L'altra sera, osservando la prolungata eclisse lunare, la più lunga del secolo dicono, mi è venuta un'idea. Non so se sia dovuta alla Luna oscurata per così tanto tempo, ma un barlume di idea mi è venuta. Ecco quale.
Quando parliamo del rateo di figli di rimpiazzo (replacement rate), ci si riferisce in genere ai figli che nascono dalla generazione precedente. Ma NON da tutti: solo dalle donne (a meno di non voler realizzare un qualcosa come quello mostrato da un vecchio film con Arnie, che in barba agli addominali che aveva all'epoca, si trovava 'incinto'). Sono loro che fanno figli. E quindi il rateo è misurato in 'figli per donna'.
Dove è che voglio arrivare? Su di una cosa palese, che tuttavia non mi pare ben realizzato. In genere si dice che il rateo di rimpiazzo è di 2,33 figli per donna. Però varia: da 3,4+ per paesi a mortalità molto alta, a poco più di 2,05 per quelli più avanzati, come i 2,075 per i figli d'Albione.
Però che un.... però. Quale? Ecco spiegato quale:
Fascia più numerosa, nonché quella dei bambini appena nati:
0-4 anni (353- 330 M-F)
Capito? CI sono circa il 7% in più di maschi alla nascita, e questo significa che nel totale di bambini (poniamo che i nati siano in % simile a quelli globalmente nella fascia 0-4 anni): bambini 52%, bambine 48%.
Non era un caso che da giovani si vedeva sempre tanti ragazzi in massa, in giro per fare conquiste, con pochissime e già impegnate signorine. Non era falso, era vero. Il maggior numero di maschi continua ad essere presente fin oltre i 30 anni, e in Cina addirittura fin oltre i 60, oltre l'età riproduttiva.... (purtroppo l'Africa è ben poco afflitta da tale disparità...).
Questo piccolo differenziale deve essere compensato da nuove nascite. Un rateo di accrescimento neutro, teoricamente, è di soli 2 figli/donna. Ma se le femmine sono meno numerose, allora cosa si fa? Si fa che il rateo si aumenta ulteriormente.
Questo aumenta un pò il rateo di riproduzione necessario per la parità, magari solo di qualche punto percentuale, ma comunque meglio che nulla.
Senza considerare questo fenomeno, infatti, la parità si otterrebbe con meno figli.
Facciamo un esempio pratico: ci sono 1.000 coppie e idealmente, ogni donna fa 2 figli, idealizzando ulteriormente tutti loro arrivano ad essere fecondi, non si verificano mortalità, omosessualità, voti di castità e simili. 2 figli, dunque. Se fossero 1.000 maschi e 1.000 femmine, l'equilibrio è perfetto. Ma non sono così.
Poniamo che vi siano invece il 6% in più di maschi rispetto alle femmine: queste ultime sono quindi il 48,5% del totale e non il 50, i maschi sono il 51,5%.
Questo significa che: 1a generazione: 2000 persone, 1000M e 1000F; 2a generazione, altri 2000, MA 1030M e 970F. 3a generazione: 1940, di cui 941F; 4a generazione, 1882, di cui 913F; 5a generazione: 1823, di cui 885F; 6a generazione: 1770, di cui 858F.
In sostanza, in poco più di cent'anni, si avrebbe un calo, pur con un equilibrio teorico, di popolazione, così da avere in appena 5 generazioni successive da 2.000 a 1.770, ergo -11,5%. Non male. E dubito che questo 'effetto femmina rara' sia incluso in ratei di 'mantenimento' di poco più di 2,05 per donna. Significa aggiungere un 1,5-2% in più, che vista la popolazione di molti continenti, è dirimente. E' ben vero che i maschi in eccesso nascono e vivono ugualmente (solitamente meno delle donne, peraltro), ma è anche vero che da generazione a generazione, sono le donne che devono 'fare i numeri' tramite i bambini. Se si conteggiano i figli x donna disponibile, allora da lì si potrà sapere alla lunga quale è l'andazzo. Guardate l'esempio: siamo partiti da 1.000 donne, e siamo scesi dopo 5 generazioni, a sole 858, un calo netto del 14% (circa 1/7). questo, a meno che non venga compensato da un maggior tasso di riproduzione, porterà al calo progressivo delle donne. Di questo passo, addirittura, dopo 10 iterazioni avremmo 737 donne (= 1574 figli); dopo altre 10 avremmo 543 donne (1086); dopo altre 10 avremmo 401 (802); dopo altre 10 295 (590). In 10 generazioni, in sostanza, avremmo un calo (in 200-250 anni circa) di circa il 22%; dopo altri 200-250 anni, avremmo il calo a circa il 55% del totale originale; dopo 30 generazioni avremmo, con questo discorso, un calo a circa il 40% del totale. Come si vede, ci vuole quasi un millennio, però già dopo un secolo abbiamo un calo di oltre il 10%.
Non è molto, ma può servire. Se ho capito bene, non è incluso nel totale dei figli necessari per mantenere l'equilibrio. Contro l'Africa non servirà molto, ma per il resto forse sì. Incrociamo le dita?
Quando parliamo del rateo di figli di rimpiazzo (replacement rate), ci si riferisce in genere ai figli che nascono dalla generazione precedente. Ma NON da tutti: solo dalle donne (a meno di non voler realizzare un qualcosa come quello mostrato da un vecchio film con Arnie, che in barba agli addominali che aveva all'epoca, si trovava 'incinto'). Sono loro che fanno figli. E quindi il rateo è misurato in 'figli per donna'.
Dove è che voglio arrivare? Su di una cosa palese, che tuttavia non mi pare ben realizzato. In genere si dice che il rateo di rimpiazzo è di 2,33 figli per donna. Però varia: da 3,4+ per paesi a mortalità molto alta, a poco più di 2,05 per quelli più avanzati, come i 2,075 per i figli d'Albione.
Però che un.... però. Quale? Ecco spiegato quale:
Fascia più numerosa, nonché quella dei bambini appena nati:
0-4 anni (353- 330 M-F)
Capito? CI sono circa il 7% in più di maschi alla nascita, e questo significa che nel totale di bambini (poniamo che i nati siano in % simile a quelli globalmente nella fascia 0-4 anni): bambini 52%, bambine 48%.
Non era un caso che da giovani si vedeva sempre tanti ragazzi in massa, in giro per fare conquiste, con pochissime e già impegnate signorine. Non era falso, era vero. Il maggior numero di maschi continua ad essere presente fin oltre i 30 anni, e in Cina addirittura fin oltre i 60, oltre l'età riproduttiva.... (purtroppo l'Africa è ben poco afflitta da tale disparità...).
Questo piccolo differenziale deve essere compensato da nuove nascite. Un rateo di accrescimento neutro, teoricamente, è di soli 2 figli/donna. Ma se le femmine sono meno numerose, allora cosa si fa? Si fa che il rateo si aumenta ulteriormente.
Questo aumenta un pò il rateo di riproduzione necessario per la parità, magari solo di qualche punto percentuale, ma comunque meglio che nulla.
Senza considerare questo fenomeno, infatti, la parità si otterrebbe con meno figli.
Facciamo un esempio pratico: ci sono 1.000 coppie e idealmente, ogni donna fa 2 figli, idealizzando ulteriormente tutti loro arrivano ad essere fecondi, non si verificano mortalità, omosessualità, voti di castità e simili. 2 figli, dunque. Se fossero 1.000 maschi e 1.000 femmine, l'equilibrio è perfetto. Ma non sono così.
Poniamo che vi siano invece il 6% in più di maschi rispetto alle femmine: queste ultime sono quindi il 48,5% del totale e non il 50, i maschi sono il 51,5%.
Questo significa che: 1a generazione: 2000 persone, 1000M e 1000F; 2a generazione, altri 2000, MA 1030M e 970F. 3a generazione: 1940, di cui 941F; 4a generazione, 1882, di cui 913F; 5a generazione: 1823, di cui 885F; 6a generazione: 1770, di cui 858F.
In sostanza, in poco più di cent'anni, si avrebbe un calo, pur con un equilibrio teorico, di popolazione, così da avere in appena 5 generazioni successive da 2.000 a 1.770, ergo -11,5%. Non male. E dubito che questo 'effetto femmina rara' sia incluso in ratei di 'mantenimento' di poco più di 2,05 per donna. Significa aggiungere un 1,5-2% in più, che vista la popolazione di molti continenti, è dirimente. E' ben vero che i maschi in eccesso nascono e vivono ugualmente (solitamente meno delle donne, peraltro), ma è anche vero che da generazione a generazione, sono le donne che devono 'fare i numeri' tramite i bambini. Se si conteggiano i figli x donna disponibile, allora da lì si potrà sapere alla lunga quale è l'andazzo. Guardate l'esempio: siamo partiti da 1.000 donne, e siamo scesi dopo 5 generazioni, a sole 858, un calo netto del 14% (circa 1/7). questo, a meno che non venga compensato da un maggior tasso di riproduzione, porterà al calo progressivo delle donne. Di questo passo, addirittura, dopo 10 iterazioni avremmo 737 donne (= 1574 figli); dopo altre 10 avremmo 543 donne (1086); dopo altre 10 avremmo 401 (802); dopo altre 10 295 (590). In 10 generazioni, in sostanza, avremmo un calo (in 200-250 anni circa) di circa il 22%; dopo altri 200-250 anni, avremmo il calo a circa il 55% del totale originale; dopo 30 generazioni avremmo, con questo discorso, un calo a circa il 40% del totale. Come si vede, ci vuole quasi un millennio, però già dopo un secolo abbiamo un calo di oltre il 10%.
Non è molto, ma può servire. Se ho capito bene, non è incluso nel totale dei figli necessari per mantenere l'equilibrio. Contro l'Africa non servirà molto, ma per il resto forse sì. Incrociamo le dita?