17-3-20
Oramai vedo che il Vaso di Pandora si sta aprendo con tutto il suo mostruoso contenuto.
Qui non è questione di casualità. Ieri ho fatto un post in cui parlavo dei problemi dei vaccini, oggi riaggiorno e scorporo quel post da quello precedente in seguito a continue segnalazioni di ulteriori vittime di questi 'miracolosi' vaccini anti-COVID. Non è colpa mia di sicuro, se persone di 30-65 anni muoiono all'improvviso dopo avere fatto il vaccino, anche se Burioni sicuramente 'non vede il nesso'.
Del resto, manco Mario Biondo è stato considerato assassinato, no? Strozzato con una corda e lasciato impiccato, si vede ad occhio nudo il segno dietro al collo, e tanto hanno 'voluto' dire che era suicidio malgrado ogni evidenza dicesse il contrario.
Poi se uno si vuol fidare, faccia pure. Ma l'obbligo vaccinale no. Proprio NO.
A QUESTO PUNTO, al giorno di ieri avevamo già:
-1 donna insegnante di 62 anni, sentitasi male 2 ore dopo il vaccino e morta qualche giorno dopo di 'infarto intestinale' (inizio marzo), domicilio.
-1 uomo, militare di 43 anni, morto per arresto cardiaco dopo poche ore dalla vaccinazione (10 marzo), domicilio.
-1 uomo, poliziotto di 50 anni, morto a fine febbraio, 12 giorni dopo la vaccinazione. Ma si era sentito male già il giorno dopo con condizioni fino a ricovero in ospedale, nonostante questo è morto di trombosi.
-1 uomo, insegnante di 61 anni, sentitosi male dopo avere fatto il vaccino il 3 marzo (sempre Astrazeneca, come gli altri), e morto successivamente, anche lui a domicilio.
-1 uomo, insegnante di 58 anni, sentitosi male dopo avere fatto il vaccino e morto nello stesso giorno (13 marzo)
-1 uomo, vigile urbano di 61 anni, sentitosi male e morto poche ore dopo il vaccino Pfizer (NB, NON l'Astrazeneca), 15 marzo.
Ma ovviamente, diranno di tutti loro che sono morti di 'altro' e che soffrivano di 'patologie pregresse'.
Esattamente come dicono i negazionisti del COVID delle vittime del COVID.
MA purtroppo NON è che l'inizio.
Abbiamo anche:
16 marzo 2021: carabiniere Emanuele Caligaris, morto per emorragia cerebrale. Vaccinato al 4 marzo.
Vincenzo Russo, 58 anni, di Afragola, morto poco dopo la vaccinazione.
E POI ci sono le infermiere. Tutti questi casi sotto sono stati considerati come 'malori' e non hanno avuto NESSUNA indagine medica.
Elisabeth Durazzo, infermiera, 39 anni, morta per malore improvviso il 13 gennaio, non è chiaro se aveva fatto il vaccino:
Infermiera morta nel sonno a Piedimonte San Germano: Elisabeth aveva 39 anni (fanpage.it)
Aquino e Piedimonte San Germano sono in lutto per la scomparsa improvvisa di Elisabeth Durazzo, infermiera trentanovenne dell’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone, moglie e madre. La donna è stata colta nel sonno da un malore improvviso, probabilmente un arresto cardiocircolatorio, che non le ha lasciato scampo.
FROSINONE
13 GENNAIO 2021 18:04 di Alessia Rabbai
Elisabeth Durazzo, infermiera dell'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone, è morta a trentanove anni. Una scomparsa la sua, avvenuta nel sonno per cause naturali, che ha scosso Piedimonte San Germano, Comune del Frusinate. La comunità è sconvolta per l'accaduto, tantissimi i messaggi di cordoglio alla famiglia da parte di colleghi, amici e cittadini. Elisabeth lascia suo marito e un figlio piccolo, lo scorso novembre era arrivata l'assuzione a tempo indeterminato. I funerali per darle l'ultimo saluto saranno celebrati domani, giovedì 14 gennaio, a partire dalle ore 15, nella cattedrale di San Tommaso ad Aquino, piccolo centro di cui era originaria, esequie che si svolgeranno nel rispetto della normativa anti Covid.
Elisabeth è morta nel sonno
I drammatici fatti risalgono alla mattinata di oggi, mercoledì 13 gennaio, quando la donna è stata ritrovata senza vita nel suo letto. Purtroppo inutile la corsa a sirene spiegate del personale sanitario per la collega, i paramedici una volta giunti all'interno della sua abitazione non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Da quanto si apprende Elisabeth non soffriva di patologie pregresse ed era risultata negativa al tampone per la ricerca del Covid, al quale era stata sottoposta recentemente. L'ipotesi è che la morte sia avvenuta per arresto cardiocircolatorio.
Il messaggio di cordoglio del sindaco
"Aquino piange una delle sue figlie migliori, una giovane moglie e una fantastica mamma – scrive su Facebook il sindaco Libero Mazzaroppi – Elisabeth Durazzo, solo pochi giorni fa avevi scritto sul tuo profilo"Welcome 2021 e non fare scherzi". Il destino è crudele perché oggi non ci sei più. Nessuno nella nostra città riesce a trattenere le lacrime e a placare lo sconforto per te e per i tuoi cari cui, ti assicuro, sarà umanamente impossibile alleviare il dolore e lo strazio. Sarai sempre presente in mezzo a tutti noi, da qui all'eternità".
Muore Infermiera dopo vaccino anti-Covid. Ma non c'è nesso con immunizzazione - AssoCareNews.it -
12 Febbraio 2021
Cristina Munari, infermiera di 55 anni, mort dopo vaccino (Verona) in circostanze 'misteriose'.
E’ deceduta improvvisamente una infermiera di 55 anni, Cristina Maria Murari, dipendente dell’ospedale di Negrar di Verona è morta in circostanze misteriose dopo aver fatto il vaccino anti Covid.
La donna, secondo quanto trapela, era stata come tanti altri sanitari, sottoposta alla vaccinazione col siero targato Pfizer, le cui reazioni avverse, anche gravi, sono riportati dal sistema di sorveglianza europeo e italiano. Nell’ospedale ci sarebbero altri sanitari gravi, alcuni in rianimazione.
Il quotidiano l’Arena alcuni giorni fa ha pubblicato un necrologio in cui si davano annuncio e data dei funerali della povera infermiera. Le esequie si sono già svolte, ma purtroppo a nessuna autorità competente, soprattutto alla Procura, sarebbe venuta in mente la cosa più seria da fare in questi casi molto delicati: l’autopsia. In casi sospetti si può fare anche ‘d’ufficio’, senza la denuncia di familiari e parenti.
Senza l’esame autoptico, infatti, chiunque può azzardare conclusioni che lasciano il tempo che trovano. La direzione dell’ospedale, secondo quanto si legge su alcuni siti, ha subito smentito che la morte della donna sia da correlare al vaccino. Cosi fan tutti, vien da dire. Non è la prima volta che succede.
NOTARE BENE: altri sanitari in condizioni gravi. Alcuni in 'rianimazione'.
Muore a 40 anni un'altra infermiera. "Infarto". Aveva ricevuto la 2' dose del vaccino - Secondo Piano News
2 Marzo 2021
Una infermiera di 40 anni, Silvia Dellavalle, di Bra, provincia di Cuneo, è morta improvvisamente nei giorni scorsi. Aveva ricevuto il vaccino anti-Covid.
La donna, madre di una bambina, lavorava nella residenza per anziani “Montepulciano” di Bra dove nel mese di gennaio era stata avviata la campagna vaccinale per ospiti e operatori sanitari con richiamo avvenuto nelle scorse settimane.
L’infermiera, che aveva completato il ciclo vaccinale con la seconda dose, è stata probabilmente stroncata da un infarto, ma non è chiaro se provocato dal farmaco sperimentale autorizzato da Ema ed Aifa con “condizionalità”, oppure per altre cause.
Nessuna indagine pare infatti sia stata avviata per accertare le effettive cause del decesso. I funerali della povera donna si sono svolti nei giorni scorsi.
Sono diverse le reazioni avverse provocate dal vaccino Pfizer, anche gravi e letali. Il report dell’Agenzia europea del farmaco segnala al 27 febbraio quasi 28mila reazioni avverse solo in Italia su oltre 78mila casi registrati in tutta Europa.
Ehy, ma così è TROPPO FACILE, o sbaglio? Dico, ma possibile che nessuno si sia posto il problema di questi decessi così improvvisi e postumi alla vaccinazione? E poi parlano di 'statistiche'. E come fanno a compilarle se questi casi nemmeno li studiano?
Strage di anziani in Rsa a Como: 21 morti. "Erano stati vaccinati". Positivi 85 ospiti e 54 sanitari - Secondo Piano News
Strage di anziani in Rsa a Como: 21 morti. “Erano stati vaccinati”. Positivi 85 ospiti e 54 sanitari
Ad affermare che la prima fiala era stata somministrata al 90% degli operatori sanitari e alla quasi totalità degli anziani è stato il presidente della Fondazione Ca' d'Industria. "Entro il 6 febbraio, se non ci sono ritardi, somministreremo la seconda dose". Altri 40 contagiati e 4 morti in una struttura per anziani a Grottaferrata
di DINO GRANATA -25 Gennaio 2021
E’ di 21 degenti morti e decine di positivi al Covid, tra anziani e operatori sanitari, il tragico bilancio in una Residenza sanitaria assistenziale di Rebbio, località vicino Como. La Rsa, che aveva aderito alla campagna vaccinale, si trova in via Varesina e fa parte insieme ad altre tre strutture (due Rsa e una casa albergo) della Fondazione Ca’ d’Industria.
Al momento, scriveva “Fanpage.it” giorno 20 gennaio, i decessi sono aumentati a 21, mentre i contagiati sono 85 su 93 persone ospitate complessivamente, oltre il 91 percento degli ospiti. 54 invece gli operatori sanitari rimasti positivi al Covid.
A dire che il 90% degli operatori sanitari e la quasi totalità degli ospiti avevano ricevuto la prima dose del vaccino è stato il presidente della Fondazione Gianmarco Beccalli che a Fanpage ha affermato che la vaccinazione nella Rsa “dovrebbe terminare, con la seconda dose, entro il 6 febbraio”. Quindi, significa che la prima dose di vaccino, presumibilmente il “Comirnaty” della Pfizer, è stata somministrata come da protocollo nell’arco delle ultime due o tre settimane, calcolando i ventuno giorni di distanza dalla prima iniezione.
Dichiara testualmente a Fanpage il Presidente Beccalli: “Se non ci saranno ritardi nella fornitura dovremmo finire con la somministrazione della seconda dose il 6 febbraio”, spiega il presidente, che sottolinea come quasi il 90 per cento del personale abbia aderito alla campagna vaccinale e come sia stata vaccinata la quasi totalità degli ospiti. “Spero che più avanti anche coloro che non sono stati vaccinati tra il personale, che sono in sostanza quelli che non erano al lavoro, lo vorranno fare. Mentre tra gli ospiti attendiamo che guariscano gli attualmente positivi, che come da indicazioni saranno vaccinati dopo la malattia”.
Quanto avvenuto nella casa di riposo di Rebbio per il presidente della Fondazione resta comunque “inspiegabile: abbiamo evitato le stanze degli abbracci, nessuno a parte i dipendenti è potuto entrare nella struttura, e inoltre abbiamo seguito gli stessi protocolli delle altre nostre strutture, e lì non è successo nulla”, spiega Beccalli.
Se i decessi di questi poveri anziani siano direttamente collegati al vaccino spetta alla magistratura stabilirlo, che si immagina voglia vederci chiaro aprendo una inchiesta. Come ha affermato Beccalli resta comunque un fatto davvero inspiegabile.
Altri 40 contagiati e 4 morti in una Rsa di Grottaferrata
Intanto, è di oggi la notizia di focolaio Covid scoperto nei giorni scorsi in una casa di riposo a Grottaferrata, vicino Roma. Una quarantina le persone contagiate, quattro delle quali, secondo quanto riportano alcuni media, sarebbero morte.
Tutto è partito da un primo caso conclamato che ha fatto scattare, il 14 gennaio i controlli a tappeto nella struttura con test su ospiti e operatori. Una decina di operatori e una trentina di ospiti sono risultati positivi. Nessuno ne parla, ma è altamente probabile che nella Rsa siano stati somministrati i vaccini.
Michela Foderini, 49 anni, morta 1 mese dopo il vaccino.
Fotografa muore per arresto cardiaco. Aveva fatto la doppia dose di vaccino - Secondo Piano News
5 Marzo 2021
Una donna umbra di quasi 49 anni, Michela Foderini, è morta improvvisamente alcuni giorni fa a causa di un arresto cardiaco. La signora, appassionata fotografa del podismo, aveva fatto la doppia dose di vaccino lo scorso 5 febbraio, come mostrano le sue immagini presenti su fb. La prima dose l’aveva ricevuta il 14 gennaio: “Vaccino fatto. È l’unica “arma” che ci protegge. Non fa male..”, aveva scritto la donna.
Come tanti altri casi di morti sospette, anche in questo caso non è chiaro se vi siano state correlazioni tra la somministrazione del vaccino e il decesso improvviso. Nessuna indagine pare sia stata eseguita per accertarlo.
Si tratta con ogni probabilità di un’altra coincidenza. Secondo quanto scrive il marito sulla pagina social, la donna – originaria di Chiusi che viveva a Città della Pieve -, ha donato gli organi.
La prof Stefania Maccioni di Cerveteri morta dopo la vaccinazione: denuncia della famiglia - Terzo Binario News
martedì, 16 Marzo 2021 | 0 commenti
A Stefania Maccioni, docente di lettere alla scuola media Salvo D’acquisto di Cerveteri, era stato inoculato un vaccino del lotto ABV5811 di Astrazeneca, il primo ad essere ritirato dalle scorte dall’Aifa. L’iniezione il 25 febbraio a Santa Severa, poi sono iniziati i problemi.
Romana, 51enne docente di lettere alla scuola media di Cerveteri.
«Dopo la somministrazione – spiega il fratello Luca a Il Messaggero – Stefania ha iniziato a sentirsi male e ad avere forti emicranie, fino a essere ricoverata in coma il 7 marzo al Gemelli dove è morta il 9 marzo». Per i sanitari, si legge nella denuncia, il decesso sarebbe avvenuto «a seguito di trombosi venosa cerebrale massiva».
Alunni, colleghi e dirigenti della D’Acquisto dedicarono un addio commosso alla prof molto amata.
Altri casi ancora proseguono in questa rassegna.
(1) Facebook
La Germania, la Francia e la Spagna sospendono le vaccinazioni con AstraZeneca - Europa - ANSA
Stop 'precauzionale e temporaneo', giovedì la riunione dell'Ema
16 marzo 2021
Nemmeno 12 ore dopo una nota in cui definiva "ingiustificato" l'allarme sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca, l'agenzia italiana del farmaco Aifa ha vietato di usarlo, pur continuando a definirlo "sicuro". Una scelta fatta "in via del tutto precauzionale e temporanea", hanno assicurato dall'agenzia e da Palazzo Chigi, assunta in linea con quello che sta avvenendo in una lista crescente di Paesi europei.
Dove finiscono sotto esame sempre nuovi casi di trombosi e decessi sospetti di persone che avevano ricevuto l'iniezione con il farmaco della società anglo-svedese.
Gli ultimi a sospendere l'uso di AstraZeneca sono stati i quattro grandi dell'Ue: oltre all'Italia, anche Francia, Germania e Spagna - quest'ultima per 15 giorni - hanno bloccato nelle stesse ore la somministrazione per i timori dei possibili effetti collaterali. Nonostante la società produttrice, l'Oms, l'università di Oxford, autorità sanitarie britanniche e il premier Boris Johnson insistano che non ci sono controindicazioni. E nonostante l'Agenzia europea del farmaco Ema sostenga che anche eventuali rischi siano superati dai benefici.
I primi a lanciare l'allarme, dopo avere verificato problemi nella coagulazione del sangue in numerosi cittadini vaccinati di recente, erano stati i Paesi del nord Europa. La Danimarca l'11 marzo aveva annunciato la sospensione di AstraZeneca. A seguire Islanda, Norvegia, Bulgaria, Irlanda, Olanda e - fuori dall'Europa - Thailandia, Repubblica Democratica del Congo e Indonesia.
In precedenza, un primo lotto di AstraZeneca era stato bloccato dall'Austria l'8 marzo, dopo la morte di un'infermiera di 49 anni. Estonia, Lituania, Lettonia e Lussemburgo avevano sospeso lo stesso lotto, vietato l'11 marzo anche dall'Aifa e dalla Romania.
Due gioni fa il Piemonte ha sospeso in toto l'uso del vaccino dopo la morte di un insegnante. Decisione estesa ieri a tutto il territorio nazionale dall'Aifa. L'Ema terrà giovedì una riunione straordinaria per esaminare la situazione. Un suo pronunciamento dovrebbe in teoria orientare le scelte dei governi del Vecchio Continente.
Intanto in un'audizione all'Europarlamento si è già espresso il responsabile per la strategia vaccinale dell'agenzia, Marco Cavaleri: a suo parere, il rapporto tra benefici e rischi "è positivo e non vediamo alcun problema nel proseguire le vaccinazioni". Posizione ratificata poi con una nota ufficiale dalla stessa agenzia. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che ulteriori dati dell'agenzia sono attesi già domani. Effetti collaterali a parte, AstraZeneca potrebbe invece avere un altro punto debole: secondo uno studio citato dallo stesso Cavaleri dell'Ema, il vaccino sarebbe risultato inefficace contro la variante sudafricana del Covid, anche se saranno necessarie verifiche più ampie. Dai primi riscontri, sembrerebbero invece avere "un'ottima efficacia" contro i nuovi ceppi i vaccini a Rna messaggero sviluppati da Pfizer e Moderna e quello Johnson&Johnson, di cui l'Ema ha approvato l'uso qualche giorno fa.
In attesa di maggiori certezze sugli eventuali effetti collaterali di AstraZeneca, ciò che è sicuro è l'impatto negativo che lo stop sta avendo sulle campagne vaccinali di molti Paesi europei. Mentre il Regno Unito prosegue a tamburo battente e supera i 26 milioni di dosi somministrate, di cui quasi metà AstraZeneca. Non secondario anche il problema di chi ha già avuto la prima dose e avrebbe dovuto ricevere la seconda in questi giorni. L'Aifa ha fatto sapere che renderà note "tempestivamente" le modalità per completare la vaccinazione non appena la situazione sarà più chiara. Per far fronte ai ritardi, in tanti confidano nell'aumento della produzione delle altre aziende farmaceutiche e nell'arrivo di nuovi vaccini. Compreso il russo Sputnik V, per il quale tuttavia - fanno sapere da Bruxelles - non c'è ancora un negoziato. Intanto sono stati raggiunti accordi per avviarne la produzione in Italia, Spagna, Francia e Germania, per farsi trovare pronti a distribuirlo se un domani arrivasse l'approvazione dell'Ema. Mentre Johnson&Johnson ha raggiunto un'intesa con la tedesca IDT Biologika per produrre vaccini destinati al continente nella fabbrica di Dessau, in Germania.
MA IL SISTEMA AMMETTE IL PROBLEMA? MMHHHHHHhhhhhhhhhhhhh
Londra tira dritto, inoculate 26 milioni di dosi di vaccino - Mondo - ANSA
15 marzo 2021
(ANSA) - LONDRA, 15 MAR - Il Regno Unito tira dritto e prosegue a ritmo accelerato nelle vaccinazioni anti Covid, in barba agli stop imposti all'antidoto AstraZeneca/Oxford da vari Paesi dell'Ue, e supera i 26 milioni di dosi somministrate: quasi metà delle quali AstraZeneca. Lo indica l'aggiornamento quotidiano dei dati britannici, che segnala pure un calo ai minimi da mesi del numero di nuovi contagi (5.000 circa su quasi un milione di test giornalieri) e di morti (64).
Con un totale di ricoverati per Covid negli ospedali sceso a 8.000 complessivi grazie all'effetto combinato - secondo gli esperti d'Oltremanica - del terzo lockdown nazionale e dei vaccini. (ANSA).
E a dimostrazione che il SISTEMA è sempre pronto a rispondere ad ogni critica con una faccia di bronzo (diciamo così...) ecco a voi un articoletto che pretende di sparare cifre per non creare allarmismi.
Perché le 160mila reazioni avverse ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna ci dicono che i benefici dei vaccini superano i rischi (today.it)
Le segnalazioni registrate dall'agenzia europea del farmaco (Ema) e i numeri dei presunti morti per il siero in Europa dimostrano che i preparati sono sicuri e i presunti eventi sono rarissimi. Mentre ammalarsi di Covid-19 e morire è estremamente più probabile
Alessandro D'Amato
17 marzo 2021 05:21
"I vaccini restano l'arma fondamentale per uscire da questi mesi così difficili. Crediamo fortemente nella nostra campagna di vaccinazione e continueremo, con tutte le energie": il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana durante il talk sulla sanità di Res Academy, ieri è tornato a ribadire la fiducia del governo Draghi nei sieri Pfizer-BioNTech, Moderna e Astrazeneca nonostante il deficit di credibilità nei confronti dell'opinione pubblica generato in questi giorni dalle giravolte dell'Aifa sul preparato dell'azienda e dell'università di Oxford: prima le parole spese sulla sicurezza del vaccino dopo le segnalazioni delle morti in seguito alla somministrazione, poi lo stop in seguito all'allarme arrivato dalla Germania. Eppure, anche se questo a prima vista sembra assurdo, le 160mila segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini AstraZeneca, Pfizer e Moderna sono la dimostrazione che i benefici superano i rischi.
Perché le 160mila reazioni avverse ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna ci dicono che i benefici dei vaccini superano i rischiUn piccolo riepilogo della vicenda: l'affaire AstraZeneca scoppia quando il Paul-Ehrilch-Institut di Berlino comunica di aver notato "un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca". Quanti casi? "Al momento sono stati riportati 7 casi di trombosi venose cerebrali su 1,6 milioni di vaccini somministrati in Germania", dice il ministro della Salute tedesco Spahn in conferenza stampa: "Si tratta di un rischio molto basso. Ma se dovesse rilevarsi un collegamento con il vaccino, sarebbe superiore alla media", sostiene. A rischio parrebbero le donne tra i 20 e i 50 anni. Una trombosi di questo tipo "significa che l’incidenza annuale è di circa 1 su 100.000", ha spiegato Peter Berlit della Società tedesca di neurologia.
Nella conferenza stampa di ieri la direttrice esecutiva dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema), Emer Cooke, ha spiegato che la conclusione finale sugli effetti del vaccino, per valutare se ci sia una connessione con i decessi avvenuti dopo le somministrazioni, arriverà domani. E se sarà positiva (nel senso che verrà smentito il rapporto di causazione tra il vaccino e i decessi), Italia e Francia sono pronte a dare il via libera immediato alla ripresa delle vaccinazioni: così hanno stabilito, dopo essersi sentiti, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi. La vicenda della trombosi venosa cerebrale o trombosi del seno cerebrale e della sua correlazione con il vaccino AstraZeneca non è però l'unica in cui il preparato dell'azienda farmaceutica e dell'università di Oxford in collaborazione con la Irbm di Pomezia siede, provvisoriamente e senza alcuna dimostrazione di collegamento, sul banco degli imputati.
Trombosi: i sintomi a cui deve stare attento chi ha fatto la prima dose del vaccino AstraZeneca
In Italia infatti ci sono stati almeno altri cinque casi di morti temporalmente collegate alla somministrazione del siero. Tra queste il decesso dell'insegnante Annamaria Mantile e del maestro di musica Sandro Tognatti e in tutti i casi sotto accusa c'è il lotto ABV5811 del vaccino AstraZeneca. Nel caso di Mantile l'autopsia ha smentito qualunque causa legata all'iniezione della prima dose. La donna aveva 62 anni e insegnava inglese all'istituto comprensivo Cesare Pavese di Napoli. Il decesso è stato causato "da un infarto intestinale provocato a sua volta dal sequestro, nella parete addominale, di un’ansa del tratto digerente". Lo shock emorragico e l'arresto cardiocircolatorio sono stati fatali. La professoressa aveva accusato uno stato di malessere accompagnato da vomito, conseguenza dell’occlusione intestinale. L’esame autoptico è stato eseguito da un collegio di periti, consulenti tecnici d’ufficio, nominati dalla Procura di Napoli.
Correlazione non è causazione: i morti per il vaccino AstraZeneca in EuropaPer quanto riguarda Tognatti, ieri a Biella si è svolta l'autopsia sul corpo del professore di clarinetto 57enne deceduto domenica a 17 ore dalla prima dose di AstraZeneca: secondo le prime indiscrezioni, riferite dall'agenzia AdnKronos, non sarebbero emerse indicazioni tali da collegare la morte alla vaccinazione, anche se gli inquirenti sul punto sono molto cauti. La procura cosi fa sapere che gli accertamenti sono complessi, richiedono i loro tempi, e non c'è ancora un responso "né ufficiale, né ufficioso". Ed anche il medico legale, Roberto Testi, precisa che "bisogna aspettare l'esito degli esami istologici e degli esami di laboratorio sul sangue. Non c'è nulla di certo". È ancora alle prime fasi delle indagini invece la morte di Michele Quintiero, agente della polizia municipale di Vibonati: la procura di Lagonegro ha disposto il sequestro della salma ma alla Usl risulta che il paziente fosse affetto da patologie pregresse.
Ma su queste cinque morti presuntamente collegate alla somministrazione del vaccino AstraZeneca bisogna anche ragionare. Soppesandole con altri numeri. Quelli del bollettino della Protezione Civile sul coronavirus ieri segnalavano 502 morti, record negativo di vittime: mai così tante dal 26 gennaio scorso, quando 541 persone persero la vita in un giorno. La Stampa ricorda oggi che in Europa da inizio pandemia si è raggiunta quota 900.185 (si tratta di 52 Paesi e Territori, tra cui anche Russia e Turchia) di cui quasi 103.000 in Italia. Con alcune grandi differenze tra paesi: in Gran Bretagna a gennaio si moriva di Covid due volte e mezzo più che da noi. Ora, invece, avviene praticamente il contrario. Nel Regno Unito le autorità non hanno deciso di sospendere la campagna vaccinale nonostante secondo i dati ufficiali siano morte 275 persone alcuni giorni dopo che a loro erano state somministrate le dosi AstraZeneca e altri 227 decessi si siano verificati in seguito al vaccino Pfizer / BioNTech.
Il motivo è semplice: non solo non ci sono prove o connessioni accertate che facciano ipotizzare un nesso di causa ed effetto tra l'inoculazione e la morte, se non quello temporale che può essere del tutto casuale, ma le statistiche evidenziano una mortalità che è uguale a quella della popolazione non vaccinata. In Italia, invece, con i 103mila morti su 60 milioni Covid-19 l'incidenza è dello 0,17%. Se su sei milioni di vaccinati fossero davvero morte cinque persone a causa del vaccino (e come abbiamo visto le autopsie ci dicono che non è così) l'incidenza sarebbe dello 0,0001%. Già questo serve a farci capire con grande chiarezza perché l'Ema dica che i benefici del vaccino superano i rischi. L'agenzia del farmaco è al lavoro per fare chiarezza sui 30 casi tromboembolici registrati su un totale di cinque milioni di vaccinati. L'esame viene condotto "caso per caso", ha sottolineato Cooke. "Si indaga pure su lotti specifici", anche se l'ipotesi appare "improbabile" data la diffusione degli eventi sul territorio, e si valuta se qualcosa sia andato storto nella manifattura. "La questione viene presa molto sul serio", ha garantito la direttrice dell'Ema, per noi "la fiducia degli europei è fondamentale". Negli accertamenti sono stati coinvolti specialisti che si occupano di malattie trombotiche.
Le segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca all'EmaIntanto la banca dati dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) che raccoglie le sospette reazioni avverse ai vaccini dimostra che anche gli altri due sieri autorizzati in Europa, ovvero Pfizer e Moderna - registrano segnalazioni di eventi e decessi dopo la somministrazione delle dosi. Si tratta di casi trasmessi dalle autorità nazionali di regolamentazione dei medicinali e dalle case farmaceutiche: l'agenzia Ansa riporta che dalle tabelle risultano 102.100 segnalazioni di eventi avversi per il vaccino Pfizer, 54.571 per AstraZeneca e 5.939 per Moderna per un totale di 162.610, un dato che scende rispettivamente a 17.056, 3.798 e 1.099 (e a un totale di 21.953) se scegliamo di considerare soltanto le patologie finite all'attenzione dell'opinione pubblica e che hanno portato alla sospensione precauzionale del farmaco anglo-svedese: problemi cardiaci, vascolari, incluse trombosi e emorragie, e del sangue, incluse coagulopatie. In particolare, dai dati emergono 365 segnalazioni di persone decedute dopo un vaccino Pfizer per questo tipo di problemi: cardiaci (276 decessi), vascolari (74) e del sangue/sistema linfatico (15).
Il punto più importante è che si tratta dello 0,00086% sul totale delle 42.407.948 dosi di Pfizer distribuite nell'Ue più Islanda, Liechtenstein e Norvegia (i numeri non tengono conto del dato, non disponibile, delle dosi inoculate e della possibile somministrazione del richiamo). Per AstraZeneca, la banca dati fotografa 85 decessi per le stesse patologie rispetto a un totale di 14.874.397 dosi distribuite (lo 0,00057%). Nel dettaglio, AstraZeneca ha visto segnalati 63 morti per disturbi cardiaci, 11 per problemi vascolari e altrettanti per patologie ematiche. Nel caso di Moderna il totale dei morti per le tre patologie messe in possibile relazione con la somministrazione del vaccino è di 137 su un totale di 3.600.862 milioni di dosi distribuite: 96 decessi per problemi cardiaci, 32 per effetti collaterali vascolari e 9 per problemi del sangue. La percentuale in quest'ultimo caso è dello 0,0038% sul totale delle dosi messe a disposizione.
Il Corriere della Sera oggi scrive che in Gran Bretagna sono state somministrate oltre 11 milioni di dosi di AstraZeneca (su un totale di circa 24 milioni): sono stati segnalati 54 mila casi di sospette reazioni avverse, con 275 casi di decesso seguito alla somministrazione del vaccino. Ma in nessun caso è stata stabilita una correlazione diretta. In particolare, secondo informazioni del Guardian, sono stati segnalati 30 casi di trombosi successivi a una vaccinazione con AstraZeneca: meno del vaccino Pfizer, per il quale si segnalano 38 casi:
Sui 17 milioni di vaccinazioni effettuate in tutta Europa, AstraZeneca fa sapere che si erano verificate all’8 marzo 22 trombosi e 15 embolie polmonari: come fa notare il Times, è più o meno il numero di persone che viene colpito da un fulmine in un anno in Gran Bretagna.
Secondo l'ex Dg di Aifa, Luca Pani, le parole di Cooke significano che l'agenzia europea "ha già deciso", ovvero è pronta a far tornare in pista AstraZeneca. Un ottimismo che peraltro filtra anche da Palazzo Chigi, intenzionato a riprendere a pieno ritmo la campagna vaccinale in Italia non appena arrivi l'ok giovedì. Intanto però una cosa è chiara: i numeri dicono che i benefici dei vaccini contro il coronavirus superano di gran lunga i rischi e gli eventi che riguardano i decessi sono rarissimi. Il resto è psicosi.
QUANDO SI DICE LA FACCIA COME IL FONDOSCHIENA.
PS ho appena saputo che Giorgio Palù è stato nominato nel CTS, per giunta ridotto da 24 a 12 membri.
Palù è uno dei 3 (gli altri sono Bassy e Zangry) che Salvini voleva nel CTS. Oltretutto è stato nominato capo di AIFA.
Palù sarebbe questo soggetto:
Ottobre scorso:
Coronavirus, virologo Palù: “Asintomatico il 95% dei positivi. Irrazionale inseguirli con i tamponi” – infosannio
Coronavirus, virologo Palù: “Asintomatico il 95% dei positivi. Irrazionale inseguirli con i tamponi”
(ildesk.it) –
La situazione in Italia riguardante la pandemia Coronavirus è molto diversa dalla scorsa primavera. (15 ottobre 2020)
“Ormai i dati ufficiali ci dicono che il 95% dei positivi è asintomatico. Ciò rende del tutto irrazionale e non scientifico voler inseguire gli asintomatici puntando al contagio zero tramite i tamponi molecolari“. A sostenerlo all’Adnkronos Salute è Giorgio Palù, presidente delle Società italiana ed europea di virologia, che stigmatizza “le code di persone senza sintomi ai drive in”. Il virologo spiega senza giri di parole: “I risultati del tampone arrivano tardi, dopo qualche giorno, mentre la ‘punta’ di contagiosità è di 2-3 giorni. Oltretutto gli studi ci dicono che oggi i pazienti hanno una bassa carica virale. Quanti sono contagiosi? Ora come ora il tracciamento degli asintomantici è irrealizzabile”. Secondo Palù in questa fase è bene piuttosto implementare i test rapidi antigenici che, “come si legge su un editoriale sul ‘Nejm’, sono molto più predittivi, si fanno in 5 minuti, possono essere ripetuti e sono anche meno invasivi”. E vanno fatti ai “sintomatici e ai loro contatti”. Quanto alla situazione attuale in Italia, “oggi abbiamo 5 mila ricoverati, il 6% dei positivi, contro i 30mila” del picco a marzo-aprile. “Si tratta in molti casi di soggetti paucisintomatici, e molti sono ricoveri sociali: persone anziane e sole. L’età media dei positivi è di 42 anni. Questo evidenzia ancora una volta che la situazione è ben diversa” da quella vissuta nel recente passato. Palù invita a guardare alla misura più importante, “quella che ci deve allarmare, e che non è più l’indice Rt, basato su sintomatici e ricoverati. Quello che ci deve allarmare è invece l’andamento della curva di riproduzione virale, che è di tipo esponenziale: ormai è un’iperbole. Se l’incidenza cresce, giocoforza aumenteranno i ricoveri e i decessi. E questo – conclude l’esperto – anche se ormai abbiamo visto che Covid ha una letalità relativamente bassa: oscilla tra 0,3 e 0,4%”.
CORONAVIRUS: il prof. PALU' ridicolizza CRISANTI in DIRETTA VIDEO, 'Non è un Virologo'. Ecco le IMMAGINI » ILMETEO.it
23/10/2020
Il Virologo ed microbiologo Giorgio Palù, professore di neuroscienze all’Università di Philadelphia, ha risposto a diverse domande sulla PANDEMIA da CORONAVIRUS, in un'intervista rilasciata a TV7. Il professore ha spiegato cosa significa essere una persona sintomatica: “Il termine sintomatico è un termine molto chiaro, riguarda una persona che presenta dei sintomi: mal di gola, ma di testa, congiuntivite, febbre, diarrea, perdita di olfatto o di gusto, per non parlare di uno stato più avanzato”.Poi ha spiegato come si misura la letalità di un virus." La LETALITA' è il rapporto tra le persone che sono venute in contatto con il virus e quelle che sono decedute. La misura che abbiamo attualmente è quella sulla base del tamponi, quindi del test diagnostico. Noi abbiamo 38 milioni di persone risultate positive al test e oltre un milione e 100 mila defunti“.
Il professore ne deduce che dovremmo dire che abbiamo una letalità del 2,8% a livello globale. Ricorda però che le persone venute in contatto con il virus sono molte di più, almeno 4/5 volte di più.
E poi la FRECCIATINA ad Andrea Crisanti, Professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova. Il vero problema, secondo Palù, è ciò che definisce infodemia. “Questa informazione che è diventata pandemica, questa paura del contagio, paura della morte. Questa sì, è diventata virulenta e contagiosa. Si è perso il buonsenso, la ragionevolezza, la capacità critica di valutare i dati per quello che sono”. Andrea Crisanti? Un esperto di zanzare”. Lo ha detto parlando del lockdown natalizio. Il concetto di “zanzarologo” è prima di ogni altra cosa sbagliato, ed è stupefacente che provenga da uno scienziato”, attacca Crisanti che poi accusa Palù di voler “generare un monopolio culturale sulla area complessiva della pandemia” sulla base “autoreferenziale” di avere nel suo curriculum alcuni “lavori su virus”.
Crisanti è un mio allievo, ha risposto Palù , nel senso che accademicamente l’ho chiamato io da Londra. Non è un virologo, non ha mai pubblicato un lavoro di virologia. Devo dire che negli ultimi dieci anni non ha neanche pubblicato lavori di microbiologia. Ho fatto una certa difficoltà a chiamarlo, dico le cose per quello che sono. È un esperto di zanzare“.
E ancora: “Una persona che fa queste predizioni… questi sono Dpcm di pseudo virologi. Fa anche lui il suo decreto della presidenza della Repubblica e sancisce un lockdown? Io mi domando: ma a che titolo? Su quali basi? A differenza di Andrea Crisanti, il professore pensa che “un lockdown generalizzato questo Paese non se lo può permettere, lo hanno capito tutti”.
Coronavirus, il discusso intervento del virologo Giorgio Palù: "Positivo non vuol dire ammalato o contagioso" - la Repubblica
25 ottobre 2020
Coronavirus, il discusso intervento del virologo Giorgio Palù: "Positivo non vuol dire ammalato o contagioso"
Questo video è diventato virale nei giorni scorsi e mostra un'intervista rilasciata dal professore Giorgio Palù, ordinario di microbiologia e virologia dell’Università di Padova, a Tv7, emittente televisiva del triveneto.
Palù si chiede se abbia senso tracciare gli asintomatici: "Se lei è positivo, non vuol dire che si è ammalato. Non vuol dire che sia sintomatico e non vuol dire che sia contagioso. Se lei è asintomatico può essere tracciato solo con la ricerca che si fa durante lo screening o durante il tracciamento dei cosiddetti contatti. Se lei è asintomatico, non lo sa. Ha senso quindi inseguire e tracciare gli asintomatici?".
Alcune precisazioni: il video è stato registrato una decina di giorni fa, quando i ricoverati erano meno di 6mila mentre quelli in terapia intensiva superavano di poco i 500. A oggi non c'è alcuna certezza che gli asintomatici non possano diffondere il virus.
Coronavirus, il presidente dell'Aifa Giorgio Palù: "Allarme eccessivo. La variante inglese c'è anche in Italia in soggetti mai andati in Inghilterra" - Il Fatto Quotidiano
23 dicembre 2020
“La variante inglese c’è anche in Italia. E anche in soggetti mai andati in Inghilterra”. Lo ha dichiarato il microbiologo Giorgio Palù, presidente di Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. “Mi pare che ci sia stato un allarme eccessivo. E questo è un virus a bassa letalità, tra lo 0,25 e lo 0,50%”. Quanto all’evoluzione dell’infezione, Palù ha affermato: “Non ci sono ancora certezze, non possiamo fare previsioni: lo capiremo meglio tra aprile e maggio. Ma lo equiparerei agli altri virus pandemici, come l’H1N1, l’asiatica o la variante suina, piuttosto che a ebola o sars”
Terabona
2 mesi fa
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Qui in ambiente regionale si sa già. Palù prossimo candidato sindaco di Padova per la Lega. Segnatevelo. E questo spiega le sue distorsioni pseudoscientifiche: deve far fare bella figura a zaione.
VIRUS A BASSA LETALITA'. Infatti siamo arrivati a marzo con decine di migliaia di morti in più per la 'variante inglese'. Bravo prof, te lo meriti proprio l'incarico da AIFA e al CTS, del resto appoggiatissimo da SALVINI.
Il CTS ideale di Salvini: Palù, Zangrillo e Bassetti (la7.it)
Ieri (16-3-2021):
Palù (Aifa): "Non ci sono correlazioni dimostrate"
"C'è molta emotività rispetto ai vaccini. Non c'è alcuna correlazione dimostrata, se non una relazione temporale con la vaccinazione col vaccino AstraZeneca e l'evento nefasto. Ma non un nesso causale. Bisogna attendere gli esiti degli esami. Bisogna essere molto cauti", risponde però Giorgio Palù, presidente dell'Aifa, a "Mezz'ora in più" su Rai3 in merito al blocco da parte del Piemonte. Il professore ricorda i numerosi studi valutativi e la somministrazione di milioni di dosi di vaccino AstraZeneca in Gran Bretagna, senza che si siano registrati incidenti tromboembolici. "Alcuni Stati si stanno cautelando in maniera intensa, ma non c'è alcun rischio - dice ancora Palù -. La somministrazione di un vaccino del genere può comportare una risposta infiammatoria, ma la sorveglianza è tale che si può escludere una correlazione. L'Ema tra sette giorni emetterà un comunicato sulle reazioni avverse. Nessuno è grave su decine di migliaia di vaccinazioni effettuate".
Oramai vedo che il Vaso di Pandora si sta aprendo con tutto il suo mostruoso contenuto.
Qui non è questione di casualità. Ieri ho fatto un post in cui parlavo dei problemi dei vaccini, oggi riaggiorno e scorporo quel post da quello precedente in seguito a continue segnalazioni di ulteriori vittime di questi 'miracolosi' vaccini anti-COVID. Non è colpa mia di sicuro, se persone di 30-65 anni muoiono all'improvviso dopo avere fatto il vaccino, anche se Burioni sicuramente 'non vede il nesso'.
Del resto, manco Mario Biondo è stato considerato assassinato, no? Strozzato con una corda e lasciato impiccato, si vede ad occhio nudo il segno dietro al collo, e tanto hanno 'voluto' dire che era suicidio malgrado ogni evidenza dicesse il contrario.
Poi se uno si vuol fidare, faccia pure. Ma l'obbligo vaccinale no. Proprio NO.
A QUESTO PUNTO, al giorno di ieri avevamo già:
-1 donna insegnante di 62 anni, sentitasi male 2 ore dopo il vaccino e morta qualche giorno dopo di 'infarto intestinale' (inizio marzo), domicilio.
-1 uomo, militare di 43 anni, morto per arresto cardiaco dopo poche ore dalla vaccinazione (10 marzo), domicilio.
-1 uomo, poliziotto di 50 anni, morto a fine febbraio, 12 giorni dopo la vaccinazione. Ma si era sentito male già il giorno dopo con condizioni fino a ricovero in ospedale, nonostante questo è morto di trombosi.
-1 uomo, insegnante di 61 anni, sentitosi male dopo avere fatto il vaccino il 3 marzo (sempre Astrazeneca, come gli altri), e morto successivamente, anche lui a domicilio.
-1 uomo, insegnante di 58 anni, sentitosi male dopo avere fatto il vaccino e morto nello stesso giorno (13 marzo)
-1 uomo, vigile urbano di 61 anni, sentitosi male e morto poche ore dopo il vaccino Pfizer (NB, NON l'Astrazeneca), 15 marzo.
Ma ovviamente, diranno di tutti loro che sono morti di 'altro' e che soffrivano di 'patologie pregresse'.
Esattamente come dicono i negazionisti del COVID delle vittime del COVID.
MA purtroppo NON è che l'inizio.
Abbiamo anche:
16 marzo 2021: carabiniere Emanuele Caligaris, morto per emorragia cerebrale. Vaccinato al 4 marzo.
Vincenzo Russo, 58 anni, di Afragola, morto poco dopo la vaccinazione.
E POI ci sono le infermiere. Tutti questi casi sotto sono stati considerati come 'malori' e non hanno avuto NESSUNA indagine medica.
Elisabeth Durazzo, infermiera, 39 anni, morta per malore improvviso il 13 gennaio, non è chiaro se aveva fatto il vaccino:
Infermiera morta nel sonno a Piedimonte San Germano: Elisabeth aveva 39 anni (fanpage.it)
Aquino e Piedimonte San Germano sono in lutto per la scomparsa improvvisa di Elisabeth Durazzo, infermiera trentanovenne dell’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone, moglie e madre. La donna è stata colta nel sonno da un malore improvviso, probabilmente un arresto cardiocircolatorio, che non le ha lasciato scampo.
FROSINONE
13 GENNAIO 2021 18:04 di Alessia Rabbai
Elisabeth Durazzo, infermiera dell'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone, è morta a trentanove anni. Una scomparsa la sua, avvenuta nel sonno per cause naturali, che ha scosso Piedimonte San Germano, Comune del Frusinate. La comunità è sconvolta per l'accaduto, tantissimi i messaggi di cordoglio alla famiglia da parte di colleghi, amici e cittadini. Elisabeth lascia suo marito e un figlio piccolo, lo scorso novembre era arrivata l'assuzione a tempo indeterminato. I funerali per darle l'ultimo saluto saranno celebrati domani, giovedì 14 gennaio, a partire dalle ore 15, nella cattedrale di San Tommaso ad Aquino, piccolo centro di cui era originaria, esequie che si svolgeranno nel rispetto della normativa anti Covid.
Elisabeth è morta nel sonno
I drammatici fatti risalgono alla mattinata di oggi, mercoledì 13 gennaio, quando la donna è stata ritrovata senza vita nel suo letto. Purtroppo inutile la corsa a sirene spiegate del personale sanitario per la collega, i paramedici una volta giunti all'interno della sua abitazione non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Da quanto si apprende Elisabeth non soffriva di patologie pregresse ed era risultata negativa al tampone per la ricerca del Covid, al quale era stata sottoposta recentemente. L'ipotesi è che la morte sia avvenuta per arresto cardiocircolatorio.
Il messaggio di cordoglio del sindaco
"Aquino piange una delle sue figlie migliori, una giovane moglie e una fantastica mamma – scrive su Facebook il sindaco Libero Mazzaroppi – Elisabeth Durazzo, solo pochi giorni fa avevi scritto sul tuo profilo"Welcome 2021 e non fare scherzi". Il destino è crudele perché oggi non ci sei più. Nessuno nella nostra città riesce a trattenere le lacrime e a placare lo sconforto per te e per i tuoi cari cui, ti assicuro, sarà umanamente impossibile alleviare il dolore e lo strazio. Sarai sempre presente in mezzo a tutti noi, da qui all'eternità".
Muore Infermiera dopo vaccino anti-Covid. Ma non c'è nesso con immunizzazione - AssoCareNews.it -
12 Febbraio 2021
Cristina Munari, infermiera di 55 anni, mort dopo vaccino (Verona) in circostanze 'misteriose'.
E’ deceduta improvvisamente una infermiera di 55 anni, Cristina Maria Murari, dipendente dell’ospedale di Negrar di Verona è morta in circostanze misteriose dopo aver fatto il vaccino anti Covid.
La donna, secondo quanto trapela, era stata come tanti altri sanitari, sottoposta alla vaccinazione col siero targato Pfizer, le cui reazioni avverse, anche gravi, sono riportati dal sistema di sorveglianza europeo e italiano. Nell’ospedale ci sarebbero altri sanitari gravi, alcuni in rianimazione.
Il quotidiano l’Arena alcuni giorni fa ha pubblicato un necrologio in cui si davano annuncio e data dei funerali della povera infermiera. Le esequie si sono già svolte, ma purtroppo a nessuna autorità competente, soprattutto alla Procura, sarebbe venuta in mente la cosa più seria da fare in questi casi molto delicati: l’autopsia. In casi sospetti si può fare anche ‘d’ufficio’, senza la denuncia di familiari e parenti.
Senza l’esame autoptico, infatti, chiunque può azzardare conclusioni che lasciano il tempo che trovano. La direzione dell’ospedale, secondo quanto si legge su alcuni siti, ha subito smentito che la morte della donna sia da correlare al vaccino. Cosi fan tutti, vien da dire. Non è la prima volta che succede.
NOTARE BENE: altri sanitari in condizioni gravi. Alcuni in 'rianimazione'.
Muore a 40 anni un'altra infermiera. "Infarto". Aveva ricevuto la 2' dose del vaccino - Secondo Piano News
2 Marzo 2021
Una infermiera di 40 anni, Silvia Dellavalle, di Bra, provincia di Cuneo, è morta improvvisamente nei giorni scorsi. Aveva ricevuto il vaccino anti-Covid.
La donna, madre di una bambina, lavorava nella residenza per anziani “Montepulciano” di Bra dove nel mese di gennaio era stata avviata la campagna vaccinale per ospiti e operatori sanitari con richiamo avvenuto nelle scorse settimane.
L’infermiera, che aveva completato il ciclo vaccinale con la seconda dose, è stata probabilmente stroncata da un infarto, ma non è chiaro se provocato dal farmaco sperimentale autorizzato da Ema ed Aifa con “condizionalità”, oppure per altre cause.
Nessuna indagine pare infatti sia stata avviata per accertare le effettive cause del decesso. I funerali della povera donna si sono svolti nei giorni scorsi.
Sono diverse le reazioni avverse provocate dal vaccino Pfizer, anche gravi e letali. Il report dell’Agenzia europea del farmaco segnala al 27 febbraio quasi 28mila reazioni avverse solo in Italia su oltre 78mila casi registrati in tutta Europa.
Ehy, ma così è TROPPO FACILE, o sbaglio? Dico, ma possibile che nessuno si sia posto il problema di questi decessi così improvvisi e postumi alla vaccinazione? E poi parlano di 'statistiche'. E come fanno a compilarle se questi casi nemmeno li studiano?
Strage di anziani in Rsa a Como: 21 morti. "Erano stati vaccinati". Positivi 85 ospiti e 54 sanitari - Secondo Piano News
Strage di anziani in Rsa a Como: 21 morti. “Erano stati vaccinati”. Positivi 85 ospiti e 54 sanitari
Ad affermare che la prima fiala era stata somministrata al 90% degli operatori sanitari e alla quasi totalità degli anziani è stato il presidente della Fondazione Ca' d'Industria. "Entro il 6 febbraio, se non ci sono ritardi, somministreremo la seconda dose". Altri 40 contagiati e 4 morti in una struttura per anziani a Grottaferrata
di DINO GRANATA -25 Gennaio 2021
E’ di 21 degenti morti e decine di positivi al Covid, tra anziani e operatori sanitari, il tragico bilancio in una Residenza sanitaria assistenziale di Rebbio, località vicino Como. La Rsa, che aveva aderito alla campagna vaccinale, si trova in via Varesina e fa parte insieme ad altre tre strutture (due Rsa e una casa albergo) della Fondazione Ca’ d’Industria.
Al momento, scriveva “Fanpage.it” giorno 20 gennaio, i decessi sono aumentati a 21, mentre i contagiati sono 85 su 93 persone ospitate complessivamente, oltre il 91 percento degli ospiti. 54 invece gli operatori sanitari rimasti positivi al Covid.
A dire che il 90% degli operatori sanitari e la quasi totalità degli ospiti avevano ricevuto la prima dose del vaccino è stato il presidente della Fondazione Gianmarco Beccalli che a Fanpage ha affermato che la vaccinazione nella Rsa “dovrebbe terminare, con la seconda dose, entro il 6 febbraio”. Quindi, significa che la prima dose di vaccino, presumibilmente il “Comirnaty” della Pfizer, è stata somministrata come da protocollo nell’arco delle ultime due o tre settimane, calcolando i ventuno giorni di distanza dalla prima iniezione.
Dichiara testualmente a Fanpage il Presidente Beccalli: “Se non ci saranno ritardi nella fornitura dovremmo finire con la somministrazione della seconda dose il 6 febbraio”, spiega il presidente, che sottolinea come quasi il 90 per cento del personale abbia aderito alla campagna vaccinale e come sia stata vaccinata la quasi totalità degli ospiti. “Spero che più avanti anche coloro che non sono stati vaccinati tra il personale, che sono in sostanza quelli che non erano al lavoro, lo vorranno fare. Mentre tra gli ospiti attendiamo che guariscano gli attualmente positivi, che come da indicazioni saranno vaccinati dopo la malattia”.
Quanto avvenuto nella casa di riposo di Rebbio per il presidente della Fondazione resta comunque “inspiegabile: abbiamo evitato le stanze degli abbracci, nessuno a parte i dipendenti è potuto entrare nella struttura, e inoltre abbiamo seguito gli stessi protocolli delle altre nostre strutture, e lì non è successo nulla”, spiega Beccalli.
Se i decessi di questi poveri anziani siano direttamente collegati al vaccino spetta alla magistratura stabilirlo, che si immagina voglia vederci chiaro aprendo una inchiesta. Come ha affermato Beccalli resta comunque un fatto davvero inspiegabile.
Altri 40 contagiati e 4 morti in una Rsa di Grottaferrata
Intanto, è di oggi la notizia di focolaio Covid scoperto nei giorni scorsi in una casa di riposo a Grottaferrata, vicino Roma. Una quarantina le persone contagiate, quattro delle quali, secondo quanto riportano alcuni media, sarebbero morte.
Tutto è partito da un primo caso conclamato che ha fatto scattare, il 14 gennaio i controlli a tappeto nella struttura con test su ospiti e operatori. Una decina di operatori e una trentina di ospiti sono risultati positivi. Nessuno ne parla, ma è altamente probabile che nella Rsa siano stati somministrati i vaccini.
Michela Foderini, 49 anni, morta 1 mese dopo il vaccino.
Fotografa muore per arresto cardiaco. Aveva fatto la doppia dose di vaccino - Secondo Piano News
5 Marzo 2021
Una donna umbra di quasi 49 anni, Michela Foderini, è morta improvvisamente alcuni giorni fa a causa di un arresto cardiaco. La signora, appassionata fotografa del podismo, aveva fatto la doppia dose di vaccino lo scorso 5 febbraio, come mostrano le sue immagini presenti su fb. La prima dose l’aveva ricevuta il 14 gennaio: “Vaccino fatto. È l’unica “arma” che ci protegge. Non fa male..”, aveva scritto la donna.
Come tanti altri casi di morti sospette, anche in questo caso non è chiaro se vi siano state correlazioni tra la somministrazione del vaccino e il decesso improvviso. Nessuna indagine pare sia stata eseguita per accertarlo.
Si tratta con ogni probabilità di un’altra coincidenza. Secondo quanto scrive il marito sulla pagina social, la donna – originaria di Chiusi che viveva a Città della Pieve -, ha donato gli organi.
La prof Stefania Maccioni di Cerveteri morta dopo la vaccinazione: denuncia della famiglia - Terzo Binario News
martedì, 16 Marzo 2021 | 0 commenti
A Stefania Maccioni, docente di lettere alla scuola media Salvo D’acquisto di Cerveteri, era stato inoculato un vaccino del lotto ABV5811 di Astrazeneca, il primo ad essere ritirato dalle scorte dall’Aifa. L’iniezione il 25 febbraio a Santa Severa, poi sono iniziati i problemi.
Romana, 51enne docente di lettere alla scuola media di Cerveteri.
«Dopo la somministrazione – spiega il fratello Luca a Il Messaggero – Stefania ha iniziato a sentirsi male e ad avere forti emicranie, fino a essere ricoverata in coma il 7 marzo al Gemelli dove è morta il 9 marzo». Per i sanitari, si legge nella denuncia, il decesso sarebbe avvenuto «a seguito di trombosi venosa cerebrale massiva».
Alunni, colleghi e dirigenti della D’Acquisto dedicarono un addio commosso alla prof molto amata.
Altri casi ancora proseguono in questa rassegna.
(1) Facebook
La Germania, la Francia e la Spagna sospendono le vaccinazioni con AstraZeneca - Europa - ANSA
Stop 'precauzionale e temporaneo', giovedì la riunione dell'Ema
16 marzo 2021
Nemmeno 12 ore dopo una nota in cui definiva "ingiustificato" l'allarme sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca, l'agenzia italiana del farmaco Aifa ha vietato di usarlo, pur continuando a definirlo "sicuro". Una scelta fatta "in via del tutto precauzionale e temporanea", hanno assicurato dall'agenzia e da Palazzo Chigi, assunta in linea con quello che sta avvenendo in una lista crescente di Paesi europei.
Dove finiscono sotto esame sempre nuovi casi di trombosi e decessi sospetti di persone che avevano ricevuto l'iniezione con il farmaco della società anglo-svedese.
Gli ultimi a sospendere l'uso di AstraZeneca sono stati i quattro grandi dell'Ue: oltre all'Italia, anche Francia, Germania e Spagna - quest'ultima per 15 giorni - hanno bloccato nelle stesse ore la somministrazione per i timori dei possibili effetti collaterali. Nonostante la società produttrice, l'Oms, l'università di Oxford, autorità sanitarie britanniche e il premier Boris Johnson insistano che non ci sono controindicazioni. E nonostante l'Agenzia europea del farmaco Ema sostenga che anche eventuali rischi siano superati dai benefici.
I primi a lanciare l'allarme, dopo avere verificato problemi nella coagulazione del sangue in numerosi cittadini vaccinati di recente, erano stati i Paesi del nord Europa. La Danimarca l'11 marzo aveva annunciato la sospensione di AstraZeneca. A seguire Islanda, Norvegia, Bulgaria, Irlanda, Olanda e - fuori dall'Europa - Thailandia, Repubblica Democratica del Congo e Indonesia.
In precedenza, un primo lotto di AstraZeneca era stato bloccato dall'Austria l'8 marzo, dopo la morte di un'infermiera di 49 anni. Estonia, Lituania, Lettonia e Lussemburgo avevano sospeso lo stesso lotto, vietato l'11 marzo anche dall'Aifa e dalla Romania.
Due gioni fa il Piemonte ha sospeso in toto l'uso del vaccino dopo la morte di un insegnante. Decisione estesa ieri a tutto il territorio nazionale dall'Aifa. L'Ema terrà giovedì una riunione straordinaria per esaminare la situazione. Un suo pronunciamento dovrebbe in teoria orientare le scelte dei governi del Vecchio Continente.
Intanto in un'audizione all'Europarlamento si è già espresso il responsabile per la strategia vaccinale dell'agenzia, Marco Cavaleri: a suo parere, il rapporto tra benefici e rischi "è positivo e non vediamo alcun problema nel proseguire le vaccinazioni". Posizione ratificata poi con una nota ufficiale dalla stessa agenzia. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che ulteriori dati dell'agenzia sono attesi già domani. Effetti collaterali a parte, AstraZeneca potrebbe invece avere un altro punto debole: secondo uno studio citato dallo stesso Cavaleri dell'Ema, il vaccino sarebbe risultato inefficace contro la variante sudafricana del Covid, anche se saranno necessarie verifiche più ampie. Dai primi riscontri, sembrerebbero invece avere "un'ottima efficacia" contro i nuovi ceppi i vaccini a Rna messaggero sviluppati da Pfizer e Moderna e quello Johnson&Johnson, di cui l'Ema ha approvato l'uso qualche giorno fa.
In attesa di maggiori certezze sugli eventuali effetti collaterali di AstraZeneca, ciò che è sicuro è l'impatto negativo che lo stop sta avendo sulle campagne vaccinali di molti Paesi europei. Mentre il Regno Unito prosegue a tamburo battente e supera i 26 milioni di dosi somministrate, di cui quasi metà AstraZeneca. Non secondario anche il problema di chi ha già avuto la prima dose e avrebbe dovuto ricevere la seconda in questi giorni. L'Aifa ha fatto sapere che renderà note "tempestivamente" le modalità per completare la vaccinazione non appena la situazione sarà più chiara. Per far fronte ai ritardi, in tanti confidano nell'aumento della produzione delle altre aziende farmaceutiche e nell'arrivo di nuovi vaccini. Compreso il russo Sputnik V, per il quale tuttavia - fanno sapere da Bruxelles - non c'è ancora un negoziato. Intanto sono stati raggiunti accordi per avviarne la produzione in Italia, Spagna, Francia e Germania, per farsi trovare pronti a distribuirlo se un domani arrivasse l'approvazione dell'Ema. Mentre Johnson&Johnson ha raggiunto un'intesa con la tedesca IDT Biologika per produrre vaccini destinati al continente nella fabbrica di Dessau, in Germania.
MA IL SISTEMA AMMETTE IL PROBLEMA? MMHHHHHHhhhhhhhhhhhhh
Londra tira dritto, inoculate 26 milioni di dosi di vaccino - Mondo - ANSA
15 marzo 2021
(ANSA) - LONDRA, 15 MAR - Il Regno Unito tira dritto e prosegue a ritmo accelerato nelle vaccinazioni anti Covid, in barba agli stop imposti all'antidoto AstraZeneca/Oxford da vari Paesi dell'Ue, e supera i 26 milioni di dosi somministrate: quasi metà delle quali AstraZeneca. Lo indica l'aggiornamento quotidiano dei dati britannici, che segnala pure un calo ai minimi da mesi del numero di nuovi contagi (5.000 circa su quasi un milione di test giornalieri) e di morti (64).
Con un totale di ricoverati per Covid negli ospedali sceso a 8.000 complessivi grazie all'effetto combinato - secondo gli esperti d'Oltremanica - del terzo lockdown nazionale e dei vaccini. (ANSA).
E a dimostrazione che il SISTEMA è sempre pronto a rispondere ad ogni critica con una faccia di bronzo (diciamo così...) ecco a voi un articoletto che pretende di sparare cifre per non creare allarmismi.
Perché le 160mila reazioni avverse ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna ci dicono che i benefici dei vaccini superano i rischi (today.it)
Le segnalazioni registrate dall'agenzia europea del farmaco (Ema) e i numeri dei presunti morti per il siero in Europa dimostrano che i preparati sono sicuri e i presunti eventi sono rarissimi. Mentre ammalarsi di Covid-19 e morire è estremamente più probabile
Alessandro D'Amato
17 marzo 2021 05:21
"I vaccini restano l'arma fondamentale per uscire da questi mesi così difficili. Crediamo fortemente nella nostra campagna di vaccinazione e continueremo, con tutte le energie": il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana durante il talk sulla sanità di Res Academy, ieri è tornato a ribadire la fiducia del governo Draghi nei sieri Pfizer-BioNTech, Moderna e Astrazeneca nonostante il deficit di credibilità nei confronti dell'opinione pubblica generato in questi giorni dalle giravolte dell'Aifa sul preparato dell'azienda e dell'università di Oxford: prima le parole spese sulla sicurezza del vaccino dopo le segnalazioni delle morti in seguito alla somministrazione, poi lo stop in seguito all'allarme arrivato dalla Germania. Eppure, anche se questo a prima vista sembra assurdo, le 160mila segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini AstraZeneca, Pfizer e Moderna sono la dimostrazione che i benefici superano i rischi.
Perché le 160mila reazioni avverse ad AstraZeneca, Pfizer e Moderna ci dicono che i benefici dei vaccini superano i rischiUn piccolo riepilogo della vicenda: l'affaire AstraZeneca scoppia quando il Paul-Ehrilch-Institut di Berlino comunica di aver notato "un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca". Quanti casi? "Al momento sono stati riportati 7 casi di trombosi venose cerebrali su 1,6 milioni di vaccini somministrati in Germania", dice il ministro della Salute tedesco Spahn in conferenza stampa: "Si tratta di un rischio molto basso. Ma se dovesse rilevarsi un collegamento con il vaccino, sarebbe superiore alla media", sostiene. A rischio parrebbero le donne tra i 20 e i 50 anni. Una trombosi di questo tipo "significa che l’incidenza annuale è di circa 1 su 100.000", ha spiegato Peter Berlit della Società tedesca di neurologia.
Nella conferenza stampa di ieri la direttrice esecutiva dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema), Emer Cooke, ha spiegato che la conclusione finale sugli effetti del vaccino, per valutare se ci sia una connessione con i decessi avvenuti dopo le somministrazioni, arriverà domani. E se sarà positiva (nel senso che verrà smentito il rapporto di causazione tra il vaccino e i decessi), Italia e Francia sono pronte a dare il via libera immediato alla ripresa delle vaccinazioni: così hanno stabilito, dopo essersi sentiti, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi. La vicenda della trombosi venosa cerebrale o trombosi del seno cerebrale e della sua correlazione con il vaccino AstraZeneca non è però l'unica in cui il preparato dell'azienda farmaceutica e dell'università di Oxford in collaborazione con la Irbm di Pomezia siede, provvisoriamente e senza alcuna dimostrazione di collegamento, sul banco degli imputati.
Trombosi: i sintomi a cui deve stare attento chi ha fatto la prima dose del vaccino AstraZeneca
In Italia infatti ci sono stati almeno altri cinque casi di morti temporalmente collegate alla somministrazione del siero. Tra queste il decesso dell'insegnante Annamaria Mantile e del maestro di musica Sandro Tognatti e in tutti i casi sotto accusa c'è il lotto ABV5811 del vaccino AstraZeneca. Nel caso di Mantile l'autopsia ha smentito qualunque causa legata all'iniezione della prima dose. La donna aveva 62 anni e insegnava inglese all'istituto comprensivo Cesare Pavese di Napoli. Il decesso è stato causato "da un infarto intestinale provocato a sua volta dal sequestro, nella parete addominale, di un’ansa del tratto digerente". Lo shock emorragico e l'arresto cardiocircolatorio sono stati fatali. La professoressa aveva accusato uno stato di malessere accompagnato da vomito, conseguenza dell’occlusione intestinale. L’esame autoptico è stato eseguito da un collegio di periti, consulenti tecnici d’ufficio, nominati dalla Procura di Napoli.
Correlazione non è causazione: i morti per il vaccino AstraZeneca in EuropaPer quanto riguarda Tognatti, ieri a Biella si è svolta l'autopsia sul corpo del professore di clarinetto 57enne deceduto domenica a 17 ore dalla prima dose di AstraZeneca: secondo le prime indiscrezioni, riferite dall'agenzia AdnKronos, non sarebbero emerse indicazioni tali da collegare la morte alla vaccinazione, anche se gli inquirenti sul punto sono molto cauti. La procura cosi fa sapere che gli accertamenti sono complessi, richiedono i loro tempi, e non c'è ancora un responso "né ufficiale, né ufficioso". Ed anche il medico legale, Roberto Testi, precisa che "bisogna aspettare l'esito degli esami istologici e degli esami di laboratorio sul sangue. Non c'è nulla di certo". È ancora alle prime fasi delle indagini invece la morte di Michele Quintiero, agente della polizia municipale di Vibonati: la procura di Lagonegro ha disposto il sequestro della salma ma alla Usl risulta che il paziente fosse affetto da patologie pregresse.
Ma su queste cinque morti presuntamente collegate alla somministrazione del vaccino AstraZeneca bisogna anche ragionare. Soppesandole con altri numeri. Quelli del bollettino della Protezione Civile sul coronavirus ieri segnalavano 502 morti, record negativo di vittime: mai così tante dal 26 gennaio scorso, quando 541 persone persero la vita in un giorno. La Stampa ricorda oggi che in Europa da inizio pandemia si è raggiunta quota 900.185 (si tratta di 52 Paesi e Territori, tra cui anche Russia e Turchia) di cui quasi 103.000 in Italia. Con alcune grandi differenze tra paesi: in Gran Bretagna a gennaio si moriva di Covid due volte e mezzo più che da noi. Ora, invece, avviene praticamente il contrario. Nel Regno Unito le autorità non hanno deciso di sospendere la campagna vaccinale nonostante secondo i dati ufficiali siano morte 275 persone alcuni giorni dopo che a loro erano state somministrate le dosi AstraZeneca e altri 227 decessi si siano verificati in seguito al vaccino Pfizer / BioNTech.
Il motivo è semplice: non solo non ci sono prove o connessioni accertate che facciano ipotizzare un nesso di causa ed effetto tra l'inoculazione e la morte, se non quello temporale che può essere del tutto casuale, ma le statistiche evidenziano una mortalità che è uguale a quella della popolazione non vaccinata. In Italia, invece, con i 103mila morti su 60 milioni Covid-19 l'incidenza è dello 0,17%. Se su sei milioni di vaccinati fossero davvero morte cinque persone a causa del vaccino (e come abbiamo visto le autopsie ci dicono che non è così) l'incidenza sarebbe dello 0,0001%. Già questo serve a farci capire con grande chiarezza perché l'Ema dica che i benefici del vaccino superano i rischi. L'agenzia del farmaco è al lavoro per fare chiarezza sui 30 casi tromboembolici registrati su un totale di cinque milioni di vaccinati. L'esame viene condotto "caso per caso", ha sottolineato Cooke. "Si indaga pure su lotti specifici", anche se l'ipotesi appare "improbabile" data la diffusione degli eventi sul territorio, e si valuta se qualcosa sia andato storto nella manifattura. "La questione viene presa molto sul serio", ha garantito la direttrice dell'Ema, per noi "la fiducia degli europei è fondamentale". Negli accertamenti sono stati coinvolti specialisti che si occupano di malattie trombotiche.
Le segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca all'EmaIntanto la banca dati dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) che raccoglie le sospette reazioni avverse ai vaccini dimostra che anche gli altri due sieri autorizzati in Europa, ovvero Pfizer e Moderna - registrano segnalazioni di eventi e decessi dopo la somministrazione delle dosi. Si tratta di casi trasmessi dalle autorità nazionali di regolamentazione dei medicinali e dalle case farmaceutiche: l'agenzia Ansa riporta che dalle tabelle risultano 102.100 segnalazioni di eventi avversi per il vaccino Pfizer, 54.571 per AstraZeneca e 5.939 per Moderna per un totale di 162.610, un dato che scende rispettivamente a 17.056, 3.798 e 1.099 (e a un totale di 21.953) se scegliamo di considerare soltanto le patologie finite all'attenzione dell'opinione pubblica e che hanno portato alla sospensione precauzionale del farmaco anglo-svedese: problemi cardiaci, vascolari, incluse trombosi e emorragie, e del sangue, incluse coagulopatie. In particolare, dai dati emergono 365 segnalazioni di persone decedute dopo un vaccino Pfizer per questo tipo di problemi: cardiaci (276 decessi), vascolari (74) e del sangue/sistema linfatico (15).
Il punto più importante è che si tratta dello 0,00086% sul totale delle 42.407.948 dosi di Pfizer distribuite nell'Ue più Islanda, Liechtenstein e Norvegia (i numeri non tengono conto del dato, non disponibile, delle dosi inoculate e della possibile somministrazione del richiamo). Per AstraZeneca, la banca dati fotografa 85 decessi per le stesse patologie rispetto a un totale di 14.874.397 dosi distribuite (lo 0,00057%). Nel dettaglio, AstraZeneca ha visto segnalati 63 morti per disturbi cardiaci, 11 per problemi vascolari e altrettanti per patologie ematiche. Nel caso di Moderna il totale dei morti per le tre patologie messe in possibile relazione con la somministrazione del vaccino è di 137 su un totale di 3.600.862 milioni di dosi distribuite: 96 decessi per problemi cardiaci, 32 per effetti collaterali vascolari e 9 per problemi del sangue. La percentuale in quest'ultimo caso è dello 0,0038% sul totale delle dosi messe a disposizione.
Il Corriere della Sera oggi scrive che in Gran Bretagna sono state somministrate oltre 11 milioni di dosi di AstraZeneca (su un totale di circa 24 milioni): sono stati segnalati 54 mila casi di sospette reazioni avverse, con 275 casi di decesso seguito alla somministrazione del vaccino. Ma in nessun caso è stata stabilita una correlazione diretta. In particolare, secondo informazioni del Guardian, sono stati segnalati 30 casi di trombosi successivi a una vaccinazione con AstraZeneca: meno del vaccino Pfizer, per il quale si segnalano 38 casi:
Sui 17 milioni di vaccinazioni effettuate in tutta Europa, AstraZeneca fa sapere che si erano verificate all’8 marzo 22 trombosi e 15 embolie polmonari: come fa notare il Times, è più o meno il numero di persone che viene colpito da un fulmine in un anno in Gran Bretagna.
Secondo l'ex Dg di Aifa, Luca Pani, le parole di Cooke significano che l'agenzia europea "ha già deciso", ovvero è pronta a far tornare in pista AstraZeneca. Un ottimismo che peraltro filtra anche da Palazzo Chigi, intenzionato a riprendere a pieno ritmo la campagna vaccinale in Italia non appena arrivi l'ok giovedì. Intanto però una cosa è chiara: i numeri dicono che i benefici dei vaccini contro il coronavirus superano di gran lunga i rischi e gli eventi che riguardano i decessi sono rarissimi. Il resto è psicosi.
QUANDO SI DICE LA FACCIA COME IL FONDOSCHIENA.
PS ho appena saputo che Giorgio Palù è stato nominato nel CTS, per giunta ridotto da 24 a 12 membri.
Palù è uno dei 3 (gli altri sono Bassy e Zangry) che Salvini voleva nel CTS. Oltretutto è stato nominato capo di AIFA.
Palù sarebbe questo soggetto:
Ottobre scorso:
Coronavirus, virologo Palù: “Asintomatico il 95% dei positivi. Irrazionale inseguirli con i tamponi” – infosannio
Coronavirus, virologo Palù: “Asintomatico il 95% dei positivi. Irrazionale inseguirli con i tamponi”
(ildesk.it) –
La situazione in Italia riguardante la pandemia Coronavirus è molto diversa dalla scorsa primavera. (15 ottobre 2020)
“Ormai i dati ufficiali ci dicono che il 95% dei positivi è asintomatico. Ciò rende del tutto irrazionale e non scientifico voler inseguire gli asintomatici puntando al contagio zero tramite i tamponi molecolari“. A sostenerlo all’Adnkronos Salute è Giorgio Palù, presidente delle Società italiana ed europea di virologia, che stigmatizza “le code di persone senza sintomi ai drive in”. Il virologo spiega senza giri di parole: “I risultati del tampone arrivano tardi, dopo qualche giorno, mentre la ‘punta’ di contagiosità è di 2-3 giorni. Oltretutto gli studi ci dicono che oggi i pazienti hanno una bassa carica virale. Quanti sono contagiosi? Ora come ora il tracciamento degli asintomantici è irrealizzabile”. Secondo Palù in questa fase è bene piuttosto implementare i test rapidi antigenici che, “come si legge su un editoriale sul ‘Nejm’, sono molto più predittivi, si fanno in 5 minuti, possono essere ripetuti e sono anche meno invasivi”. E vanno fatti ai “sintomatici e ai loro contatti”. Quanto alla situazione attuale in Italia, “oggi abbiamo 5 mila ricoverati, il 6% dei positivi, contro i 30mila” del picco a marzo-aprile. “Si tratta in molti casi di soggetti paucisintomatici, e molti sono ricoveri sociali: persone anziane e sole. L’età media dei positivi è di 42 anni. Questo evidenzia ancora una volta che la situazione è ben diversa” da quella vissuta nel recente passato. Palù invita a guardare alla misura più importante, “quella che ci deve allarmare, e che non è più l’indice Rt, basato su sintomatici e ricoverati. Quello che ci deve allarmare è invece l’andamento della curva di riproduzione virale, che è di tipo esponenziale: ormai è un’iperbole. Se l’incidenza cresce, giocoforza aumenteranno i ricoveri e i decessi. E questo – conclude l’esperto – anche se ormai abbiamo visto che Covid ha una letalità relativamente bassa: oscilla tra 0,3 e 0,4%”.
CORONAVIRUS: il prof. PALU' ridicolizza CRISANTI in DIRETTA VIDEO, 'Non è un Virologo'. Ecco le IMMAGINI » ILMETEO.it
23/10/2020
Il Virologo ed microbiologo Giorgio Palù, professore di neuroscienze all’Università di Philadelphia, ha risposto a diverse domande sulla PANDEMIA da CORONAVIRUS, in un'intervista rilasciata a TV7. Il professore ha spiegato cosa significa essere una persona sintomatica: “Il termine sintomatico è un termine molto chiaro, riguarda una persona che presenta dei sintomi: mal di gola, ma di testa, congiuntivite, febbre, diarrea, perdita di olfatto o di gusto, per non parlare di uno stato più avanzato”.Poi ha spiegato come si misura la letalità di un virus." La LETALITA' è il rapporto tra le persone che sono venute in contatto con il virus e quelle che sono decedute. La misura che abbiamo attualmente è quella sulla base del tamponi, quindi del test diagnostico. Noi abbiamo 38 milioni di persone risultate positive al test e oltre un milione e 100 mila defunti“.
Il professore ne deduce che dovremmo dire che abbiamo una letalità del 2,8% a livello globale. Ricorda però che le persone venute in contatto con il virus sono molte di più, almeno 4/5 volte di più.
E poi la FRECCIATINA ad Andrea Crisanti, Professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova. Il vero problema, secondo Palù, è ciò che definisce infodemia. “Questa informazione che è diventata pandemica, questa paura del contagio, paura della morte. Questa sì, è diventata virulenta e contagiosa. Si è perso il buonsenso, la ragionevolezza, la capacità critica di valutare i dati per quello che sono”. Andrea Crisanti? Un esperto di zanzare”. Lo ha detto parlando del lockdown natalizio. Il concetto di “zanzarologo” è prima di ogni altra cosa sbagliato, ed è stupefacente che provenga da uno scienziato”, attacca Crisanti che poi accusa Palù di voler “generare un monopolio culturale sulla area complessiva della pandemia” sulla base “autoreferenziale” di avere nel suo curriculum alcuni “lavori su virus”.
Crisanti è un mio allievo, ha risposto Palù , nel senso che accademicamente l’ho chiamato io da Londra. Non è un virologo, non ha mai pubblicato un lavoro di virologia. Devo dire che negli ultimi dieci anni non ha neanche pubblicato lavori di microbiologia. Ho fatto una certa difficoltà a chiamarlo, dico le cose per quello che sono. È un esperto di zanzare“.
E ancora: “Una persona che fa queste predizioni… questi sono Dpcm di pseudo virologi. Fa anche lui il suo decreto della presidenza della Repubblica e sancisce un lockdown? Io mi domando: ma a che titolo? Su quali basi? A differenza di Andrea Crisanti, il professore pensa che “un lockdown generalizzato questo Paese non se lo può permettere, lo hanno capito tutti”.
Coronavirus, il discusso intervento del virologo Giorgio Palù: "Positivo non vuol dire ammalato o contagioso" - la Repubblica
25 ottobre 2020
Coronavirus, il discusso intervento del virologo Giorgio Palù: "Positivo non vuol dire ammalato o contagioso"
Questo video è diventato virale nei giorni scorsi e mostra un'intervista rilasciata dal professore Giorgio Palù, ordinario di microbiologia e virologia dell’Università di Padova, a Tv7, emittente televisiva del triveneto.
Palù si chiede se abbia senso tracciare gli asintomatici: "Se lei è positivo, non vuol dire che si è ammalato. Non vuol dire che sia sintomatico e non vuol dire che sia contagioso. Se lei è asintomatico può essere tracciato solo con la ricerca che si fa durante lo screening o durante il tracciamento dei cosiddetti contatti. Se lei è asintomatico, non lo sa. Ha senso quindi inseguire e tracciare gli asintomatici?".
Alcune precisazioni: il video è stato registrato una decina di giorni fa, quando i ricoverati erano meno di 6mila mentre quelli in terapia intensiva superavano di poco i 500. A oggi non c'è alcuna certezza che gli asintomatici non possano diffondere il virus.
Coronavirus, il presidente dell'Aifa Giorgio Palù: "Allarme eccessivo. La variante inglese c'è anche in Italia in soggetti mai andati in Inghilterra" - Il Fatto Quotidiano
23 dicembre 2020
“La variante inglese c’è anche in Italia. E anche in soggetti mai andati in Inghilterra”. Lo ha dichiarato il microbiologo Giorgio Palù, presidente di Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. “Mi pare che ci sia stato un allarme eccessivo. E questo è un virus a bassa letalità, tra lo 0,25 e lo 0,50%”. Quanto all’evoluzione dell’infezione, Palù ha affermato: “Non ci sono ancora certezze, non possiamo fare previsioni: lo capiremo meglio tra aprile e maggio. Ma lo equiparerei agli altri virus pandemici, come l’H1N1, l’asiatica o la variante suina, piuttosto che a ebola o sars”
Terabona
2 mesi fa
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Qui in ambiente regionale si sa già. Palù prossimo candidato sindaco di Padova per la Lega. Segnatevelo. E questo spiega le sue distorsioni pseudoscientifiche: deve far fare bella figura a zaione.
VIRUS A BASSA LETALITA'. Infatti siamo arrivati a marzo con decine di migliaia di morti in più per la 'variante inglese'. Bravo prof, te lo meriti proprio l'incarico da AIFA e al CTS, del resto appoggiatissimo da SALVINI.
Il CTS ideale di Salvini: Palù, Zangrillo e Bassetti (la7.it)
Ieri (16-3-2021):
Palù (Aifa): "Non ci sono correlazioni dimostrate"
"C'è molta emotività rispetto ai vaccini. Non c'è alcuna correlazione dimostrata, se non una relazione temporale con la vaccinazione col vaccino AstraZeneca e l'evento nefasto. Ma non un nesso causale. Bisogna attendere gli esiti degli esami. Bisogna essere molto cauti", risponde però Giorgio Palù, presidente dell'Aifa, a "Mezz'ora in più" su Rai3 in merito al blocco da parte del Piemonte. Il professore ricorda i numerosi studi valutativi e la somministrazione di milioni di dosi di vaccino AstraZeneca in Gran Bretagna, senza che si siano registrati incidenti tromboembolici. "Alcuni Stati si stanno cautelando in maniera intensa, ma non c'è alcun rischio - dice ancora Palù -. La somministrazione di un vaccino del genere può comportare una risposta infiammatoria, ma la sorveglianza è tale che si può escludere una correlazione. L'Ema tra sette giorni emetterà un comunicato sulle reazioni avverse. Nessuno è grave su decine di migliaia di vaccinazioni effettuate".