17-6-2021 (aggiornamento 23-6)
Per completare il ciclo delle notizie di questo periodo, ecco una sestina di articoli che descrivono qualcos'altro che sarebbe stato meglio 'mettere in correlazione' per battere l'epidemia e limitare gli 'effetti collaterali'.
Ah, scusate ma devo precisare in caso di malintesi:
QUESTA NON E' UNA PAGINA NO-VAX, COMPLOTTISTA O ROBE DEL GENERE, ho combattuto e combatto le idee di tanti ciarlatani che hanno negato tutto l'innegabile. Nondimeno, sento l'esigenza di raggruppare fonti che testimoniano anche effetti collaterali oramai ampiamente ammessi e con tante persone, purtroppo, dimenticate già dopo poco tempo o mai uscite dalle cronache locali, mentre per giorni ci si è interrogati solo su 'Camilla'.
Vaccini, anche l’Italia ferma un lotto di AstraZeneca dopo due decessi
Dopo la smentita dell’Ema, è arrivata la dichiarazione della presidente della Commissione europea. Intanto in Italia si indaga sulla morte di un militare e di un agente di polizia deceduti dopo aver effettuato il vaccino
(open.online) – 11 marzo 2021
Arriva lo stop, su tutto il territorio nazionale, dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti-Covid. Una decisione che è stata presa in via del tutto precauzionale dopo la segnalazione due decessi. Aifa, infatti, in stretto coordinamento con l’Ema, agenzia del farmaco europeo, si riserva la possibilità di prendere ulteriori provvedimenti. Secondo quanto riportato da Ansa, sono circa 500mila le dosi contenute in ogni lotto del vaccino di AstraZeneca.
La morte del poliziotto e del sottoufficiale
Al momento, è bene ricordarlo, non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e questi eventi. Si tratta dei decessi di due uomini in Sicilia, un poliziotto – Davide Villa, 50 anni, agente della Squadra Mobile di Catania e fratello di Fabrizio, noto fotoreporter – morto per una grave trombosi il 7 marzo dopo la somministrazione del vaccino, e un sottufficiale di Marina, Stefano Paternò, colpito da arresto cardiaco a 43 anni dopo l’iniezione ad Augusta. Per la morte del poliziotto è stato aperto un fascicolo della Procura di Catania, al momento senza indagati, con l’accusa di omicidio colposo.
Per il decesso del militare, invece, è stata aperta un’inchiesta della Procura di Siracusa (con 10 indagati, accusati di omicidio colposo): disposta anche l’autopsia e il sequestro del lotto del quale faceva parte la dose inoculata al sottufficiale. «Si tratta di un lotto che è stato commercializzato sia in Italia che in Europa. Stiamo indagando e purtroppo non è facile visti i numerosi soggetti coinvolti. Non dobbiamo creare allarmismo ma le nostre scelte sono dettate dalla tutela della salute pubblica», ha spiegato all‘Ansa il procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino.
Sempre in Sicilia, stavolta a Trapani, la Procura stava indagando sul decesso sospetto di un terzo uomo dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Oggi, però, l’autopsia ha escluso il nesso di causa ed effetto. Anche in questo caso la vittima era un esponente delle forze dell’ordine: il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco di 54 anni, in servizio presso la Procura di Trapani.
Stop in altri tre Paesi
L’Aifa, intanto, sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo le documentazioni cliniche, in collaborazione coi Nas e con l’Istituto superiore di sanità che procederà all’analisi del lotto incriminato. Anche Danimarca, Norvegia e Islanda hanno sospeso, in via precauzionale, il vaccino AstraZeneca a causa dei timori legati alla formazione di coaguli di sangue.
La telefonata tra Draghi e von der Leyen
Il premier Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico con Ursula von der Leyen. Secondo fonti interne, i due si sono confrontati arrivando alla conclusione che non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino Astrazeneca. La Presidente von der Leyen ha comunicato che l’Ema ha avviato una ulteriore review accelerata.
L’anticorpo monoclonale di Gsk prodotto in Italia sospeso per “alta efficacia” – infosannio
(Valeria Aiello – fanpage.it) – 13 marzo 2021
La terapia sperimentale anti-Covid con gli anticorpi monoclonali sviluppati dalla casa farmaceutica GSK in collaborazione con la società di immunologia Vir Biotechnology ha dimostrato una riduzione dell’85% dei ricoveri e dei decessi nei pazienti ad alto rischio di sviluppare malattia grave. Lo hanno reso noto le due aziende, annunciando che sulla base di questi dati risultati intendono presentare domanda di autorizzazione all’uso di emergenza alla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti e richiesta di autorizzazione in altri altri Paesi. L’anticorpo, denominato VIR-7831, è prodotto nello stabilimento di GSK Spa di Parma (San Polo di Torrile) specializzato in anticorpi monoclonali innovativi che sta già fornendo in tutto il mondo per il trattamento di altre malattie, come il lupus, l’asma grave e il mieloma multiplo. I test clinici hanno inoltre dimostrato un alto profilo di sicurezza e tollerabilità.
Lo studio sospeso per “alta efficacia”
Un comitato indipendente di monitoraggio dei dati, spiega un comunicato, ha raccomandato che la fase 3 dello studio clinico COMET-ICE, che valuta VIR-7831 come monoterapia per il trattamento precoce di Covid-19 in adulti ad alto rischio di ospedalizzazione, sia interrotto nell’arruolamento a causa di evidenze di profonda efficacia della terapia. La raccomandazione si è basata sull’analisi preliminare dei dati di 583 pazienti non ospedalizzati che hanno ricevuto una singola infusione endovenosa di VIR-7831 (291 pazienti) o placebo (292 pazienti).
La richiesta di sospensione di uno studio per l’alta efficacia è un evento piuttosto raro e viene fatto per “dovere morale”, per non privare di una cura così valida chi sarebbe destinato al placebo. “Poiché i pazienti continueranno ad essere seguiti per 24 settimane – precisano le due aziende – ulteriori risultati, inclusi dati epidemiologici e virologici, saranno disponibili una volta completato lo studio”. Tra i pazienti arruolati il 63% erano ispanici o latini e il 7% erano neri o afroamericani. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti, queste popolazioni hanno circa tre volte più probabilità di essere ricoverate in ospedale e circa due volte più probabilità di morire di Covid-19.
Funziona anche contro le varianti Covid
Le due aziende hanno inoltre annunciato che un nuovo studio di laboratorio presentato per la revisione paritaria e in attesa di pubblicazione sul server di prestampa bioRxiv ha dimostrato che VIR-7831 è ugualmente efficace contro le varianti di maggiore preoccupazione, comprese quella inglese, la sudafricana e la brasiliana. “A differenza di altri anticorpi monoclonali, VIR-7831 si lega a un epitopo altamente conservato della proteina Spike, che può rendere più difficile lo sviluppo di resistenza” spiegano gli sviluppatori.
La principale caratteristica di VIR-7831 risiede infatti nell’utilizzo di un anticorpo inizialmente isolato dal sangue congelato di un paziente infettato dal virus della Sars nel 2003 – e non dal sangue di pazienti contagiati da Sars-Cov-2 come nel caso degli altri anticorpi monoclonali finora autorizzati (Eli Lilly e Regeneron) – ma in grado di riconoscere una porzione proteica altamente conservata della proteina Spike, un epitopo che non varia ed è comune con altri coronavirus, incluso Sars-Cov-2 e le sue varianti.
La combinazione con un secondo anticorpo monoclonale non concorrente, come spiegato in uno studio pubblicato nel maggio scorso su Nature, ha ulteriormente migliorato la neutralizzazione di Sars-Cov-2 nei test in vitro. Per questo, VIR-7831, che inoltre incorpora altre tecnologie per ottenere un’elevata concentrazione nei polmoni al fine di garantire una penetrazione ottimale nei tessuti delle vie aeree colpite da Sars-Cov2 e avere un’emivita estesa, può essere in grado di neutralizzare le varianti in circolazione (trial clinici in corso) con un’elevata barriera allo sviluppo di mutanti resistenti.
Un vaccino mai approvato contro la Sars funziona anche per il Covid: “Poteva fermare la pandemia”
(di Andrea Tornago – espresso.repubblica.it) – 20 marzo 2021
Il professor Andrea Gambotto sorride ironico nel suo studio all’Università di Pittsburgh, in Pennsylvania. «Stavolta hanno vinto le case farmaceutiche – ammette – ma abbiamo imparato molto. Alla prossima pandemia non ci faremo trovare impreparati». Scienziato italiano trapiantato negli Usa, dove è ricercatore di punta dell’eccellenza Upmc, University of Pittsburgh Medical Center, è stato il primo studioso a individuare nel 2003 la proteina «spike» come bersaglio dei vaccini anti coronavirus. Racconta all’Espresso i risultati del suo gruppo di ricerca e il difficile rapporto con i governi e le case farmaceutiche. Rivelando una notizia: l’esistenza fin dal 2003 di un vaccino contro i coronavirus, mai testato sull’uomo, dal funzionamento simile a quello dei vaccini usati oggi contro il Covid-19. «Cercavamo un vaccino per la Sars – ricorda Gambotto – e riuscimmo a immunizzare le scimmie usando un adenovirus come vettore virale. Il nostro studio del 2003 pubblicato su Lancet è il primo in letteratura sul tema. Ma all’epoca nessuno finanziò i trial clinici sull’uomo. Altrimenti nel 2020 avremmo avuto già da subito un vaccino efficace anche contro il Sars-CoV-2, almeno per le fasi iniziali dell’epidemia, che così forse poteva essere circoscritta alla Cina».
«AVEVAMO IL VACCINO DAL 2003»
Pochi ricercatori al mondo conoscono i coronavirus come il professor Gambotto e il suo gruppo di ricerca di Pittsburgh. Le prime pubblicazioni relative a potenziali vaccini sui tre coronavirus passati all’uomo, quelli responsabili di Sars (2002) e Mers (2012), predecessori del Sars-CoV-2, e quello del Covid-19, portano la loro firma. Eppure nessuno li ha coinvolti nella corsa mondiale al vaccino o ha bussato alla loro porta per chiedere di rispolverare il vaccino sperimentato e mai testato contro le «polmoniti killer» della Sars, una malattia ben più letale che si è autoestinta verso la fine del 2003. Poco dopo lo scoppio dell’epidemia in Cina, all’inizio del 2020, a Pittsburgh i collaboratori di Gambotto scongelano i sieri delle scimmie vaccinate con il prodotto sperimentale contro il virus della Sars. «Ci siamo accorti subito a febbraio 2020 che il siero delle scimmie immunizzate contro la prima Sars funzionava anche contro il nuovo coronavirus – prosegue Gambotto – c’era una notevole cross-attività. In pratica qui noi il vaccino ce l’avevamo da 18 anni nel frigorifero. Non siamo andati più a fondo perché avremmo dovuto comunque iniziare gli studi di fase uno e due, e abbiamo preferito chiederli su un nuovo vaccino, che abbiamo elaborato in dieci giorni».
I TRIAL CLINICI MANCATI
Perché il vaccino contro la Sars non fu testato sull’uomo? E chi doveva finanziare i costosi studi clinici che avrebbero portato all’approvazione delle autorità regolatorie? Il progetto, spiegano da Upmc, doveva essere finanziato «in casa» dall’Università di Pittsburgh e dalla stessa Upmc con il contributo determinante del National Institute of Health (Nih), l’agenzia per la ricerca biomedica del governo degli Stati Uniti. «Nel 2004 ci risposero che tanto la Sars era scomparsa – ricorda Gambotto-. Anche nel 2014, quando arrivò la Mers, con una letalità del 35 per cento, ci dissero che era solo una malattia mediorientale dei cammelli. Non capivano perché fosse necessario investire in un vaccino. Ora purtroppo sappiamo perché». Upmc è un centro no profit che investe tutti i margini in sviluppo e non può sostenere da solo i costi della sperimentazione. L’istituto del Nih che si occupa delle malattie infettive, il National Institute of Allergy and Infectious Desases (Niaid) è diretto dal 1984 da Anthony Fauci, immunologo di fama mondiale e membro di spicco della task force per l’emergenza coronavirus della Casa Bianca. L’Espresso ha cercato di contattarlo per chiedergli di ricostruire il ruolo delle agenzie governative Usa nella decisione di abbandonare il progetto del vaccino contro la Sars, ma non è stato possibile: un messaggio automatico fa sapere che né il dottor Fauci né il suo staff possono rispondere a causa del suo «lavoro nella task force» e dell’«elevato numero di messaggi».
Il 17 aprile 2020, intervistato da Fox News, Fauci ha fatto riferimento in questi termini al vaccino mai nato: «La Sars è tutta un’altra storia. Avevamo sviluppato un vaccino, eravamo in procinto di fargli attraversare le varie fasi, era sicuro e aveva una buona efficacia. Ma poi la Sars è scomparsa. E non abbiamo più avuto bisogno di produrre un vaccino». Nel 2004 gli Stati Uniti erano nel pieno della guerra all’Iraq e la lotta alle pandemie non era certo al centro del programma dell’amministrazione di George W. Bush.
NESSUNO VUOLE IL «PITTCOVACC»
A distanza di quasi vent’anni, la storia sembra ripetersi. Pittsburgh ha trovato in tempi record un nuovo innovativo vaccino contro il Sars-CoV-2, una proteina che si può inoculare grazie a un semplice cerotto dotato di microaghi. Facilità di trasporto e di conservazione, possibilità di produzione praticamente illimitata. Si chiama «PittCoVacc». Il 2 aprile 2020 lo studio scientifico è già su Lancet e il professor Gambotto annuncia a un’Italia in lockdown la scoperta del primo vaccino anti-Covid: «Un cerotto con micro-aghi fermerà la corsa del virus» fa sapere insieme al professor Bruno Gridelli, a capo della divisione italiana di Upmc. Ma l’amministrazione Trump lascia a secco i centri di ricerca accademici e decide di inondare di miliardi le case farmaceutiche. Le principali industrie del farmaco però decidono di sviluppare da sole nei loro laboratori, ricominciando da zero, la tecnologia sperimentata per la prima volta a Pittsburgh diciotto anni fa, la cosiddetta «piattaforma adenovirale». Nascono così, in pochi mesi, i vaccini AstraZeneca, Johnson & Johnson, Sputnik V e i due sieri cinesi. Mentre i ricercatori arrivati per primi, nella corsa della scienza al vaccino, oggi sono ancora in attesa dei via libera delle agenzie regolatorie. Anche perché nel frattempo Pittsburgh decide di produrre il vaccino in Italia e i tempi si allungano ulteriormente.
SERVONO 20 MILIARDI DI VACCINI
Le carte arrivano a Roma nel dicembre scorso. Tutto il processo seguito negli Usa dev’essere trasferito in Europa e riprodotto da capo, in quanto i laboratori accademici americani non sono validati dalle autorità europee. Upmc così si trova costretta ad accantonare il programma del vaccino-cerotto, anche per via di un parere trasmesso il 20 febbraio scorso dall’Istituto superiore di sanità: «In sostanza se avessimo voluto produrre in Italia il cerotto con microaghi avremmo dovuto chiedere due autorizzazioni, una per il vaccino e una per il dispositivo cerotto – spiega il professor Gambotto – con tempi ancora più lunghi». Il vaccino di Pittsburgh così cambia nome e tecnologia: non più «PittCoVacc» ma «UPMCoVacc», un vaccino adenovirale «classico», che a differenza degli altri però sarà somministrabile via spray nasale, con notevoli vantaggi produttivi, di conservazione e di trasporto. L’iter per il cerotto PittCoVacc invece viene avviato presso l’Fda statunitense. E chissà che non si riveli il vaccino in grado di immunizzare gran parte della popolazione mondiale. «Non ci dimentichiamo che per sconfiggere la pandemia abbiamo bisogno di 20 miliardi di vaccini – conclude Gambotto – e al ritmo attuale ci arriveremo nel 2028. Le mutazioni saranno più veloci della vaccinazione. La sfida ormai è elaborare vaccini prima dello scoppio delle pandemie e mettere a punto un sistema pubblico-privato che permetta di produrre miliardi di vaccini in un periodo di tempo molto breve. Un dispositivo come il cerotto in questo senso potrebbe salvarci: la distribuzione potrebbe essere velocissima in tutto il mondo e non dare alcuna possibilità di emergere alle varianti».
Serbia: con campagna vaccinale di massa triplicati i contagi • Imola Oggi
23 marzo 2021
Come racconta Chiara Merico su businessinsider.it, “nonostante questo successo apparente, i contagi continuano a crescere: prima dell’inizio della campagna vaccinale ogni giorno si registravano tra 1000 e 1500 nuovi casi di covid-19, ora invece il numero è salito a oltre 4000. Una progressione che ha spinto il governo di Belgrado a prendere le contromisure: martedì 16 marzo la premier Ana Brnabic, al termine di una nuova riunione dell’unità di crisi per la lotta al covid, ha imposto per una settimana la chiusura di caffè, ristoranti, centri commerciali, negozi e altre attività commerciali non essenziali, ad eccezione di supermercati, alimentari, farmacie e distributori di carburante”.
Sarebbe il caso – sottolinea Paragone – di porsi qualche dubbio e di farsi qualche domanda sui vaccini…
(ANSA-XINHUA) Il presidente Vucic ha ribadito che la maggior parte di cittadini in Serbia è stato vaccinato con il vaccino cinese Sinopharm e che gli esperti serbi hanno parlato molto bene della sua qualità e sicurezza. Ha anche ringraziato il governo cinese e Sinopharm per il loro “aiuto nella fornitura di vaccini nel momento più difficile”.
Il presidente di Sinopharm, Liu Jingzhen ha ringraziato Vucic e il popolo serbo per la fiducia nel vaccino cinese. “La Serbia è il primo Paese europeo ad approvare il vaccino Sinopharm …
Apprezziamo la fiducia dei cittadini nel nostro prodotto e siamo felici di poter fornire il supporto necessario alle persone in Serbia nella lotta contro il virus”, ha detto Liu .
Questo post è del 24 marzo 2021. Ovvero, oltre 2 mesi prima della tragedia della giovane Camilla, ma se è per questo, antecedente anche alla morte di almeno altre due insegnanti, una di 32 e l'altra di 46 anni. Non sapevo nemmeno di questo caso. Questa bella signora è deceduta dopo avere fatto l'Astrazeneca. Caso?
E’ MORTA LA PROF. ILARIA PAPPA 31 ANNI A CAUSA DI UNA TROMBOEMBOLIA – Teleischia
POSTED ON 24 MARZO 2021 BY REDAZIONE- 3 COMMENTI
E’ morta nella giornata di ieri all’ospedale Cardarelli Ilaria Pappa, 31 anni, docente dell’istituto Mennella di Ischia. Il decesso della giovane professoressa è avvenuto per una trombo-embolia. Ilaria Pappa si era sottoposta al vaccino anti-covid nell’ambito della campagna di somministrazione Astrazeneca destinata alla scuola. La prof. Pappa era napoletana coniugata con un insegnante procidano.
La giovane professoressa era stata vaccinata nell’ambito della campagna di vaccinazione destinata ad insegnanti ed al personale scolastico con Astrazeneca, prodotto scelto dal ministero della salute per questo settore. Purtroppo circa 10 giorni dopo la vaccinazione la giovane professoressa è stata ricoverata presso l’ospedale Cardarelli. Il ricovero si è reso necessario per la creazione di un embolo. Le sue condizioni sono, quindi, peggiorate giorno dopo giorno fino a determinarne il decesso. Ora resta da verificare se l’embolo sia stato causato dal vaccino o meno. Gli inquirenti scioglieranno il caso. Va comunque sottolineato che la fatale patologia fa parte di quelle emerse a pazienti vaccinati con il prodotto Astrazeneca.
IL MESSAGGIO DELLA SCUOLA MENNELLA
Un gravissimo lutto ha purtroppo colpito ieri sera la nostra scuola: la professoressa Ilaria Pappa e’ deceduta al Cardarelli di Napoli, dove era ricoverata da alcuni giorni per un’improvvisa e devastante malattia. Ha lottato per ritornare tra noi, per riabbracciare il suo Salvatore e la sua famiglia, per rivedere i suoi alunni…ma non ce l’ha fatta. In questi giorni di terribile attesa abbiamo pregato e sperato per lei ma, nonostante la sua giovane età, ieri sera è volata in cielo. Ilaria veglierà adesso come un angelo sulle nostre vite. La Dirigente Giuseppina Di Guida, la DSGA, i docenti, il personale ATA , i genitori e gli studenti del “Cristofaro Mennella” sono affranti ed esprimono il loro profondo cordoglio al prof. Salvatore Meglio e a tutta la famiglia dell’ indimenticabile Ilaria. Che l’immenso dolore da cui siamo travolti possa trasformarsi in un’infinita preghiera per chi da oggi sarà più solo. Che la terra ti sia lieve, carissima Ilaria…non ti dimenticheremo.
La luce solare distrugge il coronavirus molto più velocemente di quanto previsto
(Andrea Centini – scienze.fanpage.it) – 3 aprile 2021
La luce solare inattiva il coronavirus SARS-CoV-2 molto più rapidamente di quanto previsto dai modelli teorici, pertanto deve essere in gioco un meccanismo chimico-biologico in grado di amplificare l’azione dei raggi del Sole. In base ai calcoli degli scienziati, infatti, i raggi UVB (ultravioletti con una lunghezza d’onda media, tra i 315 e 280 nanometri) sono fino a otto volte più efficaci e rapidi nel distruggere le particelle virali del patogeno pandemico rispetto a quanto previsto dalla teoria; a potenziarli potrebbe esservi l’interazione del “mezzo” in cui sono sospese le particelle del coronavirus – ovvero le goccioline di saliva umana – con i raggi UVA, ultravioletti meno energetici con una lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 315 nanometri. Sono già noti per le proprietà antivirali nel controllo delle acque reflue.
A determinare che il coronavirus SARS-CoV-2 è più sensibile alla radiazione ultravioletta di quanto previsto è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università della California di Santa Barbara, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’Istituto per l’Ingegneria Ambientale dell’Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo (Svizzera), del Dipartimento di Matematica dell’Università di Manchester e del Translational and Integrative Sciences Center – Dipartimento di Tossicologia Molecolare dell’Università Statale dell’Oregon. Gli scienziati, coordinati dal professor Paolo Luzzatto-Fegiz, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’ateneo statunitense, hanno gettato le basi della propria ricerca a partire dai risultati dello studio “Simulated Sunlight Rapidly Inactivates SARS-CoV-2 on Surfaces” pubblicato nel luglio del 2020 sul The Journal of Infectious Diseases. I ricercatori guidati dalla professoressa Shanna Ratnesar-Shumate del National Biodefense Analysis and Countermeasures Center (Maryland) determinarono che il 90 percento delle particelle virali del SARS-CoV-2 veniva eliminato in 6-8 minuti nella saliva simulata e in 14 minuti in terreni di coltura, in condizioni ambientali paragonabili a una soleggiata giornata estiva (a mezzogiorno).
Questi risultati, se confrontati con la teoria descritta nello studio “Estimated Inactivation of Coronaviruses by Solar Radiation With Special Reference to COVID‐19” del Dipartimento della Difesa statunitense, indicano che la velocità di inattivazione del coronavirus SARS-Cov-2 è molto più rapida di quanto atteso. In parole semplici, la teoria prevede che i raggi UVB interagiscano con l’RNA del patogeno e lo distruggano dall’interno, ma tale processo sarebbe molto più lento delle tempistiche osservate sperimentalmente. Basti pensare che il SARS-CoV-2 è risultato tre volte più sensibile ai raggi UV rispetto al virus dell’Influenza A, e come indicato, in estate, nel giro di una mezz’ora viene quasi completamente inattivato (in inverno le particelle virali possono invece resistere per giorni, proprio per la ridotta radiazione solare). La discrepanza tra risultati attesi e i dati sperimentali ha spinto il professor Luzzatto-Fegiz a indagare a fondo sul possibile meccanismo, che potrebbe essere correlato all’interazione con i raggi UVA, proprio perché i raggi UVB da soli non sarebbero sufficienti (gli UVC vengono invece filtrati).
“La gente pensa che gli UVA non abbiano molto effetto, ma potrebbero interagire con alcune delle molecole del mezzo”, ha dichiarato lo scienziato in comunicato stampa, riferendosi alla saliva umana. “Quelle molecole intermedie reattive a loro volta potrebbero interagire con il virus, accelerando l’inattivazione. È un concetto familiare a coloro che lavorano nel trattamento delle acque reflue e in altri campi della scienza ambientale”, spiegano gli autori dello studio. “Gli scienziati non sanno ancora cosa sta succedendo. La nostra analisi indica la necessità di ulteriori esperimenti per testare separatamente gli effetti di specifiche lunghezze d’onda della luce e composizione media”, ha aggiunto Luzzatto-Fegiz. Se le goccioline di saliva con le particelle virali fossero così suscettibili alla combinazione di raggi UVA e UVB, si potrebbero approntare nuove strategie per favorire la sterilizzazione degli ambienti, senza dover passare per i più energetici UVC, che possono creare danni alla nostra salute. “Gli UVC sono ottimi per gli ospedali – ha dichiarato la coautrice Julie McMurry – ma in altri ambienti, ad esempio cucine o metropolitane, i raggi UVC interagirebbero con il particolato per produrre ozono nocivo”. Gli autori dello studio suggeriscono l’utilizzo di lampadine UVA a basso costo, da installare ad esempio su mezzi pubblici e altri luoghi a rischio contagio, ma dovranno essere condotte ulteriori indagini per tutte le conferme del caso. I dettagli della ricerca “UVB Radiation Alone May Not Explain Sunlight Inactivation of SARS-CoV-2” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Journal of Infectious Diseases.
Come mai non si parla delle reazioni a Pfizer e Moderna?
(Antonio Grizzuti – La Verità) – 7 aprile 2021
Ormai da quasi un mese il vaccino Astrazeneca è nell’occhio del ciclone per il possibile nesso tra la somministrazione e l’insorgere di alcune gravi reazioni avverse. Lo «stop and go» imposto a marzo al siero britannico-svedese ha inevitabilmente causato effetti nefasti sia sulla tabella di marcia della campagna di immunizzazione, sia in termini di incremento dell’esitazione vaccinale.
Tanto che nel corso delle ultime settimane, complice il clima di terrore amplificato dai media, le defezioni dei convocati per l’inoculo del preparato Astrazeneca si sono moltiplicate.
Probabilmente i lettori di queste pagine avranno poco di cui stupirsi, dal momento che La Verità ha trattato fin dall’inizio della campagna vaccinale il tema delle reazioni avverse. Quella che stiamo attraversando, in realtà, era una fase ampiamente prevista.
Come scriveva lo scorso dicembre la Food and drug administration in occasione del via libera al siero realizzato da Pfizer e Biontech, «l’utilizzo su larga scala potrebbe rivelare ulteriori reazioni avverse, potenzialmente meno frequenti e/o più gravi, inizialmente non riscontrate nella fase di sperimentazione».
Tradotto in altri termini, ampliando il pubblico dei vaccinati dalle poche decine di migliaia di partecipanti ai trial clinici, alle numerose decine di milioni dell’immunizzazione «a tappeto», l’insorgenza di nuovi effetti collaterali rappresenta un avvenimento pressoché scontato.
Non per niente, l’ente regolatore americano già allora consigliava caldamente di tenere alta la guardia a seguito dell’autorizzazione, al fine di mettere in luce nuove allerte riguardo alla sicurezza.
Se tutti i vaccini contro il Covid causano reazioni avverse, viene dunque spontaneo chiedersi se l’attenzione riservata negli ultimi mesi nei confronti di Astrazeneca possa essere giustificata solo da una maggiore frequenza degli effetti collaterali.
Oppure se il dito puntato contro il farmaco di Oxford si inserisca in una cornice geopolitica complessa, all’interno della quale contano non solo gli effetti della Brexit, ma anche delle recenti elezioni presidenziali americane e del rimodellamento degli equilibri tra Washington, Mosca, Pechino e Bruxelles.
Quantificare la sicurezza di un vaccino non è affatto affare semplice, e naturalmente va sempre tenuto conto del rapporto tra i rischi legati dalla somministrazione e i benefici legati all’aver evitato la malattia (o quantomeno i sintomi).
Senza la pretesa di fornire risposte esaustive, ci siamo serviti a questo scopo della «Banca dati europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci», alimentata dalle segnalazioni degli operatori sanitari e dei cittadini dei 27 Paesi dell’Unione europea (più Liechtenstein e Islanda) e messa a disposizione di tutti dall’Agenzia europea del farmaco.
Sempre tenendo a mente alcuni importanti caveat, tra i quali il fatto che l’insorgenza di un effetto collaterale non rappresenta necessariamente l’esistenza di un nesso causale con la somministrazione del vaccino, e l’avvertenza che le informazioni pubblicate dall’Ema riflettono le osservazioni e i pareri soggettivi del segnalatore.
Passando ai numeri, effettivamente la prima evidenza che sembra emergere dalla lettura dei dati è una maggiore reattogenicità del vaccino Astrazeneca, con 133.310 reazioni individuali su 14,4 milioni di dosi somministrate (9,2 reazioni su 1.000 vaccinati), contro le 127.789 di Pfizer-Biontech (con 54,2 milioni di dosi somministrate e un rapporto di 2,4 su 1.000) e le 11.545 di Moderna (appena 4,4 milioni di dosi inoculate e un rapporto di 2,6 reazioni avverse ogni 1.000 vaccinati).
Confermata l’insorgenza più elevata delle due reazioni avverse sotto accusa. Nel caso della trombocitopenia, Astrazeneca fa rilevare 14,2 casi ogni milione di dosi somministrate, ma anche Moderna non scherza con 8,2 reazioni su milione, mentre Pfizer rimane molto più indietro con 1,9 reazioni su milione.
Anche nel caso della trombosi, il farmaco britannico-svedese primeggia con 23,9 reazioni ogni milione, seguita anche in questo caso da Moderna (10,4) e Pfizer (3,3). A conti fatti, il vaccino Moderna presenta dunque – in proporzione alle dosi somministrate – circa la metà dei casi di trombosi e trombocitopenia di Astrazeneca.
Eppure, non sembra che intorno al siero americano ci sia tutto questo clamore. Probabilmente, il faro puntato su Astrazeneca dipende dai 22 decessi per trombosi (pari al 6,4% dei casi totali), contro la casellina vuota fatta segnare da Moderna e i 12 morti di Pfizer (comunque il 6,8% di tutte le trombosi post-vaccino).
Spostando lo sguardo su altre tipologie di reazioni avverse, si scopre poi che Moderna detiene il primato delle paralisi facciali (45 su milione, contro le 17 di Astrazeneca e le 15 di Pfizer), delle reazioni anafilattiche (36 su milione, contro le 32 di Astrazeneca e 20 di Pfizer) e anche dell’infarto miocardico acuto (sei volte i casi a seguito dell’inoculo di Pfizer, e il doppio di Astrazeneca).
Una giungla di numeri dalla quale risulta facile uscire confusi e che a maggior ragione ricorda come, al netto delle tensioni geopolitiche, la farmacosorveglianza debba riguardare indistintamente tutti i vaccini.
Non è che “non se ne parla”. Non ne parlate voi giornalai e i cialtroni televisivi. L’Ema e l’EudraVigilance (la banca dati europea per la gestione e l’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai medicinali che sono autorizzati, o che sono oggetto di studio attraverso trial clinici, nell’Area Economica Europe) ne parlano eccome. Basta cercare sui loro siti.
Moderna
Fino al 13 marzo:
5.939 casi segnalati di reazioni avverse
973 morti
Fino al 3 aprile:
11.545 casi segnalati di reazioni avverse
1.475 morti
BioNTech / Pfizer
Fino al 13 marzo:
102.100 casi segnalati di reazioni avverse
2.540 morti
Fino al 3 aprile:
127.789 casi segnalati di reazioni avverse
3.529 morti
In totale
3.964 morti segnalate sino al 13 Marzo e 5.993 sino al 3 Aprile.
Ema su AstraZeneca: “Esiste un legame tra il vaccino e rare trombosi”
(agi.it) – 7 aprile 2021
L’Agenzia europea per i medicinali ha stabilito “un legame” tra il vaccino di AstraZeneca e “le rare trombosi” venosi cerebrali. “Il comitato per la sicurezza dell’Ema (Prac)” – si legge in una nota – “ha concluso che i coaguli di sangue insoliti con piastrine basse dovranno essere elencati come effetti collaterali molto rari di Vaxzevria (nome attuale del vaccino di AstraZeneca)”.
A sostenerlo è il Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza del vaccino Covid-19 di AstraZeneca e i legami con gli eventi tromboembolici. Durante l’analisi, inoltre, “non sono individuati fattori di rischio legti all’età”.
La maggior parte dei casi finora segnalati all’Ema “si è verificata in donne di età inferiore ai 60 anni” ed “entro 2 settimane dalla prima dose” mentre l’incidenza dei casi sospetti dopo la seconda dose “è limitata”, rende ancora noto l’Agenzia.
“Una spiegazione plausibile per la combinazione di coaguli di sangue e piastrine basse è una risposta immunitaria, che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina“, riporta ancora la nota. Per questo il Comitato “ha richiesto nuovi studi a quelli in corso per fornire maggiori informazioni e intraprenderà tutte le ulteriori azioni necessarie”.
La conferenza stampa dell’Ema“Voglio iniziare affermando che il nostro Comitato per la sicurezza, il Comitato per la farmacovigilanza e la valutazione del rischio dell’Agenzia europea per i medicinali, ha confermato che i benefici del vaccino AstraZeneca nella prevenzione del Covid-19 nel complesso superano i rischi degli effetti collaterali“. Lo ha detto Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Agenzia aprendo la conferenza stampa sul vaccino AstraZeneca. (Commento: Emer Cooke è anche una 'ex' lobbista dell'industrai farmaceutica, ma vabbé en.wikipedia.org/wiki/Emer_Cooke).
“Sulla base delle attuali evidenze disponibili non è stato possibile confermare specifici fattori di rischio, come l’età, il sesso o la precedente storia medica di disturbi della coagulazione, poiché gli eventi rari si osservano in tutte le età e in uomini e donne”, ha aggiunto la direttrice.
“Non abbiamo ritenuto necessario raccomandare misure specifiche di restrizioni al vaccino per ridurre il rischio” di effetti collaterali di AstraZeneca, ha specificato la dottoressa Sabine Straus, a capo del Prac. Nonostante questo, il bugiardino del vaccino di AstraZeneca “sarà aggiornato con le nuove informazioni“.
Emer Cooke ha ribadito che “La vaccinazione deve continuare” aggiungendo che “Il rischio di mortalità da Covid è molto più alto del rischio di mortalità di questi effetti collaterali”. (commento: Eh no, bisogna vedere quali fasce d'età vengono coinvolte in questa 'valutazione del rischio').
“Sono stati segnalati tre casi di trombosi, simili a quelle di AstraZeneca, su 4,5 milioni di somministrazioni con il vaccino di Johnson&Johnson“. Lo ha dichiarato Peter Arlett, capo del dipartimento di farmacovigilanza ed epidemiologia dell’Ema. “Stiamo studiando questi effetti su tutti i vaccini”, ha spiegato.
“C’è una ragione teorica per pensare che combinare diversi vaccini potrebbe funzionare e potrebbe essere un approccio sicuro ed efficace, tuttavia nessun dato è stato presentato all’Agenzia europea per i medicinali e non abbiamo fatto alcuna valutazione” e solo “se tali dati saranno disponibili, ovviamente li valuteremo immediatamente”, ha aggiunto Arlett.
“L’Ema non ha pubblicato linee guida relative alla miscelazione o all’abbinamento di diversi vaccini tra la prima e la seconda somministrazione”, ha chiarito l’esperto, ma “ci sono molte discussioni su questo tema” probabilmente da collegare “alla necessita’ di ottimizzare l’uso di una disponibilità relativamente limitata dei diversi vaccini che sono stati autorizzati”.
UK scientists: "Resurgence in hospitalisations and deaths is dominated by those that have received two doses of the vaccine." - Health - Disclose.tv
7 aprile 2021
Hopes that life may soon be back to normal were dashed by Boris Johnson this week when he indicated that restrictions would remain in place to prevent a deadly third coronavirus wave.Predictably, the announcement relied on unduly pessimistic modeling, which suggested a full release from lockdown in June could trigger a new wave of hospital admissions every bit as bad as the January peak and result in up to 59,900 deaths.
Now, buried down below in the article by the Telegraph:
image770×296 19.6 KB
"The resurgence in hospitalisations and deaths is dominated by those that have received two doses of the vaccine."
The Telegraph
Why the models warning of a third UK Covid wave are flawedMuch of the data suggesting a surge in hospital admissions and deaths this summer is needlessly negative and often out of date
Yes, you did read that correctly. Third-wave deaths will predominantly be driven by people who have been vaccinated.
Cina, vaccinato solo il 4% della popolazione: troppi scandali | Tempi
Leone Grotti 7 aprile 2021 EsteriIl governo in Cina è disposto a pagare la gente per vaccinarsi, ma solo il 4% della popolazione si è fatta immunizzare. Colpa di scandali, propaganda e assenza di dati sui sieri di Sinovac e Sinopharm
La Cina ha vaccinato solo il 4% della popolazione. Nonostante abbia approvato cinque diversi vaccini locali, il governo fatica a convincere gli abitanti a farsi inoculare. Se continuerà così, difficilmente potrà raggiungere l’obiettivo più volte annunciato di immunizzare entro giugno il 40% della popolazione. La Commissione nazionale per la salute ha dichiarato che presto saranno vaccinati 10 milioni di cinesi al giorno, contro i 3 attuali, e che questa settimana saranno distribuite in tutto il paese 140 milioni di dosi. Il problema, al di là delle scorte, è che i cinesi non vogliono vaccinarsi.
Il Covid-19 non spaventa più la Cina
I motivi che alimentano la ritrosia dei cinesi sono diversi. Innanzitutto, è da almeno sei mesi che il governo si vanta urbi et orbi di aver azzerato i contagi. Se ancora si contano una ventina di nuovi casi al giorno in tutto il paese, il Partito comunista insiste nel dire che sono tutti contagi provenienti dall’estero. La retorica nazionale, inoltre, vuole che il virus stesso sia stato in realtà portato in Cina da soldati americani, tesi che contrasta con quella iniziale divulgata da Pechino, secondo cui era l’Italia ad aver contagiato il Dragone. Ma se è vero che da mesi, su 1,4 miliardi di abitanti, si contano appena un pugno di nuovi casi al giorno e se è vero che negli ultimi 12 mesi sono morte appena quattro persone, perché mai i cinesi dovrebbero temere il virus e vaccinarsi in massa?
Mancano i dati sui vaccini cinesi
Il secondo motivo che spinge i cinesi a non immunizzarsi è, da un lato, l’inaffidabilità storica del governo e delle case farmaceutiche cinesi quando si tratta di vaccini, dall’altra, l’assenza di dati sui vaccini proposti da Pechino. CoronaVac, il siero di Sinovac, non ha ancora completato la fase 3 di sperimentazione. La reale efficacia del vaccino dunque non è ancora nota: dati parziali provenienti da Turchia, Indonesia e Brasile mostrano che il siero sarebbe efficace nel 91%, 65% e 50% dei casi rispettivamente. Una differenza importante che non aumenta certo la fiducia dei cinesi.
Anche dei due vaccini che sta sviluppando Sinopharm non sono ancora disponibili i dati definitivi della fase 3. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato il 30 dicembre che sono efficaci al 79%, ma mancano ancora studi pubblicati. Mentre secondo gli Emirati Arabi Uniti, dove sta avvenendo una seconda sperimentazione, l’efficacia è dell’86%. Non è chiaro quali siano le ragioni alla base della discrepanza dei dati, ancora parziali. Sono ancora alla fase 3 di sperimentazione, inoltre, anche i vaccini di CanSino Biologics, sperimentato in Arabia Saudita, e di Anhui Zhifei Longcom.
C’è anche un problema legato alle scorte. Sinovac può produrre “solo” 300 milioni di dosi all’anno. La Cina punta a vaccinare 700 milioni di persone nei prossimi due mesi, ma allo stesso tempo ha concesso prestiti miliardari a molti paesi africani e dell’America Latina per permettere loro di acquistare dosi del vaccino. Dosi che però, al momento, non esistono.
Troppi scandali legati ai vaccini
Al di là dell’assenza di dati e dosi, i cinesi non si fidano dei vaccini locali anche per la lunga serie passata di scandali. Nel 2019 a centinaia di bambini della provincia del Jiangsu è stato somministrato un vaccino per la polio scaduto. Nell’estate del 2018, almeno 250 mila bambini sono stati vaccinati per difterite, pertosse, tetano e rabbia con vaccini inefficaci. Pur di metterli in commercio, il produttore Changchun Changsheng aveva alterato i dati con la complicità di chi doveva controllare quei dati, il Wuhan Institute of Biological Products.
Nel 2013, 17 bambini morirono dopo aver ricevuto il vaccino contro l’epatite B realizzato dalla Shenzhen Kangtai Biological Products, di proprietà del “re dei vaccini” Du Weimin, lo stesso con cui collabora AstraZeneca per produrre in Cina il proprio siero. Nel 2010, il giornale statale China Youth Daily riportò che 180 mila dosi di un vaccino per la rabbia erano inefficaci. La notizia, scoperta mesi prima, fu riportata in ritardo. Nel frattempo, Du vendette la proprietà dell’azienda (Jiangsu Yanshen) che aveva realizzato quei finti vaccini.
Nel 2016 il governo ammise, a un anno di distanza dalla scoperta, che 88 milioni di dollari di vaccini per polio, rabbia, epatite B e per diverse altre malattie erano stati inoculati nella provincia dello Shandong anche se alterati. La compagnia che li aveva realizzati aveva deciso di risparmiare sulla refrigerazione, rendendoli potenzialmente letali.
La Cina paga chi si vaccina (Vac-Cina?)
Questa lunga storia di scandali ha minato la credibilità delle campagna vaccinali in Cina. E anche se ora il governo prova a «incoraggiare» con il bastone o con la carota i cittadini a immunizzarsi contro il Covid-19, la maggior parte dei cinesi si tiene alla larga dai centri vaccinali. Secondo il Washington Post, molte scuole in tutto il paese vietano agli studenti non vaccinati di diplomarsi. A Pechino vengono offerti 50 o 100 yuan (6-12 euro) a tutti coloro che accettano di farsi immunizzare. In alcuni distretti della capitale vengono affissi striscioni con la scritta: «La vaccinazione è buona per il paese e per il popolo». Molti ristoranti offrono pasti gratis ai vaccinati.
Ma c’è anche chi usa il bastone. Nella provincia di Hainan, nella città di Wancheng, i funzionari comunisti hanno dichiarato che chi non si vaccinerà sarà inserito in una “lista nera” e non potrà più comprare da mangiare al mercato o salire sui mezzi pubblici. La notizia ha fatto scandalo in tutto il paese e il Partito comunista locale si è scusato. Difficile che l’iniziativa spingerà gli abitanti di Wancheng a farsi immunizzare con i vaccini di Sinovac e Sinopharm.
TELENORD - L’autopsia dell’insegnante di 32 anni morta a Genova conferma la trombosi
Ha confermato la morte per un quadro "trombotico ed emorragico cerebrale" l'autopsia eseguita oggi su Francesca Tuscano, l'insegnante genovese di 32 anni morta a Pasqua e a cui era stato somministrato il vaccino Astrazeneca il 22 marzo. L'esame è stato eseguito dal medico legale Luca Tajana a cui è stato affiancato un esperto di malattie tromboemboliche.
Al momento non sarebbero emerse anomalie pregresse anche se dovranno essere eseguiti una serie di accertamenti istologici e tossicologici. La procura di Genova ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti affidando le indagini ai Nas. I militari hanno sequestrato tutta la documentazione dell'iter vaccinale.
6000 morti da vaccino secondo l'Ema | (ilsimplicissimus2.com)
il grafico in alto, costruito con i dati dell’Ema , l’agenzia del farmaco europea, mostra visivamente e in maniera immediata, comprensibile anche per chi ha gli occhi foderati di paura e di cazzate mainstream, quale sia stato il balzo degli “effetti aversi” che si è avuto a marzo il mese nel quale si sono fatte più vaccinazioni. Fino a ieri tutto l’ambiente medico tenuto per le palle da Big Pharma ha tentato di dire che non c’erano correlazioni, ma alla fine l’Ema ha dovuto ammettere che per quanto riguarda AstraZeneca tali correlazioni esistono, anche se poi si è lanciata in un peana costi -.benefici che se fosse stato fatto a un esame di statistica avrebbe causato la perpetua espulsione dagli studi dello studente. Ad ogni modo questi soni i dati fino al 3 aprile nella sola Ue:AstraZeneca 967 morti e 133.310 effetti avversi
Pfizer 3.529 morti e 127.789 effetti avversi
Moderna 1.475 morti e 11.545 effetti avversi
Quasi 6 mila morti nella sola Europa senza la Gran Bretagna ed è dunque presumibile che a livello globale siano decine di migliaia, almeno per quanto riguarda i vaccini a mRna, le persone sacrificate alla narrazione pandemica. Ovviamente queste cifre vanno confrontate con il numero di dosi inoculate di ogni singolo vaccino ed è per questo che AstraZeneca si rivela quello più pericoloso come si evince dalla tabella a fianco, oltre ad essere quello che uccide persone ancora in età relativamente giovane per cui adesso si dice che solo gli ultrasessantenni possano farlo.
Malgrado questo, la narrazione vaccinara continuava a fare breccia anche nelle libertà costituzionali:
La Corte di Strasburgo: le vaccinazioni obbligatorie sono necessarie nelle democrazie – infosannio
8 aprile 2021
(agi.it) – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che le vaccinazioni obbligatorie possono essere considerate necessarie nelle società democratiche, in una sentenza storica dopo un ricorso presentato da alcune famiglie ceche contro l’obbligo vaccinale deciso dallo Stato.
“Le misure possono essere considerate necessarie in una società democratica”, si legge nella sentenza della Corte che conferma come la politica sanitaria della Repubblica Ceca sia stata coerente con “l’interesse superiore” dei bambini e non violi il diritto al rispetto della vita privata.
La normativa, al centro del ricorso, riguarda “i vaccini somministrati contro malattie infantili ben note alla scienza medica, ovvero difterite, tetano, pertosse, infezioni da Emofilo dell’influenza di tipo b, poliomielite, epatite B, morbillo, parotite, rosolia e – per i bambini con specifiche indicazioni di salute – infezioni da pneumococco.
Secondo gli esperti la sentenza potrebbe avere anche implicazioni per qualsiasi politica di vaccinazione obbligatoria per il Covid.
AstraZeneca, ragazza di 26 anni ricoverata a Milano: «Trombosi». Due settimane fa il vaccino (ilmessaggero.it)
Martedì 13 Aprile 2021
AstraZeneca, ancora un caso segnalato di trombosi: è una ragazza di 26 anni la paziente ricoverata a Milano. Due settimane fa il vaccino. La giovane donna è ricoverata da ieri al Policlinico di Milano con trombosi cerebrale. La 26enne 16 giorni fa era stata vaccinata con il siero di Astrazeneca, secondo quanto si apprende dall'ospedale. Essendo un intervallo piuttosto lungo, non è possibile al momento stabilire se vi sia una correlazione tra la vaccinazione e la trombosi.
Al momento, come riferiscono fonti del nosocomio, la paziente è cosciente, in condizioni stabili e sta rispondendo bene alle terapie. La prognosi rimane riservata e la donna è sotto stretta osservazione.
Astrazeneca, è quasi un ricatto. O così o niente - AgrigentoOggi
- 15 Aprile 2021
Se la Danimarca, da ieri pomeriggio 14 Aprile 2021, ha deciso di sospendere definitivamente Astrazeneca, ci si domanda perché in Italia si continua ad insistere, confondendo la gente con quella che si potrebbe definire una vergognosa “Roulette Russa” che ha già portato alla nausea. La stessa nausea che suscita chi ostenta un sapere che non possiede. E quanti sapientoni sono spuntati da un anno a questa parte! Ospiti fissi del piccolo schermo.
Intanto qualche caso sospetto riguarderebbe anche il Johnson & Johnson. Insomma, siamo proprio messi malissimo. Ecco perché serve seguire l’esempio di chi, come Israele, ha dimostrato l’efficienza necessaria al momento, e un corretto comportamento per tutelare la popolazione. Il Premier Draghi la palla, dopo aver sostituito in fretta e furia Giuseppe Conte, deve dimostrare sul campo di saperla giocare evitando, soprattutto, gli autogol come nella vicenda che riguarda gli Psicologi.
Seychelles, torna in lockdown il paese più vaccinato al mondo • Imola Oggi
11 Maggio 2021
Le Seychelles hanno vaccinato contro la Covid-19 in proporzione più di ogni altro Paese al mondo, ma la situazione dei contagi è comunque andata peggiorando. In seguito ad un rapido e vertiginoso aumento dei contagi, lo Stato insulare ha deciso di chiudere le scuole e cancellare attività sportive per due settimane. Le misure restrittive prevedono una limitazione dei contatti, consentita soltanto tra conviventi di due abitazioni diverse, e la chiusura anticipata di bar e ristoranti. E questo, nonostante più del 60% della popolazione abbia completato il ciclo vaccinale con le famose due dosi. Le norme anti-Covid messe in atto, sono simili a quelle decise verso la fine del 2020.
“Nonostante tutti gli sforzi eccezionali che stiamo facendo, l’andamento epidemiologico della Covid-19 nel nostro Paese è in una condizione critica, con un incremento notevole dei contagi giornalieri” ha detto in conferenza stampa martedì 4 maggio 2021, Peggy Vidot, il ministro della Salute della Repubblica delle Seychelles.
L’arcipelago localizzato nell’Oceano indiano conta una popolazione di circa 98.000 abitanti. L’importanza del turismo per l’economia del Paese, ha portato il governo a somministrare tempestivamente i vaccini a gennaio. Inizialmente, le dosi somministrate provenivano da una donazione della Cina e degli Emirati Arabi Uniti. Da allora, l’esecutivo ha stretto accordi anche con altre case farmaceutiche.
Serbia: con campagna vaccinale di massa triplicati i contagi
Seychelles, il 62,2% della popolazione ha ricevuto due dosiAl 12 aprile, il 59% delle dosi iniettate erano della cinese Sinopharm e il resto di Covishield, una versione di AstraZeneca prodotta sotto licenza in India. Secondo quanto riporta Bloomberg, al momento il 62,2% della popolazione totale ha ricevuto due dosi. In rapporto al 55.9% dell’Israele, le Seychelles sono la Nazione che ha vaccinato di più al mondo.
Dai 612 casi del 28 aprile, il numero di casi attivi è schizzato a 1.068 registrati il 3 maggio, secondo quanto riportato dal ministero della Salute seychelliano. Di questi, l’84% sono cittadini dell’arcipelago, mentre il resto sono stranieri. Ha scritto nel suo blog Daniel Lucey, professore di medicina clinica alla Dartmouth Geisel School of Medicine. Secondo l’analisi di Lucey, meno di due terzi di questi non hanno ricevuto il vaccino, oppure hanno ricevuto una sola dose. Il resto ha ricevuto tutti e due i vaccini necessari.
variante Sudafricana nelle Seychelles, vaccino poco efficaceIl professore ha sottolineato che non sono ancora disponibili i dati riguardo al sequenziamento del Dna per le infezioni di aprile. La variante B.1.351, conosciuta anche come variante Sudafricana, è stata riscontrata nelle Seychelles la prima volta a febbraio, prosegue Lucey. Il vaccino di AstraZeneca è risultato poco efficace contro questa variante in uno studio scientifico, e il Sudafrica ha deciso di non proseguire la campagna vaccinale con il preparato anglo-svedese, svendendo le dosi AstraZeneca ad altri Paesi del continente africano.
“Un confronto tra Sinopharm, Covishield e le persone contagiate che non hanno ricevuto il vaccino, potrebbe essere realizzato tramite il sequenziamento del Dna e i dati sulla condizione della loro infezione” sostiene Lucey. “Visto l’utilizzo in tutto il mondo di questi due vaccini, ci sono delle implicazioni globali per quanto sta accadendo ora nelle Seychelles”.
Altre Nazioni che hanno attuato un efficace campagna vaccinale hanno assistito a un rapido abbassamento della curva dei contagi. Nel Regno Unito, dove il 52% delle persone ha ricevuto una dose, i casi sono crollati del 96%, in seguito al picco di gennaio. Stesso discorso vale per Israele, dove il 60% ha almeno ricevuto una dose, riducendo i casi del 99%.
AGGIUNGO il 23 giugno: le Seychelles sono sempre a grave rischio, anche se i circa 1.000 casi giornalieri non sono più rilevati. Però ne hanno ancora circa 500, e questo per uno stato da meno di 100.000 abitanti. Attualmente siamo a circa 14.000 casi, anche se va detto che le comunicazioni non sono lineari, per cui attenzione a valutare questo dato. Resta il fatto che la campagna vaccinale isolana non ha prodotto ottimi risultati, e nemmeno il Sole e caldo hanno fatto secco il virus.
Studentessa vaccinata con quattro dosi per errore, la mamma: "Beve litri e litri d'acqua ma resta disidratata" - la Repubblica
Le condizioni della 23enne. Del caso si occupano ora anche l'Istituto Mario Negri di Milano e una immunologa dell'Università di Pisa. Il virologo Pregliasco: "Essenziale monitorare"
13 MAGGIO 2021
Mal di testa, braccio gonfio (quello dove ha ricevuto l'iniezione), pallore e una forte disidratazione. Sono le condizioni della studentessa di 23 di Massa che ha ricevuto per errore quattro dosi di vaccino Pfizer in un'unica somministrazione descritte dalla mamma. Intervistata dalla Nazione, la donna, avvocato, spiega che la giovane dopo aver bevuto 4 litri di acqua aveva le labbra secche e continuava ad avere sete.
Per questo, la famiglia della ragazza ha deciso di procedere con gli accertamenti, a partire dai test della glicemia. Il medico di famiglia - ha raccontato inoltre - si è messo in contatto con l'Istituto Mario Negri di Milano e del caso hanno interessato anche una immunologa dell'Università di Pisa. Per la giovane anche un sostegno psicologico.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'Università Statale di Milano, che si occuperà della 23enne ha dichiarato: "Per ora ho solo avuto modo di sentire la madre, ho avuto un primo contatto ma avremo maggiori indicazioni un po' più avanti. E' ancora un po' presto. Adesso è fondamentale un monitoraggio per garantire serenità alla ragazza. Devono passare dei giorni, la speranza è che non ci siano reazioni pesanti, ma siamo ottimisti. Anche in Germania è successa una cosa simile in una casa di riposo con 8 soggetti e non hanno avuto particolari effetti".
La disidratazione riferita dalla madre ad alcuni organi di stampa nonostante la ragazza beva litri d'acqua è per il virologo "qualcosa di inatteso, un effetto avverso che come tale è tutto da capire. Speriamo non sia nulla di che". (SPERIAMO CHE NON SIA NULLA DI CHE, dice l'immunologo. Praticamente lo Zi' Peppe della situazione)
L'errore nella somministrazione alla tirocinante in psicologia alla Usl Toscana nord ovest si è verificato domenica. Inizialmente sembrava che fosse stata iniettata una intera fiala di Pfizer, dunque sei dosi. Poi la precisazione sulla base dei resti del contenuto del flacone, che va diluito e suddiviso.
Virginia ha trascorso una notte in osservazione, manifestando sintomi abbastanza frequenti, come febbre, dolore alle ossa e al braccio. L'Usl aveva spiegato che "la giovane verrà monitorata nei prossimi mesi dal Careggi di Firenze, a cui verranno inviate le analisi del sangue della ragazza ogni settimana". Questo nei giorni scrsi, quando c'era stata anche l'assicurazione che non ci sarebbero state conseguenze legali. La ragazza aveva detto: "Non voglio che l'infermiera si senta in colpa".
Quello che potrebbe succedere è che, quasi paradossalmente, secondo i virologi, la giovane potrebbe doversi sottoporre di nuovo al vaccino, visto che il superamento della dose consigliata potrebbe aver annullato la produzione di anticorpi. Nel mondo si è verificato anche il caso di un infermiere israeliano che ha ricevuto 5 dosi, sempre per errore, mentre i test della Pfizer era stati effettuati proprio con un sovradosaggio di 4 dosi.
Alla domanda "la ragazza dovrà fare il richiamo del vaccino?". Anche la risposta di Pregliasco è stata "probabilmente si". "Quello che è accaduto - ha spiegato - è un errore umano che speriamo non abbia alcuna particolare conseguenza".
Onestamente, penso che con una risposta del genere, Pregliasco faccia vergognare chi lo legge, visto che lui non si vergogna. Mai.
Sotto i 18 anni i vaccini sono tre volte più pericolosi del covid | il Simplicissimus
Date: 19 Maggio 2021
Author: ilsimplicissimus1 CommentAgli americani piace molto porsi interrogativi etici e morali attraverso suggestive storielle: per esempio vi accorgete che un gruppo di persone finirà inevitabilmente per morire sotto un camion, ma se voi spingeste sotto le ruote del bestione lo sconosciuto che vi sta davanti potreste evitare la strage. Cosa fareste? Insomma si dilettano di queste cose, ma non le applicano mai ai casi reali. Per esempio se sapeste che un vaccino provoca un rischio di morte superiore a quello della malattia cosa fareste? Il 100 % direbbe che è meglio non vaccinare, perché al contrario del precedente giochetto morale ci si macchierebbe di omicidio colposo, ma la Pfizer e ovviamente gli altri compagni di merende vaccinali dicono che invece bisogna immunizzare (si fa per dire visto che nessuno sa davvero quale sia l’efficacia reale) ed è riuscita a strappare al governo Usa, un’approvazione di emergenza per le vaccinazioni per i bambini dai 12 ai 15 anni, mentre altrove in Europa si chiede che vengano vaccinati i bimbi prima di ammetterli a scuola all’asilo: e badate bene senza che esista un qualche studio, sia pure condotto dagli stessi produttori di vaccini sulla cui base autorizzare un uso di emergenza: siamo dunque in piena emergenza umanitaria.
In realtà sebbene senza autorizzazioni ufficiali sono stati vaccinati molti bambini e adolescenti, portati a fare da cavia, così nel database dell’Agenzia medica europea fino al 15 maggio 2021 compreso, è possibile trovare un totale di 1.322 casi registrati di effetti collaterali gravi nella fascia di età da 0 a 17 anni. E in Usa dove la base di vaccinazioni in giovane età è più ampia i numeri del Vaers parlano chiaro: su 1.246.747 vaccinati al di sotto dei 18 anni ci sono stati 3 casi di morte correlabili al vaccino oltre a 9 casi di reazioni avverse gravi capaci di avere conseguenze per tutta la vita e ricordo sempre che si tratta di segnalazioni dunque di una fetta piuttosto esile della realtà. Dunque la probabilità per questa fascia di età di avere conseguenze gravi o letali dopo il vaccino è di 1 su 103 896 vaccinati. Una cifra che può essere considerata bassa e accettabile , ma gli stessi dati epidemiologici del Vaers ci dicono che le probabilità di subire gli stessi effetti non dal vaccino, ma dal Covid ovvero dalla malattia che si vuole combattere è di 1 su 313.355 in quella fascia di età. Benché dunque si tratti di un rischio ridotto esso è comunque tre volte più alto per il vaccino che non per il Covid e potrebbe trattarsi di una fortissima sottovalutazione
Strano che in questo caso tutti gli insulsi giochini morali e moralistici siano scomparsi e che in sostanza di fronte al profitto il rischio a cui si espongono le persone non ha valore. Qui non è il numero assoluto che conta, ma il principio di fondo: una volta stabilito che il rischio vaccino anche se più alto rispetto alla malattia va comunque affrontato dalle cavie che poi saremmo noi, i nostri figli e i nostri nipoti abbiamo spalancato il portone a qualsiasi tipo di esperimento. Immaginatevi di essere uno studio medico nel quale vi viene detto che non fare il vaccino implica un rischio tre volte inferiore rispetto a farlo: cosa decidereste? E cosa fareste se doveste decidere per un altro? Io direi di prendere i responsabili di tutta questa situazione e buttarli sotto le ruote del tir per evitare una strage.
Possono provare a confondervi con fumose speculazioni o clamorose bugie sulla necessità di eradicazione di un virus che in realtà è facilissimo da curare – tanto facile che hanno vietato di farlo – ma impossibile da far scomparire. Basta chiedere quanti coronavirus sono stati eradicati finora, sebbene ci abbiano provato in tuti i modi. Il fatto centrale è che acconsentendo a rendere di fatto obbligatorio un trattamento medico sfavorevole dal punto di vista del rischio diamo il consenso a un nuovo tipo di medicina nella quale la salute delle persone non conta più nulla e da scopo finale diventa una semplice variabile di un sistema economico – sanitario.
Si sgretola il mito Fauci: aveva già messo in conto la fuga di un virus
il Simplicissimus (ilsimplicissimus2.com)
Data: 29 Maggio 2021
E’ uno spettacolo deprimente e in qualche modo indecente, lo sgretolarsi di un’icona della pandemia, dei suoi misteri e delle sue nefandezze etiche: il dottor Antony Fauci uno degli autori che ha firmato la sceneggiatura Covid, uno dei consigliori all’origine delle misure di scasso costituzionale, sociale ed economico che sono state fatte passare da provvedimenti sanitari per fermare il virus, rivelatesi inutili e assurdi, si sta smascherando da solo giorno per giorno. Dopo aver ordinato che fosse considerata una fale news qualsiasi ipotesi di costruzione artificiale del virus, visto che in caso contrario lui stesso e il suo National Institutes of Health avrebbero potuto essere considerati i responsabili principali e comunque i più sospetti di una creazione virale nel laboratorio di Wuhan, adesso ha cambiato idea e dice che la creazione artificiale non si può affatto escludere. Ma ormai i fantasmi del passato lo inseguono: adesso è saltato fuori che nel 2012 aveva detto che i rischi di un incidente di laboratorio che scatena una pandemia sono superati dai potenziali benefici della manipolazione dei virus. Dunque in un certo senso la cosa era messa in conto e aveva trovato anche un’autogiustificazione.
Fauci in un documento inviato all’American Society for Microbiology aveva sostenuto “All’interno della comunità di ricerca, molti hanno espresso la preoccupazione che importanti progressi della ricerca possano interrompersi solo per il timore che qualcuno, da qualche parte, possa tentare di replicare questi esperimenti in modo approssimativo. Questa è una preoccupazione valida. Ma i benefici di tali esperimenti e la conoscenza risultante superano i rischi “ In realtà questa era solo un modo di vedere la cosa da parte di un soggetto portatore di forti interessi economi, molto scienziati non erano affatto d’accordo con queste tesi. Per esempio 200 ricercatori tra cui quelli del Cambridge Working Group avevano lanciano un allarme pubblico nel 2014: “I rischi di incidenti con “potenziali agenti patogeni pandemici di nuova creazione sollevano nuove gravi preoccupazioni. La creazione in laboratorio di nuovi ceppi altamente trasmissibili di virus pericolosi, specialmente ma non limitati all’influenza, pone rischi sostanzialmente maggiori. Un’infezione accidentale in un simile contesto potrebbe innescare epidemie che sarebbero difficili o impossibili da controllare. Storicamente, i nuovi ceppi di influenza, una volta stabilita la trasmissione nella popolazione umana, hanno infettato un quarto o più della popolazione mondiale entro due anni “. E Steven Salzberg, della Johns Hopkins School of Medicine, nel 2015 ha affermato che i benefici di tali ricerche rispetto ai rischi erano “minimi nella migliore delle ipotesi” e potevano “essere ottenuti in modo molto più sicuro attraverso altre vie di ricerca”.
Certo le opinioni di Fauci erano quelle di uno che per tutta la vita ha campato e anche sontuosamente di manipolazioni virali per le quali è stato uno dei collettori di finanziamenti più che un protagonista dal punto scientifico, ma al cui rischio non ha fatto riscontro alcun vantaggio visto che egli non è mai riuscito a creare il vaccino per l’Hiv da cui tutto questo ha preso le mosse e che nemmeno con il Covd 19 le cose stanno andando troppo bene ad onta delle rassicurazioni ufficiali sui vaccini. Insomma questa conoscenza accumulata è servita a ben poco, mentre è possibile che sia sta essa stessa sia stata all’origine della pandemia.
Tutto quello che dice Fauci è ben inquadrabile in una concezione ideologica della medicina ossessivamente farmaco centrica, di origine prettamente americana, in cui la cura non tiene in minima considerazione le difese naturali dell’organismo, né i suoi equilibri interni, ma e vista solo come una battaglia tra patogeni e farmaci in cui il corpo del paziente non è che un passivo terreno di scontro. Cose che erano già state osservate nel lontano 1976 da Ivan Illich nel suo saggio “Nemesi Medica” e che adesso arrivano alle estreme conseguenze, ovvero quello di voler a tutti i costi curare i sani. E lo dice uno che non ha nessuna inclinazione alla naturopatia o ad altre forme di medicina “magica”, ma nemmeno una fede cieca nello scientismo più volgare .
Ad ogni modo sarebbe interessante capire cosa abbia provocato questa inversione narrativa che Fauci stesso ha inaugurato dopo i forti attacchi subito ad un’udienza senatoriale nel marzo scorso: forse esiste qualche documentazione che potrebbe saltare fuori da un momento all’altro, (infatti, è stato davvero così) oppure l’anziano collettore di finanziamenti farmacologici sospetta di essere stato in qualche modo tradito dai suoi compagni di merende o ancora è in vista qualche ripensamento in merito alla conduzione della narrazione pandemica o ancora si prepara una qualche campagna anticinese? Di certo in questa pandemia c’à ben poco di naturale e di vero.
Eudravigilance: oltre 12mila morti a causa del vaccino anti covid-19 ma tranquilli, nessuna correlazione | Playmastermovie
Eudravigilance: oltre 12mila morti a causa del vaccino anti covid-19 ma tranquilli, nessuna correlazione.
Questi sono i dati ufficiali di Eudravigilance, la bancadati europea per la gestione e l’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse.
Tutte le ideologie sbagliate o giuste che siano dipendono sempre dall’avallo delle masse che da sempre sono state oggetto di studio e sperimentazione per assicurarsene il consenso e manipolarne l’opinione.
La vaccinazione può essere un’opzione ma mai un obbligo.
Specie se causano complicanze che portano alla morte di ignari cittadini che hanno l’unica colpa di fidarsi dei soloni della scienzah da salotto televisivo e credono ancora che i politicanti al governo facciano gli interessi della sanità che di pubblico ha solo il nome, oltre al “dettaglio” che nel foglietto illustrativo dei vaccini non si dichiarerebbero le componenti che causano effetti paramagnetici (leggi Le nanoparticelle spion(e) del vaccino a DNA).
Riporto di seguito i dati ufficiali di Eudravigilance1, nudi e crudi, che giornali e TV non oseranno mai mostrarvi se non dopo essere passati attraverso decine di revisioni e mille interpretazioni che alla fine diranno tutto e niente.
fonte: https://www.adrreports.eu/it/search_subst.html# (cliccate su “accetta” e poi cercate Covid)Al 22 maggio in Europa sono state vaccinate circa 332.870.000 persone e di queste 12266 sono morte con ogni probabilità a causa di complicanze intervenute a seguito della vaccinazione stessa.
In previsione se verranno vaccinati tutti i 446 milioni di europei si possono prevedere circa 16400 decessi alla fine di questa che sembra essere solo la prima di una serie di campagne vaccinali forzate.
fonte: https://ourworldindata.org/covid-vaccinations
Ora se vogliamo fare davvero i cinici fino in fondo, potremmo dire che in fin dei conti “solo” lo 0,0037% muore dopo la vaccinazione, mentre la letalità del covid in Europa è dello 0,3-0,4%.
Il punto però è che di quello 0,3-0,4% la maggior parte dei deceduti sono «pazienti morti con il coronavirus (che) hanno una media di oltre 80 anni, 80,3; le donne sono solo il 25,8%. Età media dei deceduti è molto più alta degli altri positivi. Il picco di mortalità c’è tra 80-89 anni. La letalità, ossia il numero di morti tra gli ammalati, è più elevata tra gli over 80».
A dirlo fu Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, durante la conferenza stampa del 13 marzo, leggi Gestione degli Asset), il quale precisò che all’epoca su 1.266 morti, soltanto 2 erano deceduti senza patologie pregresse ma, precisava, “dobbiamo ancora analizzare le loro cartelle cliniche. Tutti gli altri avevano numerose patologie croniche, molti più di due o tre, in modo particolare diabete, obesità, malattie cardiovascolari. L’età media delle vittime è di oltre 80 anni, in prevalenza maschi. Soltanto 2 persone tra i morti avevano meno di 40 anni, ma avevano un tumore e altre patologie gravi”.
Inoltre qui parliamo di reazioni gravi nel breve e brevissimo periodo senza sapere praticamente nulla sulle conseguenze nel medio e nel lungo periodo semplicemente perché il farmaco è somministrato in via sperimentale fino al 2023!
vedi qui il video integrale (che ad oggi conta oltre740 mila visualizzazioni)
Soltanto allora mastro beccaio farà la conta dei morti e deciderà se ne è valsa la pena e state pur certi che ne sarà valsa sicuramente la pena, altrimenti altro che forconi e ghigliottine.
Per quelli sfortunati che cercheranno pace e giustizia attraverso lunghe ed estenuanti cause legali non resterà altro che il dolore di un congiunto perso per paura di perderlo a causa di un influenza ad oggi curabilissima anche se il Ministero della Salute fa finta di nulla.
Mentre invece questa che chiamano vaccinazione (in realtà è una terapia genica, ndr) è somministrata a tutti indistintamente e adesso perfino ai ragazzini, con la falsa scusa che gli asintomatici sono contagiosi e quindi ogni volta che vai a trovare il nonnino potresti trasformarti in un killer involontario e tutto questo per un virus influenzale.
Fermo restando la libertà di scelta, non so voi ma inocularsi farmaci genici sperimentali per far fronte a un’influenza stagionale è a mio parere a dir poco azzardato.
Ma, tornando ai numeri, poiché una volta avuti i dati grezzi con questi ci si può “giocare” come si vuole, vediamo subito come il Dott. Ioannidis2 ci mette a conoscenza del fatto che:
“Crude estimates of infection fatality rate may be over-emphasizing burden of disease, if COVID-19 deaths occur in people with minimal life expectancy”
“Le stime grezze del tasso di mortalità da infezione possono enfatizzare eccessivamente l’onere della malattia, se le morti di COVID-19 si verificano in persone con un’aspettativa di vita minima”
qui potete scaricare il report del Dott. Ioannidis.
E se il medico di base rifiuta di certificare?”
Dott.ssa Balanzoni – Medico legale
Oggi gli operatori sanitari TUTTI dovrebbero guardarsi allo specchio e fare un profondo esame di coscienza e decidere se continuare a fare i medici oppure essere dei meri esecutori materiali di protocolli e ordini che tutt’altro hanno a che fare con la salute del paziente. Non è una questione di soldi ma di vite umane che fanno affidamento sulla vostra rettitudine.
Se si guardano anche gli altri grafici sul sito di Eudravigilance non si potrà fare a meno di notare che la maggior parte di questi “casi” riguardano il personale sanitario. Ma anche quello militare è in prima linea:
Perizia choc sul militare morto: “Correlazione col vaccino”Sulla scia del Rapporto della commissione d’inchiesta sulle morti tra i militari a causa anche delle vaccinazioni (scarica qui il documento integrale), questa sentenza è molto importante:
~ Cosa è accaduto al militare Stefano Paternò? Gli anticorpi che aveva in circolo, insieme a quelli del vaccino, hanno causato una terribile infiammazione. “Ciò ha comportato – scrivono ancora i magistrati – una risposta anticorpale che si è aggiunta alla risposta immunitaria del vaccino, comportando una risposta infiammatoria esagerata”.
I risultati degli esami istologici hanno accertato la “presenza di elevati livelli di IL-6, una citochina espressione dell’attivazione di un processo infiammatorio intenso che appartiene alla manifestazione clinica della malattia, nel periodo della cosiddetta “tempesta citochinica”, ma che può appartenere alla sindrome post-vaccinica denominata ADE (Antibody-dependent enhancement)”. ~
Dott.ssa Bolgan Loretta
Resta il fatto che se decidi di vaccinarti, consapevole o meno, spera che quello sia davvero il tuo giorno fortunato non tanto perché ti vaccini e puoi sfoggiare orgogliosamente la tua spilla discriminatoria, ma per il fatto che resti vivo, almeno subito dopo la vaccinazione e non farà molta differenza se il rapporto rischio-beneficio è stato giudicato favorevole o meno perché chi lo deciderà non sarete voi (leggi La matematica della salute).
Articolo correlato: https://playmastermovie.com/vaccini-covid-19-223-segnalazioni-con-esito-decesso
note
Perizia choc sul militare morto: “Correlazione col vaccino” - (livesicilia.it)
A causa del covid, il militare avrebbe avuto una quantità di anticorpi eccessiva e il siero Astrazeneca sarebbe stato fatale. “Sussiste correlazione eziologica – scrivono i periti"
di Antonio Condorelli
CATANIA – Una perizia mette nero su bianco una nuova verità sul decesso del militare Stefano Paternò avvenuto a 15 ore dal vaccino Astrazeneca. Avrebbe avuto “troppi anticorpi” e, dopo il siero del vaccino, non avrebbe retto. La notizia è stata confermata a LiveSicilia dai legali dello studio Seminara che assiste i familiari. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas.
La colpa del decesso potrebbe essere di una, purtroppo, terribile fatalità: “Era stato positivo al covid, da asintomatico”. Ma i periti confermano la sussistenza della “correlazione col vaccino Astrazeneca”.
La Procura getta acqua sul fuoco, le indagini sono state affidate al Pm Gaetano Bono, coordinato dal procuratore capo di Siracusa Sabrina Gambino.
Leggi notizie correlate
• Il vaccino e la morte sospetta: ultimo saluto al caporale Paternò
• La moglie del militare morto dopo il vaccino: "Devo delle risposte a mio figlio"
• L'avvocato della famiglia del militare morto: "Attendiamo esiti"
“La relazione dei consulenti tecnici del P.M. – scrivono i magistrati – ha stabilito la sussistenza di una relazione causa-effetto con la somministrazione del vaccino AstraZeneca”.
“È bene però precisare – aggiungono gli inquirenti – anche al fine di evitare la diffusione di fake news o la strumentalizzazione della notizia in chiave antivaccinale, che ciò non implica affatto un problema di sicurezza del vaccino AstraZeneca/Vaxzevria”.
La Procura ricorda che “le fiale sono già state dissequestrate, dopo che il lotto ABV2856 somministrato al Paternò è stato analizzato, insieme con altri sei lotti, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal corrispondente istituto olandese (RIVM) che aveva rilasciato l’autorizzazione alla commercializzazione del vaccino”.
La causa della morte
Cosa è accaduto al militare Stefano Paternò? Gli anticorpi che aveva in circolo, insieme a quelli del vaccino, hanno causato una terribile infiammazione. “Ciò ha comportato – scrivono ancora i magistrati – una risposta anticorpale che si è aggiunta alla risposta immunitaria del vaccino, comportando una risposta infiammatoria esagerata”.
Irisultati degli esami istologici hanno accertato la “presenza di elevati livelli di IL-6, una citochina espressione dell’attivazione di un processo infiammatorio intenso che appartiene alla manifestazione clinica della malattia, nel periodo della cosiddetta “tempesta citochinica”, ma che può appartenere alla sindrome post-vaccinica denominata ADE (Antibody-dependent enhancement)”.
“La correlazione col vaccino – conclude la Procura di Siracusa – va letta in relazione al caso specifico, cioè al decesso di Paternò, che aveva avuto da poco il covid e non a un problema del vaccino stesso. Il vaccino Astrazeneca, ricordiamo, è stato ritenuto sicuro dalla comunità scientifica.
La periziaA causa del covid, il militare avrebbe avuto una quantità di anticorpi eccessiva e il siero Astrazeneca sarebbe stato fatale. “Sussiste correlazione eziologica – scrivono i periti, come confermano i legali a LiveSicilia – tra il decesso e la somministrazione del vaccino anticovid19 AstraZeneca”.
E ancora, spiegano i legali dello Studio Seminara: “La causa e i mezzi del decesso di Stefano Paternò devono essere ricondotti all’arresto irreversibile delle funzioni vitali, consecutivo ad ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto)”.
È bene precisare, ancora una volta, che la “correlazione”, come sottolinea la Procura, va vista in relazione al caso specifico e non a un problema oggettivo del vaccino Astrazeneca, ritenuto sicuro per tutti i beneficiari.
COMMENTO NECESSARIO: e così, da un lato dicono che è morto causa eccesso di reazione al vaccino anti-coviddi... dall'altra dicono che il vaccino stesso è sicuro! Ma è possibile ragionare così? In pratica, la 'correlazione col caso specifico' significa che siccome alcune persone sono sensibili più di altre, allora il vaccino è sicuro per tutti quelli che non crepano. Che è come dire che il fumo o l'amianto sono sicuri, perché vanno visti i casi correlati in maniera specifica alla salute del soggetto.
La voce Delle Voci - Il governo “screma” le statistiche sulle morti legate al vaccino
28 Maggio 2021Il governo “screma” le statistiche sulle morti legate al vaccino
Secondo il dottor Peter McCullough, vice capo di medicina interna al Baylor University Medical Center e noto per essere uno dei primi cinque ricercatori medici più pubblicati negli Stati Uniti, i vaccini Covid-19 stanno uccidendo “un numero enorme” di persone e il governo sta semplicemente ignorando la cosa.
In un’intervista video con il giornalista investigativo e fondatore di Liberty Sentinel, Alex Newman, McCullough dice che il governo degli Stati Uniti, la Bill & Melinda Gates Foundation e le agenzie sanitarie di tutto il mondo si sono tutti impegnati a vaccinare la popolazione globale, mentre nascondono sotto il tappeto i dati che mostrano che i “vaccini” Covid-19 si stanno rivelando i vaccini più letali mai creati.
Trattamenti sicuri soppressi a favore di “vaccini” pericolosiMcCullough, che ha anche un master in salute pubblica, ha testimoniato in tre diverse audizioni al Senato, presentando i trattamenti che ha utilizzto per aiutare i pazienti a riprendersi dalla Covid-19 ed evitare l’ospedalizzazione. Nell’intervista McCullough riassume il suo protocollo.
Queste strategie sono anche dettagliate in “Pathophysiological Basis and Rationale for Early Outpatient Treatment of SARS-CoV-2 Infection”, pubblicato nel numero di gennaio 2021 dell’American Journal of Medicine 1. È stato anche un editore consulente di “A Guide to Home-Based Covid Treatment” 2.
Durante una recente audizione della Commissione per la Salute e i Servizi Umani del Senato del Texas, McCullough ha osservato che, secondo i dati disponibili, il trattamento precoce avrebbe potuto prevenire fino all’85% dei decessi per Covid-19 3. Il trattamento precoce a domicilio riduce anche la diffusione, poiché il periodo di tempo in cui si è infetti può essere ridotto da due settimane a circa quattro giorni.
Eppure, nonostante siano poco costosi e facilmente disponibili, questi primi trattamenti sono stati tutti censurati e soppressi, apparentemente al fine di garantire questa campagna globale di vaccinazione di massa. Infatti, come nota McCullough, non c’è stata alcuna guida chiara sul trattamento della Covid, e neppure protocolli ospedalieri.
L’intera attenzione delle nostre agenzie sanitarie si è concentrata sulle mascherine, sulle chiusure e sull’attesa di un “vaccino” a terapia genica. I risultati sono stati devastanti. Dopo cinque mesi di campagna di vaccinazione di massa, negli Stati Uniti e nell’Unione Europea sono già morte più di 10.000 persone dopo la somministrazione del vaccino. Qualsiasi altro vaccino sarebbe già stato ritirato dal mercato.
Statistiche scioccanti che mostrano quanto siano pericolosi i “vaccini” CovidPer fare un esempio, nel 1976, il governo degli Stati Uniti vaccinò 45 milioni di persone contro l’influenza suina pandemica. Secondo Fox News 4 L’intero programma fu cancellato dopo la segnalazione di soli 53 morti. Nota: il numero di morti segnalate dopo il programma di vaccinazione del 1976 varia da 3 a 53 a seconda della fonte 5, 6, 7.
Ora, le autorità sanitarie stanno scremando più di 3.800 morti 8 dopo la vaccinazione Covid-19 come coincidenze o non conseguenti. Pensate a questo: a cinque mesi dall’inizio della campagna di vaccinazione Covid-19, ci troviamo di fronte a un numero di morti superiore del 7.000% rispetto alla campagna di vaccinazione contro l’influenza suina, che è stata annullata dopo che il vaccino è stato considerato troppo rischioso.
Il “vaccino” Covid-19 è anche di gran lunga più pericoloso del vaccino dell’influenza stagionale. Come riportato da McCullough, in media, ci sono dai 20 ai 30 decessi riportati in seguito al vaccino contro l’influenza stagionale, che viene somministrato a circa 195 milioni di americani ogni anno 9.
Confrontate questo dato con le nuove terapie geniche Covid-19. Finora si stima che 124 milioni di americani siano stati completamente vaccinati contro la Covid-19 e il conteggio dei morti al 30 aprile 2021 è già a 3.837 10.
Peggio ancora, sembra che il sistema di segnalazione degli eventi avversi da vaccino (VAERS) sia indietro di circa tre mesi 11; è probabile quindi che questo sia un conteggio seriamente sottostimato. Anche se il VAERS fosse completamente aggiornati, si tratterebbe comunque di una sottovalutazione, in quanto viene segnalato solo dall’1% 12, 13 al 10% 14 degli eventi avversi successivi alla vaccinazione. Quindi, in realtà, potremmo trovarci di fronte a una cifra compresa tra 38.370 e 383.700 morti legate al vaccino Covid.
Un terzo confronto può essere fatto a fronte dei vaccini nel loro complesso. Come riportato da Tucker Carlson 15, il 6 maggio 2021, i vaccini Covid-19 hanno già provocato più morti di tutti i vaccini disponibili messi insieme dalla metà del 1997 alla fine del 2013 – un periodo di 15,5 anni.
Nessun altro vaccino ha danneggiato così tante persone In un recente rapporto, il Comitato popolare israeliano (IPC), un organismo civile di esperti sanitari, ha concluso allo stesso modo che “non c’è mai stato un vaccino che abbia danneggiato così tante persone“. Il Comitato ha ricevuto 288 rapporti di decessi in seguito alla vaccinazione Covid-19, il 90% dei quali si è verificato entro 10 giorni. Secondo questo rapporto (tradotto dall’ebraico) 16:
“Secondo i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica nel periodo gennaio-febbraio 2021, al culmine della campagna israeliana di vaccinazione di massa, c’è stato un aumento del 22% della mortalità complessiva in Israele rispetto all’anno precedente.
Infatti, gennaio-febbraio 2021 sono stati i mesi più letali dell’ultimo decennio, con i più alti tassi di mortalità complessiva rispetto ai mesi corrispondenti degli ultimi 10 anni.
Tra il gruppo di età 20-29 l’aumento della mortalità complessiva è stato più drammatico. In questo gruppo di età, rileviamo un aumento del 32% della mortalità complessiva rispetto all’anno precedente.
L’analisi statistica delle informazioni dell’Ufficio Centrale di Statistica, combinata con le informazioni del Ministero della Salute, porta alla conclusione che il tasso di mortalità tra i vaccinati è stimato a circa 1: 5000 (1: 13000 in età 20-49, 1: 6000 in età 50-69, 1: 1600 in età 70+).
Secondo questi dati, è possibile stimare il numero di morti in Israele poco dopo la vaccinazione, ad oggi, a circa 1.000-1.100 persone”.
Il CDC nega i rischi letali Il contrasto della risposta del governo ai decessi provocati dal vaccino Covid-19 rispetto alla campagna di vaccinazione contro la pandemia di influenza suina del 1976 è “allarmante”, dice McCullough.
Il 19 febbraio 2021, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) rilasciarono una dichiarazione in cui si affermava che non c’erano “problemi di sicurezza” con i vaccini mRNA di Pfizer e Moderna 17. Dei 113 decessi segnalati in quel momento, nessuno fu ritenuto collegato ai vaccini.
Successivamente, nel maggio 2021, dopo aver esaminato 1.600 decessi segnalati al VAERS con un gruppo non specificato di medici della Food and Drug Administration degli Stati Uniti, il CDC ha dichiarato che nessuno dei decessi era legato al vaccino – questo nonostante il 24% dei decessi si fosse verificato entro 48 ore dalla somministrazione e il 16% entro 24 ore. Il problema è che sarebbero necessari diversi mesi per indagare su così tanti decessi, quindi la probabilità che si sia trattato di un’indagine approfondita è minima o nulla.
“È impossibile per medici “amministrativi” anonimi e senza alcuna esperienza con la Covid-19 ipotizzare che nessuna delle morti era legata al vaccino”, dice McCullough a Newman.
“Ritengo quindi che questa sia stata, di fatto, una scrematura, come abbiamo visto altrove … In questo stesso momento abbiamo il più grande numero di morti da vaccino [e] ci sono state decine di migliaia di ricoveri, tutti attribuibili al vaccino, e [stanno ancora] aumentando velocemente”.
Il motivo per cui non si sentono notizie negative su questi “vaccini” è perché le principali reti di media e le parti interessate ai vaccini Covid-19 hanno formato una “coalizione di credibilità delle notizie” che cerca di evitare che qualsiasi informazione negativa sui vaccini Covid compaia nei media popolari “perché sono preoccupati per l’esitazione verso il vaccino”, dice McCullough.
Soppressione dei dati VAERS preoccupanti in corsoAl 30 aprile 2021, erano morte 3.837 persone e 16.014 persone avevano riportato lesioni o patologie gravi e disabilità in seguito a iniezioni di Covid-19. Tra queste morti ci sono due quindicenni e un sedicenne. Alla stessa data erano stati segnalati anche 235 aborti o parti prematuri.
Potete controllare voi stessi le ultime statistiche usando openvaers.com 20. I cosiddetti fact checkers stanno ovviamente facendo gli straordinari per occultare le voci sulle tendenze che si vedono nei dati VAERS.
Un recente articolo di fact-check 21 del Post and Courier cita oscuri esperti senza nome che affermano che morire a causa del vaccino Covid-19 “non è un evento di cui la gente dovrebbe preoccuparsi” e che “nonostante la disinformazione condivisa sui social media che fa riferimento a un database federale sulla sicurezza dei vaccini” – cioè il database VAERS – “non c’è prova che alcun paziente sia morto in seguito all’assunzione del vaccino Covid-19 negli Stati Uniti“.
“Più di 80 college e moltissimi di datori di lavoro stanno ora richiedendo la vaccinazione obbligatoria Covid, e l’unico modo per loro di capire quali potrebbero essere le implicazioni di questa decisione è esaminare i dati VAERS. Non otterranno alcun indizio altrove, grazie alla soppressione universale delle informazioni.”
PolitiFact ha anche recentemente liquidato VAERS come un “terreno fertile per la disinformazione“22. Ha avvertito che i post dei social media che riportano i dati VAERS non sono affidabili, poiché “i rapporti [VAERS] non sono verificati” e “non sono abbastanza per determinare se un vaccino causa un particolare evento avverso“.
Mentre entrambe queste affermazioni sono vere, PolitiFact evita di ad affrontare il problema lampante che sia il CDC che la FDA, che gestiscono congiuntamente il VAERS, stanno ignorando le tendenze chiaramente emergenti di danno. Il Defender ha contattato il CDC l’8 marzo 2021, con una lista di domande sui rapporti sulle lesioni da vaccino, e all’11 maggio – 64 giorni dopo – non aveva ricevuto alcuna risposta 23.
“[Il VAERS] è l’unico posto cui l’America, i politici e gli altri, possono rivolgersi per avere un’equa comprensione della sicurezza“, dice McCullough. Sottolinea che più di 80 college e un certo numero di datori di lavoro stanno ora richiedendo la vaccinazione obbligatoria Covid, e l’unico modo per loro di capire quali potrebbero essere le implicazioni di tale decisione è esaminare i dati VAERS. Non otterranno alcun indizio altrove, grazie alla soppressione universale delle informazioni.
Nel complesso, sembra che l’intera missione del VAERS e di altri database simili sia stata accantonata. L’obiettivo primario del sistema è quello di “rilevare eventi avversi ai vaccini nuovi, insoliti o rari” come un modo per monitorare la sicurezza dei vaccini.
Come notato da McCullough, dopo cinque morti segnalate in cui si sospetta che un prodotto medico possa essere coinvolto, la FDA emetterà un avviso “scatola nera”: un avviso che avverte i consumatori che quel farmaco potrebbe causare la morte. A circa 50 morti sospette, il prodotto viene ritirato dal mercato.
Il sistema sta chiaramente fallendo se ogni singolo rapporto di lesioni gravi o morte, compresi tutti quelli che si verificano in poche ore e in persone senza problemi di salute sottostanti, viene ascritti a coincidenze. Semplicemente non è credibile.
L’UE segnala più di 7.700 decessiSegni di rischi letali sono evidenti anche nei dati dell’Unione Europea, dove il sistema EudraVigilance ha ricevuto, al 17 aprile 2021, 7.766 segnalazioni di decessi dopo la vaccinazione Covid 24.
Di questi, il vaccino mRNA di Pfizer ha presentato il maggior numero di morti, 4.293, seguita da Moderna con 2.094 morti, AstraZeneca con 1.360 morti e Johnson & Johnson con 19 morti. Come notato da McCullough:
“Secondo la mia opinione professionale, il vaccino più sicuro sul mercato era quello della J&J, che è stato ritirato per eventi molto rari di coagulazione del sangue. Abbiamo avuto 7 milioni di persone vaccinate, ma le stime per gli altri due vaccini disponibili [Pfizer e Moderna], mostrano tassi di coagulazione del sangue probabilmente 30 volte superiori a quelli di J&J, e anche questi altri stanno andando forte“.
La sorveglianza attiva sui vaccini è lontana mesiLa FDA ha anche ammesso che la sua analisi dei dati sulla sicurezza dei vaccini sarà ritardata di settimane, se non di mesi. Proprio quando la pandemia ha colpito, era nel processo di transizione dalla sua rete Post-Licensure Rapid Immunization Safety Monitoring (PRISM), che è stata utilizzata per monitorare gli effetti collaterali del vaccino H1N1 pandemico, ad un nuovo sistema chiamato Biologics Effectiveness and Safety System (BEST).
Nel frattempo, si basano su un mosaico di sistemi di segnalazione passiva, tra cui VAERS, il Vaccine Safety Datalink e un sistema di auto-segnalazione telefonica chiamato V-safe.
Poiché tutti questi si basano sull’auto-segnalazione volontaria, possono mancare reazioni potenzialmente letali e impreviste. Alla fine di marzo 2021, per esempio, solo il 6,4% di tutti gli individui vaccinati si era iscritto a V-safe 25, il che significa che una grande maggioranza non viene sorvegliata per gli effetti collaterali.
Mentre BEST sarà un sistema di sorveglianza attiva in grado di esaminare i dati di 100 milioni di persone e confrontare effettivamente i tassi di eventi avversi tra individui vaccinati e non vaccinati per rilevare le tendenze, siamo lontani mesi da questo tipo di analisi.
Nel frattempo, la gente continua a morire, e senza una buona ragione, considerando che la letalità del COVID-19 è alla pari con l’influenza stagionale per la maggior parte dei gruppi di età 26, 27, 28, 29, 30.
I segni di illeciti abbondanoA questo punto, la lista delle prove di illeciti è estremamente lunga. Per un riepilogo di diverse questioni chiave, si veda il documento “COVID-19: Restoring Public Trust During a Global Health Crisis – An Evidence-Based Position Paper to Ensure Ethical Conduct” 31.
In esso, l’autore conferma le accuse di McCullough sulla dilagante e sfrenata negligenza tra i funzionari della sanità pubblica, la soppressione attiva di trattamenti sicuri ed efficaci e l’attuazione di misure pandemiche basate su presupposti errati e vere e proprie bugie.
Come notato da McCullough nell’intervista presentata, la pubblicità dei vaccini Covid-19 è stata lanciata in violazione della legge prima che la procedura di licenza della FDA fosse completa. Gli studi iniziali non erano nemmeno stati completati. Ad oggi, nessuno dei “vaccini” Covid-19 è stato autorizzato.
Hanno solo l’Autorizzazione per l’Uso di Emergenza (EUA), e non c’è nessun modo possibile per nessuno di assicurare la loro sicurezza. Tutti questi fatti sono il motivo per cui sono completamente facoltativi, e legalmente non possono ancora essere resi obbligatori, anche se molte scuole e aziende stanno cercando di farlo.
McCullough sottolinea anche che negli studi sul vaccino Covid-19, sia i gruppi vaccinati che quelli di controllo hanno avuto un tasso di infezione inferiore all’1%, che è il più basso possibile in termini di rischio. Ciò significa che anche l’impatto complessivo sulla salute pubblica della vaccinazione Covid-19 è destinato ad essere inferiore all’1% – in altre parole, senza significato.
McCullough fa anche notare che in tutto il mondo stiamo ora riscontrando circa il 60% dei casi attivi di Covid-19 in individui completamente vaccinati. Nello studio di McCullough, dei pazienti Covid-19 che ha visto nelle due settimane precedenti questa intervista, circa il 60% era completamente vaccinato, e non c’è differenza nella presentazione della malattia tra individui vaccinati e non vaccinati.
Il conteggio dei morti può aumentare durante l’autunno e l’invernoMentre il tasso di mortalità per i vaccini Covid-19 è già ad un livello storico, temo che possa salire di molto mentre ci spostiamo attraverso l’autunno e l’inverno. La ragione di questo è che uno dei più grandi jolly di questi vaccini è il potenziamento anticorpo-dipendente (ADE) o potenziamento immunitario paradossale (PIE).
Ho dettagliato questo problema in diversi articoli, tra cui “Come il vaccino COVID-19 può distruggere il tuo sistema immunitario” e “Le persone vaccinate saranno più vulnerabili alle varianti?” In sintesi, ADE significa che piuttosto che aumentare la tua immunità contro l’infezione, il vaccino in realtà aumenta la capacità del virus di entrare e infettare le tue cellule, causando una malattia più grave di quella che avresti avuto se non fossi stato vaccinato 32, 33.
L’autunno e l’inverno sono le stagioni in cui si verifica la maggior parte delle infezioni da coronavirus, che si tratti di SARS-CoV-2 o di altri coronavirus responsabili del comune raffreddore. Se l’ADE si rivela essere un problema comune con queste iniezioni, allora gli individui vaccinati potrebbero in effetti rivelarsi a rischio significativamente più elevato di Covid-19 grave e di una reazione immunitaria potenzialmente letale a causa del priming patogeno.
Un altro rischio potenziale è quello dell’immunopatologia Th2, una forma di potenziamento cellulare in cui una risposta T-cellulare difettosa scatena l’infiammazione allergica. Questa condizione può in alcuni casi sovrapporsi all’ADE e può, come l’ADE, essere pericolosa per la vita 34.
Dal mio punto di vista, ci sono ancora così tante potenziali possibilità di danno e così tante incertezze, che vorrei incoraggiare tutti a “fare i compiti a casa”, continuare a leggere e imparare, pesare i potenziali pro e contro, ignorare tutte le tattiche di pressione e prendere il proprio tempo per decidere se sottoporsi ad una di queste terapie geniche Covid-19.
Creator of CDC COVID vaccine app dies two months after taking jab. Company mourns his passing ‘from Covid-19’ | News | Lifesitenews
Joel Robert Kallman is one of thousands of cases of 'breakthrough' COVID infection – if that is indeed what he died of, and not complications of the vaccine itself – in people who have received a COVID vaccine.
Mon Jun 7, 2021 - 11:23 am EST
By Celeste McGovernLifeSiteNews has been permanently banned on YouTube. Click HERE to sign up to receive emails when we add to our video library.
June 7, 2021 (LifeSiteNews) – The creator of a COVID-19 vaccine app used by the Centers for Disease Control and Prevention (CDC) has died two months after taking a COVID vaccine.
Joel Robert Kallman of Delaware, Ohio, died on May 25, after tweeting a message March 26 that he had received his first dose of COVID-19 vaccine. Two days after his death his employer announced that he had “passed away from Covid-19.”
The 54-year-old husband and father, best known in the technology field as the creator and vision behind Oracle APEX, a web-based software development platform, tweeted his last message on March 29, three days after getting the shot.
“I got my first vaccination today,” Kallman tweeted on March 26. “I am incredibly proud of @Oracle and the team that worked tirelessly to create and run v-safe for the USA.”
‘V-safe’ app developer“V-safe” is a smartphone-based tool developed by Oracle APEX that uses text messaging and web surveys to provide personalized health check-ins after people receive a COVID-19 vaccine. It was adopted by the CDC so that users could inform the agency of side effects after getting a coronavirus vaccine and to remind them to get a second dose of vaccine.
After his tweet announcing having received a COVID vaccine shot, Kallman tweeted five more times in the following three days and then abruptly stopped posting messages altogether after his last post about a tech conference on March 29. He had been in the habit of tweeting at least once daily.
SUBSCRIBE to LifeSite's daily headlines“We're heartbroken to share that Joel Kallman has passed away from Covid-19 on May 25th,” Oracle APEX company tweeted May 27. “Joel's warmth and enthusiasm touched countless across the globe. We miss him dearly.”
No description of Kallman’s condition between his vaccine and his death was provided by his company or his obituary, which asked that donations be given in lieu of flowers to the National Right to Life Committee.
‘Every person has infinite value’Kallman had raised money for cancer research by annually biking 200 miles in a fundraiser and giving generously to cancer research drives. He was described by employees and friends as “so kind,” an “amazing mentor,” and a person “who helped people feel like they mattered.”
In a video chat to APEX personnel, Kallman had said “the purpose of my life [is] to elevate and serve others.”
“Those who know me personally know that I have an unwavering faith in God. It’s what defines me as a person. And I don’t try to conceal that fact and I attempt to live my faith. And I fail in so many ways every day, miserably, but I still try to live it,” Kallman said. “And it’s with my faith that I view every person as having infinite value. Those among us, those we don’t know – infinite value.”
“You don’t have to do something big or global to have a big impact on someone’s life,” Kallman told his employees.
“Eventually all of us are going to be delivered from this pandemic,” he said. “But there’s going to continue to be countless among us who need our help. It’s endless – the oppressed, the infirm, the mentally ill, the imprisoned, those living in abject poverty. And additionally, there’s going to be a ton of people who’ve been affected by this pandemic. Not only have they lost their jobs, their livelihoods have been wiped out. Gone.”
He told his employees that it was his hope that they would make use of their God-given talents so that they can “have a profound impact on people’s lives.”
A funeral Mass was held for Kallman, who left behind his wife, son, and six siblings, at St. Peter’s Catholic Church in Columbus, Ohio.
‘Breakthrough COVID’ deaths tripleKallman’s is one of thousands of cases of “breakthrough” COVID infection – if that is indeed what he died of, and not complications of the vaccine itself – in people who have received a COVID vaccine. The Centers for Disease Control and Prevention reported that hospitalizations for COVID infection and deaths have more than tripled among those who have been fully vaccinated against the disease in just the past month alone.
Vaccines ‘deadly’ for some It is not known if Kallman had been previously infected by the coronavirus before his vaccination, or if he received a second dose of vaccine, but Pennsylvania immunologist Hooman Noorchashm has been warning the CDC and the public for months of the dangers of being vaccinated for those who have a hidden or have had a recent COVID-19 infection.
“[C]ritically, in persons who have had recent infections, vaccination could re-ignite a critical inflammatory disease or blood clotting complications that have proven deadly to some patients,” Dr. Noorchashm warned in a May 30 blogpost.
The immunologist, who has been interviewed on the Tucker Carlson’s show on FOX News, has urged people to undergo antibody testing to make sure that they have not already been infected by the virus that causes COVID-19 before they are vaccinated. Noorchashm has slammed a recent announcement by the U.S. Food and Drug Administration (FDA) which discouraged testing for COVID-19 antibodies.
“[A]ntibody tests should not be used at this time to determine immunity or protection against COVID-19 at any time, and especially after a person has received a COVID-19 vaccination,” the FDA said without offering an explanation and without alerting the public to the dangers that Noorchashm and others have raised.
“The presence of COVID-19 antibodies in unvaccinated persons considering vaccination indicates that they were previously or recently naturally infected. It is almost a certainty that many such persons are already well immune and either do not benefit, or only marginally benefit, from vaccination. In the absence of benefit, ANY medical procedure, including vaccines, can only impose harm,” Dr. Noorchashm wrote.
“So why is FDA guiding against their use? It’s shocking!” Dr. Noorchashm wrote, calling the use of blood testing to detect COVID-19 antibodies before and after vaccination an “ethical AND safe medical practice.”
Capito? Anche qui si suppone che le vaccinazioni a gente già con gli antigeni del COVID siano pericolose.
Fa il vaccino e si sente male, in coma una donna in Calabria - Secondo Piano News
Fa il vaccino e si sente male, in coma una donna in Calabriadi
Red Calabria
-
8 Giugno 2021
Una donna di 46 anni originaria del crotonese versa in gravissime all’ospedale Annunziata di Cosenza dopo essersi sottoposta alla vaccinazione anticovid. La signora è in coma .
La donna lo scorso dicembre aveva fatto il tampone ed era risultata positiva al Covid-19. A distanza di tre mesi si è iscritta nella piattaforma per effettuare la dose di vaccino prevista per i soggetti già positivi.
Il 27 maggio scorso, giorno fissato dalla piattaforma, da Cerenzia, paese di residenza, la signora si è recata a Mesoraca, centro del crotonese, dove le è stato iniettato il siero AstraZeneca, lotto ABV2856.
Dopo la somministrazione la donna ha iniziato ad avvertire qualche malessere già il giorno stesso dall’iniezione. A distanza di qualche giorno la donna è peggiorata ed ha anche iniziato ad avere difficoltà nel muovere un braccio.
Su consiglio del medico curante è stata trasportata all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone, dove i sanitari del pronto soccorso hanno disposto una risonanza magnetica dalla quale è emerso che la donna avesse un trombo celebrale.
I medici si sono subito resi conto della gravità del caso e la paziente è stata immediatamente trasportata all’Annunziata di Cosenza con l’elisoccorso. E’ stata ricoverata al reparto stroke di primo livello.
Venerdì 4 giugno è stata sottoposta ad intervento chirurgico, ma le sue condizioni sono rimaste gravi. Sabato 5 giugno la situazione si è ulteriormente aggravata per un interessamento anche venoso.
Al momento, la donna viene mantenuta in coma farmacologico e il quadro clinico resta molto grave. Secondo i familiari la donna non era affetta da alcuna patologia pregressa e godeva di buona salute.
Altro caso in Calabria, donna si vaccina e finisce in rianimazione - Secondo Piano News
9 giugno 2021
Una donna di 49 anni originaria di Verzino, centro del crotonese, è stata ricoverata in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone dopo avere accusato forti dolori in tutto il corpo. La donna, riporta il Corriere della Calabria, lo scorso 30 maggio, ha effettuato la vaccinazione contro il Covid. Il siero utilizzato dai sanitari vaccinatori è l’AstraZeneca.
Passato qualche giorno dalla somministrazione della dose del vaccino la donna ha iniziato ad avere dolori addominali. Trasportata in ospedale è stata effettuata un tac da cui si evince che, a livello di apparato digerente, c’è la presenza di emorragie.
I medici – riporta il quotidiano online – stanno valutando l’opportunità di intervenire chirurgicamente, nella speranza di risolvere il problema. “Il sospetto che la causa delle emorragie possa essere il vaccino c’è, ma manca la certezza”, si legge.
Questa di Verzino è la seconda donna della provincia pitagorica che ha avuto seri problemi dopo la somministrazione di una dose di vaccino AstraZeneca.
L’altro caso ha riguardato una donna di 46 anni residente nella frazione Santa Rania di Caccuri. Quest’ultima ha fatto la vaccinazione lo scorso 27 maggio nell’hub di Mesoraca. Quì la notizia
Nel mese di dicembre scorso si era ammalata di Covid-19 e a maggio ha deciso di sottoporsi all’unica dose di vaccino, così come prevede la prassi per chi ha avuto il “contagio” (la positività al tampone, ndr).
A Mesoraca le è stato somministrato AstraZeneca e dopo qualche giorno ha incominciato ad avere sintomi gravi quali la difficoltà a muovere un braccio. La donna è ricoverata in rianimazione all’Annunziata di Cosenza dove viene mantenuta in coma farmacologico.
Sempre da Caccuri rimbalza la notizia che i familiari della donna di 46 anni avrebbero dato mandato ad un legale per aprire un contenzioso nei confronti dell’Azienda sanitaria provinciale pitagorica.
Il problema che si intende porre è quello legato all’uso del vaccino AstraZeneca per donne inferitori a 50 anni che evidentemente, nella provincia di Crotone, viene iniettato ignorando le raccomandazioni di evitare le somministrazioni proprio per i soggetti femminili al di sotto dei 50 anni di età.
Il vaccino Astrazeneca era consigliato per gli over 60, ma in tutta Italia, le istituzioni governative e sanitarie, sorvolando sulle raccomandazioni, vorrebbero somministrarlo anche agli adolescenti, bambini compresi, quando il tasso di mortalità in 15 mesi in queste fasce è pressoché zero, come mostra il grafico ufficiale dell’Iss.
Una ragazza cosentina di 24 anni muore dopo il vaccino, indagini - Secondo Piano News
Ennesimo dramma in Calabria. Alessia Reda, di Mendicino, è deceduta all'ospedale di Cosenza per una embolia polmonare. A metà maggio la ragazza aveva ricevuto il siero di Moderna. Lutto cittadino e cordoglio da tutta la comunità. Ancora gravissime le due donne del crotonese vaccinate e finite in rianimazione
di
DINO GRANATA
-
10 Giugno 2021
Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Italia Libera Senza Restrizioni", e seguici anche su TELEGRAM
Alessia Reda (fb)Una ragazza di 24 anni, Alessia Reda, originaria di Mendicino, è morta ieri l’altro all’Annunziata di Cosenza a causa di una embolia polmonare. Secondo quanto riporta il Quotidiano del sud, alla giovane verso la metà del mese di maggio le era stato somministrato il vaccino anti-covid del colosso farmaceutico “Moderna”.
L’Azienda Ospedaliera di Cosenza ha avviato una serie di accertamenti per verificare l’accaduto. Il Comune di Mendicino ha intanto proclamato il lutto cittadino. “Alla luce del dolore profondo che ha colpito la nostra comunità – scrive sui social il sindaco Antonio Palermo -, per la perdita della nostra giovanissima Alessia ho appena deciso di proclamare per domani (oggi, ndr) lutto cittadino. Le bandiere del Municipio saranno poste a mezz’asta. Alla famiglia di Alessia la mia personale vicinanza e quella di tutti i cittadini mendicinesi. Che la terra ti sia lieve piccolo angelo”, ha concluso Palermo.
Il Consiglio comunale di Mendicino presieduto da Nathalie Crea “si stringe in un forte abbraccio i genitori ed il fratello di Alessia per la drammatica perdita. La Comunità di Mendicino è vicina al dolore di tutti quanti l’abbiano amata. Riposi in pace tra gli angeli”, scrive Crea su fb postando una foto di Alessia Reda.
Anche il gruppo “Avanti Mendicino” ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la prematura scomparsa di Alessia Reda. “La comunità mendicinese piange la prematura scomparsa della cara Alessia Reda. Il Gruppo Avanti Mendicino si stringe al dolore della famiglia e dei suoi cari. Riposa in pace, tra gli Angeli del Cielo”, è scritto in un post su fb. Decine e decine sono i messaggi di condoglianze alla famiglia di Alessia sul social network. Cordoglio alla famiglia è giunto anche dal Pd di Mendicino.
Non è ancora chiaro se i magistrati della Procura di Cosenza apriranno una inchiesta per approfondire i contorni di un decesso avvenuto in circostanze tutte da chiarire. Stando a quanto si apprende, la giovane godeva di “buona salute” ma dopo qualche giorno dalla vaccinazione ha iniziato a sentirsi male, purtroppo fino al decesso.
Nel frattempo, restano sempre in gravissime condizioni le due donne di Caccuri e Verzino, centri del crotonese, finite in rianimazione negli ospedali di Crotone e Cosenza dopo aver accusato malori in seguito alla vaccinazione antivirus. Leggi 1 e 2
Perché uno dei Paesi con più vaccinati al mondo torna in lockdown: il caso-Cile (today.it)
I posti in terapia intensiva sono quasi esauriti e il Paese sudamericano affronta con ansia l'inverno che sta per iniziare. Il Cile ha uno dei tassi di vaccinazione più alti al mondo. Circa il 75% dei suoi 15 milioni di residenti ha già ricevuto almeno una dose di vaccino e quasi il 58% è completamente vaccinato. Come si spiega la recrudescenza del contagio?
Andrea Maggiolo 11 giugno 2021 08:20
Il Cile ha annunciato il lockdown a Santiago (5 milioni di abitanti) e in una vasta zona intorno alla Capitale a causa dell'aumento di contagi di coronavirus nonostante circa il 45% della popolazione sia completamente vaccinato e un'ulteriore 13 per cento sia in attesa della seconda dose. Il confinamento degli otto milioni di residenti inizia da domani, sabato 12. Ieri il Cile ha registrato 7.716 nuovi casi, la maggioranza tra coloro che hanno ricevuto solo una dose di vaccino. I posti in terapia intensiva sono quasi esauriti e il Paese sudamericano affronta con ansia l'inverno che sta per iniziare. In lockdown tra 24 ore ci finiscono otto milioni di abitanti della Regione Metropolitana della capitale Santiago in risposta al persistente aumento dei casi di nuovo coronavirus. Oltre alla capitale la serrata include anche altri sette municipi nelle regioni di Valparaiso, O'Higgins, El Maule e Los Lagos.
Covid: in Cile terapie intensive piene al 96 per cento
"Nonostante nell'ultima settimana abbiamo assistito a un rallentamento della progressione dei contagi ci preoccupano i numeri della Regione Metropolitana, che è l'area più densamente popolata", ha dichiarato la vice ministra della Salute, Paula Daza. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è del 96 per cento. Il Cile sta inasprendo le restrizioni anche se è andato avanti con uno dei programmi di vaccinazione più veloci al mondo. Finora, il Cile ha ricevuto oltre 17 milioni di dosi da Sinovac Biotech Ltd., 4,6 milioni da Pfizer -BioNTech, 700.000 da AstraZeneca. Il governo ha approvato oggi anche l'uso di emergenza del vaccino Janssen monouso di Johnson & Johnson.
E' uno dei Paesi con più vaccinati al mondo
Il Cile ha uno dei tassi di vaccinazione più alti al mondo. Circa il 75% dei suoi 15 milioni di residenti ha già ricevuto almeno una dose di vaccino e quasi il 58% è completamente vaccinato. Su base pro capite tra le nazioni di una certa grandezza è in testa alla classifica della vaccinazione Covid nelle Americhe e al quinto posto a livello mondiale. Tra le 7.716 persone risultate positive tra mercoledì e giovedì, il 73% non era stato completamente vaccinato e il 74% aveva meno di 49 anni. La variante brasiliana P1 è la più diffusa in Cile ed è "due volte più contagiosa del ceppo originale" secondo le autorità sanitarie cilene. Uno specialista in malattie infettive di un grande ospedale di Santiago ha detto informalmente alla Reuters che i vaccini non possono alleviare completamente il carico sugli ospedali sovraffollati: "Circa il 10% delle persone, anche se vaccinate, non sarà protetto da malattie gravi. E quando il nostro sistema sanitario è al limite come lo è ora, quella percentuale da sola è sufficiente per sopraffare la sanità".
I vaccini non sono efficaci al 100%, hanno sottolineato gli esperti medici, e c'è un lasso di tempo prima che raggiungano la loro massima efficacia. A guidare la feroce seconda ondata c'è anche la evidente stanchezza della popolazione che ha portato a un minore rispetto delle misure precauzionali. I livelli di mobilità rimangono sempre elevati. I confini del Cile erano stati chiusi "ermeticamente" da marzo a novembre 2020. Ma dopo che un rigoroso lockdown aveva ridotto le infezioni, venne presa la decisione di riaprire tutto o quasi. Ai cileni sono stati concessi permessi di vacanza speciali per viaggiare più liberamente in tutto il Paese durante le vacanze estive dell'emisfero meridionale (l'inverno in Italia). Ristoranti, negozi e luoghi di villeggiatura sono stati aperti per rilanciare l'economia in crisi. Il Cile ha rilevato quasi 1,5 milioni di infezioni dall'inizio della pandemia, con oltre 30.000 decessi correlati al Covid.
Morte cerebrale per il 54enne colpito da trombosi dopo la vaccinazione - Salute - TGR Puglia (rainews.it)
Vane le terapie nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari
15 giugno 2021
di Annalisa Laselva
Non ce l'ha fatta, Alessandro Cocco, il 54enne colpito da trombosi cerebrale dopo essere stato vaccinato con il siero Johnson and Johnson, il 26 maggio scorso, nell'hub di Alberobello. Morte cerebrale, la diagnosi dei medici del Policlinico di Bari dove l'uomo, originario di Roma ma residente a Rutigliano, era stato ricoverato in condizioni gravissime. Ai primi sintomi si era rivolto al pronto soccorso del Miulli di Acquaviva dove erano stati riscontrati una trombosi venosa periferica e valori alterati delle piastrine nel sangue . Dopo un'iniezione di eparina, Cocco era stato rimandato a casa. Venerdì scorso i sintomi sono peggiorati e l'uomo è stato ricoverato in rianimazione al Policlinico. Secondo il direttore del reparto una correlazione tra la trombosi e il vaccino è "altamente probabile" seppure non del tutto certa. Il caso è stato subito segnalato all'agenzia del farmaco per "sospetto evento avverso di tipo ischemico verificatosi nel periodo successivo alla vaccinazione". La famiglia di Cocco ha autorizzato l'espianto degli organi per la donazione.
Brescia, 54enne vaccinato con AstraZeneca muore di trombosi. I familiari: «Vogliamo risposte»- Corriere.it
Gianluca Masserdotti di Flero non aveva nessuna patologia pregressa o problemi di salute. Esami e accertamenti per stabilire se la morte sia legata alla vaccinazione. Anche la procura apre un fascicolo
12 giugno 2021
di Lilina Golia«Mio padre era sano. Perché sia finita così non riusciamo a spiegarcelo». Gianluca Masserdotti, 54 anni, carrozziere di Flero è morto giovedì pomeriggio in seguito a una serie di episodi trombotici. La Procura di Brescia, che ha aperto un fascicolo, vuole capire se la morte dell’uomo possa essere stata conseguenza della somministrazione della prima dose del vaccino anticovid, ricevuta lo scorso 29 maggio. Nella testa di Giulia, la figlia, così come in quella dei familiari, rimbalzano mille domande sull’eventuale correlazione tra quella dose di AstraZeneca e il malore mortale che si è portato via il carrozziere, che non mancava mai un pranzo con mamma Marianna, col sorriso sempre in viso e il Brescia Calcio nel cuore, così come tutti lo ricordano a Flero. Domande ancor più insistenti dopo quanto accaduto anche a Camilla Canepa, la 18enne ligure morta di trombosi dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca.
«Tra una ventina di giorni – racconta la sorella Sonia – potrebbero arrivare risposte dai risultati delle analisi specifiche, eseguite appena Gianluca è arrivato in ospedale, disposte quando i medici hanno saputo che era stato vaccinato da poco, diagnosticando un’ischemia e un’emiparesi sinistra. Non è escluso che avesse già un trombo mai diagnosticato e che il vaccino abbia innescato questo processo che non gli ha dato scampo. Quando è arrivato al pronto soccorso aveva le piastrine praticamente azzerate, e, forse, con il vaccino in corpo, il suo fisico non è riuscito a reagire, nonostante i medici abbiano fatto di tutto per salvarlo».
Dopo la vaccinazione, Gianluca Masserdotti aveva avuto indolenzimento e un po’ di febbre per un paio di giorni. «Nei giorni successivi, però, si sentiva molto stanco», racconta Cinzia Del Regno, sua compagna da qualche tempo. Nel fine settimana la situazione si era aggravata. «Aveva un fortissimo mal di testa, si sentiva le gambe pesanti, ma domenica mattina aveva trovato la forza di giocare con mia figlia, prima di colazione. Quando si è alzato dal divano è caduto a terra, rigido. L’ambulanza è arrivata alle 9. Alle 10 in ospedale gli stavano già facendo un’angiografia per rimuovere il trombo», racconta ancora Cinzia. La corsa alla Poliambulanza, l’apprensione. «Nella notte tra lunedì e martedì è stato operato di nuovo per alleggerire la pressione sul cervello causata da un altro trombo», spiega Sonia. Ma mercoledì viene dichiarata la morte cerebrale e viene disposto il trasferimento al Civile per il prelievo degli organi.
«Era donatore, ma si erano formati altri trombi ed è stato possibile espiantare solo fegato e reni». Gianluca si è spento così, «e noi abbiamo perso davvero tanto, un uomo per bene, semplice, con la testa sulle spalle e tanta gioia di vivere», dice Giulia con orgoglio di figlia. «Non vivevamo insieme e ogni sera arrivava la sua video chiamata per la buonanotte. Ora il telefono non squilla più», dice disperata Cinzia. C’è il dolore, ma anche qualche perplessità: «È sempre stato detto che era meglio evitare di somministrare AstraZeneca sotto i 60 anni. E poi – sottolinea Sonia – mio fratello e la ragazza di Genova diventano «quell’unico caso su 100 mila». Perché? Forse era meglio consigliare di fare delle analisi prima del vaccino. Se mio fratello aveva effettivamente un problema latente, sarebbe stato diagnosticato e, forse, non saremmo arrivati a questo punto. Ci vuole più tutela per chi si vaccina». Stamattina all’obitorio del Civile sarà aperta la camera ardente. Lunedì alle 10.30 l’ultimo saluto a Gianluca Masserdotti nella parrocchiale di Flero. Intanto la procura ha aperto un fascicolo per accertare se la morte dell’uomo possa essere una conseguenza della prima dose di vaccino.
Luca Ricolfi: 'Folle vaccinare i giovani: manca evidenza statistica'
Data:16 Giugno 2021 - 13:47 / Categoria: Societa'
Autore: Redazione La Pressa
'La decisione di vaccinare i giovani non è cautelativa, ma folle dal punto di vista individuale. Il gioco non vale la candela''Il rapporto costi-benefici non è una costante. Sappiamo che il rischio dei ragazzi di contrarre il Covid avendo effetti gravi o irreversibili è bassissimo, quindi la decisione di vaccinare i giovani non è cautelativa, ma folle dal punto di vista individuale. Perchè non c'è evidenza statistica che dica che il gioco vale la candela'. Questa parole chiare sono state pronunciate la sera scorsa a Quarta Repubblica dal noto sociologo Luca Ricolfi.
'Gli scienziati tendono ad assecondare le decisioni dei politici, quali esse siano. Vediamo così questi cambiamenti repentini dei decisori politici poi assecondati dagli scienziati - ha detto Ricolfi -. In questi mesi abbiamo visto la politica fare delle scelte precise e in alcuni casi irrazionali. Ragiono da statistico: se c'era una cosa statisticamente fondata era il fatto che Astrazeneca aveva problemi sulle donne sotto i 60-65 anni, lo si sapeva già da marzo aprile quando la cosa è emersa in Germania. Eppure questa evidenza non è stata seguita. Allo stesso modo vi è una evidenza dettata dal fatto che il rapporto costi-benefici non è una costante. Sappiamo che il rischio dei ragazzi di contrarre il Covid avendo effetti gravi o irreversibili è bassissimo, quindi la decisione di vaccinare i giovani non è cautelativa, ma folle dal punto di vista individuale'.
Four Healthy British Airways Pilots Die in One Week - Airline Says No Link to Covid-19 Vaccine (thegatewaypundit.com)
Airline Says No Link to Covid-19 VaccineBy Cristina Laila
Published June 17, 2021 at 9:53pm
2264 Comments
Share(6.5k)TweetShare to GabTelegramShareFour young and healthy British Airways pilots recently passed away and the airline is claiming there is no link to the Covid-19 vaccine.
The photo of the four books of condolence sitting next to framed pictures of the pilots was posted to Twitter and authenticated by Reuters.
“Reuters presented the claims to British Airways, which said they were unfounded and that no such talks were underway with the government. The spokesperson, however, confirmed the authenticity of the four condolence books, as four company pilots had recently passed away. “Our thoughts are with their family and friends,” they said, adding that none of the deaths was linked to vaccines.”
TRENDING: Kamala Harris Tells Activists to Knock on Doors and Harass People Who Haven't Been Vaccinated in Desperate Push to Meet 4th of July Goal (VIDEO)
A recording (unconfirmed) of a male discussing the deaths is circulating social media.
“They’ve had the third BA pilot die in the last seven days, yeah? Third pilot dead in the last week,” says the man heard in the recording. “The first two guys were in their forties and fifties; this guy, mid-thirties, perfectly fit, no underlying conditions. He gets his second jab and he’s dead within days, exactly the same with the first two.
“Because of this, BA are now in crisis talks with the government about whether to allow vaccinated pilots to fly. The issue with that of course is that about 80%, according to my friend in BA, 80-85% have been injected.”
Kamala Harris Tells Activists to Knock on Doors and Harass People Who Haven’t Been Vaccinated in Desperate Push to Meet 4th of July Goal (VIDEO)
By Cristina Laila
Published June 22, 2021 at 12:02pm
5273 CommentsKamala Harris told left-wing activists to knock on doors to pressure people to get vaccinated as Biden’s July 4th vaccine goal is likely to fall short.
The Biden Admin set a goal to fully vaccinate 70% of Americans by July 4th.
Americans are refusing to get the Covid vaccine for many different reasons, but the Biden Admin is pushing for 70% vaccination so they can wield power over the unvaccinated.
This has nothing to do with saving lives.
TRENDING: Kamala Harris Tells Activists to Knock on Doors and Harass People Who Haven't Been Vaccinated in Desperate Push to Meet 4th of July Goal (VIDEO)
It’s all about power.
Kamala Harris told so-called ‘volunteers’ in Atlanta to knock on doors and harass people who may be hesitating to get the vaccine for one reason or another.
Harris even gave the activists several pointers on how to overcome objections.
“For example, if you knock on the door and someone says they ‘don’t have the time to get the vaccine’ — because people are busy. They’re just trying to just make it through the day. Or they say that pharmacies are never open when they do have time, well, let’s address that. Because now, you can let them know that pharmacies across our country are keeping their doors open for 24 hours on Fridays in June, including today. Because we need to meet people where they are! Some folks are working two jobs…” Harris said.
“And what if they say they can’t miss work? Well, you can tell them that there are employers across the country who are offering paid time off for their employees to get vaccinated and we want to encourage and challenge more employers to do the same,’ she said.
Have young children? Kamala’s got you covered.
“Other folks who need time to recover after they get the shot, right? And may need a little moment where they need some help with their kids. So we have partnered with the YMCA, with KinderCare, and the Learning Care Group to provide free childcare for both vaccination and recovery. We need to meet people where they are.”
“You might run across people as you’re out talking and knocking, folks might say, ‘I don’t have a car’ or ‘there’s no public transportation or bus that comes by my house.’ And that’s fair, because how can we expect them to get to a vaccination site? Well, now, as part of the solution, rideshare companies are giving free rides to and from vaccination centers,” Kamala said.
L’ecatombe post-Vaccino nei Dati dell’OMS. Urgente una Moratoria. : STILUM CURIAE (marcotosatti.com)
L’ecatombe post-Vaccino nei Dati dell’OMS. Urgente una Moratoria.18 Giugno 2021 Pubblicato da Marco Tosatti 29 Commenti
Marco Tosatti Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra interessante offrire alla vostra attenzione e riflessione questo articolo apparso sul sito francese Égalité & Réconciliation, scritto dal Dott. Gérard Delépine, nella nostra traduzione. Buona lettura.
Due mesi fa, abbiamo cercato di avvertirvi dei risultati paradossali dei vaccini covid-19 pubblicando le curve di mortalità pre- e post-vaccinazione di Israele e Gran Bretagna [1] che già mostravano che queste vaccinazioni erano seguite da un considerevole aumento delle contaminazioni e della mortalità durante 6-8 settimane dopo l’inizio della vaccinazione. [2]
Da allora, le campagne di vaccinazione si sono diffuse in tutto il mondo anche in paesi dove il covid non era molto presente. E ovunque sono stati seguiti da un aumento considerevole di nuove infezioni e di mortalità per diverse settimane o mesi. [3]
Quante morti e quanti incidenti gravi ci vorranno prima che i leader, l’OMS, la FDA, l’EMA e altre agenzie sanitarie guardino i risultati provati di questa pseudo-vaccinazione sperimentale nel mondo reale e ne traggano le conseguenze?
Promemoria dei fatti comprovati pubblicati dall’OMS
Presentiamo di seguito le curve epidemiche dei paesi più vaccinati come pubblicate dall’OMS (con i nostri commenti in rosso).
Asia
In Nepal, un paese di 28 milioni di persone, la campagna di vaccinazione, utilizzando il vaccino cinese e l’indiano AstraZeneca, è iniziata alla fine di gennaio 2021. Fino ad allora, dopo dieci mesi di epidemia, il paese aveva 270.092 casi confermati e 2017 morti e la media giornaliera dei nuovi casi era di 350.
Quattro mesi dopo l’inizio della vaccinazione, l’epidemia è esplosa con una media attuale di 8.000 nuovi casi al giorno. Al 22 maggio, il Nepal aveva 497052 (+90%) casi confermati e 6024 morti (+200%).
In Thailandia, un paese di 70 milioni di persone, la campagna di vaccinazione con il vaccino cinese è iniziata nella prima settimana di marzo. Fino ad allora, dall’inizio dell’epidemia, il paese aveva registrato solo 25.000 casi contaminati e 83 morti attribuiti al Covid-19.
Dall’inizio della vaccinazione, in 2 mesi, il numero di persone infette è stato moltiplicato per 5 (123.066 al 22/5) e il numero di morti per 9 (735 al 22/5).
In Cambogia, un paese di 27 milioni di abitanti:
In Mongolia, un paese di 3,3 milioni di abitanti
America del Sud
In Colombia, un paese di 50 milioni di abitanti, che è stato gravemente colpito dalla malattia, l’epidemia ha cominciato a diminuire bruscamente fino all’inizio della campagna di vaccinazione il 18 febbraio 2021.
Da allora, il numero di contaminazioni giornaliere è quadruplicato e la mortalità giornaliera si è moltiplicata per 3.
In Cile, un paese di 18 milioni di persone, la vaccinazione è iniziata il 24 dicembre e un totale di quasi 17,1 milioni di dosi di vaccino sono state somministrate a meno di 20 milioni di persone. Ma nonostante la più alta copertura vaccinale del Sudamerica e i duri confinamenti, il numero di infezioni giornaliere e di morti rimane quasi il triplo di quello che era prima dell’inizio della campagna di vaccinazione…
In Brasile, un paese di 217 milioni di persone, la vaccinazione è iniziata il 18 gennaio quando i decessi settimanali si sono stabilizzati a circa 7.00
Medio Oriente
Negli Emirati Arabi Uniti, un paese di 10,5 milioni di persone:
Il Kuwait, un paese di 4,2 milioni di persone:
Europa
In Ungheria, un paese con una popolazione di 9,8 milioni, la campagna di vaccinazione iniziata alla fine di febbraio è stata seguita da un forte aumento delle infezioni settimanali, da 25.576 il 25 febbraio a 6.265 un mese dopo, prima di tornare gradualmente ai livelli pre-vaccinazione.
In due mesi e mezzo, l’Ungheria ha raddoppiato il numero di persone infette (da 400.000 a 800.000) e di morti (da 14.000 a 29.000) raggiunto dopo 11 mesi di epidemia.
In Romania, un paese di 20 milioni di abitanti, la campagna di vaccinazione è iniziata alla fine di dicembre in un momento in cui l’epidemia stava calando, e secondo i dati ufficiali del 4 maggio 21, Bucarest ha il più alto tasso di vaccinazione del paese con il 31,2% della sua popolazione idonea vaccinata. Ma subito dopo l’inizio della vaccinazione, il numero di infezioni giornaliere e la mortalità sono aumentati.
Prima della vaccinazione, dopo un’epidemia di dieci mesi, la Romania aveva 618.000 infetti e 15.000 morti. Dopo cinque mesi di vaccinazione, il numero è raddoppiato.
Monaco, un paese di 38.000 abitanti, ha avuto solo 3 morti prima della vaccinazione e 32 dopo la vaccinazione:
Gibilterra, 34000 abitanti: la vaccinazione di tutta la popolazione è stata seguita da un aumento dell’800% della mortalità da 10 a 94).
Cosa possiamo dedurre da questi dati ufficiali? Ipotesi
Le vittorie di Pirro israeliane e britanniche [4]
I sostenitori della vaccinazione affermano che le vaccinazioni in Israele e in Gran Bretagna hanno avuto successo, perché le attuali infezioni giornaliere e la mortalità sono basse.
Ma questi successi apparenti corrispondono in realtà alla scomparsa di una grande parte delle persone a rischio (la “raccolta”) ottenuta con la vaccinazione e alla regressione spontanea della malattia osservata anche nei paesi scarsamente vaccinati.
Il “raccolto vaccinale
In questi due paesi, la mortalità attribuita a Covid è aumentata bruscamente da 4 a 6 settimane, eguagliando il numero totale di morti nell’anno 2020. La curva di mortalità per vaccinazione Covid in Israele è dimostrativa.
La “raccolta” di 1404 persone in gennaio e di altre 949 in febbraio, l’equivalente di un anno intero di mortalità Covid senza vaccino (l’anno 2020), ha notevolmente ridotto il numero di israeliani a rischio, portando probabilmente a una diminuzione de facto del rischio apparente di mortalità nel prossimo anno in questa fascia di età.
Ma parallelamente a questa diminuzione del suo obiettivo iniziale, il virus è mutato per attaccare altri segmenti della società e in particolare i gruppi di età più giovani.
Nel novembre 2020, i dati del Ministero della Salute israeliano hanno rivelato che Israele ha rilevato 400 casi di coronavirus nei bambini sotto i due anni. Nel febbraio 2021, quel numero era salito a 5.800.
La stessa “raccolta” è stata osservata in Gran Bretagna. Poiché il covid-19 minaccia solo una piccola parte della popolazione (gli anziani con comorbidità), la scomparsa per-vaccino di una grande parte di questa popolazione (tanti quanti i morti dell’anno 2020) a rischio, diminuisce matematicamente la mortalità osservata, almeno transitoriamente.
Dalla campagna di vaccinazione britannica, la mortalità media per milione di abitanti in Gran Bretagna (934/M) è più del doppio di quella dei Paesi Bassi (411/M).
La regressione naturale dell’epidemia
Spiega anche la caduta della mortalità come mostrato dal confronto tra la Gran Bretagna altamente vaccinata e l’Olanda molto poco vaccinata:
Le curve di mortalità per milione di abitanti seguono la stessa temporalità in questi due paesi vicini. Quella del Regno Unito soffre di un picco per vaccinazione molto più alto, la mortalità attuale nei Paesi Bassi è leggermente superiore, riflettendo l’assenza della “raccolta” inglese.
L’attuale vaccinazione sta accelerando l’epidemia e la mortalità?
Una rassegna dei principali paesi che hanno adottato la vaccinazione ad ampio raggio mostra che nelle popolazioni reali, la vaccinazione generalizzata si comporta più come un acceleratore dell’epidemia e della mortalità che una prevenzione di esse. [5]
In tutti i paesi altamente vaccinati, la mortalità contata durante i due mesi post-vaccinazione è uguale o superiore a quella dell’intero anno 2020.
Mancanza di dati sperimentali solidi
Le sperimentazioni di questi vaccini sono state inadeguate, con poca base sperimentale, perché sono in corso. I primi risultati sono promessi per l’inizio del 2023.
Nessuno di loro ha segnalato la possibilità di un possibile aumento delle contaminazioni e della mortalità, che fortunatamente sembrano essere transitorie. Non sono molto informativi sugli effetti collaterali più o meno gravi, come la frequenza di incidenti vascolari precoci nei giorni successivi alla vaccinazione, o il moltiplicarsi di aborti e disturbi mestruali nelle donne, per esempio, e naturalmente le possibili complicazioni successive a medio e lungo termine.
La corsa all’accelerazione della vaccinazione a tutti i costi potrebbe alla fine essere controproducente per la fiducia popolare in tutte le vaccinazioni. Non ha senso correre, bisogna iniziare in tempo, come ha detto la Fontana. Ma i nuovi miliardari come il CEO di Moderna probabilmente non pensano come la tartaruga della favola che ha già accumulato fortune.
Il futuro sta nel trattamento precoce controllato dai medici sul campo
Studi trasparenti sono essenziali per capire il meccanismo di questi aggravamenti transitori dell’epidemia dopo la vaccinazione e per dedurre possibili misure preventive, nel caso di una nuova epidemia.
Tanto più che il futuro, dopo questo massacro di vaccini, rimane molto incerto. I dirigenti che hanno violato le basi della medicina e della democrazia imponendo la vaccinazione espressa senza rispettare le procedure abituali per la sicurezza e l’efficacia dei farmaci immessi sul mercato, si ritrovano tutti a promettere alle loro popolazioni trattamenti precoci per le ondate future, dimostrando con questo, come Boris Johnson, che non credono più nella vaccinazione che hanno imposto. [6]
La medicina non dovrebbe essere decisa dalla politica
La politica sanitaria non deve più essere imposta o guidata da simulazioni spesso imprecise (e le loro esposizioni talvolta influenzate dai politici, come ammettono gli scienziati britannici), ma deve essere basata sul rispetto della democrazia e sull’esperienza clinica dei medici sul campo, possibilmente guidata da raccomandazioni semplici e non vincolanti.
Tutti i dati devono essere trasparenti, come le cifre del Sentinel Network, che riflettono il numero di pazienti reali che consultano i medici per segni clinici. Molto più affidabile delle eterne cifre di contaminazione basate su test PCR inaffidabili.
Libertà di trattare ed essere trattati
Soprattutto, i medici devono poter trattare liberamente i loro pazienti con tutti i mezzi a loro disposizione senza diktat burocratici, e questo fin dall’inizio della malattia, come in qualsiasi altra patologia. Dall’inizio dell’epidemia, i primi trattamenti a base di antibiotici, macrolidi, idrossiclorochina, Artemisia, vitamine D e C e zinco, poi l’ivermectina sono stati conosciuti e demonizzati dai medici dell’altopiano al servizio di nuovi farmaci costosi come il remdesivir, e soprattutto dei futuri vaccini.
La scelta politica di vietare la libera scelta del trattamento da parte delle autorità ha portato in diversi paesi del mondo, tra cui la Francia, a numerose morti, almeno alcune delle quali erano evitabili. I processi in corso daranno voce alle famiglie delle vittime senza riparare la perdita irreparabile di una persona cara.
Moratoria indispensabile
Il totalitarismo, la censura e la persecuzione sistematica degli oppositori e la soppressione delle libertà fondamentali portano solo a disastri nella scienza, nella medicina e nell’economia a più o meno lungo termine, anche per i responsabili.
È ora di tornare ai fatti e al loro esame critico senza idee preconcette. In tutti i paesi, le vaccinazioni sperimentali sono state seguite da un aumento della contaminazione e della mortalità attribuita al covid-19 e alla comparsa di mutanti. Finché il fenomeno non sarà chiarito, è urgente una moratoria sulle vaccinazioni anti-covidi.
Dottor Gérard Delépine
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang. Sui vaccini cambiano idea ogni giorno e non si capisce nulla
Luca Telese – tpi.it) – 19 giugno 2021
No, sì, no, sì, no, forse. No tassativo. Anzi, sì potenziale. Dunque, per ricapitolare: ecco a voi il più grande spettacolo italiano del momento, il caos informativo del famoso circo eterologo, quello che stupisce gli italiani con un colpo di scena al giorno sulla campagna vaccinale. Oggi puoi farlo, domani no, dopodomani forse. Riassunto delle puntate precedenti. Il governo una settimana fa, impone la vaccinazione eterologa (cioè con un altro vaccino) anche a tutti coloro che hanno fatto la prima dose di AstraZeneca. Senza se, e senza ma, a parte gli over sessanta (che a quanto pare possono iniettarsi anche acido nelle vene).
L’Aifa, che pure dovrebbe essere un ente indipendente, ha sottoscritto prontamente la decisione. Questo doppio colpo rappresenta la condanna a morte del siero su cui era incardinato il nostro piano vaccinale, e ha un costo economico altissimo. Ma chissenefrega. E soprattutto: getta nel caos circa un milione di italiani che devono ancora completare il loro iter vaccinale (anche sei numeri esatti non si conoscono, perché prudentemente il governo non li formalizza).
Ma c’è un primo colpo di scena. L’Ema, l’agenzia europea (che il governo italiano aveva atteso e seguito quando tardava a fare la sua approvazione ad AstraZeneca) si pronuncia a sorpresa e stavolta dice invece che AstraZeneca è un vaccino perfettamente agibile, che raggiunge il modo ottimale il rapporto rischio/benefici. Vaccino agibile per l’’Europa, ma vietato in Italia.
Così la Regione Campania dissente: annuncia (sabato scorso) che consentirà – a chi ha avuto la prima dose e vuole la seconda – di proseguire con Astra Zeneca. Il ministro Speranza interviene per spiegare che il governo è tassativamente contrario a questa possibilità. Nessuna libertà di scelta, per nessuno tranne gli over sessanta (che possono anche iniettarsi anche lubrificante, nelle vene, non frega nulla a nessuno). Il mix dell’eterologa è tassativamente obbligatorio per tutti, senza se e senza ma.
A questo punto – e siamo a giovedì – la regione Lazio spiega che praticherà, anche agli under 60, il vaccino omologo, in qualsiasi caso in cui a richiederlo siano i cittadini. Come come? Ma non era stato il governo a negare questa possibilità alla regione Campania solo tre giorni prima? Vero. Ma il Lazio, invece del proclama da Viceré di De Luca ha trovato una scappatoia legale: il consenso informato firmato al momento della prima dose, che secondo l’assessore Alessio D’Amato consente al cittadino di reclamare una seconda dose “omologa”. E poi c’è il potere ultimo del medico vaccinare, che può “in scienza e coscienza” derogare qualsiasi decisione su richiesta del cittadino. La stessa cosa, dunque, ma chiesta in modo diverso: l’Italia è il paese di azzeccagarbugli, tutto si può fare.
Il giorno dopo questo annuncio, non smentito da nessuno (sul fronte della legittimità) il governo, il ministro Speranza e il Comitato tecnico scientifico, tuttavia ribadiscono la linea: vaccinazione eterologa obbligatoria per tutti gli under 60 (gli over 60, come è noto, possono anche iniettarsi veleno per topi nelle vene, se vogliono). Ieri, tuttavia, per completare l’effetto circo, e sancire in modo solenne il caos vaccinale, parla un signore che è capo dello stesso governo, che fino ad ora ha deciso la linea dell’eterologa obbligatoria.
Parla Mario Draghi e spiega: 1) “L’’eterologa funziona, io sono prenotato martedì per farla”. 2) “Ho più di 70 anni e la prima dose con AstraZeneca ha dato risposta bassa, mi si consiglia di procedere così. Quindi funziona per me e per chi ha meno di 70 e 60 anni”. 3) “La cosa peggiore che si può fare – è il suo esordio – è non vaccinarsi, o vaccinarsi con una dose sola”. E qui, 4) dopo un gran rullo di tamburi per il colpo di scena finale, arriva l’ultima novità. La bomba atomica: “Ognuno è libero di fare la seconda dose con AstraZeneca purché abbia il parere del medico e il consenso informato”. Ovvero: si autorizza quello che aveva chiesto la regione Campania, smentita dal governo Draghi, quello che aveva teorizzato la regione Lazio, corretta dal governo Draghi, quello che chiedevano molto virologi, contrastati dal governo Draghi. Ma ieri la linea cambia. Così entra in campo anche il generale Francesco Figliuolo, e dice: 5) “La raccomandazione molto forte del Cts è per una vaccinazione eterologa sotto i 60 anni, ma resta aperta la possibilità di utilizzare AstraZeneca per chi lo richiede sotto consenso medico”.
Fermi tutti. Tradotto in Italiano significa che il governo, per bocca del suo premier e del suo più autorevole plenipotenziario per la campagna vaccinale, spiega che sarà possibile fare quello che fino al giorno prima il governo, per bocca del suo più autorevole ministro, e del suo comitato tecnico scientifico, negava. Grandi applausi e attestati di deferenza al buonsenso del premier, che – secondo i media sonnolenti – “finalmente chiarisce”. Chiarisce il caos creato dal premiato circo eterologo messo in piedi dal suo stesso governo, nei sette giorni in cui Draghi, evidentemente, dormiva.
Vaccinati con Pfizer lo stesso giorno muoiono entro due settimane. Indagini - Secondo Piano News
Vaccinati lo stesso giorno nello stesso centro di Arona (Novara), sono entrambi morti nell’arco temporale di due settimane l’uno dall’altro. Vittime un uomo di 50 anni, Massimiliano Marcacci, ex arbitro e calciatore, e Andrea Pirali, di 52 anni.
Ai due, secondo quanto riporta Repubblica, lo scorso 30 maggio era stata inoculata la prima dose del siero Comirnaty, prodotto dal colosso Usa, Pfizer.
Marcacci, sul cui decesso la procura di Verbania ha aperto una inchiesta, è morto nei giorni scorsi nella sua casa di Lesa, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, dove viveva con la moglie, ex pallavolista, e tre figlie di 5, 7 e 9 anni.
Marcacci ha avuto un malore a distanza di due settimane dalla vaccinazione mentre Pirali si era sentito male in bagno non appena rientrato a casa dopo l’inoculazione. La coincidenza del luogo e del giorno delle due vaccinazioni, però, ha spinto la procura di Verbania a chiedere accertamenti anche su questo secondo decesso e ha disposto l’autopsia.
Il decesso dei due si aggiunge alla lunghissima lista di morti registrati negli ultimi sei mesi in Italia. Si contano a migliaia (meno di un decimo viene segnalato perché gli altri morti vengono subito bollati e rubricati “senza correlazione” o per altre patologie…), sebbene i cosiddetti “professionisti dell’informazione” legati al doppio filo con Big Pharma, tendono a nascondere le notizie, relegandole a trafiletti quando ad occuparsene sono i giornali locali o l’informazione alternativa e indipendente.
I medici di base non si prendono la responsabilità sui richiami AZ
22 giugno 2021
“Niente consensi” “Nessuno si prenderà la responsabilità di dare il consenso invocato dal premier in un hub vaccinale a tanti pazienti mai visti o visitati prima. ”Vaccinazioni – Under 60 e 2ª dose “eterologa”, la denuncia: “Chi si prende la responsabilità del certificato di cui ha parlato il premier?”di Natascia Ronchetti – Il Fatto Quotidiano
Dopo la decisione del governo di consentire agli under 60 che hanno ricevuto come prima dose di AstraZeneca la libertà di scegliere quale vaccino utilizzare per il richiamo, i medici vaccinatori hanno a disposizione il modulo con il quale il ministero della Salute ha integrato il consenso informato che tutti devono firmare al momento della somministrazione. Modulo con il quale si dichiara il rifiuto della vaccinazione eterologa, che resta fortemente raccomandata, per decidere di completare il ciclo con il vaccino della casa farmaceutica anglo-svedese. Scelta previo parere del medico, però, che con l’anamnesi deve valutare se ci sono, oppure no, condizioni di rischio che lo sconsigliano. Sulla carta, sembrerebbe tutto molto semplice.
Invece no. Mentre a Napoli si registra il flop dell’Open Day AstraZeneca (basti ricordare che alla Stazione marittima del capoluogo campano il 94% dei convocati non si è presentato) nel Lazio non pochi chiedono di fare il richiamo sempre con AZ. Solo che sono tanti i camici secondo cui in queste condizioni nessun medico darà mai il proprio consenso alla seconda dose AstraZeneca. Non, almeno, in un hub vaccinale. “Perché un conto è il medico di famiglia che, che conosce la storia clinica del paziente e un conto è il medico che non ha mai visto né tantomeno visitato chi gli sta davanti e in pochi minuti deve fare l’anamnesi e decidere”, dice Ester Pasetti, segretaria in Emilia-Romagna del sindacato dei medici ospedalieri Anaao. “Una giovane donna – prosegue Pasetti –, potrebbe non sapere che deve dichiarare l’eventuale assunzione della pillola anticoncezionale, qualcuno potrebbe omettere di inserire nel questionario informazioni importanti sulle sue condizioni di salute, perché le considera, da profano, irrilevanti: i fattori in gioco sono tanti”.
Variabili che si accompagnano a mille incognite, come rileva lo stesso presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli. “La pandemia e la campagna di vaccinazione – osserva –, hanno alterato tutte le regole che reggono il rapporto tra medico e cittadino, rapporto che non si può instaurare in pochi minuti. Avevamo già in parte considerato che si potevano verificare situazioni particolari e proprio per questo abbiamo chiesto e ottenuto lo scudo penale, ovviamente non per casi di colpa grave”.
Ma va ricordato che lo scudo non protegge dalla responsabilità civile. E che potrebbe anche verificarsi l’effetto paradosso, come rileva Filippo La Russa, ai vertici dell’Anaao in Calabria. “Prendiamo il caso del collega che non vuole assumersi la responsabilità di fare il richiamo con AZ e spinge, invece, Pfizer – spiega –. Se poi insorge una paralisi facciale, effetto in alcuni casi osservato con il vaccino Usa, siamo al punto di partenza.
Il tema di fondo è che le persone vogliono efficacia e sicurezza al 100% ma nessuna di queste due condizioni si è verificata”. Adesso il vero problema è, secondo Anelli, “che non abbiamo ancora evidenze scientifiche tali da consentirci di individuare in modo certo la popolazione a rischio. Anche per questo stiamo programmando piani di formazione specifici. Ma probabilmente fin dall’inizio la campagna vaccinale avrebbe dovuto essere affidata ai medici di famiglia. Si poteva fare negli ambulatori e in dieci, undici mesi forse si sarebbe conclusa. Fermo restando che il vaccinatore deve essere puntiglioso nel chiedere informazioni al cittadino sul suo stato di salute, il punto ora è come ripristinare al più presto tutte le regole che sono saltate”.
LA CARTA À LA CARTE
MARCO TRAVAGLIO- IFQ
22 giugno 2021.
Nell’ultimo soffietto del prof. Cassese al governo Draghi, si legge che è “tornata la normalità costituzionale” perché “non sono state le forze politiche a indicare al presidente della Repubblica il capo del governo”, ma viceversa. Tesi singolare, visto che per la Costituzione “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti previsti”, cioè attraverso il Parlamento, dove il popolo è rappresentato dagli eletti nelle famigerate forze politiche. Cassese invece trova geniale che sia “stato il presidente della Repubblica a indicare alle forze politiche, dopo averle consultate, il capo del governo” (il che fra l’altro è falso, perché Mattarella chiamò Draghi senza consultare i partiti).
Segue un Magnificat al “Consiglio dei ministri rivitalizzato” (purtroppo tutti, tranne lui, sanno che i Cdm sono brevi messe cantate che del “consiglio” – cioè della collegialità prevista dalla Carta – non hanno nulla: qualche ministro dice qualcosa, poi Draghi riunisce i 3 o 4 tecnici e Giorgetti e decide); e ai “frequenti pre-consigli’ (purtroppo tutti, tranne lui, sanno che i pre-consigli sono rarissimi e inutili: i ministri non vedono quasi mai il testo completo dei provvedimenti che devono vidimare al buio). E via delirando.
Ma ormai non è più il premier ad adeguarsi alla Costituzione: sono i costituzionalisti alla Cassese che adeguano la Carta a Draghi.
Vedi anche il trattamento riservato al ministro Speranza e al Cts, scelti da Draghi e dunque per definizione “competenti e capaci” (per Cassese, Egli “sceglie le persone in base a competenze ed esperienze”): quelli decidono, con l’Aifa, che i vaccinati con AstraZeneca devono fare il richiamo omologo sopra i 60 anni e l’eterologo sotto. Poi però Draghi decide di farsi l’eterologo anche se ne ha 73.
E quelli allora adeguano la scienza al suo capriccetto: eterologo libero per gli over 60, omologo libero per gli under 60. E il povero Sergio Abrignani, immunologo del Cts, rilascia alla Stampa un’intervista che nemmeno Fantozzi: “Draghi non è un cittadino qualsiasi, è il premier e ha il dovere di essere seguito clinicamente meglio di tutti noi”. Ah sì? Quindi tutti gli over 60 con prima dose AZ devono andare dal medico a misurarsi gli anticorpi? “No, perché tutti non sono Draghi. Non ha senso che tutti facciano il test sierologico, specie dopo la prima dose. Magari dopo 15-20 giorni dopo la seconda”.
Ma, si sa, i nostri sono anticorpucci gné-gné, mentre quelli di SuperMario sono SuperAnticorpi modello Bce col master a Goldman Sachs che, appena li misuri, recitano il Whatever it takes. Lo spot di una caramella diceva: “Il buco con la menta intorno”. Così sono la Costituzione e la Scienza nell’Anno Domini 2021: due buchi con il Draghi intorno.
I vaccini anti-Covid sono più rischiosi di quanto finora pubblicizzato? - MilanoFinanza.it
Alcuni scienziati hanno sollevato la preoccupazione che i rischi per la sicurezza dei vaccini Covid-19 siano stati sottovalutati. Ma la politica dell'inoculazione di massa ha relegato i loro dubbi alla periferia del pensiero scientifico. Per ora
di Joseph A. Ladapo e Harvey A. Risch 22/06/2021 20:16
Un aspetto notevole della pandemia di Covid-19 è stato quanto spesso idee scientifiche impopolari, dalla teoria della fuga del virus dal laboratorio cinese all'efficacia delle mascherine, siano state inizialmente respinte, persino ridicolizzate, solo per riemergere più tardi nel pensiero tradizionale. Le differenze di opinione sono state talvolta radicate nel disaccordo sulla scienza sottostante. Ma la motivazione più comune è stata di tipo politico.
La prossima inversione di marcia del pensiero comune potrebbe essere imminente. Alcuni scienziati hanno sollevato la preoccupazione che i rischi per la sicurezza dei vaccini Covid-19 siano stati sottovalutati. Ma la politica della vaccinazione di massa ha relegato le loro preoccupazioni alla periferia del pensiero scientifico. Per ora.
Storicamente, la sicurezza dei farmaci - compresi i vaccini - spesso non è pienamente valutata fino a quando non vengono distribuiti in grandi numeri. Gli esempi includono il rofecoxib (Vioxx), un antidolorifico che ha aumentato il rischio di infarto e ictus; antidepressivi che sembravano aumentare i tentativi di suicidio tra i giovani adulti; e un vaccino antinfluenzale usato nell'epidemia di influenza suina del 2009-10 che era sospettato di causare convulsioni febbrili e narcolessia nei bambini. Le prove che provengono dal mondo reale sono preziose, poiché gli studi clinici spesso arruolano pazienti che non sono rappresentativi della popolazione generale. Impariamo di più sulla sicurezza dei farmaci dalle evidenze del mondo reale e possiamo così regolare le raccomandazioni cliniche per bilanciare rischi e benefici.
Il Vaccine Adverse Event Reporting System, o Vaers, che è amministrato dai Centers for Disease Control and Prevention e dalla Food and Drug Administration, è un database che permette agli americani di documentare eventi avversi che accadono dopo aver ricevuto un vaccino. La FDA e il CDC affermano che il database non è progettato per determinare se gli eventi siano stati causati da un vaccino. Questo è vero. Ma i dati possono comunque essere valutati, tenendo conto dei loro punti di forza e di debolezza, ed è quello che il CDC e la FDA dicono di fare.
I dati Vaers per i vaccini Covid-19 mostrano un modello interessante. Tra i 310 milioni di vaccini Covid-19 somministrati, diversi eventi avversi sono riportati in tassi elevati nei giorni immediatamente successivi alla vaccinazione, per poi diminuire precipitosamente in seguito. È possibile che alcuni di questi eventi avversi si sarebbero verificati comunque. Questo schema può essere in parte attribuibile alla tendenza a segnalare di più gli eventi che accadono subito dopo la vaccinazione.
Il database non può dire cosa sarebbe successo in assenza di vaccinazione. Tuttavia, la forte clusterizzazione di alcuni eventi avversi subito dopo la vaccinazione è preoccupante, e il silenzio intorno a questi potenziali segnali di danni riflette la politica che circonda i vaccini Covid-19. Stigmatizzare tali preoccupazioni è un male per l'integrità scientifica e potrebbe danneggiare i pazienti.
Secondo i dati presi direttamente da Vaers, quattro sono gli eventi avversi gravi che seguono questa parabola: piastrine basse (trombocitopenia); miocardite non infettiva, o infiammazione del cuore, soprattutto per quelli sotto i 30 anni; trombosi venosa profonda; e morte. Vaers registra 321 casi di miocardite entro cinque giorni dalla inoculazione di una vaccinazione, che scendono a quasi zero entro 10 giorni. Ricerche precedenti hanno dimostrato che solo una frazione degli eventi avversi viene riportata, quindi il vero numero di casi è quasi certamente più alto. Questa tendenza alla sottorappresentazione è coerente con la nostra esperienza clinica.
Le analisi per confermare o respingere questi risultati dovrebbero essere eseguite utilizzando grandi set di dati in possesso delle compagnie di assicurazione sanitaria e delle organizzazioni sanitarie. Il CDC e la FDA sono sicuramente consapevoli di questi schemi di dati, ma nessuna delle due agenzie ha riconosciuto quella tendenza.
L'implicazione è che i rischi di un vaccino Covid-19 possano superare i benefici per alcune popolazioni a basso rischio, come i bambini, i giovani adulti e le persone che sono guarite dal Covid-19. Questo è particolarmente vero nelle regioni con bassi livelli di diffusione del contagio nella comunità, poiché la probabilità di malattia dipende dal rischio di esposizione.
E anche se non lo apprenderete mai ascoltando i funzionari della sanità pubblica, non un singolo studio pubblicato ha dimostrato che i pazienti con una precedente infezione traggono beneficio dalla vaccinazione contro il Covid-19. Che questo non sia prontamente riconosciuto dal CDC o da Anthony Fauci è un'indicazione di quanta politica pandemica sia profondamente intrisa nella scienza.
Ci sono, tuttavia, segni di vita per l'onestà scientifica. In maggio, l'Agenzia Norvegese per i Medicinali ha esaminato i fascicoli dei primi cento decessi segnalati di residenti in case di cura che hanno ricevuto il vaccino Pfizer. L'agenzia ha concluso che il vaccino ha "probabilmente" contribuito alla morte di 10 di questi residenti attraverso effetti collaterali come febbre e diarrea, e "forse" ha contribuito alla morte di altri 26. Ma questo tipo di onestà intellettuale è rara. Ed è raro per qualsiasi vaccino l’essere collegato a decessi, quindi questo sviluppo insolito per i vaccini mRNA merita ulteriori indagini.
Quella per recuperare l'onestà scientifica sarà una corsa in salita negli Stati Uniti. La politica anti-Trump nella primavera del 2020 è sfociata nella censura dei social media. Le notizie riportate spesso mancano di curiosità intellettuale sull'adeguatezza delle linee guida per la salute pubblica, o non spiegano perché una minoranza rumorosa di scienziati sia fortemente in disaccordo con le opinioni prevalenti. Ci sono stati scienziati schierati a favore o contro le terapie Covid-19 e che al contempo mantenevano rapporti finanziari con le case farmaceutiche e i loro benefattori delle fondazioni.
Le autorità sanitarie pubbliche stanno commettendo un errore e mettono a rischio la fiducia del pubblico nel non essere disponibili ad ammettere la possibilità di danni derivanti da alcuni effetti collaterali dei vaccini. Ci saranno conseguenze durature dal mischiare partigianeria politica e scienza nel bel mezzo della gestione di una crisi di salute pubblica.
Il Dr. Ladapo è professore associato di medicina alla David Geffen School of Medicine della UCLA. Il dottor Risch è professore di epidemiologia alla Yale School of Public Health.
AstraZeneca, Aifa: “Un morto per sindrome da perdita capillare dopo vaccino”(adnkronos.com) – 23 giugno 2021
“Nei primi giorni successivi alla vaccinazione con Vaxzevria*”, il vaccino anti-Covid di AstraZeneca, “sono stati segnalati casi molto rari di sindrome da perdita capillare” o Cls. “In alcuni casi era presente una storia clinica di Cls. E’ stato riportato un caso con esito fatale”. Pertanto “Vaxzevria è attualmente controindicato nei soggetti che in precedenza hanno presentato episodi di Cls”. Lo sottolinea l’Agenzia italiana del farmaco Aifa, aggiornando gli operatori sanitari sul vaccino anglo-svedese e in particolare “sui punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza” della sindrome “dopo vaccinazione” con il prodotto.
“La sindrome da perdita capillare – spiega l’ente regolatorio nazionale – è caratterizzata da episodi acuti di edema che colpiscono principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia. I pazienti con un episodio acuto di Cls in seguito alla vaccinazione necessitano di rapida diagnosi e trattamento. Di solito è necessaria una terapia intensiva di supporto”. L’Aifa evidenzia che “il Riassunto delle caratteristiche del prodotto di Vaxzevria (Rcp) è in corso di aggiornamento per l’aggiunta di queste informazioni”.
Uk, contagi record causa variante Delta: oltre 16mila in 24 ore. È il dato più alto dal 2 febbraio - Il Fatto Quotidiano
L'efficacia vaccinale determina però un incremento più contenuto del totale dei ricoveri ospedalieri (ora pari a 1508) e addirittura un calo dei morti, dai 27 di ieri a 19. Per Ecdc entro la fine dell'estate i contagi provocati dalla variante Delta in Europa saranno il 90% del totale
di F. Q. | 23 GIUGNO 2021Nel Regno Unito continuano ad aumentare i casi di contagio legati alla variante Delta che oggi toccano il record dal 2 febbraio: se lo scorso mercoledì erano state registrate poco più di 9mila infezioni, nelle ultime 24 ore ne sono state riscontrate 16.135. I dati del governo indicano però che l’efficacia vaccinale determina un incremento più contenuto del totale dei ricoveri ospedalieri (ora pari a 1508) e addirittura un calo dei morti, dai 27 di ieri a 19. I vaccini somministrati (altri 550mila nelle ultime 24 ore) superano adesso 75 milioni di dosi, col 60,2 di tutta la popolazione adulta interamente immunizzata e l’82,5% raggiunta almeno da una prima dose. In tutto in Gran Bretagna sono 4.667.870 i casi di positività e 128.027 i decessi da inizio pandemia. Per quanto riguarda il piano di immunizzazione, nel Regno Unito più di 43,4 milioni di persone hanno già ricevuto almeno una dose di vaccino, ovvero l’82,5% della popolazione. L’incalzare della Delta, più contagiosa di oltre il 60% rispetto alla variante Alpha o inglese prevalente fino a qualche settimana fa, ha convinto il governo Johnson a ritardare la rimozione delle restrizioni di quattro settimane, posticipandola al 19 luglio. Stessa scelta fatta successivamente anche dalla Scozia.
La mutazione scoperta in India preoccupa l’Europa e anche Israele, il Paese che ha avviato prima e meglio di altri una campagna di immunizzazione record a livello mondiale. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in un parere aggiornato sul rischio varianti del Covid ha dichiarato che, sulla base delle prove scientifiche disponibili, “la variante Delta è più trasmissibile di altre varianti circolanti e stimiamo che entro la fine di agosto rappresenterà il 90% di tutti i virus SARS-CoV-2 in circolazione nell’Unione europea“.
“Sfortunatamente, i dati preliminari mostrano” che la variante Delta “può infettare anche individui che hanno ricevuto solo una dose dei vaccini attualmente disponibili”, ha detto la direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon. “È molto probabile che la variante Delta circolerà ampiamente durante l’estate, in particolare tra gli individui più giovani che non sono oggetto di vaccinazione – prosegue – ciò potrebbe causare un rischio” per chi non è completamente vaccinato.
“È molto importante – aggiunge Ammon – progredire con la campagna vaccinale a un ritmo serrato” con la seconda dose che va somministrata “entro l’intervallo minimo”, per accelerare i tempi. “Sono consapevole – ha poi concluso la direttrice dell’Ecdc – che per raggiungere questo obiettivo è necessario uno sforzo significativo da parte delle autorità sanitarie pubbliche e della società in generale. Ma ora è il momento di fare tutto il possibile“.
Israele, variante Delta fa crescere i contagi: torna l'obbligo della mascherina al chiuso. Rinviato al 1° agosto ingresso a turisti vaccinati - Il Fatto Quotidiano
Per due giorni consecutivi sono stati registrati oltre 100 nuove infezioni e il 70% è riconducibile alla variante scoperta in India. A essere colpiti sono in particolare i giovani non vaccinati. Impennata delle immunizzazioni nella fascia 12-15 anni
di F. Q. | 23 GIUGNO 2021La curva è stata drasticamente abbattuta da marzo quando, grazie alla progressione dei vaccini, i casi di coronavirus sono passati da oltre tremila al giorno – erano 10mila a gennaio – a poche decine. Ma la variante Delta, che ha determinato lo scoppio di due focolai in altrettante scuole in Israele, ha portato il Paese record al mondo per la campagna di immunizzazione a registrare più di 100 nuovi contagi per il secondo giorno consecutivo, con un’incidenza particolarmente alta fra i giovani. E il 70% delle infezioni sono determinate proprio dalla variante Delta.
Il governo di Tel Aviv quindi ha scelto di rinviare al 1 agosto, anziché al 1 luglio come previsto, l’ingresso nel Paese dei turisti vaccinati. Inoltre, secondo quanto riferito dal Commissario per la lotta alla malattia, Nachman Ash, reintrodurrà “domani o dopo domani” l’uso obbligatorio delle mascherine al chiuso, che era stato rimosso lo scorso 15 giugno e, secondo il sito Ynet, si va verso una stretta nell’applicazione delle quarantene e dei tamponi. In particolare, si pensa possa essere introdotta una multa da 1500 dollari per i genitori i cui figli violano l’isolamento. Anche chi è guarito dal covid o è stato completamente vaccinato deve sottoporsi a un periodo di quarantena dopo essere entrato in contatto con una persona positiva con “una variante positiva”. Al momento l’incremento dei contagi non ha prodotto un aumento dei ricoveri, ma la triplicazione degli appuntamenti di vaccinazione per i giovani di 12-15, fascia d’età a cui è stato dato il via libera alla somministrazione del siero dal mese scorso.
Oggi il premier Naftali Bennett – che ieri ha evocato una possibile nuova “insorgenza della malattia” – vedrà gli esperti e si è appellato agli israeliani chiedendo loro di non recarsi all’estero, laddove non strettamente necessario. Dopo aver sottolineato che le vaccinazioni offrono una “significativa” protezione contro l’infezione, Bennett ha annunciato che all’aeroporto Ben Gurion sarà obbligatoria la mascherina e tutte le persone in arrivo saranno sottoposte al tampone Pcr.
“Chiunque non abbia bisogno di andare all’estero, non ci vada”, ha aggiunto evocando “cambi significativi” nelle attuali politiche di ingresso e di uscita dal Paese e provvedimenti ulteriori su chi non rispetta la quarantena. Sulla vaccinazione dei minori il premier, ha esortato gli israeliani a vaccinare i figli tra i 12 e i 15 anni come farà lui stesso “con i propri”. Infine ha rinnovato il suggerimento di portare la mascherina laddove ci siano affollamenti. In Israele, Paese in cui vivono 9 milioni di persone, più di 5,5 milioni di persone hanno ricevuto una dose di vaccino e circa 5,2 milioni anche la seconda.