14-3-18
A questo punto si potrebbe soltanto pensare, seriamente ad un'altra 'versione della Storia'. Ho stabilito che, causa enorme disparità qualitativa prima ancora che quantitativa, il campo britonno avrebbe una molto superiore probabilità di successo rispetto agli italiani.
Adesso, però, ci si potrebbe chiedere se non siano gli italiani ad avere una possibilità di ribaltare la situazione e vincere la competizione per la superiorità aerea.
Effettivamente, non è impossibile che questo possa accadere. Gli italiani hanno pur sempre 990 aerei di prima linea, che è una vera armata (la 'vera' aeronautica italiana ne aveva poco più di 300 persino al suo massimo fulgore nel corso della Guerra Fredda, ovvero negli anni '80). E gli aeroporti nemici sono dopotutto, soltanto 35, quindi perché non provarci? Dopo tutto, facendo una suddivisione molto grossolana, sarebbero circa 30 aerei per ciascun singolo aeroporto, pari ad oltre due gruppi contro ciascuna base.
Ma questo è fattibile, nel mondo reale?
Anzitutto, gli italici dovrebbero arrivare sul bersaglio. La cosa non è così semplice come sembra, con il nemico distante fino a quasi 500 km dal confine.
L'attacco dovrebbe essere quindi sferrato in maniera davvero audace, visto anche il tipo di aerei disponibili. Il problema è che non sarebbe fattibile un successo totale. L'esempio migliore è quello dell'aviazione israeliana del giugno 1967. Ma questo raid aereo fu possibile per varie ragioni:
1- disperazione: gli israeliani sapevano di essere troppo inferiori numericamente e che non avrebbero vinto una guerra d'attrito; non solo, ma percepivano l'ostilità araba come imminente minaccia contro di loro. In realtà non era proprio così, anche se la tensione c'era e pare, appena pochi giorni prima erano stati propri gli egiziani a preparare un attacco generale contro l'aviazione israeliana, rimandato all'ultimo minuto. Ignari di questo, gli israeliani percepirono solo l'aumento di attività dell'aviazione nemica e ne ricavarono l'imminenza di un attacco, che in realtà non ci sarebbe mai stato...
2- intelligence: gli israeliani, malgrado la scarsa o dubbia capacità di comprendere gli eventi dentro le forze armate egiziane (errore, che in maniera opposta, faranno anche poi, 6 anni dopo, ma stavolta non percependo l'attacco egiziano ben programmato contro di loro!), avevano una grande capacità di schedare e valutare le forze aeree, seguendo addirittura gli spostamenti dell'ultimo minuto di reparti aerei egiziani da una base all'altra, e selezionando gli obiettivi più importanti come prioritari, a cominciare dalle posizioni dei bombardieri egiziani, ma cercando al contempo di evitare che gli aerei meno recenti attaccassero le basi provviste di MiG-21, anche se non sempre fu possibile.
Anche se va detto che il 1967, che per il MiG-21 iniziò male con 7 (o 5?) aerei abbattuti durante l'operazione Bolo contro il Vietnam, continuò peggio perché, mentre i vietnamiti stavano appena riprendendosi dallo scacco subito a gennaio, mesi dopo gli israeliani cominceranno ad abbattere i MiG-21 siriani, e poi durante la guerra, a distruggere un gran numero di Fishbed direttamente sulle loro basi, oltre a pochi superstiti distrutti in battaglie aria-aria.
3- sorpresa: tutto si può dire dell'attacco israeliano, fuorché esso abbia avuto un nemico attento dall'altra parte. E' come se una squadra si presenta sul campo da gioco prima che arrivino gli avversari e comincino a fare gol a porta vuota. E questo sia considerato, di fatto, regolare dall'arbitro.
4- audacia: anche questa è una cosa che fa capire bene di come la fortuna aiuti, per l'appunto, chi osa di più. Non sempre, ma spesso sì. Il 'rischio calcolato', vecchia e amata teoria usata ampiamente da Rommel, è stata ulteriormente arricchita dal capitolo in cui una forza aerea concepisce e attua un piano con l'impiego offensivo di oltre il 90% della sua prima linea. Per l'Operazione Moked vennero lanciati circa 180 aerei israeliani, e soltanto 13 (tra cui un fondamentale MiG-21 portato da un disertore irakeno, ampiamente usato per verificarne pregi e difetti da parte israeliana), rimasero in difensiva. Se fossero stati di più avrebbero indebolito in misura inaccettabile le ondate d'attacco. E così si puntò tutto, ma proprio tutto, sulla possibilità di eliminare contrattacchi semplicemente distruggendo tutti gli aerei nemici al suolo al primo colpo, o quanto meno immobilizzandoli per il bombardamento delle piste.
E questo fatto era ancora più incredibile se si considera che gli egiziani non erano affatto soli: i siriani, irakeni, giordani e pure altre forze minori come l'aviazione algerina, erano pronti ad entrare in battaglia, tanto che irakeni e siriani effettivamente attaccarono gli aeroporti israeliani. Fu solo allora che le forze aeree giordane e siriane vennero bersagliate dall'aeronautica israeliana e -a differenza dei deboli e confusi loro raid aerei su Israele, anche stavolta l'aviazione israeliana raggiunse lo scopo di annientare il nemico.
Gli israeliani ottennero un successo sicuramente al di sopra delle loro speranze, e subiro molte meno perdite delle loro peggiori previsioni: solo 9 velivoli della prima e fondamentale ondata vennero distrutti (il 5%).
E così vinsero la superiorità aerea, che poi sarebbe servita anche ai loro più vecchi cacciabombardieri (come gli Ouragan e persino addestratori armati come i Magister), di sciamare senza troppi problemi sulle teste impotenti degli arabi. A quel punto poterono battere anche gli eserciti nemici in pochi giorni, tanto che al 4o c'erano già le condizioni per la resa degli egiziani!
Questa è la terribile potenza dell'aviazione moderna. E se è per questo, i tedeschi lo dimostrarono già nei grossi e truculenti successi che ebbero nel 1939-41 ai danni di Polonia, Francia, Inghilterra e sopratutto, Unione Sovietica, che in un solo giorno (22 giugno 1941) si vide distrutti circa 1.800 aerei dagli 'alleati' tedeschi.
Gli arabi se la cavarono con circa 300 velivoli inceneriti. Però non avevano margini di manovra per fermare gli israeliani e dovettero arrendersi in fretta. Gli israeliani, a loro volta, non ebbero un pasto realmente 'gratis', perché se è vero che ottennero circa un 5:1 sugli avversari anche durante le battaglie aeree (e questo, malgrado fossero gli arabi ad essere largamente muniti di missili aria-aria, mentre gli israeliani si affidavano quasi esclusivamente ai cannoni da 20 e 30 mm), è anche vero che persero oltre 40 aerei e venti piloti durante quei sei giorni di guerra. Circa il 20% dell'aviazione israeliana, costituita da un'accozzaglia di caccia francesi (tra Ouragan, Mystere, Super Mystere, Mirage IIIC e Vautur), andò distrutta e certo molti altri aerei vennero danneggiati in qualche misura. Solo che, gli arabi avevano perso quasi totalmente le proprie forze aeree e quindi non poterono giovarsi della 'riduzione' delle capacità aeree israeliane.
5- Incompetenza (sia da una parte che dall'altra).
Per capire quanto gli arabi fossero stati devastati dagli israeliani, e sopratutto, PERCHE' accadde, forse nulla di meglio della narrazione di un testimone di quei primi, drammatici minuti di guerra.
Un ufficiale indiano ha raccontato al proposito una gustosa storia, anche se certo non con tanta nostalgia dei suoi anni più verdi. Era il 5 giugno 1967, un aeroporto egiziano. Lui era lì come parte della missione indiana per collaborare con i tecnici locali nello sviluppo di un nuovo motore a reazione destinato al Marut indiano. Il testbed era un grosso Antonov An-12 con il motore sistemato sotto un'ala. Quella mattina arrivarono gli aerei israeliani e attaccarono. Prima giunsero i Mirage e bombardarono la pista. Allarme rosso, ma troppo tardi. Dopo avere causato buchi sulla pavimentazione, fu la volta degli aerei parcheggiati tutt'attorno. C'erano MiG-19 e MiG-21 pronti al decollo, non molti, ma c'erano. E se fossero stati in aria, sarebbe stato molto meglio. Ad un certo punto lui e gli altri della missione indiana, erano dentro una palazzina e videro i Mirage. Ma lui pensò saggiamente: sono qui per gli aerei, non sprecheranno colpi contro gli edifici. E fu così che accadde. Prima le bombe che craterizzarono le piste. Poi i Mirage tornarono e come 'in una sessione di tiri al poligono' mitragliarono gli aerei parcheggiati uno per uno, e il fatto che fossero pronti al decollo non fece che peggiorare le cose, perché essendo pieni di cherosene, esplosero in fiamme. L'unico che se la cavò fu proprio l'Antonov 12. Grondava cherosene dai serbatoi squarciati, ma seppur ferito, non aveva preso fuoco e così si salvò. E quando, dopo bombe e mitragliamento, i Mirage se ne andarono, a quel punto -e solo allora!- la contraerea iniziò a sparare. In assenza di ordini precisi, continuarono per 45 minuti, riversando nell'aria incolpevole migliaia, o decine di migliaia, di proiettili del tutto inutili. Evidentemente i serventi della contraerea erano stati sorpresi totalmente fuori dai posti di combattimento, non riuscirono ad andarci durante l'attacco, e alla fine dell'inferno raggiunsero le armi e cominciarono a sparare. Ecco un esempio di come le difese aeree possono essere gabbate, ma sopratutto non c'é numero di armi che tenga di fronte a questo tipo di impreparazione tattica. Potevano essere 10, 100 o 500 cannoni antiaerei, ma non avrebbero mai funzionato senza i serventi ai loro posti. O forse con i serventi ai loro posti, ma troppo timorosi di sparare per non essere a loro volta mitragliati (eventualità non improbabile, ma che forse avrebbe salvato qualche MiG).
L'opposto è apparentemente accaduto il 6 ottobre 1973, con l'inizio della Guerra del Kippur. L'aviazione egiziana, almeno stando alle fonti israeliane, si presentò con ben 7 sezioni da 4 aerei l'una, tra MiG-21 e MiG-17. Craterizzarono le piste, ma non riuscirono ad impedire a due Phantom di decollare appena prima che accadesse. Ebbene, secondo gli israeliani, questi due soli caccia, pur circondati da aerei egiziani, si diedero tanto da fare da ricordare in un certo senso i due celebri P-40 di George Welch e friend, che rivendicarono una mezza dozzina di vittorie aeree durante l'attacco disastroso su Pearl Harbour il 7 dicembre 1941. C'erano molti aerei di questo tipo, ma quasi tutti vennero distrutti prima di decollare. Tranne questi due.
E così accadde con i due Phantom israeliani, che insieme rivendicarono ben 7 aerei egiziani nei minuti successivi al decollo. Riuscirono cioé ad infliggere la perdita del 25% degli attaccanti. Ritrovatisi senza alcuna riserva di carburante (il post-bruciatore costa caro), dovettero atterrare sullo stesso aeroporto, e riuscirono a farlo pur con la pista craterizzata, evitando le 'buche' lasciate dagli egiziani.
Questo dimostra come in caso di attacco, sia sempre meglio farsi trovare con i caccia in aria che a terra, senza speranza.
Tra l'altro, gli aerei israeliani furono gli unici protagonisti delle vittorie rivendicate. Infatti, la contraerea da terra evitò di sparare perché temeva di colpire i propri caccia. E non era contraerea da poco, c'era una batteria di HAWK. Addirittura, ad un certo punto, un MiG-17 era diretto proprio su questo prezioso target, e il Phantom, per ringraziare dell'attenzione -che stava per costare caro proprio alla batteria missilistica- contrattaccò il MiG e lo abbatté prima che potesse colpire la batteria stessa. Pensa te come va il mondo! Questo fatto, comunque sia, ci dice quanto possa essere non propriamente triviale coordinare le difese aeree con i caccia intercettori, nel 'caldo della battaglia' e con la 'nebbia di guerra' può accadere di tutto, e non necessariamente a vantaggio di una parte soltanto. Però una cosa è sicura: se hai dei combattenti preparati ed indipendenti, sapranno far fronte a situazioni impreviste in maniera tale da evitare i problemi che altri non riuscirebbero a superare. Per dare un esempio concreto, i due Phantom decollarono senza avere avuto ancora l'autorizzazione, solo perché c'erano stati dei segnali d'allarme (stavolta erano gli egiziani che colpivano per primi, con ben 222 aerei in azione contro gli aeroporti del Sinai) che rendevano molto probabile l'arrivo degli aerei egiziani anche contro questa base aerea israeliana.
Probabilmente, gli aerei israeliani contro i MiG-17 rappresentano qualcosa di importante anche per il nostro wargame. Se l'abbattimento della squadriglia di Jastreb nel 1994, da parte degli F-16, rappresenta probabilmente la fine che ci si potrebbe aspettare nelle battaglie tra Macchi e caccia intercettori ben armati, questa battaglia aerea potrebbe rappresentare l'esito di un analogo incontro tra caccia moderni e Fiat G.91R, visto che se Jastreb = Macchi, G.91 = MiG-17 (i MiG-21 ebbero un ruolo effettivamente marginale nella battaglia del 6 ottobre).
A loro volta, gli attacchi aerei israeliani di contro-aviazione ebbero presto luogo, ma senza sorpresa stavolta. Gli aerei egiziani erano già in aria, oppure erano relativamente al sicuro perché anziché le piazzole con le pareti antischegge, c'erano dei veri hangar corazzati, anche se di tipo rudimentale (per esempio, senza porte blindate, costose e pesanti). Per cui era difficile colpirli al suolo. D'altro canto, anche colpire le piste non era facile, perché stavolta la contraerea c'era ed era efficace. Così di fatto gli attacchi israeliani nel 1973, pur con aerei ben più potenti dei Mirage e Mystere, non ebbero minimamente lo stesso successo di quelli del 1967. E l'aviazione egiziana non venne messa fuori uso, ma continuò a combattere (a dire il vero senza grossi successi) fino alla fine della guerra.
Sempre durante quei giorni accaddero anche dei piccoli o grandi rovesci per gli stessi israeliani. Uno di questi fu l'infame attacco alla USS Liberty, del quale la marina americana si ricorda a tutt'oggi. Un'azione largamente premeditata, che è a tutt'oggi fatta passare spudoratamente per 'errore' dovuto evidentemente alla comodissima 'nebbia di guerra'. Un errore che ha portato ad identificare una nave irta di antenne di telecomunicazioni, procedente a 5 nodi, come un cacciatorpediniere in fuga a 30 nodi, oppure come una nave trasporto cavalli (!) egiziana. E' probabile che la Liberty NON dovesser comunque essere lì, e che abbia ignorato l'ordine di allontanarsi dalla zona di guerra, come stava facendo la 6a flotta americana. Ma anche così, come si spiega che sia stata 'contattata' con passaggi a bassa quota di almeno una mezza dozzina di aerei, tra cui un lento Noratlas che virò attorno alla nave a breve distanza pur di identificarla? E questo in una splendente e soleggiata giornata di quasi estate mediterranea, mica nei bui mari artici! E si giunge all'assurdo dicendo che la nave da un lato stava 'fuggendo' ad alta velocità, dall'altro che i Mirage (che sorvolarono diverse volte la nave prima di attaccarla) non potevano identicare la bandiera americana (già di per sé così 'banale', un pò come distinguere tra quella messicana e italiana...) perché era 'afflosciata' (eh già, ovviamente la nave stava correndo sì, ma sottovento!). Comunque sia, gli americani accettarono le scuse israeliane e buona notte. Del resto, accettarono anche le scuse irakene quando esattamente 20 anni dopo colpirono la USS Stark. Ma almeno in questo caso, si trattò di una identificazione solamente radar e gli irakeni non avevano nessuna ragione per attaccare gli amici americani in maniera intenzionale.
Ad ogni modo, se dopo la guerra Israele venne messo sotto embargo dai francesi, in compenso diventò spregiudicatamente alleato di ferro degli USA e cliente delle loro armi, tanto che l'aviazione 'francese' del 1967 diventerà a tutti gli effetti un duo USAF/USN nel 1973 e oltre.
Ma se questo 'errore' non pregiudicò la posizione israeliana (grazie alla non scontata capacità di persuasione della lobby ebraica nel congresso americano), un altro errore, stavolta, non poté essere evitato, anche se infinitamente più piccolo e ben dimenticato. In realtà non si trattò nemmeno di un errore. Solo che, stavolta, semplicemente il nemico non aveva l'anello al naso.
E fu così che quando gli israeliani attaccarono la base irakena H-3, dall'altra parte trovarono un quartetto di Hunter disposti a vendere la loro pelle a caro prezzo. Erano guidati da vari piloti musulmani. Uno di loro era un ufficiale pakistano che aveva, già il primo giorno, abbattuto un caccia israeliano mentre era ai comandi di un Hunter giordano. Poi arrivò l'aviazione israeliana e distrusse tutti gli Hunter sulle loro basi. Lui era stato appena portato alla base irakena arretrata e l'allarme già scattava anche contro di loro.
Non era una grande formazione: solo 4 Vautur con 2 Mirage di scorta. I 4 Hunter decollarono grazie al servizio d'informazioni che segnalava la formazione in rotta d'avvicinamento. I 10 jet si azzuffarono pesantemente e solo 6 sopravvissero. Ma a sorpresa, di questi ben 3 erano arabi.
Fu sempre quello stesso pilota che riuscì, con il suo Hunter, ad abbattere uno dei Mirage di scorta. Era stato letteralmente il suo sogno, mesi prima aveva avuto questa specie di premonizione e il giorno dopo i suoi colleghi si misero a discutere con lui sui particolari dell'abbattimento onirico ma ben lucido, del Mirage. E adesso lui era diventato uno dei 4 soli piloti ad avere abbattuto un Mirage durante la guerra dei sei giorni (a dire il vero, pare che uno degli altri tre sia andato perduto per via dei rottami dell'aereo che aveva appena abbattuto e gli era esploso davanti...). Ma non finì qui: di lì a poco, spronato dai controllori, riuscì anche a migliorare il sogno premonitore, mandando a schiantarsi anche un bireattore Vautur, l'aereo d'attacco più potente dell'aviazione israeliana. Un altro venne abbattuto dagli altri Hunter, mentre l'altro Mirage vendicò il compare abbattendo un Hunter con il suo giovane pilota, caduti -ironia della sorte- su di un vecchio serbatoio di petrolio irakeno (vuoto, presumibilmente).
E così fu, che in questa sola missione l'aviazione israeliana perse il 25% di tutti i suoi aerei distrutti in combattimento aria-aria. E più in dettaglio, perse ben il 50% degli attaccanti, sia tra i bombardieri che tra i caccia di scorta. E per giunta, i 4 difensori ebbero una sola perdita e quindi ebbero un rateo di distruzione pari alla metà di quello subito dagli israeliani.
In tutto questo, non pare che la contraerea irakena ebbe un ruolo di particolare rilievo. Il campo fu comunque colpito, ma non in maniera tale da metterlo fuori uso. La missione, dunque, era sostanzialmente fallita. Ah, l'ufficiale pakistano, a sua volta, ha avuto accreditati il 25% di tutti gli aerei israeliani abbattuti in combattimento durante l'intera guerra! Tra l'altro, in seguito avrebbe anche abbattuto un aereo indiano, riuscendo così ad abbattere aerei nemici combattendo sotto tre bandiere diverse, evento più unico che raro dal dopoguerra, specie considerando soltanto i jet.
E questo era ancora una volta, un chiaro segno di come combattere anche rischiando, sia meglio che restare a terra ignari del pericolo. Solo in situazioni di assoluta supremazia nemica si potrebbe accettare la passività, ma non dimentichiamo che nel 1991 l'Irak riuscì ad abbattere un F-18 (tramite un caccia MiG-25), fatto a lungo negato dagli americani (che si appellavano al solito SA-6 'distruttore'). E se avessero programmato attacchi aerei concentrati sulle basi avanzate dei Marines, avrebbero sicuramente fatto strage di Harrier ed elicotteri, causando chissà quali problemi agli 'alleati'.
Nel 1999, invece, i Serbi riuscirono a fare solo da bersaglio e nel 2003 gli irakeni preferirono seppellire la loro aviazione piuttosto che mandare gli aerei in aria. Del resto Saddam non era per niente sicuro della fedeltà dell'arma aerea, tanto che un MiG fu abbattuto dai suoi pretoriani appena prima che bombardasse una residenza vacanziera dove era alloggiato il presidente. A parte le truci persecuzioni seguite, Saddam mise alfine a terra tutta l'aviazione mentre si avvicinava la (insensata) resa dei conti con il clan Bush. Sono già passati 15 anni da allora, è tutto diventato Storia e polvere, come è l'Irak attuale e 'liberato'.
Insomma, ci si potrebbe chiedere se in questo caso gli israeliani.... err... gli italici potrebbero ripetere il 'miracolo'.
Beh, francamente... NO. Non in quel modo, quantomeno!
Anzitutto, cosa avrebbero fatto gli israeliani se nel 1967, avessero dovuto attaccare un'aviazione della quale conoscevano la posizione di soltanto 10 aeroporti, ignorando -o comunque non avendo autorità di attaccare- altri 25 campi secondari, che tuttavia da soli avevano quasi la metà dei reparti aerei nemici?
E' arduo immaginare che avrebbero risolto qualcosa, almeno in maniera risolutiva, se non avessero potuto attaccare tutti i campi di prima linea nemici, già nella prima ondata! Il rischio di essere bombardati subito dopo il rientro alle proprie basi sarebbe stato troppo grave. Certamente avrebbero potuto poi attaccare anche queste basi aeree, ma PRIMA, dovevano localizzarle. Il che significa dover spendere molte sortite dei loro relativamente pochi aerei, per riuscire a localizzare gli aeroporti nemici.
Come se non bastasse, il fatto stesso che circa la metà dei reparti nemici sarebbe sicuramente sfuggita alle loro attenzioni 'preventive', avrebbe sicuramente spinto a non esagerare con le ondate d'attacco e conservare molti più aerei per la difesa da parte di un'incursione massiccia che inevitabilmente ci sarebbe stata. Si dice che i tedeschi, del resto, nel giugno 1941 attaccassero inizialmente sopratutto le basi da caccia per spingere poi i bombardieri a reitare l'attacco, ma senza scorta, e finire così abbattuti, assieme ai loro preziosi equipaggi, dai caccia tedeschi che nel frattempo si sarebbero riforniti. Un 1-2 che è come segnare in contropiede su di un avversario già 'bucato' poco prima e ancora confuso sul da farsi.
Gli israeliani avrebbero potuto fare lo stesso? Se avessero dimezzato gli aerei d'attacco e per giunta, avessero dimezzato anche l'ondata d'attacco, ripartendola nei cacciabombardieri veri e propri, e per la metà, in caccia di scorta (sicuramente necessari non sapendo dove fossero i reparti nemici, che tuttavia ben difficilmente sarebbero rimasti inerti mentre le basi principali venivano bombardate), e ovviamente, ricognitori per localizzare le altre basi secondarie, non note prima dell'azione.
Questa mancanza di conoscenza avrebbe dunque reso particolarmente gragile il piano Moked/Focus già prima dello svolgimento e probabilmente avrebbe reso impossibile un tale piano persino in forma ridotta, visto che non sarebbe stato risolutivo.
Poi, bisogna dire che gli israeliani avevano degli aerei tutto sommato superiori rispetto al grosso dei velivoli nemici, specialmente i circa 60 Mirage IIIC erano sensibilmente migliori dei MiG-21. I missili di questi ultimi non preoccupavano molto, perchè a bassa quota, in duelli manovrati e per giunta su terreni molto caldi come quelli desertici, i vecchi missili di 1a generazione -anche se all'epoca moderni- avevano molte difficoltà a colpire, certo molte di più dei cannoni dei Mirage, come ampiamente dimostrato. Sopratutto erano migliori i piloti stessi, perché gli israeliani avevano una preparazione e un'indipendenza di giudizio molto superiore rispetto agli impacciati arabi che volavano sotto ferreo controllo aereo da terra, in stile sovietico (che in teoria funziona al meglio, ma in pratica non sempre è fattibile). Non c'era da parte nemica un chiaro elemento di superiorità qualitativa, dunque, caso mai questo lo possedevano gli israeliani. I missili arabi, nonostante in teoria fossero un elemento vantaggioso per loro, si dimostrarono illusori perché sia gli aria-aria Atoll che i SAM SA-2, a bassa quota erano pressoché inutilizzabili e gli israeliani lo sapevano bene, così attaccarono radenti e salirono in quota soltanto vicino ai bersagli, quando era troppo tardi ed erano praticamente già entro la portata minima dei missili antiaerei, per cui non era praticamente possibile spararagli.
Infine, bisogna dire che le missioni erano 'fattibili', c'era il raggio d'azione e anche il numero di velivoli era adeguato per la maggior parte delle basi aeree nemiche da attaccare. Basti pensare che alcuni aeroporti egiziani erano in Sinai ed erano entro i circa 180 km (100 NM) dal confine israeliano. Le stesse basi del Cairo erano a circa 200 NM (370 km) di distanza da Israele (2a fascia?). Solo alcune di esse erano presenti anche a distanze di oltre 500 km dal confine (3a fascia :D?)
Aggiungendo a questo, oltretutto, un altro elemento, quello multi-arma, si ottiene un quadro d'insieme ancora più impressionante. A terra, infatti, gli israeliani erano nominalmente più deboli dei loro nemici e vicini, ma non poi tanto più deboli di loro. Il loro esercito era inferiore, ma non di moltissimo, soltanto a quello egiziano, mentre era nettamente superiore rispetto a quello giordano, siriano, libanese, e al corpo di spedizione di quello irakeno. Nell'insieme la superiorità araba, oltretutto frazionata in tanti settori e fronti che non si coordinavano tra di loro, era più apparente che reale.
Tutto questo, invece, nel caso del wargame ITA-UK non esiste. Infatti l'esercito britonno non è che è sensibilmente superiore a quello italico, è decine di volte superiore! L'unico elemento di inferiorità è l'artiglieria, non una cosetta da nulla, ma da sola non certo sufficiente per ribaltare la situazione: con 40 carri armati contro 4.000, quale miracolo potrebbe darti mai la vittoria?
E le difese aeree nemiche non sono affatto disprezzabili anche a livello tattico, per cui non è che gli aere italici possano dedicarsi alla distruzione sistematica dei bersagli terrestri, senza doversi curare delle perdite e dei problemi che la flak da terra gli causerebbe comunque, anche se fossero riusciti a far 'sparire' totalmente l'aviazione nemica, e ovviamente, a farlo con minime perdite.
Ragionando per assurdo, insomma, gli italici dovrebbero attaccare massicciamente le basi aeree nemiche e metterle KO.
Dopo avere conquistato la supremazia aerea inchiodando i grossi aerei britannici a terra, dovrebbero eliminare le forze aeree di terra supportando le proprie (magre) forze di terra avanzando in territorio nemico e sconfiggendo i 'bruti' fino alla loro disfatta totale.
Sulla carta sembra fattibile, ma lo è veramente?
1- Sull'effettiva potenzialità numerica dell'aviazione italica:
Abbiamo già detto che hanno 990 aerei di 1a linea, per cui la cosa è possibile. Ma non è così facile come sembra.
Anzitutto, gli aerei efficienti sono soltanto 660. Perché? Per via del fatto che questo è il numero statutario di ciascun gruppo. Gli altri 6 sono aerei di riserva o al limite, degli 'spare' con cui sostituire gli aerei guasti pronti per la missione, o addirittura accompagnarli fin verso il confine (ovviamente parliamo di missioni offensive) ma non oltrepassarlo, e certamente non attaccare obiettivi strategici. Nel caso dei caccia intercettori è più difficile dire cosa siano questi velivoli 'di riserva' visto che restare nel proprio confine è quello che si presume che facciano anche i velivoli mandati davvero in missione. Ma al più, si potrebbe dire che gli aerei pronti (2 o 4?) ma non considerati nella 1a linea del gruppo, sarebbero semplicemente quelli che servono per sostituire i caccia che non fossero capaci di decollare o di continuare ad eseguire la missione (pattugliamenti difensivi). Certo è che in pratica, è assai probabile... che decollerebbero, su allarme, più dei 12 aerei 'nominali', a meno che il numero dei 'ricambi' non sia paragonabile a quello dei velivoli 'guasti'. Però in pratica si fa considerare che tutti gli aerei inviati davvero in missione siano 12 per gruppo o squadrone, e gli altri stanno in riserva pronta all'uso. Non c'é molto di che meravigliarsi, del resto: anche nella RAF, per dirne una, all'inizio della guerra gli squadroni avevano 12 aerei ciascuno, ma questo non impediva che quasi 200 Spitfire fossero assegnati ad appena 9 (e poi 11, visto che c'erano due unità in addestramento) squadroni all'inizio della guerra. Come mai, visto che al limite, dovevano essere 108 o 132? Perché evidentemente c'erano anche aerei di riserva, pronti per le necessità operative a sostituire velivoli guasti, danneggiati o sfasciati più o meno totalmente.
Questo vale anche per i britonni, ovviamente. Il loro unico ma non trascurabile vantaggio è che hanno parecchi reparti di 2a linea in più, ma non è così terribile come sembra.
2- Sull'effettivo numero di aerei lanciabili in azione.
Discorso già visto prima, ovviamente. Ma qui facciamo lo spaccamento in quattro anche dei capelli più minuti, quindi specifichiamo meglio. Se hai solo 10 aeroporti noti su 35, un attacco a 'sorpresa' su larga scala, con lo scopo di annichilire il nemico, è impossibile per definizione. Al più puoi dimezzarlo, ma è sufficiente per raggiungere il tuo scopo?
E se poi comunque sia, hai il nemico che è in aria e ti attacca, con che ti difendi? Questa non è la Guerra dei Sei Giorni, e nemmeno l'Operazione Barbarossa, entrambi i contendenti iniziano a battagliarsi tra di loro solo dopo il fischio iniziale, come se fosse una partita. Non solo, ma ci sono anche finestre ben precise per portare gli attacchi, il che significa da un lato semplificare, dall'altro complicare le cose. Semplificarle perché in tal modo nessuno dei due contendenti può sorprendere l'altro coi pantaloni abbassati. Complicarle perché nessuno dei due contendenti può sorprendere l'altro con i pantaloni abbassati. E' un match più che una guerra, ma va combattuto in questo modo, pena l'incenerimento di chi ha agito oltre le regole, tramite meteoriti provenienti dallo spazio profondo o qualsiasi altra calamità a cui nemmeno il più scafato dei militari può sperare di sopravvivere.
Quindi, fare come gli israeliani non sarebbe possibile. Nemmeno loro avrebbero detto: hey, domattina alle 6 dobbiamo iniziare la guerra, dai andiamo e distruggiamo tutti gli aeroporti egiziani lasciando 4 gatti a guardia dei nostri anche se loro saranno in aria più o meno come noi e nello stesso tempo, solo il doppio più numerosi.
No, certo che no. Non avrebbero mica mandato il 90% della loro aviazione in azione offensiva in un tale caso!
Per giunta, nelle azioni offensive gli italici avrebbero dovuto consumare tanto carburante anche per cercare le basi secondarie nemiche, che tra l'altro fanno anche da supporto alternato per quelle principali. Ma farlo volando a 10.000 metri è un conto, farlo volando a 30 metri è un altro. A parte che consumi più del doppio, ma il problema è che semplicemente non hai il campo visivo per ottenere quel che vuoi. A 30 metri, un G.91R in missione potrebbe, per esempio, percorrere sui 600 km con i serbatoi da 260 litri, ed eseguire una missione di ricognizione che, poniamo il caso, si estende per circa la metà del percorso fatto, in territorio nemico. Questo significa probabilmente vedere su distanze di circa 10 chilometri su ciascun lato. 300x20 = 6000 kmq. Non è nemmeno male, ma il territorio nemico è 500.000 kmq, una via di mezzo tra Francia e Spagna. E' dura localizzare gli aeroporti nemici con un territorio così grande da vedere! Mentre un aereo a 10.000 metri potrebbe verificare una superficie almeno 10 volte maggiore, se non addirittura 50-100 volte maggiore, visto che da lì a 400 km di campo visivo su tutti i lati, o detto in altri termini, potrebbe con una singola occhiata vedere praticamente tutto il territorio nemico (ed effettivamente, un AWACS può davvero fare una ricerca del genere con il suo radar...).
Quindi, per cercare questi aeroporti nemici dovresti volare tanto, e volare però a bassa quota, visto che più in alto ci sono i SAM come i Bloodhound e i cacci Lightning bisonici, quindi non c'é molto da sperare se non si vola radente al terreno, come ben illustrano i sudafricani.
Poi c'é il discorso del numero duro e puro di aerei italiani da mandare in azione: quandi sarebbero? Abbiamo già visto che i 990 velivoli di 1a linea si riducono a 660. C'é da meravigliarsi se poi io stimavo in circa 300 (a far tanto) gli aerei italiani da mandare in azione offensiva? Direi di no!
A parte il fatto che i britonni arriverebbero con ancora più aerei, forti del fatto che i loro velivoli possono stare a quote molto maggiori, hanno maggiore raggio d'azione e volano più veloci, il che al contempo gli darebbe meno esigenza di caccia di scorta rispetto a quelli italiani...
... il problema è che gli aerei italici dovrebbero sforzarsi un minimo sindacale anche a difendere le proprie basi. Del resto che ne sanno se il nemico arriverà con i V-Bomber attaccando da 14.000 metri di quota (o comunque sopra i 12.000, quindi di fatto fuori da ogni ipotesi di intercettazione italiana), oppure attaccherà con i Jaguar o i Buccaneer volando radente al terreno?
La risposta è che non si può sapere davvero. E però, nel caso almeno dei Jaguar o Buccaneer, si può provare a complicargli la vita. Ma come fai se non hai almeno un gruppo di intercettori, per quanto scalcagnati, da tiragli contro?
Si potrebbe davvero ignorare i V-bombers che tra l'altro, molto probabilmente mapperebbero anche il territorio per cercare le basi italiane secondarie, forti del fatto che tanto i G.91 non hanno bisogno di 'basi' e anche gli altri aerei italiani possono decollare su spazi molto corti e così per l'atterraggio? Ma davvero si potrebbe lasciarsi radere al suolo una base principale dietro l'altra, senza tentare nemmeno di difenderle?
Quanto alle difese di terra, a parte qualche mitragliera MG ci sarebbe ben poco, ovvero una batteria di Spada-Aspide per base. Intendiamoci, sono ottimi missili, ma l'esperienza insegna che la loro utilità è inversamente proporzionale alla loro immobilità tattica. Piazzati al centro della base da difendere, probabilmente verrebbero eliminati già dai V-Bombers con il carpet bombing (300-400 bombe da 1.000 libbre, tanto per dire, per ciascun squadrone). E' facile, basta distruggere o mettere KO la centrale radar, oppure i collegamenti via cavo per le sezioni missilistiche. E il gioco è fatto, la potenza degli Aspide neutralizzata da apposito antidoto. Inoltre, se questa batteria viene messa a confronto con un singolo avversario è un conto, se è uno squadrone è diverso! Le sezioni sono in genere solo tre, e ciascuna può ingaggiare un singolo bersaglio per volta. Se attaccano in 12, quanto gli ci vorrà per abbattere gli avversari? Inoltre, non è che questi stiano lì a prenderle. Gli Aspide hanno 15-20 km di gittata, per cui teoricamente possono tenerli sotto tiro per almeno un minuto di tempo, ma questo sarebbe possibile nella realtà? Perché nel mondo 'reale', gli aerei nemici volerebbero bassissimi, e se 30 metri non fossero sufficienti, potrebbero volare ancora più bassi e nascondersi tra le pieghe del terreno o dietro gli hangar della stessa base (in particolare, lo Spada senza il radar 'sopra-elevato' apparso negli anni '90 era praticamente inutile contro questi avversari, ma in ogni caso le sezioni di tiro hanno solo una piazzola sopraelevata sul terreno di circa 3 metri nella tipica base italiana, come Gioia del Colle, a cui aggiungono i 3-4 metri di altezza da terra del piccolo radar d'illuminazione Falco: se non hanno campo visivo, nemmeno se il target è già visto dalla centrale potranno farci nulla!). E per giunta, gli Aspide hanno una portata minima nominale di ben 750 metri, e in pratica è più facile che sia circa il doppio, e questo mentre l'avversario si avvicina, significa un paio di km di raggio minimo contro un target in avvicinamento. E a tutto questo aggiungiamoci poi le ECM ed eventuali missili o razzi a lungo raggio (come I CRV-7, piccoli ma micidiali) per ritardare la scoperta o distruggere prontamente la batteria appena la avvisti (i CRV hanno oltre 4 km di raggio di tiro utile, una distanza ... siderale per un velivolo che si muove rasoterra). Non sarebbe così semplice, insomma, e secondo me è già tanto se gli Aspide potessero tirare una sola salva utile prima di essere localizzati e 'sfaldati'. Questo naturalmente se sono ancora attivi dopo il bombardamento d'alta quota (contro cui ben poco possono, a parte forse colpire qualche bomba in caduta libera). Storicamente, anche missili agguerriti (tipo gli SA-6) si sono visti combattere da aerei ancora più decisi a non farsi abbattere da loro e se le tattiche usate erano giuste, solitamente vinceva l'aereo...
Per queste ragioni, il minimo sindacale per proteggere una base principale sarebbe di aggiungere un gruppo da caccia G.91, possibilmente due con uno per le basse e uno per le alte quote.
Sarà poco, ma sempre meglio avere un caccia in aria che il nulla totale appena fuori dell'aeroporto, lasciando di fatto gli attaccanti liberi di fare quel che vogliono, magari anche di fare una 'finta' e provocare il lancio degli Aspide e poi scappare lasciandoseli di spalle e uscendo dal raggio di tiro utile. Oltretutto gli Aspide, che hanno tutte le caratteristiche peggiori dei sistemi a lungo raggio senza averne le doti, sono tutt'altro che discreti: emissioni radar sia di ricerca che di inseguimento; lanciamissili grossi come un garage e ben scatolati tante volte non si vedessero meglio; piazzole di lancio sopraelevate che sembrano campi da calcio; i missili di per sé, con illuminatore radar che già li rende 'evidenti' al target, quando partono hanno un pennacchio di fumo bianco lungo un miglio dietro di loro, per cui se anche avessero successo nell'ingaggiare un primo target, quasi sicuramente verrebbero bombardati e distrutti dal compare, che a quel punto si sarebbe avvicinato a sufficienza. D'altro canto, se il lancio avviene da distanze così alte da rendere possibile ingaggiare due bersagli in successione, a quel punto è probabile che le distanze siano talmente alte, da consentire al primo target semplicemente di scappare abbassandosi e/o virando e allontanandosi. L'Aspide può fare circa 600 m/sec ma soltanto al termine della combustione; poi cala inesorabilmente e dopo pochi km è poco più che transonico (e bisogna considerare che i 3,5 secondi di combustione lo portano a meno di 2 km dal punto di partenza!), per cui anche se il target se ne va a 250 m/sec, non c'é tutta questa differenza visto che è una velocità costante e non ad 'impulso singolo' e buonanotte.
Poi i G.91 potrebbero anche non esserci, avvalendosi della capacità di muoversi senza bisogno di basi aeree; ma sarebbe sufficiente per ignorare una base principale con 3.000 uomini rasa al suolo senza muovere un dito? Mi pare poco probabile!
Poi c'é il raggio d'azione. L'ondata d'attacco dei 'mille aerei' è quindi depauperata 1- da quelli inefficienti bellicamente o comunque non utilizzabili se non come riserve (1/3 del totale); 2- da quelli che restano in difesa del territorio, 3- da quelli che sì, arrivano ma volano come ricognitori e non come strikers, e 4- pure da quelli che volano sì come strikers, ma come a quel punto c'é da calcolare; infine da 5- da quelli che volano in missione d'attacco sì, ma come caccia di scorta ai bombardieri veri e propri, perché quando non hai la sorpresa tattica non puoi mandare aerei carichi di bombe e basta, fossero anche agili come gli Zero, contro un nemico allertato e ben determinato a fermarli. Oltretutto un singolo caccia, grazie anche ai missili di cui dispone, può benissimo costringere, con la sua sola presenza, a sganciare le bombe per affrontarlo o scappare a uno o più aerei nemici, che in tal modo sono costretti di fatto a rinunciare alla loro missione, oppure a cercare di portarla avanti ma per essere abbattuti quasi sicuramente nel tentativo. Bella scelta!
Per questo le ondate d'attacco si riducono drasticamente.
Ma poi c'é anche il discorso, per l'appunto, del raggio d'azione e del braccino corto di tanti aerei italiani. Tanto per capirci, se un G.91R vola a 9.100 m avrà un raggio d'azione, con due bombe da 230 kg, di circa 400-500 km, che è indubbiamente buono, tanto che da vicino al confine potrebbe benissimo minacciare aereoporti anche in 3a fascia (oltre i 350 km).
Peccato, però, che per le ragioni di cui sopra sarebbe impossibile o quanto meno, 'molto sconsigliabile' far volare i Gina ad alta quota con quelle bombe. Ma se li fai volare a bassa quota, il raggio d'azione scende a circa 180-200 km! Partendo da 100 km nel proprio entroterra non si riuscirebbe nemmeno ad avvicinarsi alle basi aeree principali!! Persino con due serbatoi e due bombe di metà peso, si otterrebbero sui 230-250 km di raggio d'azione, ancora una volta insufficienti per le esigenze tattiche del volo a bassa quota e comunque con armi troppo leggere per colpire le dure piste di un aeroporto. Degli shelter non ne parliamo: sono corazzati e resistono a bombe ben più pesanti.
In questo modo i Gina di fatto sono impossibilitati a volare sulle basi aeree nemiche con qualsiasi tipo di carico bellico: in pratica, a parte le munizioni interne, non possono fare molto altro perché persino con i serbatoi ausiliari, il raggio d'azione a bassa quota è dell'ordine dei 300 km. Se decollano da 150 km nel proprio entroterra arrivano a stento alla più vicina delle basi principali nemiche, e questo beninteso, se questa è allineata a sufficienza, visto che il fronte è profondo 500 km per lato, ma è lungo ben 1.000 km! Come il confine tra Angola e Namibia o tra Irak e Iran, per intenderci.
Questo fatto, riesce quindi a dimezzare le possibilità degli aerei italiani, relegando i Gina in pratica al ruolo di ricognitori a breve raggio o di caccia di scorta o di aerei da soppressione difese (radar in particolare). Mentre i Macchi, che potrebbero portare più carico bellico dei Gina, di fatto non possono fare molto di meglio e anziché 4 bombe è già tanto se ne portano 2, anche perché, dovendo volare assieme ai Gina, devono per forza volare veloci per stare al passo loro. In questo modo, però, consumano molto di più e il vantaggio di autonomia vola via rapidamente con l'aumentare della velocità e rischia addirittura di invertirsi! Ecco perché in ogni caso, è bene volare con carico dimezzato (due bombe e due serbatoi, per esempio, bastano e avanzano per raddoppiare il drag del Macchi e ridurre la velocità massima di circa il 20%). E' inutile avere un miglior raggio d'azione se poi per ottenerlo devi volare a 0,35 M mentre i Gina superano gli 0,5 e a quel punto, dovrebbero procedere a zig-zag per restare uniti! Ad alta quota non si sentirebbe molto questa differenza, essendo le velocità ottimali molto più simili; ma volando bassi si sente, eccome se si sente! Il Gina è un aereo transonico, mentre il Macchi, pur essendo molto veloce, è pur sempre una macchina pienamente subsonica, per questo il primo ha una velocità ottimale degna di un caccia di 1a linea andando alla metà del suono per il miglior raggio, mentre il secondo va meglio se vola solo a 1/3 di quella velocità. Sono circa 200 km/h (50 m/sec) di differenza...
A quel punto i Gina e i Macchi possono solo andare a colpire la 1a fascia, ma i 7 aeroporti britonni più distanti devono essere attaccati da appena 3 gruppi di G.91Y (miglior raggio d'azione ma comunque carico simile ai Gina o ai Macchi), e ai 3 gruppi di AMX (sicuramente più pericolosi, ma pur sempre pochi e piuttosto lenti). Troppo poco per sconfiggere un nemico così micidiale e che ha una fortissima difesa aerea, molto numerosa anche e ovviamente, preparata alla pugna.
Quindi c'é poco di che stupirsi se poi l'ondata d'attacco a stento arriva a 300 aerei. Come se non bastasse, ci sono una decina di gruppi di Macchi 326GB o simili, che non sono sufficientemente veloci per fare i caccia e non sono sufficientemente buoni come autonomia per fare gli strikers, essendo posizionati in 2a linea. Qualcosa potranno pur fare, ma poca roba. Magari faranno gli intercettori di supporto a bassa quota, magari daranno la caccia a degli strikers che arrivino a bassa quota sulle loro basi o quelle vicine (del resto i Jaguar e i Buccaneer potenzialmente possono colpire TUTTE le basi principali italiane), o cercheranno di proteggere i siti radar dagli attacchi aerei. Al limite potranno fare qualche azione di attacco leggero praticamente al confine, ma visto che gli eserciti nemici non sono schierati inizialmente, è difficile ipotizzare un loro ruolo importante. Del resto ci sono circa 80 siti radar da difendere e un pò di Macchi armati di gunpod sono sempre meglio di niente. Di fatto questo è un problema notevole per lo schieramento italiano: anche se manda circa 26 gruppi d'attacco in territorio nemico, anche se di questi 9 sono di Gina di scorta, e anche se gli altri 16 gruppi sono per la difesa aerea del proprio campo di gioco, alla fine restano fuori ben 13 gruppi di Macchi, che semplicemente per la prima parte dell'offensiva non hanno molta importanza e devono essere usati essenzialmente come riserva strategica o per ruoli secondari di qualche tipo, tra cui cercare di ombreggiare le formazioni attaccanti nemiche per segnalarle alla difesa aerea oppure fare dei finti attacchi per tenere impegnate le difese nemiche. Chissà.
Né si può sperare molto dal gruppo di PD-808GE, anche perché di questi solo 6 sono GE-1 e appena 2 sono GE-2 aggiornati, gli altri sono RM da radiomisure o addirittura trasporti VIP. Non molto per accompagnare la penetrazione in uno spazio aereo difeso da oltre 100 radar.
3- sulle potenzialità distruttive di questi aerei: con così poche armi, e per giunta, nessuna specializzata per il compito anti-pista è difficile fare qualcosa di più di grattini alle strutture degli aeroporti nemici. Le CBU non sono particolarmente adatte per questo tipo di azioni antipista, le Snakeye cadono con un angolo comunque molto basso e tendono a rimbalzare o a scoppiare prematuramente, le bombe normali potrebbero fare il lavoro se soltanto fossero sganciate in picchiata da quote e angoli decenti, ma questo è difficile se si spera anche di evitare di farsi abbattere dalla difesa degli aeroporti, specie quella degli anelli più interni! Non aspettano altro che fare il tiro al piattello con gli aerei che cabrano/picchiano negli ultimi km. Il bombardamento in cabrata? Solo gli AMX potrebbero provarci ma è una modalità ben poco usata e utile per attaccare un oggetto così sottile come le piste aeroportuali, il margine d'errore è troppo ampio e potrebbero benissimo mancarlo totalmente. Inoltre le difese aeree estese potrebbero colpire facilmente l'aereo in cabrata se questo sgancia dopo essere entrato dentro le difese stesse, magari salendo a 300-600 metri in piena vista di missili che ci mettono 5-6 secondi tra l'avvistamento e il fuoco.
4- gli aerei italiani dovrebbero mantenere l'operatività e al contempo distruggere le basi nemiche. Non così facile come sembra! Anche i G.91R, che pure sono aerei fuoristrada, hanno una capacità molto più limitata e onerosa di volare fuori dalle basi aeree. E poi in un territorio così aperto, non c'é modo di sottrarsi all'avvistamento nemico: senza flak e senza difese passive, come potrebbero sopravvivere a lungo?
5- le basi nemiche dovrebbero essere pestate così tanto, da lasciarle completamente inefficienti, altrimenti non solo tornerebbero attive, ma ospiterebbero anche i rinforzi, visto che ci sono circa 4.000 aerei britonni di riserva, molti dei quali di ottima qualità, contro circa 700 (per lo più 'scassoni') della 1a linea italiana.
Non un compito facile con basi così grandi e così difese! Per giunta questo fatto dovrebbe essere realizzato con perdite e danni contenuti per la propria parte, perché dopo c'é da sconfiggere l'armata terrestre nemica. E non è uno scherzo! Specie se poi, presi dalla disperazione, avanzassero come un rullo compressore cercando di battere le forze italiche e allontanare l'attenzione degli invincibili Gina e Macchini dalle basi aeree, consentendo loro di 'recuperare efficienza'.
In 5 ore, calcolando 30 minuti per chiudere ciascun cratere (come somma di tutti i team coinvolti), potrebbe essere che i genieri ne richiuderebbero 10! Il risultato netto è che hanno la potenzialità di chiudere i crateri ad un ritmo fino a 48 al giorno. Se si pensa che di 12 aerei (con 4 bombe l'uno) probabilmente i 2/3 al massimo sganciano sul bersaglio e di queste armi solo la metà potrebbe colpire le piste, con strisciate ogni 10-15 metri, ma questo non comprende forse il totale di un terzo delle armi, che colpisce ma non esplode o non esplode correttamente, riducendo moltissimo i danni possibili. La cosa non stupisca: nell'operazione El Dorado Canyon, gli F-111 americani (13 in tutto quelli che colpirono davvero), sganciarono circa 100 bombe, ma le notizie di stampa, spesso con tanto di foto annesse, diedero nell'occasione un numero di ben 37 bombe non esplose o non esplose totalmente o correttamente. Se si pensa ai danni che causarono le altre (tra cui quelli a tre ambasciate diverse!) c'é solo di che rallegrarsi, così come del fatto che gli aerei destinati all'attacco erano ben 18 (e addirittura 24 se si considerano anche i 6 di rimpiazzo previsti e decollati assieme ai colleghi), solo che poi 5 dovettero ritirarsi prima dell'attacco per problemi tecnici non meglio precisati (e notare bene, a quel punto i rimpiazzi erano già rientrati dopo averli accompagnati per un lungo tratto durante la lunghissima missione tra UK e Libia).
6- tutto questo dovrebbe anche superare un altro piccolissimo 'intoppo': si può davvero eliminare il potere aereo nemico? Non è così semplice... Il fatto è che gli italici non sono i soli ad avere aerei fuoristrada: i britonni non sono da meno in realtà: hanno oltre 200 Harrier e oltre 300 Jaguar, praticamente gareggiano in numero con i G.91 italiani, specie se di questi ultimi togli i quasi inutili G.91T biposto. Per questa ragione è di fatto impossibile mettere 'a terra' l'aviazione britonna. Gli Harrier sono ancora più 'fuoristrada' dei Gina, e i Jaguar, anche se mancano del supporto logistico per operare 'lontano dagli aeroporti', hanno comunque un carrello tale da poter operare dalle piste semipreparate, fossero anche quelle di un aeroclub! E tanto meno si potrebbe ignorare il fatto che su queste strade ampiamente desertiche, vi siano lunghissimi tratti perfettamente rettilinei... e ovviamente, senza fossi laterali! A buon intenditor poche parole, ma giova ricordare come l'ultimo gruppo di Me 262 della LW operò da basi improvvisate per davvero, e tipicamente decollava e atterrava da tratti di autostrada.
Quindi di fatto, mettere a terra l'aviazione inglese è impossibile già solo per questo, per gli oltre 500 aerei transonici/supersonici con capacità dichiaratamente fuoristrada che hanno. I Francesi sarebbero in questo senso appena da meno, con almeno 200 Jaguar disponibili e con le stesse capacità; mentre gli svedesi dal canto loro, hanno, almeno con i 300 e passa Viggen, degli aerei capaci di decolli su piste non propriamente 'normali' (anche ricavate... sulla neve) e per giunta, molto corte (400-500 metri). Per cui mettere 'a terra' l'aviazione nemica è una chimera.
PS giova ricordare che non c'é uno che colpisce per primo e quindi 'colpisce due volte', entrambi i contendenti hanno lo stesso tempo in cui combattere. Iniziano allo stesso momento, e inoltre hanno delle finestre temporali entro cui portare i loro attacchi, per cui per esempio, hanno circa 1 ora di tempo dopo l'inizio delle operazioni per le varie ondate d'attacco (6-12-17-24) per entrare in territorio nemico, e devono uscirvi entro due ore dall'inizio della finestra temporale, quindi se inizi alle 12 devi avere passato il confine entro le 13 e ripassarlo entro le 14, anche se ovviamente su quest'ultimo limite c'é più rilassatezza (una volta fatto l'attacco non puoi certo... annullarlo, anche se sforasti il limite temporale).
7- Ma più affascinante è la descrizione dell'equilibrio tra ricognizione e forza bruta. Una in competizione con l'altra.
In altri termini, il problema potrebbe essere suddiviso in 2 parti:
-7a): la potenza di fuoco è in contrasto con la ricognizione: per gli AMX è difficile anche mettere insieme una forza tale da distruggere le piste degli aeroporti, già sono appena sufficienti come bombardieri stracarichi di armi, figurarsi se poi gli fai fare anche i ricognitori o magari i caccia di scorta. Se di 36 aerei, 12 facessero i ricognitori, sarebbero già un terzo del totale e ne lascerebbero appena 24 per attaccare ben 5 basi aeree diverse, tutte ben armate e di grandi dimensioni. Però questo è un problema notevole: da un lato, infatti, devi eliminare queste basi aeree attaccandole in maniera massiccia; dall'altra, però, l'idea di neutralizzare le forze aeree nemiche si basa sul fatto di trovare in primo luogo tutte le loro basi, perché sennò puoi benissimo attaccare una ad una quelle principali, ma tanto i V-Bombers, che sicuramente sono in aria in quel momento, semplicamente atterrano sulle basi secondarie e pazienza se queste si trovano congestionate da 30 o 40 anziché 12 bombardieri, perché questo non farà mai una differenza così grande da impedire di riattarli (anche grazie al pronto trasferimento di tecnici e materiale dalle basi 'infortunate', comprendenti se necessario anche le difese aeree) per la prossima missione. Ma se cerchi queste basi secondarie per colpire anche loro, dovrai per forza distogliere un grosso numero di aerei dal ruolo di strike. E così il sistema si cortocircuita, perché anche se trovasti il 100% di queste ultime, poi non avresti al contempo modo di distruggere quelle principali. Nemmeno quelle principali, per la precisione. Un AMX vola basso e cerca di volare al minimo necessario per vedere entro una certa distanza, una situazione di compromesso per fare quel che deve senza correre troppi rischi. Ma da 30 metri e 900 km/h di velocità non è facile guardarsi tutt'attorno. Inoltre esiste un problema notevole: questi aerei non risultavano, nel 1992, ancora operativi con il pod Orpheus che ancora un anno dopo era in fase di certificazione (RiD agosto 1993) e del resto gli F-104G non erano ancora stati radiati dal servizio all'epoca. Quindi non c'é nemmeno la certezza che questi velivoli potessero fare i ricognitori.
I tre pallet per la ricognizione previsti originariamente non sembra che siano mai stati adottati e se sì, giusto un piccolo numero di quelli per le riprese da alta quota che non c'azzeccano nulla con questa missione.
Quindi il problema diventa criticamente serio: se non hai una vera forza di ricognizione per coprire la 3a fascia non puoi di fatto scoprire le basi secondarie e se è così, pare ovvio che non abbia modo di neutralizzare l'aviazione nemica perché, male che vada, avrebbe ancora 9 basi in 3a fascia del tutto insondabli e tanto meno attaccabili.
Però non ci sono altri aerei di questo tipo disponibili, tranne forse i G.91Y che però hanno un'autonomia scarsa rispetto agli AMX e sono già impegnati contro altre due basi aeree. PERO', al più e al peggio, sarebbe la cosa giusta da fare, anche perché se si deve sacrificare un aereo, meglio un G.91Y che un AMX. Si potrebbe per esempio togliere uno dei due gruppi destinato all'attacco di un aeroporto, per mandarli in azione cercando il nemico in 3a (e anche in 2a) fascia.
Con cannoni, fotocamere e due serbatoi dovrebbero poter arrivare tecnicamente fino a 472 km. Peraltro è possibile attuare questa missione anche, almeno in teoria, con due serbatoi da 800 litri anziché da 520 (il 50% in più), che normalmente sono usati peraltro solo per il trasferimento. Adesso hanno una bella missione da compiere: con circa 2,5 kg/km, dovrebbero essere in grado di volare per circa 1.600 km teorici a bassa quota (con 4.800 litri), che decurtato del 20% dovrebbe scendere a circa 1.200 km, ergo sui 600 km. Questo permetterebbe di decollare dal campo M.1 ed arrivare fino letteralmente al confine della 3a fascia con il resto del mondo esterno! Questo significa teoricamente poter volare a distanze elevate e registrare tutto quel che possono nel mentre eseguono questa missione: con 1.000 km da e per il bersaglio, sono capaci di volare vedendo circa 20.000 kmq per ciascuno dei 12 velivoli, una bella fetta del totale! Però devi abbandonare ogni speranza di saturare la base aerea inglese sotto attacco. Ovviamente, però, con circa 2 ore di volo entro il territorio nemico, senza difese e senza armi, non c'é modo di garantire che riusciranno tutti a tornare (anzi, è piuttosto 'difficile' che riescano a non farsi abbattere o a completare la missione senza fuga: con l'A/B inserito fanno 900 kg in appena 5 minuti, il 25% del peso di carburante totale).
Come numero di aerei necessari non c'é molto da stare allegri: con un campo visivo del genere c'é poco da sperare. Se voli da 12.000 m come un Canberra hai decine di migliaia di kmq esplorati in un'ora. Se voli a 30 metri proprio no, hai una striscia al massimo di 10 km per ciascun lato. Se voli per 200 km a bassa quota hai un massimo di 4.000 kmq. Con la 3a fascia che ha 150.000 kmq di superficie (metà dell'Italia), ci vorrebbero minimo 40 aerei per coprirlo tutto! Con 12 potresti fare 1/3 della superficie e per giunta questo dovresti farlo con aerei singoli, che potrebbero essere abbattuti prima di ritornare, magari mentre sorvolano la base. Ecco quale è il problema. Probabilmente su 9 basi aeree potrebbero localizzarne efficacemente 2 o 3, oltretutto se non le fotografano non conta nulla perché non puoi mica programmare un raid su di un aeroporto nemico con la descrizione fatta solo di chiacchiere. Sennò basterebbe far volare un pilota in quota per segnalare la posizione e buona notte.
-7b) l'efficacia del raid si misura rispetto alle difese: per essere credibile bisogna che un attacco abbia alcune caratteristiche ovvero A- che sia molto più forte delle difese opposte ad esso e/o B- che sia fatto in condizione di sorpresa tattica. E per ottenere anche delle basse perdite, diciamo pure il criterio C- ovvero non correre rischi elevati a tutti i costi, se ti localizzano prima dell'attacco scappi mollando le bombe e tirando dietro un pò di difensori per aiutare gli altri. Se continui e fai finta di niente finisci abbattuto, ma ovviamente se c'é un disimpegno non c'é nessun modo di finire la missione, nemmeno in maniera ipotetica.
Una delle caratteristiche dei caccia nemici potrebbe benissimo essere questa: fuori dalla base circa 55 km distante, una CAP difensiva esterna; a circa la metà di questa distanza un'altra, a circa 27 km cioé; e poi i caccia difensivi decollati su allarme, che se fanno in tempo vanno anche loro ai 27 km, e se non fanno in tempo allora stanno in verticale sulle basi e guardano come falchi la loro preda arrivare, inseguita da scie di missili e traccianti, sganciare le sue bombe e poi fuggire via, scompaginata, ferita e spaventata dopo avere fatto il suo 'dovere'. E a quel punto, attaccarla con una rapida picchiata. Se non si sbaglia qualcosa, ovvero se non ci si accorge di altri suoi colleghi capaci di aiutarla mentre è in fuga, l'attacco avrà quasi invariabilmente successo. Anche senza emulare l'impresa di Alam, che nel 1965 abbatté 3 Hunter e ne danneggiò altri 2, ingaggiando due formazioni (una in fuga, e l'altra, per puro caso, in avvicinamento proprio in quel momento e luogo) di Hunter (1 contro 9), si potrebbe anche ricordare l'ultima battaglia delle Falklands (3 Skyhawks su 4 abbattuti da due Sea Harrier). Non che sia facile con dei piloti ben addestrati e provvisti a loro volta sia di ECM che di armi aria-aria, però è chiaro che una coppia di AMX attacca compata l'aeroporto, ma ne esce disunita per le manovre fatte per evitare i SAM (è facile: basta una virata secca di 60° e ti ritrovi minimo 2 km più indietro che pria per quando eventualmente riprendi la rotta e se stavi già a 1-2 km più indietro a quel punto proteggere il leader diventa parecchio difficile, anche tenendo conto della gittata dei Sidewinder...) e per giunta, quasi sicuramente danneggiata e crivellata di colpi e schegge per il fuoco da terra o i propri stessi ordigni, allora tutto diventa molto più facile. Magari il gregario vorrebbe avvisare il leader ma si accorge che la radio non funziona più o non funziona più quella del leader, e magari il sistema d'armamento dei Sidewinder è 'rotto'. Ecco come una cosa che nelle esercitazioni non succede può benissimo succedere nella realtà, come dimostra la prima, 'fortunatissima' missione dei Tornado italici nel 1991, nonostante le fanfaronesche affermazioni per la vittoria fresca alla Red Flag. E nel 1991 i caccia irakeni erano pressoché inesistenti, figurarsi se ci fossero stati pure loro in azione e pure in forma massiccia, quel che avrebbe potuto succedere.
8- poi c'é da battere il nemico a terra. E te paresse facile. Gli italici hanno 4 divisioni leggere e 10 brigate d'artiglieria. I britonni hanno 10 divisioni corazzate e 20 meccanizzate, molte delle quali disposte inizialmente addirittura interamente attorno alle basi principali da difendere con tutte le armi disponibili. 1.500 mezzi corazzati contro 20.000, 40 carri armati e 40-60 blindo pesanti contro circa 4.000-5.000 carri armati. Solo nelle artiglierie gli italici hanno una chiara superiorità, ma non così devastante e non così decisiva anche perché almeno l'80% delle loro 3.000 bocche da fuoco è costituita dai pezzi leggeri da 105 mm, che tra l'altro hanno corta gittata utile, tanto che i carri armati nemici potrebbero benissimo rispondere al fuoco utilizzando le loro armi a tiro indiretto, purché ovviamente vi siano dati sulla posizione del nemico. Inoltre hanno quasi 1.000 pezzi d'artiglieria, tutti rigorosamente di maggiore gittata rispetto a quell'80% di armi italiane leggere, anche se quasi sempre inferiori rispetto ai pezzi pesanti e ai lanciarazzi multipli. Ma questi potrebbero mai essere sufficienti per fermare intere divisioni corazzate?
Difficile. E in special modo, difficile considerando che per il resto lo schieramento italico ha la consistenza di un velo di cipolla, a terra. L'aviazione, in altre parole, dovrebbe correre in soccorso delle forze di terra lavorando come mai nessuna nella Storia della guerra. E questo con i Macchini e i Gina superstiti dell'annichilimento degli aeroporti, e questo considerando come cosa 'fatta' l'aver eliminato l'intero schieramento aeroportutale britonno, anche senza considerare i 500 Harrier e Jaguar dei quali certo molti sarebbero stati abbattuti o danneggiati seriamente, ma non c'é nessuna ragione per pensare che il loro tasso di sopravvivenza sarebbe inferiore rispetto a quello dei Macchini e dei Gina! Dopo tutto un Macchi 339 venne abbattuto alle Falklands persino da un vecchio Blowpipe, forse il missile inglese meno efficace (anche se il più numeroso). E contro i Rapier e i Javelin? Anche perché, se gli aeroporti fossero stati davvero messi KO, a quel punto non ci sarebbero ragioni per non smobilitare le difese a.a. superstiti e queste andrebbero a rinforzare le unità campali britonne.
A meno che l'artiglieria italica non riesca ad elimintare le difese a.a. britonne con tiri a lungo raggio, ma la vedo difficile visto che è un tipo di difesa molto mobile ed elusivo, a parte ovviamente i sistemi strategici a lungo raggio, che del resto difficilmente andrebbero a proteggere unità campali.
CONCLUDENDO (oooh, finalmente! ), in teoria si potrebbe fare e poi ognuno la può elaborare come vuole, ma non è per niente facile immaginare un tale sfacelo tutto da una parte sola. A meno che una delle due compagini non sia fatta di ubriaconi che bevono più whiskey che acqua e hanno un tasso alcolico da arresto (non è per dire, ma spesso anche nella II GM si sentiva che i britonni andavano all'attacco ubriachi fradici... il vino è un potente fattore di 'eroismo', del resto, da molti secoli oramai, ma questa è una storia mai raccontata, no?). Ora, che i britonni siano ubriaconi passi, ma che siano idioti proprio no. Se l'avessero fatta i più 'sobri' italici, la B.o.B., l'avrebbero gestita meglio? Mmmh, non direi, almeno vedendo come hanno condotto la guerra in generale. Del resto in Mediterraneo sono stati i britonni a portare la blitkrieg, altro che 'El Alamein'. Chiedere a Graziani.
Però questo è solo cazzeggio. Il wargame non segue per forza questi esempi storici ma almeno ha qualche 'affinità elettiva'. E funziona abbastanza bene nel descrivere pregi e difetti della mentalità che c'é dietro a tante di queste armi. Il punto è che anche sforzandomi, non riesco a concepire uno scenario tale da rendere possibile l'annientamento dell'aviazione britonna e la successiva sconfitta dell'armata di terra, praticamente da parte della sola aviazione italica.
Ma se si vuole pensare che gli italici vincano, beh sì, è possibile, ma ti dò l'1% oppure come diceva Manuel Agnelli, le stesse possibilità/ di neve al centro dell'Inferno ti va?
NB: qualcuno si sarà accorto che alle volte chiamo gli italiani italiani, alle volte italici. Alle volte chiamo i britannici britannici, alle volte britonni. Non è un errore, è che mi vengono così. Li considero termini equivalenti: il primo è il più corretto ma lungo, il secondo è scorretto ma è corto e facile da scrivere e questa trasfigurazione delle nazioni tutto sommato mi piace. Se siete riusciti a notarlo in mezzo ai miei sproloqui, vuol dire che siete stati attenti e quindi vi ringrazio e faccio tanto di complimenti per la persistenza in 'combattimento' ;=)
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OK, LET'S ROCK!
(15-3-18)
ORA, dopo tutto il pippone di cui sopra, immaginiamo che il wargame dimostri una competenza nettamente migliore di quella precedentemente ipotizzata, e i britonni dimostrino un tasso alcoolico nettamente superiore per i loro già larghi standards (nell'USN gli alcolici sono proibiti, nella RN no, per dirne una). In sostanza, facciamo che A- gli italici si becchino un rateo di perdite dimezzato rispetto a quello calcolato normalmente e B- che i britonni si becchino il doppio dei danni rispetto a quello che normalmente è considerato (le due questioni del resto si intersecano tra di loro). In altre parole, le difese britonne sono molto meno efficaci del normalmente accettato, altro che efficienza britannica, diciamo efficienza araba o poco oltre, anche senza arrivare ai 'fasti' dei Sei giorni del '67 o anche dell'altrettanto imbarazzante episodio del bombardamento di Osirak (quando 8 F-16, in missione lo-lo-hi, distrussero il reattore e la flak iniziò a sparare, presa di sorpresa proprio quando gli uomini si recavano alla mensa, solo quando gli aerei israeliani erano in fuga, senza colpirne nessuno; per quel fallimento, il comandante della flak di Osirak venne fucilato).
DAY 1: attacco Alba Rossa.
Gli italici si lanciano con maschia e futuristica audacia verso il nemico perfido e stramaledetto, gettando il cor oltre l'ostacolo, o anche oltre l'ostacolo, il cor... no vabbé, non voglio arrivare a questi livelli aulici.
Il piano italico è abbastanza simile, per forza di cose direi, a quello 'standard'. Quel che cambia è l'outcome: di fatto, gli italici godono di una relativa impunità, mentre le difese italiche sono pure efficaci (specie i missili Aspide) per rintuzzare gli attacchi britonni.
Nella 1a ondata d'attacco, oltre 400 aerei italici si riversano in territorio nemico, attaccando le catene radar e le 10 basi aeree, nonché cercando con parecchie sortite anche gli aeroporti secondari che sono almeno ufficialmente, ignoti o comunque da fotografare per essere poi dichiarati bersagli validi (ma solo per la seconda ondata).
Nonostante gli attacchi a qualche decina di radar e a dieci aeroporti difesi da qualsiasi cosa sottomano al nemico, gli italici riescono a causare danni notevoli a tutti i bersagli, chiudendoli almeno temporaneamente all'uso. Non senza perdite, però, perché circa 30 aerei italici vengono abbattuti (il 10%, tanto ma sempre meno del 40-50% usualmente attribuito a questa ondata...). Tra le perdite, anche due preziosi AMX, i primi di tanti. Decine di altri aerei, peraltro, sono seriamente o gravemente danneggiati, tra cui una mezza dozzina di AMX, e non potranno partecipare alla prossima azione d'attacco (seriamente danneggiati) o per il resto della giornata, alle operazioni belliche (gravemente d.).
A loro volta i britonni attaccano con imperturbabile potenza a modo loro, distruggendo e devastando quanto più possibile le basi italiche principali. Sulle batteglie ad alta quota non c'é niente da dire, a parte che quasi mai gli italici accettano la sfida mandando i loro Gina e Macchini ad affrontare i potenti Vulcan e scorte varie. Questo è più positivo che altro, perché li salva dalla distruzione che altrimenti subirebbero. Però alcuni vanno perduti ugualmente, anche perché quanto meno cercano di contrastare i Jaguar e altri tipi lanciati a bassa quota. In tutto, circa 20 aerei italici vanno perduti di cui circa metà o più in aria, e il resto a terra sorpresi o bombardati.
Alla fine, stranamente, tutte le basi principali da una parte e dall'altra sono fuori uso, almeno temporaneamente.
Questa prima ondata costa agli italiani, tra azioni difensive e offensive, circa 50 aerei distrutti solo considerando quelli da combattimento, mentre decine di altri sono danneggiati in maniera seria o grave e molti altri in maniera più leggera. Del resto è praticamente impossibile entrare nella zona difesa dalla contraerea delle basi e restare del tutto indenni.
I britonni non hanno avuto molte perdite in azione, ma certamente sono più alte del solito quelle subite dai loro cacciabombardieri, specie ad opera degli Aspide e di qualche fortunato Gina. Del resto, però, se nemmeno la fortissima difesa aerea inglese (oltre 100 batterie SAM esclusi quelli portatili, contro circa 12 e senza armi portatili...) riesce a fare molto contro i Gina e Macchini, perché mai quella italica dovrebbe essere migliore contro i Jaguar? Per la pubblicità con mezzo metro di lingua in bocca ai sistemi Aspide fatta sulla stampa 'di settore'?
La seconda ondata arriva successivamente, ma anche qui l'esito è particolarmente interessante. Gli italici hanno subito in realtà, perdite non propriamente trascurabili. Anche se i loro aerei per lo più se ne fregano se hanno o no basi distrutte, resta il fatto che le distruzioni sulle basi e la rete radar italica sono molto gravi ed estese, sicuramente peggiori di quelle britonne. A quel punto la situazione sembrerebbe essere comunque dalla parte dei britannici (ok, ogni tanto chiamiamoli come dovremmo), ma in realtà la loro aviazione è molto più impacciata con le basi danneggiate, di quanto non sia quella italica. Peggio che mai, almeno 50 ricognitori G.91 (più altri che hanno fatto qualche forma di ricognizione durante l'incursione) sono riusciti a localizzare ben 6 delle 8 basi di 1a linea britonna, più 2 di quelle di 2a linea e 2 di quelle di 3a, totalizzando ben 10 altre basi aeree, anch'esse da attaccarsi più o meno massicciamente.
L'attacco infatti comprende anche questi aeroporti, ma a questo punto sono ben 20 basi perché dopo 6 ore non si può pensare che le basi principali siano rimaste del tutto inattive, senza munizioni adatte né potenza di fuoco. Allora vengono attaccate nuovamente e tutte quante, anche perché non c'é BDA che consenta di capire quanto davvero queste basi siano state danneggiate in precedenza.
Così i circa 300 aerei italici tornano in azione e stavolta però sono in media 15 per base anziché 30. E questo senza considerare che parte sono ricognitori oppure aerei anti-radar. Quanto a loro, i britonni sono riusciti a ridurre di poco i loro danni, anche se hanno perso parecchi aerei (ma quelli danneggiati sono sono poi molti). Tutti gli squadroni di V-Bomber sono stati semplicemente trasferiti in basi secondarie e lì sono stati riforniti e riarmati a tempi di record. Le infrastrutture naturalmente non sono del tutto sufficienti, ma per fortuna sono stati aviotrasportati (o anche via terra, a seconda dei casi) tecnici e materiali dalle basi principali adesso messe KO.
In realtà, per le 12 almeno 3 delle 10 basi principali sono state almeno parzialmente riattate, tra cui 2 di seconda schiera e 1 di terza. Gli AMX, per quanto pochi, hanno colpito particolarmente duro perché dopo circa 5-6 ore dall'attacco 3 delle 4 basi sono ancora fuori uso.
Ma adesso c'é da combattere in maniera più dura ancora ed entrambi i contendenti si fanno pochi scrupoli a colpire tutto quel che possono colpire, inclusi radar, difese aeree e ovviamente le basi aeree. I britonni, che normalmente avrebbero insistito a colpire le basi principali per metterle KO con un micidiale 1-2, hanno mollato parzialmente la presa. In realtà, hanno mappato praticamente tutta la zona di 1a e 2a fascia, lasciando solo la 3a fascia ancora da esplorare, cosa che fanno comunque stavolta. Hanno trovato così circa 20 basi secondarie italiane e ben sapendo la loro debolezza (non ci sono semplicemente batterie Spada per difenderle tutte), le attaccano ogni volta che possono. Parte dei V-Bombers attaccano le basi italiche principali, ma in genere sono solo una mezza dozzina, circa la metà ovvero. Altri sono inviati a colpire le basi secondarie, e così fanno anche i Jaguar. Dato il fallimento dei velivoli britonni nelle intercettazioni, preferiscono stavolta mandare, a quanto pare, tutti e 10 gli squadroni di Jaguar ad attaccare i bersagli italici. Nell'insieme le azioni britonne sono efficaci, ma non impediscono agli italici di causare altri grossi danni alle installazioni nemiche, colpendo ancora una volta tutte le basi principali britonne e riempiendole di crateri, anche se non possono distruggere gli hangar corazzati.
Gli AMX sono protagonisti anche di questo nuovo attacco, e anche stavolta mandano 36 aerei in azione. Comunque, anziché 'solo' 5 basi principali, ne attaccano 5 più altre 2 secondarie, aumentando quindi il carico di lavoro. E anche le perdite, inevitabilmente, mentre la loro azione è diluita passando da una media di circa 7 a una di circa 5 aerei per base. Anche così causano molti danni, ma aumentano le perdite con altri 3 velivoli distrutti in azione e almeno 7 danneggiati in maniera più o meno grave.
In tutto gli italici perdono circa 45 aerei, anche per via del maggior numero di aeroporti da attaccare e della concentrazione delle difese nemiche su meno basi. I britonni attaccano a loro volta distruggendo circa 20 aerei in aria e circa 20 al suolo.
Con questa seconda incursione, in tutto, gli italici hanno perso qualcosa come 130 aerei da combattimento, non proprio noccioline. Almeno altri 100 sono fuori uso. Inoltre almeno 30 basi sono state attaccate e danneggiate in varia misura.
Alle 17 di pomeriggio scatta la terza ondata d'attacco. I britonni hanno una quantità di basi ancora efficienti: almeno le 5 secondarie non ancora localizzate (di queste erano state localizzate 14 nella 1a ondata e 6 nella 2a). Inoltre almeno 5 basi secondarie erano state riattate durante quelle 3-4 ore, malgrado i danni subiti, più altre 3 basi principali ancora efficaci. Ma non era solo questo: molti aeroporti hanno i Jaguar e Harrier capaci di operare anche senza le basi aeree con le piste pienamente efficienti.
Ma anche così, i risultati non sono dei migliori da entrambe le parti. La capacità italica di volare stando fuori dai propri campi aerei (ma solo quando questi vengono messi fuori uso, altrimenti devono restare anche loro nelle loro basi; del resto nelle operazioni dei Gina e ancor di più, degli Yankee, negli ultimi anni di servizio, non c'era mai questo tipo di operatività e generalmente erano ben basati sugli aeroporti principali, cosa che sarebbe stata ancora più utile se l'ambiente è troppo scoperto e non c'é praticamente un nascondiglio sotto cui mimetizzarsi) frustra ampiamente gli attacchi britonni, i quali devono cercare di abbattere gli elusivi velivoli italici in azione per essere sicuri di eliminarli. In ogni caso nessuna aviazione moderna potrebbe mai sopravvivere senza le basi e la rete di difesa aerea operative.
Gli italici hanno già perso oltre il 10% dei 54 AMX schierati, e a questo punto sono nondimeno ancora in grado di lanciarne in azione altri 30, nonostante circa 5 perdite e 10 velivoli KO per danni seri o gravi. A questo punto ne perdono altri 4 attaccando circa 10 aeroporti diversi tra principali e secondari. In tutto sono lanciati in azione altri 250 aerei almeno, i quali però subiscono comunque altre 50 perdite attaccando almeno 8 aeroporti principali sui 10, più altri 20 secondari sui 25, ovvero tutti quelli localizzati durante la giornata. Gli ultimi vengono localizzati quel pomeriggio, a parte ultimi due, irreperibili, entrambi della 3a linea. La perdita è stavolta piuttosto consistente, visto che le difese britonne saranno britonne, ma non così tonte. Hanno inflitto agli attaccanti danni consistenti, probabilmente sui 50 aerei perduti, dimostrando di essere ancora resilienti.
A loro volta i Jaguar, Buccaneer, Harrier e V-bombers ripartono in azione. Se la prima ondata ha portato i 10 squadroni al completo in azione, la seconda malgrado tutto, ha portato almeno 9 squadroni se non tutti e dieci. La terza ondata, alle 17 di sera, ha portato ancora una volta una buona quantità di aerei, ma stavolta hanno avuto problemi notevoli, tanto che a causa dei danni subiti anche da 2 delle 9 basi aeree secondarie di 3a fascia, dove sono stati radunati i V-bombers. Anche così, è stato possibile lanciare almeno 7 squadroni di V-Bombers, come sempre pressoché invulnerabili. L'unica cosa è che, nella 2a e sopratutto la 3a ondata, hanno dovuto eseguire bombardamenti più in alto e quindi meno precisi per via di una notevole carenza di caccia di scorta. Questo significa far salire da 9-11.000 m le quote di sgancio, ad oltre 12.000 metri, dove è praticamente impossibile che i Gina possano giungere ancora con una qualche efficacia combattiva, ma l'accuratezza di sgancio risulta molto inferiore. Però quasi mai i caccia italiani si avventurano ad intercettarli e quasi mai in ogni caso ci riescono, specie se vi sono dei caccia di scorta in giro. Per i 4 squadroni di Javelin c'é poco da fare, in effetti. I 10 squadroni di Jaguar, invece, indefessi, tornano ancora all'attacco.
Oh, hanno subito almeno 16 perdite nella 1a serie di attacchi e contrattacchi, per lo più a causa dei missili Aspide; hanno buscato altre 11 perdite nella 2a serie di attacchi, più altri aerei ovviamente danneggiati. Ma con 180 aerei disponibili, la cosa non è ancora sufficiente: circa 70 Jaguar sono riusciti ancora una volta ad attaccare, certamente molti di più dei 30 AMX equivalenti e certo, molto meno veloci e quindi impossibilitati a scappare una volta intercettati da praticamente chiunque.
L'attacco italico, a sua volta, ha subito la perdita di circa 50 aerei, gli AMX da soli hanno attaccato ancora una volta tutti gli aeroporti principali e secondari di 3a schiera: appena 30 aerei contro 4 basi aeree primarie e 5 secondarie delle 9 della 3a fascia (l'altra base non localizzata era in 2a fascia). Ben 9 basi per appena 30 aerei, praticamente un quartetto per quelle principali e quelle secondarie, basta che intercetti due aerei in avvicinamento e già dimezzi il numero totale, già esiguo... non deve stupire che gli AMX abbiano anche subito altre perdite consistenti, con 3 ulteriori velivoli abbattuti. Da segnalare che parecchi aerei italici hanno eseguito missioni hi-lo-hi, con la sfrontatezza di attaccare da media quota, con o senza profilo finale, fidandosi della scorta dei Gina e dell'eliminazione delle basi aeree nemiche, ma la sopravvalutazione degli effetti delle prime due ondate gli costò caro con parecchie formazioni decimate prima di arrivare sull'obiettivo. Bastava poco: un quartetto di Lightning che si precipitavano anche su formazioni di 12-24 aerei italiani erano parecchio inquietanti, mentre anche se i caccia impegnavano gli intercettori, i cacciabombardieri poi venivano presi a tiro a segno dalle batterie SAM ancora efficienti, specialmente gli ineffabili Rapier, quasi impossibili da trovare ed eliminare, per non dire dei MANPADS di vario tipo. Parecchi aerei italiani scontarono quest'arroganza, ma del resto avevano questa necessità perché avevano un raggio d'azione semplicemente insufficiente, visto che a 9.100 m potevano arrivare ad oltre il doppio del raggio che a bassa quota.
Alla fine, hanno beccato almeno 28 aeroporti, ma non sono riusciti a metterli tutti fuori uso. Le basi principali hanno subito danni considerevoli, e ancora una volta hanno subito danni praticamente tutti quanti la messa fuori uso di 6 su 8. Dei 20 secondari, solo 15 sono andati KO, gli altri sono riusciti a scamparla con danni o senza ma non abbastanza pesanti.
Gli italici hanno buscato discreti danni in offensiva, ma anche in difesa hanno subito circa 10 perdite in aria e 10 a terra.
La giornata si chiude senza che vi sia ancora una netta superiorità da una parte e dall'altra. Gli italici hanno attaccato 33 dei 35 aeroporti britonni ma non sono riusciti ancora ad ottenere la conoscenza di tutti gli altri superstiti, e così dovranno cercarli ancora il giorno dopo.
Nell'insieme, l'attacco italico ha visto circa 400 aerei tra caccia, ricognitori (circa 50) e bombardieri (circa 200) nella 1a ondata vs 10 aeroporti; 330 aerei nella 2a ondata contro 24 aeroporti; circa 250 aerei nella 3a ondata contro 28 aeroporti. Più precisamente, hanno lanciato ben 1.080 sortite in appena 3 ondate d'attacco e hanno attaccato complessivamente l'equivalente di 62 aeroporti, di cui 28 principali e 34 secondari. Non deve poi stupire più di tanto, a questo punto, che abbiano subito complessivamente non meno di 125 aerei, che corrispondono al 11,6%, un ottavo di migliaio in soldoni. La prima ondata ha addirittura visto l'uso di 400 aerei su 660, ovvero quasi il 60% del totale complessivo, lasciando ben poco per le difese aeree e le riserve. La 2a ondata ha visto il 50% degli aerei teoricamente efficienti lanciati ancora all'attacco, per poi scendere a circa il 40% del totale disponibile.
Quanto agli AMX, hanno fatto un sacco di danni, abbattendo anche diversi aerei da caccia nemici, tanto che il consumo dei missili AIM-9L era piuttosto consistente. Altri erano stati distrutti a bordo degli aerei abbattuti o comunque erano stati danneggiati dalla contraerea e simili. Si stima che dei circa 300 AIM-9L disponibili (2 serie per ciascun AMX), almeno 40 siano stati impiegati, che non è proprio pochissimo. E altri 15 perduti assieme agli aerei che li portavano (evidentemente in almeno 3 casi avevano lanciato almeno un missile prima di essere abbattuti).
Ad ogni modo c'era poco di cui vantarsi: a parte il consumo di circa 55 AIM-9, gli AMX, nel corso di circa 102 sortite in cui hanno portato 4 o 6 bombe per volta, forse qualche volta solo un pod da ricognizione, ma nell'insieme è plausibile che abbiano sganciato sui 450 ordigni in genere Mk 82S o anche di tipo slick, ma con tiri in cabrata o picchiata, attaccando complessivamente circa 5+7+9 = 25 attacchi su basi aeree nemiche, sfidando decine di caccia e batterie SAM. Non stupirà più di tanto se poi abbiano subito 9 perdite. Altri 14 aerei hanno subito danni tra serio e grave, tanto che i circa 13-14 aerei di riserva (di cui 8 almeno biposto), di fatto sono stati assorbiti totalmente per rimpiazzare gli aerei italici perduti o ko per lungo tempo.
Avendo usato circa 450 bombe, con un totale di 25 attacchi, la media è stata di appena 18 per ciascuno, e non certo tutte sono andate a segno, a stento il 50% su piste che combinate, arrivano anche a 5.000 metri. Di fatto hanno perso 1 aereo ogni circa 3 attacchi, mentre la media generale è stata di circa 2 aerei per ogni aeroporto attaccato, ovvero circa 6 volte maggiore. Peggio che mai, senza i 25 attaccati solo dagli AMX (almeno quelli di 3a fascia sicuramente solo da loro), significa che gli altri hanno subito 116 perdite contro 37 aeroporti, ovvero anziché perdere un aereo ogni tre attacchi, hanno perso 3 aerei ogni attacco! Nel primo caso sarebbe un valore abbastanza sostenibile, nel secondo proprio no! L'unica cosa che controbilancia quest'ordine di grandezza di differenza di perdite è che gli AMX sono effettivamente un ordine di grandezza inferiore rispetto a quello dei Gina o dei Macchini. Per cui alla fine poca differenza fa in termini di percentuale di perdite calcolate sull'intera forza.
La potenza d'attacco viene utilizzata ulteriormente durante la notte da entrambe le parti: gli AMX, per evitare di lasciare totalmente campo a questa padronanza 'notturna' si sono mobilitati, così come a corto raggio, anche gli Agusta A.129 (contro obiettivi tattici, non certo contro le basi aeree principali o anche secondarie).
Quanto ai britonni, la loro forza-lavoro è davvero impressionante e riescono a riattare rapidamente molti aeroporti danneggiati. Per mezzanotte, ovvero ben 7 ore dall'inizio (e circa 6 dalla fine) degli attacchi nemici, sono riusciti a rimettere in sesto molti degli aeroporti danneggiati. Oltretutto i danni agli aerei sono stati piuttosto scarsi: l'unico caso in cui i V-Bombers sono stati sorpresi totalmente a terra dagli AMX (ovviamente visto che volano solo da basi di 3a fascia) gli italici hanno mancato gli aerei visto che stavano tirando bombe contro la pista, anche se un paio di bombardieri hanno subito qualche danno non grave. Altri 8 almeno erano presenti tutt'attorno, ma non hanno subito danni.
Dal canto loro i britonni hanno lanciato un'enormità di aerei notturni. Dei 10 squadroni di V-Bombers schierati, è stato possibile mandarne ancora ben 6 in giro sopra le basi italiche, che i britonni avevano localizzato totalmente fin dalla 2a ondata, utilizzando gli ultimi 2 aeroporti ancora efficienti che li ospitavano, nonché altre basi disponibili. In tutto per mezzanotte hanno riattato 4 basi principali e almeno 9 secondarie, oltre a quelle rimaste indenni (2 secondarie, in pratica, mai scoperte, 5 secondarie e 2 primarie non danneggiate o non abbastanza durante la 3a ondata). Ergo, con tutto quel che gli italici gli hanno tirato contro durante la giornata, alla fine hanno ancora sufficientemente operative 6 basi principali e 16 secondarie, ovvero 22 su 35.
E così via, ovviamente, per le altre grandi basi aeree. Nei loro 25 attacchi gli AMX hanno colpito non meno di 5 basi principali e già questo significa che hanno sicuramente una media più bassa, mentre considerando 9 attacchi a 5 basi secondarie, la media scende ancora, ovviamente, e probabilmente non eccede le 16 sortite nell'intera giornata. Anche se fossero tutti top gun, non sarebbe sufficiente per mettere KO in maniera affidabile basi di queste dimensioni.
Non è finita, ovviamente. La giornata è arrivata alla mezzanotte e a quel punto avvengono gli attacchi notturni. Circa 20 AMX riescono ad eseguire l'azione, ma la contraerea abbatte uno di loro, il 10o aereo distrutto in azione su circa 122 missioni, pari a circa l'8% di perdite. I danni che causano ad una mezza dozzina di basi primarie sono comunque limitati, essendo essenzialmente sganci strumentali per aerei che dovrebbero essere soltanto diurni. Un totale di almeno 11 aerei sono così danneggiati da non essere riutilizzabili il giorno dopo (come minimo), e non solo: due AMX sono andati distrutti al suolo durante i raid.
I Jaguar hanno invece operato in maniera molto più massiccia, e anche di notte vengono mandati in azione senza tanti problemi. Del resto, non sono meno notturni degli AMX e sopratutto, hanno aerei di supporto che sganciano flares per illuminare i bersagli. Così ne lanciano in azione moltissimi: circa 50 aerei, stracarichi di bombe perché non hanno praticamente nessuno che possa intercettarli e quindi volano in quota senza tanti problemi. La rete radar italica è stata danneggiata molto gravemente, più di quella britonna e quindi è possibile passarci attraverso abbastanza facilmente.
Durante l'intera prima giornata, i Jaguar hanno lanciato ben 96 sortite (stimate) solo nella prima ondata d'attacco, e in tutto sono riusciti ad eseguirne circa 270, quasi il triplo di quelle degli AMX e con un carico medio superiore. In pratica, da soli hanno quasi equivalso la distruttività dei 3 gruppi di AMX e della ventina di gruppi G.91Y, MB.339 e MB.326 coinvolti con centinaia di missioni.
Hanno subito perdite pesantissime: in tutto circa 42 perdite in aria offensive, altre 7 difensive e altri 10 al suolo, totalizzando qualcosa come 59 perdite, altro che i 10 AMX! Se non altro non tantissimi altri sono andati danneggiati in maniera seria o grave, per cui non è così grave come sembra. Il giorno dopo sono arrivati gli aerei per sostituirli visto che ce ne sono oltre 100 in riserva. Ma basteranno? In effetti, il grosso delle perdite ha visto l'attività con le difese aeree più intatte. Ma adesso, tra bombardamenti e attacchi diretti, la maggior parte delle batterie di Spada sono andate fuori uso più o meno totalmente, mentre anche i radar sono andati fuori uso in larga misura. Così le perdite sono calate progressivamente.
I V-Bomber, invece, hanno eseguito solo missioni offensive: circa 120 la prima ondata, ma sono riusciti a ritornare in azione già a mezzogiorno con circa 80 aerei, e alle 17 con altri 60. Durante la notte è stato possibile mandarne in azione altri 50 esemplari, totalizzando qualcosa come 310 sortite, e teoricamente oltre 3000 tonnellate di bombe rilasciate sull'obiettivo, per lo più basi principali ma anche secondarie: durante la notte, per esempio, hanno tirato contro almeno 6 basi principali e 15 secondarie. I Jaguar, del resto, hanno attaccato complessivamente 14 basi di cui 4 principali e 10 secondarie. I V-Bombers hanno subito non più di 2-3 perdite in aria e nessuna a terra, grazie alla massima protezione che hanno avuto (a costo di rimorchiarli via da una base se questa diventava inagibile).
Questa è la fine della prima giornata.
L'esito è impressionante, no? Gli italici hanno perso qualcosa come 50 aerei nella 1a sortita, circa 80 nella 2a, 70 nella 3a, e infine circa 20 nella 4a, totale = 220 aerei persi totalmente. Sono tanti anche se 'ridotti' rappresentano 1/8 del totale.
Infine, le basi italiche hanno subito circa 4.000 tonnellate di bombe sganciate dagli aerei britonni e hanno subito danni considerevoli. Dal canto loro i britonni hanno subito la perdita di circa 60 Jaguar e molti altri, presumibilmente oltre 100, di altri velivoli. Le perdite non sembrano troppo gravi a parte per certi tipi di velivoli, e i danni alle infrastrutture non sono nemmeno comparabili rispetto a quelle degli aereoporti italici, così come il discorso per la rete radar.
DAY 2
Le azioni ricominciano più o meno come il primo giorno. Durante la notte hanno riparato larga parte delle piste malgrado le difficoltà dell'oscurità, e sono arrivati gli aerei di riserva. Ricominciano le incursioni da una parte e dall'altra più o meno con gli stessi criteri. Lanciano aerei da una parte e dall'altra. Non è che cambi molto rispetto a prima. Gli aerei italiani attaccano e colpiscono nuovamente duro, ma in pratica ci sono ancora 7 basi principali e 17 secondarie attive. E gli italici nemmeno sanno di preciso quali siano. La successiva azione di attacco inglese è massiccia più o meno quanto quella degli italiani. L'unica differenza specifica è che entrambi hanno già subito danni notevoli il giorno prima e non hanno una piena capacità combattiva. Ma tutti e 10 gli squadroni V-Bombers attaccano ugualmente, così come i 10 di Jaguar e così via. Ma le difese aeree sono più efficienti perché hanno imparato meglio a riposizionarsi e si sono concentrati maggiormente sulla difesa di alcune delle basi aeree più importanti. L'attacco degli AMX è stato ancora una volta duro, interessando 5 aeroporti principali e 4 secondari, apparentemente un quartetto di aerei per ciascuno. Non c'é verso di causare danni eccessivi con queste ridotte forze. Hanno causato pochi danni ma hanno subito 5 perdite complessive. Altri 340 aerei italiani si sono riversati contro circa 15 aeroporti inglesi, tra cui gli altri 5 principali. Decine di aerei italici finiscono a terra, mentre decine di altri vengono distrutti al suolo a causa della potenza d'attacco britonna, spesso cacciati con missioni d'attacco su bersagli al suolo di opportunità, cercando i gruppi di Gina e simili sistemati sul terreno qua e là.
Le battaglie successive sono sempre più a vantaggio dei britonni: la potenza degli attacchi italici si riduce progressivamente, e poco possono fare gli AMX per fermare il declino, del resto non è così scontato che così pochi possano fare così tanto. La fine della 2a giornata ha visto i tentativi sempre più affannati degli italici di mettere a terra l'aviazione britonna. E' risultato praticamente impossibile, nonostante gli sforzi. A mezzogiorno è stato abbastanza chiaro, visto che gli AMX sono stati inviati ancora in azione, ma a causa dei danni subiti, sono rimasti in pochi: appena 24, che sono riusciti nondimento a concentrare gli attacchi alle basi inglesi di 3a fascia. L'esito non è stato dei migliori: in questo 'mezzogiorno di fuoco' una formazione di questi aerei ha perso almeno 4 dei loro su 6 a far tanto. In tutto ne sono andati distrutti 7.
Per la fine della 2a giornata la situazione è ancora molto dura per entrambi, ma gli AMX persi sono stati ben 16 su appena 80 missioni con almeno 28 attacchi sugli aeroporti, alzando le perdite al 20%. Nell'insieme le azioni italiane hanno mandato un totale di circa 370, poi 310, poi 290 missioni. Totale, 970 sortite di cui circa 500 d'attacco. Circa 200 aerei italici sono andati perduti persino oggi, eppure le perdite sono state troppo alte rispetto ai danni inflitti. Oltretutto gli AMX sono finiti a meno di 40 esemplari, di cui circa un terzo fuori uso per danni vari. L'arma più importante si ritrova spuntata.
L'esercito britonno era pronto ad eseguire una serie di attacchi a terra per 'attirare' l'attenzione dell'aviazione italica, cercando di alleggerire la pressione sulle basi aeree, ma la consapevolezza delle perdite umane elevate che questo avrebbe comportato li aveva dissuasi a sufficienza da non fare altro che qualche azione di bombardamento notturno e simili. E dire che avrebbero potuto fare addirittura incursioni avioportate su interi aeroporti, avendo abbastanza potenza per portare migliaia di parà su singole basi aeree e distruggerle prima che qualcuno possa farci qualcosa. Ma quest'opzione non è stata esercitata visto che durante la seconda giornata è stato possibile contenere i danni. Persino i Jaguar hanno subito meno del normale, con una perdita totale molto inferiore rispetto al giorno prima, circa 30 aerei. Certo che con gli AMX che perdono più di prima e i Jaguar che perdono la metà l'andazzo è ovvio.
Alla fine della 2a giornata è ancora possibile usare parecchi aeroporti britonni, hanno circa 5 aeroporti principali e 16 secondari ancora efficienti malgrado gli attacchi continui che molti di essi hanno subito. Eppure, due di essi sono ancora sconosciuti al nemico e non hanno subito alcun danno! Lo stesso non si può dire della controparte italica.
DAY 3
La storia si ripete in una lotta mortale, ma un pò per volta, un pò per volta, gli italici scivolano di livello. Il primo attacco vede circa 300 aerei ancora lanciati contro gli aeroporti nemici, che sono nuovamente assai 'vispi', con circa 8 basi principali e 18 secondarie riattivate più o meno totalmente. Alla fine di quest'attacco le basi principali sono nuovamente quasi tutte colpite e così gran parte di quelle secondarie. Gli AMX hanno lanciato solo 28 attacchi, ma hanno colpito almeno 4 basi principali (quelle di 3a linea) e 4 secondarie. Nonostante questo, hanno perso solo 2 dei loro, più altri 4-5 danneggiati in maniera seria o grave.
Il successivo attacco avviene a mezzogiorno ed è simile ai soliti. I britonni sono ben decisi a non farsi distruggere le basi ancora operative e lo dimostrano appieno. Di 22 AMX lanciati in azione durante questa ondata, 4 sono solo contro una singola base principale, il solito quartetto per tenere sotto pressione l'efficienza dei sistemi di riparazione nemici, del resto le azioni di altro genere hanno fallito perché i velivoli più piccoli non hanno potuto fare le hi-lo-hi per via dell'eccessiva opposizione. Ma 3 dei 4 vengono eliminati dalle difese particolarmente accanite. Alla fine arrivarono a 5 perdite totali, i danni furono abbastanza ridotti e dei 6 aeroporti attaccati solo 3 vennero messi fuori uso, mentre i danni erano troppo gravi sì ma per gli attaccanti.
Dopo di allora, gli italici dismisero tutti gli attacchi programmati alle basi di 3a fascia, rimandate a data da destinarsi. Di fatto questa è una perdita mai più ripianata che lascia l'iniziativa a ai britonni, perché lì vi sono ben 13 basi britonne con 21 squadroni. Questo significa che d'ora in poi non ci sarebbe stato mai più modo di eliminare tutta la forza aerea nemica e conquistare la superiorità aerea necessaria per battere anche l'esercito nemico. Anche solo 21 squadroni, anche distanti, sarebbero sempre stati troppi per schiacciare le forze di terra nemiche, che avrebbero avuto almeno una parte del supporto di cui avevano bisogno.
I Jaguar hanno continuato la loro opera distruttiva, tanto da ottenere circa 220 missioni in aggiunta alle 270 del 1o giorno e alle 200 del 2o, ottenendo anche di subire perdite minori, forse soltanto 14 aerei, che comunque portano il totale per tutte le cause a oltre 100. Gli AMX non sono stati (non potevano) essere così bastonati, ma con oggi hanno perso altri 10 dei loro e questo porta alla fine dei conti un totale di ben 38 aerei, poco più di un terzo di quelli britonni equivalenti, ma paradossalmente un pò troppi, perché i Jaguar sono circa 5 volte tanto.
I V-Bomber sono riusciti a continuare le loro missioni in maniera robusta, hanno lanciato circa 240 sortite solo oggi, più le circa 300 del primo giorno e le 180 del secondo. In tutto hanno hanno distrutto un bel pò delle basi italiche con circa 7000 tonnellate di ordigni. Non è stato determinante, ma almeno hanno continuato a combattere, anche se adesso fanno in genere 'solo' 3 missioni al giorno e non più 4 come il primo giorno.
Le perdite italiche sono arrivate a 220 perdite il 1o giorno, 200 il secondo, e adesso sono circa 170, più che altro per la riduzione delle sortite offensive, che da 1080 del 1o giorno e 970 del 2o giorno sono calati a circa 800 (circa 300 prima ondata, 250 nella 2a e circa 250 anche nelle terza). In tutto sono andati distrutti circa 600 aerei italici in appena 3 giorni, alla faccia delle perdite 'ridotte', ma senz'altro migliori della stima precedente, anche se più della metà degli AMX sono andati distrutti nei loro spericolati attacchi.
Considerando che circa 200 aerei sono KO per i danni subiti, anche se formalmente non distrutti, al dunque per l'inizio della 4a giornata saranno già meno aviogetti efficienti di quanto non fossero all'inizio. E certo molto meno potenti, perché già solo i quasi 170 G.91T sono molto meno potenti di altrettanti G.91R che vanno a sostituire.
Gli AMX hanno subito 38 perdite in tutto, inclusi anche gli aerei distrutti al suolo, lanciando circa 100, poi 80 e poi 70 sortite complessive, circa 250 totali, con perdite superiori e fino al 15% complessivo, subendo quindi un duro colpo. Decine di aerei erano stati danneggiati e solo una parte rimessa in servizio entro l'alba del 4o giorno. Avevano attaccato gli aeroporti nemici almeno 31 volte nel 1o giorno, circa 28 nel 2o, e infine altri 22 strike nel 3o giorno, totalizzando 81 missioni di questo tipo, per cui non c'é molto da stupirsi se poi hanno subito così tante perdite, parte delle quali oltretutto al suolo e non in azione. Hanno anche consumato oltre 100 Sidewinder solo considerando i lanci, e altri 80 almeno per le perdite, per cui sono spariti un gran numero di armi, anche più delle perdite degli AMX di per sé. Circa 30 aerei abbattuti con questi missili.
Sarebbe poi possibile ancora mettere sotto pressione i britonni? E' impossibile oramai, sul serio. Malgrado tutti i danni subiti dalla controparte, questi sono ancora reversibili. E il fatto che gli AMX siano riusciti a fare solo in tre giorni il numero di sortite dei Jaguar nel primo giorno, la dice lunga su chi avesse il bastone 'più grosso'.
Finiti questi tre giorni sono arrivati altri aerei di rimpiazzo ma le cose non sono cambiate a sufficienza. Dal 4o giorno c'era più o meno l'equivalente di un gruppo di AMX operativi, anche se nominalmente erano ancora due. Dopo tutte le battaglie lanciate non c'é stato molto modo di eliminare l'aviazione nemica.
***
In tutto, la più pesantemente attaccata delle basi britonne di 3a fascia, nel 1o giorno, ha subito prima 12 AMX, poi altri 6 e infine soltanto 4, totalizzando 22 aerei con un totale di forse 88 bombe, o al massimo 132. Questo contro una base da 5 km di piste e con centinaia di addetti e decine di veicoli per ripararla, mentre le piste sono molto robuste e per giunta hanno molti hangar corazzati per proteggere gli aerei e altri elementi fondamentali, incluse munizioni e carburante. Probabilmente non più di 30 bombe hanno colpito effettivamente le piste e se gli angoli e i metodi d'attacco non sono stati 'suicidi' è chiaro che le avrebbero buttate con angoli d'impatto estremamente piccoli (nessuna penetrazione del manto aeroportuale): è davvero così stupefacente che la base è stata riattata in maniera rapida, vista la superficialità dei crateri? A giudicare dai pochi danni rimediati dall'aeroporto di Stanley (240 bombe, 1200 proiettili e 16 missili durante l'intera guerra, ergo circa 6 settimane, ma mai messo ko se non per poco tempo, e questo con una sola pista da 1.200 metri), direi tutto sommato di no. Le piste non prendono fuoco, non affondano e non esplodono. E se il resto della base è corazzato, è impossibile infliggerle un colpo fatale con così poche armi. Del resto, se nemmeno i bombardamenti a tappeto dei Vulcan hanno messo fuori uso subito e permamentente le basi italiane, perché dovrebbero poche bombe tirate da bassa quota e pesanti la metà? Probabilmente, il massimo numero di ordigni messi a segno contro questa base è stato nella prima ondata, ma se ne hanno portati 48 (o al massimo 72, ma in tal caso con lanci 'toss' molto meno precisi), allora il totale andato a segno è stato probabilmente dato dal fatto che 2/3 degli aerei hanno messo a segno le bombe e che circa la metà di queste ha effettivamente colpito ed è esplosa sulle piste. Anche in questo molto ottimistico scenario, causa una contraerea fortissima e tutt'altro che dormiente (a differenza, per esempio, dei libici di Uadi Dumm, messa KO dai Jaguar nel 1987), avremmo solo 48:2/3:2 = 16 ordigni, uno ogni 330 metri di pista, su 8 strisciate (una ogni 600 metri). Considerando che ci vogliono probabilmente 2 bombe a lato per mettere KO una pista secondaria, e 3 per una principale, effettivamente 16 Mk 82 non sono molta roba. Per interrompere le piste ogni meno di 1 km di distanza ci vorrebbero probabilmente 4 interruzioni (12) su quella principale, e 2 su quella secondaria (altre 4), però devono essere esplose tutte. Una volta che ripari 1-2 crateri dei più facili, hai rimesso nuovamente in ordine la pista. Inoltre è arduo che 3 bombe su 4 vadano a segno per chi riesce a colpire, perché 1/3 di queste tipicamente resta inesploso e quindi per 16 bombe significa che almeno 24 sarebbero andate a segno, sulle 32 degli 8 aerei che sono riusciti a fare l'attacco correttamente. Un pò troppo, a mio avviso.
E questo è il più pesante dei raid italici. Quello successivo è costituito da soli 6 aerei. Applicando un calcolo simile, ma stavolta su sole 24 bombe, ne avremmo appena 8 esplose sul bersaglio. Basterebbero per frustrare i lavori di riparazione? Ho i miei dubbi! Dovrebbero colpire giusto le zone riparare e non c'é modo di sapere quali siano fino allo sgancio delle bombe. Basta che sulla base sia stato riattato, in circa 5 ore di tempo, un paio di tratti di pista e ne venga colpito solo uno, che la base resterebbe operativa persino dopo questo raid! E naturalmente la cosa si ripeterà anche con l'ultimo raid di 4 aerei, dove di 16 bombe ne potrebbero lanciare a segno al massimo, una mezza dozzina. Non è molto davvero e il ripristino dei danni a terra riesce probabilmente, in media, a chiudere un cratere ogni mezz'ora di lavoro (naturalmente vi sono più team in azione contemporaneamente, per cui questa è una media). In 5 ore ne richiuderebbero 10! Il risultato netto è che hanno la potenzialità di chiudere i crateri ad un ritmo fino a 48 al giorno e qui parliamo di appena 28! Ecco come è che va il mondo e perché a mio avviso non ci sarebbe semplicamente la possibilità di chiudere in maniera definitiva questi aeroporti. Probabilmente ci vorrebbero 2-3 ore di tempo per riaprire almeno un tratto di pista breve ma sufficiente per lo scopo. E parliamo di piste con i V-Bombers, non con dei piccoli cacciabombardieri che hanno 3-4 metri di carreggiata anziché 12. Peggio ancora se ci sono i Jaguar o gli Harrier: con questi squadroni (più di 15 unità) non c'é bombardamento che tenga, visto che i Jaguar possono decollare anche sullo sterrato, almeno a carico leggero (e certo possono atterrare allo stesso modo), mentre gli Harrier sono addirittura a decollo verticale e così l'atterraggio (V/STOL). Con i V-Bombers sistematicamente in aria (a parte quelli che per qualche ragione non sono partiti) tutte le volte che arrivano i raid, possono sempre scegliere gli aeroporti dove atterrare, dove non ci sono stati troppi danni o anche aspettare che essi siano riparati (magari sono solo detriti) per atterrare, magari un'ora dopo i raid. O magari sulle uniche due basi aeree che non sono mai state scoperte dalla recce italica.
Che poi anche questo è un dato discutibile: per ottenerlo bisognerebbe mandare gli AMX (o al limite, i G.91Y) a fare decine e decine di incursioni di pura ricognizione, il che significa ridurre largamente il numero di strikers disponibili. Come la mettiamo se per esempio, dei primi 36 AMX andati in azione, 12 siano in realtà inviati come ricognitori (e quindi, inutilizzabili per l'attacco vero e proprio)? Significa calare il numero medio da 9 a 6 aerei per base aerea, e i 12 strikers contro la base di cui sopra sarebbero addirittura il 50% del totale disponibile, lasciandone 'ben' 12 contro la modica cifra di altre 4 basi (3 di 3a e 1 di 2a fascia) sparse sul territorio nemico. Ora, se già 6 aerei sono troppo pochi per mettere (almeno a lungo) KO una base aerea di grandi dimensioni ancora intatta, figurarsi se poi scendono a 6, o peggio ancora, a soli 3 velivoli!
Come si fa ne manca un pezzo. E su 250 sortite belliche, anche se fossero tutte di cacciabombardieri (o in alternativa, solo i 2/3 di queste, ma con 6 bombe per ciascuno anziché 4, il che implica però l'impossibilità di portare anche i serbatoi da 1.100 litri, che paradossalmente sarebbero l'unico modo per arrivare così lontano), si potrebbero portare al massimo 1.000 bombe, non certo poche, ma nemmeno tantissime visto che i bersagli sono una mezza dozzina di basi principali e una buona decina di basi secondarie, suddividendo così il totale in circa 70-80 per base, e questo somministrato in 3 giorni. I V-Bomber, anche se in modalità diversa, riescono a fare di meglio in 1 ora. Considerando che probabilmente il 10% delle bombe andrebbe a segno, significa che ogni squadrone di V-Bomber metterebbe a segno circa 20 ordigni da 1.000 lb, ciascuno dei quali capace di scavare buche colossali e difficili da riparare, simili a quelle -ma più grandi- delle bombe antipista vere e proprie come le Durandal (provate, ma senza alcuna prova di adozione da parte dell'AMI, tanto che solo poche decine risultavano all'epoca comprate per ottimizzarle con gli AMX e i Tornado, ma senza ulteriori notizie sul loro impiego: ''si tratta di un'arma che è stata provata anche dall'AMI e che verrà prodotta su licenza dalla Breda'' - P&D giugno 1992).
E questo con uno stile piuttosto 'prudente' per gli AMX e per gli altri aerei. In altre parole, evitare di attaccare 'costi quel che costi' per non fare la fine di Cocciolone (che tra l'altro era contrario alla continuazione della missione ma non era lui a pilotare il Tornado e gli ordini erano 'ordini') e disimpegnarsi in caso di rischi eccessivi. Dal canto loro, io conto gli AMX perché gli altri aerei italici, almeno da un punto di vista puramente qualitativo, sono talmente 'nulli' che non meritano molte parole. Il fatto stesso che i G.91R, di fatto, non possano raggiungere con qualsiasi carico bellico esterno le basi britonne, da solo dice molto e anche di più (anche operando da fuori delle basi, non devono comunque essere molto distanti da queste, visto che restano assegnati ad una certa aerea di operazioni e fascia operativa e comunque possono abbandonare la base solo quando è fuori uso, del resto operare senza alcuna copertura ambientale non è poi così figo visto che ti possono vedere da 6.000 metri e attaccare senza nessuno sforzo una volta che sei 'fuoricampo', per referenze vedi la fine del gruppo di elicotteri argentini alle Falklands nel 1982, oppure quella dei due ultimi gruppi da caccia Macchi a Korba, Tunisia, maggio 1943, quando vennero molto comodamente distrutti dai mitragliamenti degli Spitfire). Che poi i Macchi siano a loro volta costretti ad usare solo una parte del loro carico bellico è un altro corno del problema e non di poco conto, così come che persino un vecchio Blowpipe possa abbatterli (altra cosa vista alle Falklands).
IN DEFINITIVA, anche migliorando il rating dell'efficienza dei velivoli italici e/o peggiorando quello delle difese britonne, è difficile immaginare un outcome differente da quello che è stato già preventivato. Solo un pò più lungo e sofferto, al limite.
Anche se queste perdite italiche qui valutate (e gli AMX sono meno della metà del totale perso nell'altra versione...) fossero spalmate in 4 o 5 giorni (su uno dei modelli studiati, gli AMX addirittura dismettono gli attacchi contro la 3a fascia solo a metà del 5o giorno) non cambierebbe molto, alla fine i britonni avrebbero vinto comunque. Cambia niente rispetto alla versione originale stabilita? Presumo di no.
Dopo 5, 6 o anche 10 giorni, alla fine l'aviazione italica sarebbe stata ridotta all'impotenza, è praticamente impossibile per essa poter eliminare l'aviazione nemica in maniera più o meno permanente e poi 'sistemare' l'esercito.
E questo li avrebbe portati alla sconfitta prima o poi. Solo questione di tempo. Come sempre.
A questo punto si potrebbe soltanto pensare, seriamente ad un'altra 'versione della Storia'. Ho stabilito che, causa enorme disparità qualitativa prima ancora che quantitativa, il campo britonno avrebbe una molto superiore probabilità di successo rispetto agli italiani.
Adesso, però, ci si potrebbe chiedere se non siano gli italiani ad avere una possibilità di ribaltare la situazione e vincere la competizione per la superiorità aerea.
Effettivamente, non è impossibile che questo possa accadere. Gli italiani hanno pur sempre 990 aerei di prima linea, che è una vera armata (la 'vera' aeronautica italiana ne aveva poco più di 300 persino al suo massimo fulgore nel corso della Guerra Fredda, ovvero negli anni '80). E gli aeroporti nemici sono dopotutto, soltanto 35, quindi perché non provarci? Dopo tutto, facendo una suddivisione molto grossolana, sarebbero circa 30 aerei per ciascun singolo aeroporto, pari ad oltre due gruppi contro ciascuna base.
Ma questo è fattibile, nel mondo reale?
Anzitutto, gli italici dovrebbero arrivare sul bersaglio. La cosa non è così semplice come sembra, con il nemico distante fino a quasi 500 km dal confine.
L'attacco dovrebbe essere quindi sferrato in maniera davvero audace, visto anche il tipo di aerei disponibili. Il problema è che non sarebbe fattibile un successo totale. L'esempio migliore è quello dell'aviazione israeliana del giugno 1967. Ma questo raid aereo fu possibile per varie ragioni:
1- disperazione: gli israeliani sapevano di essere troppo inferiori numericamente e che non avrebbero vinto una guerra d'attrito; non solo, ma percepivano l'ostilità araba come imminente minaccia contro di loro. In realtà non era proprio così, anche se la tensione c'era e pare, appena pochi giorni prima erano stati propri gli egiziani a preparare un attacco generale contro l'aviazione israeliana, rimandato all'ultimo minuto. Ignari di questo, gli israeliani percepirono solo l'aumento di attività dell'aviazione nemica e ne ricavarono l'imminenza di un attacco, che in realtà non ci sarebbe mai stato...
2- intelligence: gli israeliani, malgrado la scarsa o dubbia capacità di comprendere gli eventi dentro le forze armate egiziane (errore, che in maniera opposta, faranno anche poi, 6 anni dopo, ma stavolta non percependo l'attacco egiziano ben programmato contro di loro!), avevano una grande capacità di schedare e valutare le forze aeree, seguendo addirittura gli spostamenti dell'ultimo minuto di reparti aerei egiziani da una base all'altra, e selezionando gli obiettivi più importanti come prioritari, a cominciare dalle posizioni dei bombardieri egiziani, ma cercando al contempo di evitare che gli aerei meno recenti attaccassero le basi provviste di MiG-21, anche se non sempre fu possibile.
Anche se va detto che il 1967, che per il MiG-21 iniziò male con 7 (o 5?) aerei abbattuti durante l'operazione Bolo contro il Vietnam, continuò peggio perché, mentre i vietnamiti stavano appena riprendendosi dallo scacco subito a gennaio, mesi dopo gli israeliani cominceranno ad abbattere i MiG-21 siriani, e poi durante la guerra, a distruggere un gran numero di Fishbed direttamente sulle loro basi, oltre a pochi superstiti distrutti in battaglie aria-aria.
3- sorpresa: tutto si può dire dell'attacco israeliano, fuorché esso abbia avuto un nemico attento dall'altra parte. E' come se una squadra si presenta sul campo da gioco prima che arrivino gli avversari e comincino a fare gol a porta vuota. E questo sia considerato, di fatto, regolare dall'arbitro.
4- audacia: anche questa è una cosa che fa capire bene di come la fortuna aiuti, per l'appunto, chi osa di più. Non sempre, ma spesso sì. Il 'rischio calcolato', vecchia e amata teoria usata ampiamente da Rommel, è stata ulteriormente arricchita dal capitolo in cui una forza aerea concepisce e attua un piano con l'impiego offensivo di oltre il 90% della sua prima linea. Per l'Operazione Moked vennero lanciati circa 180 aerei israeliani, e soltanto 13 (tra cui un fondamentale MiG-21 portato da un disertore irakeno, ampiamente usato per verificarne pregi e difetti da parte israeliana), rimasero in difensiva. Se fossero stati di più avrebbero indebolito in misura inaccettabile le ondate d'attacco. E così si puntò tutto, ma proprio tutto, sulla possibilità di eliminare contrattacchi semplicemente distruggendo tutti gli aerei nemici al suolo al primo colpo, o quanto meno immobilizzandoli per il bombardamento delle piste.
E questo fatto era ancora più incredibile se si considera che gli egiziani non erano affatto soli: i siriani, irakeni, giordani e pure altre forze minori come l'aviazione algerina, erano pronti ad entrare in battaglia, tanto che irakeni e siriani effettivamente attaccarono gli aeroporti israeliani. Fu solo allora che le forze aeree giordane e siriane vennero bersagliate dall'aeronautica israeliana e -a differenza dei deboli e confusi loro raid aerei su Israele, anche stavolta l'aviazione israeliana raggiunse lo scopo di annientare il nemico.
Gli israeliani ottennero un successo sicuramente al di sopra delle loro speranze, e subiro molte meno perdite delle loro peggiori previsioni: solo 9 velivoli della prima e fondamentale ondata vennero distrutti (il 5%).
E così vinsero la superiorità aerea, che poi sarebbe servita anche ai loro più vecchi cacciabombardieri (come gli Ouragan e persino addestratori armati come i Magister), di sciamare senza troppi problemi sulle teste impotenti degli arabi. A quel punto poterono battere anche gli eserciti nemici in pochi giorni, tanto che al 4o c'erano già le condizioni per la resa degli egiziani!
Questa è la terribile potenza dell'aviazione moderna. E se è per questo, i tedeschi lo dimostrarono già nei grossi e truculenti successi che ebbero nel 1939-41 ai danni di Polonia, Francia, Inghilterra e sopratutto, Unione Sovietica, che in un solo giorno (22 giugno 1941) si vide distrutti circa 1.800 aerei dagli 'alleati' tedeschi.
Gli arabi se la cavarono con circa 300 velivoli inceneriti. Però non avevano margini di manovra per fermare gli israeliani e dovettero arrendersi in fretta. Gli israeliani, a loro volta, non ebbero un pasto realmente 'gratis', perché se è vero che ottennero circa un 5:1 sugli avversari anche durante le battaglie aeree (e questo, malgrado fossero gli arabi ad essere largamente muniti di missili aria-aria, mentre gli israeliani si affidavano quasi esclusivamente ai cannoni da 20 e 30 mm), è anche vero che persero oltre 40 aerei e venti piloti durante quei sei giorni di guerra. Circa il 20% dell'aviazione israeliana, costituita da un'accozzaglia di caccia francesi (tra Ouragan, Mystere, Super Mystere, Mirage IIIC e Vautur), andò distrutta e certo molti altri aerei vennero danneggiati in qualche misura. Solo che, gli arabi avevano perso quasi totalmente le proprie forze aeree e quindi non poterono giovarsi della 'riduzione' delle capacità aeree israeliane.
5- Incompetenza (sia da una parte che dall'altra).
Per capire quanto gli arabi fossero stati devastati dagli israeliani, e sopratutto, PERCHE' accadde, forse nulla di meglio della narrazione di un testimone di quei primi, drammatici minuti di guerra.
Un ufficiale indiano ha raccontato al proposito una gustosa storia, anche se certo non con tanta nostalgia dei suoi anni più verdi. Era il 5 giugno 1967, un aeroporto egiziano. Lui era lì come parte della missione indiana per collaborare con i tecnici locali nello sviluppo di un nuovo motore a reazione destinato al Marut indiano. Il testbed era un grosso Antonov An-12 con il motore sistemato sotto un'ala. Quella mattina arrivarono gli aerei israeliani e attaccarono. Prima giunsero i Mirage e bombardarono la pista. Allarme rosso, ma troppo tardi. Dopo avere causato buchi sulla pavimentazione, fu la volta degli aerei parcheggiati tutt'attorno. C'erano MiG-19 e MiG-21 pronti al decollo, non molti, ma c'erano. E se fossero stati in aria, sarebbe stato molto meglio. Ad un certo punto lui e gli altri della missione indiana, erano dentro una palazzina e videro i Mirage. Ma lui pensò saggiamente: sono qui per gli aerei, non sprecheranno colpi contro gli edifici. E fu così che accadde. Prima le bombe che craterizzarono le piste. Poi i Mirage tornarono e come 'in una sessione di tiri al poligono' mitragliarono gli aerei parcheggiati uno per uno, e il fatto che fossero pronti al decollo non fece che peggiorare le cose, perché essendo pieni di cherosene, esplosero in fiamme. L'unico che se la cavò fu proprio l'Antonov 12. Grondava cherosene dai serbatoi squarciati, ma seppur ferito, non aveva preso fuoco e così si salvò. E quando, dopo bombe e mitragliamento, i Mirage se ne andarono, a quel punto -e solo allora!- la contraerea iniziò a sparare. In assenza di ordini precisi, continuarono per 45 minuti, riversando nell'aria incolpevole migliaia, o decine di migliaia, di proiettili del tutto inutili. Evidentemente i serventi della contraerea erano stati sorpresi totalmente fuori dai posti di combattimento, non riuscirono ad andarci durante l'attacco, e alla fine dell'inferno raggiunsero le armi e cominciarono a sparare. Ecco un esempio di come le difese aeree possono essere gabbate, ma sopratutto non c'é numero di armi che tenga di fronte a questo tipo di impreparazione tattica. Potevano essere 10, 100 o 500 cannoni antiaerei, ma non avrebbero mai funzionato senza i serventi ai loro posti. O forse con i serventi ai loro posti, ma troppo timorosi di sparare per non essere a loro volta mitragliati (eventualità non improbabile, ma che forse avrebbe salvato qualche MiG).
L'opposto è apparentemente accaduto il 6 ottobre 1973, con l'inizio della Guerra del Kippur. L'aviazione egiziana, almeno stando alle fonti israeliane, si presentò con ben 7 sezioni da 4 aerei l'una, tra MiG-21 e MiG-17. Craterizzarono le piste, ma non riuscirono ad impedire a due Phantom di decollare appena prima che accadesse. Ebbene, secondo gli israeliani, questi due soli caccia, pur circondati da aerei egiziani, si diedero tanto da fare da ricordare in un certo senso i due celebri P-40 di George Welch e friend, che rivendicarono una mezza dozzina di vittorie aeree durante l'attacco disastroso su Pearl Harbour il 7 dicembre 1941. C'erano molti aerei di questo tipo, ma quasi tutti vennero distrutti prima di decollare. Tranne questi due.
E così accadde con i due Phantom israeliani, che insieme rivendicarono ben 7 aerei egiziani nei minuti successivi al decollo. Riuscirono cioé ad infliggere la perdita del 25% degli attaccanti. Ritrovatisi senza alcuna riserva di carburante (il post-bruciatore costa caro), dovettero atterrare sullo stesso aeroporto, e riuscirono a farlo pur con la pista craterizzata, evitando le 'buche' lasciate dagli egiziani.
Questo dimostra come in caso di attacco, sia sempre meglio farsi trovare con i caccia in aria che a terra, senza speranza.
Tra l'altro, gli aerei israeliani furono gli unici protagonisti delle vittorie rivendicate. Infatti, la contraerea da terra evitò di sparare perché temeva di colpire i propri caccia. E non era contraerea da poco, c'era una batteria di HAWK. Addirittura, ad un certo punto, un MiG-17 era diretto proprio su questo prezioso target, e il Phantom, per ringraziare dell'attenzione -che stava per costare caro proprio alla batteria missilistica- contrattaccò il MiG e lo abbatté prima che potesse colpire la batteria stessa. Pensa te come va il mondo! Questo fatto, comunque sia, ci dice quanto possa essere non propriamente triviale coordinare le difese aeree con i caccia intercettori, nel 'caldo della battaglia' e con la 'nebbia di guerra' può accadere di tutto, e non necessariamente a vantaggio di una parte soltanto. Però una cosa è sicura: se hai dei combattenti preparati ed indipendenti, sapranno far fronte a situazioni impreviste in maniera tale da evitare i problemi che altri non riuscirebbero a superare. Per dare un esempio concreto, i due Phantom decollarono senza avere avuto ancora l'autorizzazione, solo perché c'erano stati dei segnali d'allarme (stavolta erano gli egiziani che colpivano per primi, con ben 222 aerei in azione contro gli aeroporti del Sinai) che rendevano molto probabile l'arrivo degli aerei egiziani anche contro questa base aerea israeliana.
Probabilmente, gli aerei israeliani contro i MiG-17 rappresentano qualcosa di importante anche per il nostro wargame. Se l'abbattimento della squadriglia di Jastreb nel 1994, da parte degli F-16, rappresenta probabilmente la fine che ci si potrebbe aspettare nelle battaglie tra Macchi e caccia intercettori ben armati, questa battaglia aerea potrebbe rappresentare l'esito di un analogo incontro tra caccia moderni e Fiat G.91R, visto che se Jastreb = Macchi, G.91 = MiG-17 (i MiG-21 ebbero un ruolo effettivamente marginale nella battaglia del 6 ottobre).
A loro volta, gli attacchi aerei israeliani di contro-aviazione ebbero presto luogo, ma senza sorpresa stavolta. Gli aerei egiziani erano già in aria, oppure erano relativamente al sicuro perché anziché le piazzole con le pareti antischegge, c'erano dei veri hangar corazzati, anche se di tipo rudimentale (per esempio, senza porte blindate, costose e pesanti). Per cui era difficile colpirli al suolo. D'altro canto, anche colpire le piste non era facile, perché stavolta la contraerea c'era ed era efficace. Così di fatto gli attacchi israeliani nel 1973, pur con aerei ben più potenti dei Mirage e Mystere, non ebbero minimamente lo stesso successo di quelli del 1967. E l'aviazione egiziana non venne messa fuori uso, ma continuò a combattere (a dire il vero senza grossi successi) fino alla fine della guerra.
Sempre durante quei giorni accaddero anche dei piccoli o grandi rovesci per gli stessi israeliani. Uno di questi fu l'infame attacco alla USS Liberty, del quale la marina americana si ricorda a tutt'oggi. Un'azione largamente premeditata, che è a tutt'oggi fatta passare spudoratamente per 'errore' dovuto evidentemente alla comodissima 'nebbia di guerra'. Un errore che ha portato ad identificare una nave irta di antenne di telecomunicazioni, procedente a 5 nodi, come un cacciatorpediniere in fuga a 30 nodi, oppure come una nave trasporto cavalli (!) egiziana. E' probabile che la Liberty NON dovesser comunque essere lì, e che abbia ignorato l'ordine di allontanarsi dalla zona di guerra, come stava facendo la 6a flotta americana. Ma anche così, come si spiega che sia stata 'contattata' con passaggi a bassa quota di almeno una mezza dozzina di aerei, tra cui un lento Noratlas che virò attorno alla nave a breve distanza pur di identificarla? E questo in una splendente e soleggiata giornata di quasi estate mediterranea, mica nei bui mari artici! E si giunge all'assurdo dicendo che la nave da un lato stava 'fuggendo' ad alta velocità, dall'altro che i Mirage (che sorvolarono diverse volte la nave prima di attaccarla) non potevano identicare la bandiera americana (già di per sé così 'banale', un pò come distinguere tra quella messicana e italiana...) perché era 'afflosciata' (eh già, ovviamente la nave stava correndo sì, ma sottovento!). Comunque sia, gli americani accettarono le scuse israeliane e buona notte. Del resto, accettarono anche le scuse irakene quando esattamente 20 anni dopo colpirono la USS Stark. Ma almeno in questo caso, si trattò di una identificazione solamente radar e gli irakeni non avevano nessuna ragione per attaccare gli amici americani in maniera intenzionale.
Ad ogni modo, se dopo la guerra Israele venne messo sotto embargo dai francesi, in compenso diventò spregiudicatamente alleato di ferro degli USA e cliente delle loro armi, tanto che l'aviazione 'francese' del 1967 diventerà a tutti gli effetti un duo USAF/USN nel 1973 e oltre.
Ma se questo 'errore' non pregiudicò la posizione israeliana (grazie alla non scontata capacità di persuasione della lobby ebraica nel congresso americano), un altro errore, stavolta, non poté essere evitato, anche se infinitamente più piccolo e ben dimenticato. In realtà non si trattò nemmeno di un errore. Solo che, stavolta, semplicemente il nemico non aveva l'anello al naso.
E fu così che quando gli israeliani attaccarono la base irakena H-3, dall'altra parte trovarono un quartetto di Hunter disposti a vendere la loro pelle a caro prezzo. Erano guidati da vari piloti musulmani. Uno di loro era un ufficiale pakistano che aveva, già il primo giorno, abbattuto un caccia israeliano mentre era ai comandi di un Hunter giordano. Poi arrivò l'aviazione israeliana e distrusse tutti gli Hunter sulle loro basi. Lui era stato appena portato alla base irakena arretrata e l'allarme già scattava anche contro di loro.
Non era una grande formazione: solo 4 Vautur con 2 Mirage di scorta. I 4 Hunter decollarono grazie al servizio d'informazioni che segnalava la formazione in rotta d'avvicinamento. I 10 jet si azzuffarono pesantemente e solo 6 sopravvissero. Ma a sorpresa, di questi ben 3 erano arabi.
Fu sempre quello stesso pilota che riuscì, con il suo Hunter, ad abbattere uno dei Mirage di scorta. Era stato letteralmente il suo sogno, mesi prima aveva avuto questa specie di premonizione e il giorno dopo i suoi colleghi si misero a discutere con lui sui particolari dell'abbattimento onirico ma ben lucido, del Mirage. E adesso lui era diventato uno dei 4 soli piloti ad avere abbattuto un Mirage durante la guerra dei sei giorni (a dire il vero, pare che uno degli altri tre sia andato perduto per via dei rottami dell'aereo che aveva appena abbattuto e gli era esploso davanti...). Ma non finì qui: di lì a poco, spronato dai controllori, riuscì anche a migliorare il sogno premonitore, mandando a schiantarsi anche un bireattore Vautur, l'aereo d'attacco più potente dell'aviazione israeliana. Un altro venne abbattuto dagli altri Hunter, mentre l'altro Mirage vendicò il compare abbattendo un Hunter con il suo giovane pilota, caduti -ironia della sorte- su di un vecchio serbatoio di petrolio irakeno (vuoto, presumibilmente).
E così fu, che in questa sola missione l'aviazione israeliana perse il 25% di tutti i suoi aerei distrutti in combattimento aria-aria. E più in dettaglio, perse ben il 50% degli attaccanti, sia tra i bombardieri che tra i caccia di scorta. E per giunta, i 4 difensori ebbero una sola perdita e quindi ebbero un rateo di distruzione pari alla metà di quello subito dagli israeliani.
In tutto questo, non pare che la contraerea irakena ebbe un ruolo di particolare rilievo. Il campo fu comunque colpito, ma non in maniera tale da metterlo fuori uso. La missione, dunque, era sostanzialmente fallita. Ah, l'ufficiale pakistano, a sua volta, ha avuto accreditati il 25% di tutti gli aerei israeliani abbattuti in combattimento durante l'intera guerra! Tra l'altro, in seguito avrebbe anche abbattuto un aereo indiano, riuscendo così ad abbattere aerei nemici combattendo sotto tre bandiere diverse, evento più unico che raro dal dopoguerra, specie considerando soltanto i jet.
E questo era ancora una volta, un chiaro segno di come combattere anche rischiando, sia meglio che restare a terra ignari del pericolo. Solo in situazioni di assoluta supremazia nemica si potrebbe accettare la passività, ma non dimentichiamo che nel 1991 l'Irak riuscì ad abbattere un F-18 (tramite un caccia MiG-25), fatto a lungo negato dagli americani (che si appellavano al solito SA-6 'distruttore'). E se avessero programmato attacchi aerei concentrati sulle basi avanzate dei Marines, avrebbero sicuramente fatto strage di Harrier ed elicotteri, causando chissà quali problemi agli 'alleati'.
Nel 1999, invece, i Serbi riuscirono a fare solo da bersaglio e nel 2003 gli irakeni preferirono seppellire la loro aviazione piuttosto che mandare gli aerei in aria. Del resto Saddam non era per niente sicuro della fedeltà dell'arma aerea, tanto che un MiG fu abbattuto dai suoi pretoriani appena prima che bombardasse una residenza vacanziera dove era alloggiato il presidente. A parte le truci persecuzioni seguite, Saddam mise alfine a terra tutta l'aviazione mentre si avvicinava la (insensata) resa dei conti con il clan Bush. Sono già passati 15 anni da allora, è tutto diventato Storia e polvere, come è l'Irak attuale e 'liberato'.
Insomma, ci si potrebbe chiedere se in questo caso gli israeliani.... err... gli italici potrebbero ripetere il 'miracolo'.
Beh, francamente... NO. Non in quel modo, quantomeno!
Anzitutto, cosa avrebbero fatto gli israeliani se nel 1967, avessero dovuto attaccare un'aviazione della quale conoscevano la posizione di soltanto 10 aeroporti, ignorando -o comunque non avendo autorità di attaccare- altri 25 campi secondari, che tuttavia da soli avevano quasi la metà dei reparti aerei nemici?
E' arduo immaginare che avrebbero risolto qualcosa, almeno in maniera risolutiva, se non avessero potuto attaccare tutti i campi di prima linea nemici, già nella prima ondata! Il rischio di essere bombardati subito dopo il rientro alle proprie basi sarebbe stato troppo grave. Certamente avrebbero potuto poi attaccare anche queste basi aeree, ma PRIMA, dovevano localizzarle. Il che significa dover spendere molte sortite dei loro relativamente pochi aerei, per riuscire a localizzare gli aeroporti nemici.
Come se non bastasse, il fatto stesso che circa la metà dei reparti nemici sarebbe sicuramente sfuggita alle loro attenzioni 'preventive', avrebbe sicuramente spinto a non esagerare con le ondate d'attacco e conservare molti più aerei per la difesa da parte di un'incursione massiccia che inevitabilmente ci sarebbe stata. Si dice che i tedeschi, del resto, nel giugno 1941 attaccassero inizialmente sopratutto le basi da caccia per spingere poi i bombardieri a reitare l'attacco, ma senza scorta, e finire così abbattuti, assieme ai loro preziosi equipaggi, dai caccia tedeschi che nel frattempo si sarebbero riforniti. Un 1-2 che è come segnare in contropiede su di un avversario già 'bucato' poco prima e ancora confuso sul da farsi.
Gli israeliani avrebbero potuto fare lo stesso? Se avessero dimezzato gli aerei d'attacco e per giunta, avessero dimezzato anche l'ondata d'attacco, ripartendola nei cacciabombardieri veri e propri, e per la metà, in caccia di scorta (sicuramente necessari non sapendo dove fossero i reparti nemici, che tuttavia ben difficilmente sarebbero rimasti inerti mentre le basi principali venivano bombardate), e ovviamente, ricognitori per localizzare le altre basi secondarie, non note prima dell'azione.
Questa mancanza di conoscenza avrebbe dunque reso particolarmente gragile il piano Moked/Focus già prima dello svolgimento e probabilmente avrebbe reso impossibile un tale piano persino in forma ridotta, visto che non sarebbe stato risolutivo.
Poi, bisogna dire che gli israeliani avevano degli aerei tutto sommato superiori rispetto al grosso dei velivoli nemici, specialmente i circa 60 Mirage IIIC erano sensibilmente migliori dei MiG-21. I missili di questi ultimi non preoccupavano molto, perchè a bassa quota, in duelli manovrati e per giunta su terreni molto caldi come quelli desertici, i vecchi missili di 1a generazione -anche se all'epoca moderni- avevano molte difficoltà a colpire, certo molte di più dei cannoni dei Mirage, come ampiamente dimostrato. Sopratutto erano migliori i piloti stessi, perché gli israeliani avevano una preparazione e un'indipendenza di giudizio molto superiore rispetto agli impacciati arabi che volavano sotto ferreo controllo aereo da terra, in stile sovietico (che in teoria funziona al meglio, ma in pratica non sempre è fattibile). Non c'era da parte nemica un chiaro elemento di superiorità qualitativa, dunque, caso mai questo lo possedevano gli israeliani. I missili arabi, nonostante in teoria fossero un elemento vantaggioso per loro, si dimostrarono illusori perché sia gli aria-aria Atoll che i SAM SA-2, a bassa quota erano pressoché inutilizzabili e gli israeliani lo sapevano bene, così attaccarono radenti e salirono in quota soltanto vicino ai bersagli, quando era troppo tardi ed erano praticamente già entro la portata minima dei missili antiaerei, per cui non era praticamente possibile spararagli.
Infine, bisogna dire che le missioni erano 'fattibili', c'era il raggio d'azione e anche il numero di velivoli era adeguato per la maggior parte delle basi aeree nemiche da attaccare. Basti pensare che alcuni aeroporti egiziani erano in Sinai ed erano entro i circa 180 km (100 NM) dal confine israeliano. Le stesse basi del Cairo erano a circa 200 NM (370 km) di distanza da Israele (2a fascia?). Solo alcune di esse erano presenti anche a distanze di oltre 500 km dal confine (3a fascia :D?)
Aggiungendo a questo, oltretutto, un altro elemento, quello multi-arma, si ottiene un quadro d'insieme ancora più impressionante. A terra, infatti, gli israeliani erano nominalmente più deboli dei loro nemici e vicini, ma non poi tanto più deboli di loro. Il loro esercito era inferiore, ma non di moltissimo, soltanto a quello egiziano, mentre era nettamente superiore rispetto a quello giordano, siriano, libanese, e al corpo di spedizione di quello irakeno. Nell'insieme la superiorità araba, oltretutto frazionata in tanti settori e fronti che non si coordinavano tra di loro, era più apparente che reale.
Tutto questo, invece, nel caso del wargame ITA-UK non esiste. Infatti l'esercito britonno non è che è sensibilmente superiore a quello italico, è decine di volte superiore! L'unico elemento di inferiorità è l'artiglieria, non una cosetta da nulla, ma da sola non certo sufficiente per ribaltare la situazione: con 40 carri armati contro 4.000, quale miracolo potrebbe darti mai la vittoria?
E le difese aeree nemiche non sono affatto disprezzabili anche a livello tattico, per cui non è che gli aere italici possano dedicarsi alla distruzione sistematica dei bersagli terrestri, senza doversi curare delle perdite e dei problemi che la flak da terra gli causerebbe comunque, anche se fossero riusciti a far 'sparire' totalmente l'aviazione nemica, e ovviamente, a farlo con minime perdite.
Ragionando per assurdo, insomma, gli italici dovrebbero attaccare massicciamente le basi aeree nemiche e metterle KO.
Dopo avere conquistato la supremazia aerea inchiodando i grossi aerei britannici a terra, dovrebbero eliminare le forze aeree di terra supportando le proprie (magre) forze di terra avanzando in territorio nemico e sconfiggendo i 'bruti' fino alla loro disfatta totale.
Sulla carta sembra fattibile, ma lo è veramente?
1- Sull'effettiva potenzialità numerica dell'aviazione italica:
Abbiamo già detto che hanno 990 aerei di 1a linea, per cui la cosa è possibile. Ma non è così facile come sembra.
Anzitutto, gli aerei efficienti sono soltanto 660. Perché? Per via del fatto che questo è il numero statutario di ciascun gruppo. Gli altri 6 sono aerei di riserva o al limite, degli 'spare' con cui sostituire gli aerei guasti pronti per la missione, o addirittura accompagnarli fin verso il confine (ovviamente parliamo di missioni offensive) ma non oltrepassarlo, e certamente non attaccare obiettivi strategici. Nel caso dei caccia intercettori è più difficile dire cosa siano questi velivoli 'di riserva' visto che restare nel proprio confine è quello che si presume che facciano anche i velivoli mandati davvero in missione. Ma al più, si potrebbe dire che gli aerei pronti (2 o 4?) ma non considerati nella 1a linea del gruppo, sarebbero semplicemente quelli che servono per sostituire i caccia che non fossero capaci di decollare o di continuare ad eseguire la missione (pattugliamenti difensivi). Certo è che in pratica, è assai probabile... che decollerebbero, su allarme, più dei 12 aerei 'nominali', a meno che il numero dei 'ricambi' non sia paragonabile a quello dei velivoli 'guasti'. Però in pratica si fa considerare che tutti gli aerei inviati davvero in missione siano 12 per gruppo o squadrone, e gli altri stanno in riserva pronta all'uso. Non c'é molto di che meravigliarsi, del resto: anche nella RAF, per dirne una, all'inizio della guerra gli squadroni avevano 12 aerei ciascuno, ma questo non impediva che quasi 200 Spitfire fossero assegnati ad appena 9 (e poi 11, visto che c'erano due unità in addestramento) squadroni all'inizio della guerra. Come mai, visto che al limite, dovevano essere 108 o 132? Perché evidentemente c'erano anche aerei di riserva, pronti per le necessità operative a sostituire velivoli guasti, danneggiati o sfasciati più o meno totalmente.
Questo vale anche per i britonni, ovviamente. Il loro unico ma non trascurabile vantaggio è che hanno parecchi reparti di 2a linea in più, ma non è così terribile come sembra.
2- Sull'effettivo numero di aerei lanciabili in azione.
Discorso già visto prima, ovviamente. Ma qui facciamo lo spaccamento in quattro anche dei capelli più minuti, quindi specifichiamo meglio. Se hai solo 10 aeroporti noti su 35, un attacco a 'sorpresa' su larga scala, con lo scopo di annichilire il nemico, è impossibile per definizione. Al più puoi dimezzarlo, ma è sufficiente per raggiungere il tuo scopo?
E se poi comunque sia, hai il nemico che è in aria e ti attacca, con che ti difendi? Questa non è la Guerra dei Sei Giorni, e nemmeno l'Operazione Barbarossa, entrambi i contendenti iniziano a battagliarsi tra di loro solo dopo il fischio iniziale, come se fosse una partita. Non solo, ma ci sono anche finestre ben precise per portare gli attacchi, il che significa da un lato semplificare, dall'altro complicare le cose. Semplificarle perché in tal modo nessuno dei due contendenti può sorprendere l'altro coi pantaloni abbassati. Complicarle perché nessuno dei due contendenti può sorprendere l'altro con i pantaloni abbassati. E' un match più che una guerra, ma va combattuto in questo modo, pena l'incenerimento di chi ha agito oltre le regole, tramite meteoriti provenienti dallo spazio profondo o qualsiasi altra calamità a cui nemmeno il più scafato dei militari può sperare di sopravvivere.
Quindi, fare come gli israeliani non sarebbe possibile. Nemmeno loro avrebbero detto: hey, domattina alle 6 dobbiamo iniziare la guerra, dai andiamo e distruggiamo tutti gli aeroporti egiziani lasciando 4 gatti a guardia dei nostri anche se loro saranno in aria più o meno come noi e nello stesso tempo, solo il doppio più numerosi.
No, certo che no. Non avrebbero mica mandato il 90% della loro aviazione in azione offensiva in un tale caso!
Per giunta, nelle azioni offensive gli italici avrebbero dovuto consumare tanto carburante anche per cercare le basi secondarie nemiche, che tra l'altro fanno anche da supporto alternato per quelle principali. Ma farlo volando a 10.000 metri è un conto, farlo volando a 30 metri è un altro. A parte che consumi più del doppio, ma il problema è che semplicemente non hai il campo visivo per ottenere quel che vuoi. A 30 metri, un G.91R in missione potrebbe, per esempio, percorrere sui 600 km con i serbatoi da 260 litri, ed eseguire una missione di ricognizione che, poniamo il caso, si estende per circa la metà del percorso fatto, in territorio nemico. Questo significa probabilmente vedere su distanze di circa 10 chilometri su ciascun lato. 300x20 = 6000 kmq. Non è nemmeno male, ma il territorio nemico è 500.000 kmq, una via di mezzo tra Francia e Spagna. E' dura localizzare gli aeroporti nemici con un territorio così grande da vedere! Mentre un aereo a 10.000 metri potrebbe verificare una superficie almeno 10 volte maggiore, se non addirittura 50-100 volte maggiore, visto che da lì a 400 km di campo visivo su tutti i lati, o detto in altri termini, potrebbe con una singola occhiata vedere praticamente tutto il territorio nemico (ed effettivamente, un AWACS può davvero fare una ricerca del genere con il suo radar...).
Quindi, per cercare questi aeroporti nemici dovresti volare tanto, e volare però a bassa quota, visto che più in alto ci sono i SAM come i Bloodhound e i cacci Lightning bisonici, quindi non c'é molto da sperare se non si vola radente al terreno, come ben illustrano i sudafricani.
Poi c'é il discorso del numero duro e puro di aerei italiani da mandare in azione: quandi sarebbero? Abbiamo già visto che i 990 velivoli di 1a linea si riducono a 660. C'é da meravigliarsi se poi io stimavo in circa 300 (a far tanto) gli aerei italiani da mandare in azione offensiva? Direi di no!
A parte il fatto che i britonni arriverebbero con ancora più aerei, forti del fatto che i loro velivoli possono stare a quote molto maggiori, hanno maggiore raggio d'azione e volano più veloci, il che al contempo gli darebbe meno esigenza di caccia di scorta rispetto a quelli italiani...
... il problema è che gli aerei italici dovrebbero sforzarsi un minimo sindacale anche a difendere le proprie basi. Del resto che ne sanno se il nemico arriverà con i V-Bomber attaccando da 14.000 metri di quota (o comunque sopra i 12.000, quindi di fatto fuori da ogni ipotesi di intercettazione italiana), oppure attaccherà con i Jaguar o i Buccaneer volando radente al terreno?
La risposta è che non si può sapere davvero. E però, nel caso almeno dei Jaguar o Buccaneer, si può provare a complicargli la vita. Ma come fai se non hai almeno un gruppo di intercettori, per quanto scalcagnati, da tiragli contro?
Si potrebbe davvero ignorare i V-bombers che tra l'altro, molto probabilmente mapperebbero anche il territorio per cercare le basi italiane secondarie, forti del fatto che tanto i G.91 non hanno bisogno di 'basi' e anche gli altri aerei italiani possono decollare su spazi molto corti e così per l'atterraggio? Ma davvero si potrebbe lasciarsi radere al suolo una base principale dietro l'altra, senza tentare nemmeno di difenderle?
Quanto alle difese di terra, a parte qualche mitragliera MG ci sarebbe ben poco, ovvero una batteria di Spada-Aspide per base. Intendiamoci, sono ottimi missili, ma l'esperienza insegna che la loro utilità è inversamente proporzionale alla loro immobilità tattica. Piazzati al centro della base da difendere, probabilmente verrebbero eliminati già dai V-Bombers con il carpet bombing (300-400 bombe da 1.000 libbre, tanto per dire, per ciascun squadrone). E' facile, basta distruggere o mettere KO la centrale radar, oppure i collegamenti via cavo per le sezioni missilistiche. E il gioco è fatto, la potenza degli Aspide neutralizzata da apposito antidoto. Inoltre, se questa batteria viene messa a confronto con un singolo avversario è un conto, se è uno squadrone è diverso! Le sezioni sono in genere solo tre, e ciascuna può ingaggiare un singolo bersaglio per volta. Se attaccano in 12, quanto gli ci vorrà per abbattere gli avversari? Inoltre, non è che questi stiano lì a prenderle. Gli Aspide hanno 15-20 km di gittata, per cui teoricamente possono tenerli sotto tiro per almeno un minuto di tempo, ma questo sarebbe possibile nella realtà? Perché nel mondo 'reale', gli aerei nemici volerebbero bassissimi, e se 30 metri non fossero sufficienti, potrebbero volare ancora più bassi e nascondersi tra le pieghe del terreno o dietro gli hangar della stessa base (in particolare, lo Spada senza il radar 'sopra-elevato' apparso negli anni '90 era praticamente inutile contro questi avversari, ma in ogni caso le sezioni di tiro hanno solo una piazzola sopraelevata sul terreno di circa 3 metri nella tipica base italiana, come Gioia del Colle, a cui aggiungono i 3-4 metri di altezza da terra del piccolo radar d'illuminazione Falco: se non hanno campo visivo, nemmeno se il target è già visto dalla centrale potranno farci nulla!). E per giunta, gli Aspide hanno una portata minima nominale di ben 750 metri, e in pratica è più facile che sia circa il doppio, e questo mentre l'avversario si avvicina, significa un paio di km di raggio minimo contro un target in avvicinamento. E a tutto questo aggiungiamoci poi le ECM ed eventuali missili o razzi a lungo raggio (come I CRV-7, piccoli ma micidiali) per ritardare la scoperta o distruggere prontamente la batteria appena la avvisti (i CRV hanno oltre 4 km di raggio di tiro utile, una distanza ... siderale per un velivolo che si muove rasoterra). Non sarebbe così semplice, insomma, e secondo me è già tanto se gli Aspide potessero tirare una sola salva utile prima di essere localizzati e 'sfaldati'. Questo naturalmente se sono ancora attivi dopo il bombardamento d'alta quota (contro cui ben poco possono, a parte forse colpire qualche bomba in caduta libera). Storicamente, anche missili agguerriti (tipo gli SA-6) si sono visti combattere da aerei ancora più decisi a non farsi abbattere da loro e se le tattiche usate erano giuste, solitamente vinceva l'aereo...
Per queste ragioni, il minimo sindacale per proteggere una base principale sarebbe di aggiungere un gruppo da caccia G.91, possibilmente due con uno per le basse e uno per le alte quote.
Sarà poco, ma sempre meglio avere un caccia in aria che il nulla totale appena fuori dell'aeroporto, lasciando di fatto gli attaccanti liberi di fare quel che vogliono, magari anche di fare una 'finta' e provocare il lancio degli Aspide e poi scappare lasciandoseli di spalle e uscendo dal raggio di tiro utile. Oltretutto gli Aspide, che hanno tutte le caratteristiche peggiori dei sistemi a lungo raggio senza averne le doti, sono tutt'altro che discreti: emissioni radar sia di ricerca che di inseguimento; lanciamissili grossi come un garage e ben scatolati tante volte non si vedessero meglio; piazzole di lancio sopraelevate che sembrano campi da calcio; i missili di per sé, con illuminatore radar che già li rende 'evidenti' al target, quando partono hanno un pennacchio di fumo bianco lungo un miglio dietro di loro, per cui se anche avessero successo nell'ingaggiare un primo target, quasi sicuramente verrebbero bombardati e distrutti dal compare, che a quel punto si sarebbe avvicinato a sufficienza. D'altro canto, se il lancio avviene da distanze così alte da rendere possibile ingaggiare due bersagli in successione, a quel punto è probabile che le distanze siano talmente alte, da consentire al primo target semplicemente di scappare abbassandosi e/o virando e allontanandosi. L'Aspide può fare circa 600 m/sec ma soltanto al termine della combustione; poi cala inesorabilmente e dopo pochi km è poco più che transonico (e bisogna considerare che i 3,5 secondi di combustione lo portano a meno di 2 km dal punto di partenza!), per cui anche se il target se ne va a 250 m/sec, non c'é tutta questa differenza visto che è una velocità costante e non ad 'impulso singolo' e buonanotte.
Poi i G.91 potrebbero anche non esserci, avvalendosi della capacità di muoversi senza bisogno di basi aeree; ma sarebbe sufficiente per ignorare una base principale con 3.000 uomini rasa al suolo senza muovere un dito? Mi pare poco probabile!
Poi c'é il raggio d'azione. L'ondata d'attacco dei 'mille aerei' è quindi depauperata 1- da quelli inefficienti bellicamente o comunque non utilizzabili se non come riserve (1/3 del totale); 2- da quelli che restano in difesa del territorio, 3- da quelli che sì, arrivano ma volano come ricognitori e non come strikers, e 4- pure da quelli che volano sì come strikers, ma come a quel punto c'é da calcolare; infine da 5- da quelli che volano in missione d'attacco sì, ma come caccia di scorta ai bombardieri veri e propri, perché quando non hai la sorpresa tattica non puoi mandare aerei carichi di bombe e basta, fossero anche agili come gli Zero, contro un nemico allertato e ben determinato a fermarli. Oltretutto un singolo caccia, grazie anche ai missili di cui dispone, può benissimo costringere, con la sua sola presenza, a sganciare le bombe per affrontarlo o scappare a uno o più aerei nemici, che in tal modo sono costretti di fatto a rinunciare alla loro missione, oppure a cercare di portarla avanti ma per essere abbattuti quasi sicuramente nel tentativo. Bella scelta!
Per questo le ondate d'attacco si riducono drasticamente.
Ma poi c'é anche il discorso, per l'appunto, del raggio d'azione e del braccino corto di tanti aerei italiani. Tanto per capirci, se un G.91R vola a 9.100 m avrà un raggio d'azione, con due bombe da 230 kg, di circa 400-500 km, che è indubbiamente buono, tanto che da vicino al confine potrebbe benissimo minacciare aereoporti anche in 3a fascia (oltre i 350 km).
Peccato, però, che per le ragioni di cui sopra sarebbe impossibile o quanto meno, 'molto sconsigliabile' far volare i Gina ad alta quota con quelle bombe. Ma se li fai volare a bassa quota, il raggio d'azione scende a circa 180-200 km! Partendo da 100 km nel proprio entroterra non si riuscirebbe nemmeno ad avvicinarsi alle basi aeree principali!! Persino con due serbatoi e due bombe di metà peso, si otterrebbero sui 230-250 km di raggio d'azione, ancora una volta insufficienti per le esigenze tattiche del volo a bassa quota e comunque con armi troppo leggere per colpire le dure piste di un aeroporto. Degli shelter non ne parliamo: sono corazzati e resistono a bombe ben più pesanti.
In questo modo i Gina di fatto sono impossibilitati a volare sulle basi aeree nemiche con qualsiasi tipo di carico bellico: in pratica, a parte le munizioni interne, non possono fare molto altro perché persino con i serbatoi ausiliari, il raggio d'azione a bassa quota è dell'ordine dei 300 km. Se decollano da 150 km nel proprio entroterra arrivano a stento alla più vicina delle basi principali nemiche, e questo beninteso, se questa è allineata a sufficienza, visto che il fronte è profondo 500 km per lato, ma è lungo ben 1.000 km! Come il confine tra Angola e Namibia o tra Irak e Iran, per intenderci.
Questo fatto, riesce quindi a dimezzare le possibilità degli aerei italiani, relegando i Gina in pratica al ruolo di ricognitori a breve raggio o di caccia di scorta o di aerei da soppressione difese (radar in particolare). Mentre i Macchi, che potrebbero portare più carico bellico dei Gina, di fatto non possono fare molto di meglio e anziché 4 bombe è già tanto se ne portano 2, anche perché, dovendo volare assieme ai Gina, devono per forza volare veloci per stare al passo loro. In questo modo, però, consumano molto di più e il vantaggio di autonomia vola via rapidamente con l'aumentare della velocità e rischia addirittura di invertirsi! Ecco perché in ogni caso, è bene volare con carico dimezzato (due bombe e due serbatoi, per esempio, bastano e avanzano per raddoppiare il drag del Macchi e ridurre la velocità massima di circa il 20%). E' inutile avere un miglior raggio d'azione se poi per ottenerlo devi volare a 0,35 M mentre i Gina superano gli 0,5 e a quel punto, dovrebbero procedere a zig-zag per restare uniti! Ad alta quota non si sentirebbe molto questa differenza, essendo le velocità ottimali molto più simili; ma volando bassi si sente, eccome se si sente! Il Gina è un aereo transonico, mentre il Macchi, pur essendo molto veloce, è pur sempre una macchina pienamente subsonica, per questo il primo ha una velocità ottimale degna di un caccia di 1a linea andando alla metà del suono per il miglior raggio, mentre il secondo va meglio se vola solo a 1/3 di quella velocità. Sono circa 200 km/h (50 m/sec) di differenza...
A quel punto i Gina e i Macchi possono solo andare a colpire la 1a fascia, ma i 7 aeroporti britonni più distanti devono essere attaccati da appena 3 gruppi di G.91Y (miglior raggio d'azione ma comunque carico simile ai Gina o ai Macchi), e ai 3 gruppi di AMX (sicuramente più pericolosi, ma pur sempre pochi e piuttosto lenti). Troppo poco per sconfiggere un nemico così micidiale e che ha una fortissima difesa aerea, molto numerosa anche e ovviamente, preparata alla pugna.
Quindi c'é poco di che stupirsi se poi l'ondata d'attacco a stento arriva a 300 aerei. Come se non bastasse, ci sono una decina di gruppi di Macchi 326GB o simili, che non sono sufficientemente veloci per fare i caccia e non sono sufficientemente buoni come autonomia per fare gli strikers, essendo posizionati in 2a linea. Qualcosa potranno pur fare, ma poca roba. Magari faranno gli intercettori di supporto a bassa quota, magari daranno la caccia a degli strikers che arrivino a bassa quota sulle loro basi o quelle vicine (del resto i Jaguar e i Buccaneer potenzialmente possono colpire TUTTE le basi principali italiane), o cercheranno di proteggere i siti radar dagli attacchi aerei. Al limite potranno fare qualche azione di attacco leggero praticamente al confine, ma visto che gli eserciti nemici non sono schierati inizialmente, è difficile ipotizzare un loro ruolo importante. Del resto ci sono circa 80 siti radar da difendere e un pò di Macchi armati di gunpod sono sempre meglio di niente. Di fatto questo è un problema notevole per lo schieramento italiano: anche se manda circa 26 gruppi d'attacco in territorio nemico, anche se di questi 9 sono di Gina di scorta, e anche se gli altri 16 gruppi sono per la difesa aerea del proprio campo di gioco, alla fine restano fuori ben 13 gruppi di Macchi, che semplicemente per la prima parte dell'offensiva non hanno molta importanza e devono essere usati essenzialmente come riserva strategica o per ruoli secondari di qualche tipo, tra cui cercare di ombreggiare le formazioni attaccanti nemiche per segnalarle alla difesa aerea oppure fare dei finti attacchi per tenere impegnate le difese nemiche. Chissà.
Né si può sperare molto dal gruppo di PD-808GE, anche perché di questi solo 6 sono GE-1 e appena 2 sono GE-2 aggiornati, gli altri sono RM da radiomisure o addirittura trasporti VIP. Non molto per accompagnare la penetrazione in uno spazio aereo difeso da oltre 100 radar.
3- sulle potenzialità distruttive di questi aerei: con così poche armi, e per giunta, nessuna specializzata per il compito anti-pista è difficile fare qualcosa di più di grattini alle strutture degli aeroporti nemici. Le CBU non sono particolarmente adatte per questo tipo di azioni antipista, le Snakeye cadono con un angolo comunque molto basso e tendono a rimbalzare o a scoppiare prematuramente, le bombe normali potrebbero fare il lavoro se soltanto fossero sganciate in picchiata da quote e angoli decenti, ma questo è difficile se si spera anche di evitare di farsi abbattere dalla difesa degli aeroporti, specie quella degli anelli più interni! Non aspettano altro che fare il tiro al piattello con gli aerei che cabrano/picchiano negli ultimi km. Il bombardamento in cabrata? Solo gli AMX potrebbero provarci ma è una modalità ben poco usata e utile per attaccare un oggetto così sottile come le piste aeroportuali, il margine d'errore è troppo ampio e potrebbero benissimo mancarlo totalmente. Inoltre le difese aeree estese potrebbero colpire facilmente l'aereo in cabrata se questo sgancia dopo essere entrato dentro le difese stesse, magari salendo a 300-600 metri in piena vista di missili che ci mettono 5-6 secondi tra l'avvistamento e il fuoco.
4- gli aerei italiani dovrebbero mantenere l'operatività e al contempo distruggere le basi nemiche. Non così facile come sembra! Anche i G.91R, che pure sono aerei fuoristrada, hanno una capacità molto più limitata e onerosa di volare fuori dalle basi aeree. E poi in un territorio così aperto, non c'é modo di sottrarsi all'avvistamento nemico: senza flak e senza difese passive, come potrebbero sopravvivere a lungo?
5- le basi nemiche dovrebbero essere pestate così tanto, da lasciarle completamente inefficienti, altrimenti non solo tornerebbero attive, ma ospiterebbero anche i rinforzi, visto che ci sono circa 4.000 aerei britonni di riserva, molti dei quali di ottima qualità, contro circa 700 (per lo più 'scassoni') della 1a linea italiana.
Non un compito facile con basi così grandi e così difese! Per giunta questo fatto dovrebbe essere realizzato con perdite e danni contenuti per la propria parte, perché dopo c'é da sconfiggere l'armata terrestre nemica. E non è uno scherzo! Specie se poi, presi dalla disperazione, avanzassero come un rullo compressore cercando di battere le forze italiche e allontanare l'attenzione degli invincibili Gina e Macchini dalle basi aeree, consentendo loro di 'recuperare efficienza'.
In 5 ore, calcolando 30 minuti per chiudere ciascun cratere (come somma di tutti i team coinvolti), potrebbe essere che i genieri ne richiuderebbero 10! Il risultato netto è che hanno la potenzialità di chiudere i crateri ad un ritmo fino a 48 al giorno. Se si pensa che di 12 aerei (con 4 bombe l'uno) probabilmente i 2/3 al massimo sganciano sul bersaglio e di queste armi solo la metà potrebbe colpire le piste, con strisciate ogni 10-15 metri, ma questo non comprende forse il totale di un terzo delle armi, che colpisce ma non esplode o non esplode correttamente, riducendo moltissimo i danni possibili. La cosa non stupisca: nell'operazione El Dorado Canyon, gli F-111 americani (13 in tutto quelli che colpirono davvero), sganciarono circa 100 bombe, ma le notizie di stampa, spesso con tanto di foto annesse, diedero nell'occasione un numero di ben 37 bombe non esplose o non esplose totalmente o correttamente. Se si pensa ai danni che causarono le altre (tra cui quelli a tre ambasciate diverse!) c'é solo di che rallegrarsi, così come del fatto che gli aerei destinati all'attacco erano ben 18 (e addirittura 24 se si considerano anche i 6 di rimpiazzo previsti e decollati assieme ai colleghi), solo che poi 5 dovettero ritirarsi prima dell'attacco per problemi tecnici non meglio precisati (e notare bene, a quel punto i rimpiazzi erano già rientrati dopo averli accompagnati per un lungo tratto durante la lunghissima missione tra UK e Libia).
6- tutto questo dovrebbe anche superare un altro piccolissimo 'intoppo': si può davvero eliminare il potere aereo nemico? Non è così semplice... Il fatto è che gli italici non sono i soli ad avere aerei fuoristrada: i britonni non sono da meno in realtà: hanno oltre 200 Harrier e oltre 300 Jaguar, praticamente gareggiano in numero con i G.91 italiani, specie se di questi ultimi togli i quasi inutili G.91T biposto. Per questa ragione è di fatto impossibile mettere 'a terra' l'aviazione britonna. Gli Harrier sono ancora più 'fuoristrada' dei Gina, e i Jaguar, anche se mancano del supporto logistico per operare 'lontano dagli aeroporti', hanno comunque un carrello tale da poter operare dalle piste semipreparate, fossero anche quelle di un aeroclub! E tanto meno si potrebbe ignorare il fatto che su queste strade ampiamente desertiche, vi siano lunghissimi tratti perfettamente rettilinei... e ovviamente, senza fossi laterali! A buon intenditor poche parole, ma giova ricordare come l'ultimo gruppo di Me 262 della LW operò da basi improvvisate per davvero, e tipicamente decollava e atterrava da tratti di autostrada.
Quindi di fatto, mettere a terra l'aviazione inglese è impossibile già solo per questo, per gli oltre 500 aerei transonici/supersonici con capacità dichiaratamente fuoristrada che hanno. I Francesi sarebbero in questo senso appena da meno, con almeno 200 Jaguar disponibili e con le stesse capacità; mentre gli svedesi dal canto loro, hanno, almeno con i 300 e passa Viggen, degli aerei capaci di decolli su piste non propriamente 'normali' (anche ricavate... sulla neve) e per giunta, molto corte (400-500 metri). Per cui mettere 'a terra' l'aviazione nemica è una chimera.
PS giova ricordare che non c'é uno che colpisce per primo e quindi 'colpisce due volte', entrambi i contendenti hanno lo stesso tempo in cui combattere. Iniziano allo stesso momento, e inoltre hanno delle finestre temporali entro cui portare i loro attacchi, per cui per esempio, hanno circa 1 ora di tempo dopo l'inizio delle operazioni per le varie ondate d'attacco (6-12-17-24) per entrare in territorio nemico, e devono uscirvi entro due ore dall'inizio della finestra temporale, quindi se inizi alle 12 devi avere passato il confine entro le 13 e ripassarlo entro le 14, anche se ovviamente su quest'ultimo limite c'é più rilassatezza (una volta fatto l'attacco non puoi certo... annullarlo, anche se sforasti il limite temporale).
7- Ma più affascinante è la descrizione dell'equilibrio tra ricognizione e forza bruta. Una in competizione con l'altra.
In altri termini, il problema potrebbe essere suddiviso in 2 parti:
-7a): la potenza di fuoco è in contrasto con la ricognizione: per gli AMX è difficile anche mettere insieme una forza tale da distruggere le piste degli aeroporti, già sono appena sufficienti come bombardieri stracarichi di armi, figurarsi se poi gli fai fare anche i ricognitori o magari i caccia di scorta. Se di 36 aerei, 12 facessero i ricognitori, sarebbero già un terzo del totale e ne lascerebbero appena 24 per attaccare ben 5 basi aeree diverse, tutte ben armate e di grandi dimensioni. Però questo è un problema notevole: da un lato, infatti, devi eliminare queste basi aeree attaccandole in maniera massiccia; dall'altra, però, l'idea di neutralizzare le forze aeree nemiche si basa sul fatto di trovare in primo luogo tutte le loro basi, perché sennò puoi benissimo attaccare una ad una quelle principali, ma tanto i V-Bombers, che sicuramente sono in aria in quel momento, semplicamente atterrano sulle basi secondarie e pazienza se queste si trovano congestionate da 30 o 40 anziché 12 bombardieri, perché questo non farà mai una differenza così grande da impedire di riattarli (anche grazie al pronto trasferimento di tecnici e materiale dalle basi 'infortunate', comprendenti se necessario anche le difese aeree) per la prossima missione. Ma se cerchi queste basi secondarie per colpire anche loro, dovrai per forza distogliere un grosso numero di aerei dal ruolo di strike. E così il sistema si cortocircuita, perché anche se trovasti il 100% di queste ultime, poi non avresti al contempo modo di distruggere quelle principali. Nemmeno quelle principali, per la precisione. Un AMX vola basso e cerca di volare al minimo necessario per vedere entro una certa distanza, una situazione di compromesso per fare quel che deve senza correre troppi rischi. Ma da 30 metri e 900 km/h di velocità non è facile guardarsi tutt'attorno. Inoltre esiste un problema notevole: questi aerei non risultavano, nel 1992, ancora operativi con il pod Orpheus che ancora un anno dopo era in fase di certificazione (RiD agosto 1993) e del resto gli F-104G non erano ancora stati radiati dal servizio all'epoca. Quindi non c'é nemmeno la certezza che questi velivoli potessero fare i ricognitori.
I tre pallet per la ricognizione previsti originariamente non sembra che siano mai stati adottati e se sì, giusto un piccolo numero di quelli per le riprese da alta quota che non c'azzeccano nulla con questa missione.
Quindi il problema diventa criticamente serio: se non hai una vera forza di ricognizione per coprire la 3a fascia non puoi di fatto scoprire le basi secondarie e se è così, pare ovvio che non abbia modo di neutralizzare l'aviazione nemica perché, male che vada, avrebbe ancora 9 basi in 3a fascia del tutto insondabli e tanto meno attaccabili.
Però non ci sono altri aerei di questo tipo disponibili, tranne forse i G.91Y che però hanno un'autonomia scarsa rispetto agli AMX e sono già impegnati contro altre due basi aeree. PERO', al più e al peggio, sarebbe la cosa giusta da fare, anche perché se si deve sacrificare un aereo, meglio un G.91Y che un AMX. Si potrebbe per esempio togliere uno dei due gruppi destinato all'attacco di un aeroporto, per mandarli in azione cercando il nemico in 3a (e anche in 2a) fascia.
Con cannoni, fotocamere e due serbatoi dovrebbero poter arrivare tecnicamente fino a 472 km. Peraltro è possibile attuare questa missione anche, almeno in teoria, con due serbatoi da 800 litri anziché da 520 (il 50% in più), che normalmente sono usati peraltro solo per il trasferimento. Adesso hanno una bella missione da compiere: con circa 2,5 kg/km, dovrebbero essere in grado di volare per circa 1.600 km teorici a bassa quota (con 4.800 litri), che decurtato del 20% dovrebbe scendere a circa 1.200 km, ergo sui 600 km. Questo permetterebbe di decollare dal campo M.1 ed arrivare fino letteralmente al confine della 3a fascia con il resto del mondo esterno! Questo significa teoricamente poter volare a distanze elevate e registrare tutto quel che possono nel mentre eseguono questa missione: con 1.000 km da e per il bersaglio, sono capaci di volare vedendo circa 20.000 kmq per ciascuno dei 12 velivoli, una bella fetta del totale! Però devi abbandonare ogni speranza di saturare la base aerea inglese sotto attacco. Ovviamente, però, con circa 2 ore di volo entro il territorio nemico, senza difese e senza armi, non c'é modo di garantire che riusciranno tutti a tornare (anzi, è piuttosto 'difficile' che riescano a non farsi abbattere o a completare la missione senza fuga: con l'A/B inserito fanno 900 kg in appena 5 minuti, il 25% del peso di carburante totale).
Come numero di aerei necessari non c'é molto da stare allegri: con un campo visivo del genere c'é poco da sperare. Se voli da 12.000 m come un Canberra hai decine di migliaia di kmq esplorati in un'ora. Se voli a 30 metri proprio no, hai una striscia al massimo di 10 km per ciascun lato. Se voli per 200 km a bassa quota hai un massimo di 4.000 kmq. Con la 3a fascia che ha 150.000 kmq di superficie (metà dell'Italia), ci vorrebbero minimo 40 aerei per coprirlo tutto! Con 12 potresti fare 1/3 della superficie e per giunta questo dovresti farlo con aerei singoli, che potrebbero essere abbattuti prima di ritornare, magari mentre sorvolano la base. Ecco quale è il problema. Probabilmente su 9 basi aeree potrebbero localizzarne efficacemente 2 o 3, oltretutto se non le fotografano non conta nulla perché non puoi mica programmare un raid su di un aeroporto nemico con la descrizione fatta solo di chiacchiere. Sennò basterebbe far volare un pilota in quota per segnalare la posizione e buona notte.
-7b) l'efficacia del raid si misura rispetto alle difese: per essere credibile bisogna che un attacco abbia alcune caratteristiche ovvero A- che sia molto più forte delle difese opposte ad esso e/o B- che sia fatto in condizione di sorpresa tattica. E per ottenere anche delle basse perdite, diciamo pure il criterio C- ovvero non correre rischi elevati a tutti i costi, se ti localizzano prima dell'attacco scappi mollando le bombe e tirando dietro un pò di difensori per aiutare gli altri. Se continui e fai finta di niente finisci abbattuto, ma ovviamente se c'é un disimpegno non c'é nessun modo di finire la missione, nemmeno in maniera ipotetica.
Una delle caratteristiche dei caccia nemici potrebbe benissimo essere questa: fuori dalla base circa 55 km distante, una CAP difensiva esterna; a circa la metà di questa distanza un'altra, a circa 27 km cioé; e poi i caccia difensivi decollati su allarme, che se fanno in tempo vanno anche loro ai 27 km, e se non fanno in tempo allora stanno in verticale sulle basi e guardano come falchi la loro preda arrivare, inseguita da scie di missili e traccianti, sganciare le sue bombe e poi fuggire via, scompaginata, ferita e spaventata dopo avere fatto il suo 'dovere'. E a quel punto, attaccarla con una rapida picchiata. Se non si sbaglia qualcosa, ovvero se non ci si accorge di altri suoi colleghi capaci di aiutarla mentre è in fuga, l'attacco avrà quasi invariabilmente successo. Anche senza emulare l'impresa di Alam, che nel 1965 abbatté 3 Hunter e ne danneggiò altri 2, ingaggiando due formazioni (una in fuga, e l'altra, per puro caso, in avvicinamento proprio in quel momento e luogo) di Hunter (1 contro 9), si potrebbe anche ricordare l'ultima battaglia delle Falklands (3 Skyhawks su 4 abbattuti da due Sea Harrier). Non che sia facile con dei piloti ben addestrati e provvisti a loro volta sia di ECM che di armi aria-aria, però è chiaro che una coppia di AMX attacca compata l'aeroporto, ma ne esce disunita per le manovre fatte per evitare i SAM (è facile: basta una virata secca di 60° e ti ritrovi minimo 2 km più indietro che pria per quando eventualmente riprendi la rotta e se stavi già a 1-2 km più indietro a quel punto proteggere il leader diventa parecchio difficile, anche tenendo conto della gittata dei Sidewinder...) e per giunta, quasi sicuramente danneggiata e crivellata di colpi e schegge per il fuoco da terra o i propri stessi ordigni, allora tutto diventa molto più facile. Magari il gregario vorrebbe avvisare il leader ma si accorge che la radio non funziona più o non funziona più quella del leader, e magari il sistema d'armamento dei Sidewinder è 'rotto'. Ecco come una cosa che nelle esercitazioni non succede può benissimo succedere nella realtà, come dimostra la prima, 'fortunatissima' missione dei Tornado italici nel 1991, nonostante le fanfaronesche affermazioni per la vittoria fresca alla Red Flag. E nel 1991 i caccia irakeni erano pressoché inesistenti, figurarsi se ci fossero stati pure loro in azione e pure in forma massiccia, quel che avrebbe potuto succedere.
8- poi c'é da battere il nemico a terra. E te paresse facile. Gli italici hanno 4 divisioni leggere e 10 brigate d'artiglieria. I britonni hanno 10 divisioni corazzate e 20 meccanizzate, molte delle quali disposte inizialmente addirittura interamente attorno alle basi principali da difendere con tutte le armi disponibili. 1.500 mezzi corazzati contro 20.000, 40 carri armati e 40-60 blindo pesanti contro circa 4.000-5.000 carri armati. Solo nelle artiglierie gli italici hanno una chiara superiorità, ma non così devastante e non così decisiva anche perché almeno l'80% delle loro 3.000 bocche da fuoco è costituita dai pezzi leggeri da 105 mm, che tra l'altro hanno corta gittata utile, tanto che i carri armati nemici potrebbero benissimo rispondere al fuoco utilizzando le loro armi a tiro indiretto, purché ovviamente vi siano dati sulla posizione del nemico. Inoltre hanno quasi 1.000 pezzi d'artiglieria, tutti rigorosamente di maggiore gittata rispetto a quell'80% di armi italiane leggere, anche se quasi sempre inferiori rispetto ai pezzi pesanti e ai lanciarazzi multipli. Ma questi potrebbero mai essere sufficienti per fermare intere divisioni corazzate?
Difficile. E in special modo, difficile considerando che per il resto lo schieramento italico ha la consistenza di un velo di cipolla, a terra. L'aviazione, in altre parole, dovrebbe correre in soccorso delle forze di terra lavorando come mai nessuna nella Storia della guerra. E questo con i Macchini e i Gina superstiti dell'annichilimento degli aeroporti, e questo considerando come cosa 'fatta' l'aver eliminato l'intero schieramento aeroportutale britonno, anche senza considerare i 500 Harrier e Jaguar dei quali certo molti sarebbero stati abbattuti o danneggiati seriamente, ma non c'é nessuna ragione per pensare che il loro tasso di sopravvivenza sarebbe inferiore rispetto a quello dei Macchini e dei Gina! Dopo tutto un Macchi 339 venne abbattuto alle Falklands persino da un vecchio Blowpipe, forse il missile inglese meno efficace (anche se il più numeroso). E contro i Rapier e i Javelin? Anche perché, se gli aeroporti fossero stati davvero messi KO, a quel punto non ci sarebbero ragioni per non smobilitare le difese a.a. superstiti e queste andrebbero a rinforzare le unità campali britonne.
A meno che l'artiglieria italica non riesca ad elimintare le difese a.a. britonne con tiri a lungo raggio, ma la vedo difficile visto che è un tipo di difesa molto mobile ed elusivo, a parte ovviamente i sistemi strategici a lungo raggio, che del resto difficilmente andrebbero a proteggere unità campali.
CONCLUDENDO (oooh, finalmente! ), in teoria si potrebbe fare e poi ognuno la può elaborare come vuole, ma non è per niente facile immaginare un tale sfacelo tutto da una parte sola. A meno che una delle due compagini non sia fatta di ubriaconi che bevono più whiskey che acqua e hanno un tasso alcolico da arresto (non è per dire, ma spesso anche nella II GM si sentiva che i britonni andavano all'attacco ubriachi fradici... il vino è un potente fattore di 'eroismo', del resto, da molti secoli oramai, ma questa è una storia mai raccontata, no?). Ora, che i britonni siano ubriaconi passi, ma che siano idioti proprio no. Se l'avessero fatta i più 'sobri' italici, la B.o.B., l'avrebbero gestita meglio? Mmmh, non direi, almeno vedendo come hanno condotto la guerra in generale. Del resto in Mediterraneo sono stati i britonni a portare la blitkrieg, altro che 'El Alamein'. Chiedere a Graziani.
Però questo è solo cazzeggio. Il wargame non segue per forza questi esempi storici ma almeno ha qualche 'affinità elettiva'. E funziona abbastanza bene nel descrivere pregi e difetti della mentalità che c'é dietro a tante di queste armi. Il punto è che anche sforzandomi, non riesco a concepire uno scenario tale da rendere possibile l'annientamento dell'aviazione britonna e la successiva sconfitta dell'armata di terra, praticamente da parte della sola aviazione italica.
Ma se si vuole pensare che gli italici vincano, beh sì, è possibile, ma ti dò l'1% oppure come diceva Manuel Agnelli, le stesse possibilità/ di neve al centro dell'Inferno ti va?
NB: qualcuno si sarà accorto che alle volte chiamo gli italiani italiani, alle volte italici. Alle volte chiamo i britannici britannici, alle volte britonni. Non è un errore, è che mi vengono così. Li considero termini equivalenti: il primo è il più corretto ma lungo, il secondo è scorretto ma è corto e facile da scrivere e questa trasfigurazione delle nazioni tutto sommato mi piace. Se siete riusciti a notarlo in mezzo ai miei sproloqui, vuol dire che siete stati attenti e quindi vi ringrazio e faccio tanto di complimenti per la persistenza in 'combattimento' ;=)
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OK, LET'S ROCK!
(15-3-18)
ORA, dopo tutto il pippone di cui sopra, immaginiamo che il wargame dimostri una competenza nettamente migliore di quella precedentemente ipotizzata, e i britonni dimostrino un tasso alcoolico nettamente superiore per i loro già larghi standards (nell'USN gli alcolici sono proibiti, nella RN no, per dirne una). In sostanza, facciamo che A- gli italici si becchino un rateo di perdite dimezzato rispetto a quello calcolato normalmente e B- che i britonni si becchino il doppio dei danni rispetto a quello che normalmente è considerato (le due questioni del resto si intersecano tra di loro). In altre parole, le difese britonne sono molto meno efficaci del normalmente accettato, altro che efficienza britannica, diciamo efficienza araba o poco oltre, anche senza arrivare ai 'fasti' dei Sei giorni del '67 o anche dell'altrettanto imbarazzante episodio del bombardamento di Osirak (quando 8 F-16, in missione lo-lo-hi, distrussero il reattore e la flak iniziò a sparare, presa di sorpresa proprio quando gli uomini si recavano alla mensa, solo quando gli aerei israeliani erano in fuga, senza colpirne nessuno; per quel fallimento, il comandante della flak di Osirak venne fucilato).
DAY 1: attacco Alba Rossa.
Gli italici si lanciano con maschia e futuristica audacia verso il nemico perfido e stramaledetto, gettando il cor oltre l'ostacolo, o anche oltre l'ostacolo, il cor... no vabbé, non voglio arrivare a questi livelli aulici.
Il piano italico è abbastanza simile, per forza di cose direi, a quello 'standard'. Quel che cambia è l'outcome: di fatto, gli italici godono di una relativa impunità, mentre le difese italiche sono pure efficaci (specie i missili Aspide) per rintuzzare gli attacchi britonni.
Nella 1a ondata d'attacco, oltre 400 aerei italici si riversano in territorio nemico, attaccando le catene radar e le 10 basi aeree, nonché cercando con parecchie sortite anche gli aeroporti secondari che sono almeno ufficialmente, ignoti o comunque da fotografare per essere poi dichiarati bersagli validi (ma solo per la seconda ondata).
Nonostante gli attacchi a qualche decina di radar e a dieci aeroporti difesi da qualsiasi cosa sottomano al nemico, gli italici riescono a causare danni notevoli a tutti i bersagli, chiudendoli almeno temporaneamente all'uso. Non senza perdite, però, perché circa 30 aerei italici vengono abbattuti (il 10%, tanto ma sempre meno del 40-50% usualmente attribuito a questa ondata...). Tra le perdite, anche due preziosi AMX, i primi di tanti. Decine di altri aerei, peraltro, sono seriamente o gravemente danneggiati, tra cui una mezza dozzina di AMX, e non potranno partecipare alla prossima azione d'attacco (seriamente danneggiati) o per il resto della giornata, alle operazioni belliche (gravemente d.).
A loro volta i britonni attaccano con imperturbabile potenza a modo loro, distruggendo e devastando quanto più possibile le basi italiche principali. Sulle batteglie ad alta quota non c'é niente da dire, a parte che quasi mai gli italici accettano la sfida mandando i loro Gina e Macchini ad affrontare i potenti Vulcan e scorte varie. Questo è più positivo che altro, perché li salva dalla distruzione che altrimenti subirebbero. Però alcuni vanno perduti ugualmente, anche perché quanto meno cercano di contrastare i Jaguar e altri tipi lanciati a bassa quota. In tutto, circa 20 aerei italici vanno perduti di cui circa metà o più in aria, e il resto a terra sorpresi o bombardati.
Alla fine, stranamente, tutte le basi principali da una parte e dall'altra sono fuori uso, almeno temporaneamente.
Questa prima ondata costa agli italiani, tra azioni difensive e offensive, circa 50 aerei distrutti solo considerando quelli da combattimento, mentre decine di altri sono danneggiati in maniera seria o grave e molti altri in maniera più leggera. Del resto è praticamente impossibile entrare nella zona difesa dalla contraerea delle basi e restare del tutto indenni.
I britonni non hanno avuto molte perdite in azione, ma certamente sono più alte del solito quelle subite dai loro cacciabombardieri, specie ad opera degli Aspide e di qualche fortunato Gina. Del resto, però, se nemmeno la fortissima difesa aerea inglese (oltre 100 batterie SAM esclusi quelli portatili, contro circa 12 e senza armi portatili...) riesce a fare molto contro i Gina e Macchini, perché mai quella italica dovrebbe essere migliore contro i Jaguar? Per la pubblicità con mezzo metro di lingua in bocca ai sistemi Aspide fatta sulla stampa 'di settore'?
La seconda ondata arriva successivamente, ma anche qui l'esito è particolarmente interessante. Gli italici hanno subito in realtà, perdite non propriamente trascurabili. Anche se i loro aerei per lo più se ne fregano se hanno o no basi distrutte, resta il fatto che le distruzioni sulle basi e la rete radar italica sono molto gravi ed estese, sicuramente peggiori di quelle britonne. A quel punto la situazione sembrerebbe essere comunque dalla parte dei britannici (ok, ogni tanto chiamiamoli come dovremmo), ma in realtà la loro aviazione è molto più impacciata con le basi danneggiate, di quanto non sia quella italica. Peggio che mai, almeno 50 ricognitori G.91 (più altri che hanno fatto qualche forma di ricognizione durante l'incursione) sono riusciti a localizzare ben 6 delle 8 basi di 1a linea britonna, più 2 di quelle di 2a linea e 2 di quelle di 3a, totalizzando ben 10 altre basi aeree, anch'esse da attaccarsi più o meno massicciamente.
L'attacco infatti comprende anche questi aeroporti, ma a questo punto sono ben 20 basi perché dopo 6 ore non si può pensare che le basi principali siano rimaste del tutto inattive, senza munizioni adatte né potenza di fuoco. Allora vengono attaccate nuovamente e tutte quante, anche perché non c'é BDA che consenta di capire quanto davvero queste basi siano state danneggiate in precedenza.
Così i circa 300 aerei italici tornano in azione e stavolta però sono in media 15 per base anziché 30. E questo senza considerare che parte sono ricognitori oppure aerei anti-radar. Quanto a loro, i britonni sono riusciti a ridurre di poco i loro danni, anche se hanno perso parecchi aerei (ma quelli danneggiati sono sono poi molti). Tutti gli squadroni di V-Bomber sono stati semplicemente trasferiti in basi secondarie e lì sono stati riforniti e riarmati a tempi di record. Le infrastrutture naturalmente non sono del tutto sufficienti, ma per fortuna sono stati aviotrasportati (o anche via terra, a seconda dei casi) tecnici e materiali dalle basi principali adesso messe KO.
In realtà, per le 12 almeno 3 delle 10 basi principali sono state almeno parzialmente riattate, tra cui 2 di seconda schiera e 1 di terza. Gli AMX, per quanto pochi, hanno colpito particolarmente duro perché dopo circa 5-6 ore dall'attacco 3 delle 4 basi sono ancora fuori uso.
Ma adesso c'é da combattere in maniera più dura ancora ed entrambi i contendenti si fanno pochi scrupoli a colpire tutto quel che possono colpire, inclusi radar, difese aeree e ovviamente le basi aeree. I britonni, che normalmente avrebbero insistito a colpire le basi principali per metterle KO con un micidiale 1-2, hanno mollato parzialmente la presa. In realtà, hanno mappato praticamente tutta la zona di 1a e 2a fascia, lasciando solo la 3a fascia ancora da esplorare, cosa che fanno comunque stavolta. Hanno trovato così circa 20 basi secondarie italiane e ben sapendo la loro debolezza (non ci sono semplicemente batterie Spada per difenderle tutte), le attaccano ogni volta che possono. Parte dei V-Bombers attaccano le basi italiche principali, ma in genere sono solo una mezza dozzina, circa la metà ovvero. Altri sono inviati a colpire le basi secondarie, e così fanno anche i Jaguar. Dato il fallimento dei velivoli britonni nelle intercettazioni, preferiscono stavolta mandare, a quanto pare, tutti e 10 gli squadroni di Jaguar ad attaccare i bersagli italici. Nell'insieme le azioni britonne sono efficaci, ma non impediscono agli italici di causare altri grossi danni alle installazioni nemiche, colpendo ancora una volta tutte le basi principali britonne e riempiendole di crateri, anche se non possono distruggere gli hangar corazzati.
Gli AMX sono protagonisti anche di questo nuovo attacco, e anche stavolta mandano 36 aerei in azione. Comunque, anziché 'solo' 5 basi principali, ne attaccano 5 più altre 2 secondarie, aumentando quindi il carico di lavoro. E anche le perdite, inevitabilmente, mentre la loro azione è diluita passando da una media di circa 7 a una di circa 5 aerei per base. Anche così causano molti danni, ma aumentano le perdite con altri 3 velivoli distrutti in azione e almeno 7 danneggiati in maniera più o meno grave.
In tutto gli italici perdono circa 45 aerei, anche per via del maggior numero di aeroporti da attaccare e della concentrazione delle difese nemiche su meno basi. I britonni attaccano a loro volta distruggendo circa 20 aerei in aria e circa 20 al suolo.
Con questa seconda incursione, in tutto, gli italici hanno perso qualcosa come 130 aerei da combattimento, non proprio noccioline. Almeno altri 100 sono fuori uso. Inoltre almeno 30 basi sono state attaccate e danneggiate in varia misura.
Alle 17 di pomeriggio scatta la terza ondata d'attacco. I britonni hanno una quantità di basi ancora efficienti: almeno le 5 secondarie non ancora localizzate (di queste erano state localizzate 14 nella 1a ondata e 6 nella 2a). Inoltre almeno 5 basi secondarie erano state riattate durante quelle 3-4 ore, malgrado i danni subiti, più altre 3 basi principali ancora efficaci. Ma non era solo questo: molti aeroporti hanno i Jaguar e Harrier capaci di operare anche senza le basi aeree con le piste pienamente efficienti.
Ma anche così, i risultati non sono dei migliori da entrambe le parti. La capacità italica di volare stando fuori dai propri campi aerei (ma solo quando questi vengono messi fuori uso, altrimenti devono restare anche loro nelle loro basi; del resto nelle operazioni dei Gina e ancor di più, degli Yankee, negli ultimi anni di servizio, non c'era mai questo tipo di operatività e generalmente erano ben basati sugli aeroporti principali, cosa che sarebbe stata ancora più utile se l'ambiente è troppo scoperto e non c'é praticamente un nascondiglio sotto cui mimetizzarsi) frustra ampiamente gli attacchi britonni, i quali devono cercare di abbattere gli elusivi velivoli italici in azione per essere sicuri di eliminarli. In ogni caso nessuna aviazione moderna potrebbe mai sopravvivere senza le basi e la rete di difesa aerea operative.
Gli italici hanno già perso oltre il 10% dei 54 AMX schierati, e a questo punto sono nondimeno ancora in grado di lanciarne in azione altri 30, nonostante circa 5 perdite e 10 velivoli KO per danni seri o gravi. A questo punto ne perdono altri 4 attaccando circa 10 aeroporti diversi tra principali e secondari. In tutto sono lanciati in azione altri 250 aerei almeno, i quali però subiscono comunque altre 50 perdite attaccando almeno 8 aeroporti principali sui 10, più altri 20 secondari sui 25, ovvero tutti quelli localizzati durante la giornata. Gli ultimi vengono localizzati quel pomeriggio, a parte ultimi due, irreperibili, entrambi della 3a linea. La perdita è stavolta piuttosto consistente, visto che le difese britonne saranno britonne, ma non così tonte. Hanno inflitto agli attaccanti danni consistenti, probabilmente sui 50 aerei perduti, dimostrando di essere ancora resilienti.
A loro volta i Jaguar, Buccaneer, Harrier e V-bombers ripartono in azione. Se la prima ondata ha portato i 10 squadroni al completo in azione, la seconda malgrado tutto, ha portato almeno 9 squadroni se non tutti e dieci. La terza ondata, alle 17 di sera, ha portato ancora una volta una buona quantità di aerei, ma stavolta hanno avuto problemi notevoli, tanto che a causa dei danni subiti anche da 2 delle 9 basi aeree secondarie di 3a fascia, dove sono stati radunati i V-bombers. Anche così, è stato possibile lanciare almeno 7 squadroni di V-Bombers, come sempre pressoché invulnerabili. L'unica cosa è che, nella 2a e sopratutto la 3a ondata, hanno dovuto eseguire bombardamenti più in alto e quindi meno precisi per via di una notevole carenza di caccia di scorta. Questo significa far salire da 9-11.000 m le quote di sgancio, ad oltre 12.000 metri, dove è praticamente impossibile che i Gina possano giungere ancora con una qualche efficacia combattiva, ma l'accuratezza di sgancio risulta molto inferiore. Però quasi mai i caccia italiani si avventurano ad intercettarli e quasi mai in ogni caso ci riescono, specie se vi sono dei caccia di scorta in giro. Per i 4 squadroni di Javelin c'é poco da fare, in effetti. I 10 squadroni di Jaguar, invece, indefessi, tornano ancora all'attacco.
Oh, hanno subito almeno 16 perdite nella 1a serie di attacchi e contrattacchi, per lo più a causa dei missili Aspide; hanno buscato altre 11 perdite nella 2a serie di attacchi, più altri aerei ovviamente danneggiati. Ma con 180 aerei disponibili, la cosa non è ancora sufficiente: circa 70 Jaguar sono riusciti ancora una volta ad attaccare, certamente molti di più dei 30 AMX equivalenti e certo, molto meno veloci e quindi impossibilitati a scappare una volta intercettati da praticamente chiunque.
L'attacco italico, a sua volta, ha subito la perdita di circa 50 aerei, gli AMX da soli hanno attaccato ancora una volta tutti gli aeroporti principali e secondari di 3a schiera: appena 30 aerei contro 4 basi aeree primarie e 5 secondarie delle 9 della 3a fascia (l'altra base non localizzata era in 2a fascia). Ben 9 basi per appena 30 aerei, praticamente un quartetto per quelle principali e quelle secondarie, basta che intercetti due aerei in avvicinamento e già dimezzi il numero totale, già esiguo... non deve stupire che gli AMX abbiano anche subito altre perdite consistenti, con 3 ulteriori velivoli abbattuti. Da segnalare che parecchi aerei italici hanno eseguito missioni hi-lo-hi, con la sfrontatezza di attaccare da media quota, con o senza profilo finale, fidandosi della scorta dei Gina e dell'eliminazione delle basi aeree nemiche, ma la sopravvalutazione degli effetti delle prime due ondate gli costò caro con parecchie formazioni decimate prima di arrivare sull'obiettivo. Bastava poco: un quartetto di Lightning che si precipitavano anche su formazioni di 12-24 aerei italiani erano parecchio inquietanti, mentre anche se i caccia impegnavano gli intercettori, i cacciabombardieri poi venivano presi a tiro a segno dalle batterie SAM ancora efficienti, specialmente gli ineffabili Rapier, quasi impossibili da trovare ed eliminare, per non dire dei MANPADS di vario tipo. Parecchi aerei italiani scontarono quest'arroganza, ma del resto avevano questa necessità perché avevano un raggio d'azione semplicemente insufficiente, visto che a 9.100 m potevano arrivare ad oltre il doppio del raggio che a bassa quota.
Alla fine, hanno beccato almeno 28 aeroporti, ma non sono riusciti a metterli tutti fuori uso. Le basi principali hanno subito danni considerevoli, e ancora una volta hanno subito danni praticamente tutti quanti la messa fuori uso di 6 su 8. Dei 20 secondari, solo 15 sono andati KO, gli altri sono riusciti a scamparla con danni o senza ma non abbastanza pesanti.
Gli italici hanno buscato discreti danni in offensiva, ma anche in difesa hanno subito circa 10 perdite in aria e 10 a terra.
La giornata si chiude senza che vi sia ancora una netta superiorità da una parte e dall'altra. Gli italici hanno attaccato 33 dei 35 aeroporti britonni ma non sono riusciti ancora ad ottenere la conoscenza di tutti gli altri superstiti, e così dovranno cercarli ancora il giorno dopo.
Nell'insieme, l'attacco italico ha visto circa 400 aerei tra caccia, ricognitori (circa 50) e bombardieri (circa 200) nella 1a ondata vs 10 aeroporti; 330 aerei nella 2a ondata contro 24 aeroporti; circa 250 aerei nella 3a ondata contro 28 aeroporti. Più precisamente, hanno lanciato ben 1.080 sortite in appena 3 ondate d'attacco e hanno attaccato complessivamente l'equivalente di 62 aeroporti, di cui 28 principali e 34 secondari. Non deve poi stupire più di tanto, a questo punto, che abbiano subito complessivamente non meno di 125 aerei, che corrispondono al 11,6%, un ottavo di migliaio in soldoni. La prima ondata ha addirittura visto l'uso di 400 aerei su 660, ovvero quasi il 60% del totale complessivo, lasciando ben poco per le difese aeree e le riserve. La 2a ondata ha visto il 50% degli aerei teoricamente efficienti lanciati ancora all'attacco, per poi scendere a circa il 40% del totale disponibile.
Quanto agli AMX, hanno fatto un sacco di danni, abbattendo anche diversi aerei da caccia nemici, tanto che il consumo dei missili AIM-9L era piuttosto consistente. Altri erano stati distrutti a bordo degli aerei abbattuti o comunque erano stati danneggiati dalla contraerea e simili. Si stima che dei circa 300 AIM-9L disponibili (2 serie per ciascun AMX), almeno 40 siano stati impiegati, che non è proprio pochissimo. E altri 15 perduti assieme agli aerei che li portavano (evidentemente in almeno 3 casi avevano lanciato almeno un missile prima di essere abbattuti).
Ad ogni modo c'era poco di cui vantarsi: a parte il consumo di circa 55 AIM-9, gli AMX, nel corso di circa 102 sortite in cui hanno portato 4 o 6 bombe per volta, forse qualche volta solo un pod da ricognizione, ma nell'insieme è plausibile che abbiano sganciato sui 450 ordigni in genere Mk 82S o anche di tipo slick, ma con tiri in cabrata o picchiata, attaccando complessivamente circa 5+7+9 = 25 attacchi su basi aeree nemiche, sfidando decine di caccia e batterie SAM. Non stupirà più di tanto se poi abbiano subito 9 perdite. Altri 14 aerei hanno subito danni tra serio e grave, tanto che i circa 13-14 aerei di riserva (di cui 8 almeno biposto), di fatto sono stati assorbiti totalmente per rimpiazzare gli aerei italici perduti o ko per lungo tempo.
Avendo usato circa 450 bombe, con un totale di 25 attacchi, la media è stata di appena 18 per ciascuno, e non certo tutte sono andate a segno, a stento il 50% su piste che combinate, arrivano anche a 5.000 metri. Di fatto hanno perso 1 aereo ogni circa 3 attacchi, mentre la media generale è stata di circa 2 aerei per ogni aeroporto attaccato, ovvero circa 6 volte maggiore. Peggio che mai, senza i 25 attaccati solo dagli AMX (almeno quelli di 3a fascia sicuramente solo da loro), significa che gli altri hanno subito 116 perdite contro 37 aeroporti, ovvero anziché perdere un aereo ogni tre attacchi, hanno perso 3 aerei ogni attacco! Nel primo caso sarebbe un valore abbastanza sostenibile, nel secondo proprio no! L'unica cosa che controbilancia quest'ordine di grandezza di differenza di perdite è che gli AMX sono effettivamente un ordine di grandezza inferiore rispetto a quello dei Gina o dei Macchini. Per cui alla fine poca differenza fa in termini di percentuale di perdite calcolate sull'intera forza.
La potenza d'attacco viene utilizzata ulteriormente durante la notte da entrambe le parti: gli AMX, per evitare di lasciare totalmente campo a questa padronanza 'notturna' si sono mobilitati, così come a corto raggio, anche gli Agusta A.129 (contro obiettivi tattici, non certo contro le basi aeree principali o anche secondarie).
Quanto ai britonni, la loro forza-lavoro è davvero impressionante e riescono a riattare rapidamente molti aeroporti danneggiati. Per mezzanotte, ovvero ben 7 ore dall'inizio (e circa 6 dalla fine) degli attacchi nemici, sono riusciti a rimettere in sesto molti degli aeroporti danneggiati. Oltretutto i danni agli aerei sono stati piuttosto scarsi: l'unico caso in cui i V-Bombers sono stati sorpresi totalmente a terra dagli AMX (ovviamente visto che volano solo da basi di 3a fascia) gli italici hanno mancato gli aerei visto che stavano tirando bombe contro la pista, anche se un paio di bombardieri hanno subito qualche danno non grave. Altri 8 almeno erano presenti tutt'attorno, ma non hanno subito danni.
Dal canto loro i britonni hanno lanciato un'enormità di aerei notturni. Dei 10 squadroni di V-Bombers schierati, è stato possibile mandarne ancora ben 6 in giro sopra le basi italiche, che i britonni avevano localizzato totalmente fin dalla 2a ondata, utilizzando gli ultimi 2 aeroporti ancora efficienti che li ospitavano, nonché altre basi disponibili. In tutto per mezzanotte hanno riattato 4 basi principali e almeno 9 secondarie, oltre a quelle rimaste indenni (2 secondarie, in pratica, mai scoperte, 5 secondarie e 2 primarie non danneggiate o non abbastanza durante la 3a ondata). Ergo, con tutto quel che gli italici gli hanno tirato contro durante la giornata, alla fine hanno ancora sufficientemente operative 6 basi principali e 16 secondarie, ovvero 22 su 35.
E così via, ovviamente, per le altre grandi basi aeree. Nei loro 25 attacchi gli AMX hanno colpito non meno di 5 basi principali e già questo significa che hanno sicuramente una media più bassa, mentre considerando 9 attacchi a 5 basi secondarie, la media scende ancora, ovviamente, e probabilmente non eccede le 16 sortite nell'intera giornata. Anche se fossero tutti top gun, non sarebbe sufficiente per mettere KO in maniera affidabile basi di queste dimensioni.
Non è finita, ovviamente. La giornata è arrivata alla mezzanotte e a quel punto avvengono gli attacchi notturni. Circa 20 AMX riescono ad eseguire l'azione, ma la contraerea abbatte uno di loro, il 10o aereo distrutto in azione su circa 122 missioni, pari a circa l'8% di perdite. I danni che causano ad una mezza dozzina di basi primarie sono comunque limitati, essendo essenzialmente sganci strumentali per aerei che dovrebbero essere soltanto diurni. Un totale di almeno 11 aerei sono così danneggiati da non essere riutilizzabili il giorno dopo (come minimo), e non solo: due AMX sono andati distrutti al suolo durante i raid.
I Jaguar hanno invece operato in maniera molto più massiccia, e anche di notte vengono mandati in azione senza tanti problemi. Del resto, non sono meno notturni degli AMX e sopratutto, hanno aerei di supporto che sganciano flares per illuminare i bersagli. Così ne lanciano in azione moltissimi: circa 50 aerei, stracarichi di bombe perché non hanno praticamente nessuno che possa intercettarli e quindi volano in quota senza tanti problemi. La rete radar italica è stata danneggiata molto gravemente, più di quella britonna e quindi è possibile passarci attraverso abbastanza facilmente.
Durante l'intera prima giornata, i Jaguar hanno lanciato ben 96 sortite (stimate) solo nella prima ondata d'attacco, e in tutto sono riusciti ad eseguirne circa 270, quasi il triplo di quelle degli AMX e con un carico medio superiore. In pratica, da soli hanno quasi equivalso la distruttività dei 3 gruppi di AMX e della ventina di gruppi G.91Y, MB.339 e MB.326 coinvolti con centinaia di missioni.
Hanno subito perdite pesantissime: in tutto circa 42 perdite in aria offensive, altre 7 difensive e altri 10 al suolo, totalizzando qualcosa come 59 perdite, altro che i 10 AMX! Se non altro non tantissimi altri sono andati danneggiati in maniera seria o grave, per cui non è così grave come sembra. Il giorno dopo sono arrivati gli aerei per sostituirli visto che ce ne sono oltre 100 in riserva. Ma basteranno? In effetti, il grosso delle perdite ha visto l'attività con le difese aeree più intatte. Ma adesso, tra bombardamenti e attacchi diretti, la maggior parte delle batterie di Spada sono andate fuori uso più o meno totalmente, mentre anche i radar sono andati fuori uso in larga misura. Così le perdite sono calate progressivamente.
I V-Bomber, invece, hanno eseguito solo missioni offensive: circa 120 la prima ondata, ma sono riusciti a ritornare in azione già a mezzogiorno con circa 80 aerei, e alle 17 con altri 60. Durante la notte è stato possibile mandarne in azione altri 50 esemplari, totalizzando qualcosa come 310 sortite, e teoricamente oltre 3000 tonnellate di bombe rilasciate sull'obiettivo, per lo più basi principali ma anche secondarie: durante la notte, per esempio, hanno tirato contro almeno 6 basi principali e 15 secondarie. I Jaguar, del resto, hanno attaccato complessivamente 14 basi di cui 4 principali e 10 secondarie. I V-Bombers hanno subito non più di 2-3 perdite in aria e nessuna a terra, grazie alla massima protezione che hanno avuto (a costo di rimorchiarli via da una base se questa diventava inagibile).
Questa è la fine della prima giornata.
L'esito è impressionante, no? Gli italici hanno perso qualcosa come 50 aerei nella 1a sortita, circa 80 nella 2a, 70 nella 3a, e infine circa 20 nella 4a, totale = 220 aerei persi totalmente. Sono tanti anche se 'ridotti' rappresentano 1/8 del totale.
Infine, le basi italiche hanno subito circa 4.000 tonnellate di bombe sganciate dagli aerei britonni e hanno subito danni considerevoli. Dal canto loro i britonni hanno subito la perdita di circa 60 Jaguar e molti altri, presumibilmente oltre 100, di altri velivoli. Le perdite non sembrano troppo gravi a parte per certi tipi di velivoli, e i danni alle infrastrutture non sono nemmeno comparabili rispetto a quelle degli aereoporti italici, così come il discorso per la rete radar.
DAY 2
Le azioni ricominciano più o meno come il primo giorno. Durante la notte hanno riparato larga parte delle piste malgrado le difficoltà dell'oscurità, e sono arrivati gli aerei di riserva. Ricominciano le incursioni da una parte e dall'altra più o meno con gli stessi criteri. Lanciano aerei da una parte e dall'altra. Non è che cambi molto rispetto a prima. Gli aerei italiani attaccano e colpiscono nuovamente duro, ma in pratica ci sono ancora 7 basi principali e 17 secondarie attive. E gli italici nemmeno sanno di preciso quali siano. La successiva azione di attacco inglese è massiccia più o meno quanto quella degli italiani. L'unica differenza specifica è che entrambi hanno già subito danni notevoli il giorno prima e non hanno una piena capacità combattiva. Ma tutti e 10 gli squadroni V-Bombers attaccano ugualmente, così come i 10 di Jaguar e così via. Ma le difese aeree sono più efficienti perché hanno imparato meglio a riposizionarsi e si sono concentrati maggiormente sulla difesa di alcune delle basi aeree più importanti. L'attacco degli AMX è stato ancora una volta duro, interessando 5 aeroporti principali e 4 secondari, apparentemente un quartetto di aerei per ciascuno. Non c'é verso di causare danni eccessivi con queste ridotte forze. Hanno causato pochi danni ma hanno subito 5 perdite complessive. Altri 340 aerei italiani si sono riversati contro circa 15 aeroporti inglesi, tra cui gli altri 5 principali. Decine di aerei italici finiscono a terra, mentre decine di altri vengono distrutti al suolo a causa della potenza d'attacco britonna, spesso cacciati con missioni d'attacco su bersagli al suolo di opportunità, cercando i gruppi di Gina e simili sistemati sul terreno qua e là.
Le battaglie successive sono sempre più a vantaggio dei britonni: la potenza degli attacchi italici si riduce progressivamente, e poco possono fare gli AMX per fermare il declino, del resto non è così scontato che così pochi possano fare così tanto. La fine della 2a giornata ha visto i tentativi sempre più affannati degli italici di mettere a terra l'aviazione britonna. E' risultato praticamente impossibile, nonostante gli sforzi. A mezzogiorno è stato abbastanza chiaro, visto che gli AMX sono stati inviati ancora in azione, ma a causa dei danni subiti, sono rimasti in pochi: appena 24, che sono riusciti nondimento a concentrare gli attacchi alle basi inglesi di 3a fascia. L'esito non è stato dei migliori: in questo 'mezzogiorno di fuoco' una formazione di questi aerei ha perso almeno 4 dei loro su 6 a far tanto. In tutto ne sono andati distrutti 7.
Per la fine della 2a giornata la situazione è ancora molto dura per entrambi, ma gli AMX persi sono stati ben 16 su appena 80 missioni con almeno 28 attacchi sugli aeroporti, alzando le perdite al 20%. Nell'insieme le azioni italiane hanno mandato un totale di circa 370, poi 310, poi 290 missioni. Totale, 970 sortite di cui circa 500 d'attacco. Circa 200 aerei italici sono andati perduti persino oggi, eppure le perdite sono state troppo alte rispetto ai danni inflitti. Oltretutto gli AMX sono finiti a meno di 40 esemplari, di cui circa un terzo fuori uso per danni vari. L'arma più importante si ritrova spuntata.
L'esercito britonno era pronto ad eseguire una serie di attacchi a terra per 'attirare' l'attenzione dell'aviazione italica, cercando di alleggerire la pressione sulle basi aeree, ma la consapevolezza delle perdite umane elevate che questo avrebbe comportato li aveva dissuasi a sufficienza da non fare altro che qualche azione di bombardamento notturno e simili. E dire che avrebbero potuto fare addirittura incursioni avioportate su interi aeroporti, avendo abbastanza potenza per portare migliaia di parà su singole basi aeree e distruggerle prima che qualcuno possa farci qualcosa. Ma quest'opzione non è stata esercitata visto che durante la seconda giornata è stato possibile contenere i danni. Persino i Jaguar hanno subito meno del normale, con una perdita totale molto inferiore rispetto al giorno prima, circa 30 aerei. Certo che con gli AMX che perdono più di prima e i Jaguar che perdono la metà l'andazzo è ovvio.
Alla fine della 2a giornata è ancora possibile usare parecchi aeroporti britonni, hanno circa 5 aeroporti principali e 16 secondari ancora efficienti malgrado gli attacchi continui che molti di essi hanno subito. Eppure, due di essi sono ancora sconosciuti al nemico e non hanno subito alcun danno! Lo stesso non si può dire della controparte italica.
DAY 3
La storia si ripete in una lotta mortale, ma un pò per volta, un pò per volta, gli italici scivolano di livello. Il primo attacco vede circa 300 aerei ancora lanciati contro gli aeroporti nemici, che sono nuovamente assai 'vispi', con circa 8 basi principali e 18 secondarie riattivate più o meno totalmente. Alla fine di quest'attacco le basi principali sono nuovamente quasi tutte colpite e così gran parte di quelle secondarie. Gli AMX hanno lanciato solo 28 attacchi, ma hanno colpito almeno 4 basi principali (quelle di 3a linea) e 4 secondarie. Nonostante questo, hanno perso solo 2 dei loro, più altri 4-5 danneggiati in maniera seria o grave.
Il successivo attacco avviene a mezzogiorno ed è simile ai soliti. I britonni sono ben decisi a non farsi distruggere le basi ancora operative e lo dimostrano appieno. Di 22 AMX lanciati in azione durante questa ondata, 4 sono solo contro una singola base principale, il solito quartetto per tenere sotto pressione l'efficienza dei sistemi di riparazione nemici, del resto le azioni di altro genere hanno fallito perché i velivoli più piccoli non hanno potuto fare le hi-lo-hi per via dell'eccessiva opposizione. Ma 3 dei 4 vengono eliminati dalle difese particolarmente accanite. Alla fine arrivarono a 5 perdite totali, i danni furono abbastanza ridotti e dei 6 aeroporti attaccati solo 3 vennero messi fuori uso, mentre i danni erano troppo gravi sì ma per gli attaccanti.
Dopo di allora, gli italici dismisero tutti gli attacchi programmati alle basi di 3a fascia, rimandate a data da destinarsi. Di fatto questa è una perdita mai più ripianata che lascia l'iniziativa a ai britonni, perché lì vi sono ben 13 basi britonne con 21 squadroni. Questo significa che d'ora in poi non ci sarebbe stato mai più modo di eliminare tutta la forza aerea nemica e conquistare la superiorità aerea necessaria per battere anche l'esercito nemico. Anche solo 21 squadroni, anche distanti, sarebbero sempre stati troppi per schiacciare le forze di terra nemiche, che avrebbero avuto almeno una parte del supporto di cui avevano bisogno.
I Jaguar hanno continuato la loro opera distruttiva, tanto da ottenere circa 220 missioni in aggiunta alle 270 del 1o giorno e alle 200 del 2o, ottenendo anche di subire perdite minori, forse soltanto 14 aerei, che comunque portano il totale per tutte le cause a oltre 100. Gli AMX non sono stati (non potevano) essere così bastonati, ma con oggi hanno perso altri 10 dei loro e questo porta alla fine dei conti un totale di ben 38 aerei, poco più di un terzo di quelli britonni equivalenti, ma paradossalmente un pò troppi, perché i Jaguar sono circa 5 volte tanto.
I V-Bomber sono riusciti a continuare le loro missioni in maniera robusta, hanno lanciato circa 240 sortite solo oggi, più le circa 300 del primo giorno e le 180 del secondo. In tutto hanno hanno distrutto un bel pò delle basi italiche con circa 7000 tonnellate di ordigni. Non è stato determinante, ma almeno hanno continuato a combattere, anche se adesso fanno in genere 'solo' 3 missioni al giorno e non più 4 come il primo giorno.
Le perdite italiche sono arrivate a 220 perdite il 1o giorno, 200 il secondo, e adesso sono circa 170, più che altro per la riduzione delle sortite offensive, che da 1080 del 1o giorno e 970 del 2o giorno sono calati a circa 800 (circa 300 prima ondata, 250 nella 2a e circa 250 anche nelle terza). In tutto sono andati distrutti circa 600 aerei italici in appena 3 giorni, alla faccia delle perdite 'ridotte', ma senz'altro migliori della stima precedente, anche se più della metà degli AMX sono andati distrutti nei loro spericolati attacchi.
Considerando che circa 200 aerei sono KO per i danni subiti, anche se formalmente non distrutti, al dunque per l'inizio della 4a giornata saranno già meno aviogetti efficienti di quanto non fossero all'inizio. E certo molto meno potenti, perché già solo i quasi 170 G.91T sono molto meno potenti di altrettanti G.91R che vanno a sostituire.
Gli AMX hanno subito 38 perdite in tutto, inclusi anche gli aerei distrutti al suolo, lanciando circa 100, poi 80 e poi 70 sortite complessive, circa 250 totali, con perdite superiori e fino al 15% complessivo, subendo quindi un duro colpo. Decine di aerei erano stati danneggiati e solo una parte rimessa in servizio entro l'alba del 4o giorno. Avevano attaccato gli aeroporti nemici almeno 31 volte nel 1o giorno, circa 28 nel 2o, e infine altri 22 strike nel 3o giorno, totalizzando 81 missioni di questo tipo, per cui non c'é molto da stupirsi se poi hanno subito così tante perdite, parte delle quali oltretutto al suolo e non in azione. Hanno anche consumato oltre 100 Sidewinder solo considerando i lanci, e altri 80 almeno per le perdite, per cui sono spariti un gran numero di armi, anche più delle perdite degli AMX di per sé. Circa 30 aerei abbattuti con questi missili.
Sarebbe poi possibile ancora mettere sotto pressione i britonni? E' impossibile oramai, sul serio. Malgrado tutti i danni subiti dalla controparte, questi sono ancora reversibili. E il fatto che gli AMX siano riusciti a fare solo in tre giorni il numero di sortite dei Jaguar nel primo giorno, la dice lunga su chi avesse il bastone 'più grosso'.
Finiti questi tre giorni sono arrivati altri aerei di rimpiazzo ma le cose non sono cambiate a sufficienza. Dal 4o giorno c'era più o meno l'equivalente di un gruppo di AMX operativi, anche se nominalmente erano ancora due. Dopo tutte le battaglie lanciate non c'é stato molto modo di eliminare l'aviazione nemica.
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In tutto, la più pesantemente attaccata delle basi britonne di 3a fascia, nel 1o giorno, ha subito prima 12 AMX, poi altri 6 e infine soltanto 4, totalizzando 22 aerei con un totale di forse 88 bombe, o al massimo 132. Questo contro una base da 5 km di piste e con centinaia di addetti e decine di veicoli per ripararla, mentre le piste sono molto robuste e per giunta hanno molti hangar corazzati per proteggere gli aerei e altri elementi fondamentali, incluse munizioni e carburante. Probabilmente non più di 30 bombe hanno colpito effettivamente le piste e se gli angoli e i metodi d'attacco non sono stati 'suicidi' è chiaro che le avrebbero buttate con angoli d'impatto estremamente piccoli (nessuna penetrazione del manto aeroportuale): è davvero così stupefacente che la base è stata riattata in maniera rapida, vista la superficialità dei crateri? A giudicare dai pochi danni rimediati dall'aeroporto di Stanley (240 bombe, 1200 proiettili e 16 missili durante l'intera guerra, ergo circa 6 settimane, ma mai messo ko se non per poco tempo, e questo con una sola pista da 1.200 metri), direi tutto sommato di no. Le piste non prendono fuoco, non affondano e non esplodono. E se il resto della base è corazzato, è impossibile infliggerle un colpo fatale con così poche armi. Del resto, se nemmeno i bombardamenti a tappeto dei Vulcan hanno messo fuori uso subito e permamentente le basi italiane, perché dovrebbero poche bombe tirate da bassa quota e pesanti la metà? Probabilmente, il massimo numero di ordigni messi a segno contro questa base è stato nella prima ondata, ma se ne hanno portati 48 (o al massimo 72, ma in tal caso con lanci 'toss' molto meno precisi), allora il totale andato a segno è stato probabilmente dato dal fatto che 2/3 degli aerei hanno messo a segno le bombe e che circa la metà di queste ha effettivamente colpito ed è esplosa sulle piste. Anche in questo molto ottimistico scenario, causa una contraerea fortissima e tutt'altro che dormiente (a differenza, per esempio, dei libici di Uadi Dumm, messa KO dai Jaguar nel 1987), avremmo solo 48:2/3:2 = 16 ordigni, uno ogni 330 metri di pista, su 8 strisciate (una ogni 600 metri). Considerando che ci vogliono probabilmente 2 bombe a lato per mettere KO una pista secondaria, e 3 per una principale, effettivamente 16 Mk 82 non sono molta roba. Per interrompere le piste ogni meno di 1 km di distanza ci vorrebbero probabilmente 4 interruzioni (12) su quella principale, e 2 su quella secondaria (altre 4), però devono essere esplose tutte. Una volta che ripari 1-2 crateri dei più facili, hai rimesso nuovamente in ordine la pista. Inoltre è arduo che 3 bombe su 4 vadano a segno per chi riesce a colpire, perché 1/3 di queste tipicamente resta inesploso e quindi per 16 bombe significa che almeno 24 sarebbero andate a segno, sulle 32 degli 8 aerei che sono riusciti a fare l'attacco correttamente. Un pò troppo, a mio avviso.
E questo è il più pesante dei raid italici. Quello successivo è costituito da soli 6 aerei. Applicando un calcolo simile, ma stavolta su sole 24 bombe, ne avremmo appena 8 esplose sul bersaglio. Basterebbero per frustrare i lavori di riparazione? Ho i miei dubbi! Dovrebbero colpire giusto le zone riparare e non c'é modo di sapere quali siano fino allo sgancio delle bombe. Basta che sulla base sia stato riattato, in circa 5 ore di tempo, un paio di tratti di pista e ne venga colpito solo uno, che la base resterebbe operativa persino dopo questo raid! E naturalmente la cosa si ripeterà anche con l'ultimo raid di 4 aerei, dove di 16 bombe ne potrebbero lanciare a segno al massimo, una mezza dozzina. Non è molto davvero e il ripristino dei danni a terra riesce probabilmente, in media, a chiudere un cratere ogni mezz'ora di lavoro (naturalmente vi sono più team in azione contemporaneamente, per cui questa è una media). In 5 ore ne richiuderebbero 10! Il risultato netto è che hanno la potenzialità di chiudere i crateri ad un ritmo fino a 48 al giorno e qui parliamo di appena 28! Ecco come è che va il mondo e perché a mio avviso non ci sarebbe semplicamente la possibilità di chiudere in maniera definitiva questi aeroporti. Probabilmente ci vorrebbero 2-3 ore di tempo per riaprire almeno un tratto di pista breve ma sufficiente per lo scopo. E parliamo di piste con i V-Bombers, non con dei piccoli cacciabombardieri che hanno 3-4 metri di carreggiata anziché 12. Peggio ancora se ci sono i Jaguar o gli Harrier: con questi squadroni (più di 15 unità) non c'é bombardamento che tenga, visto che i Jaguar possono decollare anche sullo sterrato, almeno a carico leggero (e certo possono atterrare allo stesso modo), mentre gli Harrier sono addirittura a decollo verticale e così l'atterraggio (V/STOL). Con i V-Bombers sistematicamente in aria (a parte quelli che per qualche ragione non sono partiti) tutte le volte che arrivano i raid, possono sempre scegliere gli aeroporti dove atterrare, dove non ci sono stati troppi danni o anche aspettare che essi siano riparati (magari sono solo detriti) per atterrare, magari un'ora dopo i raid. O magari sulle uniche due basi aeree che non sono mai state scoperte dalla recce italica.
Che poi anche questo è un dato discutibile: per ottenerlo bisognerebbe mandare gli AMX (o al limite, i G.91Y) a fare decine e decine di incursioni di pura ricognizione, il che significa ridurre largamente il numero di strikers disponibili. Come la mettiamo se per esempio, dei primi 36 AMX andati in azione, 12 siano in realtà inviati come ricognitori (e quindi, inutilizzabili per l'attacco vero e proprio)? Significa calare il numero medio da 9 a 6 aerei per base aerea, e i 12 strikers contro la base di cui sopra sarebbero addirittura il 50% del totale disponibile, lasciandone 'ben' 12 contro la modica cifra di altre 4 basi (3 di 3a e 1 di 2a fascia) sparse sul territorio nemico. Ora, se già 6 aerei sono troppo pochi per mettere (almeno a lungo) KO una base aerea di grandi dimensioni ancora intatta, figurarsi se poi scendono a 6, o peggio ancora, a soli 3 velivoli!
Come si fa ne manca un pezzo. E su 250 sortite belliche, anche se fossero tutte di cacciabombardieri (o in alternativa, solo i 2/3 di queste, ma con 6 bombe per ciascuno anziché 4, il che implica però l'impossibilità di portare anche i serbatoi da 1.100 litri, che paradossalmente sarebbero l'unico modo per arrivare così lontano), si potrebbero portare al massimo 1.000 bombe, non certo poche, ma nemmeno tantissime visto che i bersagli sono una mezza dozzina di basi principali e una buona decina di basi secondarie, suddividendo così il totale in circa 70-80 per base, e questo somministrato in 3 giorni. I V-Bomber, anche se in modalità diversa, riescono a fare di meglio in 1 ora. Considerando che probabilmente il 10% delle bombe andrebbe a segno, significa che ogni squadrone di V-Bomber metterebbe a segno circa 20 ordigni da 1.000 lb, ciascuno dei quali capace di scavare buche colossali e difficili da riparare, simili a quelle -ma più grandi- delle bombe antipista vere e proprie come le Durandal (provate, ma senza alcuna prova di adozione da parte dell'AMI, tanto che solo poche decine risultavano all'epoca comprate per ottimizzarle con gli AMX e i Tornado, ma senza ulteriori notizie sul loro impiego: ''si tratta di un'arma che è stata provata anche dall'AMI e che verrà prodotta su licenza dalla Breda'' - P&D giugno 1992).
E questo con uno stile piuttosto 'prudente' per gli AMX e per gli altri aerei. In altre parole, evitare di attaccare 'costi quel che costi' per non fare la fine di Cocciolone (che tra l'altro era contrario alla continuazione della missione ma non era lui a pilotare il Tornado e gli ordini erano 'ordini') e disimpegnarsi in caso di rischi eccessivi. Dal canto loro, io conto gli AMX perché gli altri aerei italici, almeno da un punto di vista puramente qualitativo, sono talmente 'nulli' che non meritano molte parole. Il fatto stesso che i G.91R, di fatto, non possano raggiungere con qualsiasi carico bellico esterno le basi britonne, da solo dice molto e anche di più (anche operando da fuori delle basi, non devono comunque essere molto distanti da queste, visto che restano assegnati ad una certa aerea di operazioni e fascia operativa e comunque possono abbandonare la base solo quando è fuori uso, del resto operare senza alcuna copertura ambientale non è poi così figo visto che ti possono vedere da 6.000 metri e attaccare senza nessuno sforzo una volta che sei 'fuoricampo', per referenze vedi la fine del gruppo di elicotteri argentini alle Falklands nel 1982, oppure quella dei due ultimi gruppi da caccia Macchi a Korba, Tunisia, maggio 1943, quando vennero molto comodamente distrutti dai mitragliamenti degli Spitfire). Che poi i Macchi siano a loro volta costretti ad usare solo una parte del loro carico bellico è un altro corno del problema e non di poco conto, così come che persino un vecchio Blowpipe possa abbatterli (altra cosa vista alle Falklands).
IN DEFINITIVA, anche migliorando il rating dell'efficienza dei velivoli italici e/o peggiorando quello delle difese britonne, è difficile immaginare un outcome differente da quello che è stato già preventivato. Solo un pò più lungo e sofferto, al limite.
Anche se queste perdite italiche qui valutate (e gli AMX sono meno della metà del totale perso nell'altra versione...) fossero spalmate in 4 o 5 giorni (su uno dei modelli studiati, gli AMX addirittura dismettono gli attacchi contro la 3a fascia solo a metà del 5o giorno) non cambierebbe molto, alla fine i britonni avrebbero vinto comunque. Cambia niente rispetto alla versione originale stabilita? Presumo di no.
Dopo 5, 6 o anche 10 giorni, alla fine l'aviazione italica sarebbe stata ridotta all'impotenza, è praticamente impossibile per essa poter eliminare l'aviazione nemica in maniera più o meno permanente e poi 'sistemare' l'esercito.
E questo li avrebbe portati alla sconfitta prima o poi. Solo questione di tempo. Come sempre.