a parte, dai 'cannoni d'assalto'. Ebbene, anche gli L3 erano visibili e vulnerabili. Bisogna tenere presente che la loro altezza era di circa 130 centimetri contro circa 185 dei semoventi; erano anche nettamente più corti (meno di 4 metri) e più stretti. Inoltre erano veloci, fino a circa 40 km/h.
Eppure, nemmeno questo bastava. Per esempio, il 23 novembre 1941, durante l'Operazione Crusader, il btg della divisione Trento ebbe l'ardire di contrastare una formazione di fanteria che stava avvicinandosi ad una linea d'artiglierie pesanti, e che era appoggiata da ben 20 carri cruiser e da fanteria (Valentine? Matilda? Crusader? In ogni caso con il pezzo da 2 lb). Il battaglione aprì il fuoco da 600 metri e si avvicinò mitragliettando tutto quel che poteva; i fanti si ripararono dietro i carri mentre i 29 carri italiani scendevano di distanza fino a 200 metri, per poi ritirarsi. Di 29 mezzi partecipanti, 4 non rientrarono mentre 16 risultarono colpiti (non è chiaro se include anche i 4 colpiti e messi KO). Alcuni vennero addirittura rimorchiati da altri carri L. Significa che i carri inglesi con i pezzi da 40 mm colpirono in media un carro italiano, mentre i carristi persero 13 tra morti e feriti. Avessero avuto cannoni più potenti di quelli da 40 mm, le perdite sarebbero state anche maggiori. Però resta il fatto che persino carri così piccoli, su distanze variabili tra 600 e non meno di 200 metri, fu ancora possibile colpirli quasi tutti.
Nonostante tutto, i carri L3 tornarono in azione il 26 novembre, con 14 mezzi (tutti quelli efficienti), ebbero un grosso successo (conquistarono un caposaldo con una manovra aggirante, respinsero un contrattacco, oltretutto parte dei prigionieri venne uccisa dal tiro delle stesse artiglierie inglesi..), ma ben 10 carri vennero colpiti e di questi 4 fuori uso e un altro disperso. Il 29 i carri tentarono un altro attacco per occupare un ulteriore caposaldo, ma rimasti senza appoggio della fanteria, su 12 mezzi che erano, ben 3 rimasero dispersi e 7 vennero colpiti, ovvero 10 su 12, da parte del tiro controcarri nemico. Stavolta non andò bene come il 26, e ben pochi mezzi rimasero efficienti dopo quest'azione (con altri 5 tra morti, dispersi e feriti). Avessero avuto i britannici, cannoni più efficaci dei 40 mm, avrebbero causato senz'altro perdite maggiori, ma resta il fatto che colpirono 10 veicoli su 12. I carri L3 non andavano sottovalutati: con due mitragliatrici, bassi, veloci e sfuggenti, se attaccavano in buon numero ad alta velocità, sferragliando e mitragliando tutto quel che potevano, erano capaci di far vedere i sorci verdi alla fanteria sorpresa allo scoperto. Ma con quell'armamento non potevano sperare di battere i carri nemici e nemmeno le blindo più moderne.
I semoventi erano decisamente più grossi e lenti degli L3, inoltre i pezzi da 57 mm erano più che sufficienti per distruggerli.
Se i carri L potevano essere visti -e distrutti- da 600 metri di distanza, è facile che i semoventi da 75 fossero visibili da almeno 1 km. Poi certo, magari stavano fermi, con corazze aggiuntive di fortuna, possibilmente riparati. Però erano visibili, eccome se lo erano. E i cannonieri nemici potevano beccarli. Se volete fare una prova, portate in pianura un SUV e vedete se, allo scoperto, è facile o meno da vedere... Infine, va detto che i tipi di munizioni più recenti da 40 mm erano probabilmente validi anche contro i semoventi. Per cui cosa aggiungere? Cosa impediva di colpire i semoventi? The Fog of War?
Una possibilità, a mio avviso, è quella che si vede qua sopra: la massa di carri armati M che sferragliava correndo verso il nemico, mentre i semoventi restavano indietro e sparavano da distanza. Non una 'grande distanza', ma abbastanza per renderli meno visibili mentre i carri nemici erano impegnati a distruggere gli inermi carri italiani. Ma se fossero stati anch'essi gettati all'assalto, usati come carri armati (verso la fine della guerra si introdussero battaglioni carri con una compagnia di semoventi; alla fine, con l'Ariete II, addirittura si passò a un battaglione con due compagnie semoventi e una sola compagnia M15!), allora avrebbero perso questa loro 'alterità' rispetto alla prima linea. A quel punto i puntatori nemici non avrebbero avuto più nessuna scusa...
Criticità nel semovente M40/42:
Nonostante sia un mezzo temiibile e molto lodato dalla storiografia, non ci si deve esimere dall'esaminare i punti deboli dell'Italian 'Semovente'. Che c'erano, e non erano nemmeno pochi:
1- il cannone non ha un otturatore semi-automatico per cui la cadenza di tiro è ridotta rispetto ad un 'vero' cannone per carri o controcarri
2- il capocarro non può sparare direttamente ma deve dare il via al caricatore (non è chiaro chi dei due carichi materialmente il pezzo, forse il capocarro? la relazione del 1 aprile 1942 parlava di capo-pezzo puntatore che doveva dare l'ordine al tiratore -che sarebbe quindi anche il caricatore)
3- lo spazio è presumibilmente ridotto (altro problema per la cadenza di tiro)
4- non c'é un addetto al caricamento, ma solo capocarro e cannoniere/radiofonista.
5- il mezzo preferibilmente deve sparare con i portelli superiori aperti (perché non ha un sistema scacciafumo, almeno nei primi M40 era così).
6- il telescopio di puntamento è fragile e non è usualmente portato innestato sul supporto del mezzo quando questo è in veloce movimento fuoristrada, così per sparare bisogna A- fermarsi (è pressoché tassativo); B- aprire i portelli C- installare il telescopio di puntamento.
Per tutti questi motivi il semovente ha una cadenza di fuoco ridotta.
A questo aggiungiamo la quantità ridotta di colpi (anche se in guerra possono essere aumentati notevolmente, maalmeno nominalmente sono 44-45), e la dispersione di tiro considerevole alle medie distanze, tanto che il tiro C/C in addestramento era fatto su raggi di 500-700 metri, francamente non molto per il 1943.
Inoltre, non avendo una mitragliatrice coassiale, non è possibile un tiro di aggiustamento efficace prima di sparare.
Quanto alle munizioni, le uniche con buone capacità C/C sono le EP ed EPS, ma entrambe hanno difficoltà a penetrare in maniera affidabile, a lungo raggio, corazze di un certo spessore: le EP perché sono progressivamente meno efficaci e le EPS perché sono progressivamente meno precise, essendo tirate a velocità assai limitate. Sulle AP ed HE c'é poco da far affidamento. Quindi anche un mezzo come il Cromwell, con i suoi 64-76, talvolta 101 mm frontali, era un cliente tutt'altro che semplice: a differenza dei primi cruiser o dei carri per fanteria, aveva sia una corazza spessa che multistrato (anche se in seguito è diventato provvisto di una corazza monostrato ma spessa).
Come questo casotto cingolato abbia potuto imporsi in molte occasioni distruggendo numerosi Grant, Sherman o Crusader, è qualcosa che non mi so realmente spiegare, perché a parte la bassa sagoma, per tutto il resto è inferiore a loro. Forse saranno state le tattiche, forse il personale ben addestrato, forse la capacità di cooperare assieme ai carri (che nel frattempo erano costretti ad avvicinarsi i l più possibile per sparare e quindi erano generalmente in prima linea, mentre i semoventi stavano dietro a loro e prendevano la mira con calma).
Bisognerebbe esserci, nella 'fog of war', ma a parte questo, tecnicamente non c'é una ragione specifica per dare la superiorità all'M40. Era più pesante dell'M13, senza brandeggio della torretta, con meno munizioni e meno precise alle medie e lunghe distanze, e con solo 3 uomini anziché 4, senza nient'altro che una singola mitragliatrice sul tetto per la difesa, e persino con la necessità di aprire i portelli per sparare, cosa che certo non aiutava se in giro c'erano i mortai o l'aviazione. La velocità e i sistemi radio (almeno quelli iniziali) non erano molto riusciti.
Contro i semoventi, meno rari, ma più potenti, era più difficile vincere: l'M42 con il pezzo da 75/34 o l'M43 con il pezzo da 75/34, 75/46 o 105/25 mm, o l'M41 con quello da 90/53, erano tutti potenti e pericolosi. Anche se permanevano dei limiti nella loro modalità di azione, come la cadenza di tiro e ovviamente, la mancanza di torretta (il cannone poteva brandeggiare poco più di 30°), erano capaci di far danni al Cromwell. Tuttavia, il Cromwell aveva dalla sua una velocità molto maggiore e la possibilità di disimpegnarsi molto rapidamente se in pericolo. Inoltre, in attacco la sua velocità e piccole dimensioni tornavano comode se c'era da serrare le distanze.
Ad ogni modo, il Cromwell avrebbe dovuto stringere il raggio di tiro solo contro gli ultimi semoventi con il 75/46. Solo che questi erano circa 10, dunque davvero non molti, non tali da cambiare le cose.
Il fatto che i Cromwell avrebbero potuto restare i padroni del campo di battaglia gli avrebbe consentito, il più delle volte, di prendere il controllo di tutto, recuperando i propri mezzi KO e catturando quelli nemici.
Va anche detto che il Cromwell, nella sua struttura interna, aveva una paratia tra posto di guida e quello di combattimento, per cui se veniva perforato nello scafo anteriore non significava automaticamente che tutto il carro era messo KO, poteva per esempio ancora continuare a sparare anche se immobilizzato.
Ma il semovente era tanto meglio del carro M?
Anche questa è una bella domanda. E' vero che aveva un cannone di calibro maggiore, ma con la canna più corta. Avesse avuto almeno un pezzo da 75/27 Mod 06 o 11, sarebbe stato già diverso. Ma una granata con poco più della velocità del suono è davvero pochino. Al dunque, il carro M è avvantaggiato per diverse ragioni tecniche:
1- è dotato di un armamento più rapido sia nel tiro (15-20 rpm? vs circa 6-10 max),
2- sia nella traiettoria (mach 2 anziché 1+);
3- il semovente ha una sagoma più ridotta in altezza, ma il carro M è capace di sparare a scafo sotto esponendo solo la torretta e quindi dimostrandosi un bersaglio ancora più piccolo e dalla forma molto più sfuggente.
4- La torretta di per sé è il vantaggio principale, specie in una battaglia in campo aperto, e quasi altrettanto corazzata della struttura del semovente, però meglio inclinata.
5- il carro M ha circa 87-111 colpi contro 44 ed è probabilmente capace di spararli prima, e certo con maggiore precisione, di quanto non possa fare il semovente con il suo pezzo da 75.
7- l'equipaggio è di 4 persone e non 3, cosa che può tornare molto utile, per esempio per la sorveglianza e la manutenzione;
8- vi sono ben 4 (spesso solo 3) mitragliatrici, di cui una coassiale su di un totale di ben 3 azionabili dall'interno del carro, contro una sola arma, e nessuna azionabile da dentro il carro (tanto meno per prendere la mira). Per la difesa ravvicinata non c'era di meglio da chiedere all'epoca.
9- quanto alla potenza di fuoco, a parte il maggior numero di colpi e la migliore cadenza e precisione, osservo che le granate EP erano date (mooolto ottimisticamente) come aventi una capacità perforante paragonabile (ovviamente a breve raggio) a quella delle armi da 75/18 analoghe; anche in termini di perforanti erano pressoché uguali. E questo con il vantaggio della maggiore cadenza di tiro e precisione, sebbene lo svantaggio fosse dato dalla minore distruttività effettiva per ciascun colpo.
A vederla così, in altri termini, modificare lo scafo del carro M perdendo un'arma ad alta velocità e una torretta, per guadagnare un cannoncino corto con una casamatta limitatamente protetta, non è poi 'sta grande rivoluzione. Avesse avuto il cannone Mod 37 sarebbe stato diverso. Del resto le sorprese non finiscono mai: nel mondo reale, per quanto strano, effettivamente il semovente è stato valutato unanimemente migliore del carro M e quanto al pezzo da 47, incredibile ma vero ma non solo il 75/18, ma addirittura il 65/17 è stato giudicato un'arma di capacità superiori, malgrado una velocità più da 'lancia-granate' che da cannone. Per cui cosa volete che vi dica? Strano, sì. Decisamente.
La cosa è ancora più accentuata se si pensa che i semoventi italiani sono stati costruiti in buon numero, ma impiegati solo in piccola parte in Africa, e mai nelle loro versioni più potenti. In altre parole, i carri M mandati in Africa sono stati circa 1.000+, ma i semoventi saranno stati forse 100 o giù di lì. Per giunta tutti col cannone di calibro più piccolo e più corto. Cosa avrebbero potuto fare se fossero stati più numerosi e per giunta, con i cannoni più grossi e potenti? Certo molto di più di quel che fecero, anche se vale la pena ricordare come i tedeschi non hanno praticamente inviato in Africa i loro StuG.
La difficoltà nel valutare i semoventi italiani aumenta a dismisura, quindi, se si pensa che essi non ebbero che limitato uso in battaglie importanti, e che in mano italiana, ironia della sorte, combatterono sopratutto per la difesa di Roma dagli stessi tedeschi, ottenendo tra l'altro risultati piuttosto modesti e discontinui (i semoventi da 105 vennero fermati dai Pak tedeschi, per esempio). L'unica cosa che si può dire è che fossero più potenti sia come qualità che come capacità dei pochi esemplari inviati in Africa, dove causarono sicuramente al nemico molte più perdite di quel che ebbero (magari facendosi scudo dei poveri carri M mandati 'alla carica'). Ma anche i Cromwell e i Comet erano più potenti dei Crusader e anche degli Sherman. Quindi non è facile dire che risultato darebbero davvero e la domanda sulla reale efficacia di questi veicoli deve quindi considerarsi largamente irrisolta. Anche la loro capacità di 'battere gli Sherman' è ambigua, visto che la blindatura frontale di questi avrebbe dovuto metterli al riparo dal tiro dei 75 mm, ma va detto che al di là dell'arco frontale (60°) lo Sherman era tutt'altro che imperforabile.
Immagino che l'addestramento e la capacità di combattimento siano fondamentali, comunque sia. Del resto, i carri britannici causarono agli italiani molti più danni quando erano pochi e preistorici, ovvero nell'Operazione Compass, di quanto non riuscirono a fare poi nelle battaglie successive con mezzi più numerosi e potenti.
Bibliografia (parziale, altre fonti indicate nel testo!)
Siti internet:
-Warthunder (wiki)
-ww.equipment.uk
-gracesguide
-warfarehistory (sul Cromwell)
-wikipedia(en)
-tanksencyclopedia
-wwiiveichles
-wwiiequipment.com
Storia Militare:
-Cappellano F, Serafimovich 30-31 luglio 1942, n.80/2000
-Landi/Guglielmi, Carri M in Africa settentrionale-1, n.81/2000
-Pignato N, Carri sovietici e controcarri italiani, n.82/2000
-Landi/Guglielmi, Carri M in Africa settentrionale-2 n.83/2000
-Cappellano/Pignato, Il semovente italiano da 75/18, n.118/2003
-Maraziti A, L'Ariete a Bir El-Gobi n.135/2005
-Pignato N, Carri L3 in Africa settentrionale, n.203/2010
-Cappellano-Formiconi, Carri leggeri italiani in Libia, n.208/2011
-Antares, La divisione Littorio ad El Alamein, n.228/2012